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Editrice Promaplast Srl - Centro Direzionale Milanofiori - Palazzo F/3 - 20090 Assago (MI) - ISSN 0394-3453 - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - 70% LOM/MI/2363

MACPLAS

RIVISTA DELLE MATERIE PLASTICHE E DELLA GOMMA

TIEPIDA ARIA DI CAMBIAMENTO IN EUROPA BIOPOLIMERI: UN MERCATO TURBOLENTO, www.macplas.it MA IN CRESCITA EFFETTO DEL FLUSSO ELONGAZIONALE SULLE PROPRIETÀ DI FILM E FIBRE ECCELLENZE COMPOSITE IN PRIMO PIANO www.ladybeart.com

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ESPERIENZA

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SOMMARIO

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L’EDITORIALE DI LUCA MEI TIEPIDA ARIA DI CAMBIAMENTO IN EUROPA FILM TERMOPLASTICI: BUONE OPPORTUNITÀ DI CRESCITA NEL PROSSIMO QUINQUENNIO CIRCA UN QUARTO DELLA PRODUZIONE DI ETILENE MINACCIATO DAL COVID-19 TRASFORMAZIONE DI PVC: DALLA CRISI SANITARIA FINO ALLE POTENZIALI OPPORTUNITÀ DI RIPRESA

NOTIZIARIO ASSORIMAP - MANIFESTO DELLE “ASSOCIAZIONI DEL RICICLO A SOSTEGNO ​​ DELL’ECONOMIA CIRCOLARE” BIOPOLIMERI: UN MERCATO TURBOLENTO, MA IN CRESCITA CHIESTO IL RINVIO DELL’APPLICAZIONE DELLA DIRETTIVA SUP LA RACCOLTA E IL RICICLO DI PFU NON SI FERMANO

MACCHINE & ATTREZZATURE 28 32 34 34 37 37

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PLASTICA & AMBIENTE

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MARKETING

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EFFETTO DEL FLUSSO ELONGAZIONALE SULLA MORFOLOGIA E SULLE PROPRIETÀ DI FILM E ​FIBRE ESTRUDERE IN MODO CONVENIENTE LASTRE CONTENENTI FINO AL 100% DI rPET EFFICIENZA E SOSTENIBILITÀ NELLA SCHIUMATURA CNC: LAVORAZIONI ANCORA PIÙ RAPIDE E PRECISE DISPOSITIVI DI PROTEZIONE FACCIALE STAMPATI IN 3D PER GLI OSPEDALI RIUNITI MARCHE N ​ ORD ESTRUSIONE DI TUBETTI VELOCE E PRECISA

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MACPLAS

IN COPERTINA

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Editrice Promaplast Srl - Centro Direzionale Milanofiori - Palazzo F/3 - 20090 Assago (MI) - ISSN 0394-3453 - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - 70% LOM/MI/2363

N. 377 - GIUGNO/LUGLIO 2020 RIVISTA DELLE MATERIE PLASTICHE E DELLA GOMMA

TIEPIDA ARIA DI CAMBIAMENTO IN EUROPA BIOPOLIMERI: UN MERCATO TURBOLENTO, EFFETTO DEL FLUSSO ELONGAZIONALE SULLE PROPRIETÀ DI FILM E ECCELLENZE COMPOSITE IN PRIMO PIANO

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“L’infermiera con l’orecchino di perla” Opera di Lady Be all’asta per aiutare la lotta al coronavirus

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ELASTICA- LA RIVISTA DI ASSOGOMMA 68 70 72

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PAROLA D’ORDINE: “RESILIENZA” PROVE DI INFIAMMABILITÀ SEI ASSOCIAZIONI PER L’AUTOMOTIVE: SALVAGUARDARE L’OCCUPAZIONE E RIDURRE LE EMISSIONI RASSEGNA INTERNAZIONALE DI SCIENZA E TECNOLOGIA DONAZIONE DI TPE PER REALIZZARE 10 MILA VISIERE PROTETTIVE FILTRAZIONE IN LINEA A TEMPO DI RECORD

RUBRICHE & VARIE 77 79 80 80 82 82 83

NOTIZIARIO UNIPLAST E PROGETTI DI NORMA BIBLIOTECNICA FIP RIMANDATA A GIUGNO 2021 ESPOSIZIONI E FIERE LA PLASTICA PROTAGONISTA DELL’ECONOMIA CIRCOLARE CORSI E CONVEGNI CORSI E SEMINARI CESAP

MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

Grazie alla piattaforma online Charity Stars, lo scorso 2 aprile è stata battuta all’asta e acquistata per 6500 euro da Consulcesi l’opera “L’infermiera con l’orecchino di perla”, ispirata da questi difficili giorni di pandemia e realizzata da Lady Be, artista di origine lombarda ma ormai nota a livello internazionale, che, al posto delle normali tessere da mosaico, utilizza piccoli pezzi e oggetti di plastica di recupero per realizzare le proprie opere. I 6500 euro sono stati devoluti a quattro organizzazioni sanitarie impegnate in queste difficili settimane nella lotta al Covid-19: Croce Rossa Italiana, ospedale Luigi Sacco di Milano, ospedale Spallanzani di Roma e policlinico San Matteo di Pavia. L’asta online ha così contribuito all’acquisto di apparecchiature per la ventilazione, a creare nuovi posti letto in terapia intensiva e subintensiva e a garantire assistenza sanitaria e primo intervento dei presidi medici oggi in prima linea. “Sono molto felice e orgogliosa di aver contribuito mediante la piattaforma Charity Stars, con la quale avevo già collaborato diverse volte e che è sempre in prima linea per cause benefiche e raccolte fondi. In questo caso, la raccolta fondi si chiamava #VinciamoNoi e il suo obiettivo era quello di fornire un aiuto concreto alla Croce Rossa e agli ospedali Sacco, Spallanzani e San Matteo”, ha commentato Lady Be. “L’infermiera con l’orecchino di perla”, che riprendere il celebre quadro del pittore secentesco Vermeer e alla quale potrebbe essersi ispirato anche il noto artista Banksy per rivedere un suo murale di Bristol intorno allo scorso 20 aprile, si è subito affermata come una delle più importanti e ricche di significato di Lady Be ed è destinata ad accrescere il suo valore nel tempo, in quanto realizzata in questo particolare periodo storico. Lo sguardo della protagonista sembra voler ringraziare gli “angeli” che in questi difficili giorni lavorano incessantemente negli ospedali di tutta Italia, sacrificando i propri affetti e il proprio tempo per salvare le vite dei malati. Inoltre, come tutte le opere dell’artista, anche questa veicola un messaggio a favore della sostenibilità ambientale, perseguita attraverso il riciclo e il riutilizzo della plastica post consumo. Fin dallo scorso febbraio Lady Be aveva deciso di vendere alcune sue opere per raccogliere fondi da destinare alle strutture sanitarie impegnate a curare i malati di coronavirus... e certamente altre saranno messe all’asta per questa causa importante. Le opere di Lady Be sono diventate l’immagine “simbolo” di un progetto integrato di formazione e informazione sul coronavirus realizzato da Consulcesi: “Covid-19 - Il virus della paura” (https://www.covid-19virusdellapaura.com).

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MACPLAS

Anno 45 - Numero 377 Giugno/Luglio 2020 Direttore Riccardo Ampollini Redazione Luca Mei - Girolamo Dagostino Stefania Arioli Ufficio commerciale Roberta Pagan

INSERZIONISTI 35-36 ​ AMUTEC ​www.amutecsrl.com

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Comitato di direzione Dario Previero, Gabriele Caccia, Massimo Margaglione

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Hanno collaborato a questo numero: Aipe, Anpe, Assogomma, Assorimap, Azimut, Corepla, Ecopneus, ETRMA, Eumaps, EuPC, European Bioplastics, FIP, Icis, JEC Group, Francesco Paolo Lamantia, nova-Institute, Simonetta Pegorari, PlasticsEurope, PVC Forum Italia, Stratview Research, Uniplast

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Segreteria di redazione Giampiero Zazzaro

Editore Promaplast Srl Centro Direzionale Milanofiori - 20090 Assago (Milano, Italia) Tel.: +39 02 82283735 - Fax: +39 02 57512490 e-mail: macplas@macplas.it - www.macplas.it Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 68 del 13/02/1976 Iscrizione presso l’Ufficio Nazionale della Stampa N. 4620 del 24/05/1994 Direttore responsabile Mario Maggiani Amministrazione Alessandro Cerizza Impaginazione e prestampa Nicoletta Albiero Stampa e inoltro postale Logo PREZZO COPIA: 5 euro Abbonamento Italia (6 numeri): 40 euro Abbonamento estero (6 numeri): 60 euro La direzione della rivista declina ogni responsabilità per quanto riguarda l’attendibilità degli articoli e delle note redazionali di fonte varia

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EDITORIALE

LUCA MEI

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LE PAROLE SONO IMPORTANTI… … E I COMPORTAMENTI ANCHE Ci risiamo. Dopo qualche settimana di parziale riabilitazione per il contributo concreto offerto durante la pandemia nella realizzazione di dispositivi medicali, imballaggi sterili e articoli usa e getta, che hanno permesso di salvare molte persone colpite da Covid-19, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente del 5 giugno, il grande nemico pubblico da sconfiggere è tornato a essere lei: la plastica! In alcuni servizi dei telegiornali della sera, ancora una volta è toccato sentire frasi additanti la plastica come la nemica dell’ambiente, che finisce nei mari di tutto il mondo, e non solo. Ma, come diceva (anzi, urlava a piena voce) Nanni Moretti nel suo film “Palombella rossa”, le parole sono importanti. Soprattutto in un’epoca in cui la comunicazione è diventata una vera e propria arma di distruzione, più che d’istruzione, di massa. E mistificare notizie fuorvianti, complice la loro diffusione pressoché incontrollata sui molti media a cui tutti ormai abbiamo accesso, può decretare il successo o la condanna di chiunque e di qualsiasi cosa. Eppure, lo sforzo per capire che i fatti sono diversi non sarebbe disumano, ma tale risulta se non sostenuto dalla buona volontà di compierlo. Perché la plastica, come qualcuno ha già detto, non è dotata di vita propria, né ha le gambe per spostarsi e fermarsi dove più le piace. Mentre, invece, chi la trasforma in un agente inquinante, oscurandone i tanti pregi e i vantaggi che procura e che, in non pochi casi, ci permettono di vivere come viviamo, in definitiva non è che sempre e solo lui: l’uomo! Proprio colui che poi s’inventa le giornate mondiali per la Terra e l’ambiente, è in realtà il vero agente (ossia colui che agisce) inquinante. Proprio l’uomo, con i suoi comportamenti incivili, incuranti e menefreghisti e che, con una comunicazione inappropriata e spesso inefficace, forse non del tutto inconsciamente, prova ad autoassolversi per tali comportamenti. Perché basterebbe poco e, invece di dire che la plastica finisce nei mari di tutto il mondo, affermare che la plastica finisce ovunque perché siamo noi che ce la facciamo finire impunemente… lanci dei telegiornali compresi.

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MARKETING

NEXT GENERATION EU - UNA PANORAMICA AGGIORNATA AL PRIMO GIUGNO 2020

TIEPIDA ARIA DI CAMBIAMENTO IN EUROPA IL 27 MAGGIO SCORSO LA COMMISSIONE EUROPEA HA PORTATO AVANTI LA PROPOSTA, NATA DALL’INIZIATIVA DELLA CANCELLIERA TEDESCA ANGELA MERKEL E DEL PRESIDENTE FRANCESE EMMANUEL MACRON, DI UN PACCHETTO DI AIUTI INIZIALMENTE DA 500 MILIARDI DI EURO, MA POI INCREMENTATO A 750 MILIARDI IN SEDE DI COMMISSIONE. NATO SOTTO L’INIZIALE APPELLATIVO DI “RECOVERY FUND”, ORA QUESTO STRUMENTO DI POLITICA ECONOMICA VIENE DENOMINATO “NEXT GENERATION EU”, CON IL CHIARO INTENTO DI PROIETTARSI VERSO UN NUOVO CONCETTO DI EUROPA COMUNITARIA DI MASSIMO JAKELICH E GLOBAL TEAM AZIMUT

Fig. 1 - Spread tra i titoli decennali di Italia, Spagna, Portogallo e Francia e quelli tedeschi (2014-2020)

Italia

Spagna

Portogallo

Francia Fonte: Bloomberg, 22 aprile 2020

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l coronavirus ha scosso l’Europa e il mondo sin dalle fondamenta, colpendo duramente il sistema sanitario e del welfare, le nostre società, l’economia e il modo di vivere e lavorare. Per proteggere le nostre vite e le modalità di sussistenza delle famiglie e delle imprese, soccorrere ogni singolo paese e mercato e permettere la costruzione di un prosperoso recupero, la Commissione Europea sta predisponendo di utilizzare il budget europeo al suo pieno potenziale. Il fondo “Next Generation EU”, da 750 miliardi di euro, andrà a rafforzare il budget complessivo messo a disposizione dell’Unione Europea nel periodo 20212027, portando la “potenza di fuoco ” a 1,85 triliardi di euro, ai quali andranno aggiunti i 540 miliardi di euro dei fondi SURE, MES e BEI. A tale riguardo, il presidente della Commissione Europea, MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


Ursula von der Leyen, ha dichiarato: “Il piano di recupero mira a trasformare l’immensa sfida che stiamo affrontando in un’opportunità, non solo come supporto alla ripresa, ma anche investendo nel nostro futuro: il “green deal” europeo e la digitalizzazione spingeranno lavoro e crescita, la resilienza delle nostre società e la salute del nostro ambiente. Questo è il momento dell’Europa. La nostra buona volontà di agire deve convivere con le sfide che noi tutti stiamo affrontando. Con il Next Generation EU stiamo offrendo un’ambiziosa risposta”. Tornando al fondo, verrebbe istituito nell’ambito del bilancio dell’UE e finanziato da prestiti aggiuntivi, con l’obiettivo di offrire sovvenzioni agli Stati membri più colpiti. I bond sarebbero emessi dalla Commissione Europea e sarebbero rimborsati dal bilancio della UE. Se approvato, questo “Next Generation EU” supererà di gran lunga qualsiasi altra spesa del bilancio dell’Unione Europea e sarà rimborsato congiuntamente da tutti gli Stati membri in proporzione alle regole di “capital keys” (una misura che dipende dalla popolazione e dal PIL dei singoli Stati). La proposta avanzata dai due leader europei deve però superare ancora alcuni ostacoli prima di realizzarsi. Il più importante è l’approvazione unanime dei 27 Stati membri (e non solo della loro maggioranza). Fino a oggi (primo giugno 2020), l’opposizione più forte è arrivata dai cosiddetti “frugal four” (Austria, Danimarca, Paesi Bassi, Svezia), che si sono mostrati contrari all’idea di fornire sovvenzioni ad altri paesi, soprattutto a quelli più deboli, temendo che questa decisione possa aprire le porte alla mutualizzazione del debito all’interno dell’UE. Questi quattro paesi supportano comunque l’idea di fornire aiuti finanziari alle nazioni maggiormente colpite, ma sotto forma di prestiti e non di sovvenzioni, e solo se i prestiti saranno destinati a specifici progetti. Sostengono inoltre che l’assistenza finanziaria dovrebbe intendersi solo per un periodo limitato. La proposta potrebbe essere però il primo segnale importante che il progetto europeo si sta finalmente avvicinando all’obiettivo, tanto ricercato, di una maggiore integrazione fiscale e che, in tempi di difficoltà, i leader europei stiano finalmente dimostrando una visione di solidarietà comune. La posta in gioco è così alta che è necessario trovare un accordo almeno sulla dimensione totale del fondo e su quanto aiuto sarà dato sotto forma di sovvenzioni o prestiti. Il maggior beneficiario di questo fondo sarebbe l’Italia, in quanto le somme ricevute sotto forma di sovvenzioni non sarebbero conteggiate come debito aggiuntivo, consentendo al rapporto debito/PIL di rimanere a livelli accettabili piuttosto che salire verso i nuovi massimi storici. Inoltre, i tassi d’interesse da riconoscere sui prestiti riceMACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

Fig. 2 Acquisto di titoli di Stato, locali e di imprese private, da parte delle banche centrali

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Acquisti totali delle banche centrali

Banche dei Mercati Emergenti (EM)

Altre BCE Bank of Japan FED

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vuti permetterebbero all’Italia di finanziarsi a tassi prossimi allo zero (per lungo termine), nettamente inferiori al costo dell’emissione attuale del debito pubblico. L’allargamento dello spread (il differenziale di rendimento fra i titoli del nostro Paese e quelli tedeschi; vedi figura 1), che la pandemia del coronovirus ha prontamente allargato, dovrebbero di conseguenza tornare a restringersi.

L’IMPORTANZA POLITICA E LE AZIONI PER STIMOLARE I MERCATI Il “Next Generation EU” è importante anche dal punto di vista politico, in quanto uno dei due paesi che lo promuovono è proprio la Germania, che finora si è sempre mostrata contraria a una mutualizzazione del debito. La Germania è anche il paese che qualche settimana fa ha colpito duramente le istituzioni europee con la sentenza della sua Corte Suprema contro la BCE e la Corte di giustizia europea. Il mercato ha invece interpretato il nuovo gesto della Merkel come un segno che la vera volontà politica tedesca sia quella di rafforzare l’Unione Europea e non di spezzarla. L’approvazione del “Next Generation EU” potrebbe anche ridurre lo scetticismo dei partecipanti al mercato sulla validità a lungo termine del progetto europeo. Di conseguenza, potrebbe anche comportare il fatto che l’enorme sconto delle azioni europee rispetto alle azioni statunitensi inizi, forse, a retrocedere almeno un po’. Questo sconto è il più alto di sempre, se misurato in termini di differenziale P/E atteso, laddove P/E (dall’inglese Price/Earnings) è il rapporto fra il prezzo corrente di un’azione e l’utile atteso per ogni azione. Se si aggiunge che i paesi europei sono più avanti nel processo di riapertura delle loro economie e che il numero di nuovi contagi sta diminuendo sempre di più, mentre negli USA sono ancora stabili a 20 mila al giorno (sempre al primo giugno 2020), gli operatori del mercato dovrebbero essere più propensi a considerare alcuni titoli a basso costo nel Vecchio Continente. Gli stimoli fiscali rappresentano l’indispensabile

Fonte: Barclays, Citigroup, aprile 2020

risposta che i Governi di tutto il mondo stanno adottando per affrontare la caduta economica senza precedenti provocata dal lockdown. Gli Stati Uniti si dimostrano ancora una volta i più veloci nell’adottare misure di aiuto, mentre l’area euro si caratterizza sempre per la sua “viscosità” decisionale. Le va riconosciuto, però, un netto miglioramento dei processi comunitari, con una velocità d’attivazione quasi impensabile fino a poco tempo fa. Il precedente e primo intervento sperimentato nella zona euro, quello sul debito pubblico della Grecia del 2010, richiese quasi quattro anni prima di essere attuato, oltre a una serie di innumerevoli errori, che portarono a una profonda recessione economica dagli umilianti risvolti sociali per la popolazione. Il Recovery Plan, che ha visto oggi la luce grazie alle autorità comunitarie, è stato messo in moto quasi immediatamente sia per l’enorme gravità della situazione attuale sia, appunto, per evitare il ripetersi di quel precedente. Oltre alla risposta fiscale che, poco alla volta, sta arrivando da tutto il mondo, la più potente azione

L’autore del presente articolo, Massimo Jakelich, ricopre attualmente il ruolo di chief investment strategist di Azimut Wealth Management, ma è anche membro del Global Team di Asset Allocation e membro con diritto di voto del Comitato di Advisory e del Comitato d’investimento delle gestioni patrimoniali

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MARKETING

Fig. 3 Dipendenti totali dei settori non agricoli (USA, 1998-2020, migliaia di unitĂ )

76 Mesi 48 Mesi

to dell’attuale crisi economica, sociale e sanitaria.

L’IMPATTO SULL’OCCUPAZIONE Dopo la disastrosa caduta del mese di marzo, i mercati finanziari hanno risposto alle misure monetarie e fiscali con un poderoso recupero, ampliando però notevolmente il differenziale fra quotazioni finanziarie e dati provenienti dall’economia reale. Primo fra tutti quello sull’occupazione. Se da un lato gli Stati Uniti si dimostrano l’area economica più potente in termini di politiche eco-

Azimut in breve

Un modello di business che si basa sull’integrazione tra gestione e distribuzione Sin dal 1989 Azimut opera quale gruppo indipendente nel settore del risparmio gestito. Ne fanno parte quasi 100 gestori e analisti e più di 2000 consulenti finanziari. La capogruppo, Azimut Holding SpA, è quotata alla Borsa di Milano dal 7 Luglio 2004 (AZM.IM) ed è membro, fra gli altri, dell’indice FTSE MIB. L’azionariato vede oltre 1900 fra gestori, consulenti finanziari e dipendenti, uniti in un patto di sindacato che controlla il 20% della società. Il rimanente è flottante. Il gruppo comprende diverse società attive nella promozione, nella gestione e nella distribuzione di prodotti finanziari e assicurativi, aventi sede principalmente in Italia, Lussemburgo, Irlanda, Cina (Hong Kong e Shanghai), Monaco, Svizzera, Singapore, Brasile, Messico, Taiwan, Cile, USA, Australia, Turchia ed Emirati Arabi. In Italia, Azimut Capital Management Sgr opera nella promozione e nella gestione dei fondi comuni di diritto italiano, nei fondi d’investimento alternativi di diritto italiano, nonché nella gestione su base individuale di portafogli d’investimento per conto di terzi. Inoltre, a seguito della scissione con incorporazione di Azimut Consulenza Sim, Azimut Capital Management cura la distribuzione dei prodotti del gruppo e di terzi tramite la propria rete di consulenti finanziari, mentre Azimut Libera Impresa SGR si occupa dei prodotti alternativi. Le principali società estere sono AZ Fund Management (fondata in Lussemburgo nel 1999), che gestisce i fondi multicomparto AZ Fund1 e AZ Multi Asset, e la società irlandese AZ Life DAC, che offre prodotti assicurativi nel ramo vita. Il modello di business, Uno dei recenti interventi di Massimo caratteristico del gruppo, si basa sull’inteJakelich, chief investment strategist di Azimut grazione tra gestione e distribuzione. Wealth Management, ai meeting di settore

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Fonte: Strategas

sinora intrapresa è quella che proviene, ancora una volta, dalla banche centrali, con la FED americana quale capofila (vedi figura 2). Quest’ultima ha nuovamente portato i tassi d’interesse prossimi allo zero (in zona euro sono già sotto lo zero di mezzo punto), ma, soprattutto, ha adottato un’espansione del proprio bilancio dai confini questa volta illimitati… ed è la prima volta che accade nella storia dei 106 anni della banca centrale statunitense. L’obiettivo è quello di trovare le risorse - tramite l’acquisto di titoli del debito statale e locale americano, ma anche di quello delle imprese private - per offrire sostegno diretto alle famiglie, alle imprese, ai consumatori, alle città e agli Stati. Oltre alla FED, anche la Banca Centrale Europea e le altre grandi del pianeta (da quella giapponese a quella inglese, fino ad alcune banche di paesi emergenti, queste ultime almeno sul fronte dei tassi d’interesse) si stanno muovendo con imponenti misure di stimolo monetario e di liquidità, con il chiaro intento di evitare a tutti i costi una crisi finanziaria che acuirebbe ulteriormente l’impat-

nomiche e monetarie, dall’altro si confermano anche l’area più brutale e meno tutelante per il lavoro delle persone. In poco meno di due mesi, 40 milioni di americani (su 152 milioni) impegnati nei settori non agricoli sono rimasti a casa dal lavoro (figura 3). Non si vedeva una caduta così violenta dai tempi della grande depressione degli Anni Trenta. È vero che tanto prima il coronavirus verrà sconfitto, tanto prima si recupererà dal punto di vista occupazionale, ma i tempi potranno essere lunghi… più lunghi di quanto i mercati finanziari stimino oggi. L’economia degli Stati Uniti, che basa la propria crescita per due terzi sui consumi delle famiglie, rappresenta più di un quarto della crescita mondiale. È quindi evidente che una forte caduta occupazionale americana come quella attuale (ma anche di tanti altri paesi del mondo) rappresenti un punto d’attenzione assoluta sulla ripresa della domanda aggregata. Le imprese, inoltre, nel tentativo di mantenere o ridurre al minimo l’impatto sui margini (utili), saranno fortemente impegnate in un disperato controllo dei costi, primo fra tutti proprio quello occupazionale.

PROSPETTIVE NEL BREVE TERMINE Caduta degli utili e aumento delle quotazioni hanno portato le valutazioni azionarie in territori molto molto cari, in particolare per quei titoli e settori (come il tecnologico americano) che hanno beneficiato dal periodo di lockdown. Non si può minimizzare l’effetto positivo della liquidità, che rimarrà abbondante sul mercato, e dei tassi d’interesse, che rimarranno bassi per chissà quanto tempo (entrambi fattori positivi per l’appetito per il rischio, in particolare per il mercato azionario), ma gli analisti di Azimut consigliano comunque di mantenere un atteggiamento prudenziale e di sottopeso sull’asset class. Per contro, i titoli obbligazionari emessi da emittenti corporate, in particolare del segmento “Investment grade” (cioè quei titoli comprati dalle banche centrali), ma anche governativi (come i treasury US e pure i nostri BTP italiani), esprimono un rendimento corretto per il rischio, che si giudica efficiente. MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


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MARKETING

Mercato dei film termoplastici ad alte prestazioni

Buone opportunità di crescita nel prossimo quinquennio Come ormai noto, a causa dell’emergenza dovuta al Covid-19, quasi tutti i principali settori industriali stanno registrando crolli catastrofici, con molti impianti di produzione chiusi a tempo indeterminato. Anche il mercato dei film termoplastici ad alte prestazioni non è rimasto immune dagli effetti della pandemia e della chiusura degli impianti nei principali mercati, come Cina, Stati Uniti, Italia e Francia. Attualmente non è ancora possibile prevedere l’impatto finale della crisi su ciascun comparto industriale, ma, ciononostante, gli analisti prevedono che il mercato si riprenderà gradualmente nei prossimi anni, con prospettive favorevoli a lungo termine. Secondo il nuovo rapporto di Stratview Research sull’evoluzione del mercato dei film termoplastici ad alte prestazioni nel periodo 20202025, i fondamentali di questo mercato rimangono comunque buoni, con conseguenti opportunità di crescita nel lungo termine. Si stima che nel 2025 il suo valore raggiungerà gli 802,8 milioni di dollari, con un rimbalzo a partire dal 2021, dopo l’inevitabile forte calo dell’anno in corso. Il crescente interesse verso l’uso di questi film è il risultato della loro riciclabilità, della tendenza alla miniaturizzazione nell’industria elettrica/ elettronica (E&E), dell’idoneità come isolanti nella medesima industria e delle proprietà superiori che contribuiscono a ridurre i tempi di ciclo nello stampaggio a iniezione di vari componenti. Proprio per questi fattori chiave, i principali player stanno firmando contratti a lungo termine per ridurre i colli di bottiglia negli approvvigionamenti. Nel 2019, per esempio, Solvay e Safran hanno sottoscritto un accordo per la fornitura di film Halar a base di ECTFE (copolimero etilene-clorotrifluoroetilene), utilizzato nei pannelli acustici del motore aeronautico Leap di Safran. In riferimento ai materiali utilizzati (PPS, PAEK, PSU, LCP, PEI, HPPA

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NEWS

In generale, i film termoplastici ad alte prestazioni si caratterizzano per stabilitĂ  termica, resistenza chimica e proprietĂ  meccaniche superiori a confronto dei film convenzionali. Sono quindi ideali per le applicazioni in campo elettrico ed elettronico

e altri), si prevede che la poliammide ad alte prestazioni (HPPA) si confermerà dominante nei prossimi cinque anni. La sua elevata quota di mercato è determinata dalla forte domanda da parte dell’automotive e dell’E&E, dovuta a proprietà quali: buona flessibilità, eccellente isolamento e superiore resistenza al calore. Significativa è anche la quota di mercato dei film in LCP, che rappresentano la scelta privilegiata per le applicazioni elettroniche flessibili (celle solari, circuiti per computer e cellulari ecc.), grazie alle loro caratteristiche elettriche superiori e a stabilità dimensionale, basso assorbimento d’umidità ed eccellente resistenza al calore. Riguardo invece ai settori applicativi, l’E&E rimarrà probabilmente quello principale nel periodo preso in esame. I film ad alte prestazioni sono utilizzati soprattutto nei circuiti stampati grazie alla conduttività termica e al basso assorbimento d’umidità. Inoltre, come già accennato, si rileva un aumento della domanda per le applicazioni elettroniche flessibili. Infine, guardando alle aree di mercato, si prevede che l’Asia-Pacifico rimarrà la regione più importante e in più rapida crescita per questi film fino al 2025. Tale crescita va attribuita soprattutto allo sviluppo dell’E&E nella regione, in particolare in India e Cina, grazie alla presenza d’importanti produttori (Sony, Panasonic, Toshiba, LG) e alla crescente domanda di dispositivi elettronici flessibili. Inoltre, si assiste al costante spostamento dei centri nevralgici dell’industria elettronica dalle economie occidentali sviluppate alle economie asiatiche in via di sviluppo. L’emergenza sanitaria potrebbe determinare un temporaneo rallentamento della crescita, soprattutto nel 2020, ma l’attrattività della regione rimarrà comunque inalterata in termini di potenziale di crescita e dimensioni di mercato.

Chimica in Europa

Circa un quarto della produzione di etilene minacciato dal Covid-19 Almeno 6,6 milioni di tonnellate/anno di etilene, pari a circa il 26% della capacità produttiva totale in Europa, sarebbero a rischio a causa delle misure restrittive adottate per combattere il coronavirus. Queste ultime, infatti, hanno provocato il crollo della domanda di prodotti petroliferi, incluso il carburante per aeroplani, e la conseguente riduzione, o cessazione, delle attività delle raffinerie. È questo lo scenario che emerge da

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una recente indagine effettuata dalla società di consulenza Icis, secondo la quale, per lo stesso motivo, sarebbero a rischio anche 5,6 milioni di t/anno di propilene e 4 milioni di benzene, corrispondenti a circa 6,5 milioni di barili di petrolio al giorno interessati dall’andamento anomalo della capacità di raffinazione a livello continentale. In termini effettivi, ciò si tradurrebbe in una diminuzione della capacità di raffinazione di circa 2,2 milioni di barili di petrolio al giorno su una capacità totale di 12,2 milioni di barili. In pratica, secondo l’indagine, le raffinerie starebbero operando a un tasso del 50-60% della loro capacità.

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TAB. 1 - SUDDIVISIONE DEL CONSUMO DI PVC PER TIPO E PER SETTORE APPLICATIVO (ITALIA, 2019)

Dalla crisi sanitaria fino alle potenziali opportunità di ripresa L’insorgere dell’emergenza coronavirus ha drasticamente stravolto le prospettive dell’intero settore italiano delle materie plastiche. Nonostante la “fabbricazione di articoli in materie plastiche” sia stata inserita nell’elenco delle filiere essenziali, numerosi operatori sono stati chiusi per decreto nel corso degli ultimi mesi. E anche le filiere non connesse alle richieste effettive del mercato finale hanno risentito di gravi difficoltà, con cali medi superiori al 10% e punte negative su beni durevoli e semidurevoli. Le ultime stime parlano, per esempio, di riduzioni degli investimenti in edilizia e nella produzione di componenti auto rispettivamente del 10% e di oltre il 20%. Per ciò che riguarda il consumo di PVC in Italia nel 2019, i dati della tradizionale indagine realizzata da Plastic Consult per conto di PVC Forum Italia evidenziano in primo luogo la sostanziale equivalenza dei consumi tra volumi di PVC rigido e PVC plastificato, per un totale di 635 mila tonnellate di PVC trasformate in Italia, valore leggermente inferiore all’anno precedente. La suddivisione del consumo di PVC per tipo e settore applicativo riflette sostanzialmente la ripartizione registrata negli ultimi anni. L’edilizia rimane stabile (con una costante crescita dei profili finestra), mentre è positivo l’an-

Pvc Plastificato (t) 22000 23500 56000 14500 11500 22000 12500 18000 8000 6500 69500 53000 317000

Totale Pvc 207500 32,7 70500 11,1 58500 9,2 29500 4,6 26500 4,2 22000 3,5 14500 2,3 12500 2,0 18000 2,8 8000 1,3 7000 1,1 79500 12,5 81000 12,8 635000 100,0

* Articoli medicali, usi tecnici, altri (valigeria, marocchineria, lastre espanse, nastri trasportatori ecc.)

damento del settore mobile/arredamento (vedi tabella 1). Sempre sulla base dei dati di Plastic Consult, le previsioni 2020 risentono purtroppo degli effetti dell’emergenza coronavirus, che fanno presagire condizioni incerte e difficili anche per i prossimi mesi. Ad oggi, si registrano difficoltà trasversali per tutte le principali applicazioni del PVC rigido. Solo il compound ha evidenziato un andamento meno negativo, quanto meno nel primo trimestre. Performance negative anche per il PVC plastificato, ma con applicazioni medicali e imballaggi alimentari in controtendenza. È però realistico pensare a una ripresa potenzialmente molto positiva della produzione di articoli in PVC qualora le risorse impegnate nel fronteggiare l’emergenza da Covid-19 portassero a un’incentivazione degli investimenti in edilizia e infrastrutture e allo sblocco dei cantieri già finanziati. Nuove opportunità potrebbero inoltre derivare da sinergie o collaborazioni tra le imprese. Per esempio attraverso ricerca e innovazione, per proporre nuove applicazioni industriali in PVC o per reinventare quelle già esistenti.

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Fonte: Plastic Consult / PVC Forum Italia

Trasformazione di PVC in Italia

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE RICICLATORI E RIGENERATORI DI MATERIE PLASTICHE

NOTIZIARIO ASSORIMAP

A CURA DI WALTER REGIS E ANNA BRUSCINO

#RECUPERIAMOILFUTURO

Manifesto delle “Associazioni del riciclo a sostegno dell’economia circolare”

L’

Italia ha davanti a sé la sfida della green economy, in cui il settore del riciclo gioca un ruolo decisivo. Per questo, lo scorso 13 maggio, le associazioni Unirima, Assorimap e Assofermet, che rappresentano le imprese produttrici di Materie Prime Secondarie (MPS) e/o di “End of Waste” (EoW), si sono levate a capofila della filiera lanciando il Manifesto delle “Associazioni del riciclo a sostegno dell’economia circolare”. Il documento è un chiaro appello alle istituzioni e a tutti coloro che hanno a cuore lo sviluppo sostenibile per dare un nuovo impulso a un comparto essenziale dell’industria del nostro Paese durante questo grave periodo di crisi, rilanciando i temi della green economy per un futuro migliore. Più nello specifico, le tre associazioni nazionali che hanno dato vita al Manifesto rappresentaMACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

no le imprese operanti nei settori di raccolta, recupero, riciclo e commercio di carta, plastica e metalli ferrosi e/o non ferrosi. Un comparto strategico, che conta circa 45000 addetti operanti in circa 4000 impianti su tutto il territorio nazionale, per un fatturato di oltre 20 miliardi di euro,

e produce MPS o EoW necessari per la produzione di nuovi beni e manufatti dall’elevato valore ambientale, a loro volta riciclabili. Inoltre, con l’hashtag #recuperiamoilfuturo, questi tre aggregatori di imprese, collettori d’interessi comuni a livello nazionale e internazionale, chiamano a raccolta le istituzioni, gli operatori del settore del recupero/riciclo e quanti, anche come semplici cittadini, vogliano esprimere il proprio sostegno e dare slancio nel prossimo futuro a un settore fondamentale per lo sviluppo sostenibile del Paese. Oltre alle misure dettate dall’urgenza, infatti, la crisi ha indubitabilmente dimostrato che ci si trova nella necessità di adottare una serie d’interventi normativi per creare le condizioni strutturali e operative che permettano, già nel breve-medio periodo, la concreta attuazione dei

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NOTIZIARIO ASSORIMAP principi dell’economia circolare. Per questo, nel Manifesto viene richiesto di: • dotare il settore, senza attendere oltre, di un quadro normativo nazionale e amministrativo certo, chiaro e duraturo, armonizzando e semplificando l’impianto giuridico esistente, anche a livello regionale (competenze permettendo), e rendendo il più possibile stabile l’assetto vigente una volta riformato; • favorire, contestualmente, la realizzazione dei necessari investimenti di comparto dedicati all’innovazione tecnologica in ambito impiantistico, ivi compreso l’aspetto del trattamento degli scarti di lavorazione non riciclabili; • promuovere la competitività sui mercati nazionali e internazionali, export incluso; • incentivare i mercati di sbocco di MPS ed EoW, incoraggiando gli acquisti verdi (GPP: Green Public Procurement) e l’introduzione di apposite quote minime per l’inclusione di materiale derivante da riciclo nei nuovi beni e prodotti, di qualsiasi tipo o destinazione d’uso; • promuovere, anche per il mercato dei prodotti finali, realizzati anche solo in parte dal recupero di materiali riciclati provenienti da rifiuti, l’introduzione di norme di fiscalità ambientale, diretta o indiretta, con misure premianti per consumi “sostenibili”, favorendo così l’impiego di

Materia Prima Secondaria ed End of Waste ed usufruendo, quindi, degli innumerevoli benefici apportati all’ambiente e al territorio rispetto al consumo di materie prime vergini; • sviluppare indicatori delle performance ambientali, gestionali ed economiche, per misurare i benefici e i rendimenti in termini di qualità dei materiali riciclati e di effettivo recupero da rifiuto. Richiedendo quindi norme di fiscalità ambientale, incentivazione ai mercati di sbocco di MPS ed EoW, burocrazia più snella e normativa semplice e chiara, le imprese del riciclo indicano la strada per il rilancio dell’economia circolare e di una green economy tutta italiana. A firmare il Manifesto i presidenti di Unirima, l’associazione di categoria che rappresenta il comparto industriale degli impianti di raccolta, recupero, riciclo e commercio della carta da macero, Assofermet che, con Assofermet Rottami e Assofermet Metalli, rappresenta gli impianti di raccolta, recupero, riciclo e commercio di rottami metallici ferrosi e non ferrosi, e naturalmente Assorimap, in rappresentanza dei riciclatori e rigeneratori di materie plastiche.

AUDIZIONE SULLA DIRETTIVA RIFIUTI Il 26 maggio 2020 Assorimap, congiuntamente ad Assofermet e Unirima, è stata audita dalla

Assemblea Assorimap

Rinnovata la presidenza In data 28 maggio 2020 si è svolta l’assemblea elettiva di Assorimap, con i saluti e le brevi relazioni dei presidenti dei consorzi Corepla (Antonello Ciotti) e Coripet (Corrado Dentis). Alla guida dell’associazione è stato confermato Walter Regis, mentre sono stati designati i vicepresidenti Maurizio Foresti (Breplast, Gruppo Montello) e Jürgen Be-

renbruch (Politex, Gruppo Freudenberg). Il Consiglio Direttivo, rappresentato dai titolari e dai manager delle principali aziende del comparto, è ora invece composto da: Piersandro Arrighini (Forever Plast), Remo Brusaferri (B for PET), Angelo Bruscino (Ri.Genera), Giuseppe Cerbone (Ferrarelle), Corrado Dentis (Dentis Recycling Italy), Livio Giannotti (Revet Recycling), Paolo Glerean Luc(Aliplast), Paolo Luc chetti (Sire), Francesca Sancinelli (Montello) e Clemens Stockreiter (Skymax).

In foto, da sinistra, i due vicepresidenti di Assorimap eletti durante l’assemblea del 28 maggio: Maurizio Foresti (CEO di Breplast) e Hans-Jürgen Berenbruch (business manager Recycling di Politex e membro del consiglio direttivo di Plastics Recyclers Europe)

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Commissione Ambiente della Camera sul recepimento delle direttive del cosiddetto “Pacchetto economia circolare”. In generale, nel recepimento, si ritiene essenziale la fedeltà sostanziale della trasposizione normativa, evitando rinvii con successiva decretazione e dando certezza agli operatori. In particolare, il comparto del riciclo pone grande attenzione su: • principio della responsabilità estesa del produttore (EPR) e, in generale, sui sistemi di EPR. Si ritiene strategica la previsione di norme per favorire l’adozione di una progettazione di beni/ imballaggi più funzionale al riutilizzo/riciclo/recupero di materia. Si tratta di una misura necessaria affinché il Sistema Italia possa fare quel salto di qualità verso gli obiettivi previsti per i prossimi anni; necessario altresì il coinvolgimento dei gestori, non solo con controlli e autorizzazioni e dichiarazioni, ma nella piena ed effettiva attività per la definizione delle politiche. I gestori devono quindi essere riconosciuti quali principali interlocutori del Parlamento, con l’attivazione di tavoli con i Ministeri, e partner di enti scientifici, come Ispra, università e istituti di ricerca; • gerarchia nella gestione dei rifiuti, che non può essere semplicemente dichiarata virtualmente. Occorre incrementarla negli effetti e agevolarla nella pratica degli operatori del riciclo. Troppe volte si ricorre a recupero/valorizzazione energetica: materiali raccolti in modalità differenziata e successivamente selezionati vengono poi avviati al recupero energetico con costi triplicati e abbandonando l’obiettivo prioritario del recupero/riciclo di materia; • assimilazione. La definizione di “rifiuti urbani” presente nella Direttiva è neutra rispetto allo stato giuridico, pubblico o privato, del gestore dei rifiuti e comprende pertanto i rifiuti domestici e quelli provenienti da altre fonti (come, per esempio, i rifiuti simili), che sono gestiti da o per conto dei Comuni, oppure direttamente da operatori privati. Questo punto è fondamentale poiché il legislatore europeo ribadisce che le definizioni sono tali solo ai fini dei calcoli degli obiettivi fissati nella direttiva e non per affidarne la gestione e quindi la “privativa” - solo ai Comuni. Tale impostazione consente di mantenere un corretto MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


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riduzione dell’inquinamento: a parità di prodotto realizzato con polimeri vergini, l’attività di riciclo dei rifiuti d’imballaggio consente il risparmio annuo in termini d’energia di 1,7 milioni di TEP (tonnellate equivalenti di petrolio) e, in termini di riduzione delle emissioni d’anidride carbonica, di 1,5 milioni di tonnellate di CO2. Lo sviluppo di tali attività ben figurano nel piano previsto dal Green New Deal, proponendosi a buon diritto per nuovi investimenti nell’ambito di un pacchetto dal valore di oltre 4 miliardi di euro.

ACCORDO ANCI-CORIPET

Il 13 maggio 2020 le associazioni Unirima, Assofermet e Assorimap, che rappresentano le imprese del settore della produzione di Materia Prima Secondaria (MPS) ed “End of Waste” (EoW) in carta, plastica e metalli, hanno firmato un protocollo d’intesa e lanciato il primo Manifesto delle “Associazioni del riciclo a sostegno dell’economia circolare”

sistema concorrenziale e di far operare all’interno di un perimetro di regole chiare e certe. Le associazioni ritengono infine positivo il ritorno alle autorizzazioni regionali, con il cosiddetto regime “caso per caso”, poiché va nell’ottica di favorire il recupero di materia e di rendere più fluido il sistema del riciclo, eliminando tutti gli ostacoli burocratici che lo possono rallentare.

IL RICICLO NEL “GREEN NEW DEAL” Le imprese del riciclo meccanico della plastica rappresentano uno degli asset più importanti dell’Italia che mira allo sviluppo della green economy, con l’obiettivo di essere leader nella transizione globale verso un’economia sostenibile, in particolare per tecnologia e dinamicità industriale. Sono infatti Italia, Cina, Stati Uniti e Regno Unito le “tigri della crescita pulita” del 21° secolo secondo una ricerca della Martin School dell’Università di Oxford e della Smith School of Enterprise and the Environment, pubblicata sulla rivista Research Policy, edita da Elsevier. Economisti e ricercatori hanno costruito il primo e più grande database al mondo di prodotti green riconosciuti a livello internazionale e hanno classificato le attuali capacità di produzione e di esportazione di questi articoli. I ricercatori hanno creato anche una nuova misura - il Green Complexity Index (GCI) - che mostra quali paesi sono in grado di esportare i prodotti maggiormente green… e l’Italia si colloca al secondo posto! Con grande soddisfazione, il nostro Paese risulta addirittura al primo posto nella classifica del Green Complexity Potential (GCP), cioè ha il maggior potenziale per diventare competitivo MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

in questo ambito. L’Italia delle imprese del riciclo di materie plastiche è in linea con tali valutazioni: - leader mondiale in tecnologia e impiantistica per il riciclo; - leader mondiale nella qualità della MPS prodotta. Queste capacità consentono di perseguire un obiettivo centrale dell’economia circolare: dissociare la crescita economica dal consumo delle materie prime e, in particolare: 1. Ridurre i consumi di materia prima ed energia; 2. Portare ad avanzi economici per il settore della produzione; 3. Donare vantaggi ambientali, in primis con una Lo scorso 28 maggio, durante l’assemblea elettiva di Assorimap, Walter Regis è stato confermato presidente dell’associazione

Dopo un lungo percorso politico, ma soprattutto amministrativo e di investimenti, nello scorso mese di maggio il Consorzio volontario per il riciclo dei contenitori per liquidi in PET (Coripet) e l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) hanno firmato un accordo per la raccolta differenziata, che avrà durata annuale. L’accordo, estremamente importante (rappresenta infatti un’apertura alla gestione del mercato dei rifiuti d’imballaggio da post consumo), definisce la regolamentazione per la gestione del fine vita dei contenitori in PET per liquidi alimentari recuperati tramite la raccolta differenziata su tutto il territorio nazionale, per la percentuale d’immissione dei produttori aderenti al Consorzio. Una novità importante riguarda la definizione del quantum dei “maggiori oneri” riconosciuti da Coripet ai Comuni convenzionati per lo svolgimento del servizio di raccolta differenziata: è previsto, sui volumi di competenza Coripet, un incremento di 6 euro a tonnellata rispetto ai singoli flussi/corrispettivi attuali stabiliti nell’accordo Anci/Corepla, oltre ad altri benefici economici e facilitazioni per i Comuni (corrispettivi sempre riconosciuti indipendentemente dalle percentuali di impurità). L’accordo tra Anci e Coripet disciplina inoltre il flusso sperimentale della raccolta selettiva delle bottiglie in PET, stabilendo la cornice per l’installazione degli ecocompattatori su suolo pubblico e privato, con l’obiettivo di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di raccolta e riciclo previsti dalla cosiddetta direttiva SUP (Single Use Plastics, n. 904/2019). Coripet dovrà sempre comunicare al Comune il luogo d’installazione degli ecocompattatori e i quantitativi di bottiglie intercettati, che andranno a sommarsi ai dati relativi alla raccolta differenziata al fine del raggiungimento degli obiettivi di legge.

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PLASTICA E AMBIENTE

L’intervento di Michael Carus (fondatore e amministratore delegato di nova-Institute) alla conferenza annuale dell’associazione European Bioplastics, tenutasi a Berlino il 4 dicembre 2019

BIOPOLIMERI NEL 2019

UN MERCATO TURBOLENTO, MA IN CRESCITA TEMPI INCERTI PER I BIOPOLIMERI NEL 2019: PLA E PHA ESAURITI NONOSTANTE L’AUMENTATA CAPACITÀ PRODUTTIVA PER IL PRIMO; INCREMENTO DELLA PRODUZIONE DI PBAT, PBS, BIOPE, COMPOUND CONTENENTI AMIDO E RESINE EPOSSIDICHE, MA RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE DI BIOPET. MANCA INOLTRE IL SOSTEGNO DELLA POLITICA, CHE AL CONTRARIO SEMBRA CONDURRE LE PLASTICHE BIO-BASED E QUELLE BIODEGRADABILI VERSO UNA PUNIZIONE COLLETTIVA, INSIEME ALLE PLASTICHE DI ORIGINE FOSSILE A CURA DI NOVA-INSTITUTE ED EUROPEAN BIOPLASTICS

L

a nuova ricerca di mercato “Bio-based Building Blocks and Polymers - Global Capacities, Production and Trends 2019-2024”, condotta da nova-Institute (Hürth, Germania), mostra capacità produttive e suddivisione del mercato relative al 2019 per tutti i biopolimeri e le previsioni fino al 2024. Nel corso degli ultimi anni la produzione di biopolimeri si è fatta molto più professionale e differenziata. Un gran numero di produttori e fornitori ha fatto il suo ingresso nel settore, con l’offerta di alternative bio praticamente per ogni applicazione. Il già elevato numero di operatori nel settore dei biopolimeri, molti dei quali con sede in Asia, rende difficile verifica-

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re le notizie sulle nuove capacità annunciate e installate e sulla produzione effettiva. Ricerche dettagliate, con interviste a esperti internazionali e operatori del settore, hanno però permesso di tracciare un quadro verificato e realistico del mercato. I risultati indicano che il mercato dei biopolimeri è ancora più limitato di quanto ipotizzato finora: la sua quota rispetto al totale dei polimeri prodotti è pari all’1% (3,8 milioni di tonnellate nel 2019). La produzione di biopolimeri dovrebbe però continuare a crescere fino al 2024 a un ritmo del 3% circa (CAGR: tasso annuo di crescita composto), un dato che coincide quasi perfettamente con la crescita prevista per le materie

plastiche di origine fossile (vedi figura 1). L’aumento della capacità produttiva dal 2018 al 2019 si è basato principalmente sull’espansione della produzione di polibutilenadipatotereftalato (PBAT) in Europa, sulla produzione mondiale di resina epossidica e su quella europea di compound polimerici contenenti amido. Inoltre, nel 2019 si è registrato l’avvio di nuovi impianti e l’ampliamento di quelli già esistenti per il polibutilensuccinato (PBS) e i suoi copolimeri, per il bioPE e per il bioPP (per la prima volta disponibile sul mercato). Soprattutto le resine epossidiche e il polipropilene bio continueranno a crescere in modo significativo fino al 2024. Nel medesimo periodo, inoltre, si MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


Fonte: nova-Institute

Plastiche a base biologica, mondo: 3,5 milioni di t Plastiche da risorse fossili, mondo: 359 milioni di t Inclusa Europa (UE28 + NO/CH): 62 milioni di t

I dati non includono le fibre acriliche, in PET e in PA

a far parte del prodotto, che supera i 3,4 milioni di t (68%), è determinata dall’elevato numero di fasi di trasformazione e dalle conseguenti perdite di materie prime e prodotti intermedi.

QUANDO CI SI METTE LA POLITICA

Nel complesso, l’ambiente di mercato continua a rappresentare una sfida, con il greggio a prezzi irrisori e uno scarso supporto politico. Finora, infatti, i due vantaggi principali offerti dai biopolimeri non sono ancora stati premiati dalla politica. Il primo vantaggio consiste nel fatto che i biopolimeri sostituiscono, nel processo produttivo, il carbone fossile con quello da biomassa rinnovabile: un prerequisito indispensabile per un’industria delle materie plastiche sostenibile e in grado di contrastare il cambiamento climatico, ma che ancora non suscita il dovuto interesse da parte della politica. Il secondo vantaggio è quello offerto da oltre la metà dei biopolimeri prodotti: la biodegradabilità (a seconda delle condizioni ambientali). I biopolimeri biodegradabili possono quindi rappresentare un’alternativa alle materie plastiche che non possono essere raccolte e finiscono nell’ambiente. A parità di condizioni, questi Fig. 2 - 5,0 mln t di materie prime da biomassa per 3,6* mln t di biopolimeri materiali sono in (con un 43% di quota bio-based) nel 2019, a livello globale grado di biodegradarsi senza laOli vegetali edibili sciare alcun resiOli vegetali non edibili duo microplastico. Cellulosa Solo pochi paesi, fra cui Italia, Francia e forse Spagna intendono sosteSottoprodotti Zuccheri biogenici nere politicamente quest’ulteriore percorso di smaltimento. Amido Nel 2019 è stata *escludendo PBAT e PBS a base fossile introdotta la di-

MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

Fonte: PlasticsEurope,Consultic e nova-Institute

Fig. 1 - Produzione di materie plastiche dal 1950 al 2018

Produzione (milioni di t)

prevede un’espansione della capacità produttiva dei poliidrossialcanoati (PHA). Sempre nel 2019, uno studio dettagliato del mercato dei polimeri con struttura d’origine biologica ha permesso di cogliere cambiamenti significativi e di correggere un’errata interpretazione di alcuni dati di mercato disponibili, ma non trasparenti. Di conseguenza, il volume effettivo della produzione globale di biopolimeri nel 2018 è molto inferiore rispetto a quello riportato nel precedente rapporto (vedi sempre figura 1). Considerando la futura costante crescita dei biopolimeri, il fabbisogno di materie prime da biomassa rappresenta un fattore necessario da considerare, soprattutto nel quadro del ricorrente dibattito sull’uso delle colture alimentari per la produzione di biopolimeri. La figura 2 indica la distribuzione percentuale dei 5 milioni di tonnellate di biomassa necessaria per la produzione mondiale di 3,6 milioni di tonnellate di biopolimeri. Le principali materie prime che formano la biomassa utilizzata per la produzione di biopolimeri sono rappresentate dai sottoprodotti biogenici (46%) e, in particolare, dal glicerolo: un sottoprodotto del biodiesel, impiegato principalmente per la produzione di resina epossidica via intermedio epicloridrina. Il 37% della biomassa richiesta è costituita da amido e zuccheri, il 9% da cellulosa (principalmente per l’acetato di cellulosa) e l’8% da oli vegetali commestibili e non commestibili, come l’olio di ricino. Dei 3,6 milioni di tonnellate di biopolimeri prodotti (completamente o parzialmente bio-based, esclusi PBAT e PBS biodegradabili di origine fossile), solo il 43% (1,6 milioni di t) è effettivamente composto da parti bio-based dei polimeri. Mentre, in realtà, la quantità di materie prime utilizzata è tre volte tanto rispetto a quella che forma il prodotto finale. La quota di materia prima che non entra

rettiva dell’Unione Europea che mette al bando la plastica monouso, la quale dovrebbe entrare in vigore nell’estate 2020. La biodegradabilità e l’origine biologica non vengono riconosciute da sole come motivazioni valide per evitare il bando sulle materie plastiche. Quasi tutti i polimeri bio-based e biodegradabili rientrano quindi tra i materiali colpiti da questa sorta di “punizione collettiva” che li accomuna alle plastiche di origine fossile. Soltanto i cosiddetti “polimeri naturali”, la cui polimerizzazione è avvenuta in natura, ne sono esenti. Nell’ambito della restrizione sulle microplastiche, il cui inserimento nel regolamento REACH è in fase di elaborazione, i PHB risulteranno probabilmente esclusi da un eventuale bando sulle microplastiche. Il regolamento definitivo è atteso per l’estate 2020. A trainare il mercato, nel 2018 e 2019, sono stati soprattutto gli operatori che puntano a offrire ai loro clienti soluzioni ecosostenibili e i consumatori più critici, alla ricerca di un’alternativa ai materiali derivati dal petrolio. Se i biopolimeri venissero accolti come una soluzione valida e il loro uso venisse promosso al pari dei biocarburanti, sarebbe lecito attendersi tassi di crescita annui del 10-20%: uno scenario che si verificherebbe anche qualora il prezzo del petrolio dovesse salire in maniera significativa. Osservando la maturità tecnica ormai raggiunta dai biopolimeri, in contesti simili questi potrebbero ampliare sensibilmente la loro quota di mercato.

POLIMERI A BASE BIOLOGICA (BIO-BASED) Il mercato globale dei polimeri comprende polimeri funzionali e strutturali, elastomeri e fibre sintetiche. Lo studio di nova-Institute si è concentrato soprattutto sulla componente biologica dei polimeri strutturali, analizzando i

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PLASTICA E AMBIENTE

COMPONENTI DI BASE La figura 4 illustra l’evoluzione della produzione dei principali componenti di base utilizzati per realizzare i biopolimeri, dal 2011 al 2024. Questi 18 componenti d’origine biologica (o “bio-based building block”) vengono impiegati per la sintesi dei polimeri strutturali e fun-

Fig. 3 - CapacitĂ  produttive di biopolimeri nel 2019 e nel 2024 Policarbonati alifatici (APC) Polimeri della caseina Acetato di cellulosa (CA) Resine epossidiche Gomma EPDM Poliammidi (PA) Polibutilenadipatotereftalato (PBAT) Polibutilensuccinato (PBS) e copolimeri Polietilene (PE) Polietilenfuranoato (PEF) Polietilentereftalato (PET) Poliidrossialcanoato (PHA) Poli (acido lattico) (PLA) Polipropilene (PP) Politrimetilentereftalato (PTT) Poliuretani (PUR) Compound polimerici contenenti amido

CapacitĂ  produttive (milioni di t)

possibili percorsi che si possono seguire per trasformare la biomassa in biopolimeri, passando da svariati prodotti intermedi e componenti di base. Tali percorsi prevedono approcci “drop-in”, “smart drop-in” e “dedicated” e i vari gruppi di biopolimeri che ne derivano sono soggetti anche a diverse dinamiche di mercato. Mentre i biopolimeri “drop-in” (quali, ad esempio: EPDM, PET, PE, PP) hanno un corrispondente diretto tra i polimeri d’origine fossile e possono quindi sostituirli in maniera immediata, i “dedicated” (PEF, PUR e i biodegradabili CA, PHA, PLA e compound contenenti amido) presentano proprietà e funzionalità inedite, che le plastiche derivate dal petrolio non offrono. Entrambe le categorie hanno i propri pro e contro, dal punto di vista sia produttivo che commerciale. La figura 3 riassume i risultati esposti nello studio e illustra l’evoluzione delle capacità produttive dal 2019 al 2024, sulla base delle previsioni formulate dai produttori e da altri operatori. Si può notare l’incremento da una capacità installata di 4,3 milioni di t, che nel 2019 ha consentito di produrre 3,8 milioni di t di materiale, a una capacità di 4,9 milioni di t nel 2024, che corrisponde a un CAGR stimato pari al 3% circa. Sebbene a trainare questo ampliamento della capacità, nel 2024, saranno principalmente le resine epossidiche e, presumibilmente, PHA e PP, anche le capacità produttive di poliammide, polietilene e poli (acido lattico) bio-based sono destinate a crescere.

Fonte: nova-Institute

zionali, oltre che nelle formulazioni per diverse altre applicazioni, per esempio nell’industria agroalimentare, cosmetica e farmaceutica. La capacità di produzione complessiva dei biocomponenti di base è cresciuta dell’8% circa (230 mila t/a) nel 2019, nonostante alcuni pionieri del settore abbiano chiuso le loro attività. Tale incremento è da attribuirsi principalmente all’epicloridrina (ECH) e alla produzione di un nuovo componente: la bionafta. Le previsioni generali relative alla produzione mondiale dei biocomponenti di base indicano una crescita del 5% (CAGR) fino al 2024, trainata principalmente da 1,4-butandiolo (1,4-BDO), vari derivati furanici, acido L-lattico, nafta e 1,3-propandiolo (1,3-PDO).

LA CAPACITÀ PRODUTTIVA NELLE DIVERSE AREE GEOGRAFICHE Dietro all’Asia, in testa alla classifica con una capacità produttiva di biopolimeri installata pari, nel 2019, al 45% del totale mondiale, si posizionano l’Europa, con il 26%, il Nord America, con il 18%, e l’America Latina, con il 10%. Nel prossimo quinquennio, si stima che la quota europea crescerà fino a raggiungere il 31%

Fig. 4 - Evoluzione delle capacità produttive globali dei principali “blocchi bio-based” dal 2011 al 2024

CapacitĂ  produttive (milioni di t)

Acido adipico (AA) Acido 11-amminoundecanoico (11-AA) 1,4-butandiolo (1,4-BDO) Acido dodecandioico (DDDA) Epicloridrina (ECH) Etilene Derivati furanici Isosorbide Acido D-lattico (D-LA) Acido L-lattico (L-LA) Lattidi Monoetilenglicole (MEG) Monopropilenglicole (MPG) Nafta 1,5-Pentametilendiammina (DN5) 1,3-Propandiolo (1,3-PDO) Acido sebacico Acido succinico (SA) Fonte: nova-Institute

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nel 2024, mentre tutte le altre aree dovrebbero veder diminuire le proprie quote (figura 5). Con un CAGR stimato del 7% tra il 2019 e il 2024, l’Europa è l’area che presenta la crescita più significativa, in termini di capacità produttiva di polimeri a base biologica, a confronto con le altre regioni del pianeta. Tale incremento sarà da attribuirsi principalmente a un’espansione della capacità produttiva di bioPE, bioPP, bioPA, PHA, PEF e dei polimeri caseinici: una nuova categoria prodotta soltanto in Europa.

SEGMENTI DI MERCATO Oggi, i polimeri a base biologica possono essere impiegati in quasi tutti i segmenti di mercato e le applicazioni, sebbene queste ultime varino molto in base al polimero. La figura 6 propone un sunto delle applicazioni per cui vengono utilizzati tutti i 17 biopolimeri esaminati nel rapporto di nova-Institute. A differenza dello studio del 2018 (non presente nei dati di questa edizione), nel quale la fetta più ampia dei biopolimeri effettivamente prodotti finiva nei beni di consumo, nel 2019 sono stati i prodotti tessili - tra cui tessuti tradizionali, tessuti non tessuti e fibre, principalmente in politrimetilentereftalato (PTT) e acetato di cellulosa (CA) - ad assorbire la quota maggiore: il 22%. La diminuzione della quota relativa al segmento di mercato dei beni di consumo è da attribuirsi alla correzione dell’elevato numero riportato nel 2018 per il bioPUR. In questo modo si ottiene anche una distribuzione più equilibrata e omogenea delle quote di produzione all’interno dei diversi segmenti di mercato: al secondo posto dietro al tessile si collocano automotive e trasporti, con il 15%, edilizia e costruzioni, con il 13% (in entrambi i casi perlopiù resine epossidiche, PA e PUR), beni di consumo, con il 13% (perlopiù resine epossidiche, PA e PUR), imballaggi flessibili, anch’essi con il 13% (principalmente comMACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


pound polimerici contenenti amido, PBAT e PE), e imballaggi rigidi, con l’11% (principalmente PET, PLA e PBAT). I segmenti dei componenti elettrici ed elettronici, dei prodotti funzionali, di agricoltura e orticoltura, insieme ad altri, presentano quote inferiori al 10%.

Fig. 5 - CapacitĂ  produttive globali di biopolimeri suddivise per aree geografiche, nel 2019 e nel 2024 (escludendo acetato di cellulosa, resine epossidiche e poliuretani)

Asia

UNA CRESCITA DINAMICA ANCHE SECONDO EUROPEAN BIOPLASTICS

“I dati indicano ancora una volta che non esiste concorrenza tra le materie prime rinnovabili utilizzate per i prodotti agroalimentari e quelle impiegate per la produzione delle bioplastiche”, ha dichiarato Francois de Bie, presidente di European Bioplastics. “Il 94% della terra coltivabile è tuttora destinato al pascolo e alla coltivazione di prodotti agroalimentari” MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

Nord America

Fonte: nova-Institute

I dati di mercato riportati nell’annuale aggiornamento pubblicato da European Bioplastics, presentati il 4 dicembre 2019 a Berlino in occasione dell’annuale conferenza dell’associazione, confermano come l’industria mondiale delle bioplastiche stia vivendo un periodo di “crescita dinamica”. Poiché tali dati sono stati redatti in collaborazione con nova-Institute e si basano sulla ricerca già esposta in sintesi nella prima parte di questo articolo, di seguito vengono riportati solo ulteriori dati interessanti emersi durante la conferenza. La capacità produttiva globale delle bioplastiche sembra destinata a crescere dai circa 2,1 milioni di tonnellate del 2019 fino ai 2,4 milioni nel 2024: un incremento trainato da biopolimeri innovativi quali PP e PHA. Lanciata recentemente su scala commerciale più ampia, la famiglia dei PHA è in costante crescita e le stime indicano che la capacità produttiva dedicata a questo polimero è destinata almeno a triplicarsi nel prossimo quinquennio. I PHA sono poliesteri di origine biologica, biodegradabili e che offrono una vasta gamma di proprietà fisiche e meccaniche. Nel 2024 la capacità produttiva di bioPP equivarrà invece a sei volte quella attuale, grazie alla diffusa applicazione di questo polimero in un ampio ventaglio di settori. Il polipropilene è un materiale molto versatile, caratterizzato da proprietà barriera eccellenti. I gradi ad alte prestazioni rappresentano un’alternativa ideale a numerose materie plastiche fossili convenzionali e, in particolare, al PE.

Europa Sud America Oceania

Fig. 6 - Percentuali d’utilizzo dei biopolimeri prodotti nei differenti segmenti di mercato (2019 e 2024)

Prodotti tessili (inclusi non tessuti e fibre) Automotive e trasporti Edilizia Beni di consumo (capsule per caffè, posate ecc.) Imballaggio flessibile Imballaggio rigido (incluso quello per alimenti) Elettrico ed elettronico (inclusi involucri e custodie) Agricoltura e orticoltura Funzionale (adesivi, rivestimenti, cosmetici ecc.) Altri Fonte: nova-Institute

Le materie plastiche di origine biologica non biodegradabili - tra cui rientrano soluzioni “drop-in” quali PE, PET e PA bio-based - rappresentano attualmente il 44% circa (quasi 1 milione di t) della capacità produttiva globale di bioplastiche. In base alle previsioni, la produzione di PE bio-based è destinata a proseguire la sua espansione, dal momento che, per i prossimi anni, è in programma l’installazione di nuovi impianti in Europa. L’intenzione di ampliare la capacità produttiva di PET bio-based, tuttavia, non si è concretizzata con i ritmi previsti durante gli anni precedenti, ma anzi è diminuita di

anno in anno. L’attenzione si è spostata invece sullo sviluppo del PEF (polietilenfuranoato), un polimero che dovrebbe entrare con maggiore forza sul mercato nel 2023. Il PEF possiede caratteristiche paragonabili a quelle del PET, ma è completamente a base biologica e presenta inoltre proprietà barriera e termiche superiori, che ne fanno un materiale ideale per la produzione di bottiglie per bevande. L’imballaggio rimane il settore d’applicazione più ampio per le bioplastiche, con una quota di mercato complessiva che nel 2019 ha sfiorato il 53% (1,14 milioni di t). I dati confermano inoltre che i materiali bioplastici vengono già impiegati in numerosi altri settori e che lo spettro di applicazioni si sta quindi diversificando sempre di più. Tra i comparti che hanno visto la propria quota crescere in maniera significativa figurano, per esempio, l’automotive e i trasporti, ma anche l’edilizia. La superficie utilizzata per coltivare le materie prime rinnovabili per la produzione di bioplastiche è stimata a 0,7 milioni di ettari nel 2019, pari ad appena lo 0,02% circa della superficie agricola totale mondiale (4,8 miliardi di ettari). Nonostante l’espansione commerciale prevista per il prossimo quinquennio, la percentuale di terreno impiegato non sembra però destinata a variare.

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PLASTICA E AMBIENTE

NEWS Lettera aperta di EuPC alla Commissione Europea

Chiesto il rinvio dell’applicazione della Direttiva SUP

Gerresheimer

Con una lettera aperta indirizzata alla Commissione Europea, l’associazione dei trasformatori europei di materie plastiche (EuPC) ha chiesto il rinvio dell’entrata in vigore della direttiva SUP (Single-Use Plastics), come misura per fronteggiare l’emergenza sanitaria determinata dal diffondersi del Covid-19. Fin dalla sua premessa, la lettera sottolinea l’importanza dei prodotti in plastica monouso e la loro insostituibilità nella prevenzione del contagio, contro il quale offrono vantaggi ineguagliabili quando si tratta di assicurare igiene, sicurezza e protezione dalle contaminazioni. I firmatari, Alexandre Dangis e Renato Zelcher, rispettivamente direttore generale e presidente di EuPC, ritengono che la direttiva 2019/904 sulle materie plastiche monouso si sia dimostrata sin dall’inizio un atto legislativo

Nel drammatico scenario attuale dovuto alla pandemia da Covid-19, l’associazione europea dei trasformatori di materie plastiche (EuPC) richiama l’attenzione sul fatto che gli articoli monouso in plastica stanno risultando fondamentali in tutto il mondo per affrontare l’emergenza sanitaria

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difficile da seguire e da attuare da parte degli Stati membri, sia a livello commerciale che nazionale. Alcune categorie cruciali di articoli sono state completamente vietate o ridotte nella loro disponibilità a causa della (presunta) esistenza di una valida alternativa. La Direttiva, si legge nella lettera, ostacola anche il mercato unico e la libera circolazione di imballaggi e merci tra i paesi europei. Inoltre, sempre secondo EuPC, quando è stato redatto questo atto legislativo “politico”, la Commissione Europea non ha tenuto conto delle conseguenze igieniche derivanti dal divieto o dalla riduzione dei prodotti in plastica monouso, mentre ha riflettuto solo sugli aspetti legati al possibile inquinamento conseguente al loro utilizzo. La lettera evidenzia anche come recentemente il mondo sia completamente cambiato e come l’igiene e la salute siano divenuti prioritari, rendendo quindi necessario un ripensamento e un adeguamento delle strategie europee e globali relative ai prodotti in plastica. E prosegue con la considerazione che il termine plastica monouso sia sbagliato e non giustificato, affermando anche che, se lo scopo è ridurne l’impatto ambientale, allora sarebbe necessario un regolamento generale “antirifiuti”, così da indurre consumatori e industria a comportamenti basati sulla circolarità. Secondo l’associazione dei trasformatori, il coronavirus sta mostrando, sfortunatamente, che non tutti i materiali sono uguali e che gli articoli plastici monouso non sono facilmente sostituibili. La libertà di circolazione dei SUP è necessaria per mantenere igiene, salute e sicurezza nell’approvvigionamento di

Renato Zelcher, presidente di EuPC e CEO di Crocco

Alexandre Dangis, direttore generale di EuPC

molti prodotti, da quelli alimentari ai dispositivi medicali e di protezione per gli operatori sanitari. Pertanto, EuPC chiede di consentire il rinvio di almeno un anno dell’attuazione della Direttiva SUP in tutti gli Stati membri dell’UE, posticipando qualsiasi divieto imposto sugli articoli in plastica monouso. L’industria, dal canto suo, continuerà a lavorare sugli aspetti della circolarità con tutte le filiere coinvolte, mantenendo l’obiettivo di utilizzare 10 milioni di tonnellate di materiali riciclati tra il 2025 e il 2030. A tal fine, si ritiene necessario anche il sostegno da parte della Commissione Europea,

accettando il riciclo meccanico e quello chimico come tecnologie complementari agli obiettivi comuni nel CPA. Il rinvio dell’attuazione darà a tutti gli Stati membri più tempo per concentrarsi sulle misure urgenti per la lotta contro il Covid-19, anche grazie alla possibilità di continuare a produrre e utilizzare i prodotti in plastica monouso in situazioni d’emergenza. L’industria della plastica europea e, in particolare, le circa 50 mila PMI che ne costituiscono il tessuto, intendono così fare la loro parte contro il Covid-19, mettendosi a disposizione delle autorità europee per qualsiasi esigenza. MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


Dati Ecopneus

La raccolta e il riciclo di PFU non si fermano In Italia, il riciclo degli pneumatici lo scorso anno nello stesso pefuori uso non si ferma. È quan- riodo. Sono invece oltre 18000 le to emerge dai dati relativi al primo richieste di prelievo di PFU inseritrimestre 2020, pubblicati da te dai 13450 gommisti, stazioni di Ecopneus, il principale operatore servizio e autofficine servite finora senza scopo di lucro impegnato da Ecopneus in tutta Italia. nella gestione dei PFU (Pneumatici Il numero d’interventi di raccolta Fuori Uso) in Italia. L’attività di rin- presso i gommisti è rimasto cotracciamento, raccolta, trasporto e stante anche a marzo, rispetto sia recupero dei PFU sta infatti prose- a febbraio 2020 sia a marzo 2019, guendo secondo quanto previsto nonostante si siano notevolmendal DPCM del 22 marzo per le at- te ridotte le richieste di prelievo tività essenziali per il nostro Paese. dei PFU da parte dei gommisti, a Sono 53546 le tonnellate di PFU causa dell’ovvia contrazione nel rintracciate, raccolte e recupe- ricambio di pneumatici per l’emerrate nei primi tre mesi del 2020, genza Covid-19. A marzo, infatti, un quantitativo addirittura di po- sono stati 6200 gli interventi di preLaborplast-MacPlas HR.pdf 1 16/03/20 15:38 co superiore alle 53174 t raccolte lievo dei PFU a fronte delle 3349

richieste giunte dai gommisti. Un fenomeno che si spiega soprattutto con la presenza di flussi irregolari di pneumatici e PFU: ogni anno, Ecopneus e il sistema di gestione dei PFU nel suo complesso garantiscono infatti la raccolta del 100% dei PFU regolarmente immessi nel mercato, eppure ci sono comunque quantitativi “extra” che restano presso officine e gommisti. Il surplus d’interventi di prelievo di marzo, a fronte delle richieste di prelievo ricevute, è quindi dovuto anche all’erosione delle richieste di prelievo ancora pendenti. “Ci stiamo impegnando, anche in questa situazione emergenziale, per garantire un servizio efficiente ai tanti punti di generazione dei PFU che serviamo in tutta Italia, in linea con l’approccio che abbiamo sempre avuto alla nostra attività, oltre che con le disposizione governative”, ha dichiarato

Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus. “Pubblichiamo ogni mese sul nostro sito web tutti i dati relativi alla raccolta dei PFU della filiera Ecopneus, anche su base regionale. Così è possibile per chiunque consultarli e confrontarli, ad esempio, con quelli dello scorso anno. La trasparenza è un valore solo se la si mette in pratica”, ha concluso Corbetta.

Nei primi tre mesi del 2020 sono state raccolte e recuperate ben 53546 tonnellate di pneumatici fuori uso

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LINEE DI TRASFORMAZIONE

Macchi - Fiera Plast (foto: R. Ampollini)

ORIENTAZIONE DELLE MACROMOLECOLE NEI SISTEMI OMOGENEI

EFFETTO DEL FLUSSO ELONGAZIONALE SULLA MORFOLOGIA E SULLE PROPRIETÀ DI FILM E FIBRE IN QUESTO ARTICOLO VENGONO ILLUSTRATE LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL FLUSSO ELONGAZIONALE E L’EFFETTO CHE HA SULLE PROPRIETÀ MECCANICHE DEI SISTEMI POLIMERICI OMOGENEI DI FRANCESCO PAOLO LA MANTIA*

N

La produzione di film in bolla avviene attraverso un processo in cui un estruso tubolare viene stirato e contemporaneamente soffiato. In questo modo lo spessore del tubolare si assottiglia sia per effetto dello stiro sia per effetto dell’aria soffiata all’interno della bolla. Anche in questo caso il fuso viene sottoposto a un flusso elongazionale, ma in due direzioni perpendicolari e, per tale motivo, viene chiamato flusso elongazionale biassiale. Il flusso elongazionale induce forti modifi-

elle principali operazioni di trasformazione delle materie plastiche, come l’estrusione e lo stampaggio a iniezione, il fuso si muove in un flusso noto come flusso di taglio (shear flow). La produzione di fibre, invece, avviene in un processo in cui il fuso polimerico, in uscita dalla filiera d’estrusione sotto forma di filamento, viene stirato in direzione della filatura. In questo processo produttivo, quindi, il polimero fuso è sottoposto a un flusso diverso da quello di taglio e denominato flusso elongazionale.

Fig. 1 - Flusso di taglio

V

F liquido

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s

che alla configurazione delle macromolecole, “orientandole” nella direzione del flusso; cosa che invece non avviene nel flusso di taglio. Tali modifiche morfologiche provocano rilevanti variazioni nelle proprietà meccaniche del manufatto finale. Flusso di taglio e flusso elongazionale presentano caratteristiche reologiche molto diverse tra loro e descritte brevemente di seguito.

FLUSSO DI TAGLIO È un flusso in cui il liquido (fuso, o melt, nel caso qui considerato) si muove fra due superfici e la variazione di velocità si ha in direzione perpendicolare a quella del moto. Con riferimento alla figura 1, il liquido si muove fra una superficie ferma e una in moto con velocità V. PoichÊ sulla superfice ferma la velocità deve essere nulla, il gradiente di velocità e1 (che è variazione della velocità fra le due superfici diviso lo spessore) è necessariamente lineaMACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


re e perpendicolare al moto. Quindi, secondo l’equazione 1:

Fig. 2 Curve di flusso di diversi gradi di LLDPE

e1 = V/s In questo caso, la caratteristica reologica fondamentale è la viscosità in flusso di taglio e la relativa curva di flusso che rappresenta la diminuzione della viscosità al crescere del gradiente di velocità. In figura 2 sono rappresentate le curve di flusso di alcuni polietileni lineari a bassa densità (LLDPE) con diversi valori di MFI (Melt Flow Index). Questi campioni presentano pesi molecolari diversi, ma praticamente la stessa distribuzione dei pesi molecolari. Ovviamente, la viscosità “ƞ” cresce al diminuire dell’MFI (cioè passando dall’LLDPE numero 5 al numero 1), ma diventano più importanti anche i fenomeni non lineari della curva di flusso. Infatti, la caduta della viscosità al crescere del gradiente di velocità si osserva a valori minori di quest’ultimo e, soprattutto, la pendenza della curva aumenta. Ciò significa che la differenza fra le viscosità dei vari campioni si va assottigliando al crescere del gradiente di velocità. Vale inoltre la pena di sottolineare che il campo di gradienti di velocità tipici dell’estrusione è intorno a qualche centinaio di s-1.

FLUSSO ELONGAZIONALE Il flusso elongazionale si ha quando il fuso si muove nella stessa direzione del gradiente di velocità, contrariamente a quanto accade con il flusso di taglio, dove, come visto precedentemente, il liquido si muove in direzione perpendicolare al gradiente di velocità. Come definito in figura 3, questo tipo di flusso si ottiene deformando il fuso in una o piÚ direzioni con velocità crescente lungo la linea di stiro. La velocità di stiro VL è maggiore della velocità di estrusione V0 e, quindi, il gradiente di

Fig. 4 Valori di MS in funzione del gradiente di velocitĂ  in estrusione per campioni di HDPE con diverso MFI

MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

Fig. 3 - Flusso elongazionale

velocità elongazionale Γ (differenza fra le due velocità diviso la lunghezza del filamento) varia nella stessa direzione del moto del fuso. Γ = (VL – VO)/L (equazione 2) Quando il flusso elongazionale avviene a temperatura costante lungo tutta la linea di stiro, viene denominato isotermo, mentre, quando la temperatura varia lungo la linea di stiro, il flusso è non isotermo. Esempi tipi-

ci di operazioni di trasformazione con flusso elongazionale non isotermo sono: il processo di filatura, in cui il fuso è deformato a velocità crescente in una sola direzione (flusso elongazionale uniassiale), e la filmatura, in cui il fuso viene deformato in due direzioni (flusso elongazionale biassiale). La grandezza fondamentale che si rileva durante le prove con flusso elongazionale isotermo è la viscosità elongazionale, che viene misurata in funzione del tempo. Infatti, solo a bassissimi gradienti di velocità si riesce a ottenere un valore di regime della viscosità. Negli altri casi, invece, il provino si rompe prima che tale valore venga raggiunto e mantenuto per un tempo sufficiente. Con questo tipo di flusso vengono sollecitate frazioni di macromolecole che in genere non sono interessate da altri tipi di flusso e, inoltre, alcune proprietà molecolari assumono un’importanza fondamentale nella risposta del materiale.

FLUSSO ELONGAZIONALE NON ISOTERMO Un tipo di flusso elongazionale che ha notevole rilevanza in quasi tutti i processi di trasformazione è quello non isotermo. Quel flusso, cioè, che si presenta ogni qualvolta il materiale fuso in uscita dall’estrusore viene sottoposto a un flusso elongazionale mentre la sua temperatura va diminuendo. In queste condizioni, la risposta del materiale è determinata dalle sue proprietà reologiche e dalla variazione che queste subiscono con la temperatura, oltre che dalla sua velocità di cristallizzazione. Per determinare le caratteristiche reologiche in flusso elongazionale non isotermo si utilizza proprio una prova di filatura in cui la velocità di stiro cresce linearmente nel tempo e che s’interrompe alla rottura del filamento stirato. Durante la prova si misura direttamente la forza agente sul filamento e la velocità con cui si tira. Si chiama Melt Strength (MS) la forza agente sul provino quando questo

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LINEE DI TRASFORMAZIONE

si rompe, mentre si definisce allungamento a rottura, o Breaking Stretching Ratio (BSR), il rapporto tra la velocità di stiro a rottura e quella di estrusione. Risulta quindi chiaro che un materiale che presenta un’alta MS e un elevato BSR potrà subire processi di trasformazione in cui potrà essere molto allungato resistendo allo sforzo senza rompersi. È però opportuno notare che spesso solo una delle due grandezze è discriminante. Per esempio, per la produzione di fibre o film molto sottili, il BSR è la grandezza più importante perché il fuso deve deformarsi (estendersi) molto, mentre la resistenza a rottura diventa poco importante dato il piccolo spessore del film o il piccolo diametro delle fibre. Vale invece il contrario per l’estrusione di film di elevato spessore: in questo caso è necessario che il fuso sopporti elevati sforzi e quindi un’alta MS, mentre il BSR è meno determinante vista la modesta deformabilità necessaria in quest’applicazione. Nelle figure 4 e 5 sono riportati i valori di MS e BSR in funzione del gradiente di velocità in estrusione, per campioni di HDPE con diversi valori di MFI. Vale la pena notare che il gradiente di velocità sopra definito (eq. 1) è proporzionale alla portata.

Fig. 6 - Rheospin viscosimetro/ misuratore di Melt Index

estrusore

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Fig. 5 Valori di BSR in funzione del gradiente di velocitĂ  in estrusione per gli stessi campioni di HDPE di figura 4

Le misure sono state efFig. 7 – Melt Strength in funzione dell’MFI per tre diversi tipi di polietilene fettuate con uno strumento noto come RheoSpin (mostrato in figura 6), che permette di misurare le proprietà reologiche (MS e BSR) in flusso elongazionale non isotermo, ma anche di produrre fibre con differenti rapporti di stiro per verificare l’effetto dell’orientazione sulle proprietà meccaniche. Il filamento estruso, proveniente da un estrusore o Fig. 8 - Breaking Stretching Ratio in funzione dell’MFI da un viscosimetro a caper tre diversi tipi di polietilene pillare, viene guidato attraverso un sistema di carrucole, passa attraverso una cella di carico (indicata dal numero 2 sempre in figura 6) e viene trascinato da una ruota finale di trazione, alla quale è possibile collegare un avvolgitore. La raccolta del filamento estruso con una data portata può essere eseguita a velocità costante o crescente, imponendo un’accelerazione costante. In una singola prova è così possibile: MFI sono adatti, per esempio, alla produzio• misurare le proprietà in flusso elongazione di film di spessore elevato, mentre quelnale non isotermo; li ad alto MFI sono adatti alla produzione di • produrre fibre con vari rapporti di stiro. film sottili. A parità di Melt Flow Index, la presenza di I valori di MS crescono al crescere del graramificazioni nei polietileni e la diversa distridiente di velocità in estrusione, e1, soprattutto buzione del peso molecolare possono modiperché cresce la sezione del filamento. I valori ficare significativamente la risposta in flusso di BSR mostrano un andamento speculare rielongazionale non isotermo. Le figure 7 e 8 spetto ai valori di MS. Più in dettaglio, il BSR riportano i valori di MS e BSR, sempre in fundecresce al crescere della portata e al diminuzione dell’MFI, per tre diversi tipi di polietilene: ire dell’MFI. Quindi al crescere dell’MFI il fuso HDPE lineare, LDPE con ramificazioni lunghe polimerico diviene sempre più deformabile, ed LLDPE con ramificazioni corte. ma può resistere a sforzi sempre più bassi. Come si può facilmente notare, a parità di graCome detto precedentemente, gradi a basso MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


e

do i tre polietileni si comportano in modo molto diverso. Il polietilene a bassa densità presenta valori di MS più elevati e il polietilene ad alta densità i valori più bassi. La situazione speculare si manifesta per il BSR: il polietilene ad alta densità mostra i valori più alti e quello a bassa densità i valori più bassi. Ovviamente, il polietilene lineare a bassa densità mostra in entrambi i casi un comportamento intermedio. L’importanza di queste misure è quindi evidente, visto che permettono di classificare rapidamente l’applicazione dei polimeri in processi in cui è implicato il flusso elongazionale: polimeri con elevato valore di Melt Strength (basso MFI) sono utilizzabili per la produzione di film soffiato di elevato spessore, perché il fuso deve contrastare con la propria risposta reologica il notevole peso della bolla. Al contrario, polimeri con elevati valori di Breaking Stretching Ratio (alto MFI) sono adatti alla produzione di film di ridotto spessore, perché il fuso deve potersi deformare molto per raggiungere i bassi spessori voluti.

ORIENTAZIONE Quando la velocità di stiro è maggiore di quella di estrusione, il fuso polimerico è sottoposto a un flusso elongazionale in cui le macromolecole vengono deformate e “allungate” nella direzione del flusso. Nello stato di quiete, le macromolecole sono disposte approssimativamente come un “gomitolo” sferico e, quindi, con un comportamento isotropo: le proprietà del polimero sono uguali in tutte le direzioni. A causa dello stiro, invece, il “gomitolo” si deforma e la macromolecola si estende nella direzione dello stiro stesso (figura 9). Successivamente il fuso polimerico si raffredda e le macromolecole così elongate vengono congelate in una determinata configurazione. Il filo o il film così prodotto non è più isotropo, ma diventa anisotropo e, di conseguenza, le proprietà dell’oggetto saranno differenti nelle varie direzioni. In realtà, il processo non è così schematico e semplice perché, in effetti, le macromolecole sono sottoposte sia allo stiro che tende ad allungarle sia al rilassamento che tende a riportarle nella configurazione di “gomitolo” sferico. Il risultato finale di questa competizione dà luogo a materiali con un livello di orientazione - e quindi di anisotropia - diverso. Come accennato precedentemente, il Rheospin permette anche di produrre fibre a vari rapporti di stiro, variando la velocità di traino. Il rapporto di stiro (DR) è calcolabile dal rapporto fra la velocità di stiro e quella di uscita del fuso dall’estrusore. MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

Nelle figure 10, 11 e 12 sono riportati i valori di modulo elastico (E), tensione a rottura (TS) e allungamento a rottura (EB) per le fibre ottenute utilizzando due polimeri diversi - PET e PBAT (un polimero biodegradabile) - al variare del rapporto di stiro. Il valore 1 del rapporto di stiro si ha in corrispondenza del filo isotropo e cioè non stirato. È evidente come, al crescere del valore del rapporto di stiro, il modulo elastico e la tensione a rottura crescano significativamente, mentre l’allungamento a rottura diminuisce. Come si può notare, le variazioni sono molto rilevanti; per esempio, il modulo elastico del PET quasi decuplica rispetto al valore del campione isotropo e anche la tensione a rottura mostra incrementi molto elevati. Per quanto riguarda il PBAT, tali incrementi sono meno rilevanti, ma sempre significativi. Responsabile di queste importanti variazioni è l’orientazione acquisita durante lo stiro e quindi il flusso elongazionale non isotermo, che orienta le macromolecole preferenzialmente nella direzione dello stiro (figure 3 e 9). Le macromolecole così allungate sono anche meglio impacchettate e la fibra risulta decisamente più rigida. Naturalmente questa nuova configurazione delle macromolecole dà luogo a un materiale meno deformabile e, infatti, l’allungamento a rottura si riduce notevolmente. Di conseguenza, un polimero molto duttile come il PET tende addirittura a diventare fragile.

Fig. 9 - Macromolecola nello stato di quiete e orientata in seguito all’azione del flusso elongazionale

Fig. 10 - Modulo elastico in funzione del rapporto di stiro

Fig. 11 - Tensione a rottura in funzione del rapporto di stiro

Fig. 12 - Allungamento a rottura in funzione del rapporto di stiro

*UniversitĂ  di Palermo, Consorzio INSTM

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LINEE DI TRASFORMAZIONE

GNEUSS: RETROFIT VS NUOVE LINEE

ESTRUDERE IN MODO CONVENIENTE LASTRE CONTENENTI FINO AL 100% DI rPET IL COSTRUTTORE TEDESCO GNEUSS PROPONE I PROPRI COMPONENTI PER AMMODERNARE GLI IMPIANTI DI ESTRUSIONE E POTER COSÌ LAVORARE IN MODO REDDITIZIO PERCENTUALI CRESCENTI DI PET RICICLATO SENZA DOVER RICORRERE A INGENTI INVESTIMENTI PER NUOVE LINEE. VARI TRASFORMATORI NEL MONDO HANNO GIÀ SCELTO QUESTA SOLUZIONE

L

a domanda di lastre in PET per imballaggio realizzate con un’elevata percentuale, se non addirittura il 100%, di materiale riciclato è in continuo aumento, sotto la spinta di istanze dell’opinione pubblica e del legislatore. Per assecondare questo andamento, molti trasformatori si trovano ad affrontare ingenti investimenti per le apparecchiature in grado di trattare i materiali riciclati. Dopo tutto, la qualità del prodotto finale deve essere comunque buona. L’opportunità di combinare ridotti costi d’investimento con un’ampia finestra di lavorazione dei materiali riciclati viene adesso offerta da Gneuss Kunstofftechnik con uno speciale servizio di ammodernamento degli impianti. Un’azienda argentina, per esempio, ha recentemente usufruito di tale servizio e ottenuto nel proprio paese l’approvazione necessaria a produrre imballaggi al 100% in rPET. Gli imballaggi in plastica vanno oggi incontro a un duplice destino. Da un lato, la loro domanda è in costante aumento in tutto il mondo, sostenuta dal cambiamento delle abitudini di consu-

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mo di alimenti e bevande, dall’altro sono sempre più screditati e soggetti a giudizi per lo più negativi da parte dell’opinione pubblica. Sempre più insistente risulta la richiesta di ridurre la quantità di rifiuti e d’incrementare il riciclo di imballaggi in plastica. Le direttive dell’Unione Europea prevedono che entro il 31 dicembre 2025 il 50% degli imballaggi in plastica immessi nel mercato di uno Stato membro debba essere prodotto con materiale riciclato. Quantità che dovrà salire al 55% entro il 2030, mentre a partire dal 2040 tutti gli imballaggi in plastica dovranno essere prodotti con il 100% di plastica riciclata o essere riutilizzabili, così da realizzare una filiera a ciclo chiuso. Il mercato sta già rispondendo: secondo un recente studio della società di consulenza britannica Eunomia, nel 2018 il consumo di rPET nell’Unione Europea è ammontato a circa 1,4 milioni di tonnellate, ossia il 26% della domanda totale di PET, pari a 5,3 milioni di tonnellate. Entro il 2030, secondo gli analisti, la domanda di rPET aumenterà fino al 55%, mentre attualmente, in

Sistema di filtrazione autopulente RSFgenius

tutta Europa, circa il 20% dell’rPET esistente è utilizzato per produrre vassoi contenenti mediamente il 50% di riciclato; percentuale, questa, che dovrebbe continuare a crescere.

RETROFIT: ALTERNATIVA ECONOMICA A NUOVI INVESTIMENTI Questo maggiore utilizzo di materiali riciclati rappresenta un problema per molti produttori di imballaggi. L’impiego di un tasso di materiale riciclato fino al 100% e una progettazione che li renda riciclabili non sempre riescono a soddisfare i requisiti richiesti agli imballaggi, in particolare MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


a quelli alimentari. Le autorità competenti in campo alimentare e i consumatori esigono infatti la massima qualità dagli imballaggi in termini di colore, purezza, odore e proprietà meccaniche e le caratteristiche desiderate spesso non possono essere raggiunte con le attrezzature esistenti, progettate per la lavorazione di materiali vergini. Il retrofit degli impianti, quindi, viene proposto da Gneuss come alternativa vantaggiosa, laddove gli investimenti in linee completamente nuove non sono sempre possibili per motivi economici o di spazio. “Con il know-how nella lavorazione e nel riciclo del PET, così come con componenti chiave personalizzati, gli impianti esistenti possono essere ottimizzati e la loro finestra di lavorazione può venire notevolmente estesa”, afferma il costruttore tedesco.

SISTEMA DI FILTRAZIONE: INDISPENSABILE PER ALTI LIVELLI DI CONTAMINAZIONE

Gneuss ha già dimostrato a molti trasformatori in tutto il mondo che l’ammodernamento degli impianti è una buona alternativa per la lavorazione di materiali riciclati. Per esempio, un’azienda cilena utilizza da diversi anni i suoi sistemi rotanti di filtrazione per produrre vassoi termoformati contenenti il 70% di PET riciclato. Grazie alla tecnologia con disco filtrante, il sistema di filtrazione opera in continuo con pressione costante e in modo completamente automatico. I livelli elevati e variabili di contaminazione del materiale in entrata rappresentano un grave problema nella lavorazione di materiale riciclato. A fronte della crescente domanda di imballaggi con un elevato contenuto di materiale post consumo, il riciclato di alta qualità, per lo più proveniente da frazioni selezionate di bottiglie, scarseggia e i trasformatori ripiegano su riciclati più contaminati. Questa tendenza ha enormi effetti sul processo di filtrazione. Gli elementi filtranti si sporcano più velocemente e, con l’aumentare della contaminazione dell’elemento filtrante, la pressione a monte del filtro aumenta, portando a sua volta alla riduzione dell’area disponibile per il passaggio della massa fusa e a fluttuazioni di temperatura e viscosità. È in queste situazioni che il sistema di filtrazione RSFgenius con tecnologia autopulente (back-flushing) mostra pienamente il suo vantaggio. La pulizia dell’elemento filtrante viene eseguita completamente in automatico durante il processo di produzione tramite un sistema integrato a pistone, in cui solo una piccola porzione di massa fusa filtrata viene regolarmente spinta ad alta pressione attraverso l’elemento filtrante. La quantità necessaria a tale scopo è liberamente regolabile e, in pratica, corrisponde MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

Il viscosimetro installabile in linea completa le opzioni di Gneuss per il retrofit degli impianti per l’estrusione di lastre in PET riciclato

a circa 0,01-1% della portata effettiva. Ciò significa che la perdita è significativamente inferiore rispetto ad altri sistemi, che operano con perdite fino al 5%, da un lato riducendo il margine e dall’altro generando ancora una volta una produzione di scarto che deve essere riciclata o smaltita. Anche con alti gradi di contaminazione, gli elementi filtranti dell’RSFgenius possono essere riutilizzati fino a 400 volte, a seconda del grado di filtrazione, e consentire la produzione completamente automatica senza la necessità di personale per diverse settimane.

IL RETROFIT DELL’ESTRUSORE CONSENTE IL CONTATTO CON GLI ALIMENTI Ci sono molti aspetti da considerare nella lavorazione del PET, in particolare di quello riciclato. Oltre alla pulizia meccanica della massa fusa da parte del sistema di filtrazione, l’estrusore ha il compito della “pulizia termica”. Per quest’ultima è necessaria un’azione delicata, al fine di esercitare meno stress meccanico possibile sui polimeri sensibili. Attraverso il degassaggio sottovuoto, i componenti a basso peso molecolare, come mono-

meri, oligomeri o prodotti di decomposizione, possono essere rimossi dal materiale plastico. Anche i contaminanti come solventi, stabilizzanti, acetaldeide e oli devono essere eliminati. Tutte queste funzioni sono combinate nell’estrusore monovite MRS (Multi-Rotation System) di Gneuss, in grado di trattare delicatamente la massa fusa di PET fornendo una superficie di fusione particolarmente ampia nella sezione con viti satelliti e degassaggio. In questo modo, anche con un vuoto di 25-30 mbar è assicurata un’elevata decontaminazione. Grazie a queste caratteristiche e prestazioni, il sistema MRS ha ottenuto una lettera di “non obiezione” da parte della FDA e la conformità al trattamento del 100% di PET riciclato da parte di Efsa. L’azienda cilena, dopo aver acquistato i sistemi di filtrazione di Gneuss, ha ora optato anche per un estrusore di questo tipo, così da utilizzare PET al 100% riciclato per produrre i suoi vassoi. Stesso discorso per un produttore colombiano di imballaggi in PET, che ha deciso di acquistare un estrusore MRS per lavorare gli scarti generati dalla produzione interna insieme alle scaglie di PET post consumo acquistate all’esterno.

IL VISCOSIMETRO IN LINEA COMPLETA IL RETROFIT L’azienda colombiana appena citata ha deciso di dotarsi di una linea completa che comprende, oltre a un estrusore MRS 130 con capacità oraria di circa 1000 kg, un filtro RSFgenius 150 e un viscosimetro in linea. Quest’ultimo misura un ridotto flusso parziale della massa fusa durante la lavorazione e ne determina temperatura e pressione attraverso un capillare a fessura di precisione. Sulla base di calcoli interni, il viscosimetro rileva costantemente la velocità di taglio e la viscosità dinamica e, secondo questi valori, determina l’intensità del vuoto nella zona di degassaggio dell’estrusore MRS, affinché la viscosità della massa fusa sia mantenuta entro le tolleranze specificate.

A sinistra, l’estrusore MRS utilizzato in un impianto per imballaggi al 100% in rPET; a destra, in primo piano, il sistema di filtrazione RSFgenius installato in una linea per vassoi in rPET termoformati

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LINEE DI TRASFORMAZIONE

NEWS RECENTI SVILUPPI IN CASA SAIP

Efficienza e sostenibilità nella schiumatura Da sempre impegnata nello sviluppo di macchine innovative e sostenibili in termini di costi, efficienza energetica e attenzione all’ambiente, Saip propone, tra le sue più recenti novità tecnologiche, una gamma di soluzioni rivolte al settore delle costruzioni, che include: linee complete per la produzione in continuo e discontinuo di pannelli sandwich per tetti, pareti, rivestimenti, portoni civili e industriali, condotti di condizionamento ecc.; macchine e sistemi per l’utilizzo e lo stoccaggio di pentano e di altri agenti espandenti; unità di dosaggio ad alta e bassa pressione adatte a varie applicazioni quali, per esempio, l’isolamento di avvolgibili e tapparelle. L’attività del costruttore comasco si è ultimamente concentrata anche sullo sviluppo di linee per la lavorazione del poliuretano, in particolare nell’industria automobilistica e della refrigerazione, da cui proviene una crescente domanda di impianti personalizzati. Tra le caratteristiche principali di tali soluzioni tecnologiche sono da segnalare: unità di schiumatura ad alta e bassa pressione; unità di schiumatura complete per la produzione di porte e armadi frigoriferi; sistemi automatizzati di schiumatura con robot e manipolatori cartesiani (caroselli ovali, tavole rotanti multistazione); stampi per presse, portastampi presse fisse; sistemi per la produzione di guarnizioni e filtri industriali; linee complete per la produzione di pannelli sandwich in continuo e discontinuo. Le soluzioni su misura targate Saip per l’impiego di espansi poliuretanici rigidi e flessibili in varie applicazioni si raggruppano in diverse gamme di prodotto. Contitech e Ditech comprendono linee per la produzione in continuo e in discontinuo di pannelli sandwich con nucleo in poliuretano o in lana di roccia, mentre Reftech include linee complete di schiumatura per l’isolamento di porte e armadi frigoriferi domestici e industriali, così come stampi e maschere di schiumatura. Vi sono poi le teste di miscelazione, tra cui merita una menzione la nuova versione ad alta pressione brevettata per l’utilizzo di un terzo componente come agente espandente, installabile su qualsiasi tipo di unità dosatrice, anche di altri costruttori. Quest’ultima consente l’immissione del terzo componente direttamente nella testa di miscelazione, favorendo maggiori omogeneità e qualità della miscela e prestazioni superiori. Una recente linea completa di Saip per la lavorazione del poliuretano

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Nuove funzioni dei CNC Fanuc

Lavorazioni ancora piĂš rapide e precise SemplicitĂ  di utilizzo, monitoraggio evoluto e prestazioni elevate sono i fattori che hanno ispirato Fanuc nello sviluppo di nuove funzionalitĂ  per i suoi CNC

Le lavorazioni meccaniche diventano “smart” grazie all’integrazione dell’intelligenza artificiale e Fanuc introduce una serie di novità che arricchiscono la sua gamma di controlli numerici con prestazioni elevate per macchine complesse. Le più recenti innovazioni software dei CNC Fanuc consentono di ottenere risultati inediti nelle lavorazioni meccaniche di precisione. La funzione “Smart Feed Axis Acceleration/Deceleration” permette di determinare il momento di inerzia effettiva del pezzo in lavorazione, durante l’operatività della macchina, e regolare l’accelerazione ottimale del servomotore. Il vantaggio di poter eseguire elevati volumi di taglio diventa evidente a fine ciclo, quando il pezzo risulta notevolmente più leggero e sono consentite accelerazioni più elevate. La funzione “Servo Learning Oscillation” è particolarmente utile quando si effettuano lavorazioni di tornitura, poiché permette di tornire in modo automatizzato e per cicli anche lunghi. Questa funzione consente all’utensile di oscillare, riducendo la dimensione dei trucioli ed evitando che questi rimangano impigliati nell’utensile stesso, facilitandone l’evacuazione e l’esecuzione di lavorazioni non presidiate senza particolari controindicazioni. Al monitoraggio dell’efficienza operativa e all’ottimizzazione delle prestazioni è dedicato “Edge Analysing Unit”, strumento che può essere installato su qualsiasi macchina che monta un CNC

Fanuc. Lo strumento attiva la registrazione sincrona dei dati dal controllo numerico e dai sensori presenti sulla macchina e successivamente li analizza e li compara con dei valori di riferimento, permettendo la programmazione di interventi di manutenzione predittiva. “AI Servo Monitoring”, invece, analizza e valuta i dati di mandrini e assi alimentati da servoazionamenti, individuando immediatamente le anomalie e notificando il superamento del valore di soglia. Gli operatori possono quindi programmare la manutenzione prima che si verifichino guasti e danni alla macchina. I CNC Fanuc assicurano le migliori prestazioni e precisione nella finitura superficiale e nelle lavorazioni a cinque assi, facendo affidamento su un’eccezionale potenza di calcolo. “Fine Surface Technology” aggiunge un decimale al comando relativo alla posizione degli assi, aumentando la risoluzione di 10 volte (0,1 micrometri) e riducendo così in maniera significativa gli errori dovuti all’arrotondamento. “Fast Cycle Time Technology” sintetizza una serie di funzioni che contribuiscono ad accorciare il tempo ciclo e massimizzare la produttività. Infine, “Smart Rigid Tapping” è dedicata alle lavorazioni di maschiatura. Dopo il taglio di un foro filettato, il mandrino viene rimosso dal foro con la massima potenza del motore, con una riduzione fino al 35% dei tempi di ciclo. MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


Sistema innovativo brevettato applicato sulle nuove linee di saldatrici

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Produzione di sacchi con stringa di chiusura Cadenza fino a 350 colpi/min Spessore materiale da 10 a 80 micron

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Struttura di supporto e schermo protettivo trasparente, rispettivamente stampato in 3D e lavorato con la Rover Plast A FT. Assemblati insieme costituiscono le protezioni facciali donate agli Ospedali Riuniti Marche Nord

Biesse Group contro Covid-19

Dispositivi di protezione facciale stampati in 3D per gli Ospedali Riuniti Marche Nord Dopo una donazione per l’acquisto di tecnologie per curare i pazienti più critici e l’avvio di una campagna di raccolta fondi, l’impegno concreto di Biesse Group a supporto del territorio marchigiano nella lotta contro il coronavirus è proseguito con un aiuto proveniente direttamente dai suoi reparti produttivi e, più precisamente, dalla divisione che si occupa di manifattura additiva. I progettisti che solitamente utilizzano la stampa 3D per la produzione di prototipi e di articoli in serie impiegati nella costruzione delle soluzioni tecnologiche Biesse sono stati impegnati per giorni nella realizzazione del prototipo, prima, e nella produzione, poi, di dispositivi di protezione individuale da donare agli Ospedali Riuniti Marche Nord. In concreto si è trattato di visiere che costituivano e ancora costituiscono una prima importante barriera in grado di proteggere occhi e bocca, creando una schermatura per tutto il volto contro le infezioni da contatto e fornendo, quindi, un valido supporto nella salvaguardia di medici, infermieri e di tutto il personale sa-

Linea di Friul Filiere per il medicale

Estrusione di tubetti veloce e precisa È stata recentemente realizzata da Friul Filiere una linea completa per l’estrusione di tubetti utilizzati per realizzare tamponi medicali, flaconi per disinfettanti, cotton fioc e varie altre applicazioni in campo medicale. La tecnologia messa a punto per tale impianto consente di produrre i tubetti a velocità d’estrusione elevata e con un controllo estremamente accurato del loro diametro. In dettaglio, la linea è composta da: sistema di dosaggio e alimentazione delle materie prime; estrusore monovite con controllo di processo 4.0; vasca di raffreddamento BA 5.5 sottovuoto, con sistema brevettato di calibrazione; traino ad alta velocità; unità di taglio a lama rotante a velocità variabile; refrigeratore e scambiatore di calore; sistema laser per il controllo del prodotto; dispositivo di raccolta del tubetto e confezionamento automatico in scatole a misura; testa di estrusione dotata del sistema brevettato Tubeasy per il centraggio del flusso. La capacità produttiva massima garantita varia da 1300 a 2600 Tubetti di varia lunghezza e diverso diametro realizzati pezzi al minuto, a seconda delcon la linea di Friul Filiere la lunghezza del tubetto. MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

nitario. Un prodotto interamente made in Biesse: la struttura della visiera è stata stampata in 3D presso gli stabilimenti di via della Meccanica a Pesaro, mentre lo schermo protettivo trasparente è stato prodotto da Axxembla, unità del gruppo che realizza strutture di protezione per la sicurezza delle macchine, grazie alla lavorazione effettuata su una Rover Plast A FT, macchina di Biesse per la lavorazione dei materiali tecnologici. “Ci siamo resi subito disponibili a utilizzare la nostra stampante 3D a supporto dell’emergenza sanitaria, verificando quali fossero i prodotti realizzabili di cui gli ospedali avevano più bisogno, a causa della difficile reperibilità sul mercato in questo particolare momento. Abbiamo scelto di produrre e donare le visiere agli Ospedali Riuniti Marche Nord per offrire un aiuto concreto a chi ogni giorno è in prima linea nella lotta contro la Covid-19”, ha commentato Roberto Selci, amministratore delegato di Biesse Group. “Abbiamo monitorato online tutti i dispositivi prodotti con le stampanti 3D, cercando di mettere le nostre competenze e la tecnologia di cui siamo dotati al servizio di chi in questo momento lotta fisicamente contro il virus”, ha aggiunto Michele Tombari, responsabile del centro di competenza per la tecnologia meccanica.

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LINEE DI TRASFORMAZIONE

NEWS Collaudo e open house al tempo del coronavirus

Impianto d’estrusione in diretta streaming per due giorni Doppio appuntamento streaming per Bandera. Lo scorso 12 maggio il costruttore di Busto Arsizio (Varese) ha collaudato un impianto HDBFlex (Heavy Duty Bag Flex) per la coestrusione di film a cinque strati con un collegamento riservato all’acquirente, che ha potuto

così vederlo in funzione da remoto, verificandone layout finale, parametri e prestazioni di produzione. Il 12 e il 13 maggio lo stesso impianto è però stato contemporaneamente protagonista anche di un’open house online, con tre dirette streaming per dare modo ai

trasformatori di tutto il mondo di partecipare all’evento in base ai loro diversi fusi orari. Con il mondo in lockdown, che ha impedito lo svolgimento di manifestazioni e fiere e gli spostamenti per visitare o ricevere i clienti, Bandera ha comunque portato avanti la propria attività e rispettato i tempi delle commesse acquisite in precedenza. Il collaudo dell’impianto HDBFlex ha offerto al costruttore l’occasione di presentarlo in diretta streaming ai suoi clienti in tutto il mondo, mantenendo così atti-

Un momento della diretta streaming, con tecnologia, tecnici e operatori in azione

va la propria rete di relazioni tecnico-commerciali anche nel periodo di chiusura e restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria mondiale. Le dirette streaming sono state possibili grazie alla collaborazione con Borouge (Borealis), multinazionale produttrice di materiali, Frilvam, produttore varesino di masterbatch, e Industria Creativa, agenzia specializzata nella comunicazione digitale. Sono state seguite da oltre 500 spettatori, tra fornitori, clienti acquisiti e potenziali. L’impianto presentato è frutto del piano di investimenti intrapreso da Bandera per lo sviluppo di soluzioni sostenibili, realizzate con l’obiettivo di rendere i film plastici sempre più riciclabili e compatibili con l’ambiente.

Collaborazione di lunga durata

Un futuro più verde con gli intensificatori elettrici Fondata nel 1939 da Børge Norby, la danese Dafa, una delle principali società al mondo attive nel campo dei prodotti a base di materiali polimerici ed espansi, dal 2001 annovera tra i suoi partner l’azienda italiana CMS. Nel corso degli anni Dafa ha realizzato importanti investimenti, installando in ciascuno dei suoi siti produttivi, in Danimarca, Cina e Polonia, varie macchine da taglio di CMS, quali Waterjet, con teste a tre e cinque assi, e Tecnocut, sia Waterspeedy S sia Idroline S. L’utilizzo di queste macchine ha consentito all’azienda danese di migliorare le proprie lavorazioni in termini di velocità, precisio-

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ne, versatilità e ottimizzazione dei costi. Uno dei recenti investimenti di Dafa in tecnologia CMS consiste nell’acquisto di tre intensificatori di pressione elettrici Greenjet Evo da 4150 bar, al posto dei precedenti intensificatori idraulici tradizionali, sostituiti per migliorare efficienza e risparmi energetici durante la produzione di espansi e prodotti a base polimerica. I dispositivi Greenjet Evo si basano su un’innovativa pompa elettrica ad alta efficienza sviluppata da CMS, in

cui un servomotore a coppia elevata fornisce un livello di pressione estremamente alto, rimpiazzando l’unità idraulica e fino all’80% dei componenti rispetto a un intensificatore idraulico tradizionale. L’alto livello di innovazione e ingegneria della pompa consente all’intensificatore Greenjet Evo di consumare il 30% in me-

no di energia e di raggiungere il 60% in più di efficienza, valori che ne fanno un dispositivo a ridotto impatto ambientale in confronto agli intensificatori convenzionali. Un altro punto di forza di questo dispositivo è rappresentato dall’assenza di componenti idraulici, che, oltre a risultare meno efficienti, richiedono la sostituzione e lo smaltimento dell’olio esausto ogni 2000 ore circa.

Un esemplare di intensificatore di pressione elettrico Greenjet Evo

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AUSILIARI E COMPONENTI

CON L’ACQUISIZIONE DELL’AUSTRIACA FARRAGTECH, L’OFFERTA DI DEUMIDIFICATORI WITTMANN SI È FATTA ANCORA PIÙ AMPIA. LA NUOVA SERIE CARD SI PRESTA A QUALSIASI ESIGENZA DI DEUMIDIFICAZIONE: I VOLUMI DI MATERIALE TRATTABILI VANNO DA UN MINIMO DI 0,16 KG FINO A OLTRE 1000 KG ALL’ORA, SENZA LIMITAZIONE IN TERMINI DI MATERIALE PLASTICO, COMPRESI I TECNOPOLIMERI. ED È POSSIBILE L’UTILIZZO SENZA REFRIGERATORI AD ACQUA

NUOVI DISPOSITIVI CARD DI WITTMANN

OTTENERE UNA DEUMIDIFICAZIONE ADEGUATA ANCHE CON VOLUMI RIDOTTI DI MATERIALE S

i chiamano Card - acronimo di Compressed Air Resin Dryer - i nuovi deumidificatori ad aria compressa sviluppati da Wittmann per il trattamento dei granuli di materiale plastico. L’aria compressa disponibile presso l’impianto dell’utilizzatore viene erogata sotto forma di aria pressurizzata e generalmente raffreddata e/o deumidificata; quando viene depressurizzata, raggiunge solitamente un punto di rugiada sufficientemente basso, che in base alla sua qualità si attesta tra -16 e -25°C, per deumidificare i materiali plastici. I deumidificatori Card sfruttano proprio questo principio. Adattata

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al tipo di granulato da processare, l’aria depressurizzata viene riscaldata da un apposito riscaldatore e, quindi, convogliata verso il granulato, che viene riscaldato in modo che l’umidità sia attirata in superficie e assorbita dall’aria secca. I modelli con tramogge fino a 70 litri (per volumi di produzione pari a circa 20 chili all’ora di materiale) si prestano perfettamente all’impiego sulle macchine trasformatrici e hanno il vantaggio, soprattutto nel caso di volumi di produzione ridotti, di non richiedere ulteriori operazioni di trasporto del materiale. Il granulato deumidificato è immediatamente pronto per essere la-

I modelli compatti G FIT sono disponibili nelle versioni 1G FIT, 3G FIT (nella foto) e 6G FIT

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vorato e le quantitĂ  relativamente modeste di materiale che raggiungono la bocca di alimentazione della macchina senza ulteriori passaggi intermedi non subiscono alcun raffreddamento durante il tragitto.

UN MODELLO PER OGNI ESIGENZA I deumidificatori più piccoli, Card G e Card G/FIT, sono disponibili con tramogge da 1, 3 e 6 litri e sono dotati di due sistemi di controllo differenti. Il modello G/FIT è equipaggiato con l’innovativo sistema di controllo FIT, che consente di comandarlo attraverso un touchscreen e offre una serie di funzioni aggiuntive volte a migliorarne l’efficienza energetica. Inoltre, FIT assicura un utilizzo particolarmente agevole del dispositivo di carico materiale integrato. Dimensioni diverse hanno invece i modelli Card E e Card S, con tramogge da 10 a 160 litri, che si contraddistinguono l’uno dall’altro per il sistema di controllo. Il modello S integra di serie il sistema di controllo FIT e l’intera serie è equipaggiata con un sistema digitale di regolazione della quantità d’aria in base alla temperatura. I modelli L o XL sono disponibili con tramogge fino a 3500 litri. Dal modello M in su, compresi i dispositivi L/XL, tutti i deumidificatori Card sono dotati di un circuito di deumidificazione secondario. Il circuito primario, situato nella sezione inferiore della tramoggia, opera secondo il principio di un deumidificatore ad aria compressa, mentre il circuito secondario preriscalda l’aria circostante e la incanala nella sezione centrale della tramoggia. Ciò consente di preriscaldare il materiale plastico, ottimizzando i consumi energetici in sede di deumidificazione. La serie XL, inoltre, offre la possibilità di utilizzare l’aria compressa proveniente da un processo di estrusione-soffiaggio. In questo caso, l’aria in eccesso prodotta in fase di soffiaggio viene raccolta in un apposito serbatoio e trasferita nel deumidificatore ad aria compressa. In tal modo, diventa possibile sfruttare in maniera mirata l’aria prodotta dalla soffiatrice, altrimenti inutilizzata. Le tramogge dei deumidificatori sono costruite in acciaio inossidabile e sono dotate di almeno una finestrella in vetro per l’ispezione visiva. In base alle dimensioni, le tramogge possono anche essere fornite di uno sportello per gli interventi di pulizia. Per il riempimento dei deumidificatori, dal Card 1G, con capacità pari a 1 litro, fino al Card 3500XL, in grado di contenere 3500 litri, il costruttore offre dispositivi di carico materiale su misura per ogni modello.

UNO SGUARDO ALLE NUOVE FUNZIONI I trasformatori che utilizzano un deumidificatore si aspettano di poterlo fare senza particolari preoccupazioni e che il compito dell’operatore MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

I modelli M sono sviluppati specificamente per consentire il piĂš basso consumo possibile di aria compressa ed energia da parte degli utilizzatori

sia limitato più o meno a riempire la tramoggia e a premere il pulsante di avvio/arresto, mentre tutto il resto dovrebbe teoricamente avvenire in automatico. È per rispondere a queste aspettative che Wittmann ha sviluppato i deumidificatori Card per il trattamento dei granuli. Le funzionalità innovative integrate su questi deumidificatori non contribuiscono solo a incrementarne l’efficienza energetica, ma garantiscono anche un processo di deumidificazione delicato, a protezione del materiale processato. Sleep Quando si verifica un fermo macchina imprevisto in un’isola di produzione, l’attenzione viene solitamente dedicata alla macchine stessa e all’automazione, mentre si tende a trascurare il sistema di deumidificazione, che, quindi, continua spesso a funzionare a pieno regime anche durante l’inattività e il riavvio. Ne consegue non solo un inutile spreco d’energia, ma anche un possibile deterioramento del materiale plastico. Nei deumidificatori ad aria compressa Card tutto questo viene evitato grazie alla modalità Sleep. Il riempimento automatico della tramoggia avviene in maniera direttamente proporzionale alla quantità di materiale consumata dalla macchina. Dal momento che dal deumidificatore non esce materiale, la tramoggia non necessita di alcun rabbocco. In questa modalità, il sistema di controllo rileva che il dispositivo di carico del materiale non è in attività e, quindi, il deumidificatore riduce automaticamente la potenza calorifica e la quantità di aria emessa. Ciò protegge immediatamente il materiale e abbatte i consumi di elettricità e aria compressa. Quando la macchina trasformatrice viene riavviata, il sistema regola il processo di deumidificazione in maniera tempestiva, elevando la temperatura quando serve e consentendo di riprendere immediatamente la lavorazione del materiale deumidificato.

Rampen La modalità Rampen permette di deumidificare senza cautele particolari anche i materiali delicati, che tendono a diventare appiccicosi quando vengono riscaldati. In questo caso, la temperatura di deumidificazione viene innalzata in due passaggi. Se per esempio occorre lavorare il policarbonato, è possibile predeumidificare il materiale a 80°C per circa 75 minuti dopo aver riempito la tramoggia, per poi proseguire la deumidificazione alla temperatura desiderata di 120°C. In questo modo il materiale, solitamente immagazzinato a temperatura ambiente o in sale di stoccaggio refrigerante, può essere preriscaldato in maniera delicata durante la prima fase di riempimento, per poi essere deumidificato completamente alla temperatura prevista. Count Down Un segnale utilizzabile per l’avvio di una macchina viene inviato per mezzo della modalità Count Down. Quando viene avviato il processo di produzione su di una macchina trasformatrice, è spesso fondamentale sapere da quanto tempo è in funzione il sistema di deumidificazione e se il materiale è stato deumidificato a sufficienza. Questa modalità visualizza il tempo trascorso sull’apposito display e invia un segnale quando è trascorso il tempo preimpostato. Power A seconda del modello, il sistema di regolazione della quantità d’aria, integrato nei deumidificatori Card, viene comandato, in maniera analogica o digitale, dalla temperatura. Da questo punto di vista, la tecnologia digitale offre un maggiore grado di precisione e consente di memorizzare nel sistema di controllo la fascia di temperatura corretta per il materiale in lavorazione. In presenza di materiali fortemente igroscopici, come per esempio la poliammide, il controllo automatico dell’alimentazione d’aria può essere disattivato. Questa modalità, denominata Power, consente di eseguire un processo di deumidificazione costante, utilizzando la quantità di aria compressa necessaria.

I modelli E ed S sono progettati per garantire flessibilitĂ  e possono essere utilizzati come unitĂ  mobili

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AUSILIARI E COMPONENTI

RECENTI SVILUPPI TARGATI FRIGEL

REFRIGERAZIONE E TERMOREGOLAZIONE 4.0 RIDURRE I TEMPI DI CICLO, RISPARMIARE SUI COSTI DI PRODUZIONE, INCREMENTARE LA QUALITÀ DI PROCESSI E MANUFATTI, AUMENTARE LA REDDITIVITÀ DELLA PRODUZIONE: IN ALTRE PAROLE, LE ESIGENZE DELLA MODERNA TRASFORMAZIONE DI MATERIE PLASTICHE... A SODDISFARE LE QUALI SONO INDIRIZZATI I NUOVI DISPOSITIVI DI TERMOREGOLAZIONE E REFRIGERAZIONE SVILUPPATI DI RECENTE DA FRIGEL

L

e recenti nuove linee di prodotto e soluzioni messe in campo da Frigel per la riduzione dei tempi di ciclo e il risparmio sui costi di produzione aiutano i trasformatori di materie plastiche ad aumentare la redditivitĂ  dei propri manufatti e a competere efficacemente sul mercato.

RAFFREDDATORE ADIABATICO Rientra in questo novero di soluzioni l’ultimo aggiornamento del sistema Ecodry, brevettato a livello internazionale: tecnologia di raffreddamento adiabatico che, grazie al risparmio del 95% di acqua, ha sostituito fino a oggi più di 8000 torri evaporative in tutto il mondo. Si tratta di un’unità autodrenante senza glicole, che comprende una stazione di pompaggio con inverter e un nuovo pannello digitale di controllo remoto avanzato.

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TERMOREGOLATORI CON POMPE BOOSTER E CHILLER INTEGRATO I sistemi Microgel RCM/D ed RCP, rispettivamente per lo stampaggio a iniezione, con zona singola o doppia per stampi con capacità da 10 a 900 kg/h, e per l’imballaggio, con capacità da 100 a 2000 kg/h, sono adesso entrambi disponibili con una nuova tecnologia digitale e controllo touchscreen. Con oltre 40 mila unità installate in tutto il mondo, queste unità di raffreddamento dello stampo ad alte prestazioni hanno consentito di ridurre i tempi del ciclo di raffreddamento (fino al 50%) e di migliorare notevolmente la qualità del prodotto trasformato, attraverso un accurato controllo della temperatura e un elevato risparmio energetico, grazie alla funzione di free cooling automatico. La nuova tecnologia digitale permette il monitoraggio di numerosi parametri

di lavoro, tra cui anche energia, flusso e utilizzo di pompe di processo con inverter.

NUOVI TERMOREGOLATORI Anche gli stampatori di componenti che richiedono temperature di lavoro elevate possono adesso ricorrere a una vasta offerta di termoregolatori per ogni possibile applicazione. In particolare, sono quattro le nuove unità disponibili. La TBD, fino a 90°C, rappresenta una soluzione robusta ed economica per le applicazioni generali di stampaggio, mentre la TDK ad acqua pressurizzata, fino a 120°C (fino a 180°C in versione TPK), è stata sviluppata in joint venture con Matsui, azienda giapponese di primo piano nel settore delle tecnologie per materie plastiche. La THC (Thermogel Heat&Cool), unità di riscaldamento e raffreddamento alternati, sincroMACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


nizzati con la pressa a iniezione, funziona con acqua pressurizzata fino a 180°C ed è stata studiata per la finitura superficiale di alta qualità dei pezzi stampati. Infine, la TGM/D (appartenente alla serie Turbogel), fino a 90°C, è dotata di potenti pompe booster e di capacità di raffreddamento ad alte prestazioni, che consentono di ridurre il tempo di ciclo nello stampaggio a iniezione ad alto rendimento. Rispetto alla serie tradizionale, l’unità si presenta completamente ristilizzata e aggiornata, mentre il nuovo controllo digitale consente, anche in questo caso, il monitoraggio di energia, flusso e pompe booster di processo con inverter.

NUOVI GRUPPI FRIGORIFERI INDUSTRIALI CENTRALIZZATI Tra le nuove linee di chiller lanciate per il mercato della plastica, la gamma IndustrialChiller ad aria, serie MRM, include refrigeratori modulari da 90 a 580 kW ed è rivolta ad applicazioni industriali. Rispetto alla precedente versione risulta piÚ efficiente, affidabile ed economica. Dotata di compressori multi-scroll, condensatori a microcanali e di una vasta gamma di opzioni che soddisfano tutte le esigenze di processo, anche in condizioni ambientali estreme,

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Una batteria di nuovi prodotti per l’utilizzo a bordo macchina

questa nuova linea offre uno dei più bassi TCO (costo totale di proprietà) sul mercato per questa categoria di chiller. Il nuovo ModularChilller serie 3FX, raffreddato ad acqua, combina capacità di raffreddamento ad alte prestazioni ed elevata efficienza in monoblocchi autonomi con ingombri estremamente ridotti. Dotato di compressori rotativi (scroll e inverter a vite), è stato appositamente progettato per aggiungere capacità all’aumentare dei carichi termici, con capacità di raffreddamento del sistema fino a 3000 kW.

NUOVE SOLUZIONI PER L’IMBALLAGGIO Due sono i prodotti completamente nuovi sviluppati da Frigel per le applicazioni destinate al settore dell’imballaggio: CapCooler e MoldDryer. Nel primo caso si tratta di un’unità di raffreddamento per la fase successiva allo stam-

paggio dei tappi con cicli ultrarapidi, mentre nel secondo di deumidificatori d’aria per evitare la formazione di condensa nello stampaggio a bassa temperatura.

NUOVO SISTEMA DI SUPERVISIONE 4.0 Per consentire alle aziende moderne di assecondare le esigenze sempre crescenti dell’Industria 4.0, Frigel ha sviluppato MiND, nuovo strumento di supervisione e manutenzione per tutti i suoi dispositivi e apparecchiature centralizzati o a bordo macchina. Il sistema è in grado di monitorare e gestire i parametri e gli eventi di processo e di registrate le prestazioni e il consumo energetico di ogni singolo componente deputato al raffreddamento, grazie a un’interfaccia utente multifunzionale, sia localmente che da remoto, attraverso una pagina web interattiva.

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AUSILIARI E COMPONENTI Alberto Dosi illustra la linea messa a punto per la produzione di mascherine chirurgiche

IL KNOW-HOW DI BARUFFALDI AL SERVIZIO DELL’EMERGENZA SANITARIA

NASCONO A FUSIGNANO LE MASCHERINE CHIRURGICHE PER LA ROMAGNA L’EMILIA ROMAGNA È STATA UNA DELLE REGIONI PIÙ COLPITE DAL CORONAVIRUS, MA ANCHE TRA QUELLE CHE MEGLIO HANNO RISPOSTO ALL’EMERGENZA SANITARIA. A QUESTO HA CONTRIBUITO UN TESSUTO INDUSTRIALE FATTO DI PMI ALL’AVANGUARDIA E OPEROSE, COSÌ COME LA PRESENZA SUL SUO TERRITORIO DI UNO DEI DISTRETTI MEDICALI MIGLIORI AL MONDO. ENTRAMBI IN CAMPO PER FARE LA PROPRIA PARTE SENZA RISPARMIARSI NEL PERIODO DI LOCKDOWN E DI RIPARTENZA A CURA DI LUCA MEI

D

all’evoluzione del know-how di Baruffaldi Plastic Technology nasce la linea automatica MM100 per la produzione di mascherine chirurgiche, il cui primo esemplare è stato destinato alla società Codice, che, come il costruttore, ha sede a Fusignano (Ravenna). “Abbiamo pensato di applicare le nostre tecnologie alle

Il layout della linea MM100

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necessità di questo difficile e complesso momento, andando anche incontro all’esigenza di tenere basso il costo del prodotto finito, grazie a una macchina ad alta produttività”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Baruffaldi Plastic Technology, Alberto Dosi. Con questa nuova macchina possono essere prodotte 100-120 mascherine chirurgiche al minuto in tessuto non tessuto (TNT) a tre strati: quello esterno in TNT spunbond conferisce al prodotto la resistenza meccanica, quello intermedio in TNT meltblown funge da filtro e quello interno, sempre in TNT spunbond, protegge il volto. I tre strati sono saldati con un esclusivo sistema a ultrasuoni, in modo che la mascherina assicuri una buona permeabili-

tà all’aria ma anche un’eccellente filtrazione di polvere e agenti patogeni, secondo le normative vigenti e i requisiti sanitari, pur risultando morbida e comoda da indossare. Sviluppata in smartworking a tempo di record e costruita seguendo tutte le norme di sicurezza previste dal governo italiano per le attività produttive, la linea è subito stata inserita nell’offerta di Baruffaldi Plastic Technology, che già fornisce le proprie linee al settore biomedicale per produrre, per esempio, tubi per i respiratori.

PUNZONATURA E CONIATURA DI CANALINE All’inizio di febbraio, appena prima della panMACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


demia, l’azienda aveva invece tenuto presso la propria sede un’open house, che aveva visto come protagonista la linea Povi 10000, sviluppata per la punzonatura e la coniatura di canaline. Il sistema Povi è disponibile nelle versioni 5000 e 10000 per la punzonatura e la coniatura fuori linea di canaline elettriche in PVC e PC/ ABS, su tre lati, secondo gli schemi standard richiesti dal mercato, e a velocità fino a 12 metri al minuto. Con la stessa macchina è possibile punzonare dal più piccolo (15×15 mm) al più grande (100×150 mm) formato di profili e alla punzonatura può essere abbinata anche l’imbutitura, ossia la realizzazione di “un’impronta” sul lato esterno del profilo, per facilitare la rimozione manuale della parte pretranciata durante l’installazione. La tecnologia di coniatura sviluppata da Baruffaldi consente di eliminare le bave e gli spigoli vivi generati dal processo di punzonatura lungo le pareti laterali delle canaline. Le caratteristiche tecniche dei sistemi Povi includono: unità di punzonatura e coniatura con due teste orizzontali, per l’asolatura laterale, e una verticale, per la punzonatura di fondo; sensori di presenza del profilo, per evitare inceppamenti; valvole proporzionali, che consentono una punzonatura precisa indipendentemente dallo spessore delle canaline; potenza di 20-40 kW; pressione dell’impianto oleodinamico di 120-170 bar. Inoltre, entrambe le versioni sono dotate di un innovativo sistema per la movimentazione delle canaline all’interno delle stazioni che compongono l’impianto, senza che rimanga alcun segno visibile sul fondo della canalina, mentre la cabina di protezione

insonorizzata riduce le emissioni acustiche. I partecipanti all’evento hanno potuto osservare dal vivo l’intero processo, che prende il via con l’inserimento del profilo nell’unità di punzonatura da un caricatore ad altezza regolabile e adattabile per soluzioni in linea, Un operatore al lavoro sulla Povi con piano di alimenta10000 durante l’open house zione a nastri trasportatori. Uno speciale dispositivo inserisce le canali- teriali particolari, geometrie critiche e schemi ne nella punzonatrice una a una e i sensori di punzonatura complessi, può essere nedi presenza ne verificano l’allineamento all’as- cessario spazzolare la zona “critica” del prose della macchina, per evitare inceppamenti. dotto, ovvero la zona dei piedi, mediante una Nel caso di prodotti con spessori elevati o di spazzolatrice a due teste, ciascuna equipagbassa temperatura ambiente, i piedi delle ca- giata con altrettante spazzole motorizzate, naline vengono riscaldati per evitarne la rottu- dotate di regolazione indipendente in larghezra durante la punzonatura. Dopo quest’ultima za, altezza e inclinazione. Gli appositi carter operazione, le canaline giungono all’unità di posizionati sopra le spazzole convogliano la incisione, che realizza due incisioni continue polvere all’aspiratore a bordo macchina, o su ciascuna parete laterale interna, poste ri- all’impianto di aspirazione centralizzato del spettivamente una alla base delle asole e l’al- reparto di produzione del cliente. Infine, le tra alla base della parete stessa, per facilita- canaline vengono scaricate da un sistema re la rottura di quest’ultima e delle alette da completo di dispositivo d’estrazione e piano parte degli utilizzatori finali. Tutti gli impianti di appoggio ribaltabile, azionato pneumaticaPovi possono includere un sistema di mar- mente, dal quale l’operatore può prelevarle e catura per stampigliare sulle canaline i dati di collocarle negli appositi imballaggi. In alternativa, un pallettizzatore automatico a due assi produzione. I sistemi Povi garantiscono punzonatura e co- ottagonali deposita le canaline in modo ordiniatura di qualità, che normalmente non la- nato su di un pallet, o all’interno di apposite sciano bave residue. Tuttavia, nel caso di ma- scatole.

Saldatura a riporto

Manicotto e tubo diventano una cosa sola Tra i recenti sviluppi in casa Baruffaldi Plastic Technology trova spazio la macchina SRM/200-700/CA per la saldatura in linea di manicotti e tubi corrugati in PE e PP, lunghi 3, 6 o 12 metri e con diametro da 200 a 700 mm. La saldatura rotante del manicotto (da cui deriva l’acronimo SRM) avviene attraverso il suo accoppiamento automatico al tubo, per mezzo di un sistema brevettato di saldatura a riporto. Il sistema è indicato per manicotti prodotti mediante stampaggio a iniezione o rotazionale, senza limiti di tolleranza, esegue la saldatura con lo stesso tipo di materiale del tubo e, a richiesta, offre la possibilità di realizzare un doppio cordolo di saldatura. Quest’ultima risulta resistente e affidabile, senza ovalizzazioni del manicotto né scarti di produzione, e il processo non richiede alcun rallentamento della linea di estrusione. La serie a cui appartiene questa macchina comprende anche

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i modelli IAM e IAM-S, rispettivamente per l’introduzione automatica dell’anello di tenuta all’interno della parte corrugata e del manicotto e per l’inserimento automatico del manicotto con saldatura a fusione e test di collaudo della tenuta. Il modello IAM-S/110-500

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AUSILIARI E COMPONENTI

CON IL NUOVO MODELLO ONECUT PRO, RAPID GRANULATOR NON SI PROPONE SOLO DI LANCIARE SUL MERCATO UN NUOVO GRANULATORE, MA ANCHE DI RIVOLUZIONARE LA GRANULAZIONE A BASSA VELOCITÀ, MIGLIORANDO IL PROCESSO, LA QUALITÀ DEI MATERIALE E LA SOSTENIBILITÀ DELLA MACCHINA. ECCO COME

GRANULAZIONE A BASSA VELOCITÀ

CHI VA PIANO, VA SANO E VA LONTANO M

eno polvere, meno rumore, meno energia. Questi e altri vantaggi operativi sono i punti di forza del nuovo granulatore OneCUT PRO a bassa velocitĂ  di Rapid Granulator. Destinato in particolare ai produttori di componenti stampati a iniezione, questo granulatore consente di regolare i giri al minuto in una gamma di velocitĂ  di 15, 25 (velocitĂ  standard) e 35 rpm, a seconda del tipo di granulato da ottenere. Inoltre, poichĂŠ la stragrande maggioranza dei trasformatori non utilizza appieno le capacitĂ  dei granulatori a bordo macchina, con

Granulazione a bassa velocità: grazie al design “Open Hearted”, il rilascio del rotore avviene in meno di 30 secondi per mezzo del sistema QPR (Quick Rotor Release)

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ripercussioni negative sui consumi energetici, il nuovo sistema FlexiSpeed (nella foto di apertura), sviluppato sempre da Rapid, permette di variare la velocità in base alla produzione da raggiungere, mentre la coppia della macchina viene mantenuta costante indipendentemente dalla velocità con cui la macchina sta funzionando. Tra gli altri vantaggi del nuovo granulatore rientrano il design “Open Hearted”, di facile utilizzo attraverso il sistema QRR (rilascio rapido del rotore), e un’innovativa tecnologia di risparmio energetico.

METTERE IN DISCUSSIONE LO STATUS QUO Mentre i granulatori a lame sono convenzionalmente utilizzati per la granulazione di materiali piĂš morbidi e funzionano a una MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


velocità di 200-250 giri al minuto, il trattamento di materiali rinforzati con fibra di vetro richiede prevalentemente granulatori che operano a bassa velocità. Finora a questo scopo venivano utilizzati modelli con velocità di 25 giri al minuto, indipendentemente dalla specificità del materiale trattato. “Rapid è uno dei leader nel settore della granulazione e volevamo capire perché i 25 giri al minuto, standard per i granulatori a bassa velocità, non erano mai stati messi in discussione. Ecco perché abbiamo iniziato i test per ottimizzare la velocità in base alle caratteristiche specifiche del materiale plastico. Ciò ha portato a OneCUT PRO, il migliore su tre fronti: meno rumore, meno polvere e meno consumo di energia”, afferma Bengt Rimark, CEO di Rapid. Il funzionamento della nuova macchina a una velocità inferiore a 15 giri al minuto aiuta a migliorare la qualità dei materiali più sensibili, riducendo al minimo la formazione di polvere. A questo si aggiunge la riduzione del rumore, che infatti è strettamente correlato alla velocità di taglio. Riducendo la velocità di rotazione da 25 a 15 rpm, i livelli di rumore possono essere ridotti di 3-5 dB in molte applicazioni, con una diminuzione del 50% dell’impatto acustico sugli operatori. Un ulteriore beneficio del funzionamento a bassa velocità si ravvisa in un maggiore

Il modello Raptor DUO

risparmio energetico. “Esiste una correlazione quasi del 100% tra velocità e consumo di energia. Se riduciamo la velocità del 40%, abbiamo anche ridotto il consumo di energia fino al 30%: una percentuale davvero significativa”, aggiunge Rimark. L’incremento della velocità da 25 a 35 rpm, invece, consente di aumentare la capacità del granulatore del 30-40% circa.

ThermoPRO, nuova gamma di granulatori per trattare in linea gli scarti della termoformatura di film e foglie, è dotata di un sistema di avanzamento a rulli in grado di gestire anche scarti larghi 200 mm, eliminando costi di manodopera e spreco di materiale. Inoltre, è super insonorizzata per funzionare con livelli di rumore inferiori a 80 dB

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UN CONCENTRATO DI INNOVAZIONI Oltre alla flessibilità e alla migliore qualità del materiale granulato, OneCUT PRO offre anche altri vantaggi operativi. “Uno dei maggiori svantaggi dei granulatori a bassa velocità rispetto ai granulatori a lame è il design della trasmissione motore-rotore, che rende molto difficile girare il rotore a mano. In questa macchina, invece, abbiamo introdotto il sistema QRR (Quick Rotor Release), che consente all’operatore di scollegare facilmente l’intera trasmissione dal rotore, in modo da poter pulire facilmente la macchina per l’alimentazione successiva. Quando si scollega la scatola del riduttore è possibile aprire l’intera camera di taglio, disponendo dell’esclusivo design Open Hearted di Rapid, che semplifica drasticamente la pulizia, l’assistenza e la manutenzione preventiva”, spiega Rimark. Un ulteriore vantaggio di OneCUT PRO è rappresentato dalla funzione EnergySmart, che può portare a una riduzione dell’80% circa del consumo di energia. Questa consente all’operatore di arrestare il funzionamento della macchina e di accumulare materiali, anziché farla funzionare in continuo. Con la modalità Stop & Go, il granulatore funzionerà a intervalli, azzerando consumo di energia e rumore durante la pausa. Quando EnergySmart viene implementato insieme al funzionamento della macchina, a una velocità del rotore di 15 giri al minuto si ottiene il massimo risparmio energetico.

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AUSILIARI E COMPONENTI NEWS Saldatura laser REFRIGERAZIONE

A tutto gas senza pericolo Lo sviluppo di nuove soluzioni da parte di Nova Frigo, con l’utilizzo di gas ecologici a basso GWP, risponde alle esigenze di risparmio energetico e ridotto impatto ambientale a cui il costruttore presta attenzione, da alcuni anni, poiché sempre più stringenti da parte del mercato. A partire dal 2019, grazie anche al know-how apportato dalla nuova divisione proveniente dalla refrigerazione industriale per il settore alimentare, sono stati sviluppati nuovi prodotti funzionanti con gas refrigeranti R290, R513A, 1234ze, R407C e R410A, che hanno permesso a Nova Frigo di entrare in nuovi settori applicativi in precedenza preclusi. Oggi il costruttore propone macchine che utilizzano diversi tipi di gas refrigerante in funzione delle temperature di esercizio; sono inoltre dotate di compressori scroll, semiermetici o a vite. In questa direzione vanno, per esempio, le recenti macchine di nuova concezione che, all’impiego di gas R290 ed R513A, abbinano lo storico layout che da sempre identifica i prodotti di Nova Frigo. Tra queste rientra la macchina da 40 kW a gas R290, con compressore semiermetico (Bitzer) e condensatori a microcanali. Massima attenzione è stata posta alla sicurezza nell’utilizzo di gas R290, per cui sono stati adottati i sistemi di controllo previsti dalle normative vigenti.

Oggi Nova Frigo realizza macchine che abbinano una tecnologia rispondente alle tendenze e alle normative dell’industria moderna a un layout sinonimo di tradizione e qualità

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Una solida unione La saldatura laser di materie plastiche viene impiegata quando i giunti saldati devono soddisfare requisiti particolarmente elevati in termini di solidità e resistenza alle polveri e alle sostanze chimiche. Con la saldatura laser si producono giunzioni caratterizzate da una resistenza meccanica quasi identica a quella del materiale di base. Inoltre, non si generano trucioli o polveri, né è necessario l’utilizzo di agenti chimici; così il processo risulta pulito e igienico. Con il laser è possibile ottenere cordoni di saldatura larghi poche centinaia di micrometri senza alcuna bava, tanto che il materiale circostante resta assolutamente libero da particelle contaminanti. Ciò è particolarmente vantaggioso quando vi è la necessità di realizzare giunzioni fini ed estetiche. Le saldatrici laser per materiali plastici sono disponibili come macchine indipendenti o come soluzioni integrate nelle linee di produzione. I sistemi LPKF consentono processi tracciabili e ripetibili per garantire la conformità a specifici requisiti di purezza e convalida del processo. Inoltre, soddisfano anche esigenze più elevate in termini di affidabilità di processo e qualità in campo medicale. A seconda dell’applicazione, si utilizzano diversi metodi di saldatura: saldatura radiale, saldatura perimetrale o saldatura “quasi-simultanea”. L’esclusiva combinazione di laser, guida e unità di controllo consente l’esecuzione di giunzioni molto complesse, anche con l’ausilio di sistemi di automazione, dove necessari. Nel classico processo di saldatura laser, il materiale superiore, trasparente alla lunghezza d’onda della sorgente laser, viene unito a un materiale inferiore che assorbe il raggio laser. Quest’ultimo attraversa quindi l’elemento superiore del giunto e viene focalizzato sull’elemento inferiore, che lo assorbe e si fonde nell’area vicina alla superficie. Grazie al principio della conduzione termica, anche l’elemento superiore si scioglie localmente nell’area della giunzione. Dopo il raffreddamento si ha un materiale modificato positivamente, che presenta quasi la stessa resistenza del materiale di base.

La saldatura laser è particolarmente indicata per applicazioni che devono rispondere a requisiti tanto tecnici quanto estetici

L’unico requisito per garantire l’efficacia del processo di saldatura laser è che uno degli elementi del giunto sia realizzato con un materiale plastico “laser-trasparente” e l’altro con uno “laser-assorbente”, per cui vi sono numerose possibilità di combinazione. Questa tecnologia trova ampia applicazione in ambito medicale, per esempio nell’unione di alloggiamenti per componenti elettronici come i dispositivi di somministrazione dell’insulina o i pacemaker. Componenti di forma cilindrica, come cateteri o perni, possono essere saldati al laser in modo preciso e affidabile, così come le cartucce e i microcomponenti per i fluidi utilizzati negli esami diagnostici. Anche i singoli componenti delle valvole in materiale plastico sottoposte ad alte pressioni possono essere saldati al laser, con risultati eccellenti e stabili nel tempo. Inoltre, le possibili geometrie sono pressoché illimitate. Oltre al processo di saldatura con gli elementi trasparente e assorbente, grazie all’impiego di speciali sorgenti è altresì possibile la saldatura laser di due elementi entrambi trasparenti. Ciò è particolarmente interessante quando le norme per la certificazione del componente saldato non consentono l’uso di un elemento laser assorbente, oppure quando il componente saldato deve essere valutato mediante analisi ottiche. MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


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AUSILIARI E COMPONENTI NEWS La filtrazione di HDPE secondo Fimic

Qualità assicurata con temperature e pressione sotto controllo Il riciclo di HDPE rappresenta una vera e propria sfida, poiché la gestione del materiale non è facile, a causa della sua durezza e della conseguente ridotta fluidità, e il suo passaggio attraverso i vari componenti delle linea di riciclo non è fra i più scorrevoli. La filtrazione, inoltre, all’interno dell’intero processo di estrusione, risulta un passaggio fondamentale. Infatti, non è semplice mantenere una produzione adeguata dell’estrusore, preservando allo stesso tempo una buona qualità di filtrazione e granulo finale. Per questi motivi,

solitamente i riciclatori si trovano a dover aumentare le temperature a livelli molto alti e a controllare pressioni a volte eccessive. A fronte di tutti questi fattori da considerare, Fimic propone un filtro in grado di gestire la pressione durante il processo e di garantire granuli di qualità anche con produzioni molto alte. L’ampia area filtrante e la facilità di gestione del filtro consentono di controllare al meglio la temperatura di processo, parametro fondamentale per la qualità dei granuli che, se troppo elevato, tende a degradare il materiale.

Nella foto sono mostrati, in sequenza (da sinistra a destra): le scaglie all’ingresso del processo di riciclo, il materiale di scarto e i granuli in uscita

Molti riciclatori di HDPE, in particolare, hanno scelto il filtro Fimic proprio per la sua capacità di fare fronte a situazioni anche molto complesse. Inoltre, il filtro può essere installato in sostituzione di cambiafiltri esistenti, per risolvere problemi di prestazione di tutta la linea, abbassare temperature e pressioni di processo, ridurre scarti e costi di produzione e assicurare granuli di qualità. Un noto riciclatore italiano ha recentemente adottato il filtro di Fimic per ottenere granuli di qualità molto elevata, per cui risulta essenziale non degradare il materiale. A questo scopo, la scelta è caduta sul modello RAS700, che assicura una superficie filtrante pari a 3900 cm2. La linea è destinata alla rigranulazione di scaglie da tubi in HDPE con MFI pari a 0,4-0,5 g/10’ a 5 kg. La filtrazione da 100 micron con-

sente di raggiungere 1600-1800 kg all’ora di produzione, con una pressione non superiore a 140150 bar. Un altro riciclatore di scaglie provenienti da flaconi, taniche e altri contenitori in HDPE con MFI: 0,4-0,5 g/10’ a 2,16 kg, invece, ha adottato un filtro RAS700 con l’intento di riciclare tre tonnellate all’ora di materiale con una filtrazione da 200 micron, a una pressione di lavoro di 140-150 bar. Nel riciclo di HDPE non è semplice controllare contemporaneamente la pressione e la temperatura per raggiungere le produzioni desiderate; il filtro Fimic riesce a gestire tutte le variabili al meglio grazie a un’ampia superficie filtrante e alla semplicità del flusso al proprio interno, favorendo il mantenimento di temperature costanti. Quale che sia la contaminazione, questa viene facilmente eliminata mediante la tecnologia a raschiamento, mantenendo bassi anche gli scarti.

Taglio a immersione

Alla conquista dell’Indonesia Il costruttore di estrusori Useon Extrusion Machinery ha recentemente installato presso un trasformatore indonesiano una linea per la granulazione di polipropilene con capacità fino a 70 mila tonnellate all’anno, completa di granulatore a immersione BKG di Nordson Corporation. La nuova linea è dotata di un estrusore bivite corotante SAT-X 175, con motore da 2000 kW, e di un riduttore a ingranaggi a coppia elevata, e può raggiungere una produzione oraria di 8-10 tonnellate all’ora. Il gruppo di granulazione fornito da Nordson comprende il granulatore a immersione BKG AH D 300, con capacità di 35 tonnellate all’ora, e il sistema automatico autopulente di lavaggio e asciugatura Optigon 5, con capaci-

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tà di 15 tonnellate all’ora. I sistemi di taglio BKG trovano ampia diffusione in Cina e in altri paesi, come ha osservato Aaron Kong, responsabile vendite di Nordson per la Cina, il quale ha dichiarato: “Per supportare questo mercato, lo scorso anno abbiamo avviato una nuova linea di granulazione da laboratorio presso il nostro stabilimento a Shanghai, dotata di un estrusore bivite con capacità oraria di 300 kg. Questa linea viene utilizzata dai nostri clienti, oltre che dagli OEM come Useon, i cui clienti possono effettuare prove di funzionamento con le attrezzature BKG”. “Si tratta del momento culminante di un grande progetto integrato per la granulazione delle poliolefine, per il quale Useon ha curato la progettazione, la costruzione, l’in-

Una veduta dell’impianto completo che Useon ha realizzato integrando un granulatore a immersione AH D 300 di Nordson BKG

stallazione e la messa in funzione. Le dimensioni del progetto e la nostra partecipazione costituiscono fattori importanti per lo sviluppo della tecnologia bivite “made in China” in un mercato fino a oggi ad appannaggio delle aziende occidentali”, ha dichiarato Allen Zhang, responsabile vendite di Useon.

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La strada per la fabbrica intelligente

Le unità di controllo della temperatura comunicano tramite dashboard L’ultima generazione di unità di controllo della temperatura sviluppata da Regloplas, costruttore svizzero i cui prodotti sono distribuiti in Italia da Sverital, può essere collegata in rete alle macchine di processo così come ai sistemi di controllo centralizzati PPS, MES ed ERP tramite il protocollo di comunicazione OPC UA, per lo scambio continuo di dati nei processi di trasformazione delle materie plastiche altamente automatizzati e digitalizzati. L’integrazione facilita il controllo orientato alla domanda e la visualizzazione e la valutazione dei dati: un “dashboard” (pannello di controllo) centrale rende trasparente tutto il processo, per esempio consentendo di adattare i parametri ai requisiti correnti e visualizzando tutti i dati di processo rilevanti. Ogni unità di controllo della temperatura è dotata di proprio server client OPC UA e, quindi, può essere integrata nei sistemi PPS, MES ed ERP dell’utente. Inoltre, l’interfaccia standardizzata è compatibile con altri protocolli e sistemi di bus standard del settore (Ethernet/IP, Profibus, Profinet, Modbus, Powerlink ecc.), mentre la comunicazione può avvenire anche in più posizioni tramite cloud. Oltre alle unità OPC UA, Regloplas recentemente ha introdotto una nuova unità di controllo per le alte temperature. Con P230S l’azienda aveva sviluppato un termoregolatore ad acqua pressurizzata per la lavorazione di MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

27. Fakuma Fiera internazionale per la lavorazione delle materie plastiche

D 13. – 17. Ottobre 2020 a Friedrichshafen

La nuova unità P230M per il controllo della temperatura dell’acqua pressurizzata

- Macchine ad iniezione - Termoformatura - Impianti di estrusione - Sistemi di stampaggio - Materiali e componenti materie plastiche ad alte prestazioni in grado di fornire una temperatura di flusso di 230°C. Con il modello P230M estende ora la gamma di prestazioni di questa serie, incrementando portata e riscaldamento. Uno stabilizzatore di pressione brevettato garantisce un controllo permanente della pressione del sistema, anche in questa fascia di temperatura. Tra le ultime novità messe in campo dal costruttore svizzero rientra anche la seconda generazione del dispositivo P100XS per il controllo della temperatura di elementi da termoregolare molto piccoli (per esempio, nel microstampaggio a iniezione). Fino a ora, P100XS forniva acqua pressurizzata con temperatura di flusso massima pari a 100°C, che adesso invece può arrivare fino a 140°C.

Eccellente competenza tecnica. Riferimento pratico diretto. Grande vantaggio per i visitatori. Risonanza internazionale!

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MATERIALI E APPLICAZIONI “Delight The Light” al centro di largo Cairoli, durante l’evento In-Habits Village per il Fuorisalone di Milano 2018

CONCORSO DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE POLIURETANO ESPANSO RIGIDO

POLIURETANI PREMIATI

I PROGETTI DI RICERCA PREMIATI O SEGNALATI DA ANPE NEL CORSO DELLA SUA ULTIMA CONFERENZA ANNUALE, SECONDO QUANTO RIPORTATO SULLA RIVISTA “POLIURETANO” N. 63 (DICEMBRE 2019), EDITA DALL’ASSOCIAZIONE DI ANPE

C

ome accade ormai da diversi anni, anche in occasione dell’edizione 2019 della conferenza ANPE, l’associazione ha istituito un concorso destinato a ricerche, tesi, o progetti sviluppati da studenti universitari o giovani ricercatori. I premi sono stati attribuiti ai lavori ritenuti più interessanti nell’ambito delle due seguenti aree tematiche: impiego di isolanti poliuretanici in progetti (edifici, impianti, manufatti)

a elevata efficienza energetica; studi e ricerche attinenti agli aspetti chimici e tecnologici della produzione di poliuretani espansi rigidi. Il numero e la qualitĂ  dei progetti presentati ha motivato la Commissione giudicatrice, composta da tre chairmen e da esperti ANPE, ad assegnare due premi ex aequo per il secondo ambito, chimico e tecnologico. Sono inoltre stati segnalati ulteriori progetti degni di nota.

I tre vincitori con le proprie targhe (da sinistra: Alessandro Franchini, Francesca Costantini e Graziano Salvalai) e lo staff di ANPE che ha consegnato i premi

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AMBITO CHIMICO E TECNOLOGICO I DUE PREMI EX AEQUO Riciclo chimico di espansi poliuretanici e poliisocianurici Lo studio di Francesca Costantini (tesi di Laurea Magistrale in Ingegneria Chimica e dei Processi Industriali, Università degli studi di Padova, Anno Accademico 2016-2017; relatore: Michele Modesti) s’inquadra nell’ambito della ricerca di trattamenti alternativi allo smaltimento in discarica degli scarti di materie plastiche d’uso comune come il poliuretano, il cui consumo a livello globale è in rapida crescita - e che ne consentano il reinserimento nel ciclo produttivo. Studi precedenti hanno dimostrato che il trattamento chimico tramite glicolisi è una valida via per il riciclo di espansi poliuretanici rigidi e flessibili, poliuretani da RIM (Reaction Injection Moulding) e poliuretani elastomerici. L’obiettivo del progetto premiato è stato quello di valutare l’applicabilità del processo di glicoliMACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


si agli espansi rigidi poliisocianurici, ampiamente utilizzati per l’isolamento termico in edilizia, nonostante la stabilità termica degli anelli isocianurici presenti nella struttura polimerica. La demolizione delle strutture poliisocianuriche a elevato indice d’isocianato si è dimostrata possibile ad alta temperatura e in presenza di dipropilenglicole, quale reagente per la transesterificazione dei gruppi uretanici, e di acetato di potassio quale catalizzatore. Il prodotto ottenuto, una miscela liquida omogenea di oligomeri ramificati terminanti con gruppi ossidrilici attivi, è risultato direttamente utilizzabile per la sintesi di nuovi espansi. Lo studio dell’effetto dei parametri di processo sulle caratteristiche più importanti del prodotto di glicolisi, per il riuso nella sintesi di nuovi espansi, ha mostrato che il rapporto di massa glicole/polimero è la variabile determinante per l’ottenimento della viscosità e del numero di ossidrile desiderati. La concentrazione del catalizzatore e la temperatura sono anch’esse variabili critiche, in quanto, oltre alle reazioni desiderate, favoriscono lo sviluppo di reazioni secondarie di idrolisi e pirolisi, che possono portare alla contaminazione del prodotto finale. L’applicazione dei prodotti di glicolisi alla sintesi di nuovi espansi rigidi in quantità pari al 50% del poliolo totale ha infine mostrato che tali prodotti, costituiti da catene altamente ramificate e maggiormente compatibili con gli isocianati, sono in grado di conferire proprietà meccaniche competitive con quelle di espansi ottenuti unicamente da materie prime vergini (vedi figura 1). Compositi a matrice poliisocianurata resistenti agli incendi Il progetto di Alessandro Franchini, alla base della sua tesi di laurea magistrale in Scienze e Tecnologie della Chimica Industriale (Università degli studi di Bologna, A.A. 2016-2017, relatore: Elisabetta Salatelli; correlatori: Luigi Bertucelli e Giorgio Zattini) è stato sviluppato presso la società Dow Italia di Correggio (Reggio Emilia) e riguardava lo studio di formulazioni di compositi con matrice polimerica a base di isocianurato, al fine di preparare manufatti con migliorato comportamento in condizioni d’incendio. In particolare, si è cercato di migliorare il parametro di tenuta/isolamento nei test di resistenza al fuoco dei serramenti (figura 2). In bibliografia sono presenti numerosi esempi di matrici polimeriche usate per lo sviluppo di questi materiali, principalmente a base di silicio, mentre la matrice organica utilizzata in questo progetto è a base di poliisocianurato (PIR) rigido, scelto per la sua elevata stabilità termica. MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

AMBITO APPLICATIVO Delight the Light - A Smart Living Polyurethane Concept Questa costruzione modulare prefabbricata e industrializzata è stata messa a punto da un gruppo di neolaureati (Marco Baccaro, Luca Del Favero, Andrea Tagliabue) in Ingegneria Edile-Architettura presso il Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano e il progetto è stato coordinato da Graziano Salvalai, docente di Energy Efficient Buildings, e dai collaboratori del Politecnico Federica Brunone e Maria Marta Sesana. Si caratterizza tecnologicamente per l’impiego di soluzioni costruttive interamente a secco e, infatti, il padiglione si regge su una struttura metallica a telaio e involucro in pannelli sandwich poliuretanici. È un vero e proprio meccano leggero dell’abitare minimo, che racchiude in sé i principi di modularità, assemblabilità, aggregabilità e flessibilità, che lo rendono quindi adattabile a diversi contesti ed esigenze: abitazioni, emergenza, terziario, soccorso e sopraelevazione. Le diverse possibilità di rivestimento esterno ne garantiscono inoltre la variabilità estetica, rendendolo personalizzabile, ma al contempo industrializzato. Le tecnologie costruttive utilizzate garantiscono elevate performance a livello acustico, energetico e termo-igrometrico, oltre che sismico, assicurando inoltre rapidità di montaggio e smontaggio, indispensabile nel caso di costruzioni temporanee o d’emergenza. Le porzioni vetrate assieme alle finestre da tetto, perfettamente integrate nell’architettura, permettono di aumentare l’apporto di luce naturale e agevolano la ventilazione dall’esterno. Al contempo pareti ventilate, pannelli fotovoltaici, pannelli per la produzione d’acqua calda sanitaria e serbatoi di raccolta dell’acqua piovana rendono

Fig. 2 - Prove di resistenza al fuoco per due tipologie di manufatti: pannelli metallici coibentati e serramenti per superfici vetrate

Fig. 1 - Campioni di espansi poliuretanici a indice NCO 300 preparati con percentuali di poliolo da glicolisi pari rispettivamente al 50%, 75% e 100% (da sinistra verso destra)

più sostenibile e autonoma la costruzione in termini energetici. Un prototipo di “Delight the Light” è già stato installato nella piazza antistante il Castello Sforzesco di Milano (vedi foto in apertura d’articolo), per ospitare l’ufficio stampa del campus In-Habits durante il Fuori Salone 2018. La struttura è stata poi donata all’isola di Ischia, colpita dal recente terremoto, ed è stata destinata a un centro civico giovanile per attività culturali e musicali, denominato “La Nuvola di Francesco” in memoria di un giovane ischitano appassionato di musica e prematuramente scomparso. Il gruppo progettuale del Politecnico di Milano ha infine devoluto l’importo del premio di ANPE alla Missione dei Frati Oblati di Maria Immacolata in Guinea Bissau, dove il Politecnico, grazie soprattutto all’impegno del docente Marco Imperadori, ha già realizzato numerosi interventi a scopo umanitario.

ALTRI PROGETTI SEGNALATI IN AMBITO TECNOLOGICO Sintesi di polioli da scarti mediante sistema a microonde L’obiettivo della tesi di Laurea Magistrale in Ingegneria Chimica e dei Processi Industriali di Lorenza Catini (Università Politecnica di Padova, A.A. 2017-2018, relatore: Alessandra Lorenzetti) era la realizzazione di espansi poliuretanici rigidi, utilizzando polioli ottenuti per liquefazione della lignina, prodotto di scarto dell’industria cartaria. La lignina è stata depolimerizzata tramite liquefazione a microonde per produrre polioli, impiegando come solventi ulteriori polioli provenienti da fonte rinnovabile. L’effetto delle condizioni operative, in termini di tempo, solvente utilizzato, tipo e quantità di catalizzatore, è stato studiato al fine di ottenere polioli con caratteristiche adatte alla produzione di espansi poliuretanici rigidi (figura 3). Le schiume poliuretaniche sono state poi caratterizzate dal punto di vista fisico, tramite misura di densità e conducibilità, e morfologicamente, attraverso il microscopio elettronico a scansione. Sono stati inoltre condotti: analisi termogravimetrica (TGA) e test di reazione al fuoco (LOI). Le proprietà degli espansi prodotti utilizzando polioli da lignina sono state confrontate con quelle di schiume con polioli ottenuti da acido

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MATERIALI E APPLICAZIONI

azelaico, quindi sempre da fonte rinnovabile, ma già disponibili in commercio. Particolare attenzione è stata rivolta alla conducibilità termica, dato che questi ultimi espansi sono comunemente utilizzati come isolanti in edilizia. I risultati mostrano che, ottimizzando sia le condizioni operative del processo di liquefazione sia la formulazione, si possono ottenere espansi da lignina con proprietà fisiche analoghe a quelle di schiume ottenute dai polioli già in commercio (da fonte fossile o rinnovabile), ma che presentano una migliore reazione al fuoco. Proprietà modulabili mediante campo magnetico La ricerca in questione, condotta da Marco D’Auria, Daniele Davino e Luigi Sorrentino (Dipartimento d’Ingegneria dell’Università degli Studi del Sannio; Istituto per Polimeri, Compositi e Biomateriali; CNR) riguarda lo sviluppo di poliuretani espansi rigidi a bassa densità con caratteristiche meccaniche modulate e controllate mediante l’applicazione di un campo magnetico. Il progetto si è concentrato su materiali costituiti da una matrice poliuretanica nei cui precursori sono state disperse microparticelle sensibili ai campi magnetici. Durante la fase di produzione, mediante l’applicazione di un campo magnetico, è possibile controllare la distribuzione spaziale delle particelle, ottenendo così strutture a catena. Modificando opportunamente la distribuzione spaziale delle particelle è poi possibile manipolare la risposta meccanica del materiale. Sono stati prodotti e confrontati campioni espansi tal quali (UF, senza microparticelle), con particelle disperse in modo casuale (RPF, ottenuti facendo espandere i reagenti caricati senza l’applicazione del campo magnetico) e con particelle allineate (APF, ottenuti applicando un campo magnetico durante l’espansione). Applicando il campo magnetico, le particelle si sono arrangiate in strutture a catena, allineandosi lungo le linee del campo magnetico. Tali strutture si

0,7

sono consolidate dopo la polimerizzazione (cure) del polimero. Gli espansi rinforzati con microparticelle hanno mostrato una migliorata risposta a compressione nei confronti dei campioni tal quali (figura 4). Le prestazioni meccaniche sono aumentate con il contenuto di particelle per gli espansi con entrambe le tipologie di microparticelle. Questo comportamento è anche indice di una buona adesione con le particelle e, in base alla meccanica dei materiali compositi, l’effetto rinforzante dipende dalla percentuale volumetrica di particelle. Inoltre, a parità di contenuto in peso, la presenza delle catene di particelle ha impartito un significativo incremento del modulo elastico nella direzione in cui è avvenuta l’espansione. Infatti, nei sistemi APF, la maggior quantità di particelle consente la formazione di lunghi aggregati, che agiscono come se fossero vere e proprie fibre corte. I risultati dimostrano che è possibile incrementare di molto la risposta meccanica degli espansi con particelle allineate per formare strutture a catena senza interferire con la morfologia cellulare, diversamente dagli espansi rinforzati con differenti tecniche post produzione.

herone

0,8

Fig. 3 - Le schiume (b) 23, (c) 24 e (d) 26 sono quelle che per ciascun tipo di poliolo hanno mostrato migliore catalisi e migliori proprietà fisiche. Infatti, si è notato che un contenuto troppo elevato di catalizzatore comporta peggioramenti delle proprietà fisiche dell’espanso

0,3

Sforzo (MPa)

Sforzo (MPa)

Fig. 4 - Curve sforzodeformazione delle prove a compressione per i sistemi RPF e APF con 50% in peso di particelle (a sinistra) e 100% in peso di particelle (a destra)

0,35

0,6 0,5 0,4 0,3

0,25 0,2 0,15

0,2

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Espansi ottenuti con CO2 come espandente fisico Grazie al lavoro condotto da Cosimo Brondi, Sara Cavalca, Maurizio Corti, Maria Rosaria Di Caprio, Ernesto Di Maio, Salvatore Iannace, Thomas Mosciatti, Giuseppe Scherillo, Vanni Parenti (Dipartimento d’Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale, Università di Napoli Federico II; CNR), sono state prodotte schiume poliuretaniche rigide microcellulari utilizzando CO2 come agente espandente fisico. In particolare, per affrontare le difficoltà che incorrono quando una rapida depressurizzazione (10-2 s) viene applicata a un materiale il cui tempo di sintesi è molto più grande (102 s), è stato sviluppato un metodo innovativo che consiste nello schiumare il poliuretano rigido attraverso due step di depressurizzazione (figura 5). Nella prima fase è stata imposta una rapida depressurizzazione (10-2 s) dalla pressione di saturazione a una pressione intermedia, per permettere la nucleazione di una grande quantità di bolle; nella seconda fase, la crescita della bolle nucleate viene controllata attraverso una depressurizzazione lenta (102 s), dalla pressione intermedia a quella ambiente.

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Deformazione (mm/mm)

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Deformazione (mm/mm)

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b)

a)

c)

Fig. 5 - Attrezzatura utilizzata per eseguire i test di schiumatura: a) schema 3D che mostra un taglio del recipiente con il portacampione e l’albero di miscelazione; b) configurazione a uno step: attuatore (n. 1 nell’immagine) per la valvola a sfera (n. 2); recipiente in pressione (n. 3); c) configurazione a due step con un serbatoio (n. 4), per evacuare il recipiente in pressione a una pressione intermedia

In questo modo, separando la nucleazione dalla crescita delle bolle e “inseguendo” l’andamento della reazione con la pressione per evitare eccessive sollecitazioni sulla miscela di reazione, si sono ottenute schiume poliuretaniche termoindurenti con diametro di 20 μm e densità medio-bassa di 150 kg/m3. Correlazione tra Tg e HDT La tesi di Laurea in Ingegneria Chimica e dei Materiali di Nicolò Frezza (Università degli studi di Padova, A.A. 2017-2018, relatore: Michele Modesti, correlatore: Nicola Mela) aveva come oggetto l’attività di ricerca svolta presso la società Eulithe di Tombolo (Padova), il cui core business è la produzione e la commercializzazione di poliuretano espanso rigido, in lastre o blocchi, destinati ai settori del tooling, dell’arredamento e della modellistica. L’elaborato verteva in particolare sulla caratterizzazione di espansi appositamente formulati, per poter garantire una buona resistenza delle caratteristiche meccaniche a temperature d’esercizio elevate. La conoscenza della temperatura di transizione vetrosa (Tg) e della temperatura di distorsione termica (HDT) del prodotto risulta, in questi casi, di primaria importanza per poterlo considerare idoneo o meno all’impiego previsto. L’oggetto della ricerca è stato quello di individuare, e successivamente validare, un metodo che consentisse di stimare, con discreta approssimazione, la Tg degli espansi a partire da misure di HDT, ottenibili grazie a uno strumento in dotazione al laboratorio aziendale. Il primo capitolo dell’elaborato finale espone alcune nozioni chimiche sulla sintesi dei poliuretani, per poi descrivere i processi e gli impianti impiegati per la loro produzione. Il secondo capitolo si concentra inveMACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

ce sulla teoria riguardante Tg e HDT, modi differenti di caratterizzare il comportamento termico-meccanico dei materiali e utilizzati in modo non sempre corretto a livello industriale. Nel terzo capitolo vengono descritti gli strumenti di misura, le rispettive norme internazionali che ne definiscono l’impiego e il metodo d’analisi seguito per sfruttare la correlazione tra le misure di temperatura descritte. Il quarto capitolo è poi dedicato alla preparazione in laboratorio degli espansi da testare e alla procedura specifica delle misurazioni. In conclusione, sono presentati i dati ottenuti e le considerazioni sulla bontà delle ipotesi metodologiche precedentemente esposte. Il progetto di ricerca è stato realizzato in collaborazione con il Dipartimento d’Ingegneria Industriale dell’Università degli studi di Padova, dove sono state eseguite alcune prove di DMA (Dynamic Mechanical Analysis). I risultati hanno consentito di validare le ipotesi iniziali di correlazione tra i range di misura di Tg e HDT. Riciclo chimico di poliuretani da RIM I sistemi poliureici sono largamente impiegati nel settore automobilistico (figura 6) per la produzione di fasciame, scocche e plance tramite tecnologia RIM (Reaction Injection Molding). Tale elevato volume produttivo pone il problema dello smaltimento e/o riciclo sia degli scarti di produFig. 6 - Esempio di paraurti realizzato con la tecnologia RIM

zione che del materiale post consumo. Tra i metodi di riciclo applicabili, il processo di glicolisi risulta il più promettente per la sua semplicità e per la qualità dei manufatti ottenibili con il riciclato. Nel caso specifico, il lavoro di tesi di Antonio Gaspari (Laurea Magistrale in Ingegneria Chimica e dei Processi Industriali; Università degli studi di Padova, A.A. 2017-2018; relatore: Michele Modesti; correlatore: Francesca Piovesan) prevedeva lo studio del riciclo di un sistema poliureico commerciale; è stata indagata l’influenza di tipo di glicole, rapporto glicole/materiale, tipo di catalizzatore e umidità sulle caratteristiche del riciclato di maggior rilevanza per l’ambito industriale, quali: viscosità, numero di ossidrile e contenuto di ammine aromatiche. Successivamente, il materiale ottenuto dalle varie prove di glicolisi è stato impiegato nella produzione in laboratorio di nuovi espansi rigidi, per testare la compatibilità del riciclato con gli altri componenti di una formulazione tipo. Le proprietà dei nuovi espansi sono state messe a confronto con quelle di un materiale vergine, evidenziando la dipendenza da: rapporto glicole/ materiale, catalizzatore di glicolisi e percentuale di riciclato nella formulazione. Tutti i materiali sintetizzati hanno mostrato proprietà meccaniche e di isolamento termico interessanti, nonché ridotti tempi di polimerizzazione anche in assenza di catalizzatori. Infine, è stata condotta un’analisi economica preliminare per individuare le condizioni che portano al prodotto di glicolisi dal miglior rapporto costi/prestazioni. In conclusione, questo studio apre a numerosi sviluppi futuri quali: la realizzazione di un impianto pilota di glicolisi, la messa a punto di nuovi formulati per schiume a spruzzo, lo studio del comportamento dei prodotti di riciclo all’interno del ciclo produttivo RIM e la messa a punto di tecniche di mitigazione delle ammine aromatiche.

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MATERIALI E APPLICAZIONI

Dettaglio di un pezzo realizzato con i particolari bead espansi di PA Foam

NUOVI MATERIALI DA ASAHI KASEI

ESPANSI INNOVATIVI PER L’AUTO DEL FUTURO ALLA FINE DEL 2019 ASAHI KASEI HA LANCIATO SUL MERCATO EUROPEO DUE ESPANSI POLIMERICI DAVVERO PARTICOLARI: QUELLA CHE FORSE È LA PRIMA POLIAMMIDE ESPANSA MAI MESSA A PUNTO, IDEALE PER APPLICAZIONI DI INSONORIZZAZIONE E ALLEGGERIMENTO STRUTTURALE NELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA, E IL LEGGERISSIMO mPPE SUNFORCE, PER MIGLIORARE EFFICIENZA E SICUREZZA DELLE BATTERIE NEI VEICOLI ELETTRICI

O

ggi l’industria automobilistica si trova ad affrontare sfide nuove e impegnative come conseguenza della legislazione sempre più severa sulla sicurezza e sulle emissioni di anidride carbonica. Le batterie al litio sono componenti essenziali dei veicoli elettrici e, dal momento che rendono al meglio solo in condizioni stabili di temperatura, prevedono spesso l’installazione di unità di climatizzazione aggiuntive. Ciononostante, creare le giuste condizioni di temperatura per le batterie comporta inevitabilmente un aumento significativo dei consumi d’energia. Per questo motivo, è essenziale assicurare una gestione termica ottimizzata del gruppo batterie. Oltre a questo aspetto, anche le misure di sicurezza implementate sui veicoli in

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materia di resistenza al fuoco e agli impatti da incidente figurano tra le priorità di tutte le case costruttrici. Per aiutare le case automobilistiche ad affrontare tali sfide, Asahi Kasei ha sviluppato SunForce: un materiale espanso basato sul tecnopolimero mPPE (polifenilenetere modificato). A confronto degli espansi convenzionali in polistirene o poliolefine, l’mPPE presenta proprietà uniche, aprendo nuovi orizzonti applicativi per la gestione termica e la protezione antifiamma. È il primo materiale del suo genere certificato UL 94 V-0 (classe di sicurezza antifiamma per i materiali plastici utilizzati in dispositivi e apparecchiature) da Underwriters Laboratories e, come tale, contribuisce alla sicurezza complessiva del veicolo. Oltre alle eccellenti caratteristiche ignifughe,

questo espanso leggero possiede proprietà superiori di isolamento termico e funzioni ammortizzanti utili per i gruppi batterie. Tutte queste caratteristiche consentono applicazioni tuttora precluse agli espansi convenzionali. SunForce è infatti adatto a impieghi in gruppi batterie, ammortizzatori leggeri, strati interni di compositi rinforzati con fibre di carbonio, oltre che in applicazioni termoisolanti.

GRANDE LAVORABILITÀ E RISPARMI SIGNIFICATIVI Oltre all’ampia gamma di proprietà già citate, SunForce offre vantaggi significativi anche sul fronte dei costi: le sue perle espanse (bead) possono essere lavorate e saldate tra loro mediante stampaggio con vapore (sinterizzazioMACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


ne), un processo che richiede livelli di pressione notevolmente inferiori rispetto al tradizionale stampaggio a iniezione, con stampi in acciaio. Le minori pressioni consentono l’uso di stampi in alluminio, il cui costo è pari al 10-20% dei corrispondenti stampi in acciaio. Inoltre, trattandosi di un espanso, è possibile ottenere una significativa riduzione della quantità di resina necessaria per il processo produttivo, contribuendo a una generale diminuzione dei costi. L’elevata precisione dimensionale del materiale rappresenta un fattore chiave per assicurare la corretta funzionalità della parte stampata. Per questo fine, SunForce sfrutta le caratteristiche dell’mPPE (e, in particolare, il suo basso coefficiente d’espansione lineare) per limitare gli effetti della temperatura sul processo di fabbricazione e consentire la realizzazione accurata e precisa di strutture spesso complesse. Nello stesso tempo, le piccole dimensioni delle perle espanse permettono lo stampaggio di pareti sottili, pur garantendo elevata rigidità e resistenza meccanica.

STRATEGIE PER I MERCATI EUROPEI Asahi Kasei Europe sta attualmente rafforzando le attività di marketing e sviluppo grazie un portafoglio convincente di materiali ad alte prestazioni, che comprende tecnopolimeri, gomma sintetica, fibre tecniche e prodotti per le batterie ad alte prestazioni. “La nostra intenzione è quella di rafforzare lo sviluppo applicativo e il marketing di SunForce in tutta Europa, non solo in riferimento ai componenti per batterie, ma anche nell’ambito dell’elettronica e dei compositi, dove viene usato come strato interno (core) per parti auto, oltre che in dispositivi medicali, apparecchi elettrici e altre tecnologie avanzate”, ha dichiarato al riguardo Nobuhiro Kikuchi, responsabile di SunForce presso Asahi Kasei Europe, con sede a Düsseldorf.

UNA PA ESPANSA PER L’INSONORIZZAZIONE E L’ALLEGGERIMENTO STRUTTURALE I megatrend posti in essere dalla diffusione dei sistemi connessi, autonomi, condivisi ed elettrici, che vanno sotto la sigla CASE (Connected, Autonomous, Shared, Electrified), spingono verso nuove vette la domanda d’innovazione nell’industria automobilistica. Oltre ai cambiamenti determinati dalle richieste dei consumatori, la legislazione dell’Unione Europea sulla riduzione delle emissioni nocive promuove la domanda di materiali leggeri in sostituzione dei metalli tradizionali (alluminio compreso). Questi nuovi materiali devono anche soddisfare gli elevati standard di sicurezza imposti dall’industria automobilistica e fornire soluzioni in linea con le MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

Espanso SunForce per lo stampaggio di dispositivi elettronici giĂ  completi di protezione/isolamento

sempre più severe norme internazionali. Grazie all’ampio spettro di proprietà, le materie plastiche e gli espansi svolgono un ruolo chiave in questo campo. Un’ulteriore sfida per il settore è rappresentata dalle nuove norme più restrittive sulla rumorosità dei veicoli a motore. Secondo il Regolamento n. 51-03 UN/ECE, approvato dalle Nazioni Unite nel 2016, le emissioni sonore verso l’esterno dovranno progressivamente diminuire nei veicoli di nuova costruzione. Il colosso della chimica Asahi Kasei è uno dei pochi produttori globali di poliammide 6.6 completamente integrati, dal monomero di base ai compound finali. Sulla base di questa esperienza, l’azienda giapponese ha completato recentemente lo sviluppo di PA Foam: una poliammide espansa unica nel suo genere, che offre soluzioni per vincere le sfide sopra citate senza rinunciare a rigidità, resistenza meccanica e resistenza termica nelle applicazioni di alleggerimento strutturale e d’insonorizzazione per le moderne autovetture. Commercializzata anch’essa sotto forma di perle espanse (bead), PA Foam offre le tipiche proprietà termiche, chimiche e di resistenza agli oli delle poliammidi, combinate con una notevole rigidità o, in alternativa, con specifiche caratteristiche insonorizzanti, a seconda della forma del materiale. L’elevata rigidità, in particolare, ne fa una promettente alternativa all’alluminio e ad altri metalli nelle applicazioni strutturali, oltre che per l’uso in isolatori, condotti, distanziatori e altri componenti leggeri degli alloggiamenti per le batterie dei veicoli elettrici.

Composito a base di mPPE SunForce CF

PROPRIETÀ INSONORIZZANTI In aggiunta alle caratteristiche tipiche delle poliammidi, i bead di PA Foam con forma a C o anulare (detta anche a “maccherone”) presentano pure ottime proprietà insonorizzanti. Possibili applicazioni di questi espansi si ritrovano praticamente in tutte le parti degli autoveicoli, ma il loro potenziale si dispiega soprattutto all’interno del vano motore. Infatti, utilizzato ad esempio per la realizzazione di coperture per il motore, PA Foam non contribuisce solo all’alleggerimento dei componenti, ma riduce anche significativamente le emissioni sonore del motore, rendendo il veicolo complessivamente più silenzioso. Le caratteristiche insonorizzanti dell’espanso contribuiscono a migliorare pure il comfort degli interni. A fronte della popolarità crescente dei programmi di car sharing e dell’imminente introduzione su scala più ampia dei veicoli a guida autonoma, gli interni delle vetture vengono visti sempre più spesso come spazi abitabili per il relax degli occupanti. PA Foam può contribuire in maniera significativa a migliorarne la qualità, per esempio mediante l’isolamento dai rumori sia interni che esterni. In quest’ottica, oltre che per tettuccio e cofano, l’espanso può trovare applicazione nelle strutture dei sedili e del pavimento/pianale. Anche le perle espanse di PA Foam possono essere processate mediante stampaggio con vapore, sulle medesime macchine normalmente utilizzate per il polistirene. Inoltre, è possibile ottenere una significativa riduzione della quantità di resina utilizzata, abbattendo così i costi complessivi. “In Europa, dove la consapevolezza ambientale è più forte, si prevede un ulteriore incremento delle applicazioni strutturali leggere, specialmente nell’industria automobilistica. Il nostro espanso PA Foam apre nuovi orizzonti applicativi che richiedono leggerezza e resistenza termica. Inoltre, le caratteristiche antirumore conferite dalla speciale forma dei bead possono soddisfare la crescente domanda di componenti insonorizzanti e antivibrazioni (NVH)”, ha spiegato Takuji Namatame, senior manager della divisione Ricerca e sviluppo di Asahi Kasei Europe.

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MATERIALI E APPLICAZIONI

NEWS Polistirene espanso sinterizzato

L’EPS dimostra tutta la sua versatilità durante l’emergenza coronavirus In questi mesi l’EPS ha dimostrato di essere un materiale ideale per il packaging e l’imballaggio di beni alimentari e di materiale medicale. Sin dal trasporto e dalla corretta conservazione per il trapianto degli organi vitali fino al settore ittico, le sue eccellenti proprietà isolanti e di barriera contro i batteri garantiscono che il contenuto venga trasportato in sicurezza e senza subire pericolosi sbalzi di temperatura. Tali proprietà si sono dimostrate efficaci anche per il trasporto di medicinali e di tamponi Covid-19 ai laboratori per i test, il cui numero è cresciuto in tutta Europa nel tentativo di contenere la pandemia provocata dal coronavirus. “Non esiste materiale migliore dell’EPS quando si tratta di evitare possibili contaminazioni e garantire un trasporto sicuro e sterile, mantenendo costan-

te la temperatura all’interno del contenitore”, ha dichiarato Paolo Garbagna, presidente di EUMEPS (l’associazione dei produttori europei di polistirene espanso) e consigliere di AIPE (Associazione Italiana Polistirene Espanso). “Per non parlare dei suoi molteplici utilizzi: abbiamo assistito all’uso di EPS sottile da parte di persone sprovviste di alcun tipo di riparo, per realizzare mascherine protettive improvvisate per sé stessi e per gli operatori sanitari”. Oltre ai settori alimentari e farmaceutici, l’EPS è ampiamente utilizzato in edilizia, nonché nella realizzazione di caschi per ciclisti, di seggiolini auto per bambini e di giubbotti salvagente, grazie alla sua capacità di fornire un isolamento ottimale dal caldo e dal freddo e, pur essendo estremamente leggero, di garantire un elevato assorbimento degli

L’emergenza provocata dal coronavirus ha evidenziato la versatilità e l’utilità del polistirene espanso per i settori del packaging alimentare e medicale

urti. L’EPS è aria al 98% ed è riciclabile quasi all’infinito. “Siamo lieti”, ha continuato Garbagna, “che la chiusura e la riapertura selettiva dei parchi di riciclo comunali in tutta Europa abbiano offerto l’opportunità di ricordare a tante persone che l’EPS può essere facilmente riciclato”. AIPE, che rappresenta la filiera italiana dell’EPS

in seno a Eumeps, collabora strettamente con l’associazione europea da diversi anni, sostenendo e tutelando l’immagine e l’impiego del polistirene espandibile a livello nazionale e internazionale e occupandosi di temi rilevanti sul territorio, quali ad esempio il riciclo, il recupero dell’EPS e l’economia circolare.

ICSS tra le prime aziende a utilizzare l’EPS Revive di Versalis

Verso imballaggi di nuova generazione

Il nuovo EPS Revive si presta a diverse applicazioni, dagli imballaggi protettivi per elettrodomestici a quelli per oggetti di vario genere

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Nel novembre del 2019 la società ICSS, specializzata nella produzione di imballaggi, è stata tra le prime aziende ad aver avviato una produzione con Revive: innovativo EPS ottenuto tramite una tecnologia proprietaria di Versalis, che incorpora fino al 20% di contenuto riciclato e presenta caratteristiche fisiche e chimiche molto simili all’EPS di origine fossile. In questo modo, il trasformatore con sede a Gropello Cairoli (Pavia) intende dare vita a una nuova generazione di imballaggi: resistenti, leggeri e prodotti con materia prima riciclata. Il materiale è a sua volta riciclabile al 100% e rappresenta l’opportunità, per chi produce imballaggi e componenti in polistirene espanso, di realizzare un prodotto più sostenibile e, per chi li utilizza, di orientarsi verso scelte più consapevoli senza rinunciare a qualità e affidabilità. Inoltre, la presenza di una percentuale di ma-

teriale riciclato nella composizione di questo EPS contribuisce ad abbattere l’incidenza della plastic tax sui costi del prodotto finale, dando origine a un risparmio che può arrivare fino a 90 euro a tonnellata. Per il momento, ICSS ha iniziato a impiegare Revive nella produzione di pannelli isolanti per frigoriferi e, durante lo scorso dicembre, nella realizzazione degli alberi di natale NatTy. La componente riciclata è il risultato di un progetto che Versalis ha messo a punto insieme al consorzio Corepla, il quale fornisce, per esempio, bicchieri, vassoi e coppette di yogurt in polistirene provenienti dal circuito della raccolta differenziata domestica italiana. Si ottengono così manufatti di colore bianco perla (al momento non sono disponibili altre colorazioni) che possono essere personalizzati con immagini fotografiche, stampe e loghi.

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Isolamento delle condutture con FEF e PEF

L’isolante che garantisce un risparmio di CO2 superiore e certificato Dalla fine del 2019 Basf propone Neopor BMB: la versione BioMass Balance del proprio polistirene espandibile Neopor con grafite. Con il metodo BioMass Balance certificato da REDcert, il 100% delle materie prime fossili viene sostituito da materie prime rinnovabili, come bionafta o biogas. In questo modo, l’impronta di carbonio del processo produttivo di questa versione risulta fino al 90% inferiore rispetto a quel- I primi edifici realizzati utilizzando materiali isolanti a base di Neopor BMB la delle versioni tradizionali. L’azienda italiana “L’Isolante” è sta- sono già in costruzione ta la prima ad aver adottato questo materiale per produrre i propri pannelli isolanti a marchio Reverso, impiegati da Ivas Industria Vernici (produttore di sistemi a cappotto, Etics) e da AbitCoop per realizzare l’isolamento termico di due condomini di cinque piani a Castenaso (Bologna). Per l’isolamento delle facciate dei due nuovi edifici, da 15 appartamenti ciascuno, sono stati impiegati circa 3000 metri quadri di pannelli in Neopor BMB, la cui produzione ha consentito di risparmiare circa 12 tonnellate di anidride carbonica rispetto a quella che sarebbe stata prodotta utilizzando il Neopor tradizionale. Risparmio a cui ha contribuito anche il minor consumo energetico necessario per il riscaldamento durante la vita utile del pannello. “Raggiungere un livello molto elevato di efficienza energetica delle abitazioni e ridurre al minimo l’impatto ambientale dei materiali utilizzati per la costruzione erano le due esigenze dei futuri inquilini. Dopo una serie di verifiche tecniche, abbiamo deciso di applicare Reverso sia per le eccellenti proprietà del prodotto sia per le caratteristiche del metodo BMB impiegato per la realizzazione del pannello stesso”, ha affermato Andrea Prampolini, ingegnere presso AbitCoop. Coordinate in maniera ottimale, tutte le strategie progettuali hanno permesso agli edifici di raggiungere la classe di efficienza energetica A4, la più alta prevista a livello nazionale, e la classe di efficienza energetica CasaClima A, come confermato da un audit dell’agenzia KlimaHaus-CasaClima di Bolzano. “La riduzione delle emissioni di anidride carbonica è una delle priorità della politica sul clima. I materiali isolanti in Neopor (anche quelli non realizzati con il nuovo metodo) danno un grande contributo all’edilizia sostenibile, grazie a una produzione molto efficiente e alla vita utile decisamente lunga. Siamo, quindi, particolarmente lieti che il metodo BioMass Balance consenta di migliorare ulteriormente l’impronta di carbonio degli edifici. Perché, in questo modo, contribuiamo attivamente alla conservazione delle risorse fossili e alla riduzione dei gas serra generati dal riscaldamento e dal raffreddamento degli edifici stessi”, ha spiegato Klaus Ries, responsabile del Global Business Management presso la divisione Styrenic Foams di Basf. MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

I materiali isolanti a base di espansi elastomerici (FEF) o polietilenici (PEF) concorrono alla riduzione dei rischi di formazione della legionella nelle condutture idrauliche e di riscaldamento. Isolare è di fondamentale importanza, in quanto riduce la crescita batterica all’interno delle tubazioni nelle quali scorre l’acqua potabile. “Il batterio della legionella cresce a un tasso superiore in acqua ferma o stagnante, a una temperatura compresa tra i 25°C e i 30°C”, spiega Georg Eleftheriadis, capogruppo dell’associazione europea CEFEP (European FEF and PEF Interest Group). “Gli isolanti termici a base di FEF o PEF permettono il mantenimento di temperature costanti, garantendo e preservando le peculiarità dell’acqua potabile”. L’isolamento a celle chiuse permette infatti una migliore efficienza energetica e costituisce una barriera al passaggio di umidità. Le normative internazionali e i regolamenti europei definiscono le modalità di fornitura dell’acqua potabile, in modo da garantire un elevato livello di qualità e purezza. Lo standard europeo EN 806 indica specificatamente quali misure si debbano adottare al fine di garantire una fornitura di acqua potabile sicura. Il batterio della legionella si sviluppa a temperature comprese tra i 25°C e i 60°C, proprio quelle che interessano le condutture di acqua calda e fredda. Se inalato in particelle (ad esempio, come aerosol nella doccia) il batterio può provocare sintomi simili a quelli della polmonite. Per contrastare il rischio di contaminazione microbica, è quindi importante che le tubazioni di acqua calda e fredda siano ben isolate tra di loro, utilizzando adeguati materiali isolanti. Un isolamento appropriato delle tubazioni minimizza il rischio che le temperature dei flussi d’acqua scendano sotto i 60°C (per l’acqua calda) o salgano sopra i 25°C (acqua fredda). Questo è il range di temperature definito sicuro dalla normativa EN 806-2. Nelle considerazioni sul risparmio energetico, fattori ambientali come temperatura, umidità dell’aria e temperatura del fluido sono fondamentali per la scelta dello spessore isolante più idoneo, al quale è richiesto di garantire una resistenza adeguata al passaggio d’umidità e un efficiente isolamento termico. In questo contesto, gli isolanti FEF e PEF offrono i loro migliori vantaggi. Nel caso di condutture utilizzanti fluidi freddi, le temperature d’esercizio sono inferiori rispetto a quelle dell’aria circostante, con pericolo di formazione di condensa. Grazie alle loro intrinseche proprietà di barriera al vapore acqueo, gli isolanti FEF e PEF sfavoriscono la formazione di condensa, sia sulla superficie della conduttura sia all’interno dell’isolante stesso. CEFEP

EPS a bassa impronta di carbonio

Limitare la contaminazione batterica nell’acqua potabile

Prodotti isolanti a base di FEF e PEF contribuiscono a mantenere costanti le temperature all’interno delle tubazioni, riducendo così il rischio di sviluppo dei batteri e garantendo un’acqua potabile più sicura

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NOTIZIARIO DEI COMPOSITI UN MATERIALE INNOVATIVO PER L’INDUSTRIA DEI COMPOSITI

La magia del grafene SONO PASSATI QUASI VENT’ANNI DA QUANDO IL GRAFENE È STATO ISOLATO PER LA PRIMA VOLTA IN UN LABORATORIO DELL’UNIVERSITÀ DI MANCHESTER, FACENDO POI GUADAGNARE AI SUOI SCOPRITORI, ANDREJ GEJM E KONSTANTIN NOVOSËLOV, IL PREMIO NOBEL PER LA FISICA NEL 2010. GRAZIE A INNUMEREVOLI ARTICOLI SULLE SUE QUALITÀ E POTENZIALITÀ, IN BREVE TEMPO È DIVENTATO UNA STAR DELLA COMUNICAZIONE E, SECONDO MOLTI ESPERTI, È “IL MATERIALE DEL FUTURO”. MA COS’È IN PRATICA IL GRAFENE E PERCHÉ HA SUSCITATO TANTO INTERESSE? DI SIMONETTA PEGORARI

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l grafene è costituito da uno strato monoatomico di atomi di carbonio disposti a nido d’ape ed è superiore ad altri nanomateriali a base di carbonio in termini meccanici, chimici e di proprietà elettriche. La maggior parte dei materiali bidimensionali è stata prodotta artificialmente ma, fino a quando gli scienziati russi Konstantin Novosëlov e Andrej Gejm non sono riusciti a isolare il grafene dalla grafite, per mezzo di una tecnica molto semplice (utilizzando un banalissimo nastro adesivo), si pensava che non potessero nemmeno esistere in natura, a causa dell’instabilità della struttura 2D. Il grafene è sottilissimo (con uno spessore compreso fra 0,1 e 0,5 nanometri), leggerissimo, flessibile, denso, trasparente, duecento volte

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più resistente dell’acciaio, efficiente conduttore di calore ed elettricità, resistente alla temperatura e alle variazioni del pH. Tutte queste qualità ne rendono possibile l’utilizzo nei campi più diversi, quali: medicina, sensoristica, diagnostica e test, elettronica, gestione termica, elaborazione della luce, conservazione dell’energia, filtrazione dell’acqua, nanoantenne, transistor, rivestimenti anticorrosivi e impermeabili, lubrificanti, materiali strutturali, compositi e molti altri ancora. Deriva dal carbonio esattamente come il diamante e la grafite, ma da quest’ultima si differenzia per la struttura ordinata, alla base delle sue proprietà. Gli elettroni possono spostarsi da un atomo di carbonio all’altro senza dispendio d’energia… e questo lo rende un conduttore perfetto.

PRODUZIONE DEL GRAFENE Numerosi ricercatori hanno tentato di sviluppare processi in grado di fabbricare in continuo prodotti a base di grafene uniformi e di alta qualità. Per competere con altre tipologie di prodotti a base di carbonio (fibre di carbonio, nanotubi di carbonio ecc.), prezzo, possibilità di produzione in serie e livello qualitativo sono naturalmente fattori cruciali. Le metodologie più utilizzate per ottenere grafene dalla grafite sono l’esfoliazione meccanica e l’esfoliazione in fase liquida (o chimica). La prima fornisce risultati molto buoni, ma è difficile utilizzarne i prodotti in varie applicazioni, a causa delle loro ridotte dimensioni. In alternativa, dopo che alcuni ricercatori hanno ossidato chimicamente la grafite per otteMACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


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nere quantità interessanti di grafene, è stato usato l’ossido di grafene (GO) per produrre film sottili grazie all’autoassemblaggio. È un metodo vantaggioso, poiché si possono produrre grandi quantità di film a basso costo e pure con aspetto simile alla carta, sebbene le loro proprietà non siano eccellenti. Un altro processo produttivo molto interessante prevede la sintesi tramite deposizione chimica da vapore (CVD) ed è considerato, al momento, uno dei metodi migliori per ottenere grafene su larga scala. La sintesi avviene sulla superficie di catalizzatori metallici a base di nichel o rame, sebbene, per ottenere grafene uniforme e di alta qualità, siano stati usati anche altri catalizzatori metallici, come: platino, cobalto, iridio, rutenio, oro e leghe. I meccanismi di sintesi variano a seconda delle proprietà dei catalizzatori e un tipico meccanismo può essere il seguente: l’idrocarbonio (composto di ossido di carbonio e idrogeno, scoperto da Thomson nel 1817, ndr), allo stato gassoso, si decompone e successivamente precipita sulla superficie dei catalizzatori metallici (in questo caso a base di nichel o cobalto) per formare il grafene dopo il raffreddamento. Il numero di strati può essere controllato regolando spessore, tempo di reazione, velocità di raffreddamento e concentrazione del gas in base al tipo di catalizzatore. Per sintetizzare grafene su larga scala a un livello relativamente basso di temperatura di sintesi e controllo del catalizzatore, molti ricercatori hanno studiato attivamente anche vari metodi di CVD al plasma (PECVD: Plasma-Enhanced Chemical Vapour Deposition): a onde di superficie, a microonde e ad accoppiamento induttivo. Un altro processo continuo per la produzione su larga scala di prodotti a base di grafene si basa sulla sintesi CVD roll-to-roll, messa a punto da Samsung e che avviene in due fasi: nella prima si ha la deposizione chimica da vapore e nella seconda fase si lega il grafene a un substrato. Grazie alla loro resistenza meccanica, stabilità termica e conducibilità elettrica, i materiali correlati al grafene (GRM) sono stati ampiamente esplorati per varie applicazioni. Inoltre, sono stati studiati e applicati come filler nella produzione di compositi polimerici per migliorarne le prestazioni. Con la prevista crescita della produzione di GRM, l’esposizione professionale e dei consumatori è inevitabile e ciò sta sollevando preoccupazioni riguardanti i potenziali rischi per la salute. È quindi necessario valutare i potenziali effetti delle particelle di aerosol rilasciate nell’ambiente dopo l’abrasione meccanica di compositi epossidici rinforzati con GRM, MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

onde verificare la pericolosità Graphenano One, delle nuove tecnologie sviluppala prima barca te. Il grafene è comunque un nain composito nomateriale ed è bene valutarne di grafene scrupolosamente la potenziale tossicità. In ogni caso, la produzione è in continua crescita, rendendo il grafene e i relativi materiali 2D più accessibili e meno costosi per l’industria e la ricerca. L’applicazione su vasta scala nei prodotti commerciali arriverà presto ed è tempo che l’Europa si assicuri un ruolo importante nella rivoluzione tecnologica L’applicazione su vasta scala nei prodotti comin corso, in un mercato che, secondo le pre- merciali arriverà quindi assai presto. visioni dello scorso anno, dovrebbe superare i Il grafene è un materiale molto versatile e, ol100 milioni di euro entro il 2020. tre ai settori applicativi appena citati, può esseL’alta qualità è un elemento fondamentale per re utilizzato in aeronautica, energia, medicina, le nuove tecnologie che sfruttano le eccellenti edilizia ecc. Gli inchiostri a base di grafene, per proprietà elettriche del grafene. Se negli anni esempio, offrono ai tessuti stampati la funziopassati il grafene è stato considerato un pro- nalità aggiuntiva di sensori e circuiti tattili. Inoldotto da ricerca e sviluppo e non da grandi tre, se a basso costo, potranno sostituire gli numeri, ora sembra che le cose stiano cam- inchiostri metallici per i circuiti stampati in una biando e ormai la produzione su larga scala è vasta gamma di dispositivi intelligenti, aprendo reale. In Svezia, per esempio, si estraggono così la strada a un’ampia disponibilità di circuiti grandi quantità di minerale di grafite, che ven- e sensori flessibili per connessioni intelligenti e gono poi trasformate altrove in prodotti desti- Internet delle cose. nati allo sviluppo di applicazioni chiave. Anche il settore nautico è interessato. Sono infatti in corso, per esempio, varie prove per l’applicazione di un primer con additivo al grafene APPLICAZIONI Esistono oggi innumerevoli applicazioni che su navi commerciali oceaniche, addirittura da sfruttano il grafene per le sue eccezionali carat- 33000 t. teristiche, principalmente in elettronica e telefonia, come sono numerosi i vantaggi apportati GRAFENE E NAUTICA da questo nuovo materiale ai dispositivi utilizzati Risale a qualche anno fa un interessante espenella vita di tutti i giorni. Per esempio, una bat- rimento per l’utilizzo del grafene nella costruteria al grafene permette di utilizzare il proprio zione nautica. Grazie a Graphenano, un’asmartphone per giorni, pur completando la ca- zienda spagnola leader nella produzione di rica in pochi minuti, se non secondi. Attualmen- grafene, è stata prodotta in cantiere la prima te il problema riguarda solo il costo, piuttosto barca in composito al grafene: Graphenano alto, però la ricerca di un processo produttivo One, un “fisherman” classico, costruito con economicamente competitivo procede a ritmi processo d’infusione sottovuoto, dove il mat di serrati e con ottimi risultati, come si è già visto. fibra di vetro è stato addizionato con grafene. Il costruttore ha dichiarato che con questa tecnica si riduce la quantità di resina usata, mentre aumenta molto la resistenza meccanica e si risparmia circa il 20% in termini di peso. Rispetto a una barca in composito tradizionale, a parità di dimensioni dello scafo e di potenza installata, ne beneficiano sia i consumi - e, dunque, anche l’autonomia - sia le prestazioni. Per il momento, però, l’esperimento non ha avuto seguito.

GRAFENE E AERONAUTICA La struttura esagonale del grafene, ordinata ma bidimensionale

Ovviamente, grazie alle sue grandi qualità, il grafene ha subito destato l’interesse del settore aerospaziale. In Italia, Leonardo utilizza

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NOTIZIARIO DEI COMPOSITI questo materiale per applicazioni in elettronica, sensoristica e termomeccanica, ad esempio per studiare sistemi antighiaccio per le ali degli aerei e per aumentare la resistenza meccanica delle strutture aeronautiche. Nell’ambito dei sistemi avionici e spaziali, invece, il grafene è considerato un materiale interessante sia per il raffreddamento dell’elettronica di bordo sia per realizzare schermi tattili e flessibili. Si pensa di utilizzarlo anche per migliorare strumenti come i radar e i sensori ottici e, naturalmente, per realizzare nuovi componenti elettronici leggerissimi, celle solari e batterie per gli aerei interamente elettrici. Alcuni dei progetti di ricerca di Leonardo rientrano in Graphene Flagship, il più grande programma di ricerca finanziato in questo campo dalla Commissione europea.

APPLICAZIONE NEL MEDICALE Le ferite croniche o con lunghi tempi di guarigione sono in aumento a causa del crescente numero di persone anziane e, oltre ai problemi per i malati, comportano un onere economico significativo per i sistemi sanitari di tutto il mondo. Di fronte a questo problema gli scienziati francesi di Grapheal - spin-off del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (CNRS), che ha sede nei pressi di Grenoble - hanno sviluppato un nuovo cerotto al grafene che consente di monitorare da remoto i pazienti.

Antenna flessibile NFC, messa a punto nell’ambito dell’iniziativa europea Graphene Flagship

Spiega Vincent Bouchiat, direttore ricerche del Dipartimento di Nanoscienze dell’Istituto Néel del CNRS-Grenoble: “La conduttività dell’elettrodo di grafene varia in base ai cambiamenti chimico-fisici nella ferita, quindi abbiamo prodotto pellicole in questo materiale su un supporto polimerico e le abbiamo integrate in una benda che può registrare i parametri biologici attraverso il contatto diretto con il letto della ferita”. La medicazione in grafene è ultraflessibile, si adatta facilmente a qualsiasi parte del corpo e possiede minuscoli dispositivi elettronici wireless (con elettrodi leggeri e completamente flessibili), che trasferiscono i dati a un’applicazione mobile. Quindi, utilizzando un

Come i due premi Nobel Gejm e NovosĂŤlov

Un piccolo esperimento La grafite è un minerale che rappresenta uno degli stati allotropici del carbonio e si trova in natura sotto forma di cristalli lamellari, composti da strati di atomi di carbonio con forti legami tra di loro, sebbene siano deboli i legami fra strato e strato. Se si rimuove solo uno strato di grafite, è possibile ottenere il grafene... e lo si può fare molto facilmente! Basta prendere del nastro adesivo e un campione di grafite, premere il na-

stro sulla superficie della grafite e rimuoverlo, ripetere il secondo passaggio almeno cinque volte e, quando un sottile strato di grafite sarà visibile sul nastro adesivo, il grafene sarà pronto! I due ricercatori dell’università di Manchester che hanno scoperto il grafene Konstantin Novosëlov e Andrej Gejm hanno utilizzato proprio questa tecnica: una semplice forma di esfoliazione meccanica. E dire che non pensavano di scoprire il grafene (e tantomeno di ricevere il premio Nobel per questo!), ma volevano solo ricavare pellicole di grafite sufficientemente sottili per realizzare un transistor. La semplice esfoliazione meccanica, con nastro adesivo, che ha portato alla scoperta del grafene

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software di telemedicina e tecnologie mediche nel cloud, le informazioni possono raggiungere l’ospedale per essere monitorate e valutate da uno specialista. “Questo può migliorare e personalizzare il trattamento delle ferite croniche che richiedono cure a lungo termine”, afferma Bouchiat. Le prime prove sull’uomo stanno per iniziare e anche questo è un progetto avviato grazie all’iniziativa europea Graphene Flagship.

GRAPHENE FLAGSHIP Nel 2013 la Commissione europea ha lanciato “Graphene Flagship”, uno dei più grandi programmi di ricerca in Europa. Il progetto ha lo scopo di portare il grafene dal laboratorio alla vita quotidiana nell’arco di dieci anni, generando crescita economica, posti di lavoro e nuove opportunità. Il programma, che vale un miliardo di euro, coinvolge più di 150 partner accademici e industriali. Si tratta della più grande iniziativa di ricerca dell’UE e rappresenta una nuova forma di ricerca coordinata e congiunta su una scala senza precedenti. È finanziata congiuntamente da Commissione europea, Stati membri e paesi associati, con oltre 150 gruppi di ricerca in 23 paesi che coinvolgono mondo accademico, istituti di ricerca e settore industriale.

UN’ASSOCIAZIONE DEDICATA Il Graphene Council è stato fondato anch’esso nel 2013 ed è al servizio della comunità globale dei professionisti del grafene. Oggi è la più grande comunità al mondo in questo campo per ricercatori, accademici, produttori, sviluppatori, investitori, nanotecnologi, agenzie di regolamentazione, istituti di ricerca, specialisti in scienze dei materiali e persino per il pubblico in generale. Raggiunge oltre 50 mila persone interessate a questo straordinario materiale. MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


Engel Austria

NOTIZIARIO DEI COMPOSITI

Quest’isola di lavoro progettata da Engel produce moduli “in bianco”, pronti per essere personalizzati e funzionalizzati, a intervalli di circa un minuto l’uno dall’altro

CONSEGNATI ONLINE I JEC COMPOSITES INNOVATION AWARDS 2020 - PRIMA PARTE

Eccellenze composite in primo piano LO SCORSO 13 MAGGIO JEC GROUP HA RIVELATO I VINCITORI DEGLI JEC COMPOSITES INNOVATION AWARDS 2020 DURANTE UNA PREMIAZIONE VIRTUALE, CHE È STATA ANCHE LA PRIMA NELLA STORIA DEL CONCORSO. TREDICI I VINCITORI ANNUNCIATI NELLE 11 CATEGORIE CHE RAPPRESENTANO L’INTERA INDUSTRIA DEI COMPOSITI, PIÙ DUE ULTERIORI CATEGORIE SPECIALI A CURA DI RICCARDO AMPOLLINI

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on una cerimonia seguita da oltre 600 spettatori, ma che si è tenuta per la prima volta online a causa della pandemia di Covid-19, il 13 maggio sono stati proclamati e premiati i vincitori del concorso JEC Composites Innovation Awards 2020. L’emergenza sanitaria ha impedito che la cerimonia si svolgesse durante la fiera JEC World di Parigi, rimandata al prossimo anno dal 9 all’11 marzo, ma l’intera comunità dei compositi e naturalmente i finalisti si aspettavano di conoscere in ogni caso i nomi dei vincitori. “In questo difficile momento di distanziamento sociale e di viaggi limitati, gli JEC Composites Innovation Awards rappresentano più di una semplice cerimonia di premiazione. Hanno lo scopo di ispirare l’intero setto-

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re e di mettere in evidenza l’eccellente lavoro svolto dalle aziende vincitrici. Si tratta di un evento molto atteso ed era quindi impossibile chiudere l’anno senza celebrarli”, ha spiegato Franck Glowacz, responsabile dei contenuti

La tecnologia CFIP di Eurecat consente di rinforzare con fibra continua parti realizzate a partire da qualunque materiale e con qualsiasi tecnica di produzione

per l’innovazione di JEC Group. “L’innovazione è una parte essenziale in questo settore: è il modo in cui investiamo nel nostro futuro”, ha aggiunto Glowacz, il quale ha presentato la cerimonia online insieme a Peter Hopwood, fondatore di Hopwood Communications, società di consulenza che si prefigge di aiutare aziende e professionisti a comunicare meglio, con più sicurezza e con maggiore impatto. Ciascun premio è stato invece consegnato da un singolo membro della giuria, che era così formata: • Anurag Bansal, manager Global Business Development di Acciona Construction; • Christophe Binetruy, professore e direttore generale, EC Nantes; • Robert Buchinger, Business Development Advanced Industry Systems, Swarco;

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NOTIZIARIO DEI COMPOSITI

E I VINCITORI SONO… Tredici i primi premi assegnati dalla giuria sui 33 finalisti totali, dai grandi gruppi noti a livello globale ai piccoli team di talento, tutti premiati per l’elevato livello innovativo dei progetti presentati. In questo articolo vengono presentati in maniera dettagliata i primi sette.

• consente la produzione efficiente di strutture grandi e robuste... • … e anche di strutture multimateriale e multiprocesso (per assemblaggio integrale).

AERONAUTICA Il team francese guidato dall’Institut de Soudure Groupe - e composto anche da: Arkema, Hexcel, Latecoere e Stelia Aerospace - ha ricevuto il primo premio in questa categoria per una soluzione di nuova concezione e brevettata, denominata ISW, per la saldatura ad altissime prestazioni di compositi termoplastici. I principali vantaggi di questa soluzione sono cinque: • saldatura ad alte prestazioni (coefficiente di giunzione minimo: 85%); • non resta nessun suscettore (materiale che assorbe le onde elettromagnetiche standard, o le microonde) sulla linea di giunzione della saldatura; • soluzione dinamica e completamente automatizzata; • processo completamente monitorato; • può essere utilizzata con qualsiasi matrice termoplastica e qualsiasi fibra.

PRODUZIONE ADDITIVA Nella categoria “Produzione additiva” il primo premio è andato all’azienda spagnola Eurecat che, insieme ai partner Airbus (Germania), Asics e HP (Spagna), ha messo a punto l’innovativa tecnologia di post produzione CFIP, che utilizza fibre continue per rinforzare un gran numero di componenti, indipendentemente dal materiale o dal sistema di produzione. I vantaggi chiave di tale tecnologia, decisivi anche per la scelta della giuria, sono i seguenti: • l e fibre possono essere posizionate liberamente in tutte le direzioni, seguendo anche traiettorie complesse; • è possibile rinforzare un’ampia varietà di materiali, compresi i metalli; • garantisce proprietà meccaniche molto elevate e ottimi risultati nella riduzione del peso;

Nella categoria “Automotive” degli JEC Innovation Awards 2020, Volkswagen è stata premiata per la produzione in serie di un componente innovativo ed economico per parti strutturali di carrozzerie auto

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ISW è una nuova soluzione sviluppata dall’Institut de Soudure e da Arkema, che consente di effettuare saldature ad altissime prestazioni sui compositi termoplastici

AUTOMOTIVE Nella categoria “Automotive”, la casa automobilistica Volkswagen - insieme ai partner tedeschi Dr. Ing. h.c. Ferdinand Porsche, Invent, Schneider Form e Technical University of Braunschweig / Institute of Engineering Design - è stata premiata per la sua “consolle centrale leggera LehoMit-Hybrid in FRP (Fibre-Reinforced Plastics)”: un innovativo e redditizio componente termoplastico strutturale ibrido per la carrozzeria e per “Body In White”. Tale componente è adatto a essere prodotto in grandi volumi e può essere introdotto prima del rivestimento catodico a immersione (verniciatura) con la corrispondente tecnologia di assemblaggio. Consente inoltre una considerevole riduzione del peso del componente e una produzione “one-shot” adatta alle parti derivate da uno stampo. Il processo produttivo permette un’applicazione economica di nastri termoplastici e utilizza anche una nuova tecnologia di giunzione dei termoplastici, ideale per realizzare scocche multimateriale. Infine, i processi a valle (assemblaggio e rivestimento a immersione) rimangono invariati rispetto ai metodi produttivi convenzionali.

Carbo-Link

• Chantal Fualdes, responsabile Airframe Certification ed esperta Composite Airframes di Airbus; • Karl-Heinz Füller, responsabile materiali ibridi, concept e AMG di Daimler; • Sung Ha, professore, Dipartimento d’Ingegneria Meccanica, Hanyang University; • Deniz Korkmaz, direttore Tecnologie dei compositi per l’area EMEA, Kordsa; • Brian Krull, direttore globale Innovazione di Magna Exteriors; • Yann Penfornis, amministratore delegato di Multiplast; • Henry Shin, direttore R&D del Composites Innovation Centre, KCTech; • Kiyoshi Uzawa, professore e direttore, Innovative Composite Centre.

I nastri CL Restrap in CFRP costituiscono una soluzione altamente personalizzata e dalla durata praticamente illimitata, per rinforzare travi in cemento di qualsiasi dimensione e in qualsiasi infrastruttura

EDILIZIA, INFRASTRUTTURE E INGEGNERIA CIVILE Il team svizzero di Carbo-Link ha ricevuto il principale riconoscimento in questa categoria per la sua CL Restrap: una cinghia flessibile composta da sottili nastri in CFRP (plastica rinforzata con fibre di carbonio), preimpregnati, sottoposti a polimerizzazione (curing) e avvolti in continuo ad anello. Le fasce CL Restrap hanno una durata praticamente illimitata e vengono utilizzate per rinforzare travi in cemento di tutte le dimensioni, in qualsiasi infrastruttura. Tra i loro vantaggi chiave si possono elencare: • il rinforzo viene applicato direttamente al calcestruzzo e non dopo la deformazione; • non è necessario alcun incollaggio, con gli ulteriori vantaggi di: logistica semplificata, rapida installazione, riduzione dei costi; • si tratta di una soluzione flessibile per rinforzare vari tipi di strutture: nessun compromesso in fatto di proprietà; • le proprietà dei materiali superano di gran lunga le alternative: costi inferiori, alta efficienza; • le altezze ridotte dei pannelli utilizzati e l’installazione non intrusiva consentono un uso diversificato dell’infrastruttura. MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


DESIGN E ARREDAMENTO Insieme ai propri partner francesi IDI, IMU, JC Decaux, MGI Polyprocess, SF Composites e Terre de Lin, la società Mecelec Composites, anch’essa francese, è stata premiata nella categoria “Design e arredamento” per i suoi tettucci prodotti con BMC (Bulk Moulding Compound) contenenti fibra di lino, adottati per la prima volta nella produzione di massa. La prima applicazione in assoluto, riguardante la produzione di cupole per le tipiche colonne Morris, è stata progettata, testata e lanciata in meno di un anno. I principali vantaggi di questa soluzione sono: • impronta ambientale controllata; • uso di una stuoia (mat) di origine biologica, in lino; • c ompromesso tra proprietà meccaniche e costi ottimizzati; • rapido lancio sul mercato; • assemblaggio meccanico semplificato.

TRASPORTI MARITTIMI E COSTRUZIONI NAVALI È finlandese l’azienda che ha ricevuto il primo premio in questa categoria: Norsepower Oy, la quale, insieme ai partner Gurit (Svizzera) e Comaxel (Polonia), ha messo a punto vele a rotore leggere e capaci di ridurre dal 5 al 30% i costi per il carburante, sfruttando anche il vento come sistema di propulsione aggiuntivo nelle navi passeggeri e mercantili. I vantaggi chiave che hanno convinto la giuria ad assegnare il primo premio in questa categoria sono: • riduzione dei costi del carburante; • riduzione delle emissioni; • compatibilità con le normative ambientali; •b reve tempo di ammortamento rispetto alle alternative; • v antaggi per l’immagine aziendale in termini di sostenibilità.

La prima applicazione in assoluto dei BMC con fibre di lino messi a punto da Mecelec Composites riguardava la produzione delle caratteristiche cupole per le colonne Morris

ca 1-3 minuti l’uno dall’altro e realizzati appunto su misura per l’applicazione finale. È stato proprio l’alto livello di efficienza produttiva e di automazione a convincere la giuria internazionale di JEC Group ad assegnare a Engel e al partner austriaco Fill il primo premio nella categoria “Processi di trasformazione”. Per ottenere tempi di ciclo che fossero i più brevi possibili, la cella per la posa dei nastri e il loro impilaggio è stata sviluppata da Engel con un approccio “pick-and-place”. I singoli strati di nastro vengono infatti prelevati, controllati visivamente, posizionati in modo preciso grazie a un sistema di controllo a circuito chiuso e uniti tra loro mediante saldatura a punti. Poiché la

qualità della pila di moduli risultante dipende in gran parte dall’accuratezza dell’orientamento e del posizionamento dei nastri, Engel ha equipaggiato la cella con un sistema di misurazione che utilizza videocamere ad alta risoluzione e due veloci robot. Per il processo di consolidamento immediatamente successivo, Engel e Fill hanno invece sviluppato un’unità di riscaldamento/raffreddamento. Grazie sempre a un processo completamente automatizzato, tale unità provvede a consolidare le pile di fibre in un pannello solido, contenendo però in maniera mirata le variazioni di spessore che si generano durante quest’operazione. In questo modo, e grazie alla precisa orientazione del nastro, è possibile ottenere il miglior guadagno in termini di riduzione del peso. Poiché le pile possiedono già il contorno esterno richiesto quando vengono depositate, i moduli “blank” su misura possono essere formati e funzionalizzati immediatamente dopo il consolidamento tramite il processo Engel organomelt. Ciò incrementa ulteriormente l’efficienza di questa produzione su larga scala. I materiali e il tipo di lavorazione rendono infine i componenti completamente riciclabili. Grazie a questa tecnologia innovativa, Engel e Fill intendono indirizzarsi soprattutto verso l’industria automobilistica, ma anche verso settori quali: aeronautica, sport e tempo libero, salute e cura della persona. A partire dai singoli nastri fino a giungere alla funzionalizzazione tramite stampaggio a iniezione, Engel è in grado di porsi quale fornitore unico per l’intero processo.

PROCESSI DI TRASFORMAZIONE I moduli compositi grezzi (detti anche “in bianco” o “blank”), personalizzabili in una seconda fase in base all’applicazione finale, consentono di sfruttare appieno il potenziale progettuale dei componenti leggeri (lightweight). Per produrre in modo efficiente questi semilavorati a partire da nastri con matrice termoplastica rinforzata con fibre di vetro o di carbonio, i tecnici di Engel Austria hanno messo a punto un impianto altamente automatizzato, che combina una cella per la deposizione del nastro con un’unità di consolidamento (vedi foto in apertura d’articolo). Il relativo processo integrato è in grado di produrre “blank” con 15-30 nastri a intervalli di cirMACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

Le vele a rotore Norsepower consentono alle navi di ridurre i costi del carburante del 5-30%, sfruttando il vento come mezzo di propulsione ausiliario

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GLI SPONSOR DI ELASTICA

Francesco Franceschetti Elastomeri produce dal 1987 compound di elastomeri termoplastici TPE a base SEBS, SBS e TPO a marchio MARFRANÂŽ

Laboratory Instruments for Rubber and Plastic Testing

LATI N° 182 FRANCESCO FRANCESCHETTI ELASTOMERI Srl Via Giulio Pastore, 33/35 - Frazione Nigoline 25040 Corte Franca (BS) Tel.: +39 030 9860511 - Fax: +39 030 984244 e-mail: info@f-franceschetti.it www.f-franceschetti.it

Centro ACCREDIA per la Taratura di Durometri Shore e IRHD Gibitre Instruments Srl Via Dell’Industria, 73 - 24126 Bergamo Tel.: +39 035 460146 - Fax 035 460687 e-mail: info@gibitre.it - www.gibitre.it

IMG è un’azienda leader nel settore dello stampaggio a iniezione. La lunga esperienza e la costante ricerca le permettono di proporre soluzioni che coprono l’intero settore dello stampaggio di elastomeri e materie plastiche.

Business Units: RCH (Rhein Chemie), AII (Advanced Industrial Intermediates).

IMG Srl Via Industriale 108 - 25020 Capriano del Colle (BS) Tel. +39 030 31.46.45 - Fax +39 030 31.26.64 Contatto: Davide Bonfadini (levante@imgmacchine.it) www.imgmacchine.it

Lanxess Srl Segreen Business Park - Palazzo Y Via San Bovio 1/3 - 20090 Segrate (Milano) Tel: +39 02.3072.1 - Fax: +39 02.3072.2017 www.lanxess.com

Prodotti e Additivi Speciali per l’Industria della Gomma

VENDITA, DISTRIBUZIONE E ASSISTENZA TECNICA PER GOMME SINTETICHE, LATTICI SINTETICI E PRODOTTI CHIMICI PER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA

ZEON EUROPE GmbH sede secondaria in Italia Via Mauro Macchi, 27 - 20124 Milano Tel. +39 0267141701 - Fax +39 0236680124 ziinfo@zeon.eu www.zeon.eu

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MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


IL MONDO DELLA GOMMA

LA RIVISTA DI


EDITORIALE A FIRMA DEL DIRETTORE DI ASSOGOMMA

COME IL SETTORE DELLA GOMMA STA AFFRONTANDO L’EMERGENZA SANITARIA E IL RUOLO DI ASSOGOMMA

PAROLA D’ORDINE: “RESILIENZA” L’OSTINAZIONE DEGLI IMPRENDITORI ITALIANI DELLA GOMMA POTRÀ ESSERE LA VERA ÀNCORA DI SALVEZZA DEL SETTORE

Fig. 1 - Livello produttivo rispetto alla normalitĂ 

di FABIO BERTOLOTTI

S

ono passati ormai più di tre mesi da quando abbiamo conosciuto una “nuova normalità” legata all’emergenza sanitaria, con l’amara consapevolezza di non sapere se e quando riabbracceremo la “vecchia normalità”. Tralasciando in questo caso il prezzo in termini umani che la diffusione del Covid-19 ha imposto, proviamo a ripercorrere per tappe principali quello che è successo nel mondo dell’industria e, in particolare, del settore gomma. L’arrivo del “lockdown” ha investito a più riprese e in maniera disomogenea i settori industriali che hanno sofferto - e tutt’ora soffrono - di una situazione in continua evoluzione e di un’incertezza delle scelte politiche che negli ultimi mesi ha generato anche dietrofront inattesi e improvvisi. Ma proviamo ad andare con ordine. Il primo tra i grandi settori industriali a subire l’impatto repentino e durissimo della pandemia è stato quello dell’automotive che, tra la fine di febbraio e la metà di marzo, si è completamente bloccato non solo a livello europeo, ma globale, coinvolgendo la produzione veicolistica, tutta la catena commerciale a valle e la filiera di fornitura a monte, che si è ritrovata giocoforza a dover fermare a sua volta spedizioni e produzioni. Il settore degli elastomeri è stato duramente colpito dal blocco, tenuto conto che il 65-70% della produzione italiana di articoli in gomma è destinato proprio al settore automobilistico (considerando pneumatici e componentistica auto). Questo comparto non è però solo automotive e molto spesso le aziende di piccole e medie dimensioni forniscono molteplici e diversi settori, quali: edilizia, energia, telecomunicazioni, elettrodomestico, farmaceutico/medicale, alimentare, calzaturiero, sport ecc. Ciò ha permesso alle imprese di reggere l’impatto delle misure restrittive, almeno in un primo momento. La situazione, che era certamente complicata nelle fasi iniziali dell’emergenza, sembrava quantomeno gestibile alla luce del fatto che la produzione di articoli in gomma e gran parte dei settori clienti sono stati considerati “essenziali” per l’interesse economico nazionale e, quindi, la loro produzione è stata consentita. Tutto ciò si è però complicato nel momento in cui il Governo ha deciso, insieme alle rappresentanze sindacali e senza consultare quelle datoriali, di escludere il settore della gomma da quelli considerati

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Fonte: presentazione dei risultati dell’indagine Assogomma del 25 maggio 2020, “Impatti del coronavirus sull’attività delle imprese del settore gomma”

essenziali, mantenendo però in tale categoria molti dei settori clienti, i cui fornitori potevano continuare a produrre previa comunicazione alla Prefettura di competenza provinciale. Si è aperta così “la stagione delle comunicazioni”. In realtà migliaia di comunicazioni sono rimaste “lettera morta”, con imprenditori che hanno aperto i cancelli ogni giorno con l’incubo che una visita ispettiva potesse far loro interrompere la produzione. Tutto questo con l’aggravante di indicazioni e procedure differenti da una provincia all’altra, nonostante fossero generate da un medesimo DPCM: un vero ginepraio. In questa corsa a ostacoli degna di un’olimpiade si è aggiunta la complicazione dell’ottemperanza alle nuove disposizioni relative alla sicurezza dei luoghi di lavoro, che ha costretto le aziende a ripensare il layout delle zone produttive e degli spazi comuni, ma anche i turni di lavoro e le presenze e lo spostamento delle persone, l’introduzione dello smartworking (laddove possibile) e, non da ultimo, il reperimento dei dispositivi di sicurezza (problema tuttora non superato). Grazie all’attività congiunta di associazione e aziende si è potuto di fatto superare il divieto di produrre articoli in gomma. Infatti, da un’indagine svolta da Assogomma solo qualche giorno dopo l’entrata in vigore del DPCM, è risultato che tre imprese su quattro mantenevano attiva la loro produzione, seppur a un ritmo attorno al 4050% della loro capacità: una situazione del tutto analoga a quella riscontrata negli altri principali paesi europei dalle omologhe associazioni di settore. Ciò a dimostrazione della pervicacia e della determinazione del settore italiano gomma a mantenere attiva quest’industria, evitando di perdere il fondamentale contatto con i clienti. ELASTICA - Giugno/Luglio 2020


Fig. 3 - Andamento degli ordini per settore di destinazione finale

LA FASE DUE E L’INDAGINE ASSOGOMMA DEL 25 MAGGIO Dal 4 maggio la situazione si è apparentemente sbloccata e tutti i settori produttivi hanno ripreso le proprie attività. In tutto questo periodo, però, l’associazione ha dovuto ripensare completamente il proprio modo di supportare le aziende, adattandosi alle nuove necessità legate soprattutto all’interpretazione corretta dei decreti e dei disegni di legge. Un’attività complicata e resa sempre più difficile dallo sfasamento delle tempistiche tra “l’effetto annuncio” e la formale emanazione di provvedimenti. Il contatto con le aziende si è mantenuto in maniera costante e continuativa, oltre che con i consueti canali, anche con una serie di consultazioni specifiche tra gli associati, per valutare la reazione del settore, per poter fornire alle aziende un quadro di riferimento e per cogliere le esigenze da rappresentare alle autorità competenti, sia nazionali che europee. L’ultima di queste indagini si è conclusa il 25 maggio scorso e ha rilevato una situazione in cui, purtroppo, c’erano ancora molti punti oscuri per il settore, solo con alcuni segnali di miglioramento rispetto a un mese prima. Più in dettaglio, oltre il 55% del campione ha dichiarato un livello d’attività ritornato dal 70% in su, rispetto alla propria normalità (vedi figura 1). Il 10% delle aziende ha invece dichiarato ancora livelli al di sotto del 50% delle proprie capacità; una percentuale

Fonte: indagine Assogomma del 25 maggio 2020

Fig. 2 - Portafoglio ordini rispetto alla normalitĂ 

Giugno/Luglio 2020 - ELASTICA

Fonte: indagine Assogomma del 25 maggio 2020

Fig. 4 - Proiezioni di fatturato per il 2020 (in % rispetto al 2019)

Fonte: indagine Assogomma del 25 maggio 2020

RICAMBIO DEGLI PNEUMATICI INVERNALI Merita rilievo l’attività associativa finalizzata a far ripartire in maniera ordinata il ricambio degli pneumatici invernali, che ha comportato inizialmente l’informazione per chiarire che gli autoriparatori - e di conseguenza i gommisti - potevano rimanere aperti per garantire un’attività di servizio e di supporto, ma non per la loro normale attività, che veniva preclusa dall’impossibilità di recarsi presso il punto vendita. Tutto ciò avveniva in concomitanza con il cambio stagionale degli pneumatici, che rischiava così di non poter essere completato, con impatti in termini sia di sicurezza che di natura economica. L’attività di rappresentanza ha portato a condividere, per la prima volta, uno stesso percorso tra le sei associazioni che rappresentano la filiera. È stata chiesta e ottenuta in meno di 24 ore la proroga dei termini per la sostituzione delle gomme (dal 15 maggio al 15 giugno), fondamentale per poter effettuare le operazioni necessarie. Un esempio di come “l’unione fa la forza”, che si sta sperimentando anche in altre iniziative di livello europeo a favore del mondo automobilistico. Infatti, è notizia dell’ultima ora che le associazioni dei costruttori di auto, dei concessionari/ riparatori, dei fabbricanti di pneumatici e articoli in gomma, dei produttori di componenti, nonché le rappresentanze sindacali europee, hanno condiviso un’azione comune nei confronti dell’UE volta a chiedere, tra l’altro, misure di supporto coordinate che tengano conto dei più favorevoli impatti ambientali di veicoli, pneumatici ecc. di nuova produzione, compresa l’attività di autoriparazione.

che era il 45% solo un mese prima. Se sembra che la situazione produttiva si stia avviando verso la normalizzazione, un segnale non positivo arriva dalle indicazioni relative ai portafogli ordini, che sono “corti” e incompleti, tanto che il 20% del campione ha dichiarato di avere portafogli al di sotto del 50% di quelli normali (figura 2). Questa situazione si riflette perfettamente negli aspetti commerciali relativi ai mercati finali di destinazione (figura 3), che vengono praticamente visti tutti in calo, con l’unica eccezione di alimentare e farmaceutico/medicale. Perdura la situazione di grandissima difficoltà del settore automotive, che stenta a ripartire; si tratta di una difficolta che interessa in maniera trasversale tutto il mondo. Le problematiche delle aziende si sono però trasformate da un mese con l’altro. Infatti, se ad aprile erano principalmente legate all’organizzazione della logistica in ingresso e in uscita, o all’approvvigionamento delle materie prime, oggi c’è da gestire la reperibilità dei dispositivi di sicurezza per il personale, nonché l’impossibilità di affrontare trasferte o di fissare incontri, da molti ritenuti necessari per far ripartire il business. Bisogna anche considerare il tema della liquidità, che dall’ultima rilevazione interessa un quarto del campione, ma che affligge maggiormente (66%) i clienti finali e che si ripercuote sui tempi di pagamento, i quali si stanno inesorabilmente allungando oltre le scadenze, con un 22,5% del campione con scaduto che supera i 60 giorni. Tutto questo porta gli imprenditori ad avere una visione purtroppo molto negativa della situazione, con una proiezione del fatturato a fine anno in calo rispetto al 2019. Un calo che per il 40% del campione è stimato in più di 20 punti percentuali (figura 4). In conclusione, il settore della gomma - insieme a tutta l’industria italiana, europea e mondiale - sta vivendo una tempesta in cui il futuro è più che incerto. Gli altri partner europei (Germania, Francia e Spagna in primis) stanno riscontrando le stesse nostre difficoltà. La gestione degli aiuti e l’entità degli stessi, sia a livello nazionale che europeo, risulterà fondamentale per assicurare un futuro al sistema delle imprese, superando una crisi che per portata e dimensioni non si ricorda a memoria d’uomo.

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L’ESPERTO RISPONDE

APPROFONDIMENTO DI CARATTERE TECNICO-SCIENTIFICO

PROVE DI INFIAMMABILITÀ LE PROVE DI LABORATORIO PIÙ UTILIZZATE PER VALUTARE LE PERFORMANCE DELLE MESCOLE, ELASTOMERICHE E NON, IN TERMINI D’INFIAMMABILITÀ di FABIO NEGRONI

G

li elastomeri idrocarburici come SBR ed EPDM sono infiammabili; in grado minore lo sono anche i copolimeri dei monomeri idrocarburici con altri monomeri polari, come nel caso della gomma NBR. Solo i polimeri con alto contenuto di alogeni, come la gomma cloroprenica o il PVC, sono autoestinguenti e resistono sia all’innesco della combustione che alla sua propagazione. Nelle applicazioni in cui la resistenza alla combustione è un requisito essenziale, bisognerà quindi prevedere un’accurata messa a punto della formulazione per conferire al manufatto finale le caratteristiche di sicurezza necessarie. Questo è il caso, per esempio, dell’SBR impiegato nella costruzione di nastri trasportatori e dell’EPDM utilizzato nei componenti per gli autoveicoli, o per le costruzioni. Vediamo ora più da vicino le prove di laboratorio più comunemente utilizzate per valutare le performance delle mescole a questo riguardo. Le prove elencate in tabella 1 sono quelle su piccola scala, ovvero condotte normalmente su provini rettangolari ricavati dai manufatti, o stampati in laboratorio; i risultati che si ottengono permettono di eseguire screening formulativi, oppure di stabilire la costanza qualitativa determinando la velocità con cui la combustione avviene. Tali prove consentono quindi di valutare il materiale, ma non di stabilire se il manufatto finale sia o meno sicuro. Per quest’ultimo scopo bisogna avvalersi di prove su scala molto più grande, come avviene per i componenti per l’edilizia e per il settore dei trasporti. In ambito ISO non esiste una norma d’uso generale specifica per la gomma, ma ci sono norme dedicate per i tubi e i nastri trasportatori e per i materiali spugnosi. Per il settore automobilistico è usualmente richiesto un valore controllato della velocità di combustione, che, a seconda della funzione del componente, deve essere valutato con un test in cui il provino è mantenuto verticale od oriz-

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L’esperto Fabio Negroni, direttore del laboratorio Cerisie

zontale. I requisiti sono piĂš difficili da soddisfare nel primo caso, data la maggiore velocitĂ  di propagazione della fiamma. La tabella 1 riassume proprio le caratteristiche dei principali test utilizzati per la caratterizzazione del materiale. In generale, le prove prevedono un innesco della combustione con una piccola fiamma, come quella del bruciatore bunsen mostrato in figura 1. I rilievi vengono condotti misurando il tempo necessario affinchĂŠ la fiamma raggiunga traguardi prestabiliti. Si calcola quindi una velocitĂ  di combuELASTICA - Giugno/Luglio 2020


Tab. 1 - Caratteristiche dei principali test usati per la caratterizzazione dei materiali

stione, ma possono anche essere richiesti i rilievi elencati di seguito, da eseguire sia durante la combustione sia quando quest’ultima è giunta al termine: • presenza e durata dell’incandescenza dopo che la fiamma si è spenta; • formazione o meno di gocce di materiale infiammato, che cadono durante il test, e se queste sono in grado a loro volta di far bruciare una piccola massa di cotone di prova.

Norma ISO 340 ISO 8030 ISO 11925

Campo di applicazione Nastri trasportatori Tubi Materiali polimerici in generale

ISO 3795

Materiali per interno dei veicoli Provino a striscia, combustione in orizzontale

FMVSS 302 TL 1011 UL 94, V0, V1 e V2 UL 94 HB

Materiali per interno dei veicoli Materiali per interno dei veicoli Plastiche Plastiche

ADDITIVI RITARDANTI DI FIAMMA Quando non è possibile utilizzare un elastomero intrinsecamente inerte come la gomma cloroprenica (o in aggiunta a quest’ultima), si procede con l’impiego di additivi in grado di ritardare la propagazione della fiamma. In tutti i casi, l’azione dell’additivo interviene su uno o più dei tre componenti necessari al mantenimento della combustione (figura 2): il polimero combustile, più o meno inerte alla combustione; l’ossigeno dell’aria (comburente), che reagisce con i prodotti gassosi derivanti dalla degradazione ad alta temperatura del polimero; il calore necessario a produrre i gas che sostengono la combustione. Di seguito sono elencati i principali additivi che trovano impiego nel settore degli elastomeri e la loro funzione specifica: • cloroparaffine: possono contenere dal 40% al 70% di alogeno, agiscono con un meccanismo chimico che produce radicali alogenidrici che interferiscono con la reazione di combustione. Sono prodotti non costosi e in qualche caso possono fungere anche da plastificanti. Alcuni tipi sono soggetti a restrizioni d’uso secondo il Regolamento REACH; • ossido di antimonio (Sb 2O 3): ha un’azione sinergica con gli aloge-

Tipo di prova Provino a striscia, combustione in verticale Spezzone di tubo Provino a striscia, combustione in verticale Provino a striscia, combustione in orizzontale Provino a striscia, combustione in verticale Provino a striscia, combustione in verticale Provino a striscia, combustione in orizzontale

ni presenti e interviene rallentando la velocità di combustione nella fase gas; • borato di zinco (2ZnO×3B2O×3,5H2O): è efficace sia nel ritardare la fiamma che come inibente nei confronti della formazione di fumo e incandescenza. Il meccanismo di funzionamento è prevalentemente fisico, perché promuove la formazione di un residuo (intumescenza) che ostacola lo scambio con l’ossigeno atmosferico; • composti del fosforo (esteri organo-fosfati): oltre a essere buoni sostituti dei plastificanti idrocarburici infiammabili, rallentano la velocità di combustione formando acido fosforico; • idrossido di alluminio e idrossido di magnesio (Al(OH)3 ed Mg(OH)2): si decompongono formando acqua e ossido del metallo a circa 300°C, provocando una riduzione del calore prodotto perché assorbito dall’evaporazione dell’acqua. L’idrossido di magnesio è più costoso ma più efficace, in quanto sviluppa più acqua per unità di peso rispetto all’idrossido di alluminio; • carbonato di calcio (CaCO 3): è una carica minerale economica ma con un certo grado d’efficacia sul rallentamento della combustione, perché diluisce il polimero disponibile per la reazione con l’ossigeno.

Fig. 2 - Fasi della combustione e possibili strategie d’intervento

Fig. 1 Prova di resistenza alla combustione: fase d’innesco con provino a striscia verticale Giugno/Luglio 2020 - ELASTICA

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ACEA, CECRA, CEEMET, CLEPA, ETRMA, INDUSTRIALL EUROPE

SEI ASSOCIAZIONI INVOCANO UN PIANO DI RILANCIO AMBIZIOSO PER L’AUTOMOTIVE

SALVAGUARDARE L’OCCUPAZIONE E RIDURRE LE EMISSIONI

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a parecchi decenni l’industria automobilistica rappresenta uno dei pilastri fondamentali del benessere economico e sociale dell’Europa. Nel suo complesso, il comparto dà lavoro a 13,8 milioni di addetti, pari al 6,1% di tutti i posti di lavoro esistenti nell’Unione Europea. Gli impianti di assemblaggio europei producono il 25% di tutte le auto circolanti nel mondo. L’emergenza causata dal Covid-19 ha tuttavia provocato una crisi senza precedenti nel settore, come conseguenza dello stallo della produzione e del commercio di automobili in Europa. Gli investimenti sono crollati e il lancio sul mercato di nuovi modelli a basse emissioni è stato rinviato. I lavoratori, sebbene sostenuti da accordi per lo smartworking o per l’orario ridotto, hanno visto diminuire i loro redditi e le imprese si trovano ad affrontare perdite di cassa a seguito del crollo dei fatturati e dei costi causati dalla riorganizzazione del lavoro.

Con una quota del 20% dei finanziamenti per la ricerca industriale e investimenti per 57,4 miliardi di euro l’anno in progetti di R&D, il settore automobilistico europeo si conferma altamente innovativo ed è leader globale grazie al forte orientamento all’export

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Acea

ATTUALMENTE È DIFFICILE PREVEDERE CIÒ CHE IL FUTURO HA IN SERBO PER IL COMPARTO AUTOMOBILISTICO. DURANTE LA CRISI FINANZIARIA DEL 2008-2013 AVEVA PERSO 440 MILA POSTI DI LAVORO, MA OGGI, SE NON VENGONO ADOTTATE CONTROMISURE ADEGUATE, PARE CHE QUESTA CIFRA RISCHI DI ESSERE ADDIRITTURA SUPERATA

Alla luce di tutto questo, sei organizzazioni europee di imprese e lavoratori industriAll Europe (sindacato dei lavoratori), Ceemet (Associazione dei datori di lavoro dell’industria metallurgica, impiantistica e tecnologica), Acea (Associazione europea dei costruttori d’automobili), Clepa (Associazione europea dei fornitori dell’industria automobilistica), Cecra (Federazione europea delle associazioni nazionali degli autoriparatori) ed Etrma (Associazione europea dei produttori di gomma e pneumatici) - hanno invitato la Commissione Europea a stilare un audace piano di ripresa industriale per stimolare le vendite, rilanciare la produzione e sostenere l’industria nel suo cammino verso un futuro a zero emissioni di carbonio. LE MISURE NECESSARIE Ad oggi, il settore automobilistico ha investito soprattutto sulla transizione verso un’economia a emissioni zero e digitalizzata, che comprende lo sviluppo di propulsori alternativi, batterie, auto connesse, servizi di mobilità e guida autonoma. Tuttavia, a fronte dell’emergenza sanitaria, si rende necessario un forte sostegno da parte dei governi nazionali e della Commissione Europea per aiutare il settore a effettuare investimenti per la decarbonizzazione, sostenendo nel contempo le esportazioni e i livelli occupazionali. Secondo le sei organizzazioni sopra citate, per “rimettersi in pista” l’industria automobilistica europea avrebbe quindi urgente bisogno di: - misure coordinate a sostegno del rilancio dell’industria e dell’afterELASTICA - Giugno/Luglio 2020


market con il coordinamento delle norme di prevenzione in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro, anche per evitare ulteriori interruzioni nelle catene d’approvvigionamento; - sostegno alle aziende per mantenere la loro capacità di resistere, con: aiuti di stato, garanzie sugli investimenti, agevolazioni fiscali, prestiti agevolati; - sostegno alle imprese per il mantenimento/sviluppo del capitale umano, preservando nel contempo il reddito e la sicurezza del lavoro; - introdurre/rafforzare le misure temporanee di stimolo della domanda mediante programmi di rinnovo del parco auto circolante, coordinati a livello UE e sostenuti finanziariamente dalla Commissione. - Tenere conto di queste circostanze straordinarie nella valutazione dell’impatto delle riforme normative sul settore. Per sostenere il comparto nella transizione al digitale e alle basse emissioni di carbonio, le sei organizzazioni chiedono inoltre alla Commissione Europea d’intraprendere con urgenza le seguenti azioni: - sviluppare e mantenere la leadership tecnologica attraverso programmi ambiziosi; - fornire sostegno agli investimenti (contributi, prestiti, partecipazioni) per l’introduzione sul mercato di nuove tecnologie sostenibili; - accelerare l’implementazione delle infrastrutture di ricarica e rifornimento e installare almeno 2 milioni di punti di ricarica in tutta l’UE, per tutti i tipi di veicoli; - introdurre/rafforzare gli incentivi di mercato per promuovere il passaggio ai propulsori alternativi; - promuovere la collaborazione e le alleanze industriali per condividere i costi

Giugno/Luglio 2020 - ELASTICA

Ceemet

L’industria automobilistica può offrire un contributo reale al Green Deal e mitigare l’emergenza climatica

dello sviluppo e del lancio sul mercato di nuove tecnologie a basse emissioni; - facilitare gli investimenti nelle infrastrutture digitali di nuova generazione, come fattore chiave per una connettività più affidabile tra i veicoli; - implementare procedure innovative negli appalti pubblici per sostenere la domanda e portare sul mercato le ultime innovazioni; - promuovere gli investimenti in ricerca e sviluppo, nonché nella produzione di batterie, idrogeno e combustibili liquidi a basse emissioni all’interno dell’UE; - sviluppare l'economia circolare collegata agli approvvigionamenti (riciclo, recupero in produzione, riutilizzo); - sostenere le PMI del settore auto nella ridefinizione e nel riposizionamento delle rispettive catene del valore. Tutto ciò consentirebbe di conservare una forte industria di settore in Europa, di mantenere la leadership globale nel segmento dei veicoli a basse emissioni, di raggiungere gli obiettivi climatici e di mantenere/creare posti di lavoro di alta qualità.

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STAMPA ESTERA DI SETTORE

PIÙ DI DIECI RIVISTE ESAMINATE

RASSEGNA INTERNAZIONALE DI SCIENZA E TECNOLOGIA OTTAVA PUNTATA DELLA RUBRICA DEDICATA AGLI ARTICOLI DI STAMPA ESTERA SELEZIONATI DAL COMITATO DI REDAZIONE DI ELASTICA, COMPOSTO DA: FABIO BACCHELLI, ALBERTO DAFARRA, RINO GILOTTA E FABIO NEGRONI, COORDINATI DA MAURIZIO GALIMBERTI

SVILUPPO DI COMPOUND A BASE DI EPDM RESISTENTI ALLE ALTE TEMPERATURE, PER TUBI DI RAFFREDDAMENTO Testata: Kautschuk Gummi Kunststoffe, 11-12, 46 (2019) Titolo originale: “Development of high temperature

Fabio Bacchelli, direttore tecnico Tyre di Versalis

resistant coolant hose compounds with EPDM” Autori: V. Thakur, T. Han, S. Wu, C. Li, P. Shan

A CURA DI FABIO BACCHELLI

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terpolimeri EPDM sono largamente utilizzati nell’industria automobilistica per la produzione di tubi di raffreddamento per radiatori. I compound con reticolazione a perossido possono resistere a lungo ad alta temperatura (invecchiamento in aria a 150°C per 168 ore), con un elevato mantenimento delle proprietà (>80%). Il recente sviluppo tecnologico del settore auto, guidato dalle normative europee che impongono la riduzione delle emissioni, favorisce l’adozione di motori turboalimentati ad alta efficienza, con crescente necessità di resistere alle alte temperature e di adottare quindi componenti in elastomero UHT (Ultra High Temperature). I normali compound a base di EPDM non sono generalmente in grado di resistere a un invecchiamento in aria di 1000 ore a 150°C, con mantenimen-

to delle proprietà superiore al 50%. Per raggiungere prestazioni più elevate si usano in genere materiali speciali come la gomma nitrilica idrogenata (HNBR). Nell’articolo pubblicato su Kautschuk Gummi Kunststoffe viene proELASTICA - Giugno/Luglio 2020


posta una formulazione contenente 100 phr di un grado EPDM ottimizzato per HHR (High Heat Resistance), caratterizzato da: 61% di etilene, 0,5% di ENB e 75 di viscosità Mooney. Questo nuovo polimero possiede alto peso molecolare, ampia distribuzione dei pesi molecolari e contenuto controllato di “long chain branching” (lunghe ramificazioni delle catene polimeriche). La formulazione tipica di confronto prevede l’utilizzo di due polimeri in rapporto 70:30. Si tratta di un EPDM con 50% etilene, 4,9% ENB, 70 di viscosità Mooney e di un secondo grado al 68% di etilene, 4,9% ENB, 85 di viscosità Mooney. In aggiunta vi sono 100 phr di carbon black, 40 phr di olio paraffinico, 5 phr di perossido, oltre ai consueti ingredienti generici in minore quantità. I compound sono realizzati con un mescolatore interno di tipo intermeshing. Le proprietà del compound di riferimento in termini di durezza (Shore A 71) e modulo 100% sono compatibili con la maggior parte delle specifiche OEM. Carico a rottura, allungamento a rottura, resistenza alla lacerazione e compression set sono in linea con i tradizionali requisiti dei tubi per automotive. I due compound mostrano caratteristiche di vulcanizzazione paragonabili, segno che il minor contenuto di ENB del grado HHR non ha un impatto significativo in questa formulazione, a fronte di un potenziale vantaggio in termini di invecchiamento. Paragonabili risultano anche le principali proprietà fisiche, compresa la viscosità Mooney. Questo suggerisce la possibilità di produrre il nuovo compound su attrezzature esistenti, senza bisogno di particolari modifiche. Entrambi i compound mostrano un mantenimento del carico a rottura superiore all’80% dopo invecchiamento in aria di 1008 ore a 150°C. Differenze significative, favorevoli al grado HHR, si riscontrano invece per quanto riguarda l’allungamento a rottura. Già dopo 504 ore il compound di riferimento mostra un calo del 50% dell’allungamento a rottura, a fronte di un valore prossimo all’80% per quello contenente il grado EPDM ottimizzato. Il compound reticolato a perossido contenente il nuovo grado HHR presenta un quadro di proprietà iniziali paragonabile al compound di riferimento, ma offre un mantenimento delle proprietà superiore al 75% dopo invecchiamento in aria di 1008 ore a 150°C.

ne, per formare elastomeri con durezze regolabili tra 83 e 87 Shore A. Le principali caratteristiche degli elastomeri che si ottengono sono le seguenti: a) elevata resistenza alla lacerazione, fino a tre volte maggiore rispetto a quella ottenuta con prepolimeri equivalenti. I valori ottenuti con il metodo ASTM, su provini “a pantalone”, si attestano su livelli eccezionalmente alti, compresi tra 27 e 86 N/mm; b) compression set (22 ore a 70°C) compresi tra il 13% e il 42% e dipendenti dalla stechiometria del reticolante, dalla temperatura di stampaggio e dalle condizioni di post vulcanizzazione; c) Allungamento a rottura: 571% - 691%. Gli elastomeri come questi, particolarmente resistenti al taglio e alla lacerazione, manifestano anche un’ottima resistenza a fatica, come ha dimostrato Lanxess con la prova di resistenza alla fatica a flessione, che raggiunge i 170 mila cicli (ASTM D3629). Il prepolimero è quindi particolarmente adatto per componenti fortemente sollecitati dinamicamente, come le ruote dei carrelli elevatori. Altre applicazioni possibili comprendono i componenti meccanici utilizzati nella trasmissione dei veicoli pesanti, come le barre di torsione, e nel rivestimento di rulli (in particolare, nel settore dei rulli per fustellatura rotativa). Se le condizioni di trasformazione sono ottimizzate per le proprietà dinamiche (resa stechiometrica dell’1,4 butandiolo al 95%), si ottengono elastomeri adatti alla produzione di setacci a vibrazione a bassa rumorosità.

Il direttore del laboratorio Cerisie, Fabio Negroni

UN NUOVO PREPOLIMERO PER ELASTOMERI DA COLATA CON PROPRIETÀ INUSUALI Testata: Rubber World - Ottobre 2019 Titolo originale: “A new prepolymer for cast elastomers with unusual properties: urethane systems with low compression set and high tear resistance” Autori: Polina Ware, Gerry King (Lanxess)

A CURA DI FABIO NEGRONI L’azienda chimica Lanxess ha annunciato la disponibilità di un nuovo prepolimero terminato con MDI (metilendifenildiisocianato) a base poliestere. Il prepolimero ha nome commerciale Vibrathane 7085 e reticola con 1,4 butandiolo e catalizzatore di condensazioGiugno/Luglio 2020 - ELASTICA

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NEWS

SIPOL PARTECIPA A UN’INIZIATIVA SOLIDALE DI SYNTECH PLASTICS

Donazione di TPE per realizzare 10 mila visiere protettive Azienda chimica italiana produttrice di adesivi hotmelt ed elastomeri termoplastici, Sipol ha collaborato in maggio al progetto lanciato da Syntech Plastics per la produzione di visiere protettive da donare a studi medici e case di cura. Per affrontare l’emergenza sanitaria, infatti, Syntech Plastics, azienda tedesca operante nello stampaggio a iniezione di prodotti prevalentemente destinati all’industria automobilistica, elettronica e dell’arredamento, ha diversificato la propria produzione introducendo una visiera protettiva riutilizzabile e sanificabile. La dedizione alla causa di ogni parte coinvolta nel progetto è stata essenziale per la realizzazione della visiera: dall’elevata competenza nello stampaggio di Syntech Plastics fino al supporto tecnico di ML Plastics e dei vari produttori dei tecnopolimeri utilizzati, tra cui, appunto, Sipol.

Il supporto della visiera è realizzato in Sipolprene 72220, TPEE della famiglia di elastomeri termoplastici a base copoliestere Sipolprene, prodotti da Sipol. La flessibilità di questo materiale lo rende ideale per realizzare dispositivi in grado di adattarsi alle diverse conformazioni della testa, senza che la loro funzionalità venga compromessa nel tempo. Le prestazioni meccaniche di questi copolimeri, la possibilità di sterilizzazione e l’idoneità al contatto alimentare secondo le certificazioni FDA ed EU10/2011 sono state caratteristiche decisive nella scelta di questo specifico prodotto per la realizzazione delle visiere protettive. Dal canto suo, Sipol ha collaborato all’iniziativa di Syntech Plastics donando la quantità di Sipolprene 72220 necessaria per produrre le prime 10 mila visiere protettive, riutilizzabili e sterilizzabili.

Due dipendenti di Syntech Plastics indossano le visiere realizzate grazie alla collaborazione con Sipol e donate a studi medici e case di cura per la lotta contro il Covid-19

BIVITE CONICO + POMPA A INGRANAGGI

Filtrazione in linea a tempo di record Per applicazioni quali l’estrusione di lastre con testa “roller head”, la granulazione o la produzione di profili, Colmec aveva sviluppato alcuni anni or sono il proprio estrusore bivite conico CTE (Conical

Twin Extruder), alimentabile da mescolatori interni o a cilindri. Ebbene, nell’ottobre dello scorso anno, questo estrusore è stato presentato alla fiera K di Düsseldorf integrato da una pompa a ingranaggi GP, realizzata sempre dal costruttore di Busto Arsi-

zio (Varese), a formare il nuovo sistema completo denominato CTS: Conical Twin Strainer. Quest’ultimo consente una filtrazione in linea dei batch rapida e flessibile, soprattutto se si utilizza il modello di dimensioni compatte, facilmente installabile in sala mescole ed egualmente rimovibile in tempi brevi nel caso sia poi richiesta una produzione con maggiori portate. L’elevata efficienza del dispositivo

Estrusore CTE 95 con pompa a ingranaggi, simile a quello presentato da Colmec al K 2019 ma di dimensioni superiori

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per l’alimentazione della pompa GP, in grado di riempire completamente i denti dei suoi ingranaggi, consente una maggiore efficienza della pompa stessa, che può quindi lavorare a giri inferiori rispetto ai sistemi convenzionali. Ciò garantisce di poter filtrare la mescola senza che la sua temperatura si innalzi pericolosamente nel CTS, evitandone così la degradazione o una vulcanizzazione prima dei tempi stabiliti. Ulteriori vantaggi del Conical Twin Strainer sono: • processo in continuo; • minor consumo energetico; • pulizia rapida; • e fficienza elevata nel raffreddamento; • r idotti costi di gestione e manutenzione. ELASTICA - Giugno/Luglio 2020


A CURA DI GIANLUIGI MORONI

NOTIZIARIO UNIPLAST

ENTE ITALIANO DI UNIFICAZIONE DELLE MATERIE PLASTICHE FEDERATO ALL’UNI

ATTIVITÀ DI MAGGIO

Le riunioni si spostano sul web, ma non si interrompono TUBAZIONI PER APPLICAZIONI INDUSTRIALI

www.anchorindustrialplastics.com

L’ISO TC 138/SC3/WG8 “Polyethylene reinforced with short glass fibres (PE-sGF) piping systems for industrial applications”, riunitosi il 7 e il 14 maggio, ha apportato ulteriori precisazioni al testo dell’ISO/DIS 22101-1 “Polyethylene reinforced with short glass fibres (PE-sGF) piping systems for industrial applications - Part 1: General” da in-

viare a inchiesta. Alcuni termini riguardanti il processo di preparazione dei compound sono stati ridefiniti per una maggior chiarezza, tentando di fornire ulteriori informazioni agli utilizzatori del documento e ovviare ai commenti negativi ricevuti durante la seconda inchiesta come CD della parte 1 e 2. Nell’appendice C sul processo di ottenimento del PE-sGF si è rivista la figura inerente la relazione tra l’orientamento della fibra di ve-

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tro e le caratteristiche meccaniche, per migliorarne la rappresentazione grafica. Nella bozza per l’ISO/DIS 22101-2 “Polyethylene reinforced with short glass fibres (PE-sGF) piping systems for industrial applications Part 2: Pipes” si sono precisati i diametri e le lunghezze dei bicchieri per elettrofusione, introducendo un prospetto per i tubi e uno per i tubi con estremità bicchierate per elettrofusione.

ATTREZZATURE COMPLEMENTARI PER LA SALDATURA Il 7 maggio si è riunito il gruppo ad hoc AHG dedicato alle attrezzature complementari per la saldatura, per elaborare la bozza di un progetto di norma per definire le caratteristiche prestazionali minime delle attrezzature ausiliarie utilizzabili dall’operatore della saldatura nell’esecuzione di una giunzione per tubazioni in polietilene (PE) con elementi termici per contatto (te-

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sta a testa) o per elettrofusione, in modo che possa garantire l’affidabilità del sistema per il periodo di vita definito in fase di progetto. Nel progetto di norma saranno date informazioni sui requisiti minimi del detergente utilizzabile per la preparazione degli elementi da saldare. Le attrezzature specificate sono utilizzabili inoltre per altri sistemi di tubazioni realizzati in materiali termoplastici (per esempio: PP, PB, PVDF ecc.).

POSA E COLLAUDO DI TUBI Alla riunione del gruppo di studio SC8/GS18 “Posa e collaudo di sistemi di tubazioni di polietilene”, dell’ 8 maggio 2020, sono state introdotte nella bozza del rapporto tecnico sulle tubazioni sommerse in polietilene alcune precisazioni per quanto riguarda i simboli impiegati ed è stato discusso un metodo di immediata applicazione per il calcolo della spinta al galleggiamento sul tubo quando immerso, poiché il polietilene ha densità minore dell’acqua (considerando cautelativamente una densità per il polietilene di 0,94 g/cm3 e i possibili effetti di sacche d’aria). Per tener conto delle caratteristiche del moto ondoso e della loro influenza nelle forze relative al moto dell’acqua, è stato sviluppato un apposito punto. Punti specifici e un apposito paragrafo sono stati sviluppati sulla zavorra e sulla sua progettazione, perché possa rimanere in condizioni stabili sul fondo e non introdurre sollecitazioni ulteriori sulla tubazione.

ASPETTI AMBIENTALI

Thermstore.it

Il CEN TC 249/WG24 “Environmental aspects”, riunitosi l’11 e il 18 maggio, ha proseguito la discussione degli oltre 440 commenti che si sono avuti a seguito

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Ritmo

NOTIZIARIO UNIPLAST

dell’inchiesta interna al CEN TC 249/WG24 del WI 00249A29 “Plastics-Environmental aspects-Vocabulary”. Alcune definizioni, per la rilevanza riguardo ai termini utilizzati nell’ambito del riciclo e dei materiali biodegradabili, sono state a lungo dibattute. Dopo lunga discussione, è stata redatta una definizione provvisoria di “in-house recycling”, che ha ancora diversi risvolti critici sulla destinazione d’uso all’interno dei siti produttivi di una medesima società, evidenziando anche le problematiche per il conteggio di materiale recuperato e riciclato dai processi di selezione. Il gruppo di lavoro ha sottoposto a responso interno fra i partecipanti le definizioni secondo la proposta italiana, che sono state accettate a larga maggioranza.

SISTEMI PER ACQUA CALDA E FREDDA Il 12 maggio si è tenuta la riunione del CEN TC 155/WG16 “Systems for hot and cold water applications”. L’AHG “Butt fusion” ha come nuovo coordinatore Andreas Bockenauer (OFI) e dovrà elaborare una proposta per un metodo di prova sulle giunzioni con elementi termici per le tubazioni per acqua calda e fredda, da inserire nelle parti 3 sui raccordi e 5 sull’idoneità delle norme di sistema. Sono stati discussi diversi punti per la revisione delle EN ISO 15875 “Plastics piping systems for hot and cold water installations - Crosslinked polyethylene (PEX)”. Per la reazione al fuoco sarà inserita una clausola generica di rimando alle regolamentazioni nazionali. Per gli strati barriera (EVOH), è stato proposto di chiarire che la barriera comprensiva di tutti gli strati presenti (adesivi ed eventuali strati protettivi) deve essere sull’esterno del tubo e non deve superare uno spessore di 0,4 mm (se supera tale valore, lo spessore diventa non trascurabile ai fini della resistenza alla pressione e va applicata la EN ISO 21003 “Multilayer piping systems for hot and cold

water installations inside buildings”). Si è quindi posto il problema della stabilità termica dei materiali del “barrier layer” (EVOH e adesivi), che devono essere caratterizzati. Riguardo alla permeabilità all’ossigeno dei tubi con barriera, la prova a 80°C non costituirà valutazione di per sé per il requisito a 40°C, poiché la solubilità dell’O2 è diversa. Si è quindi concordato di raccogliere i dati delle prove interlaboratorio attualmente in corso. Nella parte 3 dovranno essere valutate le caratteristiche meccaniche dei materiali dei raccordi con corpo in materiale identico, o meno, a quello del tubo e formulate meglio le distinzioni per le tipologie dei materiali plastici. Nella parte 5 dovranno essere rivisti i parametri dei cicli termici allineandoli alla EN ISO 21003. Per la prova di flessione e di trazione di estremità è in corso una valutazione sull’impiego di metodi di prova già normati, come le EN ISO 3501 “Plastics piping systems - Mechanical joints between fittings and pressure pipes - Test method for resistance to pull-out under constant longitudinal force”, e le EN ISO 3503 “Plastics piping systems Mechanical joints between fittings and pressure pipes - Test method for leaktightness under internal pressure of assemblies subjected to bending”.

RETI PER AGRICOLTURA Nella riunione dell’AHG “Reti per agricoltura” dell’SC19 “Applicazioni di materie plastiche in agricoltura”, tenutasi il 13 maggio, è stata definita una bozza per uno schema tipo preliminare, attraverso cui saranno ristrutturate le norme esistenti sui metodi di prova per le reti per impiego in agricoltura, che saranno impiegati per la definizione dei requisiti dei prospetti per le specifiche applicazioni.

UNIPLAST

Politecnico di Milano - Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” Piazza Leonardo Da Vinci, 32 - 20133 MILANO Tel.: +39 02 23996541 - Fax: +39 02 23996542 E-mail: segreteria@uniplast.info www.uniplast.info

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Sabic

Progetti di norma Riportiamo qui di seguito l’elenco di parte dei progetti di norma ISO e CEN inviati in inchiesta pubblica nel mese di maggio 2020 per il settore materie plastiche e gomma. Ulteriori informazioni possono essere richieste a Uniplast - Tel.: 02 23996541 - Fax: 02 23996542 E-mail: segreteria@uniplast.info

the inside of a section in a deflected condition ISO/CD 22102 Polyethylene (PE) materials for piping systems - Determination of the resistance to point loads - Test method ISO/FDIS 8779.2 Plastics piping systems - Polyethylene (PE) pipes for irrigation - Specifications

ISO TC 61 (Plastics) ISO/FDIS 23706 Plastics - Determination of apparent activation energies of property changes in standard weathering test methods ISO/DIS 11358-2; -3 Plastics - Thermogravimetry (TG) of polymers Part 2: Determination of activation energy; Part 3: Determination of the activation energy using the Ozawa-Friedman plot and analysis of the reaction kinetics ISO/DIS 10365 Adhesives - Designation of main failure patterns ISO/DIS 11357-4 Plastics - Differential scanning calorimetry (DSC) Part 4: Determination of specific heat capacity

CEN TC 155 (Plastics piping systems and ducting systems) DEC 1423 active WI for EN 14541-1 Plastics pipes and fittings - Utilisation of thermoplastics recyclates - Part 1: Terminology and technical comments DEC 1424 active WI for EN ISO 22102 Polyethylene (PE) materials for piping systems - Determination of the resistance to point loads - Test method, at ISO CD stage

ISO TC 138 (Plastics pipes, fittings and valves for the transport of fluids) ISO TC 138/SC7 N855 Resolution 1/2020 Text ISO 8233, Thermoplastics valves - Torque - Test method, revision to DIS ISO/CD 10952 Glass-reinforced thermosetting plastics (GRP) pipes and fittings - Determination of the resistance to chemical attack for

CEN TC 249 (Plastics) FprEN 13067 Platics welding personnel - Qualfication of welders Thermoplastics welded assemblies prEN 17508 Plastics - Unplasticized polyvinylchloride (PVC-U) profiles for the fabrication of windows and doors - Terminology of PVC based materials prEN ISO 11357-4 Plastics - Differential scanning calorimetry (DSC) Part 4: Determination of specific heat capacity (ISO/DIS 113574:2020)

BIBLIOTECNICA Questione di chimica Per alcuni la chimica è malefica, tossica, oppure, quando va bene, un’odiata materia scolastica. Contrastare tale antipatia è la missione della giovane scienziata tedesca e pluripremiata giornalista scientifica Mai Thi Nguyen-Kim, che ha scritto questo libro per smentire i luoghi comuni e soprattutto per dimostrare che la chimica è bella, avvincente e piena di sorprese. L’autrice ci invita a seguirla in una sua giornata tipo per mostrarci come la chimica, organica e inorganica, sia un mondo meraviglioso, che riempie tutta la nostra vita. Formule, elementi, molecole, reazioni, acidi… gli ingredienti di una disciplina complicata e, a prima vista, distante vengono resi semplici e familiari, alla portata della nostra esperienza. Scopriamo così qual è l’ora giusta per il primo caffè del mattino, perché nel dentifricio deve esserci per forza il fluoruro e perché il caos che ci attende sulla scrivania è in qualche modo voluto dall’universo. Apprendiamo cose nuove sullo schermo del nostro smartphone e su come far durare più a lungo le batterie. Senza dimenticare quel che avviene tra due persone quando scatta la chimica (più misteriosa) dell’amore. Ricco di curiosità scientifiche esposte con passione e allegria, in modo da rendere di facile comprensione fenomeni alquanto complessi, il libro è arricchito dalle eloquenti illustrazioni di Claire Lenkova e, come ormai da tradizione, la redazione di MacPlas lo consiglia vivamente per le prossime ferie estive. Mai Thi Nguyen-Kim - QUESTIONE DI CHIMICA (Sonzogno di Marsilio Editori, www.sonzognoeditori.it, ISBN: 978-88-454-0068-1, 16 euro) MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

La trasmissione sonora nei profili in PVC Il Gruppo Serramenti di PVC Forum Italia arricchisce la sua collana con questo quattordicesimo volume dedicato all’isolamento acustico dei serramenti, detto anche potere fonoisolante. L’analisi del potere fonoisolante di un serramento può essere effettuata seguendo due metodologie: la prima, ancora in fase sperimentale, prevede lo studio del comportamento del telaio e del vetro simultaneamente; la seconda consiste nell’analisi del solo profilo. Gli elementi che incidono sull’isolamento acustico di questo elemento sono la velocità del suono e l’impedenza acustica, parametro che indica il comportamento del materiale con cui è realizzato il telaio alle sollecitazioni causate da un’onda sonora che lo colpisce e che si propaga in esso. Più è basso questo valore, minore sarà la propagazione dell’onda e migliore sarà di conseguenza l’isolamento acustico del profilo. Un’analisi sul solo profilo è stata condotta per confrontare tre materiali (PVC, alluminio e legno) mediante l’impiego di un martello dinamometrico collegato a un analizzatore e rilevando i dati relativi al modo di vibrare dei telai campione e al decadimento dell’onda di sollecitazione. I risultati, riportati nel volume, mostrano che i tre materiali “suonano” in modo diverso, anche se PVC e alluminio hanno un comportamento acustico piuttosto simile. Marco Piana / PVC Forum Italia - VIBRARE E SUONARE, LA TRASMISSIONE SONORA NEI PROFILI IN PVC (disponibile gratuitamente in PDF al link: www.pvcforum.it/si-pvc/documentazioni/volumi)

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RUBRICHE E VARIE

ESPOSIZIONI E FIERE

UN’ALTRA FIERA POSTICIPATA DI UN ANNO

FIP RIMANDATA A GIUGNO 2021 Programmata inizialmente dal 16 al 19 giugno 2020, la fiera FIP (France Innovation Plasturgie), luogo e momento di incontro e confronto per l’intera filiera delle materie plastiche, è stata rimandata direttamente al 2021, quando si svolgerà dal 15 al 18 giugno sempre presso il quartiere fieristico Eurexpo di Lione. L’imprevedibile contesto determinato dalla crisi sanitaria e la decisione del governo francese riguardo allo svolgimento di eventi fieristici e professionali hanno indotto la società organizzatrice Idice, consociata del gruppo Infopro Digital, a prendere la difficile decisione di posticipare di un anno la fiera a cadenza triennale.

L’organizzatore ha riprogrammato la manifestazione dopo aver consultato gli espositori e naturalmente tutti i suoi principali partner, quali Acdi (Association des constructeurs et distributeurs de la plasturgie) e Fédération de la Plasturgie et des Composites. Si è ritenuto che lo spostamento di un anno fosse la migliore soluzione, affinché la fiera si svolgesse in assoluta sicurezza e raccogliesse il successo a cui aspira per sostenere e accelerare l’attività dell’industria delle materie plastiche.

2020 10-12 agosto - Resource Recycling Conference & Trade Show (Austin, Stati Uniti) 8-10 settembre - Feiplar Composites & Feipur (San Paolo, Brasile) 9-11 settembre - PPP Expo Tanzania (Dar-Es-Salaam, Tanzania) 9-11 settembre - ProPack Vietnam (Ho Chi Minh City, Vietnam) 23-26 settembre - VietnamPlas (Ho Chi Minh City, Vietnam) 28-30 settembre - APFE, Adhesive Tape & Functional Film (Shanghai, Cina) 1-3 ottobre - Plastprintpack Ethiopia (Addis Abeba, Etiopia) 6-9 ottobre - Plastpol (Kielce, Polonia) 7-8 ottobre - Compounding, Plastics Recycling, Plastics Extrusion, Polymer Testing World Expo (Essen, Germania) 12-15 ottobre - Plastasia (Bangalore, India) 12-15 ottobre - Paint Expo (Karlsruhe, Germania) 13-17 ottobre - Fakuma (Friedrichshafen, Germania) 27-28 ottobre - PRSE, Plastics Recycling Show Europe (Amsterdam, Paesi Bassi) 27-29 ottobre - parts2clean (Stoccarda, Germania) 28-29 ottobre - Africa Rubber Expo (Lagos, Nigeria) 28 ottobre - 1 novembre - Pack Show (Bucarest, Romania) 29-31 ottobre - Mecspe (Parma, Italia) 29 ottobre - 1 novembre - Iranplast (Teheran, Iran) 3-6 novembre - Ecomondo (Rimini, Italia) 4-5 novembre - Compounding, Plastics Recycling, Plastics Extrusion, Polymer Testing World Expo (Cleveland, Stati Uniti) 8-11 novembre - Packexpo (Chicago, Stati Uniti) 9-12 novembre - Adipec Expo & Conference (Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti)

A causa dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, la fiera FIP si terrà dal 15 al 18 giugno 2021

10-13 novembre - Plastimagen (Città del Messico, Messico) 18-20 novembre - Central Asia Plast World (Almaty, Kazakistan) 18-20 novembre - PPP Expo Africa (Nairobi, Kenya) 18-21 novembre - Plastics & Rubber Indonesia (Jakarta, Indonesia) 18-21 novembre - Plastprintpack Iraq (Erbil, Iraq) 23-24 novembre - Europe Rubber & Latex (Budapest, Ungheria) 23-25 novembre - Ecomondo Brasil (San Paolo, Brasile) 23-26 novembre - All4Pack (Parigi, Francia) 24-26 novembre - Plastics & Rubber Vietnam (Ho Chi Minh City, Vietnam) 24-26 novembre - Plastprintpack Kenya (Nairobi, Kenya) 24-27 novembre - Argenplas (Buenos Aires, Argentina) 30 novembre - 2 dicembre - LuxePack Monaco (Principato di Monaco) 1-4 dicembre - Equiplast (Barcellona, Spagna) 2-4 dicembre - Plastic Expo Tokyo (Tokyo, Giappone) 2-5 dicembre - Plast Eurasia e Rubber (Istanbul, Turchia) 9-11 dicembre - Plastprintpack West Africa (Abidjan, Costa d’Avorio) 18-21 dicembre - Myanmar PlasPrintPack (Yangon, Myanmar) NOTA: Il calendario fieristico potrebbe subire variazioni a causa dell’attuale emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. Vi invitiamo pertanto a visitare il sito web www.macplas.it per tutti gli aggiornamenti.

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RUBRICHE E VARIE

CORSI E CONVEGNI Austria 16-17 settembre - Vienna: Plastics Recycling Technology - AMI (www.ami.international/events)

Belgio 10-11 settembre - Bruxelles: European Chemical Recycling Conference Chemical Recycling Europe (www.chemicalrecyclingeurope.eu) 7 ottobre - Bruxelles: PET Monomer Recycling Forum - Petcore Europe (www.eventbrite.com) 14 ottobre - Bruxelles: Plastics Circularity Multiplier Conference - EuPC, European Plastics Converters (www.plasticscircularitymultiplier.eu)

Germania 2 settembre - Webinar: PHA platform World Congress - Polymedia Publisher (www.bioplasticsmagazine.com) 14-16 settembre - Amburgo: Polymer Sourcing & Distribution - AMI (www.ami.international/events) 5-6 ottobre - Essen: Polymer Foam - AMI (www.ami.international/events)

7-8 ottobre - Monaco: PLA World Congress - Bioplastics Magazine (www. bioplasticsmagazine.com/en/event-calendar) 8-9 ottobre - Berlino: Composites in Rail Europe - AMI (www.ami.international/events)

Italia 16-17 luglio - Cologno al Serio (BG) Metodologia per il collaudo di nuovi stampi Plastinnova (www.plastinnova.it) 28-29 settembre - Venezia: Giornate della ricerca - Corepla (www.corepla.it) 1 ottobre - Artimino (FI): PET Day - Global Service International (www.gsiplastic.com) 15 ottobre - Firenze: VinylPlus Sustainability Forum, convertito in webinar - VinylPlus (https://vinylplus.eu/mediaroom/87/55/Savethe-Date-VSF2020)

Marocco 14-15 ottobre - Casablanca: North African Coatings Congress - dmg events (www.coatings-group.com)

Regno Unito 9-10 settembre - Londra: European PVC

Industry Summit - ACI Europe (www.wplgroup.com/aci/event/european-pvc) 16 settembre - Bristol: Tooling for Composites Europe - AMI (www.ami.international/events)

Stati Uniti 12-13 agosto - Chicago (Illinois): US Food & Beverage Plastic Packaging Summit - ACI (www.wplgroup.com/aci/event/sustainablepackaging-conference-northamerica) 24-27 agosto - WOW - World of Wipes Minneapolis (Minnesota) - Inda (www.worldofwipes.org)

Svizzera 1-4 settembre - Evento trasformato in webinar: PEPP, Polyethylene-Polypropylene Chain Global Technology & Business Forum IHS Markit (www.ihsmarkit.com) 30 settembre - 2 ottobre - Ginevra: SPE European Thermoforming Conference - SPE (www.thermoforming-europe.org) NOTA: Il calendario convegnistico potrebbe subire variazioni a causa dell’attuale emergenza dovuta al Covid-19. Vi invitiamo pertanto a consultare i siti web riportati in questa pagina per tutti gli aggiornamenti del caso.

Posticipo della conferenza Plastics Circularity Multiplier

La plastica protagonista dell’economia circolare A causa del Covid-19, la prima conferenza Plastics Circularity Multiplier, organizzata da EuPC e programmata inizialmente per lo scorso 10 giugno, è stata posticipata al 14 ottobre 2020, sempre a Bruxelles, presso il centro congressi BluePoint. L’evento sarà il luogo d’incontro tra i policy maker e i rappresentanti del mondo imprenditoriale e accademico, che illustreranno una vasta gamma d’innovazioni finanziate dall’Unione Europea con lo scopo di rendere le materie plastiche un valido alleato dell’economia circolare. L’iniziativa Plastics Circularity Multiplier ha l’obiettivo di potenziare la filiera e di creare sinergie tra i 21 nuovi progetti europei che rappresenta, volti a spingere l’UE verso la realizzazione di un’economia sempre più circolare. Questo gruppo di progetti cercherà di collegare altresì risorse ed esperti, al fine di moltiplicare appunto i concetti chiave su cui si basa. Di fatto, sono stati oltre 300 i progetti europei che avevano come protagonista l’industria delle materie plastiche, tutti inseriti nei programmi europei FP7 (tra il 2007 e il 2013) e Horizon 2020 (l’attuale programma di R&D che ha visto un investimento di 80 miliardi di euro da parte dell’UE, distribuiti in 7 anni, tra il 2014 e il 2020). Nel biennio 2019-2020 l’iniziativa Plastics Circularity Multiplier mira a presentare le sinergie dei progetti e il coordinamento delle attività di

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comunicazione. Ulteriori obiettivi, relativi alle sfide comuni e all’implementazione dell’economia circolare delle materie plastiche, verranno definiti a partire dal settembre 2020, mese in cui saranno anche presentati i primi risultati ottenuti dal Plastics Circularity Multiplier, in occasione di una conferenza dedicata. A tal proposito, Alexandre Dangis, il direttore generale di EuPC impegnato in Demeto (il progetto guida del gruppo), ha affermato: “Gli investimenti che l’Unione Europea ha stanziato a favore dell’economia circolare sono di un’entità considerevole, tanto da rendere di vitale importanza comunicare quanto ciò sia rilevante per l’ambiente, la popolazione, il mondo imprenditoriale e le città dell’intero continente europeo”. Il centro congressi BluePoint di Bruxelles, dove si svolgerà la conferenza Plastics Circularity Multiplier organizzata da EuPC MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020


CORSI E SEMINARI CESAP

Materiali 15 luglio: Introduzione alle gomme vulcanizzabili​​ 21 luglio: Materiali innovativi - 1° Modulo: plastiche biodegradabili e da risorse rinnovabili 23 luglio: Economia circolare tra sostenibilità ambientale ed economica​ 23 luglio: Opportunità di innovazione e aggiornamenti normativi End of Waste, Reach e CLP per riciclo e recupero di materiali polimerici​ 23 luglio: Riciclo e recupero di rifiuti di plastica e sottoprodotti di materie plastiche​​ 27 luglio: Tecniche di colorazione per i polimeri​ 28 luglio: Materiali innovativi - 2° Modulo: dai rinforzi tradizionali fino alle nanocariche​ 29 luglio: Corso base sui polimeri 29 e 30 luglio:​Corso approfondito sui polimeri​​ 29 e 30 luglio: Life Cycle Assessment e strumenti di comunicazione della sostenibilità 30 luglio: Regolamentazione Reach e Rohs 3: obblighi per la compliance ​​ 31 luglio: Plastiche biodegradabili - Il processo di trasformazione e la caratterizzazione dei manufatti ottenuti ​​

Stampaggio termoplastici

SEGNALIAMO DI SEGUITO GLI APPUNTAMENTI FORMATIVI EROGATI DA CESAP, IN AULA E VIA WEBINAR, CHE SI SVOLGERANNO NEI PROSSIMI MESI

24 luglio: Stampaggio a iniezione La manutenzione in reparto​

Estrusione 21 e 22 luglio: Estrusione bivite corotante*​ 28 luglio: Estrusione di materiali polimerici: processo e analisi delle criticità​​ 29 luglio: Estrusione di materiali polimerici: analisi e simulazione software​​

Attrezzature - Progettazione

14 luglio: Stampaggio a iniezione Le caratteristiche della vite di plastificazione 15, 16 e 17 luglio: Stampaggio a iniezione Corso approfondito​​ 23 luglio: Stampaggio a iniezione - Specialista set-up e avvio produzione applicando la SMED

13 e 14 luglio: La progettazione di un manufatto in plastica stampato a iniezione​​ 21 e 22 luglio: Stampi per iniezione Corso approfondito (stampi complessi manutenzione - costo)

CORSI OPERATIONAL EXCELLENCE CESAP e MIP - Graduate School of Business (la prestigiosa School of Management del Politecnico di Milano) hanno siglato un accordo strategico per l’erogazione presso il Plastics Smart Hub 4.0 di Monza, di corsi teorici e pratici sulle principali metodologie dell’Operational Excellence, con specifico focus sulle tecnologie e tematiche del mondo della plastica e della gomma.

World Class Manufacturing 7 e 8 luglio: Il product costing e la contabilità industriale 16 luglio: Lean Basic 22 e 23 luglio: Programmazione produzione​​ 23 luglio: Project Management for Plastics - Basic 24 luglio: Design of Experiments (DOE) ​​ 29 e 30 luglio: Project Management for Plastics Advanced​​

Lean Six Sigma (Yellow Belt, Green Belt e Black Belt) Cesap ha ottenuto il riconoscimento “Accredited Training Organization - ATO”, ovvero organizzazione accreditata per la formazione, per l’erogazione di corsi di formazione volti alla certificazione Lean Six Sigma, da parte dell’International Association For Six Sigma Certification (IASSC), il più importante organismo mondiale di parte terza (totalmente indipendente), nel campo formazione e certificazione competenze sulle metodologie Lean Six Sigma. Lean Six Sigma - Yellow Belt Lean Six Sigma - Green Belt Lean Six Sigma - Black Belt I primi appuntamenti con la sessione formativa Lean Six Sigma si terranno l’08 e 09 Luglio 2020. Per maggiori informazioni vi invitiamo a contattare la segreteria Cesap. MACPLAS n. 377 - Giugno/Luglio 2020

Laboratorio - Food Contact 14 e 15 luglio: Prove fisico-meccaniche e analisi identificative: elementi indispensabili per la caratterizzazione dei materiali plastici 17 luglio: Materiali a contatto con gli alimenti MOCA

Assicurazione qualitĂ  13 luglio: Difetti di stampaggio: come evitarli agendo sui parametri macchina 20 luglio: Misure e tarature per addetti alla qualitĂ : la gestione degli strumenti e dei campioni di misura

Energy Excellence Energy Excellence è la piattaforma di Cesap specializzata nell’offerta di servizi di formazione e consulenza in materia di corretto uso ed efficiente consumo dell’energia.

3, 10, 17, 22 luglio: Corso di specializzazione per energy manager L.10/91 - EGE UNI CEI 11339 ​ 6, 7, 13, 14, 20, 21 luglio:​Corso esperto BACS​ 17, 22 luglio: Quadro legislativo in ambito energy: la conformità normativa per le organizzazioni ISO 50001

NOTA: Il calendario corsi potrebbe subire variazioni e/o essere ampliato. Vi invitiamo a visitare il sito web Cesap alle sezioni “Materiali e Tecnologie”, “Operational Excellence” e “Energy Excellence” per tutti gli aggiornamenti sulla programmazione, e per i webinar gratuiti.

CESAP C/O IIP (ISTITUTO ITALIANO DEI PLASTICI)

Via Velleia, 4 - 20900 Monza (MB) Tel.: +39 039 2045700 - Fax: +39 039 2045784 E-mail: info@cesap.com www.cesap.com - www.iip.it

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RUBRICHE E VARIE

IN QUESTO NUMERO SI PARLA DI:

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AZIENDA/ASSOCIAZIONE/ENTE PAGINA ACEA ​72 AIPE ​58 AMAPLAST ​10 ANCI ​19 ANPE​ 52 ASAHI KASEI​ 56 ASSOFERMET​ 19 ASSOGOMMA ​67-76 ASSORIMAP​ 19 AZIMUT ​12 BANDERA​ 38 BARUFFALDI​ 44 BASF​ 59 BIESSE ​37 BOREALIS​ 38 CARBO-LINK​ 63 CECRA​ 72 CEEMET​ 72 CEFEP ​ 59 CERISIE​ 70 CESAP​ 83 CLEPA​ 72 CMS​ 38 CNR ​52 CNRS (CENTRO NAZIONALE FRANCESE PER LA RICERCA SCIENTIFICA) ​ 60 CODICE​ 44 COLMEC​ 76 CONSORZIO INSTM​ 28 COREPLA​ 19 CORIPET​ 19 DAFA​ 38 DOW​ 52 ECOPNEUS​ 27 ENGEL​​ 63 ETRMA ​72 EUMEPS​ 58 EUPC​ 26; 82 EURECAT ​ 63 EUROPEAN BIOPLASTICS ​22 FANUC​ 34 FILL​ 63 FIMIC​ 50 FIP​ 80 FRIGEL​​ 42 FRILVAM ​38 FRIUL FILIERE​ 37 GNEUSS​ 32 GRAPHENANO​ 60 GRAPHENE COUNCIL​ 60 HP 63 ICIS​ 16 ICSS​ 58 INDUSTRIA CREATIVA​ 38 INDUSTRIALL EUROPE ​72 JEC COMPOSITES ​63 LANXESS​ 75 LPKF​ 48 MATSUI​ 42 MECELEC​ 63 NORDSON BKG​ 50 NORSEPOWER OY​ 63 NOVA FRIGO ​48 NOVA-INSTITUTE ​ 22 PLASTIC CONSULT​ 17 PLASTICS CIRCULARITY MULTIPLIER​ 82 POLITECNICO DI MILANO ​52 PVC FORUM ITALIA​ 17; 79 RAPID GRANULATOR​ 46 REGLOPLAS​ 51 SAIP ​34 SONZOGNO​ 79 SIPOL​ 76 SMITH SCHOOL OF ENTERPRISE AND ENVIRONMENT​​ 19 STRATVIEW RESEARCH​ 16 SVERITAL​ 51 SYNTECH PLASTICS​ 76 UNIPLAST ​77 UNIRIMA​ 19 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DEL SANNIO​ 52 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BOLOGNA 52 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA​ 52 UNIVERSITÀ DI MANCHESTER​ 60 UNIVERSITÀ DI NAPOLI, FEDERICO II​ 52 UNIVERSITÀ DI OXFORD​ 19 UNIVERSITÀ DI PALERMO​ 28 USEON EXTRUSION MACHINERY​ 50 VERSALIS ​58 VOLKSWAGEN​ 63 WITTMANN ​40

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