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RIVISTA DELLE MATERIE PLASTICHE E DELLA GOMMA

Courtesy Gilda Contemporary Art, Milano

Editrice Promaplast Srl - Centro Direzionale Milanofiori - Palazzo F/3 - 20090 Assago (MI) - ISSN 0394-3453 - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - 70% LOM/MI/2363

MACPLAS

DALL’ASSEMBLEA AMAPLAST - “AUDENTES FORTUNA IUVAT” BOTTIGLIE IN PET POST www.macplas.it CONSUMO: DA RIFIUTO A MATERIA PRIMA SECONDA “IMMAGINARE INSIEME IL FUTURO DELL’ESTRUSIONE” IMBALLAGGI PLASTICI: TROPPI PREGIUDIZI E POCA INFORMAZIONE www.pinainferrera.com


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SOMMARIO

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L’EDITORIALE DI RICCARDO AMPOLLINI DALL’ASSEMBLEA AMAPLAST - “AUDENTES FORTUNA IUVAT” INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ PER CONTINUARE A ECCELLERE IN EUROPA GHANA: UN MERCATO PROMETTENTE PER L’ITALIA EPS: IL MERCATO PREMIA IMBALLAGGI E PREFORMATI INDUSTRIA ITALIANA DELL’IMBALLAGGIO: CRESCONO PRODUZIONE E FATTURATO

NOTIZIARIO ASSORIMAP - HDPE E PP TRA LE POLIOLEFINE RIGIDE PIÙ RICICLATE D’EUROPA BOTTIGLIE IN PET POST CONSUMO: DA RIFIUTO A MATERIA PRIMA SECONDA UN’ITALIA SOSTENIBILE E DI VALORE IL FUTURO DEGLI IMBALLAGGI FLESSIBILI È SOSTENIBILE BIRRA IN CAMBIO DI PLASTICA

MACCHINE & ATTREZZATURE 27 31 37 40 40 41 42

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PLASTICA & AMBIENTE 24

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MARKETING 10 12 16 18 19 19

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“IMMAGINARE INSIEME IL FUTURO DELL’ESTRUSIONE” UNA NUOVA SEDE ITALIANA PER SERVIZI INNOVATIVI, QUALIFICATI E PUNTUALI “RUBBER VALLEY” ITALIANA: DOVE LO STAMPAGGIO DELLA GOMMA È DI CASA DALLA STAMPA A 8 COLORI ALLA SALDATURA DI “SAC À POCHE” SISTEMA DI RIEMPIMENTO A CALDO SU TUTTE LE SOFFIATRICI MIPET LA PRIMA VOLTA IN GERMANIA LINEA HDBFLEX IN VIETNAM

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UNA MO 3062 PER LA DECORAZIONE DI TAPPI IN ETIOPIA DA QUARANT’ANNI, E PIÙ, SULLA SCENA IL PIACERE DI DIALOGARE CON UNA “MULTINAZIONALE TASCABILE” TUTTO PER L’IMBALLAGGIO ACCRESCERE LA SUPERFICIE FILTRANTE SENZA AUMENTARE LE DIMENSIONI DEI FILTRI INDICATORI DI POSIZIONE CON SISTEMA WIRELESS FUNZIONALI E PRATICI, PER STAMPI E TERMOREGOLATORI SISTEMA DI PUNZONATURA COMPATTO, VELOCE ED EFFICIENTE SOLUZIONE MODULARE PER AVVOLGIBILI TECNOLOGIA 4.0 PER AFFRONTARE IL CAMBIAMENTO LA CALORIMETRIA DIFFERENZIALE A SCANSIONE GIOCARE A PING PONG CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE LA FORMAZIONE COME PILASTRO DELL’INFRASTRUTTURA MANIFATTURIERA AUTOMAZIONI PER CNC, PREVENTIVI ONLINE E FINITURE PER LA STAMPA 3D

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IMBALLAGGI PLASTICI: TROPPI PREGIUDIZI E POCA INFORMAZIONE L’IMBALLAGGIO SOSTENIBILE GUARDA AL FUTURO UNA LEZIONE SU COME USCIRE DAL “LIMBO” DELLA PICCOLA DIMENSIONE… E NON SOLO! L’ECOLOGIA DEL FATTURATO A PARMA E A MILANO SVILUPPO CONGIUNTO DI MATERIALI APPROVATI PER STAMPANTI FDM PE PER IMBALLAGGI AD ALTE PRESTAZIONI E LAMINATI RICICLABILI PRONTO PER ESSERE BEVUTO MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


MACPLAS

IN COPERTINA

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RIVISTA DELLE MATERIE PLASTICHE E DELLA GOMMA

Courtesy Gilda Contemporary Art, Milano

Editrice Promaplast Srl - Centro Direzionale Milanofiori - Palazzo F/3 - 20090 Assago (MI) - ISSN 0394-3453 - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - 70% LOM/MI/2363

N. 371 - GIUGNO/LUGLIO 2019

DALL’ASSEMBLEA AMAPLAST - “AUDENTES FORTUNA IUVAT” BOTTIGLIE IN PET POST www.macplas.it CONSUMO: DA RIFIUTO A MATERIA PRIMA SECONDA “IMMAGINARE INSIEME IL FUTURO

DELL’ESTRUSIONE” IMBALLAGGI PLASTICI: TROPPI PREGIUDIZI E POCA INFORMAZIONE www.pinainferrera.com

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PIÙ COLORI, PROTEZIONE E COMFORT NOTIZIARIO DEI COMPOSITI - IL MEGLIO DELL’INNOVAZIONE GLOBALE NEL SETTORE DEI COMPOSITI L’ITALIA NELLA “TOP FIVE” DI JEC WORLD 2019 NASCE LA PRIMA BARCA A VELA STAMPATA IN 3D IMPUGNATURA FIBRORINFORZATA AL CARBONIO PER CANI GUIDA

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NOTIZIARIO UNIPLAST NOTIZIARIO SPE ITALIA BIBLIOTECNICA A MILANO PETRA CULLMANN PRESENTA IL SUO K 2019 CHINAPLAS: UN SUCCESSO COSTANTE ESPOSIZIONI E FIERE A MUMBAI DUE GIORNI DEDICATI ALLA TRASFORMAZIONE CORSI E CONVEGNI CORSI E SEMINARI CESAP

MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

Sculture da indossare Abiti cilicio Per Pina Inferrera l’arte è un’emozione che si ha l’esigenza di raccontare. È come scrivere un brano, una poesia, una composizione musicale. “In questa poesia, in questa musica che raccontiamo ci siamo noi, coi nostri pensieri, la nostra visione di etica, la nostra visione di estetica, la nostra visione di… vita”, spiega l’artista, autrice dell’opera mostrata sulla copertina di questo numero di MacPlas ed esposta recentemente presso la galleria Gilda Contemporary Art di Milano. “Sono sempre stata attratta dal fascino (mistero) della natura e dalla fragilità e “forza” dell’essere umano”, racconta Pina Inferrera. “Il mio lavoro, il mio impegno si è incentrato su questo tipo di ricerca. Vivendo a Bergamo, in una zona circondata da fabbriche, spesso immerse nel verde, all’inizio degli Anni Ottanta ho cominciato a caricare in auto gli scarti di lavorazione che venivano accumulati nei piazzali davanti all’ingresso, e spesso barattavo quei pezzi di plastica, apparentemente senza senso, privi di identità, con mie piccole sculture di terracotta. Allora amavo molto modellare l’argilla. Quegli scarti industriali rappresentavano per me il lavoro dell’uomo, la fatica, la natura creata dall’uomo dalla trasformazione delle molecole dei fossili. L’uomo, con le sue fragilità e la sua forza, è stato il pensiero centrale del mio lavoro… e ancor più la donna perché, forse, in lei questi aspetti sono rafforzati. Con gli scarti industriali - che trovavo affascinanti nella loro forma “casuale”, nella loro struttura, nella consistenza della materia, nelle superfici ora levigate e lisce, ora rugose, ora colorate o trasparenti… - ho realizzato sculture e installazioni sospese nello spazio, che dialogavano con l’aria e con la luce, ma le ho volute poggiare anche sul corpo femminile, per creare le sculture da indossare, o meglio “l’abito-cilicio”, a simbolo di un corpo che non si è ancora liberato da una cultura che lo utilizza e lo consuma. Un dovere etico abbracciato a un’esigenza di estetica, che ognuno può percepire con sfumature differenti, ma che resta un’esigenza di armonia che porta a una ricerca di miglioramento, di riflessione, di progresso, di scoperta (dell’uomo e del mondo)”. “Le sculture da indossare - abiti cilicio, sono in realtà abiti scomodi da indossare, anche se apparentemente possono sembrare belli, lucidi, colorati, con luminose trasparenze”, chiosa Pina Inferrera. “Sottintendono che la donna, l’essere femminile, anche in una situazione di disagio assume su di sé il negativo e cerca di trasformarlo in qualcosa di bello, appetibile, affascinante, piacevole. In realtà si tratta di scarti di produzione industriale, avanzi di plastica, forme difettate, ritagli inutilizzabili”.

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MACPLAS

Anno 44 - Numero 371 Giugno/Luglio 2019 Direttore Riccardo Ampollini

INSERZIONISTI 35-36​​ AMUTEC ​www.amutecsrl.com

3​​ BANDERA ​www.luigibandera.com 23​ BD PLAST​

www.bdplast.com

Redazione Luca Mei - Girolamo Dagostino Stefania Arioli

60​ COLOR TECH ​www.colortech.biz

Ufficio Commerciale Roberta Pagan

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49​ ENGEL ITALIA​

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Comitato di direzione Dario Previero, Gabriele Caccia, Massimo Margaglione

63 ​EUROVITI ​www.euroviti.com

IV Cop.​ EXACT​

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Hanno collaborato a questo numero: Aipe, Amaplast, Assogomma, Assorimap, Cesap, Conai, Corepla, Gino Delvecchio, Federazione Gomma Plastica, Angelo Grassi, Istituto Italiano Imballaggio, JEC, Materioteca, Oreste Pasquarelli, PlasticsEurope, PRE, SPE Italia, Uniplast

15​ GEFRAN​

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55​ GRAFE ​www.grafe.com

43​ GUMMIWERK KRAIBURG​

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Segreteria di redazione Giampiero Zazzaro

Editore Promaplast Srl Centro Direzionale Milanofiori - 20090 Assago (Milano, Italia) Tel.: +39 02 82283735 - Fax: +39 02 57512490 e-mail: macplas@macplas.it - www.macplas.it Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 68 del 13/02/1976 Iscrizione presso l’Ufficio Nazionale della Stampa N. 4620 del 24/05/1994 Direttore Responsabile Mario Maggiani Amministrazione Alessandro Cerizza Impaginazione e prestampa Nicoletta Albiero Stampa e inoltro postale C.N.S.

4 ​BFM ​www.bfm.it

III Cop.​ IANNI & PARTNERS ​www.iannipartners.com

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I Cop. ​PINA INFERRERA​

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PREZZO COPIA: 5 euro Abbonamento Italia (6 numeri): 40 euro Abbonamento estero (6 numeri): 60 euro

La direzione della rivista declina ogni responsabilità per quanto riguarda l’attendibilità degli articoli e delle note redazionali di fonte varia

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EDITORIALE

RICCARDO AMPOLLINI

QUALITÀ E IDENTITÀ SALVERANNO LE RIVISTE CARTACEE Circa dieci anni fa, i dirigenti della grande casa editrice per cui lavoravo allora avevano predetto la “morte” delle riviste cartacee specializzate nell’arco di due o tre anni al massimo… e, oltre al dilagare dell’informazione via web, la crisi economica di fine 2008 sembrava dar loro ragione. Erano quindi corsi subito ai ripari, licenziando o mettendo in cassa integrazione vari dipendenti e vendendo le riviste singolarmente o a blocchi, a seconda della grandezza delle case editrici che si proponevano di acquistarle. Ebbene, a dieci anni di distanza, quella grande casa editrice non esiste più, ma la maggior parte delle sue riviste è tuttora in piedi (nei settori automotive, meccanico, chimico e pure delle materie plastiche) e alcune di esse contribuiscono notevolmente al fatturato delle società che hanno avuto la lungimiranza di acquistarle. La stessa rivista MacPlas che state leggendo ha conseguito numeri record nel 2018, raggiungendo un fatturato che non si vedeva da 10-15 anni. Vorrei aggiungere inoltre che, dopo aver chiuso tutte le riviste cartacee del nostro settore tra il 2009 e il 2011, anche gli editori statunitensi hanno finalmente deciso di riaprirne alcune negli anni più recenti, se non altro per dare qualcosa da leggere durante la fiera NPE di Orlando (pare che sia stata questa la “scintilla” iniziale che ha rimesso in moto le rotative). E allora come si spiega questa controtendenza delle riviste specializzate, quando quotidiani e periodici distribuiti in edicola stanno riducendo le tirature anno dopo anno? Un’opinione al riguardo ce l’avrei e pare che sia simile a quella di alcuni esperti di editoria, italiani e non, sebbene le loro considerazioni riguardino maggiormente la stampa generalista, mentre la stampa tecnica segue regole molto più simili a quelle della “free press”. Come Simon Kuper (Financial Times) traccerei una linea netta di separazione tra l’informazione “certificata” dei giornali d’élite e la “poltiglia” di notizie che circolano su Internet, spesso rilanciata da riviste di basso livello. La sua tesi è semplice: i giornali d’élite ce la fanno perché puntano sulla qualità e i lettori sono lieti di mettere mano al portafoglio per acquistarli, perché su quei giornali, nell’era delle fake news, non trovano solo alta qualità, ma anche pezzi della propria identità. La sua tesi pare confermata, per esempio, dal quotidiano francese “Le Monde”, oppure da “Der Spiegel”, che continua a vendere circa 800 mila copie alla settimana con un calo del 20% rispetto al passato, quando il mercato tedesco si è invece dimezzato. Infine, dopo l’eccezionale boom iniziale di lettori, il recente elevato livello di cancellazioni dalle mailing list di newsletter ed email informative farebbe supporre che la gente sia stanca di leggere notizie sul proprio PC o dispositivo mobile e stia tornando alla cara vecchia carta stampata. Naturalmente, per difendere l’informazione di qualità, bisogna puntare sulla formazione dei giornalisti, come ricorda spesso la Federazione Nazionale Stampa Italiana. Ma questo, nel nostro settore, in cui già scarseggiano i giovani che vogliono intraprendere studi tecnico-scientifici e dove le aziende fanno fatica a reperire manodopera specializzata, è tutto un altro discorso… che rimando volentieri a futuri eventuali editoriali. Buona lettura!

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MARKETING

REPORT DALL’ASSEMBLEA ANNUALE DEI SOCI AMAPLAST

“AUDENTES FORTUNA IUVAT” TRADUCIBILE CON “IL FATO È DALLA PARTE DI COLORO CHE OSANO”, L’ESORTAZIONE DI VIRGILIO BEN SI CONIUGA CON LA “VERVE” DEI PRESIDENTI CHE SI SONO DA POCO ALTERNATI ALLA GUIDA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI COSTRUTTORI DI MACCHINE, ATTREZZATURE E STAMPI PER MATERIE PLASTICHE E GOMMA. IL CAMBIAMENTO DA LORO ATTUATO O AUSPICATO, INFATTI, È UNA SFIDA TUTT’ALTRO CHE BANALE A CURA DELLA REDAZIONE

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criveva il britannico John Maynard Keynes (1883-1946) - influente economista del XX secolo, nonché padre della macroeconomia - che “la difficoltà non sta nel credere alle nuove idee, ma nel rifuggire dalle vecchie”. Malgrado questo, la “paura del cambiamento” esiste, eccome! Anche perché esiste un’innata apprensione insita nell’uscire dall’area di “comfort”, in cui ci sentiamo protetti: leggasi spazi conosciuti e/o prassi familiare. Così facendo, però, si finisce con l’ignorare come, uscendo dall’abitudine, s’acquistino conoscenze nuove, con le quali si cambia… e in meglio! Ciò detto, il cambiamento rappresenta pur

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sempre una sfida non banale e quindi, a mo’ di chiusura di questo preambolo, vorremmo ricordare ai lettori che nell’Eneide (libro X, 284), Virgilio - nel descrivere l’esortazione di Turno, re dei Rutuli, ad attaccare Enea, suo avversario - scriveva: “Audentes fortuna iuvat”, traducibile con “il fato è dalla parte di coloro che osano”, o con il più comune motto “la fortuna aiuta gli audaci”. Da allora ne è “corsa d’acqua sotto i ponti”, ma il motto virgiliano è quanto mai attuale e idoneo a rappresentare gli stati d’animo - perché no? pure di Alessandro Grassi e di Dario Previero, rispettivamente past president e nuovo presidente dell’associazione Amaplast, che il 25 giugno scorso si sono ufficialmente “passati il testimo-

“Occorre evitare che direttive come quella sulla messa al bando delle plastiche monouso (SUP: Single Use Plastics) vengano realizzate in tempi troppo rapidi, senza le necessarie valutazioni sulle ricadute, sull’onda della pressione mediatica e non solo”, ha dichiarato il past president Alessandro Grassi, nel suo discorso ai soci Amaplast

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ne” in quel di Villa Erba, a Cernobbio (Como). Il 25 giugno, infatti, si è tenuta l’assemblea annuale dei soci dell’associazione nazionale che raggruppa più di 160 costruttori di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma. In quel contesto si sono svolte - anche, ma non solo - le elezioni del presidente e dei due vicepresidenti per il periodo 2019-2021. Votazioni che hanno portato, appunto, alla nomina di Dario Previero (consigliere della società Previero) in qualità di nuovo presidente, che succede all’uscente Alessandro Grassi (CEO di Frigosystem), quindi alle nomine di Gabriele Caccia (presidente e CEO di Syncro Group) e di Massimo Margaglione (amministratore delegato di Gefit) in qualità di vicepresidenti. Ma cominciamo con il sunto del discorso di commiato che Alessandro Grassi ha rivolto agli astanti.

UN NUOVO NOME, UN NUOVO LOGO, UNA NUOVA ALLEANZA FIERISTICA “Come prima cosa voglio dire al mio successore che “a me non l’hanno raccontata tutta”, quando nel 2016 sono stato nominato presidente. Nel senso che ho imparato a mie spese quanto questo ruolo sia farcito di fasi impegnative”, ha esordito ironicamente Grassi, il quale, in linea con il suo temperamento conviviale e diretto, ha deciso di virare di molto dalla traccia scritta fornita ai presenti. “Ma le cose si fanno bene, oppure non si fanno! A partire - perché no? - dal cambio di nome da Assocomaplast ad Amaplast, dal relativo nuovo logo, dai viaggi esplorativi in mercati nuovi per i costruttori italiani: Africa in primis, ma non solo”. In rapida sequenza Alessandro Grassi è poi entrato nel merito degli ulteriori “cambiamenti” che hanno caratterizzato il suo mandato, iniziando dalla manifestazione fieristica Plast. “Da sempre punto focale per l’associazione, mentre erano già avviati i lavori preparatori della diciottesima edizione di Plast, è emersa l’opportunità di ricreare un’alleanza con altre esposizioni della filiera”, ha ricordato Grassi. “In quest’opportunità ho creduto fin dall’inizio e, con il direttore Mario Maggiani, con il Consiglio, con tutta la struttura interna di Amaplast, s’è portato avanti un intenso lavoro che, infine, si è concretizzato in “The Innovation Alliance 2018”. Mi preme però dire che non era affatto scontato riuscire a far rientrare in un unico calendario le cinque fiere Plast, Ipack-Ima, Meat-Tech, Print4All e Intralogistica Italia, perché, per fare solo un esempio, più passava il tempo e più emergevano nuovi, seppur fisiologici, interessi di parte che, lo ripeto, non era scontato far quadrare”. Certo è che poi - dal 29 maggio al primo giugno 2018 - Plast non si è solo tenuto per la MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

prima volta in maniera congiunta, ma ha pure superato la cifra per nulla banale di 65000 visitatori! Sempre il past president ha poi anticipato agli astanti che per l’edizione 2021 di “The Innovation Alliance” ci sarà, grazie anche a Fiera Milano, una “posta sul piatto” molto interessante: “Sono già previste sia una promozione commerciale dell’evento più massiccia rispetto al 2018 sia la presenza d’importanti buyer internazionali, i quali, in un contesto di workshop all’interno di quella che è una tipica manifestazione B2B, sono forse il migliore appeal operativo per gli espositori”. Ma il cambiamento perseguito da Grassi nel suo mandato, non si è limitato a Plast: egli ha promosso anche un maggior dialogo tra i soci Amaplast e con i player esterni. “A questo proposito è bello poter dire che il cambiamento s’è concretato mediante uno “sportello” grazie al quale l’associazione funge da “arbitro facilitatore di connessioni tra aziende” - leggasi: aiuto paritetico per acquisizioni, collaborazioni, partenariati ecc. - ed è anche bello poter aggiungere che, ad oggi, quattro nostri soci ne hanno beneficiato”, ha puntualizzato Grassi, senza peraltro scordarsi di fare il punto sull’andamento dell’industria italiana di macchine e attrezzature.

LA SITUAZIONE DI MERCATO “Verosimilmente il 2018 ha chiuso un ciclo di crescita importante per il nostro settore, consoli-

Un momento della tavola rotonda tenutasi durante la parte pubblica dell’assemblea. In foto, da sinistra: Federico Visconti, Marco Fortis, Antonello Ciotti, Giuseppe Scicchitano e il moderatore Giuseppe De Filippi

dando i risultati record del 2017, che aveva fatto registrare incrementi a due cifre per tutti gli indicatori”, ha affermato Alessandro Grassi. “In questi primi sei mesi dell’anno, invece, abbiamo visto comparire alcune nubi all’orizzonte. Ritengo che la politica italiana non stia certamente aiutando l’industria: per il rilancio dell’economia occorrerebbe mettere al centro l’impresa, mentre oggi sembra che quest’ultima sia guardata con sospetto. Il contesto internazionale, purtroppo, non è migliore: la Brexit, i dazi a Russia e Iran, la guerra commerciale fra Cina e Stati Uniti, le rinnovate tensioni con il Messico sono tutti elementi di uno stesso mosaico… e il risultato finale è tutt’altro che rassicurante. Ovviamente, i costruttori di impianti complessi, con tempi di consegna di 6-12 mesi, hanno di fatto già saturato l’anno in corso e, quindi, gli eventuali problemi si porranno nel 2020. Quelle aziende che, invece, hanno una visibilità più

Il nuovo presidente di Amaplast

Carta d’identità di Dario Previero Ingegnere chimico e studente presso il Politecnico di Milano, nel 1983 Dario Previero ha conseguito anche la laurea magistrale in scienze dei materiali all’EPFL di Losanna. Ha quindi iniziato la sua carriera professionale nell’azienda di famiglia e in particolare si è specializzato, per il marchio Previero, sugli impianti per il riciclo della gomma e sulla riduzione dimensionale dei materiali plastici. Nel 1998 è entrato in Sorema, divisione di Previero e azienda leader nella produzione e nell’installazione di impianti per il riciclo delle materie plastiche. È diventato membro del consiglio di amministrazione e, in qualità di direttore vendite, è ora responsabile per il Centro e Sud America, gli Emirati Arabi Uniti e i nuovi mercati emergenti. Inoltre, grazie alla sua laurea, gestisce il di-

partimento ricerca e sviluppo dell’azienda. Infine, il 25 giugno 2019 Dario Previero è stato eletto nuovo presidente dell’associazione Amaplast per il periodo 2019-2021, succedendo così ad Alessandro Grassi, che ha guidato l’associazione per due mandati consecutivi.

Il neoeletto presidente di Amaplast, Dario Previero

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MARKETING

a breve termine, iniziano già a “sentire” un calo degli ordini. Fra l’altro le informazioni che ci arrivano dai “cugini tedeschi” sono tutt’altro che rassicuranti: nei primi mesi del 2019 gli ordinativi di macchine a iniezione sono crollati (del 30%, secondo una stima del tutto ufficiosa), trascinati in basso dalla crisi del settore automobilistico. Anche altri mercati applicativi sembrano attraversare un momento di difficoltà, tant’è che, in un recente comunicato stampa, VDMA ha stimato un calo degli ordini del 10% nel primo trimestre e, per fine anno, ha ipotizzato una contrazione del fatturato complessivo di circa dieci punti percentuali”. “Per il momento pare comunque prematuro parlare di crisi nel settore delle macchine per plastica e gomma, anche se in Italia l’importante sbocco dell’automobile sta vivendo un decremento significativo. Probabilmente la fiera K di ottobre sarà la cartina al tornasole per comprendere se si tratta solo di un rallentamento, oppure di qualcosa di più serio”, ha chiosato Grassi.

DUE PRESIDENTI ACCOMUNATI DALLA VOGLIA D’INNOVARE In chiusura del proprio intervento, Alessandro Grassi ha posto l’accento sul fatto che le collaborazioni istituzionali già in atto si stanno focalizzando sull’elaborazione di una reazione lobbistica condivisa rispetto agli attacchi che media, associazioni ambientaliste e governi europei stanno sempre più rivolgendo contro le materie plastiche. “Oggi la gente non sembra interessata a capire che l’inquinamento ambientale (e in particolare quello di mari e litorali) è principalmente dovuto al comportamento scorretto delle persone”, ha dichiarato il past president. “Eppure, tornare alle bottiglie di vetro vorrebbe dire inquinare molto di più: si pensi solo al loro trasporto, quasi totalmente su gomma. Inoltre, eliminare i film plastici con proprietà barriera comporterebbe una sensibile riduzione della “vita a scaffale” di innumerevoli prodotti alimentari.

La giornata si è conclusa con una cena sul magnifico terrazzo di Villa Erba

Ma non pensiamo ai soli aspetti negativi: ciò che sembra una minaccia può diventare un’opportunità. La tecnologia, infatti, assumerà un ruolo fondamentale non solo per il riciclo dei polimeri, ma anche per l’utilizzo di quelli riciclati in vari processi produttivi. La collaborazione fra EuPC (la Federazione europea dei trasformatori, di cui è presidente Renato Zelcher) ed Euromap (di cui è presidente Luciano Anceschi, il quale è stato chiamato sul palco a dire alcune parole al riguardo proprio da Grassi, ndr), non è mai stata così stretta come in questo periodo, perché si avverte la necessità di fare fronte comune. Ecco perché mi fa molto piacere che a succedermi sia stato designato Dario Previero, il quale, costruendo impianti di riciclo, potrà portare la sua grande esperienza in questo comparto, a beneficio di tutti gli associati”. “Le sfide che ci attendono sono importanti, ma soprattutto impegnative”, ha infatti esordito il neopresidente Amaplast, presentandosi per la prima volta in questa sua nuova veste ai soci riuniti in sala. Come puntualmente ricordava Alessandro, la grande opportunità che - a mio parere - ci si presenta, è quella legata all’economia circolare. Sono convinto che sia indispensabile far comprendere a tutta la filiera, ma soprattutto a “chi non opera nel nostro comprato”, come le tecnologie giochino un ruolo fondamentale nell’utilizzo sostenibile delle materie plastiche”. Dario Previero ha quindi accennato al suo, di

Il programma di attività della segreteria Amaplast per il biennio 2019-2020 • Mappature paese di: Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Iraq, California • Analisi mercati emergenti (Iraq, Cambogia, Myanmar, Centroamerica) • Missioni di buyer da: Algeria, Tunisia, Marocco, Kazakistan, Uzbekistan • Desk Amaplast/Ucimu a Mumbai

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• Nuovo sito Amaplast • Collaborazione con l’Università LIUC • Portale sicurezza macchine • Cybersecurity • Formazione • Collaborazione tra MacPlas e Assogomma per la rivista Elastica • Plast 2021.

programma, che sarà in un’ottica di: • “continuità” in senso lato; qui Previero ha ben riconosciuto l’eccellenza del lavoro fatto sia dal past president sia dalla squadra - tutta - dell’associazione; • “continuità” nel merito; nel senso che il nuovo presidente intende dare sì continuità alle scelte in condivisione con il Consiglio generale, ma al contempo ha invitato tutti gli associati a cercare di produrre più suggerimenti; • “novità” in materia d’economia circolare, oggi troppo vissuta in modalità emozionale, con la plastica che sembra essere il parafulmine di tutto il degrado ambientale. In realtà, sempre secondo Previero, si tratta di un problema da risolvere non solo sostenendo il riciclo, ma anche cambiando considerevolmente la concezione tecnica degli stessi imballi plastici, sviluppando nuovi materiali e nuovi prodotti. “Ed è proprio in questa nuova fase progettuale che vedo un’opportunità per tutta la filiera legata alla trasformazione delle materie plastiche”, ha concluso Dario Previero. “In particolare, noi fornitori di tecnologie dovremmo cercare di divenire referenti capaci di dare opinioni corrette, almeno dal punto di vista dei processi. Questo sarà l’impegno maggiore del mio programma, per il successo del quale sarà necessario allacciare relazioni con istituzioni ed enti pubblici, ma anche con politici (se possibile) e organizzazioni non governative: magari proprio quelle che attualmente sono profondamente contro le materie plastiche, cercando così di convincerle che le nostre sono opinioni corrette”. E su queste battute, in buona sostanza, s’è conclusa la prima parte istituzionale dell’assemblea Amaplast, alla quale ha fatto seguito la parte pubblica, con una tavola rotonda - su cui si tornerà certamente in uno dei prossimi numeri di MacPlas - dal titolo “Macchine per plastica e gomma: le sfide del futuro”, moderata da Giuseppe De Filippi (vicedirettore del TG5) e che ha visto gli interventi di: Marco Fortis (vicepresidente di Fondazione Edison), Federico Visconti (rettore dell’Università LIUC), Antonello Ciotti (presidente di Corepla) e Giuseppe Scicchitano (packaging manager di Henkel). MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


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MARKETING

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA E DELLA PLASTICA PUNTA SU…

INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ PER CONTINUARE A ECCELLERE IN EUROPA PER LA PLASTICA, NEL 2018 LA DOMANDA ITALIANA È STATA DI 5,74 MILIONI DI TONNELLATE: VALORE STAGNANTE RISPETTO ALL’ANNO PRECEDENTE (5,81 MILIONI). IN CALO I MERCATI DI SBOCCO DELL’EXPORT, MENTRE SALE LA DOMANDA DI POLIMERI RICICLATI. NELLA GOMMA, AUMENTANO PRODUZIONE (+2,4%) E IMPORTAZIONI (+4%); IN LEGGERO CALO LE ESPORTAZIONI (-1%)

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Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia (a sinistra), e il presidente della Federazione Gomma Plastica, Giorgio Quagliuolo

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n forte drive sull’innovazione di prodotto e di processo per accelerare la transizione sostenibile dell’industria della gomma e della plastica: questa la principale evidenza emersa durante l’assemblea generale di Federazione Gomma Plastica, tenutasi lo scorso 7 giugno a Milano presso il Palazzo dei Giureconsulti. I lavori sono stati introdotti dal presidente della Federazione Giorgio Quagliuolo, che è intervenuto insieme a: Marco Bussetti, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria; Massimo Temporelli, scrittore che si occupa di diffusione della cultura scientifica, tecnologica e dell’innovazione; Filippo Bettini, direttore

Sustainability and Risk Governance di Pirelli. In tempi di slogan semplicistici sulle responsabilità dei prodotti in plastica su cambiamenti climatici e inquinamento degli oceani, i player dell’industria stanno lavorando attivamente alla costruzione di un percorso capace di coniugare innovazione e sostenibilità ambientale, sociale, ma anche economica. Tra le iniziative implementate, merita particolare considerazione la piattaforma di lavoro P4P (Plastics for People, Plastics for Planet), lanciata da Federazione Gomma Plastica e Unionplast con l’obiettivo di promuovere l’impiego di plastica riciclata di qualità, l’ecodesign - inteso come proMACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


gettazione green dei prodotti, per minimizzarne l’impatto ambientale - e l’industrializzazione sostenibile. Un percorso articolato, che necessita però di adeguati strumenti di supporto a livello normativo e fiscale. In questo senso, la Federazione Gomma Plastica rilancia la proposta ideata dal Tavolo Permanente per il Riciclo di Qualità, di cui la Federazione è promotrice: un credito d’imposta per le imprese che utilizzano almeno il 30% di plastica riciclata nei propri prodotti. Questo strumento permetterebbe il rilascio di nuove energie e di investimenti che potenzierebbero lo sviluppo sostenibile dell’industria e la sua competitività a livello internazionale. La proposta di credito d’imposta prevede un meccanismo di premialità crescente, in base al livello di difficoltà di riciclo della materia prima seconda utilizzata. Ad oggi, circa il 15% della plastica utilizzata proviene da economia circolare, con un trend in continua crescita, come dimostra tra l’altro la certificazione Plastica Seconda Vita: dei 3095 prodotti certificati - realizzati con una media del 90% di plastica riciclata - oltre la metà è stata registrata negli ultimi due anni. La rigenerazione e il riciclo riguardano molto da vicino anche l’industria della gomma: ad esempio, sono state messe a punto e testate superfici sportive realizzate con PFU (Pneumatici Fuori Uso) particolarmente innovative e performanti, in particolare per il basket 3x3 e per l’equitazione. Inoltre, Ecopneus e IdeaPlast hanno sviluppato innovativi compound formati da polverino di gomma riciclata e resine termoplastiche riciclate, in grado di esaltare le caratteristiche

insonorizzanti e antiurto dei materiali. “L’industria della plastica si trova di fronte a un bivio e ha bisogno, oggi più che mai, di rinnovarsi per continuare a eccellere”, ha commentato Giorgio Quagliuolo. “Come diceva Albert Einstein, non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose. Ciò significa lavorare a fondo per rispondere e, se possibile, anticipare le esigenze del mercato, spingendo forte su ricerca e innovazione. È quanto le nostre aziende stanno già facendo e dovranno continuare a fare nel prossimo futuro, come mostrano i dati di mercato che presentiamo oggi”. A sottolineare l’attenzione per i progressi sul lato dell’innovazione e della sostenibilità a cui è chiamata dall’opinione pubblica - e a cui sta rispondendo con iniziative concrete su scala sempre più ampia - la Federazione Gomma Plastica ha posto simbolicamente nello spazio esterno di Palazzo dei Giureconsulti un “umarell” a grandezza naturale, realizzato al 100% in acido polilattico.

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA E DELLA PLASTICA: I RISULTATI 2018 E LE PREVISIONI PER IL 2019 L’industria della gomma italiana ha chiuso il 2018 con una produzione in aumento del 2,4%. Ulteriori segnali di un mercato interno vitale vengono da un incremento ancora più marcato delle importazioni (4%), combinato a un leggero calo delle esportazioni (-1%). Le quotazioni delle materie prime hanno mostrato un andamento ambivalente, con un forte apprezzamento (+15%) delle gomme sintetiche unito a una flessione di quelle naturali (-5%).

I partecipanti all’assemblea di Federazione Gomma Plastica dello scorso 7 giugno MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

A sottolineare l’attenzione per i progressi in termini di innovazione e sostenibilità, la Federazione Gomma Plastica ha posizionato simbolicamente un “umarell” a grandezza naturale, realizzato totalmente in PLA, nello spazio esterno di Palazzo dei Giureconsulti

Per il 2019 si prevede un “rimbalzo” delle dinamiche riscontrate lo scorso anno, con un decremento stimato della produzione di circa 2 punti percentuali, un aumento delle quotazioni della gomma naturale e un calo di quelle relative alle gomme sintetiche. Due dinamiche contrapposte hanno invece caratterizzato il 2018 dell’industria della plastica nazionale: da un lato è salita la domanda di polimeri riciclati (+3,1%: 1,12 milioni di tonnellate contro 1,09 del 2017), mentre dall’altro sono scesi i consumi di materie plastiche vergini. Il risultato di queste due dinamiche è una domanda stagnante, che si è fermata a fine anno a 5,74 milioni di tonnellate, rispetto ai 5,81 milioni del 2017. Ordinativi e volumi trasformati sono stati influenzati in maniera negativa anche dalle performance dei mercati europei. La stagnazione dei consumi, della produzione industriale e di alcuni settori d’applicazione delle materie plastiche - tra cui l’edilizia - non danno adito a prospettive di crescita particolarmente significative per il 2019.

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MARKETING

NEWS Africa delle materie plastiche

alimentato e dovrebbero sostenere ancora il commercio generale del paese. Più nello specifico, il settore materie plastiche sembra seguire il trend nazionale. L’import di prodotti in plastica finiti, così come quello di polimeri e di macchine per la loro lavorazione, ha mantenuto una crescita costante negli ultimi cinque anni. Anzi, non sembra aver risentito del rallentamento momentaneo occorso tra il 2011 e il 2014. L’Italia è altresì in una buona posizione tra i paesi partner del Ghana. Dal 2015 è seconda dietro alla Cina per ciò che concerne le macchine per la lavorazione della plastica. È vero che il volume totale del fatturato non può competere con quello di Pechino e Taiwan, ma è egualmente vero che Roma è l’unica che ha visto dal 2013 un incremento medio positivo dei flussi commerciali del settore verso Accra; dato che rende il nostro comparto produttivo decisamente competitivo. Inoltre, vista la politica commerciale

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Il Ghana è un mercato interessante per le materie plastiche e, di conseguenza, anche per tutti i sottosettori ad esso collegati, tra cui il commercio di macchinari per la lavorazione della plastica. Il paese sta vivendo un periodo piuttosto felice per quanto riguarda la crescita economica. Il PIL è sempre stato in positivo dal 2009 e, secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2017 vi è stato un picco di +8% (terzo miglior risultato degli ultimi dieci anni). Anche i valori della disoccupazione sono incoraggianti, dal momento che permangono molto bassi e stabili intorno al 2% dal 2013. Sebbene si possa prevedere un leggero incremento di tale indicatore, i livelli generali dovrebbero essere comunque contenuti. Com’era prevedibile, la scoperta di giacimenti petroliferi, risalente a una decina d’anni fa, ha attratto soprattutto investimenti dall’estero. Sebbene manchi ancora un’industria estrattiva e trasformatrice locale, i ricavi provenienti dalla vendita del petrolio hanno

Tramite l’iniziativa GRIPE (Ghana Recycling Initiative by Private Enterprises), otto importanti società produttrici presenti in Ghana, tra cui Coca-Cola, Dow, Nestlé e Unilever, hanno deciso di supportare la campagna del governo per la gestione dei rifiuti plastici

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Ghana: un mercato promettente per l’Italia

L’economia ghanese appare in buona salute e competitiva, soprattutto rispetto al contesto africano

globale della Cina, i flussi gestiti da Pechino potrebbero ridursi nell’intera area saheliana per spostarsi maggiormente verso il Corno d’Africa, liberando spazio per i competitor. Nel breve/medio futuro, si può ragionevolmente pensare a un aumento della domanda di prodotti in plastica da parte del Ghana. L’età media degli abitanti è di circa 25 anni, il reddito medio pro capite è in salita e, con esso, anche la classe media, responsabile della maggior parte del consumo di manufatti plastici, si sta allargando considerevolmente. Vista la politica monetaria e i flussi d’investimenti verso Accra, ci sono margini per l’implementazione di un’industria locale della trasformazione della plastica. Più nello specifico, in considerazione del tasso d’urbanizzazione, della tipologia di sviluppo urbano e dei settori traino dell’economia ghanese, l’edilizia, i trasporti pubblici (più che l’automotive privato) e il packaging per i prodotti alimentari e da scaffale sembrano essere

i settori in grado di fruttare maggiormente. Da segnalare, un po’ a sorpresa, anche il recente sviluppo dell’attività di riciclo. Da un punto di vista politico e securitario, il Ghana non presenta fonti d’instabilità concreti nel breve e medio periodo, cosa che dovrebbe supportare lo sviluppo economico generale. La mancanza di elementi endogeni tipici dei conflitti e degli scontri africani, rende il paese passibile di subire le contingenze dell’area, più che di sviluppare internamente fonti di pericolo per l’integrità dello Stato. Su tale assunto, l’ipotesi merita comunque un monitoraggio più che altro per gli investimenti di lungo periodo, anche se di solito sono meno frequenti nel settore della trasformazione della plastica. In conclusione, nel breve e medio periodo il contesto sembra promettente per il commercio italiano di macchine e attrezzature per la lavorazione dei materiali plastici. Michele Benazzo MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


TABELLA 1 - PRODUZIONE DI MANUFATTI IN EPS NEL 2018, IN ITALIA (t) 2018

2017

Blocchi, lastre e derivati

Edilizia Imballaggio Altri settori applicativi

39000 12000 1000

43000 10000 1000

Preformati

Edilizia Imballaggio Altri settori applicativi

25000 38000 1000

23000 36000 1000

Perle sfuse

Edilizia Imballaggio Altri settori applicativi

2000 1000 1000

3000 1000 1000

120000

119000

TOTALE

Industria italiana dell’imballaggio

Crescono produzione e fatturato Si è svolta il 7 giugno a Milano la conferenza “Economic Packaging - Il mercato che sarà. Previsioni 2019-2020”, promossa dall’Istituto Italiano Imballaggio e realizzata in collaborazione con il Consorzio nazionale imballaggi (Conai). In tale occasione sono stati presentati i dati economici aggiornati sul settore italiano degli imballaggi, il cui fatturato ha superato nel 2018 i 33,4 miliardi di euro, registrando una crescita pari al +2,6% rispetto al 2017. In termini di volumi, invece, la crescita è stata lievemente inferiore (+2,4%), portando la produzione d’imballaggi vuoti in Italia a superare i 16,7 milioni di tonnellate. Nel 2018 è stata la domanda interna più dinamica a guidare la crescita della produzione, con un aumento del 2,6%. Sono inoltre cresciute le importazioni (+1,9%), mentre le esportazioni hanno segnato un tasso di crescita minore rispetto agli scorsi anni (+0,8%). Plastics Recyclers Europe

MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

Tra i diversi materiali, spiccano le performance del legno (+4,5%), del vetro (+2,9%) e degli imballaggi flessibili da converter (+2,5%), che continuano a mostrare una crescita interessante anno dopo anno. Sono cresciuti, seppur in misura più ridotta, anche gli imballaggi in carta e cartone (+2%), gli imballaggi in plastica (+1,1%) e quelli in acciaio e alluminio (+0,5%). “L’industria italiana dell’imballaggio si dimostra un settore dinamico e in continua crescita”, ha dichiarato Anna Paola Cavanna, presidente di Istituto Italiano Imballaggio. “Particolarmente interessante è il saldo della bilancia commerciale, in attivo di oltre 2 miliardi di euro. Ciò significa che la nostra industria, per quanto legata alla produzione manifatturiera, è molto apprezzata anche al di fuori dei confini nazionali, con la produzione di imballaggi innovativi, sostenibili, e che garantiscono un elevato grado di sicurezza del prodotto contenuto”. Nei prossimi anni il settore packaging dovrebbe stabilizzare il proprio trend di crescita, facendo registrare un +0,5% nel 2019, per poi aumentare nuovamente il ritmo negli anni successivi, ipotizzando un +1,4% nel 2020 e un +1,9% nel biennio 2021-2022.

EPS italiano stabile

Il mercato premia imballaggi e preformati Durante la propria assemblea dei soci del 24 maggio scorso, AIPE (Associazione Italiana Polistirene Espanso) ha presentato i dati relativi al 2018 del mercato italiano dell’EPS. Rispetto all’anno precedente il settore ha fatto registrare una lieve crescita, passando da 119 mila a 120 mila tonnellate di materiale prodotto. In questo contesto di sostanziale stabilità, si possono però leggere alcune tendenze. Il segmento dei preformati va meglio rispetto a quello dei blocchi. Ciò significa che il mercato premia i prodotti più tecnologici e che offrono performance specifiche. Il segmento delle perle sfuse, sostanzialmente stabile, continua invece a rimanere marginale rispetto agli altri due. Analizzando i dati per ambito d’applicazione, si nota come l’EPS per imballaggio sia leggermente cresciuto, mentre quello per edilizia è andato incontro a un leggero calo, pur rimanendo il principale settore d’impiego. Inoltre, Aipe sottolinea che, malgrado il fatto che le norme (anche europee) siano più restrittive e che il materiale sia oggetto di critiche da parte di alcune associazioni ambientaliste, gli imballaggi in EPS hanno prestazioni tecniche tali (in particolare: mantenimento della temperatura, protezione dagli urti, sicurezza per il contatto alimentare) da renderli una scelta sempre valida. Sempre il 24 maggio, l’assemblea Aipe ha poi eletto presidente per i prossimi due anni Alessandro Augello (Poron Italiana Sud).

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE RICICLATORI E RIGENERATORI DI MATERIE PLASTICHE

NOTIZIARIO ASSORIMAP

A CURA DI WALTER REGIS E MARILENA DI BRINO

DATI PRE SULLA CAPACITÀ DI RICICLO

HDPE e PP tra le poliolefine rigide più riciclate d’Europa

L

o scorso 6 maggio l’associazione Plastics Recyclers Europe (PRE) ha diffuso i dati relativi alla capacità di riciclo installata in Europa per le poliolefine rigide da post consumo e da scarto industriale. Con una capacità di riciclo complessiva di 1,7 milioni di tonnellate, HDPE e PP fanno parte dei flussi maggiormente riciclati in Europa. I paesi con le più alte percentuali di capacità installata di riciclo per questi flussi includono l’Italia (25%), la Germania (22%) e il Regno Unito (15%). Seguono la Spagna (13%) e la Francia (9%). Nel 2018 i riciclatori europei di HDPE e PP si sono attestati a quota 114. Il maggior numero di impianti è localizzato in Italia e Spagna; terza la Germania e, a seguire, si collocano Regno Unito e Francia. Alla mappatura dei riciclatori europei di poliolefine rigide, avviata da PRE MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

nel 2018, aveva contribuito anche Assorimap raccogliendo i dati nazionali in forma aggregata. Il presidente del Gruppo HDPE e PP di Plastics Recyclers Europe, Herbert Snell, ha così commentato questi dati: “La domanda di riciclato sta aumentando e si sta dirigendo verso un numero più vasto di applicazioni che richiedono nuove specifiche. Sebbene la capacità di riciclo di HDPE e PP stia crescendo costantemente, al fine di soddisfare questa nuova domanda e di migliorare la qualità del riciclato, sarà fondamentale lavorare sul miglioramento della raccolta e dell’ecoprogettazione finalizzata al riciclo”. Quanto evidenziato da Herbert Snell risulta cruciale, se si pensa che il principale sbocco delle poliolefine rigide in Europa rimane il segmento del packaging. Gli imballaggi sono utilizzati nelle più di-

Un momento dell’audizione di Assorimap presso l’VIII Commissione “Ambiente, territorio e lavori pubblici” della Camera dei Deputati. In foto, a sinistra: il presidente di Assorimap Walter Regis

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NOTIZIARIO ASSORIMAP

sparate applicazioni, dai contenitori per il cibo a quelli per i casalinghi, fino ai flaconi per i prodotti cosmetici e per la cura della persona. Il secondo più grande mercato per l’HDPE è quello edile, mentre per il PP è il settore automobilistico. I dati raccolti per questi due polimeri vanno ad aggiungersi a quelli per il PET (2,1 milioni di t di capacità di riciclo in Europa) e per l’LDPE (2,3 milioni di t), già pubblicati da PRE nel 2018.

AUDIZIONE DI ASSORIMAP PRESSO L’VIII COMMISSIONE AMBIENTE Lo scorso 16 aprile si è svolta, presso l’VIII Commissione “Ambiente, territorio e lavori pubblici” della Camera dei Deputati, l’audizione di Assorimap nell’ambito della “Indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (Conai) e l’Anci, alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio”. Assorimap è stata rappresentata dal suo presidente Walter Regis, il quale ha evidenziato come l’attuale situazione italiana sia ancora impostata sulla tutela dell’ambiente (aspetto fondamentale ma limitante per la nuova impostazione europea, segnatamente con le nuove disposizioni sull’economia circolare) ed esprima principalmente e in maniera efficace le sue potenzialità sulla raccolta. Alcuni materiali vengono reimmessi nel circuito economico, in virtù del processo disegnato con l’accordo Anci-Conai, ma troppi materiali raccolti e anche processati nelle attività di selezione finiscono ancora in discarica o al recupero energetico. Assorimap ritiene che, in funzione dei nuovi obiettivi comunitari, si debba sviluppare il principio “raccogliere per riciclare effettivamente”. Occorre quindi riprogettare il siste-

ma e, dove possibile, avviare raccolte selettive e/o prevedere nuovi sistemi che garantiscano un’efficace intercettazione dei materiali, con lo stesso interesse dei relativi produttori a recuperare quanto immesso, con l’obiettivo della massima valorizzazione e, quindi, con una seconda vita dell’imballaggio. Tra le diverse proposte presentate alla Commissione, vi sono le seguenti: • rivedere la progettazione nella produzione degli imballaggi (con interventi normativi o incentivanti), attivare azioni importanti in merito all’informazione dei cittadini e al relativo corretto conferimento dei materiali; • prevedere finanziamenti per la ricerca finalizzata a nuove applicazioni di riciclo, in relazione alle numerose plastiche che ancora oggi non vengono riciclate; • prevedere incentivi per favorire il mercato del riciclato da post consumo (con tracciabilità e certificazione dell’effettivo riciclo).

ASSORIMAP INCONTRA ALBERTO MANCA In data 2 maggio 2019, il presidente di Assorimap ha incontrato Alberto Manca (Movimento 5 Stelle), membro della Commissione “Ambiente, territorio e lavori pubblici” della Camera dei Deputati. L’incontro, richiesto dall’onorevole a margine dell’audizione del 16 aprile, ha inteso approfondire le proposte di Assorimap illustrate proprio in sede di audizione. Particolare attenzione è stata manifestata da Manca relativamente al tema della tracciabilità del riciclato e delle possibili agevolazioni per incentivare l’utilizzo di prodotti realizzati con materiali riciclati.

ACCORDO TRA MONTELLO E VERSALIS PER NUOVI PRODOTTI IN PLASTICA RICICLATA

Come di consueto, Assorimap prenderà parte alla manifestazione Ecomondo, che si terrà dal 5 all’8 novembre 2019 presso la Fiera di Rimini

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La società Versalis (gruppo Eni), player internazionale nei settori di materie plastiche, elastomeri e chimica da fonti rinnovabili, e Montello, operatore primario in Europa nelle tecnologie di recupero e riciclo della plastica post consumo (associato Assorimap), hanno siglato un accordo finalizzato allo sviluppo di una nuova gamma di prodotti in polietilene da imballaggi riciclati. Grazie alle consolidate competenze tecnologiche e commerciali nel polietilene, le due aziende hanno messo a punto diversi prodotti che potranno contenere fino al 70% di plastica da post consumo, destinati a soddisfare le esigenze dei settori imballaggi e agricoltura: due dei principali sbocchi applicativi di questo materiale. I nuovi gradi verranno sviluppati, attraverso un processo innovativo, con il supporto congiunto dei laboratori di Montello e del Centro Ricerche

Versalis di Mantova e sono già stati effettuati alcuni test industriali presso aziende clienti, che ne hanno dato valutazioni positive.

ANCHE LE PREFORME ENTRANO NEL CONSORZIO CORIPET Il consorzio Coripet apre le sue porte ai produttori di preforme, accogliendo tra i soci Garda Plast, società attiva nell’ambito della produzione di preforme e bottiglie in PET. Con il recente ingresso di Garda Plast, il Consorzio autonomo per la gestione degli imballaggi in PET potrà ora “intervenire anche all’interno del processo di produzione e progettazione dell’imballaggio”, come ha dichiarato il presidente di Coripet Corrado Dentis. “Avere tra i consorziati una rappresentanza di realtà industriali che lavorano la materia prima per realizzare il semilavorato utilizzato per la produzione della bottiglia garantisce maggiore possibilità d’intervenire a monte dell’imballaggio e chiude in un certo senso il cerchio per ciò che riguarda gli attori rappresentativi dell’intera filiera”, ha aggiunto Dentis.

L’ECONOMIA CIRCOLARE TORNA ALLA FIERA DI RIMINI. ASSORIMAP TRA I PARTECIPANTI La 23a edizione della manifestazione Ecomondo, organizzata da Italian Exhibition Group, si terrà dal 5 all’8 novembre sempre presso la Fiera di Rimini e potrà contare su 1300 espositori, provenienti da 30 paesi, e migliaia di visitatori da 150 paesi. Nel corso degli anni, Ecomondo è divenuto l’appuntamento per eccellenza dell’economia circolare ed è considerato un punto di riferimento per le imprese e l’innovazione dell’economia verde. L’edizione 2019, infatti, si dipanerà e suddividerà in quattro macrosettori: bioeconomia circolare, bonifiche dei siti contaminati, rischio idrogeologico e ciclo integrato delle acque. Quattro aree che ruotano attorno all’approvazione, da parte dell’UE, del pacchetto sull’economia circolare; business e “salvezza” che, secondo le più recenti stime del Censis, potrà creare quasi mezzo milione di posti di lavoro in Italia entro il 2023. Assorimap prenderà parte alla manifestazione con uno stand nell’area della fiera dedicata ai rifiuti e alle risorse.

ASSORIMAP - Associazione nazionale riciclatori e rigeneratori di materie plastiche Via Tagliamento, 25 - 00198 Roma Tel.: +39 06 83772547 E-mail: info@assorimap.it www.assorimap.it MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


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PLASTICA E AMBIENTE

Scaglie ottenute dal riciclo di PET (Foto: Sorema)

BOTTIGLIE IN PET POST CONSUMO

DA RIFIUTO A MATERIA PRIMA SECONDA UN EXCURSUS SULLA STORIA DELL’IMPIEGO DEL PET POST CONSUMO PER LA PRODUZIONE DI BOTTIGLIE ALIMENTARI E NON ALIMENTARI, ALLA LUCE DELLE PIÙ RECENTI NORMATIVE DI ORESTE PASQUARELLI

L

a produzione di bottiglie biorientate in PET in Europa ha avuto inizio nel 1979, quando, in Gran Bretagna, Coca Cola introdusse sul mercato la prima bottiglia in PET, ottenendo subito un grande successo dovuto soprattutto alla leggerezza del contenitore e alla sua infrangibilità. In Italia, nel 1980, la fonte San Benedetto di Scorzè (Venezia) adottò una bottiglia da 1,5 litri per una sua aranciata. Anche in questo caso il successo fu immediato e la bottiglia biorientata in PET fu adottata da tutto il settore delle bevande analcoliche gassate. Oggi, accanto alla bottiglia da 1,5 litri, sono diffusi i formati da 0,5 litri e, in misura minore, da 1 litro. Queste bottiglie hanno una resistenza al calore limitata e non possono essere usate a temperature superiori ai 70°C, poiché si deformano riducendosi di volume. Le bottiglie prodotte con PET riciclato si stanno inserendo nel confezionamento di detersivi liquidi per la casa, poiché hanno ottime prestazioni in termini di rigidità, trasparenza e resistenza all’urto. Oggi, in Italia, si consumano più di 400

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TABELLA 1 - CARATTERISTICHE DEI LOTTI DI CONTENITORI RIGIDI IN PET CONFEZIONATI IN BALLE Contenitori rigidi di PET incolore e trasparenti Contenitori di PVC ​0,5% massimo in peso​ Contenitori di PET azzurrati​​ 2,0% massimo in peso Contenitori di PET colorato​​ da 0,5% a 0,7% in peso ​da 2,0% a 1,5% in peso​ Contenitori di poliolefine Altri manufatti plastici e non​ da 1,0% a 2,5% in peso​ Termoformati di PET​​ 1,0% massimo in peso Contenitori rigidi di PET azzurrati e trasparenti Contenitori di PVC 0,5% massimo in peso Contenitori di PET colorato ​da 2,5% a 2,7% in peso​ Contenitori di poliolefine​ da 2,0% a 1,5% in peso​ Altri manufatti plastici e non​​ da 1,0% a 2,0% in peso Termoformati di PET​ 1,0% massimo in peso​ Contenitori di PET colorati e trasparenti Contenitori di PVC​​ 0,5% massimo in peso Contenitori di PET opaco​ ​da 2,0% a 4,0% in peso Contenitori di poliolefine​​ 2,0% massimo in peso Altri manufatti plastici e non​​ da 1,0% a 2,5% in peso Termoformati di PET​​ 1,0% massimo in peso

nessuna variazione nessuna variazione quantitativo aumentato quantitativo diminuito quantitativo aumentato assente testo 2005 ​​nessuna variazione quantitativo aumentato quantitativo diminuito quantitativo aumentato assente testo 2005 nessuna variazione quantitativo aumentato nessuna variazione quantitativo aumentato assente testo 2005

MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


mila tonnellate di PET “bottle-grade”. Corepla ne ricicla oltre 200 mila tonnellate all’anno ed è molto importante garantire una qualità costante e controllata in termini di contenuto di materiali estranei. Le aziende riciclatrici operano con impianti industriali a elevate capacità e operano a ciclo continuo. Per questa ragione necessitano di un “prodotto” in ingresso con caratteristiche di omogeneità e una presenza di polimeri estranei controllata secondo specifiche precise e tolleranze dei valori definite in modo chiaro. Nel dicembre 2005, UNI ha pubblicato la norma “UNI 11038-1 - Imballaggi di materiale plastico da post consumo selezionati in frazioni omogenee - Verifica della conformità dei lotti alle specifiche di omogeneità - Parte 1: Contenitori per liquidi di polietilentereftalato (PET)”, che è stata impiegata regolarmente da Corepla per il controllo dei materiali da riciclare che escono dai centri di selezione convenzionati. Nel 2017 si è avviato il lavoro di revisione della norma presso la Sotto Commissione SC25 “Riciclo” di Uniplast, creando un gruppo di lavoro specifico coordinato da Corepla e al quale hanno partecipato attivamente importanti società che operano nel settore del riciclo del PET. I lavori si sono svolti dal 2017 al 2019 e il testo definitivo è stato avviato da Uniplast all’iter di pubblicazione come norma UNI.

NUOVA VERSIONE DELLA UNI 11038-1 Per quanto riguarda sommariamente le modifiche e gli aggiornamenti introdotti, in tutto il testo il termine “contenitori” viene sempre seguito dalla precisazione “rigidi”, al fine di includere soltanto bottiglie e vaschette ed escludere le confezioni flessibili da film. Nel titolo la definizione degli imballaggi considerati è più sintetica - “Contenitori di PET” - mentre è stata tolta la precisazione “per liquidi”. È stato aggiunto un breve sommario nel quale si informa che nella norma si stabilisce un metodo di campionamento e verifica di conformità a una data specifica di omogeneità di un lotto di contenitori rigidi da post consumo. Inoltre, viene aggiunta la descrizione delle modalità operative per la quantificazione dei contenitori rigidi originariamente non destinati a uso alimentare. Lo scopo, il campo di applicazione e i riferimenti normativi non hanno subito variazioni importanti. Al capitolo “Termini e definizioni” sono state aggiunte le voci “PET non food” e “PET food”. Le modalità di campionamento di un lotto sono state cambiate. Attualmente si scelgono sempre due balle di bottiglie, ma invece di effettuare controlli separati su entrambe, si è preferito mischiare le bottiglie contenute nell’una e nell’altra ed estrarre un campione rappresentativo. Se il contenuto di bottiglie in PET e di contenitori MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

TABELLA 2 - INDICAZIONI PER LA SEPARAZIONE DI CONTENITORI PET NON FOOD E PET FOOD Esempi di contenitori in PET destinati a uso alimentare - PET food Tipi di contenitori ​​Categorie di prodotti alimentari Bottiglie trasparenti, opache, neutre Acque gassate e piatte e colorate ​Bibite gassate e piatte, succhi di frutta ​Latte e derivati ​Bevande energetiche e simili ​Oli alimentari di semi/di oliva ​Aceti Contenitori con bocca larga Salse e condimenti alimentari ​Acque minerali e di sorgente Boccioni con capacità di 20 litri Esempi di contenitori in PET non destinati a uso alimentare - PET non food Tipi di contenitori ​​​Categorie di prodotti non alimentari Bottiglie, flaconi con bocca larga Oli lubrificanti per macchine e motori ​Liquidi antigelo per radiatori ​Liquidi detergenti per usi tecnici ​Detergenti per uso domestico, ammorbidenti ​Prodotti per giardinaggio, disinfestanti, concimanti ​Prodotti cosmetici e farmaceutici realizzati in altri polimeri rispetta i valori previsti nella norma, il lotto è considerato “conforme”. In caso contrario il lotto non viene accettato. Un lotto può essere costituito al massimo da 30 tonnellate di balle (pari alla portata massima di un autotreno). I lotti di contenitori rigidi in PET confezionati in balle devono avere le caratteristiche riportate in tre prospetti del capitolo “Requisiti”, i cui dati sono riportati in tabella 1 con le variazioni e aggiunte effettuate nella nuova edizione della norma. Quanto al metodo di prova per determinare la conformità di una balla alle specifiche di omogeneità, la prima versione della norma prevedeva il controllo su circa 50 kg di materiale estratti da una balla di bottiglie, mentre la versione del 2019 prevede l’estrazione del campione di 50 kg da due balle preventivamente mischiate. In entrambi i casi si opera su un campione di circa 50 kg e si separano le diverse componenti (bottiglie di altri polimeri, altri prodotti), che vengono pesate determinando quindi le relative percentuali. Se queste percentuali sono entro i limiti fissati dai tre prospetti riportati, il lotto è considerato conforme; in caso contrario non viene accettato. Il risultato si esprime con la formula Mi x 100/ Mn, dove Mi è il peso della frazione di contenitori estranei espresso in grammi, Mn è il peso totale ottenuto dalla somma di tutte le frazioni cernite e pesate espresso in grammi. La massa volumica apparente della balla Mv espressa in kg/ m3 è data da Mi/V, dove Mi è il peso della balla espresso in kg e V è il volume della balla in m3. Inoltre, in questa versione è stato aggiunto un capitolo per determinare la quantità di contenitori in PET originariamente non destinati a uso alimentare (PET non food).

Balle di bottiglie in PET post consumo (Foto: Sorema)

Si preleva un campione costituito da due balle su un lotto con un peso massimo di 30 mila kg. Dopo la mescolazione si eseguono le analisi su 50 kg e si eliminano i polimeri che non siano PET. La separazione dei contenitori PET non food da quelli PET food viene effettuata seguendo le indicazioni fornite dai prospetti 4 e 5 (tabella 2). Avvenuta la separazione dei campioni PET non food da quelli PET food, questi vengono pesati e si determina la percentuale di quelli PET non food. Se questa percentuale non supera il 5%, il lotto può essere avviato al riciclo con tecnologia specifica per ottenere rPET destinato al contatto con gli alimenti. EFSA (European Food Safety Authority) ha già fornito parere positivo sulle tecnologie disponibili a ottenere rPET idoneo al contatto con alimenti, ma manca l’autorizzazione ufficiale della Commissione UE. I dettagli su questa procedura di autorizzazione sono contenuti nel “Regolamento CE 282/2008 della Commissione relativo ai materiali e oggetti di materia plastica riciclata destinati al contatto con alimenti”.

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PLASTICA E AMBIENTE Il presidente di Giflex Michele Guala

NEWS ASSEMBLEA COREPLA

Un’Italia sostenibile e di valore Nel 2018 sono stati 7231 (91%) i Comuni italiani attivi nel servizio di raccolta differenziata, che si è attestata a 1,219 milioni di tonnellate, facendo registrare un incremento del 13,6% rispetto al 2017. Inoltre, 643544 e 383057 tonnellate di imballaggi in plastica sono state avviate rispettivamente a riciclo e a recupero energetico, mentre ammontano a 351 milioni di euro i corrispettivi riconosciuti da Corepla ai Comuni convenzionati, o ai loro delegati. Questi, in sintesi, i numeri dell’Italia del riciclo emersi dall’assemblea di Corepla, svoltasi il 14 maggio a Milano, nel corso della quale è stato approvato anche il bilancio dell’esercizio 2018. Più in dettaglio, ammontano a 643544 t (+9,7% rispetto al 2017) i rifiuti di imballaggi in plastica provenienti dalla raccolta differenziata domestica riciclati nel 2018 da Corepla (58%), di cui 27366 t provenienti dalle piattaforme di superfici private. A questa cifra vanno aggiunti i quantitativi di imballaggi in plastica riciclati da operatori industriali indipendenti provenienti dalle attività commerciali e industriali (376000 t), per un riciclo complessivo nazionale di oltre un milione di tonnellate. Sono stati recuperati anche quegli imballaggi che ancora faticano a trovare sbocchi industriali verso il riciclo meccanico e il mercato delle plastiche riciclate. Infatti, Corepla ha avviato a recupero energetico circa 383 mila tonnellate, che sono state utilizzate per produrre energia al posto di combustibili fossili. Sono 57,782 milioni i cittadini coinvolti e il dato medio nazionale di raccolta pro capite 2018 è di 20 kg ad abitante, contro i 18 del 2017. Le Regioni più virtuose d’Italia si confermano Veneto e Sardegna, con poco più di 28 kg pro capite all’anno. Numeri di un’Italia sostenibile e che vale: grazie a Corepla, infatti, è stata evitata l’emissione di 916000 t di anidride carbonica nell’atmosfera e sono “L’accordo Eni-Corepla per la stati risparmiati oltre trasformazione di rifiuti plastici eterogenei in idrogeno, la forte crescita 9000 GWh di energia, della raccolta e del riciclo di polistirene, 132 GWh di energia la sperimentazione del riciclo chimico elettrica e 268 GWh di per alcuni imballaggi difficili da riciclare energia termica, con sono solo alcuni esempi dell’Italia che un risparmio di 436000 innova, in veloce trasformazione verso un’economia circolare”, ha dichiarato t di materia prima verAntonello Ciotti, presidente di Corepla gine.

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Giflex alla Print4All Conference

Il futuro degli imballaggi flessibili è sostenibile L’associazione Giflex, che raggruppa i produttori di imballaggi flessibili destinati al confezionamento, ha preso parte alla recente “Tavola rotonda sulla sostenibilità”, organizzata a Milano il 21 marzo nell’ambito della terza edizione di Print4All Conference. In tale occasione, il suo presidente, Michele Guala, ha analizzato l’evoluzione del packaging flessibile, considerando anche le indicazioni riportate nella “Plastic Strategy” della Commissione Europea, e le caratteristiche delle possibili soluzioni in un’ottica di sostenibilità, dall’utilizzo di imballi riciclabili monomateriale (poliolefine) all’uso di materiali biodegradabili e compostabili, fino al riciclo meccanico e chimico. Dal dibattito è emerso come, nell’ambito della “Plastic Strategy”, molti imballaggi flessibili dovranno essere modificati o adattati con l’obiettivo di renderli più facilmente riciclabili. Oggi, infatti, nonostante il divario presente tra soluzioni tecniche ed effettivo avvio al riciclo degli imballaggi flessibili, questa soluzione è nella maggior parte dei casi l’alternativa più leggera, e quindi più sostenibile, per conservare i prodotti alimentari. “Rendere sostenibile un imballaggio flessibile si può. Ad esempio attraverso l’utilizzo di un unico materiale, oppure con polimeri biodegradabili o compostabili. Sul fronte del riciclo, siamo in un momento di trasformazione: guardiamo con molto interesse al riciclo chimico, che però necessità ancora di tempo per diventare una realtà industriale. Per quanto riguarda invece il riciclo meccanico, un limite ancora insuperato è quello di non poter ottenere resine che siano adatte alla produzione di imballi per contenere gli alimenti, riducendo così il mercato di sbocco”, ha dichiarato Guala nel suo intervento.

Iniziativa di Corona Extra

Birra in cambio di plastica Ormai l’argomento è sulla bocca di tutti, esperti e non: la plastica è diventata il demone dei tempi moderni, da sconfiggere ed eliminare dalle nostre vite. Sebbene questa visione si sia diffusa forse più “di pancia” che “di testa”, è pur vero che, secondo le stime, ogni anno 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici si riversino nei mari. Per contrastare questa deriva servono prima di tutto comportamenti individuali virtuosi... perché i polimeri non hanno facoltà di azione, mentre le persone sì. È quello che devono aver pensato alla Cerveceria Modelo, il birrificio messicano che produce la notissima birra Corona Extra, che ha deciso di accettare come forma di pagamento la plastica raccolta sui litorali in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, l’8 giugno, e durante tutta la settimana successiva. L’iniziativa, avviata insie-

me all’organizzazione globale Parley for Oceans, coinvolge centinaia di località attraverso l’installazione di dispositivi per la raccolta e il riciclo della plastica presso rivenditori e luoghi di ristoro in Brasile, Colombia, Italia, Messico e SpaMacchinetta per ricevere gna. Ma il programma una bottiglia di “Pay With Plastic” di birra in cambio Corona e Parley lancia di tre bottiglie una campagna che va di plastica ben al di là della suggestione del momento e che durerà tutta l’estate, con una confezione di birra in edizione limitata, che verrà lanciata tra giugno e agosto in Brasile, Canada, Italia, Messico, Regno Unito e Spagna. Per ogni confezione acquistata, Corona e Parley si impegnano a ripulire un metro quadrato di spiaggia locale. MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


LINEE DI TRASFORMAZIONE

LA GRANULAZIONE EFFICIENTE SECONDO BAUSANO

“IMMAGINARE INSIEME IL FUTURO DELL’ESTRUSIONE” QUESTO L’INVITO CHE CLEMENTE BAUSANO HA RIVOLTO AI PARTECIPANTI DELL’OPEN DAY SVOLTOSI LO SCORSO 11 APRILE NELLO STABILIMENTO BAUSANO DI RIVAROLO CANAVESE. DURANTE L’EVENTO, PRESENTAZIONI E DIMOSTRAZIONI DAL VIVO SI SONO FOCALIZZATE, IN PARTICOLARE, SULLA POSSIBILITÀ DI RIDURRE I COSTI ENERGETICI FINO AL 35% GRAZIE AL RISCALDAMENTO A INDUZIONE DI RICCARDO AMPOLLINI

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iovedì 11 aprile la società Bausano & Figli ha aperto le porte del proprio stabilimento di Rivarolo Canavese (Torino) a circa 60 clienti e partner per il proprio Open Day dedicato alla granulazione di materie plastiche, e del PVC in particolare. La giornata organizzata dal noto costruttore di linee d’estrusione è iniziata con una breve presentazione a cura del suo vicepresidente Clemente Bausano, il quale ha ripercorso le tappe fondamentali della storia aziendale, iniziata nel primo dopoguerra, e più precisamente nel 1946, e giunta oggi alla terza generazione della famiglia BausaMACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

no, che ne è tuttora la proprietaria. “Cominciamo questa mattinata insieme con un breve viaggio che parte dal passato, cosicché, quando (più tardi) avrete modo di vedere da vicino le lavorazioni che effettuiamo, potrete comprendere meglio come l’innovazione sia impregnata di tradizione e viceversa”, così ha esordito il vicepresidente, che si è poi focalizzato sui prodotti Bausano e sulle principali novità tecniche introdotte negli anni più recenti. “Oggi la nostra gamma di prodotti comprende linee d’estrusione per la gra-

Clemente Bausano spiega caratteristiche e vantaggi del sistema Multidrive 4x2 durante il tour aziendale

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nulazione sia di materiale vergine sia di riciclato, per produrre profili, tubi, articoli medicali (tubi o sacche) e profili in WPC, materiale composto da fibre naturali e plastica. Un prodotto, quest’ultimo, che sta andando veramente molto bene. Con gli estrusori bivite della gamma MD e Next Mover (oggi nella loro ultima versione) e con i monovite della serie E-GO (che lanceremo ufficialmente il 10 luglio in occasione di un giornata Porte Aperte dedicata), siamo in grado di coprire una buona fetta delle richieste del mercato nel campo dell’estrusione”.

Fig. 1 - Oltre a IE1 (efficienza standard) e IE2 (efficienza elevata), la Commissione IEC ha introdotto recentemente due nuovi standard riguardanti l’efficienza energetica dei motori: IE3 (Premium) e IE4 (Super Premium). Bausano suggerisce quest’ultimo per i motori dei suoi estrusori

OBIETTIVO: RIDURRE I COSTI ENERGETICI Secondo una ricerca della società Engine Europe, la maggiore voce di costo per le aziende manifatturiere europee è quella relativa all’energia elettrica: 88%, contro il 10% del riscaldamento, l’1% dell’utilizzo d’acqua fresca e l’1% per le acque di scarico. Questi dati si traducono naturalmente in una riduzione di competitività rispetto ai concorrenti che godono di costi energetici inferiori. “Le spese energetiche rappresentano la terza voce di costo nel bilancio delle aziende trasformatrici di materie plastiche e il loro contenimento rappresenta una necessità per mantenere elevata la competitività sul mercato. A patto, naturalmente, di non pregiudicare la funzionalità e l’efficienza dei processi produttivi”, ha sottolineato Clemente Bausano. “Come ben saprete, in questo momento storico stiamo inoltre assistendo a una crescente sensibilizzazione da parte dei media - circa l’uso consapevole della plastica. Siamo quindi noi produttori di macchinari, per primi, a sentirci motivati sia a sviluppare una coscienza ambientale indirizzata al riutilizzo delle materie plastiche sia a incentivare una produzione energeticamente sostenibile”. Proprio l’estrusore risulta la principale componente “energivora” di un impianto per la produzione di manufatti in plastica e, per questo, Bausano ha pensato bene di proporre il pacchetto Smart Energy su tutti gli estrusori della nuova serie MD Next Mover, in grado d’intervenire sui tre componenti che consumano più energia in un estrusore: il motore, il sistema di trasmissione (che non consuma energia in sé, ma può far perdere efficienza all’impianto) e il sistema di riscaldamento del cilindro.

Tab. 1 - Confronto tra riscaldatori resistivi e riscaldatori induttivi

RISCALDATORI RESISTIVI • Massima efficienza: 70% • Riscaldamento del cilindro attraverso il contatto diretto dei riscaldatori • Riscaldamento cilindro non applicato in modo uniforme • Alta inerzia termica • Riscaldatori con breve durata • Temperatura materiale = temperatura cilindro di circa 20°C inferiore. RISCALDATORI INDUTTIVI • Standard di efficienza 95% • Riscaldamento del cilindro diretto • Riscaldamento del cilindro uniforme • Nessuna inerzia termica • Riscaldatori con una durata illimitata • Temperatura del materiale molto vicina alla temperatura del cilindro. Innanzitutto la nuova gamma MD Next Mover è dotata di un sistema di controllo (Digital Extruder Control) che consente l’analisi energetica dell’impianto: misura tutti i flussi d’energia ed elabora grafici e tabelle che permettono di verificare l’esatto consumo energetico durante il processo produttivo. Partendo da questi dati è possibile confrontare i consumi con quelli di riferimento e definire specifiche misure di “efficientamento”. In secondo luogo, gli estrusori bivite MD Next Mover si caratterizzano per un risparmio energetico intorno al 30-35%, ottenuto installando motori IE4 di ultimissima generazione, equipaggiando gli impianti con la cassa ingranaggi brevettata da Bausano (sistema Multidrive 4x2, migliorato negli

Riscaldatori a fascia

TEMPERATURA (°C)

Sistema a induzione

La linea con estrusore bivite MD 158/21 Next Mover, dotata di sistema Smart Energy basato sul principio dell’induzione elettromagnetica, ha dimostrato com’è possibile ottenere un significativo risparmio nel consumo energetico dell’impianto

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TEMPO (min)

Fig. 2 - Riscaldatori a fascia tradizionali vs. sistema a induzione: il tempo di riscaldamento del cilindro si riduce del 40% a parità di potenza e le fasce induttive si riscaldano più rapidamente MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


anni e più performante) e soprattutto inserendo il nuovo sistema di riscaldamento a induzione del cilindro.

Fig. 4 - Ecco come si presentano le bobine a induzione che rivestono il cilindro, costituite da varie spire di cavo speciale avvolte attorno a un’anima metallica

RISCALDAMENTO A INDUZIONE: COME FUNZIONA E QUALI SONO I SUOI VANTAGGI Ma il vero protagonista dell’Open Day è stato l’innovativo sistema di riscaldamento del cilindro tramite induzione elettromagnetica: un’innovazione “appena nata” in casa Bausano, ma che l’azienda è stata la prima a proporre sugli estrusori bivite controrotanti, come quello in mostra nell’area R&D: MD 158/21 Next Mover. “Naturalmente, il fenomeno dell’induzione elettromagnetica non è un’invenzione di Bausano”, ha continuato il vicepresidente dell’azienda piemontese. “È stato scoperto e codificato in legge nel 1831 dal fisico inglese Michael Faraday ed è attualmente alla base del funzionamento di motori elettrici, alternatori, trasformatori, altoparlanti, microfoni dinamici, ma anche delle piastre di riscaldamento delle moderne cucine, giusto per fare alcuni esempi tratti dalla quotidianità. Però Bausano è stata la prima azienda ad applicarlo a livello industriale sui macchinari per l’estrusione. Tant’è che abbiamo già clienti che usano regolarmente il nostro sistema di riscaldamento a induzione, già ben collaudato e commercializzato”. Nel processo di riscaldamento a induzione, il metallo del cilindro è esposto a un campo elettromagnetico alternato, generato da bobine portanti corrente installate appunto sul cilindro dell’estrusore. Questo processo, senza contatto (una particolarità, infatti, è che il cavo delle bobine non tocca direttamente la superficie metallica da riscaldare, ndr), produce correnti parassite nel materiale, che a loro volta producono calore. I vantaggi dell’introduzione del sistema a in-

Bobina di induzione

Cilindro

Protezione del cilindro

Raffreddatore RG3 Plus e dettaglio dello scorrimento dei granuli al suo interno

duzione, parte del pacchetto Smart Energy, si possono riassumere in: • efficienza energetica massima, che permette ai riscaldatori di raggiungere un risparmio fino al 35%. Questo perché l’energia termica generata dall’elettromagnetismo non viene dispersa nell’ambiente, ma viene concentrata all’interno dell’elemento da riscaldare, senza che vi

Correnti parassite Strato d’isolamento termico ed elettrico

Fig. 3 - Lo schema mostra le correnti parassite (dette anche “correnti di Foucault” e causate dal movimento del campo magnetico) e lo strato protettivo isolante, interposto tra le bobine di induzione (una per zona) e il cilindro. Tale isolamento consente di mantenere il calore vicino alla zona di processo e di rendere la superficie esterna fresca al tatto MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

Ventola di raffreddamento

sia bisogno di alcun contatto fisico con l’elemento stesso; • riduzione dei tempi di raggiungimento della temperatura desiderata (riscaldamento più rapido); • lavorabilità dei materiali a temperature più elevate; • distribuzione uniforme del calore; • minore emissione di calore nell’ambiente circostante; • prodotto finito di qualità superiore; • facilità d’installazione, tramite il riscaldatore a bobina apribile, e di manutenzione. Nel grafico di figura 2 si può osservare, per esempio, come il tempo di riscaldamento del cilindro sia ridotto del 40%, a parità di potenza, e come le fasce induttive si riscaldino più rapidamente, di circa il 35% (test effettuati nei laboratori Bausano). In tabella 1 è inoltre mostrato un confronto tra riscaldatori resistivi (sistema tradizionale) e riscaldatori induttivi. “Un punto importante che mi preme enfatizzare e che ritengo veramente molto

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LINEE DI TRASFORMAZIONE

interessante è il fatto che nelle resistenze tradizionali esista comunque un’inerzia termica”, ha voluto mettere in evidenza Clemente Bausano. “Quindi, per raggiungere la temperatura impostata, il calore continua a essere emesso anche quando la resistenza non riceve più il comando dal PLC. Mentre il sistema a induzione diventa subito freddo nel momento in cui non arriva più il comando dal controllo. Un ulteriore vantaggio, non di poco conto, riguarda il fatto che la vita utile del sistema a induzione è teoricamente infinita, poiché non passa corrente all’interno delle spire. Mentre invece bisogna cambiare spesso le resistenze ceramiche, con tutti i problemi che ne derivano… fosse solo per il fermo macchina, o per la necessità di “smontare mezzo cilindro” per la loro sostituzione”. Il pacchetto Smart Energy di Bausano prevede infine un sistema di ventilazione speciale, che permette di raffreddare le parti calde della macchina con la massima efficacia possibile.

COME SI CALCOLA IL RISPARMIO OTTENIBILE? Poiché quello dell’energia è un costo variabile, la sua riduzione va ad aumentare la marginalità dell’impresa. Con una semplice formula, quindi, si può calcolare il risparmio energetico in termini di costo annuale: Risparmio energetico D (€/anno) = A x B x C laddove

Il pannello di controllo mostra i dati raccolti dal vivo relativi al consumo energetico della linea MD 158/21 Next Mover

A = totale dell’energia risparmiata per il cilindro (kWh) B = numero di ore lavorate per anno C = costo dell’energia (€/ kWh) “Tra l’altro le nostre macchine - già da oggi - sono dotate di una scheda elettronica all’interno del PLC che misura il consumo in kW/h, indipendentemente dal fatto che siano installate resistenze tradizionali oppure no. Quindi, tutti i dati ottenuti possono essere esportati verso un PC, per eseguire le valutazioni del caso e stabilire qual è il consumo effettivo della macchina”, ha voluto mettere meglio in evidenza Clemente Bausano.

Terminata la “presentazione teorica”, l’Open Day è proseguito con un tour dello stabilimento produttivo e con un pranzo conviviale in una storica trattoria di Rivarolo. Ma, dulcis in fundo, è nel pomeriggio che i partecipanti hanno potuto “toccare con mano” le innovazioni anticipate nell’intervento del mattino. All’interno dell’area prove e R&D dell’azienda, infatti, hanno potuto assistere ai test con una linea su cui era installato proprio il nuovo pacchetto Smart Energy con riscaldamento a induzione, del quale hanno così potuto apprezzare concretamente i vantaggi, monitorandone i consumi.

COSA SUCCEDERÀ DOMANI?

Domenico Baudino, senior area manager, mostra la linea d’estrusione MD 75/30 Plus, per profili e per granulazione, presente nell’area R&D di Bausano insieme a un impianto basato sull’estrusore bivite MD 30/19 da laboratorio. Entrambe le linee sono molto versatili e possono eseguire diverse tipologie di prova; vengono anche utilizzate come impianti pilota per varie applicazioni su scala industriale, tra quelle proposte da Bausano

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“È una domanda interessante e ogni giorno il team di Bausano è sempre alla ricerca di idee utili per il futuro. Abbiamo grandi ambizioni, che non riguardano solo i numeri, i fatturati e le quote di mercato”, si è avviato a concludere Clemente Bausano. “Ci proponiamo di partecipare attivamente per trasformare una catena produttiva oggi frazionata, in un circuito virtuoso, assicurando una produzione finale di qualità, efficiente ed economicamente conveniente. Ma soprattutto, noi di Bausano vogliamo portare avanti un discorso basato sull’ottimismo! Siamo infatti dell’idea che il mercato globale di settore sia ancora pieno di opportunità e con tanti clienti che hanno voglia di investire e di crescere… e noi con loro. Vorrei quindi concludere questa giornata con una sorta di appello a tutti gli operatori del settore materie plastiche: aiutateci a immaginare insieme il futuro dell’estrusione. In questo modo, i risultati arriveranno sicuramente”. MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


LINEE DI TRASFORMAZIONE

PRESENTAZIONI E OPEN HOUSE WITTMANN A CERIANO LAGHETTO

UNA NUOVA SEDE ITALIANA PER SERVIZI INNOVATIVI, QUALIFICATI E PUNTUALI OLTRE 250 PERSONE, TRA CLIENTI, OPERATORI DEL SETTORE E GIORNALISTI, HANNO PARTECIPATO ALL’INAUGURAZIONE DELLA NUOVA SEDE DI WITTMANN BATTENFELD ITALIA, A CERIANO LAGHETTO (MONZA-BRIANZA), E AI DUE GIORNI DI PRESENTAZIONI E OPEN HOUSE, DAL 9 AL 10 MAGGIO 2019 DI RICCARDO AMPOLLINI

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l trasferimento nella nuova sede di Ceriano Laghetto rappresenta per noi un passo importante, dettato da necessità logistiche e organizzative, ma soprattutto dal desiderio di offrire un’efficienza sempre maggiore, servizi innovativi, qualificati e puntuali. Un momento significativo della nostra storia, che desideriamo condividere con i clienti storici che ci Il taglio del nastro da parte del fondatore e hanno sostenuto con la loro preziosa presidente Werner Wittmann (a sinistra) e continua fiducia”, ha dichiarato Lue dell’AD italiano Luciano Arreghini ciano Arreghini, amministratore delegato di Wittmann Battenfeld Italia, dando il benvenuto ai partecipanti e introducen- maggio, con le presentazioni delle principali attido il programma della prima delle due giornate vità del costruttore austriaco e con l’illustrazione dedicate all’inaugurazione ufficiale della nuova di caratteristiche e vantaggi delle sue tecnologie. Ha preso quindi la parola Michael Wittmann, difiliale italiana. L’evento è iniziato nel pomeriggio di giovedì 9 rettore generale del Gruppo Wittmann e CEO di

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Wittmann Battenfeld, presente insieme al fondatore e presidente Werner Wittmann (vedi foto di pag. 33), per la prima volta in visita alla nuova filiale italiana. “Come ormai noto agli addetti del settore materie plastiche, Wittmann Group è un costruttore di livello globale di: macchine a iniezione, robot e sistemi per l’automazione, attrezzature periferiche per il controllo delle temperatura, la deumidificazione, il trasporto, il dosaggio e la granulazione, oltre che di soluzioni chiavi in mano”, ha esordito Michael Wittmann. “La sua attività è di livello globale, grazie agli otto siti produttivi presenti in cinque nazioni, alle 34 filiali e alle 27 agenzie di vendita. Impiega ben 2415 dipendenti e nel 2018 ha registrato un fattura-

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a 180 t e con caratteristiche stan- seguite grazie al personale italiano: Domenico dard, e di basamenti per le presse Mastrangelo (gamma robot), Paolo Girola (rafEcoPower e SmartPower”. freddamento e termoregolazione, deumidificaE poi Michael Wittmann è giun- zione e trasporto), Edoardo Ciocca (gamma to all’argomento clou dell’evento: granulatori) e Gianmarco Braga (macchine a “Qualche anno fa abbiamo deciso iniezione). di trasferire la sede di Wittmann Gli interessantissimi interventi di Wolfgang Roth Battenfeld Italia per incrementa- (direttore Application Technology di Wittmann re lo spazio a sua disposizione Battenfeld), sulle tecnologie speciali di stame per fornire un miglior servizio paggio a iniezione (Combimould, Airmould, alla clientela. Oggi a Ceriano La- Cellmould, IML, LIM, PIM, IMWood ecc.), e di ghetto lavorano 27 persone su Giorgio Pigozzo (collaboratore di una società una superficie di circa 1200 me- partecipata), sulle soluzioni digitali del gruppo, tri quadri, ben suddivisa tra uffici, hanno concluso la parte teorica della giornata. magazzino e showroom. Quando È quindi seguito il taglio del nastro per l’inauguapriremo la porta che ci separa razione vera e propria della nuova sede italiana dalla showroom, potrete visitare e per l’inizio delle dimostrazioni dal vivo nella i nostri uffici, ma anche osserva- showroom. re direttamente come opera la Con l’aiuto di Gianmarco Braga, responsabile tecnologia Wittmann 4.0, partita commerciale Italia per le presse a iniezione di ancor prima che il concetto di In- Wittmann Battenfeld, la redazione di MacPlas ha dustria 4.0 raggiungesse l’Italia. quindi deciso, a beneficio del lettore, di descriveLuciano Arreghini nell’area Grazie all’interconnessione tra la re più in dettaglio le macchine esposte, partendo della showroom dedicata pressa a iniezione e tutte le sue dall’isola di lavoro Wittmann 4.0, connessa con ai sistemi ausiliari periferiche, la tecnologia “plug & il MES (Manufacturing Execution System) azienproduce” consente alla macchi- dale e che si basa su una pressa servo-idraulica to pari a 425 milioni di euro (+6,7% rispetto al na di riconoscere le attrezzature ausiliarie ad SmartPower 120, la quale rimarrà in Wittmann 2017), in crescita fin dal 2013. La sua forza e essa collegate e di programmarle in base a Italia per le prove con i clienti insieme all’elettrica la sua stabilità dipendono molto dalla diversifi- “ricette” prestabilite, inviate dal MES azienda- EcoPower 110. Mentre la VPower 160R è stata cazione del business, in termini sia geografici le o impostate al momento dall’operatore. Ba- già venduta a un cliente italiano e la SmartPower sia applicativi: automotive (35% del fatturato), sta inserire la presa e si è già in connessione 240 bi-iniezione, come si vedrà più avanti, è torimballaggio (13%), medicale (10%), elettroni- con l’intera isola di lavoro. Non resta quindi nata in Austria per continuare a produrre le cover dei robot Wittmann della nuova serie R9. ca (21%), prodotti di largo consumo e bianco che stampare in totale sicurezza”. “Resa ancora più intuitiva e dotata di un comu(12%), giocattoli, sport e tempo libero (9%). ne sistema operativo Windows 10 IoT, l’unità di Il suo quartier generale di Kottingbrunn, nei pres- LE PRESENTAZIONI TECNICHE controllo Unilog B8 prevede oggi la possibilità di si di Vienna, è costituito da tre stabilimenti che E LE DIMOSTRAZIONI DAL VIVO occupano un totale di oltre 20 mila metri quadra- Dopo l’intervento del direttore generale, le pre- supervisionare e di impostare a video il funzionati e che sono dedicati rispettivamente alla produ- sentazioni sulle tecnologie Wittmann sono pro- mento di tutte le periferiche collegate alla maczione di: robot, dispositivi per il controllo della temperatura e sistemi per la gestione dei materiali plastici (il cosiddetto “material handling”). Il sito francese di La Buisse (a pochi chilometri da Grenoble), ampliato con un nuovo stabile giusto lo scorso aprile, rappresenta invece il quartier generale globale per quanto riguarda la produzione di granulatori, di ogni taglia e per qualsiasi applicazione, mentre le sedi austriache di Wittmann Battenfeld costituiscono insieme il quartier generale globale per le macchine a iniezione, grazie a una superficie dedicata alla produzione pari oggi a 28500 metri quadri. In Ungheria, ma a soli 60-70 minuti di strada da Vienna, sorge da qualche anno l’importante stabilimento di Mosonmagyaróvár, dove vengono prodotti i robot lineari di piccola taglia (con portata al polso fino a 12-15 kg). Più recentemente, in questa sede è stata anche integrata una linea per la produzione di macchine a Gianmarco Braga, responsabile commerciale Italia per le macchine Wittmann Battenfeld, davanti alla SmartPower 240 bicomponente e con colonne retrattili iniezione idrauliche modello SmartPower, da 55

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Michael e Werner Wittmann, per la prima volta insieme nella nuova filiale italiana, posano davanti all’isola di lavoro Wittmann 4.0

china, poiché ne integra anche i controlli”, ha subito ben spiegato Gianmarco Braga. “Ma non finisce qui… l’operatore può visualizzare, modificare e richiamare i programmi di lavoro non solo della pressa, ma anche di tutte le periferiche collegate, aggiungendone di nuove (o eliminandole) nell’apposita pagina di “salvataggio”: robot, termoregolatori, dosatori, deumidificatori e controlli di portata e temperatura per il condizionamento stampi. Inoltre, direttamente dal MES visualizzato nel pannello di controllo, che ha la principale funzione di gestire e controllare la produzione in azienda, l’addetto preposto può comandare alla macchina e ai relativi accessori di iniziare un determinato programma di stampaggio”. In pratica, l’operatore deve solamente montare lo stampo, richiamare il programma di lavorazione desiderato e verificare che le attrezzature collegate siano quelle richieste dalla sua particolare lavorazione. “Per agevolare queste operazioni”, ha proseguito Braga, “il pannello di controllo fornisce indicazioni e fa verifiche del tipo: “Hai installato un’unità d’iniezione adeguata? Hai bisogno di 1050 bar di pressione e con questa unità puoi contare su 2100 bar, quindi va bene”. E, alla pagina dedicata alle periferiche, può avvertire: “Attenzione, non è stato collegato il termoregolatore giusto! È necessario collegare il termoregolatore 180°C e invece è collegato il 120°C”. Oppure, ancora, il pannello può indicare che è possibile scollegare determinati ausiliari, perché non necessari in quel momento, evitando così inutili sprechi d’energia”. Operativamente, l’addetto all’isola di lavoro collega il cavo standard RJ 45 per la rete Ethernet alla periferica e questa è subito connessa al pannello di controllo, che è appunto in grado di riconoscere se è necessaria alla lavorazione desiderata, oppure no. In più, in tabella “Qualità” l’addetto può trovare tutti i parametri di processo… anche quelli relativi agli accessori! Per esempio, se il deumidificatore è dotato di una sonda di Dew Point, è possibile aggiungere anche quel parametro alla tabella Qualità, esportandolo nel MES. La particolarità della seconda macchina esposta, una EcoPower 110 elettrica, risiede invece nel suo speciale sistema di degassaggio multistadio. Quest’ultimo si basa su un’apposita funzione della ginocchiera, che chiude i due semistampi a bassa pressione, fa eseguire l’iniezione e poi decomprime leggermente durante il raffreddamento, per consentire ai gas formatisi all’interno dello stampo di fuoriuscire da quest’ultimo; quindi, si richiude per far completare alla macchina la formatura del pezzo. “Se si blocca tale funzione dal pannello di controllo, si noterà che, dopo due o tre cicli di stamMACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

paggio, il pezzo presenterà i cosiddetti difetti di sfiammatura”, ha messo in evidenza il responsabile commerciale Italia per le macchine a iniezione. “Ciò accade perché, per mostrare al meglio il funzionamento di questo sistema durante l’open house, abbiamo utilizzato un tecnopolimero poliammidico (Latamid di Lati), autoestinguente e contenente additivi a base di fluoro, il quale tende a liberare gas corrosivi che andrebbero a ostruire i normali canali di degassaggio dello stampo”. All’interno della showroom era poi possibile osservare in azione - in anteprima per il nostro Paese - una VPower 160R da 160 t, con tavola rotante di diametro pari a 1600 mm. “Si tratta di una macchina eccezionale sotto tanti aspetti”, ha commentato Braga. “È servo-idraulica. È molto bassa e compatta. È dotata di un particolare sistema di raccolta spurgo. È priva della colonna centrale, per permettere di estrarre il distributore rotante senza, appunto, smontare la colonna. Insomma, è caratterizzata da tante La pressa verticale VPower 160R con tavola rotante

particolarità interessanti per gli stampatori e a breve sarà disponibile anche nelle versioni con tavola rotante da 2000 mm, bimateriale e anche ibrida, con iniettore elettrico”. Infine, era esposta una SmartPower 240 servoidraulica per lo stampaggio bicomponente, con due gruppi d’iniezione sovrapposti e con una colonna retrattile, per agevolare il cambio stampo e la rimozione della tavola rotante in caso di manutenzione. “Questa macchina, caratterizzata da un’enorme spazio tra le colonne, è già stata usata in passato per altre manifestazioni, ma in realtà viene poi riconsegnata sempre alla sede viennese di Wittmann Battenfeld, dove stampa le cover dei nostri nuovi controlli robot, assemblati successivamente all’interno dello stabilimento di Kottingbrunn, o di Mosonmagyaróvár”, ha concluso Gianmarco Braga.

UN BREVE TOUR DELL’AZIENDA E POI… TUTTI A VILLA ERBA Durante una breve visita della sede di Ceriano Laghetto, l’AD Luciano Arreghini ne ha mostrato ai partecipanti le peculiarità, partendo dalla moderna sala per la gestione della rete elettronica e digitale aziendale, situata in un locale condizionato e rialzato rispetto al terreno (“galleggiante”). Sotto al pavimento, infatti, si trovano tutti i cavi che collegano questa sala col resto dell’azienda, per il funzionamento del server e dei PC, dell’illuminazione, del magazzino automatico, dell’area test, ma anche del nuovo impianto fotovoltaico. “Ebbene sì”, ha commentato Arreghini, “la nuova sede è certamente più “green” della precedente. Sia il capannone che gli uffici sono riscaldati con pompe di calore: non c’è gas, qui, ma solo energia elettrica derivante parzialmente dall’impianto fotovoltaico”. Sempre al pianterreno, vi è poi quella che in Wittmann chiamano “sala training”, dotata di

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uno schermo da 65 pollici e riservata non solo alle riunioni aziendali, ma anche a conferenze, seminari e alla formazione dei clienti. Al piano superiore si trovano poi gli uffici amministrativi/commerciali e un’ulteriore sala riunioni con uno schermo ancora più grande, da 85 pollici. “Per l’organizzazione dei corsi abbiamo assunto nuovo personale e tra poco andremo a regime anche con quest’attività”, ha tenuto a sottolineare l’amministratore delegato. L’area magazzino, situata nel capannone collegato (dov’è presente anche la showroom), è di dimensioni contenute e ciò è stato possibile grazie all’installazione di un magazzino verticale automatizzato per la piccola componentistica ma non solo, dato che la sua capienza può raggiungere i 90 mila chilogrammi! - e a doppi scaffali, in cui possono essere stoccati i robot senza occupare troppo spazio. “Cerchiamo sempre di mantenere anche alcune presse standard a magazzino, sebbene si tenda generalmente a farle inviare al cliente direttamente dall’Austria, in modo da non occupare spazio oltre misura”, ha precisato Arreghini. A fianco del magazzino vi è la zona manutenzione e riparazione delle attrezzature inviate dai clienti, dotata di apposite stazioni di lavoro. Qui

Foto di gruppo con tutto lo staff di Wittmann Battenfeld Italia e con i dirigenti austriaci intervenuti all’inaugurazione della nuova sede

è possibile eseguire anche le tarature di alcuni sistemi ausiliari Wittmann e il collaudo dei termoregolatori con acqua in pressione, grazie a un sistema utilizzato anche per scoprirne i guasti ed effettuarne la riparazione. “Quando i tecnici per l’assistenza sono in sede possono lavorare in un ufficio dedicato, dove è presente pure una postazione per il teleservice. Infine, non va dimenticata la nostra piccola mensa, dove il personale può disporre di una cucina ben attrezzata e dai colori vivaci”, ha concluso Luciano Arreghini. L’evento del 9 maggio è proseguito con un aperitivo per tutti i partecipanti negli splendidi giardini

di Villa Erba, sul Lago di Como, e con un concerto di musica classica dal titolo “Viaggio musicale tra Italia e Austria”, che ha inteso sottolineare, anche sul piano artistico, la lunga e fruttuosa collaborazione tra la sede viennese del gruppo e la filiale italiana, sancita pure dalle due bandiere di Austria e Italia collocate davanti alla sede di Ceriano Laghetto. La giornata è terminata con una cena di gala, sempre nei locali di Villa Erba. Per coloro che non avevano avuto modo di partecipare alla giornata di giovedì 9 maggio, le presentazioni e l’open house si sono ripetute anche il giorno successivo, col medesimo programma.

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OPEN HOUSE CONGIUNTA SULL’LSR

“RUBBER VALLEY” ITALIANA: DOVE LO STAMPAGGIO DELLA GOMMA È DI CASA ORP STAMPI ED ENGEL ITALIA HANNO DATO VITA, PRESSO LA SEDE DELLO STAMPISTA, A TRE GIORNI DI OSPITALITÀ PER CLIENTI E STAMPA SPECIALIZZATA, DURANTE I QUALI IL VERO PROTAGONISTA È STATO LO STAMPAGGIO A INIEZIONE DEL SILICONE LIQUIDO, CON UN’ISOLA PRODUTTIVA DEDICATA, FRUTTO DI UNA COLLABORAZIONE NATA ALCUNI MESI FA MA GIÀ SOLIDA E PROMETTENTE DI LUCA MEI

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a sede del costruttore di stampi ORP Stampi, a Viadanica (Bergamo), si trova in quella che viene definita la “Rubber Valley” italiana, una zona situata tra le provincie di Bergamo e Brescia dove si concentrano circa 350 stampatori di gomma e silicone liquido (LSR) che vantano referenze in tutta Italia e in tutto il mondo. Questa diffusione nazionale e internazionale ci dice subito due cose: la prima, che tali aziende sanno fare il loro lavoro a livelli elevatissimi e rappresentano un’eccellenza nel comparto della trasformazione; la seconda, che questa eccellenza è possibile anche grazie all’altissimo livello delle tecnologie di cui i trasformatori possono disporre. Proprio per mettere orgogliosamente in mostra le proprie tecnologie per la lavorazione della gomma e annunciare che adesso è pronta a fornire stampi anche per la trasfor-

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mazione del silicone liquido, ORP Stampi, dal 23 al 25 maggio, ha organizzato un’open house in collaborazione con Engel Italia, che, per l’occasione, ha fornito due presse a iniezione, una flexseals 300 e una victory 120 LIM, dedicate allo stampaggio rispettivamente della gomma e del silicone liquido, appunto. Nel corso dei tre giorni le dimostrazioni pratiche si sono alternate alle relazioni dei diversi partner che hanno contribuito con i loro prodotti alla riuscita dell’evento: Universal Robots con il cobot UR 10e installato sulla pressa victory 120 LIM, Dopag con le pompe di alimentazione del materiale, UTP Vision con i sistemi di controllo qualità e Wacker con la materia prima. E, azzardiamo ad affermare, le date per ricevere clienti e stampa tecnica non sono state scelte del tutto a caso, visto che, come ha sottolineato Aurelio Brevi, direttore generale di ORP

Aurelio Brevi, direttore generale di ORP Stampi, dà il benvenuto ai partecipanti dell’open house

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Stampi, l’azienda di casa è nata il 20 maggio del 1980, per volere suo e di quelli che da sempre sono gli altri tre soci dell’azienda. I tre giorni sono stati concepiti da ORP Stampi per dimostrare la sua capacità di realizzare anche stampi per la lavorazione di LSR, oltre che per la trasformazione della gomma, mettendo a frutto l’esperienza quasi quarantennale in questo campo. A tale scopo, un cappuccio per bottiglie di vino e spumante veniva stampato sulla victory 120 LIM, equipaggiata con uno stampo a due cavità realizzato specificamente per l’occasione, da cui veniva scalzato mediante il cobot con entrata dall’alto, e che ha dato il simpatico titolo all’intero evento: “Sta(m) ppiamo il futuro”.

NON SOLO GOMMA Per ORP Stampi l’ingresso nel campo dello stampaggio del silicone liquido è stato quasi la naturale risposta alla domanda proveniente dal mercato, per assecondare la quale il costruttore non ha “scimmiottato” sé stesso e il proprio modo di costruire gli stampi per gomma, strada che sarebbe stata certo più semplice e meno impegnativa dal punto di vista dello sviluppo tecnologico e degli investimenti, ma, come ha spiegato Aurelio Brevi, ha scelto di seguire un metodo che richiede precisione e processi innovativi, che però si traducono in prodotti di qualità assoluta. “Per questo”, ha precisato Brevi, “vengono impiegati acciai speciali, ricercate finiture particolareggiate e adottate tolleranze sempre estremamente ristrette e controllate, così che gli articoli possano essere finiti e rifiniti direttamente nello stampo”. Per tutto ciò, comunque, il costruttore era già preparato. “Producendo, per esempio, canali freddi, anche con otturatore, e utilizzando già acciai particolari per certi tipi di

Il cobot di Universal Robots entra nello stampo di ORP Stampi, installato sulla victory 120 LIM di Engel, e scalza il cappuccio per bottiglie stampato in LSR

stampi per gomma, siamo stati, per così dire, facilitati nell’impegno che ci eravamo presi. In altre parole, non abbiamo fatto un salto nel buio, ma un passo in avanti alla nostra portata”, ha raccontato Aurelio Brevi. La realizzazione di stampi per lavorare il silicone liquido, però, ha richiesto alcune implementazioni, come l’acquisto di apposite macchine utensili, la climatizzazione dei reparti di costruzione per assicurare il livello di temperatura e umidità richiesti dalle lavorazioni di precisione, l’adozione di strumenti di aggiustaggio e di messa a punto e l’introduzione della pressa victory 120 LIM per i test necessari, prima che gli stampi lascino i reparti di produzione. Il tappo, di fatto poco più che un gadget, progettato specificamente per essere prodotto durante l’open house, nella sua semplicità racchiudeva però in sé alcune diffi-

coltà realizzative, che attraverso lo stampo, anche questo progettato e costruito appositamente per l’evento, hanno consentito di dare una dimostrazione concreta delle capacità dell’azienda: controllo dei flussi, gestione dei sottosquadra, ottenimento di finiture di qualità e di un livello di precisione elevato; tutti fattori che richiedono stampi ad alto tasso di tecnologia. Quello che, d’altra parte, l’azienda ritiene da sempre la base più solida per il proprio fatturato, che nel 2018 ha raggiunto i 10,5 milioni di euro circa, e che può contare su solide fondamenta, quali 39 anni di attività ed esperienza nella realizzazione di stampi per la lavorazione della gomma, un team di 65 persone competenti, circa 750 stampi, canali freddi aperti e canali freddi a otturazione costruiti e pianificati da un sistema MES 4.0 certificato e collaborazioni con università e istituti tecnici, anche di ricerca e sviluppo su progetti europei Horizon 2020. Oggi il mercato di ORP Stampi è per il 40% italiano e per il 60% estero, in prevalenza europeo, con Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna che tirano il gruppo, ma con Russia, Stati Uniti e, negli ultimi due anni, anche Cina che comunque hanno la loro importanza.

UN’ACCOPPIATA VINCENTE

Una schiera di tappi in silicone liquido stampati nei tre giorni di open house: poco più che gadget, ma in grado di assommare ed esprimere al meglio le capacità tecnologiche dei due partner ORP Stampi ed Engel

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Lo stampo di ORP Stampi per realizzare il tappo dimostrativo in open house era installato sulla pressa Engel victory 120 LIM, modello la cui configurazione si presta particolarmente bene alla lavorazione di silicone liquido. Anzitutto, come ha illustrato Matteo MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


Terragni, amministratore delegato di Engel ta portata e pressione dell’olio Italia, grazie all’assenza di colonne - in pre- necessarie per i movimenti delsenza delle quali, invece, sarebbe stata ne- la macchina e che si ferma ducessaria una macchina di almeno 180 ton- rante la fase di reticolazione del nellate - che favorisce sia il parallelismo dei materiale all’interno dello stampiani dello stampo, requisito indispensabile po. “Il risparmio energetico che quando si devono produrre componenti di ne deriva è significativo: una qualità, in particolare tecnici, medicali ecc., macchina idraulica equipagossia alcuni degli sbocchi applicativi più tipici giata con sistema ecodrive indi gomma e silicone liquido, sia l’impiego di side consuma come una eletrobot cartesiani o antropomorfi a entrata la- trica di pari taglia”, ha precisato terale, sebbene, nel caso di specie, la pressa Terragni. fosse dotata di un robot che entrava e usci- A questo si aggiunge il sisteva dall’area stampo dall’alto. “Poter passare ma di controllo dell’iniezione nel piano macchina senza avere l’ostacolo iQ Weight Control. Solitamendelle colonne da superare non è un aspet- te, nello stampaggio la pressa to secondario”, ha spiegato Terragni, “perché verifica, per così dire, il voluMatteo Terragni, amministratore consente di risparmiare tempo nei movimenti me, anziché il peso, del madelegato di Engel Italia, davanti da far compiere all’automazione e, quindi, di teriale iniettato. Grazie a quealla pressa victory 120 LIM spingere sui tempi di ciclo quando si debba- sto software, invece, ciò che no realizzare alti volumi produttivi”. viene tenuto sotto controllo e Un’altra dotazione della pressa, peculiare mantenuto costante tra una stampata e l’al- taggiarsene sono la ripetibilità e la costanza nella lavorazione della gomma e ancor più tra è proprio il peso del materiale iniettato, di lavorazione, con evidenti benefici in termini del silicone liquido, si rintracciava nel siste- in modo da neutralizzare l’effetto delle varia- di qualità di produzione, soprattutto quando ma ecodrive inside, sempre di Engel, che si zioni delle caratteristiche del materiale stesso i componenti prodotti sono di dimensioni ribasa su una pompa a portata fissa coman- dovute alle condizioni di lavorazione (tempe- dotte”, ha concluso l’amministratore delegato umidità “Va da11:11 sé che ad avvan- di Engel Italia. data da unMACCHI_ADV_MACPLAST servomotore, che regola ITALIA l’esat172X125mmratura, ITA.pdf 1 ecc.). 20/05/19

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NEWS Sviluppo di Meccanoplastica DECORAZIONE E SALDATURA

Dalla stampa a 8 colori alla saldatura di “sac à poche” Tra i più recenti prodotti di punta di BFM rientra la macchina Marte con tamburo centrale gearless per la stampa flessografica a 8 colori, sviluppata avvalendosi della collaborazione di Bosch Rexroth per la parte di automazione. La macchina è disponibile in diverse larghezze e lo sviluppo della stampa va da 350 a 800 mm nella versione standard, arrivando anche a 1200 mm in quella Plus, mentre la velocità di produzione raggiunge i 400 metri al minuto. Sempre per la stampa flessografica, il costruttore ha recentemente messo a punto una linea per la stampa, la soffiettatura e la goffratura di film tubolare piatto per la produzione di sacchi industriali FFS (Form, Fill & Seal), utilizzati per l’imballaggio di prodotti quali granuli plastici, fertilizzanti, sali ecc. La linea è composta da: svolgitore motorizzato per bobine con diametro fino a 1500 mm, macchina Flexo che, a seconda delle esigenze dell’utilizzatore, può essere configurata da 4 a 6 colori, con larghezza di 800 mm, soffiettatore e goffratore e, infine, avvolgitore automatico w 400 con larghezza di 800 mm. Le dotazioni possono includere anche trattamento corona (rinfrescante o totale), guida-film automatici e microperforatori. Nel campo delle saldatrici, invece, BFM ha recentemente sviluppato una linea speciale dedicata alla produzione di “sac à poche” triangolare in rotolo partendo da film tubolare coestruso a tre strati, particolarmente elastico, con spessore di 90-100 micron. La produzione del sac à poche parte dalla bobina di film che, dopo una doppia calandra di tensionamento, necessaria per le caratteristiche del film stesso, passa attraverso una stazione di taglio e saldatura trasversale, montata sul castello della macchina, e una di pretaglio trasversale a freddo. Un apposito dispositivo “mini-roll” avvolge i sacchi in rotoli, che vengono depositati su un nastro trasportatore. La linea raggiunge una produzione di circa 100 sacchetti al minuto.

La linea per la stampa, la soffiettatura e la goffratura di film tubolare piatto per la produzione di sacchi industriali

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Sistema di riempimento a caldo su tutte le soffiatrici MiPET Il sistema di riempimento a caldo Hot Fill System è stato aggiunto da Meccanoplastica Ibérica su tutta la sua gamma di soffiatrici MiPET per preforme in PET. Con questa opzione, finora disponibile solo su alcuni modelli, la divisione del gruppo Meccanoplastica dedicata alla tecnologia di stiro-soffiaggio vuole offrire soluzioni efficienti per coprire una vasta gamma di esigenze produttive, che non sarebbero economicamente redditizie con molte delle soluzioni esistenti sul mercato, poiché richiederebbero una produzione davvero elevata. Il costruttore, che ha sempre fatto della versatilità e dell’adattabilità alle singole esigenze di ogni progetto e ogni applicazione due delle caratteristiche principali delle soffiatrici MiPET, considera che l’offerta di un sistema di riempimento

a caldo all’interno dei parametri di efficienza e qualità di tali macchine possa contribuire ad accrescerne la produttività e i campi applicativi, a tutto vantaggio degli utilizzatori. Recentemente l’azienda ha completato un progetto che incorpora il sistema di riempimento a caldo in una soffiatrice MiPET 2P con stampo a due cavità. In questa macchina sono stati installati gli elementi che garantiscono un preciso preriscaldamento della preforma e un rapido aumento e mantenimento della pressione, oltre a una distribuzione efficiente e affidabile della temperatura dello stampo. La serie MiPET, progettata e realizzata a Barcellona e diffusa in oltre 25 paesi, comprende una vasta gamma di macchine per lo stiro-soffiaggio di preforme in PET ed rPET, per bottiglie da 0,10 a 10 litri.

Il sistema di riempimento a caldo Hot Fill System è adesso disponibile su tutti i modelli di soffiatrici MiPET

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The World’s No. 1 Trade Fair for Plastics and Rubber

Impianto di Macchi per film a 9 strati

La prima volta in Germania Il primo impianto per la coestrusione di film a 9 strati di Macchi in Germania è stato di recente installato presso Duoplast, società produttrice di film agricolo. La linea è configurata con sette estrusori da 55 mm, due estrusori da 65 mm, testa con filiera da 500 mm e avvolgitore automatico BO Plus a doppia stazione e raggiunge una capacità produttiva di oltre 500 kg all’ora. Progettato per lo sviluppo di nuovi prodotti nel settore del film agricolo, estensibile e alimentare con effetto barriera, l’impianto consentirà a Duoplast di aumentare la propria efficienza produttiva, di ridurre gli spessori pur incrementando l’estensibilità dei film e di migliorare la sostenibilità dei suoi processi di trasformazione. Con la nuova linea, il trasformatore tedesco, infatti, amplia la propria gamma di film ad alte prestazioni basati su materiali riciclati e su polimeri provenienti da materie prime rinnovabili. L’impianto, inoltre, incorpora alcuni dei più recenti sviluppi tecnologici di Macchi, tra cui, in particolare, i sistemi: di ricircolo dell’aria, per una drastica riduzione del consumo energetico; a barre di inversione microporose, specifiche per la produzione di film appiccicosi; per lo scarico automatizzato delle bobine finite; “Macchi 4.0”, per lo scambio dei dati di produzione. “La nuova linea di estrusione, che soddisfa pienamente tutti i più severi requisiti di Industria 4.0, è una componente fondamentale per ulteriori sviluppi di Duoplast riguardanti funzionalità, qualità e standard di produzione. Ora possiamo usare polimeri speciali in ogni singolo strato. Possiamo garantire ai nostri clienti una maggior sicurezza di carico così come elevate proprietà di barriera, pur impiegando minori quantità di materiale. La semplicità nell’utilizzo, combinata con gli elevati standard di sicurezza, apporta un alto valore aggiunto per i nostri dipendenti”, ha commentato Detlef Kaase, COO di Duoplast.

Prendersi cura dell’imballaggio – oggi e domani. K 2019

Il primo impianto per la coestrusione di film a 9 strati installato da Macchi in Germania incorpora alcuni dei più recenti sviluppi tecnologici del costruttore di Venegono Inferiore

G l i i m b a l l a g g i i n p l a s t i c a s o n o d i ve n t a t i u n p u n t o f o c a l e d e l c o n t r o l l o n o r m a t i vo . Pa r te c i p a te a l d i b a t t i t o e d i te l a vo s t ra . C i r c a 3 . 2 0 0 e s p o s i t o r i i n te r n a z i o n a l i a l K 2 0 1 9 v i p r e s e n te ra n n o g l i u l t i m i s v i l u p p i e l e i n n ov a z i o n i s u t u t t i i te m i d i te n d e n z a nell‘industria della plastica e della gomma. B e nve n u t i a K 2 0 1 9 , l a p i ù i m p o r t a n te piattaforma di business del settore. www.k -online.com/ticketing

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LINEE DI TRASFORMAZIONE

NEWS Estrusione di film in bolla

Linea HDBFlex in Vietnam Nuova fornitura in Vietnam per Bandera, che meno di due anni fa aveva consegnato nel paese asiatico alcune linee con tecnologia a testa piana per l’estrusione di foglia in PET per la termoformatura e di film in PP e PS di spessore ridotto e ritiri contenuti, prodotti destinati entrambi all’imballaggio alimentare. Nel mese di aprile, infatti, il costruttore ha consegnato a un nuovo cliente vietnamita una linea HDBFlex per l’estrusione di film in bolla a tre strati. Si tratta di un impianto altamente innovativo e completamente accessoriato, che include la stampa flessografica a quattro colori in linea dell’estruso, destinato alla produzione di sacco industriale con tecnologia FFS ad alta produttività. Bandera è uno dei principali costruttori a livello mondiale nel mercato dell’Heavy Duty Bag, con referenze importanti proprio nel continente asiatico. Gli impianti HDBFlex sono nati

come soluzioni capaci di privilegiare le caratteristiche meccaniche, di saldabilità, di lavorabilità e di stampabilità degli estrusi, mentre oggi la nuova tendenza è quella di ridurre lo spessore dei film e di incrementare la produttività fino a 450 kg/ora (in base alle dimensioni del sacco). A tale scopo, sono state studiate varie innovazioni in ogni parte dell’impianto, tra cui le più significative sono costituite da: anello di raffreddamento a triplo flusso che, combinato con lo specifico design delle teste di estrusione del costruttore, permette un significativo aumento della produzione; traino con sistema di raffreddamento del film, soluzione specificamente studiata per la produzione di sacchi industriali, i cui benefici si traducono in uno stiro migliore; controllo di spessore integrato; avvolgitore completamente automatico con funzionamento sia per contatto sia in modalità assiale.

La nuova fornitura di Bandera in Vietnam consiste in un impianto altamente innovativo e completamente accessoriato, che include la stampa flessografica a quattro colori in linea

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Fornitura di Moss in Africa

Una MO 3062 per la decorazione di tappi in Etiopia Una macchina MO 3062 di Moss, dotata di testa per la stampa offset a secco a due colori, è stata recentemente installata e avviata presso un trasformatore etiope, che vanta tra i propri clienti PepsiCo, per la decorazione di tappi in plastica per contenitori di bevande analcoliche. Si tratta del secondo impianto di Moss in Etiopia, che nel paese africano aveva già installato una macchina per la stampa serigrafica a un colore per la decorazione di tappi per bottiglie. La MO 3062 in questione è in grado di stampare fino a 75 mila tappi PCO 28 all’ora grazie alla testa di stampa modulare, personalizzabile fino a quattro colori e che consente di registrare la

qualità di stampa con la macchina in funzione. In questo modo è possibile controllare precisamente e puntualmente la quantità di inchiostro trasferita sul tappo, riducendone al minimo consumo e spreco. L’inchiostrazione elettronica dei rulli di stampa permette di regolare in tempo reale la qualità della decorazione direttamente dall’interfaccia touchscreen, che gestisce l’intero impianto. Questa caratteristica è ora un tratto comune di tutte le macchine Moss e garantisce un’eccellente qualità di stampa anche alle più elevate velocità, contribuendo a ridurre lo spreco di inchiostro. Tutte le macchine di Moss per la

La MO 3062 di Moss installata presso un trasformatore etiope

decorazione di tappi sono dotate di sistemi a raggi UV ad alte prestazioni, regolabili elettronicamente, che essiccano immediatamen-

te l’inchiostro quando i tappi stessi sono ancora in macchina, così che all’uscita siano pronti per essere inscatolati.

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AUSILIARI E COMPONENTI

A BUDRIO IMPORTANTE ANNIVERSARIO DI CMG

DA QUARANT’ANNI, E PIÙ, SULLA SCENA LA SUA SEDE È A BUDRIO (BOLOGNA), FIN DA QUANDO LA SUA STORIA INIZIA NEL SECONDO DOPOGUERRA, GRAZIE A IMPRENDITORI CAPACI DI COGLIERE LE OPPORTUNITÀ OFFERTE DALLA RICOSTRUZIONE E DALLA TRASFORMAZIONE SOCIO-ECONOMICA. OGGI CMG È LA SOMMA DI QUELL’EREDITÀ E DI CHI HA SAPUTO FARLA CRESCERE, LEGGENDO E METTENDO A FRUTTO I CAMBIAMENTI SUGGERITI DAL MERCATO DI MARIO MAGGIANI E LUCA MEI

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Alla celebrazione dei quarant’anni di CMG, tante le macchine esposte dal costruttore, per permettere ai molti ospiti di vedere con i propri occhi e di toccare con le proprie mani le caratteristiche tecnologiche e le possibilità applicative offerte

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8 maggio il costruttore di granulatori e trituratori CMG ha festeggiato quarant’anni di attività e di presenza sul mercato con un evento nella sua sede di Budrio (Bologna) e al Museo Enzo Ferrari a Modena, ospitando clienti, rappresentanti e stampa. Il programma delle celebrazioni prevedeva nella mattinata una visita dei reparti e della sala prove nella sede produttiva e, nel pomeriggio, la ricostruzione della storia dell’azienda e la presentazione della sua gamma di macchine nel museo modenese. La storia di CMG affonda le proprie radici negli Anni Cinquanta, in quell’Italia del dopoguerra che da contadina si sarebbe trasformata in poco tempo in una giovane realtà industriale. Nel 1953, infatti, Francesco Martelli e Armando Testoni danno vita alla “Ingegner Testoni e Martelli”, società costruttrice di macchine agricole, in cui Vittorio Martelli, il figlio di Francesco,

all’epoca ancora studente, comincia a lavorare come fattorino durante le vacanze estive. Vittorio Martelli entrerà poi in azienda nel 1958 e nel 1972, alla morte del padre, ne rileverà la posizione societaria. Sono anni di intenso lavoro e cambiamenti, che porteranno Vittorio ad acquisire la Mac Pack, azienda attiva nel settore dell’imballaggio, e a vendere le sue quote della società di famiglia a Testoni, mantenendo però la proprietà dello stabile. La strada che porterà alla nascita di CMG è ormai imboccata.

IMPORTANTI COLLABORAZIONI FIN DA SUBITO CMG nasce nel 1979 e il suo nome è l’acronimo dei cognomi dei due fondatori: Canè Martelli, quello doppio di Vittorio, e Guidazzoli, ingegnere con un passato in campo minerario. L’azienda allarga subito i propri orizzonti e nel 1980 inizia a MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


collaborare con Negri Bossi per la costruzione di alcuni componenti dei gruppi di iniezione. Ed è la stessa Negri Bossi che nel 1981 incarica CMG di studiare e costruire alcuni granulatori in grado di macinare le materozze e i pezzi difettosi, per recuperare tutto il materiale di scarto. A questo scopo, Negri Bossi invia a CMG alcuni granulatori di Cumberland, che faceva parte dello stesso gruppo, perché ne studi la tecnologia e il funzionamento da replicare in maniera originale sulle proprie macchine. L’amministratore delegato di quest’ultima, nel 1983, decide di affidare all’azienda di Budrio anche la costruzione dei granulatori a marchio Cumberland. Nasce così un’altra proficua e duratura collaborazione che durerà 16 anni, durante i quali CMG acquisirà il know-how e l’esperienza su cui si baserà l’evoluzione futura. Nel 1999, quando Cumberland viene acquisita dal gruppo americano AEC Sterling, la collaborazione si interrompe e CMG inizia a costruire granulatori a proprio marchio. Nel 2009, infine, l’azienda decide di orientarsi in maniera specifica verso il settore del riciclo e di puntare tutto sui trituratori per rifiuti plastici, anche con modelli di grande capacità, fino a 6000 kg all’ora. Il resto è storia recente. Oggi CMG è un’azienda moderna e 4.0. Costruisce macchine per il recupero e il riciclo di scarti e rifiuti plastici provenienti da tutti i principali settori della trasformazione: stampaggio a iniezione, estrusione, soffiaggio e termoformatura. I suoi prodotti sono venduti in Europa e negli Stati Uniti, dove è attiva la filiale commerciale CMG America. Nel 2003 la società ha ottenuto la certificazione ISO 9001, che, insieme alla certificazione Industry 4.0, ne fanno una realtà dalla chiara impronta “smart”. La sua gamma variegata di granulatori e trituratori comprende modelli che vanno da quelli di piccole dimensioni e

Giorgio Santella, direttore generale di CMG, durante la presentazione dell’azienda presso il museo Enzo Ferrari di Modena MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

ridotte portate, per impieghi a bordo macchina, a quelli più grandi, con capacità orarie di migliaia di kg, cui si affiancano sistemi di evacuazione, filtrazione e depolverizzazione.

UNA NUOVA CONCEZIONE E TECNOLOGIA DI LAVORAZIONE Quello che oggi, di fatto, rende l’azienda solida è un misto di una tale eredità e di un sano realismo, come ha rilevato il direttore generale Giorgio Santella, intervistato in occasione delle celebrazioni, affermando che “CMG è un marchio conosciuto e affermato in Italia, ma meno all’estero; questo perché l’azienda si è molto focalizzata sullo sviluppo, sulle applicazioni, sul design e sulla qualità dei suoi prodotti, piuttosto che sulla loro commercializzazione”. E anche a questo fine rispondeva lo spirito dell’evento organizzato per festeggiare l’importante traguardo, al quale sono stati invitati non soltanto i molti clienti storici nostrani, bensì anche quelli internazionali, affinché gli uni e gli altri fossero testimoni di ciò che il costruttore è in grado di realizzare. Come anticipato, la gamma di prodotti di CMG è molto vasta, con camere di taglio da 17x22 cm fino a 916x1650 mm. Pertanto, si traduce in un’offerta che spazia da una macchina molto piccola, per applicazioni tradizionali nel campo dello stampaggio a iniezione, a una molto grande e con potenze installate considerevoli (fino a 250 kW), per il settore del riciclo. Tutti i granulatori di CMG sono accomunati da una caratteristica: la precisione di taglio. Nei modelli di piccole dimensioni e ridotta capacità, la precisione di taglio è necessaria per gli utilizzi cui tali macchine sono destinate: solitamente a bordo pressa per il recupero delle materozze di articoli tecnici, di norma scarti in materiali avanzati che devono essere tagliati molto bene e uniformemente per ricavarne un macinato omogeneo, privo di polvere e con una granulometria uniforme. Ma nei modelli di grandi dimensioni e di elevata capacità la precisione di taglio non è essenziale, date le lavorazioni, per così dire, più grossolane a cui queste macchine sono deputate. “Da questo punto di vista applichiamo un approccio costruttivo che va in controtendenza, realizzando tutti i nostri granulatori in modo che assicurino una macinazione accurata indipendentemente dalla taglia: il granulatore più grande possiede la precisione di taglio di quello più piccolo”, ha spiegato Santella. A tale scopo, la camera di taglio viene realizzata a pezzi e poi assemblata. In pratica, i suoi componenti in acciaio, anziché essere prodotti in fusione, sono ottenuti mediante lavorazione

Alcune macchine in fase di costruzione nei reparti di CMG

a macchina e in seguito assemblati. In questo modo le tolleranze risultano talmente ridotte che la distanza tra lama e controlama può essere estremamente controllata. Questa soluzione consente anche di posizionare le lame rotanti in un punto del rotore diverso rispetto a quello convenzionale, in modo che girino sulla circonferenza del circolo di taglio. In altre parole, le lame girano parallelamente, invece che perpendicolarmente, alla circonferenza stessa, ossia tangenzialmente al circolo di taglio, e vanno a incontrare la lama fissa e a eseguire il taglio in maniera perpendicolare anziché parallela. “Tutto dipende da un assemblaggio molto accurato, da cui discende il posizionamento della lama rotante sulla tangente del circolo di rotazione, senza rischiare che questa vada a urtare contro la parete della camera di taglio, oppure addirittura a cozzare contro la lama fissa”, ha illustrato Giorgio Santella. Dalla precisione di taglio discende, a cascata, una minore usura e una maggiore efficienza delle lame e la possibilità di utilizzare una potenza inferiore a quella che solitamente è necessaria per ottenere un taglio analogo. “Con una apparecchiatura CMG, per ottenere un kg di rimacinato sono sufficienti 25 watt di potenza, a fronte degli oltre 40 watt necessari con un sistema tradizionale”, ha aggiunto Santella. “Questi aspetti sono importanti per i trasformatori e i riciclatori che utilizzano le nostre macchine, ma lo sono anche per noi perché attestano la qualità dei nostri prodotti, che consentono di ottenere un rimacinato senza polvere e di granulometria uniforme, risparmiando energia e sfruttando al meglio la potenza installata. A questo si deve aggiungere che CMG è l’unica azienda costruttrice di sistemi per la riduzione dimensionale la cui intera gamma è certificata per la conformità ai parametri dell’Industria 4.0 e, quindi, può essere dotata di tutti quei dispositivi necessari a monitorarne il funzionamento e a metterla in comunicazione con il mondo esterno”, ha concluso Giorgio Santella.

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AUSILIARI E COMPONENTI Maurizio Bertocco, presidente e amministratore delegato di Ilpra

INCONTRO CON MAURIZIO BERTOCCO, AD DI ILPRA

IL PIACERE DI DIALOGARE CON UNA “MULTINAZIONALE TASCABILE” SOCIETÀ ATTIVA DAL 1955 NEL SETTORE DEL PACKAGING CHE, AD OGGI, VANTA 16000 MACCHINARI VENDUTI (IL 75% ALL’ESTERO), OLTRE 200 DIPENDENTI E LA PRESENZA IN QUATTRO PAESI (ITALIA, REGNO UNITO, EMIRATI ARABI, HONG KONG), NEL FEBBRAIO DI QUEST’ANNO ILPRA HA PURE DEBUTTATO IN BORSA… SUL MERCATO ALTERNATIVO DEL CAPITALE AIM ITALIA DI ANGELO GRASSI E RICCARDO AMPOLLINI

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er comprendere quanto il packaging conti nel nostro quotidiano, basta compiere una delle azioni più normali che ognuno di noi fa in casa: aprire il frigorifero. Ed ecco che subito si rinnova la consueta visione delle bottiglie del latte, dell’immancabile cartone delle uova... senza scordare il sacchetto della mozzarella, le buste di prosciutto, le vaschette di carne e - magari - anche gli yogurt più sfiziosi, confezionati sottovuoto in vasetti di ceramica o di vetro, con tanto di chiusura tramite film in polietilene modificato. Ergo: il packaging alimentare è una forma familiare del benessere… ma non solo! È pure un’ardita mescolanza tra scienza e business, capace di generare beni che attraversano le varie tappe della distribuzione: dai campi agri-

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coli alle stive delle navi, dai laboratori alle fabbriche, dalle piattaforme di stoccaggio ai grossisti, dai punti vendita alle nostre abitazioni… magari con l’e-commerce. Bene sempre più complesso, ma effimero per definizione, quando il packaging ha esaurito il proprio compito viene gettato, diventando così un rifiuto che dovrebbe essere smaltito con coscienza.

REGOLA INTRODUTTIVA “NUMERO UNO”: TANTI CIBI… TANTI PACKAGING È ora corretto - nonché doveroso - introdurre il concetto generale che “ogni prodotto vuole solo il suo imballaggio”. Un’equazione, questa, che si fa ancora più stringente nel caso dei prodotti alimentari. Se, per esempio, il pane a cassetta, le torte o i panettoni perdono umidi-

Area dedicata all’assemblaggio delle macchine Ilpra

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tà durante le varie tappe della distribuzione, diventano in breve tempo duri, raffermi; in buona sostanza, immangiabili. Viceversa, ci sono prodotti anch’essi definiti “da forno” - quali cracker, grissini o biscotti secchi - che, in presenza di vapore acqueo, perdono in fretta croccantezza e friabilità. Oppure, ancora… se frutta e verdura sono conservate in imballaggi troppo permeabili ai gas (e quindi all’ossigeno) si accelera la loro senescenza aerobica, ma - sempre per tali vegetali - l’uso di packaging con barriera eccessiva all’ossigeno può velocizzarne la senescenza anaerobica, facendo così deperire questi cibi freschi… per asfissia. Per saperne di più proprio in materia di prodotti imballati e di macchinari per il packaging, lo scorso 20 maggio la redazione di MacPlas si è confrontata con Maurizio Bertocco, presidente e amministratore delegato di Ilpra, azienda con quartier generale a Mortara (Pavia) che, dal 1955, progetta e realizza linee per il confezionamento di prodotti alimentari, ma anche cosmetici e farmaceutici. “È certamente corretto affermare che tra contenuto e contenitore si crea una simbiosi equilibrata che dà vita a un nuovo soggetto”, ha esordito pragmaticamente Bertocco, “ma è d’obbligo ricordare che per raggiungere tale sintonia è necessario che il packaging svolga al meglio ben quattro funzioni: contenere il prodotto, proteggerlo da possibili traumi o alterazioni imputabili all’ambiente esterno, preservarne le caratteristiche ottimali e fornire informazioni fondamentali quali ingredienti, data di scadenza ecc. A queste funzioni basilari ne aggiungerei un’altra: essere accattivante ai fini del marketing”. Non male come esordio. Ma di cosa si occupa nello specifico - e come agisce Ilpra Packaging Solutions?

DA REALTÀ ARTIGIANALE A “MULTINAZIONALE TASCABILE” Si è già detto che dal 1955 Ilpra progetta, fabbrica e commercializza macchinari per confezionare prodotti alimentari, cosmetici e farmaceutici, ma va aggiunto che tali macchinari rientrano in tre categorie merceologicamente “cugine” tra loro - termosaldatrici, termoformatrici, riempitrici - e che sono il frutto di un sistematico piano d’investimenti in ricerca e sviluppo. Fattore, quest’ultimo, non propriamente “di casa” nelle PMI italiane. “Negli ultimi tre anni abbiamo dedicato qualcosa come 1,5 milioni di euro all’attività di R&D”, ha puntualizzato Bertocco, “che ha partorito, giusto per citare solo l’ultimo degli obiettivi raggiunti, la tecnologia ProGas, in seguito brevetta e basata su un’originale ed esclusiva ciclica di lavoro che, da un lato, consente di ridurre l’uso e lo spreMACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

co di gas inerti usati per la conservazione dei prodotti e, dall’altro, aumenta la produttività dei macchinari stessi che eseguono l’imballaggio”. C’è poi da dire che, all’inizio del 2019, in virtù del suo debutto su AIM Italia, la società Ilpra è divenuta una “multinazionale tascabile”. Proprio nei giorni della quotazione in Borsa, Barbara Lunghi, responsabile dei Primary Market di Borsa Italiana, ha sagacemente ricordato che: “Il listino di Borsa Italiana dedicato alle PMI continua a crescere e a favorire la raccolta di capitali per finanziare i progetti di sviluppo delle eccellenze imprenditoriali italiane. Attraverso la sua quotazione, anche Ilpra potrà accelerare un percorso già intrapreso di crescita a livello internazionale, ma potrà pure investire ancor più in innovazione ed essere così sempre più vicina ai clienti”. Due brevi integrazioni alle parole di Lunghi. In primis per ricordare ai lettori che FTSE AIM Italia è un indice della Borsa di Milano. In secundis per sottolineare come, già in fase di collocamento del titolo, Ilpra abbia raccolto 5,3 milioni di euro, quindi un flottante del 18,34% e una capitalizzazione pari a 25,3 milioni di euro. “La competizione globale non è un’opzione per le PMI italiane, bensì un obbligo, se si vuole continuare a fare profitti e… a proseguire nell’attività”, ha chiosato Maurizio Bertocco, aggiungendo che: “In questa sfida il vecchio cliché del “piccolo è bello”… non vale più!”. Essendo poi che un’attività manifatturiera non vive di finalità astratte e/o meramente teoriche, ma di finalità concrete, il presidente e AD di Ilpra ha quindi dettagliatamente riferito, intanto, che il 30 aprile 2019 è stata perfezionata l’acquisizione da parte della già controllata Veripack di un ramo d’azienda della società FNC, che, di mestiere, fa macchine termoformatrici. E poi ancora… il 9 maggio 2019 è stata acquisita una quota pari al 51% di Eltec, società fondata nel 2015 a Gambolò (Pavia) e attiva negli impianti automatizzati di fine linea. Ergo: a tutti gli effetti Ilpra è davvero una “multinazionale tascabile” che, se da un lato conferma quanto l’Italia sia una “Repubblica fondata sulla piccola e media impresa”, dall’altro è la “prova provata” che tra queste PMI ce ne sono alcune che non solo stanno conquistando nuovi mercati, ma anche innovando i propri processi produttivi. E sì, perché finora non si è detto che Ilpra - i suoi, di processi produttivi - se li fa praticamente tutti in casa! Il tutto, però, con buon senso. “Oggi, internamente abbiamo la capacità di soddisfare più dell’80% delle necessità tecnico/produttive legate alle commesse in essere”, spiega infatti Bertocco, “ma per i picchi ricorriamo pure noi all’indotto. E tale mix di strategie è vincente, perché ci dà la possibilità di concentrarci sui fisiolo-

La società Ilpra fornisce soluzioni ad hoc per tutte le aziende, individuabili sin dalla fase di progettazione

Collaudo macchina con confezionamento prodotto: olive Sinisi

gici “colli di bottiglia” insiti nel produrre macchinari su misura - che riguardano, cioè, la maggior parte delle commesse - mentre per le soluzioni relativamente di serie, abbiamo la tranquillità di un indotto ben rodato ed esente da turnover”. Passo successivo: anche la miglior strategia d’impresa è poca cosa… se non supportata dall’uomo.

MACCHINARI E COLLABORATORI SEMPRE AL TOP “Qui l’operatore di macchina è una persona abituata a lavorare sui computer”, afferma Bertocco, “per cui sa anche programmarsi in autonomia i cicli di lavorazione dal pulpito di controllo del suo centro di lavoro. Peculiarità che torna utile se, ipoteticamente, un pezzo dovesse richiedere una - come dire? - “modifica in volata”, perché è proprio grazie al coinvolgimento sapiente del nostro personale che, se necessario, si riesce ad aggirare l’iter del percorso CAD/ CAM, a benefico dei colleghi in montaggio”. Dopodiché… “porte aperte” all’esperienza. “Non è inusuale che le nostre macchine finiscano per operare in contesti abbastanza aggressivi (basti pensare ai caseifici), per cui in talune commesse si devono mettere in conto più attenzioni procedurali ad hoc”, ha proseguito Bertocco. “E qui il pensiero va, per esempio, alle zone dei telai deputate alle saldature, laddove inevitabilmente può affiorare ossido. Ed ecco che in quelle zone critiche eseguiamo intanto operazioni di decapaggio chimico, per rimuove-

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AUSILIARI E COMPONENTI

re gli strati d’ossido superficiale, quindi operazioni di passivazione elettrochimica per rallentare e, se possibile, pure impedire l’insorgere della corrosione nel tempo”. Le strategie d’impresa citate da Bertocco, sommate agli evoluti sistemi produttivi, più ancora la passione e l’esperienza del personale Ilpra, tendono all’unisono a un solo obiettivo, ha spiegato sempre l’amministratore delegato: “Fare in modo che chi si occupa dell’approvvigionamento del magazzino prepari senz’intoppo i carrelli per le aree di montaggio con tutti, ma proprio tutti, i componenti elencati nella relativa distinta base della macchina cui sono destinati. A quel punto, il montatore deve solo pensare al suo lavoro d’assemblaggio”. Parrà forse banale quanto appena espresso da Bertocco, ma chi ha esperienza vera di linee per il montaggio di beni customizzati, sa bene quant’è ambizioso tale auspicio!

IL PARADOSSO DI UN MERCATO SEMPRE UGUALE... MA SEMPRE DIVERSO “Oggi, nel confezionamento alimentare si fanno sempre grandi numeri, ma in tante varianti”, ha raccontato Bertocco. “Nel senso che, se un tempo il packaging era uno solo per 10 milioni di pezzi, oggi sulla medesima quantità ci sono almeno 15-20 diverse varianti… e qualcosa nelle macchine deve sempre cambiare: i filtri, i dispositivi di carico/scarico, le misure gastronorm delle vaschette ecc. Inoltre, non è più detto che il grande confezionatore voglia solo macchine di taglia importante: le macchine piccole, quelle da banco, si possono ancora trovare nei laboratori di gastronomia e/o dai produttori di pasta fresca, ma, spesso e volentieri, anche nella grande industria del packaging. Questo perché, oggi, anche la grande industria deve saper produrre piccoli numeri. Pensiamo, ad esempio, alle poche centinaia di pezzi necessari al lancio promozionale di un nuovo prodotto, ma anche ad articoli che, pur meno richiesti in certi periodi, è il caso che siano comunque sempre disponibili, in ossequio alle regole del marketing”. Di seguito, ora, riportiamo solo un piccolo saggio di quella che è la risposta Ilpra a una domanda di mercato che, come ricordava poc’anzi Bertocco, è sempre più variegata. Partendo appunto dalle “piccole” di gamma, si può trovare la termosaldatrice FoodPack Basic: una macchina semiautomatica di dimensioni ridotte, contraddistinta da un’estrema facilità d’uso, ideale per aziende con problemi di spazio, o per chi decide d’iniziare una nuova produzione con un investimento contenuto. Di fatto FoodPack Basic consente di lavorare in sola saldatura, sottovuoto e in atmosfera protettiva, con vaschette

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preformate in PS, PP, APET, CPET, alluminio e cartoncino accoppiato, trattando soprattutto prodotti alimentari, ma anche non alimentari e farmaceutici. Rotobasic è un modello da banco con le stesse caratteristiche del Basic, ma dotato di tavola rotante manuale a due stazioni, che consente di eseguire su una stazione le operazioni di carico/scarico delle vaschette, mentre nell’altra avvengono le operazioni di saldatura/taglio. In questo modo il tempo di esecuzione di un ciclo di lavoro completo si riduce notevolmente. C’è poi una vasta gamma di modelli di riempitrici-saldatrici, denominata Fill Seal, che è stata studiata per il dosaggio di prodotti liquidi e pastosi in contenitori preformati di varie dimensioni e per la successiva sigillatura tramite dischetti prefustellati, o film. Adatte per il confezionamento di prodotti come yogurt, salse, zuppe, sughi pronti e simili, queste macchine Ilpra sono un po’ la risposta per tutte le esigenze produttive: dalla piccola produzione fino a quella industriale su linee completamente automatiche. Personalizzabili secondo le esigenze dell’utilizzatore, le confezionatrici della linea Fill Seal possono essere equipaggiate con la già citata tecnologia ProGas e con soluzioni per atmosfera protettiva, così da prolungare la “shelf life” del prodotto. Salendo ancora di gamma troviamo le termosaldatrici Foodpack, che rappresentano la linea di punta della produzione Ilpra. Disponibili in varie configurazioni, tutti i modelli sono comunque indicati sia per piccole produzioni di tipo artigianale sia per produzioni su scala industriale. Oltre che per l’alimentare, le Foodpack sono utilizzate in altri settori quali il medicale, il cosmetico,

la componentistica e altri ancora. I tipi di confezionamento disponibili variano poi dalla sigillatura al sottovuoto, dall’atmosfera protettiva allo skin, dove il film protettivo è fatto aderire sul prodotto come fosse, appunto, una seconda pelle.

Le termoformatrici riempitrici Form Fill Seal sono invece macchine per termoformare, riempire e saldare confezioni anche di formati differenti; rappresentano la soluzione ideale per il packaging di una varietà di prodotti davvero grande: yogurt, succhi di frutta, acqua/bevande, ma anche gelatine di frutta, dessert, salse… senza scordare oli per condimenti, marmellate, burro, formaggi spalmabili. Come per le altre linee di questa gamma, Ilpra fornisce anche soluzioni complete di fine linea e/o di packaging secondario.

In particolare, poi, il modello Form Fill Seal MD (nella foto qui sopra) è stato perfezionato secondo la logica più moderna, che prevede: • c oncept tecnologico basato sull’utilizzo di movimentazioni elettriche servoassistite; • c omponentistica delle migliori case costruttrici; • s oftware evoluto, che consente la gestione semplice ed efficace di qualsiasi funzionalità della macchina; • interfaccia utente (HMI) intuitiva e completa; • s oluzioni semplici ed efficaci, in grado di sveltire e semplificare le varie operazioni. In altre parole, su questo modello specifico l’obiettivo dei tecnologi Ilpra è stato quello di offrire ai clienti un macchinario in grado di garantire la massima efficienza produttiva, un’elevata precisione, una riduzione dei costi di gestione, ma anche più silenziosità, design più ergonomico e funzionale al fine di agevolare le operazioni di manutenzione e sanitizzazione… senza scordare la personalizzazione e gli upgrade, grazie a vari optional opportunamente industrializzati. MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


Going further with Experience. Oltre 70 anni di esperienza parlano da sé: come partner di lunga data di aziende operanti a livello locale e globale, ENGEL è sinonimo in tutto il mondo di soluzioni affidabili. 30 anni fa, la nostra esperienza e la passione per il nostro lavoro ci ispirarono a compiere una delle evoluzioni più rivoluzionarie della nostra storia aziendale: Allora iniziammo ad introdurre sul mercato macchine senza colonne, un passo che rappresenta una pietra miliare nel nostro settore. La tecnologia senza colonna garantisce l’assenza di barriere nella zona dello stampo, una maggiore precisione e un’eccellente protezione dello stampo. Questa concezione ci ha consentito di garantire ai nostri clienti un successo duraturo – dal 1989 a oggi.

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AUSILIARI E COMPONENTI

IMBAL LINE DEBUTTA COME COSTRUTTORE DI MACCHINE CON IL PROPRIO MARCHIO

TUTTO PER L’IMBALLAGGIO UN’AZIENDA DI FAMIGLIA CON UNA STORIA QUASI TRENTENNALE, IMBAL LINE, SI TRASFORMA DA SYSTEM INTEGRATOR A COSTRUTTORE DI LINEE DI IMBALLAGGIO A PROPRIO MARCHIO. PREPARANDOSI ANCHE AL PRIMO CAMBIO GENERAZIONALE. L’OBIETTIVO È QUELLO DI AMPLIARE E DIVERSIFICARE LA SUA OFFERTA PER ALLARGARE I CONFINI DEL PROPRIO MERCATO ED ESPANDERLO SUL TERRITORIO NAZIONALE E, PER QUANTO POSSIBILE, ANCHE OLTRALPE DI LUCA MEI

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Giuseppe Boletti, fondatore, all’inizio degli Anni Novanta, di Imbal Line

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zienda di Calcinato (Brescia) specializzata in materiali di consumo, installazione e manutenzione di macchine per il packaging, il 23 maggio Imbal Line ha presentato a imprenditori e stampa la rinnovata sede, ampliata e resa più funzionale sia per ricevere i clienti sia per la logistica, annunciando ufficialmente il suo debutto come costruttore di confezionatrici, nastratrici e reggiatrici a proprio marchio. All’evento hanno dato lustro l’intervento di Douglas Sivieri, presidente di APIndustria Brescia, e la presenza di alcuni sportivi del presente e del passato del calibro di Stefano Bonometti, ex calciatore e detentore del record di presenze con la maglia del Brescia, Franco Pancheri, ex calciatore e campione d’Italia con la maglia dell’Inter nel 1980, e Alberto Cisolla, pallavolista attualmente in forza nelle

file dell’Atlantide Brescia, che disputa il campionato di serie A2, e che vanta trascorsi in serie A e quasi 200 presenze in nazionale. L’azienda, infatti, da sempre è fortemente radicata a livello locale e largamente impegnata in ambito sociale sostenendo lo sport giovanile della provincia bresciana attraverso la sponsorizzazione di una trentina di società tra calcio, pallavolo e ciclismo. Le nuove macchine a marchio Imbal Line uniscono criteri tecnologici avanzati a elevate prestazioni, per garantire le quali vengono progettate interamente dall’azienda e costruite da partner affidabili, così da garantire un prodotto dalla qualità al 100% made in Italy. “Garantiamo sistemi sicuri e robusti con componenti facili da reperire e un software di proprietà di Imbal Line, per assicurare il corretto MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


funzionamento e la continuità del servizio al cliente”, ci ha spiegato Giuseppe Boletti, fondatore all’inizio degli Anni Novanta e oggi titolare dell’azienda, destinata ai figli Elena e Lorenzo, pronti al passaggio di testimone e al primo cambio generazionale in Imbal Line, secondo la più radicata e sana tradizione delle PMI italiane. “Il nostro lavoro è quello di fare in modo che i clienti dei nostri clienti siano soddisfatti”, ha aggiunto Boletti, quasi a chiarire subito che quando si dice cliente non si deve pensare solo a chi compra la macchina, ma a tutta la filiera di riferimento, su cui si riverbera il proprio modo di lavorare e di fare le cose.

AMPLIARE PRODUZIONE E MERCATO Imbal Line conta su 12 dipendenti, vanta un fatturato che nell’ultimo esercizio ha superato i 5 milioni di euro e ha un mercato prevalentemente locale consolidato, che si estende soprattutto nelle provincie di Brescia, Bergamo, Mantova, Verona e Trento. La decisione di mettersi a costruire macchine a proprio marchio risponde anche alla necessità di dover e voler estendere questi confini sul territorio nazionale e spingerli per quanto possibile Oltralpe. Obiettivo che comporterà anche una parziale revisione dei canali di vendita tradizionali dell’azienda e uno sviluppo tecnologico capace di stare al passo con un mercato più ampio e competitivo. “Le nostre macchine si prestano a impieghi sia universali sia più specifici”, ha dichiarato Boletti. “Per i primi ci sono le nastratrici e le reggiatrici, mentre per i secondi sono adatte le macchine confezionatrici, che utilizzano film termoretraibili particolari e sono quelle su cui stiamo spingendo di più in termini tecnologici e commerciali, per migliorarne la capacità di sfruttare al meglio semilavorati sempre più evoluiti e tecnici, così da ridurre la quantità di plastica immessa nell’ambiente, aspetto fondamentale di questi tempi. A questo scopo, sulla base di una nostra ricetta, sono stati messi a punto film ad hoc per le nostre macchine, che, pur essendo estremamente sottili, assicurano la stessa resistenza meccanica di quelli tradizionali”. L’azienda continuerà comunque a operare come system integrator per non abbandonare una specializzazione ormai solida e che ha portato le sue soddisfazioni. La costruzione di macchine a proprio marchio, quindi, va a sommarsi a quella che è l’attività storica di Imbal Line e che sarà il tramite per aprire nuovi mercati nazionali e, nelle aspettative, internazionali. Sotto i riflettori durante l’evento, il ruolo di protagonista era affidato alla confezionatrice Zafiro5645 MB. Si tratta di una macchina pensata per raggiungere un target trasversale e trovare sbocco in diversi settori. Per l’occasione, a scoMACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

po dimostrativo imballava libri di pregio, ma la linea si presta al confezionamento di un’ampia gamma di prodotti in cui possono essere annoverati maniglie, raccordi, valvole, minuteria ecc. Ossia, come ha illustrato Boletti, gran parte della produzione che esce dai distretti della trasformazione nelle suddette province, in cui Imbal Line ha il proprio bacino di utenza principale e in cui tale modello è largamente diffuso. Il processo della confezionatrice Zafiro5645 MB parte da una bobina di film poliolefinico microforato che, attraverso un sistema monopiega, viene preparato per l’inserimento automatico al suo interno del prodotto da imballare. Successivamente, una barra saldante taglia e sigilla la confezione, che a questo punto entra in un forno dove il film si ritira per effetto del calore, aderendo al prodotto da imballare. In uscita dalla linea, che può raggiungere una produttività di 25-30 confezioni al minuto, è possibile prevedere lo scarico manuale da parte di un operatore, o automatico per mezzo di un robot pick-and-place.

CONTINUITÀ, FLESSIBILITÀ, FACILITÀ Sia che operi come system integrator oppure come costruttore, Imbal Line mira a proporre nastratrici, reggiatrici e confezionatrici che si contraddistinguano per capacità di garantire continuità delle linee produttive, flessibilità operativa e facilità di conduzione, grazie a funzioni che possano evolversi in qualsiasi momento seguendo le esigenze degli utilizzatori. “Se fino a ieri un utente confezionava prodotti quadrati e lisci e da oggi deve confezionare prodotti piccoli e spigolosi, le macchine Imbal Line si possono adattare alle forme più diverse grazie al fatto che abbiamo inserito nella struttura soluzioni come l’avvicinamento dei tappeti e le fotocellule verticali e orizzontali”, ha spiegato Giuseppe Boletti. La continuità delle linee produttive dei clienti è l’obiettivo di Imbal Line, come ha sottolineato

Giuseppe Boletti (a destra), titolare e amministratore delegato di Imbal Line, e Douglas Sivieri, presidente dell’associazione APIndustria Brescia, si stringono la mano al termine della conferenza stampa, durante la quale il presidente dell’associazione ha tenuto un intervento

più volte Boletti nel corso dell’intervista: “Noi sappiamo che per la continuità è importante la facilità di apprendimento e utilizzo delle macchine. Più persone possono usare una macchina, maggiore è il grado di continuità operativa. Per questo abbiamo realizzato un pannello grafico e intuitivo; i comandi necessari sono messi in posizione ben visibile e comoda. Abbiamo lavorato anche sulla semplicità di accesso. Le macchine Imbal Line, inoltre, sono sempre più resistenti: infatti impieghiamo componenti elettrici, pneumatici e meccanici standard e tra i migliori sul mercato. In caso di fermo macchina, le parti sono reperibili da un qualsiasi ricambista”. Ultimo ma non ultimo, il costruttore non perde mai di vista il rapporto prezzo/prestazioni dei propri prodotti. Anche a questo aspetto risponde l’innovazione del processo produttivo. “Abbiamo costituito una rete esterna estesa di partner tra loro interdipendenti. Progetto e software sono stati tenuti in casa, per avere il massimo presidio e garantire sicurezza. Le componenti elettroniche le abbiamo acquisite dal mercato e la meccanica l’abbiamo esternalizzata a partner esperti di grandi numeri e, quindi, anche convenienti. Il risultato: sistemi completi al prezzo più conveniente”, ha concluso Giuseppe Boletti.

La macchina Zafiro5645 MB, esposta durante l’open house di Imbal Line, ha catturato l’attenzione di molti ospiti

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AUSILIARI E COMPONENTI NEWS Riciclo migliorato

Accrescere la superficie filtrante senza aumentare le dimensioni dei filtri Il nuovo filtro BKG FlexDisc è stato sviluppato da Nordson per accrescere la superficie di filtrazione dei cambiafiltri a pistone senza dover aumentare le dimensioni delle macchine, consentendo a trasformatori e riciclatori di eseguire una filtrazione più fine, di incrementare la capacità di produzione e di prolungare la durata dei filtri, oltre a ridurre il volume di controlavaggio. Il costruttore consiglia il nuovo filtro per incrementare la produttività e la qualità del riciclo “bottle-to-bottle” di bottiglie in plastica post consumo e di fibre in PET, così come per la produzione di film separatori per batterie. I pistoni oleodinamici di cui sono dotati molti cambiafiltri BKG consentono di inserire i filtri nel flusso del polimero fuso per eseguire la filtrazione e di estrarli durante le operazioni di pulizia e di sostituzione.

Nel nuovo sistema, ciascuna cavità filtrante contiene da due a quattro FlexDisc, a seconda delle dimensioni della macchina, ognuno dei quali è dotato di due pacchetti di filtri. In questo modo, si dispone di una superficie di filtrazione da 2 a 4,5 volte più ampia rispetto ai tradizionali filtri circolari standard e di una superficie in media maggiore del 25% rispetto alla precedente versione di FlexDisc. La maggiore capacità di filtrazione dei nuovi FlexDisc riduce la frequenza e il volume del controlavaggio effettuato per separare i contaminanti dal flusso di polimero fuso. Il polimero fuso che entra nel pacchetto filtrante viene uniformemente distribuito tra i FlexDisc, ottimizzati dal punto di vista reologico per eseguire una filtrazione efficiente con minime sollecitazioni di taglio. Al tem-

Schematizzazione del funzionamento del nuovo filtro BKG FlexDisc

po stesso la struttura dei FlexDisc consente al dispositivo di sopportare pressioni differenziali fino a 130 bar durante la fase di controlavaggio.

Un partner unico ed insostituibile con risposte innovative ad ogni esigenza d’automazione.

Nuove tecnologie dedicate al supporto dei processi di produzione grazie a 40 anni di attività che hanno reso Sytrama un’importante alternativa ai leader mondiali nel settore della costruzione di robot. LA NOSTRA MISSION Il nostro cammino è iniziato quarant’anni fa ed oggi continua nella ricerca e nell’innovazione, ma sempre all’insegna dell’eccellenza dedicata all’automazione industriale. Nati con la costruzione di robot cartesiani e automazione flessibile, abbiamo capitalizzato questi decenni di esperienza che oggi ci consentono di raggiungere nuovi obiettivi e di eccellere anche nella realizzazione di sistemi dedicati ai produttori di parti in plastica. Oggi possiamo affermare con orgoglio che siamo in grado di sviluppare soluzioni di automazione capaci di coprire tutte le richieste del mercato.

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Elesa per l’automazione e la sicurezza

Indicatori di posizione con sistema wireless Uno dei più recenti prodotti di punta di Elesa è rappresentato dagli indicatori di posizione con tecnologia wireless per il posizionamento rapido degli organi delle macchine di processo, che l’azienda ha presentato anche all’ultima edizione della fiera SPS Italia. Composto da un’unità di controllo UC-RF che comunica con fino a 36 indicatori di posizione elettronici DD52R-E-RF (brevetto Elesa) mediante radiofrequenza (RF), il nuovo sistema è adatto ad applicazioni che richiedono frequenti cambi di formato, grazie anche a un’installazione semplice e rapida, senza fili. Dotato di un ampio display a sei cifre, che garantisce un’ottima leggibilità anche a distanza e da diversi angoli, è provvisto di una batteria di lunga durata (oltre tre anni) e presenta un grado di protezione IP65 o IP67, che lo rende ideale per applicazioni che richiedono frequenti lavaggi anche con getti d’acqua. La boccola in acciaio inossidabile Aisi 304, con foro da 20 mm di diametro, ne assicura la resistenza alla corrosione.

A SPS 2019 Elesa ha presentato novità e prodotti consolidati che compongono il suo ampio catalogo di proposte per l’automazione e la sicurezza delle macchine e dei processi industriali

Nella gamma di prodotti Elesa, sono numerosi anche i componenti studiati per rispondere alle più severe normative: ne sono un esempio le cerniere con interruttore di sicurezza integrato serie CFSQ certificata da UL (Underwriters Laboratories) e CFSW, certificata da UL e IMQ (Istituto Italiano del Marchio di Qualità). La sicurezza dell’operatore viene tutelata anche da componenti come la maniglia con microinterruttore elettrico integrato EBR-SW, tipicamente montata su portelli di macchine o protezioni. Con l’opportuno collegamento elettrico, quando la macchina è in funzione, il LED rosso è illuminato per impedire l’accesso dell’operatore e garantire così la sua completa incolumità; tenendo premuto il pulsante posizionato sulla maniglia, l’addetto deve attendere luce verde prima di accedere all’interno della zona protetta. Realizzata interamente in tecnopolimero a base poliammidica rinforzata con fibra di vetro, la maniglia EBR-SW è una combinazione ideale tra ergonomia, funzionalità e compattezza.

Collettori “no Teflon”

Funzionali e pratici, per stampi e termoregolatori Per la distribuzione dell’acqua di raffreddamento a stampi con numerose cavità o ai termoregolatori per temperature fino a 120°C, Flowise propone i collettori in alluminio anticorodal con spessore di 20 mm, anodizzati nei colori blu e rosso. Tali colletI collettori blu e rossi di Flowise

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tori (presentati in primavera alla fiera Mecspe presso lo stand di Sverital, con cui la società collabora da anni) garantiscono resistenza senza tralasciare l’aspetto estetico. Per l’installazione e la manutenzione di questi collettori, il costruttore ha studiato un sistema pratico e veloce denominato “no Teflon”, costituito da un codolo in ottone e ghiera, con guarnizioni in gomma nitrilica o fluorurata, a cui si possono abbinare valvole a sfera a passaggio totale, o di regolazione per un flusso parzializzato. I distributori idraulici di Flowise, inoltre, sono personalizzabili sulla base di specifiche richieste in termini di numero di connessioni, dimensioni o materiale.

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AUSILIARI E COMPONENTI NEWS LAVORAZIONE SECONDARIA

Sistema di punzonatura compatto, veloce ed efficiente I sistemi di punzonatura EcoCut sono proposti da Frimo soprattutto per il taglio di componenti in materiale plastico molto complessi e di grandi dimensioni, prodotti in grande serie. Sebbene tale gamma si contraddistingua per un design compatto e un peso complessivo ridotto, il costruttore ha messo a punto la versione EcoCut Compact dalle dimensioni ancora più contenute e con le stesse funzionalità, ma senza l’alto cilindro principale presente nei precedenti modelli, al posto del quale ne sono stati adottati due più piccoli collocati nella parte anteriore dell’unità, all’interno della sua struttura. Grazie al design più compatto, questa versione si adatta ad ambienti più piccoli e bassi e risulta più facile da spostare utilizzando un carrello elevatore. Il sistema di alimentazione ergonomica nella versione EcoCut Compact è stato modificato con l’introduzione di un supporto girevole della matrice. Il supporto, che in precedenza sporgeva dalla macchina verso l’operatore, ora ruota verso il basso e poi di nuovo verso l’alto di 60°, una volta completata l’alimentazione. In questo modo il processo di punzonatura viene eseguito prevalentemente attraverso la corsa principale della macchina, minimizzando il numero di cursori necessari per le altre unità di perforazione. Grazie al nuovo design dell’unità rotante con l’asse di rotazione montato posteriormente, la corsa verticale dello strumento superiore si è ridotta da 1200 a 300 mm, accorciando non solo i tempi di ciclo, ma consentendo anche l’uso di una pompa idraulica e di un motore elettrico più piccoli e, di conseguenza, abbattendo il consumo di energia, cui contribuisce anche l’uso di convertitori di frequenza sulle mototrazioni. Nel modello precedente i residui della punzonatura venivano scaricati automaticamente dalla parte posteriore della macchina, ma in alcuni casi, per esempio in prossimità di muri, erano necessarie delle modifiche per effettuare lo scarico a destra o a sinistra. Con il nuovo modello EcoCut Compact lo smaltimento automatico è invece possibile da tre lati della macchina. Inoltre, si possono automatizzare le operazioni di carico e scarico dell’impianto mediante robot o sistemi di movimentazione lineare e collegare tra loro più impianti o sistemi di punzonatura diversi.

Nella macchine EcoCut Compact l’alto cilindro principale presente nei precedenti modelli è stato sostituito con due cilindri più piccoli posti nella parte anteriore dell’unità

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Baruffaldi propone Cap Inserter

Soluzione modulare per avvolgibili Dettaglio di un avvolgibile: è visibile l’anima in poliuretano espanso rivestita di alluminio dei singoli profili, le cui estremità vengono chiuse con tappi neri

Per l’assemblaggio di profili per avvolgibili, con anima in poliuretano espanso rivestita di alluminio e tappi in plastica per la chiusura delle estremità, Baruffaldi Plastic Technology propone la macchina Cap Inserter: una soluzione modulare configurabile in base alle specifiche esigenze degli utilizzatori e che si contraddistingue per precisione, elevata velocità produttiva e facilità di utilizzo. La macchina è disponibile in quattro diversi gradi di automazione del processo e due differenti sistemi di bloccaggio dei tappi - con graffetta metallica o con punzonatura - ma sempre sul lato non in vista e alle due estremità del profilo, che scompaiono nelle guide degli avvolgibili. In tutte e quattro le versioni l’operatore deve soltanto programmare la produzione inserendo i relativi parametri nell’apposito pannello di controllo e rimuovere il prodotto alla fine del processo. Nella versione base CAP ST vengono solo inseriti i tappi in plastica sull’avvolgibile già assemblato manualmente, che l’operatore posiziona all’ingresso della confezionatrice e rimuove sotto forma di rotolo alla

fine del processo. La CAP CV 3.5 è una versione semiautomatica il cui processo inizia da profili avvolgibili già asolati e tagliati a misura, che la macchina provvede a infilare, arrestare con i tappi e arrotolare. Anche la versione CAP CO 6.5 è semiautomatica, ma il processo inizia da pacchi di barre di profili avvolgibili già asolati, che vengono tagliati a misura, infilati e arrestati con i tappi. Infine, la versione CAP CO 6.5, sempre semiautomatica, prevede un processo che inizia da pacchetti di barre di profili avvolgibili non asolati, che vengono punzonati, tagliati a misura, infilati, arrestati con i tappi e arrotolati. Si tratta di macchine solide e robuste, progettate per lavorare a lungo su tre turni e che, grazie alla modularità, possono essere predisposte con le unità di cui l’utilizzatore ha bisogno di volta in volta, permettendo di diluire l’investimento nel tempo in base alle esigenze specifiche in ogni momento. La modularità si associa inoltre a versatilità e flessibilità, grazie a un sistema di cambio formato che consente di gestire profili diversi. MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


Una rappresentazione delle possibilità applicative di Mowis 3

Dispositivi smart

Tecnologia 4.0 per affrontare il cambiamento Già da diversi anni Moretto affronta il cambiamento 4.0 investendo in nuove tecnologie, attività di ricerca, formazione e riorganizzazione aziendale, con l’obiettivo di realizzare macchine intelligenti e adattive, dotate di tecnologia digitale, in grado di raggiungere alti livelli di efficienza produttiva, ridurre i consumi e reagire rapidamente al cambiamento delle esigenze dei trasformatori. L’impronta dell’Industria 4.0 è evidente in ogni linea di prodotto Moretto: macchinari innovativi e “smart” che interagiscono tra loro e con i sistemi di gestione e consentono un monitoraggio continuo delle condizioni e dei parametri di lavoro. I dispositivi Moretto forniscono dati e report in tempo reale, sono connessi alle interfacce Ethernet, USB, RS 485 e a Mowis 3, il sistema di supervisione e gestione brevettato dal costruttore di Massanzago per il controllo dell’intera catena di automazione negli impianti di lavorazione delle materie plastiche. Mowis 3 supera

le barriere della supervisione tradizionale, adattandosi alle necessità e agli obiettivi qualitativi, produttivi e gestionali di ogni cliente. Un software con struttura modulare, estensibile e personalizzabile tramite interfaccia unica e autoconfigurabile dall’utente, il quale crea autonomamente il layout della fabbrica e ne segue l’evoluzione da qualunque postazione, sul posto o da remoto. Costruito su sistema Scada e con tecnologia OPC UA, Mowis 3 rende immediato e sicuro lo scambio di dati tra moduli standard, moduli su misura e il sistema gestionale del cliente. Mowis è anche E-Service, ossia consente l’assistenza tecnica da remoto: l’utente riceve diagnosi veloci sullo stato delle macchine, costanti aggiornamenti del software, reset delle funzioni, controlli e interventi in caso di allarmi. Ma non c’è solo il supervisore Mowis. Moisture Meter Manager è il dispositivo d’eccellenza per una perfetta deumidificazione 4.0, in grado di mi-

surare in linea il reale contenuto di umidità residua del granulo (in ppm) e integrare l’essiccatore in un sistema adattivo come previsto dal progetto 4.0 di fabbrica intelligente. Il dispositivo crea una perfetta “deumidificazione on-demand”, basata sulle reali esigenze di essiccazione del polimero e capace di gestire le variabili, interne e ambientali, che interferiscono con il livello d’umidità del polimero stesso. Inoltre, fornisce dettagliati report con frequenze settabili secondo le specifiche esigenze, rendendo possibile la certificazione della produzione articolo per articolo e garantendo il risultato richiesto con il minor consumo energetico. Nel catalogo di Moretto rientrano anche altre innovazioni 4.0 per la refrigerazione, il trasporto, la termoregolazione, la deumidificazione e il dosaggio dei materiali plastici.

ONE DECADE WITH LOVE, RESPECT AND CONDOMS. eine kooperation mit

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MISURA E CONTROLLO

Dettaglio di uno strumento in fase di esecuzione di un’analisi DSC

CARATTERIZZAZIONI DI LABORATORIO

LA CALORIMETRIA DIFFERENZIALE A SCANSIONE IANNI&PARTNERS ESEGUE ANALISI DI CALORIMETRIA DIFFERENZIALE A SCANSIONE (DSC), SERVIZIO OFFERTO AGLI OPERATORI ATTIVI NELLA RICERCA E NELLO SVILUPPO DI NUOVI MATERIALI, COSÌ COME NEL CONTROLLO QUALITÀ DI COMPOUND, SEMILAVORATI E MANUFATTI E NEL CONTROLLO DEL PROCESSO PER LA PRODUZIONE DI QUESTI ULTIMI

I

l laboratorio di Ianni&Partners di La Spezia si è attrezzato per eseguire analisi di calorimetria differenziale a scansione (DSC: Differential Scanning Calorimetry), metodologia per l’analisi termica di molti tipi di materiali tra cui polimeri, metalli e materiali ceramici. Nel caso dei polimeri e delle loro miscele, con o senza cariche, fibre o rinforzi, tale metodologia è applicabile a: • materiali termoplastici (per esempio: PE, PP, PVC, PC, PS, PA, PMMA, PTFE, POM, PET): compound per stampaggio ed estrusione, semilavorati e prodotti finiti; • materiali termoindurenti (per esempio: PU, resine epossidiche e polifenoli): materiali non polimerizzati o polimerizzati, semilavorati e prodotti finiti; • materiali elastomerici termoplastici o termoindurenti (per esempio: TPE, NBR, EPDM, FPM, SBR). Con la calorimetria differenziale a scansione si possono osservare e misurare varie proprietà e fenomeni associati, come per esempio: tran-

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sizioni fisiche come transizione vetrosa, transizioni di fase (per esempio fusione e cristallizzazione), transizioni polimorfiche ecc.; reazioni chimiche come polimerizzazione, reticolazione e polimerizzazione di termoindurenti ed elastomeri; stabilità all’ossidazione; capacità termica.

CALORIMETRO A SCANSIONE DIFFERENZIALE Il principio base di funzionamento della calorimetria DSC consiste nell’ottenere le informazioni ricercate del materiale in esame sottoponendolo a riscaldamento e/o raffreddamento in maniera accuratamente controllata, in un’apparecchiatura denominata calorimetro a scansione differenziale. Questo misura la differenza di flusso termico tra il campione in esame e uno di riferimento, mentre i due sono mantenuti in atmosfera controllata (generalmente azoto per un’atmosfera inerte, od ossigeno per un’atmosfera ossidante, in funzione della caratteristica da determinare) e la temperatura viene modificata secondo un programma prestabilito.

In particolare, le analisi di calorimetria differenziale a scansione sui materiali plastici vengono condotte in conformità alla norma UNI EN ISO 11357 (Materie plastiche - Calorimetria differenziale a scansione (DSC), che consiste di più parti: • Parte 1: principi generali; •P arte 2: determinazione della temperatura di transizione vetrosa e dell’altezza del gradino di transizione vetrosa; •P arte 3: determinazione della temperatura e dell’entalpia di fusione e di cristallizzazione; •P arte 4: determinazione della capacità termica specifica; •P arte 5: determinazione della curva caratteristica di temperature di reazione e tempi, entalpia di reazione e grado di conversione; •P arte 6: determinazione del tempo di induzione all’ossidazione (OIT isotermico) e della temperatura di induzione all’ossidazione (OIT dinamico); •P arte 7: determinazione della cinetica di cristallizzazione. MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


Figura 1 - Rappresentazione grafica delle varie parti e determinazioni di una DSC “vetrosa”

La DSC viene estesamente utilizzata in diversi ambiti nel campo dei materiali polimerici: ricerca e sviluppo nuovi materiali; controllo qualità di compound, semilavorati e manufatti sia in ingresso sia in uscita; controllo del processo produttivo per il loro ottenimento. Tra i suoi vantaggi vi sono la ridotta dimensione del campione da sottoporre ad analisi (sono sufficienti pochi milligrammi), la velocità dell’analisi e le molteplici caratteristiche che possono essere determinate. Bisogna però anche considerare la necessità di personale tecnico specializzato per l’interpretazione corretta dei risultati dell’analisi e il costo dell’apparecchiatura di prova, che deve essere inoltre periodicamente attentamente tarata utilizzando materiali campione certificati per ottenere risultati affidabili.

STABILITÀ TERMICA Un esempio di utilizzo della DSC si ha nella verifica della stabilità termica (legata alla presenza e all’efficacia degli antiossidanti) di compound, tubi e raccordi in PE 80 e 100 per sistemi di tubazioni per gas e acqua in pressione, a norma UNI EN 1555 e UNI EN 12201. Valori elevati di OIT (tempo di induzione all’ossidazione) assicurano una buona protezione del materiale (com-

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pound) da fenomeni termoossidativi che possono verificarsi durante il processo di trasformazione, mentre sul manufatto un valore elevato di OIT è indice di un corretto processo di trasformazione. Il valore di OIT deve essere elevato se un manufatto deve successivamente essere soggetto a ulteriori processi termici (per esempio saldatura testa-testa, o per elettrofusione di tubi e raccordi). Le norme di riferimento richiedono che il valore del tempo d’induzione all’ossidazione sia maggiore di venti minuti a 200°C. Tale esame può essere effettuato in maniera semplice e veloce secondo la norma UNI EN ISO 113576, utilizzando un calorimetro a scansione differenziale e sottoponendo un campione di pochi milligrammi di materiale ricavato dal compound, dal tubo o dal raccordo, a un riscaldamento in atmosfera inerte di azoto fino alla temperatura di 200°C, seguito dal mantenimento a tale temperatura in ossigeno fino a ossidazione.

GRADO DI GELIFICAZIONE Un secondo esempio di utilizzo della DSC si ha nella verifica del grado di gelificazione (le-

gato alla corretta e omogenea lavorazione del materiale nel corso del processo di estrusione e conseguentemente alle proprietà meccaniche del manufatto) dei tubi in PVC non plastificato per sistemi di tubazioni per acqua in pressione a norma UNI EN ISO 1452, per fognature e scarichi interrati non in pressione a norma UNI EN 1401-1, o per scarico all’interno dei fabbricato a norma UNI EN 1329-1. La verifica della temperatura di onset B o massima temperatura di processo (che deve essere maggiore di 185°C), mediante l’utilizzo di un calorimetro a scansione differenziale ed effettuata secondo la norma ISO 18373-1 (Tubi di PVC rigido - Calorimetria differenziale a scansione (DSC) - Parte 1: Misura della temperatura di processo), è un valido metodo alternativo alla classica prova di resistenza al diclorometano, pericoloso per la salute degli operatori e di difficile gestione ambientale.

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MISURA E CONTROLLO NEWS SVILUPPI OMRON A SPS

La SPS Italia di Lapp

La formazione come pilastro Giocare a ping pong dell’infrastruttura manifatturiera con l’intelligenza artificiale Alla fiera SPS 2019 Omron ha presentato per la prima volta in Italia la quinta generazione di Forpheus, il primo robot al mondo dotato di intelligenza artificiale in grado di giocare a ping pong. Il robot ha mostrato come le macchine intelligenti imparino dalle interazioni con gli esseri umani e contribuiscano a supportare e a sviluppare il loro potenziale. Il robot dispone di una gamma più ampia di movimenti, di maggiori abilità di previsione dei comportamenti umani, di rilevamento delle oscillazioni della pallina e di addestramento personalizzato basato sull’IA. In fiera Omron ha offerto anche una dimostrazione dal vivo di una linea di produzione flessibile, consentendo così di osservare un intero processo di produzione, dall’inserimento dell’ordine fino all’assemblaggio, all’ispezione e alla consegna, e una dedicata al controllore AI, che opera in modalità “Edge” all’interno della macchina e monitora in tempo reale le linee di produzione con sensori per rilevare le irregolarità più rapidamente. L’azienda ha poi presentato alcuni progetti legati alle aree di rinnovamento del settore manifatturiero attraverso le nuove tecnologie e la digitalizzazione dei processi. Infine, ha offerto una dimostrazione della Smart Connected Factory, con il nuovo cobot TM dotato di sistema di visione di ultima generazione, che eseguiva una serie di compiti complessi sotto la guida umana, o in completa autonomia. Tutte le informazioni che riguardano il suo funzionamento erano monitorate in tempo reale dalle Cloud Application di Oracle, permettendo di gestire le istanze legate al suo perfetto funzionamento.

Un momento della dimostrazione di una partita tra un giocatore di ping pong e il robot dotato di intelligenza artificiale

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Alla recente edizione della fiera SPS Italia, Lapp ha coniugato tecnologie e sapere per promuovere la formazione quale pilastro dell’infrastruttura manifatturiera nell’era 4.0. Tra i prodotti di punta presentati rientravano i nuovi cavi per reti networking Etherline Cat 7 Flex, che raggiungono velocità di connessio- Prodotti della gamma Lapp ne fino a 10 gigabit al secondo e sono ideali, per esempio, per l’utilizzo in sistemi che dispongono di numerosi sensori, o con videocamere ad alta risoluzione per il controllo qualità, operando ad alte frequenze di trasmissione, di 600 MHz. Sempre nell’ambito dei cavi per reti networking, sono stati proposti gli Etherline T1 a coppia singola, in grado di trasmettere fino a un Gbit/s per coppia di cavo e capaci di raggiungere fino a 1200 m a 10 Mbit/s. I benefici per l’utilizzatore sono significativi in termini sia di semplificazione dell’installazione e volume occupato sia di costo ridotto. Per la manutenzione predittiva dei cavi, Lapp sta sviluppando “un dispositivo elettronico” per rilevare e verificare costantemente i segnali inviati da un cavo standard per la trasmissione di dati. Quando la qualità scende al di sotto di un valore critico, il sistema lo segnala, affinché i cavi vengano sostituiti nel corso degli interventi di manutenzione programmata. Per calcolare la lunghezza residua sulla bobina e inviare le informazioni al sistema ERP, l’azienda ha progettato tamburi intelligenti dotati di sensore e trasmettitore radio. Un’innovazione che ha la finalità di raggiungere elevati livelli di efficienza nello stoccaggio dei cavi, contribuendo alla digitalizzazione dell’inventario, per un risparmio significativo in termini di costi e spazi.

Weerg punta al raddoppio

Automazioni per CNC, preventivi online e finiture per la stampa 3D Con una presenza diffusa attraverso corner esposti presso gli stand dei partner tecnologici, Weerg ha colto l’occasione di Mecspe 2019 per annunciare al mercato varie novità che si declineranno in nuovi servizi per gli utenti della piattaforma. L’obiettivo per il 2019 è quello di raddoppiare il fatturato e proseguire nell’espansione oltreconfine, anzitutto attraverso il potenziamento della capacità produttiva e l’implementazione di macchinari innovativi destinati a inedite finiture per la stampa 3D e speciali lavorazioni per CNC, come l’anodizzazione in nero e argento. Tanti gli aggiornamenti in corso presso il nuovo sito produttivo di Weerg a Gardigiano (Venezia), a pieno regime

dal mese di marzo, a partire dal preventivatore online, implementato con nuove funzioni. Queste permetteranno all’utente di sapere in tempo reale quali parti del pezzo da realizzare costano di più, così da poter ottimizzare il progetto prima di passare all’ordine. Un software proprietario con sistemi di autoapprendimento che affinano costantemente le quotazioni in base ai tempi richiesti dalle lavorazioni già effettuate. Nella nuova sede sono operativi i primi 5 centri di lavoro Hermle C42U completamente automatizzati. Sul fronte 3D, Weerg sta registrando una crescita verticale con tirature che toccano le migliaia di pezzi, commissionati principalmente da progettisti e operatori dei reparti R&D. MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


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Plastics The Mag / PlasticsEurope

MATERIALI E APPLICAZIONI

Nell’inconscio collettivo il vetro e l’alluminio sono considerati più rispettosi dell’ambiente rispetto alle materie plastiche, ma il confronto tra i rispettivi cicli di vita dimostra esattamente il contrario

LE RAGIONI DELL’ODIO

IMBALLAGGI PLASTICI: TROPPI PREGIUDIZI E POCA INFORMAZIONE QUALCUNO CONSIDERA TUTTORA GLI IMBALLAGGI ESCLUSIVAMENTE ALLA STREGUA DI VEICOLI PROMOZIONALI, O ADDIRITTURA DI SEMPLICI RIFIUTI, MENTRE AL CONTRARIO OFFRONO VANTAGGI TROPPO SPESSO SOTTOVALUTATI. IN QUESTO ARTICOLO VENGONO ESAMINATI I DIVERSI MOTIVI CHE HANNO INDOTTO GRAN PARTE DELL’OPINIONE PUBBLICA A SCHIERARSI CONTRO GLI IMBALLAGGI IN PLASTICA, SEGUENDO LA SCIA EMOTIVA CREATA DAI COMMENTI SPESSO SUPERFICIALI DEI MEDIA A CURA DI PLASTICSEUROPE/PLASTICS THE MAG E GINO DELVECCHIO

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l 40% circa della produzione totale europea di polimeri viene utilizzato per realizzare tutti i tipi d’imballaggio. Al contrario di quanto si potrebbe credere, questo non è esclusivamente il risultato dello sforzo dei produttori mirato a ridurre i costi e a incrementare i profitti. In un contesto nel quale le materie plastiche sono accusate di molte malefatte ecologiche e persino sanitarie, è importante sottolineare e chiarire alcuni preconcetti. I motivi per cui una fetta così ampia di polimeri viene impiegata nell’imballaggio sono riconducibili alla leggerezza, alla praticità e alla capacità di proteggere il contenuto delle materie plastiche. Un’analisi del ciclo di vita delle merci confezionate mostra che le prestazioni ambientali delle MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

materie plastiche sono spesso migliori rispetto ad altri materiali. Questo potrebbe apparire contrario all’evidenza, ma può essere spiegato, per esempio, dalla riduzione delle emissioni di anidride carbonica ottenuta grazie alla leggerezza delle resine polimeriche, attraverso il ciclo di vita del binomio imballaggio-contenuto.

NON SOLO UN SEMPLICE VEICOLO PROMOZIONALE È facile dimenticare che il ruolo primario dell’imballaggio non è indurre i consumatori all’acquisto di un prodotto. La realtà è decisamente diversa. La funzione primaria dell’imballaggio è proteggere contro la rottura, il furto e - nel caso di prodotti alimentari e fragili - la contaminazione

batterica, oltre a preservare i prodotti ottimizzando la logistica. Inoltre, l’imballaggio rappresenta un posto ideale per collocare le informazioni legali: composizione, data di scadenza, origine del prodotto, istruzioni per la selezione dei rifiuti, ragguagli sanitari ecc. Anche se un packaging attraente contribuisce agli obiettivi di comunicazione e promozione dei marchi, affidargli quest’unico ruolo vuol dire ignorare la capacità dei consumatori di compiere scelte consapevoli. L’acquisto impulsivo è un fenomeno innegabile, ma i consumatori comprano determinati prodotti soprattutto perché ne hanno bisogno, o li desiderano, e sanno che possono fidarsi dell’acquisto. Per comprendere meglio tutto ciò, è importan-

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te riconoscere che la priorità principale di una grande marca è la fidelizzazione. I team addetti al marketing lavorano quotidianamente su questo elemento ed è innegabile che l’imballaggio svolga un ruolo fondamentale nel garantire la fedeltà al marchio. Molto più della composizione di un prodotto, la sua utilità e il metodo di conservazione sono considerazioni importanti: un sacchetto che non si chiude bene, un tappo complicato, un cartone che si strappa facilmente possono causare insoddisfazione e quindi indurre il cliente a non acquistare più quel prodotto.

CAMPIONI DELLA LOTTA ALLO SPRECO

World Economic Forum / Manuel Lopez

Non è esagerato sostenere che le materie plastiche abbiano rivoluzionato il mondo dell’imballaggio. Circa mezzo secolo fa i fabbricanti di cosmetici e le industrie agroalimentari le hanno riconosciute come materiali resistenti, leggeri, a prezzi accessibili e facili da lavorare. In sintesi, erano ideali per incrementare i margini di profitto. Tale approccio, tuttavia, appartiene al passato. Oggi alcuni imballaggi plastici sono il risultato di una tecnologia all’avanguardia e, per esempio, il loro costo è decisamente superiore a quello del cartone. Allora come mai i produttori continuano a utilizzarli? Innanzitutto perché sono ideali per conservare il contenuto più a lungo. Uno dei materiali più noti in tale contesto è il polistirene espanso, le cui strutture sono costituite al 98% da aria, in grado di mantenere stabile la temperatura del contenuto. Ciò significa che la catena del freddo non viene mai interrotta durante il trasporto, evitando la distruzione di decine di tonnellate di derrate alimentari proprio grazie all’imballaggio. L’EPS viene inoltre ritenuto la migliore soluzione per il trasporto dei medicinali, che potrebbero perdere d’efficacia al variare della temperatura. Sempre in ambito medicale, le sacche utilizzate per le infusioni sono spesso realizzate in PVC, un

L’intervento del noto naturalista e documentarista David Attenborough al World Economic Forum del 2019

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materiale inerte, stabile, impermeabile e facile da sigillare. Altre sacche, soprattutto quelle in polipropilene, sono progettate per essere sterilizzate in autoclave insieme al fluido che contengono, senza alcun rischio di deterioramento. Si tratta di uno sviluppo importante, ma rappresenta anche un’ulteriore garanzia per i pazienti, soprattutto durante le trasfusioni di sangue. Tornando allo spreco di cibo, le Nazioni Unite e la FAO stimano che ogni anno, nel mondo, vengano gettati o persi 1,3 miliardi di tonnellate di generi alimentari. Si tratta di un terzo circa di tutto il cibo prodotto sul pianeta e tale spreco si verifica lungo tutta la catena, dal produttore al consumatore. Grazie agli imballaggi, solo il 3% di tutti i prodotti consegnati ai clienti in Europa viene danneggiato durante le operazioni di produzione e trasporto, mentre tale quota sale addirittura al 40% nei paesi in via di sviluppo. Nel 2016 uno studio francese commissionato dall’agenzia Ademe ha rivelato che le perdite sono così suddivise: produttore 4%, trasformatore 4,5%, distributore 3,3%, consumatore 7,3%. I polimeri rimangono i materiali più adatti a proteggere efficacemente il cibo, che può essere anche controllato visivamente grazie alla loro trasparenza. Ciò che tuttavia li rende particolarmente efficaci è la capacità intrinseca di costituire una barriera all’ossigeno, ai raggi UV, all’umidità e ai batteri. Si può quindi affermare con certezza che i polimeri allungano la durata dei prodotti imballati, offrendo nel contempo un sistema di conservazione ideale che contribuisce a evitare qualsiasi problema di salute pubblica. Le materie plastiche, infatti, non sono mai state implicate negli scandali alimentari che talvolta toccano i nostri paesi.

GAS SERRA: I POLIMERI SALVANO IL PIANETA Non è assolutamente un’affermazione provocatoria. È arrivato il momento di sfatare il falso mito che le materie plastiche stiano mettendo a rischio il futuro del pianeta. Se c’è un contesto nel quale contribuiscono a proteggere l’ambiente è proprio quello legato all’emissione dei gas serra. Tutto ciò è vero specialmente per l’imballaggio, come recentemente dimostrato dal celebre naturalista David Attenborough nel corso del World Economic Forum 2019 di Davos, in Svizzera. Reso celebre dai documentari prodotti per la BBC - soprattutto quelli dedicati agli oceani - lo scienziato britannico non potrebbe mai essere accusato di collusione con l’industria delle materie plastiche. Secondo il suo parere, è un errore accusare le materie plastiche. Le immagini del famoso “oceano di plastica” diffuse in tutto il mondo hanno avuto un effetto devastante sull’opinione pub-

Plastics The Mag / PlasticsEurope

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Destinate a contenere sangue o farmaci, le sacche medicali in PVC sono leggere, durevoli, impermeabili e offrono la migliore barriera alla contaminazione da virus e batteri

blica. Senza voler negare l’esistenza dei rifiuti in plastica nell’ambiente marino, Attenborough ha spiegato correttamente che l’eliminazione delle materie plastiche contribuirebbe a incrementare il riscaldamento globale. In particolare il naturalista deplora il fatto che alcuni produttori, soprattutto in campo agroalimentare e cosmetico, stiano cercando di sostituire gli imballaggi plastici con materiali quali cartone, vetro e alluminio. L’impiego di questi materiali alternativi porterebbe, a pari quantità di imballaggi, a un’emissione maggiore di CO2 rispetto a quella che si verifica con la produzione delle materie plastiche. C’è da interrogarsi quindi al riguardo di questo improvviso odio per i polimeri, visto che sono materiali riciclabili, come le bottiglie in PET, a patto che vengano gettate in un apposito cassonetto e quindi raccolte e selezionate opportunamente. Basterebbe valutare a fondo lo studio realizzato nel 2011 dall’austriaca Denkstatt per conto di PlasticsEurope, nel quale veniva offerto un confronto analitico del ciclo di vita delle materie plastiche e di altri materiali utilizzati nell’imballaggio. I risultati dello studio sostengono indiscutibilmente l’impiego dei polimeri, evidenziando che la sostituzione di questi ultimi con altri materiali (alluminio, vetro ecc.) porterebbe a moltiplicare per 3,6 la massa di imballaggi, per 2,2 il consumo d’energia (paragonabile al riscaldamento di 20 milioni di abitazioni) lungo il ciclo di vita e per 3,7 i gas serra, con un incremento annuo di 61 milioni di t di anidride carbonica, le stesse che si registrano in Danimarca, oppure quelle prodotte da un traffico di 21 milioni di auto. La spiegazione è molto semplice: gli imballaggi in materiali diversi dalle materie plastiche sono più nocivi. La loro produzione e il trasporto richiedono maggiore energia e danno origine a maggiori emissioni di CO2. Attenborough sostiene inoltre che i materiali plastici offrono un vantaggio notevole, visto che evitano lo spreco di cibo. Proprio questo spreco si tradurrebbe in degradazione ed emissione di metano: un gas che contribuisce al riscaldamento globale in misura 20 volte superiore all’anidride carbonica. MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


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I VINCITORI DEL CONCORSO BEST PACKAGING 2019

L’IMBALLAGGIO SOSTENIBILE GUARDA AL FUTURO LA PREMIAZIONE DEI VINCITORI DEL CONTEST BEST PACKAGING 2019 (MEGLIO CONOSCIUTO AL GRANDE PUBBLICO COME OSCAR DELL’IMBALLAGGIO) È AVVENUTA NELL’AMBITO DEI “TALKS ON TOMORROW”, EVENTO ORGANIZZATO DA H-FARM E REPUBBLICA IN COLLABORAZIONE CON ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO E CONAI

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l 13 maggio, presso la Fondazione Feltrinelli di Milano e nell’ambito di “Talks on Tomorrow”, evento organizzato da H-Farm e dal quotidiano “la Repubblica” in collaborazione con Istituto Italiano Imballaggio e Conai (Consorzio Nazionale

Imballaggi), sono stati annunciati i vincitori del contest Best Packaging, che premia le migliori soluzioni per l’imballaggio immesse nel mercato negli ultimi due anni. L’edizione 2019 ha visto in gara 23 soluzioni di packaging tecnologicamente avanzate, caratterizzate da approfonditi studi di ecodesign e di innovazione, in termini sia di materiali utilizzati sia di tecnologie e progettazione. “Talks on Tomorrow” è un format pensato per raccontare al pubblico tematiche di grande attualità legate a innovazione, trasformazione digitale e rapporto tra tecnologia e società. L’appuntamento del 13 maggio, sul tema del packaging sostenibile, ha visto gli interventi di Anna Paola Cavanna, presidente dell’Istituto Italiano Anna Paola Cavanna (presidente dell’Istituto Italiano Imballaggio) e Giorgio Quagliuolo (presidente di Conai), intervistati dal giornalista di Repubblica Luca Fraioli

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Imballaggio, e di Giorgio Quagliuolo, presidente di Conai, intervistati dal giornalista di Repubblica Luca Fraioli. Quest’ultimo ha anche moderato il successivo talk, che ha visto confrontarsi sui temi dell’innovazione, della sostenibilità e del design applicati all’imballaggio: Carlo Alberto Pratesi, ordinario di marketing, innovazione e sostenibilità a RomaTre, nonché presidente della giuria dei Best Packaging; Roger Botti, partner di Robilant & Associati, direttore generale e creativo; Paola Fabbri, professoressa associata del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna. “Siamo orgogliosi di premiare le best practice italiane nel settore degli imballaggi per ecosostenibilità e innovazione, un’iniziativa che portiamo avanti ormai da molti anni e che realizziamo in collaborazione con Conai. Oltre a questo contest, l’Istituto Italiano Imballaggio si sta impegnanMACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


do per sensibilizzare ancora di più i propri stakeholder sul tema dell’ecocompatibilità del packaging: in questo senso, stiamo lavorando per stilare linee guida per l’imballaggio sostenibile, che saranno prossimamente a disposizione di tutte le aziende produttrici e utilizzatrici di imballaggi”, ha commentato Anna Paola Cavanna. “È importante valorizzare gli sforzi di ricerca e sviluppo fatti dalle aziende che puntano a migliorare la sostenibilità dei loro imballaggi. Fare prevenzione significa adottare interventi finalizzati alla riduzione dell’impatto ambientale degli imballaggi, che incidono non solo sulla quantità delle materie utilizzate, ma anche sui processi di produzione, di utilizzo e di fine vita, considerando così l’intero ciclo di vita dell’imballaggio stesso”, ha aggiunto Giorgio Quagliuolo. L’Oscar dell’Imballaggio è stato attribuito a soluzioni che si sono distinte per la sostenibilità ambientale, per il design di alta qualità e per la progettazione complessiva. Le prime hanno visto la messa in atto delle principali leve di prevenzione Conai e, in particolare: il risparmio di materia prima, l’utilizzo di materiale riciclato, la facilitazione delle attività di riciclo, l’ottimizzazione della logistica, la semplificazione del sistema d’imballo e l’ottimizzazione dei processi produttivi. Durante tutta la Design Week di Milano, dal 9 al 14 aprile, gli imballaggi vincitori, insieme ad altri progetti finalisti del concorso, sono poi rimasti in esposizione presso l’atelier “Porquoi Pas Design”, nel cuore del Brera Design District e a due passi dall’ormai famoso Corso Como.

I PREMI CATEGORIA PER CATEGORIA Sostenibilità ambientale Cinque i premiati nella categoria Ambiente. La società Coop Italia ha ricevuto il premio per una vaschetta per ortofrutta da 1 kg, realizzata con almeno l’80% di PET post consumo, che chiude il cerchio del riciclo La vaschetta con coperchio per ortofrutta, ed è interessanprogettata da Coop te sotto il profilo Italia, è prodotta dei grandi numeri con oltre l’80% di PET coinvolti. In base post consumo alle stime di vendita 2017, infatti, è previsto un utilizzo di 43 t/anno che, in proiezione, porterà a un conMACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

sumo di 203 t/anno di plastica riciclata. A livello di design, la vaschetta è stata progettata con un coperchio incernierato e richiudibile, lavorando inoltre sulla “sgrammatura” di materiale. Questa confezione per caffè di Goglio è multistrato ma anche monomateriale (PP), quindi completamente riciclabile

La società Goglio è stata premiata per una confezione per caffè multistrato ma monomateriale, realizzata interamente in polipropilene con effetto barriera e con l’integrazione di una valvola monodirezionale per la degassazione, sempre in PP. La confezione, inoltre, si contraddistingue anche per il risparmio di materia prima e le conseguenti ricadute positive sulla logistica. Plus ambientale: riciclabile al 100%. La confezione biodegradabile e compostabile di Nonno Nanni permette di raccogliere tutte le componenti del contenitore (vaschetta e flow pack) nella frazione dell’umido

A Nonno Nanni è stato conferito il premio per una confezione biodegradabile e compostabile per stracchino con vaschetta e involucro esterno (flowpack) realizzati in acido polilattico (PLA), così da poter essere entrambi smaltiti nella frazione dell’umido, facilitando così la raccolta differenziata. Il nuovo packaging, composto da vaschetta termoformata e flowpack, mantiene inalterati aspetto e immagine. Plus ambientale: totalmente compostabile in ambiente di compostaggio industriale. Tra i plus ambientali di Eco Sacco Barriera vi è la semplificazione della raccolta differenziata, dato che può essere raccolto nell’umido

Adercarta e Cartiera Emolli sono state premiate per Eco Sacco Barriera: busta in carta semitrasparente spalmata a freddo, con un sottile strato di resina ecocompatibile, per renderla impermeabile.

Completamente biodegradabile e compostabile, consente di risparmiare materia prima e può essere conferita nella frazione umida per semplificare la raccolta differenziata. Il sacchetto è progettato con un doppio fondo ribattuto, senza plastiche termoreagenti, che lo sigilla e garantisce la perfetta tenuta a liquidi e grassi, rendendolo ideale per rosticcerie/pescherie e GDO. Plus ambientale: -20% di carta, -45% materia prima complessiva, -40% di scarti, risparmio energetico, 100% riciclabile, biodegradabile e compostabile. Infine, Parmalat (marchio Santal) e Tetra Pak sono risultate vincitrici per Green Box, progetto di economia circolare che utilizza lo sfrido di lavorazione del contenitore primario (scatola in cartone) per la produzione dell’imballo secondario in cartone ondulato, riducendo drasticamente lo spreco di materia prima. Design di alta qualità e progettazione complessiva Nella categoria Quality Design il premio è stato assegnato alla Estathé Glass Bottle di Ferrero Technical Services, che ha attualizzato e riprogettato il bicchierino iconico in PET di Estathé, passando a una bottiglietta in vetro con tappo a strappo per il consumo fuori casa, mantenendo però inalterato il decoro caratteristico dello storico contenitore. L’innovativo e pratico tappo ring-pull permette una facile separazione delle due compoL’iconico nenti, monomateriale e ribicchierino ciclabili al 100%. in PET di Il premio Overall (progetEstathé è stato tazione complessiva), inattualizzato fine, è andato alla nuova passando a una bottiglietta cassa-espositore in carin vetro, con tone per biscotti di Barilla tappo ring-pull G&R, che ottimizza forma monomateriale e materiali, proponendo e riciclabile un nuovo design strutturale e un migliore servizio all’operatore. È infatti progettata per esporre direttamente i prodotti, evitando riconfezionamento, eliminando l’espositore e riducendo rifiuti e potenziali rotture. Plus ambientale: -44% consumo materiale e -30% impatto ambientale complessivo, valutato sui diversi indicatori LCA.

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COSA C’ERA “DIETRO” LO STAND CONDIVISO DI ATAG & GEARTEC A MECSPE 2019?

UNA LEZIONE SU COME USCIRE DAL “LIMBO” DELLA PICCOLA DIMENSIONE… E NON SOLO! SE DA UN LATO IL BUON SENSO SANCISCE L’INCONTROVERTIBILE, E PER CERTO COERENTE, UTILITARISMO NEL RIBADIRE PUBBLICAMENTE CON UNO STAND UNICO A MECSPE L’IMPEGNO LAVORATIVO CONGIUNTO DI ATAGEUROPE E GEARTEC, DALL’ALTRO LATO UN’INTERVISTA AI VERTICI DELLE DUE REALTÀ HA FORNITO SPUNTI DI RIFLESSIONE SIA SUI METODI PER SUPERARE I LIMITI DELLA GOVERNANCE FAMILISTICA, TIPICA DELLE PMI ITALIANE, SIA SUL FATTO CHE CON TALE “SCOLLINAMENTO” PURE L’ETICA D’IMPRESA NE HA BENEFICIATO DI ANGELO GRASSI E RICCARDO AMPOLLINI

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n anno dopo l’ingresso di Geartec nell’alleanza con Atag-Europe, la manifestazione parmense Mecspe (28-30 marzo 2019) ha avuto il ruolo di vetrina congiunta dove, all’offerta Atag di forniture industriali, componenti, connessioni, tubazioni flessibili e articoli in materiali plastici dalle forme più complesse, sono stati “ufficialmente” affiancati i particolari Geartec in tecnopolimero, realizzati su specifiche dei clienti tramite lavorazione con asportazione di truciolo e, se richiesto, uniti a componenti standard e/o ad altre parti autoprodotte per giungere, infine, a sottoinsiemi funzionali. Detto ciò, sono state diverse - da entrambe le parti - le novità esposte a Parma. “In primis, abbiamo scelto di valorizzare gli elastomeri siliconici e a base EPDM e, in secundis, la linea completa di tubazioni flessibili per prodotti abrasivi, caratterizzata dal tubo PU14

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in poliuretano ad alto spessore (ndr: 1,4 mm) ideale per l’aspirazione di: aria, trucioli e polvere abrasiva - e dal tubo “Buna”, pensato per impianti d’aspirazione che intervengono in presenza di nebbie oleose, fumi e micropolveri”, ha esordito Federico Spagnolo, presidente del Consiglio d’Amministrazione di Atag-Europe. Per dovere di cronaca, alle parole introduttive di Spagnolo va aggiunto che, sempre durante la manifestazione Mecspe, i tecnologi Atag hanno anticipato come, grazie anche al contributo d’aziende consociate, siano ormai giunti alla messa a punto finale di una nuova linea d’estrusione con processo di vulcanizzazione in “bagno di sali”, capace di realizzare in continuo prodotti elastomerici di grandi dimensioni. Questo per ribadire la poliedricità delle soluzioni Atag. Passando alle novità proposte a Parma da Geartec, così si è espresso il suo direttore gene-

Particolare Geartec in PEEK, usato nelle linee d’imbottigliamento

rale Giancarlo Piatti: “A mo’ di novità assoluta, a Parma abbiamo presentato una reinterpretazione della tecnologia additiva quale soluzione ideale per la produzione sia di pezzi unici sia di piccole serie di pezzi geometricamente e prestazionalmente alquanto complessi, usando anche polimeri a elevate prestazioni, quali il MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


PEEK (vedi box di pagina 68, ndr)”. Infine, e per rispetto della “globalità” dei nostri lettori, in questa parte introduttiva non potevano mancare i - seppur succinti - identikit di Atag e di Geartec. Nata nel 1947, Atag opera nella fornitura di articoli tecnici in plastica e gomma (SBR, EPDM, neoprene, siliconi ecc.) per i più svariati settori; alcuni dei quali prodotti internamente, altri affidati a specialisti esterni. Con più di 50 dipendenti e magazzini su una superficie di oltre 10 mila metri quadrati, nel 2018 ha registrato un fatturato superiore ai 13 milioni di euro. Diverse poi le “punte di diamante” tecnologiche che caratterizzano la sua offerta. Tra queste va ricordato che dal 2013 Atag si cimenta nel campo della produzione di manufatti rinforzati con fibre di carbonio adottando la tecnologia bladder (stampaggio con “camera d’aria”, ndr), con tanto di caratteristico dispositivo gonfiabile, la cui forma viene studiata di volta in volta per adattarsi allo stampo utilizzato. Più giovane, poiché nata nel 2015 per iniziativa di Giancarlo Piatti, Geartec è specializzata nella produzione di particolari a disegno mediante lavorazione meccanica, partendo da pezzi estrusi o stampati. Conta circa 30 dipendenti e nel 2017 ha realizzato un fatturato di oltre 5 milioni di euro. Come ben spiegato da Piatti: “Per meglio differenziarsi sul mercato, Geartec cerca di andare nella direzione di pezzi con tolleranze molto strette, o che richiedano l’uso di polimeri ad altissime prestazioni, come nel caso dei componenti ad alta tecnologia per il settore elettrico ed elettronico (socket, dispositivi per la miniaturizzazione, semiconduttori ecc.), o per il racing”. Va poi detto che sono stati recentemente fatti importanti investimenti nel campo delle microlavorazioni. Detto ciò, nel novembre 2017 c’è stata una -

come dire? - “convergenza d’interessi”, che ha portato per l’appunto all’ingresso di Geartec in Atag.

UN’OTTIMA STRATEGIA DI COMUNICAZIONE… PER UNA SINERGIA DAVVERO FUNZIONALE Ancora una volta i vertici delle due società hanno optato per conferire a un evento fieristico specialistico, il ruolo d’altoparlante privilegiato. L’accordo, infatti, è stato presentato ufficialmente agli operatori del settore grazie a una conferenza stampa tenutasi presso la fiera Ipack-Ima 2018, in contemporanea espositiva con Plast: un’altra manifestazione fieristica essenziale per l’attività di Atag e Geartec. In quell’occasione Spagnolo e Piatti hanno spiegato agli astanti che il piano di collaborazione puntava a valorizzare la complementarietà e la visione strategica congiunta delle due aziende, incrociando le rispettive peculiarità produttive, quindi le reti di vendita, senza scordare le capacità e le competenze, accanto all’integrazione delle rispettive gamme di prodotti. Il tutto in un’ottica d’ampliamento d’opportunità e vantaggi sia per le due aziende sia per le rispettive clientele. “Serviamo settori che vanno dall’aerospaziale al farmaceutico, dal ferroviario all’alimentare. Si va dai componenti per i telai in composito delle moto ai particolari per l’industria farmaceutica”, ha spiegato Gianfranco Morello, direttore commerciale di Atag-Europe. “Proprio nel mondo “asettico” in cui si producono i farmaci, per esempio, proponiamo tubazioni e componenti prodotti in camera bianca e la realizzazione di isolatori “glove-box” fissi o portatili: una sorta di scatole personalizzabili in PVC/PC, complete di guanti Piercan, per poter lavorare in tutta sicurezza e senza problemi di

Federico Spagnolo, presidente del Consiglio di Amministrazione di Atag-Europe

Il direttore generale di Geartec, Giancarlo Piatti

contaminazione di farmaci e principi attivi. Per tenere questi guanti coesi alla “scatola” sono necessarie flange in tecnopolimero (POM o PEEK), core business di Geartec. Dopodiché la medesima applicazione necessita di sacche speciali per smaltire i rifiuti tossici di lavorazione”, ha aggiunto Morello. “Per qualsiasi applicazione in cui sia necessario movimentare polveri, fluidi, alimenti o prodotti chimici in un ambiente asettico, oppure in presenza di temperature elevate o liquidi aggressivi, in modo davvero sinergico, componenti in tecnopolimeri realizzati da Geartec ed elastomeri ad alte prestazioni di Atag-Europe, in alcuni casi additivati (come i tecnopolimeri utilizzati) con piccole quantità di metallo, quindi intercettabili dai metal detector presenti, completano una proposta di soluzioni sempre più performanti per l’industria pharma&food”. Evidentemente la strategia di comunicazione ha funzionato, dato che un anno dopo le due aziende hanno nuovamente scelto di presenziare a un’ulteriore occasione di visibilità fieristica - Mecspe 2019 - con uno stand condiviso. E proprio in virtù di alcune considerazioni corali fatte ai nostri microfoni da Piatti, Spagnolo e Morello in quel di Parma, è scaturito il “La” per questo report.

DUE COMPETENZE E DUE CULTURE CHE SI AMALGAMANO… PER CRESCERE

Vari articoli prodotti da Atag e Geartec: soluzioni di alta qualità per l’industria manifatturiera MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

“Qui a Mecspe è consolante vedere tutti questi operatori in visita”, ha commentato Piatti, che così ha proseguito: “Dico questo non solo da imprenditore, ma anche da membro della giunta di Confindustria dell’Alto Milanese, la quale è preoccupata del fatto che il Governo stia fa-

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MATERIALI E APPLICAZIONI Il direttore commerciale di Atag-Europe, Gianfranco Morello

cendo poco per il nostro comparto. Però - e mi piace evidenziarlo - ascoltando gli operatori incontrati in fiera si ha l’impressione che il 2019 sia l’anno dal quale può nascere un rilancio del comparto manifatturiero industriale italiano. Rilancio che, in virtù della simbiosi in essere con Atag, siamo strutturati per cogliere pienamente. Mi spiego con un esempio tra i tanti: il fatto che oggi i nostri venditori frequentino clienti che, sovente, hanno più esigenze d’investimento e produttive, più ambasce tecnologiche da risolvere, e che questi venditori - in quanto rappresentativi d’entrambe le società - scavino nei bisogni dei clienti con la sicurezza di possedere un “cross selling” di gruppo avanzato, per noi significa maggiori opportunità di commesse. Senza scordare che entrambe le nostre realtà sono orientate verso applicazioni d’alta gamma e che proprio su tale peculiarità si è basata l’acquisizione”. “Partendo dalle ultime parole di Giancarlo, mi sento d’aggiungere che l’unione delle nostre forze è sinergica sia verso i clienti sia verso la realizzazione di veri e propri pacchetti prodotto”, ha aggiunto Spagnolo. “Detto ciò, confermo che la scelta delle due aziende - storicamente -

non è mai stata quella di fornire prodotti con basso contenuto tecnologico, bensì prodotti qualificati e qualificanti per le aziende che li richiedono e per i loro ulteriori clienti”. Le parole di Spagnolo e Piatti sottendono - e nemmeno tanto velatamente - l’antidoto alla governance familistica che attanaglia le PMI italiane. E qui si apre un mondo intero!

È L’UNIONE RESPONSABILE, E AD ALTO VALORE AGGIUNTO, CHE FA LA DIFFERENZA L’Italia ha il più alto numero di piccole e medie imprese tra i paesi europei, potendo contare su circa 4,3 milioni di aziende, che costituiscono il punto di forza del tessuto imprenditoriale nazionale. Questo perché le nostre PMI impiegano quasi la metà dei lavoratori dipendenti, generano oltre il 40% del PIL del settore privato, rappresentano circa il 67% della produzione industriale del Paese. Eppure questa forza si è trasformata in debolezza quando la combinazione delle due più grandi rivoluzioni economiche del XX secolo - la diffusione della tecnologia informatica e il processo

AM non solo per la prototipazione, ma anche per la produzione in serie

Tecnologia additiva a 360 gradi La manifattura additiva (AM) offre svariati vantaggi e oggi è sempre di più al centro di studi e ricerche avanzate. Anche Geartec sta concentrando il proprio impegno in questo peculiare ambito produttivo, con l’obiettivo di offrire non solo elementi per la prototipazione, ma anche e soprattutto particolari funzionali in serie. La sua soluzione, basata su una macchina con tecnologia FDM (Fused Deposition Modeling), è in grado rispondere alle specifiche dei settori più complessi, grazie alla possibilità di lavorare materiali speciali, come ad esempio PEEK e PEI, che si collocano in cima alla piramide prestazionale dei tecnopolimeri e assicurano elevata resistenza termica e chimica, e anche materiali rinforzati con fibra di carbonio, che offrono prestazioni superiori in termini di resistenza meccanica. La tecnologia additiva risulta particolarmente interessante per la realizzazione di pezzi singoli o per lotti piccoli e piccolissimi, soprattutto con particolari caratterizzati da elevata complessità, dove i costi di attrezzaggio della macchina utensile

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risultano troppo alti e gli stampi necessari al processo d’iniezione presentano costi non ammortizzabili. L’AM consente inoltre al progettista ulteriori gradi di libertà, ottenendo diversi obiettivi molto importanti. Permette infatti di ottimizzare il disegno dei pezzi con soluzioni altrimenti non realizzabili con i sistemi produttivi tradizionali; oppure di ridurre il numero di componenti semplificando gli assiemi e, quindi, i relativi costi d’assemblaggio, ottenendo infine anche ulteriori ottimizzazioni in termini di peso, grazie, per esempio, a strutture a nido d’ape.

Connettore in PEEK realizzato grazie all’Additive Manufacturing

di globalizzazione - ha radicalmente trasformato il sistema economico, rendendolo più competitivo. Poiché essi stessi hanno vissuto tali limiti nelle rispettive aziende, seppur in diversa misura, Piatti e Spagnolo hanno ben fatto intendere come l’adeguamento a un’economia globalizzata sia frenato dalle peculiari caratteristiche delle imprese italiane, che tendono a rimanere indefinitamente nel limbo della piccola dimensione. Non è un mistero - aggiungiamo noi - che in Italia le PMI preferiscano rimanere piccole, per evitare di affrontare gli adempimenti amministrativi previsti per un’azienda di dimensioni medio-grandi, o per evitare eccessive ingerenze da parte del sindacato e della politica locale, ma soprattutto perché la famiglia di riferimento vuole evitare di perderne il controllo, dimostrando però palesemente di ricadere in una sottocultura imprenditoriale che vede l’impresa al servizio della famiglia… e non la famiglia al servizio dell’impresa. Anche se verosimilmente un po’ doloroso per taluni nostri lettori, è quindi d’uopo ribadire che la governance familistica delle PMI italiane è caratterizzata da almeno tre pesanti limiti: le carenze organizzative, il basso livello di managerialità e la minore capacità d’innovazione. Tre macigni, se non si esce dal campanilismo. “A un certo punto del mio percorso imprenditoriale, ben consapevole della necessità di crescere, ho cercato di capire con quali aziende vi fossero convergenze, per stipulare eventuali alleanze”, si è avviato a concludere Giancarlo Piatti. “Non nascondo che più d’una società abbia bussato alla porta di Geartec, ma - conoscendo da tempo Federico Spagnolo - ho cercato di capire se proprio con lui era possibile sviluppare sinergie d’impresa”. “In questo primo anno abbiamo fatto circa 40 mila euro di lavoro insieme. In particolare, negli ultimi mesi del 2018 e nei primi mesi di quest’anno, si sono visti risultati molto interessanti. Ora stiamo integrando la rete vendita e, insomma, le cose cominciano a delinearsi nel modo giusto”, ha dichiarato infine Federico Spagnolo. MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


Masterbatch e Additivi per l’industria della plastica Approfitta della nostra esperienza!! LEHVOSS Group, sotto la gestione di Lehmann & Voss & Co.KG., è un gruppo chimico che sviluppa, produce e commercializza prodotti chimici e minerali specializzati per vari settori industriali. Lehmann & Voss & CO. KG., Amburgo, è stata fondata nel 1894 come società commerciale. Durante i suoi 125 anni di successi, l’azienda gestita dal proprietario, si è evoluta in una organizzazione potente a livello globale, con connessioni di lunga data con fornitori leader e prevalentemente oltreoceano e con i propri siti di produzione in Europa, Stati Uniti e Asia.

We

it.

125 years of innovation.

LEHVOSS Italia, filiale italiana del gruppo, con la divisione LUVOBATCH® è un partner operativo a livello internazionale dell’industria di lavorazione della plastica e sviluppa, produce e vende masterbatch e additivi di alta qualità e specifici per il cliente. LUVOBATCH® combina le sue funzioni in modo tale che sviluppo, produzione, laboratorio, impianto pilota e vendite siano tutti sotto lo stesso tetto. Offriamo ai nostri clienti il massimo grado di individualità e velocità di innovazione, grazie anche alla continua e costante collaborazione che l’azienda ha con diversi partner nel settore. Sulla base di questa lunga esperienza, è stata ampliata la gamma di prodotti LUVOBATCH® per PET e Poliammidi: Anti-Block, Agenti espandenti (endotermici o esotermici), EverGlides® (sistemi scivolanti non migranti), Ritardanti di fiamma (alogenati e non). LEHVOSS Group ha iniziato a proporre sul mercato un masterbatch scivolante non migratorio, basato su un silossano con peso molecolare ultra elevato al 50% chiamato EverGlide® che aiuta a ottenere nella maggior parte dei polimeri (LDPE, LLDPE, PA 6, TPU, PET, PP, ...) un coefficiente di attrito controllato (CoF), senza influenzare le operazioni secondarie come la stampa e la sigillatura, con molti vantaggi quali: aumento significativo della lubrificazione, migliori proprietà di usura, costo effettivo, elevata stabilità termica, contatto con alimenti, nessuna migrazione, migliora la resistenza all’abrasione e altro ancora. Il gruppo Lehvoss sta inoltre assistendo a un mercato sulle Poliammidi in espansione e in continua evoluzione in particolare nelle applicazioni elettriche ed elettroniche e nelle applicazioni automobilistiche in Europa, Asia e Stati Uniti. Allo stesso tempo, le continue restrizioni nella fornitura del polimero ad alte prestazioni PA66 incoraggia lo sviluppo di gradi PA6 in grado di soddisfare requisiti di prestazione più esigenti.

Vista in sezione della barra di prova a trazione in poliammide (40% di fibra di carbonio)

Al momento c’è molto movimento verso la sostituzione di PA66 con altre soluzioni. Inoltre, il crescente interesse per i film PA (BOPA) orientati biassialmente sta conducendo un nuovo sviluppo in questo campo.

La maggior parte di queste applicazioni beneficia dell’uso di agenti espandenti per PA. Questo è un grande vantaggio quando si cerca di ridurre il peso, senza perdere significative proprietà meccaniche. Il gruppo Lehvoss ha recentemente introdotto alcuni nuovi prodotti di masterbatch in quest’area. Viale Italia, 2 - 21040 Origgio (VA) Italy Tel. +39.02 9644 6411 info@lehvoss.it - www.lehvoss.it


LUVOBATCH® PA BA 1001 e 1002, sono agenti espandenti endotermici di nuova concezione per PA6. Utilizzando questi sistemi, a seconda dell’applicazione, è possibile ridurre il peso fino al 30% e contemporaneamente mantenere la perdita di proprietà meccaniche a un livello basso. La riduzione del peso come mezzo per conservare le nostre risorse è un componente chiave del design contemporaneo e la dimensione dei componenti tecnici in molti settori. LEHVOSS Group da anni si impegna nello sviluppo di queste tecnologie tramite la produzione e commercializzazione di agenti espandenti in differenti settori / poliolefine (PE, PP, PA, PET, EVA). PA PPA 9659 è un aiuto di processo per PA recentemente migliorato il quale, utilizzato con un basso dosaggio dell’1% nella produzione di film PA, sia cast che per tecnologia a bolla, può contribuire ad aumentare il tempo di attività tra la pulizia e ad aumentare la produzione degli estrusori. LUVOBATCH® PA HS 9611 e PA AO 0043 sono stabilizzanti termici / antiossidanti per PA in grado di aumentare significativamente la stabilità della temperatura in uso. In aggiunta a ciò, dobbiamo considerare il prodotto denominato Flexil, il quale agendo come un plastificante classico e un modificatore d’impatto si ottengono vantaggi significanti sul prodotto finito permettendo ai prodotti in PA in questo caso, di essere prelevati direttamente dal congelatore a -20 C° per essere utilizzati nel microonde e consentendo al polimero di rimanere flessibile senza alcun effetto di deformazione termica. Altri nuovi sviluppi nel campo del BOPA includono LUVOBATCH® PA AB 9986B, masterbatch scivolante / antiblocco con trasparenza premium e CoF ribassato e LUVOBATCH® PA FR 0014 e PA FR 0266, ritardanti di fiamma senza alogeni basati su PA 6 e PA 12 che possono soddisfare come resistenza al fuoco un UL94 V-0 nelle applicazioni di stampaggio a iniezione ed estrusione. L’utilizzo di questi masterbatch in PA standard rappresenta un’alternativa conveniente all’utilizzo dei costosi composti pronti per l’uso offerti da molti produttori di polimeri. Sviluppi futuri per PA includeranno masterbatch UV e scivolanti. Fogging performance scoring: No anti-fogging performance Some anti-fogging performance Moderate anti-fogging performance Good anti-fogging performance Excellen anti-fogging performance

Spostando l’attenzione sulla gamma di prodotti in PET non può essere escluso: LUVOBATCH® PET SA / AB 5500- 5501 Scivolante/antiblocco adatto per film piani e stampati (massima trasparenza) e per film termoformati più denesting (5501). Sbiancanti ottici e Modificatori di impatto / estensori di catena piuttosto che agenti espandenti per la produzione di vassoi espansi. Viale Italia, 2 - 21040 Origgio (VA) Italy Tel. +39.02 9644 6411 info@lehvoss.it - www.lehvoss.it

LEHVOSS Group è presente nei film orientati biassialmente anche con altri prodotti. Ad esempio, con additivi antiblocco come il Luvofilm Konz 33 piuttosto che il LUVOBATCH® PP AB 9643, ottima trasparenza e particolarmente adatto per la stampa e la metallizzazione nel BOPP. LUVOBATCH® PP AF 4306 e PP AF 5131, antinebbia particolarmente indicati per imballaggi di alimenti freschi che richiedono un elevato grado di trasparenza. Alternativi a Tospearl, EverGlide® Ultra prodotto multifase innovativo, che agisce sia come liquido che come solido. Aiuta sia a ridurre il CoF che il rischio di blocco nelle linee BO.


La scultura “Love” (2019) di Alessandra Angelini, stampata in 3D con i masterbatch Clariant

MATERIALI E APPLICAZIONI

MATERIOTECA: FOCUS SUI DUE PRINCIPALI APPUNTAMENTI DIVULGATIVI DEL 2019

L’ECOLOGIA DEL FATTURATO A PARMA E A MILANO PER LA DOPPIA PARTECIPAZIONE DI MATERIOTECA ALLA FIERA MECSPE DI PARMA E AL FUORISALONE DI MILANO SI POTREBBE USARE LA NOTA SENTENZA LATINA “REPETITIA JUVANT”, CHE SI PRONUNCIA NELL’USO CORRENTE PER AFFERMARE L’UTILITÀ DI RIPETERE UNA RACCOMANDAZIONE, UN PRECETTO… PROPRIO COME INSITO NEL DNA DI MATERIOTECA: ENTE CHE PROMUOVE, DIFFONDE E SVILUPPA CONOSCENZA SUI MATERIALI ORGANICI TRA AZIENDE, PROGETTISTI, DESIGNER… E NON SOLO A CURA DELLA REDAZIONE

D

al 28 al 30 marzo, e per il decimo anno consecutivo, Materioteca ha gestito un’iniziativa ad hoc in seno alla fiera Mecspe (acronimo di Meccanica Specializzata), che da tempo si svolge con cadenza annuale presso il polo fieristico di Parma. È questa una manifestazione espositiva squisitamente manifatturiera, ove vengono trattati temi quali la subfornitura meccanica, le macchine e la subfornitura plastica, ma anche la gomma e i compositi, quindi: subfornitura elettronica, macchine utensili, trattamenti e finiture, automazione e robotica eccetera. Pur non essendo una manifestazione a carattere globale, è per certo un appuntamento sincero e apprezzato da operatori e buyer specialistici, italiani e non. Ebbene, in tale contesto espositivo marcatamente tecnologico, quest’anno MaMACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

terioteca ha deciso di affrontare il tema: “L’ecologia del fatturato”. “Incorporare l’ambiente nelle strategie di competitività aziendale significa mettere in gioco le proprie capacità per intercettare bisogni che sono anche al di fuori dello stretto recinto del proprio mercato. E sviluppare nuovi prodotti e servizi che incidono nel sociale e portano al contempo profitti all’impresa”, si leggeva nel piccolo manifesto del pensiero di Materioteca esposto in fiera. “Le imprese di grandi dimensioni si sono già incamminate su questo percorso, constatando che, se il nuovo prodotto o servizio soddisfa un bisogno concreto, incrementano fatturato e utili, nonché la fidelizzazione dei clienti. Gli esempi di ritiro e di riparazione dei prodotti, piuttosto che il riciclo degli scarti o dell’usato dei propri clienti si moltiplicano in un’ottica di conservazione delle

Diana Castiglione, fondatrice e direttrice di Materioteca, vicino a un abito di Quid

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MATERIALI E APPLICAZIONI

risorse. Queste strategie non sono utili soltanto alle grandi corporation, ma portano consistenti benefici anche alle medie, piccole e microimprese. Economia circolare, materiali dagli scarti, servizi che facilitano la chiusura dei cicli, catene di valore che migliorano gli impatti e altre novità tra le quali la stampa 3D di materiali riciclati sono validi testimoni di questo trend”. E proprio in quest’ambito, Materioteca ha presentato all’interno del proprio stand a Mecspe prodotti e/o servizi sostenibili che, dal punto di vista finanziario, camminano già sulle proprie gambe. Altro aspetto che ha accomunato le esperienze presentate è il fatto che sono tutte nate all’interno di piccole (ma anche piccolissime) e medie aziende. “In quel di Parma avevamo diversi esempi concreti di economia circolare”, ha esordito Diana Castiglione, fondatrice e direttrice di Materioteca, che così ha proseguito: “Nei tessuti con la “moda etica” del Progetto Quid, nei metalli con Lorusso Estrazione, nelle materie plastiche con Ecoplen ed Ecodesign. E poi abbiamo presentato un materiale per imballaggio con migliorata riciclabilità, ma anche un fertilizzante con proprietà fuori dal comune, quindi la stampante 3D di Direct3D che - con dimostrazioni quotidiane in fiera - ha proposto ai visitatori esempi di processabilità dei granuli di materie plastiche riciclate”. Fin qui tutto molto interessante. Ma forse, per il lettore che inizia solo oggi ad approcciare il settore materie plastiche e gomma, occorre iniziare dal principio e spiegare cos’è esattamente Materioteca…

BREVISSIMA PAUSA PER L’IDENTIKIT INTRODUTTIVO DI MATERIOTECA Riguardo all’essenza di Materioteca, da un lato s’identifica come attività congiunta di Plastic Consult e Plast Image e, dall’altro, si caratterizza per la natura di mediazione volta a collegare il mondo della creatività con quello della tecnologia dei materiali polimerici. Detto ciò, Materioteca è un’attività concepita per promuovere, diffondere e sviluppare le conoscenze su prestazioni, potenzialità e modalità

I masterbatch di Clariant e le colorazioni risultanti nelle sedie in polipropilene di Brado e nei filati poliammidici di RadiciGroup

applicative dei materiali organici tra aziende, progettisti e utilizzatori. Da quando poi, nel 2008, è sbarcata a Milano, ha assistito gratuitamente un nutrito numero di creativi nella ricerca di materiali e/o di tecnologie idonee alla concretizzazione di loro progetti… e ha pure avviato connessioni anche multiple tra aziende e progettisti, agevolando la nascita sia d’interessanti nuove applicazioni sia di notevoli upgrade su quelle già esistenti. In sintesi, i valori cardine di Materioteca sono riassumibili in cinque punti: • Integrità: è al di sopra delle parti. Non ha interessi commerciali. I suoi pareri tengono conto soltanto degli interessi di chi li chiede. • Creazione di valore: l’assistenza che dà alle persone consente loro di risparmiare tempo ed errori di progettazione. • Innovazione: è aggiornata sui nuovi materiali. Attraverso “n” attività divulga (ad esempio nelle fiere, ndr) il proprio sapere sui materiali organici. • Sostenibilità: il rispetto per l’ambiente è un valore imprescindibile. In quest’ottica la stessa Diana Castiglione ha spiegato alla redazione di MacPlas che non vi sono materiali più o meno sostenibili: sono i prodotti ad avere impatti più o meno elevati (LCA). • Competenza: Materioteca ha accesso al sapere dei propri soci e partner. In particolare, il socio che ospita fisicamente la sua sede - cioè la società di consulenza Plastic Consult - può vantare un altissimo profilo professionale all’interno del proprio settore d’attività. Con tali conoscenze, possiamo ora tornare con più consapevolezza all’impegno divulgativo enunciato da Diana Castiglione… passando ora dall’Emilia-Romagna alla Lombardia.

Lampada “Desert light” di Serena Fanara

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PARMA E MILANO: DUE CONTESTI LEGATI DAL MEDESIMO SCOPO In merito all’appuntamento lombardo di Materioteca, c’è intanto da dire che s’è trattato

Anelli “Noli me tangere” in poliammide, stampati in stereolitografia, e orecchini “Cactus” ritagliati in PMMA, della collezione Wayfordesign

nientemeno che della 58a edizione del Salone del Mobile e, per la precisione, l’appuntamento divulgativo gestito da Diana Castiglione era inserito nel rutilante contesto del “Fuorisalone”: iniziativa autonoma gestita dagli stessi partecipanti che - come ormai noto ad addetti e non - da anni, con estrema originalità ed efficacia, coniuga in modo invidiabile le bellezze nascoste della città di Milano con il design innovativo e le tecnologie di processo ad esso correlate. A Milano, nello stiloso spazio di via Tortona 26, Diana Castiglione ha coordinato la mostra collettiva di Materioteca denominata “care-LESS”: uno dei - pensate un po’ - ben 1200 eventi contenuti del palinsesto 2019 della kermesse meneghina. Ma scendiamo ora un po’ più nel dettaglio della collettiva “care-LESS”, inserita nel più ampio contesto di “Fuori di Design”: l’iniziativa di Materioteca che consente a un gruppo di creativi talentuosi di esporre i loro progetti inediti nel cuore del “Fuorisalone”. MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


I gadget stampati da Direct3D con i granuli di PLA e i masterbatch di Clariant

UN MIX DI TALENTI CREATIVI E TECNOLOGIE ALLO STATO DELL’ARTE

MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

materie plastiche, ma anche un gran numero di materiali riciclati e/o bio di nuova generazione”. Alle parole di Diana Castiglione vorremmo solo aggiungere, sempre per dovere di cronaca, che nel tardo pomeriggio di giovedì 11 aprile Alessandra Angelini ha tenuto un apprezzato

workshop dal titolo “Arte e armonia nella stampa 3D”, mentre la start-up Direct3D - ininterrottamente, dal 6 al 14 aprile scorso - ha prodotto dimostrazioni della sua innovativa tecnologia FDM processando granuli coi colori della manifestazione.

Salone meneghino

Milano: capitale del design per una settimana Non male se, in tempi sempre più cibernetici, un’esposizione di fatto classicheggiante qual è “Il Salone del Mobile” di Milano, dopo i suoi recenti sei giorni di kermesse all’insegna d’avvenimenti rutilanti e ben congeniati, è arrivata a computare oltre 386 mila visitatori provenienti da 181 paesi, che hanno potuto discernere tra le oltre 2400 aziende espositrici, di cui un terzo straniere. In particolare, dal 9 al 14 aprile scorso, al polo fieristico di Rho-Pero si è vista molta Asia (con tanti, tantissimi cinesi), quindi il ritorno della Russia, a conferma dell’interesse da parte di quel mercato per i prodotti dell’arredamento italiano. Ma pure la conferma di mercati vicini e importanti, quali Germania e Francia, e le sorprese del Brasile - con un rientro in fiera che mancava da tempo - e dei tanti operatori dagli Stati Uniti. “Ancora una volta abbiamo dimostrato che la voglia di fare sempre meglio, lavorando a stretto contatto con designer, artigiani e operatori della comunicazione, paga”, ha dichiarato Claudio Luti, presidente del Salone del Mobile. “Ancora una volta Milano ha

ospitato nuovi prodotti, campionature, idee originali e, sempre a Milano, si è venduto e sono stati firmati ordini”. Parole che sottendono quanto, per Luti, chiamare ancora fiera “Il Salone del Mobile” sia ormai finanche riduttivo. Cos’altro aggiungere, se non il dato - lampante - di un salone assurto agli onori della cronaca con il rango di “maestro nel fare rete” per certo tra le imprese della filiera, ma anche con la città di Milano, in un’osmosi davvero ben orchestrata qual è il “Fuorisalone”. www.salonemilano.it

Per dovere di cronaca è intanto obbligatorio citare i tre sponsor tecnici del collettivo “care-LESS”, ovvero: Brado, Clariant e RadiciGroup. Nell’ordine, Brado è una realtà, con sede a Treviso, che possiede un’offerta molto versatile di soluzioni nel campo delle sedute di design. Tra le altre cose, al “Fuori di Design” ha ovviamente presentato un suo ultimo modello di seduta. Clariant, invece, è tra i maggiori produttori mondiali di specialità chimiche e, in virtù del suo centro di strategia del colore ColorWorks, ha ispirato una sorta di “tavolozza cromatica dell’evento” meneghino. Infine, RadiciGroup è, notoriamente, leader nella chimica delle poliammidi, e lo è anche attraverso le sue consociate Radici Yarn e Radicifil di Casnigo (Bergamo), ove sono prodotti i filati sintetici. A Milano, per dire, ha vestito il suolo dell’evento “care-LESS” con moquette ottenuta dalle sue fibre. Non male come esempio di rete da parte di questi tre sponsor! “Al Fuorisalone 2019 abbiamo deciso di testimoniare la cultura del progetto insita nel nostro DNA con - di fatto - un’ampia declinazione di singoli talenti creativi e di società che, con le loro opere e il loro know-how, spaziavano dai gioielli all’arredo… e non solo”, ha ben spiegato Diana Castiglione, che ha poi aggiunto: “È quindi un obbligo morale, ma anche un sincero piacere, citare quelli che sono stati i protagonisti di “care-LESS”, a partire da Alessandra Angelini, artista e docente all’Accademia di Belle Arti di Brera, interessata alle connessioni tra arte, scienza e nuovi materiali. Per poi passare a Maurizio Giordano (architetto, designer e scrittore di narrativa), che ha creato marchi, collezioni di prodotti e riposizionato aziende, e quindi a Mattia Davide Amico, tra i fondatori di Kodaly, impresa sociale che sviluppa tecnologie “user-friendly” per l’uso della musica come veicolo di supporto educativo, terapeutico, riabilitativo. Senza dimenticare Serena Fanara, architetto e designer che, col suo marchio “SeFa Design by Nature”, produce linee di oggetti in materiali d’origine naturale e/o plastiche vegetali, e “Wayfordesign” di Davide Golzio, maker e designer, che ha trovato la sua cifra espressiva dominando le potenzialità della stampa 3D. Infine, va sicuramente citata l’ormai più che consolidata presenza di Direct3D: start-up milanese con noi anche a Mecspe, che ha inventato e brevettato una nuova tecnologia FDM (Fused Deposition Modelling) per la stampa 3D partendo da granulo, invece che da filo, ampliando in tal modo le possibilità di questa tecnologia, che ora processa non solo le comuni

Circa 386 mila operatori, provenienti da 181 paesi, hanno visitato la 58a edizione del Salone Internazionale del Mobile di Milano

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MATERIALI E APPLICAZIONI

NEWS Nuovi gradi da ExxonMobil STRATASYS E SOLVAY INSIEME

Sviluppo congiunto di materiali approvati per stampanti FDM Portare sul mercato nuovi materiali per la stampa 3D FDM ed estenderne l’uso nella produzione: per questo scopo Stratasys ha scelto Solvay come partner per lo sviluppo di filamenti idonei all’impiego con le sue stampanti 3D ad alte prestazioni F900. Stratasys ha definito un programma di partnership per materiali autorizzati, pensato per ampliare la gamma di polimeri ad alte prestazioni disponibili per le aziende che utilizzano la sua tecnologia FDM nella stampa 3D. Inizialmente Solvay lancerà il programma e offrirà nuovi polimeri per la stampante 3D F900 di Stratasys. Da oltre due decenni, Stratasys assiste i trasformatori nella progettazione e nella realizzazione di parti stampate in 3D resistenti e ripetibili utilizzando i suoi materiali avanzati. Solvay avrà accesso a strumenti esclusivi e all’esperienza di Stratasys per sviluppare materiali in linea con gli standard di qualità e prestazionali dell’azienda. “Stratasys è impegnata nello sviluppo del nostro portfolio di materiali avanzati specializzati per stampanti FDM ad alte prestazioni, consentendo ai produttori di utilizzare prontamente la stampa 3D per applicazioni di produzione. Combinando la nostra esperienza con quella di Solvay, i clienti possono fare uso di una vasta gamma di applicazioni ad alte prestazioni, il tutto mantenendo la qualità e l’affidabilità attese dai materiali di consumo FDM ad alte prestazioni di Stratasys”, ha affermato Rich Garrity, presidente di Stratasys America. “Con questa partnership strategica, stiamo combinando la leadership di Stratasys nella stampa 3D FDM con la leadership di Solvay nello sviluppo di materiali ad alte prestazioni, pronti per la fabbricazione additiva per le applicazioni più complesse in un gran numero di settori. Tutto questo è assolutamente in linea con l’ambizione di Solvay di spingersi oltre i limiti della fabbricazione additiva ad alte prestazioni”, ha dichiarato Christophe Schramm, business manager per la manifattura additiva della business unit Specialty Polymers di Solvay.

La collaborazione tra Stratasys e Solvay si pone l’obiettivo di ampliare la gamma di polimeri ad alte prestazioni disponibili, a partire dall’impiego sulla Stratasys F900

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PE per imballaggi ad alte prestazioni e laminati riciclabili In occasione della recente fiera Chinaplas 2019, ExxonMobil ha lanciato nuovi gradi di polietilene ad alte prestazioni per imballaggi flessibili di alta qualità e per imballaggi laminati completamente riciclabili. “Il progresso della tecnologia del polietilene rappresenta un aspetto importante del nostro impegno a supporto dei clienti che vogliono far crescere le loro attività. Lavorando insieme possiamo aiutarli a creare soluzioni differenziate per la produzione di imballaggi caratterizzati da migliori prestazioni e lavorabilità e contribuire nel contempo a soddisfare i loro obiettivi in materia di sostenibilità”, ha dichiarato David Hergenrether, vicepresidente della divisione polietilene di ExxonMobil Chemical. Il nuovo polietilene ad alte prestazioni Exceed 2012MA offre eccellenti caratteristiche di estrusione e sigillatura per la produzione di film flessibili ad alte prestazioni. Il materiale, inoltre, è in grado di ridurre i consumi energetici, i costi unitari, il consumo di materiale e lo spreco alimentare. Per gli strati di rivestimento di alta qualità utilizzati nei laminati, il nuovo polietilene ad alte prestazioni Exceed 0015XC garantisce invece ottime proprietà sigillanti, un’ampia finestra di adesione a caldo e una buona lavorabilità. Questo polimero facilita l’estrusione su substrati come cartone e carta, fogli di alluminio, film flessibili e tessuti a base di polietilene. È ideale per applicazioni con cartoni per bibite, tazzine di carta, tubi, imballaggi, teloni e rafia spalmata e permette anche una

ExxonMobil propone soluzioni differenziate per la produzione di imballaggi caratterizzati da migliori prestazioni e lavorabilità

riduzione dello spessore del film. ExxonMobil ha presentato anche nuove soluzioni per imballaggi laminati completamente riciclabili a base di polietilene Exceed XP (adatto ad applicazioni con prestazioni estreme) e di polietilene Exceed ed Enable ad alte prestazioni. Queste consentono di superare i problemi di riciclo normalmente associati alle strutture laminate convenzionali (contenenti mix di PET, PA, EVOH od OPP), dovuti alle difficoltà di separazione dei diversi materiali. Le nuove soluzioni, invece, possono essere riciclate insieme ai film in polietilene ovunque siano in essere programmi di raccolta differenziata di film plastici, oltre ad assicurare tenacità, proprietà ottiche e rigidità richieste dagli imballaggi di alta qualità e a semplificare la selezione dei materiali. MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


Un packaging dal design funzionale

Pronto per essere bevuto Azienda britannica, Huel ha cambiato il modo di nutrirsi offrendo pasti completi in termini nutrizionali, convenienti, con un impatto minimo su animali e ambiente e commercializzati in varie forme (Huel Powder, Huel Bars e Huel Granola), adesso disponibili anche in versione da bere (Huel Ready-to-drink) in un pratico contenitore da 500 ml sviluppato da PET Engineering in collaborazione con Gea Procomac. Il design del packaging risponde alle due esigenze principali del brand: coerenza con il portfolio prodotti esistente e funzionalità. La prima è stata soddisfatta attraverso la creazione di una forma essenziale, scegliendo il bianco come colore per la preforma, utile anche alla protezione del contenuto, utilizzando un’etichetta integrale che permette ampia visibilità del brand, come avviene anche nelle confezioni in cartone e in quelle singole. Quanto alla funzionalità, l’imboccatura larga 38 mm consente un utilizzo anche in movimento pratico e veloce, ideale quando si ha poco tempo e non si ha a disposizione una cucina per prepararsi un pasto sano e bilanciato. Con 26 vitamine essenziali, 20 g di proteine e 5 g di zucchero, Ready-to-drink è disponibile in due gusti,

vaniglia e frutti rossi, per soddisfare anche i più golosi. La bottiglia viene prodotta con una linea asettica fornita dal Gruppo GEA, che include il sistema ABF 1.2 (Aseptic Blow Fill) e che ha ottenuto la certificazione FDA per la produzione e la distribuzione a temperatura ambiente negli Stati Uniti di bevande a lunga conservazione e a bassa acidità. La linea è costituita dall’integrazione di una soffiatrice rotativa con moduli di riempimento e capsulatura, l’una e gli altri completamente asettici. La certificazione FDA conferma che la tecnologia ABF 1.2 di GEA garantisce la massima affidabilità dell’impianto e la massima efficienza di sterilizzazione durante ogni fase del processo di imbottigliamento di bevande sensibili. Grazie all’isolatore microbiologico che include anche la giostra di soffiaggio asettica, ABF 1.2 soffia con aria sterile, in un ambiente sterile, le preforme precedentemente sottoposte a un trattamento di decontaminazione con perossido di idrogeno, che viene vaporizzato (VHP) contemporaneamente sulle superfici interne ed esterne delle preforme stesse. Ne deriva un processo di sterilizzazione delle

Pellicole per auto

Più colori, protezione e comfort La gamma di pellicole di Avery Dennison per il rivestimento delle autovetture (car wrapping) è stata ampliata con l’aggiunta di tre nuovi colori di Supreme Wrapping Film, una nuova pellicola per la protezione della vernice e una nuova serie di film per l’oscuramento dei vetri. I nuovi colori sono SWF Gloss Metallic Fun Purple, SWF Gloss Metallic Passion Red e SWF Satin Metallic Energetic Yellow. Per gli utilizzatori che desidera-

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no proteggere la vernice della loro auto contro i numerosi pericoli della strada e preservare il valore del veicolo, è invece disponibile Pure Defense Series, una gamma di pellicole protettive della vernice con un’efficacia di media e lunga durata che va ad aggiungersi alla pellicola Supreme Protective Film, già in commercio. A completamento della gamma di soluzioni nel segmento del rivestimento delle autovetture troviamo il nuovo portfo-

La nuova bottiglia da 500 ml si addice ai ritmi senza sosta della vita moderna, nel lavoro, nello sport e nel tempo libero, senza rinunciare a un nutrimento completo

preforme che si svolge in un’unica fase, permette di ridurre significativamente l’uso di agenti chimici e non richiede acqua durante la fase di risciacquo. Grazie al monitoraggio continuo di ogni parametro del processo di sterilizzazione e ai cicli operativi completamente automatizzati, con ABF 1.2 l’eventuale rischio di ricontaminare le bevande sensibili durante l’imbottigliamento viene eliminato.

lio Avery Dennison Automotive Window Films (AWF), composto da tre gamme diverse per fornire protezione solare al veicolo e comfort e massima privacy ai passeggeri. HP Pro è una gamma di pellicole premium per l’oscuramento dei vetri caratterizzata da facilità di applicazione, tempi brevi di asciugatura e semplicità di utilizzo, che

si combinano con “prestazioni solari” superiori garantite dai quattro livelli disponibili di trasmissione della luce visibile. HP è una gamma di pellicole vantaggiose in termini di costo, che offre appunto ottime prestazioni solari. HP Safety infine, permette di ottenere una maggiore protezione contro il rischio di vetri frantumati.

Nuovi colori, protezione e comfort: a questi tre ambiti si rivolgono le nuove pellicole di Avery Dennison per il rivestimento delle autovetture

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NOTIZIARIO DEI COMPOSITI

Gli 11 vincitori e la giuria degli JEC Innovation Awards 2019

SVELATI I VINCITORI DEGLI JEC INNOVATION AWARDS - PRIMA PARTE

Il meglio dell’innovazione globale nel settore dei compositi OLTRE CENTO CANDIDATURE PER IL CONCORSO JEC INNOVATION AWARDS, CHE ANCHE QUEST’ANNO HA PREMIATO GLI 11 PROGETTI PIÙ INNOVATIVI NEL SETTORE DEI COMPOSITI. TRA LE NOVITÀ DEL 2019 VI È LA NUOVA CATEGORIA “STAMPA 3D” A CURA DI RICCARDO AMPOLLINI

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ercoledì 13 marzo, sul palco Agorà della mostra parigina JEC World, si è tenuta la cerimonia di premiazione degli JEC Innovation Awards 2019, che celebrano la proficua collaborazione tra gli operatori del settore compositi. Negli ultimi 15 anni gli Awards hanno coinvolto 1800 aziende in tutto il mondo. 177 società e 433 partner sono stati premiati per l’eccellenza delle innovazioni ottenute con i materiali compositi, selezionate in base a criteri quali il coinvolgimento dei partner lungo la filiera, il livello tecnico o le potenzialità in termini d’applicazione commerciale. La cerimonia di premiazione si è aperta con la coinvolgente presentazione di Bertrand Piccard, il visionario fondatore del progetto per la fabbricazione e il lancio di Solar Impulse: il primo

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velivolo a “carburante zero” e autonomia perpetua. Subito dopo, la giuria internazionale, composta da dieci esperti del settore, ha rivelato i nomi dei “campioni dei compositi” per il 2019: 10 progetti innovativi sono stati scelti fra i 30 finalisti del concorso, selezionati a loro volta tra più di 100 candidature da tutto il mondo… e il pubblico presente ha poi votato per assegnare il proprio undicesimo premio. “La stampa 3D svolge un nuovo ruolo nel nostro settore. La combinazione di materiali leggeri e resistenti che consentono una grande libertà di progettazione, grazie a una tecnologia che permette forme complesse, riveste notevole interesse per i produttori. Molti di loro hanno iniziato a usarla per realizzare parti di autoveicoli, aerei o pareti d’edifici. Per questo abbiamo deci-

Il legame coesivo tra la struttura in CF-PAEK dell’albero motore e l’ingranaggio in CFPEEK viene rafforzato dall’ulteriore legame di formatura/stampaggio grazie alla tecnica produttiva messa a punto da Herone

MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


so di creare una nuova categoria dedicata alla Stampa 3D all’interno del concorso JEC Innovation Awards”, ha spiegato Franck Glowacz, esperto di compositi e Innovation content leader dell’organizzatore JEC Group. Di seguito sono riportati i primi cinque vincitori dell’edizione di quest’anno, mentre i rimanenti sei verranno descritti sul prossimo numero di MacPlas.

AEROSPAZIALE (APPLICAZIONI) STAMPAGGIO DI INGRANAGGI SU ALBERI MOTORE Il primo premio nella categoria “Aerospaziale Applicazioni” è stato assegnato alla società Herone (Germania) e ai suoi partner tedeschi TU Dresda e Victrex Europa per la messa a punto di una nuova tecnica per lo stampaggio a iniezione di PEEK su profili in composito PAEK, entrambi rinforzati con fibre di carbonio (CF). Si tratta di un’evoluzione intelligente della tecnologia di sovrastampaggio per ottenere una maggiore forza di coesione in profili integralmente in composito termoplastico. I principali vantaggi di tale tecnologia sono: • massima qualità dei pezzi ottenuti, grazie al prestampaggio dei nastri UD (porosità < 0,5%); • la tecnica di consolidamento di Herone prevede tempi di ciclo di 15 minuti; • una soluzione completamente in termoplastico; • riduzione del numero di componenti e dei costi di assemblaggio; • migliori performance, grazie alla combinazione di legame coesivo e di legame da formatura/stampaggio. L’albero motore in CF-PAEK con ingranaggi, interamente in termoplastico (ad es. per i meccanismi di chiusura delle porte di un aereo), è la prova tangibile del buon funzionamento del concetto di Herone per la funzionalizzazione di profili cavi in CF-PAEK con CF-PEEK. Nella prima fase del processo, i nastri termoplastici UD vengono intrecciati per caricare appositi nastri presagomati, chiamati organoTubes. Utilizzando i nastri UD completamente consolidati, l’impegnativa e lunga fase d’impregnazione delle fibre viene già completata prima della preformatura. In questo modo si aumenta notevolmente l’efficienza del processo, garantendo la massima qualità della struttura dell’albero. Inoltre, l’intrecciatura consente elevati tassi di deposizione, rendendo il processo adatto alla produzione industriale su larga scala. Gli organoTubes in CF-PAEK vengono poi stampati sulle strutture consolidate degli alberi motore con l’esclusiva tecnologia di Herone. Nella seconda fase, gli ingranaggi vengono stampati a iniezioMACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

ne sulla struttura consolidata dell’albero motore. Utilizzando il calore e la pressione del compound iniettato, l’albero viene termosagomato in modo da creare un legame indivisibile tra la sua struttura in composito e l’ingranaggio stampato a iniezione. L’ingranaggio è in PEEK 90HMF40 di Victrex rinforzato con fibre corte di carbonio, mentre l’albero motore è realizzato con nastri Slit Tape Victrex UD basati sul polimero Victrex AE 250 (PAEK). Quest’ultimo è caratterizzato da una temperatura di fusione inferiore di circa 40°C rispetto al tradizionale PEEK e ciò elimina la necessità di preriscaldare l’albero al di sopra della temperatura di fusione prima dello stampaggio.

Il processo a zero difetti di Profactor, per pezzi compositi di grandi dimensioni, utilizza sistemi in linea per il monitoraggio e il supporto decisionale

AEROSPAZIALE (PROCESSI) PRODUZIONE A ZERO DIFETTI Vincitrice in questa categoria è la società austriaca Profactor, grazie al suo processo di produzione per pezzi compositi di grandi dimensioni senza difetti, sviluppato con i partner Airbus Defence and Space (Germania), InFactory Solutions (Germania), Dassault Systemes (Francia) e con le società spagnole: Danobat, FIDAMC (Fundación para la Investigación, Desarrollo y Aplicación de Materiales Compuestos), Ideko S. Coop ed M. Torres Diseños Industriales. Il processo in questione utilizza sistemi in linea per il monitoraggio e il supporto alle decisioni, onde evitare che i difetti si manifestino solo nella fase finale di NDT (Nondestructive testing, che corrisponde all’italiano: controlli non distruttivi, o CND). I suoi vantaggi chiave sono riassumibili in: • nessun difetto, o un numero sostanzialmente ridotto; • notevoli incrementi di produttività durante la laminazione; • processi di infusione e polimerizzazione (vulcanizzazione) ottimizzati, grazie al feedback diretto del sensore; • decisioni qualificate di rilavorazione basate sull’analisi del pezzo così come prodotto; • visione globale dell’intero processo utilizzando la simulazione di flusso. Il cuore del processo è costituito dalla laminazione con posizionamento automatico a secco delle fibre (DFP) e dei materiali (ADMP) e dai successivi processi di infusione e polimerizzazione. La lavorazione prevede quattro fasi: (1) Un sistema di controllo qualità in linea scansiona il materiale posato durante il processo di laminazione, fornendo un feedback immediato su eventuali problemi di qualità. Una volta depositato il primo strato, l’operatore può avviare immediatamente qualsiasi rilavorazione, se necessaria, oppure continuare con lo strato successivo. L’ispezione manuale dopo ogni strato

Polyscope Polymers si è aggiudicata il primo premio nella categoria Automotive (Applicazioni) per aver utilizzato, per la prima volta, un composito termoplastico al posto dell’alluminio per produrre con successo le guide dei tettucci apribili a rullo

non è necessaria. (2) Grazie all’integrazione di un sensore, il flusso frontale durante l’infusione, l’aumento/diminuzione della temperatura e lo stato di polimerizzazione possono essere misurati lungo l’intera zona controllata dal sensore (e non solo in singole posizioni). Ciò permette un’analisi dettagliata del processo, in modo da poterlo fermare in tempo, se necessario. (3) I dati relativi ai difetti sono raccolti in un database di produzione, che viene poi utilizzato con metodi a elementi finiti per calcolare l’impatto dei difetti sulla resistenza meccanica del pezzo. (4) Lo strumento di supporto decisionale unisce tutte le fonti dati di cui sopra e le combina con una simulazione logistica del flusso del pezzo. Queste informazioni vengono presentate all’operatore per aiutarlo a decidere le diverse strategie di rilavorazione. Attraverso queste fasi di monitoraggio del processo è possibile rilevare un’ampia gamma di difetti tipici e, se necessario, rielaborarli, in modo che durante l’ispezione di fine linea si manifesti un numero notevolmente inferiore (o addirittura nullo) di difetti.

AUTOMOTIVE (APPLICAZIONI) - BINARI DI GUIDA PER TETTUCCIO PARASOLE La società Polyscope Polymers (Paesi Bassi) si è aggiudicata il primo premio in questa categoria per aver utilizzato, per la prima volta in assoluto, un composito termoplastico al posto dell’alluminio per produrre con successo le guide dei tettucci apribili a rullo. I principali vantag-

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NOTIZIARIO DEI COMPOSITI gi di quest’applicazione sono tre: l’unità plug-in robotizzata consente un unico step di montaggio al posto delle 2-3 fasi precedenti; maggiore spazio disponibile sopra la testa dei passeggeri; la famiglia di stampi modulari consente di risparmiare sui costi di produzione e sugli utensili (risparmio totale: 20%). Le tradizionali guide in alluminio estruso per tettucci apribili richiedono più tempo e manodopera sulla catena di montaggio per completare l’assemblaggio dei sottocomponenti del tettuccio, prima di montare il sistema sulla parte superiore del veicolo. Un modulo pretestato è ora disponibile e pronto per l’installazione robotizzata in un’unica operazione. I binari in composito sono stampati a iniezione con un compound a base di copolimero stirene-anidride maleica (SMA) e di acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS) rinforzato con fibre di vetro al 15%, per ottenere dimensioni precise, tolleranze ristrette, buona rigidità e resistenza e un eccellente adesione a strutture metalliche e di vetro, tramite un adesivo strutturale poliuretanico.

AUTOMOTIVE (PROCESSI) PRODUZIONE RAPIDA DI COMPOSITI TERMOPLASTICI COMPLESSI Il primo posto sul podio in questa categoria è spettato a Evopro Systems Engineering (Ungheria) e alle connazionali: eCon Engineering, HD Composite, Università di tecnologia ed economia di Budapest, Facoltà di Ingegneria meccanica e Accademia ungherese delle scienze, Centro di ricerca per le scienze naturali. Insieme hanno messo a punto un sistema per la produzione automatizzata e con cicli brevi di compositi termoplastici, basato sulla tecnologia T-RTM (Thermoplastic Resin Transfer Moulding), con particolare attenzione a un’elevata integrazione funzionale, alla complessità e alla riciclabilità dei pezzi. Principali vantaggi: • sandwich strutturali in composito PA6 omogeneo e riciclabile, per un’elevata rigidità e per

una superficie vicina alla classe A; • produzione automatizzata, veloce e secondo i canoni dell’Industria 4.0; • maggiore livello d’integrazione funzionale delle parti in composito; • riduzione fino al 20% dei costi di produzione dei compositi strutturali. L’obiettivo di Evopro era quello di utilizzare la tecnologia T-RTM con polimerizzazione in-situ dell’ɛ-caprolattame, supportata da una preformazione completamente automatizzata, secondo i principi dell’Industria 4.0. La tecnologia era già nota applicando però sovrastampaggio e/o retroiniezione (alcuni risultati sono stati pubblicati in passato e presentati anche alla fiera JEC World), ma Evopro ha compiuto passi significativi nel creare strutture sandwich completamente omogenee, basate su un nucleo e un guscio in PA6 (per migliorare le proprietà meccaniche e la riciclabilità), e nell’applicare un rivestimento interno allo stampo (In-mould coating), sempre in PA6, per creare una superficie del manufatto molto vicina alla Classe A. Nelle strutture sandwich, importanti per l’elevata rigidità dimensionale, vengono di solito utilizzate per il nucleo (core) schiume espanse con struttura a celle chiuse, a base di PES, PET, PVC, PU, oppure legno di balsa o strutture a nido d’ape. L’applicazione di questi ultimi materiali creerebbe però difficoltà nel riciclo dei pezzi finali. Con la soluzione ideata da Evopro, invece, il nucleo in PA6 espansa e il guscio sempre in PA6 creano una struttura sandwich omogenea, monomateriale e completamente riciclabile: un fattore chiave per le applicazioni automobilistiche. La qualità superficiale dei compositi termoplastici fibrorinforzati non ne consente l’applicazione in pezzi con superfici a vista, a causa del ritiro del polimero che rende visibili le fibre. Per rimediare, era già nota la tec-

Vincitrice nella categoria “Edilizia e infrastrutture” è risultata la società francese Arkema per lo sviluppo di rinforzi pieghevoli per calcestruzzo in composito termoplastico. I tondini in resina Elium (in alto) possono essere riscaldati e poi piegati

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Inserti metallici incorporati

Nucleo in PA espansa

Inserti metallici incorporati nelle nervature di rinforzo

L’azienda ungherese Evopro ha ampiamente sviluppato la tecnologia T-RTM per produrre, in modo automatico e ad alta velocità, parti strutturali in composito basate su una matrice in PA6, quindi monomateriale e completamente riciclabili

nologia In-mould, usata per esempio nel caso degli SMC (Sheet Moulding Compound) e di altri processi basati su materiali termoindurenti. Ma l’applicazione di un rivestimento termoindurente su pezzi compositi a base di PA6 non ne consente il riciclo, a causa della disomogeneità dei materiali utilizzati. Con il processo di Evopro, invece, è possibile creare una superficie a base di PA6 grazie alla tecnica del rivestimento interno allo stampo, rendendo tutta la struttura riciclabile e consentendo anche l’utilizzo di cariche, pigmenti e additivi diversi.

EDILIZIA E INFRASTRUTTURE - RINFORZI PIEGHEVOLI PER CALCESTRUZZO Vincitrice in questa categoria è risultata la società francese Arkema, insieme ai partner: National Cooperative Highway Research Program, NCHRP (USA), Sireg (Italia), Università di Miami (USA), per lo sviluppo di barre e cavi in composito termoplastico per cemento armato e precompresso. Partendo dalle resine termoplastiche liquide reattive Elium di Arkema, è stata sviluppata una nuova generazione di armature e cavi che combina le qualità dei compositi con le nuove possibilità offerte dall’utilizzo di una matrice termoplastica. Tra i vantaggi più importanti di questo duplice sistema vi è il fatto che i tondini in Elium possono essere riscaldati e poi piegati, riducendo così il costo delle forme personalizzate. Inoltre, i compositi termoplastici per la precompressione rivoluzionano la durata delle costruzioni e consentono l’assemblaggio dei trefoli in cavi flessibili. Infine, a differenza della maggior parte delle resine termoplastiche, Elium può essere facilmente lavorata, attraverso la tradizionale pultrusione, utilizzando esclusivamente attrezzature standard. I sistemi usati per il calcestruzzo rimangono quindi gli stessi di quelli utilizzati per i trefoli d’acciaio. MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


Assocompositi

IN BREVE Soddisfazione per la fiera parigina

L’Italia nella “top five” di JEC World 2019

SPORT E SALUTE

Lo stand della collettiva italiana a JEC World 2019

Al termine di tre giornate dedicate a innovazione, networking e condivisione di conoscenze ed esperienze, il 14 marzo si è chiusa la fiera JEC World 2019, caratterizzata da oltre 1300 espositori, 43500 visitatori da 112 paesi, 20 startup e 200 prodotti esposti nei quattro “Pianeti dell’Innovazione”. Dopo una certa fase di rallentamento, il mercato italiano dei compositi, sta registrando una progressione costante e le stime per il 2019 sono positive. L’utilizzo dei materiali compositi si concentra soprattutto in settori quali aerospaziale, trasporti, automotive e industria, sebbene altri comparti, come edilizia ed energia, stiano aprendo le porte ai rinforzati e alle tecnologie per la loro lavorazione. Queste tendenze sono ogni anno ben delineate a JEC World, dove, con circa 80 stand, l’Italia è sempre presente nella “top five” dei paesi espositori, grazie ad aziende del calibro di Belotti, Biesse, Cannon, CIT Composite Materials, CMS, Cutting Trading, Delta Preg e molte altre ancora. Nel 2018 era anche risultata terza per numero di visitatori e le innovazioni italiane suscitano sempre grande interesse, con alcune aziende tra le finaliste del concorso JEC Innovation Awards. Gli organizzatori del Gruppo JEC hanno predisposto percorsi, eventi e programmi delle conferenze per un pubblico specifico dei settori aerospaziale, automobilistico ed edile, per consentire a tutti di comprendere meglio i vantaggi offerti dai compositi in queste applicazioni. Inaugurando l’​evento JEC Startup Booster, competizione dedicata alle startup del mondo dei compositi, Enrico Palermo, CEO di TSC (l’azienda che sta sviluppando l’astronave di Virgin Galactic), ha presentato la prossima generazione di veicoli spaziali riutilizzabili e il loro impatto in termini di costi, sicurezza e sostenibilità ambientale. Hemant Bheda, cofondatrice di Arevo, azienda attiva nel campo della stampa 3D, ha invece aperto la JEC Composites Challenge con una conferenza sulla manifattura additiva. Infine, nell’ambito del programma JEC Construction Composites, Carlo Ratti, architetto, fondatore e direttore di MIT Senseable City Lab, ha sottolineato come l’architettura possa essere arricchita dai materiali avanzati e dall’Internet of Things.

Progetto di OCore con il partner Autodesk e i materiali di Levohss

Nasce la prima barca a vela stampata in 3D Lo scorso 29 ottobre al Circolo della Vela Sicilia di Mondello (Palermo) è stata presentata in anteprima per la stampa la prima barca al mondo stampata in 3D: la Mini 6.50 Proto, lunga 6,5 m e destinata alla Minitransat, storica regata atlantica che salperà domenica 22 settembre dalla città francese di La Rochelle, per approdare infine a Le Marin, in Martinica. Per l’occasione è stato illustrato il percorso che ha portato il team di Ocore (acronimo di Organic Core) alla progettazione e alla realizzazione dell’imbarcazione, svelando poi lo scafo stampato in 3D. Grazie a una lunga sperimentazione, iniziata nel 2014, e alle partnership strategiche con alcune multinazionali, tra cui Autodesk e Lehvoss, la soMACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

Rendering dell’innovativa Mini 6.50 Proto

cietà Ocore è riuscita nell’intento di sviluppare e brevettare un nuovo sistema robotico per la deposizione di materiale (poliammide fibrorinforzata al carbonio) che, seguendo la logica di un algoritmo proprietario ispirato ai frattali, replica strutture organiche e morfologicamente complesse, che conferiscono leggerezza e resistenza all’imbarcazione. Ha inoltre migliorato l’hardware di stampa: robot, estrusore e ugello. Per questo progetto, infine, Lehvoss Group ha sviluppato un materiale su misura e ottimizzato per la stampa 3D: Luvocom 3F PA HT CF, una poliammide ad alte prestazioni rinforzata con fibre di carbonio, che offre elevata rigidità, resistenza e peso ridotto, che sono esattamente le proprietà necessarie per quest’applicazione.

Impugnatura fibrorinforzata al carbonio per cani guida Tra i progetti finalisti del concorso JEC Innovation Award 2019 vi era anche quello sviluppato per la Royal Dutch Guide Dog Foundation (KNGF) dalle società olandesi Refitech Composites ed NPK Design. Il progetto riguarda la produzione di un’impugnatura leggera in composito rinforzato con fibre di carbonio per l’imbracatura dei cani guida, in sostituzione della vecchia versione in metallo, di peso quasi doppio. Le sue piccole dimensioni la rendono difficile da produrre su larga scala, ma il problema è stato risolto utilizzando un materiale preimpregnato per il processo in autoclave a stampo chiuso, con vacuum bag (sacca per il vuoto). Gli inserti vengono incollati dopo il processo di produzione. Il progetto incorpora diverse nuove caratteristiche, ispirate dalle attrezzature per motorsport e kite surfing. Una volta montata sull’imbracatura, l’impugnatura “galleggia” sopra la schiena del cane, rendendo più facile localizzarla da parte del proprietario. La sua maggiore rigidità migliora anche la segnalazione della direzione da parte del cane guida, vitale poiché il suo compito è proprio quello di aiutare il padrone a superare eventuali ostacoli e a camminare nel traffico. È stato migliorato, infine, anche il montaggio dell’imbracatura, che si blocca in posizione con un semplice “click”, chiaramente udibile. Disegnata originariamente per il mercato olandese, la nuova impugnatura ha già attirato l’interesse di molte associazioni per l’addestramento dei cani di tutto il mondo. Per questo Refitech sta cercando potenziali partner esteri per commercializzarla nei singoli paesi. L’impugnatura per l’imbracatura dei cani guida è stata prodotta in composito da Refitech per la Royal Dutch Guide Dog Foundation

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IL MEGLIO DELLA TECNOLOGIA IDRAULICA ED ELETTROMECCANICA IN UN’UNICA SOLUZIONE

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IL MONDO DELLA GOMMA

LA RIVISTA DI


DALL’ASSEMBLEA DI ASSOGOMMA

IL SETTORE GOMMA HA CHIUSO UN BUON 2018

QUALI PROSPETTIVE PER IL FUTURO? UNA BREVE SINTESI DELLE TEMATICHE AFFRONTATE DURANTE L’ASSEMBLEA ANNUALE DI ASSOGOMMA, CHE SI È TENUTA VENERDÌ 7 GIUGNO PRESSO IL PALAZZO AI GIURECONSULTI DI MILANO

A

nche quest’anno le aziende del settore gomma si sono ritrovate per fare il punto della situazione sull’andamento del settore e sui risultati di un anno d’attività di Assogomma. Nel corso della propria relazione, il presidente dell’associazione Matteo Battaini (Pirelli), ha tracciato il percorso che è stato seguito e ha fornito alcune fondamentali indicazioni, condivise dal Consiglio generale, sugli indirizzi futuri dell’associazione. Provando a sintetizzare quello di cui si è parlato, il punto di partenza è stato proprio uno sguardo al futuro. I temi della sostenibilità ambientale e della circolarità, del recupero e del riutilizzo dei materiali saranno sempre più un punto fisso nell’agenda dell’associazione. Queste tematiche sono già oggi molto diffuse e partecipate dall’opinione pubblica, che spesso però basa le proprie opinioni su informazioni approssimative o addirittura scorrette, reagendo “di pancia” alle notizie che circolano in materia ambientale. La gomma e i suoi prodotti corrono oggi il rischio di essere confusi, per ignoranza o malafede, con altri materiali con cui non hanno nulla a che vedere e che sono sotto attacco. In questo senso, si è deciso d’intraprendere, a livello sia nazionale sia europeo, un percorso di informazione attiva, positiva e propositiva, che possa far conoscere anche ai non addetti ai lavori le caratteristiche tipiche del materiale gomma e le sue applicazioni quasi sempre indispensabili e non sostituibili. Venendo poi alle considerazioni di carattere più generale, il presidente ha voluto riprendere e sottolineare alcuni passaggi della relazione del presidente Vincenzo Boccia all’assemblea di Confindustria, svoltasi giusto qualche giorno prima. Ovvero: l’Italia è un paese che ha il diritto e il dovere di sognare e di realizzare il proprio futuro, passando attraverso un ammodernamento delle proprie infrastrutture, un maggior impegno nella politica a favore del lavoro e investendo in nuove modalità di formazione per i giovani, come gli ITS post diploma. Quanto ai temi legati più strettamente all’attività dell’associazione, si è partiti da un rapido riassunto dell’andamento dei principali indicatori di settore.

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I partecipanti all’assemblea di Assogomma

PRODUZIONE DI ARTICOLI E PREZZI DELLE MATERIE PRIME NEL 2018 Il 2018, da un punto di vista produttivo, si è concluso con un aumento complessivo del 2,4% delle quantità prodotte, frutto di una crescita del 4% degli pneumatici e del 2% degli articoli tecnici. Gli articoli tecnici segnano questo risultato positivo soprattutto grazie alla crescita del 5% nelle produzioni sia di tubi che di nastri autoadesivi. Gli pneumatici, dal canto loro, hanno registrato un trend positivo per il terzo anno consecutivo, arrivando a superare del 16% le quantità prodotte in periodo pre-crisi. Il 2019, invece, si è purtroppo aperto con un andamento riflessivo sia per gli pneumatici che per gli articoli tecnici, i quali registrano un calo del 2%. Gli indici dei prezzi delle materie prime hanno visto un 2018 caratterizzato da aumenti generalizzati per le gomme sintetiche (mediamente del 15%), mentre le gomme naturali hanno avuto un trend “ceELASTICA - Giugno/Luglio 2019


Fig. 1 - Andamento dei settori produttivi gomma nel 2018 Pneumatici e articoli tecnici

Fonte: Assogomma

Fig. 2 - Indici dei prezzi 2018 di tre materie prime elastomeriche di riferimento

Fonte: Assogomma

dente”, con riduzioni nell’ordine del 5%. Discorso diverso per il nero di carbonio, che è aumentato sensibilmente in corso d’anno, chiudendo a fine 2018 con un incremento del 30%. Per tutti i dettagli statistici relativi a produzione, indici dei prezzi delle materie prime, andamento di import/export e altro ancora, si rimanda alla Relazione annuale 2019 di Assogomma, pubblicata in occasione dell’assemblea del 7 giugno. LE DUE NOVITÀ DEL 2018: CERISIE ED ELASTICA L’assemblea è proseguita dando ampio spazio a due attività che hanno rappresentato un’importante novità del 2018 e che, in prospettiva, avranno un ruolo fondamentale nel futuro delle attività associative di Assogomma: il Laboratorio italiano gomma - Cerisie e la nuova rivista Elastica. Dopo essere passato sotto il controllo completo di Assogomma e aver concluso il trasferimento nella nuova sede di Monza, nel corso del 2018 Cerisie si è dotato di una nuova governance, con un presidente che ora coincide con il presidente Assogomma e un Consiglio d’Amministrazione in cui siedono un rappresentante del settore pneumatici, uno degli articoli tecnici e i direttori di Cerisie e di Assogomma. Una delle prime decisioni del nuovo consiglio è stata proprio quella di organizzare l’inaugurazione ufficiale della nuova sede con un evento che aprisse le porte a rappresentanti italiani ed esteri del settore, avviando così un percorso di comunicazione all’esterno delle conoscenze e delle competenze specifiche del laboratorio. L’altro elemento di forte impatto nel 2018 è stato la rivista Elastica, che state leggendo e che in prospettiva accompagnerà l’attività di Assogomma negli anni a venire. La rivista dell’associazione è stata inserita all’interno di MacPlas rafforzando e arricchendo la fruttuosa collaborazione con Amaplast. Partita dalle 8 pagine dell’edizione di aprile/maggio 2018, Elastica è cresciuta in corso d’anno con nuovi argomenti e nuove rubriche, come la recentissima rassegna stampa internazionale di scienza e tecnologia della gomma, e ha l’ambizione di proseguire ancora nella propria crescita insieme a MacPlas, grazie a nuove iniziative e nuovi canali di comunicazione. Giugno/Luglio 2019 - ELASTICA

CONTATTO ALIMENTARE, FORMAZIONE E INFORMAZIONE Nel corso dell’assemblea sono stati affrontati molti altri argomenti che hanno caratterizzato l’attività dell’associazione sia in Italia che all’estero, tramite di ETRMA (European Tyre and Rubber Manufacturers Association), l’associazione europea a cui Assogomma aderisce. Tra queste attività vale la pena di citarne un paio che hanno visto un importante coinvolgimento delle aziende del settore, con un notevole impatto sul business: le attività a favore dei produttori di articoli in gomma destinati al contatto alimentare e l’ampio programma di formazione e informazione. A proposito della “gomma a contatto con alimenti” (di cui si parla anche in questo numero di Elastica, ndr), l’associazione ha coordinato un importante lavoro per la stesura delle linee guida di settore per l’applicazione delle GMP (norme di buona fabbricazione) specifiche per la produzione di articoli in gomma per il contatto alimentare. Attualmente il documento è al vaglio del Ministero della Salute per una sua analisi e successiva ufficializzazione. L’associazione ha ritenuto opportuno organizzare anche primi incontri formativi specifici, per condividere i contenuti e valutare il grado di conoscenza e implementazione all’interno delle imprese. I risultati di tale analisi stanno portando a immaginare di creare un nuovo filone di servizi per le aziende associate, che nel corso dei prossimi mesi verrà messo a punto e presentato ufficialmente. Il presidente ha poi fatto un breve cenno a quello che è il programma formativo e informativo di Assogomma, con particolare riferimento all’evento convegnistico-conviviale “Fare Sistema”, che quest’anno verrà riproposto all’inizio di ottobre. Più ampio spazio è stato invece dato al tema della formazione ITS e all’organizzazione di corsi specifici sugli elastomeri, ai quali Assogomma partecipa attivamente insieme alla Fondazione Nuove Tecnologie per la Vita di Bergamo, con l’obiettivo di soddisfare la necessità delle aziende di assumere giovani preventivamente formati con competenze specifiche nel settore. L’assemblea si è conclusa con i ringraziamenti al direttore e alla struttura dell’associazione, che hanno dimostrato grande dedizione e proattività nel rispondere alle esigenze delle aziende della gomma e nel supportarle quotidianamente in un percorso di crescita e sviluppo a favore di tutto il settore.

In foto (da sinistra): il direttore Fabio Bertolotti, il presidente Matteo Battaini e il revisore Giovanni Mainardi di Assogomma

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L’ESPERTO RISPONDE

APPROFONDIMENTO DI CARATTERE TECNICO-SCIENTIFICO

“QUANTO DURA LA GOMMA?” QUESTO ARTICOLO SI OCCUPA DI UN TEMA SEMPRE PIÙ PRESENTE NELLE ATTIVITÀ DI NORMAZIONE TECNICA SIA DI TIPO ISTITUZIONALE CHE RIGUARDANTI LA DEFINIZIONE DI SPECIFICHE DI PROGETTAZIONE TECNICA: LA “DURABILITÀ” di FABIO NEGRONI

O

ccorre precisare sin da subito che il tema della “durabilità” si presta a diverse interpretazioni, in funzione del diverso “angolo d’interesse”: a) Durata di un articolo finito in gomma a magazzino. In questo caso, il trasformatore potrebbe anche essere interessato a capire entro quale periodo sia possibile campionare gli articoli per rilevarne le proprietà meccaniche o chimiche, senza incorrere in una perdita di significatività dovuta ai cambiamenti avvenuti nel materiale. b) Durata di un articolo finito in gomma in servizio. In alcune applicazioni il materiale è destinato a consumarsi. È il caso, per esempio, del battistrada di uno pneumatico, dove le regole per controllarlo e sostituirlo sono ben chiare e definite. Ci sono però molte altre applicazioni, come ad esempio quelle in cui trovano destinazione le guarnizioni di diverso tipo, dove il processo di invecchiamento è molto meno facile da controllare e soprattutto da prevedere. c) Per ultimo, ma non meno importate, il caso di deterioramento derivante da agenti specifici come l’ozono e la luce. In questo caso si dovrà fare una distinzione non solo tra i diversi tipi di gomme, più o meno suscettibili a questo fenomeno, ma anche al modo in cui sono formulate. In questa sede, si cercherà quindi di delineare alcuni criteri generali, basandosi il più possibile su quanto è riportato nelle norme tecniche disponibili, qui descritte sinteticamente. DURATA A MAGAZZINO DI UN ARTICOLO FINITO Per ciò che concerne gli articoli tecnici, la norma UNI ISO 2230 “Prodotti in gomma - Guida all’immagazzinamento” fissa i criteri principali ed è articolata come segue: • i prodotti vanno protetti con un packaging che li preservi dal contatto diretto con l’umidità, l’aria e la luce. La norma

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“L’esperto” Fabio Negroni, direttore del laboratorio Cerisie

definisce anche criteri aggiuntivi per la scelta del materiale da usare per il packaging e il suo spessore; • temperatura e umidità devono essere controllate, con un limite superiore rispettivamente di 25°C e 70% di umidità relativa; • gli elastomeri presentano suscettibilità diverse all’invecchiamento e, a seconda della resistenza, il periodo massimo d’immagazzinamento è compreso tra i cinque e i dieci anni. Gli elastomeri sono ripartiti su tre classi di resistenza, denominate A, B e C; • anche l’intervallo di tempo entro cui è possibile effettuare le campionature per i controlli è condizionato dalla resistenza della gomma ed è compreso tra due e cinque anni per gli elastomeri più resistenti. I prodotti immagazzinati potrebbero essere soggetti a rotture o deformazioni anche per effetto dell’irrigidimento causato dalle basse temperature: quanto basse, dipende dal tipo di formulazione e dalla transizione vetrosa dell’elastomero. DURATA IN SERVIZIO DEI MANUFATTI Questa caratteristica prestazionale appartiene al know-how aziendale ELASTICA - Giugno/Luglio 2019


Fonte: Cerisie

Fig. 1 - Andamento dell’allungamento a rottura di una mescola, in funzione del tempo, per tre diverse temperature

che ciascuna società si costruisce nel tempo, registrando i dati sui prodotti forniti nelle condizioni d’uso reali e tenendo conto della gamma possibile di condizioni ambientali e severità d’impiego. Dal punto di vista dei principi di progettazione, esistono diversi riferimenti in letteratura. Quello ritenuto più completo dall’autore del presente articolo è il testo: “Practical Guide to the Assessment of the Useful Life of Rubbers” di Roger P. Brown (Rapra Technology, ISBN 1-85957-260-X). Lo schema proposto è stato incluso in una norma tecnica ben consolidata: ISO 11346 - “Rubber, vulcanized or thermoplastic - Estimation of life-time and maximum temperature of use”. Il principio di base assume che la durata in servizio sia controllata essenzialmente dalla reazione con l’ossigeno atmosferico: come nel caso di tutte le reazioni chimiche, è prevedibile l’effetto che la temperatura produce sulla velocità di questa reazione e quindi, in ultima istanza, sulla durata finale in servizio. In altre parole, l’aumento di temperatura funge da agente accelerante dei meccanismi d’invecchiamento, consentendo previsioni anche su periodi molto lunghi, applicando protocolli di prova non superiori a 4 -5 settimane. Si procede secondo le seguenti fasi: 1. Vanno definite le grandezze fisiche che si vogliono monitorare: le variazioni di durezza e di allungamento a rottura sono generalmente indicatori validi dei meccanismi d’invecchiamento, ma potrebbero essere scelti altri parametri più pertinenti alle condizioni d’impiego, come per esempio il rilassamento della forza a compressione, nel caso delle guarnizioni. 2. Per ognuno dei parametri fisici selezionati al punto precedente è poi necessario stabilire il valore che definisce il “fine vita” del manufatto: si tratta di un parametro critico per la bontà delle previsioni che si ottengono e presuppone una conoscenza approfondita dell’applicazione. In mancanza di indicazioni, la norma suggerisce un default: il fine vita è raggiunto quando il parametro fisico selezionato si è modificato per almeno il 50% rispetto al suo valore iniziale. 3. Si pianificano le prove d’invecchiamento utilizzando una matrice tempi temperature. La scelta delle temperature è vincolata alla necessità di non cambiare eccessivamente il processo chimico attraverso cui l’invecchiamento si realizza e questa selezione implica una conoscenza preliminare del comportamento. La minima temperatura di prova dovrebbe essere selezionata in modo tale da portare il parametro di fine vita al suo valore di soglia entro le 1000 ore d’esposizione; la massima temperatura entro le 100 ore di prova. Il risultato di quest’operazione è esemplificato dalla figura 1, dove l’allungamento a rottura è stato rilevato per tempi fino a 1000 ore e temperature comprese tra 70°C e 110°C. 4. Per ognuna delle curve ricavate al punto precedente si estrapolano successivamente i tempi di fine vita: si avrà così un tempo rilevato di fine vita a 70°C, un altro per la temperatura di 90°C e un altro a 110°C. 5. Per rendere generalizzabili le osservazioni, questi dati verranno quindi riportati in un grafico bidimensionale, la cui costruzione è mostrata in figura 2. Il grafico è denominato “Arrhenius plot” (da Svante Arrhenius, premio Nobel per la chimica nel 1903, ndr) e consente di determinare il risultato finale, ovvero il tempo di fine vita per una temperatura qualsiasi, compresa tra la minima e la massima dei rilievi eseguiti. Lo schema descritto ha avuto diversi riscontri pratici e ha ormai acquisito un certo consenso, almeno come metodo quantitativo per confrontare la durabilità di materiali diversi. Sulla capacità di prevedere effettivamente la durata in servizio dei manufatti va doverosamente fatta una riserva riguardante l’assunzione che le condizioni d’invecchiamento siano prevedibili: nella realtà può non essere così e possono esistere contributi ai meccanismi di deterioramento che non sono solo di carattere termico e ossidativo. RESISTENZA ALL’OZONO Alcuni tipi di elastomero sono suscettibili alla formazione di screpolature e anche rotture - a causa della presenza di ozono nell’ambiente. Questo Giugno/Luglio 2019 - ELASTICA

gas si forma spontaneamente per effetto della luce nell’atmosfera e la formazione può essere facilitata dalla presenza di campi elettrici prodotti da apparecchiature o dagli ossidi di azoto, gli NOx, dei motori a combustione interna. Le prove di controllo sono ben note e comunemente previste in tutti i capitolati tecnici, indipendentemente dalle applicazioni previste. Il test è sufficientemente severo da poter garantire l’assenza di screpolature in servizio anche per tempi lunghi: in questo caso non sono necessari lunghi cicli di prova e i tempi d’esposizione sono compresi tra i tre e i sette giorni. RESISTENZA ALLA LUCE Il tema riguarda quasi esclusivamente i materiali in gomma colorati: la presenza di carbon black, infatti, garantisce una protezione pressoché totale del manufatto. Solo raramente i capitolati prevedono l’esecuzione di questa prova su gomme nere, mentre è ben diverso il caso dei colori. In questo caso, il componente che per primo viene modificato dall’esposizione è proprio il pigmento e l’esposizione ha lo scopo di verificarne la “solidità”. Anche la matrice polimerica può essere interessata dall’invecchiamento, con la formazione di strati superficiali induriti e fragili. La capacità di previsione dei test è sufficientemente accurata, a patto di mantenere condizioni d’irraggiamento non troppo lontane da quelle che avvengono realmente nell’ambiente e di eseguire prove abbastanza prolungate nel tempo. CONCLUSIONI Tutto ciò premesso, appare pressoché impossibile definire la durata di un materiale elastomerico in fase di produzione, dato che generalmente non si conoscono con precisione né le condizioni a cui sarà sottoposto l’articolo finito in fase di immagazzinamento e neppure quelle specifiche del prodotto in servizio. Peraltro non è un caso che - salvo un’unica eccezione rappresentata dalla norma UNI 7140 riguardante i tubi in gomma per il trasferimento di gas domestico, dove è stabilita una scadenza del materiale che decorre dalla sua data di fabbricazione - tutti gli altri standard tecnici specifici per gli articoli in gomma, sia nazionali che internazionali, non prevedano né una data di scadenza, né una durata massima o presunta. Questo a conferma che risulta tecnicamente impossibile prevedere questo fenomeno con certezza. Fig. 2 - Costruzione dell’Arrhenius plot (sulla destra), che consente di prevedere i tempi di vita a una temperatura scelta, partendo dai tempi di fine vita rilevati: t1, t2 e t3, alle tre corrispondenti temperature di prova

Fonte: Cerisie

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STAMPA ESTERA DI SETTORE

PIÙ DI DIECI LE RIVISTE ESTERE ESAMINATE

RASSEGNA INTERNAZIONALE DI SCIENZA E TECNOLOGIA PROSEGUE, CON QUESTA SECONDA PUNTATA, LA PUBBLICAZIONE DELLA RUBRICA “RASSEGNA INTERNAZIONALE DI SCIENZA E TECNOLOGIA”, I CUI ARTICOLI SONO SELEZIONATI DAL COMITATO DI REDAZIONE COMPOSTO DA: FABIO BACCHELLI, ALBERTO DAFARRA, RINO GILOTTA E FABIO NEGRONI, COORDINATI DA MAURIZIO GALIMBERTI

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el settore applicativo delle guarnizioni a contatto con gas come l’idrogeno, la permeabilità riveste un ruolo fondamentale per quanto riguarda gli aspetti di sicurezza, funzionalità e affidabilità. La permeazione del gas attraverso il materiale elastomerico avviene in tre fasi: adsorbimento della molecola di gas sulla superficie del manufatto, diffusione attraverso il materiale solido e desorbimento sul lato opposto. La parte diffusiva rappresenta lo stadio limitante in termini temporali. Gli autori illustrano il confronto tra un compound a base di EPDM e alcuni vulcanizzati termoplastici (TPV) commerciali del tipo PP/EPDM. Il compound di base, preparato in mescolatore interno e vulcanizzato a zolfo, contiene 80 parti di carbon black, 100

PERMEABILITÀ AI GAS DI TPV ED EPDM IN FUNZIONE DELLE CONDIZIONI DI LAVORAZIONE Testata: Gummi Fasern Kunststoffe, 72(3), 100 (2019) Titolo originale: Gaspermeationsverhalten von thermoplastischen Vulkanisaten (TPV) und EthylenPropylen-Dien-Kautschuk (EPDM) unter Berücksichtigung des Verarbeitungseinflusses Autori: C. Hopmann, M. Drach, N. Yesildag, S. Gharbi, S. Sitz

A CURA DI FABIO BACCHELLI LAUREATO IN CHIMICA INDUSTRIALE PRESSO L’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA, DOVE HA CONSEGUITO ANCHE UN DOTTORATO IN INGEGNERIA CHIMICA, FABIO BACCHELLI HA INIZIATO LA PROPRIA CARRIERA COME INGEGNERE DI PROCESSO PRESSO ENICHEM ELASTOMERI, PRENDENDO PARTE ALLO SVILUPPO DELLA TECNOLOGIA DI POLIMERIZZAZIONE IN SOLUZIONE. SUCCESSIVAMENTE È ENTRATO A FAR PARTE DEL TEAM DI RICERCA E SVILUPPO DI VERSALIS (GRUPPO ENI), DOVE HA GUIDATO IL DIPARTIMENTO DI FISICA DEGLI ELASTOMERI E DEL PROCESSING DEGLI ELASTOMERI. ATTUALMENTE FA PARTE DELLA BUSINESS UNIT ELASTOMERI DI VERSALIS, IN QUALITÀ DI TECHNICAL MANAGER PER LE APPLICAZIONI DEGLI PNEUMATICI. È INOLTRE COMPONENTE DEL COMITATO SCIENTIFICO DEL DIK (HANNOVER), GERMAN INSTITUTE FOR RUBBER TECHNOLOGY.

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ELASTICA - Giugno/Luglio 2019


parti di polimero e 20 di olio. Le misure di permeabilità all’idrogeno sono eseguite mediante un sistema a due camere separate da un provino elastomerico, secondo la norma DIN EN ISO 15106-1. La parte sperimentale è incentrata sul confronto tra provini di compound a base di EPDM preparati secondo diverse metodologie (stampaggio a compressione e a iniezione) e provini di TPV stampati a iniezione. Questi ultimi contengono una “weld line” al centro, allo scopo di evidenziare l’impatto di eventuali difetti di lavorazione sulla permeabilità. Il compound a base EPDM, che non mostra differenze significative di coefficiente di permeazione in funzione della tecnologia di preparazione, fa osservare una permeabilità sempre inferiore a quella di tutti i TPV investigati (che mostrano comunque valori diversi tra loro). Le principali variabili che influenzano tale risultato sono la quantità di filler, che esercita un effetto barriera ed è superiore nel compound base rispetto al TPV, e la densità di reticolazione. Precedenti studi di letteratura riportano che minore è la densità di reticolazione, maggiore sarà la permeabilità al gas. Nel caso dei TPV che, al di là della densità di cross-link, contengono comunque una minore quota di elastomero vulcanizzato rispetto al compound base, è corretto attendersi un aumento generalizzato della permeabilità. Considerando, tuttavia, che l’effetto barriera del PP è particolarmente elevato e contribuisce a ridurre la permeazione, il globale peggioramento della performance può essere spiegato soltanto considerando complessi fenomeni d’interfaccia legati alla morfologia delle fasi del TPV, fortemente dipendente dal tipo di EPDM utilizzato e dall’impiego di specifici “processing aid”. Eventuali difetti associati alla “weld line”, così come la variazione delle condizioni di preparazione del TPV, non sembrano incidere in maniera significativa sulla permeabilità al gas.

Il professor Costas Tzoganakis lavora presso il Dipartimento d’Ingegneria Chimica dell’Università di Waterloo (Ontario, Canada) e ha brevettato un processo per la devulcanizzazione degli pneumatici a fine uso (PFU) basato su due principi di base: - la devulcanizzazione è fatta avvenire nel cilindro di un estrusore bivite alimentato con granuli di gomma prodotti a loro volta dal PFU; - la reazione di devulcanizzazione è assistita e facilitata dall’iniezione di piccole quantità di anidride carbonica “supercritica”, cioè in condizioni di pressioni tali da portare l’anidride carbonica allo stato di un liquido con proprietà solventi. In questo stato, l’anidride carbonica si diffonde all’interno della gomma, la fa rigonfiare e produce una tensione sui legami di vulcanizzazione che ne facilita la rottura selettiva. La società Tyromer ha sviluppato e industrializzato il brevetto nel corso di una decina d’anni, realizzando un impianto attualmente in funzione con una capacità di 700 kg/h. Ha inoltre attivato licenze con terze parti per la produzione in Europa e in Cina e dichiara che il prodotto ottenuto dalla devulcanizzazione può essere miscelato con la materia prima vergine in quantità comprese tra il 10% e il 20%, che è da confrontare con il 4-8% d’impiego dichiarato dei materiali di riciclo convenzionali, come la gomma rigenerata (reclaimed rubber). Le applicazioni attualmente in corso sono: • mescole di fianco e battistrada per penumatici nuovi; • mescole battistrada per la ricostruzione; • nastri trasportatori; • articoli prodotti da stampaggio a iniezione. Le peculiarità del processo sono quindi: - l’assenza di prodotti di scarto derivanti dal processo di devulcanizzazione; i residui di anidride carbonica sono facilmente eliminati riducendo la pressione per consentirne la gassificazione; - la selettività chimica con cui il processo agisce sui legami carbonio-zolfo. Infatti, differentemente dai processi convenzionali di rigenerazione della gomma, vengono presentati dati a supporto che mostrano come la quota Giugno/Luglio 2019 - ELASTICA

di depolimerizzazione (rottura dei legami carbonio-carbonio) sia contenuta a valori minimi. È possibile caratterizzare in laboratorio il materiale ottenuto dal processo, misurando separatamente il contributo della devulcanizzazione da quello della depolimerizzazione. Il rilievo della devulcanizzazione si basa sulla correlazione tra quantità di legami di vulcanizzazione e rigonfiamento in solvente: il metodo è ben noto e codificato nella norma ASTM D 6841. La stima della depolimerizzazione si basa invece sulla verifica della quota di polimero che è possibile solubilizzare, prima e dopo il processo. Questo procedimento è noto e utilizzato anche nel laboratorio Cerisie come “grafico di Horikx”: l’applicazione al processo di Tyromer su PFU da pneumatici d’autocarro e articoli in EPDM mostra, in effetti, una forte prevalenza della scissione selettiva rispetto a quella random. L’articolo si conclude sottolineando gli enormi effetti positivi che questa tecnologia può avere sull’ambiente, partendo dal dato secondo cui la quantità globale di PFU è di un miliardo di unità per anno. A questo si affianca la produzione mondiale di gomma rigenerata, che solo in Cina ammonta a 5 milioni di tonnellate e che avviene con processi convenzionali che utilizzano prodotti chimici potenzialmente inquinanti.

A CURA DI FABIO NEGRONI LAUREATO IN CHIMICA PRESSO L’UNIVERSITÀ DI MILANO, FABIO NEGRONI È ATTUALMENTE IL DIRETTORE DEL CERISIE, LABORATORIO ITALIANO GOMMA: IL LABORATORIO DI ASSOGOMMA FONDATO NEL 1974, CHE ESEGUE PROVE DI CONTROLLO E CERTIFICAZIONE SUGLI ELASTOMERI. IN PASSATO È STATO RESPONSABILE DEL LABORATORIO PROVE DI PIRELLI, PRESSO CUI HA SVOLTO ATTIVITÀ DI CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI E DI RICERCA SULLA CHIMICA DELLE FORMULAZIONI. È INOLTRE PRESIDENTE DEL COMITATO TECNICO “GOMMA” DELL’UNI - ENTE ITALIANO PER L’UNIFICAZIONE NORMATIVA.

COMPRENDERE LA DEVULCANIZZAZIONE, LA VIA ALL’ECONOMIA CIRCOLARE E IL POTENZIALE IMPATTO SUL MERCATO Testata: Rubber World, February 2019 Autori: Costas Tzoganakis (Università di Waterloo) e Jon Visaisouk (Tyromer)

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STAMPA ESTERA DI SETTORE

Come sono stati i primi due anni in qualità di segretario generale? “Sono stati estremamente interessanti e allo stesso tempo impegnativi. Come confermato dalle più autorevoli fonti statistiche, IRSG svolge un ruolo importante nell’industria della gomma ed è il solo forum dove l’industria governativa e importanti imprenditori possono incontrarsi per discutere le sfide che il settore deve affrontare. Il segretariato IRSG ha costantemente lavorato per migliorare l’accuratezza dei dati statistici e la capacità d’analisi delle tendenze di mercato a breve e a lungo termine. Il World Rubber Summit (18-19 marzo 2019) ha registrato, soprattutto nelle ultime due edizioni, un deciso aumento della partecipazione, che ha ripagato i nostri sforzi volti a migliorare l’esperienza dei delegati partecipanti. Speaker di alto profilo e maggiori opportunità ne hanno fatto un luogo in cui essere assolutamente presenti, in particolare per quelli che desiderano rimanere aggiornati sulle ultime tendenze dei vari settori operativi. Vorrei ringraziare i rappresentanti governativi e dell’industria per il sostegno che ci è stato fornito in questi due anni”.

A CURA DI ALBERTO DAFARRA CON PLURIENNALE ESPERIENZA NEL SETTORE DEGLI ARTICOLI TECNICI, DOVE HA INIZIATO IN QUALITÀ DI TECNOLOGO PRESSO PIRELLI, PER POI PROSEGUIRE IL PROPRIO PERCORSO IN DUPONT COME DIRETTORE VENDITE, ALBERTO DAFARRA È STATO DIRIGENTE AZIENDALE NEL SETTORE DELLE MATERIE PRIME E DEGLI ARTICOLI IN GOMMA. È ANCHE CONSULENTE IN MATERIA DI SICUREZZA.

Titolo: Intervista a Salvatore Pinizzotto, segretario generale dell’International Rubber Study Group (IRSG) Testata: Indian Rubber Journal, March/April 2019 Autori: a cura della redazione

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Ritiene di essere riuscito a raggiungere gli obiettivi che si era prefissato quando ha assunto questa responsabilità? “Molti obiettivi sono stati raggiunti in questi due anni, ma occorre monitorare continuamente e sviluppare le nostre attività, per assicurarsi che IRSG possa continuare a sostenere il settore gomma nella maniera più efficace possibile, come è sempre stato dalla sua fondazione, nel 1944. Siamo orgogliosi di celebrare quest’anno il 75° anniversario dell’IRSG, obiettivo che è stato possibile raggiungere grazie all’impegno e alla passione del nostro personale, che ha lavorato nel corso degli anni credendo nel ruolo strategico di IRSG nel settore gomma”. Quali sono gli obiettivi e le priorità di IRSG per il futuro? “Le nostre priorità non sono cambiate: dobbiamo continuare a fornire ai governi e all’industria statistiche e analisi di mercato di alta qualità. L’obiettivo è quello di aumentare la trasparenza del settore gomma attraverso pubblicazioni e informazioni accurate e affidabili. Allo stesso tempo IRSG necessita di migliorare il suo ruolo di collegamento tra governo e industria. Il settore gomma cambia rapidamente ed è importante che i vari produttori possano individuare e mettere in pratica soluzioni adeguate, per sostenere la crescita lungo l’intera filiera”. Il tema del World Rubber Summit - “Dall’evoluzione alla rivoluzione, nuove strade per l’economia della gomma” - è stato molto interessante e siamo sicuri che la conferenza sia stata un successo. Può dirci qualcosa di più al riguardo? “Il tema del WRS di quest’anno intendeva sottolineare le sfide dell’industria e si focalizzava sul fatto che le future generazioni possano vedere il settore gomma come un’attività profittevole, ambientalmente sicura e socialmente corretta. È un chiaro invito per le imprese a pensare che le modalità debbano essere orientate in tal senso. Il WRS 2019 ha certamente fornito un grande contributo e ha visto la partecipazione di governi di paesi sia produttori che consumatori, di industrie produttrici primarie e innovatrici, che hanno fornito idee sulle tendenze attuali e future”. Nell’area Asia-Pacifico c’è stato un ulteriore aumento della produzione e del consumo di NR? “In realtà, la percentuale di produzione è stata di circa il 91% rispetto all’anno precedente; la percentuale relativa a quest’area, infatti, è scesa a causa dell’aumento di NR in arrivo dall’Africa Occidentale. Oggi la regione Asia-Pacifico rappresenta invece il 74% del consumo globale di NR, guidato dalla Cina, che usa più di un terzo della produzione complessiva. La percentuale è continuamente aumentata grazie ai consumi in India e nel sud est asiatico, malgrado la decelerazione della crescita cinese negli ultimi anni”. La nostra visione della produzione e del potenziale di Cambogia, Vietnam, Myanmar e Filippine è inoltre molto interessante… “L’espansione di Cambogia, Vietnam, Myanmar e Filippine nel periodo 2008-2012 è il risultato del fatto che sono aumentate le aree mature di questi paesi, e cioè sfruttamento del terreno e delle piantagioni. Tale fattore incide sull’attuale produzione”. Qual è la sua previsione relativa alla produzione di NR ed SR per gli anni 2019 e 2020? “Le previsioni di IRSG relative al consumo di gomma naturale sono di un aumento del 2,1% nel 2019 e di un +2,3% nel 2020, mentre per quella sintetica di un +2,4% nel 2019 e +2,1 % nel 2020. Per quanto riguarda la produzione di NR, si stima un +2,6% nel 2019 e un +2,35% nel 2020”. ELASTICA - Giugno/Luglio 2019


FORMAZIONE

GOMMA A CONTATTO CON GLI ALIMENTI

IL SETTORE A LEZIONE DI GMP IN ARRIVO NUOVE ATTIVITÀ DI ASSOGOMMA A SUPPORTO DELLE IMPRESE

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el numero 364 di MacPlas (aprile/maggio 2018) era stata pubblicata una panoramica del quadro normativo che disciplina gli articoli in gomma destinati a entrare in contatto con gli alimenti, evidenziandone la complessità e le criticità, correlate in primo luogo alla mancanza di un’armonizzazione a livello europeo dei criteri di valutazione della conformità. La normativa europea stabilisce infatti solo i criteri generali, prevedendo l’emanazione di un regolamento che definisca misure specifiche per la gomma: un provvedimento legislativo che non è mai stato realizzato. Pertanto tali misure continuano a essere oggetto dei diversi provvedimenti nazionali, comportando una moltiplicazione dei costi per le imprese e una distorsione della competizione fra i paesi dell’Unione Europea. Come accennato nell’articolo citato, la normativa non si limita a definire requisiti minimi di “performance” sanitaria per i prodotti finiti, ma impone agli attori della filiera produttiva dei MOCA (Materiali e Oggetti destinati al Contatto con gli Alimenti) di adottare un sistema di controllo e gestione del proprio processo produttivo, in modo che in ogni anello della catena di fornitura sia assicurata la qualità necessaria al conseguimento del risultato finale. Si tratta delle buone pratiche di fabbricazione, o Good Manufacturing Practices (GMP): un obbligo ai sensi del Regolamento europeo 2023/2006, che tuttavia definisce, anche in questo caso, solo i principi di carattere generale. Di fronte alla crescente attenzione verso questa tematica, Assogomma si è da tempo fatta carico di approfondire l’argomento predisponendo iniziative a sostegno delle imprese. Già nel 2017, in occasione di uno specifico seminario volto a fare il punto della situazione, era emersa l’esistenza di un vuoto normativo per il settore gomma, non essendo quest’ultimo contemplato nelle linee guida settoriali sviluppate dall’Istituto Superiore di Sanità nell’ambito del progetto CAST (Contatto Alimentare Sicurezza e Tecnologia). L’associazione si è quindi tempestivamente attivata, promuovendo la costituzione di un tavolo di lavoro con la partecipazione di esperti delle aziende interessate, che ha predisposto nell’arco di qualche mese una bozza di linea guida specifica per il settore gomma. Il documento è stato presentato all’inizio di quest’anno al Ministero della Salute, che lo sta analizzando, in vista di Giugno/Luglio 2019 - ELASTICA

L’apertura dell’incontro GMP - MOCA nel settore gomma, del 28 maggio scorso

un’auspicata condivisione e adozione. È nel frattempo continuata la discussione in ambito associativo, che ha portato a evidenziare la necessità di un ulteriore approfondimento in merito all’applicazione delle GMP nel settore gomma, caratterizzato da peculiarità uniche rispetto ad altri comparti. LA GIORNATA FORMATIVA SULLE GMP PER I MOCA In primo luogo, va considerato che, salvo rarissime eccezioni, nessuna azienda della gomma che opera nella filiera MOCA produce esclusivamente per quest’applicazione finale: le stesse attrezzature e gli stessi ambienti produttivi sono infatti utilizzati, in genere, per la produzione di mescole o prodotti finiti destinati a diversi settori applicativi. Adottare nuove strategie per una corretta gestione di questi aspetti in un settore particolare come quello della gomma costituisce, prima di tutto, un salto culturale, che richiede un approfondimento di dettaglio dei concetti connessi alle GMP. Per questo motivo Assogomma ha programmato una giornata di formazione che fornisse alle aziende ➤

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FORMAZIONE

➤ gli strumenti per poter iniziare a valutare in modo critico il proprio sistema di gestione dei processi, evidenziando eventuali aree d’intervento. Tale giornata formativa si è svolta a Milano lo scorso 28 maggio, con la partecipazione di cinquanta persone, a conferma della grande attenzione che il settore sta rivolgendo a questo tema. È stata una preziosa occasione per approfondire il quadro normativo, i principi che stanno alla base delle GMP e la loro applicazione alla gestione dei processi produttivi, sia in chiave generale sia, ove possibile, con collegamenti alle realtà produttive del settore gomma, anche tramite una “case history” riferita a un comparto con esperienza pluridecennale nelle GMP, come quello delle chiusure elastomeriche per applicazioni farmaceutiche. La qualità dell’approfondimento è stata notevolmente apprezzata e ha stimolato un vivace dibattito, proprio in merito al problema dell’adattamento dei principi generali GMP alla complessità e alla peculiarità del mondo gomma. L’incontro ha permesso di porre alcuni capisaldi, chiarendo passaggi che prima non erano del tutto evidenti alle imprese, così come ha fatto emergere la consapevolezza della probabile sussistenza di aree di miglioramento. In questo senso, l’iniziativa non è certamente da considerarsi esaustiva, ma costituisce il primo fondamentale passo di un percorso lungo il quale le imprese potranno continuare a contare sul supporto di Assogomma. Infatti, le considerazioni emerse durante il corso sono state oggetto di uno specifico incontro del gruppo di lavoro “Gomma a contatto con gli alimenti” dell’associazione, nell’ambito del quale è stata discussa una strategia d’azione per il settore. Sarà necessario focalizzarsi sulle situazioni delle singole aziende, effettuando una “gap analysis”

Il docente Marco Pasqualini

customizzata, che permetterà d’individuare gli eventuali punti deboli del sistema di gestione e definire le opportune azioni correttive. Per questa attività le imprese potranno contare su specifici servizi messi a disposizione dall’associazione. Il valore aggiunto dell’azione associativa sarà duplice: consentirà da un lato alle aziende di accedere a consulenze professionali di alto profilo a costi concorrenziali e, dall’altro, permetterà lo sviluppo di una conoscenza collettiva settoriale. L’esito delle “gap analysis”, ovviamente nel pieno rispetto della riservatezza delle singole aziende, consentirà infatti d’individuare aree d’intervento di interesse comune, in merito alle quali sarà possibile organizzare specifiche attività associative, quali approfondimenti formativi mirati, ad uso dell’intero settore, velocizzando la costruzione di conoscenza con un’ottimizzazione dei costi. Si tratta di una risposta associativa e customizzata al tempo stesso alle perplessità del settore su un tema d’interesse notevole e, in prospettiva, crescente, considerate le pressioni che iniziano a provenire dai settori a valle (impianti) e le ispezioni che le autorità hanno iniziato a effettuare negli scorsi mesi. Le imprese interessate possono contattare direttamente Assogomma per ulteriori informazioni.

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ELASTICA - Giugno/Luglio 2019


A CURA DI GIANLUIGI MORONI

NOTIZIARIO UNIPLAST

ENTE ITALIANO DI UNIFICAZIONE DELLE MATERIE PLASTICHE FEDERATO ALL’UNI

LAVORI IN CORSO

Plastica per l’agricoltura e…

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ella riunione congiunta delle sottocommissioni SC19 “Foglie e film di materia plastica” e “Applicazioni di materie plastiche in agricoltura”, tenutasi il 7 maggio presso il Politecnico di Milano, sono stati analizzati i risultati di votazione e i commenti all’emendamento della EN 13206 “Plastics - Thermoplastic covering films for use in agriculture and horticulture”, che è stato realizzato per introdurre correzioni editoriali nel testo della norma pubblicata nel 2017. Si è concordato poi di procedere alla pubblicazione come UNI del CEN TR 17219:2018 “Plastics - Biodegradable thermoplastic mulch films for use in agriculture and horticulture - Guide for the quantification of alteration of films”. I termini tecnici saranno verificati da Giovanni Minuti del Centro di Sperimentazione e Assistenza Agricola (Cersaa) di Albenga. Inoltre, si sta cercando di conciliare un nucleo di esperti di produttori e utilizzatori per la revisione delle norme sulle reti impiegate in agricoltura per la protezione degli alberi da frutta.

MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

SALDATURA DI TERMOPLASTICI Il 9 maggio, presso il Dipartimento Giulio Natta del Politecnico di Milano, si è tenuta la riunione del CEN TC 249/WG16 “Welding of thermoplastics”, che si è sviluppata sulla discussione della revisione della EN 16296 “Imperfections in thermoplastics welded joints Quality levels”, per riaggiornare i sei prospetti attualmente esistenti sulla designazione dei livelli di qualità per le tecnologie di saldatura delle materie plastiche considerate: saldatura testa a testa con attrezzo caldo; saldatura a bicchiere con attrezzo caldo; saldatura a bicchiere per elettrofusione; saldatura a gas caldo; saldatura per estrusione e saldatura a bicchiere con solvente. Riunitosi il 13 maggio sempre presso il Politecnico di Milano, l’AHG per la revisione della UNI 10566 “Saldatrici per elettrofusione e attrezzature ausiliarie impiegate per l’esecuzione di giunzioni di tubi e/o raccordi in polietilene (PE), mediante raccordi elettrosaldabili, per il trasporto di gas combustibile, di acqua e di altri fluidi in pressione - Caratteristiche

e requisiti, collaudo, manutenzione e documenti” ha rivisto, in particolare, la bozza per i paragrafi sulla “manutenzione” e sui requisiti funzionali. In un’appendice sono state collocate le prove di tipo e di calibrazione, con indicazione delle attrezzature e della strumentazione necessaria. Anche l’AHG per la revisione della UNI 10521 “Saldatura di materie plastiche - Saldatura per elettrofusione - Saldatura di tubi e/o raccordi in polietilene per tubazioni in pressione” si è riunito il 13 maggio presso il Politecnico di Milano per definire le modalità di asportazione dell’ossidazione superficiale in modo uniforme su tutta la superficie esterna da saldare, il posizionamento dei raccordi con estremità a bicchiere per garantire la coassialità dei componenti da saldare e le azioni in grado di danneggiare un giunto saldato durante la movimentazione.

RACCORDI MECCANICI Nella riunione web dell’AHG “Raccordi meccanici”, tenutasi il 15 e il 30 maggio, si è esa-

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NOTIZIARIO UNIPLAST

SISTEMI DI TUBAZIONI

Valpoci

Al gruppo di lavoro CEN TC 155/WG12 “Systems of polyolefin material for pressure drainage, water supply and gas supply”, riunitosi a Sciaffusa (Svizzera) il 15 e il 16 maggio, è stato attribuito lo sviluppo di una specifica tecnica CEN TS per un metodo di prova per valutare l’effetto barriera in tubazioni per il trasporto d’acqua installate in suoli contaminati. Il lavoro sarà portato avanti prendendo come riferimento la ISO 21004 “Plastics piping systems - Multilayer pipes and their joints, based on thermoplastics, for water supply”. Il CEN TC155 dovrà intraprendere tutti i passi formali per la registrazione degli item di revisione e la traduzione in francese e tedesco, e l’inchiesta CEN sarà probabilmente avviata a fine 2019. Sono stati inoltre presi accordi fra laboratori e fabbricanti per una serie di prove su provini piani macchinati (PSTG) con gola a U di 3 mm di raggio, che agisce come concentratore di sforzo lungo la circonferenza di un tubo di grande diametro, per definire la correlazione con le prove idrostatiche su

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analoghi tubi e verificare la possibilità di eseguirle sui provini PSTG al posto di quelle idrauliche per tubi di diametro maggiore di 800 mm. Il CEN TC 155/WG12, nel frattempo, ha avviato la revisione delle parti da 1 a 3 della EN 12201 sui sistemi di tubazione in polietilene per il trasporto di acqua. La prossima riunione è prevista per il 10 e l’11 dicembre a Varsavia. Alla riunione del CEN TC 155 “Plastics piping systems and ducting systems”, tenutasi a Larnaka (Cipro) il 22 e il 23 maggio, sono state date informazioni sullo stato delle attività inerenti agli argomenti specialistici che hanno un impatto sulle attività di normazione specifiche per il CEN TC 155, quali la reazione al fuoco per i vari materiali, trattata dal CEN TC 127 “Fire safety in buildings”, la guarnizione e, nello specifico, la revisione della EN 681-1 del CEN TC 208 “Elastomeric seals for joints in pipework and pipelines”, la revisione del mandato M/136 con le ripercussioni sul CEN TC 164 “Water supply” e la nuova direttiva comunitaria per l’acqua potabile, che influenzerà il tentativo degli stati membri di costituire un sistema di mutuo riconoscimento per i materiali a contatto con l’acqua potabile. Poiché sono in revisione le norme EN 15012 ed EN 15014, riferite rispettivamente a scarico nei fabbricati e tubazioni per trasporto di acqua, il CEN TC 155 ha raccomandato che nella votazione in corso sia indicato il ritiro. Le norme in questione non hanno rispondenza con il nuovo regolamento sui prodotti da costruzione 305/2011 CPR. Il CEN TC 234/WG2 “Gas supply systems up to and including 16 bar and pressure testing” ha accettato di sviluppare una specifica tecnica per l’installazione delle tubazioni in poliammide per il trasporto di gas (CEN TS 12007-X), in analogia con la EN 12007-2 per il PE, ed è in corso uno scambio di informazioni per l’adozione come EN della revisione della ISO 16486 sulle tubazioni di PA per gas, che in Italia al momento non possono essere utilizzate poiché non contemplate nel DM 16 aprile 2008 “Regola tecnica per progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza delle opere e dei sistemi di distribuzione e di linee dirette del gas naturale con densità non superiore a 0.8”. Inoltre, è in corso la valutazione dello sviluppo di una norma sui sistemi di trasporto per acqua Polyplants

minata la bozza di norma per la revisione della UNI 9561 “Sistemi di tubazioni di materia plastica - Raccordi meccanici per i sistemi di tubazione in pressione per la distribuzione dell’acqua - Specifiche” in diversi punti, al fine di affinare il testo e correggerlo editorialmente. La prova di tenuta con deflessione angolare e deformazione è stata risistemata specificando che contemporaneamente la durata della prova di tenuta in pressione deve essere applicata un profilo di pressione ottenuto moltiplicando il PN del sistema per un fattore variabile da 0 a 2, secondo un grafico definito per tutta la durata della prova stessa, mentre per la tenuta con depressione si fa riferimento a delle rampe di depressione e di mantenimento in depressione per tempi definiti secondo un preciso andamento.

per teleriscaldamento in XPE a spessore sottile rinforzati con Kevlar, prodotti attualmente certificati da un organismo di certificazione austriaco sulla base di una propria specifica.

LAMINATI PLASTICI DECORATIVI Nella parte 1 “Generalità” del progetto di norma sui “Laminati decorativi in continuo a base di resine termoindurenti (generalmente chiamati laminati in continuo - CPL)”, la sottocommissione SC17 “Laminati plastici decorativi”, riunitasi il 16 maggio presso il Dipartimento Giulio Natta del Politecnico di Milano, ha eliminato l’appendice sulle informazioni igieniche, sanitarie e relative alla sicurezza poiché la materia, negli ultimi tempi, ha avuto una complessa evoluzione in dipendenza dalle specifiche applicazioni e anche a seguito delle modifiche che sono state richieste dai fabbricanti tedeschi alla legislazione tedesca e che potrebbe avere un effetto di trascinamento sulla legislazione comunitaria. Nella parte 2 “Metodi di prova” per i CPL sono stati corretti redazionalmente diversi paragrafi e sono state specificate le norme di riferimento per il prospetto sulle caratteristiche elettrostatiche. Nella parte 3 “Specifiche” per i CPL sono stati rivisti i prospetti sui requisiti chimico-fisici per le varie tipologie per la resistenza ai liquidi freddi e la tendenza a ritenere lo sporco. I tre progetti di norma, dopo un ulteriore controllo, saranno inviati a inchiesta in Uniplast.

ASPETTI AMBIENTALI DELLE MATERIE PLASTICHE La riunione della sottocommissione SC27 “Aspetti ambientali delle materie plastiche”, tenutasi il 29 maggio al Dipartimento Giulio Natta del Politecnico di Milano, ha evidenziato una serie di problematiche in termini MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


di argomenti da affrontare e risorse da dedicare alla redazione di un nuovo rapporto tecnico sullo stato dell’arte dei sistemi di identificazione e separazione delle materie plastiche post consumo e dei possibili ulteriori interventi normativi da effettuare. Lo sviluppo del documento richiede conoscenze interdisciplinari che potranno emergere da diversi esperti ed è necessario un “focal point” per la loro raccolta e l’elaborazione. È stata poi fatta una sintesi delle attività in corso nella nuova commissione UNI sull’economia circolare (UNI/CT57), che segue le

attività della nuova ISO/TC 323 “Circulary Economy”.

VALVOLE IN POLIPROPILENE L’AHG “Valvole di polipropilene”, riunitosi via web il 29 maggio, ha deciso che la revisione della UNI 8895:1989 sarà proposta come UNI/TS 8895 con il nuovo titolo “Valvole di polipropilene (PP) per condotte di acqua in pressione - Tipi, dimensioni e requisiti”, specificando le caratteristiche progettuali e le alternative per i tipi di terminali. Nel testo è stata introdotta anche una appendice sul

coefficiente di flusso o di portata, che dipende dal diametro nominale della valvola e rappresenta la sua capacità di flusso e di resistenza idraulica tipica.

UNIPLAST

Politecnico di Milano - Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” Piazza Leonardo Da Vinci, 32 - 20133 MILANO Tel.: +39 02 23996541 - Fax: +39 02 23996542 E-mail: segreteria@uniplast.info www.uniplast.info

Progetti di norma Riportiamo qui di seguito l’elenco di parte dei progetti di norma ISO e CEN inviati in inchiesta pubblica nel mese di maggio 2019 per il settore materie plastiche e gomma. Ulteriori informazioni riguardanti le materie plastiche possono essere richieste a Uniplast - Tel.: 02 23996541 Fax: 02 23996542 - E-mail: segreteria@uniplast.info

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ISO TC 61 (Plastics) ISO/NP 24360 Composites and reinforcement fibres - Carbon fibre reinforced plastics (CFRPs) and metal assemblies - Determination of the cross tension strength ISO/DIS 19935-2, -3 Plastics - Temperature modulated DSC - Part 2: Measurement of accurate specific heat Cp; Part 3: Separation of overlapping thermal transitions ISO/DIS 19095-5 Plastics - Evaluation of the adhesion interface performance in plastic-metal assemblies - Part 5: Fracture energy ISO/DIS 22841 Composites and reinforcement fibres - Carbon fibre reinforced plastics (CFRPs) and metal assemblies - Determination of the tensile lap-shear strength ISO/FDIS 11833-1 Plastics - Unplasticized poly(vinyl chloride) sheets Part 1: Types, dimensions and characteristics for sheets of thickness not less than 1 mm ISO/FDIS 21194 Elastic adhesives - Testing of adhesively bonded joints - Bead peel test ISO TC 138 (Plastics pipes, fittings and valves for the transport of fluids) ISO/CD 22101-1, -2 Plastics piping systems for industrial applications - Glass fibre reinforced polyethylene (PE-GF) - Part 1: General; Part 2: Pipes ISO/DTS 23818-1 Assessment of conformity of plastics piping systems for the rehabilitation of existing pipelines - Part 1: Polyethylene (PE) material MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

ISO/WD 16486-1, -2, -3 Plastics piping systems for the supply of gaseous fuels - Unplasticized polyamide (PA-U) piping systems with fusion jointing and mechanical jointing - Part 1: General; Part 2: Pipes; Part 3: Fittings ISO/FDIS 8533 Glass-reinforced thermosetting plastics (GRP) pipes and fittings - Test methods to prove the design of cemented or wrapped joints ISO/FDIS 8483 Glass-reinforced thermosetting plastics (GRP) pipes and fittings - Test methods to prove the design of bolted flange joints CEN TC 155 (Plastics piping systems and ducting systems) DEC 1391 Activation of WI for test method for barrier pipes DEC 1392 PWI for revision of EN 15383:2012+A1:2013, Plastics piping systems for drainage and sewerage Glass-reinforced thermosetting plastics (GRP) based on polyester resin (UP) - Manholes and inspection chambers CEN TC 249 (Plastics) prEN 12608-2 Unplasticized polyvinylchloride (PVC-U) profiles for the fabrication of windows and doors - Classification, requirements and test methods - Part 2: PVC-U profiles covered with foils bonded with adhesives FprEN ISO 11833-1 Plastics - Unplasticized poly(vinyl chloride) sheets - Part 1: Types, dimensions and characteristics for sheets of thickness not less than 1 mm (ISO/FDIS 11833-1:2019) FprEN 13100-2 Non-destructive testing of welded joints in thermoplastics semi-finished products - Part 2: X-ray radiographic testing FprEN ISO 11963 Plastics - Polycarbonate sheets - Types, dimensions and characteristics (ISO/FDIS 11963:2019) FprEN ISO 527-1 Plastics - Determination of tensile properties - Part 1: General principles (ISO/FDIS 527-1:2019) Proposal for an NWI Plastics - Definitions of PVC material for use in PVC-U windows and doors

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NOTIZIARIO SPE ITALIA

SPE ITALIA - SOCIETY OF PLASTICS ENGINEERS

SEMINARIO CONGIUNTO ALL’UNIVERSITÀ DI PADOVA

Teoria e pratica dello stampaggio a elevata resa tecnica ed estetica

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artedì 7 maggio 2019, presso il laboratorio TeSi dell’Università di Padova, si è svolto il seminario tecnico “Termoregolazione variabile degli stampi a iniezione per la produzione di parti a elevata resa tecnica estetica e ottica”, organizzato dallo stesso ateneo padovano in collaborazione con Frigel Group, Hasco, Kistler Group, OCS Moulds, Sirmax, Standex Engraving Mold-Tech e VarioMould. A fare gli onori di casa ai 111 partecipanti all’evento (in rappresentanza di 47 aziende) e a introdurre il seminario è stato Giovanni Lucchetta, presidente di SPE Italia. La mattinata è stata caratterizzata da una serie di interventi mirati a presentare la filiera della realizzazione di uno stampo per componenti in plastica che presentino caratteristiche estetiche e ottiche significative, dall’in-

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gegnerizzazione del design fino alle prove di ottica sul pezzo stampato, passando per la costruzione stampo e la funzionalizzazione delle superfici. Per meglio mostrare in maniera concreta ai partecipanti quanto spiegato nella mattinata, nel pomeriggio è stato possibile vedere in funzione uno stampo per lo stampaggio a iniezione realizzato dalle stesse aziende protagoniste delle presentazioni della mattinata, illustrando in tempo reale la qualità dei componenti stampati. Nel primo intervento della giornata, Luca Crema di VarioMould, ha illustrato i benefici della tecnologia Variotherm e la corretta progettazione di uno stampo che ne preveda l’implementazione. La società VarioMould si è inoltre occupata della gestione di tutta la filiera di progettazione e realizzazione dello stampo.

La parte sulla gestione del sistema di scambio caldo/freddo nello stampo è stata affidata a Frigel Group, che ha illustrato, con Davide Chiavinato, i propri sistemi che offrono una soluzione tecnologicamente avanzata per lo stampaggio a iniezione di componenti per automobili. Rappresentata da Giovanni Battista Marni e Alfredo Perilli, Hasco, si è occupata della parte inerente alla componentistica dello stampo, compresi i canali caldi e la relativa centralina di controllo. Per la realizzazione dello stampo del seminario ha fornito, nello specifico, una serie di sistemi modulari che consentono di ridurre le lavorazioni, i costi e i tempi di consegna degli stampi. Nel quarto intervento, Maurizio Triches, di OCS Moulds, ha illustrato come l’azienda abbia eseguito le lavorazioni dello stampo, MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


Il componente stampato nel corso del seminario all’Università di Padova

essendo infatti specializzata nella realizzazione di stampi per materie plastiche, in particolare per componenti ottici complessi, quali i fanali per il settore automobilistico. La funzionalizzazione della superficie dello stampo, sia estetica sia tecnica (superfici idrofile e idrofobiche) è stata eseguita da Standex, presente nella figura di Ruggero Canova. Il loro laser engraving, infatti, ha permesso di creare microstrutture in grado di produrre effetti di decorazione tramite diffrazione della luce, o di modificare la bagnabilità di un liquido rispetto a quella superficie. La sensoristica dello stampo, nella fattispecie sensori di pressione e di temperatura direttamente collegati alla cavità dello stampo, è stata fornita da Kistler e illustrata da Michele Segato. Le curve di pressione che si ottengono a ogni stampata consentono, infatti, di monitorare in tempo reale e di fornire in maniera indiretta un’indicazione sulla la qualità del componente stampato. Infine, il materiale plastico, presentato durante il seminario da Luca Gazzola, è stato fornito da Sirmax, una delle principali aziende a livello internazionale nel settore dei

compound di materie plastiche, in particolare PP. Nel pomeriggio il seminario si è spostato nella zona Polymer Processing del laboratorio TeSi, dove lo stampo è stato messo in funzione su una pressa Wittmann Battenfeld HM110, in dotazione all’Università di Padova, e i presenti hanno potuto constatare l’elevata qualità del prodotto ottenuto tramite la filiera di progettazione/realizzazione/controllo stampo illustrata nella mattinata. Oltre alla parte tecnica, il seminario è stato correlato anche da diversi momenti conviviali che hanno permesso di creare un non meno importante networking tra i parteci-

panti. Visto il grande apprezzamento di chi ha assistito al seminario e il feedback positivo delle aziende promotrici dell’evento, l’esperienza è stata estremamente apprezzata, con la richiesta di altri seminari tecnici futuri riguardanti il mondo delle materie plastiche.

SPE ITALIA SOCIETY OF PLASTICS ENGINEERS

c/o Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova Via Marzolo, 9 - 35131 Padova Tel.: +39 049 8275541 - Fax: +39 049 8275555 E-mail: 4speitalia@gmail.com

BIBLIOTECNICA Attenti al rumore Come ormai appurato da medici ed esperti, un’elevata rumorosità in azienda può nuocere alla salute dei lavoratori, causando, per esempio: stress, minore produttività, danni all’udito, o addirittura sordità, con conseguenti incidenti sul posto di lavoro. Le aziende sono legalmente responsabili dei rischi dovuti al rumore e più sono silenziose le macchine che acquistano e più facile sarà gestire tali rischi. Nell’ambito delle iniziative NOMAD (Noise Machinery Directive), è stata recentemente pubblicata una guida, breve ma significativa, proprio per attirare l’attenzione degli acquirenti di macchine industriali sull’importanza del controllo dei livelli di rumorosità delle macchine da installare nei luoghi di lavoro. La guida ha l’intento di aiutare i costruttori a dichiarare correttamente il livello di emissioni sonore nei manuali d’istruzione dei propri macchinari (e nelle brochure tecniche realizzate per la vendita), in accordo con la Direttiva Macchine 2006/42/ EC (MD). Va sottolineato, in proposito, che le macchine per materie plastiche e gomma Made in Italy che sono immesse sul mercato nel rispetto delle norme di sicurezza, messe a punto dal Comitato Tecnico CEN TC 145 (la cui presidenza e segreteria sono gestite da Amaplast, per conto di UNI) e pubblicate nella Gazzetta Ufficiale Europea, non possono superare i limiti di rumorosità previsti dalle direttive europee. Autori vari - GUIDE FOR MANUFACTURERS ON HOW TO REPORT NOISE EMISSION IN INSTRUCTION MANUALS (Edita da Baua e scaricabile gratuitamente al link: https://www.baua.de/EN/ Service/Publications/Report/NOMAD-Guide.html) MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

Scienziati in città -Storie di scienza per viaggiatori curiosi Con l’appropinquarsi delle ferie estive, la redazione di MacPlas ha deciso di utilizzare questo piccolo spazio per recensire un volume un po’ più leggero, ma comunque importante per costruire una propria cultura scientifica che vada oltre la mera conoscenza di formule, materiali e tecnologie di fabbricazione. Infatti, come dichiara il professore di astrofisica Marco Bersanelli nella sua prefazione al libro in questione (“Scienziati in città” di Mario Gargantini): “Se c’è una cosa di cui si sente la mancanza nella comunicazione della scienza è il nesso con il contesto storico e umano da cui la scienza stessa proviene”. Ed ecco, quindi, che Gargantini sottopone al “viaggiatore curioso” venti racconti che hanno come teatro città grandi e piccole, dove si sono svolte vicende significative per il cammino della scienza. Venti storie vissute da scienziati noti e meno noti dall’antichità fino all’epoca moderna, toccando luoghi diversi, in Europa e non. Si incontrano così personaggi come Archimede, Galileo, Marconi, Einstein… ma anche Keplero, Mendel, Foucault, Hubble e altri ancora. La narrazione comunica la loro passione per la ricerca e rende partecipe il lettore della trama di rapporti entro i quali è maturata la loro capacità d’indagine. In ogni capitolo vengono offerti suggerimenti per ripercorrere i passi di questi personaggi e vengono date indicazioni geografiche per visitare i luoghi e gli ambienti che hanno visto fiorire e hanno alimentato la loro creatività. Mario Gargantini - SCIENZIATI IN CITTÀ (Editoriale Delfino, www.editorialedelfino.it, ISBN: 978-88-97323-81-5, 20 euro)

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RUBRICHE E VARIE

CONFERENZA STAMPA CON LA PRESENZA DEL DIRETTORE GLOBAL PORTFOLIO DI MESSE DÜSSELDORF

A MILANO PETRA CULLMANN PRESENTA IL SUO K 2019 SIN DAL 1952 IL K DI DÜSSELDORF RENDE VISIBILE E TANGIBILE IL SUCCESSO MONDIALE DEI MATERIALI POLIMERICI. ANCHE NELLA SUA 21A EDIZIONE QUESTA FIERA TRIENNALE TESTIMONIA LA PERSISTENTE CRESCITA DELL’INDUSTRIA MONDIALE DI SETTORE, PRESENTANDO IL MEGLIO DEGLI SVILUPPI TECNOLOGICI, LE SOLUZIONI PIÙ ECONOMICHE E SOSTENIBILI PER LA LAVORAZIONE INDUSTRIALE E L’APPLICAZIONE INTELLIGENTE E SFACCETTATA DELLE MATERIE PLASTICHE E DELLA GOMMA DI RICCARDO AMPOLLINI

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li spazi alla fiera K di Düsseldorf sono ormai tutti prenotati da mesi e ci aspettiamo più di 3000 espositori da tutti i continenti (circa 60 paesi). Siamo inoltre lieti di poter contare su oltre 400 espositori italiani, con un leggero incremento nello spazio occupato di circa 27000 metri quadri. Messe Düsseldorf è estremamente grata all’industria italiana della plastica e della gomma per questa sua partecipazione e per il supporto alla manifestazione”, così ha esordito Petra Cullmann, direttore Global Portfolio per i settori plastica e gomma di Messe Düsseldorf, durante la conferenza stampa pre-fiera K organizzata il 15 maggio, presso il ristorante Giacomo Arengario di Milano, dalla società Honegger Gaspare, che rappresenta Messe Düsseldorf in Italia. È stato proprio il suo CEO, Armando Honegger, ad aprire la breve conferenza stampa ringraziando i gior-

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Un momento della conferenza stampa del 15 maggio a Milano. In foto (in piedi, da sinistra): Armando Honegger, Thorsten Kühmann e Petra Cullmann

nalisti intervenuti e invitandoli a partecipare alla principale fiera mondiale dedicata all’industria delle materie plastiche e della gomma, che si svolgerà a Düsseldorf, in Germania, dal 16 al 23 ottobre 2019. “A pochi mesi dal K 2019, posso affermare che ogni metro quadro del centro espositivo è già stato venduto, per un totale di circa 176000 metri quadrati; persino gli spazi all’aperto sono ormai completamente prenotati”, ha proseguito Petra Cullmann. “Oltre a questi numeri, vorrei sottolineare alcune differenze che caratterizzeranno la prossima edizione, in confronto alla precedente di tre anni or sono… perché anche i tempi sono cambiati. Alla conferenza stampa di tre anni fa, per esempio, non abbiamo probabilmente parlato delle relazioni tra materie plastiche ed economia circolare nel modo in cui lo faremmo oggi. La tutela dell’ambiente è, infatti, tra gli argomenti cardine del K 2019. MACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019


In tempi recenti, molte discussioni politiche e azioni legislative si sono concentrate sull’utilizzo, il riuso e lo smaltimento dei materiali plastici e ritengo che tutto ciò rappresenti una grande opportunità per gli operatori del nostro settore. In ottobre si discuterà certamente di questo e di molto altro ancora. Aziende e associazioni si stanno preparando a mostrare in fiera come l’economia circolare possa aiutare e guidare l’industria delle materie plastiche verso un futuro migliore. Ulteriori focus riguarderanno l’innovazione, l’Information Technology, gli investimenti e le sfide che attendono il nostro settore nei mesi a venire”. “Come per il K 2016, prevediamo anche quest’anno più di 200 mila visitatori da tutto il mondo. In questi giorni stiamo organizzando presentazioni in diversi paesi per invitare gli operatori a discutere - oltre che di ecosostenibilità e circular economy - anche di temi caldi, quali: Industria 4.0, miglioramento della funzionalità e dell’efficienza dei processi industriali, manifattura additiva, costruzione leggera con i compositi, nuovi materiali elastomerici, e-mobility… e di molti altri ambiti in cui le materie plastiche possono contribuire a trovare le soluzioni giuste per il mondo di domani”, ha concluso Petra Cullmann. La parola è quindi passata a Thorsten Kühmann, direttore dell’associazione VDMA Plastics and Rubber Machinery, promotrice della manifestazione K 2019 e facente parte di Euromap (Federazione delle associazioni europee dei costruttori di macchine e attrezzature per la lavorazione di materie plastiche e gomma), insieme all’associazione italiana Amaplast.

L’INDUSTRIA EUROPEA DI SETTORE DAL PUNTO DI VISTA DEI COSTRUTTORI “Permettetemi di parlare innanzitutto di due argomenti che mi stanno particolarmente a cuore: l’attuale situazione economica del settore e la sostenibilità ambientale dei materiali plastici”, ha dichiarato Thorsten Kühmann all’inizio del proprio intervento e proseguendo come segue: “Se si guarda alla situazione economica dell’industria plastica, si può giustamente dichiarare che, dopo la crisi del 2008-2009 abbiamo goduto di un periodo favoloso fino allo scorso anno, sia a livello mondiale che europeo. Ma ora la domanda è: “Quanto continuerà ancora la festa?” Purtroppo ritengo che la “festa” non durerà ancora a lungo, perché nel 2018 abbiamo raggiunto il picco massimo possibile. In effetti, dalle nostre statistiche risulta che gli ordini siano già in calo dal primo trimestre dell’anno in corso. In VDMA riteniamo che ci siano due motivi per tale trend negativo ed entramMACPLAS n. 371 - Giugno/Luglio 2019

“La fiera K 2019, che si svolgerà dal 16 al 23 ottobre, registra il tutto esaurito sin dalla data di chiusura delle iscrizioni”, ha dichiarato Petra Cullmann, direttore Global Portfolio per i settori plastica e gomma di Messe Düsseldorf

bi hanno a che fare con le preoccupazioni riguardanti lo sviluppo di alcuni settori: 1) Automotive, a causa dei dubbi relativi a quali saranno i motori del futuro: elettrici o ibridi? Utilizzeranno batterie, celle a combustibile o idrogeno? Ulteriori incertezze provengono dal fatto che le esigenze del mercato stanno cambiando… e che la guida autonoma è alle porte. Tutto ciò porta a uno stop o a una riduzione degli investimenti, con conseguenze negative per la nostra industria. 2) Packaging; in questo caso le incertezze riguardano il fatto che la plastica è “sotto pressione” da parte delle associazioni ambientaliste, dell’opinione pubblica e ora anche della politica e che i produttori d’imballaggi siano costretti a investire in azioni che portino a importanti cambiamenti, relativi soprattutto alla riciclabilità dei propri prodotti. Quindi stanno riducendo anch’essi gli investimenti in altri campi. La mancanza di investimenti in entrambi questi settori cruciali ha naturalmente un’influenza negativa su tutto il comparto, che sta quindi rallentando, come già accennato. Non si tratta di una situazione drammatica, perché i prodotti europei rimangono di altissima qualità e perché è ormai normale che vi siano cicli economici di 3-4 anni, ma occorre tenere ben presente questa situazione, che, personalmente, ritengo possa durare abbastanza a lungo”. “Il secondo argomento che mi sta a cuore, come accennavo, riguarda l’immagine attuale delle materie plastiche”, ha continuato Thorsten Kühmann. “Girano molti “rumours” sul web, ma vi è anche carenza d’informazione e, spesso, s’incontrano pure errori d’interpretazione. Penso che sia qualcosa su cui dobbiamo assolutamente lavorare, a beneficio della nostra industria. Alla fiera K, per esempio, verrà costruito una sorta di “Villaggio Circolare”, grazie all’unione di forze tra Euromap, PlasticsEurope e Messe Düsseldorf, con i seguenti obiettivi: 1) parlare di fatti e applicazioni positive riguardanti le plastiche, per combattere i “rumours” e le accuse;

La scorsa edizione, K 2016, ha visto 3293 espositori da 61 paesi (1040 dalla Germania, 2253 dall’estero), su una superficie espositiva netta di 173025 metri quadri, e 232053 visitatori (esteri per il 71%)

2) mostrare come funziona l’economia circolare nell’industria plastica e come i trasformatori possano lavorare insieme a produttori di materie prime e di macchinari per migliorarla ulteriormente; 3) fornire buoni esempi di economia circolare; 4) mostrare cosiddetti “working loop” direttamente in fiera: gli espositori produrranno articoli plastici che saranno riciclati sul posto e poi convertiti in nuovi prodotti sempre all’interno del K, in un perfetto sistema a circuito chiuso”. “Penso che questo sia solo l’inizio per cambiare le cose”, ha chiosato il direttore dell’associazione VDMA Plastics and Rubber Machinery, “ma tutto ciò non può essere fatto da un’unica persona o da una sola azienda. C’è bisogno di collaborazione tra le parti e di un approccio comune. Questo è ciò a cui stiamo lavorando e in cui crediamo in VDMA. Dopo il programma Blue Competence (ma pur sempre connesso ad esso), ora intendiamo focalizzarci principalmente su un approccio “circolare” e al K 2019 lo dimostreremo insieme ad altre associazioni e alle aziende espositrici che crederanno in questo nostro progetto”.

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RUBRICHE E VARIE

ESPOSIZIONI E FIERE

CHINAPLAS 2019

UN SUCCESSO COSTANTE Il numero di visitatori di Chinaplas è in costante crescita

2019 1-3 agosto - PPP Expo Africa (Nairobi, Kenya) 9-11 agosto - Complast Sri Lanka (Colombo, Sri Lanka) 21-24 agosto - Plascom Taiwan (Kaohsiung, Taiwan) 27-29 agosto - Plasti&Pack Pakistan (Karachi, Pakistan) 10-12 settembre - Composites Europe (Stoccarda, Germania) 11-13 settembre - Lankapak (Colombo, Sri Lanka) 17-19 settembre - Propak West Africa (Lagos, Nigeria) 17-20 settembre - Iplas (Guayaquil, Ecuador) 18-20 settembre - Rubbertech (Shanghai, Cina) 18-21 settembre - T-Plas (Bangkok, Tailandia) 22-25 settembre - Iranplast (Tehran, Iran) 24-26 settembre - FachPack (Norimberga, Germania)

La 33ª edizione di Chinaplas, tenutasi a Guangzhou dal 21 al 24 maggio, ha registrato un totale di 3622 espositori, su una superficie netta di 140 mila m2, e oltre 163 mila visitatori, di cui un quarto proveniente da 150 paesi esteri, tra i quali: Brasile, Corea del Sud, Filippine, Giappone, India, Indonesia, Iran, Italia, Malesia, Pakistan, Russia, Singapore, Stati Uniti, Tailandia, Turchia e Vietnam. Va considerato che attualmente, soprattutto a causa dei recenti conflitti commerciali tra Cina e Stati Uniti, la crescita economica globale, compreso il commercio internazionale, sta vivendo una fase di rallentamento, con un considerevole impatto sull’offerta globale. Di conseguenza, le società cinesi, e non solo, stanno adottando una certa cautela negli investimenti. “A causa del pessimismo di tale rallentamento, il numero dei visitatori effettivi è risultato inferiore alle attese; ad ogni modo, rispetto all’ultima edizione di Guangzhou del 2017, è stato registrato un aumento del numero di visitatori pari al 5,19%”, ha affermato Ada Leung, direttore generale di Adsale, organizzatore della fiera. “Gli espositori, provenienti da tutto il mondo, grazie alle loro recenti innovazioni tecnologiche, hanno concluso diversi contratti di vendita e, dopo aver raccolto una serie di testimonianze, posso affermare che, in linea generale, i partecipanti si sono mostrati soddisfatti dei risultati ottenuti in fiera”, ha aggiunto Ada Leung. Il salone ha dato spazio alle innovazioni di tutti i comparti della filiera. Per quanto riguarda i macchinari e le attrezzature, gli espositori hanno presentato soluzioni digitali intelligenti, strumenti di alta precisione e una serie di processi avanzati per stampaggio a iniezione, stampaggio multicomponente, coestrusione, decorazione e IML. Per quanto riguarda le materie prime, sono stati presentati materiali progettati per lo sviluppo di mezzi di trasporto innovativi e di veicoli a energie alternative, oltre a compositi con fibre, elastomeri termoplastici e additivi in grado di ridurre le emissioni di composti organici volatili (COV) e di variare il colore dei prodotti finiti. Il concetto di “green” si è rivelato un vero e proprio punto cardine del salone cinese, che, anche quest’anno, ha dato ampio spazio a soluzioni altamente performanti e allo stesso tempo riciclabili ed ecosostenibili. La prossima edizione di Chinaplas farà tappa a Shanghai dal 21 al 24 aprile 2020, presso il National Exhibition and Convention Center (NECC).

24-26 settembre - TCT Show (Birmingham, Regno Unito) 26-28 settembre - Tyrexpo India (Chennai, India) 30 settembre - 1 ottobre - Luxe Pack (Monaco, Principato di Monaco) 3-6 ottobre - Vietnam Plas (Ho Chi Minh City, Vietnam) 9-10 ottobre - Arab Rubber Expo (Sharjah, Emirati Arabi Uniti) 9-11 ottobre - Plastex Uzbekistan (Tashkent, Uzbekistan) 10-12 ottobre - PPP PackPrintPlas Philippines (Manila, Filippine) 16-23 ottobre - K (Düsseldorf, Germania) 17-19 ottobre - PPP Expo Tanzania (Dar-es-Salaam, Tanzania) 22-24 ottobre - Parts2Clean (Stoccarda, Germania) 23-26 ottobre - E-Pack Tech (Shanghai, Cina) 29-31 ottobre - Industry (Barcellona, Spagna) 30 ottobre - 3 novembre - Pack Show (Bucarest, Romania) 1-4 novembre - Plas Print Pack Myanmar (Yangon, Myanmar) 5-8 novembre - Ecomondo (Rimini, Italia) 13-15 novembre - JEC Asia (Seul, Corea del Sud) 15-17 novembre - InterPlast PackPrint East Africa (Nairobi, Kenya) 19-21 novembre - Plastprintpack West Africa (Accra, Ghana) 19-22 novembre - Formnext (Francoforte, Germania) 20-22 novembre - Plastprintpack West Africa (Abidjan, Costa d’Avorio) 20-23 novembre - Plastics & Rubber Indonesia (Jakarta, Indonesia) 25-28 novembre - Plastivision Arabia (Sharjah, Emirati Arabi Uniti) 27-29 novembre - Plastics & Rubber Vietnam (Hanoi, Vietnam) 28-30 novembre - Mecspe Bari (Bari, Italia) 4-5 dicembre - Latex Expo (Chennai, India) 4-6 dicembre - Plastic Expo Tokyo (Tokyo, Giappone) 4-7 dicembre - Plast Eurasia (Istanbul, Turchia) 5-8 dicembre - Vietnam Expo (Saigon, Vietnam)

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RUBRICHE E VARIE

CORSI E CONVEGNI Austria 10-12 settembre - Vienna: Masterbatch - AMI (www.ami.international/events/)

Belgio 21-22 novembre - Bruxelles: Plastics Recyclers Annual Meeting - Plastics Recyclers Europe (www.plasticsrecyclersam.org)

Canada 11-12 settembre - Calgary: The Carbon Dioxide Utilization Summit - ACI Europe (https://www.wplgroup.com/aci/event/co2canada) 25-26 settembre - Toronto: Polymer Waste, Biopolymers & Bioplastics - Conferenceseries (https://polymerscience.conferenceseries.com)

Emirati Arabi Uniti 11-14 novembre - Abu Dhabi: Abu Dhabi International Petroleum Exhibition & Conference - dmg events (www.adipec.com)

Germania 10-11 settembre - Amburgo: Smart Packaging AMI (www.ami.international/events/) 10-12 settembre - Stoccarda: International Composites Conference (ICC) - AVK e Composites Germany (www.avk-tv.de;

www.composites-germany.org) 18-19 settembre - Düsseldorf: Polymer Testing & Analysis - AMI (www.ami.international/events/) 9-10 ottobre - Düsseldorf: Carbon Dioxide Utilisation Summit - ACI Europe (www.wplgroup.com/aci/event/co2)

Italia 15-19 settembre - Firenze: ECCE, European Congress of Chemical Engineering - Aidic (www.ecce12-ecab5.org) 16-17 settembre - Roma: Chemistry Education and Research - EuroSciCon (https://chemistryeducation.euroscicon.com) 27 settembre - Sesto San Giovanni (MI): EPS e ambiente - Aipe (www.aipe.biz) 9 ottobre - Milano: Chimica Day Chimicaweb.it (www.chimicaweb.com) 10-11 ottobre - Cologno al Serio (BG): Criteri essenziali di progettazione di manufatti stampati a iniezione - Plastinnova (www. plastinnova.it) 17-18 ottobre - Cologno al Serio (BG): Stampaggio a iniezione approfondito Plastinnova (www.plastinnova.it) 21-22 novembre - Cologno al Serio (BG): Costing del prodotto nello stampaggio a iniezione - Plastinnova (www.plastinnova.it)

Libano 15-18 ottobre - Beirut: Packaging

Processing Printing & Paper - 4P East Med (www.4peastmed.com)

Paesi Bassi 30-31 luglio - Amsterdam: International Conference on Polymer Science and Technology - Conferenceseries (https://polymerscience.annualcongress.com)

Regno Unito 25-26 settembre - Londra: European PVC Industry Summit - ACI Europe (https://www.wplgroup.com/aci/event/ european-pvc-industry-summit )

Stati Uniti 9-11 settembre - Milwaukee (Wisconsin): Thermoforming Conference - SPE (www.thermoformingdivision.com/conference/ annual-conference/overview) 24-25 settembre - Raleigh (North Carolina): RISE - Research, Innovation & Science for Engineered Fabrics Conference - Inda (www.riseconf.net) 8-11 ottobre - Raleigh (North Carolina): Nonwoven Fabric Property Development and Characterization - Inda (www.inda.org/education/advanced-training.php) 13-14 novembre - Dallas (Texas): US Biobased Coatings Summit - ACI Europe - www.wplgroup. com/aci/event/us-biobased-coatings-summit/

India: conferenza settoriale

A Mumbai due giorni dedicati alla trasformazione Il 19 e il 20 giugno si è svolta a Mumbai la settima edizio- trasformazione (macchine e ausiliari), alla loro trasformazione del congresso “Injection, Blow, Roto & PET Moulding”, ne, alla produzione, alle applicazioni e ai trend di mercato. organizzato da ElitePlus++, società di consulenza indiana, Erano circa 600 gli operatori specializzati che hanno preso specializzata nell’organizzazione di convegni inerenti i set- parte all’evento, mentre tra i relatori ha partecipato anche il Gruppo Sacmi, costruttore italiano di macchine per l’imtori materie plastiche e chimica. Durante i due giorni dell’evento sono stati approfonditi i te- ballaggio alimentare, presente in India con una filiale in cui mi dello stampaggio a iniezione, nella prima giornata, e del operano 115 addetti. soffiaggio, dello stampaggio rotazionale e della lavorazione Di fatto, l’India rappresenta uno dei principali paesi destinadel PET, nella seconda giornata, segmenti che rappresenta- tari dell’export italiano di macchine e attrezzature per materie no complessivamente il 25% dell’induplastiche e gomma, dove le tecnologie Un momento dell’edizione 2018 stria trasformatrice indiana. di stampaggio a iniezione, soffiaggio e di Injection, Blow, Roto & PET Moulding Nei due giorni di lavori sono stati affronstampaggio rotazionale impiegano circa tati i vari aspetti legati alle materie prime il 40% del totale delle materie plastiche utilizzabili con le diverse tecnologie di utilizzate in India, pari a 17 milioni di t.

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CORSI E SEMINARI CESAP

Webinar informativi gratuiti 4 luglio - VinylPlus Product Label - La sostenibilità dei prodotti in PVC per il settore Building&Construction, in collaborazione con Istituto Italiano dei Plastici 11 luglio - FMEA: una metodologia per potenziare il sistema qualità, in collaborazione con Istituto Italiano dei Plastici

Materiali 3 luglio - Regolamentazione REACH e ROHS 3: obblighi per la compliance 8 luglio - Come valorizzare le produzioni da plastiche da riciclo 9-10 luglio - Tecniche di colorazione per i polimeri 15 luglio - Economia circolare: conoscere gli aspetti normativi per cogliere le opportunità di sviluppo 17 luglio - Materiali Innovativi - 1° Modulo Plastiche biodegradabili e polimeri da risorse rinnovabili 18 luglio - Materiali Innovativi - 2° Modulo Dai rinforzi tradizionali fino alle nanocariche 23-24 luglio - Life Cycle Assessment e strumenti di comunicazione della sostenibilità

Stampaggio a iniezione termoplastici 10-11-12 luglio - Corso approfondito 19 luglio - Specialista set-up e avvio

SEGNALIAMO DI SEGUITO GLI APPUNTAMENTI FORMATIVI E I WEBINAR GRATUITI CHE SI SVOLGERANNO NEI PROSSIMI MESI AL CESAP produzione applicando la SMED 24 luglio - La manutenzione in reparto

Stampaggio a iniezione elastomeri 24-25-26 giugno - Corso approfondito

Estrusione 15 luglio - Estrusione di materiali polimerici: processo e analisi delle criticità 16 luglio - Estrusione di materiali polimerici: analisi e simulazione software

Assicurazione qualità 25 luglio - Metodi statistici per il controllo

CORSI OPERATIONAL EXCELLENCE CESAP e MIP - Graduate School of Business (la prestigiosa School of Management del Politecnico di Milano) hanno recentemente siglato un accordo strategico per l’erogazione, presso il Plastics Smart Hub 4.0 di Monza, di corsi teorici e pratici sulle principali metodologie dell’Operational Excellence, con specifico focus sulle tecnologie e tematiche del mondo della plastica e della gomma.

World Class Manufacturing • La programmazione della produzione • Il product costing e la contabilità industriale • FMEA: Failure Mode and Effect Analysis • TPM: Total Productive Maintenance • La gestione efficace dei progetti

Lean Six Sigma (Yellow Belt, Green Belt e Black Belt) Cesap ha ottenuto il riconoscimento “Accredited Training Organization (ATO)”, ovvero organizzazione accreditata per la formazione, per l’erogazione di corsi di formazione volti alla certificazione Lean Six Sigma da parte dell’International Association for Six Sigma Certification (IASSC), il più importante organismo mondiale di parte terza (totalmente indipendente), nel campo di formazione e certificazione competenze sulle metodologie Lean Six Sigma. Lean Six Sigma - Yellow Belt Lean Six Sigma - Green Belt I corsi sono programmati dal 16 al 17 luglio; vi invitiamo a contattare la segreteria Cesap per maggiori informazioni. MACPLAS n. 367 - Ottobre/Novembre 2018

qualità nello stampaggio a iniezione

Attrezzature - Progettazione 9-10 luglio - La progettazione di un manufatto in plastica stampato a iniezione 16 luglio - Progettazione prodotto - Calcolo delle tolleranze

Laboratorio 11-12 luglio - Prove fisico-meccaniche e analisi identificative: elementi indispensabili per la caratterizzazione dei materiali plastici

Energy Excellence Energy Excellence è la piattaforma di Cesap specializzata nell’offerta di servizi di formazione e consulenza in materia di corretto uso ed efficiente consumo dell’energia. 21 giugno - Come redigere un Energy Performance Contract: contenuti minimi e obblighi delle parti 28 giugno - Energy Saving Evaluation (UNI ISO 50006, ISO 50015) 12 luglio - Agevolazioni per energivori e gasivori - Fiscalità delle accise NOTA: Il calendario corsi potrebbe subire variazioni e/o essere ampliato. Vi invitiamo a visitare il sito web Cesap alle sezioni “Materiali e Tecnologie”, “Operational Excellence” ed “Energy Excellence” per tutti gli aggiornamenti sulla programmazione.

CESAP C/O IIP (ISTITUTO ITALIANO DEI PLASTICI)

Via Velleia, 4 - 20900 Monza (MB) Tel.: +39 039 2045700 - Fax: +39 039 2045784 E-mail: info@cesap.com www.cesap.com - www.iip.it

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RUBRICHE E VARIE

IN QUESTO NUMERO SI PARLA DI: AZIENDA/ASSOCIAZIONE/ENTE PAGINA

molto piu di un magazine MACPLAS SI FA IN TRE: RIVISTA NEWSLETTER SITO INTERNET. MOLTA PIU VISIBILITA.À MOLTE PIU POSSIBILITAÀ DI CONTATTO. MOLTE PIU OCCASIONI DI BUSINESS.

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ADERCARTA​ 64 AIPE​ 19 AMAPLAST​​ 12; 18; 24; 95 ARKEMA ​76 ASSOGOMMA​ 81-89 ASSORIMAP​ 21 ATAG-EUROPE​ 66 AUTODESK​ 79 AVERY DENNISON ​75 BANDERA​ 42 BARILLA​ 64 BARUFFALDI​ 54 BAUA​ 95 BAUSANO​ 27 BFM​ 40 BRADO​ 71 CARTIERA EMOLLI​ 64 CERISIE ​82; 84 CESAP ​ 101 CHINAPLAS​ 98 CLARIANT ​71 CMG ​44 CONAI​ 19; 21, 24; 64 COOP ITALIA​ 64 COREPLA​ 24; 26 CORIPET​​ 21 CORONA ​26 DASSAULT SYSTEMES​ 76 DIRECT3D​ 71 DOPAG ​37 ECODESIGN ​71 ECOMONDO ​21 ECON ENGINEERING​ 76 ECOPLEN​ 71 EDITORIALE DELFINO ​95 EFSA ​24 ELESA ​53 ELITE PLUS ​100 ENGEL​ 37 EVOPRO SYSTEMS ENGINEERING ​76 EXXONMOBIL ​74 FEDERAZIONE GOMMA PLASTICA​ 16 FERRERO​ 64 FLOWISE​ 53 FRIGEL​ 94 FRIMO ​54 GARDA PLAST​ 21 GEA PROCOMAC​ 75 GEARTEC​ 66 GIFLEX​ 26 GOGLIO​ 64 HASCO​ 94 HD COMPOSITE​ 76 HERONE​ 76 HONEGGER ​96 HUEL​ 75 IANNI & PARTNERS​ 56 ILPRA ​​46 IMBAL LINE​ 50 IRSG ​88 ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO ​19; 64 JEC ​​76; 79 K 2019 ​96 KISTLER​ 94 LABORATORIO TESI​ 94 LAPP ​58 LEHVOSS ​79 MACCHI​ 41 MATERIOTECA ​71 MECCANOPLASTICA​ 40 MESSE DÜSSELDORF​ 96 MONTELLO​ 21 MORETTO ​55 MOSS ​43 NONNO NANNI​ 64 NORDSON BKG​ 52 NPK DESIGN​​ 79 OCORE​ 79 OCS MOULDS​ 94 OMRON​ 58 ORP STAMPI​ 37 PARLEY FOR OCEANS ​26 PARMALAT ​​64 PET ENGINEERING​ 75 PLAST 2021​ 12 PLASTICSEUROPE​ 61 PLASTICS RECYCLERS EUROPE​ 21 POLYSCOPE POLYMERS​​ 76 PREVIERO​ 12 PRINT4ALL​ 26 PROFACTOR ​ 76 QUID​​ 71 RADICIGROUP​ 71 REFITECH COMPOSITES ​79 SALONE DEL MOBILE ​71 SIREG​ 76 SIRMAX​ 94 SOLVAY​ 74 SOREMA ​12 SPE ITALIA​ 94 STANDEX ENGRAVING MOULD-TECH​ 94 STRATASYS ​74 SVERITAL ​ 53 TETRA PAK ​64 TU DRESDA​ 76 UNIPLAST​ 24; 91 UNIVERSAL ROBOTS ​37 UTP VISION​ 37 VARIOMOULD​ 94 VDMA​ 12; 96 VERSALIS ​21 VICTREX​ 76 WACKER​ 37 WEERG​ 58 WITTMANN GROUP​ 31; 95

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The laboratory for physical and mechanical testings

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