Macplas 362 2018

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MACPLAS

Editrice Promaplast Srl - Centro Direzionale Milanofiori - Palazzo F/3 - 20090 Assago (MI) - ISSN 0394-3453

RIVISTA DELLE MATERIE PLASTICHE E DELLA GOMMA

ALLEANZA TRA IMPRESE: PICCOLO È ANCORA BELLO NEL 2017? L’ECONOMIA VERDE www.macplas.it PROTAGONISTA A ECOMONDO IL QUARTO STATO DELLA MATERIA È ORA “DI CASA” ANCHE IN FABBRICA NANOADDITIVI AL SERVIZIO DELLE MATERIE PLASTICHE www.colortech.biz

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italiani confermano la presenza dell'azienda sul

metallici ai pastello, Ampacet opera con una

territorio e offrono ai clienti un'assistenza

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tecnica e un supporto analitico d'eccellenza,

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Ampacet

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ampissima: dai bianchi e neri economici a quelli

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SOMMARIO

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10

MARKETING 10 12

L’EDITORIALE DI RICCARDO AMPOLLINI

18 23

RISALITA COSTANTE DEI GRP IN EUROPA PRODUZIONE, CONSUMI E IMPIEGHI DEL PET A LIVELLO GLOBALE

26 27

IN CRESCITA IL CONSUMO DI MASTERBATCH E ADDITIVI IL MADE IN ITALY CAVALCA LA RIPRESA RUSSA

PLASTICA & AMBIENTE 29

RIDURRE L’IMPATTO AMBIENTALE DELLE ATTIVITÀ L’ECONOMIA VERDE “MADE IN ITALY” PROTAGONISTA IL CONTRIBUTO DEL PVC ALL’ECONOMIA CIRCOLARE I PRODUTTORI EUROPEI SUPPORTANO LE ISTITUZIONI CON UN IMPEGNO VOLONTARIO

45 45

CASA COREPLA A REGGIO CALABRIA TRAVERSINE DI GREENRAIL PER LE FERROVIE STATUNITENSI

47 6 006_007_Sommario.indd 6

BUGNATURA SENZA LIMITI PROGRAMMA DI REINVESTIMENTO PRODUZIONE DI BUSTE DOYPACK SU 4 PISTE MAGGIORE QUALITÀ A COSTI PIÙ BASSI RIUTILIZZO ECONOMICO DI SCARTI IN GOMMA L’IMPACCHETTAMENTO E IL CONFEZIONAMENTO ECCELLENZE PER TUTTE LE OPERAZIONI AUSILIARIE DELLA TRASFORMAZIONE

67 71

NATI PER AVVOLGERE IL FUTURO HA IN SERBO SISTEMI COMPLETI SEMPRE PIÙ EFFICIENTI

73

A ECOMONDO

41 44

UN NUOVO STILE TECNOLOGICO

INDUSTRIALI SONO ORA PIÙ ​CONVENIENTI

64

INDUSTRIALI: OGGI SI PUÒ

37

ELEVATA FLESSIBILITÀ GRAZIE AL CAMBIO RAPIDO DI DIMENSIONI E COLORE

56 58 58 58 60 61 62

NOTIZIARIO ASSORIMAP - INCENTIVI PER IL RICICLO DEL PLASMIX

33

54

ALLEANZA TRA IMPRESE: PICCOLO È ANCORA BELLO NEL 2017?

29

77

DOPPIO TAGLIO SINCRONIZZATO PER ALTE VELOCITÀ DI ESTRUSIONE

73 74 74 75 75 77

DOSAGGIO GRAVIMETRICO E TRASPORTO IN SPINTA DAI PICCOLI AI GRANDI DIAMETRI DIMENSIONI COMPATTE E RISPARMIO ENERGETICO UN GIGANTE DELLA MISCELAZIONE PER LE PAVIMENTAZIONI IMPIANTI RECORD IL QUARTO STATO DELLA MATERIA È ORA “DI CASA” ANCHE IN FABBRICA

MACCHINE & ATTREZZATURE 47 50

QUARANTA CANDELINE GUARDANDO AL FUTURO IL SAPERE DI SOPHIA SI ESTENDE NELL’INDUSTRIA 4.0

82 84 85

“CHI COMPRA I NOSTRI TUBI INVESTE IN SICUREZZA” A PROVA DI PROVE SISTEMA DI TRASMISSIONE IBRIDO, DECENTRALIZZATO E COMPATTO

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IN COPERTINA

MACPLAS

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N. 362 - DICEMBRE 2017/GENNAIO 2018

Editrice Promaplast Srl - Centro Direzionale Milanofiori - Palazzo F/3 - 20090 Assago (MI) - ISSN 0394-3453

RIVISTA DELLE MATERIE PLASTICHE E DELLA GOMMA

ALLEANZA TRA IMPRESE: PICCOLO È ANCORA BELLO NEL 2017? L’ECONOMIA VERDE IL QUARTO STATO DELLA MATERIA È ORA “DI CASA” ANCHE IN FABBRICA NANOADDITIVI AL SERVIZIO DELLE MATERIE PLASTICHE

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MATERIALI & APPLICAZIONI 87 90

NANOADDITIVI - RIVOLUZIONE INVISIBILE UNA PERFETTA COMBINAZIONE DI RESISTENZA TERMICA E CHIMICA

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UNA SOLUZIONE ALL’AVANGUARDIA PER L’IMBALLAGGIO ALIMENTARE

96 100 102

IMPEGNO CONCRETO PER UNA FILIERA SOSTENIBILE CACCIA AI COLORI! SCIVOLANTI CON OTTIME PRESTAZIONI ED ELEVATA STABILITÀ NEL TEMPO

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COME OTTENERE UN PROCESSO PRODUTTIVO IMPECCABILE CON I NUOVI PLASTIFICANTI PER ​PVC

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LAMINATI AD ALTE PRESTAZIONI GRAZIE ALLO SCORRIMENTO COSTANTE

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L’ASPETTO DI UN TESSUTO IN UN SOLO PASSAGGIO TEMPI RIDOTTI ADOTTANDO LA STAMPA 3D PER I COMPONENTI A PERDERE

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RUBRICHE & VARIE 111 114 115 116 116 117

NOTIZIARIO UNIPLAST E PROGETTI DI NORMA NOTIZIARIO SPE ITALIA BIBLIOTECNICA CHINAPLAS - IL FUTURO È NELL’INNOVAZIONE ESPOSIZIONI E FIERE LE NOVITÀ INTERPRETATIVE DELLA DIRETTIVA MACCHINE

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CORSI E CONVEGNI

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Infinite combinazioni di compound e masterbatch Nata nel 1997 e forte di una trentennale esperienza nel campo della produzione e della colorazione dei tecnopolimeri, Color Tech si è specializzata nella produzione di compound tecnici e masterbatch, ponendosi come obiettivo principale quello di diventare un partner affidabile per la propria clientela, garantendo competenza e professionalità. Negli anni, è stata creata una vasta gamma di prodotti sviluppati per soddisfare al meglio le esigenze dei vari mercati, mettendo a disposizione il proprio know how, consigliando e studiando prodotti su misura, che soddisfino al meglio le specifiche caratteristiche tecniche e colorimetriche richieste dai trasformatori. Dal compound al masterbatch, i prodotti offerti trovano impiego nelle più svariate applicazioni e in settori quali: automotive, elettrico ed elettronico, elettrodomestici, arredamento, giocattoli e casalinghi, alimentare e packaging. La divisione compound si è specializzata nella produzione di compound a base di ABS, ASA, SAN, PC, PS, PP, PMMA e leghe di PC/ABS e PC/ASA. Tante le varianti a disposizione: ad alta resistenza all’impatto, termoresistenti, autoestinguenti, caricati con varie cariche minerali e rinforzati vetro, naturali, colorati a campione, Ral, Pantone, NCS ecc., con effetti speciali e con diverse tipologie di additivazione. Per la maggior parte dei compound proposti, Color Tech è in grado di fornire, su richiesta, versioni ecosostenibili prodotte utilizzando, totalmente o in parte, materie prime selezionate, derivate da scarti industriali. La divisione masterbatch produce svariate tipologie di colori ed effetti per tutte le materie plastiche: bianchi, neri, colorati a campione, Ral, Pantone, NCS, trasparenti, fluorescenti, metallizzati, perlati, effetti speciali, con diverse tipologie di additivazione anti-UV, antistatici, antibatterici, antiossidanti e così via. Tutti i prodotti sono disponibili su diversi supporti PE, PP, PS, SAN, PC, PA, PMMA, supporti compatibili, a seconda del tipo di materiale e al settore in cui vengono impiegati: stampaggio, soffiaggio, estrusione eccetera. Tutte le formulazioni sono esenti da metalli pesanti e conformi alla direttiva Rohs e al Regolamento Reach; in base alle specifiche richieste, vengono poi rispettati gli standard delle diverse normative nazionali e internazionali in ambito di conformità alimentare e per l’utilizzo nei giocattoli. I continui investimenti tecnologici in impianti e strumenti di laboratorio all’avanguardia, l’attenzione alla selezione delle materie prime e il costante impegno nella ricerca hanno portato l’azienda a garantire elevati standard qualitativi per i propri materiali. Le certificazioni ISO 9001 e ISO 14001 garantiscono la qualità dei prodotti, prestando attenzione anche all’ambiente. www.colortech.biz

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MACPLAS

INSERZIONISTI 5​ AMPACET​ www.ampacet.com

Anno 42 - Numero 362 Dicembre 2017/Gennaio 2018

69-70 ​​ AMUTEC​​​ www.amutecsrl.com

Direttore Riccardo Ampollini Redazione Luca Mei - Girolamo Dagostino Stefania Arioli

27​ BATTENFELD-CINCINNATI​ www.battenfeld-cincinnati.com

25​ BANDERA​

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55​ BARUFFALDI​

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Ufficio Commerciale Giuseppe Augello

65​ CHEM-TREND ​www.chemtrend.com

86 ​CHEMORBIS​

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Segreteria di redazione Giampiero Zazzaro

113 CHINAPLAS​

www.chinaplasonline.com

60​ CIMBRIA ​www.seasort.com

I Cop. - 7 COLOR TECH ​www.colortech.biz

Comitato di direzione Alessandro Grassi, Andrea Franceschetti, Massimo Margaglione, Corrado Zanga

107​ CONEXTRU ​www.conextru.eu

Hanno collaborato a questo numero: Assorimap, AVK, Corepla, Gino Delvecchio, Boris Fleites-Jończyk, Angelo Grassi, GSI, Vladimiro Antonio Guindani, Oreste Pasquarelli, PlasticsEurope, PVC Forum Italia, SPE Italia, Uniplast Editore Promaplast Srl Centro Direzionale Milanofiori - 20090 Assago (Milano, Italia) Tel.: +39 02 82283735 - Fax: +39 02 57512490 e-mail: macplas@macplas.it - www.macplas.it Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 68 del 13/02/1976 Iscrizione presso l’Ufficio Nazionale della Stampa N. 4620 del 24/05/1994 Direttore Responsabile Mario Maggiani Amministrazione Alessandro Cerizza Impaginazione e prestampa Nicoletta Albiero Stampa e inoltro postale C.N.S.

11​ ELECTRONIC SYSTEMS​​

www.electronicsystems.it

43​ ENGEL ITALIA ​www.engelglobal.com/it

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www.ipm-italy.it

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PREZZO COPIA: 5 euro Abbonamento Italia (6 numeri): 40 euro Abbonamento estero (6 numeri): 60 euro

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La direzione della rivista declina ogni responsabilità per quanto riguarda l’attendibilità degli articoli e delle note redazionali di fonte varia

35​ SALDOFLEX​​

61​ SIKORA​

www.sikora.net

ASSOCIATO A:

66 ​SPD​​

www.spd.it

110​ SPE​

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68​ STAR AUTOMATION​EUROPE

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

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II Cop.​ ZAMBELLO ​​​​​www.zambello.it

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SPONSOR ISTITUZIONALI AMAPLAST ASSOCIA ZIONE NA ZIONALE COSTRUT TORI DI MACCHINE E STAMPI PER MATERIE PL ASTICHE E GOMMA ASSORIMAP ASSOCIA ZIONE NA ZIONALE RICICL ATORI E RIGENERATORI MATERIE PL ASTICHE AIPE ASSOCIA ZIONE ITALIANA POLISTIRENE ESPANSO IIP ISTITUTO ITALIANO DEI PL ASTICI

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UNIONPLAST FEDERA ZIONE GOMMA PL ASTICA SPE ITALIA SOCIET Y OF PL ASTICS ENGINEERS

CIPAD COUNCIL OF INTERNATIONAL PL ASTICS ASSOCIATIONS DIRECTORS

UNIPLAST ENTE ITALIANO DI UNIFICA ZIONE DELLE MATERIE PL ASTICHE

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EDITORIALE

RICCARDO AMPOLLINI

CRESCONO LE IMPRESE VERDI ITALIANE La green economy in Italia è ormai una realtà consistente. Più di un’impresa su quattro, dall’inizio della crisi, ha scommesso su questo settore. Sono infatti 355 mila le aziende italiane, ossia il 27,1% del totale, che dal 2011 hanno investito in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2. Una quota che sale al 33,8% nell’industria manifatturiera. Sono i numeri con cui “Green Italy 2017”, l’ottavo Rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere presentato a fine anno presso il Ministero dello Sviluppo economico, intende dimostrare come la green economy sia la migliore risposta alla crisi. Ad essa si devono infatti 2,97 milioni di “green job”, ossia occupati che applicano competenze “verdi”. Una cifra che corrisponde già al 13,1% dell’occupazione complessiva nazionale. Per promuovere ulteriormente l’economia verde nel nostro Paese, il Consiglio Nazionale della Green Economy (formato da 66 organizzazioni di imprese attive in questo settore) ha elaborato un “Programma per la transizione alla green economy” articolato in 10 proposte, presentate e sottoposte all’attenzione dei politici nella giornata inaugurale degli Stati Generali della Green Economy, svoltisi il 7 e l’8 novembre 2017, all’interno della fiera Ecomondo di Rimini (vedi anche articolo di pagina 37), e organizzati in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e il Ministero dello Sviluppo Economico, con il supporto della Fondazione Sviluppo Sostenibile. Tale “decalogo verde” dovrà offrire gli strumenti per affrontare le principali tematiche della nostra epoca: l’inserimento della green economy tra le priorità dell’agenda parlamentare e di governo, il clima, l’economia circolare, la rigenerazione urbana, la mobilità sostenibile, l’agricoltura sostenibile, la qualità ecologica delle imprese italiane, il capitale naturale, le risorse idriche, l’efficacia delle politiche pubbliche. In attesa che il prossimo governo (quello che uscirà dalle elezioni del 4 marzo) prenda atto di queste proposte e inizi a porre in essere azioni che le rendano quanto più concrete possibile, anche il settore materie plastiche e gomma continuerà a occuparsi di tematiche verdi e, in particolare, i costruttori di impianti per il recupero e il riciclo esporranno le proprie novità tecnologiche all’interno dell’esposizione internazionale Plast 2018, che si svolgerà nel quartiere fieristico di Rho-Pero (Milano) dal 29 maggio al 1° giugno.

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MARKETING

ALLEANZA STRATEGICA TRA AZIENDE

PICCOLO È ANCORA BELLO NEL 2017? IL CLASSICO MODELLO DELLE PMI ITALIANE, SPESSO INDICATO CON LO SLOGAN “PICCOLO È BELLO”, NON FUNZIONA PIÙ TANTO BENE. BISOGNA QUINDI IMPEGNARSI PER CAMBIARE. TUTTI D’ACCORDO, MA CHI FAVORISCE L’AVVIO DI NUOVE INIZIATIVE? LO SCORSO 22 NOVEMBRE AMAPLAST HA FATTO LA SUA DI PARTE, ORGANIZZANDO UNA GIORNATA D’APPROFONDIMENTO PER I PROPRI SOCI DI ANGELO GRASSI E RICCARDO AMPOLLINI

I

l coro è unanime: nella sua prima relazione all’assemblea degli imprenditori italiani, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia aveva già detto nel 2016 che “l’azienda del futuro richiede dimensioni adeguate”, come pure che crescere “deve diventare la nostra ossessione”. In quella stessa assemblea Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia dal 2011, aveva ribadito che “le imprese italiane sono mediamente più piccole di quelle dei paesi concorrenti e hanno maggiori difficoltà a espandersi”. Non è quindi un caso se, nel suo messaggio di benvenuto ai soci partecipanti al semina-

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rio meneghino “Alleanza fra imprese”, del 22 novembre scorso, Mario Maggiani, direttore di Amaplast - l’associazione che raggruppa circa 170 costruttori italiani di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma e che aderisce proprio a Confindustria - ha ricordato che: “Le elaborazioni eseguite dal nostro Centro Studi parlano chiaro: il consuntivo registra un +9,1% all’import e un +14,6% all’export nel primo semestre 2017, rispetto allo stesso periodo del 2016”. Poi, però, Maggiani ha aggiunto: “Nonostante la bontà dei risultati, è un fatto che ci si trovi sovente a competere con i nostri più ag-

guerriti concorrenti storici - i tedeschi - con impari masse critiche. Mediamente, infatti, se un costruttore italiano conta dai 30 ai 50 addetti, la controparte tedesca vanta centinaia, se non migliaia, di dipendenti. Senza scordare che pure in Germania tante aziende sono a gestione familiare, ma con - appunto - dimensioni decisamente maggiori”. Da qui a lodare il noto proverbio “l’unione fa la forza” è stato un passo a dir poco ovvio per Maggiani, il quale ha poi spiegato che “il seminario odierno ha un’origine che risale a un paio d’anni fa, quando - nel novembre del 2015 - facemmo un evento simile presso la sede di Gefran. MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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OPINIONI A CONFRONTO Lì, due nostri soci che avevano da poco sottoscritto un patto d’alleanza commerciale Moss e Omso - avevano illustrato le motivazioni del loro agire. Tra l’altro, recentemente, il direttore generale di Moss, Andrea Fantozzi, ha confermato che l’alleanza prosegue e che la sua azienda ne sta traendo benefici in termini di vendite. Parlando sempre delle “origini” di questo evento, mi piace ricordare che nel 2016 è stata effettuata un’indagine con interviste dirette a 30 soci Amaplast, rilevando un’alta percentuale di sensibilità verso la tematica della collaborazione tra imprese”. Insomma, sono proprio tutti d’accordo sul fatto che si deve cambiare. Certo è che non sempre un “interesse formale” si tramuta in una “azione concreta”! “La collaborazione fra imprese - quella vera, quella che porta le PMI a cambiare pelle per essere più incisive sui mercati globali - non è esente da criticità”, ha infatti chiosato saggiamente Maggiani, “e per approfondirne problemi e vantaggi, abbiamo coinvolto quattro esperti in tematiche legali, fiscali e d’organizzazione d’impresa: Giorgio Del Mare, Evelina Galione, Paolo Benazzo e Giovanni Bandera. Esperti che sono a disposizione per incontri individuali e per risolvere singoli dubbi o rispondere a specifici quesiti”. La parola è quindi passata a Giorgio Del Mare, presidente di ProperDelMare Consulting, il quale è intervenuto sul tema delle “criticità socio-organizzative delle aggregazioni imprenditoriali”.

PROCESSO “PSICOLOGICO” D’AVVICINAMENTO TRA IMPRENDITORI Giorgio Del Mare è uno psicologo che si oc-

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cupa di “change management” e di riorganizzazione aziendale e che, insieme ai partner della sua società di consulenza, ha condotto numerosi processi di integrazione tra aziende, non solo tra PMI e non solo tra imprenditori italiani. “Il tutto, sempre con difficoltà socio-organizzative nient’affatto banali”, ha esordito Del Mare, “che scattano nella mente degli imprenditori ben prima della necessità di un conforto strategico su diritto, tassazioni, forme giuridiche”. Un momento del discorso di benvenuto del direttore Per essere ancora più indi Amaplast, Mario Maggiani cisivi, Evelina Galione - anche lei consulente di ProperDelMare - ha voluto 3) Il management; chi ha determinato assiericordare ai presenti che: “Le prime vere criticità, me all’imprenditore il successo dell’imprenei processi d’avvicinamento tra imprese, sono sa viene spesso assalito da dubbi e timori: sempre di carattere psicologico”. Ecco i quat“Cosa sarà di noi? Siamo tutti dei doppiotro contesti in cui si evidenziano maggiormente: ni… chi sceglieranno?” Ciò richiede cautela, interventi incisivi, specifici, non facili, 1) La propria persona; in questo caso la critiche ogni imprenditore deve pianificare solicità è data dal fatto che ogni imprenditore tamente in base alla propria realtà ed espeha i suoi valori, la sua cultura, il suo trarienza. scorso e il suo stile di leadership, per cui è naturale che, pensando all’integrazione 4) Le dinamiche organizzative; l’integrazione con un’altra azienda, si interroghi sul futuro dei processi, come ad esempio quelli di logrado di rispetto identitario che l’una parte gistica, acquisti e gestione magazzini e/o avrà dell’altra, e viceversa. parti di ricambio, deve essere affrontata rapidamente e con serietà, perché le persone 2) La famiglia e/o i soci; entrambi richiedono che da anni eseguono tali processi hanno di essere gestiti con tempestività all’interno sviluppato nel tempo un proprio modo di di una “intra-negoziazione” approfondita, lavorare e una propria cultura di riferimento per capire quanto siano decisi a fare il pase devono quindi essere guidati e accompaso verso l’esterno, gnati nel cambiamento. con, spesso, figure imprenditoriali non note; quale sia, quin- Queste prime criticità, di natura psicologica, di, il loro vero livello ma con forti impatti operativi, sono da affrontare seriamente, perché la loro gestione determina di commitment. nel bene o nel male - i risultati dell’integrazione e il raggiungimento degli obiettivi di busiIl seminario ness. Prima si affrontano costruttivamente e Amaplast del meglio è. 22 novembre ha Tuttavia, questa consapevolezza non è difvisto l’intervento di quattro esperti fusa come dovrebbe, anche perché, che in tematiche piaccia o no, “il tema dell’integrazione è un legali, fiscali e di “tabù” anche nella psicologia dell’imprendiorganizzazione tore”, come ha affermato a malincuore Gioraziendale su gio Del Mare. “A maggior ragione questo altrettanti temi specifici. In “tabù” è presente in una PMI, dove l’imprenfoto, da sinistra: ditore ha successo quando è “autocentrato”, Evelina Galione e quando è fortemente motivato all’espressioGiorgio Del Mare ne del proprio ego, quando si dà da fare in (ProperDelMare prima persona per accrescere l’azienda… Consulting)

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MARKETING

ProperDelMare Consulting

come se fosse una costola del proprio apparato scheletrico”. Eppure l’aggregazione non è voglia di predominanza o capriccio. È la conseguenza logica di un’analisi fatta dall’imprenditore illuminato, che comprende le dinamiche del suo contesto, riconosce i concorrenti e le loro strategie, capisce il loro agire e valuta le possibili risposte per poi - appunto - tramutare i rischi in opportunità. Ergo: la spinta all’aggregazione sta nel voler reagire per non subire uno scenario schiacciante. Ma quali sono le domande che si deve porre un imprenditore? (E se non se le fa, queste domande… è un bel guaio!) “Le domande che si pone un imprenditore di fronte all’ipotesi d’aggregazione”, ha proseguito Del Mare, “sono del genere: in cosa, come azienda, siamo diversi da come vorremmo essere? È certo che poi non mi pentirò? Con quest’alleanza, da cosa vorrei liberarmi? Posso ancora andare avanti da solo, oppure il tempo gioca a mio sfavore anche se, oggi, posso vantare ancora risultati di successo?” Domanda non da poco, l’ultima, perché spesso chi decide di cambiare lo fa non perché le cose vanno male, ma perché ha la capacità di guardare oltre e il forte desiderio di garantire una durabilità di successo alla propria azienda. “Non mi è mai accaduto di incontrare imprenditori che decidessero di allearsi con altre realtà perché piegati da un periodo di declino strutturale”, ha confermato Del Mare. È ora lampante che il cammino verso l’esternalizzazione degli interessi di un’impresa non è scontato e che richiede grande autoconsapevolezza, anche perché: “Ultimo ma non ultimo”, ha chiosato Giorgio Del Mare, “non sempre l’apparato di un’azienda e quello dell’altra si sommano in un disegno risultante algebrico e formale. Per ottenere vantaggi effettivi dall’alleanza, va ripensata per tempo non solo l’organizzazione futura, ma soprattutto l’identità degli imprenditori proiettata nel contesto a venire”.

Il tema dell’aggregazione viene alquanto percepito dalle aziende italiane

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OPPORTUNITÀ E CRITICITÀ SUL PIANO DEL “DIRITTO” Giurista e professore ordinario di Diritto Commerciale all’Università di Pavia, Paolo Benazzo è anche name partner dello Studio legale SabelliBenazzo. All’insegna del tema “Cooperazione e integrazione tra imprese: opportunità e criticità sul piano del diritto”, Benazzo ha così esordito: “In materia d’integrazione tra imprese, esistono più livelli operativi, come anche diverse modalità e strumenti giuridici. Se poi da cooperazioni, integrazioni, aggregazioni realizzate all’interno dei confini nazionali si passa a quelle di livello internazionale, la materia si fa ancora più complessa. Certo è che, dopo i non banali step psicologici illustrati da Giorgio Del Mare, è necessario porre molta attenzione agli strumenti che il diritto ci consente e ci mette a disposizione per arrivare, caso per caso, alla forma d’aggregazione più consona”. Partendo dalla condizione tipica di una PMI che, operando da sola sul mercato, gode di massima libertà e discrezionalità, Benazzo è entrato nel merito delle criticità che, per contro, la stessa PMI fisiologicamente paga: •p otenziale svantaggio competitivo (in mercati globali) per dimensioni; • s carse attrattività e capacità manageriali; •d ifficoltà nel governare un’eventuale successione generazionale; • ridotta capacità di innovazione e sviluppo; • i mpossibilità d’accesso a benefici e provvidenze normative; • r idotta capacità di sollecitazione e raccolta di risorse finanziarie, alternative al credito bancario. Se invece la stessa PMI entra in una catena, in una situazione d’ampia organizzazione e/o cooperazione - per esempio, facendo parte di una rete di subfornitori in seno a una catena produttiva - teoricamente ci guadagna in: disponibilità di risorse finanziarie; disponibilità di risorse per innovazione e sviluppo; disponibilità di nuovi mercati e linee di prodotto.

Il presidente di ProperDelMare Consulting, Giorgio Del Mare, ha illustrato le criticità socioorganizzative delle aggregazioni imprenditoriali

Certo è che, dal punto di vista giuridico, la collaborazione tra imprese - vuoi per l’impresa dominante, vuoi per quella subordinata - richiede tributi stringenti, atti a salvaguardare l’integrità della nuova organizzazione, quali: osservanza dei principi di corretta gestione societaria e imprenditoriale (cfr. art. 2497 cod. civ.: Direzione e coordinamento di società); assenza di sfruttamento e di abuso dello stato di dipendenza economica (cfr. Disciplina della subfornitura nelle attività produttive: legge n. 192 del 18 giugno 1998). Fin qui Benazzo ha riassunto, in pratica, le due alternative di una PMI: stare da sola, o aggregarsi (in posizione di dominio o di asservimento). Dopodiché ha però illustrato una terza via intermedia, la quale prevede che l’imprenditore si collochi in una situazione che il giurista ha definito “coordinamento tra imprese, di tipo non più strettamente verticale, quanto piuttosto orizzontale, ove la tendenziale omogeneità per dimensioni, struttura, organizzazione, interessi strategici industriali… e pure finanziari tra le imprese partecipanti diviene l’asse portante dell’aggregazione”. Questa integrazione (orizzontale) offre due possibili punti di forza: 1. instaurazione di rapporti di cooperazione e integrazione non invasivi, ordinati nel rispetto delle singole individualità e autonomie; 2. definizione e implementazione di contatti e relazioni a “geometria variabile”, direttamente proporzionali al diverso grado di integrazione perseguita. “A livello giuridico, sono previsti due piani operativi per questa terza via: uno obbligatorio e uno reale”, ha detto Benazzo. Sul piano obbligatorio le imprese, restando autonome, stipulano contratti relazionali che vincolano solo gli aderenti. Siamo quindi di fronte a una buona forma d’agMACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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OPINIONI A CONFRONTO Paolo Benazzo, name partner dello studio legale SabelliBenazzo, ha parlato delle opportunità e delle criticità sul piano del diritto della cooperazione e dell’integrazione tra imprese

gregazione, ma tendenzialmente debole. Il patto “reale”, invece, è una forma d’aggregazione più forte, dove due o più imprese si avvicinano e coordinano i loro reciproci rapporti, non restando solo autonome e legandosi con un contratto, ma - attenzione - dando vita a un soggetto giuridico terzo, autonomo, totalmente nuovo”. Concentrandoci ora sul piano reale, queste sono le opportunità che dà agli imprenditori: • consistenza del vincolo di cooperazione e integrazione, con un passaggio, a livello giuridico, da una tutela meramente obbligatoria (e risarcitoria) a una di tipo “invalidatorio” (incidente sulla validità stessa degli atti d’impresa); • c ostituzione di un contratto pluriennale a comunione di scopo, di durata e a causa associativa e d’organizzazione, con creazione di un centro soggettivo distinto e separazione dei patrimoni e dei complessi aziendali; •p revalenza dell’interesse (comune) della società rispetto agli interessi (individuali) dei singoli soci; • a utonomia operativa, patrimoniale, finanziaria e gestionale della joint venture rispetto alle singole imprese socie. Per contro, queste sono le criticità connesse sempre al piano reale: •p ericolo di “prigionia” nella partecipazione sociale, o di stallo operativo nella gestione della società; •p iù rigidità nelle regole d’organizzazione e d’amministrazione, con contratto a rilevanza esterna e fattispecie tipica (compensabile con pattuizioni a livello parasociale). Opportunità e criticità che possono (e debbono) essere gestite per mezzo di opportune e puntuali pattuizioni contrattuali e statutarie, sì da consentire una crescita armonica, stabile ed efficiente dell’aggregazione tra PMI. Attenzione che, pocanzi, è apparso per la priMACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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ma volta in quest’articolo il termine joint venture, ovvero: interessante forma d’associazione, che, quand’è di capitali, possiede soggettività giuridica piena e autonomia patrimoniale perfetta. Benazzo ha quindi ricordato che, all’interno delle società di capitali di diritto italiano, l’alternativa canonica è tra SpA ed Srl, e cioè: •S ocietà per Azioni: codice organizzativo tipicamente pensato per realtà di medie/grandi dimensioni, aperte alla sollecitazione generalizzata e indistinta verso il mercato dei capitali, con struttura capitalistico-manageriale, a tendenziale irrilevanza delle identità individuali dei soci e dei rapporti fiduciari, con anche saggia tendenziale dissociazione tra proprietà e controllo; •S ocietà a responsabilità limitata: codice organizzativo tipicamente pensato per imprese di piccole/medie dimensioni, tendenzialmente chiuso a sollecitazioni generalizzate e indistinte verso il mercato dei capitali, con struttura gestionale a prevalente immanenza dei soci, forte rilevanza delle identità individuali dei soci e dei rapporti fiduciari, tendenziale coincidenza tra proprietà e controllo. Poi, però, Paolo Benazzo ha presentato agli astanti una “chicca finale”! “Tutti noi siamo portati a paragonare le SpA alle Ferrari e le Srl alle 500. Ma ora non è più così, e non lo è in ragione di una recentissima innovazione legislativa che dà un vantaggio competitivo al nuovo modello denominato Srl-PMI (art. 57, d.l. 2017/50, conv. L. 2017/96; vedi anche d.lgs. 3 agosto 2017, n. 129). Diverse le peculiarità ad esso legate, ma, fra tutte, spicca l’accesso diretto e non selezionato (anche per le quote di partecipazione di capitale) al pubblico risparmio… proprio come in una SpA”. Chicca per nulla banale, quella sull’Srl-PMI, che merita qualche riga in più. Nata tra giugno e agosto di quest’anno, tale formula permette alle PMI di mantenere tutte le ben note peculiarità dell’Srl, massime quelle in tema di regole e assetti organizzativi a rilevanza centrale del socio (o dei soci) “imprenditori” (che possono dunque preservare il proprio ruolo di indirizzo e di governo), ma con in più l’opportunità di poter creare quote - di fatto simili alle azioni di una SpA, come argomentato da Benazzo - da

porre sul mercato per raccogliere risorse finanziarie, alternative al credito bancario, sotto forma di investimenti (in capitale di rischio, dunque, e non di semplici finanziamenti a debito) anche dei piccoli risparmiatori. A tale proposito, addirittura, è stato creato legislativamente un mercato regolamentato ad hoc per la crescita delle PMI… con tanto di portale online dedicato.

RIFLESSI FISCALI PER IMPRESE E IMPRENDITORI “Il nostro sistema tributario tende a favorire l’aggregazione tra imprese mediante norme di neutralità fiscale per le operazioni reali, quali le fusioni societarie”, ha affermato inizialmente il quarto e ultimo relatore, Giovanni Bandera (partner dello studio legale Pedersoli), che però ha poi aggiunto: “Certo è che i legislatori tributari hanno concepito ad arte questi buoni trattamenti per impedirne l’uso distorto: leggasi eludere o evadere le imposte”. Chiuso il cappello sulla sana dualità legislativa in tema d’aggregazione tra imprese, a mo’ di sommario il relatore è passato a elencarne le forme oggi in essere, ovvero: associazione temporanea di imprese (ATI); joint venture; consorzio; rete di imprese. “Rispetto ai miei colleghi relatori”, ha puntualizzato Bandera, “ho aggiunto l’opzione dell’associazione temporanea d’impresa perché, in certi settori, è alquanto tipica. Basta pensare alle gare d’appalto verso le amministrazioni pubbliche… ma non solo… dove per solito c’è una capofila (cioè l’impresa più grande, che possiede i requisiti per poter accedere alle gare) che costituisce con imprese più piccole (generalmente subfornitori, in grado di svolgere solo “pezzetti” dell’appalto) una ATI, appunto, in quanto miglior strumento organizzativo atto a partecipare alle gare e, possibilmente, a vincerle”. In corso d’opera, l’impresa capogruppo dell’ATI raccoglie, presso le imprese mandatarie, i dati contabili relativi ai lavori eseguiti. Dopodi-

Giovanni Bandera, partner dello studio legale Pedersoli, ha descritto i riflessi fiscali per le imprese e gli imprenditori derivanti da alleanze e integrazioni

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MARKETING

ché, periodicamente e sulla base del disciplinare di gara e delle indicazioni della stazione appaltante, sempre l’ATI procede alla presentazione di appositi Stati di Avanzamento dei Lavori (SAL). Alla fine della commessa, le singole imprese del raggruppamento procedono alla fatturazione all’ente appaltante; ognuna per le quote di propria competenza. In merito alle scritture contabili, è opportuna una distinzione a seconda che l’ATI si qualifichi, o meno, quale autonoma organizzazione, perché se: 1. l’ATI non è considerata come “autonoma organizzazione”, le singole imprese del raggruppamento non si comportano in modo unitario e indistinto tra loro e nei confronti di terzi. In tal caso l’ATI non è soggetto giuridico autonomo e, pertanto, non è obbligata alla tenuta delle scritture contabili. Ogni impresa, come già accennato, indica ordinatamente nella propria contabilità i costi e procede a fatturare la propria quota di competenza, secondo le indicazioni presenti nella contabilità dei lavori redatta dalla capogruppo; 2. l’ATI è considerata come “autonoma organizzazione”: il rapporto di mandato ha determinato il nascere di un’autonoma organizzazione con la relativa apertura di posizioni Inps, Inail, Cassa Edile. In tale caso l’ATI è un soggetto giuridico autonomo e, pertanto, è obbligata alla tenuta delle scritture contabili. All’ATI sono imputati i ricavi delle prestazioni e i costi dei rapporti di fornitura, ai fini dell’esecuzione dell’opera oggetto dell’appalto. Sempre l’ATI fattura direttamente alla stazione appaltante e il reddito viene imputato alle imprese partecipanti, secondo la quota spettante a ciascuna di esse. La trattazione si è poi indirizzata verso le joint venture. E qui Bandera ha puntualizzato: “In verità, nell’ordinamento italiano mancano ancora sia una definizione giuridica sia una disciplina del contratto per tale forma d’associazione. Posso però dire che la joint venture è una forma di associazione temporanea tra imprese anche di differente nazionalità - per solito, infatti, una JV opera in ambito internazionale - dove le società aderenti si accordano per lo svolgimento di un affare o di un’attività, mettendo in comune i propri mezzi”. In termini civilistici, invece, la joint venture si distingue tra: “corporate joint venture”, che si manifesta mediante la costituzione di una nuova società distinta rispetto alle imprese partecipanti; “contractual joint venture”, che si manifesta attraverso un accordo stipulato tra le imprese partecipanti che non comporta la costituzione di una nuova società, ma l’assunzione di reciproci impegni contrattuali.

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“Alleanze strategiche fra imprese: aspetti legali, fiscali e organizzativi” era il titolo della giornata di approfondimento organizzata da Amaplast presso la propria sede di Milanofiori

Passando poi ai consorzi, secondo Bandera: “La distinzione più importante da fare è tra i consorzi con attività interna e quelli con attività esterna. Sono “consorzi interni” quelli che hanno come scopo la tutela dei consorziati (per esempio, con la creazione di un marchio comune, con la valorizzazione dei prodotti di un determinato territorio ecc.). Sono “consorzi esterni” quelli che espletano attività economiche nel mercato, ponendosi come organizzazione intermedia fra consorziati e terzi… e con l’assunzione d’obbligazioni economiche nei confronti dei terzi, per conto dei consorziati”. In termini civilistici e contrattuali, dalla distinzione tra consorzi esterni e interni discendono rilevanti conseguenze. Ai primi il legislatore riconosce espressamente autonomia patrimoniale, per effetto della costituzione del fondo consortile. Inoltre, data la loro apertura verso l’esterno, questi consorzi sono dotati di un certo grado di soggettività, intesa come possibilità di essere centro d’imputazione di situazioni giuridiche attive e passive. I consorzi interni, invece, implicano obbligazioni soltanto nei confronti dei consorziati contraenti. Diversa cosa è la questione fiscale, per la quale il legislatore sembra non attribuire rilevanza decisiva alla distinzione. C’è poi un’ulteriore declinazione, che prevede i “consorzi per l’internazionalizzazione”. “I consorzi per l’internazionalizzazione possono svolgere una vasta gamma d’attività”, precisa Bandera, “dalla diffusione internazionale dei prodotti e dei servizi delle PMI al supporto alla loro presenza sui mercati esteri, anche con forme di collaborazione e partenariato con imprese estere. A tali attività possono aggiungersi l’importazione di materie prime e prodotti semilavorati, la tutela e l’innovazione dei prodotti e dei servizi commerciali nei mercati esteri, anche attraverso marchi in contitolarità o collettivi”. Infine, Bandera ha affrontato la questione delle reti d’impresa, ricordando che: “Il tema dell’aggregazione imprenditoriale è centrale

nella politica industriale italiana, visto che la piccola dimensione sembra apparire sempre di più come un elemento di debolezza competitiva e non più un vantaggio come in passato, quando il processo di globalizzazione non si era ancora sviluppato nei termini attuali. Il contratto di rete, se ben impostato, consente di coniugare l’indipendenza proprietaria dell’azienda con l’acquisizione dei vantaggi derivanti dall’appartenenza a un gruppo imprenditoriale”. Nel dettaglio, le imprese che redigono un contratto di rete ai sensi dell’articolo 3 del D.L. 10 febbraio 2009, n. 5, hanno due alternative: possono stipulare un contratto con il quale regolare una collaborazione con altre imprese (c.d. rete contratto); possono stipulare un contratto per costituire un nuovo soggetto giuridico (c.d. rete soggetto). “Il fare rete consente l’accesso a misure vantaggiose, che le singole imprese aderenti potrebbero non riuscire a ottenere”, ha affermato Bandera, “quali il credito d’imposta del 50% delle spese incrementali in ricerca e sviluppo, sostenute nel periodo 2017-2020, e poi dei costi sostenuti per il personale altamente qualificato e tecnico, quindi dei contratti di ricerca con università, enti di ricerca, imprese, start up e PMI innovative, delle quote di ammortamento di strumenti e attrezzature di laboratorio… e altro ancora”. Ultima, ma non meno importante, è la riflessione con la quale Bandera si è accomiatato: “Vorrei restasse come mio messaggio finale che l’aspetto tributario è, sì, importante, ma non è mai quello che può portare alla decisione d’aggregazione. E se lo è… preoccupatevi! Nel senso che se un tempo - e qui penso agli Anni Ottanta o Novanta - era vero che si facevano le aggregazioni anche a scopo fiscale, ciò avveniva perché allora c’erano meno norme antielusive e perché la semplice aggregazione dava vantaggi in termini monetari talmente elevati… che poi si chiudeva un occhio su aspetti di natura gestionale. Vi garantisco proprio che, oggi, non è più così!”. MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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Composites Europe 2017

MARKETING

CRESCITA CONFERMATA DALL’INDAGINE DI AVK

RISALITA COSTANTE DEI GRP IN EUROPA PER IL MERCATO EUROPEO DEI COMPOSITI RINFORZATI CON FIBRE DI VETRO IL 2017 È STATO IL QUINTO ANNO CONSECUTIVO DI CRESCITA, LA QUALE, TUTTAVIA, VARIA IN MISURA SPESSO SIGNIFICATIVA DA PAESE A PAESE, ANCHE IN TERMINI DI PROCESSI PRODUTTIVI E MATERIALI UTILIZZATI A CURA DI AVK E GINO DELVECCHIO

S

econdo i risultati della ricerca condotta annualmente da AVK (l’associazione tedesca dei plastici rinforzati), nel 2017 la crescita del mercato europeo dei GRP (Glassfibre Reinforced Plastics) dovrebbe essersi stabilizzata intorno al 2% rispetto al 2016. Tale incremento corrisponde a un volume produttivo di circa 1,12 milioni di tonnellate. Trasporti/mobilità ed edilizia/costruzioni rimangono i maggiori consumatori di plastici rinforzati con fibre di vetro in Europa, ciascuno incidendo per un terzo della produzione totale. Il ruolo chiave svolto da questi due settori nelle economie nazionali spiega la tendenza della produzione di GRP a seguire la crescita a lungo termine del PIL. Nonostante l’eccellente potenziale per nuove applicazioni, i GRP sono ormai considerati prodotti standard. Data la natura diversificata del mercato, le fluttuazioni delle singole industrie utilizzatrici vengono appiattite dalle applicazioni negli altri settori. La crescita pur costante della produzione europea di GRP appare tuttavia in ritardo rispetto a quella globale, ben superiore

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al 2%. Di conseguenza, nonostante la tendenza positiva in termini assoluti, la quota europea della produzione mondiale continua a contrarsi. Come di consueto, l’indagine annuale dell’associazione AVK copre tutti i paesi europei con

l’aggiunta della Turchia (i cui dati sono trattati separatamente) e prende in considerazione tutti i plastici rinforzati a matrice termoindurente, oltre ai termoplastici rinforzati con mat di vetro (GMT) e con fibre lunghe (LFT).

PRODOTTI E PROCESSI I componenti in SMC (Sheet Moulding Compound) e BMC (Bulk Moulding Compound) rappresentano il segmento più ampio del mercato, con un quarto della produzione totale europea di GRP (vedi tabella 1). I semilavorati stampati a compressione (nel caso degli SMC) e a iniezione (BMC) vengono trasformasti in manufatti finiti utilizzati soprattutto in elettrotecnica/elettronica e nei trasporti (principalmente auto). La

Fig. 1 – Produzione (volumi) di GRP in Europa, dal 1999 al 2017 (stima), in migliaia di tonnellate (kt)

Fonte: AVK

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crescita leggermente più lenta (2,2%) di questi prodotti rispetProcessi di lavorazione 2014 2015 2016 to al 2016 corrisponde a un voSMC 190 191 198 lume produttivo totale stimato BMC 74 74 76 di 280 mila tonnellate, di cui ∑ SMC-BMC 264 265 274 circa due terzi ad appannaggio Stratificazione manuale 138 139 140 degli SMC. I processi in stampo aperto Spruzzo 94 96 97 stratificazione manuale e taglio/ ∑ Stampo aperto 232 235 237 spruzzo - mantengono la seRTM (stampo chiuso) 132 137 141 conda posizione con una proLastre 84 86 89 duzione di 238000 t. Il trend di Pultrusione 48 49 50 crescita di questo segmento, relativamente debole negli ul∑ Lavorazione in continuo 132 135 139 timi anni, non è affatto miglioAvvolgimento filamentare 79 80 80 rato nel 2017, scendendo adColata centrifuga 66 68 68 dirittura sotto l’1%. Un quadro ∑ Tubi e serbatoi 145 148 148 negativo determinato dalla stagnazione perdurante della straGMT-LFT 121 132 140 tificazione, il più diffuso dei due Altri 17 17 17 processi. I prodotti tipici riguarTotale 1043 1069 1096 dano carcasse per turbine eoliche, piscine, scafi e componenti nautici, oltre a parti aggiuntive per veicoli impiego negli autoveicoli, soprattutto in pannelli speciali, prototipi e stampi. Da segnalare anche laterali per autocarri, sovrastrutture per caravan alcune applicazioni in edilizia e infrastrutture, e adattamento di mezzi commerciali. A questi vanno aggiunte le facciate, in edilizia. come, per esempio, le facciate di edifici. Continua la tendenza in forte crescita (3,5%), Il mercato dei profili pultrusi, in particolare, resuperiore alla media, dei componenti realiz- gistra la crescita più consistente (6%) nell’induzati mediante il processo RTM (Resin Transfer stria europea dei GRP, con un volume produtMoulding) in stampo chiuso, che secondo le sti- tivo di 53000 t. I settori dei beni di consumo e me dovrebbe toccare una produzione totale di privati e quello edile rappresentano i maggiori 146000 t. Le applicazioni spaziano dai veicoli campi applicativi di questo segmento, ciascuno alle turbine eoliche, dalla nautica a sport e tem- con una quota del 20% circa. Le applicazioni tipiche dei profili in GRP comprendono elemenpo libero. Nel 2017 la produzione di componenti in GRP ti per ponti, sistemi di supporto o condotti per mediante processi in continuo ha registrato un cavi, ringhiere, componenti per impianti induincremento del 5%, più consistente di ogni al- striali e per alcune aree del settore dei trasporti. tro segmento, prolungando il trend positivo de- Dopo la stagnazione dello scorso anno, il seggli ultimi anni con un volume totale di 146000 mento dei tubi e serbatoi realizzati mediante t. Da parecchio tempo questi prodotti trovano colata centrifuga e avvolgimento filamentare è

2017* (stima) 202 78 280 140 98 238 146 93 53 146 78 67 145 145 18 1118

Fonte: AVK

TAB. 1 - PRODUZIONE DI GRP (VOLUMI) IN EUROPA DAL 2014 AL 2017, IN BASE A PROCESSI/COMPONENTI (MIGLIAIA DI TONNELLATE, O KT)

l’unico a registrare un calo sul mercato europeo dei GRP. Il volume è sceso del 2%, fino a 145000 t. Questi prodotti sono utilizzati principalmente nella costruzione di impianti e condutture pubbliche/private, oltre che nel settore petrolchimico. Al contrario, GMT ed LFT manifestano una crescita continua superiore alla media (3,6%), pur rallentando leggermente. La loro quota sul mercato europeo dei GRP è salita dal 5% del 2000 al 13% del 2017, con un volume pari a 145000 t e un rapporto di 2/1 a favore dei termoplastici con fibre lunghe. Le applicazioni tipiche riguardano soprattutto l’auto: protezioni sottoscocca, paraurti, cruscotti e scheletro dei sedili.

MERCATI APPLICATIVI E RIPARTIZIONE GEOGRAFICA Nonostante i differenti trend riguardanti i vari processi di lavorazione, le quote dei GRP impiegati dai maggiori settori applicativi europei rimangono le stesse del 2016 (figura 2). Trasporti ed edilizia/costruzioni consumano ciascuno un terzo della produzione totale. Gli altri campi applicativi comprendono elettrotecnica/elettronica e sport/tempo libero, entrambi col 15%. Per tutti i paesi e le regioni oggetto dell’indagine di AVK il 2017 può essere considerato un anno di crescita tra l’1 e il 3% (tabella 2). Al vertice della classifica si conferma la Germania, con un volume produttivo di 226000 t, precedendo Europa dell’Est (203000), Spagna/Portogallo (161000), Italia (158000) e Regno Unito/Irlanda (153000). Un discorso a parte, come detto, me-

Fig. 2 – Produzione di GRP in Europa, suddivisa per settori applicativi (2017)

Edilizia/Infrastrutture Elettrico/Elettronico Sport e tempo libero

Altri

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Fonte: AVK

Trasporti “Le strutture leggere in composito sono particolarmente importanti per la competitività internazionale dell’industria tedesca ed europea”, ha affermato Elmar Witten, direttore generale dell’associazione AVK

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MARKETING

rita la Turchia, che continua a manifestare una forte crescita (oltre il 5%) con un volume di produzione (280000 t) superiore persino a quello tedesco, secondo quando dichiarato dalla locale associazione dei compositi TCMA (Turkish Composites Manufacturers Association). Nonostante l’impressione creata dalle varie indagini di mercato e dalle relazioni presentate in diverse occasioni, i GRP continuano a essere di gran lunga il gruppo di materiali maggiormente utilizzato nell’ambito dell’industria dei compositi. Nel 2016 i rinforzi a base di fibre di vetro (fibre corte e lunghe, roving, tessuti, mat) sono stati impiegati nel 95% e passa del volume totale di compositi. In particolare 2,8 milioni di t di GRP prodotti in Europa sono stati utilizzati negli oltre 10 milioni di t (fonte: Jec Composites) di compositi lavorati a livello globale.

PROSPETTIVE FUTURE Le odierne applicazioni dei GRP, ritenuti generalmente materiali futuristici leggeri impiegati soprattutto nell’industria aerospaziale e in quella automobilistica, vengono spesso trascurate. Ma, in effetti, questi materiali servono diversi mercati tradizionali e molti di loro vengono utilizzati da decenni in un’ampia gamma di appli-

Produzione di GRP 2017 cazioni consolidate e in Europa (kt) 2014 2015 2016 (Stima) per la produzione in Regno Unito-Irlanda 146 150 152 153 serie. Inoltre, la proBenelux 43 44 45 46 gettazione di maFinlandia, Norvegia, 42 39 40 40 nufatti leggeri non Svezia e Danimarca è l’unico vantaggio Spagna-Portogallo 154 156 158 161 dei fibrorinforzati e, in molti casi, il loro poItalia 148 150 154 158 tenziale d’applicazioFrancia 108 108 110 112 ne è già stato mesGermania 200 212 220 226 so a fuoco. Tuttavia Austria-Svizzera 18 18 18 19 molti decision-maEuropa Orientale* 184 192 199 203 ker non hanno abbastanza familiarità con Totale 1043 1069 1096 1118 questi prodotti. Turchia** 245 245 265 280 Modificare tale atteg* Europa Orientale: Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Serbia, Croazia, giamento rappresenMacedonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia, Slovenia **Fonte: TCMA ta proprio la principale sfida che attende quest’industria nel suo complesso. In tale pro- alle quali - secondo AVK - l’industria dei comspettiva è orientata la continua automazione positi deve trovare risposte rapide. In partico(anche in ottica Industria 4.0) e ottimizzazione lare, deve accettare e superare le diverse sfide lavorando sulle debolezze percepite. Così dei processi industriali di lavorazione. Così come risulta difficile imporre la scelta dei facendo sarà possibile proseguire la striscia di compositi nel settore edile e delle infrastruttu- successi conseguiti da diversi anni e il settore, il cambiamento delle esigenze e gli svilup- re potrà guardare al futuro con un certo ottipi nell’area della mobilità presentano domande mismo.

Fonte: AVK

TAB. 2 – PRODUZIONE (VOLUMI) DI GRP IN EUROPA - E TURCHIA - SUDDIVISA PER PAESI/GRUPPI DI PAESI (KT)

A Stoccarda si è ritrovata l’industria mondiale dei materiali rinforzati

406 espositori e 8342 visitatori per Composites Europe Dal 19 al 21 settembre si è svolta a Stoccarda la fiera Composites Europe, dedicata ai materiali compositi, alle tecnologie per lavorarli e alle loro applicazioni. Le positive prospettive di mercato (descritte in sintesi in queste pagine, ndr) si sono riflesse anche sull’edizione di quest’anno: con un totale di 406 espositori provenienti da 28 paesi e 8342 visitatori, Composites Europe 2017 ha registrato un successo di pubblico solo di poco inferiore al risultato dello scorso anno (8622 visitatori), ma in compenso ha allargato il proprio raggio d’azione internazionale. Oltre il 40% dei visitatori proveniva infatti dall’estero - da ben 63

La prossima edizione di Composites Europe è in programma a Stoccarda dal 6 all’8 novembre 2018

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paesi - con la quota maggiore detenuta dai paesi europei, ma anche con operatori giunti da lontano: Brasile, Stati Uniti, Canada, Sud Africa e addirittura Giappone e Nuova Zelanda. Dennis Baumann, responsabile global sales di SGL Group, ha confermato questo dato: “Abbiamo incontrato clienti dalla Germania e dal resto d’Europa, ma pure da Stati Uniti, Cina e India. Vi è un grande dinamismo, anche in settori applicativi quali l’edilizia e le costruzioni meccaniche”. Per Hans-Joachim Erbel, CEO di Reed Exhibitions (organizzatore di Composites Europe), questi risultati confermano la correttezza della decisione di spostare definitivamente la manifestazione a Stoccarda: “La vicinanza all’industria automobilistica e a quella aerospaziale, vale a dire i settori trainanti dei compositi, ha dato un ulteriore impulso alla fiera”. Anche vari espositori hanno salutato positivamente questa decisione. “Stoccarda è una location entusiasmante per noi e le nostre attività, la maggior parte delle quali si svolge all’estero. Ecco perché stiamo programmando di tornare l’anno prossimo e di incrementare i nostri sforzi per creare una rete più ampia di relazioni”, ha dichiarato Estibalitz Arregi, responsabile per i materiali compositi della società spagnola Fagor Arrasate. “Quest’anno la fiera è stata caratterizzata da visitatori di alto profilo, la domanda è stata di gran lunga maggiore e abbiamo stabilito ottimi contatti con committenti come Mercedes e Airbus”, ha sottolineato infine Michael Stahl, direttore comunicazione e marketing di Hexion.

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MARKETING

DATI DAL PET DAY 2017

PRODUZIONE, CONSUMI E IMPIEGHI DEL PET A LIVELLO GLOBALE ORGANIZZATO DA GSI IL 28 SETTEMBRE 2017 AD ARTIMINO, IN PROVINCIA DI FIRENZE, IL PET DAY RAPPRESENTA SENZA DUBBIO UN’IMPORTANTE FONTE DI DATI PER GLI OPERATORI DEL SETTORE PET. IN QUESTO ARTICOLO SI RIPORTANO QUELLI PIÙ SIGNIFICATIVI, RELATIVI A PRODUZIONE E CONSUMI DI POLIETILENTEREFTALATO, CON UN ACCENNO ANCHE ALLE APPLICAZIONI DI QUESTO POLIMERO DI ORESTE PASQUARELLI

I

principali settori d’impiego del PET (polietilentereftalato) sono: fibre tessili e film biorientati, prodotti dagli Anni Cinquanta in poi, e bottiglie biorientate, comparse sui mercati statunitensi alla fine degli Anni Settanta e, dagli Anni Ottanta, in Europa. Oggi il mercato mondiale del PET “bottle grade” è in continua espansione in tutto il mondo, poiché le bottiglie biorientate presentano una combinazione di caratteristiche ideale per il confezionamento di acque minerali, bevande gassate, alimenti liquidi e prodotti farmaceutici. Un fattore importante per la diffusione delle botti-

glie in PET è tuttora il livello dei prezzi del polimero, pari a 1000-1100 euro/t nel 2017, in Europa. Per tutti gli altri polimeri impiegati nel settore del packaging (PE, PP, PS, PVC) le quotazioni sono superiori e comprese tra 1200 e 1600 euro/t.

PRODUZIONE E CONSUMI DI PET Nel 2017 il consumo di PET bottle grade a livello mondiale è stato di 22,3 milioni di tonnellate. La capacità produttiva installata è invece pari a 29,4 milioni di tonnellate. Sempre a livello mondiale, nel periodo che va dal 2010 al 2020, il bilancio reale e quello previsto tra

TAB. 1 - BILANCIO REALE E PREVISTO TRA PRODUZIONE E CONSUMI (2010 - 2020) Anno

Produzione (kt)

Consumi (kt)

​Sovraccapacità (kt)

2010​ 2013

18000

15000

​3000

24000

18900

5100

2016

27000

20500

6500

2017

29400

22300

7100

2018 (stime)​

32000

23000

9000

2020 (previsioni)

32000

24000

8000

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produzione e consumi è mostrato in tabella 1. In Cina, i nuovi impianti avviati hanno prodotto 2700 kt nel solo 2017, portando la sovraccapacità installata in questo paese a circa 4500 kt. Negli ultimi 7 anni le esportazioni di PET dalla Cina hanno avuto il seguente andamento e si prevede che raggiungano le 2300 kt nel 2018: Anno​ Esportazioni totali dalla Cina (kt) 2010​ 700 2013​ 1800 2016​ 2000 2017 ​2100 (stima) 2018 ​2300 (previsione)

In Texas, a Corpus Christi, l’impianto del gruppo Italiano Mossi & Ghisolfi - la cui costruzione è stata avviata nel 2014 - avrebbe dovuto raggiungere una capacità di 1100 kt di PET e 1300 kt di PTA (acido tereftalico, materia prima per il PET). Purtroppo l’uragano “Harvey” ha inondato questo stato americano ritardando il completamento e l’avvio dell’impianto. A tutto ciò si sono aggiunti i noti fatti che hanno coinvolto il gruppo, portandolo a richiedere la procedura di concordato preventivo in Italia e il Chapter

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MARKETING

11 negli Stati Uniti (vedi box in questa pagina). In Europa, invece, il consumo totale di PET negli ultimi anni è stato il seguente: ​​Anno​ Consumi (kt) ​2010​ 3100 ​2013 ​3000 ​2016 ​3200 ​2017 ​3300 (stima) ​2018 ​3400 (previsione) ​2019​ 3500 (previsione)

Sviluppi per Mossi & Ghisolfi

Concesso il concordato preventivo e richiesto il “Chapter 11”

Il progetto dell’impianto di Mossi & Ghisolfi a Corpus Christi, in Texas

Al fine di assicurare la “par condicio creditorum”, il 26 ottobre 2017 il tribunale di Alessandria ha ammesso alla procedura di concordato preventivo, in base all’articolo 161, sesto comma, della Legge Fallimentare, le otto società del Gruppo Mossi Ghisolfi che ne avevano fatto richiesta nei giorni precedenti: Mossi & Ghisolfi, M&G Finanziaria, Biochemtex, Beta Renewables, Italian Bio Products, IBP Energia, M&G Polimeri e Acetati Immobiliare. A decorrere proprio dal 26 ottobre, il Tribunale ha concesso il termine massimo di 120 giorni per il deposito di una proposta e di un piano aziendale (che sembrano essere già in fase di studio) che consentano al gruppo la sua prosecuzione in continuità con il passato, eccezion fatta per IBP, per la quale tale termine è stato fissato a 60 giorni. Inoltre, le società del gruppo operanti negli Stati Uniti nel settore del PET - M&G Resins Usa, M&G Finance Corporation, M&G Waters Usa, Mossi & Ghisolfi International, M&G Usa Holding, M&G Chemicals, Chemtex International, Chemtex Far East, Indo American Investments ed M&G Capital hanno richiesto il “Chapter 11” (norma statunitense che regola i procedimenti fallimentari) presso le autorità del distretto del Delaware. Alcune recenti indiscrezioni, però, danno per certo l’interesse di Versalis (controllata di ENI) per Mossi Ghisolfi e ciò potrebbe rappresentare un’occasione unica di ripresa per il gruppo italiano.

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Sono stati oltre cento i partecipanti al PET Day 2017, organizzato da Global Service International

Purtroppo, però, nel Vecchio Continente sono stati fermati molti impianti negli ultimi anni, quali per esempio: Anno​ Società e luogo ​Capacità (kt) 2013​ La Seda (San Giorgio, Italia)​ 180 2014​ Indorama (Ottana, Italia)​​ 175 2014 ​Indorama (Workington, UK) 160 2017 ​ M&G (Patrica, Italia)​​ 100 Totale​​​ 615

Tra i pochi impianti rimasti in Europa per la produzione di PET si possono annoverare quelli delle società: NeoPET, in Lituania, con una capacità di 150 kt prevista per il 2018; Plastipak, a Verbania (provincia di Verbano-Cusio-Ossola), che produce 80-100 kt di PET, trasformate in preforme presso gli stabilimenti di Verbania e di Anagni. Altri impianti europei - attualmente non produttivi - che potrebbero essere riavviati sono quelli delle aziende: La Seda, ad Acerra (Italia), per circa 150 kt; Indorama, in Spagna, per 40 kt; JBF di Geel (Belgio) per 440 kt. Impianti installati in paesi vicini al Vecchio Continenti sono invece: Anno di avvio Società e luogo Capacità (kt) 2014 EIPET (Egitto), oggi non produttivo​ 480 2014 ​Indorama (Turchia)​ 250 2014​ Koksan (Turchia), parzialmente produttivo​​ 210 2015​ Mogilev (Bielorussia) 160 Totale (considerando le produzioni reali) 620

Pertanto è interessante valutare anche i volumi d’importazione in Europa per provenienza e per paese di destinazione, mostrati in tabella 2 per l’anno 2017.

IMPIEGHI E RICICLO DI PET Oltre che nella produzione di bottiglie, il polietilentereftalato viene impiegato anche nel settore tessile (per fiocco e filo) e del film biorientato e

stabilizzato ad alta temperatura. Per il 2017, il consumo totale di PET, a livello mondiale, è stato stimato in 75000 kt, così suddivise: 22300 kt per produrre bottiglie e foglie (la produzione di foglie termoformabili si ottiene anche grazie al riciclo meccanico del polimero proveniente da bottiglie post consumo), 48700 kt per uso tessile e 4000 kt per film biorientati. Per il settore delle bottiglie occorre produrre un PET ad alto peso molecolare (Viscosità Intrinseca I.V. pari a 0,74-0,86 dl/g), mentre per il settore tessile e dei film biorientati la I.V. è di 0,580,60 dl/g. Sempre nel settore tessile, il PET sta erodendo quote di mercato al cotone (54% contro 27% nel 2016) e alle altre fibre (19%). Gli impieghi dei film biorientati sono invece i seguenti: imballaggi, anche accoppiati ad altri film termosaldabili (56%); impieghi per usi industriali (25%); applicazioni per isolamento elettrico ed elettronica (16%); altri utilizzi (3%). A livello europeo, il riciclo delle bottiglie in PET è ormai un settore industrialmente organizzato. In Italia, in particolare, grazie a Corepla (Consorzio nazionale per il recupero degli imballaggi in plastica) sono raccolte 200 mila t/anno di bottiglie post consumo, che vengono vendute ad aziende specializzate nel riciclo del PET e reimmesse sul mercato sotto forma di scaglie. Gli impieghi più diffusi di queste ultime sono nel campo della produzione di fibre tessili (soprattutto per imbottiture) e di foglie amorfe, destinate alla realizzazione di contenitori termoformati. In genere, al fine di permetterne l’impiego a contatto con i prodotti alimentari, si producono foglie coestruse con uno strato di PET vergine sui due lati della foglia. Tra gli altri impieghi del PET post consumo, infine, va evidenziata la produzione, particolarmente in crescita, di reggette per il confezionamento e il trasporto con imballaggi industriali.

TAB. 2 - VOLUMI D’IMPORTAZIONE IN EUROPA PER PROVENIENZA E PER PAESE DI DESTINAZIONE, NEL 2017 Paese di provenienza

​k t

Paese di destinazione

​k t

Corea del Sud​

200

Italia

India

170

Romania

​​340

Turchia

140

Bulgaria

70

Indonesia

70

Francia

40

Altri

140

Altri

190

TOTALE

720

TOTALE

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esempio, per la produzione di sacchi della spazzatura), i tubi, i cavi elettrici ecc. Il nero di carbonio, spesso impiegato pure nella produzione di tecnopolimeri, anche conduttivi, è particolarmente resistente allo scolorimento negli ambienti esterni. Con una quota del 31% sul totale, nel 2016 l’imballaggio (rigido e flessibile) ha assorbito la maggior parte della domanda di masterbatch, seguito da edilizia, applicazioni industriali e trasporti. Proprio per questi ultimi si prevede l’incremento più significativo entro il 2024 (+3,1% all’anno), a cui contribuirà considerevolmente anche l’industria aerospaziale.

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A Interplastica 2018

Il made in Italy cavalca la ripresa russa Nei primi nove mesi del 2017, le esportazioni italiane di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma verso la Russia sono aumentate del 109%, rispetto allo stesso periodo del 2016. È quanto emerge dalle elaborazioni del Centro Studi di Amaplast - l’associazione di categoria aderente a Confindustria che raggruppa oltre 170 costruttori - in base ai dati di commercio estero pubblicati da Istat. Tale ottimo andamento ha fatto rientrare la Russia - storico e importante sbocco commerciale in ambito europeo - nella “top ten” delle destinazioni delle vendite all’estero dei costruttori italiani, dopo un quadriennio di forte calo, in seguito alle sanzioni imposte al paese e alle concomitanti difficoltà economiche del mercato. Vale la pena sottolineare come una quota consistente delle forniture italiane ai trasformatori russi sia costituita da

linee di estrusione e altri macchinari per la trasformazione primaria ad alto valore aggiunto, spesso realizzati su misura. È questo l’incoraggiante contesto in cui Amaplast organizza la collettiva nazionale alla ventunesima edizione della fiera specializzata Interplastica (Mosca, 23-26 gennaio 2018), coordinando una quarantina di aziende italiane, su una superficie di 750 metri quadri. Altre imprese italiane parteciperanno indipendentemente, oppure attraverso gli stand dei propri agenti o filiali locali. “Anche negli ultimi, turbolenti anni i costruttori italiani hanno continuato a credere nelle potenzialità del mercato russo, con una partecipazione costante all’annuale di Mosca. Probabilmente non sarà facile, né immediato, il recupero dei livelli massimi di vendite (oltre 200 milioni di euro nel 2007), ma la domanda di macchinari a elevata

Export italiano verso la Russia di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma (globale di settore; migliaia di euro, non attualizzati)

*gennaio-settembre

tecnologia da parte dei trasformatori russi, per poter soddisfare la richiesta di prodotti finiti di qualità, risulta in decisa ripresa e le imprese italiane fornitrici guardano con fiducia ai segnali positivi del mercato”, ha dichiarato Alessandro Grassi, presidente di Amaplast. Non solo le vendite verso la Russia risultano in deciso aumento per i costruttori italiani: infatti, sempre nel periodo gennaio-settembre

2017, le esportazioni complessive di settore hanno registrato un +16%. Alla luce di tale dato positivo, le stime di Amaplast sulla produzione indicano che per l’intero anno potrebbe essere raggiunto il nuovo record storico di 4,5 miliardi di euro, che supererebbe così quello precrisi di 4,25 miliardi, toccato nel 2007, mettendo a segno un incremento di almeno cinque punti percentuali sul 2016.

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE RICICLATORI E RIGENERATORI DI MATERIE PLASTICHE

NOTIZIARIO ASSORIMAP

A CURA DI WALTER REGIS E MARILENA DI BRINO

LE MISURE PROPOSTE NEL DDL BILANCIO

Incentivi per il riciclo del plasmix

N

el periodo di convulsa attività parlamentare che ha caratterizzato la fine dell’anno che si è appena concluso, gli emendamenti al DDL Bilancio 2018 si sono rincorsi proprio mentre veniva scritta e impaginata questa rivista. Tra questi, erano presenti le disposizioni di cui all’Atto Camera 4502 titolato “Incentivi per favorire la diffusione dei prodotti derivanti da materiale post consumo a base plastica (plasmix e scarti non pericolosi dei processi di selezione e di recupero), nonché disposizioni concernenti la realizzazione di veicoli”, di cui avevamo già parlato nel Notiziario Assorimap del numero di agosto-settembre 2017. Il plasmix è quell’insieme di materiali plastici di cui più si è discusso negli ultimi mesi. Il recente

incremento della raccolta differenziata ha portato con sé un “fisiologico” aumento della raccolta di queste plastiche eterogenee, meno semplici da riciclare e per questo frequentemente inviate ai termovalorizzatori per lo smaltimento. La grande quantità di rifiuti in plasmix ha però paralizzato recentemente i centri di selezione, nell’attesa di finire negli inceneritori che non disponevano di una tale capacità di trattamento, allertando l’intero sistema. Ma perché il plasmix risulta un materiale così “problematico”? Oggi, in Italia, alcune aziende all’avanguardia riciclano già le plastiche miste, pur soffrendo la mancanza d’incentivi per il riciclo su cui invece può contare il recupero energetico, e pur realizzando prodotti che non tro-

L’intervento del presidente di Assorimap, Walter Regis, al panel “L’ora del riciclo”

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vano poi un vero mercato di sbocco per diversi motivi, tra cui la limitata applicazione dei CAM (Criteri Minimi Ambientali) negli appalti pubblici, in assenza di controlli, e nessuna agevolazione per gli enti che decidono di comprare il riciclato. Per questi motivi, Assorimap ritiene che la proposta di legge in questione, presentata dal deputato Stefano Vignaroli, vada nella giusta direzione, accogliendo una serie di input “storici” provenienti dal settore. La proposta, che in estrema sintesi prevede importanti agevolazioni in materia di credito d’imposta (al 50%) per acquisti di prodotti derivanti da rifiuti post consumo in plastiche miste, ben intende - sempre secondo Assorimap - valorizzare e dare una risposta ambientale alle decine di migliaia di tonnellate di rifiuti in plasmix (oltre 150 mila nell’ultimo anno). Parimenti apprezzabile è la previsione d’istituzione di un fondo di 300 milioni di euro (100 milioni di euro annui) per gli acquisti dei prodotti da parte di enti pubblici territoriali e soggetti pubblici e privati proprietari, o gestori, di aree protette (la norma fa riferimento alle aree protette disciplinate dalla Legge 394/1991, nonché a siti d’interesse comunitario e alle zone di protezione speciale). È da evidenziare, infine, la giusta volontà d’estensione al comparto del riciclo con Codice Ateco 38, finora escluso dalle agevolazioni, del

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NOTIZIARIO ASSORIMAP mila t di plastiche miste su 900 mila t raccolte di rifiuti d’imballaggi in plastica). Infine, l’incontro ha offerto la possibilità di analizzare i limiti della vigente normativa sulle imprese energivore (di cui al DM 5 aprile 2013).

AGEVOLAZIONI “ENERGIVORE” Come già anticipato, la PDL sul plasmix ha proposto, tra i vari articoli, l’estensione delle agevolazioni atPromosso da PolieCo e aperto agli imprenditori del settore riciclo, il tualmente previste per le sole impreconvegno-dibattito “Disinquinare il mercato. L’impegno del consorzio se manifatturiere “energivore” anche PolieCo a favore di un’impresa etica nel settore del riciclo delle plastiche” si alle aziende che si occupano di seè tenuto a Roma il 15 dicembre 2017 lezione e riciclo degli imballaggi in noto provvedimento per la riduzione delle accise plastica, finora escluse dai benefici a causa del codice Ateco, non compreso nella serie delle atper le imprese energivore. Poiché queste tre disposizioni sono inserite già tività economiche manifatturiere. da tempo tra le proposte cardine di Assorimap, il Ricostruiamo brevemente l’iter normativo che 16 novembre 2017 il presidente dell’associazio- ha portato a questa esclusione ben quattro anni ne, Walter Regis, e la responsabile Comunicazio- fa. ne e relazioni esterne, Marilena Di Brino, hanno Con riferimento all’art. 39 comma 1 del DL incontrato, presso gli uffici di Montecitorio, il de- 83/12, convertito dalla legge 7 agosto 2012 n. putato Vignaroli, primo firmatario della proposta 134, e in applicazione dell’art. 17 della Direttiva 2003/96/CE, il DM Finanze 5 aprile 2013 (del di legge, per meglio approfondirne i contenuti. In tale occasione sono stati dibattuti i seguenti MEF di concerto con il MiSE) ha definito le imprese a forte consumo d’energia in base a retemi e relativi aspetti correlati: - scenario di riferimento del sistema nazionale di quisiti e parametri relativi a livelli minimi di consuraccolta e recupero, in relazione alle nuove di- mo e incidenza del costo dell’energia sul valore dell’attività. Tali parametri sono: sposizioni e agli obiettivi europei; - analisi dei numeri relativi a raccolta differenzia- A) Consumo energetico: soglia minima di consumo di 2,4 GWh di energia elettrica, o energia ta, selezione e avvio al riciclo, riciclo effettivo; - performance e criticità del sistema cosiddetto diversa dall’elettrica. B) Incidenza del costo dell’energia: costo effettimutualistico; materiali “nobili” e plastiche miste; vo del quantitativo complessivo dell’energia che - analisi dei costi. supera il 3% del valore del fatturato. L’incontro ha evidenziato la necessità di una rivisitazione del sistema per dare una “quadratura” Per ottenere sgravi sugli oneri di sistema in bolletta, le imprese devono invece rispettare i sepositiva al rapporto tra attività, risultati e costi. In particolare, Assorimap ha manifestato la chia- guenti criteri: ra sofferenza del comparto del riciclo meccani- A) Consumo energetico: soglia minima di 2,4 co della plastica, che deve fare i conti con costi GWh della sola energia elettrica consumata. d’acquisizione dei rifiuti di imballaggio pari qua- B) Incidenza del costo dell’energia: costo effetsi al doppio rispetto ai competitor europei; costi tivo della sola energia elettrica che supera il 2% che si accompagnano agli altri oneri economi- del valore del fatturato. ci italiani (costo del lavoro, energia, burocrazia ecc.): le imprese del comparto hanno registra- I corrispettivi a copertura degli oneri generato una contrazione economica di gran lunga su- li di sistema elettrico e i criteri di ripartizione dei periore a quella di altre imprese manifatturiere; si medesimi oneri sono stati demandati all’Autoaggiunge, infine, l’abbassamento dei prezzi del rità per l’energia elettrica, il gas e il settore idripetrolio, che rende il riciclato meno competitivo co (AEEGSI). Con Delibera 3 ottobre 2013, n. 437/2013/R/EEL, l’Autorità ha specificato che rispetto al vergine. Per questo motivo, la PDL (Proposta Di Legge) le imprese energivore sono quelle che rispettaha sicuramente centrato l’obiettivo di supporta- no i requisiti indicati dall’articolo 3, comma 1, del re un settore green come quello del riciclo e, in decreto 5 aprile 2013 e con codice Ateco preparticolare, dare e promuovere uno sbocco sul valente riferito ad attività manifatturiera (codici mercato del plasmix, che rappresenta la princi- da 10.xx.xx a 33.xx.xx), escludendo così i codici pale criticità dell’attuale sistema (con oltre 180 Ateco della famiglia “38” (raccolta, trattamento

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e smaltimento dei rifiuti; recupero dei materiali). La specifica del codice Ateco introdotta dalla delibera ha di fatto escluso i riciclatori dalle agevolazioni! Dal 2013 a oggi le aziende associate ad Assorimap, per esempio, sono state escluse dai contributi pur possedendo i requisiti di cui sopra. Già nel 2013 l’associazione aveva sottoposto al MiSE la richiesta di estensione delle agevolazioni a un comparto - quello del riciclo - che può considerarsi a tutti gli effetti manifatturiero, in quanto trattasi di attività di trasformazione di materiali da recupero in vera e propria materia prima seconda. Se consideriamo che le imprese che riciclano gli imballaggi in plastica hanno consumi di energia elettrica e un indice d’intensità di costo-energia tali da essere considerate a tutti gli effetti imprese energivore ai sensi del DM 5 aprile 2013, e poiché i consumi elettrici rappresentano un importante gap di competitività per il settore, oltre al fatto che il nostro Paese “vanta il triste primato” del costo dell’energia più alto d’Europa (nella fascia dei consumi delle PMI fra i 2000 e i 20 mila MWh, il differenziale tra Italia ed EU27 è di +86% - Fonte: Eurostat), Assorimap valuta assolutamente necessario includere tali imprese con codice Ateco 38 nelle aziende ammesse alle agevolazioni.

ASSORIMAP A “L’ORA DEL RICICLO” Si è tenuto lo scorso 15 dicembre, a Roma, il convegno-dibattito dal titolo “Disinquinare il mercato. L’impegno del consorzio PolieCo a favore di un’impresa etica nel settore del riciclo delle plastiche”, promosso da PolieCo e dedicato alla tematica della gestione illegale e criminale dei rifiuti. Grazie a un panel, denominato per l’occasione “L’ora del riciclo”, l’incontro ha inteso approfondire le recenti criticità del comparto del riciclo delle materie plastiche, già emerse nel forum dello scorso settembre a Ischia, dando spazio agli imprenditori del settore, che hanno potuto così condividere le proprie esperienze. Le imprese, infatti, devono spesso confrontarsi con casi di concorrenza sleale, assenza di controlli e burocrazia confusionaria, causata da un apparato di applicazione della normativa talvolta poco chiaro e puntuale. Tra gli intervenuti vi erano anche il presidente di Assorimap, Walter Regis, e il consigliere dell’associazione, Antonio Diana (società Erreplast).

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RIDURRE L’IMPATTO AMBIENTALE DELLE ATTIVITÀ INDUSTRIALI: OGGI SI PUÒ ATTRAVERSO LA PRODUZIONE INDUSTRIALE SI OTTENGONO ORMAI QUASI TUTTI I BENI DI CUI ABBIAMO BISOGNO NELLA VITA QUOTIDIANA. SI TRATTA DUNQUE DI UN’ATTIVITÀ A CUI NON SI PUÒ PIÙ RINUNCIARE, MA CHE PURE DEVE ESSERE SEMPRE PIÙ ECOLOGICA ED ECONOMICA. DIVENENDO TERRENO FERTILE PER IL LAVORO DELLE ESCO; VEDIAMO COME CON UNA DI QUESTE DI LUCA MEI

S

ostenere gli investimenti per l’efficientamento, la riqualificazione e la messa a norma degli impianti energetici, allo scopo di ridurne le spese di gestione, da un lato, e, dall’altro, di migliorarne e ottimizzarne il funzionamento e la manutenzione ordinaria e straordinaria, per abbattere quanto più possibile le emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Sono questi gli ambiti di attività in cui opera la ESCO (Energy Service Company) YouSave, offrendo competenze tecniche specializzate e gestendo in maniera efficace e conveniente l’approvvigionamento di energia elettrica e gas naturale. In tale ambito, attualmente, YouSave lavora in prevalenza con le municipalità italiane, ma, nell’ottica di allargare il proprio campo di intervento verso le attività industriali, guarda con estremo interesse il settore delle materie plastiche, che risulta uno dei più MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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appetibili, dato l’elevato fabbisogno energetico che lo contraddistingue, parimenti a una spiccata e sempre più accentuata sensibilità ambientale che comporta, anche, il maggior contenimento possibile di tale fabbisogno. Per illustrare più in dettaglio l’attività di YouSave abbiamo intervistato il suo general manager, Antonino Toro, con cui ci siamo addentrati progressivamente nel ruolo che essa può svolgere nella moderna industria, e, quindi, anche in quella delle materie plastiche, mossa da due forze uguali e contrarie che oggi devono inderogabilmente essere assecondate entrambe: la qualità sempre più alta imposta ai manufatti e l’impatto ambientale sempre più basso richiesto alle attività produttive.

COSÌ DA SPIEGARE MEGLIO LA VOSTRA ATTIVITÀ.

INIZIAMO CHIARENDO COSA SI INTENDE PER EFFICIENTAMENTO ENERGETICO,

“Ormai da tempo siamo molto interessati all’industria delle materie plastiche, dove la

“Per come lo intendiamo noi, l’efficientamento energetico comprende tutto ciò che è volto all’ottimizzazione dei consumi legati alle attività svolte nei reparti produttivi delle imprese operanti in diversi campi industriali e al modo in cui l’energia viene consumata all’interno di tali reparti. In questi termini, quindi, sono due le parti coinvolte: una è quella che produce energia, l’altra è quella che la consuma, che, nel caso di un’impresa manifatturiera, in un certo senso coincidono”.

PER ENTRARE SUBITO NEL VIVO DEL DISCORSO, COME SI APPLICA TUTTO CIÒ ALL’INDUSTRIA DELLE MATERIE PLASTICHE?

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PLASTICA E AMBIENTE

sensibilità verso l’efficientamento energetico è particolarmente viva per un aspetto che è peculiare a tale settore: ossia che i consumi elettrici e frigoriferi sono, nella maggior parte dei casi, contemporanei. In altre parole, l’elettricità viene consumata non soltanto per l’attività produttiva in senso stretto, ma anche per utilizzare i chiller con cui generare il freddo che può essere necessario a quest’ultima. Va da sé che in simili situazioni noi possiamo offrire il nostro contributo con interventi di efficientamento energetico che migliorino sia la produzione sia il consumo di energia elettrica. In questi termini, la plastica è una delle industrie più aperte verso l’attività di società come la nostra, poiché i margini di risparmio economico che ne derivano sono consistenti”.

ALL’INTERNO DELLA FILIERA DELLE MATERIE PLASTICHE, DOVE VI COLLOCATE ESATTAMENTE? LAVORATE SUL VERSANTE SIA DEI COSTRUTTORI DI MACCHINE E IMPIANTI PER LA TRASFORMAZIONE SIA DEGLI UTILIZZATORI DI QUESTI ULTIMI? “La nostra è una società di servizi. Per cui, offriamo servizi di efficientamento energetico e il nostro interlocutore è chiunque abbia bisogno di energia. La nostra offerta parte innanzitutto da una diagnosi energetica, per riuscire a individuare dove si trova la massima concentrazione dei consumi e degli eventuali sprechi, ossia quelle che possono essere le nostre aree di interven-

to. Fa parte di questa diagnosi l’esame delle bollette, per capire come il nostro cliente si approvvigiona della corrente elettrica per soddisfare il proprio fabbisogno. Il nostro approccio, quindi, può essere definito integrato, poiché offriamo un servizio che consente di abbassare il consumo di energia su entrambi i fronti. In termini più concreti, il nostro intervento è mirato a ottimizzare il settaggio delle macchine per fare in modo che, senza andare a modificare i parametri su cui sono impostate per rispettare le esigenze di processo, i consumi di energia siano inferiori. Inoltre, interveniamo anche sull’approvvigionamento energetico, andando a suggerire gli interventi correttivi da apportare, tra cui anche, laddove possibile, l’installazione di impianti di cogenerazione energetica. Il risultato di tutto questo consiste in un consumo complessivo di energia inferiore e in una produzione migliore, perché più efficiente”.

DA QUELLO CHE DICE PARE DI CAPIRE CHE LA VOSTRA PROPOSTA SI RIVOLGA PREVALENTEMENTE AL TRASFORMATORE DI MATERIE PLASTICHE, OSSIA CHI UTILIZZA MACCHINE E IMPIANTI, PIUTTOSTO CHE A CHI LI COSTRUISCE. “In effetti sì. Tra l’altro, nell’ambito della trasformazione, noi interveniamo, ancora più in particolare, sulle attività di processo che coinvolgono gli ausiliari piuttosto che le macchine principali. Diciamo che ci ocVista generale dell’impianto di Plastitecnica

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Il direttore generale di YouSave, Antonino Toro

cupiamo principalmente di tutto quello che sta intorno all’attività “core” dell’azienda”.

CI PUÒ FARE QUALCHE NOME DI AZIENDE ATTIVE NELLA TRASFORMAZIONE DI MATERIE PLASTICHE CON CUI AVETE LAVORATO? “Abbiamo da poco chiuso un intervento di efficientamento energetico su due impianti di altrettante società appartenenti al gruppo ArredoPlast di Treviso. In un caso si è trattato di Plastitecnica, nell’altro di ABM”.

I VOSTRI INTERVENTI PERMETTONO DI OTTENERE I CERTIFICATI BIANCHI? “I cosiddetti certificati bianchi sono Titoli di Efficienza Energetica (TEE) che vengono concessi dal Gestore dei Mercati Energetici a fronte di risparmi conseguiti e certificati dal Gestore dei Servizi Energetici a seguito di progetti di efficientamento energetico. I nostri interventi possono essere presentati proprio al Gestore dei Servizi Energetici per ottenere la certificazione necessaria alla concessione dei TEE, che hanno un valore unitario di 300 euro e sono vendibili sul mercato. Quindi rappresentano un reale investimento e una parte integrante del beneficio economico derivante dall’efficientamento energetico. La nostra offerta, inoltre, comprende anche servizi di gestione di tutte le pratiche amministrative necessarie in questo sistema”. MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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PLASTICA E AMBIENTE

I NUMERI DI UN NUOVO SUCCESSO GREEN

L’ECONOMIA VERDE “MADE IN ITALY” PROTAGONISTA A ECOMONDO DAL 7 AL 10 NOVEMBRE, ALLA FIERA DI RIMINI, SI È FATTO IL PUNTO SUI PROCESSI INDUSTRIALI IN ATTO E LE AZIONI DA METTERE IN CAMPO PER UNIFORMARSI AL MODELLO DI ECONOMIA GREEN SOSTENUTO DALL’UE. PIÙ PRODOTTO, MENO RIFIUTO, VALORIZZAZIONE DEL RIFIUTO ED ECODESIGN INDUSTRIALE: I CASI D’ECCELLENZA IN ITALIA A CURA DI RICCARDO AMPOLLINI

G

li impegni prioritari della Commissione Europea per l’economia circolare hanno marcato i contenuti espositivi e gli eventi di Ecomondo e Key Energy, che si sono svolti alla fiera di Rimini dal 7 al 10 novembre 2017. Quattro giorni all’insegna della condivisione di conoscenze, tecnologie e strategie per garantire alle imprese un ruolo da protagoniste nel disegno europeo che mira a ridurre la produzione dei rifiuti incentivando il loro riutilizzo, anche grazie a finanziamenti rilevanti a sostegno della ricerca e dell’innovazione. Riprogettare prodotti e processi industriali, dunque, adottando i principi dell’economia circolare è il tema per la moderna manifattura, le città verdi ed efficienti, la riqualificazione dei siti inquinati e la gestione delle risorse idriche. Ecomondo e Key Energy hanno proposto anche esempi concreti di aziende, città, istituzioni che hanno già fatto propri tali principi. L’appuntamento, firmato Italian Exhibition Group, ha chiuso con più di 116131 presenze (+10%), di cui oltre 12000 di provenienza internazionale. Sui 113000 metri quadri di superficie erano presenti 1200 imprese; oltre 200 MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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gli eventi, aperti dagli Stati Generali della Green Economy e partecipati da un pubblico di 11000 professionisti ed esperti. “L’economia circolare è il denominatore comune di ogni idea di sviluppo, con grandi ricadute anche in termini sociali, e la fiera ha saputo declinare nella concretezza delle conoscenze, delle esperienze e del business, quanto acca-

de nel mondo”, ha dichiarato Lorenzo Cagnoni, presidente di Italian Exhibition Group, la società organizzatrice della kermesse, nata dall’integrazione tra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza. Concetti evidenziati all’inaugurazione dal Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che nel corso della giornata d’apertura ha incontrato imprese e partecipato a incontri, dettando il filo

Al taglio del nastro di Ecomondo erano presenti, da sinistra: Giorgio Quagliuolo (presidente di Conai e di Federazione Gomma Plastica), Andrea Gnassi (sindaco e presidente della provincia di Rimini), Gian Luca Galletti (Ministro dell’Ambiente), Lorenzo Cagnoni (presidente di Italian Exhibition Group) ed Emma Petitti (assessore al bilancio della Regione Emilia-Romagna)

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PLASTICA E AMBIENTE

rosso delle giornate: “Proviamo a non concepire più diverse economie. Quella “green” è l’unica economia possibile se vogliamo guardare al futuro. Ecomondo la rappresenta pienamente e vorrei che diventasse la fiera dell’economia più importante al mondo. Sono convinto che sia un obiettivo alla nostra portata, visti i risultati ottenuti sino a oggi”. “Quest’anno abbiamo aggiunto nuovi elementi, secondo l’idea di trattare i vari temi in una logica di “filiera lunga”, con la partecipazione di imprese grandi e piccole, di settori produttivi fra loro complementari, trattando la normativa, la ricerca, l’innovazione e gli strumenti disponibili per finanziarle. Una modalità che ci ha consentito di offrire un terreno di connessioni, un’opportunità per nuove partnership, e di arricchire di nuovo valore per tutto il settore”, ha commentato Fabio Fava, responsabile del Comitato tecnico scientifico di Ecomondo. Al taglio del nastro sono intervenuti anche l’assessore al Bilancio della Regione Emilia-Romagna, Emma Petitti, e il sindaco e presidente della provincia di Rimini, Andrea Gnassi. “Qui cresce quella cultura che consente di puntare a uno sviluppo veramente sostenibile”, ha dichiarato l’assessore Petitti, “e che nella nostra

Regione ha già radici robuste. Basti pensare che il 30% delle aziende emiliano-romagnole ha investito in green technology… e sono quelle che più stanno assumendo”.

BOOM DEL FOTOVOLTAICO, KEY ENERGY RACCOGLIE LA SFIDA Successo, nell’ambito di Key Energy - l’unico evento italiano dedicato alle energie rinnovabili - per le novità 2017, con le aree dedicate all’efficienza, all’ottimizzazione energetica e alle proposte scientifiche, che hanno attirato interesse e partecipazione. “Dopo anni di criticità nel settore delle rinnovabili, arrivano segnali di crescita per fotovoltaico ed eolico. La Strategia Energetica Nazionale prevede la fuoriuscita dal carbone entro il 2025 e la copertura del 55% dei consumi elettrici al 2030 con le fonti rinnovabili”, è il commento di Gianni Silvestrini, presidente del Comitato scientifico di Key Energy. “Questo nuovo quadro, connesso con gli impegni dell’Accordo sul Clima di Parigi, comporterà una decisa crescita del fotovoltaico, che potrebbe arrivare a decuplicare le installazioni annue rispetto al recente passato. Quelle del 2017 dovrebbero sfiorare i 100 GW a livello mondiale, un valore pari a tutta la potenza sola-

Meno CO2 e più efficienza energetica

Firmato l’accordo tra Sipa e il Ministero dell’Ambiente Industries, di cui Sipa fa parte. “Siamo onorati di avere al nostro fianco il Ministro Galletti in un percorso che ci porterà a ridurre le emissioni e a migliorare la nostra efficienza energetica, in ottemperanza ai principi espressi nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e nell’Accordo di Parigi”, ha commentato Zoppas. In collaborazione con l’azienda tedesca Erema, Sipa ha messo a punto un sistema, Xtreme Renew, che mette in atto i principi dell’economia circolare: è un concentrato di innovazione tecnologica in grado di ridurre i consumi e la produzione di CO2, ottimizzare i costi di gestione degli impianti e limitare l’impiego di spazi all’interno degli stabilimenti produttivi. Il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti (a destra), e il presidente di Zoppas Industries, Gianfranco Zoppas, sottoscrivono l’accordo per la riduzione delle emissioni e il miglioramento dell’efficienza energetica di Sipa

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re collegata alla rete solo cinque anni fa. “Anche l’eolico vedrà una decisa crescita grazie a nuovi impianti e al revamping di quelli attuali”, ha aggiunto Silvestrini. “In questa nuova fase di fermento, il fotovoltaico sembra aver ritrovato casa alla fiera di Rimini, con il debutto di Key Solar. Le aree dedicate a solare e ad accumulo, così come Key Wind che continua a crescere ogni anno, saranno decisamente rafforzate già dal prossimo anno, nell’obiettivo di accompagnare il nuovo sviluppo di mercato”. E ricordiamo al lettore che sia i pannelli fotovoltaici sia le pale eoliche fanno grande uso di materie plastiche per la loro produzione. Fatto, quindi, che porterà sicuramente importanti benefici nei prossimi anni anche a molte aziende del settore di cui si occupa questa rivista.

FOCUS PRIMARI

Montello / R. Ampollini

Il 7 novembre, durante la giornata inaugurale di Ecomondo, è stato sottoscritto l’accordo tra il Ministero dell’Ambiente e la società Sipa per la riduzione delle emissioni e il miglioramento dell’efficienza energetica dell’azienda leader nella progettazione e nella realizzazione di sistemi per la produzione di contenitori in PET, il materiale plastico più utilizzato per la produzione di contenitori alimentari e non. A siglare l’accordo sono stati il Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti e Gianfranco Zoppas, presidente di Zoppas

Italia ancora al top in Europa per la prevenzione dei rifiuti. Sono infatti 4422 le azioni registrate nel nostro Paese per la nona edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, dal 18 al 26 novembre. Sul podio continentale anche Francia (1798 azioni) e Catalogna (815 azioni). L’edizione 2017 - con tema “Diamo una seconda vita agli oggetti”, sviluppato in circa il 91% delle azioni registrate è stata resa possibile grazie al contributo di Conai e dei sei consorzi di filiera: CiAl, Comieco, Corepla, Coreve, Ricrea e Rilegno

Tra i temi di rilievo dell’edizione 2017 vi era, in primo luogo, la bioeconomia, vero “motore biologico” dell’economia circolare. L’8 e il 9 novembre erano presenti ai focus su questo tema, organizzati dal Comitato scientifico di Ecomondo, figure di primo piano a livello mondiale. “Da una decina di anni l’OCSE segue lo sviluppo della bioeconomia a livello mondiale”, ha detto James Philip (rappresentante OCSE). “Tutti i Paesi del G7 hanno una propria strategia nazionale legata alla bioeconomia e l’Italia è un territorio dalle molteplici possibilità: qui c’è un intreccio interessante tra economia circolare e bioeconomia”. “La bioeconomia sta registrando crescite a due cifre in Europa e per l’Italia rappresenta una grande opportunità”, ha osservato anche Philippe Mengal, direttore esecutivo del BBI JU, l’iniziativa pubblico-privata dell’Unione Europea (da 3,7 miliardi di euro) dedicata allo sviluppo della bioeconomia in Europa, che si può applicare a più settori industriali. Sono seguiti molti altri eventi nazionali e internazionali dedicati agli aspetti normativi e procedurali, ai nuovi materiali dell’economia circolare e al loro mercato, ai nuovi approcci alla valorizzazione integrata dei rifiuti plastici, eletMACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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RAEE

Obiettivi raggiunti e prossimi traguardi ha di recente innalzato gli obiettivi di riciclo complessivo al 2030 dal 65% al 75%, e sull’eccellenza italiana, con la ventennale esperienza del sistema Conai-Consorzi (già al 67% di rifiuti d’imballaggio avviati al riciclo). Tante, poi, le novità esposte in fiera, a rappresentare un settore fortemente dinamico. Fra le più curiose: la pista ciclabile che consente di pedalare immersi in una scia luminosa, senza bisogno di elettricità; l’auto ad aria compressa alimentata da energia prodotta dal vento; il triciclo elettrico a pedalata assistita, allestito con vasca ribaltabile per la raccolta rifiuti; la prima compostiera mobile al mondo che riceve rifiuto organico e, direttamente, processa il materiale per farlo diventare compost. L’appuntamento con l’edizione 2018 di Ecomondo è già stato fissato dal 6 al 9 novembre, sempre nella location di Rimini Fiera. www.consorzioremedia.it

trici ed elettronici, degli pneumatici, dei veicoli a fine vita eccetera. Altro tema cardine: la mobilità e il trasporto nell’ambito dell’area Città Sostenibile, con ampie zone espositive dedicate a ICT, auto, rigenerazione urbana e traposto intermodale, oltre a interventi di grande interesse fra i quali le testimonianze delle città di Portland e San Leandro, capofila negli Usa dei progetti su mobilità ed energia/rifiuti/acqua. Alla contemporanea Global Water Expo l’intelligenza artificiale e la robotica si sono svelate nel loro essere al servizio del monitoraggio delle acque di fiumi e laghi e della gestione di infrastrutture. Il lavoro dei ricercatori di Intcatch, per esempio, ha portato a un sistema evoluto di monitoraggio delle acque, che combina robotica (droni acquatici), intelligenza artificiale, nano e bio sensori, gestione di big data su cloud. Ma il centro della galassia Ecomondo è rimasto focalizzato soprattutto sul ciclo integrato di gestione dei rifiuti, con la Commissione Europea che

Secondo le stime, nel 2017 la raccolta differenziata dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) in Italia dovrebbe essere cresciuta del 6%. Nel corso del Forum Raee del 9 novembre si è fatto il punto sugli obiettivi posti dall’UE e su quanto l’Italia deve fare per adeguarsi. Il primo degli obiettivi (4 kg pro capite di rifiuti domestici) è stato superato. Un altro obiettivo, più ambizioso, richiede venga raccolto il 45% dell’immesso dei tre anni precedenti all’anno di valutazione. L’Italia ha chiuso il 2016 con un tasso di trattato del 41% per i Raee domestici, inferiore di 4 punti percentuali rispetto all’obiettivo europeo. Il Centro di coordinamento Raee ha illustrato anche la situazione degli impianti in Italia: a fronte di circa 358000 t gestite, la maggior parte (il 61%) viene trattata in impianti allocati al Nord, mentre la restante parte si suddivide tra Centro Italia (75000 t) e Sud e Isole (65000 t). Sono 3045 le strutture registrate sul portale CdC Raee: 1968 al Nord, 522 nelle regioni del Centro e 555 nell’area Sud e Isole. Come stabilisce l’Accordo sul trattamento in vigore, il 13 novembre era il termine ultimo per l’accreditamento da parte degli impianti che operano con i sistemi collettivi. Ad oggi, dei 91 impianti accreditati (46 al Nord, 20 al Centro e 25 tra Sud e Isole), solo 25 hanno già concluso le procedure di accreditamento e sono operativi.

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IL CONTRIBUTO DEL PVC ALL’ECONOMIA CIRCOLARE D

a qualche anno si sente sempre più spesso parlare di economia circolare. Ma cosa s’intende esattamente con questo termine? In sintesi, si tratta di un nuovo modello in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse è preservato quanto più a lungo possibile, la produzione dei rifiuti è ridotta al minimo e i materiali vengono costantemente riutilizzati attraverso il riciclo. Un’economia che si fonda sul concetto di “doing more with less” (fare di più con meno), pensata per rigenerarsi da sola, al contrario di quella “lineare” in cui, terminato l’uso o il consumo di un bene, questo diventa scarto non più riutilizzabile. In una logica di economia circolare, i prodotti sono pensati e progettati in modo da prevederne fin dall’inizio la destinazione alla fine del loro impiego e l’innovazione è al centro di tutto il sistema. Nel 2015 la Commissione Europea ha adottato il “Piano verso un’economia circolare”, un pacchetto di misure per aiutare le imprese e i consumatori a effettuare il passaggio dall’economia lineare a quella - per l’appunto - circolare. Principalmente promuovendo la raccolta e il riciclo dei prodotti (ma anche il risparmio di materie prime ed energia), la riduzione delle nocive emissioni di gas a effetto serra e allungando la vita utile dei manufatti. Il tutto in un’ottica di ciclo di vita complessivo, considerando cioè progettazione, produzione, uso e consumo e riutilizzo a fine vita. In questo quadro, il PVC è in grado di contribuire al concetto di economia circolare durante tutte le fasi del suo ciclo di vita nei diversi ambiti d’impiego: edilizia, arredamento, moda, design, imballaggio ecc. MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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NELLE SUE DIVERSE APPLICAZIONI, IL PVC CONTRIBUISCE AL CONCETTO DI ECONOMIA CIRCOLARE DAL PUNTO DI VISTA AMBIENTALE, ECONOMICO E SOCIALE. QUESTO È UNO DEGLI ARGOMENTI DISCUSSI NELLA CONFERENZA ORGANIZZATA DA PVC4CABLES

Costituito per il 57% da materia prima rinnovabile (il sale), in fase di produzione il PVC consuma meno energia di altre materie plastiche. Ciononostante VinylPlus - l’impegno volontario dell’industria europea del PVC per la sostenibilità, a cui

“La filiera dei cavi in PVC è impegnata nella ricerca e nello sviluppo di nuove formulazioni per migliorare le prestazioni tecniche e fornire soluzioni innovative al mercato”, ha sottolineato Carlo Ciotti, presidente di PVC Forum Italia e portavoce di PVC4cables. “Inoltre, grazie ai programmi di sostenibilità dell’industria europea del PVC, questa filiera è ben posizionata per muoversi costantemente verso un vero modello di economia circolare”

PVC Forum Italia partecipa attivamente - si è prefissato di ridurre del 20%, entro il 2020, proprio il consumo d’energia per la produzione di PVC. Sempre riguardo a questa fase, VinylPlus ha garantito negli anni un utilizzo sempre più sostenibile degli additivi, sostituendo cadmio, piombo e ftalati a basso peso molecolare con altre sostanze in linea con gli indirizzi dati dal Regolamento Reach sulle sostanze chimiche. La compatibilità ambientale dei manufatti in PVC, in particolare serramenti e tubi, è stata dimostrata da innumerevoli studi che hanno evidenziato valori molto competitivi di LCA durante l’intero ciclo di vita del prodotto. Inoltre, gli oggetti in PVC sono resistenti e non richiedono particolari sforzi per la loro manutenzione. Il riciclo ricopre indubbiamente un ruolo determinante in un’ottica di economia circolare. A fine vita il PVC è riutilizzabile fino a sette volte in nuovi prodotti. È quindi in grado di offrire un contributo prezioso non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale. Secondo i dati estrapolati dal documento “Showing the Path for a Circular Economy” di VinylPlus, attraverso quest’ultimo - e al precedente programma Vinyl 2010 - dal 2000 l’industria europea del PVC ha creato una struttura

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PLASTICA E AMBIENTE

efficiente volta alla sostenibilità del polimero. Una rete che coinvolge oltre 200 partner in 28 paesi dell’UE (comprese Norvegia e Svizzera), a cui si aggiungono 153 riciclatori coinvolti nel progetto Recovinyl, e che ha sostenuto investi-

A fine vita il PVC è riutilizzabile fino a sette volte in nuovi prodotti. Ciò significa un ciclo di vita allungato nel tempo, “moltiplicato per sette” rispetto all’impiego originale a cui il polimero è destinato

menti legati al riciclo pari a circa 100 milioni di euro. Le 569 mila t di PVC riciclate nel 2016 rappresentano il risultato più tangibile di quest’iniziativa, in linea con l’obiettivo ambizioso di riciclarne 800 mila all’anno entro il 2020. Dal 2000 a oggi sono state recuperate e riutilizzate ben 3,6 milioni di t di PVC post consumo. Il giro d’affari annuale generato dal riciclo del PVC è di circa 500 milioni di euro, con l’obiettivo di portarlo a 800 milioni entro il 2020. L’organizzazione creata da VinylPlus ha avuto un impatto importante anche per il mondo del lavoro: per ogni 500 mila t di PVC riciclato si generano infatti circa 1000 nuovi posti di lavoro in anni di forte crisi dal punto di vista occupazionale. Sono dati che provengono da indagini riferite ad aziende medio-grandi del Centro e Nord Europa. In Italia, le aziende riciclatrici sono normalmente medio-piccole e quindi l’incidenza sui nuovi posti di lavoro potrebbe essere anche

Prima conferenza per PVC4Cables

L’industria dei cavi punta su innovazione e sostenibilità Si è tenuta il 26 ottobre a Lione la prima conferenza organizzata da PVC4Cables, che ha riunito oltre 110 partecipanti da tutta Europa e si è focalizzata sui progressi ottenuti dall’industria dei cavi in PVC in termini di sostenibilità e innovazione e sull’impatto della regolamentazione europea, in particolare CPR (Regolamento sui Prodotti da Costruzione) e Direttiva RoHS. “La grande partecipazione della filiera europea dei cavi in PVC a questa prima conferenza è un segnale molto positivo. Dimostra che l’intera industria è impegnata a sostenere questo importante settore, condividendo conoscenze ed esperienze”, ha dichiarato Carlo Ciotti, portavoce di PVC4Cables, la piattaforma di ECVM (l’associazione europea dei produttori di PVC) dedicata alla filiera dei cavi in PVC. Nella sessione di apertura, Cristina de Santos di AMI Consulting, ha presentato un approfondito aggiornamento sul mercato e sui trend dei cavi in PVC. Fili e cavi rappresentano oggi il principale settore applicativo per

La conferenza di PVC4cables ha l’obiettivo di promuovere innovazioni ecosostenibili nel settore dei cavi in PVC e di fornire un prezioso punto di riferimento per l’intera filiera e i suoi operatori

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La compatibilità ambientale dei manufatti in PVC, in particolare serramenti e tubi, è stata dimostrata da innumerevoli studi

maggiore. Tornando al tema dell’ambiente, ogni chilogrammo di PVC riciclato sostituisce una quantità equivalente di nuovo PVC sul mercato, riducendo notevolmente i volumi destinati alla discarica, il consumo d’energia e l’effetto serra. Per ogni chilo di PVC riciclato possono essere risparmiati 2 kg di CO2, quindi con 500 mila t si evita un milione di t di anidride carbonica. Il PVC dimostra, quindi, di essere completamente allineato al concetto di economia circolare e risponde perfettamente all’obiettivo di “fare di più con meno”.

il PVC flessibile in Europa, assorbendo circa il 7% del PVC prodotto e coprendo il 46% del mercato europeo dei cavi. CPR, Euroclassi e criteri addizionali, metodi di prova e marcatura CE sono stati trattati da Roland Dewitt (Accipis), che ha anche avviato una stimolante discussione sulla differente attuazione del CPR nei diversi paesi europei. Successivamente, Arjen Sevenster, senior manager di ECVM, ha aggiornato la platea su RoHS e BEMP (Best Environmental Management Practice). “I cavi in PVC costituiscono anche una delle principali fonti di PVC riciclato, con più di 127000 t riciclate (su un totale di 569000 t) nel 2016 nell’ambito del programma “L’innovazione è il cuore VinylPlus”, ha aggiunto Zdenek Hruska, diret- dell’industria del PVC e la chiave per la sua longevità”, tore degli affari pubblici di ECVM e project ha affermato Daniel Martinz, manager di PVC4cables. responsabile marketing Sono state inoltre sviluppate nuove tecnolo- di Specialty Vinyls, Inovyn gie di riciclo come VinyLoop per ottenere materiale riciclato di alta qualità. Ne ha parlato Francesco Tarantino, direttore generale di VinyLoop. Si stima che vengano rilasciati ogni anno, nel mondo, più di 12 mila brevetti per l’industria del PVC, come ha sottolineato Daniel Martinz, responsabile marketing e sviluppo, Specialty Vinyls di Inovyn. Enrico Boccaleri (Università del Piemonte Orientale) ha poi spiegato come l’applicazione delle nanotecnologie possa migliorare la resistenza termica e alla degradazione, oltre a ridurre le emissioni di acido cloridrico, mentre Gianluca Sarti (Gruppo Compound per Cavi di PVC Forum Italia) ha illustrato come alcune nuove formulazioni possano migliorare il comportamento al fuoco dei cavi. Le sessioni pomeridiane sono state completate da una panoramica sui più recenti sviluppi negli additivi con presentazioni di Matthias Pfeiffer (European Plasticisers), Alain Cavallero (Espa) e Philippe Salemis (Pinfa).

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PLASTICA E AMBIENTE

NEWS

Quando l’ingegneria fa la differenza

Nuova strategia UE sulle materie plastiche

TRASPORTO PNEUMATICO

DEUMIDIFICAZIONE

STOCCAGGIO

I produttori europei supportano le istituzioni con un impegno volontario

Oggi più che mai è fondamentale affidarsi a partner esperti nella realizzazione di impianti chiavi in mano. Plastic Systems, con l’esperienza maturata negli anni, è in grado di fornirvi soluzioni ingegnerizzate turn-key per impianti automatici di stoccaggio della materia prima, deumidificazione e trasporto per estrusione e compound, iniezione e soffiaggio.

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The right solution for every application

Attraverso l’associazione PlasticsEurope, i produttori di materie plastiche europei, hanno espresso parere sostanzialmente favorevole sulla nuova strategia europea dedicata al settore, presentata il 16 gennaio dalla Commissione Europea. A tale proposito, PlasticsEurope ha annunciato la propria strategia di supporto alle istituzioni europee, formalizzata nel documento “Plastics 2030 - Voluntary Committment”. Piena condivisione viene espressa verso gli obiettivi e le indicazioni dell’UE in merito alle principali azioni da intraprendere, in particolare quelle volte a rafforzare il riuso e il riciclo delle materie plastiche, per ridurre - o, auspicabilmente, azzerare rapidamente - la dispersione dei rifiuti in plastica nell’ambiente e per rendere più efficiente l’utilizzo delle risorse. I produttori condividono i contenuti riguardanti il fine vita dei prodotti e, in particolare, considerano il “marine litter” una questione globale, che non riguarda solo l’Europa, ma anche i paesi in via di sviluppo. Inoltre, ritengono necessarie misure adeguate affinché i cittadini assumano comportamenti più responsabili nell’utilizzo dei manufatti in plastica e nella gestione del loro fine vita. “La nuova sfida richiederà investimenti, capacità d’innovazione e apertura al dialogo. A livello nazionale, ci auguriamo che lo spirito delle indicazioni UE sia pienamente condiviso, senza inutili penalizzazioni per un settore manifatturiero strategico per il nostro Paese”, ha affermato Massimo Covezzi, presidente di PlasticsEurope Italia. Il programma Plastics 2030 ha l’ambizione di raggiungere una quota del 60% entro il 2030 (e del 100% entro il 2040) di riutilizzo, riciclo e/o recupero di tutti gli imballaggi in plastica nell’UE, in Norvegia e in Svizzera. Sono già state avviate piattaforme europee per accelerare l’innovazione verso un riciclo chimico e meccanico più efficiente. Plastics 2030 conferma inoltre l’impegno nel prevenire la dispersione delle materie plastiche nell’ambiente, promuovendo iniziative e progetti finalizzati ad accrescere un comportamento sostenibile da parte dei consumatori. PlasticsEurope potenzierà l’Operation Clean Sweep: il programma industriale per prevenire la dispersione dei granuli plastici, coinvolgendo tutta la filiera, inclusi i trasporti e la logistica. Inoltre, avvierà nuove attività di ricerca per ampliare le proprie conoscenze su temi specifici, come il marine litter. Importanza particolare viene attribuita all’utilizzo sempre più efficiente delle risorse, accelerando l’innovazione volta a rafforzarne la circolarità. Entro la metà del 2018, PlasticsEurope svi“Costruire uno sviluppo sostenibile lupperà piani d’azione concreti e in- di lungo termine richiede coraggio, dicatori di prestazione che verranno innovazione e azioni concrete. utilizzati per valutare il raggiungimento È con questo spirito che abbiamo degli obiettivi previsti; i risultati saran- definito il “Plastics 2030 - Voluntary no monitorati da un comitato indipen- Commitment”, che contribuirà a modellare nuove soluzioni sostenibili dente. Dal 2019, infine, verrà pub- per affrontare le sfide globali”, blicato un report annuale sui risultati ha dichiarato Daniele Ferrari, raggiunti. presidente di PlasticsEurope MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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Accordo di licenza

Prima tappa del 2018

Casa Corepla a Reggio Calabria È Reggio Calabria a ospitare la prima tappa del 2018 del progetto itinerante “Casa Corepla”. Presentata il 15 gennaio nella sala Federica Monteleone di Palazzo Campanella, dove è rimasta aperta alle scuole primarie del territorio e ai cittadini fino al 25 gennaio, la “casa” ha l’obiettivo di favorire la conoscenza del ciclo completo degli imballaggi in plastica, dalla loro progettazione alla seconda vita sotto forma di oggetti riciclati. Circa 700 alunni delle scuole primarie di Reggio Calabria hanno prenotato la visita ancor prima dell’inaugurazione.

L’esperienza didattica di “Casa Corepla” ha ottenuto il patrocinio del Consiglio regionale della Calabria

Casa Corepla riproduce l’interno di un vero e proprio appartamento, in cui si compiono le tradizionali azioni che danno il via al riciclo: il riconoscimento dei diversi imballaggi, la separazione e il conferimento al servizio di raccolta differenziata. Gli animatori ambientali accolgono i bambini in salotto dove, con l’ausilio di video e presentazioni interattive, illustrano la funzione odierna dell’imballaggio. Il tour prosegue in cucina, per imparare a conferire correttamente i più comuni imballaggi, e nella stanza dei giochi, dove l’imballaggio si trasforma in nuovi oggetti, una volta riciclato. In ogni ambiente i piccoli visitatori sono coinvolti in attività ludico-didattiche e creative; tra queste, vi è anche un’esperienza innovativa di realtà aumentata, replicabile a casa o a scuola. “Inizia a Reggio Calabria il tour di Casa Corepla, per un 2018 carico di buoni numeri. L’importante numero del 2016 (+35% di raccolta differenziata degli imballaggi in plastica nella regione Calabria), infatti, è sicuramente migliorabile con la collaborazione di tutti, ma siamo certi che il percorso intrapreso non potrà che portare a ottimi risultati”, ha dichiarato il presidente di Corepla, Antonello Ciotti.

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Greenrail

Traversine di Greenrail per le ferrovie statunitensi

Esempio riconosciuto di sviluppo industriale sostenibile, la startup siciliana Greenrail ha sviluppato un nuovo tipo di traversine ferroviarie utilizzando plastica riciclata e polverino di gomma ottenuto dal riciclo degli pneumatici fuori uso (PFU). Ma la vera notizia è che a fine 2017 Greenrail ha stipulato il suo primo accordo di licenza con la società statunitense SafePower1. L’accordo commerciale, della durata di 15 anni e del valore complessivo di circa 26 milioni di euro (che saliranno a oltre 75 milioni con le royalty che ne deriveranno), prevede la licenza del brevetto, la concessione del marchio e la progettazione e la fornitura degli impianti industriali con relativo know-how. In gennaio è partita la progettazione dell’impianto industriale, che entrerà in funzione a fine anno e che avrà una capacità produttiva di 600 mila traversine all’anno, grazie al riciclo di oltre 14 mila tonnellate di materiale all’anno (oltre 8000 t di PFU e circa 6000 t di plastica). Ogni anno, negli Stati Uniti, sono necessarie da 15 a 25 milioni di traversine per la sola manutenzione delle linee esistenti e, secondo le previsioni, la domanda dovrebbe superare i 100 milioni nei prossimi anni, grazie agli ingenti investimenti per l’ammodernamento, in particolare attraverso sistemi sostenibili e “smart” come quelli dell’azienda siciliana.

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LINEE DI TRASFORMAZIONE

ANNIVERSARIO E NUOVA LINEA DI ESTRUSIONE PER FRIUL FILIERE

QUARANTA CANDELINE GUARDANDO AL FUTURO CON QUESTO TRAGUARDO IMPORTANTE, QUELLA FRIULANA RIENTRA ORMAI DI DIRITTO TRA LE AZIENDE STORICHE NEL PANORAMA DEI COSTRUTTORI ITALIANI DI LINEE PER L’ESTRUSIONE DI TUBI E PROFILI. E PER L’OCCASIONE LANCIA UN NUOVO PRODOTTO, CHE GIÀ NEL NOME AFFIDA ALL’OGGI IL RUOLO DI PONTE IDEALE TRA LE COMPETENZE ED ESPERIENZE DI IERI E GLI SVILUPPI DI DOMANI

I

l 17 gennaio 2018 Friul Filiere ha compiuto 40 anni e per l’occasione lancia la nuova linea di estrusione Futura40. Come sottolinea il costruttore, il nuovo prodotto racchiude quattro decenni di esperienza dell’azienda, dei quali sintetizza il valore tecnologico con un’estetica moderna, un design accattivante e uno stile “minimal”, dove ogni dettaglio nasce, prima di tutto, dall’ascolto delle richieste dei trasformatori e dalle esperienze degli operatori che vivono da vicino la fase produttiva. Futura40 vuole essere il complemento ideale delle attrezzature sviluppate da Friul Filiere per realizzare impianti completi ad alte prestazioni e rispondere con la massima flessibilità ai trasformatori che richiedono progetti chiavi in mano sempre più personalizzati, per produrre tubi e profili speciali.

mante. Su tale base, grande attenzione è stata dedicata allo studio di soluzioni tecniche che potessero migliorare l’efficienza del processo produttivo e l’interfaccia uomo-macchina; tra queste, in particolare:

- la disposizione degli attacchi per la gestione dei sistemi di raffreddamento è stata migliorata nell’accessibilità e la connessione dei tubi necessari al processo di estrusione risulta più rapida;

BANCALE PORTA CALIBRI Insieme alla filiera, il bancale porta calibri, che accoglie il sistema di calibrazione, rappresenta il cuore tecnologico di ogni impianto di estrusione altamente perforMACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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Una linea Futura40 in fase di costruzione presso i reparti di Friul Filiere

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LINEE DI TRASFORMAZIONE

- il telaio del bancale è più alto di circa un metro ed è stato ampliato per ospitare, all’interno della struttura, tutte le componenti meccaniche ed elettriche necessarie al suo funzionamento; - l’asse di estrusione è stato posizionato in modo da dividere simmetricamente il bancale in senso longitudinale e il pianale porta calibri è stato studiato per alloggiare ogni tipo di calibratore e con un fissaggio rapido; - il movimento dei due assi del bancale è controllato elettricamente; - le posizioni dei componenti elettrici ed elettronici di tutto il sistema sono state aggiornate secondo le normative CE e consentono il rilascio dell’Attestato di Rischio; - i distributori d’acqua con ritorno a vista sono stati posizionati frontalmente rispetto all’operatore, permettendogli la visualizzazione continua del regolare passaggio dell’acqua nei calibratori; - uno zoccolo rientrante sulla base, posto lungo tutta la parte frontale del “downstream”, consente all’operatore di lavorare avvicinandosi più facilmente al bancale ergonomico; - il bancale è stato interamente zincato e sottoposto a un trattamento speciale che ne garantisce la durata nel tempo; - il risparmio energetico è stato ottimizzato grazie a pompe di ultima generazione, regolate da un inverter - che consente al motore di assorbire l’energia minima necessaria in ciascun momento della produzione, regolata sulle necessità di vuoto - e montate su un supporto indipendente per evitare la ripercussione delle vibrazioni su profili particolarmente sensibili ed essere facilmente ispezionabili; - i sistemi di protezione e sicurezza sono stati

Un dettaglio della taglierina

Il bancale porta calibri

aggiornati e resi più affidabili, mentre i quadri elettrici sono stati riposizionati sul telaio nel rispetto delle più recenti normative comunitarie.

TRAINO Affinché il passaggio del profilo avvenga perfettamente al centro della macchina, il traino mantiene lo stesso asse di estrusione del bancale porta calibratori. Il portellone di protezione non è più scorrevole e, grazie alla lamiera forata, risulta più robusto e pratico e contribuisce alla modernità del design. Allo scopo di sfruttare al meglio le potenzialità della macchina e permettere l’accesso di profili di larghezza superiore ai tasselli, è stato rivisitato l’intero sistema di trasmissione, riposizionando in modo ottimale il motore.

TAGLIERINA Il taglio è una fase delicata durante la produzione di profili e tubi complessi che devono rispettare standard di qualità sempre più elevati e lo è ancora di più quando la velocità di estrusione è molto alta. I progetti chiavi in mano di Friul Filiere consentono di produrre tubi e profili a velocità superiori a 250 metri al minuto. Per rispondere a tale esigenza, è stato adottato un motore brushless, più preciso e reattivo nella gestione del movimento, abbinato a uno scorrimento orizzontale del carrello. Al risultato ottimale concorre il software, sviluppato dalla stessa Friul Filiere, grazie al quale l’operazione di taglio risulta facilmente programmabile con impostazione di velocità, tempi e vari altri parametri.

BANCALE DI RACCOLTA DEI PROFILI Il raccogli profili è allineato ergonomicamente con tutto il resto della linea e il pianale può essere traslato orizzontalmente per permettere un accesso più funzionale per la raccolta dei profili stessi.

SOFTWARE La linea è controllata da PLC e software proprietari, che permettono la gestione centralizzata dell’intero processo. Il software è predisposto per un servizio di teleassistenza attraverso l’utilizzo della rete Ethernet installata sulla macchina e, in caso di anomalie durante la produzione, il trasformatore, da qualsiasi parte del mondo, può richiedere il supporto dei tecnici di Friul Filiere, che sono in grado di intervenire da remoto in tempo reale.

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LINEE DI TRASFORMAZIONE

EVENTO INSIDE DI BIESSE

IL SAPERE DI SOPHIA SI ESTENDE NELL’INDUSTRIA 4.0 LA MULTINAZIONALE MARCHIGIANA BIESSE LANCIA SUL MERCATO SOPHIA, UN PROGETTO AMBIZIOSO CHE MIRA AL SUPERAMENTO DELLE PROBLEMATICHE DI “TEMPO” E DI “SPAZIO” TRA CLIENTE E FORNITORE. SI TRATTA DI UNA PIATTAFORMA IOT INNOVATIVA, PRESENTATA LO SCORSO 19 OTTOBRE PRESSO IL CAMPUS DI PESARO DELL’AZIENDA, DOVE SI SONO DATI APPUNTAMENTO MIGLIAIA DI PARTECIPANTI TRA CLIENTI E GIORNALISTI DI GIAMPIERO ZAZZARO

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al 19 al 21 ottobre 2017, in occasione dell’ormai consueto evento “Inside”, Biesse ha aperto le porte del proprio stabilimento di Pesaro per mostrare i vantaggi che le proprie tecnologie offrono alle imprese che lavorano la plastica e il legno. 4000 le presenze registrate e 190 mila i metri quadrati a disposizione dei visitatori, dove erano in mostra macchine, impianti automatizzati, software evoluti e tecnologie interconnesse, in grado di ottimizzare i processi produttivi e digitalizzare le fabbriche. I visitatori hanno potuto osservare da vicino più di 50 soluzioni in funzione, insieme al personale tecnico e commerciale a disposizione per rispondere alle loro domande in ambito manifatturiero. L’evento si è aperto con la presentazione alla stampa di Sophia: la piattaforma IoT (Internet of Things) che abilita i clienti di Biesse a usufruire di una vasta gamma di servizi volti a

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semplificare e a razionalizzare la gestione del lavoro. La conferenza stampa è stata presieduta dal direttore generale del gruppo Biesse, Stefano Porcellini, dal direttore delle divisioni Legno/Sales e Filiali Federico Broccoli, dal direttore marketing e comunicazione Raphaël Prati e dal direttore generale della società di consulenza Accenture (partner del progetto Sophia), Giuseppe Lacommare, i quali hanno illustrato alla stampa le caratteristiche principali della nuova piattaforma.

PIÙ VALORE DALLE MACCHINE GRAZIE A SOPHIA La piattaforma Sophia si basa sulla connessione al cloud e su particolari sensori applicati alle macchine, che insieme consentono di registrare e inviare in tempo reale informazioni e dati sulle tecnologie in uso per ottimizzare le prestazioni, prevenire i malfunzionamenti e au-

Un momento della conferenza stampa organizzata per la presentazione della piattaforma Sophia MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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L’area espositiva dell’evento Inside di Biesse

mentare la produttività degli impianti. È parte integrante del progetto Sophia anche una seconda area, denominata Parts e dedicata all’acquisizione online dei pezzi di ricambio delle macchine. Il primo valore aggiunto di Sophia, su cui i dirigenti di Biesse hanno puntato l’attenzione, è la predittività: la sua capacità di offrire una visione del futuro per anticipare le problematiche, identificare azioni risolutive e migliorare le performance. Un altro punto fondamentale, su cui si è focalizzata la conferenza, riguarda il sensibile aumento della produttività che le funzionalità IoT, contenute all’interno della piattaforma, garantiscono attraverso un processo di analisi e reportistica costante, preciso e completo sull’andamento della produzione. Non si tratta propriamente di un servizio di teleassistenza, ma di un sistema che permette di prevedere e di intercettare tutta la sensoristica, in modo da anticipare possibili problematiche sul funzionamento delle macchine e di avvertire tempestivamente il cliente. Allo stesso modo, il trasformatore, dalla propria fabbrica - o direttamente da smartphone e tablet - è in grado di controllare costantemente la produttività delle proprie macchine. Inoltre, Sophia è uno strumento reattivo, che accelera il processo di diagnostica e, essendo sempre connesso, permette di notare qualsiasi guasto dalla “torre di controllo”; pertanto, la comparsa di un eventuale “puntino rosso” corrisponde a un arresto della macchina, quindi degli assi di lavoro. Se si verifica una situazione di questo tipo, il service di Biesse è tenuto a contattare il cliente, con un approccio proattivo grazie alla diagnostica che è già partita dagli “analytics” presenti nella banca dati, a disposizione sia del cliente sia della direzione service. Iniziando a registrare le anomalie in anticipo rispetto al momento in cui il guasto si verifica, il sistema IoT permette al fornitore di contattare il cliente prima che il problema si manifesti, riducendo i tempi e accompagnando l’operatore tecnico verso la soluzione finale. Va sottolineato che la connessione diretta tra la macchina e il service non rende più necessaria la fase delle domande preliminari tra i due tecnici, per capire a cosa è dovuto il malfunzionamento, permettendo così di ridurre anche le tempistiche di analisi, che non avvengono più tra persone, ma solo “tra dati”. Questa connessione fissa, però, non permette al fornitore di accedere ai dati sensibili della macchina (per esempio al CAD, mostrando il prodotto), ma di verificare solo i possibili guasti dell’impianto, attraverso le sequenze dei MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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dati, i sensori o i movimenti degli assi. Il sistema si basa su una tecnologia Microsoft Azure che garantisce la massima sicurezza del dato, evitando infiltrazioni di virus. Sulla base di quanto dichiarato dai relatori, Sophia nasce dalla volontà di Biesse di accompagnare i propri clienti in un processo di crescita che determina un’ottimizzazione di tutti i principali asset: tecnologico, strategico, organizzativo e umano. Tra le funzioni disponibili vi è la possibilità di aggiornare i software attraverso un click, in modo che gli utenti possano contare su macchine sempre “updated”. Grazie all’applicazione IoT è possibile, inoltre, avere un’ampia visibilità delle specifiche performance delle macchine, con la diagnostica remota, l’analisi dei fermo macchina e la prevenzione dei guasti. Il pacchetto include anche la connessione continua con il centro di controllo Biesse, il servizio di assistenza esteso e prioritario e una visita ispettiva per la verifica della diagnostica e delle prestazioni entro il periodo di garanzia. Come accennato, un altro servizio garantito dalla piattaforma Sophia è la connessione di-

retta con Parts: il portale dei ricambi Biesse. Si tratta di un sistema dove i clienti - 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 - possono ordinare i ricambi, non attraverso la consultazione del tradizionale manuale che accompagna la macchina utensile, ma semplicemente con l’ausilio di un codice anagrafico che permette di trovare digitalmente i pezzi di ricambio e ordinarli. Questo portale web consente di navigare all’interno di un account personalizzato, con tutte le informazioni relative agli acquisti effettuati, di gestire direttamente un carrello d’acquisto ricambi e di monitorarne il percorso. Attraverso tale canale, l’utente può vedere il prezzo e la disponibilità del componente all’interno del magazzino. Si tratta di uno strumento multilingue e multipiattaforma, integrato con i più importanti sistemi operativi, iOS e Android, fruibile sia su desktop sia, tramite App dedicata, su smartphone o tablet.

TECNOLOGIE E SERVIZI: UN CAMBIAMENTO EPOCALE In concomitanza con la piattaforma Sophia, è stato presentato anche B_Avant, il supervisore di BiesseSystems per la gestione integrata ed

Addetti di Biesse e visitatori davanti al centro di lavoro Rover Plast M5

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efficiente degli impianti di produzione in funzione delle esigenze di lavorazione. Il software è personalizzabile e perfettamente integrato con il gestionale e i software preesistenti. Altre aree di evoluzione a cui si è accennato durante la conferenza stampa riguardano l’integrazione del software a bordo macchina, per rendere sempre più personalizzata l’interazione con il cliente finale, e l’integrazione orizzontale all’interno della fabbrica del trasformatore. “Il cambiamento epocale che sta caratterizzando il mercato negli ultimi anni è radicale e in continua evoluzione. Un contesto dal quale tutte le aziende possono trarre un enorme vantaggio; grandi fabbriche e piccole imprese artigiane possono trovare in questo scenario ampi margini di crescita e lavorare meglio con le macchine”, ha commentato Raphaël Prati. “Biesse è al fianco dei suoi clienti in questo percorso di crescita con tecnologie e servizi evoluti in grado di digitalizzare e automatizzare le fabbriche e i processi produttivi”, ha proseguito Prati, che, a proposito della nuova piattaforma Sophia, si è così espresso: “Di fatto Sophia è un progetto trasversale, strategico per il gruppo e che va al di là dei colori divisionali delle nostre macchine. Abbiamo l’ocra per la lavorazione dei materiali compositi e della plastica in generale, il verde che caratterizza gli impianti per il legno e il rosso per le macchine dedicate alla lavorazione della pietra e del vetro. Con Sophia ci apprestiamo invece a proporre servizi applicabili in tutte le divisioni. Pertanto, aveva senso creare un’identità molto forte, legata a questa nuova strategia, che fa parte di un piano pluriennale dell’azienda. Era importante, inoltre, che venisse scelto un nome di persona, perché si tratta di un assistente che dovrà sostenere i nostri clienti. In realtà, oltre a essere una parola greca traducibile in italiano con “sapienza”, Sophia è un acronimo che racchiude in sé proprio l’essenza del progetto: la “S” sta per “Services”, al plurale perché non si tratta di

un unico servizio, ma di più servizi; la “O” sta per “Ottimizzazione”, perché l’obiettivo è quello di ottimizzare i processi dei trasformatori; la “P” sta per “Predictivity”, uno degli asset che oggi i nostri clienti colgono più facilmente; la “H” sta per “Human”, perché la relazione con il cliente è fondamentale e perché è necessario un cambiamento organizzativo in azienda per poter supportare questo progetto, quindi l’impatto delle risorse umane è fondamentale; la “I” sta per “Innovation” e, infine, la “A” sta per “Analysis”, perché senza i dati sarebbe difficile riuscire a portare avanti un progetto di questa portata”.

A PROPOSITO DI SOLUZIONI PER I MATERIALI PIÙ AVANZATI Durante l’evento Inside, la redazione di MacPlas ha incontrato Matteo Nazionale, responsabile di prodotto della divisione Materie Plastiche e Advanced Materials di Biesse, per una breve intervista, atta a illustrare le novità esposte dall’azienda nel campo della lavorazione di materie plastiche e compositi.

Particolare dell’impianto Rover Plast B

QUALI SONO LE CARATTERISTICHE GENERALI DELLE MACCHINE DEDICATE AI COSIDDETTI “ADVANCED MATERIAL” IN FUNZIONE DURANTE L’EVENTO INSIDE DEL 19-21 OTTOBRE? “Durante l’evento sono stati esposti cinque macchinari dedicati alla lavorazione di materie plastiche e compositi. I visitatori di Inside hanno quindi potuto osservare la Selco Plast WN6, una macchina per la sezionatura con caratteristiche tecniche d’avanguardia, che si caratterizza per la grande precisione di taglio e la qualità nelle lavorazioni. Abbiamo mostrato anche la nuova Rover Plast M5, un centro di lavoro rivoluzionario, capace di avvicinare le macchine per la lavorazione di lastre ai CNC per il settore metalmeccanico. Il concept Biesse propone un modello d’impianto totalmente cabinato, con aspirazione inclusa, in soli 2,68 metri d’altezza. L’ingombro è stato quindi ridotto, ma gli spessori lavorabili sono comunque molto elevati. Si tratta di un impianto completamente nuovo in termini di versatilità, adatto a ogni tipo di lavorazione. Inoltre, all’evento era presente Brema Plast EKO 2.1: un centro di lavoro verticale in grado di lavorare componenti su tutte le 6 facce, senza operazioni di ripresa manuale. Era esposta anche Materia CL, che, con ben 1200 mm lavorabili sull’asse Z, è una macchina compatta per le operazioni di rifilo (trimming) delle lastre da termoformatura (per esempio, in ABS) e per la realizzazione di stampi e modelli. La gamma Materia include diverse soluzioni, in funzione dei settori d’applicazione. Come da tradizione, il modello di punta è però la Rover Plast B, un centro di lavoro con testa a 5 assi per la lavorazione di lastre prodotte nei più diversi materiali: dagli elastomeri alle poliammidi, fino a materiali più complessi, come i compositi rinforzati con fibre di carbonio. La parola d’ordine per la gamma Rover Plast, equipaggiata con sistemi di taglio a lama oscillante, camere di riconoscimento per i marker di stampa e sistemi opzionali per il miglioramento della qualità e della precisione di lavorazione, è sempre versatilità”.

QUALI SONO I PRINCIPALI SETTORI APPLICATIVI DELLE LINEE ROVER PLAST E MATERIA CL?

Circa 4000 visitatori hanno partecipato a Inside 2017; 600 le presenze registrate solo per i seminari, che hanno suscitato grande interesse anche durante quest’ultima edizione dell’evento organizzato da Biesse

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“Le due linee sono in grado di servire quasi tutti i settori applicativi per la lavorazione dei materiali plastici e avanzati, a partire dalla visual communication, passando per il comparto degli articoli tecnici e industriali, fino ad arrivare ai settori: energia, aerospaziale, automotive, nautica ed edilizia”. MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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Materia è la gamma di centri di lavoro a 5 assi, versatili e compatti, progettata e realizzata da Biesse per soddisfare le più svariate esigenze di lavorazione a elevate velocità di fresatura, principalmente rivolta ai settori: aeronautica, nautica e automotive

QUAL È IL SISTEMA SU CUI BIESSE PUNTA MAGGIORMENTE PER L’INDUSTRIA DELLE MATERIE PLASTICHE? “Attualmente i sistemi di punta sono gli impianti Rover; di gran lunga i più performanti, grazie anche ai sistemi di carico e scarico automatico e ai magazzini automatici per gli asservimenti in linea ad alta produttività”.

QUALI RISCONTRI HA AVUTO BIESSE IN QUESTO MERCATO? “La divisione Materie Plastiche e Advanced Materials sta andando molto bene, la crescita è continua e considerevole e, di conseguenza, gli obiettivi per il biennio 20182019 sono ancora più ambiziosi. In generale per Biesse è un periodo decisamente positivo. Negli ultimi quattro anni il fatturato del gruppo è cresciuto a un tasso medio annuo compreso tra il 18 e il 20%. Nel 2013 l’azienda aveva fatturato circa 370 milioni di euro, mentre per il 2017 è previsto un fatturato di quasi 700 milioni di euro. Inoltre, lo scorso anno sono stati investiti 42 milioni di euro in ricerca e sviluppo e in sistemi informativi e negli ultimi quattro anni sono state assunte 400 persone nelle varie filiali del gruppo”.

QUANDO VERRÀ ESTESO IL PROGETTO SOPHIA ANCHE ALLE MACCHINE PER MATERIE PLASTICHE? “Il progetto Sophia è stato esteso fin da subito alle macchine della linea dedicata alle materie plastiche e, come per il settore “wood”, prevede un piano d’inserimento per ogni modello. Attualmente Sophia è disponibile in Europa, America e Canada, mentre sarà utilizzabile nel resto del mondo entro la fine del 2018”.

BIESSE HA IN PROGRAMMA LO SVILUPPO DI NUOVE MACCHINE DEDICATE AGLI “ADVANCED MATERIAL”? “Ogni giorno tecnici e ingegneri del reparto ricerca e sviluppo lavorano su nuovi progetti. In cantiere ci sono nuove soluzioni tecnologiche, ma per il momento non è possibile fornire ulteriori dettagli”.

È POSSIBILE AFFERMARE CHE BIESSE È STATA UNA DELLE PRIME AZIENDE IN ITALIA A SPERIMENTARE LE TECNOLOGIE DEDICATE ALL’INDUSTRIA 4.0? “Anche se ufficialmente nel 2013, presso la Fiera di Hannover, è stato presentato il primo progetto Industria 4.0 - fonte d’ispirazione per tutti gli altri paesi - al fine di rinnovare il sistema produttivo tedesco, all’epoca Biesse era già orientata verso questa nuova frontiera tecnologica. Ciò è dimostrato dal fatto che in quell’anno era già stato registrato un fatturato di 20 milioni di euro nei sistemi per l’Industria 4.0, mentre per il 2017 il fatturato dovrebbe attestarsi intorno ai 100 milioni di euro”.

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Vista dettagliata del punto di collegamento tra testa d’estrusione e calibratore, in produzione presso lo stabilimento di Emtelle Danmark a Sønder Felding, in Danimarca

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olo battenfeld-cincinnati è stata in grado di soddisfare la nostra esigenza di coniugare la totale automazione con la massima flessibilità”. Con queste parole Kenn E. Byllemos, COO della società danese produttrice di tubi Emtelle Danmark, spiega perché ha optato per una soluzione del costruttore austro-tedesco. Il trasformatore, infatti, ha installato nel suo stabilimento di Sønder Felding una linea completa di battenfeld-cincinnati per realizzare tubi a 4 strati con diametro da 200 a 800 mm, secondo la classe SDR (DIN 8074), e tubi di grandi dimensioni con tempi di cambio formato e scarti estremamente ridotti. Si tratta di una linea di coestrusione a 4 strati, dotata di altrettanti estrusori e di un “coestrusore” per le strisce colorate che comprende anche due unità di calibrazione FDC (Fast Dimension Change). Quella più piccola copre i diametri da 200 a 355 mm, la più grande quelli da 400 a 630 mm, mentre per i diametri da 710 a 800 mm si possono adottare calibratori tradizionali. I calibratori FDC sono realizzati con una lamiera forata sagomata a cilindro, molto simile nella sua forma a un calibratore convenzionale. La dimensione dei tubi è regolabile in continuo in

corso di produzione, in modalità completamente automatica. Con i calibratori FDC si possono realizzare tubi di dimensioni sia standard sia personalizzati, non solo per quanto riguarda il diametro esterno, ma anche in termini di spessore, che può variare tra 6,3 e 57,2 mm.

UNA QUESTIONE DI CAMBIO Il cambio di misura completamente automatico è risultato un aspetto fondamentale nello sviluppo dell’impianto e nella scelta da parte dell’azienda danese, perché sempre più trasformatori hanno l’esigenza di realizzare prodotti speciali, come, per esempio, tubi con tappo terminale integrato. In questi casi, a fronte di diametri relativamente grandi, lo spessore dei tubi deve essere molto sottile. La riconfigurazione dell’impianto per la produzione di tubi di dimensioni diverse richiede al massimo 20 minuti e la riconversione a un’altra gamma in modalità automatica, per esempio da 200-355 mm a 400-630 mm, è gestibile in un solo turno. Un altro vantaggio determinante è rappresentato dalla ridotta formazione di scarti durante il ridimensionamento. In caso di cambio del colore da effettuare in corso di produzione, gli scarti non arrivano a MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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500 kg, scopo per cui la linea controlla il fuso tramite la regolazione dell’intraferro sulla testa d’estrusione, senza il cambio dell’unità filiera-mandrino, che andrebbe sostituita a ogni cambio di dimensioni. Per ottimizzare il cambio di colore è stato integrato un distributore radiale per lo strato esterno, consentendo così un cambio rapido e un minor spreco di materiale per la pulizia (purging) del canale dedicato allo strato esterno del tubo. Al cambio automatico delle dimensioni dei tubi - e, quindi, all’elevata versatilità dell’impianto - concorrono anche i dispositivi FDC (Fast Dimension Change) a valle. La vasca del vuoto è dotata di supporti automatici ed è regolabile in continuo per tutte le misure. Anche traino e taglio si regolano automaticamente adattandosi alla dimensione del tubo. Grazie alla stretta collaborazione tra costruttore e trasformatore è stato realizzato un traino che non genera deformazioni nemmeno sui tubi speciali con spessori molto sottili. Allo scopo di effettuare una conversione automatica perfetta, il sistema di controllo dell’estrusione è stato ampliato, consentendo di riconfigurare tutti i componenti premendo semplicemente un pulsante.

La linea FDC permette di cambiare sia il diametro sia lo spessore del tubo durante il processo produttivo

Nomine

Nuovi AD e CTO per battenfeld-cincinnati Austria Johannes Schwarz (a sinistra nella foto) e André

“Vienna è il centro di competenza di batWieczorek, freschi di nomina rispettivamente ad tenfeld-cincinnati per la lavorazione del AD e CTO di battenfeld-cincinnati Austria PVC, in particolare per le linee per l’estrusione di tubi, profilati e lastre e per gli impianti per WPC ed NFC. Per la gestione aziendale e la direzione tecnica siamo riusciti ad acquisire due manager con eccezionali referenze nel settore della trasformazione delle materie plastiche, che ci consentiranno di accelerare lo sviluppo dei prodotti e consolidare il posizionamento aziendale”. Con queste parole, Gerold Schley, CEO di battenfeld-cincinnati Extrusion Holding, ha commentato le recenti nomine di Johannes Schwarz e di André Wieczorek rispettivamente ad amministratore delegato e CTO (Chief Technical Officer) della società. Dopo gli studi in elettrotecnica presso l’Università Tecnica di Vienna, Johannes Schwarz, ha inizialmente lavorato come capoprogetto nel settore automazione. In seguito è stato responsabile del settore elettrotecnico e direttore di stabilimento presso un costruttore di macchine per il soffiaggio di materie plastiche, dove, dal 2009 al 2017, ha ricoperto la carica di amministratore delegato con responsabilità su tecnologie e vendite. “Insieme ai miei collaboratori punto ad ampliare la nostra quota di mercato quali partner competenti per i nostri clienti, consolidando in tal modo il posizionamento aziendale”, ha dichiarato Schwarz. Completati gli studi in ingegneria delle materie plastiche presso la Montanuniversität Leoben, André Wieczorek è stato assistente universitario e collaboratore scientifico presso l’istituto per le tecniche di lavorazione della plastica della stessa università. È passato quindi a ricoprire vari ruoli in diverse industrie austriache del settore, dapprima con incarichi nell’ambito delle tecnologie di processo e, successivamente, come responsabile dello sviluppo, della gestione progetti e come direttore tecnico.

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LINEE DI TRASFORMAZIONE

TRE GIORNI DI OPEN HOUSE IN RIPRESS

UN NUOVO STILE TECNOLOGICO A UN ANNO DALLA PRESENTAZIONE INTERNAZIONALE, AVVENUTA AL K 2016, DELLA COLLABORAZIONE TRA RIPRESS E DONGSHIN, L’AZIENDA BRIANZOLA HA ORGANIZZATO UN EVENTO IN CASA PROPRIA PER MOSTRARE IN AZIONE LE PRESSE DELLA SERIE GB DEL COSTRUTTORE SUDCOREANO. SULLE CUI PRESTAZIONI GARANTISCE CON SEI ESEMPLARI VENDUTI DA GENNAIO 2017 DI LUCA MEI

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istributore esclusivo in Italia delle presse elettriche del costruttore sudcoreano Dongshin, Ripress ha organizzato una open house presso la sua sede di Nova Milanese (Monza Brianza) dal 5 al 7 ottobre 2017, per presentare nel nostro Paese il partner commerciale e le sue macchine della serie GB a circa un anno dall’avvio della collaborazione. Per questa partnership, presentata ufficialmente al grande pubblico internazionale al K 2016, infatti, è già tempo di un primo bilancio, alla luce di 6 macchine a iniezione elettriche vendute da gennaio 2017, tre delle quali già installate e in produzione, e del fatto che l’Italia è stata individuata come uno dei mercati ponte attraverso cui l’azienda sudcoreana intende riaffermare le sue tecnologie in Europa. Le vendite sui mercati internazionali erano state interrotte circa otto anni fa da Philip Kim, ap-

pena diventato presidente di Dongshin al posto del padre, fondatore della società cinquant’anni fa, dopo che si era reso conto di non poter competere, in quel momento, con il prezzo delle macchine a iniezione cinesi. Pertanto, Kim aveva dirottato gli investimenti sugli interventi necessari a un radicale rinnovamento tecnolo-

gico delle proprie macchine, in modo da renderle competitive con le migliori presse a iniezione presenti sul mercato. Dopo alcuni anni di intenso lavoro di ricerca e sviluppo, al K 2016 Dongshin si è presentata pronta per competere addirittura con gli standard europei e il Vecchio Continente è stato, quindi, individuato come il palcoscenico da cui partire per riproporre i propri prodotti fuori dai confini nazionali. E, in futuro, le referenze che verranno acquisite in Europa rappresenteranno la base per un’espansione commerciale più a largo raggio sulla scena internazionale, a cominciare, con buona probabilità, dal mercato statunitense, per fare, infine, ritorno ai mercati orientali, sebbene geograficamente questi, e, in particolare, l’Estremo Oriente, siano i più vicini alla Corea del Sud.

Salvatore Lisciandrello (terzo da destra) illustra ad alcuni ospiti dell’open house la pressa GB 170 esposta in funzione

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“Le macchine della serie GB sono state concepite fondamentalmente per lavorare ad alta velocità, che rappresenta la loro caratteristica di punta”, ha ricordato l’amministratore delegato di Ripress, Salvatore Lisciandrello. Velocità di cui in open house era data dimostrazione stampando vasetti in polipropilene rigenerato per colture florovivaistiche. “Proprio perché destinate a stampaggi che, a pieno ritmo, raggiungono tempi di ciclo di 2,2-2,3 secondi, il risparmio energetico viene massimizzato attraverso il controllo indipendente di ciascun motore. Risparmio energetico che si attesta intorno al 70% rispetto a presse idrauliche di pari taglia e arriva all’80% per quanto riguarda il risparmio di acqua, grazie all’assenza del raffreddamento dell’olio. La sovrapposizione di tutti i movimenti, abbinata al miglioramento dell’efficienza, si traduce in un incremento della produzione nell’ordine del 20%”, ha spiegato Lisciandrello.

Lo stampo monocavità con cui, in open house, veniva stampato un vasetto in polipropilene rigenerato per colture florovivaistiche (nel riquadro)

BANCALE INDEFORMABILE UNITÀ DI CHIUSURA E GRUPPO DI INIEZIONE Dal punto di vista della struttura, la macchina presenta una ginocchiera a 5 punti a elevata rigidità, dal design compatto e razionale, ottimizzato tramite metodo FEM. Il trasduttore per la lettura della forza di chiusura permette un controllo preciso e un monitoraggio in tempo reale, che previene fattori potenzialmente dannosi per l’integrità delle colonne. Il piano mobile è montato su guide lineari senza bronzine, così da minimizzare l’attrito e migliorare le prestazioni in accelerazione. Durante questa fase il controllo della pressione e della velocità avvengono per mezzo di una cella di carico, a vantaggio della ripetibilità di posizionamento. La regolazione dello spessore dello stampo avviene mediante ingranaggi, con encoder che garantisce elevata precisione, ridotta rumorosità e funzionamento completamente automatico. Le colonne libere, senza bronzine né lubrificazione, e, quindi, sottoposte a un ridotto attrito e non soggette a usura, contribuiscono a ridurre il consumo e migliorano la velocità. Il supporto del testa-croce integrato aumenta la durata della macchina, riducendo i carichi sulle colonne. Tutto ciò si traduce in una struttura ideale per stampi doppi a “sandwich”. Il gruppo di iniezione a struttura coassiale risulta preciso, stabile e rigido, mentre il doppio motore consente di raggiungere le elevate velocità richieste. I servomotori sono di tipo torque e la rotazione della vite è stata semplificata per ottimizzare la lavorazione. L’accostamento dell’ugello avviene mediante motore elettrico (versione completamente elettrica) oppure con attuatori idraulici o sistema EHA (attuatori elettro-idrostatici). MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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Il sistema di chiusura con bancale indeformabile conferisce rigidità alla struttura, consentendogli di mantenere la stabilità sotto carico e, dunque, permettendo di ottenere precisione durante le fasi di iniezione e bloccaggio dello stampo. La rigidità della struttura si traduce anche in una diminuzione fin oltre il 50% delle vibrazioni, a tutto vantaggio di una prolungata durata delle parti meccaniche e degli stampi. Da tutto ciò deriva una riduzione delle flessioni trasferite sugli stampi, assicurando bilanciamento, parallelismo e allineamento dello stampo, con un abbattimento dei costi legati alla sua manutenzione, e prevenendo, di conseguenza, l’usura delle spine di centraggio.

Philip Kim, presidente di Dongshin, e Salvatore Lisciandrello, amministratore delegato di Ripress, insieme all’open house presso la sede dell’azienda brianzola

In open house la macchina stampava vasetti per la coltivazione in serra in polipropilene rigenerato, a un tempo di ciclo di circa 3,2 secondi, mediante uno stampo monoimpronta.

FABBRICA INTELLIGENTE CON OPERA MES Per le aziende manifatturiere e i nuovi dettami dell’Industria 4.0, il controllo in tempo reale dell’impianto produttivo è divenuto un fattore più che mai essenziale per rimanere competitive e consentire ai direttori di produzione e agli addetti degli impianti produttivi di analizzare dati precisi, in base ai quali definire gli obiettivi e gli interventi correttivi eventualmente necessari in maniera proattiva, diminuendo gli sprechi e aumentando le rese produttive. A fronte di queste considerazioni, per la gestione e il controllo della produzione, Ripress ha proposto in open house Opera MES (Manufacturing Execution System) di Opendata, sistema completo, configurabile e modulare. La sua funzione prioritaria è quella di gestire e fornire in tempo reale tutte le informazioni riguardanti il piano di produzione: gli operatori, per esempio, attraverso interfacce web possono interagire in tempo reale con il sistema per procedere alla corretta esecuzione delle operazioni da svolgere, all’avanzamento della produzione ecc. Il sistema, inoltre, fornisce tutte le informazioni riguardanti l’esecuzione delle attività, i lotti di materiale utilizzato, la conformità della produzione, la gestione della manutenzione e degli eventuali allarmi. Infine, annovera tra le sue peculiarità un utilizzo intuitivo e semplice e un’elevata configurabilità, che lo rendono adatto all’impiego su una vasta gamma di macchine per la trasformazione.

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LINEE DI TRASFORMAZIONE NEWS Produzione di geomembrane

Bugnatura senza limiti

Salgono a sei le linee di estrusione di Davis-Standard in funzione presso Transam, produttore di tubi e profili

Sesta linea Davis-Standard per Transam

Negli ultimi anni BG Plast Impianti ha realizzato varie linee per la produzione di membrane bugnate, normalmente utilizzate per impermeabilizzazioni e drenaggio, accompagnando le crescenti esigenze di nuove applicazioni per questo prodotto, che hanno portato a mettere a punto nuove geometrie molto diverse dall’originale sezione tronco-conica delle bugne. I materiali più comunemente impiegati per tali applicazioni sono HDPE e PP, con diversi MFI (Melt Flow Index), per rispettare le caratteristiche meccaniche che le varie membrane devono possedere. L’altezza delle bugne, la loro geometria, lo spessore della membrana e la resistenza allo schiacciamento variano a seconda delle applicazioni: impermeabilizzazioni orizzontali o verticali, pavimentazioni, terrazze e coperture di edifici ecc. Molto spesso le membrane bugnate sono anche accoppiate con un tessuto non tessuto, che agisce come filtro per il terreno dove tali membrane vengono posate. Uno degli impianti più recenti messi a punto da BG Plast Impianti tiene conto di molte di queste caratteristiche per quanto riguarda la tipologia di membrana da realizzare, essendo equipaggiato con 4 cilindri formatori, ciascuno con diverse geometrie di cavità e bugne. La linea destinata a un importante trasformatore nordeuropeo, ha una capacità produttiva di 1000 kg/ora per membrane con larghezza di 2500 mm, avvolte in modo completamente automatico in rotoli con diametro fino a 600 mm, pronti per essere pallettizzati.

Particolare dell’impianto realizzato da BG Plast Impianti per la produzione di membrane bugnate

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Programma di reinvestimento Risale ad alcuni anni fa la collaborazione tra il costruttore statunitense di linee di estrusione Davis-Standard e il produttore britannico di tubi e profili Transam Rubber and Extrusions, con sede a Barton-Le-Clay (Regno Unito). Quest’ultimo, nell’ambito di un recente piano di investimenti, ha acquistato un nuovo estrusore EB50 EuroBlue, il sesto commissionato al costruttore, e le relative attrezzature di fine linea. La fornitura includeva anche una vasca di raffreddamento ad acqua,

appositamente realizzata da Davis-Standard per le esigenze produttive dell’azienda britannica. L’impianto è stato ordinato e consegnato in cinque giorni, così da non comportare alcun ritardo produttivo e di fornitura per i clienti di Transam. Il trasformatore attua un programma di reinvestimento, in base al quale una quota dei propri profitti annui viene reindirizzata nello sviluppo della propria attività attraverso l’acquisto di nuove attrezzature.

Linea di saldatura

Produzione di buste doypack su 4 piste La linea SA-V a 4 piste viene proposta da Elba per la produzione di buste tipo “doypack”, con inseriti 3 soffietti di fondo. Tale gamma di saldatrici, fiore all’occhiello della produzione del costruttore di Magnago (Milano), è progettata e realizzata per produrre buste “pre-made” ad alta velocità in modo versatile e flessibile, assicurando un facile approccio all’utilizzatore. La linea SA-V è equipaggiata interamente con componenti Siemens e, grazie a una HMI di ultima generazione basata su Profinet, uno dei protocolli di comunicazione attualmente con le prestazioni più avanzate, è in grado di controllare singolarmente e in tempo reale tutti

La gamma SA-V è progettata per realizzare buste “pre-made” ad alta velocità e in modo versatile e flessibile

gli accessori di cui è dotata. Seguendo la filosofia ingegneristica modulare e flessibile su cui si basano tutte le macchine di Elba, ogni accessorio è servomotorizzato e, quindi, indipendente. In questo modo l’utilizzatore può configurare la macchina a seconda delle proprie specifiche esigenze e aggiornarla in base alle necessità future senza stravolgerne l’architettura iniziale.

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LINEE DI TRASFORMAZIONE

NEWS Industria 4.0 secondo Tecnomatic

Maggiore qualità a costi più bassi Nell’industria 4.0, computer, automazione e robot sono associati in modo completamente nuovo: collegati in remoto a sistemi informatici dotati di algoritmi di apprendimento automatico in grado di gestire i processi produttivi con interventi ridotti da parte dell’uomo. L’Industria 4.0 porta a quella che è stata definita la “smart factory”, in cui i sistemi “cyber-fisici” monitorano i processi fisici della fabbrica, prendendo decisioni decentralizzate. I sistemi fisici entrano così a far parte del cosiddetto “Internet of Things”, comunicando e cooperando sia gli uni con gli altri sia con l’uomo, in tempo reale, tramite reti wireless. Su questi presupposti, Tecnomatic assiste oggi i trasformatori durante la progettazione, l’implementazione e l’integrazione di sistemi volti ad assecondare la nuova rivoluzione industriale digitale, fornendo ai produttori di tubi in plastica un portfolio completo e integrato di prodotti, soluzioni, software industriali e tecnologie di automazione. Il sistema fornisce un programma per il networking delle linee di estrusione per tubi semplice e faUna schematizzazione dell’Industria 4.0 secondo Tecnomatic

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cile da usare. Tramite il dispositivo EPC (Extrusion Process Control) della macchina, diverse apparecchiature e periferiche vengono connesse e collegate tra di loro, al fine di essere gestite tramite un’interfaccia utente uniforme, consentendo così l’interazione tra i singoli dispositivi. In questo modo, l’intero processo di fabbricazione, compresi l’alimentazione del materiale, il controllo della temperatura e la sincronizzazione, sono coordinati e monitorati. Un altro elemento importante è costituito dalla possibilità di avere tutti i parametri registrati e monitorati in modo centralizzato. Il sistema non permette solo di effettuare il monitoraggio dell’energia, ma anche di convertire i numeri e i dati in informazioni preziose per i processi della linea, consentendo così un’analisi ottimale: dagli indicatori chiave di prestazioni per i supervisori fino alla chiara presentazione della prestazione della linea, al fine di ottimizzarne la sua relativa gestione. In linea con il concetto di “smart factory” dell’Industria 4.0, tutti i dati, compresi i parametri di manutenzione e assistenza preventiva o gli allarmi, possono essere monitorati via internet o intranet tramite PC, server o dispositivi mobili

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Il nuovo CompoundRework System 1000 di KraussMaffei Berstorff è concepito per consentire a un unico addetto di svolgere tutte le operazioni

Tecnologia di riciclo

Riutilizzo economico di scarti in gomma “La maggior parte dei processi di estrusione comporta inevitabilmente la produzione di una certa quantità di scarti riciclabili, come, per esempio, il materiale che rimane nell’estrusore o nella testa di estrusione durante la compoundazione o il cambio di attrezzature. Allo scopo di massimizzarne il valore aggiunto, i produttori di pneumatici cercano di riciclare tali scarti reintroducendoli nel processo di produzione”, afferma Joachim Brodmann, key account manager di KraussMaffei Berstorff. Il nuovo CRS 1000 (CompoundRework System) messo a punto dal costruttore è in grado di processare ampi volumi di gomma residua rimossa dai canali di flusso e gli scarti dell’avvio produzione per ottenere foglie o strisce di materiale con uno spessore di 8 mm. In altre parole, il materiale residuo torna in ogni caso al processo di produzione. Il sistema CRS 1000 è equipaggiato con due cilindri riscaldati e dispositivo idraulico di aggiustamento della distanza. Può essere alimentato con materiale di varie dimensioni e larghezza fino a un metro. L’unità di alimentazione, con sistema automatico di aspirazione, è dotata di tutti i dispositivi di sicurezza necessari a minimizzare i rischi di infortunio da parte del personale. Il facile accesso semplifica le operazioni di manutenzione e pulizia. Il controllo semplificato della linea consente a un solo addetto di eseguire tutte le operazioni. Il robusto design e l’azionamento a consumo energetico efficiente assicurano risparmi nei costi ed eleva-

te prestazioni in maniera sostenibile. Il sistema CRS 1000 viene presentato in funzione in occasione di TireExpo 2018, in programma ad Hannover (Germania) dal 20 al 22 febbraio.

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AUSILIARI E COMPONENTI

ALLWRAPPER: CINQUE ANNI DI R&D SUL PACKAGING

L’IMPACCHETTAMENTO E IL CONFEZIONAMENTO INDUSTRIALI SONO ORA PIÙ CONVENIENTI SE NON È UNA RIVOLUZIONE COPERNICANA IL POTER AFFARDELLARE BOTTIGLIE D’ACQUA SU UN BANCALE CON BEN IL 95% IN MENO DI ENERGIA ELETTRICA CONSUMATA… POCO CI MANCA: QUESTO IN VIRTÙ DEI MACCHINARI “LS” E “HS” CONCEPITI DA COLINES IN COLLABORAZIONE CON UN ALTRO COSTRUTTORE ITALIANO DI LUCA MEI E ANGELO GRASSI

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er la prima volta ci affacciamo, dopo una serrata attività di ricerca e sviluppo durata anni - esattamente cinque - al mercato delle macchine per il packaging. E ci affacciamo con una nuova tecnologia d’affardellamento basata sull’utilizzo di film estensibile - noto ai più con il termine inglese “stretch film” - anziché di film termoretraibile; qui inteso come solo il primo dei limiti superati. Con questa nuova tecnologia, battezzata “Allwrapper”, andiamo infatti ad azzerare anche l’uso di complementi quali, per esempio, i piani di

Con la nuova tecnologia Allwrapper viene azzerato l’uso di complementi quali, per esempio, i piani di cartone usati per dare più stabilità alle merci impacchettate su pallet

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cartone usati per dare più stabilità alle merci impacchettate su pallet”, esordisce Francesco Peccetti, manager director dell’area Sales & Marketing di Colines, accogliendoci nella sede di Nibbia, frazione del piccolo comune di San Pietro Mosezzo, in provincia di Novara. Spiazzandoci pure un poco, a dire il vero, dato che le fardellatrici non sono affatto il business per cui Colines è conosciuta dagli addetti ai lavori. A questo punto urge un chiarimento sulle strategie d’impresa del gruppo italiano, noto - letteralmente in ambito internazionale - per le sue innovative linee d’estrusione in grado di lavorare “n” materie plastiche.

IL DISTINGUO SU “CHI FA COSA” “L’idea di costruirci anche le macchine fardellatrici c’è stata; non posso negarlo”, ci ha prontamente risposto Peccetti. “Sappiamo che l’Europa, da sola, oggi utilizza circa 800 mila tonnellate all’anno di film nei vari processi di fardellaggio. Un valore di per sé stesso già importante e che, debitamente proiettato nel futuro, ci ha ingolositi, mostrandoci qual è il reale potenziale di costruzione/vendita legato, in particolare, MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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proprio alla tecnologia Allwrapper”. Peccetti tiene a precisare che fin dai primi studi sulla filosofia produttiva Allwrapper, è emerso che - pur essendo l’affardellaggio una sorta di prosieguo naturale dei processi di estrusione che Colines sviluppa dal 1973 - il packaging di prodotti industriali su pallet richiede “skill” molto, ma molto, specifiche. “L’ingegnerizzazione e la prototipazione delle fardellatrici con tecnologia Allwrapper sono state realizzate qui in azienda, ma con un team nato ad hoc che ha lavorato separatamente dagli altri tecnologi del nostro ufficio tecnico”, ha infatti puntualizzato Francesco Peccetti. “Quando poi si è trattato di capire se fosse il caso, o meno, di fare internamente la produzione dei nuovi macchinari, ci siamo resi conto che la difficoltà reale non stava tanto nei seppur pesanti investimenti strutturali da sostenere, bensì nel reperire proprio figure professionali d’officina ad hoc e pure nel mutare i focus di talune figure dirigenziali che sono già qui in Colines ma con diversi, per così dire, “sbocchi mentali”. Mutamenti di focus, quelli a livello dirigenziale, in ossequio a una consolidata strategia d’integrazione aziendale da noi già sperimentata nel tempo”, ha aggiunto Peccetti. Non poteva poi mancare la chicca finale: “Altro motivo per il quale alla fin fine si è scelto di non fare qui le fardellatrici è che abbiamo un portfolio commesse già così nutrito da impegnarci, come minimo, per i prossimi quindici mesi; portfolio sulle linee d’estrusione, ovviamente”, ha chiosato con comprensibile soddisfazione Peccetti.

Allwrapper è disponibile in versione LS (Low Speed) e HS (High Speed), con variazioni operative non da poco: la prima fa il proprio lavoro a “ciclo d’avvolgimento”, processando assieme anche più prodotti; nella seconda, invece, i prodotti sono processati per blocchi omogenei

zata con l’acronimo LS, ossia Low Speed piuttosto che la versione Auto - che oggi si chiama HS, nel senso di High Speed - incarnano variazioni operative non da poco, come argomentato sempre da Francesco Peccetti: “La versione LS fa il proprio lavoro a “ciclo d’avvolgimento”, processando assieme anche più prodotti, che possono spaziare dalle lattine ai vasetti, dalle bottiglie ai flaconi, per almeno 70 diverse tipologie - come è risultato dai nostri test - a una cadenza massima di 24 cicli al minuto. I prodotti entrano quindi nell’area d’avvolgimento solo e soltanto con matrice già formata; dopodiché il film estensibile - in base a modalità operative start e stop compie le rivoluzioni orbitali previste attorLE PECULIARITÀ DELLA TECNOLOGIA no ai prodotti, rendendo in tal modo il banALLWRAPPER La fardellatrice modello Basic - ora battez- cale assolutamente idoneo alla spedizione verso l’utilizzatore finale delle merci appena affardellate”. Nella versione HS, invece, i prodotti sono processati per blocchi omogenei. “La qual cosa è conforme alle esigenze del mondo delle bevande”, puntualizza Peccetti. Non a caso la versione L’incremento produttivo di queste macchine è dato dall’aggiunta di moduli HS mostra un cie tali incrementi possono essere effettuati senza problema anche dopo l’acquisto clo d’affardellaggio MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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di 25 mila bottiglie/ora e - si badi bene - le bottiglie entrano nell’area d’avvolgimento in file veloci e ininterrotte: i tipici “serpentoni” da stabilimento beverage. Contestualmente al “serpentone”, il film estensibile alimenta in continuo la zona di confezionamento, venendo in un certo senso “alterato” solo quando interviene a fine ciclo la stazione di taglio digitale, che è capace di compiere 70 tagli di troncatura al minuto se si monta un singolo modulo, ma - ci hanno spiegato in Colines - può tranquillamente fare 140 o, addirittura, 210 tagli al minuto, se dotata di più moduli, per un massimo - ad oggi - di 4 per macchinario. “Possiamo effettivamente aggiungere dispostivi standardizzati sia di avvolgimento sia di taglio, in base alle esigenze produttive del cliente”, sottolinea Peccetti, “il che ci permette di avere un sistema HS in grado di confezionare 25 o 50 mila bottiglie/ora, come pure di superare senza problemi le 100 mila bottiglie/ora; capacità, quest’ultima, perfino abbondante se comparata all’attuale stato dell’arte nell’affardellamento. Non dimentichiamo che se la nostra HS è così performante, lo si deve anche all’uso di PLC per la gestione delle “n” funzioni macchina”. Dulcis in fundo, è vero che l’incremento della produttività di queste macchine è dato dalla mera aggiunta di moduli, ma è altrettanto vero che tali incrementi possono essere fatti senza problema alcuno anche dopo l’acquisto. Ergo: il portafoglio dei clienti “ringrazia”.

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AUSILIARI E COMPONENTI

DOPO FRIEDRICHSHAFEN

ECCELLENZE PER TUTTE LE OPERAZIONI AUSILIARIE DELLA TRASFORMAZIONE TANTE LE SOLUZIONI PRESENTATE DA MORETTO A FAKUMA 2017, LA CUI ONDA LUNGA DI NOVITÀ NON SI È ANCORA ESAURITA. TUTTE CONTRADDISTINTE DA UN MARCATO TASSO DI INNOVAZIONE E TUTTE IMPRONTATE ALLO SVILUPPO DELLA “FABBRICA INTELLIGENTE”

Il nuovo Moisture Meter Manager, per controllare automaticamente il livello di umidità dei polimeri durante il processo di deumidificazione, è stato presentato a Fakuma 2017 ed è disponibile sul mercato dall’inizio del 2018

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i chiama Moisture Meter Manager il nuovo sistema presentato da Moretto in anteprima all’ultima edizione della fiera Fakuma, per controllare automaticamente il livello di umidità dei polimeri durante tutto il processo di deumidificazione. Disponibile sul mercato dal 2018, il sistema è in grado di gestire il processo di deumidificazione creando un ciclo continuo completamente automatico, generando un elevato risparmio energetico e garantendo la certificazione della produzione. L’esclusiva tecnologia Power-Peak assicura un preciso controllo dell’umidità residua del granulo plastico e il dispositivo verifica che il trattamento sia stato eseguito nei limiti prestabiliti. Moisture Meter Manager è dotato di una funzione di impostazione automatica delle variabili di processo, che non richiede ulteriori tarature e rende superfluo l’intervento dell’operatore. Il dispositivo scansiona il materiale e misura, in linea e in tempo reale, il livello di umidità ogni due secondi, fornendo report sulla qualità del granulo con frequenze impostabili secondo ogni specifica esigenza. Con Moisture Meter Manager è possibile certificare la produzione pezzo per pezzo, oppure con cadenze regolari ogni 10-30 minuti od ogni ora, in base alle necessità. Grazie al doppio controllo, in entrata e in uscita dalla tramoggia, Moisture Meter Manager

gestisce automaticamente i parametri di deumidificazione, attività fondamentale per raggiungere i risultati richiesti. Il sistema si adatta a diverse applicazioni, caratteristica che lo rende ideale per la realizzazione della fabbrica intelligente 4.0, ed è pronto per Mowis, il sistema di supervisione Moretto.

UN FORMAT DI TECNOLOGIA D’altra parte, a Fakuma 2017, il costruttore di tecnologia per l’automazione, con sede a Massanzago (Padova), ha esposto tutte le sue eccellenze. Lo stand si presentava come un format di alta tecnologia, fatto di macchine, video, postazioni digitali, schermi interattivi e personale tecnico, dove trovare soluzioni concrete e risposte per un mercato sempre più esigente. Un’esposizione di 250 metri quadri, un’offerta di prodotti dall’elevato contenuto tecnologico e adatta a tutte le fasi del processo di trasformazione della plastica. Per la deumidificazione, oltre all’innovativo Moisture Meter Manager, l’azienda ha presentato anche le soluzioni XMax, Flowmatik e OTX, mentre per l’alimentazione ha proposto One Wire 6, la centralina Dolphin e KruiseKontrol, dispositivi che, dall’arrivo del materiale in azienda, coordinano tutto il processo di trasporto, integrandolo con i sistemi esistenti e fornendo MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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soluzioni che gestiscono autonomamente tutte le attività legate a questa operazione. Per il dosaggio, invece, sono stati presentati gli innovativi Gravix e Gramixo, macchine progettate per ottenere un dosaggio estremamente preciso (0,01%) e mettere in rete i dati scambiati, gestire i parametri macchina da remoto ed eseguire statistiche su produzione, consumi e costi. “Noi puntiamo all’eccellenLo European Patent Office za in tutti i processi, la vera ha definitivamente sancito l’unicità sfida è passare da servizi di KruiseKontrol nel panorama dei sistemi di trasporto frammentati a un modello di e di alimentazione dei granuli per filiera corto e interconnesso. l’industria delle materie plastiche La direzione scelta è quella di una tecnologia rivolta al futuro”, ha dichiarato il presidente della società, Renato Moretto, introducendo il progetto Moretto 4.0: un sistema di macchine interconnesse tra loro e un software di gestione a controllo remoto, in grado di acquisire grandi masse di dati da tutti gli attori del processo. Alla fiera tedesca un’intera area dello stand era dedicata al progetto digitale Mowis (Moretto Object Windows Integrated Supervisor), sistema di supervisione integrato e autoconfigurabile sviluppato proprio per la “fabbrica intelligente” e capace di connettere le varie macchine nell’impianto e i sistemi MES ed ERP. Il controllo consente di gestire fino a 1100 client in ambiente multilivello e multiutenza, da qualunque postazione, in azienda o da remoto. Inoltre, il modulo dedicato alla manutenzione programmata amplifica l’efficienza dell’impianto sottraendolo al rischio di costose manutenzioni straordinarie.

PASSA AL VERDE.

Senza più pensare al rosso.

RICONOSCIUTA L’UNICITÀ DI KRUISEKONTROL A proposito di KruiseKontrol, lo European Patent Office (EPO) ne ha recentemente stabilito in via definitiva l’unicità nel panorama dei sistemi di trasporto e di alimentazione del granulo per l’industria plastica. Il costruttore veneto ha fatto sapere in un nota stampa che per anni la concorrenza aveva definito il sistema “un semplice inverter”, per poterlo paragonare alle proprie macchine comuni con poco valore aggiunto per il trasformatore. Nel 2011, Motan Colortronic aveva presentato un’opposizione al brevetto, respinta in appello due anni dopo. Adesso la diatriba è definitivamente chiusa a favore di Moretto: KruiseKontrol è stato riconosciuto come l’unico sistema automatico e intelligente al mondo per il trasporto di materiale plastico che si possa definire tale. Attraverso il controllo e la gestione della velocità del materiale, la gestione dedicata del profilo di ogni materiale e la gestione di contenuti in retroalimentazione, che ottimizza costantemente il sistema, KruiseKontrol, guida il granulo a destinazione alla velocità più adatta, evitando così i fenomeni di creazione dei capelli d’angelo e di usura delle tubazioni. Consapevole del valore aggiunto che la sua soluzione poteva già offrire ai trasformatori, nonostante tutto Moretto ha continuato per un decennio a svilupparne nuove versioni fino al KruiseKontrol 6, oggi disponibile con elettronica integrata One Wire 6 per soddisfare i requisiti dell’Industria 4.0.

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AUSILIARI E COMPONENTI

PRODUZIONE DI TUBI

NATI PER AVVOLGERE NON CI CAPITE UN TUBO? CI PENSA FB BALZANELLI! CON QUESTA “BOUTADE” POTREBBE ESSERE SPIEGATA L’ATTIVITÀ DELLA STORICA AZIENDA MILANESE SPECIALIZZATA NELLA COSTRUZIONE DI MACCHINE PER L’AVVOLGIMENTO COMPLETAMENTE AUTOMATIZZATO PRATICAMENTE DI QUALSIASI TIPO DI TUBO

Il raffronto tra operatore e macchina nella foto rende l’idea di quanto possano essere grandi alcuni dei modelli di avvolgitori realizzati da FB Balzanelli

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pecializzata nella costruzione di avvolgitori automatici per ogni tipo di tubo, da quelli in plastica, mono o multistrato, a quelli in metallo o in rame, fino ai microcondotti, FB Balzanelli propone una gamma di prodotto composta che oggi conta oltre 60 modelli di macchine diverse, ciascuna con le proprie peculiarità di avvolgimento, di confezionamento e di manipolazione del rotolo di tubi da avvolgere. Attualmente il costruttore realizza circa 50-60 macchine all’anno, tutte automatiche e dotate di sistema di pallettizzazione e confezionamento del rotolo di tubi, avvalendosi di tre stabilimenti produttivi, due in Italia e uno negli Stati Uniti. In quello di Milano si trovano anche la sede commerciale e amministrativa dell’azienda e un primo centro di assistenza, mentre in quello di Fano (Pesaro Urbino) vengono costruiti gli avvolgitori automatici e realizzate tutte le carpenterie e i particolari fresati. Lo stabilimento di Detroit (Michigan), invece, è stato aperto nel 2013 per servire al meglio e in maniera capillare il mercato americano.

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AUSILIARI E COMPONENTI

UN BIENNIO RICCO DI NOVITÀ Al biennio 2015-2016 risale lo sviluppo di quattro prodotti importanti per la casa milanese: l’XS400, dedicato ai microtubi; il DR1201 GT2, per tubi multistrato; la serie intermedia Premium; l’FB5200, per tubi in polietilene liscio con diametro fino a 250 millimetri. L’XS400, in particolare, si è rivelato un avvolgitore piuttosto difficile da realizzare, ma che ha permesso di raggiungere prestazioni insuperate dai modelli precedenti, come ha fatto sapere l’amministratore delegato Alessandro Balzanelli in un recente video diffuso dall’azienda. Con due nuovi legatori con tecnologia XS è possibile avvolgere tubi in bobine da 50 metri di lunghezza a una velocità di 300 metri al minuto. L’avvolgitore DR1201 GT2, invece, è stato sviluppato per rispondere alle esigenze dei produttori che dovevano avvolgere e confezionare in automatico tubi multistrato; la macchina consente di inserire un tappo all’inizio e alla fine del tubo stesso e di avvolgere, di legare e di espellere la bobina,

Alessandro Balzanelli, amministratore delegato di FB Balzanelli

di confezionarla con film estensibile o termoretraibile e di pallettizzarla, di fasciare il pallet e di convogliarlo direttamente al magazzino automatico. Si tratta, quindi, dell’automazione completa di tutta la linea, dove nessun operatore deve intervenire durante il processo di estrusione. Ultima ma non ultima, la serie Premium è

stata messa a punto come soluzione intermedia tra i modelli base Smart e il top di gamma Excellence. L’introduzione della serie Premium ha permesso di offrire macchine ad alto contenuto tecnologico, elevate prestazioni e tempi di impostazione contenuti, che richiedono un ridotto investimento.

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AUSILIARI E COMPONENTI

MOTORI ELETTRICI PER L’INDUSTRIA DELLA PLASTICA

IL FUTURO HA IN SERBO SISTEMI COMPLETI SEMPRE PIÙ EFFICIENTI I

motori elettrici giocano un ruolo di primo piano nella trasformazione delle materie plastiche, trovando applicazione nell’azionamento di macchine come, per esempio, gli estrusori e i miscelatori. Negli ultimi anni, la necessitá di ridurre i consumi energetici ha spinto un numero crescente di aziende a ricercare motori sempre più efficienti. Basti pensare che i consumi energetici hanno un’incidenza media del 6% sul fatturato dei trasformatori e del 12% nel caso dei riciclatori di materie plastiche (fonte: The European House - Ambrosetti). “Tenuto conto del fatto che i motori elettrici contribuiscono per quasi il 70% al consumo di energia del comparto industriale, è evidente come quelli più efficienti possano fare la differenza quando si tratta di ridurre i costi a cui le aziende devono far fronte e le emissioni di CO2”, dichiara Luciano Albertalli, direttore generale di WEG Italia. A partire dal 2015, tra l’altro, il regolamento della Commissione Europea 640/2009 stabilisce che i motori elettrici in commercio con una potenza nominale compresa tra 7,5 e 375 kW debbano soddisfare la classe di efficienza IE3 (o IE2 se dotati di azionamenti a velocità variabile). Successivamente, la normativa è stata inoltre ampliata per coprire anche le potenze nominali da 0,75 a 7,5 kW. Alcuni tra i maggiori produttori di motori investono continuativamente in ricerca e sviluppo MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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IL PRESENTE E IL FUTURO DEI MOTORI ELETTRICI SECONDO WEG, COSTRUTTORE DI SISTEMI DI MOVIMENTAZIONE PER DIVERSI COMPARTI INDUSTRIALI, CON UN FOCUS PARTICOLARE SULLA TRASFORMAZIONE

per progettare soluzioni sempre più efficienti. Questa tendenza proseguirà anche in futuro, estendendosi ulteriormente agli inverter e all’intero sistema di azionamento. Ma fino a quale punto sará possibile incrementare l’efficienza energetica del motori? Solitamente, i motori a induzione IE4 con potenze superiori a 110 kw raggiungono già livelli di efficienza del 96-97%, ma esiste la possibilità di spingersi anche oltre questi limiti grazie all’utilizzo di motori a

magneti permanenti con inverter. Le direttive ErP tendono ora a interessare l’intero sistema di azionamento del motore, secondo quello che viene chiamato approccio esteso al prodotto (o EPA: Extended Product Approach). Il sistema, nel suo insieme, sará quindi analizzato e dovrá risultare conforme a un indice di efficienza energetica del sistema (EEI). Attualmente, queste direttive sono in fase di revisione per quanto riguarda i sistemi di movimentazione aria

Alcuni esemplari di W40, i più piccoli della gamma WEG di motori industriali standard a induzione

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AUSILIARI E COMPONENTI

e di pompaggio. A questo proposito é importante sottolineare come Il potenziale per il risparmio energetico sia molto superiore quando c’è una richiesta di aumento dell’efficienza del carico e non soltanto di motori singoli. La maggior parte del risparmio energetico è ottenibile ottimizzando i requisiti di carico della macchina azionata dal motore. “I cambiamenti saranno rapidi e dinamici, ma non così semplici come lo sono stati negli ultimi trent’anni. L’evoluzione e le attuali richieste di processi e prodotti migliori e più efficienti stanno spingendo i costruttori ad accelerare ed espandere la loro gamma di prodotti verso offerte più complete. I clienti richiedono sistemi completi efficienti dal punto di vista energetico a singoli fornitori, con un maggiore valore aggiunto, piuttosto che prodotti autonomi. I produttori che faranno propri questi cambiamenti ne usciranno vincitori”, aggiunge Albertalli.

MOTORI TRIFASE PER TUTTE LE APPLICAZIONI INDUSTRIALI I motori industriali standard a induzione trifase W40, W50 e W60 di WEG coprono la gamma di potenza compresa tra 90 e 4250 kW alle frequenze di 50 e 60 Hz, risultando adatti per quasi tutte le applicazioni industriali che richiedono

prestazioni e affidabilità elevate. Il progetto è stato ottimizzato per rendere tali motori più compatti dei loro predecessori, con riduzioni di peso, dimensioni e ingombro. I motori a due e a quattro poli della serie W60 sono disponibili con poLuciano Albertalli, direttore generale di WEG Italia tenza nominale da 800 a 4250 kW e tensione nominale da 2300 a 10 mila volt. Per massimizzare la flessibilità dell’ap- I motori W50 da due a dodici poli sono dispoplicazione, sono disponibili in configurazione: nibili con potenza nominale da 90 a 1280 kW e aperta e autoventilata (IC01, WP-II); chiusa e tensione nominale da 440 a 6600 V. Anch’esraffreddata aria/aria (IC611, TEAAC); chiusa con si presentano bassi livelli di rumore e vibrazioni scambiatori di calore aria/acqua (IC81, TEWAC). (82 dB a 3600 giri/minuto) e sono dotati di serie L’albero motore rigido elimina le vibrazioni fles- di cuscinetti a sfere, ma sono disponibili anche sionali critiche al di sotto di una determinata ve- con cuscinetti a manicotto o a rulli. I W50 sono locità, così che i motori W60 rappresentino una progettati per il funzionamento con inverter di scelta ideale per le applicazioni che prevedono frequenza e l’albero motore rigido elimina le limil’impiego di un inverter di frequenza o forti carichi tazioni della velocità dovute a vibrazioni interne, impulsivi. I W60 costituiscono inoltre la soluzione critiche per regimi motore fino a 3600 giri/min. ideale per l’impiego con convertitori di frequenza Infine, i motori aperti antisgocciolamento (ODP) a media tensione, senza limitazioni di velocità a W40, con due, quattro o sei poli, sono i più causa di vibrazioni critiche dovute alla velocità piccoli della famiglia WEG di motori industriali stessa. Dotati di serie di cuscinetti a rulli, sono standard e sono adatti solo per applicazioni in disponibili anche con cuscinetti a strisciamen- cui sporcizia e umidità non siano fattori importo e la struttura modulare ne consente l’adatta- tanti. Disponibili con potenza nominale da 250 mento a specifiche applicazioni con la semplice a 1650 kW, presentano anch’essi bassi livelli di aggiunta di accessori opzionali. rumore e vibrazioni.

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AUSILIARI E COMPONENTI NEWS Produzione di tubi

Doppio taglio sincronizzato per alte velocità di estrusione

Un innovativo metodo brevettato da Sica consente di tagliare e smussare tubi in PP, HDPE e PVC-U eseguendo due cicli di lavoro simultaneamente sulla stessa macchina, così da raggiungere produttività estremamente elevate. Per esempio, la taglierina automatica Duet 125 può produrre circa 2000 e 2300 spezzoni di tubo all’ora, lunghi rispettivamente 150 e 500 mm, più bicchiere in entrambi i casi. Grazie al sistema di controllo CNC, installato sulla macchina, viene sempre garantita la necessaria precisione sulla lunghezza dello spezzone, con tolleranze pari a ±1 mm. Il sistema consente la sincronizzazione del gruppo di taglio con la velocità del tubo e il suo corretto posizionamento per il taglio medesimo. Le macchine, inoltre, vengono equipaggiate con specifici utensili antiusura, così da garantire una qualità di lavorazione non solo estremamente elevata, bensì anche costante nel tempo. Il controllo logico offre inoltre la possibilità di eseguire “tagli al volo”, ottimizzando l’impiego della corsa utile per incrementare ulteriormente il numero di tagli realizzabili. Caratterizzato da un’interfaccia grafica intuitiva a icone, è dotato anche di un nuovo sistema di gestione delle sequenze delle lunghezze. Inseriti i parametri base di produzione (velocità di estrusione, diametro del tubo, ricettività

La gamma di taglierine planetarie automatiche della serie Duet è disponibile nelle versioni 125, 160 (nella foto la 160C) e 200

delle macchine a valle), l’operatore può definire i lotti produttivi desiderati, che vengono automaticamente ottimizzati dal sistema sfruttando appieno tutte le capacità della macchina. Dato l’elevato numero di tagli realizzabili nell’unità di tempo, la macchina è stata dotata di un sistema di aspirazione potenziato di tipo ciclonico. La gamma di taglierine planetarie automatiche della serie Duet (disponibili nelle versioni 125, 160 e 200), oltre al modello standard per tubi in PVC, prevede anche le versioni Duet/K (taglio con coltello senza asportazione di truciolo, per tubi in HDPE e in rPP) e Duet/C (taglio con fresa e coltello senza produzione di trucioli dentro il tubo), quest’ultima particolarmente idonea all’impiego con linee per tubi in PP, equipaggiate anche per la realizzazione di tubazioni con doppio giunto. Le macchine sono interamente basate su un’architettura di tipo elettropneumatico, ovviando così a ogni possibile problematica relativa all’impiego di attuatori idraulici e centraline di comando, e configurate in modo da ottimizzarne i consumi energetici complessivi.

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Ausiliari per il rotazionale

DOSAGGIO GRAVIMETRICO E TRASPORTO IN SPINTA Con il sistema Rotodosing, per una pesata ottimale in ogni stampo, unito al sistema Powderspeed, per il trasporto su lunghe distanze di materiali polverosi e non, Dega propone una soluzione capace di superare le problematiche inerenti ai costi legati allo spreco di materiale nella fase produttiva. Le diverse pesate per ogni stampo sono garantite da un software dedicato che, supportato da un lettore di codice a barre che identifica ogni stampo o da un driver di comunicazione con il software di gestione dell’utente, accelera il ciclo di produzione ed evita errori di digitazione dell’operatore. Attraverso il lettore di codice a barre o mediante una selezione dal software di gestione dell’utente, il sistema viene informato della quantità da dosare e del tipo di materiale da trasportare (se il trasformatore ne utilizza più di uno) e, quindi, il materiale, stoccato in big bag o in contenitori dedicati, viene prelevato e trasferito in un contenitore di stoccaggio pesato. Raggiunto il peso desiderato, il materiale viene trasportato all’interno di un contenitore posto sopra alla zona stampi, da cui parte una tubazione flessibile che può arrivare a tutti gli stampi interessati. L’operatore, informato dal sistema che il materiale è stato completamene trasferito ed è pronto allo scarico nello stampo desiderato, invia l’impulso che apre la valvola posta sotto al contenitore, il quale scarica la giusta quantità di materiale nello stampo, mentre il sistema sta già predisponendo il lancio successivo, qualora impostato. Il software di gestione permette di programmare non solo il peso del materiale per ogni stampo, ma anche il tipo di materiale o il colore; inoltre, si possono programmare miscele di diversi materiali per ottenere speciali effetti (pietra antica, legno, coccio ecc.). Il trasferimento del materiale può raggiungere anche distanze considerevoli (oltre i 50 metri) senza intaccarne la precisione.

La soluzione di Dega per il dosaggio gravimetrico delle materie prime negli impianti per lo stampaggio rotazionale

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AUSILIARI E COMPONENTI NEWS Corrugatori

Dai piccoli ai grandi diametri Linea di estrusione per tubi corrugati con corrugatore F700

Sempre più spesso acqua, gas e cavi elettrici, ma anche fluidi, vapori e cavi di automobili ed elettrodomestici, vengono distribuiti, trasportati, incanalati e protetti da tubi in plastica; persino il settore medicale utilizza frequentemente tubi plastici. In queste e in svariate altre applicazioni, i tubi corrugati vanno assumendo ruoli di primaria importanza, grazie alla struttura con anelli che li rende flessibili, leggeri e resistenti in rapporto al loro peso. Inoltre, la loro resistenza può essere incrementata aggiungendo uno strato interno, ottenendo una doppia parete che migliora e potenzia le loro caratteristiche. La gamma di prodotti offerta da Itib Machinery International comprende sistemi per la fabbricazione di tubi a parete semplice, in PE, PP, PVC, PA, EVA e altri polimeri termoplastici, e a parete doppia in PE, PVC e PP, con diametri interni compresi tra 4,5 e 600 mm (e diametri esterni fino a 700 mm). Alle linee di estrusione per tubi

corrugati “standard” si affiancano soluzioni per applicazioni specifiche, che consentono di abbattere i costi della manodopera e/o di proporre sul mercato prodotti semplici da installare e utilizzare, oppure provvisti di caratteristiche fisico-meccaniche particolari. Ne sono un esempio le linee per tubi corrugati precablati, con i cavi elettrici già inseriti, per il settore edilizio oppure le linee per il rivestimento di tubi in XPE o multistrato in XPE-Al-XPE, destinati al comparto termoidraulico. I cavi e i tubi in XPE, avvolti in bobine, vengono svolti, fatti passare attraverso una testa quadrata e, quindi, inseriti nei tubi corrugati utilizzando un sistema di formatura a vuoto, in modo da lasciare la sezione interna del tubo libera per il passaggio di cavi e tubi lisci. Per il comparto edilizio, esistono anche linee per la fabbricazione di tubi corrugati provvisti di uno strato interno a coefficiente di attrito ridotto. In questo caso, una testa di coestrusione aggiunge, all’interno del

tubo corrugato in PVC o PP, uno strato sottilissimo ma uniforme di silicone, che agevola l’inserimento dei cavi. L’impiego di teste di coestrusione in combinazione con corrugatori con caratteristiche specifiche consente inoltre di fabbricare tubi multistrato per il settore automobilistico, che devono abbinare resistenza meccanica e resistenza all’azione chimica aggressiva di fluidi e vapori, per cui vengono utilizzati poliammidi, materiali fluorurati, gomme termoplastiche e adesivi. L’impiego alternato di stampi corrugati, lisci e sagomati, e del sistema di formatura a vuoto consente di realizzare tubi che combinano sezioni flessibili a elementi rigidi, in grado di mantenere una forma tridimensionale stabile una volta preformati in un processo successivo. Per ottenere pareti con spessori diversi è possibile variare la velocità del corrugatore a intervalli regolabili. Per queste applicazioni, oltre che nel caso degli elettrodomestici, il

corrugatore può essere equipaggiato, su richiesta, con un dispositivo per il rilevamento di eventuali fori nei tubi. Mentre i corrugatori Itib da F15 a F65 si prestano alla lavorazione di tubi di piccolo diametro, gli F250, F315, F400 ed F700 consentono di realizzare canaline interrate e condotti per lo scarico delle acque piovane e fognarie, applicazioni che richiedono tubi a parete doppia di grande diametro. In questi casi, si ricorre a soluzioni quali stampi in alluminio, per uno scambio termico più efficiente, formatura a vuoto e raffreddamento diretto degli stampi, dotati di canali integrati per lo scorrimento dell’acqua. Il corrugatore F700, in particolare, è dotato di un sistema “a navetta”: lo stampo torna alla testa di estrusione a una velocità superiore rispetto a quella di produzione, consentendo di utilizzare un minor numero di stampi a confronto con i sistemi tradizionali.

Free cooler integrato

Dimensioni compatte e risparmio energetico Tra le recenti novità di Green Box nel campo dei refrigeratori rientrano i sistemi della serie MR-H/FCM con free cooler integrato, che, con dimensioni estremamente compatte (circa il 50% in meno di ingombro in pianta), offrono risparmio energetico spinto, affidabilità di funzionamento, elevata efficienza, semplicità di installazione e controllo di

temperatura preciso sull’acqua di processo, utilizzando le più recenti tecnologie per lo scambio termico con batterie a microcanali, sia di condensazione sia di free cooling, e funzioni di supervisione con collegamento da remoto. La tecnologia a microcanali, con elevata superficie di scambio e facilità di pulizia, conferisce alle unità MR-H/FCM grande affidabilità operativa nel tempo ed elevata efficienza (EER) alle alte e alle basse temperature. Durante l’inverno, quando il funzionamento in free coUn esemplare di refrigeratore industriale della serie MR-H

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oling è pienamente operativo, il risparmio energetico può raggiungere il 90% della potenza frigorifera, garantendo temperatura, portata e, lavorando in circuito chiuso, qualità dell’acqua. Il sistema presenta anche un’estrema semplicità di installazione e messa in funzione. Il free cooler FCM 45/EC SSS è un’unità adatta per applicazioni dove è richiesta una bassa potenza di raffreddamento e offre un altro esempio dell’impiego di batterie a microcanali, utilizzate anche sui refrigeratori. L’unità presenta un ventilatore con motore brushless e può essere controllata da remoto attraverso smartphone, PC o tablet.

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Fornitura statunitense per Promixon

Un gigante della miscelazione per le pavimentazioni Negli ultimi anni, nel settore delle pavimentazioni si è registrato un forte incremento della domanda di LVT (Luxury Vinyl Tile), grazie ai vantaggi offerti in termini di durata e di ridotte esigenze di manutenzione. Di pari passo, Promixon ha investito molto nello sviluppo di prodotto e ha rafforzato la sua offerta con migliorie tecniche in numerosi settori, tra cui appunto le applicazioni per pavimenti (come WPC, LVT ecc.). Tali migliorie vengono fornite con soluzioni personalizzate, per soddisfare ogni singola richiesta dei trasformatori e garantire prestazioni durature e longevità degli impianti. Questa attitudine ha permesso al costruttore di acquisire un’importante commessa per la fornitura di uno tra i più grandi impianti di miscelazione mai realizzato prima a un’importante azienda statunitense. L’impianto XBlend-MC/2500/8600 è destinato alla produzione di LVT ed è composto da turbomiscelatore ad alta velocità XM-2500 e da raffreddatore ad alta efficienza XC-8600. In

Refrigerazione

Impianti record Due impianti sono stati recentemente consegnati da Frigosystem a un rinomato gruppo spagnolo produttore di film. Gli impianti di ultima generazione, con potenza di refrigerazione superiore a due megawatt, sono stati installati nella zona meridionale della Spagna e in Texas, due aree dove le condizioni climatiche sono particolarmente gravose durante l’estate. I nuovi refrigeratori d’acqua I-RES utilizzati, con compressori centrifughi a levitazione magnetica (tecnologia Turbocor) ed evaporatore immerso, consentono un risparmio energeti-

La serie I-RES è il risultato dell’esperienza pluriennale di Frigosystem nell’applicazione della tecnologia Turbocor

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produzione 8500 ore all’anno, il sistema di miscelazione, da circa 12 mila kg, è stato completamente personalizzato per vari livelli di riempimento e per trattare una vasta gamma di formulazioni, sempre orientandosi alla riduzione dei tempi di miscelazione e all’ottimizzazione dei consumi energetici. Questo “gigante” della miscelazione produce attualmente 1200 kg/batch di PVC dry-blend a una velocità di 8 batch/ora, per una produzione totale di 9600 kg/ora. Il raffreddatore orizzontale, inoltre, è stato progettato per ricevere fino a 1500 kg di carbonato di calcio a ogni batch, che viene raffreddato con il dry-blend grazie a un agitatore speciale, il quale garantisce la dispersione ottimale del materiale. L’impianto di miscelazione a caldo/freddo ha come cuore pulsante un attrezzo miscelatore ad alta intensità a cinque stadi, in acciaio inossidabile e con rivestimento al carburo di tungsteno, per contrastare l’usura. Inoltre, le pale inclinate (20° quella superiore, 30° quella inferiore) assi-

co nell’ordine del 50-60% rispetto alle tecnologie tradizionali. La serie I-RES rappresenta una delle soluzioni più efficienti e affidabili sul mercato ed è il frutto della pluriennale esperienza del costruttore nell’applicazione della tecnologia Turbocor. La gamma di potenza coperta dai sistemi I-RES si estende fino ai 1700 kW, con elevati livelli di efficienza e silenziosità. Si tratta di unità a gas refrigerante R134 per la produzione di acqua fredda, con compressori centrifughi senza olio, in grado di

L’attrezzo miscelatore ad alta intensità a cinque stadi, in acciaio inossidabile con rivestimento al carburo di tungsteno, rappresenta il cuore pulsante dell’impianto di miscelazione a caldo/freddo

curano il miglior vortice di miscelazione. Sia nel turbomiscelarore che nel raffreddatore, tutte le superfici a contatto con il materiale sono lucidate a specchio, per ridurre i tempi di pulizia e manutenzione, per evitare il deposito del materiale al termine del ciclo di miscelazione e per eliminare ogni rischio di contaminazione tra un batch e l’altro. Il circuito dell’acqua nella camicia di raffreddamento è stato migliorato, ottimizzando il flusso nella doppia camicia con una serpentina che riduce del 30% il tempo di raffreddamento.

adeguarsi alle più diverse condizioni di carico grazie all’accurata termoregolazione combinata e all’impiego di un compressore a variazione continua della velocità. L’impianto di condensazione è dotato di scambiatori ACE (Adiabatic Cooling Energy), con processo adiabatico. Le batterie, lavorando a circuito chiuso, sono esenti da contaminazione e, diversamente dalle torri di raffreddamento, non consumano acqua. Il sistema adiabatico, su pacchi in PVC facilmente removibili, garantisce la massima efficienza in caso di elevate temperature ambiente e di stabilimenti particolarmente polverosi, come quello texano. L’intero impianto è gestibile in remoto e, per risolvere eventuali problemi, è possibile intervenire in teleassistenza anche mediante smartphone. Sia la parte con refrigeratori I-RES sia quella adiabatica sono predisposte per l’Industria 4.0.

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196 7

YEARS OF

EXPERIENCE

2017

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Il laboratorio di Interseals nella sede di Capriolo, in provincia di Brescia

MISURA E CONTROLLO

NUOVE FRONTIERE NELL’APPLICAZIONE DEL PLASMA ALLA GOMMA TECNICA

IL QUARTO STATO DELLA MATERIA È ORA “DI CASA” ANCHE IN FABBRICA L’UTILIZZO DEL PLASMA È IN ESPANSIONE NELLE APPLICAZIONI INDUSTRIALI, COME TESTATO CON SUCCESSO DAI TECNICI INTERSEALS IN TALUNI PROCESSI D’ABBATTIMENTO DEL COEFFICIENTE D’ATTRITO SU PEZZI TECNICI IN GOMMA PER L’AUTOMOTIVE, L’ALIMENTARE… E NON SOLO DI VLADIMIRO ANTONIO GUINDANI* E ANGELO GRASSI

L

e superfici costituiscono quella parte di un manufatto - qui inteso in “senso lato” che ne determina le proprietà di contatto, di attrito, di usura e, in buona sostanza, ne stabilisce pure la vita utile. Passando ora ai diffusissimi anelli in elastomero a sezione circolare, usati a mo’ di guarnizione meccanica e/o di sigillo in “n” contesti applicativi, l’auspicato abbattimento del loro coefficiente d’attrito (fisiologicamente elevato) si ottiene, per solito, con trattamenti di deposizione a spruzzo di taluni lubrificanti solidi sulle superfici - appunto - degli o-ring stessi. Succede, però, che a volte questi lubrificanti solidi non siano permessi e/o non risultino tecnicamente adatti in determinati contesti applicativi. Ebbene: per tipologia di trattamento e per genere di gas utilizzati, la tecnologia di rivestimento al plasma risulta essere un processo talmente versatile da poter essere usato vantaggiosamente in una nuova modalità di lubrificazione in fase solida dei componenti in gomma, in grado di sostituire proprio la precedente deposizione a spruzzo. Detto ciò, prima di entrare nel merito della nuoMACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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va frontiera del cosiddetto “quarto stato della materia” applicato alla gomma tecnica, può essere utile definire - seppur per sommi capi qual è il senso compiuto del termine “plasma”.

CLASSIFICAZIONE DELLE TIPOLOGIE DI PLASMA

tima tipologia, la temperatura relativamente bassa viene mantenuta grazie a una pompa aspirante, la quale genera il vuoto all’interno della camera per il plasma. La concentrazione relativamente bassa delle specie presenti nel reattore fa sì che gli urti tra le molecole - e, di conseguenza, l’energia cinetica in campo - siano molto bassi. Questo fatto comporta una dissipazione relativamente ridotta di energia termica.

In fisica e in chimica il plasma è un gas ionizzato costituito da un insieme di ioni ed elettroni, che risulta essere globalmenFig. 1 - Cambiamento di rugosità dopo etching te neutro: cioè, la cui carica elettrica totale è nulla. Un sistema al plasma viene mantenuto in equilibrio grazie alle forze elettriche a lungo raggio, che si creano continuamente tra le particelle cariche presenti all’interno del sistema stesso. Una delle modalità di classificazione dei tipi di plasma è quello di suddividerli in atmosferici e a bassa pressione, o “freddi”. In quest’ul-

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MISURA E CONTROLLO

Ebbene, proprio per le basse temperature in gioco, quest’ultimo tipo di tecnica può essere vantaggiosamente impiegato per la lavorazione di quei materiali - come, appunto, gli elastomeri - che vanno incontro a degradazione termica se sottoposti a temperature relativamente elevate. Tra le diverse applicazioni, eseguibili su gomma, vi sono: • micropulizia; trattamento in grado di abradere strati nanometrici di contaminanti presenti a livello superficiale; • attivazione (o funzionalizzazione) della superficie, introducendo nuove specie chimiche superficiali con vita relativamente breve, in grado di fungere da punti di “legame” per il lubrificante depositato, col conseguente risultato di una maggiore adesione del lubrificante stesso alla superficie trattata; • etching; consiste nella rimozione di uno strato superficiale di materiale; • polimerizzazione; si utilizza soprattutto quando si vuole ottenere un film lubrificante secco e con spessore inferiore a 1 micron. Scendiamo ora un po’ più nel dettaglio della materia.

MICROPULIZIA In questo tipo di trattamento vengono usate alcune tipologie di gas che vanno ad asportare strati infinitesimali di materia superficiale. L’irraggiamento tra queste specie chimiche, attraverso opportune radiofrequenze, comporta un significativo aumento dell’energia cinetica e, di conseguenza, di urti tra le molecole. Tali molecole accelerate, entrando in collisione con la superficie da trattare, asportano quantità nanometriche di materiale inquinante, con il risultato di ottenere una superficie priva di nanoparticelle o di sostanze presenti in basse concentrazioni, che potrebbero influire su processi successivi o sulle performance dell’articolo finito.

Figura 2

A

B

Figura 3

A

B

Figure 2 e 3 - Scansione con microscopio interferometrico della superficie di un articolo in EPDM (fig. 2) e in FKM (fig. 3), dove si può osservare il cambiamento di asperità prima (figura A) e dopo (figura B) il trattamento di etching con C2F6. È ben visibile la modifica della superficie dopo il trattamento

Uno dei più importanti vantaggi della micropulizia al plasma (un trattamento a secco) è quello di non prevedere l’uso di reagenti chimici liquidi, i quali andrebbero di volta in volta gestiti, analizzati e quindi smaltiti ad opera di personale specializzato.

ATTIVAZIONE O FUNZIONALIZZAZIONE

Con questo trattamento, specie chimiche reattive interagiscono con la superficie del materiale da trattare, formando nuove molecole. Tale processo può essere attuato in più modi. In uno di questi, per esempio, i reattivi introdotti nella camera al plasma reagiscono con gruppi funzionali “facilmente attaccabili” - come nel caso del gruppo funzionale carbossilico, o in presenza di doppio legame - andando a strappare alcuni elettroni di legame, con conseguente formazione di una carica negativa suscettibile di attacco chimico. Un altro metodo prevede l’introduzione di nuove specie chimiche che, legandosi alla superficie, costituiscono esse stesse dei “punti di legame”. L’attivazione al plasma viene utilizzata laddove si voglia ottenere una maggiore adesione del film lubrificante solido deposto mediante tecnica ad atomizzazione o Fig. 4 - Confronto tra coefficienti d’attrito (COF) spray, ma può essere impiegata prima e dopo il trattamento di etching anche come processo per facili-

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Preparazione dei campioni per l’analisi nel laboratorio di Interseals

tare l’adesione di due superfici senza l’ausilio di terzi reagenti, o per preparare la superficie per reazioni chimiche successive.

ETCHING Anche in questo caso, esistono differenti modalità per attuare l’etching, che consiste, sostanzialmente, nella rimozione di materiale dalla superficie del pezzo. A differenza della micropulizia, questo processo attacca strati nanometrici di materiale, modificandone la superficie. Il processo - che può avvenire sia mediante utilizzo di gas nobili sia introducendo molecole in grado di creare radicali liberi e/o ioni positivi - comporta quindi l’asportazione di materiale superficiale. A seconda, poi, dei prodotti utilizzati, sulla superficie trattata si può avere un effetto isotropico in tutte le direzioni, MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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ting”, conosciuto anche come DLC (Diamond Like Carbon). Si tratta di un rivestimento innovativo, a base di carbonio, con ampio spettro d’applicazione, che permette di fronteggiare problemi legati all’abrasione, allo scorrimento e all’aggressione chimica. La bassa temperatura di deposizione, la durezza e il basso coefficiente d’attrito lo rendono d’estremo interesse per l’industria. Viene applicato su particolari finiti, mantenendo lo stato di finitura superficiale. Fig. 7 - Confronto tra coefficienti d’attrito (COF) prima e dopo il trattamento DLC Il film polimerico DLC viene depositato mediante tecnologia PA-CVD (Plasma Assisted - Chemical Vapour Deposi- fanno sì che le molecole formate reagiscano tra tion), che permette di mantenere bassa la tem- di loro per formare specie chimiche differenti da peratura di deposizione e, allo stesso tempo, di quelle di partenza. Il risultato è la formazione di garantire un’ottima adesione. Si ottiene facendo uno strato solido superficiale. reagire normalmente idrocarburi insaturi conte- Un altro vantaggio di questo tipo di trattamennenti almeno un doppio legame C=C, che, du- to è quello di poter produrre, a seconda dei rerante la reazione al plasma, subisce rottura con agenti utilizzati e del tempo d’esposizione, film conseguente formazione di siti reattivi. Tali siti con caratteristiche differenti tra loro.

con un risultato costante in ogni parte del manufatto, oppure un effetto anisotropico in direzioni casuali, con un risultato discontinuo sulla superficie del manufatto. Il processo di etching può essere impiegato su quelle guarnizioni per le quali viene richiesto un abbattimento del coefficiente d’attrito, senza l’introduzione di un lubrificante - liquido o solido - sulla superficie del pezzo. Casi particolari possono riguardare l’industria alimentare, il settore medicale o tutte quelle applicazioni in cui il rilascio di particelle solide (derivanti dalla normale usura del film lubrificante solido) potrebbe avere conseguenze negative in termini di idoneità e/o di prestazioni.

POLIMERIZZAZIONE A differenza dei trattamenti fin qui esposti, il processo di polimerizzazione consente la formazione di un film polimerico sulla superficie del pezzo da trattare, con conseguente formazione di specie chimiche stabili e con caratteristiche finali differenti a seconda dei gas utilizzati. Nel dettaglio, il film polimerico studiato è un “carbon coa

A

2AOREP70N0012_DLC_3300_2700 100 2AOREP70N0012_TQ_3300_2700

1351.50 1340.72

1364.26 1376.73

1353.48

1376.73 1367.09

1341.86 1330.80 1323.14 1313.22 1307.

1420.69 1413.03

1337.44

1311.72

1331.51 1323.02

1359.49 1351.86 1345.92 1358.65 1348.47

1382.68

1401.62 1394.55 1384.94 1396.25

1429.04 1423.67

1464.95 1453.64

100.2

99.76

1398.00 1387.79

1505.94

1521.77

1540.71 1532.80 1558.24 1601.50 1590.75

1623.27 1613.94

1679.24 1668.22

1653.23 1645.88 1635.71

100.8 100.6

1430.74

1463.82 1453.92 1446.57

1504.24 1496.04 1487.00 1479.36

1517.53

1538.45 1529.69

1573.23 1565.59 1555.41

1598.95 1590.75 1584.82

1633.16 1623.83 1613.94 1606.02

1714.58 1706.95 1697.34

101.2 101.0

1739.74 1732.11

2711.24

2742.05

2725.80 2721.40

2783.02

2760.00

2843.97 2838.55 2831.10

2809.77

2927.26 2919.81 2923.88 2907.96 2900.51 2894.76 2884.26 2873.43 2867.33 2861.91

99.80 99.78

101.4

100.4

2956.38 2951.30 2938.78

2999.72 2988.55 2975.68

3058.64

3040.02 3027.83 3018.01

3128.05 3120.26 3110.78 3097.92 3091.48 3083.36 3073.54

3190.69 3177.83

3216.43 3207.28

3251.98 3242.16

3294.30

99.88

3160.56 3149.04 3143.29

99.92

%Transmittance

2853.79

99.96

1400

101.6

99.94

99.90

1729.85

101.8

99.98

1500

B

1681.51 1673.59 1668.22 1660.02 1650.97 1645.04

2954.01

100.02 100.00

1714.30 1704.69 1694.79

102.2 102.0

1790.63 1789.50 1782.43 1775.93 1768.86

102.4

1781.59

2744.08

2817.22

100.06 100.04

Wavenumbers (cm-1)

VITON_1800_1300 102.6 VITON_DLC_1800_1300

2873.76

3027.49

100.10 100.08

3008.19

100.12

1600

1700

A

VITON_DLC_3300_2700 VITON 3300_2700_TQ

1430.89 1421.54 1411.05

1475.41

1448.19

1559.92

1457.83

1800

2760.33

2800

2900

1756.71 1747.38 1741.16

3000 Wavenumbers (cm-1)

2796.56 2790.13 2779.97

Figura 6

3100

1460.10

1523.90

1508.88 1499.23 1491.29

1542.34

1507.74

1523.62

1498.38 1491.01

1542.90 1535.53

1559.92

1552.26 1627.41

1596.78 1590.54 1579.77 1571.26

1618.33

1637.05

1654.34

1646.69

1685.54 1676.18 1671.92 1662.85

1735.44

1718.15

1706.24 1700.56

1577.78

1625.70 1618.05 1610.39

1669.94 1664.27 1654.63 1646.97 1637.61

1718.43

1700.85

1685.25

1773.72

90.0 89.5

3200

%Transmittance

1762.38

90.5

88

99.82

1751.04

%Transmittance

2929.66

91.0

2921.58

89

99.86

1793.57

2737.19

2827.37

91.5

90

99.84

93.5 93.0

92.0

91

100.14

94.0

92.5

2851.93

92

95.0 94.5

2850.59

2888.94 2877.50 2871.78 2864.38

93

2919.56

2954.56 2945.81

94

95.5

2717.67

2951.87

3009.41 3002.00 2990.23

3054.83

3100.93

3149.38

3173.95 3168.22

3192.11

3263.11

96.0

2973.74

%Transmittance

95

3292.05

97

1750.76

96.5

98

1737.71

97.0

99

96

B

97.5 2AOREP70N0012_DLC_1800_1300 2AOREP70N0012_TQ_1800_1300

1774.01

Figura 5

100.0

99.74

99.8 3200

3100

3000 Wavenumbers (cm-1)

2900

2800

1800

1700

1600

Wavenumbers (cm-1)

1500

1400

Figure 5 e 6 - Spettro infrarosso della superficie di un articolo in EPDM (fig. 5) e in FKM (fig. 6) prima del trattamento DLC con 2-butene. Nella figura A viene illustrata la zona dello spettro interessata dai fenomeni di stretching C-H di metili e metileni, mentre nella figura B è mostrata la zona dello spettro interessata da fenomeni di bending C-H di metili e metileni e da stretching di legami insaturi e aromatici MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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MISURA E CONTROLLO

Interseals

Figura 8

A

B

Figura 9

A

B

Un terreno di “condivisioni” Da un po’ di tempo a questa parte la parola “condivisione” cavalca l’onda dei social network, dove indica l’azione di comunicare ai propri amici un pensiero, un video, un sito. Meno intima, ma più concreta, se vogliamo, è l’accezione che dà forza ai canali di formazione culturale e imprenditoriale. Ebbene, al di là di qualsivoglia forma di piaggeria, quando Vladimiro Guindani di Interseals - coordinatore dei test sull’applicazione del plasma agli elastomeri tecnici e autore del conseguente report scientifico, qui pubblicato - ha chiesto alla redazione di MacPlas di raggiungerlo in azienda… la condivisione dei risultati raggiunti dal suo team si è rivelata un’esperienza ricca di discernimento. “In considerazione dei buoni rapporti in essere con la vostra redazione, potevamo semplicemente inviarvi il report su queste applicazioni del plasma tramite e-mail; la qual cosa, però, non è nel nostro DNA”, ha puntualizzato Guindani. Un DNA per nulla banale, che si rifà direttamente alla visione d’impresa dei due fondatori - Luciano Vavassori e Dieter Adamkiewicz, rispettivamente CEO e coproprietario di Interseals - i quali, dal 1995 a oggi, hanno sempre operato nella convinzione che il “condiviso” in ambito imprenditoriale è quella proposta, è quella semina, è quella sottoscrizione singo-

Vladimiro Antonio Guindani, responsabile “Chemical and Technical Cleanliness Analysis” di Interseals

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la che, se fatta con convinzione, porta a più sottoscrizioni profonde: sempre! “A riprova del fatto che in Interseals la condivisione non è pura retorica, mi piace affermare che il successo di questi test sulle applicazioni del plasma alla gomma - fatti insieme al collega Sergio Perini (responsabile dell’area trattamenti di Interseals), che ringrazio - è molto legato alla frase latina “do ut des”; nel significato letterale “io do affinché tu dia”. Nello specifico, due sono le condivisioni a cui mi riferisco: in primis quella con Ilario Amboni, Pietro Zappa ed Elio Morotti dell’Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie della Vita, in qualità di consulenti per l’esecuzione dell’analisi SEM-EDX. E poi quella con l’I.S.I.S. Giulio Natta di Bergamo, che ha messo a disposizione strumentazioni ad hoc per l’esecuzione di parte dei test analitici. A tutti loro e, naturalmente, a Vavassori e ad Adamkiewicz, va un nostro speciale ringraziamento”, ha concluso Guindani, aggiungendo solo che: “la condivisione continua grazie a un accordo mediato da Associazioni Produttori di Guarnizioni del Sebino, in base al quale, in prima persona, tengo un pacchetto di lezioni per 44 ore annuali sui trattamenti superficiali, in seno all’ITS, mentre Vavassori e Adamkiewicz hanno sottoscritto - come Interseals - l’impegno a ospitare studenti di 3a, 4a e 5a superiore e del secondo anno degli studi di post specializzazione nel corso di Tecnico per le applicazioni industriali della gomma e del PTFE, al fine di svolgere stage e tirocini, oggi obbligatori a norma di legge per potersi diplomare”. Stage e tirocini che, aspetto per nulla banale, hanno già portato ad assunzioni di giovani diplomati, con reciproca e grande soddisfazione: professionale e umana.

Figure 8 e 9 - Immagini ottenute con SEM-EDX della superficie di un articolo in EPDM (fig. 8) e in FKM (fig. 9), prima (figura A) e dopo (figura B) il trattamento DLC con 2-butene

Come in parte già accennato, la polimerizzazione DLC viene utilizzata soprattutto quando si vuole ottenere un film lubrificante secco con spessore inferiore al micron, con anche caratteristiche di basso coefficiente d’attrito e con la capacità di abbassare l’usura del componente trattato. Il risultato è un film polimerico con buone caratteristiche lubrificanti a secco e una discreta inerzia chimica. Possiede, infatti, caratteristiche intermedie tra quelle del diamante, come ad esempio durezza e rigidità, e quelle della grafite, come ad esempio morbidezza e facilità allo scorrimento. Soprassedendo in questa sede sulle tecniche di micropulizia ad attivazione - in quanto già ampiamente utilizzate e conosciute - ci si focalizza ora sui risultati ottenuti attraverso i processi di etching e di DLC, riportando le peculiarità sperimentali testate e redatte in prima persona dai tecnici del laboratorio di Interseals.

PRIMA PARTE SPERIMENTALE - ETCHING L’analisi superficiale volta alla determinazione della rugosità, espressa come Rz, mostra un aumento della rugosità dopo il trattamento di etching al plasma di differenti tipologie di gomme: VMQ, EPDM, ACM ed FKM (vedi figura 1). Tale aumento è documentabile anche attraverso interferometria ottica (figure 2 e 3). La modificazione superficiale porta a un miglioramento del coefficiente d’attrito (COF) e dell’effetto stick slip(a), anche se, per quanto riguarda la mescola in ACM e VMQ, tale diminuzione di COF non è così evidente come per le mescole in EPDM ed FKM (figura 4). Un aumento della rugosità contribuisce a diminuire la superficie di contatto tra il materiale polimerico e quello di contatto. Inoltre, eventuali differenze di comportamento tengono conto sia della durezza del materiale sottoposto ad analisi sia della composizione chimica degli articoli, in accordo con il modello di Tomlinson(b), secondo il quale esiste un’interazione fra le molecole (o gli atomi) dei due corpi in MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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Figura 10 A

contatto, e la considera come il risultato di una perdita di energia nell’interazione di avvicinamento e allontanamento fra molecole; energia che si distribuisce nei vari possibili gradi di libertà interni dei due corpi, manifestandosi come aumento di temperatura durante lo scorrimento del corpo di base su quello concorrente.

SECONDA PARTE SPERIMENTALE DIAMOND LIKE CARBON (DLC) Durante il processo DLC di gomme VMQ, EPDM, ACM ed FKM, l’analisi infrarossa evidenzia la formazione, in superficie, di prodotti a base idrocarburica sia saturi che insaturi (vedi figure 5 e 6). Tale evidenza si osserva sia nella zona dello spettro infrarosso che interessa lo stretching dei legami C-H dei gruppi CH3 e CH2 (zona analizzata da 3300 a 2700 cm-1) sia nella zona che interessa i fenomeni vibrazionali di bending (o “piegamento molecolare”: variazione dei valori degli angoli di legame tra gli atomi), e non solo, di tali gruppi (zona analizzata da 1800 a 1300 cm-1). In questa zona, infatti, è possibile anche evidenziare segnali riconducibili a presenze e/o formazioni di legami C=O, ma anche di altri doppi legami e di legami aromatici. La deposizione del film DLC riduce anche l’effetto stick slip e il coefficiente d’attrito (figura 7). L’abbattimento di quest’ultima grandezza è ipotizzabile sia grazie alle parziali caratteristiche di questo tipo di rivestimento, che conserva peculiarità analoghe a quelle della grafite, con forze di Van der Waals che permettono il facile scorrimento dei singoli strati l’uno sull’altro, sia al fatto che tale film abbia caratteristiche fondamentalmente apolari e che quindi le forze di adesione tra l’oggetto di base e il corpo concorrente siano molto basse. Dall’analisi SEM-EDX - spettroscopia che sfrutta un microscopio elettronico a scansione (SEM) e l’emissione di raggi X generati da un fascio elettronico accelerato incidente sul campione - si osserva un cambiamento morfologico superficiale tra un campione non trattato e uno trattato mediante plasma (figure 8 e 9). L’evidenza della formazione del film DLC viene dall’analisi elementare della composizione della superficie del campione (figure 10 e 11). Analizzando la superficie prima e dopo il trattamento si nota un significativo cambiamento nella concentrazione in percentuale relativa di carbonio, ad evidenza del cambiamento di composizione chimica della superficie, dovuto alla formazione di uno strato DLC. Dopo il trattamento, la percentuale di carbonio tende ad aumentare in modo significativo, fino a raggiungere in alcuni casi anche un incremento di oltre il 10% rispetto all’articolo non trattato.

CONCLUSIONI I processi di trattamento al plasma risultano molto versatili e adatti all’abbattimento del coefficiente d’attrito e possono costituire una valida alternativa - in casi specifici - ai trattamenti che vedono l’impiego di lubrificanti solidi depositati mediante tecnica a spruzzo. Vista la versatilità della tecnica in rapporto ai reagenti utilizzati, i prossimi esperimenti condotti in Interseals saranno volti da un lato allo studio della sintesi e delle caratteristiche tribologiche di “Film Like Teflon” (FLT) utilizzando gas fluorurati e, dall’altro lato, allo studio della iodurazione (reazione chimica volta a introdurre iodio in una molecola).

Figura 10 B

Fig. 10 - Analisi elementare eseguita con detector EDX sulla superficie di un articolo in EPDM prima (figura A) e dopo (figura B) il trattamento DLC con 2-butene

Figura 11 A

Figura 11 B

* Responsabile “Chemical and Technical Cleanliness Analysis” di Interseals Note (a) Lo Stick-slip è un fenomeno meccanico che riguarda l’attrito radente, provocato dal moto spontaneo e caratterizzato da violente accelerazioni che si verificano tra due superfici in contatto di strisciamento. (b) Introdotto nel 1929 dal fisico inglese G. A. Tomlinson, questo modello fenomenologico viene usato per interpretare l’attrito su scala atomica. MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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Fig. 11 - Analisi elementare eseguita con detector EDX sulla superficie di un articolo in FKM prima (figura A) e dopo (figura B) il trattamento DLC con 2-butene

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MISURA E CONTROLLO

Tubi in FEP (etilene propilene fluorurato) utilizzati, per esempio, nelle apparecchiature da laboratorio e nelle macchinette per il caffè

UNA STORIA DI SUCCESSO

“CHI COMPRA I NOSTRI TUBI INVESTE IN SICUREZZA” SONO QUESTE LE PAROLE USATE DA ERICH KIPPING, AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA SOCIETÀ TEDESCA APT, PER DEFINIRE AL MEGLIO L’ALTO LIVELLO QUALITATIVO DEI PROPRI TUBI IN FLUOROPOLIMERI, USATI SPESSO IN AREE CON PROBLEMATICHE RELATIVE ALLA SICUREZZA. PER MANTENERE TALE QUALITÀ DI PRODOTTO, APT SI AFFIDA DA ANNI AI SISTEMI DI MISURAZIONE A RAGGI X DI SIKORA

F

ondata nel 2011 ed entrata a far par- tano caratteristiche molto particolari: non solo APPLICAZIONI DEI TUBI te del gruppo Masterflex all’inizio del resistono a temperature estremamente elevate, IN FLUOROPOLIMERO 2017, l’azienda tedesca APT è spe- ma anche a quasi tutte le tipologie di sostanze Grazie alla loro resistenza chimica, i fluoropolicializzata nella lavorazione di fluoropoli- chimiche, quali combustibili, solventi o alcali, ol- meri vengono utilizzati nel settore impiantistico, meri. Presso il suo stabilimento di Neuss, tre a sopportare l’azione degli agenti atmosferi- ad esempio per gli scambiatori di calore destioltre 30 dipendenti lavorano ogni giorno ci per lunghi periodi. Inoltre, si tratta di materiali nati alle centrali elettriche, o per il trasporto di per garantire che la materia prima venga “ultrapuliti” e biocompatibili e, pertanto, idonei fluidi aggressivi. Nell’industria delle vernici esitrasformata in tubi flessibili, guaine ter- per applicazioni particolarmente esigenti, che stono intere linee di verniciatura equipaggiate con tubi APT per l’alimentazione del colore. moretraibili e profili di prima qualità. non ammettono l’utilizzo dei normali polimeri. Ma i tubi in fluoropolimero trovano imCiò che i clienti possono attendersi da piego anche nel settore dei beni di largo APT risulta evidente già dal nome stesso consumo. La tensione superficiale ridotta dell’azienda. “APT è infatti l’acronimo di consente una pulizia agevole dei prodotti “Advanced Polymer Tubing” (traducibile e impedisce, per esempio, che l’uovo al letteralmente in “tubi in polimeri avanzategamino si attacchi alle celebri padelle in ti”), che si riferisce a tubi di prima qualità, Teflon (marchio registrato di DuPont). Nelcon caratteristiche di gran lunga supele macchinette per il caffè, inoltre, questi riori allo standard del mercato”, spiega tubi vengono utilizzati per l’alimentazione Erich Kipping, che fin dalla nascita della dell’acqua calda. società ricopre il ruolo di amministratore “La purezza non svolge un ruolo essendelegato insieme a Holger Heuser. ziale solo nel caso dei prodotti alimentaNon sono molti, nel mondo, i produttori ri”, spiega Kipping. Nell’industria dei sespecializzati in questo ambito e in grado Peter Hügen, responsabile commerciale regionale di Sikora di offrire un così ampio portafoglio prodot- (a sinistra) ed Erich Kipping, amministratore delegato di APT, miconduttori, i cosiddetti wafer di silicio impiegati nella produzione dei chip per ti. Questo perché i fluoropolimeri presen- confermano la stretta collaborazione tra le proprie aziende

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computer vengono esposti, sviluppati e incisi durante il processo di produzione. “I prodotti chimici utilizzati passano attraverso tubi ad alta resistenza realizzati in fluoropolimero ultrapuro”, aggiunge Kipping. Un altro entusiasmante campo d’applicazione di questi tubi riguarda laboratori d’analisi e biotecnologie. “Durante le indagini penali, le analisi del DNA vengono generalmente eseguite con apparecchiature automatiche. I nostri tubi sono integrati anche in questo tipo di dispositivi: per questo motivo, ogni centimetro di tubo deve soddisfare standard qualitativi rigidissimi. Dopotutto, nessun innocente dovrebbe finire in prigione”, commenta Kipping. Dal momento che i tubi fabbricati da APT vengono impiegati in svariate aree operative e legate alla sicurezza, la loro produzione deve sottostare a numerose normative. Negli Stati Uniti, ad esempio, la compatibilità con gli alimenti e l’acqua potabile viene certificata dalla FDA (Food & Drug Administration), mentre nell’ambito delle tecnologie medicali vigono ulteriori norme, come la direttiva Atex, che regola la costruzione di strutture in aree potenzialmente esplosive. Per questo i tubi devono offrire una buona conducibilità elettrica, al fine di evitare la formazione di cariche elettrostatiche. Devono inoltre rispettare i regolamenti sulla sicurezza antincendio e le relative classi di protezione, come nel caso dei tubi autoestinguenti utilizzati sugli aerei.

Il dispositivo X-Ray 6000 di Sikora misura tutti i parametri del tubo. Le informazioni relative al prodotto vengono visualizzate sul monitor del sistema di elaborazione dati Ecocontrol 6000

sare degli anni, però, il controllo a campione è stato gradualmente sostituito dal controllo della qualità in linea e in continuo. Ciò è accaduto anche in APT, che è certificata ISO 9001 e dove la gestione della qualità svolge un ruolo significativo. “Esistono svariati metodi per eseguire un controllo dimensionale”, afferma Kipping. “Sin dalla fondazione dell’azienda, abbiamo optato per la tecnologia di misurazione a raggi X fornita da Sikora: una decisione dettata dall’esperienza accumulata con altre tecnologie, rivelatesi limitate, in particolare in termini di riproducibilità e precisione dei dati”. I dispositivi Sikora appartenenti alla serie X-Ray 6000 Pro misurano in maniera affidabile e preciGESTIONE DELLA QUALITÀ E sa lo spessore delle pareti, l’eccentricità, il diaMISURAZIONE IN LINEA CON RAGGI X In passato, le tradizionali tecniche per il control- metro interno ed esterno e l’ovalizzazione dei lo qualità si limitavano a due semplici verifiche tubi multistrato, fino a un massimo di tre straa campione. Su una sezione di tubo, prelevata ti in differenti materiali. Durante la misuraziodurante la produzione, venivano misurati, con ne in linea è possibile visualizzare i valori rilevati l’ausilio di un calibro e di una sonda: diametro sull’ampio display del relativo sistema per l’einterno ed esterno, spessore delle pareti e ova- laborazione dati, sotto forma sia numerica che lizzazione. A fine linea, inoltre, veniva prelevata e grafica. L’operatore addetto alla linea ha quindi misurata un’altra sezione. I due campioni deter- la possibilità di verificare a colpo d’occhio se i minavano la qualità dell’intero tubo. Con il pas- dati rientrano o meno nei margini di tolleranza predefiniti. “I sistemi di misurazione a raggi X Sikora sono altamente flessibili: possono essere installati direttamente a valle dell’estrusore (come nel caso di APT), prima della vasca di raffreddamento o, in alternativa, tra due vasche di raffreddamento”, spiega Peter Hügen, responsabile commerciale regionale di Sikora. “Sin dall’inizio, APT desiderava conquistare la leadership sul mercato per quanto riguarda la qualità dei propri prodotti. È soprattutto Tubi in PFA (perfluoroalcossi) a elevata purezza, la qualità che identifica un’azienda prodotti da APT e usati, ad esempio, per applicazioni nell’industria dei semiconduttori e questo aspetto svolge un ruolo MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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cruciale quando sul mercato sono presenti diversi fornitori di tubi provenienti da altri paesi. Per questo motivo, è fondamentale un controllo della qualità in continuo, che avviene anche in tempi più rapidi”, precisa Kipping. I dispositivi di misurazione, tuttavia, non servono soltanto a monitorare la qualità, ma aiutano l’operatore a utilizzare le proprie apparecchiature in maniera efficiente. L’eventuale eccentricità causata da una variazione nello spessore delle pareti, ad esempio, viene visualizzata sul monitor come un anello eccentrico, mentre il tratto più sottile della parete appare colorato. Queste informazioni consentono di intervenire e regolare il processo con maggiore tempestività, in modo da impedire l’uscita dai margini di tolleranza. Di conseguenza, grazie al controllo automatico della velocità della linea (o dell’estrusore) in base ai valori minimi, i dispositivi Sikora garantiscono un controllo di processo ottimale. Un altro elemento fondamentale della gestione della qualità è la registrazione, dal momento che, solitamente, i clienti finali richiedono un rapporto di misurazione. Ogni centimetro dei tubi consegnati da APT può essere associato a un valore di misurazione registrato. “Si tratta di un elemento essenziale nella nostra strategia di assicurazione della qualità. Ecco perché dico sempre ai nostri clienti: chi compra i nostri tubi investe in sicurezza”, conclude Kipping. Oltre alla costante misurazione in linea delle dimensioni, un argomento molto caro ad APT è il risparmio di materie prime. I dispositivi a raggi X di Sikora aiutano ad abbattere gli scarti, dal momento che i valori misurati vengono visualizzati immediatamente dopo l’avviamento della linea. Di conseguenza, quest’ultimo risulta relativamente breve e può essere eseguito senza perdite significative di materiale. Un fatto sempre positivo, se si considera il costo elevato delle materie prime necessarie a produrre i fluoropolimeri.

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MISURA E CONTROLLO

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Per le prove di trazione e flessione Instron ha recentemente sviluppato TestMaster AT3. Una volta depositato il provino sul vassoio e premuto il pulsante start, il caricatore automatico consente di migliorare la ripetibilità e la riproducibilità delle prove e dei risultati, riducendo al minimo l’influenza dell’intervento umano, incrementando la sicurezza, mantenendo l’operatore a distanza della zona operativa e migliorando l’ergonomia del procesIl sistema elettrodinamico ElectroPuls so, attraverso la virtuale eliminazione E1000 per prove dinamiche impiega dei movimenti ripetitivi tipici delle ses- una tecnologia di azionamento lineare, sioni di prova eseguite in manuale su senza olio, in combinazione con grandi volumi di provini. Tutte le ses- l’estensimetro video avanzato AVE2 sioni vengono controllate, documentate e memorizzate in un database tramite il software universale Bluehill 3, provvisto di pacchetti modulari totalmente integrati, che offrono soluzioni applicative semplici e personalizzate per le moderne esigenze dei responsabili di laboratorio e dei tecnici addetti ai test. Per le prove HDT e Vicat, il costruttore propone gli apparecchi della nuova serie HV, concepiti per abbattere i carichi di lavoro e, nel contempo, incrementare in maniera significativa i livelli di efficienza in laboratorio. Il modello HV6X a sei stazioni, con applicazione automatica dei pesi, è dotato di componenti elettronici d’avanguardia, che consentono di azzerare automaticamente il trasduttore di posizione LVDT prima di ogni misurazione, abbattendo in questo modo non solo i tempi di prova, ma anche la possibilità di errore umano. Le apparecchiature HV sono gestite dal software Bluehill HV, sviluppato per eseguire i test, modificare le sequenze, analizzare i risultati o resettare il sistema con pochi clic del mouse. Ciò riduce ulteriormente il carico di lavoro e incrementa sia il livello di efficienza sia la produttività del laboratorio. Infine, per le prove dinamiche è disponibile il sistema elettrodinamico ElectroPuls E1000, che impiega una tecnologia brevettata di azionamento lineare, senza olio, in combinazione con l’estensimetro video avanzato AVE2. ElectroPuls è un sistema versatile per le prove di fatica sia statiche a bassa velocità sia ad alta frequenza, ideale per l’impiego in qualsiasi laboratorio o ufficio, progettato per imprimere carichi assiali fino a 10 kN o carichi combinati assiali-torcenti da 10 kN e 100 Nm. L’estensimetro AVE2 è un apparecchio senza contatto per il controllo delle sollecitazioni dinamiche a lunghezza di misura e corsa variabili, che offre tutta la rapidità e la flessibilità necessarie per lo studio del comportamento dei materiali senza arrecare danni alla superficie del provino. Dal momento che si tratta di un apparecchio totalmente integrato, si adatta facilmente alle normali fluttuazioni delle condizioni ambientali del laboratorio. Concepito per ridurre drasticamente gli errori indotti dalle variazioni di illuminazione e temperatura che si verificano comunemente nella maggior parte dei laboratori, l’AVE2 acquisisce i dati in tempo reale alla frequenza di 490 Hz e con una precisione di 1 micron. MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018 01/08/2017 14:28:43

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Attuazione elettro-idrostatica

Sistema di trasmissione ibrido, decentralizzato e compatto Tra i prodotti lanciati recentemente da Moog, il sistema ibrido di attuazione elettro-idrostatica (EAS) coniuga i principali punti di forza della tecnologia elettroidraulica - robustezza e affidabilità, disponibilità dell’opzione “fail safe”, assenza di giochi meccanici, ideale per le alte forze - con quelli della tecnologia elettromeccanica - elevata efficienza, pulizia, basse emissioni di rumore, assenza di centrale idraulica e semplicità di installazione e collaudo. Si tratta di una soluzione in grado di assicurare benefici ai costruttori e agli utilizzatori di macchine, in virtù della perfetta integrazione con i sistemi esistenti, a cui si uniscono l’eliminazione di componenti pneumatici e idraulici ausiliari, la diminuzione dei consumi e una manutenzione più rapida e semplice. L’attuazione elettro-idrostatica permette di incrementare la produttività grazie a una notevole riduzione dei fermi macchina e a un aumento dell’efficienza energetica. I vantaggi del sistema lo rendono ideale in molti settori applicativi, tra cui lo stampaggio a iniezione e a pressofusione. Tra gli ultimi prodotti presentati dal costruttore troviamo anche i Multipurpose Electro-Mechanical Linear Actuator (MEMA), che nascono dalla sinergia tra gli innovativi servomotori brushless, i servoazionamenti Moog e la tecnologia delle viti a ricircolo di sfere e rulli satellite. Integrabili con i

L’attuazione elettro-idrostatica costituisce un sistema di trasmissione decentralizzato e compatto, che offre i benefici della tecnologia elettromeccanica ed elettroidraulica

Servodrive di Moog, ottimizzano le prestazioni delle macchine e tra i loro principali benefici si evidenziano elevata precisione, per un più accurato controllo del moto, e basse inerzie, al fine di ottenere maggiori accelerazioni, e silenziosità rispetto ai sistemi idraulici tradizionali. Infine, la notevole capacità di sovraccarico dei motori assicura elevate accelerazioni e decelerazioni, a garanzia di alte dinamiche e di un migliore tempo di ciclo. Inoltre, la gamma degli azionamenti ultracompatti DS2020 e DM2020, rispettivamente singolo e multiasse, è stata completata con l’introduzione dei modelli a bordo motore e a bordo macchina DI2020 e dei DR2020. Sono state poi introdotte le nuove taglie di servomotori Fastact serie H, progettati per applicazioni dove viene privilegiata l’erogazione di valori intermedi di coppia rispetto a valori di picco. Infine, con la Total Solution, grazie a un approccio “tecnologicamente neutrale”, basato sul giusto mix di tecnologie elettriche, idrauliche e ibride, l’azienda è in grado di proporre il sistema più idoneo a soddisfare ogni esigenza, abbinando in un’unica soluzione completa tutti i componenti necessari, di diretta produzione e di totale personalizzazione per realizzare l’attuazione, come i servomotori ad alta dinamica, i servoazionamenti, i controllori della serie MC600, le servovalvole con interfacce digitali, le viti a sfere e a rulli satellite.

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MATERIALI E APPLICAZIONI

PLASTICS THE MAG

La struttura sferica dei fullereni, formata da 60 atomi di carbonio, fornisce punti solidi di ancoraggio per innestare polimeri a elevata resistenza, oppure dotati di proprietà magnetiche, ottiche ed elettriche

NANOADDITIVI AL SERVIZIO DELLE MATERIE PLASTICHE

RIVOLUZIONE INVISIBILE G

eneralmente, oggigiorno, un polimero allo stato puro non possiede le proprietà richieste per l’applicazione finale. Ecco perché alla miscela vengono aggiunti additivi o coadiuvanti atti a modificarne proprietà quali: aspetto, elasticità, resistenza meccanica e termica, durata ecc. Limitato alle resine termoindurenti fino agli Anni Cinquanta, l’impiego di additivi è diventato pratica comune nell’industria delle materie plastiche con l’introduzione di nuovi materiali. Alcuni, come i plastificanti, modificano chimicamente le catene polimeriche, mentre altri (pigmenti, agenti rinforzanti, riempitivi) sono composti inerti che colorano il polimero o ne migliorano, per esempio, la resistenza meccanica. L’arte della lavorazione delle materie plastiche consiste nello sviluppo della formulazione ideale che combini il polimero di base con gli additivi adatti allo scopo di ottenere le interazioni più efficaci. Data la grande varietà di candidati nelle varie famiglie di materiali, le combinazioni possibili sono quasi illimitate.

PASSI DA GIGANTE VERSO L’INFINITAMENTE PICCOLO Alla fine del secolo scorso gran parte degli additivi impiegati nella trasformazione dei polimeri era costituita da particelle di dimensioni superiori a 1 micron. Ma l’invenzione, nel 1981, MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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NEGLI ULTIMI QUINDICI ANNI I NANOMATERIALI HANNO RECITATO IL RUOLO DI FATTORE INNOVATIVO MIRATO AL MIGLIORAMENTO DELLE PRESTAZIONI DELLE MATERIE PLASTICHE, RIDUCENDONE NEL CONTEMPO IL CONSUMO A CURA DI PLASTICS THE MAG E GINO DELVECCHIO

del microscopio a scansione a effetto tunnel (STM) - che nel 1986 fruttò ai suoi inventori, Gerd Binnig e Heinrich Rohrer, il Premio Nobel per la Fisica - ha mutato sostanzialmente il panorama. Tale scoperta non ha reso solo disponibili immagini 3D nanometriche ad alta risoluzione, ma ha permesso anche di manipolare atomi e molecole. In tale scala, ora è possibile vedere che i materiali presentano comportamenti molto diversi da quelli rilevati in precedenza. Il motivo è piuttosto semplice. Il frazionamento di un centimetro cubo di materiale in un miliardo di frammenti moltiplica la sua superficie di contatto per 10 milioni. Dove prima sulla superficie del centimetro cubo iniziale era presente un solo atomo su 10 milioni, ora su un nanometro cubo diventa accessibile l’80% degli atomi. E questo li rende molto più reattivi; un po’ come accade con la miscelazione dello zucchero in polvere, molto più rapida rispetto alle zollette. Lo sfruttamento dei fenomeni superficiali dei na-

nomateriali rappresenta un autentico vantaggio per i trasformatori di materie plastiche, che sono sempre alla ricerca delle combinazioni più efficaci tra polimeri e additivi. Ora possono scegliere all’interno di una vasta gamma di nanomateriali (minerali, organici, metallici o ibridi), che

L’invenzione del microscopio STM ha reso disponibili immagini 3D nanometriche ad alta risoluzione, permettendo di rilevare su scala infinitesimale il comportamento dei materiali

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MATERIALI E APPLICAZIONI

possono essere inquadrati in tre categorie principali: lamellari (argilla, talco, grafite), nanofibre (nanotubi di silicio e carbonio) e particelle nodulari (silice, ossidi metallici e nero di carbonio).

CHI VA NANO, VA SANO… L’industria delle materie plastiche ha cercato, in primo luogo, di sfruttare gli effetti su scala nanometrica degli additivi tradizionali. Per esempio, invece di adottare il biossido di titanio come semplice colorante (sotto forma di polvere da 1-2 micron), ora ne utilizza le proprietà fotocatalitiche che, a livello nanometrico, servono per ossidare sostanze organiche mediante radiazioni UV. L’aggiunta di nanobiossido di titanio conferisce ai rivestimenti (vernici, coating) e alle fibre polimeriche proprietà autopulenti, che facilitano la rimozione di grassi, biofilm o composti organici volatili. In tale ambito, una delle applicazioni più innovative riguarda il recente sviluppo di tessuti sintetici luminosi impregnati con biossido di titanio. L’inserimento di fibre ottiche alimentate da LED nella trama del materiale incrementa notevolmente l’effetto fotocatalitico. Oltre al valore estetico dell’effetto luminescente, il processo denominato UVtex apre la strada a una vasta gamma di applicazioni relative all’asepsi in campo medicale. Potrebbe essere sfruttato, per esempio, per decontaminare l’ambiente da residui di pesticidi e idrocarburi.

Le proprietà fotocatalitiche del biossido di titanio vengono sfruttate, ad esempio, per lo sviluppo di tessuti sintetici luminosi

L’ARGENTO NON HA ODORE Le proprietà germicide dell’argento, note da tempo, sono presumibilmente all’origine della popolarità dell’argenteria. Sin dalla fine degli Anni Novanta è cresciuto senza sosta il suo impiego sotto forma di nanoparticelle in sospensione colloidale. Nel settore medicale, uno dei maggiori consumatori, le nanoparticelle d’argento vengono integrate nei polimeri utilizzati per fabbricare bendaggi, maschere chirurgiche, cateteri ecc. Sono presenti anche nei cementi ossei a base di PMMA. Il settore dei tessuti tecnici, per esempio, si affida alle proprietà purificanti del “nanoargento” per l’abbigliamento sportivo antiodore, mentre nell’industria elettronica e degli elettrodomestici le nanoparticelle d’argento vengono introdotte nei rivestimenti polimerici di componenti a contatto con materiali putrescibili, come: serbatoi per aspirapolvere, tastiere per computer, pareti di lavatrici, frigoriferi e condizionatori.

BIOPLASTICHE PER IMBALLAGGI AD ALTA SICUREZZA Le proprietà biocide del “nanoargento” vengono sfruttate anche nell’imballaggio per prolungare la data di scadenza degli alimenti. In diversi polimeri la combinazione con nanoparticelle di silice amplifica ulteriormente il suo effetto. Tra queste combinazioni innovative merita una menzione speciale il progetto europeo Dibbiopack. Giunto alla produzione di serie dopo tre anni di sviluppo, tale progetto è stato avviato da una ventina di partner industriali e scientifici per mettere a punto un bioimballaggio a base di acido polilattico (PLA) per alimenti, cosmetici e prodotti farmaceutici. Generalmente questa plastica biodegradabile non può essere impiegata in tali applicazioni a causa dello scarso effetto barriera. Il problema è stato risolto grazie alla combinazione con quattro tipi di nanoadditivi (due tipi di nanoargille, grafene lamellare e nanoparticelle di magnesio rivestite con acido oleico), utilizzati per incrementare

Nell’imballaggio Dibbiopack lo scarso effetto barriera del PLA è stato migliorato grazie a quattro tipi di nanoadditivi, incrementando resistenza meccanica, inerzia e impermeabilità

Le proprietà biocide del “nanoargento” sono state sfruttate nel progetto europeo Dibbiopack, per un bioimballaggio a base di PLA

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Il grafene è un materiale sottilissimo e con prestazioni superlative, che appare il candidato ideale per sostituire il silicio o produrre nanocompositi per applicazioni che richiedono trasparenza e resistenza

la resistenza meccanica della matrice di PLA, la sua inerzia e l’impermeabilità. La superficie del packaging è poi rivestita con una vernice antimicrobica a base di silicone. Ma la ciliegina su questa “torta nanotecnologica” è rappresentata da un microsensore plastico caricato con nanoparticelle, che modificano il colore dell’imballaggio quando viene rilevato un contenuto di ossigeno superiore al 2% all’interno del contenitore.

NANOPARTICELLE ANTINQUINAMENTO L’inquinamento da petrolio è una delle piaghe più disastrose per l’ambiente acquatico. Per combatterlo, i ricercatori del progetto Smart Materials, avviato dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, hanno sviluppato una nuova soluzione: una spugna controllata da campi magnetici, che assorbe il petrolio separandolo dall’acqua. Il processo per produrre tale spugna, che utilizza materiali economici e riutilizzabili, può essere attuato facilmente su scala industriale. Il materiale di base, poliuretano espanso, viene lavorato in due fasi. Dapprima viene impregnato con una soluzione contenente nanoparticelle di ossido di ferro e, in seguito, la superficie della spugna viene rivestita con un polimero antiaderente (PTFE). Dopo tale trattamento la spugna acquisisce proprietà magnetiche, oleofiliche e idrofobiche, grazie alle quali è in grado di assorbire una quantità di petrolio pari a tredici volte il suo peso. Le nanoparticelle incorporate nell’espanso possono essere recuperate e riutilizzate.

UN ASCENSORE PER… “NANI” Esistono due approcci diversi per produrre nanoparticelle: dall’alto verso il basso e viceversa. Il primo si basa sulla miniaturizzazione, partendo da blocchi di materiale divisi più volte possibile per ottenere un oggetto di dimensioni nanometriche. Questo metodo utilizza tecniche derivate dai processi litografici adottati in microelettronica per produrre circuiti stampati. L’approccio dal basso verso l’alto si basa invece sull’autoassemblaggio di atomi o molecole, simile al processo che opera in natura. Gli architetti della chimica supramolecolare sono in grado di creare polimeri nanostrutturati mediante manipolazione di “mattoncini” (building block) di materia su scala infinitesimale. MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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COMBINAZIONI VINCENTI CON I POLIMERI IBRIDI Per ottenere un copolimero occorre combinare monomeri diversi, ma mai polimeri differenti. Esclusa qualche eccezione, la maggior parte dei polimeri non può essere “miscelata” a livello molecolare. Tale “miscelazione” potrebbe portare, infatti, alla formazione di reticoli eterogenei e, quindi, a conglomerati di qualità inferiore rispetto ai polimeri originari. Da una ventina d’anni è però possibile creare leghe di polimeri differenti. Questi cosiddetti polimeri a blocchi vengono ottenuti sfruttando determinati legami covalenti presenti nelle catene molecolari come punti di ancoraggio attorno ai quali, per esempio, un polimero può essere innestato (grafting) su un altro, oppure diversi polimeri possono ristrutturarsi senza perdere le loro proprietà. Tra i diversi “copolimeri ibridi” di questo genere sviluppati da Arkema, quelli della gamma Apolhya sono ottenuti mediante estrusione reattiva, durante la quale si ha l’innesto continuo di una poliammide sulla catena di una poliolefina. Questa “nanostrutturazione” permette di migliorare le prestazioni meccaniche di un materiale anche al di sopra dei 150°C: la temperatura massima d’esercizio per gran parte delle poliolefine. Viene migliorata anche la trasparenza, ma soprattutto viene resa possibile la compatibilità con altre poliolefine e poliammidi. Nanostrength è un’altra linea di copolimeri nanostrutturati, ottenuti dai ricercatori di Arkema combinando due blocchi rigidi di poli metilmetacrilato attorno a un blocco centrale flessibile di polibutilacrilato. Grazie alla modifica delle proporzioni di uno qualsiasi dei componenti nella catena di questo “polimero ibrido”, è possibile regolare le singole proprietà.

IL CARBONIO SI METTE IN PROPRIO Grazie alla ben nota affinità con molti elementi, il carbonio è all’origine di parecchi composti organici presenti nei polimeri naturali e sintetici. Tuttavia, a parte il ruolo essenziale svolto nel lavoro di squadra per la creazione di queste combinazioni, il carbonio si dimostra eccellente anche nel lavoro individuale a livello nanometrico. Oltre alle particelle di nero di carbonio che abbondano nelle gomme e negli inchiostri, e alle più rare particelle di diamante impiegate per ottimizzare le radioterapie antitumorali, il carbonio derivato dalla grafite (la stessa utilizzata nelle matite) è infatti alla base di tre nanomateriali a elevato potenziale applicativo: fullereni, nanotubi e grafene. I fullereni, primi in ordine d’apparizione, sono stati oggetto di crescente interesse fin dalla loro scoperta nel 1985 da parte dei tre premi Nobel: MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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Il telaio per bicicletta Time è una delle applicazioni tipiche dei copolimeri ibridi sviluppati da Arkema con l’innesto continuo di una poliammide sulla catena di una poliolefina, mediante estrusione reattiva

L’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova ha sviluppato una spugna in poliuretano espanso (impregnato con nanoparticelle di ossido di ferro) che assorbe il petrolio, separandolo dall’acqua

I nanotubi di carbonio, organizzati in cilindri semplici o “nidificati” uno nell’altro, offrono straordinarie prestazioni meccaniche ed elettriche

Harold Kroto, Robert Curl e Richard Smalley. La loro struttura sferica (vedi foto d’apertura di questo articolo, ndr), formata da una trama esagonale di 60 atomi di carbonio, fornisce punti solidi d’ancoraggio. Su questi è possibile innestare polimeri a elevata resistenza oppure dotati di proprietà magnetiche, ottiche ed elettriche, che attualmente aprono la strada ai pannelli fotovoltaici “all plastic” (completamente in plastica), più economici ed efficienti. Nel 1991, lo stesso tipo di trama ha portato alla creazione, da parte di Sumio Iijima, dei nanotubi di carbonio, organizzati in cilindri semplici o “nidificati” uno nell’altro, chiusi alle estremità da cupole simili a quelle dei fullere-

ni. Grazie alla scoperta delle loro straordinarie prestazioni meccaniche e soprattutto elettriche, questi nanomateriali hanno guadagnato crescente popolarità. I nanotubi variano a seconda dell’orientazione della trama, della maniera in cui sono avvolti e del numero di strati. Alcuni sono isolanti, altri semiconduttori e altri ancora conduttori metallici. Tra i loro principali punti di forza vi è il fatto che consentono di sostituire il nero di carbonio, in proporzioni infinitesimali, per produrre vernici e materiali plastici antistatici e quindi resistenti ai rischi d’incendio. Le loro prestazioni non sono meno impressionanti. Pur essendo sei volte più leggeri dell’acciaio, presentano una resistenza meccanica dieci volte superiore e sono molto più elastici. Questo li rende molto ricercati come agenti di rinforzo per diverse matrici polimeriche utilizzate nelle strutture in composito: telai per biciclette, carrozzerie di fascia alta e (sempre più spesso) componenti aerospaziali. Ultimo arrivato, nel 2004, grazie al lavoro di André Geim e Konstantin Novoselov (che per questo hanno ricevuto il premio Nobel nel 2010), il grafene è quello che nutre le maggiori ambizioni. Grazie alla struttura a nido d’ape, è un materiale sottilissimo e offre prestazioni superlative: duecento volte più resistente dell’acciaio, è un superconduttore più efficace del rame ed è insuperabile per trasparenza e impermeabilità a liquidi e gas. Date le sue proprietà, appare il candidato ideale per sostituire il silicio o per produrre nanocompositi adatti a tutte quelle applicazioni in cui siano richieste trasparenza e resistenza: schermi flessibili ultrasottili, imballaggi e strumenti ottici con circuiti elettronici, vetro ultraresistente e altro ancora.

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MATERIALI E APPLICAZIONI

La nuovissima unità messicana per il compounding di Technyl fornisce già clienti locali e del Nord America

TECNOPOLIMERI A BASE POLIAMMIDICA

UNA PERFETTA COMBINAZIONE DI RESISTENZA TERMICA E CHIMICA ALLA FIERA FAKUMA 2017 SOLVAY PERFORMANCE POLYAMIDES HA LANCIATO I SUOI DUE NUOVI TECNOPOLIMERI TECHNYL RED S, RESISTENTE A 200°C E CON MIGLIORATE CARATTERISTICHE ESTETICHE ED ECCELLENTE SALDABILITÀ, E TECHNYL BLUE, PROGETTATO SPECIFICATAMENTE PER RESISTERE AI SALI ANTIGHIACCIO A CURA DI RICCARDO AMPOLLINI

I Didier Chomier, Automotive global marketing manager della divisione Performance Polyamides di Solvay, intervistato da MacPlas in occasione dell’ultima edizione della fiera Fakuma

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l 17 ottobre 2017, in occasione dell’ultima edizione della fiera Fakuma di Friedrichshafen, Solvay Performance Polyamides ha lanciato sul mercato globale Technyl Red S, una poliammide con elevata stabilizzazione al calore, studiata specificatamente per applicazioni automobilistiche funzionanti a temperature continue di 200°C, come i condotti d’aria dei turbocompressori, il raffreddamento dell’aria di sovralimentazione e i coperchi della testata motore (vedi figura 1). “Questo nuovissimo materiale “S” si avvan-

taggia della consolidata esperienza della tecnologia Technyl HP in applicazioni adottate da oltre 40 milioni di veicoli negli ultimi sette anni”, ha dichiarato Didier Chomier, Automotive global marketing manager della divisione Performance Polyamides di Solvay, incontrato da MacPlas proprio in occasione della fiera Fakuma. “Technyl Red S apporta alle applicazioni del settore automobilistico migliorata stabilità e resistenza all’invecchiamento termico (vedi figura 2), senza compromettere le prestazioni del manufatto finaMACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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Fig. 1 - Technyl Red S è ideale per applicazioni ad alte prestazioni, che richiedono resistenza a temperature di lavoro fino a 200°C

Resistenza alla trazione, a rottura (MPa)

CONDOTTI PER L’ARIA COPERTURE DELLA TESTATA le e offrendo buona lavorabilità a DEL TURBO costi contenuti”. Technyl Red S permette una temperatura di funzionamento continuo fino a 210°C (a 1000 COPERTURE MOTORE RISUONATORI ore) o 200°C (a 2000 ore). Grazie alla sua nuova e rivoluzionaria formulazione, migliora ulteriormente alcuni punti di forza della gamma Technyl, come l’elevata DISPOSITIVI DI RAFFREDDAMENTO COLLETTORI D’ASPIRAZIONE resistenza all’urto e agli acidi, ofdell’aria di sovralimentazione PER L’ARIA per motori turbodiesel frendo inoltre elevata fluidità, eccellente aspetto superficiale e otCOLLETTORI D’ASPIRAZIONE PER L’ARIA con condizionatore integrato tima saldabilità. raffreddato ad acqua Questo nuovissimo materiale è attualmente in corso di approvazione da parte dei principali Tier 1 del settore automobilistiFonte: Solvay co. “Technyl Red S è il risultato di una lunga e stretta collaborazione con i principali produttori di sistemi S e viene determinata in laboratorio tramite pa 3D di prototipi funzionali a base di polveri utilizzati in continuo a temperature elevate”, un apposito test, che prevede la misurazione di PA6 Sinterline, come pure le prove sui pezha aggiunto Chomier, il quale ha così pro- della forza necessaria per separare i due sin- zi stampati realizzabili nei centri di validazione APT Technyl. seguito: “Questo tecnopolimero può essere goli pezzi saldati. rinforzato con fibra di vetro dal 30% al 50%, Proprio a proposito dei laboratori di prova in base all’applicazione finale ed è nato ap- Solvay, Chomier ha voluto sottolineare: “Ab- MIGLIORATA RESISTENZA AL GLICOLE positamente per l’automotive, mentre il pre- biamo ampliato i nostri avveniristici centri Ap- Sempre alla fiera Fakuma, Solvay Performancedente Technyl One, ad esempio, era stato plication Performance Testing (APT) per poter ce Polyamides ha presentato anche la gameseguire prove anche sui sistemi di sovrali- ma Technyl Blue, una famiglia di materiali stamesso a punto per l’E&E”. Il direttore marketing ha inoltre spiegato che mentazione mediante turbocompressore, for- bilizzati al calore proposti per applicazioni in il pezzo mostrato in alto a destra, in figura nendo così ai nostri clienti la validazione pre- contatto con liquido di raffreddamento mo1 (in corrispondenza della scritta “Condotti stazionale nelle esatte condizioni operative”. tore, che combinano eccellente resistenza per l’aria del turbo”), è stato ottenuto unendo Solvay Performance Polyamides assiste in- all’idrolisi con un’alta resistenza all’invecchiadue pezzi grazie alla tecnologia di saldatu- fatti i trasformatori con una serie completa di mento termico in presenza di miscele acqua/ ra a vibrazione. La saldabilità, infatti, è un’al- servizi tecnici studiati per accelerare il “time glicole più aggressive. tra caratteristica importante di Technyl Red to market” di nuove applicazioni, dalla ca- “Si tratta di un polimero più economico della ratterizzazione avanzata poliarilammide (PARA), ma comunque molto dei materiali alla valida- resistente. È stato sviluppato appositamente zione dell’applicazione. per rispondere a una precisa richiesta: la reQuest’offerta compren- sistenza ai sali antighiaccio”, ha spiegato Dide la simulazione predit- dier Chomier. tiva attraverso MMI Te- Messo a punto lavorando sui consolidati chnyl Design (un servizio punti di forza della serie Technyl 34NG, Teavanzato basato sulla chnyl Blue fa parte di una vasta serie di propiattaforma Digimat e dotti che offrono una resistenza all’idrolisi dal gestito da e-Xstream, 15% al 60% superiore a quella delle poliamuna società del gruppo midi 66 (PA6.6) standard. Come accennato MSC Software), la stam- da Chomier, la gamma comprende anche un nuovo tecnopolimero, che fornisce resistenza ai sali antighiaccio utilizzati sulla pavimentazione stradale nelle regioni fredde. Fig. 2 - Technyl Red S La serie Technyl Blue è ideale per applicaziooffre un’eccellente ni critiche quali: radiatori e serbatoi, moduli resistenza per i filtri dell’olio e scambiatori di calore utiall’invecchiamento Temperatura d’invecchiamento (°C) lizzati nei sistemi di ricircolo dei gas di scarico anche in presenza Fonte: Solvay (EGR), com‘è possibile osservare in figura 3. di temperature elevate

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MATERIALI E APPLICAZIONI

Fig. 3 - Technyl Blue è ideale per produrre sistemi per la circolazione dei fluidi e il raffreddamento motore, come radiatori e vasi d’espansione, moduli per filtro dell’olio e scambiatori di calore EGR

Fonte: Solvay

ALLOGGIAMENTI PER I TERMOSTATI

ALLOGGIAMENTO PER FILTRO DELL’OLIO MODULI PER FILTRO DELL’OLIO

MODULI PER LA GESTIONE TERMICA VASI D’ESPANSIONE

SERBATOI TERMINALI DEL RADIATORE

Sviluppo di Solvay per i mercati Nafta

Lo scorso 26 ottobre Solvay Performance Polyamides ha annunciato il completamento della sua nuova unità per il compounding di Technyl a San Luis Potosí, in Messico. La nuova attività è stata realizzata a tempo di record, in partnership con Chunil Engineering, un fornitore globale di primo livello del mercato automobilistico e cliente da lungo tempo di Solvay per i tecnopolimeri Technyl. “Questo impianto da 10 mila tonnellate è pienamente operativo e sta già servendo i clienti della regione nei mercati automobilistico e dei beni di consumo”, ha affermato Marcos Curti, direttore per le Americhe della divisione Performance Polyamides di Solvay. “Il Messico attrae un numero sempre maggiore di attori globali, molti dei quali già da lungo tempo clienti di Solvay in Europa e in Asia e alla ricerca di produzioni locali affidabili, a supporto della loro espansione”. “Anche in Europa, comunque, Solvay sta incrementando la propria produzione di polimeri, oltre ai servizi di assistenza ai clienti”, ha aggiunto Didier Chomier, Automotive global marketing manager della divisione Performance Polyamides.

SCAMBIATORE DI CALORE EGR

“I componenti progettati e prodotti con Technyl Blue offrono una maggiore resistenza al glicole in temperatura e ai sali antighiaccio in condizioni estreme”, sottolinea James Mitchell, direttore per il mercato Automotive della divisione Performance Polyamides di Solvay. “La nostra nuova gamma prodotti offre una migliore fluidità, un eccellente aspetto

superficiale e una superiore processabilità rispetto alle soluzioni oggi presenti sul mercato”. I principali costruttori e Tier 1 del settore automobilistico fanno già affidamento su Technyl Blue e stanno valutando questo tecnopolimero per altri componenti critici, come i corpi termostato e le elettropompe.

RESISTENZA ELEVATA AL GLICOLE (Test in miscela 50:50 di glicole etilenico e acqua, a 130°C)

Resistenza a trazione (MPa)

Nuovo impianto per il compounding di Technyl in Messico

TUBI E CONDOTTI PER IL RAFFREDDAMENTO (Tecnologia a iniezione di gas e acqua)

Tempo d’invecchiamento (ore)

Resistenza chimica sul lungo periodo

Resistenza all’impatto

Processabilità e aspetto superficiale

Con sede a San Luis Potosí, in Messico, l’impianto per il compounding di Technyl si trova in un’area strategica per la produzione automobilistica

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Fonte: Solvay

Rigidezza

Resistenza delle parti saldate

Fig. 4 - La tecnologia Technyl Blue risponde adeguatamente alle richieste di un aumento delle temperature nel vano motore. Inoltre, unisce elevata resistenza chimica, eccellente processabilità nello stampaggio e produttività MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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Due tecnici di Borealis esaminano un campione di film estruso a sette strati, prodotto grazie al nuovissimo polietilene Anteo

MATERIALI E APPLICAZIONI

NUOVO COPOLIMERO DA BOREALIS

UNA SOLUZIONE ALL’AVANGUARDIA PER L’IMBALLAGGIO ALIMENTARE IL NUOVISSIMO LLDPE ANTEO, PRODOTTO GRAZIE ALLA TECNOLOGIA BORSTAR BIMODALE, È DESTINATO PREVALENTEMENTE ALL’IMBALLAGGIO ALIMENTARE E PRESENTA UN’ECCELLENTE COMBINAZIONE DI PROPRIETÀ DI TENUTA E DI RESISTENZA TERMICA, ALLO STRAPPO E ALLA PERFORAZIONE DI GIAMPIERO ZAZZARO E RICCARDO AMPOLLINI

I

l 24 e 25 ottobre, a Linz, in Austria - e in contemporanea a Shanghai (Cina) e a Ruwais, negli Emirati Arabi Uniti - Borealis e Borouge hanno presentato alla stampa tecnica internazionale il nuovo polietilene a bassa densità (LLDPE) Anteo, prodotto attraverso la tecnologia Borstar bimodale per terpolimeri. Durante il primo giorno dell’evento Maurits van Tol, vicepresidente della divisione Innovation & Technology, e Maria Ciliberti, vicepresidente marketing e new business development della divisione Poliolefine, hanno illustrato le caratteristiche innovative della tecnologia Borstar bimodale, che permette di realizzare terpolimeri mediante un processo a doppio reattore, mentre il secondo giorno è stato possibile visitare gli impianti della multinazionale austriaca. Il lancio di Anteo a Ruwais, 230 km a ovest di Abu Dhabi (EAU), si è focalizzato invece sull’importanza dell’impianto chimico di Borouge, dove viene prodotto il polietilene Anteo, per essere poi esportato in tutto il mondo, grazie alla robusta rete di vendita e di fornitura dell’azienda. È la prima volta che Borealis e Borouge producono congiuntamente un prodotto in un unico sito, per renderlo poi disponibile a livello

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globale. Questo sforzo è stato reso possibile dall’eccellente collaborazione e dallo scambio di tecnologia tra le due aziende. I clienti usufruiscono così di un prodotto la cui elevata qualità è garantita, così come delle capacità di distribuzione di entrambe le società.

Borealis e Borouge si aspettano ottimi risultati dal nuovo polimero, già testato da un centinaio di trasformatori a livello globale. I primi gradi di Anteo (FK1820 ed FK1828) sono disponibili dallo scorso 25 ottobre in Europa, Africa e Asia. A Shanghai, infine, l’evento di lancio si è con-

Fig. 1 - Diagramma di flusso che illustra il processo di polimerizzazione con tecnologia Borstar Bimodal Terpolymer (BBT) Reattore (polimerizz. in fase gassosa) Reattore a circuito chiuso (loop)

Catalizzatore

Reattore di prepolimerizz.

Gas

Flash

Riciclo del diluente

Compounding Degasaggio Granulazione Polimero

Etilene Comonomero Idrogeno

PE

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centrato soprattutto sulle opportunità di sviluppo del business Anteo sul mercato cinese, particolarmente esteso e con un numero di clienti attuali e potenziali in costante crescita.

LA TECNOLOGIA BIMODALE Gli approfondimenti da parte del personale di Borealis hanno permesso ai partecipanti di avere un’ampia visione degli aspetti tecnici e del processo produttivo utilizzato per la realizzazione di Anteo. In particolare, è stata descritta in maniera dettagliata, con l’ausilio di slide e grafici, la tecnologia BBT (Borstar Bimodal Terpolymer Technology), esclusiva di Borealis (vedi figura 1). Dopo l’ingresso in un reattore di prepolimerizzazione (in presenza di uno specifico catalizzatore) e quindi in un reattore a circuito chiuso, il primo monomero polimerizza, per poi essere inviato in un separatore flash, dove avviene una sorta di distillazione con singolo stadio di equilibrio. Qui viene fatto evaporare parzialmente eliminando i gas non utili per il processo successivo. Il polimero liquido in uscita viene quindi introdotto in un secondo reattore, dove avviene una polimerizzazione in fase gassosa in presenza di un secondo monomero. Le proprietà del copolimero finale Anteo sono date appunto dalla tecnologia di polimerizzazione bimodale Borstar, che è in grado di combinare due monomeri con peso molecolare differente, i quali danno origine a un polietilene con maggiore resistenza meccanica. Sono tre le principali caratteristiche che conferiscono alla tecnologia BBT eccezionali vantaggi competitivi nel campo delle poliolefine: la bimodalità in termini di peso molecolare, la bimodalità in termini di densità e la combinazione personalizzata dei comonomeri. La tecnologia BBT offre quindi un’incredibile flessibilità nel “design” dei polimeri. Il risultato

Maurits van Tol, vicepresidente della divisione Innovation & Technology, illustra i vantaggi della tecnologia Borstar bimodale e le differenze rispetto alla tecnologia unimodale (con reattore singolo) a livello di distribuzione dei pesi molecolari e di lunghezza delle catene del polimero

è la realizzazione di resine polietileniche caratterizzate da un’ottima lavorabilità e da alte prestazioni in termini di: flessibilità, rigidezza, durezza, purezza, sigillabilità ed estetica.

co consente di migliorare l’attrattività dei packaging a scaffale.

UN NUOVO “INGREDIENTE” PER L’IMBALLAGGIO FLESSIBILE

Le tre differenti località scelte per il lancio ufficiale di Anteo rappresentano gli altrettanti contributi prestati alla sua realizzazione, produzione e commercializzazione. “Il cuore pulsante dell’innovazione di Borealis batte forte a Linz, la città dove hanno sede i Borealis Innovation Headquarters”, ha spiegato Alfred Stern, vicepresidente esecutivo di Borealis per le divisioni Polioleofine e Innovazione & Tecnologia, il quale ha così proseguito: “La nostra esclusiva tecnologia Borstar e i nostri modelli di catalisi rappresentano le pietre miliari per il successo della società e per portare avanti la missione aziendale di creare valore attraverso l’innovazione”. “La distribuzione affidabile e veramente globale di Anteo è stata messa a punto con orgoglio da Borouge negli Emirati Arabi Uniti”, ha dichiarato Ahmed Omar Abdulla, CEO di Abu Dhabi Polymers Company (Borouge). Si tratta di un’importante conquista, che si integra con la visione strategica di ADNOC (Abu Dhabi National Oil Company), la quale ha recentemente quotato sul mercato la propria divisione Distribuzione con l’IPO (offerta pubblica iniziale) più grande dell’ultimo decennio alla borsa di Abu Dhabi. “Stiamo sviluppando nuove applicazioni industriali di alto valore per Anteo, come per esempio quelle nei segmenti dei film estensibili e dei sacchi industriali per merci pesanti”, ha aggiunto Abdulla. “In sostanza, i vantaggi di Anteo non si limitano solamente alla sua migliorata processabilità e alla chiusura rapida dei packaging in cui viene utilizzato: significano anche maggiori affidabilità, qualità e produttività”, ha concluso Wim Roels, CEO di Borouge.

Grazie alle sue prestazioni elevate e all’ecosostenibilità, Anteo consente di realizzare una serie di interessanti soluzioni multistrato nel campo dell’imballaggio. Tra i suoi vantaggi comprovati vi è, in primo luogo, la notevole processabilità, che permette di lavorare a una pressione ridotta dell’estrusore (oltre il 15% in meno rispetto ai consueti sigillanti metallocenici a base di LLDPE), da cui deriva un minore consumo energetico. Se usato come adesivo/sigillante all’interno delle strutture di film laminati o non laminati, Anteo consente inoltre saldature e sigillature molto rapide e resistenti, con un minor spreco di materiali e un ridotto consumo d’energia. Infine, la sua elevata resistenza alla perforazione permette un minor deterioramento dell’imballaggio e del suo contenuto, mentre il buon aspetto esteti-

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I giornalisti invitati all’evento organizzato per il lancio del nuovo LLDPE Anteo posano davanti alla linea Hosokawa Alpine per l’estrusione di film soffiato a sette strati (a sinistra nella foto), utilizzata nel centro R&D di Borealis per effettuare test sui polimeri

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UNA SOLUZIONE DISPONIBILE A LIVELLO GLOBALE

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MATERIALI E APPLICAZIONI

BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ E NUOVI TECNOPOLIMERI DA RADICIGROUP

IMPEGNO CONCRETO PER UNA FILIERA SOSTENIBILE NEGLI ULTIMI SEI ANNI RADICIGROUP HA RIDOTTO LE PROPRIE EMISSIONI DEL 51%, UTILIZZANDO BEN IL 51,6% DELL’ENERGIA ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI NEL 2016. HA INOLTRE DIMOSTRATO UNA FORTE ATTENZIONE VERSO LA FORMAZIONE DEI DIPENDENTI, CON OLTRE 53 MILA ORE DI TRAINING NEL 2016 A CURA DI RICCARDO AMPOLLINI

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resentato ufficialmente da RadiciGroup e che vogliamo intendere non solo come cer- sentiamo orgogliosamente parte, nel pieno rilo scorso 6 ottobre, nel corso di una tificazione di un percorso di impresa respon- spetto dell’ambiente”. conferenza stampa tenutasi presso sabile, che ci contraddistingue fin dalle nostre E proprio sul fronte ambientale, nonostante i l’hotel San Marco di Bergamo, il Bilancio di origini, ma anche come stimolo per realizzare margini di miglioramento si stiano fisiologicasostenibilità 2016 rendiconta obiettivi e target iniziative che ci portino a rafforzare, anno dopo mente assottigliando visto il grande lavoro degli raggiunti sul fronte della sostenibilità econo- anno, l’impegno nei confronti dello sviluppo anni passati, i risultati 2016 sono positivi in ogni mica, ambientale e sociale, introduce nuove sociale ed economico delle comunità di cui ci ambito: per quanto riguarda l’energia elettrica sfide aziendali e spiega in maniera utilizzata da RadiciGroup, ad esempio, trasparente a tutti gli stakeholder nel 2016 il 51,6% proviene da fonte rinle performance del gruppo chiminovabile: questo è stato possibile grazie co italiano. Si tratta della tredicealla precisa scelta da parte dell’azienda sima edizione del Bilancio, redatto di optare sempre più per fonti a limitato anche quest’anno conformemente impatto ambientale, che ha portato neal modello di rendicontazione della gli ultimi sei anni a un ulteriore incremen“Global Reporting Initiative (GRI) to dell’impiego di energia elettrica da Versione 4 in Accordance Core” e fonte rinnovabile, passando dal 40,8% che per il sesto anno consecutivo è del 2011 al 51,6% del 2016. stato validato dalla società di certifiSempre considerando gli ultimi sei anni, cazione Certiquality. il gruppo ha ridotto la quantità di ener“Sono davvero fiero del nostro Bigia complessiva da fonte fossile neceslancio di sostenibilità”, ha dichiarato saria per lavorare una tonnellata di pro“Il percorso di ottimizzazione delle risorse, di efficientamento Angelo Radici, presidente di Radici- degli impianti e di riduzione dei consumi energetici pone il gruppo dotto (da 7,6 GJ/t nel 2011 a 3 GJ/t nel Group. “Una carta d’identità del nelle condizioni ideali per continuare a crescere”, ha dichiarato il 2016). Infine, grazie al miglioramento del gruppo che si rinnova annualmente vicepresidente di RadiciGroup, Maurizio Radici (al centro della foto) mix energetico e a una strategia azien-

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dale orientata a investire nelle “Best Available Techniques”, le emissioni del gruppo sono passate da 1,00 tCO2eq/t (2011) a 0,49 (2016), con una riduzione complessiva del 51% (vedi figura 1). In miglioramento continuo anche la qualità delle emissioni nell’aria, con un calo delle sostanze inquinanti del 68%, soprattutto grazie ad abbattitori di ultima generazione. “Il nostro è un gruppo capace di creare ricchezza per tutti i suoi stakeholder, ma allo stesso tempo è impegnato nel ridurre le risorse impiegate per generarla”, ha sottolineato Maurizio Radici, vicepresidente di RadiciGroup, presente alla conferenza del 6 ottobre. “Si tratta di un risultato dettato dall’esperienza, dall’impegno instancabile di ogni singolo dipendente e, ovviamente, anche dai continui investimenti per migliorare le tecnologie degli impianti. È sostenibilità ambientale ma è anche sostenibilità economica”. Infatti, come ben illustrato da Filippo Servalli (direttore Sostenibilità di RadiciGroup), consultando il report si può constatare come alla diminuzione dell’uso delle risorse sia corrisposta

una crescita del valore aggiunto globale netto - inteso come la capacità di un’azienda di produrre ricchezza per poi distribuirla ai Il 6 ottobre 2017, nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso suoi stakeholder - re- l’hotel San Marco di Bergamo, RadiciGroup ha presentato ufficialmente gistrato dal gruppo ne- il proprio Bilancio di sostenibilità 2016 gli ultimi anni (oltre 206 milioni di euro nel 2016, +12% rispetto al 2015). sfide maggiori, sulla quale ci stiamo concentranFatto che rende la proporzione “virtuosa”. do moltissimo, trasversalmente a tutte le aree di business, è legata alla riciclabilità completa delECODESIGN E COMPLETA RICICLABILITÀ le fibre sintetiche: l’obiettivo è fare in modo che tutti i prodotti del settore tessile vengano riciclati DEI MATERIALI “Direi che oggi il nostro approccio alla sosteni- meccanicamente e diventino una nuova materia bilità si può sintetizzare in queste parole: eco- plastica per usi tecnici e industriali”. design ed economia circolare”, ha voluto sotto- In questa direzione, lo stabilimento Radici Nolineare Angelo Radici. “Concretamente significa vacips, dell’area di business RadiciGroup Perche RadiciGroup si impegna nel mettere a punto formance Plastics, è specializzato nel recupero materiali a basso impatto ambientale, con tanto di materiali plastici e nei processi di riciclo degli di certificazione dei propri prodotti e processi, ri- scarti polimerici di tutto il gruppo (residui di posultando così un fornitore ideale per un mercato limerizzazione o estrusione, cascami di filatura). che progetta in chiave di ecodesign. Una delle Un servizio che è oggi certificato EPD (Dichia-

PPS a Fakuma 2017

Nuovi tecnopolimeri per usi ingegneristici filosofia di collaborazione che da sempre La Germania rappresenta un mercato stracaratterizza positivamente i rapporti tra la tegico per RadiciGroup Performance Planostra azienda e i suoi partner”, ha comstics, che nella nazione d’oltralpe possiede mentato Erico Spini, marketing manager diversi stabilimenti produttivi. L’appuntaEurope di RadiciGroup Performance Plastimento con la fiera Fakuma diventa quindi cs. Tra i principali settori d’applicazione dei tappa obbligata per il gruppo, che, di fronte nuovi Raditeck P rientrano: l’automotive, l’ia un mercato sempre più esigente in termidrotermosanitario e degli elettrodomestici, ni di innovazione e prestazioni, intende prol’elettrico/elettronico (per le intrinseche proporsi come partner di assoluta fiducia per prietà ritardanti di fiamma del PPS e l’assori trasformatori, completando l’offerta dei bimento d’acqua quasi nullo). cosiddetti “high performance polymers”. “Un altro aspetto di cui andiamo particoA Friedrichshafen, quindi, RadiciGroup ha larmente fieri riguarda la nostra capacità di annunciato ufficialmente l’ampliamento di fornire supporto per lo sviluppo di prodotgamma con nuovi tecnopolimeri a base to, non solo con una corretta scelta del madi PPS (polifenilensolfuro), particolarmenteriale, ma intervenendo anche con un calte indicati per usi ingegneristici. Queste le colo strutturale “evoluto”. Tale approccio caratteristiche distintive dei Raditeck P: su- Erico Spini, marketing manager considera il componente più vicino alla sua periore resistenza chimica a contatto con di RadiciGroup Performance Plastics morfologia reale (influenzata, per esempio, oli, benzine, solventi, soluzioni acqua-gli- per l’Europa dall’orientazione delle fibre di vetro), perché cole; mantenimento delle proprietà meccaniche a seguito di esposizione a temperature elevate dovute a stabilisce una relazione tra le caratteristiche meccaniche “locali” contatto con aria e altri fluidi; elevata stabilità dimensionale gra- dell’oggetto e la morfologia determinata dal processo di stamzie a una bassissima igroscopicità; prodotti “naturalmente” resi- paggio. Si può quindi, tra l’altro, valutare la resistenza meccanica di un particolare a seguito del solo cambiamento del/dei punti stenti alla fiamma. “A Fakuma abbiamo presentato cinque tipologie di Raditeck P, d’iniezione, lasciando invariata la geometria. Questo nuovo apcon riempitivi che vanno dal 40% di fibra di vetro fino al 65% di proccio permette un sensibile miglioramento nell’affidabilità del carica mista (minerale e fibra di vetro). Naturalmente siamo di- calcolo virtuale, con una riduzione dei costi di progettazione dosponibili a introdurre gradi speciali “su misura”, in linea con la vuti a errori nelle fasi iniziali”, ha concluso Spini.

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MATERIALI E APPLICAZIONI

Sponsorizzazione

RadiciGroup in Europa con produzione e Atalanta

tCO2 eq./ t lavorate

1.000 800 600

1,0

400 200 0

2011

Le maglie dell’Atalanta sponsorizzate da RadiciGroup ed esposte in occasione della conferenza stampa di presentazione del Bilancio di sostenibilità 2016

L’Europa. È questo per RadiciGroup il campo principale in cui si giocano le sfide più importanti, che, con la sponsorizzazione dell’Atalanta in Coppa Italia e in Europa League, oltre che l’azienda, impegna anche la squadra bergamasca sul palcoscenico europeo. L’85% dell’attività produttiva del gruppo avviene oggi in Europa, impiegando 2624 lavoratori (3060 l’organico totale nel 2016) in 17 impianti produttivi (24 in tutto nel mondo) e 7 sedi commerciali (10 a livello globale). Oggi RadiciGroup è il secondo produttore europeo di poliammidi (210 mila t) e di poliesteri (24 mila t), utilizzati in diversi settori, che vanno dall’automobilistico (55% del fatturato del gruppo) all’abbigliamento (soprattutto tecnico-sportivo). Nel mondo del calcio, i filati in poliammide di RadiciGroup vengono usati soprattutto per calzettoni e indumenti intimi dei giocatori, mentre quelli in poliestere sono utilizzabili per l’esterno delle maglie e per i pantaloncini. I filamenti vengono impiegati anche per realizzare campi in erba sintetica, mentre i tecnopolimeri, ad esempio, sono utilizzati per le sedute da stadio e per vari accessori, quali scarpette o protezioni da calcio. Per rimarcare tutto ciò, il 12 dicembre 2017 RadiciGroup ha organizzato, presso la sede della sua holding, una giornata colorata di nerazzurro, allestendo un “temporary store” dell’Atalanta dedicato ai suoi dipendenti. Oltre 2600 maglie usate dalla squadra in Europa League sono state ritirare dai lavoratori di RadiciGroup, alla presenza di alcuni giocatori della “Primavera” del club sportivo bergamasco.

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2,5 0,9Fig.

1 - Tra le performance ambientali 0,7 di RadiciGroup, balza subito all’occhio la considerevole riduzione 0,5delle emissioni 0,5 totali dirette e indirette di gas a effetto serra (Indicatori GRI G4-EN15 ed EN16): -51% rispetto al 2011

2012

2013

2014

2015

Emissioni dirette Emissioni indirette da Energia Termica

0,5

Emissioni indirette da Energia Elettrica 2016

0,0

CO2 / t

“Questo sia nell’area dove il gruppo è nato e ha mosso i suoi primi passi (nel territorio bergamasco, dove sono concentrati oggi circa 1000 dei 3000 dipendenti) sia in tutti gli altri territori e comunità locali in cui opera. E uno degli aspetti su cui abbiamo investito molto nel corso degli ultimi anni, ottenendo buoni risultati, è la sicurezza. Solo nel 2016 oltre 330 lavoratori sono stati coinvolti in sessioni di formazione sul tema della sicurezza, per un totale di circa 7790 ore tra aula ed esercitazioni. Continueremo sulla strada della motivazione di tutto il personale per creare una vera e propria cultura d’impresa in materia di prevenzione degli infortuni”. Ma in RadiciGroup la sostenibilità non è legata esclusivamente ai prodotti, ai processi di produzione o alle dinamiche interne all’azienda. Riguarda l’intero sistema. Ecco perché sono entrati in vigore in tutte le aziende di RadiciGroup i nuovi codici di condotta per fornitori e clienti: impegni formali e volontari, condivisi con i principali attori della filiera, volti a concretizzare la sostenibilità come parte integrante della strategia di business. Legalità, trasparenza, correttezza, fiducia e collaborazione sono i principi alla base di tali codici. Oltre a Maurizio Radici e Filippo Servalli, al “RadiciGroup Sustainability Day” del 6 ottobre sono intervenuti: lo scrittore Marco Ricchetti, autore del libro “Neomateriali per l’economia circolare: Moda”; Francesco Corna, segretario organizzativo di Cisl Bergamo; Ernesto Oppici, presidente di Certiqua“Consultando il report di sostenibilità, si può lity; Marco Manzoni, presidente constatare come alla diminuzione dell’uso delle risorse dei giovani imprenditori di Confinsia corrisposta una crescita del valore aggiunto globale dustria Bergamo. Ha moderato netto registrato da RadiciGroup negli ultimi anni, il il giornalista Giuseppe Arrighetti, quale ha superato i 206 milioni di euro nel 2016 (+12% L’Eco di Bergamo. rispetto al 2015)”, ha sottolineato Servalli razione Ambientale di Prodotto). Lo stabilimento - che ha sede a Chignolo d’Isola (vedi foto in apertura d’articolo), in provincia di Bergamo, e che produce tecnopolimeri di poliammide o di poliestere - è stato visitato nel pomeriggio dai giornalisti della stampa specializzata, che hanno potuto seguire dal vivo tutte le fasi del processo di riciclo. Anche altri impianti dell’area Materie Plastiche del gruppo, dislocati in tutto il mondo, sono in grado di utilizzare sia polimero primario che materia prima seconda. Nell’ambito, invece, della sostenibilità sociale, il Report 2016 si è focalizzato anche sui lavoratori del gruppo. “Come azienda privata, di cui noi fratelli Radici deteniamo l’intero azionariato, c’è molta attenzione ai dipendenti”, ha commentato Maurizio Radici.

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Il portafoglio prodotti di Grafe include un’ampia gamma di masterbatch coloranti e additivi per tecnopolimeri

MATERIALI E APPLICAZIONI

MASTERBATCH E ADDITIVI

CACCIA AI COLORI! ALL’ULTIMA EDIZIONE DELLA FIERA FAKUMA, IL GRAFE DESIGN CENTER HA PRESENTATO I COLORI DI TENDENZA PER IL 2018 PROPONENDO UN’INTERESSANTE STORIA INTERATTIVA. LO SPECIALISTA DELLE MATERIE PLASTICHE HA INOLTRE LANCIATO UNA NUOVA GENERAZIONE DI MESCOLE NERE PER POLIOLEFINE, MASTERBATCH COLORANTI E ADDITIVI PER TECNOPOLIMERI E UN OPACIZZANTE PER REALIZZARE DIVERSI EFFETTI SUPERFICIALI IN UN UNICO PASSAGGIO

“T

he Pursuit of Colours” (l’inseguimento dei colori). È questo lo slogan scelto dal gruppo Grafe, con sede a Blankenhain (Germania), per la presentazione dei colori di tendenza per il 2018, in occasione della fiera Fakuma di Friedrichshafen. Creativo come sempre, quest’anno l’allestimento della “anteprima cromatica” è stato curato da Andreas in der Au, nome d’arte Aida, celebre poeta “slammer” tedesco.

Black³ è caratterizzato da un’innovativa profondità cromatica, in grado di creare una speciale finitura a specchio, come quella caratteristica dei pianoforti

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L’autore ha creato un’entusiasmante avventura suddivisa in dodici capitoli, che condurranno il lettore, mese dopo mese, in un viaggio intorno al mondo. Un apposito calendario è stato concepito proprio per completare questa coloratissima storia e per illustrare i colori di tendenza del nuovo anno. Sul sito www.pursuit-of-colors. com, risolvendo dodici enigmi, i visitatori sbloccheranno ogni mese i vari capitoli, con la possibilità di scoprire un grande tesoro sotto forma di un fantastico viaggio. I lettori registrati avranno l’opportunità di accompagnare il protagonista Ben e la sua amica Kara in una caccia interattiva ai colori, che li condurrà attraverso suggestive aree del pianeta. Questo percorso a ritmo serrato alla ricerca di tonalità, sfumature e colori diversi, abbinato a una battaglia contro una monotonia incolore e una grigia uniformità, culminerà in un finale mozzafiato. Nel loro viaggio attraverso il mondo dei colori, i protagonisti della storia scopriranno che il 2018 sarà caratterizzato da una forte ambivalenza. Autunno e inverno saranno contraddistinti da tonalità discrete di blu, verde e marrone, la cui caratteristica saliente è rappresentata dalla naturalezza, accanto ai quali si troveranno colori

metallizzati in una vasta gamma di sfumature. Le tinte pastello appariranno invece più estroverse e intense, quasi sintetiche. Questa combinazione di elementi apparentemente incompatibili darà origine a interessanti contrasti e porrà accenti inconfondibili. Un ruolo fondamentale, inoltre, verrà svolto dai colori opachi, tendenti a tinte vellutate, avvolgenti e morbide, in grado di creare anche lievi riflessi luminosi. Il blu rivestirà un ruolo dominante pure nella stagione primavera/estate 2018, con sfumature che da molto chiare passeranno a scure e profonde. Da un lato, si assisterà a una nuova interpretazione delle tinte pastello, estremamente lievi e delicate, mentre dall’altro si avrà un passaggio a varianti più nette e vivaci. Un altro elemento saliente sarà rappresentato da colori molto profondi e scuri, apparentemente tendenti al nero. Nel complesso, la stagione in arrivo rifletterà un fragile ottimismo, abbinato a un’aura di grande mistero.

NERO, ULTRANERO E BLACK ³ Chiunque conosce il colore nero, spesso associato a emozioni tetre, cupe e negative. Eppure, nell’industria degli imballaggi, il nero è destinato MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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a numerosi prodotti e imballi con attributi ben più interessanti. Qui, ancor più che in altri settori, il colore riflette eleganza, importanza, rispettabilità e modernità. Al fine di conferire al colore nero le sfumature intense e preziose richieste, il gruppo Grafe ha sviluppato una nuova generazione di mescole nere per le poliolefine. Il nuovo prodotto, battezzato Black³, è caratterizzato da una profondità cromatica innovativa ed estremamente intensa, capace di creare una finitura a specchio (piano black) su polipropilene e polietilene. In qualità di specialista dei coloranti, Grafe possiede le competenze necessarie per adattare l’intensità del nero ai desideri dei singoli trasformatori di materie plastiche. Questa colorazione risulta particolarmente idonea per le poliolefine, per le quali l’intensità del nero può essere adattata caso per caso, da nero normale a Black³, in base alla profondità richiesta. Lo spettacolare risultato offerto da questo “ultranero” non ha precedenti in termini di intensità. Le aree d’applicazione nel campo delle tecnologie di stampaggio a iniezione ed estrusione sono numerose e diverse e il nuovo colore si presta perfettamente alla realizzazione di superfici sia lucide che opache. Il materiale è conforme a tutti gli standard imposti dall’industria cosmetica e consente di ottenere finiture ottiche molto speciali e di prima qualità nel settore degli imballaggi, dove: “Il nero contraddistingue prodotti raffinati e moderni, a simboleggiare forza e stabilità. Il nuovo Black³, con la sua incredibile profondità cromatica, segna un netto contrasto con la mescola nera utilizzata in precedenza e rappresenta una gamma di prodotti caratterizzati da un’intensità sbalorditiva”, come spiega Julia Canzler, responsabile della divisione Design & Packaging del gruppo Grafe.

IL VALORE AGGIUNTO DEGLI ADDITIVI OPACIZZANTI

Nell’industria automobilistica prosegue la “moda” delle superfici opache. Da alcuni anni, ormai, i nuovi veicoli con superfici a elevata opacità sono andati diffondendosi sul mercato, distinguendosi nettamente dai modelli precedenti con finiture metallizzate. Questa stessa tendenza si può notare oggi anche nel settore dei beni di largo consumo, dove diverse soIl nuovo opacizzante sviluppato dagli specialisti di cietà puntano a ottenere superfiGrafe consente di ottenere diversi effetti superficiali ci eleganti ed esclusive. Oltre alle con un unico stampo richieste di prodotti dall’aspetto opaco e moderno, cresce però, al contempo, flessibilità in sede di produzione”. la domanda di superfici resistenti e antigraffio. L’opacizzante viene incorporato nel fuso plastiFinora, tuttavia, l’unico modo per conseguire co e genera un effetto di rifrazione/diffusione luentrambi gli obiettivi consisteva in una costosa minosa, anche in presenza di superfici levigate procedura di rilavorazione o trattamento me- dello stampo stesso. “In questo modo si ottiene diante verniciatura, sabbiatura o applicazio- una finitura opaca satinata e vellutata”, prosegue ne di vernici morbide o di film tramite IML (In Ludwig. Ma i vantaggi offerti dal prodotto non Mould Labelling). finiscono qui: il nuovo additivo offre anche una Il gruppo Grafe ha invece sviluppato recen- resistenza antigraffio leggermente migliorata. temente un opacizzante che consente di ot- Tutto ciò non consente solo di generare valotenere diversi effetti superficiali in un unico re aggiunto in sede di lavorazione, ma anche di stampo. L’aggiunta del nuovo additivo avvie- ottenere componenti finiti più semplici da manine direttamente durante il processo di produ- polare, mentre al consumatore finale viene conzione dell’articolo finito, tramite stampaggio a segnato un prodotto unico, efficiente e con una iniezione o estrusione. vita utile ottimizzata. “Questo opacizzante consente di ottenere effetti superficiali lucidi e opachi con un uni- MASTERBATCH PER I POLIMERI TECNICI co stampo”, spiega Danny Ludwig, direttore Caratterizzati generalmente da proprietà fisiche del Grafe Design Center. “In questo modo, e chimiche superiori agli altri materiali plastici, i trasformatori di materie plastiche possono i tecnopolimeri trovano impiego in quasi tutti i fare a meno di utilizzare stampi per l’iniezio- settori industriali e, in special modo, laddove ne sottoposti a erosione o incisione. Ciò non sia necessario sostituire materiali pesanti come abbatte solo i costi, ma migliora anche la i metalli, oppure nei comparti che richiedono un particolare know-how tecnico. Da oltre 25 anni Grafe fornisce prodotti personalizzati di prima qualità proprio al mercato globale dei tecnopolimeri. In occasione della fiera Fakuma 2017 il gruppo ha presentato il suo portafoglio prodotti a un pubblico internazionale, arricchito dalle ultime novità. L’offerta comprende una gamma completa di masterbatch coloranti e additivi per tecnopolimeri (vedi foto in apertura di questo articolo, ndr) quali: poliammide (PA), poliossimetilene (POM), polibutilentereftalato (PBT), policarbonato (PC), poliuretano termoplastico (TPU) e polimetilmetacrilato (PMMA), per fare solo qualche esempio. Presso il futuristico stabilimento di Grafe, uno staff di oltre 300 persone sviluppa e fabbrica prodotti personalizzati e concepiti per applicazioni specifiche dei tecnopolimeri, destinati al mercato nazionale Il poeta “slammer” Andreas in der Au ha creato per Grafe un’avventura in dodici capitoli. Un apposito calendario illustra i colori di tendenza del 2018 ed è concepito per completare questa coloratissima storia e internazionale. MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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MATERIALI E APPLICAZIONI

ADDITIVI DI ULTIMA GENERAZIONE

SCIVOLANTI CON OTTIME PRESTAZIONI ED ELEVATA STABILITÀ NEL TEMPO L’INNOVATIVO ADDITIVO INCROSLIP SL, PRODOTTO DALLA SOCIETÀ CRODA POLYMER ADDITIVES, GARANTISCE PRESTAZIONI DI SLIP DI LUNGA DURATA E STABILITÀ ELEVATA ANCHE NELLE CONDIZIONI PIÙ DIFFICILI

P

Fig. 1 - Confronto tra i valori di CoF cinetico di Incroslip SL e quelli di erucamide in un film di LDPE soffiato con spessore di 35 µm, dopo esposizione ai raggi UV naturali (Riferimento di controllo: LDPE senza additivo con CoF cinetico pari a 1,5)

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roduttore, innanzi tutto, di scivolanti organici e additivi antiblocking, utilizzati per modificare e migliorare le proprietà di materie plastiche e gomme, Croda Polymer Additives offre una gamma completa di additivi, pensati per permettere a chi li utilizza di personalizzare i parametri di lavorazione e le prestazioni e di migliorare l’aspetto dei prodotti finiti. Prodotti a partire da materie prime naturali, gli additivi Croda risolvono i problemi tipici del settore materie plastiche: slip, bloccaggio, graffio, torque release, estrazione del prodotto dallo stampo. All’ampia gamma di additivi ad alte prestazioni si è aggiunto di recente lo scivolante Incroslip SL, il quale offre prestazioni elevate di slip e stabilità ossidativa a lungo termine, prevenendo così indesiderate variazioni di gusto, odore e colore in prodotti utilizzati dal consumatore finale, come ad esempio film per l’imballaggio alimentare o particolari del settore automotive. Incroslip SL presenta

numerosi vantaggi chiave, tra cui: • slip elevato e di lunga durata; • ottime proprietà organolettiche; • elevata stabilità all’ossidazione; • protezione contro graffi e sfregamenti; • basso blooming (affioramento) visibile; • miglior distacco del pezzo dallo stampo.

SLIP ELEVATO E DI LUNGA DURATA NEI FILM Gli scivolanti sono additivi per polimeri che offrono svariati vantaggi pratici, soprattutto in termini di migliorata processabilità e manipolazione del prodotto. In condizioni critiche, quali esposizione prolungata al calore o ai raggi UV, possono però degradarsi, causando una diminuzione delle prestazioni e difficoltà nella trasformazione del prodotto o nel suo utilizzo finale. Incroslip SL offre notevoli vantaggi nella produzione e nella trasformazione del film plastico, garantendo uno slip migliore, sia come qualità che come durata. MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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Dopo circa 4 settimane di esposizione ai raggi UV, l’erucamide tende a perdere in prestazioni di slip, mentre Incroslip SL le mantiene inalterate molto più a lungo (vedi figura 1). Ciò significa che il film da imballaggio può essere immagazzinato per più tempo senza il rischio di una diminuzione delle prestazioni. I test di laboratorio hanno dimostrato che Incroslip SL garantisce elevate prestazioni di slip nei film soffiati di LDPE anche dopo 4 anni di esposizione al calore e alla luce del sole. A parità di tempo d’esposizione, la prestazione dell’erucamide standard crolla drasticamente, evidenziando un valore di coefficiente d’attrito (CoF) cinetico finale superiore a quello della behenamide e vicino a quello del campione di controllo (LDPE senza additivo). Questo valore è troppo basso per risolvere i problemi associati alla manipolazione del film o all’applicazione finale. Incroslip SL, invece, presenta un valore di CoF cinetico che rimane basso nel tempo, mantenendo una prestazione elevata.

STABILITÀ OSSIDATIVA Molti scivolanti standard sono caratterizzati da una scarsa stabilità ossidativa, che potrebbe generare, a lungo termine, problemi di odore, sapore e macchie. Dal canto suo, Incroslip SL è invece un prodotto saturo, più stabile all’ossidazione rispetto ad altri additivi scivolanti tradizionali: nel tempo, non peggiorerà in prestazioni, non cambierà di colore e nemmeno svilupperà alcun odore, anche dopo il processo di sterilizzazione in ozono (figura 2). La stabilità ossidativa è particolarmente importante per applicazioni dove il gusto e l’odore sono fattori cruciali, come nei tappi per bottiglie dell’acqua e nell’imballaggio alimen-

PP naturale – 5 N

tare in generale. La qualità superiore di Incroslip SL è stata dimostrata da un test effettuato su un gruppo di volontari: il 70% di loro ha valutato l’odore inferiore e meno fastidioso di quello prodotto dagli altri additivi scivolanti, come l’erucamide.

ESTRAZIONE DALLO STAMPO E TORQUE RELEASE Gli additivi per “mould release” sono utilizzati, appunto, per facilitare l’estrazione dei prodotti dallo stampo, per migliorarne la qualità superficiale e per ridurre gli scarti, eliminando la necessità di distaccanti siliconici spray e consentendo una produzione continua. Incroslip SL può agire come additivo per mould release, contribuendo a migliorare la produzione a livello industriale e l’utilizzo finale da parte del consumatore. Nella produzione di tappi per bottiglie, inoltre, il nuovo additivo di Croda può facilitare la tenuta del tappo, pur consentendone una facile rimozione da parte del consumatore finale (effetto “torque release”); rispetto ad erucamide e behenamide, presenta, infatti, un migliore torque release nelle chiusure in polipropilene.

ANTIGRAFFIO CON BASSO EFFETTO DI AFFIORAMENTO (BLOOMING) Alcuni prodotti realizzati in materiale plastico (componenti interni dell’auto, imballaggi cosmetici di fascia alta, elettrodomestici lucidi ecc.) si possono facilmente graffiare nel trasporto o nell’uso, provocando un indesiderato effetto antiestetico che trasmette un’idea di scarsa qualità. Sono difetti da evitare: è importante mantenere l’aspetto superficiale del prodotto e ridurre graffi e

Incroslip SL – 5 N

0 ore

72 ore

168 ore

Fig. 2 - Stabilità all’ossidazione - Confronto tra Incroslip SL ed erucamide a 120°C (entrambi i campioni contengono 800 ppm di 1010 AO)

sfregamenti. È stato dimostrato (figura 3) che Incroslip SL riduce la larghezza, la profondità e la visibilità dei graffi senza alcun impatto negativo sui prodotti finiti (effetto blooming, odore sgradevole, alterazione del gloss); tale combinazione di vantaggi rende questo additivo perfetto per l’uso in condizioni e applicazioni difficili. Utilizzato in basse percentuali all’interno della formulazione, migliora le proprietà superficiali del polimero senza alcun effetto negativo sulle caratteristiche meccaniche. Gli additivi che tendono a migrare in superficie possono degradarsi nel tempo causando problemi di blooming (aloni da affioramento), variazioni di colore, odori non graditi. Nelle applicazioni per interni auto, ad esempio, alcuni additivi antigraffio possono degradarsi dopo un’esposizione prolungata al calore e alla luce UV, causando migrazione in superficie, odori indesiderati e rendendo appiccicoso il pezzo finito. Incroslip SL, invece, riduce sensibilmente la visibilità del graffio sulla superficie senza controindicazioni negative sul prodotto finale: non degrada nel tempo e garantisce prestazioni a lungo termine.

CONCLUSIONI

PP naturale – 10 N

Incroslip SL – 10 N

Fig. 3 - Larghezza dei graffi su PP tal quale e PP con 1% di Incroslip SL, a carichi di 5N e 10N

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L’innovativo prodotto Incroslip SL offre vantaggi concreti per numerose famiglie di polimeri e diverse aree d’applicazione. La prestazione a livello di slip è simile a quella dell’erucamide e di altri additivi per mould release: può quindi essere utilizzato sia per i film che per i pezzi stampati. La sua elevata stabilità ossidativa dà risultati superiori rispetto agli additivi scivolanti standard, senza alcun effetto negativo (odori, macchie, sapori indesiderati) anche a lungo termine. Questo additivo rappresenta, quindi, una scelta ideale per tutte quelle applicazioni in cui prestazioni, stabilità e qualità a lungo termine siano requisiti essenziali.

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Fotolia/Grupa Azoty

MATERIALI E APPLICAZIONI

PLASTIFICAZIONE CON OXOVIFLEX (DEHT)

COME OTTENERE UN PROCESSO PRODUTTIVO IMPECCABILE CON I NUOVI PLASTIFICANTI PER PVC PRENDENDO COME ESEMPIO I RIVESTIMENTI IN PVC (COATING), QUESTO ARTICOLO SPIEGA COME UTILIZZARE CORRETTAMENTE UN PLASTIFICANTE PER PVC A BASE DI DEHT IN MODO DA OTTENERE UN PROCESSO DI PRODUZIONE DI ALTA QUALITÀ DI BORIS FLEITES-JONCZYK* E RICCARDO AMPOLLINI

L

a plastificazione del PVC è un processo in cui le molecole del plastificante penetrano nelle catene polimeriche, o nei gruppi polimerici, indebolendo le forze intramolecolari e aumentando la distanza tra le catene (segmenti di catena) del polimero (vedi figura 1). Ciò comporta l’abbassamento della temperatura di transizione vetrosa e della fluidità, che a sua volta si riflette nella diminuzione della temperatura di gelificazione e della temperatura di processo, conferendo al prodotto nuove caratteristiche come morbidezza e flessibilità. La polarità del plastificante stesso, ovverosia la concentrazione di carica negativa più elevata in una parte della molecola e più bassa in un’altra, rende il plastificante un dipolo e svolge un ruolo importante per il processo di plastificazione. Le molecole polari posseggono diverse proprietà, come ad esempio la solvatazione (capacità di circondare altre molecole polari). In senso generale è possibile assumere che i composti che nelle loro strutture presentano aree “marcate” con una carica (sostanze polari) reagiscono più facilmente con altre sostanze polari, dal momento che le loro cariche parziali creano un campo

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elettrico che attira altre molecole di carica opposta, e le trattengono nelle loro vicinanze, facilitando di conseguenza la reazione chimica. I plastificanti sono tra gli additivi più utilizzati nella lavorazione del PVC e, fino a poco tempo fa, quello più popolare era il DEHP (diottilftalato), prodotto dall’azienda chimica Grupa Azoty con la denominazione commerciale Oxoplast O. Ancora oggi il DEHP mantiene il suo prima-

to a livello mondiale, sebbene i mercati europei si stiano orientando in misura sempre maggiore verso plastificanti alternativi. Per soddisfare questa domanda crescente, Grupa Azoty ha introdotto un nuovo plastificante: il DEHT (diottiltereftalato) Oxoviflex. Quest’ultimo soddisfa i più elevati requisiti di qualità e, poiché privo di ftalati, è stato testato con successo a livello di impatto ambientale e sulla salute umana.

Molecola di plastificante

Macromolecola di PVC

Fig. 1 - Comportamento tipico di un plastificante in una matrice di PVC

Macromolecola di PVC

Polare

Apolare

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Oxoviflex e Oxoplast O presentano però strutture chimiche diverse (vedi figure 2 e 3), che ne influenzano la polarità. Il primo ha una polarità più debole ed è quindi necessario adottare un differente approccio, in termini di trasformazione del PVC, rispetto a Oxoplast O. Di seguito vengono proposte alcune soluzioni per utilizzare correttamente Oxoviflex in un processo per la produzione di rivestimenti in PVC (coating).

LAVORAZIONE DEL PVC CON OXOVIFLEX: RACCOMANDAZIONI Per conferire ai prodotti realizzati con Oxoviflex la stabilità desiderata occorre prestare particolare attenzione a una serie di variabili che potrebbero condizionare lo svolgimento del processo. La polarità più debole di Oxoviflex (rispetto a Oxoplast O) comporta tempi più lunghi per il completamento del processo di plastificazione e una maggiore sensibilità alle cariche. Inoltre, possono svolgere un ruolo importante anche il modo in cui viene preparata la mescola per il coating (sequenza di alimentazione degli ingredienti) e le modalità di sfruttamento della capacità produttiva delle macchine adibite al processo. Ecco, quindi, alcune raccomandazioni su come affrontare determinate fasi della lavorazione del PVC.

I. DOSAGGIO Non esiste alcuna indicazione specifica su quanto Oxoviflex in più occorre introdurre nella miscela rispetto alla normale dose di Oxoplast O. L’unica raccomandazione è di evitare sovradosaggi di Oxoviflex nella miscela in rapporto alla sua capacità d’assorbimento. Un sovradosaggio potrebbe comportare la presenza di molecole libere (non legate al PVC) del plastificante nel manufatto finale.

II. CARICA (FILLER) La quantità ammissibile di carica, sotto forma di CaSO4 (gesso) o altro, non dovrebbe superare le 10 parti ogni 100 parti di PVC. Le quantità raccomandate vanno molto bene per la combinazione PVC + Oxoplast O; ciononostante, nel caso di un sovradosaggio significativo (malgrado la polarità più elevata dell’Oxoplast O), il manufatto finale risulta più incline al deterioramento. Si può definire “sovradosaggio significativo” l’aggiunta di una carica in quantità uguale o superiore a 20 parti su 100 di mescola.

III. SEQUENZA DEGLI INGREDIENTI Può essere necessario modificare la sequenza con la quale vengono aggiunti gli ingredienti secchi nella mescola del rivestimento, soprattutto se non si utilizzano i macchinari consigliati (mescolatore a tre cilindri) per preparare le mescole di PVC, ma queste vengono piuttosto laMACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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Fig. 2 - Struttura di Oxoviflex

Fig. 3 - Struttura di Oxoplast O

sciate stabilizzare dopo essere state mescolate in anticipo. In questo caso, si raccomanda di riempire il mescolatore con la quantità di PVC specificata nelle linee guida subito dopo avervi versato Oxoviflex. La mescola deve essere agitata e lasciata riposare per un minimo di sei ore. Dopodiché si possono aggiungere tutti gli altri ingredienti, comprese le cariche. Quindi mescolare e lasciare stabilizzare il tutto per 48 ore. Questa procedura serve a minimizzare il rischio di migrazione del plastificante nel caso in cui non venga utilizzata la combinazione di macchinari raccomandata per la preparazione della mescola.

di vista, è importante utilizzare un plastificante poco polarizzato. Se in tale processo di preparazione con Oxoviflex si utilizza un mescolatore a tre cilindri non è necessario modificare la sequenza di aggiunta degli ingredienti rispetto alle formule a base di Oxoplast O. Inoltre, il tempo consigliato per la stabilizzazione è più breve: solo 24 ore al posto di 48. Vale poi la pena di dare uno sguardo più da vicino all’attività delle cariche all’interno della mescola di PVC.

IV. PREPARAZIONE CON MESCOLATORE A CILINDRI

Tutte le cariche per PVC influenzano le proprietà fisiche del manufatto finale (per esempio, ne incrementano la durezza e/o la resistenza all’abrasione), oltre a comportare una notevole riduzione dei costi di produzione. Le cariche non svolgono alcun ruolo attivo nel processo di plastificazione, anzi la loro presenza ostacola la penetrazione del plastificante all’interno del

Le molecole del plastificante penetrano nelle catene del polimero, ma il loro inserimento e la solvatazione sono comunque processi assai lenti. Per velocizzare i tempi, è essenziale prevedere una fase di processo intermedia collocata tra la produzione della mescola e la sua applicazione finale sul substrato in carta come rivestimento. Questa fase intermedia prevede la lavorazione della mescola di PVC in un mescolatore a tre cilindri. All’interno della macchina, la mescola viene riscaldata (favorendo così il processo di plastificazione) e tutti gli ingredienti si distribuiscono in maniera uniforme. Ciò permette di innescare più velocemente i processi chimici. Da questo punto

MIGRAZIONE DEL PLASTIFICANTE: COME SI VERIFICA E COME PREVENIRLA

Possibili applicazioni del plastificante Oxoviflex in alcuni articoli in PVC per il settore medicale

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MATERIALI E APPLICAZIONI

polimero base. Come conseguenza, superare la quota limite consigliata (10 parti ogni 100 parti di PVC) rallenta significativamente e ostacola il processo di plastificazione del PVC. Per via della sua polarità più debole a confronto di Oxoplast O, Oxoviflex richiede tempi più lunghi per la plastificazione; tenendo a mente il fatto che quantità eccessive di carica rendono più difficile la penetrazione nel PVC, la conclusione è che una plastificazione effettuata in condizioni sfavorevoli potrebbe risultare incompleta. Per questo motivo, nei casi in cui la quantità di carica diverga significativamente dal livello consigliato si determina la decomposizione del manufatto. Occorre notare che un eccessivo aumento della carica spesso si riflette, da parte del produttore, in un aumento dell’uso di plastificante rispetto a quanto normalmente necessario per un determinato tipo di PVC, allo scopo di migliorare la viscosità della mescola. In questi casi, il

manufatto finale conterrà ancora una notevole quantità di molecole di plastificante libere, che peraltro non potranno venire eliminate in fase di asciugatura (impossibilità di incrementare il tempo d’esposizione al calore; presenza di porofori: sostanze volatili in grado di rendere porosi i materiali solidi e quindi, in questo caso, il PVC). Nell’utilizzo del manufatto finale (per esempio: un rivestimento per mobili) le molecole libere di plastificante possono venir riscaldate dai raggi solari, o da altre fonti di calore, e migrare verso lo strato superficiale del rivestimento. Il calore asporta quindi il plastificante dalla sua posizione originaria, determinando un rapido deterioramento del manufatto proprio nelle zone che possono venire a contatto con il corpo umano. Il danno si rivela sotto forma di punti più rigidi e crepe sulla superficie del rivestimento. Questo tipo di danni è già stato osservato in precedenza e sono stati evidenziati sempre, a prescindere dal plastificante impiegato, danni

Grupa Azoty e Oxoplast

Plastificanti dal 1954 Oxoplast è la divisione di Grupa Azoty specializzata nella produzione degli alcol OXO, dei plastificanti e di altri prodotti chimici che stanno alla base del business dell’azien-

da, la quale vanta oltre 65 anni di tradizione ed esperienza nell’industria chimica. Nella produzione degli alcol OXO sono persino noti gli standard stabiliti dal gruppo polacco.

Produzione totale (dal 1954 a oggi): 2,3 milioni di tonnellate

Capacità produttiva totale: 86000 t/a

36000 t/a

50000 t/a

di Oxoviflex

di Oxoplast Medica, Oxoplast O, Oxoplast PH

Quota di mercato UE = 5%

(in riferimento a DEHT, DINCH, DNP e DPHP)

Numero 1 per il DEHT e 5a posizione​in generale

I plastificanti di Grupa Azoty: Oxoviflex (DEHT), Oxoplast O (DEHP), Oxoplast Medica (DEHP) e Oxoplast PH (DPHP) Altri prodotti: alcol OXO (2-etilesanolo, n-butanolo, isobutanolo/ottanolo F), aldeidi (n-butirraldeide e isobutirraldeide)

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in funzione della quantità di cariche presenti o del corretto completamento del processo produttivo. Per tutti questi motivi, occorre prestare grande attenzione allo svolgimento del processo in presenza di materiali plastificati con Oxoviflex. In particolare, seguire le raccomandazioni fin qui descritte consente di eliminare il successivo rischio di migrazione del plastificante. Lo studio del grado di migrazione nei materiali a base di PVC conferma inequivocabilmente che è bene evitare plastificanti con peso molecolare minore di 250 g/mol e punto d’ebollizione inferiore ai 350°C. Oxoviflex soddisfa pienamente questi criteri: il suo peso molecolare è pari a 390,6 g/mol e il punto d’ebollizione è di 375°C. È quindi conforme a tutti i più elevati standard richiesti ai plastificanti destinati al PVC. *Coordinatore e consulente tecnico, divisione OXO di Grupa Azoty.

L’elasticità delle forniture “in-time”, nonché la capacità di adattarsi in tutto e per tutto alle richieste dei clienti più esigenti, rappresentano, accanto all’alta qualità, i vantaggi dell’azienda. E lo conferma la sua posizione consolidata sui mercati europei e d’oltremare, nonché l’alto livello di fidelizzazione dei clienti. Grazie agli investimenti in ricerca e sviluppo Grupa Azoty è oggi in grado di immettere sul mercato prodotti sicuri per l’essere umano, rispettando al contempo le risorse naturali. Agisce secondo i principi della responsabilità sociale ed è attenta alle iniziative importanti per le comunità locali in cui si trovano i propri stabilimenti. Queste le tappe del suo sviluppo aziendale: 1954 - Inizia l’esperienza nell’ambito del business OXO, con la produzione del primo plastificante per PVC 1963 - Produzione del diottilftalato (DEHP): il plastificante conosciuto in tutto il mondo

con il marchio Oxoplast O 1986 - Avviamento dello stabilimento produttivo per gli alcol OXO (2-etilesanolo, isobutanolo, n-butanolo) e di quello per gas di sintesi e idrogeno 1996-1998 - Ammodernamento e ampliamento dello stabilimento dedicato agli alcol OXO, in collaborazione con Davy Process, per aumentarne la capacità produttiva 1999 - Comincia la produzione di diisobutilftalato (DIBP), noto con il marchio Oxoplast IB 2002 - Cambiamenti strutturali e creazione della divisione Oxoplast 2010 - Introduzione del primo ftalato di qualità superiore: 2-propileptilftalato, con il marchio Oxoplast PH 2011 - L’azienda è la prima in Europa a produrre un plastificante a base di PTA e privo di ftalati: Oxoplast OT 2013 - Aumento della capacità produttiva di Oxoplast OT 2014 - Commercializzazione di Oxoplast Medica 2015 - Lancio sul mercato del nuovo plastificante Oxoviflex.

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Masterbatch con effetto scivolante

NEWS

LAMINATI AD ALTE PRESTAZIONI GRAZIE ALLO SCORRIMENTO COSTANTE

Superfici sublimate con Smartbatch Fabric FX

L’aspetto di un tessuto in un solo passaggio L’aggiunta di un vero tessuto a un componente stampato aumenta l’attrattiva per il consumatore, in quanto il tessuto ammorbidisce la percezione tattile e visiva della superficie. Tuttavia, implica anche un iter di produzione complesso e l’aggiunta di alcuni passaggi nella vendita e nello stoccaggio dei tessuti. Altro svantaggio: il tessuto non aderisce facilmente Tra le applicazioni potenziali alle curve e alle forme, con una conseguendi Smartbatch Fabric FX nel te limitazione delle opzioni di design e un ausettore automobilistico, figurano mento percentuale del materiale di scarto. i montanti A, B e C, le portiere e Per questo, in occasione del congresso VDI altri componenti interni dei veicoli Plastics in Automotive Engineering 2017, PolyOne ha presentato Smartbatch Fabric FX: un concentrato di coloranti e additivi in grado di consentire la realizzazione, tramite stampaggio a iniezione, di componenti estetici che sembrano rivestiti con tessuto. “Smartbatch Fabric FX combina la flessibilità di un masterbatch con la produzione di componenti attraenti dal punto di vista estetico e pronti all’uso, più facili da pulire rispetto a quelli rivestiti con un vero tessuto”, ha precisato Christoph Palm, vicepresidente e direttore generale della divisione Coloranti e additivi di PolyOne per l’area EMEA e India. “Questo masterbatch supporta anche la transizione dei produttori da un iter complesso polimero+tessuto a uno stampaggio più efficace e soprattutto monofase”. La tecnologia Fabric FX può supportare applicazioni nel settore dei trasporti e in quelli dei beni di consumo e dell’arredamento. Tra l’altro, si rivela compatibile con svariate tipologie di polimeri, inclusi ABS e leghe PC/ABS. Inoltre, superficie e colorazione dei “finti tessuti” sono personalizzabili, per meglio rispondere alla creatività dei designer.

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I film in polietilene sono largamente usati nella realizzazione di strutture complesse attraverso il processo di laminazione, ottimizzando le prestazioni degli imballaggi che se ne ottengono. Quando in tali film vengono però impiegati additivi convenzionali con effetto scivolante (quale, per esempio, l’erucamide) possono insorgere alcuni problemi tecnici: la perdita delle proprietà di scorrimento e il trasferimento dell’additivo sul lato opposto del film, che influiscono sul coefficiente di frizione e causano problemi nelle successive fasi di converting. Per garantire proprietà di scorrimento (slip) elevate e costanti, Ampacet ha quindi sviluppato il masterbatch Lamslip 754, che assicura una laminazione priva di problemi, ideale per la produzione di imballaggi industriali e alimentari. Rispetto ai prodotti convenzionali, il nuovo Lamslip 754 mantiene un coefficiente di frizione ridotto e più stabile anche dopo la laminazione e l’additivo scivolante non passa sul lato opposto del laminato. La sua elevata efficienza anche a basse percentuali di dosaggio consente di arginare tutti quei problemi legati alla fluttuazione delle proprietà di slip dei film e limita le perdite d’efficienza produttiva durante il confezionamento automatico. Riduce così la quantità di film scartati perché fuori specifica e, di conseguenza, i possibili reclami da parte dei trasformatori e degli utilizzatori finali dei laminati, rendendo questi ultimi una soluzione affidabile per le buste alimentari e le conConfezione per il caffè in film laminato, fezioni di tipo “pouch”. ottenuto con l’aggiunta di Lamslip 754

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NOTIZIARIO DEI COMPOSITI

La produzione additiva consente a Swift di produrre pezzi con geometrie considerevolmente complesse

CASE STUDY NELL’INDUSTRIA DEI COMPOSITI

Tempi ridotti adottando la stampa 3D per i componenti a perdere “LE SOLUZIONI STRATASYS PER LA FABBRICAZIONE ADDITIVA RAPPRESENTANO UNA SCELTA DAVVERO RIVOLUZIONARIA, IN QUANTO CONSENTONO DI RISPARMIARE TEMPO E COSTI ALL’INTERNO DEL NOSTRO PROCESSO PER LA PRODUZIONE DI PARTI COMPOSITE, SENZA COMPROMETTERE LA QUALITÀ DEI MANUFATTI O LE LORO PRESTAZIONI”, DICHIARA RICK HEISE, PRESIDENTE DI SWIFT ENGINEERING

N

el corso degli ultimi trent’anni, i materiali compositi sono diventati sempre più importanti per un gran numero di settori industriali e, in particolar modo, per le applicazioni che richiedono alte prestazioni senza il peso associato ai materiali metallici. Sebbene in questo periodo i progressi siano stati molteplici, la produzione di parti critiche (e spesso complesse) con materiali compositi può essere complicata e richiede un’esperienza specifica e una conoscenza approfondita. Tradizionalmente, per esempio, la produzione di componenti a perdere per i manufatti in composito implica un processo a più fasi, che, per sua stessa natura, può essere estremamente dispendioso in termini sia di tempi che di costi.

UN’EVOLUZIONE COSTANTE Con sede a San Clemente, in California, Swift Engineering è all’avanguardia nel settore dei compositi. Da oltre tre decenni l’azienda sviluppa parti composite di ultima generazione per un ampio por-

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La società statunitense Swift vanta una lunga storia nello sviluppo di parti composite di ultima generazione per il settore delle auto da competizione

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In foto, da sinistra a destra, sono mostrati: il componente a perdere stampato in 3D, il medesimo pezzo sigillato e il componente finito

PRESTAZIONI MIGLIORATE

tafoglio di clienti nei settori automobilistico, aerospaziale e della difesa. Come risultato, ha continuato a far evolvere il suo approccio innovativo per produrre parti composite ed è alla costante ricerca di novità in termini di materiali, processi e tecniche che le consentano di essere leader del mercato. In partnership con Stratasys - e, più in dettaglio, utilizzando le sue stampanti 3D Fortus - Swift Engineering ha deciso di adottare la fabbricazione additiva dei componenti a perdere (i cosiddetti “sacrificial tool”). Spesso trascurato, il tooling si sta dimostrando tra le più efficaci applicazioni della produzione additiva e Swift sta sfruttando appieno i vantaggi di tale tecnologia.

UN NUOVO PARADIGMA PER I “SACRIFICIAL TOOL” La società statunitense usa da tempo la tecnologia FDM (Fused Deposition Modelling) per la prototipazione e persino per alcune parti finali. Più recentemente, il team Swift ha ottenuto enormi vantaggi dall’uso della stampa 3D per produrre i componenti a perdere richiesti per le parti in composito complesse. “Per noi, le soluzioni Stratasys per la fabbricazione additiva rappresentano una scelta davvero rivoluzionaria, in quanto consentono di risparmiare molto in termini di tempo e costi all’interno del nostro processo per la produzione di parti in composito, senza compromettere la qualità dei pezzi finali o le loro prestazioni”, afferma Rick Heise, presidente e responsabile per la strategia di Swift. La fabbricazione additiva ha mostrato tutto il proprio valore a monte del processo di produzione dei compositi. Ha infatti consentito a Swift di eliminare i dispendiosi e complessi assemblaggi multicomponente e di ridurre fino al 90% i tempi di lavorazione per la produzione dei “sacrificial tool”. Ora, nel mo-

mento in cui viene progettato un nuovo pezzo, è possibile progettare e stampare in 3D, in parallelo, il componente a perdere corrispondente, utilizzando il materiale ST-130 di Stratasys e con opzioni di riempimento definite appositamente, che consentono di sopportare pressioni di consolidamento oltre le 90 libbre per pollice quadrato (pari a 620528 Pa, o a circa 6 bar). Il componente a perdere viene quindi facilmente dissolto dopo l’indurimento, in modo da eliminare i processi secondari e accelerare la fabbricazione del manufatto finale in composito. A seconda della complessità e delle dimensioni del pezzo, la realizzazione del “sacrificial tool” può richiedere solo pochi giorni e, di frequente, meno di 24 ore. Ciò consente a Swift livelli di flessibilità senza precedenti rispetto alle tradizionali 4-6 settimane necessarie in passato, come minimo, per l’assemblaggio di un componente a perdere ottenuto tramite lavorazione meccanica su CNC o fusione. Grazie al risparmio di tempo, l’azienda può soddisfare le crescenti richieste dei clienti per tempi di lavorazione più brevi, ma anche usufruire di una maggiore libertà progettuale e di cicli d’iterazione di prodotto che consentono di ottenere manufatti innovativi, caratterizzati da grandi prestazioni e funzionalità.

Kerry Dang, responsabile della produzione di Swift Engineering, afferma che un gran numero di applicazioni chiave dell’azienda si avvale oggi della soluzione Stratasys per la realizzazione di componenti a perdere, tra cui: condotti per i freni, prese d’aria del cofano, bordature e alloggiamenti a campana. “Si tratta di parti cave con geometrie complesse, che devono essere sigillate”, afferma Dang. “Un condotto dell’aria, per esempio, è stato realizzato utilizzando la procedura con un componente a perdere stampato in 3D. Siamo poi riusciti a rimuoverlo semplicemente, senza lasciare segni all’interno del pezzo finito, in quanto il complesso “sacrificial tool” è stato realizzato in un unico pezzo, richiedendo così un minor lavoro di post produzione”. Nate Ogawa, direttore dei servizi per lo sviluppo dei prodotti di Swift aggiunge che questo è “fondamentale per la qualità ottimale delle superfici interne del pezzo” e sottolinea che la funzionalità è stata migliorata rispetto alle metodologie tradizionali per la realizzazione dei componenti a perdere, che usano più parti congiunte per ottenere le stesse forme. Sulla base del successo sperimentato con la soluzione Stratasys, Ogawa afferma infine: “Ci stiamo affidando sempre di più alla fabbricazione additiva per tutte le nostre applicazioni di produzione rapida”.

Completamento della stratificazione prima di sottoporre il componente a compattazione sottovuoto e indurimento MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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EUROPEAN THERMOFORMING CONFERENCE 2018 11th

14 – 16 MARCH 2018 | ROME, ITALY The European Thermoforming Division of the Society of Plastics Engineers is pleased to announce their 11th Thermoforming Conference will be held in Rome, Italy. This event is the single most important event in the thermoforming calendar and is where Europe’s leading exponents in thermoforming gravitate to network with their peers. It is an opportunity to learn of the latest technological developments within our industry through technical presentations and evaluating products and services being displayed at the Tabletop exhibitions. The attendees will consist of a significant cross section of processors, end-users, material suppliers, tool makers, machine and allied equipment suppliers.

Who should attend? n Thermoformers n OEM’s n Machinery & Tooling Producers n Film and Sheet Suppliers n Resin Producers n Recyclers

Conference Highlights n Keynote Presentations n Technical Sessions

Thin & Heavy Gauge n Workshops What makes ETD Conference different to others? This event is unique because it is run specifically for the thermoforming industry and is organised solely by members of the industry. Its main objective is to create a platform that encourages industry members to share and transfer technical knowledge and expertise. Technical speakers and presentations are carefully selected to provide the maximum value.

n Workshops and Technical Sessions: Our programme includes technical presentations by recognized industry experts, featuring new developments in our industry. It allows members of our industry to actively participate in those discussions. n Sponsors and Exhibitors: A prime opportunity to market and sell your product or services to a ‘captive audience’ solely involved in the European Thermoforming Industry. This represents remarkable value on your marketing investment. n Parts Exhibition: This is an increasingly popular event which allows participants to showcase their thermoformed parts. The winning entries will be judged on their originality, innovation, technical complexity, best use of materials etc. Parts will be on display during the conference and the winners will be announced with awards presented on the final day of the conference.

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n Exhibition n Networking Events n Parts Exhibition

Information about the Conference, Sponsorship, Tabletop display and the Parts Exhibition may be obtained from Yetty Pauwels at SPE European Thermoforming Division, Eric Sasselaan 51, B-2020 Antwerpen, Belgium Tel. +32 3 541 77 55 E-mail: spe.etd@skynet.be www.e-t-d.org

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A CURA DI GIANLUIGI MORONI

NOTIZIARIO UNIPLAST

ENTE ITALIANO DI UNIFICAZIONE DELLE MATERIE PLASTICHE FEDERATO ALL’UNI

RIUNIONI DI FINE ANNO

Aspetti ambientali dei sistemi di tubazioni

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pia libertà alla sua costituzione e può essere composta da: tubi, raccordi, guarnizioni, valvole, pozzetti, camere di ispezione per una distanza di 100 m. I due progetti di norma affermano, poi, che deve avere una vita di servizio di 100 anni. Non si specificano cioè le quantità dei componenti, le combinazioni e l’incertezza introdotta dai fornitori nel caso in cui il sistema sia prodotto da più società. Inoltre, non si prendono in considerazione le dimensioni geometriche effettive (diametri e spessori) che hanno influenza nei costi e nei tempi delle operazioni, nelle installazioni, negli scavi di posa e nei rinterri. In definitiva si avranno PRC difficilmente comparabili. Per gli FprEN 16903 e 16904, l’SC8/GS20 ha concordato di dare voto negativo con commenti. Il 12 dicembre 2017, sempre presso il Dipartimento Giulio Natta del Politecnico di Milano, si è riunita, sotto la presidenza di Walter Moretti, la Commissione Tecnica Uniplast, cui hanno preso parte diversi presidenti delle sottocommissioni Uniplast e dei suoi gruppi di studio. Per fronteggiare le nuove sfide aperte in campo ambientale, che pongono sotto i riflettori le materie

plastiche, è stata definita la gestione delle attività della sottocommissione SC27 “Aspetti ambientali delle materie plastiche”, che, con la piattaforma web ISolutions del sistema CEN/ISO gestirà i lavori della nuova sottocommissione ISO/TC61/SC14 “Environmental aspects” e del CEN TC 249/ WG24 “Environmental aspects” che, oltre a seguire i lavori dell’ISO TC 61/SC14, si occuperà anche di quelli del CEN SABE (Strategic Advisory Body on Environment) e delle relazioni con la Commissione Europea sui nuovi temi dell’economia circolare, i cui principali obiettivi sono l’estensione della vita dei prodotti, la produzione di beni a lunga durata, le attività di ricondizionamen-

PVC Forum

N

ella riunione del gruppo di studio Uniplast SC8/GS20 “Aspetti ambientali dei sistemi di tubazioni di materia plastica” del 5 dicembre 2017, tenutasi presso il Dipartimento Giulio Natta del Politecnico di Milano e coordinata da Pierpaolo Frassine (Plastitalia), sono stati analizzati i testi dei documenti al voto formale che il CEN TC 155/WG27 “Environmental aspects” ha avanzato senza essersi più riunito dal 2015, dopo la discussione dei commenti dell’inchiesta CEN. I nuovi testi al voto formale, FprEN 16903 “Plastics piping systems - Environmental product declarations - Product Category Rules complementary to EN 15804, for buried plastics piping systems” e FprEN 16904 “Plastics piping systems - Environmental product declarations - Product Category rules complementary to EN 15804, for plastic piping systems inside buildings”, non presentano sostanziali differenze rispetto a quelli dell’inchiesta CEN. L’unità funzionale di riferimento per il Product Category Rule (PRC) per il calcolo dell’LCA (Life Cycle Assessment) non è definita univocamente, ma viene lasciata am-

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to e la riduzione della produzione di rifiuti. Francesco Degli Innocenti (Novamont) è stato nominato presidente della sottocommissione SC27. Poiché l’ISO TC 61, nella riunione tenutasi a Daejeon il 22 settembre, aveva costituito il gruppo di lavoro ISO TC 61/WG4 “Jointing of thermoplastics”, come seguito di una discussione durata per diverso tempo con l’ISO TC 44 “Welding and allied processes”, che voleva occuparsi delle saldature delle materie plastiche, e con l’ISO TC 138 “Plastics pipes, fittings and valves for the transport of fluids”, che da decenni aveva già in essere norme sulle saldature delle tubazioni in materiale plastico, si è stabilito di istituzionalizzare un gruppo di studio Uniplast direttamente dipendente dalla Commissione Tecnica Uniplast sulle giunzioni dei materiali polimerici, coordinato da Roberto Frassine (Politecnico di Milano) e che riguarderà tutti i polimeri e i prodotti. Per le questioni inerenti alla reazione al fuoco e per la rilevanza che stanno assumendo i rivestimenti isolanti negli edifici, Marco Piana (Aipe) ha assunto la presidenza dell’SC23, Rodolfo Cattoi (del laboratorio di Montello) è stato eletto nuovo presidente della sottocommissione SC25 “Recupero delle materie plastiche”, mentre Oreste Pasquarelli ha lasciato la presidenza della SC25 dopo oltre vent’anni, durante i quali sono state redatte e aggiornate le UNI 10667.

RACCORDI MECCANICI

Impianto.it

Nella riunione del gruppo ad hoc dell’SC8/ GS2 - AHG “Raccordi meccanici” del 12 dicembre 2017, tenutasi presso il Politecnico di Milano, il prospetto “Schema di prova per gli assiemi con raccordi meccanici” della bozza di revisione della nuova UNI 9561 “Sistemi di tubazioni di materia plastica - Raccordi mec-

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Impianto.it

NOTIZIARIO UNIPLAST

canici per sistemi di tubazioni in pressione per la distribuzione dell’acqua - Specificazioni” è stato ridiscusso e rivisto rispetto al corrispondente prospetto della ISO 17855:2015 “Plastics piping systems - Mechanical fittings for pressure piping systems - Specifications”, preso in considerazione per la revisione. Le caratteristiche e i corrispondenti requisiti nello schema di prova sono stati differenziati in funzione delle classi dei raccordi (con e senza trasmissione di carico di estremità).

FUSIONE DI TUBI IN PE L’ISO TC 138/SC4/WG2 “Fusion of PE pipe systems”, riunitosi il 14 dicembre 2017 a Mannheim presso Friatec, sotto il coordinamento di Pierpaolo Frassine (Plastitalia) e la segreteria di Gianluigi Moroni (Uniplast), ha discusso i risultati di voto della revisione periodica dell’ISO TS 10839:2000 “Polyethylene pipes and fittings for the supply of gaseous fuels - Code of practice for design, handling and installation”, evidenziando le impostazioni per la progettazione e l’installazione diverse rispetto alla norma europea di riferimento, la EN 12007-2:2012 “Gas infrastructure - Pipelines for maximum operating pressure up to and including 16 bar Part 2: Specific functional requirements for polyethylene (MOP up to and including 10 bar)”. La segreteria della sottocommissione ISO TC 138/SC4 consulterà l’ISO CS di Ginevra per l’eventuale costituzione di un gruppo di lavoro specifico per la revisione del TS. Nell’ISO WD 12176-5 “Plastics pipes and fittings - Equipment for fusion jointing polyethylene systems - Part 5: Two-dimensional data coding of components for PE piping systems”, il paragrafo relativo alle codifiche delle informazioni del processo di fusione per estenderne i campi attualmente in uso, proposto da un esperto del gruppo, dopo la discussione con gli altri delegati, è stato aggiunto al testo del WD come appendice

normativa. Il nuovo testo dovrà essere rivisto e commentato per la prossima riunione prevista il 17 e il 18 aprile 2018. Dovrà essere valutata l’introduzione di ulteriori codici bidimensionali già in uso per altre applicazioni.

SALDATURA DI TERMOPLASTICI Nella riunione plenaria del CEN TC 249 “Plastics” del 24 ottobre 2017 era stata approvata la revisione della EN 13100-2:2004 “Non-destructive testing of welded joints in thermoplastics semi-finished products Part 2: X-ray radiographic testing” e nella riunione del CEN TC249/WG16 “Welding of thermoplastics”, tenutasi presso il Dipartimento Giulio Natta del Politecnico di Milano con il coordinamento di Michele Murgia (IIS) e la segreteria di Gianluigi Moroni (Uniplast), si è discussa la bozza di revisione, introducendo alcune precisazioni nel nuovo testo e nei disegni. Nello scopo è stato inoltre chiarito che il risultato dell’esposizione radiografica per le giunzioni in materiale plastico deve essere visibile su un film. La revisione, dopo un’inchiesta interna, sarà trasmessa al CEN TC 249. Si è stabilito poi che la revisione della EN 12814-2 “Testing of welded joints of thermoplastics semi-finished products - Part 2: Tensile test” sia portata avanti in modo prioritario rispetto a quella delle parti 5, 7 e 8 e a quella della EN 13100-3:2004 “Non destructive testing of welded joints in thermoplastics semi-finished products - Part 3: Ultrasonic testing”.

UNIPLAST

Politecnico di Milano - Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” Piazza Leonardo Da Vinci, 32 - 20133 MILANO Tel.: +39 02 23996541 - Fax: +39 02 23996542 E-mail: segreteria@uniplast.info www.uniplast.info

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Riportiamo qui di seguito l’elenco di parte dei progetti di norma ISO e CEN inviati in inchiesta pubblica nel mese di dicembre 2017 per il settore materie plastiche e gomma. Ulteriori informazioni riguardanti le materie plastiche possono essere richieste a Uniplast - Tel.: 02 23996541 Fax: 02 23996542 - E-mail: segreteria@uniplast.info ISO TC 61 (Plastics) ISO DIS 15314 - Plastics - Methods for marine exposure ISO FDIS 11357-3, -6 - Plastics - Differential scanning calorimetry (DSC) - Part 3: Determination of temperature and enthalpy of melting and crystallization; Part 6: Determination of oxidation induction time (isothermal OIT) and oxidation induction temperature (dynamic OIT) ISO TC 138 (Plastics pipes, fittings and valves for the transport of fluids) ISO FDIS 21225-1, -2 - Plastics piping systems for the trenchless replacement of underground pipeline networks - Part 1: Replacement on the line by pipe bursting and pipe extraction; Part 2: Replacement off the line by horizontal directional drilling and impact moling ISO CD 4427-1, -2, -3, -5 - Plastics piping systems - Polyethylene (PE) pipes and fittings for water supply - Part 1: General; Part 2: Pipes; Part 3: Fittings; Part 5: Fitness for purpose of the system

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Stela

Progetti di norma

CEN TC 155 (Plastics piping systems and ducting systems) DEC 1351 Active WI for rev CEN ISO/TS 21003-7:2008 - Multilayer piping systems for hot and cold water installations inside buildings Part 7: Guidance for the assessment of conformity� 155 FprEN ISO 21225-1, -2 - Plastics piping systems for the trenchless replacement of underground pipeline networks - Part 1: Replacement on the line by pipe bursting and pipe extraction; Part 2: Replacement off the line by horizontal directional drilling and impact moling CEN TC 249 (Plastics) prEN 513 - Plastics - Poly(vinyl chloride) (PVC) based profiles - Determination of the resistance to artificial weathering FprEN 11357-3, -6 - Plastics - Differential scanning calorimetry (DSC) Part 3: Determination of temperature and enthalpy of melting and crystallization (ISO/FDIS 11357-3:2017); Part 6: Determination of oxidation induction time (isothermal OIT) and oxidation induction temperature (dynamic OIT) (ISO/FDIS 11357-6:2017) FprEN 15860 - Plastics - Thermoplastic semifinished products for machining - Requirements and test methods

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SPE ITALIA - SOCIETY OF PLASTICS ENGINEERS

NOTIZIARIO SPE ITALIA

A CURA DI STEFANO BESCO

ATTIVITÀ CONVEGNISTICA

Novità da Plastic Part Design Northeast 2017

C

osa deve fare un progettista quando nel prodotto che sta sviluppando sono presenti parti in plastica? Questa la domanda intorno alla quale è ruotata la conferenza Plastic Part Design Northeast 2017, organizzata dalla Product Design & Development Division (PD3) di SPE a Boston. E i circa 40 partecipanti all’evento, provenienti da mondo industriale e accademico, hanno provato a dare una risposta nel corso dei due giorni di lavoro. Ed Flaherty, ingegnere presso Nexeo, società texana operante nella distribuzione, si è focalizzato sull’importanza assunta dalle materie plastiche nel settore medicale, con i suoi circa 20 miliardi di dollari fatturati nel 2016 a livello globale (includendo anche il packaging). Flaherty e il suo team si occupano, in particolare, di assistere i progettisti che si trovino a dover sviluppare parti di una certa complessità. Secondo la sua esperienza, il coinvolgimento dei fornitori di materiali è fondamentale fin dalle prime fasi, chiarendo bene i requisiti richiesti ai materiali e al pezzo finito. In base alle stime del relatore, oggi vi sono più di 800 produttori di polimeri che realizzano

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circa 12 mila diversi gradi di materiali, molti dei quali censiti da siti come matweb.com. Per districarsi nella scelta, il progettista deve anzitutto darsi dei criteri, come la suddivisione fra materiali amorfi e cristallini o la presenza di particolari condizioni di resistenza fisica o chimica, scendendo gradualmente sempre più nel dettaglio. Glen Beall si è invece occupato di tribologia, branca dedicata allo studio dell’interazione fra materiali in presenza di fenomeni di frizione e abrasione, non sempre semplici da misurare. Assieme a Cliff Watkins (Polysource) ha chiarito alcuni aspetti di questa complessa disciplina, nonché illustrato alcuni modelli che consentono di prevedere il comportamento dei materiali e le loro interazioni, vista la limitata disponibilità di dati e la difficoltà nell’acquisirli, soprattutto nel settore delle materie plastiche. È stato puntualizzato che se, da un lato, i dati reperibili nelle schede tecniche dei materiali sono stati ottenuti in condizioni ben specifiche e standard, dall’altro, esse differiscono dalle normali condizioni d’uso e non tengono conto dell’effetto che gli

Plastic Part Design Northeast ha cercato di fare luce su cosa deve fare un progettista quando sviluppa un prodotto che include parti in plastica

additivi possono avere sui polimeri. Tali considerazioni diventano fondamentali a maggior ragione in campo medico, dove spesso i prodotti sono sottoposti a trattamenti termici o con radiazioni per l’igienizzazione. Per quanto concerne la trasformazione, la necessità di essiccazione, la finestra di lavorabilità, l’abrasione e/o la corrosione e la necessità della riciclabilità sono tutti elementi critici. Capire il comportamento del materiale nello stampo, allo stato fuso, aiuterà il progettista a prevedere le caratteristiche del prodotto, così come a creare le specifiche di processo e a evitare problemi di ritiri, rilassamenti o svergolamenti, che potrebbero compromettere la validità del prodotto. Anche per quanto concerne la colorazione sono stati illustrati approfondimenti sulle caratteristiMACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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che ottiche dei vari materiali, misurabili nella maggior parte dei casi mediante valutazioni di “gloss” e di “haze”. La stabilità ai raggi ultravioletti è altresì legata a questi aspetti, in quanto, se non appropriatamente considerata, può portare a ingiallimenti non previsti e, quindi, a problemi estetici, soprattutto con alcuni tipi di polimeri. È stato fatto cenno anche ai cosiddetti “speciality compound”, ovvero ai sistemi di additivi ideati per conferire specifiche proprietà ai materiali. È noto, per esempio, come i riempitivi a base di PTFE possano essere usati per modificare il coefficiente di frizione dei materiali, mentre le cariche inorganiche possono modificarne la densità e le caratteristiche meccaniche e fisiche. Interessante anche l’approfondimento sulla possibilità di sostituire sempre più parti in metallo con parti stampate in plastica, in quanto materiale più versatile, economico e che può essere prodotto in grandi quantità. Passando ai materiali speciali, sono state illustrate le grandi potenzialità degli elastomeri ter-

La conferenza Plastic Part Design Northeast è stata organizzata dalla divisione PD3 di SPE il 20 e 21 giugno 2017, presso l’hotel Marriott Courtyard di Marlborough (Boston), negli Stati Uniti

moplastici e vulcanizzati; questi ultimi ancora richiesti in diverse applicazioni. La possibilità di sostituire il PVC in molte situazioni ha portato grande beneficio a polimeri come EVA, TPU, SBC e PEBA, sebbene spesso tale sostituzione sia ancora frenata dalla barriera dei costi. Ampio spazio è stato quindi dato ai processi di produzione mediante termoformatura e stampaggio, senza trascurare quelli più di nicchia, quali l’inietto-compressione, lo stampaggio a iniezione assistito con gas, l’infusione sottovuoto e lo stampaggio multicomponente. Micheal Paloian, della società newyorkese Integrated Sistems, ha illustrato i pro e i contro dei vari sistemi che aiutano i progettisti a scegliere il processo migliore in funzione del prodotto da sviluppare. Infine, è stata sottolineata

la necessità di pianificare bene la progettazione, per evitare di incorrere in errori che possano rendere necessario riprogettare il pezzo, con tutti i problemi che ciò comporta verso clienti e mercato. Una buona progettazione deve anche analizzare accuratamente i costi, in modo da valutare appropriatamente la competitività del prodotto e i rischi e le opportunità che possono comportare per l’azienda.

SPE ITALIA SOCIETY OF PLASTICS ENGINEERS

c/o Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova Via Marzolo, 9 - 35131 Padova Tel.: +39 049 8275541 - Fax: +39 049 8275555 E-mail: 4speitalia@gmail.com

BIBLIOTECNICA Il pesciolino che aiuta a combattere il marine litter Per cambiare il comportamento dell’uomo è certamente necessario partire dalle nuove generazioni. Ecco perché, in occasione del Natale 2017, Waste Free Oceans (WFO) organizzazione internazionale che si occupa di coordinare recupero, riciclo e reimpiego dei rifiuti plastici raccolti in mare - ha presentato un’iniziativa per sensibilizzare ed educare i più piccoli a una maggiore attenzione nei confronti dell’ambiente, realizzata con il supporto della British Plastics Federation e di alcune aziende del settore materie plastiche. Si tratta di un libro, stampato su carta riciclata (ma disponibile anche in versione elettronica), dal titolo “Plastian, the Little Fish”: è la storia delle avventure di due ragazzini, fratello e sorella, che prendono consapevolezza della problematica dei rifiuti negli oceani (il cosiddetto “marine litter”) e che, con l’aiuto del pesciolino Plastian e dei suoi amici, costruiscono una rete a strascico per recuperare gli scarti gettati in mare. Non si tratta, naturalmente, dei soliti manuali tecnici che vengono solitamente recensiti su questa rivista, ma può rappresentare sicuramente una buona idea per un regalo ai propri figli o alla scuola che frequentano, per creare, appunto, una migliore cultura del riciclo tra le nuove generazioni. WFO prevede di tradurre il testo in tutte le principali lingue e di presentare il volume nelle scuole primarie e nelle librerie. Per il momento “Plastian, the Little Fish” è disponibile in inglese, tedesco e francese.

Nicole Intemann - PLASTIAN, THE LITTLE FISH (Waste Free Oceans - www.wastefreeoceans.org ISBN: 9-783990-184226 - 12,95 euro) MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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Tutto sulla chimica organica fisica La chimica organica fisica è quella branca della chimica che studia i rapporti tra struttura e reattività dei composti organici e lo fa utilizzando strumenti e concetti propri della chimica-fisica (equilibrio chimico, cinetica chimica, termochimica e chimica quantistica). Oggi questa disciplina si è spinta oltre la chimica organica tradizionale, con l’obiettivo di risolvere diverse questioni che interessano, per esempio, i processi biochimici, la ricerca medica, la progettazione di nuovi materiali e dispositivi molecolari e la salvaguardia ambientale. Suddivisa in 6 volumi e redatta da Zerong Wang (Università di Houston-Clear Lake), Uta Wille (Università di Melbourne) ed Eusebio Juaristi (Università di Cinvestav-IPN, Messico), “L’enciclopedia della chimica organica fisica” offre una completa ed esaustiva panoramica sui metodi e sulle tecniche applicate nell’ambito della chimica organica fisica. Si occupa quindi di teoria, meccanismi di reazione tra molecole organiche, sviluppo e progettazione di nuovi materiali, sintesi molecolare, polimerizzazione, chimica verde, strumenti e tecniche sperimentali, ricerca e applicazioni in diversi ambiti, dalla biologia alla scienza dei materiali. Infine, esamina le diverse strategie per la messa a punto dei moderni materiali, tratta i metodi computazionali, i software applicativi e illustra oltre 34 tipi di spettroscopi e tecniche per studiare le strutture molecolari e i meccanismi di reazione.

Zerong Wang, Uta Wille, Eusebio Juaristi ENCYCLOPEDIA OF PHYSICAL ORGANIC CHEMISTRY (Wiley & Sons - www.wiley.com ISBN: 978-1-118-47045-9 - 1920 euro)

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RUBRICHE E VARIE

ESPOSIZIONI E FIERE

CHINAPLAS 2018

IL FUTURO È NELL’INNOVAZIONE Quest’anno Chinaplas (24-27 aprile 2018) farà il suo debutto presso il National Exhibition and Convention Center (NECC), di Hongqiao, a Shanghai. Si stimano circa 4000 espositori provenienti da 40 paesi, distribuiti su una superficie di 320 mila metri quadrati. Il mercato cinese è in continua espansione, con un tasso di crescita annuo pari al 10,6%. Nel 2016 sono stati investiti circa 190 miliardi di euro in R&D, che hanno permesso alla Cina di diventare un mercato strategico anche dal punto di vista dell’innovazione tecnologica. Alta velocità ferroviaria, sistema di navigazione satellitare BeiDou, telescopio FAST (Five hundred-meter Aperture Spherical radio Telescope), una speciale portaerei e un reattore sperimentale a fusione nucleare controllata, battezzato EAST (Experimental Advanced Superconducting Tokamak), sono solo alcuni esempi delle conquiste tecnologiche cinesi del 21° secolo. “Per l’industria delle materie plastiche e della gomma, l’innovazione rappresenta un’importante “arma” con cui poter affrontare le sfide del futuro, nonché la chiave del successo di Chinaplas”, ha recentemente affermato Ada Leung, direttore generale di Adsale (organizzatore ufficiale di Chinaplas). All’interno del salone saranno presenti diverse aree tematiche, tra cui quelle dedicate a Industria 4.0, materie prime e soluzioni green per i settori dell’imballaggio alimentare e dell’edilizia. In particolare, per quanto riguarda le materie prime, verrà dato ampio spazio all’industria automobilistica: saranno illustrate, per esempio, alcune tra le principali applicazioni in fibra di carbonio che contribuiscono a rendere più leggero il veicolo, così come i contenitori delle moderne batterie, in grado di garantire un’elevata resistenza al calore, all’acqua e alla fiamma, e le alette dei condizionatori realizzate in PA6 ad alta rigidezza. Per quanto riguarda l’industria medicale, verranno presentati polimeri biocompatibili, materiali resistenti ai raggi gamma e alla sterilizzazione e polimeri elettroconduttivi. I produttori di materiali plastici potranno infine dimostrare come rispondere alle sempre più esigenti richieste del mercato dell’imballaggio alimentare, illustrando applicazioni particolarmente leggere, facilmente trasportabili e, allo stesso tempo, ecocompatibili.

Chinaplas 2018 darà ampio spazio alle soluzioni innovative per l’industria automobilistica

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2018 7-12 febbraio - Plastindia (Gandhinagar, India) 12-14 febbraio - Egyps (Cairo, Egitto) 20-22 febbraio - Tire Technology Expo (Hannover, Germania) 1-3 marzo - Complast Vietnam (Ho Chi Minh City, Vietnam) 6-8 marzo - Jec World (Parigi, Francia) 10-12 marzo - Sino-Pack/Label, Packinno, Printing South China (Guangzhou, Cina) 11-13 marzo - Plast Alger (Algeri, Algeria) 14-16 marzo - GRTE, Global Rubber Technology Expo (Bangkok, Tailandia) 20-22 marzo - Plastics & Rubber Vietnam (Ho Chi Minh City, Vietnam) 22-24 marzo - Mecspe (Parma, Italia) 22-24 marzo - Capindia (Mumbai, India) 24-25 marzo - Color & Chem (Lahore, Pakistan) 27-29 marzo - PlastPrintPack (Lagos, Nigeria) 27-30 marzo - Midest (Parigi, Francia) 28-30 marzo - Uzchemplastexpo (Tashkent, Uzbekistan) 3-5 aprile - Plast Expo UA (Kiev, Ucraina) 5-7 aprile - Compotec (Carrara, Italia) 11-14 aprile - Vietnamexpo (Hanoi, Vietnam) 18-20 aprile - A&T Automation & Testing (Torino, Italia) 24-25 aprile - Plastics Recycling Show (Amsterdam, Paesi Bassi) 24-27 aprile - Chinaplas (Shanghai, Cina) 3-5 maggio - Plastprintpack Ethiopia (Addis Abeba, Etiopia) 4-6 maggio - Asia Rubber Expo (New Delhi, India) 7-9 maggio - Oman Plast (Muscat, Oman) 7-11 maggio - NPE (Orlando, Stati Uniti) 8-11 maggio - Hispack (Barcellona, Spagna) 9-11 maggio - Plastic Osaka (Osaka, Giappone) 10-12 maggio - Complast Myanmar (Yangon, Myanmar) 16-18 maggio - Ghana Plast (Accra, Ghana) 17-19 maggio - Technology Hub (Milano, Italia) 22-25 maggio - Plastpol (Kielce, Polonia) 23-26 maggio - Expoplast (Lima, Perù) 29 maggio - 1 giugno - Plast 2018 (Milano, Italia) 29 maggio - 1 giugno - Ipack-Ima (Milano, Italia) 29 maggio - 1 giugno - Print4All (Milano, Italia) 2-5 giugno - DKT (Norimberga, Germania) 5-7 giugno - 3D Print (Lione, Francia) 11-14 giugno - Argenplas (Buenos Aires, Argentina) 11-15 giugno - Achema (Francoforte, Germania) 20-23 giugno - InterPlas Thailand (Bangkok, Tailandia) 27-28 giugno - Plastics Recycling World (Essen, Germania) 14-17 agosto - Interplast (Joinville, Brasile) 15-19 agosto - Taipeiplas (Taipei, Taiwan) 11-13 settembre - Utech North America (Charlotte, Stati Uniti) 13-15 settembre - Propak Myanmar (Yangon, Myanmar) 18-20 settembre - Propak West Africa (Lagos, Nigeria) 19-21 settembre - Plastex Uzbekistan (Tashkent, Uzbekistan) 19-21 settembre - Rubbertech (Shanghai, Cina) 19-22 settembre - Indoplas (Jakarta, Indonesia) MACPLAS n. 362 - Dicembre 2017/Gennaio 2018

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CORSI E CONVEGNI Austria 13-15 febbraio - Vienna: Pipeline Coating AMI (www.ami.international/events/) 1-2 marzo - Vienna: World Pultrusion Conference - EPTA (www.pultruders.org)

Germania 14-15 febbraio 2018 - Düsseldorf: The European Biopolymer Summit - ACI (www.wplgroup.com/aci/event/) 6-8 marzo - Colonia: Cables - AMI (www.ami.international/events/) 7-8 marzo - Düsseldorf: World Elastomer Summit - ACI (www.wplgroup.com/aci/) 15-16 marzo - Colonia: Conferenza sulla CO2 come materia prima per carburanti, prodotti chimici e polimeri (http://co2-chemistry.eu/programme)

Italia 14-15 febbraio - Monza: Gomme termoplastiche - caratteristiche e proprietà Cesap (www.cesap.com) 16 febbraio - Monza: Conoscere e affrontare i requisiti sul packaging del nuovo regolamento sul cosmetico - Cesap (www.cesap.com) 19 febbraio - Monza: Le principali prove

di laboratorio e l’interpretazione dei risultati Cesap (www.cesap.com) 20-21 febbraio - Cologno al Serio (BG): Il costing del prodotto nello stampaggio a iniezione - Plastinnova (www.plastinnova.it) 21 febbraio - Monza: Plastica a contatto con alimenti (la conformità alla legislazione FDA) Cesap (www.cesap.com) 22-23 febbraio - Monza: Stampaggio a iniezione (corso base) - Cesap (www.cesap.com) 26 febbraio - Monza: La documentazione tecnica nello stampaggio a iniezione - Cesap (www.cesap.com) 26 febbraio - Monza: Il processo di estrusione, principi di base - Cesap (www.cesap.com) 27 febbraio - Cologno al Serio (BG): Stampi a iniezione - Manutenzione: preventiva, programmata e straordinaria - Plastinnova (www.plastinnova.it) 27-28 febbraio - Monza: Corso approfondito sui polimeri - Cesap (www.cesap.com) 5-6 marzo - Monza: La progettazione di un manufatto in plastica - Cesap (www.cesap.com) 14-16 marzo - Roma: Conferenza europea sulla termoformatura - SPE (www.e-t-d.org)

Olanda 14-15 marzo - Amsterdam: European Food

Alta formazione per i costruttori italiani

Le novità interpretative della Direttiva Macchine

Il fatto che i seminari SBS Academy si svolgano sotto il cappello di Amaplast, Acimac e Ucima costituisce garanzia di un’offerta realizzata ad hoc per le aziende da soggetti, le associazioni di categoria, che conoscono esigenze e realtà del tessuto imprenditoriale di propria competenza

Investire sulle risorse umane per essere più competitivi: questo è l’intento con cui Amaplast aderisce dal 2014 - insieme alle associazioni Acimac e Ucima - alla Scuola Beni Strumentali SBS Academy e propone con successo alle proprie aziende associate percorsi formativi mirati, che spaziano dall’area tecnico-normativa al marketing, dalle “non-technical skill” alla presenza sui mercati esteri. In un contesto globalizzato come quello dei nostri

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giorni, definire la formazione come mera successione di “lezioni” teoriche su un argomento sarebbe riduttivo. Amaplast propone ai propri soci esperienze di condivisione, momenti di scambio in cui esperti titolati si confrontano in aula con i partecipanti (e questi a loro volta con colleghi provenienti da altre realtà aziendali), per trasformare nozioni in abilità. Proprio ai costruttori era rivolto l’appuntamento formativo del 18 ottobre, presso la sede Amaplast di Assago, dal titolo “Direttiva Macchine 2017: le importanti novità interpretative ufficiali”. Fin dalla sua prima versione, infatti, la Di-

& Beverage Plastic Packaging Summit - ACI (www.wplgroup.com/aci/event/)

Spagna 16-18 aprile - Madrid: Stretch & Shrink Film AMI (www.ami.international/events/) 24-25 aprile - Valencia: Plastics are future (seminar on new materials) - Aimplas (www.plasticsarefuture.com) 16-17 maggio - Madrid: The VinylPlus Sustainability Forum - PlasticsEurope (www.vinylplus.eu)

Stati Uniti 28 febbraio - 1 marzo - Tampa (Florida): Carbon Dioxide Utilization Summit - ACI (www. wplgroup.com/aci/event/co2-us) 6-7 marzo - Gurnee (Illinois): Design per lo stampaggio a iniezione e la stampa 3D - SPE (www.spe-pd3.org) 13-14 marzo - Coral Springs (Florida): Polymer Sourcing & Distribution - AMI (www.ami.international/events/)

Turchia 5 aprile - Gaziantep: Petrochemicals Summit ChemOrbis (www.chemorbis.com)

rettiva è stata corredata da linee guida interpretative elaborate direttamente dalla Commissione Europea, che andavano a chiarire gli aspetti di più complessa applicazione. Pur non rivestendo valenza di legge, questi documenti sono considerati dagli organi di controllo un punto di riferimento applicativo, per cui diventano strumento indispensabile per tutti i costruttori e utilizzatori di macchine. L’edizione 2.1 della Guida Europea alla Direttiva 2006/42/CE, uscita a fine luglio 2017, contiene numerose novità interpretative che il corso ha approfondito: la definizione di

macchina, quasi-macchina e insiemi di macchine, la marcatura CE, le modifiche alle macchine e agli insiemi, chiarimenti dei RES ecc. La docenza dell’incontro è stata affidata a Ernesto Cappelletti (Quadra), rappresentante Federmacchine in ambito UNI, relativamente agli aspetti normativi meccanici, membro del comitato tecnico europeo CEN TC 145 per le norme sulle macchine per gomma e materie plastiche, autore per il Sole24Ore del testo base sulla Direttiva Macchine e, sempre per Il Sole24Ore, dell’unico libro esistente in Italia sull’applicazione della norma UNI EN ISO 13849-1.

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RUBRICHE E VARIE

IN QUESTO NUMERO SI PARLA DI:

AZIENDA/ASSOCIAZIONE/ENTE PAGINA AMAPLAST​ 12; 27; 117 AMPACET​ 107 APT​ 82 ARKEMA ​ 89 ASSORIMAP ​ 29 AVK​ 18 BATTENFELD-CINCINNATI​ 54 BG PLAST IMPIANTI​ 58 BIESSE​​ 50 BOREALIS​​ 94 BOROUGE​ 94 CENTRO COORDINAMENTO RAEE​ 39 CERESANA​​ 26 CHINAPLAS​ 116 COLINES ​ 62 COMPOSITES EUROPE​ 20 COREPLA ​ 45 CRODA POLYMER ADDITIVES​ 102 DAVIS-STANDARD ​ 58 DEGA ​ 73 DONGSHIN​ 56 ECOMONDO​ 37 ELBA​ 58 EMTELLE DANMARK​ 54 ECVM​ 42 FB BALZANELLI​ 67 FRIGOSYSTEM​ 75 FRIUL FILIERE ​47 GRAFE​ 100 GREEN BOX​ 74 GREENRAIL ​ 45 GRUPA AZOTY ​104 GSI​ 23 INSTRON​ 84 INTERPLASTICA​ 27 INTERSEALS​ 77 ITIB MACHINERY​ 74 KEY ENERGY​ 37 KRAUSSMAFFEI BERSTORFF​ 61 MASTERFLEX ​ 82 MOOG ​ 85 MORETTO ​ 64 MOSSI & GHISOLFI​ 24 PEDERSOLI (STUDIO LEGALE)​ 12 PET DAY​ 23 PLASTICSEUROPE ​ 44; 87 PLASTICS THE MAG​ 87 POLIECO​ 30 POLITECNICO DI MILANO ​111 POLYONE​ 107 PROPERDELMARE CONSULTING ​12 PROMIXON​ 75 PVC FORUM ITALIA​ 41 PVC4CABLES​ 42 RADICIGROUP ​ 96 RIPRESS​ 56 SABELLIBENAZZO (STUDIO LEGALE)​ 12 SICA​ 73 SIKORA​ 82 SIPA​ 38 SOLVAY PERFORMANCE POLYAMIDES ​90 SPE ITALIA ​114 STRATASYS​ 108 SWIFT ENGINEERING ​108 TECNOMATIC​ 60 TIRE EXPO 2018 ​61 TRANSAM RUBBER AND EXTRUSIONS​​ 58 UNIPLAST​​ 111 UNIVERSITÀ TECNICA DI VIENNA JOHANNES SCHWARTZ​​ 55 VINYLPLUS ​ 41 WEG​ 71 WFO (WASTE FREE OCEANS)​ 115 WILEY & SONS 115 YOUSAVE​ 33

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