(43 Udienza 26.07.2011)

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TRIBUNALE ORDINARIO DI ROMA SEZ. COLLEGIALE – COLLEGIO 2^ VERBALE DI UDIENZA REDATTO DA FONOREGISTRAZIONE

PAGINE VERBALE: n. 44 REDATTORE: - CARATTERI: n. 101.430

PRESIDENTE GIUDICE A LATERE GIUDICE A LATERE

Dott. MEZZOFIORE Dott.ssa SANTOLINI Dott.ssa CUPPONE

PUBBLICO MINISTERO

Dott.ssa PASSANITI Dott. BOMBARDIERI

PROCEDIMENTO PENALE N. 21927/10 R.G. A CARICO DI: BERRIOLA LUCA ED ALTRI

UDIENZA DEL 26/07/2011

ESITO: RINVIO AL 28 LUGLIO 2011

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INDICE ANALITICO PROGRESSIVO

ESAME DEL DICHIARANTE MOGLIA GIOVANNI

Da pag. 04

a pag. 32

ESAME DEL DICHIARANTE ROSANGELA PETRAGLIA

Da pag. 33 a pag.

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TRIBUNALE ORDINARIO DI ROMA SEZ. COLLEGIALE – COLLEGIO 2^

Presidente: Giudice a latere: Giudice a latere:

Dott. MEZZOFIORE Dott.ssa SANTOLINI Dott.ssa CUPPONE

Pubblico Ministero:

Dott.ssa PASSANITI Dott. BOMBARDIERI

Cancelliere: Ausiliario tecnico:

Dott.ssa POLITI Sig.ra Emma RECCHIA

Udienza del 26/07/2011

Aula OCCORSIO

Procedimento penale n. 21927/10

R.G.

A CARICO DI: BERRIOLA LUCA ED ALTRI

Il Giudice procede alla costituzione delle parti: come da verbale di udienza riassuntivo. Sono presenti PETRAGLIA.

i

dichiaranti:

MOGLIA

Giovanni

e

Rosangela

P: prima di iniziare l’istruttoria dibattimentale volevamo comunicare un po’ il calendario delle udienze, siamo riusciti ad elaborarlo fino a febbraio in modo da consentire una pianificazione a tutti degli impegni. Eravamo arrivati ad ottobre, avevamo fornito le udienze appunto per settembre, ottobre. A settembre dunque 22 e 23, andando ad ottobre 10, 13, 14, 17, 18 e 21. Ora appunto per quanto riguarda novembre i giorni sono: 8, 10, 14, poi 16 e 17. A dicembre abbiamo 5, 6, 7 poi 12, 14 e 16. Intanto le date sono queste, 5, 6 e 7, poi 12, 14 e 16. Poi per quanto riguarda gennaio 2012 abbiamo 10, 12, 13, 17, 19, 23, 24 e 27. Infine febbraio 6, 7, 9, 13, 14 e poi 16 e 17. Questo calendario, come già avevamo avuto modo di anticipare in occasione di altre programmazioni è condizionato fortemente dalla disponibilità dell’Aula Occorsi, ecco il perché di determinate date magari estremamente ravvicinate. Poi, chiaramente è ovvio se ci son problemi lo

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potremo aggiustare, questo è pacifico. Detto questo Pubblico Ministero abbiamo il teste Moglia. Facciamolo accomodare.

ESAME DEL DICHIARANTE MOGLIA GIOVANNI P: buongiorno legga la formula di impegno. DICH – MOGLIA: (lettura della formula di impegno); Giovanni Moglia nato a Milano l’11/02/1960 e abito a Roma in Via Sant’Angelo in Pescheria, 36. P: prego Pubblico Ministero può procedere all’esame. AVV. CARTOLANO: sono il difensore di Fragomeli e sulla testimonianza Moglia c’è una eccezione di inutilizzabilità da parte della difesa del Fragomeli. P: prendiamo atto. Prego Pubblico Ministero. PM: buongiorno dottor Moglia, ci può dire quando è entrato in fastweb che incarichi ha ricoperto? DICH – MOGLIA: dunque, io sono entrato in Fastweb a gennaio del 2000 come responsabile della direzione regolamentare. Sono stato in quella funzione fino credo al 2005, grosso modo, quando ho sommato anche la direzione del dipartimento legale e societario della società e adesso sono in fastweb come direttore della parte regolamentare, societaria e legale della società. PM: senta, lei ha sentito mai parlare, nell’ambito delle sue funzioni delle operazioni fun card, cioè delle carte prepagate? DICH – MOGLIA: sì, nell’ambito delle mie funzioni sono stato chiamato nell’estate del 2003 a chiedere un parere al professor Guido Rossi, credo che son stato chiamato adesso non ricordo da Emanuele Angelidis o da Tondoli… PM: chi erano all’epoca Angelidis e Tondolis? DICH – MOGLIA: Angelidis credo che fosse l’amministratore delegato o il direttore generale, tempi di passaggio tra le due funzioni e Frondoli era il direttore generale prima…e poi era a capo della struttura ingegneristica della società. PM: sempre in fastweb? DICH – MOGLIA: sempre in fastweb. PM: quindi la chiamarono? DICH – MOGLIA: mi chiamarono… PM: uno o l’altro, non si ricorda chi? DICH – MOGLIA: l’uno o l’altro, probabilmente parlai con entrambi, non ricordo e mi dissero che c’era questo business delle carte prepagate che era una continuazione del business dei numeri premium e che erano sorti degli approfondimenti che aveva svolto l’odit e che volevano avere degli approfondimenti

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anche dal punto di vista giuridico e avevano scelto Guido Rossi come avvocato, professore che poteva darci un parere al riguardo e sapendo che io avevo lavorato anni prima con il professor Rossi, durante la privatizzazione mi chiesero se andavo a proporgli, a richiedere questo parere, infatti andai con Carlo Micheli. PM: chi era Carlo Micheli? DICH – MOGLIA: Carlo Micheli era allora uno dei soci fondatori di Edisco e in quel momento credo che era direttore del comitato di controllo interno. PM: senta, quando le chiesero di andare da Rossi, le prospettarono… siccome è un avvocato, era capo della struttura regolamentare all’epoca… DICH – MOGLIA: allora solo regolamentare. PM: le dissero l’oggetto di questo parere di cosa si trattava, le descrissero l’operazione? DICH – MOGLIA: sì, mi descrissero l’operazione e mi descrissero come funzionava. Mi ricordo che descrisse sia Zito che Frondoli… PM: cioè lei parlò anche con Zito di questa cosa? DICH – MOGLIA: sì, sì. Mi fu raccontato sia da Zito che da Trondoli, Trondoli mi raccontò che aveva verificato anche queste carte e che funzionassero, che ci fossero. Io raccolsi il materiale che era circolato in azienda, quindi i contratti e quant’altro, anzi me li diede l’avvocato Testore e altra documentazione che poteva servire per il parere e poi andammo insieme a Calo Micheli e Guido Rossi e gli chiedemmo un parere raccontandogli prima come funzionava, facendogli vedere i documenti e lasciandogli i documenti in visione. PM: intanto lei ricorda chi… nella descrizione di questa operazione che gli era stata fatta, l’esame che aveva fatto lei di questa operazione? DICH – MOGLIA: sì, dunque mi si raccontò che questo business funzionava con delle carte che incorporavamo un pagamento che gli utenti facevano e queste carte che venivano prodotte da Cmc, se non ricordo male… PM: quindi le parlarono di Cmc in quella sede? DICH – MOGLIA: sì, Cmc io la conoscevo già. PM: quindi queste carte venivano prodotte da Cmc? DICH – MOGLIA: da Cmc e venivano acquistate da fastweb e poi rivendute in Inghilterra per la commercializzazione in altri paesi dell’Unione Europea, Italia esclusa. PM: quindi Unione Europea, Italia esclusa. Quindi, se ho capito bene, il business aveva ad oggetto una compravendita? Il contratto che lei aveva esaminato era compravendita? DICH – MOGLIA: dunque, c’erano due contratti che si differenziavano, adesso non ricordo bene, sulla forma giuridica, ma li portammo entrambi e furono analizzati entrambi. PM: quindi all’epoca c’erano già due contratti?

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DICH – MOGLIA: sì, il parere di Guido Rossi ricordo che li esaminò entrambi. PM: lei ricorda se questi due contratti all’epoca erano nati insieme o erano nati in epoca diversa, se l’operazione aveva avuto il via con entrambe le forme contrattuali? DICH – MOGLIA: no, questo non me lo ricordo. PM: senta l’altro contratto qual era? Lei ha parlato di una compravendita e l’altro contratto che tipologia contrattuale aveva? DICH – MOGLIA: allora non lo ricordo, ricordo l’effetto. PM: e l’effetto qual era? DICH – MOGLIA: in uno appunto si contabilizzava la totalità, diciamo il valore acquistato da Cmc delle carte e poi come costo la totalità dell’acquisto. PM: quindi costi e ricavi. DICH – MOGLIA: mentre nel secondo, se non ricordo male, si contabilizzava solo il margine. PM: lei è a conoscenza, le spiegarono o lei chiese il perché di questa diversa tipologia contrattuale avente ad oggetto la medesima operazione commerciale? DICH – MOGLIA: sì, mi spiegarono appunto… PM: chi glielo spiegò intanto? DICH – MOGLIA: o Trondoli o Angelidis, dire Trondoli. E mi spiegò appunto che la differenza era proprio per contabilizzare meglio quella che era poi la pertinenza di fastweb, cioè il margine dell’operazione. PM: quindi, se ho capito bene, le spiegarono che era meglio contabilizzare solo il margine. DICH – MOGLIA: no, rappresentava meglio poi qual era la funzione di fastweb. PM: ho capito. Senta, quindi i contratti erano entrambi in vigore? DICH – MOGLIA: direi di sì adesso, perché Rossi li analizzò entrambi. PM: ma le chiese, visto che il contratto in cui si notava solo il margine, rappresentava meglio la funzione di fastweb, come mai era stato mantenuto in vigore anche l’altro contratto? DICH – MOGLIA: no, non l’ho chiesto e francamente non fu un motivo di attenzione. PM: sì, siccome lei ha detto che le dissero che era meglio contabilizzata la funzione di fastweb con l’annotazione di solo margine… DICH – MOGLIA: ma non entrammo nel merito. PM: se le spiegarono il perché continuavano, quindi in essere anche la compravendita. Quindi l’oggetto del parere di Grossi qual era? Perché andaste da Rossi? DICH – MOGLIA: dunque, andammo da Rossi perché in qualche modo, essendo un nuovo business che era l’evoluzione appunto di quello dei numeri premium, volevamo soprattutto evidenziare che non ci fossero problemi giuridici di qualsiasi tipo.

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PM: di che tipo? DICH – MOGLIA: Rossi si… PM: mi scusi, intanto nuovo business che significa? DICH – MOGLIA: beh, precedentemente… PM: le carte prepagate non erano… DICH – MOGLIA: a mia conoscenza non c’erano. PM: anche perché glielo dissero? DICH – MOGLIA: beh, mi dissero che quello era un business che derivava dai numeri telefonici, quindi presumo che mi dissero che era nuovo. PM: e problemi giuridici collegati a che cosa? DICH – MOGLIA: beh, innanzitutto problemi giuridici che potevamo essere collegati al fatto che queste carte incorporassero un pagamento per servizi altrui. Allora i servizi, la cosiddetta moneta elettronica, comunque i servizi che incorporavano pagamenti per servizi altrui, erano in qualche modo… si discutevano i limiti della liceità, in quanto poteva essere attività finanziaria di pertinenza o riservata agli istituti di credito e alle banche. Quindi, diciamo, ora paghiamo tutto con il cellulare, però erano altri tempi… PM: potevano essere delle carte di credito, utilizzate come carte di credito. DICH – MOGLIA: poteva essere tipo un’altra carta di credito, esattamente. Ed è quello su cui si focalizzò Guido Rossi quando appunto gli raccontammo il business. PM: quindi, se ho capito bene, l’incarico che aveva Rossi era limitato a questo? DICH – MOGLIA: no, l’incarico era un incarico di tipo generale e lo si vede anche dal parere, lui si focalizzò subito su questo, proprio chiacchierando, parlando, ci disse “no, qui bisogna vedere da un punto di vista della legge bancaria, dal Testo Unico della Finanza, ci possa essere un’attività riservate a banche e istituti di credito. Questo era l’appunto di maggiore attenzione da parte di Rossi. PM: ma voi il problema che avevate sottoposto era questo? Mi scusi, voi andate da Rossi perché avete già un problema, quindi avete già individuato e focalizzato un problema. Voi avete pensato a questo problema? DICH – MOGLIA: io gli posi appunto un problema di tipo generale, di vedere il business, gli raccontai l’operazione e come si fa, poi parlando si vede… se ci possa essere un problema di riserva degli istituti di credito, ci arrivavo anch’io all’epoca perché era un tema di cui si parlava. PM: no, quello che dico io è: se la necessità di questo parere di Rossi nasce da una esigenza di chiarimento su qualche aspetto specifico di questa operazione o in generale, cioè su tutta l’operazione, valuti l’operazione. Cioè, se voi avevate già focalizzato o comunque quello che gli era stato chiesto era quello di rivolgersi a Rossi, se era stato focalizzato un problema specifico.

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DICH – MOGLIA: no, posso dire però che quando fummo da Guido Rossi… PM: lui si gettò subito su questo. DICH – MOGLIA: sì e invece Carlo Micheli gli sottolineò il tema se la compravendita o comunque quei due contratti, potessero o no rientrare nell’oggetto sociale e fu quello un tema sollevato, se non ricordo male, da Carlo Micheli. PM: in quella sede, quindi lei prima non ne aveva sentito parlare, del problema della compatibilità di quella operazione e di quell’oggetto sociale. Quando le venne dato l’incarico di parlare con Rossi non le fu accennato questo problema? DICH – MOGLIA: no, non ricordo, francamente direi di no. Ricordo che fu accennato da Calo Micheli in quella occasione mentre, appunto, la discussione tra me e Guido Rossi fu più sulla parte finanziaria. PM: quindi che è successo? DICH – MOGLIA: quindi Guido Rossi esaminò le carte, ci pensò su e poi al fine estate, fine luglio, inizi di agosto, io ne venni a conoscenza tornato dalle vacanze, quindi non so quando fu prodotto in azienda, lasciò un parere in cui analizzava tutta la parte della riserva di attività creditizia concludendo che non rientrava tra quella riserva sostanzialmente mi sembra di ricordare per il fatto che comunque non era qui in Italia e non si svolgeva qui in Italia e poi alla fine del parere analizzò anche il tema dell’oggetto sociale, ricordò che era un tema di natura sostanzialmente interna della società, visto che i terzi non hanno nessun tipo di vincolo rispetto all’oggetto sociale interno e comunque per maggiore tutela degli amministratori consigliò due cose, disse che o si manteneva quell’oggetto sociale e allora il business doveva essere mantenuto con il limiti di marginalità, oppure si doveva, per tutela degli amministratori, modificare l’oggetto sociale. PM: l’oggetto sociale è stato modificato? DICH – MOGLIA: fu modificato. PM: quando è stato modificato rispetto a questo parere? DICH – MOGLIA: credo nei mesi successivi. Non lo ricordo perché appunto io allora mi occupavo di regolamentazione e quindi non era pertinenza… PM: senta, lei quindi è andato solo questa volta con Carlo Micheli da Rossi, lei in precedenza ne aveva parlato con Carlo Micheli di questa vicenda? DICH – MOGLIA: no, ne parlammo lì, poi ci trovammo sotto l’ufficio. PM: senta, lei ha detto che le è stata fatta questa richies6ta dopo lo svolgimento dell’odit se ho capito bene, le dissero che c’era stato un odit che aveva evidenziato… DICH – MOGLIA: certo. PM: lei aveva visto i risultati di questo odit, le erano stati fatti vedere i risultati di questo odit?

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DICH – MOGLIA: credo che li portammo a Guido Rossi, sì, però furono illustrati da Carlo Micheli. PM: si ricorda quando vi siete recati da Rossi, in che periodo? DICH – MOGLIA: credo che fosse luglio. PM: ricorda? DICH – MOGLIA: ricordo caldo ma non ricordo una data. PM: per collocare, perché siccome dice che sono stati portati i risultati dell’odit, siccome una parte dell’odit risulta fatta il 28 luglio, se ricorda se era stato portato l’intero odit o? DICH – MOGLIA: no, credo di no, credo precedente il 28 luglio. Ricordo che era molto avanti in luglio perché ricordo di aver saputo del risultato del parere di Rossi solo tornato dalle ferie, quindi non era l’inizio di luglio, però il 28 mi sembra un po’ tardi. PM: senta, lei ha detto che aveva sentito parlare di Cmc e poi ha parlato di prosecuzione delle operazioni dei numeri premium. Intanto ci dice chi le parlò di questa nuova operazione delle carte prepagate come prosecuzione dell’operazione dei numeri premium? DICH – MOGLIA: credo Zito Bruno. PM: Zito le parlò quindi di questa operazione come una prosecuzione di operazioni di numeri premium. Cosa era questa operazione, lei ha detto che ne aveva sentito già parlare? Ci può dire come ne aveva sentito parlare, chi era… DICH – MOGLIA: allora, i numeri primium in quegli anni, stiamo parlando dell’inizio degli anni 2000, erano un’attività in forte incremento. PM: in fastweb quando entra con i numeri premium? DICH – MOGLIA: io credo nel 2001, comunque ne sentii parlare perché erano attività che avevano aspetti regolamentari notevoli perché si passava da un regime di monopolio in cui anche quel tipo di attività era al 100% di Telecom Italia e quindi era gestita con tempi e con regole completamente diverse, ad un regime, invece, più di apertura di mercato, di libera concorrenza e quindi cambiavano totalmente anche le regole e i contratti che i vari operatori facevano con i content provaider… PM: quindi lei ha parlato di Cmc, Cmc chi era? DICH – MOGLIA: Cmc era uno degli operatori di Content provaider che lavorava con fastweb e faceva questo tipo di attività con fastweb e con altri, credo carrier in quegli anni. PM: e lei che lavorasse con altri carrier lo sa per certo, è una sua deduzione, è una indicazione che ha ricevuto da qualcuno? DICH – MOGLIA: credo che all’epoca mi fosse stato all’epoca detto, raccontato. PM: non sa da chi?

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DICH – MOGLIA: no, io non ho mai avuto rapporti diretti con Cmc. PM: senta lei di questa operazione Cmc numeri premium all’interno dell’azienda con chi ne ha parlato, se ne ha parlato con qualcuno? DICH – MOGLIA: all’inizio credo ne ho parlato con Andrea Conte e Beppe Tomacchio che erano… PM: Andrea Conte chi era? DICH – MOGLIA: allora, Beppe Tomacchio all’epoca era il responsabile dell’area centro Italia di fastweb e Andrea Conte era il suo braccio destro e poi diventò lui responsabile dell’area centro di fastweb. PM: quindi con sede? DICH – MOGLIA: a Roma, io ho sempre avuto l’ufficio a Roma. PM: senta, lei ha fatto riferimento a quell’incontro quindi con Trondoli e Zito che avvenne a Roma o a Milano? DICH – MOGLIA: no, avvenne a Milano. PM: quindi andò lei a Milano. DICH – MOGLIA: sì, io normalmente vado uno o due giorni a Milano. PM: quindi lei ha detto, se ho capito bene, che Zito le parlò di questa attività, delle carte prepagate come prosecuzione dei numeri premium, in che termini? DICH – MOGLIA: stava cessando il volume dei numeri premium perché la regolamentazione si era modificata in maniera sensibile perché i numeri premium essendo scoppiati come quantità, come valore e anche come invasività nel mercato, avevano creato una serie di problemi, tra cui appunto la tutela dei minori, la non chiarezza del costo del numero premium fino ad attività di vera e propria frode come casi che avvennero allora in cui il content provaider ometteva dei trainer… li chiamavano, dei virus nel computer di un cliente che generava traffico ecc. o cose di questo tipo. PM: lei ricorda se fastweb fu interessata da questa attività, fu un soggetto passivo di questa attività di frode o se ci fu chiusura di numeri premium per iniziative dell’autorità giudiziaria e della Polizia Giudiziaria? DICH – MOGLIA: no, i content provaider erano quelli a cui poi finivano i soldi. All’inizio della catena allora, sui numeri premium c’era chi telefonava che al 99% era un cliente di Telecom Italia perché il mercato si era liberato solo allora e quindi tutti i cittadini erano clienti Telecom Italia. Poi, c’era Telecom Italia che trasportava questo traffico o al content provaider direttamente o ad un altro cairer e poi c’era il cairer che lo dava… Allora quello che all’inizio di tutta la storia c’era era che Telecom Italia pagava questi content provaider intanto con tempi molto lunghi di pagamento, 90 giorni o giù di lì. In più, tratteneva delle percentuali altissime della somma che era stata pagata dal cliente che aveva telefonato. Stiamo parlando del 50%, 60% del totale,

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cosa per altro che avviene anche oggi per gli operatori mobili, gli operatori mobili ancora oggi trattengono somme così ingenti. La concorrenza ha fatto sì che, invece, questa percentuale si era drasticamente abbattuta nei primi anni 2000 e gli operatori, proprio per prendersi i clienti in content provaider, accorciarono anche i tempi di pagamento, anche se spetta ai content provaider avere soldi per poter poi fare pubblicità o nelle televisioni private o sui giornali, ovunque sia, è il modo per far girare questa macchina, i numeri. Quindi questa modifica del mercato che è avvenuta per un….(incomprensibile), concorrenziale normale, produceva però delle conseguenze non volute perché alcuni content provaider non erano corretti e facevano questo tipo di attività. Allora, a quel punto che succedeva? Succedeva che spesso il cliente o denunciava delle frodi, oppure semplicemente in famiglia la telefonata era stata fatta, ma era stata fatta da un minore o da qualcun altro e magari aveva totalizzato somme spropositate. Si parla di casi addirittura di centinaia di migliaia di lire all’ora e quindi, semplicemente non pagava la bolletta. Allora Telecom Italia a quel punto, quando c’erano delle frodi non pagava neanche il contemporaider o l’operatore. In realtà il content provaider lo aveva già pagato Telecom Italia, perché appunto con la riduzione dei tempi di pagamento il content provaider percepiva i soldi prima che nascesse il problema con il cliente e quindi aveva preso i soldi e poi riprendere i soldi da conteporaider che spesso erano piccole società che come nascevano morivano, era assolutamente impossibile. Allora lì ci furono una serie di attività regolamentari a cui fastweb partecipò, tra l’altro chiedendo appunto che…fummo tra quelli che chiesero all’autorità di regolamentazione di istituire una forma di pagamento a cascata, cioè che Telecom Italia dava i soldi agli altri operatori una volta che li percepiva dal suo cliente. Nel caso in cui il cliente non pagasse, allora Telecom Italia doveva soltanto dare gli estremi della chiamata, del cliente ecc. ecc., se l’operatore poi voleva andare in proprio ad esigere il pagamento. Questo era per cercare, come dire, di evitare che ci fossero poi da un lato appunto di incoraggiare delle frodi o avere delle insolvenze da parte dei content provaider che si erano presi i soldi per un servizio non reso o reso in maniera illegittima e dall’altro perché si voleva evitare che Telecom Italia alzasse troppo i costi di insolvenza. PM: la ringrazio per questa spiegazione che è stata molto chiara, però la domanda mia era un’altra, se lei è a conoscenza, in relazione a questa attività che svolgeva fastweb per i numeri premium tramite Telecom Italia che era l’operatore principale e per i propri content provaider di fastweb se è a conoscenza della chiusura di una serie di numeri premoium…

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DICH – MOGLIA: sì, ci sono stati una serie di numeri premium chiusi, ci sono stati una serie di numeri premium in cui il primo passaggio addirittura regolamentare imposto dal Ministero era che l’operatore di rete doveva richiedere al content provaider una certificazione del servizio che veniva dato. Allora, molte volte, appena nasceva una qualsiasi protesta da parte del cliente già la Polizia Postale ci chiedeva…allora non sempre poi queste autocertificazioni c’erano, bisognava combattere all’interno che fossero sempre state fatte che fossero conservate ecc. ecc. PM: e lei è a conoscenza della chiusura di un certo numero di numerazioni premium e del DCMC che erano state chiuse per problemi collegati alla frode che erano collegati a fastweb? DICH – MOGLIA: a possibili frodi? PM: quindi un procedimento giudiziale che aveva comportato la chiusura di una serie di numeri che avevano come content provider Cmc e che avevano come operatore telefonico fstweb, si ricorda? DICH – MOGLIA: allora, alcuni numeri premium che aveva noi come operatore telefonico chiusi… PM: alcuni o parecchi numeri? DICH – MOGLIA: cosa intende per… PM: no, alcuni aveva per esempio due o quattro cinque numeri… DICH – MOGLIA: no, io non so quanti numeri gestisse fastweb all’epoca, ma penso che stiamo parlando nell’ordine di decine di centinaia, quindi se sto parlando di alcuni numeri voglio dire che sarà stata roba di dieci, venti, trenta numeri, non lo so. PM: rispetto al content provider Cmc… DICH – MOGLIA: voleva sapere se anche numerazioni di Cmc erano state chiuse? PM: sì, sì. DICH – MOGLIA: è possibilissimo, è plausibile insomma. PM: lei è a conoscenza che all’epoca, comunque negli anni immediatamente successivi Zito che era un vostro dipendente era stato sentito proprio su questi problemi delle frodi con i numeri premium collegati a Cmc? DICH – MOGLIA: sì, ne sono a conoscenza. PM: quando ne è venuto a conoscenza, adesso, all’epoca? DICH – MOGLIA: no, all’epoca mi fu detto, credo da… PM: da chi e che cosa le fu detto? DICH – MOGLIA: mi fu detto che fui sentito come testimone, come esperto dei numeri premoium. PM: collegati a chi? Le parlò che erano collegati a Cmc o no? DICH – MOGLIA: può darsi, adesso francamente…ricordo questa cosa perché mi fu detta e mi fu detta non so se da lui stesso o da Filippo ….(incomprensibile) che era appunto quello che su Milano…

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PM:quindi non si ricorda se fece riferimento, quando fu sentito dall’autorità giudiziaria per queste frodi a Cmc, se fece questo riferimento. DICH – MOGLIA: è possibile ma non lo ricordo. PM: poi lei dice “Zito mi parla di questa nuova operazione di carte di credito come prosecuzione dei numeri premium” e le fa riferimento sempre alla stessa società, alla Cmc, ricorda? DICH – MOGLIA: direi di sì. PM: quindi fa riferimento sempre alla medesima società. Lei conosce o ha conosciuto Focarelli Carlo? DICH – MOGLIA: no. PM: lei Cmc, aveva idea di chi fosse l’amministratore? Ha mai avuto contatti con… DICH – MOGLIA: non ho mai avuto contatti con Cmc, quindi non so chi fosse. PM: senta, lei ha mai sentito parlare di Focarelli Carlo intanto, prima della… DICH – MOGLIA: nel novembre 2006. PM: a che proposito, se lo ricorda, ce lo spiega? DICH – MOGLIA: quando ci fu l’attività della Polizia Giudiziaria in fastweb con la perquisizione in fastweb. PM: quindi sentì parlare in quella occasione di Focarelli. DICH – MOGLIA: nei giorni successivi quando… PM: ne parlò con qualcuno all’interno dell’azienda di Ficarelli e di…intanto come era collegato a fastweb Focarelli in questa vicenda? Lei accertò come era collegato a fastweb? DICH – MOGLIA: sì, adesso non ricordo quando, ma subito dopo il novembre 2006, dopo la perquisizione, io mi occupai insieme ad altri, a Merzi a Calcagno ecc., di verificare che cosa era successo, quali erano le problematiche sollevate. Io mi occupavo più di altre cose ma insomma Merzi si occupava più di vedere tutti i collegamenti tra le varie società e in quelle settimane si parlò di Focarelli come appunto della persona a cui Cmc faceva riferimento insomma. PM: non sa con che qualità, con che funzione? DICH – MOGLIA: no. PM: senta lei è a conoscenza o era a conoscenza all’epoca di un ordine di esibizione della Procura del marzo di quell’anno, del marzo 2006? DICH – MOGLIA: no. PM: non ne era stato portato a conoscenza? DICH – MOGLIA: direi di no, ne avevamo parecchi in quel periodo ma non focalizzo nessun tipo di… PM: che aveva ad oggetto appunto le fun card? Non ne è a conoscenza. Senta lei all’epoca, se ho capito bene, era già o è diventato dopo capo dell’area legale? Prima era capo dell’area regolamentare. DICH – MOGLIA: credo che fossi già capo dell’area legale. PM: era già capo dell’area legale. DICH – MOGLIA: del 2006 stiamo parlando?

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PM: marzo 2006. DICH – MOGLIA: sì. PM: a novembre è venuto a conoscenza dell’esistenza di questo ordine di esibizione? Cioè, quando si parlò della perquisizione, quando avvenne la perquisizione… DICH – MOGLIA: credo che lo vedemmo successivamente. PM: quindi neanche in quella sede lei fu portato a conoscenza del fatto che già in precedenza… DICH – MOGLIA: no, no. Guardi, io non ero a Milano durante la perquisizione, mi ricordò che mi telefonò l’avvocato Macaluso. PM: chi era l’avvocato Macaluso? DICH – MOGLIA: Macaluso era allora un consulente che era sostanzialmente responsabile dell’area legale di Milano e mi chiamò per dirmi che c’era questa perquisizione e mi disse che secondo lui c’erano delle anomalie di tipo formale in questa perquisizione e io gli dissi di non preoccuparsi delle anomalie ma di dare pieno aiuto. PM: la domanda che le ho fatto era: se lei in quella occasione o comunque nei giorni immediatamente successivi seppe o qualcuno le disse o venne comunque a conoscenza del fatto che a quella perquisizione aveva avuto in precedenza un ordine di esibizione sempre in fastweb. DICH – MOGLIA: direi che in quei giorni lì direi proprio di no. PM: e quando lo colloca, se ricorda. DICH – MOGLIA: non mi ricordo esattamente quando ma fu più tardi. Io ricordo che la mia attività in quei giorni lì fu quella poi di vedere, di concentrarmi sul traffico telefonico per verificare insomma l’esistenza del traffico e quant’altro. PM: quindi lei parlò con Merzi ha detto. DICH – MOGLIA: sì, facevamo parte di una piccola task force. PM: task force così è stata definita, interna per accertare quello che stava succedendo. DICH – MOGLIA: in realtà io facevo la parte più legale, però poi lavoravamo… PM: Merzi quindi si occupava di che cosa, della parte? DICH – MOGLIA: lui era capo dell’odit e quindi è lui che deve raccogliere le carte, vedere i documenti e quant’altro. PM: senta, lei in quella occasione o comunque successivamente, parlò con Zito Bruno? DICH – MOGLIA: in quei giorni ricordo di no, parlai con Zito Bruno più avanti sicuramente. PM: parlò con Zito Bruno, ci può dire per quale motivo e l’oggetto di questa chiacchierata, discussione con Bruno? DICH – MOGLIA: sì, credo che fosse ormai a primavera inoltrata del 2007 e c’era stata una seconda perquisizione in fastweb che non aveva ad oggetto la società ma aveva ad oggetto personalmente uno Zito e… PM: come ne siete venuti a conoscenza, se era una perquisizione personale?

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DICH – MOGLIA: perché credo che questa documentazione è stata vista o è stata fatta vedere a qualcuno della parte legale o dalla parte di rapporti con la magistratura. PM: lei ha detto “perquisizione personale”, quindi a carico di Zito? DICH – MOGLIA: sì, sì. PM: solo di Zito o anche di qualcun altro, se lo ricorda? DICH – MOGLIA: sì, io ricordo solo Zito. In qualche modo sono venuto a conoscenza. PM: non si ricorda come… DICH – MOGLIA: no, se semplicemente perché nel chiedere magari dove stava Zito e in questa perquisizione… PM: può darsi che questa perquisizione era estesa anche ai luoghi nella disponibilità di Zito all’interno dell’azienda? DICH – MOGLIA: sì, era all’interno dell’azienda nell’ufficio di Zito, credo. PM: quindi ne venne a conoscenza anche per questo? DICH – MOGLIA: assolutamente sì. Nei giorni successivi Luca Merzi mi disse che questa perquisizione aveva a che fare anche con una società FCZ e secondo Luca Merzi questa FCZ era l’acronimo di Fragomeli, Crudele e Zito. PM: Fragomeli chi è? Quindi Merzi le disse questi tre nomi. DICH – MOGLIA: no, glieli chiesi chi era e mi disse che era un amico loro. PM: quindi le disse che questa società era riferibile a questi due soggetti. DICH – MOGLIA: sì. PM: senta, ma Crudele chi era visto che ha fatto quel nome? DICH – MOGLIA: Crudele era un funzionario di fastweb che lavorava nell’area commerciale. PM: quindi, se ho capito bene questo lei lo ha sentito da Merzi in occasione delle perquisizioni del maggio quindi, primavera 2007? DICH – MOGLIA: sì. PM: senta, prima di questo, quindi già facendo un passo indietro al novembre, lei di Crudele aveva sentito parlare o no? Sapeva se era stato sentito dalla PG, se era stato? DICH – MOGLIA: no, può darsi che ne abbia sentito parlare come… PM: no, come soggetto attenzionato da attività… DICH – MOGLIA: no, non ho un ricordo particolare di Crudele. PM: allora, perquisizione novembre 2006, accertamento task force, lei per la parte legale, Merzi per la parte investigativa, quindi odit è in relazione al traffico telefonico. DICH – MOGLIA: sì. PM: in quell’anno sentii parlare di Crudele come soggetto coinvolto nelle operazioni di traffico telefonico? DICH – MOGLIA: sì, allora era un nome che non mi diceva particolarmente qualcosa.

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PM: quindi non ha approfondito questa circostanza relativa a Crudele nell’ambito di questo odit, ci era Crudele chi non era Crudele. DICH – MOGLIA: io non facevo l’odit. PM: lei comunque ha detto che parlava con Merzi… DICH – MOGLIA: sì, parlavo con Merzi, forse questo fatto non me lo ricordo particolarmente… PM: non si ricorda. E’ un funzionario sempre si fastweb? DICH – MOGLIA: sì, io stavo due giorni a settimana a Milano, mi occupavo ovviamente dei temi di mia pertinenza, però non è che vivevo dentro la sede, la sede è grande. PM: lei ha detto che in quella occasione sentiva parlava di Focarelli, a novembre 2006, comunque dopo… DICH – MOGLIA: più avanti sì. PM: senta, seppe con chi aveva rapporti Focarelli all’interno di fastweb in quell’ambito? DICH – MOGLIA: no. PM: quindi torniamo alla cosa, mentre lei dice che l’FCZ su cui c’era anche questa attività investigativa, era collegata a Fragomeli, Crudele e Zito. Crudele e Zito sono dipendenti di fastweb, dirigente e un funzionario. Che cosa succede? DICH – MOGLIA: allora a quel punto io credo, almeno ho parlato prima con Stefano Parisi e chiamo Zito… PM: Zito Bruno? DICH – MOGLIA: sì, insieme a credo Mauro Greco che allora era responsabile del personale, anche adesso, di fastweb e gli contesto questa cosa, cioè dico “ma come mai c’è questa ulteriore perquisizione, come mai c’è questa società Fcz” che tra l’altro, avevamo visto che aveva lavorato con fastweb e lui minimizza, dice che era una società che era stata creata per aiutare il suo amico Fragomeli che lui non aveva avuto grandi… PM: chiedo scusa, ma quando glielo dice gli contesta anche che la società era sua? Lei dice “come mai c’è questa società FCZ?” DICH – MOGLIA: sì, gli contesto che fosse sua insomma. PM: e lui che dice? DICH – MOGLIA: adesso non ricordo, mi sembra che abbia detto che l’aveva costituita insieme a questi altri amici ma che poi si era in qualche modo tirato indietro e che faceva traffico etnico, insomma cerca di minimizzare l’importanza di questa cosa insomma. Per noi è un fatto rilevante, non è un fatto ovviamente piacevole che in una azienda un dirigente si costituisce una società a lato con cui fa affari, con l’azienda stessa, per ovvie ragioni e quindi chiedo a Zito di dimettersi. PM: senta, quindi la conclusione quale è stata? DICH – MOGLIA: chiedo a Zito di dimettersi dall’azienda e lui, invece, mi dice che non vede il motivo che non si sarebbe dimesso e a quel punto cercammo di capire se potevamo

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procedere con un licenziamento, insomma sentimmo anche un avvocato lavorista che ci disse che in realtà non avevamo elementi per chiedere il licenziamento perché non potevamo dimostrare, in realtà, l’appartenenza della società a Zito. Il fatto che fosse stato soggetto di una perquisizione in azienda, non è un elemento tale che potesse… PM: è fatto della (incomprensibile) a lei della società? DICH – MOGLIA: me la faceva a voce, era la mia parola… PM: era una testimonianza che non poteva essere sufficiente. DICH – MOGLIA: sì. PM: senta, l’altro dipendente era anche Crudele a cui era riferibile questa Fcz. DICH – MOGLIA: Sì. PM: quindi lei con Crudele non ha parlato? DICH – MOGLIA: no, io parlai solo con Zito perché aveva questa posizione da dirigente, poi precedentemente a questo c’era anche stato un altro elemento che ci aveva insospettito e che era stato il cambiamento, cioè aveva tolto il mandato agli avvocati che lo difendevano per conto dell’azienda e lo aveva dato ad altri professionisti. PM: ci racconta questo episodio? DICH – MOGLIA: sì, credo che siamo sempre in quella primavera del 2007. PM: prima di questa seconda perquisizione o dopo? DICH – MOGLIA: direi prima di questa perquisizione perché appunto si sommano le cose. Zito mi dice che non vuole più essere difeso dagli avvocati che la società gli aveva messo a disposizione ma che vuole avere i propri legali e questa cosa ci… PM: spiegò le ragioni, qualcuno gli chiese “come mai, è successo qualcosa?” DICH – MOGLIA: sì, io stesso glielo chiesi ma non mi diede, dice “possiamo avere degli aspetti di difesa differenti”, insomma non mi diede delle spiegazioni. PM: i difensori che lo difendevano per conto dell’azienda erano pagati dall’azienda o da Zito? DICH – MOGLIA: pagati dall’azienda. Contrattualmente tutti i dirigenti… PM: quindi era una difesa legale che non costava a Zito quella. DICH – MOGLIA: no, non costava. PM: questi qua erano difensori suoi personali? DICH – MOGLIA: sì. PM: quindi che sarebbero costati a Zito, cioè l’azienda non rispondeva, pagava l’azienda questi nuovi difensori. DICH – MOGLIA: no, non è esattamente così perché credo che il contratto preveda il pagamento dei difensori a scelta del dirigente. PM: comunque era una difesa gratuita per Zito, cioè cambiava solo la scelta dei difensori.

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AVV. CARELLA: Presidente, mi scusi, non mi sembra che questa domanda sia pertinente con il capitolo di prova, non so che rilievo possa avere per la vicenda il fatto che l’avvocato della società fosse gratuito invece l’Ingegnere Zito volontariamente decida di affidarsi ad un legale esterno, sinceramente non ne vedo la rilevanza ai fini della contestazione. PM: inerisce i rapporti tra Zito e fastweb, a parte il fatto che era… AVV. CARELLA: veramente Pubblico Ministero, questo inerisce i rapporti tra Zito e il proprio legale di fiducia immagino. PM: no, i rapporti tra Zito e l’azienda, tanto è vero che è stato il teste che ha fornito questa circostanza dicendo che era una circostanza che non era…all’azienda, il fatto che lui scegliesse un legale diverso da quello fornito dall’azienda. Quindi penso che inerendo i rapporti tra Zito e la società fastweb, credo che sia rilevante. P: sì, in questo c’è la pertinenza della domanda. PM: va bene, ha detto che il periodo non se lo ricorda, si ricorda che è probabilmente prima della… DICH – MOGLIA: è precedente alla perquisizione personale a Zito in società. PM: senta, lei è a conoscenza dei rapporti tra Focarelli e Zito? Ha parlato con Zito dei suoi rapporti con Focarelli? DICH – MOGLIA: no, non ne ero a conoscenza. PM: Zito le ha mai parlato di questi suoi rapporti con Focarelli? DICH – MOGLIA: no, direttamente mai, poi dopo ho letto le carte. PM: senta, lei ha detto che sapeva già che Focarelli era collegato a Cmc nel periodo primavera 2007? DICH – MOGLIA: nel periodo 2007 direi di sì. PM: perché lei ha detto che dopo la perquisizione di novembre aveva sentito questo nome. DICH – MOGLIA: sì. PM: lei non ha chiesto a Zito? DICH – MOGLIA: no, non chiedemmo dei rapporti, a meno che non glielo avesse chiesto nell’odit Merzi insomma. PM: senta, venivamo alla interruzione delle operazioni commerciali di traffico telefonico. Per quello che lei ricorda e per quello che l’ha interessata. DICH – MOGLIA: interruzione lei dice? PM: delle operazioni commerciali, gennaio 2007. DICH – MOGLIA: allora, partiamo dal novembre 2006, cosa facciamo? Task Force entra nell’odit e la prima cosa che cerchiamo di verificare è ovviamente l’esistenza del traffico. Ricordo che con Luca Merzi abbiamo chiamato i responsabili dell’area tecnica, alcuni ingegneri poi preposti a questo tipo di attività, gli chiedemmo se passava il traffico, qual era lo strumento che ne dava evidenza. Ci dissero che era un apparato

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certificato dal Ministero delle Comunicazione e quant’altro. Ci ponemmo poi il problema, credo che fossero gli stessi ingegneri che lo posero sul fatto se questo traffico poteva o non poteva essere generato meccanicamente, artificialmente e allora decidemmo io e Merzi di verificare se era piatto, se non era piatto. Loro ci dissero che era problematico, che c’era un numero di cartellini che questa macchina timbrava, enorme, e allora gli suggerimmo di provare a vedere dei periodi, dei periodi più ristretti e verificarono che non era piatto. E per questo siamo a dicembre inoltrato insomma, prima di Natale. Dal nostro punto di vista ci tranquillizziamo, non riusciamo bene a capire cosa sia successo ma ci tranquillizziamo. A gennaio esce un articolo sui Repubblica che, evidentemente prendendo spunto da delle indagini della Guardia di Finanza o comunque riportando le indagini della Guardia di Finanza, parla di una frode carosello su l’Iva e parla di fastweb e di questa frode Carosello. Poi, due giorni dopo ritorna sull’argomento parlando a quel punto anche di Telecom Italia. Però la prima, insomma noi abbiamo vissuto un attacco diretto a fastweb, parla di cose che noi non sapevamo, non conoscevamo, però a quel punto io parlai con Stefano Parisi, poi parlammo con l’Ingegner Scaglia ecc. e dissi “va bene, da un punto di vista precauzionale interrompiamo il traffico”. A quel punto partirono due tipi di attività, la prima appunto dissi a Casati di interfacciarsi con gli operatori che ci davano il traffico per appunto chiudere questo traffico, l’altra era quella di preparare il consiglio di amministrazione, per raccontargli appunto che avevamo preso questa decisione, il terzo tipo di attività era informare l’autorità giudiziara che eravamo intenzionati a chiudere il traffico in modo che, se fosse stato necessario fare qualche accertamento, lo potessero fare prima della chiusura e questo avvenne a fine gennaio. PM: senta, lei ha detto ai difensori di interrompere il traffico, non si pensò di sospenderlo cautelativamente, invece che interromperlo, in attesa di accertamenti? DICH – MOGLIA: no, francamente non ipotizzammo nessuna forma di differenza, volevamo che quel traffico non passasse più da lì. PM: senta, in precedenza è stato sospeso il traffico in qualche occasione? DICH – MOGLIA: dall’accertamento Odit ricordo che è emerso che si era previsto come budget di smetterlo agli inizi del 2006. PM: quindi c’era stato già un periodo di sospensione ed era stato di traffico con successiva ripresa. DICH – MOGLIA: sì. PM: senta, lei nella ricostruzione di questa operazione, di questa odit a cui lei non ha partecipato però ha detto che era in contatto con Merzi. DICH – MOGLIA: sì, con Merzi ci sentivamo.

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PM: voi avete ricostruito chi erano i partner, come erano arrivati in fastweb e intanto i partner di questa operazione commerciale chi erano? Erano stati sempre gli stessi, erano cambiati, se lo ricorda? DICH – MOGLIA: ricordo Diadem come formale lato inglese a cui arrivava come aggregatore di traffico che mandava il traffico verso di noi e poi c’erano due società a valle cui noi consegnavamo il traffico, una si chiamava Iglob, se non ricordo male e l’altra… PM: ha mai sentito parlare di Planetario? DICH – MOGLIA: sì, Planetario. PM: ma erano due società clienti? DICH – MOGLIA: dunque il traffico era consegnato da Diadem a fastweb e poi fastweb consegnava a queste società. PM: le consegnava a queste società insieme o… DICH – MOGLIA: no, credo che ci fosse stata prima una società e poi la seconda. PM: avete verificato le modalità con cui era avvenuta la sostituzione da una società all’altra? DICH – MOGLIA: credo che Merzi l’abbia verificato ma non ne abbiamo parlato, non era stato un punto di attenzione… PM: quando è stato sostituito il traffico…senta, avevate verificato i volumi di traffico, lei ha detto che avevate verificato il traffico e in questi due periodi non era piatto era un andamento…Avete verificato l’andamento del traffico, cioè se era aumentato, era diminuito, se ha avuto una progressione che tipo di progressione ha avuto? DICH – MOGLIA: sì, credo che nell’odit ci sia qualcosa di questo tipo. PM: lei se lo ricorda? DICH – MOGLIA: sì, credo che fosse un traffico notevolmente consistente ma abbastanza… PM: notevolmente consistente che significa? DICH – MOGLIA: come volume di traffico, sì. PM: ma era aumentato nel corso, c’è stato un aumento… DICH – MOGLIA: credo che fosse aumentato nei primi mesi e poi fosse, a parte la parte di sospensione, fosse sostanzialmente rimasto notevole… PM: quindi l’aumento nei primi mesi e poi… DICH – MOGLIA: cioè la salita come avviene ovviamente quando uno apre un business, inizia e poi… PM: si stabilizza, lei ricorda questa. DICH – MOGLIA: credo che ci sia un minimo di andamento ma non ricordo i flussi particolarmente… PM: senta, lei quando ha saputo della dismissione delle quote societarie di Scaglia? Come lo ha saputo? DICH – MOGLIA: dunque, le quote per Loppa Suiscom. Allora, Loppa Suiscom è stata lanciata nella primavera inoltrata del 2007, se non ricordo male. Prima c’erano stati dei colloqui tra l’ingegner Scaglia.

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PM: intanto lei è a conoscenza di quando sono state cedute le prime quote di fastweb dall’ingegner Scaglia? DICH – MOGLIA: sì, c’è stata una prima cessione di quote dell’ingegner Scaglia, se non ricordo male, ottobre, novembre del 2006, comunque fine 2006. PM: poi c’è questa dismissione. Lei ne era a conoscenza, ne avevate parlato? DICH – MOGLIA: no, non ce ne era ragione, non ne abbiamo parlato. Invece, come legale della società seguii tutta la parte di Opari, di Suiscom perché l’ingegner Scaglia decise ad un certo punto di vendere a Suiscom ma di vendere solo attraverso una offerta pubblica di acquisto e quindi… PM: all’epoca questa decisione che lei apprese, la sorprese, se l’aspettava? DICH – MOGLIA: beh, diciamo che non mi sorprese Suiscom anche perché c’era stato nei mesi precedenti, c’erano stati incarichi insieme a banche di affari per vedere possibili consolidamenti dei mercati. PM: era una cosa che si aspettava questa cessione? DICH – MOGLIA: sì, nel senso che comunque era nella dinamica. PM: lei il 17 marzo del 2010 disse “quando nella primavera del 2007 risultò che Scaglia aveva aderito all’opera del gruppo svizzero diretto all’acquisto delle azioni della società, non ce lo aspettavamo all’interno dell’azienda, ma non fummo particolarmente sorpresi rispetto a ciò che era accaduto”. Quindi non ve lo aspettavate ma non foste sorpresi. DICH – MOGLIA: no, non fummo sorpresi. Ovviamente prima che bussasse Suiscom che dovessimo preparare tutta la documentazione prima per l’odit di Siscom, una società ovviamente guarda bene che cosa c’è dentro e poi prepara tutto per fare loppa, quindi tutte le carte, i rapporti con la Consobo, non sapevamo che Suiscom era interessata a fastweb ovviamente. PM: senta, i suoi rapporti all’epoca, nel 2003, con Carlo Micheli che rapporti erano? DICH – MOGLIA: erano buoni, cordiali come li avevo con i partner, non di particolare confidenza, insomma io ero una prima linea, loro erano i partner. PM: senta, lei è a conoscenza dei rapporti che esistevano invece tra Carlo Micheli e Scaglia? Per quello che sapeva lei in azienda? Erano rapporti buoni, c’erano attriti, c’erano… DICH – MOGLIA: no, guardi i rapporti con Carlo Micheli e Scaglia mi sembravano buoni ma non sapevo molto di più, ad un certo punto si mormorava di rapporti meno buoni tra Franceso Micheli e Scaglia, ma insomma chiacchiere da corridoio. PM: non c’era nessun elemento particolare che potesse far pensare… DICH – MOGLIA: no, assolutamente nulla. PM: per il momento non ho altre domande. P: prego i difensori.

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AVV. OLIVA: avvocato Oliva difesa Votarelli. Senta, c’è un passaggio della sua deposizione che non ho compreso e le chiedo se può precisarlo. Lei ha detto che quando decideste di sospendere, anzi di interrompere il traffico, poneste in essere tre attività distinte. Mi può ripetere quali furono queste tre attività? DICH – MOGLIA: sì, la prima attività fu quella commerciale, quindi mi rivolsi a Casati che teneva i collegamenti commerciali con le parti perché comunicasse la nostra decisione. All’epoca ricordo che poi Casati mi disse che Diadem prima protestò e poi chiese di avere un’interruzione del traffico posticipata di qualche ora, stiamo parlando di 24 ore, 48 ore, proprio per portare il traffico su un altro operatore. Il secondo tipo di attività è un’attività che mi riguardava e cioè informare il consiglio di amministrazione e la terza attività cioè chiedere agli avvocati che ci seguivano all’epoca, di parlare con i Pubblici Ministeri che si occupavano del caso per chiedere se avevano bisogno di fare qualche tipo di accertamento se non volevamo che sembrasse la nostra chiusura una chiusura repentina e non desse modo… AVV. OLIVA: è proprio questa attività che mi interessa, quindi lei mi dice che attraverso i vostri avvocati, voi informaste i Pubblici Ministeri che se dovevano fare attività la facessero perché poi voi avreste interrotto il traffico, è così, ho capito bene? DICH – MOGLIA: sì, noi non potevamo intimare… AVV. OLIVA: non intimare, ma dire che comunque… DICH – MOGLIA: noi potevamo soltanto informare i Pubblici Ministeri che avremmo voluto chiudere, quindi se non c’era nessuna contrarietà a farlo… AVV. OLIVA: quindi se c’erano delle attività da fare di carattere…Voi avevate anche ipotizzato che attività avrebbe mai potuto fare la Procura, per cui vi premuravate di dare questo avviso preventivo? DICH – MOGLIA: beh, la cosa che ci venne in mente era ovviamente una intercettazione del traffico… AVV. OLIVA: grazie, non ho altre domande. P: altri controesami? AVV. URSINI: Avvocato Ursini, difesa Contin. Mi aggancio a questa sua ultima battuta perché ha fatto un gesto con la mano che nella trascrizione non viene. Dunque questa ipotesi, questa possibilità delle intercettazioni si era già posta nell’ambito della società? DICH – MOGLIA: sì, si era già posta perché quando ci fu la perquisizione nel novembre 2006 che era un accadimento straordinario per fastweb, mai successa una cosa del genere, ci ponemmo un tema ovviamente interno cioè di guardare se c’erano tutte le carte, cosa c’era nelle carte, l’odit, cosa c’era nel traffico ecc. ecc. e poi ovviamente, ci ponemmo un problema di collaborazione con l’Autorità inquirente.

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AVV. URSINI: quindi il fatto che non vi fosse stata alcuna attività di intercettazione era diventata una conferma del fatto dell’esistenza del traffico? DICH – MOGLIA: no, non posso dire questo, posso dire che ovviamente volevamo collaborare più velocemente possibile con l’Autorità Giudiziaria perché non volevamo rimanere in una spiacevole situazione in mezzo ad una indagine che dagli atti, dalla perquisizione era evidente che era una indagine particolare ecc. ecc., in cui noi ritenevamo di non essere in nessun modo parte, quindi ci interessava l’accertamento più rapido possibile, allora come poi nei mesi successivi. AVV. URSINI: appunto, partiamo da questo lasso temporale. Lei ha detto “c’è questo momento in cui cercate di capire”, c’è un odit che se ho capito bene, è tranquillizzante. Il traffico esiste, non vi sono anomalie tali da far sospettare. Lei ha detto ”leggiamo un articolo di Repubblica che ci muta il quadro”. DICH – MOGLIA: sì, il traffico esiste e vediamo che non è piatto. Lo vediamo pigliando dei periodi temporali ridotti per motivi di tempo, poi come sappiamo, le attività sono state svolte nel corso degli anni e hanno confermato quel tipo di indagine che allora facemmo a campione, insomma. Poi dopo l’abbiamo fatta negli anni successivi per tutto il periodo ovviamente. AVV. URSINI: però già allora a campione si visto il traffico, dai picchi, normali ecc. A questo proposito, leggete l’articolo di Repubblica e decidete di chiudere. Vi siete acquietati su questa odit diretta da Merzi o? DICH – MOGLIA: no, perché ovviamente era un odit interno e quindi chiedemmo anche di fare un odit esterno alla società di consulenza al KPNG, se non ricordo male, che fece un odit esterno e lo fece a cavallo dell’articolo di Repubblica. AVV. URSINI: e quale fu l’esito di questo odit? DICH – MOGLIA: che non c’erano anomalie tali da far pensare a… AVV. URSINI: senta, ieri il dottor Parisi ci ha detto che vi era un ulteriore esigenza di verifica, perché ovviamente la dichiarazione dei redditi non si fa, siamo se ho capito bene, a fine gennaio del 2007, la dichiarazione dei redditi si fa poi dopo l’estate. Ci ha parlato di ulteriori richieste, lei ricorda i pareri… DICH – MOGLIA: non c’è solo un tema di dichiarazione dei redditi ma c’è un tema anche di bilancio e proprio perché, invece il bilancio si fa in primavera, dovevamo sapere come scrivere queste poste in bilancio e quindi chiedemmo pareri sicuramente allo studio Maisto e credo a qualche altro professionista. AVV. URSINI: e come era questo…? DICH – MOGLIA: lo studio Misto analizzò il tema e concluse anch’esso che, guardando soprattutto alla giurisprudenza comunitaria sull’argomento non c’erano indici di anomalia tali

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da far pensare che ci fosse una qualsiasi non solo consapevolezza, ma una qualsiasi possibilità di comprensione di un illecito sul traffico. AVV. URSINI: senta, per chiudere questo tema di questa sequenza temporale dopo la perquisizione del 2006, ho capito bene che fino al momento della pubblicazione dell’articolo su Repubblica, per quanto è a sua conoscenza, all’interno della società, non vi era alcuna percezione del rischio di una frode fiscale congegnata, così come poi è stata… DICH – MOGLIA: no, posso aggiungere io che le frodi carosello le ho sentite dall’articolo di Repubblica. Non esistevano proprio le frodi carosello, non c’era mai stata nessuna idea che potesse essere in qualche modo dentro ad un tipo di attività di questo tipo. AVV. URSINI: a questo proposito, siccome lei appunto ha detto che già dal 2004 era andato a dirigere l’area legale, era a conoscenza in questa veste, perché magari venivate interessati dalle aree commerciali di quelli che erano i rischi tipici di questo business, del traffico telefonico e, segnatamente, il traffico telefonico a valore aggiunto? DICH – MOGLIA: sì, anzi lì all’interno dell’azienda avviene sempre che la parte legale e regolamentare su questi business pone paletti e soprattutto pone paletti che riguardano la possibilità di frodi nei confronti dei consumatori finali, di non chiarezza dell’offerta, oppure di insolvenza del content provider, cioè del fatto che fosse il content provider a prendersi i soldi del traffico e poi non riceverli o dal cliente o dall’altro operatore a monte. Quindi questo è tipico AVV. URSINI: e quali sono gli strumenti che venivano adottati per contenere questo tipo di rischi? DICH – MOGLIA: dunque, gli strumenti che venivano adottati erano molteplici, nel senso che, prima di tutto di seguire in maniera scrupolosa quanto era stato dettato in temi regolamentari su questo tipo di attività e successivamente, quello che dicevo prima, noi ci battemmo molto perché ci fosse sempre un pagamento a cascata, in modo da evitare che ci fossero pagamenti verso il content provider che non fossero poi supportati da pagamenti del cliente che aveva usufruito del servizio. AVV. URSINI: per cui questo poi fu recepito anche nelle offerte di riferimento del dominante, è corretto questo? Sono anche state esibite dal Tribunale. DICH – MOGLIA: fu a seguito di quella attività e quella discussione in sede Agicom che venne inserito… AVV. URSINI: senta, in ordine all’altro rischio di cui lei ha detto, le frodi nei confronti dei consumatori, ne ha parlato pure in ordine ai numeri premium. Quel tipo di frode è assimilabile alla frode fiscale di cui parliamo oggi? DICH – MOGLIA: no, sono frodi verso il cliente o verso l’operatore che fosse operatore… o operatore di transito e

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sono frodi tipiche di questo tipo di mercato. Noi ne abbiamo avuta un anno fa una ai nostri danni in cui dei clienti hanno comprato delle Sim di fastweb dando documenti fasulli e poi generando traffico verso un numero premium estero per centinaia di migliaia di euro insomma. AVV. URSINI: Quindi è corretto dire che quel tipo di frode non può comportare una frode Iva perché c’è sempre necessariamente dietro un consumatore che fisicamente dovrebbe pagare, oppure… DICH – MOGLIA: quello per forza di cose, i numeri premium si reggono sul fatto che un consumatore telefoni, gli venga addebitato in bolletta il pagamento e paghi. AVV. URSINI: senta, lei ricorda se lei o la sua funzione fosse stata interessata all’inizio di questo business particolare che era la connessione del traffico telefonico? DICH – MOGLIA: sì, del traffico telefonico ci fu chiesto un parere di tipo regolamentare appunto sulla fattibilità del business e fu risposto da una mia collaboratrice… AVV. URSINI: si ricorda come si chiama… DICH – MOGLIA:…(incomprensibile, voci sovrapposte) che il business era lecito e bisognava solo essere sicuri che i vari operatori avessero una licenza di telecomunicazioni essendo quella un’attività propria dei… AVV. URSINI: ma la licenza viene concessa al Ministero? DICH – MOGLIA: è una dichiarazione, in realtà si chiama licenza perché così era ma è un’autorizzazione nel senso che sostanzialmente si rende noto al Ministero l’inizio di un’attività, è un atto puramente formale, non c’è nessun tipo, non ci può essere proprio dal punto di vista giuridico, perché se non la commissione europea aprirebbe una infrazione nei confronti dello Stato italiano, è un’attività puramente liberalizzata e quindi è solo una dichiarazione di inizio di attività. AVV. URSINI: dunque, se ho capito bene, è stato chiesto il parere dell’area da lei diretta, questo vuol dire che comunque il commerciale o comunque proponesse un business, ovviamente poi coinvolgeva le altre aree interessate, non vi era un’attività svolta in assoluta autonomia, nel senso che comunque veniva richiesto il legale per i contratti, la sua area regolamentare, è corretto questo? DICH – MOGLIA:sì, in una azienda così avviene, insomma chi idèa un business e poi si pone, se se li pone, i problemi di compatibilità con altre funzioni aziendali e quindi lo porta a conoscenza, gli chiede pareri, nulla osta e quant’altro. AVV. URSINI: invece nello svolgimento, avendo riguardo allo svolgimento del traffico, intanto ieri ci ha detto che il Dottor Parisi e lei faceva parte del comitato direttivo di fastweb e ci ha spiegato che cosa è questo comitato direttivo. Lei vi ha fatto parte anche per tutto il 2006? DICH – MOGLIA: sì, sono nel comitato direttivo credo dal 2004.

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AVV. URSINI: allora intanto una prima domanda, lei ricorda, le ha chiesto prima il Pubblico Ministero, che questo traffico è stato interrotto a fine marzo del 2006. Ricorda se poi, successivamente, la primavera del 2006 si creò un problema di scostamento del realizzato rispetto al budget di previsione e di questo si parlò nel comitato direttivo? DICH – MOGLIA: sì, ricordo che si parlò nel comitato direttivo di questo come spesso avviene insomma, i comitati direttivi servono sostanzialmente a questo, cioè a vedere l’andamento dell’azienda e anche l’andamento dei numeri, quindi il fatturato, i numeri dei clienti e quant’altro e vedere gli eventuali scostamenti e poi in essi reazioni, eventualmente correttive se ci sono degli scostamenti a riguardo insomma. AVV. URSINI: ricorda in quella specifica occasione, dunque dopo la primavera del 2006 se nell’ambito di queste azioni correttiva una di questa fu quella proprio di cercare di incentivare il traffico telefonico e segnatamente questo traffico telefonico a valore aggiunto? DICH – MOGLIA: sì, ricordo che ci furono varie azioni, credo che ogni direttore aveva una propria azione di recupero e tra cui fu menzionata anche quella diciamo, non ricordo se del traffico telefonico o di servizi di transito. AVV. URSINI: ma era la prima volta che accadeva che fosse necessaria questa azione di recupero? DICH – MOGLIA: le azioni di recupero sono normali nelle aziende, cioè le aziende vivono così, vivono con dei budget e poi… AVV. URSINI: ed era la prima volta che questa azione di recupero veniva realizzata con il tentativo di incrementare il traffico telefonico delle connessioni? DICH – MOGLIA: diciamo che è un po’ lo strumento più semplice per una azienda perché il transito è regolato dal prezzo che un operatore fa pagare per consegnare il traffico da un operatore all’altro, quindi ovviamente basta abbassare il costo e aumentano i volumi insomma, è un atteggiamento abbastanza consueto insomma. AVV. URSINI: senta, in ambito di comitato direttivo è mai stato citato non il traffico telefonico in generale, proprio questa specifica operazione di cui lei prima ha parlato con il Pubblico Ministero fra Diadem e Iglob o Planetarium. E’ mai stata citata a qualsiasi titolo? DICH – MOGLIA: no. AVV. URSINI: nello specifico o oggetto di analisi? DICH – MOGLIA: no, ne sono venuto a conoscenza con l’odit poi dopo a novembre. AVV. URSINI: per cui ovviamente neanche in termini di anomalia? DICH – MOGLIA: no, io non conoscevo, devo dire, il nome… AVV. URSINI: no, glielo chiedo perché il dottor Parisi ci ha detto che il comitato direttivo era praticamente lo strumento

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con cui l’amministratore delegato si rapportava alle singole aree, ai top delle aree. Neanche in termini di volumi, cioè l’entità dei volumi, la percentuale, è mai stato segnalato, non in tema di anomalia, se è intanto è mai stato segnalato il fatto che questi volumi venivano definiti importanti, significativi. DICH – MOGLIA: a mia memoria no, però non… AVV. URSINI: senta, se abbiamo ben compreso, la remunerazione del top management della società era in parte con una retribuzione fissa e in parte variabile legata ai risultati. E’ corretto questo? DICH – MOGLIA: sì. AVV. URSINI: questi risultati tenevano conto di cosa principalmente, del fatturato o dei margini, che lei ricordi? DICH – MOGLIA: ricordo che generalmente in tutte le aziende si tiene conto di una pluralità di fattori, cioè il fatturato, il margine e più precisamente il free explò cioè viene reso disponibile anche dal punto di vista monetario. Poi ci sono degli obiettivi singoli ovviamente, i miei obiettivi che derivavano dal mio ruolo, altri ne avevano altri, insomma il comitato direttivo poi in genere, dal 2000, non so quando, aveva degli obiettivi uguali tutti. AVV. URSINI: io a quello volevo arrivare, il dottor Contini siede nel comitato direttivo come lei. Voi del comitato direttivo, dall’operazione traffico telefonico, avete avuto un vantaggio in termini di remunerazione o no? Cioè, questa operazione vi ha consentito di incassare più soldi? DICH – MOGLIA: questa è una cosa che ho verificato dopo perché mi è stata chiesta appunto nelle sommarie informazioni, Mi erano stati chiesti i premi di incentivazione e quant’altro… AVV. URSINI: lei intende quando è stato sentito dai Pubblici Ministeri? DICH – MOGLIA: sì. Non ricordavo né i piani, né i risultati di essi, poi tornando con il pensiero a quelli abbiamo provato a ricostruire come funzionavano e dal traffico telefonico noi non abbiamo avuto vantaggi, anzi se c’è un decremento perché appunto all’epoca i nostri obiettivi erano, a parte quello del free explò, quindi della cassa diciamo e quella operazione bruciava cassa. AVV. URSINI: dunque è corretto dire che se il fastweb non avesse posto in essere l’operazione traffico telefonico, i dirigenti del comitato direttivo avrebbero guadagnato di più quell’anno. DICH – MOGLIA: sì. AVV. URSINI: grazie, non ho altre domande. P: altri controesami? AVV. FIORELLA: Avvocato Fiorella per la difesa Scaglia. Senta, lei ha memoria delle verifiche che furono effettuate da Suiscom prima dell’acquisizione? DICH – MOGLIA: sì.

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AVV. FIORELLA: ci può dire qualcosa in proposito? DICH – MOGLIA: beh, furono approfondite come avviene in questi casi, quando uno compra una società, apre una data…(incomprensibile) e gli si porta tutta la documentazione possibile e immaginabile che abbia pertinenza con l’attività della società, anche perché chi vende poi ha una responsabilità diciamo completa sull’argomento e poi appunto ci sono i compratori che anche attraverso banche di affari o uffici legali esaminano la documentazione. AVV. FIORELLA: quindi lei conosce anche il tipo di documentazione a cui loro ebbero accesso? DICH – MOGLIA: sì, sì. AVV. FIORELLA: suppongo sia stata molto ampia, comunque piena disponibilità. DICH – MOGLIA: è stata molto ampia e poi furono fatte interviste con il top management da parte di Suiscom stessa per avere conoscenza anche diretta dalla voce del top manager quali erano le aree di forza e di criticità della società. AVV. FIORELLA: in rapporto alle operazioni di cui noi discutiamo, come quella del traffico telefonico, a che risultati condussero queste verifiche di Suiscom? DICH – MOGLIA: non c’erano elementi di preoccupazione per quanto riguarda la fastweb. AVV. FIORELLA: senta, ha notizie anche di verifiche che vennero riprese successivamente dopo il maggio, sempre da parte di Suiscom? DICH – MOGLIA: sì, è stato fatto un secondo odit, Suiscom è una società al 51% al governo elvetico, quindi quando ovviamente nel 2010… AVV. FIORELLA: io parlo del maggio 2007, maggio 2007. DICH – MOGLIA: nel maggio 2007 secondo me, furono fatte verifiche successive quando entrò nella compagine Suiscom, emise un pò più… e ovviamente iniziò anche… AVV. FIORELLA: ci furono nuove verifiche, ulteriori approfondimenti? DICH – MOGLIA: credo ma di questo non ho conoscenza. AVV. FIORELLA: grazie, non ho altre domande. P: prego, la difesa Zito. AVV. CARELLA: buongiorno, avvocato Carella, difesa Zito. Senta, tornando brevissimamente ai numero premium, lei ha riferito nel corso dell’esame da parte della Procura di aver parlato ai numeri premium con Contetto Marchio, esatto? DICH – MOGLIA: sì. AVV. FIORELLA: senta, in relazione ai numeri premium, lei si ricorda chi presentò in azienda il cliente Focarelli? DICH – MOGLIA: Focarelli io non lo conoscevo il nome, quindi non sapevo… AVV. FIORELLA: forse allora il cliente Cmc?

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DICH – MOGLIA: il cliente Cmc, ricordo appunto Tomacchi che a me, quindi poi non so aziendalmente ma sicuramente a me fu fatto da Tomacchio. AVV. FIORELLA: si ricorda anche quando avvenne l’introduzione del cliente Focarelli o Cmc? DICH – MOGLIA: credo nel 2001. AVV. FIORELLA: senta, lei ha riferito, in relazione a Fcz di aver appreso da Merzi che le perquisizioni a carico dell’Ingegner Zito riguardavano i rapporti tra Zito ed Fcz. Quindi lei non ha avuto percezione diretta di quali fossero i rapporti tra Zito e Fcz? Ne ha sentito parlare soltanto da Merzi, esatto? DICH – MOGLIA: sì. AVV. FIORELLA: senta, in relazione a questi fatti lei ha riferito che sostanzialmente l’azienda invitò Zito e dimettersi e che Zito, negando qualsiasi addebito, di fatto non intese dimettersi. Ma allora, a questo punto, fastweb non sentì l’esigenza di fare ulteriori approfondimenti per avere dei riscontri oggettivi in merito a quelle che erano state delle indicazioni da parte di Merzi, in relazione ai rapporti tra Zito ed Fcz? DICH – MOGLIA: credo che Merzi abbia fatto e che non avesse strumenti ulteriori per poter… AVV. FIORELLA: quindi dagli approfondimenti di Merzi non emersero degli elementi oggettivi che consentissero a fastweb di licenziare l’ingegner Zito, mi sembra di capire. DICH – MOGLIA: sì. AVV. FIORELLA: dopo i fatti, sa per quanti anni Zito è rimasto dipendente di fastweb? DICH – MOGLIA: fino al 2010. AVV. FIORELLA: quindi sono passati tre anni. DICH – MOGLIA: sì. AVV. FIORELLA: nel frattempo fastweb non ha sentito ulteriori esigenze di approfondire i legami tra Zito e altre società, in questo caso Fcz e altre attività al di fuori di fastweb, mi sembra di capire. DICH – MOGLIA: no, quelle attività per altro sono attività che piano piano sono chiuse. AVV. FIORELLA: senta, in relazione alla nomina del legale di fiducia, di cui si è parlato nel corso dell’esame, mi sa dire se per caso Zito fosse vincolato per contratto a farsi assistere da un legale di fiducia indicato dall’azienda? DICH – MOGLIA: assolutamente no, era liberissimo e a tutti i dipendenti e dirigenti io ho sempre detto che c’era una assoluta libertà di scelta, ci stupì, ma non più di questo. AVV. FIORELLA: senta, dal punto di vista temporale ci sa esattamente indicare il momento in cui Zito manifestò l’intenzione di farsi assistere da un legale di fiducia? Dal punto di vista temporale, ci sa indicare il momento in cui… DICH – MOGLIA: questo cambio?

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AVV. FIORELLA: il cambio, sì esatto. DICH – MOGLIA: no, mi ricordo che era precedente la perquisizione in azienda ma non ricordo francamente… AVV. FIORELLA: quindi lei sta dicendo che era precedente al maggio del 2007? DICH – MOGLIA: direi di sì. AVV. FIORELLA: e ne è sicuro? DICH – MOGLIA: no, la cosa che ricordo, adesso sono passati quattro anni, non è che, però io direi, non ne ho la certezza assoluta. AVV. FIORELLA: lei non si ricorda da chi era assistito l’ingegnere Zito quando ci fu la verifica a suo carico in fastweb, da quale legale di fiducia era assistito? DICH – MOGLIA: sì, credo che fosse il professor Corso e l’avvocato Russi. AVV. FIORELLA: e quando era quindi questa verifica? DICH – MOGLIA: credo maggio, anzi no io pensavo precedentemente. AVV. FIORELLA: no, nella verifica di maggio del 2007. DICH – MOGLIA: non me lo ricordo. AVV. FIORELLA: senta, che lei sappia, tra novembre 2006 e maggio 2007, Zito ha avuto necessità di farsi assistere da un legale per altri atti che dovevano svolgersi dinanzi all’autorità giudiziaria? DICH – MOGLIA: non lo ricordo. AVV. FIORELLA: quindi non sa neanche se in questi atti fu assistito da un legale dell’azienda o meno? DICH – MOGLIA: no. AVV. FIORELLA: non sa se Zito fu interrogato nel 2007? DICH – MOGLIA: per questa vicenda credo di sì. AVV. FIORELLA: e non sa da chi era assistito l’ingengere Zito? DICH – MOGLIA: credo all’epoca dai legali dell’azienda. AVV. FIORELLA: senta, un’ultima domanda in relazione a questi fatti. E’ possibile che l’indicazione di farsi assistere da un legale di fiducia venne proprio dalla società fastweb o, comunque, in particolare, da dipendenti della sua struttura? DICH – MOGLIA: no, non credo assolutamente, non da me sicuramente. AVV. FIORELLA: no perché non lo sa o perché… DICH – MOGLIA: no, perché ovviamente la società ha scelto dei legali, si fida di quei legali. AVV. FIORELLA: grazie, non ho altre domande. P: senta, un chiarimento da parte del Tribunale, quindi non fu Zito a dirle di aver fatto parte di questa società SCZ? DICH – MOGLIA: sì, sì, quando fu contestata questa società io gli dissi che questa società era una società riconducibile a lui o anche a lui e lui non negò la cosa, cercò di ridimensionare temporalmente dicendo che non ne faceva più parte.

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P: no, era per chiarire come stessero. AVV. CARELLA: Difesa Zito, in relazione a questa domanda del collegio soltanto un chiarimento: lei è sicuro che Zito le disse di aver costituito questa società e non le disse soltanto di essere amico di Fragomeli? DICH – MOGLIA: no, che c’era una partecipazione in tale società…(incomprensibile) AVV. CARELLA: se c’era una partecipazione fastweb l’avrebbe potuto accertare, lo ha mai accertato che ci fosse una partecipazione da parte di Zito un FCZ? DICH – MOGLIA: non ricordo Merzi cosa fece, francamente non lo so, ma insomma chiedendo dei colloqui tra me e Zito, non ricordo che ci fosse una negazione del fatto che Zito facesse parte di questa società. AVV. CARELLA: sì, però non c’è certezza sul fatto che Zito avesse una partecipazione societaria in FCZ, voi questo non lo avete riscontrato? PM: è una precisazione dell’avvocato, il teste deve riferire il colloquio, poi la certezza è una cosa… AVV: beh, Pubblico Ministero però… PM: il teste si sta riferendo ad un colloquio avvenuto con Zito e ha detto il contenuto del colloquio che è stato chiaro e netto. AVV. CARELLA: ma ha anche riferito di non ricordarsi esattamente e soprattutto di non aver un riscontro obiettivo sul fatto che Zito avesse una partecipazione societaria in FCZ o meno, mi sbaglio? DICH – MOGLIA: sicuramente non aveva un riscontro obiettivo. AVV, CARELLA: grazie. P: prego il Pubblico Ministero vuole concludere l’esame? Prego. PM: sì, una domanda era proprio questa, perché appunto parlando prima ho avuto l’impressione che si è negato l’addebito lei ha detto che nel colloquio che lei ha avuto con Zito, Zito ha negato l’addebito. Cioè, quale addebito avrebbe negato Zito? DICH – MOGLIA: no, ho detto che negò la necessità di dimettersi perché non riteneva che fosse rilevante, che ci fossero stati… PM: ma non negò la contestazioni che le fece lei sulla società? DICH – MOGLIA: sulla società non negò, non negò assolutamente. PM: senta, con Zito lei fece riferimento anche a Crudele, al fatto dell’acronimo, lei fece riferimento anche a… DICH – MOGLIA: sì. PM: quindi anche su questo non disse niente. DICH – MOGLIA: no, non ci fu. PM: un’ultima domanda, una precisazione: lei ha fatto riferimento poco fa al fatto che sul giornale si parlava di frode e quindi per la prima volta venivate a conoscenza. La

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perquisizione per quali reati era stata svolta? R icorda che c’erano anche operazioni inesistenti? DICH – MOGLIA: c’erano assolutamente operazioni inesistenti, infatti per quello noi andammo a vedere se c’era il traffico o no, proprio perché… PM: perché venivano contestate operazioni inesistenti. DICH – MOGLIA: assolutamente sì, ma non pensavamo a quel momento alla frode. PM: non ho altre domande. AVV. CARELLA: Presidente, mi scusi, sempre su questo argomento su cui la Procura ha effettuato questa domanda soltanto una domanda a chiarimento perché mi sembra un dato rilevante, se la consente. P: in relazione a che cosa? AVV. CARELLA: a Fcz. Allora, nel verbale di assunzioni di informazioni del 17 marzo 2010 lei riferisce: “è vero solo che Luca Merzi mi informò che aveva saputo che la società Fcz era riconducibile a Fragomeli, Crudeli e Zito. Io chiamai Zito e gli contestai la circostanza ed egli ammise che la società era stata da lui costituita insieme a Fragomeli e Crudele e mi spiegò che era una piccola società che faceva traffico verso paesi extracomunitari”. Allora vorrei sapere una cosa, ma lei quando afferma queste cose dice anche che Zito era titolare di una partecipazione in questa società, oppure no? Avete effettuato riscontri in ordine al fatto che Zito lo avesse costituita e che in qualche modo partecipasse al capitale della società oppure no? DICH – MOGLIA: no, non abbiamo fatto riscontro. P: lo aveva già detto avvocato. AVV. CARELLA: volevo soltanto chiarire anche perché sulla domanda della Procura di fatto si era interrotto a metà. P: grazie, può andare. A questo punto la Procura ha necessità di interrompere alle due, quindi proviamo a sentirne uno e conviene congedare gli altri tre. Allora, possiamo fare l’esame e poi entrambi vi dovete assentare? Sì, allora i tre testi di oggi verrebbero sentiti giovedì in buona sostanza. PM: e poi avevamo prospettato ieri la possibilità che giovedì sentissimo l’ufficiale di PG per la identificazione degli interlocutori delle conversazioni telefoniche trascritti. P: sì, però a questo punto diventa difficile conciliare, quindi conviene a questo punto per giovedì, riservare solo l’esame di questi testi che non è possibile sentire oggi. Quindi il teste Opg quando intende sentirlo Pubblico Ministero? PM: io avevo preventivato per giovedì, però… P: alla fine dell’udienza lo valutiamo. Facciamo accomodare l’altra teste. Prego può leggere la formula di impegno a dire la verità.

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ESAME DICHIARANTE ROSANGELA PETRAGLIA DICH – PETRAGLIA: (lettura della formula di impegno); ROSANGELA PETRAGLIA NATA A CARACAS IL 26/12/72 E RESIDENTE A ROMA, PIAZZA RE DI ROMA, 47. P: prego Pubblico Ministero può procedere all’esame. PM: sì, grazie. Senta, lei ci può dire quando è entrata in Telecom Italia spa e che incarico ha ricoperto e se ancora lavora per Telecom Italia. DICH – PETRAGLIA: sì, sono entrata nei primi mesi del 2003, l’azienda era nata il primo di gennaio del 2003, io sono entrata a febbraio marzo con il ruolo di responsabile del personale, ruolo che ricopro tuttora. PM: lei in precedenza aveva lavorato sempre per società del gruppo o in altre aziende? DICH – PETRAGLIA: no, sempre all’interno del gruppo Telecom Italia nata come Italcable, poi direzione internazione, poi Corpore… PM: quindi lei era all’interno del gruppo. DICH – PETRAGLIA: sì. PM: senta dottoressa, lei ha mai sentito parlare della società Acumen? DICH – PETRAGLIA: certo. PM: ci può dire quando ne ha sentito parlare, in che circostanze. DICH – PETRAGLIA: guardi, la prima volta in assoluto non me lo ricordo, però mi ricordo che nelle riunioni di business o dei comitati di reporting, quando le strutture commerciali presentavano l’andamento del traffico voce, veniva indicato come uno dei principali clienti, almeno negli anni 2005, 2006 e successivamente. PM: ci può dire intanto, lei ha fatto riferimento a queste riunioni di reporting, ce le può descrivere, quando avvenivano, tra chi avvenivano e di che cosa si parlava. DICH – PETRAGLIA: erano riunioni generalmente mensili e coinvolgevano tutta la prima linea dell’azienda, circa una ventina di persone, ognuno per il proprio ruolo. Nei giorni precedenti le strutture inviavano all’assistente dell’amministratore delegato i documenti che venivano estratti dai dati aziendali e si presentavano i costi, l’andamento dei ricavi, l’andamento della qualità della rete, l’andamento dei guasti con i clienti e ognuno per la sua parte di competenza. Era un documento molto grosso che veniva poi analizzato e discusso nell’ambito di queste riunioni a cui partecipavano appunto una ventina di persone. PM: da chi era diretta questa riunioni, chi la presiedeva?

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DICH – PETRAGLIA: diciamo che era il dottor Mazzitelli, l’amministratore delegato e la struttura che coordinava l’intero documento era quella dell’assistente, dell’amministratore delegato e del responsabile dell’amministrazione e controllo da cui venivano estratto i numeri. PM: senta, lei ha fatto riferimento, ha detto che Acumen, ne ha sentito parlare in queste riunioni di reporting, come uno dei principali clienti, ci può dettagliare meglio su questo punto? Cioè, lei ha mai sentito parlare prima di Acumen, era un cliente storico della società di Telecom Italia? Aveva mai sentito parlare prima di questo business, di questa operazione? DICH – PETRAGLIA: dunque di Acumen probabilmente no, ma dei servizi premium, di questa linea di business che si faceva già in Telecom Italia che poi si è fatta in Sparcool e che si faceva anche nella nostra società sanmarinese. Un traffico raggiunto… PM: lei è in grado di dire che tipo di traffico, che tipo di contratto c’era in questa cosa specifico, è la gestione di numero premium in generale o era un contratto avente un contenuto specifico? Lei che tipo di contratto aveva Telecom Italia Sparcool con Acumen? DICH – PETRAGLIA: io so che ogni cliente aveva il suo contratto, ogni singolo contratto prima che venisse firmato dall’amministratore delegato passava attraverso una serie di filtri, di funzioni aziendali. C’era e c’è tuttora un’opposita procedura per mettere in grado l’amministratore delegato di firmare con consapevolezza, appone il visto, la parte legale, la parte regolatoria, la parte del controllo di gestione, l’amministrazione, oltre alla struttura proponente. C’è un modulo che viene compilato in ogni sua parte e vistato dai responsabili delle funzioni e quindi questo è come dire, propedeutico alla firma di un contratto. Poi, ogni contratto ha le sue caratteristiche in funzione dei volumi, dei prezzi. PM: io volevo sapere che tipo di prestazione che era oggetto dell’attività di Telecom Italia Sparcool, sa che cosa trattava questo contratto, che tipo di prestazioni forniva la società? Era un contratto di interconnessione telefonica, ha sentito parlare di interconnessione telefonica? Lei sapeva che questo era un contratto di interconnessione telefonica? DICH – PETRAGLIA: penso di sì, erano tutti contratti di interconnessione telefonica, noi vendiamo o voce o dati o mobile, non è che possiamo fare altre cose. PM: sì, sicuramente, io sto dicendo se lei sapeva prima di Acumen se il contratto di Acumen era un contratto uguale a quello di…aveva particolarità rispetto agli altri contratti che lei… DICH – PETRAGLIA: no, no. PM: ha mai sentito parlare di instradamento rigido?

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DICH – PETRAGLIA: ne ho sentito parlare dopo i fatti del 2010, certo. PM: prima ne aveva sentito parlar di instradamento rigido? DICH – PETRAGLIA: no. PM: lei ricorda se l’instradamento rigido era una caratteristica dei contratti di Telecom Italia Sparcool? DICH – PETRAGLIA: guardi, io faccio…del personale, non… PM: quindi non è in grado di rispondere. DICH – PETRAGLIA: però non è stato neanche mai sottolineato che fosse diverso dagli altri, non ne ho mai sentito parlare in termini anomali. PM: senta, ma Acumen era uno dei principali clienti o era il cliente principale per quel settore? DICH – PETRAGLIA: non me lo ricordo con precisione ma credo fosse uno dei principali clienti, insieme con Cuba erano i clienti più importanti. PM: lei il 10 giugno 2010, sentita in Procura ha detto: “ricordo che il settore commerciale presentava i suoi dati e Acumen da quando è comparsa nei report, era sempre quello del cliente principale e dà più alta marginalità dell’azienda.” Si ricorda questa dichiarazione? DICH – PETRAGLIA: è probabile che lo abbia detto così, me lo ricordavo in maniera più sfumata, di sicuro era il primo e il secondo cliente in quegli anni. PM: senta, lei ha sentito in questa sede di riunioni di reporting dei dubbi o perplessità sul cliente Acumen? DICH – PETRAGLIA: mai. PM: senta, lei ricorda una vicenda interna alla società in cui si sollevavano dubbi sul cliente Acumen? Si ricorda una mail di Danesi? DICH – PETRAGLIA: sì, assolutamente sì. PM: ci può dire che cosa è successo? DICH – PETRAGLIA: praticamente in Sparcool ma anche in Telecom Italia inviare missive anonime è all’ordine del giorno e noi in quegli anni ne ricevavamo tante e tuttora. Quelle che coinvolgevano persone con dei nomi, noi le mandavamo all’interna dell’odit per fare delle verifiche e in questo caso specifico, siccome non si parlava di persone, mi ricordo che andai dall’Ingegner Danesi, un po’ arrabbiato con lui perché ritengo che le lettere anonime se vengono trascritte è un modo per propagarle ulteriormente e gli chiesi pure “ma poi che hanno da dire su Acume?” E mi ricordo che disse “mah, dicono questa cosa che si faccia traffico pornografico”. Poi da lì a qualche settimana ci fu la Guardia di Finanza, poi l’odit e quindi non ci ho pensato più. PM: quindi se ho capito bene Danesi aveva trascritto questo volantino anonimo che faceva riferimento ad Acumen. DICH – PETRAGLIA: sì, il volantino diceva una serie di cose, “si taroccano i risultati” e poi finiva dicendo: “e poi sapete che cosa fa Acumen?” E io chiesi ad Arturo, dico “perché

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dicono questa cosa?” “Perché si dice che faccia traffico pornografico”. PM: senta, lei conosce l’Ingegner Ciccarella? DICH – PETRAGLIA: certo. PM: chi è l’ingegner Ciccarella? DICH – PETRAGLIA: l’ingegner Ciccarella è una persona che lavora in Telecom da tanti anni, che stava alla direzione internazionale che poi è diventata Sparcool prima di me, prima di diverse persone di noi, che è stato responsabile della rete internazione e che poi dal primo di novembre del 2009 è rientrato in Telecom Italia Gruppo della Spa. PM: i rapporti tra Ciccarella e Mazzitelli sa come erano, erano buoni, erano tesi? DICH – PETRAGLIA: dunque, la nostra azienda era molto vivace, infatti nei comitati di reporting si discuteva con molta democrazione, sia degli orientamenti strategici dell’azienda, sia degli investimenti e ovviamente le persone più autorevoli che erano il dottor Baldizzone, l’Ingegner Ciccarella e l’Ingegner Danese avevano un peso importante in azienda e c’erano divergenze strategiche e sicuramente l’Ingegner Ciccarella era capo di un pezzo molto importante dell’azienda perché in quegli anni su 880 persone circa 500 dipendevano direttamente da lui, quindi era molto autorevole e influente e secondo l’amministratore delegato, ma opinione che in quel momento sembrava di comune sentire, era che non fosse sufficientemente veloce nel rivedere i processi organizzativi in maniera da rendere più leggeri i costi di rete per diventare competitivi sul mercato esterno. Quindi divergenze di natura strategica. PM: senta, lei ricorda l’odit che ha avuto ad oggetto la società, lei ha detto dopo l’intervento della Guardia di Finanza, se ho capito bene, c’è stata l’odit interna. DICH – PETRAGLIA: sì, i primissimi mesi del 2007. PM: questo odit che aveva ad oggetto? DICH – PETRAGLIA: il cliente Acumen. PM: senta, lei ricorda se ci sono state delle discussioni collegate a questa odit tra Ciccarelli e Mazzitelli? DICH – PETRAGLIA: no, io non ho mai sentito parlare Ciccarella e Mazzitella neanche nei colloqui individuali che abbiamo avuto anche piuttosto ferrati. Mai in nessuna occasione di questa storia, di questo cliente, di questa vicenda, mai. PM: senta, allora io le devo contestare, forse è stato verbalizzato male, lei il 10 giugno 2010 dice, la domanda sempre su Acumen: “in ogni caso io non ricordo che in sede di comitato di reporting, si sia accennato a dubbio o perplessità sulla operazione in sè, anche se ricordo che dopo l’Odit interna…”, quindi fa riferimento all’Odit di Acumen… DICH – PETRAGLIA: dopo in particolare l’articolo dell’Espresso del 2007, mi ricordo di aver detto alla dottoressa…

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PM: però io le leggo quello che ha dichiarato lei: “…anche se ricordo che dopo l’Odit interna, ho assistito a delle discussioni tra Mazzitelli e l’Ingegner Ciccarella, in cui i rapporti tra Mazzitelli e Ciccarella erano piuttosto tesi”. Però lei aggiunge dopo, “…ma neanche in quelle discussioni, alcune delle quali molto accese, è mai venuto fuori neanche come accenno il problema Acume”. DICH – PETRAGLIA: è quello che ho detto adesso. PM: però dico, lei lo collega però a questa Odit interna? DICH – PETRAGLIA: no, assolutamente. PM: quindi era soltanto un dato temporale? DICH – PETRAGLIA: assolutamente. PM: quindi era solamente un dato temporale. DICH – PETRAGLIA: sì, io ho fatto riferimento esplicito al fatto, quando la dottoressa o il Dottor Di Leo mi hanno chiesto se avessi mai parlato con Ciccarella di questa cosa, ho detto distintamente di averne parlato con lui dopo l’articolo dell’Espresso di fine 2007, andavamo al bar vicino all’ufficio e lui continuava a dire: “eh, l’avevo detto, l’avevo detto…” Io mi arrabbiai, perché quelli che dicono sempre dopo le cose non mi piacciono molto. PM: ma “lo avevo detto” parlando di che cosa? DICH – PETRAGLIA: era uscito sui giornali di questa… PM: ah, di questa vicenda qua di Acumen… DICH – PETRAGLIA: assolutamente e parlando in quel momento di questa cosa, mi è stato chiesto se c’erano state discussioni tra i due, io ho detto che sì, c’erano state e poi sono culminate nel 2009 con l’uscita di entrambi dalla società, ma in nessuna di quelle occasioni si è mai parlato di questo cliente, sempre per altri motivi, il cavo in Egitto piuttosto che gli investimenti di rete, piuttosto che altre cose, ma mai questa cosa. PM: e quindi invece Ciccarella diceva a lei, andando al bar, le diceva, in relazione a questo articolo, lo avevo detto… DICH – PETRAGLIA: guardi, era uscito un articolo sul giornale e tutta l’azienda non parlava d’altro e quindi commentava pure con me: “eh, io però lo avevo detto, lo avevo detto…” al secondo o terzo lo avevo detto… PM: ma non faceva riferimento lo avevo detto a chi, che cosa… DICH – PETRAGLIA: no. PM. lei non ha approfondito questo discorso? DICH – PETRAGLIA: no. PM: senta, lei ha mai sentito parlare delle modalità di pagamento, delle procedure di pagamento che erano in vigore nella società e in riferimento a questa operazione con Acumen e le altre società estere? DICH – PETRAGLIA: il pagamento degli NBO? PM: le procedure di pagamento di liquidazione dell’Iva. DICH – PETRAGLIA: no.

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PM: volevo dirle io se lei è a conoscenza di modifica di queste procedure che c’erano all’interno della società rispetto al cliente, alla operazione Acumen. DICH – PETRAGLIA: cioè, se le normali procedure venivano modificate per gestire questo cliente? No, non mi risulta, non credo. La procedura di validazione del cliente è stata applicata come previsto, quella per la gestione dei contratti pure. PM: per quello di cui lei è a conoscenza, Telecom era un soggetto che pagava velocemente, i pagamenti erano… DICH – PETRAGLIA: su questo c’era una bella dialettica, perché Mazzitelli voleva che l’azienda non avesse fama di cattivo pagatore e insisteva sempre perché l’azienda pagasse in tempo e che fosse appunto una azienda efficiente da quel punto di vista. PM: che significa che non avesse fama di cattivo pagatore, perché aveva fama di cattivo pagatore l’azienda? DICH – PETRAGLIA: perché negli anni in cui era nata, siccome i processi non erano rodatissimi, capitava di andare in contesti internazionali ed incontrare clienti che magari lamentavano fatture insolute o incagliate. E quindi lui su questo si arrabbiava perché non voleva che l’azienda non pagasse nei tempi previsti. PM: senta, lei ha mai parlato, dopo l’accertamento della Guardia di Finanza, dopo quell’articolo del giornale, ha mai parlato con Mazzitelli di questa vicenda? DICH – PETRAGLIA: credo lei faccia riferimento ad un punto che io ho citato l’ultima… PM: ritorni lei se ricorda qualche cosa. DICH – PETRAGLIA: sì, nel 2008, è stato credo un momento di sfogo anche col senno di poi, in cui ha detto, certo, dopo aver visto l’Odit e i profili di traffico dell’Odit, forse avrei fatto bene a cacciare tutti, Ciccarella, Comito, Baldizzone, perché avrebbero dovuto controllare meglio. Ma io lo ho preso proprio come uno sfogo… PM: questo è avvenuto successivamente a questa indicazione. Ma lei ha detto che comunque nei reporting a cui faceva riferimento, Mazzitelli era presente? DICH – PETRAGLIA: certo. PM: quindi lui era a conoscenza dell’esistenza di questo cliente, dei volumi… DICH – PETRAGLIA: certo. PM: e si trattava del cliente principale di quel settore? DICH – PETRAGLIA: sì, certo. PM: quindi, si parlava di questo cliente all’interno dei reporting? DICH – PETRAGLIA: ma guardi, se ne parlava all’interno dei reporting e se ne parlava in Telecom Italia, perché poi una sintesi del reporting ma con l’evidenziazione di tutti i business principali, compreso il premium, veniva discusso

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nelle business rew you in Telecom Italia con l’amministratore delegato e le altre funzioni di controllo di Telecom Italia. PM: lei ha mai sentito parlare della società I Globe? DICH – PETRAGLIA: sì, ne ho sentito parlare nel 2010, più o meno. PM: prima nei comitati di reporting non si sentiva parlare, non era un… DICH – PETRAGLIA: era un fornitore credo. PM: in questi comitati di reporting non si parlava di I Globe, non si ricorda che si parlasse di I Globe? Ha mai sentito parlare di Planetarium, della società Planetarium? DICH – PETRAGLIA: sì, ne ho sentito parlare… PM: a parte nel 2010 dopo l’operazione… DICH – PETRAGLIA: è difficile separare il momento esatto in cui si è sentito parlare di alcuni clienti. Comunque sì, ne sentivo parlare senza alcuna accezione particolare. E forse I Globe era anche nella classifica dei fornitori, nella parte alta dei fornitori. PM: come i più… DICH – PETRAGLIA: come importante. PM: Planetarium se lo ricorda? Non se lo ricorda. PM - PASSANITI: senta dottoressa, si ricorda come venivano determinati gli obiettivi per il personale? DICH – PETRAGLIA: noi siamo all’interno di un gruppo che ha una governans molto forte. Quindi, sugli obiettivi dei capi azienda e in questo caso faceva anche parte dell’organico di Telecom Italia il Dottore Mazzitelli, gli obiettivi venivano stabiliti a livello di gruppo in funzione dei budget aziendali presentati. La struttura dell’NBO prevedeva e prevede tuttora un 40 per cento di bonus su obiettivi di gruppo Telecom Italia, un obiettivo specifico diciamo di azienda e altri obiettivi più individuali. In quegli anni, il 40 per cento della scheda del Dottor Mazzitelli era su obiettivi Telecom, mentre quelli della prima linea, se non ricordo male, era il 35 per cento obiettivi di gruppo e il resto obiettivi specifici. Anche gli obiettivi della scheda del capo azienda venivano stabiliti a livello di Telecom Italia e in funzione poi di quella noi distribuivamo gli obiettivi alla squadra di primo e secondo livello. PM: ma c’era una incidenza nella determinazione degli obiettivi di Telecom Italia che condizionava e in che misura se condizionava anche Spar Call? DICH – PETRAGLIA: beh, come dicevo, ogni scheda, nel caso del capo azienda, il 40 per cento dell’importo del premio era legato ad obiettivi proprio della s.p.a. Telecom Italia. In alcuni anni c’era la soddisfazione del cliente piuttosto che la Ibiza, in altri anni c’era il tasso Marker o quant’altro. Quindi, una quota parte del premio era vincolata esclusivamente ad obiettivi di gruppo Telecom e nella parte sotto c’erano obiettivi che andavano dai ricavi lordi

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piuttosto che dall’Ebit di azienda, quindi obiettivi che andavano sia sul fatturato che sulla marginalità della singola azienda. PM: senta, come nasce Spar Call? DICH – PETRAGLIA: nasce intanto dalle ceneri di quella che una volta era già una azienda che era Italcable che faceva i collegamenti internazionali. Per alcuni anni, dopo il riassetto Telecom, Iritel e Sip e Italcable c’è stata una mega fusione e questa compagine di business stava all’interno di una divisione internazionale che poi, nel corso del 2002, in concomitanza col fatto che un’altra azienda del gruppo, TMI International aveva accumulato molte perdite fiscali, si decise di fare, Telecom decise di fare una incorporazione in questa TMI International di questo pezzo di azienda Telecom che si chiamava Divisione Internazionale. E quindi, il 31 dicembre del 2012 nacque Telecom Italia Spar Call, con tutti gli asset e le risorse e della TMI Internationale e della Divisione Internazionale Ulsale che stava all’interno di Telecom. PM: senta, che cos’è l’Eap, sistema di elaborazione dati chiamato Eap? DICH – PETRAGLIA: è uno degli enne sistemi informativi che o le divisioni di Telecom o le aziende devono alimentare con i dati di fatturato, di clienti, di costo, su tutte le singole direttrici del conto economico dell’azienda e che vengono centralizzate e canalizzate in Telecom Italia s.p.a. che quindi controlla, certifica ulteriormente e ha sotto controllo l’andamento direi giornaliero di tutti i dati di tutte le aziende che compongono il gruppo. Vengono alimentati dalle strutture di amministrazione e controllo delle singole società. PM: senta, lei conosce ovviamente Comito e Catanzariti? DICH – PETRAGLIA: certo. PM: chi sono, che incarichi ricoprivano? DICH – PETRAGLIA: allora, l’Ingegner Comito lo conosco da più di venti anni, perchè lui ha cominciato la sua carriera in Teleo, poi venne in Italcable e poi nella Direzione Internazionale e quindi 3lo conosco molto bene, stava pure sul mio corridoio in azienda. L’ingegner Catanzariti pure era un ex Telecom Italia che è uscito per qualche anno dall’azienda e poi è stato riassunto a fine 2002, lo conoscevo meno, ma lo conoscevo bene, abbastanza insomma. PM: che compiti avevano? DICH – PETRAGLIA: Comito negli ultimi anni era il responsabile della Region Europa che si componeva di alcune aree, una di queste era l’area Italia di cui era invece responsabile Catanzariti. PM: ai comitati reporting chi partecipava? DICH – PETRAGLIA: partecipava l’Ingegner Comito e spesso la sua responsabile del marketing diografico, perché era la

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persona che assemblava i numeri all’interno della Region. SE c’erano poi tematiche specifiche, ogni capo poteva portare un suo collaboratore. PM: in generale? Chi curava i clienti in generale e in particolare il cliente Acumen, da chi era seguito? DICH – PETRAGLIA: guardi, Acumen era un cliente che ricadeva nell’ambito della Region Europa, quindi dal punto di vista commerciale del contatto con il cliente era Catanzariti, Comito, Maga, c’era un gruppo di persone. Poi, in azienda ovviamente ogni cliente è curato per la parte amministrativa, dell’amministrazione, la parte legale, la parte rete, provigioning, insomma, nell’ambito di tutte le funzioni aziendali per quanto di competenza. PM: senta, c’era attenzione, come dire, particolare sul tema della solvibilità dei clienti? DICH – PETRAGLIA: sì. PM: quali erano i temi sui quali in queste riunioni mensili si insisteva particolarmente? DICH – PETRAGLIA: guardi, sulla solvibilità dei clienti in particolare c’era un comitato crediti dove si andavano ad analizzare le principali situazioni di credito incagliato. Ma la nostra procedura per esempio di validazione clienti poneva molta attenzione proprio a che l’azienda con cui si entrava in contatto, desse elementi di solvibilità e di stabilità nel tempo, perché il problema di cui in quegli anni ci si preoccupava molto era la solvibilità. Nessuno, almeno in quegli anni, aveva mai pensato a possibili frodi o altre cose. PM: nessun’altra domanda. P: ci sono domande in controesame? L’Avvocato Giaquinto per… AVV. GIAQUINTO: …l’Ingegner Catanzariti. Dottoressa, le volevo solo chiedere questo: lei ha parlato dei comitati di reporting mensili. Lei vi partecipava a questi reporting mensili? DICH – PETRAGLIA: sì. AVV. GIAQUINTO: ecco, le volevo chiedere, si ricorda se anche l’Ingegnere Ciccarella ha partecipato a questi reporting mensili? DICH – PETRAGLIA: certo. AVV. GIAQUINTO: partecipava sempre? DICH – PETRAGLIA: sempre. AVV. GIAQUINTO: sempre? DICH – PETRAGLIA: sì, sì, era il capo della rete, era una delle posizioni più importanti, più autorevoli. AVV. GIAQUINTO: quindi, diciamo, Ciccarella partecipava in una posizione primaria in questi reporting? DICH – PETRAGLIA: era tutta la prima linea, quindi c’era tutta la squadra, però sicuramente noi vendiamo capacità e traffico e quindi il capo della rete è fondamentale, certo. AVV. GIAQUINTO: è fondamentale. Ricorda anche qualche altro nome di team manager che partecipavano a questi reporting?

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DICH – PETRAGLIA: tutta la prima linea di quel momento, dall’Avvocato D’Ovidio, del legale, all’Ingegner Comito, al Dott. Armato che era il capo della Region Sud America, al Dottor Baldizzone che era il capo di amministrazione e controllo, tutto l’organigramma di primo livello. AVV. GIAQUINTO: benissimo. Ricorda se in relazione al traffico telefonico Acumen si sia mai parlato nel corso di questi reporting? DICH – PETRAGLIA: lo ripeto, c’era proprio il capitolo sui clienti e si andava magari anche velocemente, ma si vedeva che in quegli anni, in alcuni anni, in alcuni mesi era sicuramente il primo tra i clienti. Però, non c’è mai stato un accenno problematico… AVV. GIAQUINTO: scusi dottoressa, volevo chiederle, si è parlato quindi di questo traffico telefonico Acumen? DICH – PETRAGLIA: sì, certo. AVV. GIAQUINTO: qualcuno ha mai espresso dubbi o perplessità sulla operazione in sé nell’ambito di questi comitati di reporting? DICH – PETRAGLIA: mai, perlomeno, credo di non averne perso mai uno di questi, mai. AVV. GIAQUINTO: quindi neanche l’Ingegner Ciccarella ha mai sollevato dubbi in relazione a questa operazione? DICH – PETRAGLIA: no. AVV. GIAQUINTO: mai. Senta, chi fissava gli obiettivi del piano incentivazione dell’area manager? DICH – PETRAGLIA: allora, l’NBO era il meccanismo di cui abbiamo parlato prima. Sugli incentivi invece di vendita, praticamente, una volta che l’azienda aveva deciso il proprio budget di vendita, tanto per i fidati, tanto per la voce e tanto per altri servizi, la struttura del marketing centrale regionalizzava l’unica cifra che veniva data all’inizio e la suddivideva nelle quattro, cinque Region che c’erano all’epoca e dava tanto all’Europa, tanto all’America… AVV. GIAQUINTO: si ricorda chi era, chi, nella persona di chi? DICH – PETRAGLIA: la struttura dell’Ingegner Danesi. E poi, nell’ambito della Region, il capo della Region insieme con il marketing geografico attribuiva il singolo venditore, la singola quota. AVV. GIAQUINTO: benissimo. L’Ingegner Catanzariti ha mai avuto un ruolo nella fissazione degli obiettivi del calo incentivi, che lei sappia? DICH – PETRAGLIA: non credo, perché non è che ci fosse tantissima dialettica, l’obiettivo veniva dato un po’ top down. Poi, certo, col proprio capo si può ragionare quanto è fattibile, non è fattibile, ci sono sforzi, si può provare a negoziare un minimo, però chiaramente l’obiettivo veniva calato. AVV. CIAQUINTO: diciamo, veniva fissato più in alto? DICH – PETRAGLIA: sì.

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AVV. GIAQUINTO: lui prendeva in NBO o incentivi di vendita, l’Ingegner Catanzariti? DICH – PETRAGLIA: gli incentivi di vendita. AVV. GIAQUINTO: questi incentivi di vendita erano condivisi anche con gli altri funzionari dello stesso settore, per esempio con la Dottoressa Sechi o con la Dottoressa Maga? DICH – PETRAGLIA: lui era all’area manager, le persone di cui parla lei sono i carrier manager, i singoli venditori e generalmente l’area manager riceve un numero che è un po’ più della somma di quello che ricevono poi i singoli venditori. Quindi poi, Catanzariti per i suoi venditori, distribuiva sotto, sempre con il supporto della struttura di marketing geografico, gli obiettivi venditore per venditore. Quindi, dalla Region, all’area manager, al singolo venditore. AVV. GIAQUINTO: Va bene, grazie, non ho altre domande. P: altre domande? AVV: ci sarei anch’io per la difesa Mazzitelli, però non sarò brevissimo. Non so se l’orario delle due è tassativo, perché io non sarò brevissimo. P: il che significa all’incirca? AVV: Presidente, ha dato tutti i flash rispetto alle domande fatte dai Pubblici Ministeri, io dovrei approfondire ogni singolo passaggio, dai comitati reporting a finire con i controlli fiscali e il meccanismo dell’Audit, la partecipazione all’Audit e via dicendo. P: quindi, non è cosa da dieci minuti insomma. AVV: non è cosa da dieci minuti. Quindi, mi dispiace per la dottoressa ma deve ritornare. P: sì, dovrà tornare… AVV: io posso anche iniziare, non è un problema. P: no, ma francamente è sicuramente preferibile che ritorni appunto e lei inizi il controesame ex novo. Quindi, ci aggiorniamo, a questo punto, per l’udienza di giovedì 28/07/2011, ore 09:30, grazie dottoressa. Piuttosto, ufficiale giudiziario, sono già avvertiti gli altri tre testi? Allora, rimaniamo sin d’ora che per l’ufficiale di P.G. se ne parlerà dopo le ferie estive. AVV: però, io faccio presente che questi testi sono anche nella mia lista testi. Quindi, al di là dell’esame del Pubblico Ministero, io ho dei temi tutti miei che prescindono da quelli dei Pubblici Ministeri. Però, ovviamente, lo faccio in questo unico contesto, perché non ha senso farli ritornare quando è il turno mio. P: ho capito. Va bene, allora si rinvia all’udienza del 28/07/2011.

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Il presente verbale, redatto a cura di ART.CO. COOP. SOC., è composto da n° 44 PAGINE per un totale di caratteri (spazi inclusi): n. 101430

L'ausiliario tecnico: Sig.ra Emma RECCHIA Il redattore: Sig.ra Franca FRASCELLA

Firma del redattore

Firmato digitalmente da FRANCA FRASCELLA ND: cn=FRANCA FRASCELLA, o, ___________________ ou, email=francafrascella@live.it, c=IT Motivo: Sono l'autore di questo documento Data: 2011.08.04 13:10:44 +02'00'

FRANCA FRASCELLA

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