San rocco

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S. Rocco. circa lavori da eseguirsi, lavori che in realtà non

vennero realizzati, tanto che nel 1622 1l Cardinale Federigo Borromeo, sollecitò tali opere di ristrutturazione, che ebbero inizio il 16 agosto L632.Fu, eretta l'unica nayata, senza cappelle laterali. La costruzione e la ristrutturazione

di questa chiesa furono scaglionate in più tempi. Nel corso del '500, vennero aggiunte alla chiesa il campanile e la sacrestia. Molte sono le vicissitudini (nel l9l7 fu persino requisita dal Genio Militare per alcuni mesi!) e la volontà di demolizione della chiesetta , ma ancor oggi è apertq al culto e sempre in attesa di nuove ristrutturazioni, dopo gli ultimi lavori degli anni '70 effettuati dall'arch. Francesco Moglia.

La chiesa di S. Rocco sorge fuori dal centro storico della città, sul Corso Sempione. Non stupisca la costruzione e la dedicazione di una chiesa in una zona anticamente estranea al centro abitato: la strada del Sempione, oltre che a condurre inSvizzera, veniva infatti anche percorsa dai pellegrini diretti ad Angera, luogo del trapasso del Santo. San Rocco, pellegrino francese in Italia

Visita della Chiesa L'esterno della chiesa si presenta in precarie condizioni di conservazione per la mancanza di intonaco, tuttavia è possibile distinguere la congiunzione di più corpi: il più antico corrispondente all'attuale abside e aTla zona del presbiterio (1), l'unica navata senza cappelle (2), il campanile (3) e la sacrestia (4) (messa in comunicazione diretta con la chiesa nel l9l2 per poter accogliere parte dei fedeli durante le funzioni liturgiche e successivamente ampliata nel 1972).

nel secolo XIV, si prodigò nella cura della peste, rimanendone a sua volta colpito. La leggenda narra che quando il Santo contrasse la terribile malattia, fu salvato da un cagnolino che quotidianamente gli procurava il cibo. Per questo

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motivo l'iconografia lo ritrae con la tenuta da pellegrino, le piaghe e il cagnolino con in bocca il pane. E' considerato patrono dei prigionieri, dei viandanti e pellegrini, dei malati di peste e di altri morbi contagiosi. Sorgeva, in origine, una semplice cappelletta a lui dedicata e, nella prima metà del '500, venne sostituita da un oratorio a testimonianza della devozione dei Gallaratesi per la protezione

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accordata dal Santo durante le pestilenze.

E' menzionato per la prima volta nel 1566

da

padre Leonetto Clivone nella sua relazione al Card. Carlo Borromeo. Il perimetro dell'Oratorio

di

San fiocco, sede della Confraternita dei Rocchettini, dalla caratteristica mantellina rossa, corrispondev a alla zona dell' attuale abside semicircolare e del presbiterio. Nel 1570 fu visitato da San Carlo Borromeo, in visita pastorale, che diede precise indicazioni

La facciata è a capanna, scandita da quattro lese-

ne che reggono una fabeazione con frontone triangolare.


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