2 minute read

È primavera anche per la psichiatria?

di Pietro Pietrini

*Professore Ordinario, Scuola IMT Alti Studi Lucca

Il periodo che segna la fine dell’inverno e accompagna il risveglio della primavera è, da molti anni, dedicato alla divulgazione della conoscenza del cervello, delle sue funzioni e delle sue malattie. Si comincia con la Settimana del Cervello, che si svolge in tutto il mondo la terza settimana del mese di marzo, seguita dalla giornata mondiale del sonno, quindi da quella del disturbo bipolare dell’umore, non a caso il 30 marzo, giorno del compleanno di Van Gogh, per arrivare al 2 Aprile, giornata della consapevolezza dell’autismo.

In questi giorni, nei cinque continenti si susseguono, quasi senza soluzione di continuità, eventi ed iniziative rivolte al grande pubblico, che trovano larga eco sugli organi di stampa e social di diversa natura. Diffondere la consapevolezza dei disturbi mentali tra le persone comuni, al di fuori della cerchia ristretta degli addetti ai lavori, è il primo e fondamentale passo per combattere l’ignoranza e lo stigma che avvolge tuttora la malattia mentale. Pregiudizi, luoghi comuni, sensi di colpa e di vergogna ancora oggi rallentano il processo diagnostico e terapeutico, con sofferenza e danni per l’individuo tanto gravi e dura - turi quanto, nella gran parte dei casi, facilmente evitabili, o perlomeno largamente mitigabili, con una diagnosi tempestiva e la pronta messa in atto di adeguati interventi terapeutici. Se poi si considera che la maggior parte dei disturbi psichiatrici esordisce nell’adolescenza, si comprende quanto devastanti possano essere le conseguenze del mancato intervento. Un adolescente su cinque soffre di un disturbo psichiatrico che si protrarrà nell’età adulta. Il 67 percento di tutte le dipendenze colpisce la fascia d’età tra i 12 e i 17 anni; se si includono i giovani fino ai 25 anni, la percentuale sale al 90%. Negli Stati Uniti, il suicidio è la seconda causa di morte nei giovani tra i 15 e i 24 anni d’età, preceduta solo dagli incidenti stradali. Poco consola che nel nostro Paese, dove ancora forti rimangono i legami famigliari e la rete sociale, i dati siano meno drammatici di quelli del resto d’Europa e di altre zone del Pianeta, con 1,5 suicidi ogni 100.000 giovani contro i 10 su 100.000 dell’Estonia o della lontana Nuova Zelanda. Questi eventi estremi non sono che la punta dell’iceberg della sofferenza psichica dell’adolescenza, fase della vita che vede il conseguimento della maturità sessuale e nella quale il cervello va incontro ad un radicale rimodellamento sinaptico, con un processo di maturazione dei lobi frontali che perdura ben oltre la soglia legale della maggiore età, arrivando al suo completamento nell’ultima parte della terza decade di vita. Una fase della vita di grandi cambiamenti e, anche per questo, di particolare vulnerabilità. Quanto contribuisce il disagio psichico al fenomeno della dispersione scolastica – abbandono degli studi o scadimento del rendimento scolastico – che in Italia riguarda ben un quarto dell’intera popolazione scolastica?

Ci piace pensare che il fiorire delle iniziative di consapevolezza delle malattie mentali proprio in questo periodo dell’anno non sia una mera coincidenza temporale, ma il segno di una nuova stagione di conoscenza e lotta allo stigma in Psichiatria, essenziali per la prevenzione e la cura della sofferenza mentale.

This article is from: