Progetto Repubblica Ceca (Novembre-Dicembre 2009)

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cultura e storia culture and history

Eppure, senza scomodare Vitaliano Brancati, è facile riscoprire un’evi‑ dente verità che negli anni la più insipida globalizzazione non riesce a seppellire. Diciamolo sottovoce, ma diciamolo: dietro ogni italiano che frequenta la Repubblica ceca c’è quasi sempre una donna. Per esplorare questo filo magico, queste geometrie sotterranee (non solo feromoni, non solo occhi az‑ zurri, non solo capelli biondi, non solo geni che si attraggono…) bi‑ sognerebbe essere psicologi, etno‑ logi forse, e noi questo non siamo. Possiamo solo, da Lida Baarova in poi, riconoscere che questo tributo alla bellezza boema come italiani lo abbiamo pagato, eccome se lo abbiamo pagato (e continuiamo a pagarlo). Con ritrosia, senza cade‑ re nel mito del gallismo fin troppo

facile, a metà, come solo sappia‑ mo fare noi, fra innamoramento e semplici avventure, fra grande storia d’amore e scappatella com‑ plice: sono equilibri magici. Equili‑ brismi italiani, appunto. Trovare, ritrovare i colpevoli (le colpevoli) di questa fruttuosa commistione sarebbe impresa titanica. Ma insomma, solo per dire: Eva Herzigova, Alena Sere‑ dova, Ivanka Trump sono alcune delle corpose responsabili. Persi‑ no, risalendo nel tempo, un’im‑ prevedibile Barbara Bouchet, le attrici del cinema cecoslovacco della “Nuova Onda” degli anni Sessanta, alcune modelle sbarca‑ te a fare cinema o televisione. Fra le ultime della lista, per ora, mol‑ te delle protagoniste dello stesso film “Kolja”. Ricordate Blanka, la

giovane violoncellista che va a le‑ zione dal professor Frantisek. Ancora oggi, nella Praga consu‑ mistica invasa dai backpackers, il pentimento di indomiti scapoli nazionali è costellato da “incon‑ tri fatali”. Incontri che han fatto cadere le più munite fortezze di single impenitenti e matrimoni in apparenza inscindibili. Certo, quale attenuante, sempre per dire, c’era la poesia dei luo‑ ghi: il romanticismo di Marianske Lazne, la Jeleny Skok e il festival del cinema in un luglio maliardo a Karlovy Vary; un’arrampicata, fra il melanconico e il risorgimen‑ tale, per i più colti, verso la collina dello Spielberg a Brno prediletta anche da Piero Chiara. I più accaniti, poi, incontravano la bellezza ceca (quella con la

B maiuscola) in luoghi persino più improbabili: un convegno a Plzen, una passeggiata con la guida a Kutna Hora oppure a Cesky Krumlov, una visita a una fabbrica di bicchieri a Jablonec, un’escursione al Ceský ráj. Finiva, quasi sempre finiva, con una storia d’amore lunga più della Vltava, sinuosa più dell’El‑ ba, storia però che fra cascate e ristagni correva sicura lungo il corso degli anni. Forse, e perché no, nella nostra vicenda amorosa c’entra anche il provincialismo. Prima dell’89, per un italiano, un viaggio nell’allora Cecoslovacchia era comunque un’avventura in territorio inesplo‑ rato. Anche un’anodina (e magari neppure così ricca di curve) ho‑ stess di Csa o Cedok poteva far

public there’s nearly always a woman who he’s pursuing. To explore this magic thread, these underground geometry (not only pheromones and pale blue eyes, not only blond hair, not only genotypes attracting each others…) perhaps you ought to be

a psychologist or an ethnologist, but we are not. We can only recognise the fact that, from Linda Baarova onwards, we Italians have paid (and have actually been paying now) this tribute to the Bohemian beauty. With bashfulness, with-

out falling into the myth of an easy sexual conceit half tenderness half simple adventures, half big love story half casual affairs: they’re magical balances. Italian tightrope walking, in fact. To find again the culprits of this fertile medley would be a titanic task. Eva Herzigova, Alena Seredova and Ivanka Trump are only few of the full-bodied responsible persons. Going back in time, even an unpredictable Barbara Bouchet, the actresses of Czech cinema of the “New Wave” from the Sixties, some models landed to star in cinema or TV. Among the new entries are now many of the protagonists of the film “Kolja”, like Blanka, the young violoncellist player who is taught by professor Frantisek. Even today, in the consumer Prague invaded by backpackers, the repentance of indomitable

singles is studded with “fatal encounters”. These are encounters that have caused the fall of the most fortified posts of confirmed bachelors and apparently indissoluble marriages. Of course there was the extenuating circumstances of the poetry of the places: the romanticism of Marianske Lazne, the Jeleny Skok and the festival of the cinema in a bewitching July in Karlovy Vary; a climb up the hill of Spielberg in Brno (a melancholic and Risorgimento experience), which was the dearest place to Piero Chiara as well. Then, the most obstinate ones, would meet Czech beauty (the one with a capital B) even in the most improbable places: a meeting in Plzen, a sight seeing tourist walk in Kutna Hora or else in Cesky Krumlov, a visit to a factory of glasses in Jablonec, an excursion to Ceský ráj. In most cases, it ended up with a love story which was longer than the Vltava, more winding than the Elba, but which ran safe over

Lída Baarová, una delle donne più affascinanti della sua epoca Lída Baarová, one the most fascinating women of her time

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