Il terzo Colosseo della Città Eterna di Massimo Muciaccia
Cari affezionati lettori, siamo qui a scrivervi ancora una volta sullo “Stadio più bello del mondo” dell’As Roma, che qualcuno vuole costruire a Tor di Valle, nonostante tutto, sulla sponda di un fiume sacro, antico, poco prima di gettarsi nelle acque del mare Tirreno. Per certi uomini (o per certe donne!) la sacralità, l’antichità, la cultura (quella vera “con cui non si mangia”, disse il ministro Tremonti), non hanno più motivo di esistere, sono qualcosa di inopportuno, antiquato, romantico. Questi uomini diremo “contemporanei”, che vivono l’eterno presente, rincorrono il loro “tornaconto” in un mondo ridotto a luccicante merce di scambio. Tutto è plasmabile nelle loro mani! Cittadini e residenti, senza più speranza, ridotti a sudditi (altro che partecipazione!), sono costretti a inginocchiarsi ai falsi dei pagani della politica (politicante), della finanza e dell’imprenditoria. Ancora non basta la miseria e la disperazione morale e materiale? Provate ad ascoltare, per una volta, le parole di Papa Francesco! Con la scusa e l’illusione del progresso e dello sviluppo sempre più Neoliberista, avviene strisciante l’ennesimo assalto alla “diligenza territorio”. Una colata di cemento per una struttura complessa, notevoli cubature (stadio e non solo), infrastrutture, opere inopportune che andranno a stravolgere e modificare destinazioni e vincoli attraverso una bella (si fa per dire!) variante al PRG per Tor di Valle. Questa delicata e fragile area meriterebbe ben altro, ad esempio la realizzazione del progetto del WWF. Facendo leva sulla pancia, tifoseria ed emotività di migliaia di persone in buona fede, si cerca di far “decollare” un kolossal, all’insegna della speculazione come affare privato e di far passare per nobile una “montagna” di calcestruzzo. E il vero valore dello sport viene ridotto a mero strumento di propaganda, purtroppo! Illuminanti le riflessioni del prof. Paolo Maddalena, (vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale), qui ne proponiamo alcune: “E, a questo proposito, non si può fare a meno di ricordare che il “territorio” è oggi attaccato da tre temibilissimi nemici: la crisi finanziaria, che produce la sua “svendita”, e quindi, anche la svendita dei suoli; la “privatizzazione”, che trasforma la proprietà collettiva del territorio e dei suoli, in proprietà privata, sottraendo risorse a tutti, a vantaggio di pochi; ed infine, la “cementificazione e impermeabilizzazione dei suoli” con gli evidentissimi e gravissimi danni che produce”. “Né è da dimenticare l’effetto perverso provocato in proposito dall’art. 3, comma 3, del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito nella legge 14 settembre 2011, n. 148, secondo il quale “sono soppresse le disposizioni normative statali incompatibili con il principio per il quale l’iniziativa e l’attività economica privata sono libere ed è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge”. “Se si tiene presente (…) che la “proprietà privata” deriva da una “cessione” di parti del territorio a singoli individui da parte del popolo, il quale, non solo ha la “proprietà collettiva” dell’intero territorio, ma conserva, come ricorda Carl Schmitt, anche una “superproprietà” o, se si preferisce 1