PrimaVera Gioia NOV 2012 - N.04

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_Novembre 2012.

La grotta dei coralli

IMU

La cittĂ cresce

Cinema al femminile

Pubblicazione mensile d’informazione indipendente |free press

alla scoperta di Gioia ipogea

Questione di numeri.

Chi Tace, acconsente.

Intervista a Letizia Lamartire.


Direttore responsabile ed editoriale: Maria Cristina De Carlo Caporedattore: Maria Marmontelli Progetto grafico: Giuseppe Resta Pubblicità: info: 3489157655 | 3293646844 | 3889338124 Redazione: GiuseppeAquilino MariaCastellano PierlucaCapurso LyubaCentrone MarioD’Alessandro AlessandroDeRosa EmanueleDonvito EnricoFebbraro GianniGalasso VanniLaGuardia FilippoLinzalata AntonioLosito MariaMarmontelli GianlucaMartucci RosarioMilano MarcoOrfino PasqualeParadiso GiuseppePugliese GiuseppeResta RobertaRizzi. Stampa: PressUp | Via LaSpezia, Ladispoli | Roma Editore: Associazione La PrimaVera Gioia | via Pio XXII 6 Gioia del Colle | Bari Sede Via De Deo 14, Gioia del Colle | Bari ©PrimaVera Gioia, 2012 Tutti i diritti sono riservati testata iscritta presso i Registri del Tribunale di Bari al Ruolo Generale 1505/2012 e al Registro di Stampa al n. 23

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INDICE 3 Ouverture 4

La grotta dei coralli

8 IMU

Ouverture TAGLI E FORMAZIONE

9

Puglia sociale

10

La città cresce, cresce, cresce

12

Artigianato e futuro

14

PDi nuovo

16

Nuove imprese

17

Un’oasi di rumore

19

Cinema al femminile

21 Brevi 23

Tra il Paradiso e Ilona

Scuola nel mirino. Meno fondi all’istruzione

Maria Cristina De Carlo / Direttore

FB/ MariaCristina.DeCarlo

C

hi non conosce la scuola pubblica, chi non ha mai provato a seguire lezioni in classi superaffollate, non dovrebbe giudicare il lavoro degli insegnanti. Come in molte città italiane, anche a Gioia del Colle si sono svolte manifestazioni di protesta contro la Legge di Stabilità varata dal Governo Monti. Nello specifico di suddetta legge, i risparmi che il Governo è costretto a fare per non portare il Paese in bancarotta, prevedono un taglio alle supplenze nelle scuole, facendo lavorare gli insegnanti 6 ore in più a settimana. I professori passerebbero da 18 ore di insegnamento settimanali a 24, senza avere, però, un aumento. Inoltre, con la Legge di Stabilità, su oltre 25 mila cattedre, penderebbe la spada di Damocle: bisogna risparmiare circa 1 milione di euro. Nonostante ciò, è in arrivo il concorso per gli insegnanti.... Un quadro agghiacciante e per certi versi anche contraddittorio! Sul piede di guerra studenti e docenti che preannunciano un

“autunno caldo”: il mood ruoterà intorno a scioperi, manifestazioni e se necessario, come dichiarato da alcuni studenti dei licei di Gioia del Colle, anche autogestioni e occupazioni. Se gli studenti sperano di occupare le aule, i docenti fanno sul serio. Gli stessi hanno minacciato il blocco di tutte le attività extracurriculari, partecipato a flash mob di protesta a Bari e minacciato di bruciare le tessere elettorali. Un gesto forte lanciato dal professor Michele Pavone, il quale ha dichiarato: “Se è vero che siamo elettori di un Paese demo-

cratico, è giusto che la nostra voce sia ascoltata. Diversamente il nostro voto non avrà più senso”. Il futuro della scuola riguarda tutti: studenti, docenti e genitori. La scuola “forma”, è un mezzo che permette di apprendere e di conoscere il mondo. Permette di assumere una propria posizione politica e culturale. Venendo meno questa istituzione “ben organizzata”, vengono meno tutte quelle possibilità che formerebbero al meglio un giovane per farlo diventare un uomo sociale.


LA GROTTA DEI CORALLI Raffaele Sassone | /raffaele.sassone.71 Marco Orfino | /marco.orfino1

F

ebbraio 2006. Un evento fortuito: durante il lavoro di scavo per la realizzazione di una cisterna idrica, il martello pneumatico di Saverio Mereu fora la sommità di una spelonca: un tesoro naturalistico antico milioni di anni. Siamo a pochi chilometri da Gioia del

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Colle, nei pressi della via per Noci, in Contrada Terzi: è qui che per un caso fortuito viene scoperta la presenza sotterranea della “grotta dei coralli”, così denominata dal gruppo di speleologi di Castellana

Grotte che ha censito la grotta. La denominazione s’ispira, oltre che ad alcune pietre che richiamano nella morfologia quella del corallo, anche alle caratteristiche cromatiche della cavità, che sembra come ‘dipinta’ da una notevole varietà di sfumature del rosso, dal rosa fino al bianco. Mereu è stato il primo uomo in assoluto a vedere ciò che

la natura ha creato con un silenzioso lavoro di milioni di anni. Prima che il suo martello pneumatico ne intercettasse il tetto, la grotta non presentava accessi superficiali: al suo interno, quindi, non sono state rinvenute tracce di animali o di uomini. Mereu si è trovato davanti agli occhi uno spettacolo del tutto inaspettato: un’enorme cavità di colore rossastro, ornata da centinaia di stalattiti e stalagmiti.


DI GIOIA DEL COLLE Quella della ‘grotta dei coralli’ è una scoperta di grande importanza naturalistica e geologica e, soprattutto, di notevole rilevanza scientifico-divulgativa per il nostro territorio. La camera ipogea, molto grande, si sviluppa per una larghezza di circa 25 m e un’altezza di oltre 6 m e presenta diversi cunicoli, finora poco o per nulla esplorati, che fanno supporre che la grotta possa continuare in profondità, nascondendoci altre meravigliose concrezioni tipiche

del territorio carsico murgiano (vedi grotte di Castellana). Le concrezioni visibili hanno dimensioni ragguardevoli. Si possono osservare stalattiti, che si sviluppano dal tetto della grotta per oltre tre metri di lunghezza, e stalagmiti, che dal pavimento della grotta si elevano per oltre due metri di altezza e oltre un metro di diametro. Enormi colonne si sviluppano in alcuni punti della grotta: l’osservatore ha come l’impressione che siano state poste lì dalla mano

dell’uomo per poter sorreggere la volta, come eleganti colonne in un palazzo sotterraneo. Lo stupore cresce se si pensa che lo sviluppo di una stalattite o di una stalagmite varia da pochi micron/anno (0.02 mm/anno) a frazioni di millimetro (0.2) in condizioni normali: concrezioni lunghe 2 metri hanno impiegato pertanto oltre 100000 anni per formarsi. Per dare quindi un’età indicativa alla grotta dei coralli, considerando nell’insieme cavità carsica e concrezioni di carbonato di calcio, dobbiamo supporre che essa abbia diversi milio-

ni di anni: l’acqua infatti, prima di formare le concrezioni calcitiche, ha dovuto creare la cavità stessa, erodendo e sciogliendo la roccia sovrastante. I colori delle concrezioni carsiche derivano dalla presenza di impurità minerali. Normalmente la calcite (carbonato di calcio - CaCO3), minerale di cui sono costituite le stalattiti e le stalagmiti, ha un colore bianco/trasparente. In questo caso, però, le acque che si infiltrano dalla superficie, oltre al carbonato di calcio disciolto dalle rocce filtranti, trasportano con sé anche la cosiddetta ‘terra rossa’ che, restando intrappolata all’interno del reticolo cristallino della calcite, si rende responsabile del risultato cromatico finale. PrimaVera Gioia 5


t varie forme carsiche presenti nella grotta u concrezioni a forma di vela con sfumature del rosso uu stalattiti

Inquadra il codice per esplorare la Grotta dei Coralli con il video che abbiamo registrato http://youtu.be/ t4dGKf7WnT8

Senza entrare in ulteriori dettagli geologici, rivolgiamo qualche domanda al sig. Mereu. Saverio, ci spieghi quali potevano essere i progetti che all’epoca della scoperta della grotta furono prospettati dall’amministrazione comunale?

L’amministrazione comunale del 2006 (giunta Mastrovito) propose l’installazione di un impianto di illuminazione, la messa in sicurezza della grotta e l’installazione di passerelle in legno per permettere una visita totale della grotta . All’esterno della cavità era prevista la costruzione di una stanza di briefing, dove illustrare la grotta alle scolaresche in visita d’istruzione, oltre che un piccolo centro di ristoro (bar) che avrei gestito personalmente. Il progetto fu varato, si preventivava una 6 PrimaVera Gioia

spesa attorno ai 50.000 euro. E allora, perchè poi non se n’è fatto più nulla ?

Perché mi è stato riferito che l’amministrazione non sapeva giustificare questo impiego di fondi per un privato, situazione che avrebbe generato malcontento o polemiche da terzi; fatto sta che non se ne fece niente. Quindi tu hai la legittima proprietà della grotta ?

targhetta del catasto grotte apposta dal gruppo speleologico

Assolutamente si, mi sono informato, se avessi trovato ossa antiche o reperti storici, la proprietà sarebbe passata automaticamente sotto la tutela della Soprintendenza ai Beni Culturali. Dato che non ci sono stati ritrovamenti, la proprietà è legittimamente mia. Tuttavia, sulla

“colonna”


volta, possiamo osservare dei fossili di molluschi marini della famiglia delle Rudiste, che hanno la forma di conchiglie bivalve (tipo paguro). Quindi nell’era dei dinosauri, qui vi era il mare. Di grotte simili la nostra regione ne è piena e anche lo stesso territorio di Gioia del Colle potrebbe nasconderne di più belle e grandi, considerando le peculiarità del territorio carsico nel quale ci troviamo. L’augurio è quello che a scoprire queste meraviglie della natura siano persone come il sig. Mereu che, invece di nascondere o seppellire con decine di metri cubi di cemento cavità di questo tipo, ha preferito divulgarne la scoperta, sperando di poterne rendere pubblico l’accesso, un giorno. Nel 2011 la grotta dei coralli

vaschetta sulla parte alta della stalagmite

è anche entrata ufficialmente nel catasto regionale delle grotte della regione Puglia. A seguito della L.R. del 4 dicembre 2009, n. 33 “Tutela e valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico” è infatti obbligatorio censire le cavità carsiche conosciute e quelle di nuova scoperta; tutto ciò allo scopo di tutelare questi ambienti naturali e salvaguardarli da chi, come spesso succede, li trasforma in discariche di rifiuti o, ancora peggio, in cisterne di scarico di acque reflue fortemente inquinate. Naturalmente la “Grotta dei Coralli” non può essere paragonata, per estensione e purezza delle concrezioni, alle meravigliose grotte di Castel-

lana, ma potrebbe comunque assumere un valore enorme nell’ambito della divulgazione scientifico-didattica. Con piccoli investimenti economici si potrebbe rendere fruibile la grotta alle scolaresche o a gruppi turistici organizzati che, oltre alla visita in grotta, potrebbero essere coinvolti attivamente in laboratori didattici sull’argomento carsismo e in escursioni tematiche nei diversi boschi presenti nel territorio gioiese, ampliando così l’offerta turistica locale. PrimaVera Gioia 7


Politica e cittadini Alessandro De Rosa |

/alessandro.derosa.161

Una piazza gremita, urlante, tumultuosa, in cui si fa fatica ad individuare e riconoscere l’oratore che, brandendo il microfono, declina con pedissequa precisione l’ennesima scure fiscale che i cittadini patiranno a livello locale. Come se l’elevata imposizione fiscale nazionale, che aumenta ogni giorno di più, non avesse già di per sé esperito tutto il suo sgradevole effetto di salassare le tartassate tasche dei contribuenti gioiesi. Ed ecco che, alla quantificazione reale del sacrificio imposto loro, cittadini sbraitanti, come quando un arbitro assegna alla squadra avversaria un rigore inesistente, si lasciano andare ad invettive contro le varie amministrazioni succedutesi, accusate di inefficienza. Contro chi si è reso protagonista o complice di scelte sbagliate che hanno portato l’ente a dover far fronte a spese impreviste attraverso l’innalzamento delle tasse. É questa la scena poco edificante che ci si sarebbe malauguratamente potuti aspettare, sabato 7 Ottobre, in Piazza Luca D’Andrano, in occasione del pubblico dibattito organizzato dalla coalizione “Per il Bene Comune” al fine di discernere, insieme alla popolazione gioiese, cause ed effetti dell’aumento delle aliquote IMU varato solo pochi giorni prima dal consiglio comunale. E invece nulla. Solo poche decine di persone, pochi gioiesi (saranno gli unici proprietari dell’intero patrimonio immobiliare gioiese?!) realmente interessati al perché, questo fine anno, la tanto atte8 PrimaVera Gioia

sa tredicesima non finirà in lenticchie e zampone ma in tasse comunali, come se quelle nazionali, da sole, non ne fossero già capaci. Non è sicuramente la bagarre che è venuta a mancare, né tantomeno gli incidenti o il disordine pubblico, cose dalle quali bisognerebbe sempre e con forza rifuggire, bensì quella partecipazione popolare che è espressione di coesione sociale, di condivisione, di reciproco aiuto, soprattutto, di dimostrazione di reale interesse verso la res publica. L’atmosfera che è stato possibile palpare era quella di una totale assenza di interesse, come se si stesse semplicemente promuovendo una nuova marca di aspirapolvere. Eppure solo pochi metri più in là, in via Roma, si poteva assistere ad un pullulare di gente, degno dei più opulenti anni Ottanta e Novanta. A questo punto una domanda sorge spontanea: ma cosa ha mai reso possibile una tale narcolessia verso il bene comune? Perché nei bar c’è sempre chi si lamenta della propria condizione, o di quanto è costretto a patire da uno Stato che avverte sempre più ingiusto ed ingordo, quando poi non si è disposti a sacrificare una sola ora, al massimo due, di una qualunque domenica, per accrescere la propria consapevolezza riguardo le cose che solitamente si maledicono? L’impressione è quella che si è oramai al cospetto di un popolo, quello italiano, di cui i gioiesi sono parte, narcotizzato al punto tale che è possibile disporne ad libitum. Un popolo dal-


le risorse economiche indefinite, illimitate, stando a quanto traspare dalla pubblica piazza! Illimitato, invece, è stato forse l’effetto del ventennio appena trascorso, costellato dal malcostume politico, dal mercimonio della donna (anche quando minorenne), dalla raccomandazione che vince sul merito, dal così è e ce lo si deve tenere, dalla commistione mafia-politica, politicaaffari, affari-finanza, politicaaffari-banche, ecc. e dalle varie trasmissioni politiche create ad hoc per accrescere un sentimento di impotenza nel cittadino, di rassegnazione dinanzi ad una situazione immutabile perché più grande di lui. L’effetto è stato

Q

uando si parla di Servizi Sociali è molto facile precipitare nel solco del qualunquismo, catalogando l’ argomento come “roba di altri” e la cronaca in queste ultime settimane certo non aiuta a dare una giusta forma all’argomento.

Parlare di Politica Sociale non significa solo aprire parentesi come quelle riguardanti i Tribunali per i Minorenni e casi difficili di affidamento; parlare di Politiche Sociali si-

gnifica descrivere servizi offerti dallo Stato al Cittadino, dal servizio di scuola materna a quello di assistenza per gli anziani. Il settore Socio Sanitario Nazionale attraversa un forte momento di crisi: a partire dal 2011 il Fondo per le Non Autosufficienze è stato annullato, con una perdita netta di 25 milioni di euro annui per la Puglia mentre il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali è ridotto a briciole. I tagli effettuati rischiano di far traballare tutti i servizi basilari di assistenza pubblica, dai trasporti alle assistenze domiciliari. Lo stesso Assessore al Welfare della nostra Regione, Elena Gentile, ha bocciato la manovra finanziaria del 2011 e al termine dell’ incontro Interregionale degli Assessori alle politiche Sociali dichiarava: “Dopo tutto il lavoro fatto per dare alla Puglia un nuovo Piano Regionale delle Politiche sociali e per approvare i Piani Sociali di Zona dei Comuni, con gli effetti di questa manovra, anche la Puglia rischia di qui a un anno e mezzo di vedersi esaurire le risorse che potremo trasferire ai Comuni. E questo concretamente significa negare alle famiglie meno abbienti la possibilità di inserire un anziano affetto da Alzheimer e un minore con la sindrome di down in un centro diurno socio educativo e riabilitativo, e negare a una giovane coppia la possibilità di iscrivere il loro bambino all’asilo nido. Ma mi chiedo anche – continua l’Assessore Elena Gentile – come faranno i Comuni a pagare le rette per l’inserimento dei minori fuori famiglia nelle comunità socio educative, per

quello di ricondurre l’uomo ad un tempo ancestrale in cui avvertiva se stesso inerme dinanzi allo strapotere della Natura. Ma forse è arrivato il tempo dei “perché?”, del “perché così è e non in un altro modo?”, il tempo del “cogito ergo sum”, del sentirsi davvero partecipi di un unico destino, di poter tutti insieme svoltare verso un futuro più roseo, come nei sogni, in una sola parola, sentirsi come forse non ancora ci si è mai sentiti: CITTADINI LIBERI. Con tutti gli oneri, i doveri ed i diritti che un tale status comporta. A tal scopo, emblematica par essere una frase di Norberto Bobbio: “L’unica garanzia del rispetto dei diritti di libertà, sta nel diritto-dovere di controllare il potere cui spetta questa garanzia”.

i minori stranieri non accompagnati, per pagare il trasporto a fini riabilitativi, ecc…” . Cercare colpevoli e individuare responsabili sarebbe un lavoro che porterebbe alla ribalta i soliti nomi e finirebbe per ricalcare il solco delle speculazioni fini a se stesse, quindi lasciamo a voi lettori la facoltà di giudicare. A Gioia del Colle, i Servizi Sociali operano in maniera quotidiana con il ruolo di “capogruppo” nell’ ambito territoriale del distretto zonale di Gioia del Colle, Sammichele ,Casamassima e Turi e, secondo le normative vigenti, ricevono ordini direttamente dalla Regione, la quale a sua volta, benché dotata di autonomia, segue gli input Nazionali. La premessa affrontata sopra rispecchia quindi anche la situazione in cui versano i fondi a disposizione del Servizio Socio-assistenziale cittadino, che deve occuparsi di gestire e organizzare un lavoro di squadra con gli altri comuni coinvolti, spesso facendo i conti con altrettante difficili situazioni. Nonostante tutto, attraverso la domanda di finanziamenti Europei per progetti “meritevoli”, a Gioia è al via la costruzione di un Centro Polivalente per Anziani e un Centro Polivalente per Minori; inoltre sono attivi progetti come Viva Mente per la raccolta porta a porta dei rifiuti e si cerca di garantire i servizi basilari del sistema socio assistenziario, quali quelli di domiciliarità per gli anziani anche integrati con figure, assai esigue, garantite dalla Asl. Queste sono le piccole briciole di positività, perché guardando l’altro lato della medaglia, quello più cupo, le conseguenze dei tagli apportati si sentono eccome, soprattutto su quella piccola sicurezza rappresentata dal sussidio mensile per le famiglie con concreti disagi economici che anno per anno diventa sempre più misero. La soluzione purtroppo non può essere trovata in ambito comunale, questo fa rabbia. Il Dio denaro non guarda in faccia nessuno, la crisi si annida ovunque e continuiamo a pagare gli errori fatti durante gli anni da gente paradossalmente scelta da noi cittadini.


Territorio Antonio Losito

G

li insediamenti urbani sono il luogo in cui la maggior parte degli esseri umani svolge le sue principali attività vitali. Le problematiche che affliggono le città post-moderne sono infinite e spesso i cittadini le avvertono come normalità, a meno che non vadano ad intaccare il loro orticello, immersi come sono nell’assuefazione alle pessime abitudini del vivere e del convivere. Un tema così ampio qual è la cattiva urbanistica e i suoi risvolti sulla forma fisica e sociale del tessuto urbano non può essere liquidato in poche battute: per questo tenteremo di trattarlo a più riprese, approfondendo un po’ alla volta i vari aspetti che lo caratterizzano. Il primo di questi aspetti è la quantità. Non per importanza, ma per propedeuticità: la corretta valutazione delle quantità ha una ricaduta a volte determinante sulla qualità di un progetto, ad ogni scala di pianificazione. Si vedano, ad esempio, i risultati che le espansioni abnormi delle città dal secondo dopoguerra in poi hanno prodotto sulle moderne periferie. Molti dei responsabili si sono appellati alla giustificazione per cui l’impellente fabbisogno di abitazioni, specie a basso costo, ha costretto a costruire molto e in fretta e al contempo ha impedito di tenere sotto controllo gli effetti collaterali di quel che si costruiva. Inoltre i primi Piani Regolatori, se c’erano, erano di quella generazione che oggi, col senno di poi, una maggiore sensibilità di settore induce a guardare come un adulto ripenserebbe agli errori commessi in gioventù. Anche se l’adulto in questione ha ancora molto da imparare. Proprio in merito alla quantificazione, più ombre che luci caratterizzano i processi di pianificazione, i quali rischiano ancora oggi di prestare il fianco a malgoverni del territorio. Ad esempio, la proiezione di fabbisogno futuro di edilizia residenziale, produttiva e infrastrutturale (cfr. DGR 6320/89) è affidata ad un mero calcolo matematico, ca-

“ in merito alla

quantificazione, più ombre che luci caratterizzano i processi di pianificazione”

10 PrimaVera Gioia

rente ovviamente della capacità di prevedere le contingenze economiche o sociali variabili nel tempo. Questo implica un alto rischio di sovra/sottodimensionamento di volumetria edilizia. Ma ammesso che non esista un metodo migliore dell’altro, chiunque si augurerebbe che questo calcolo venisse almeno effettuato correttamente e a partire da dati attendibili. Prendiamo proprio il caso di Gioia del Colle e del suo DPP (Documento Programmatico Preliminare), redatto sette anni orsono in prospettiva della realizzazione di un nuovo PUG (Piano Urbanistico Generale) che in realtà non ha mai visto la luce: scorrendo il testo, ci si imbatte in una previsione di fabbisogno edilizio alquanto allarmante. Qui di seguito riportiamo i dati prodotti dal Documento. Nella colonna a sinistra, sono indicati i periodi che, nell’analisi del 2005, sono stati considerati significativi per valutare il fenomeno della dinamica demografica negli anni precedenti; nella colonna a destra, troviamo invece i rispettivi incrementi medi annui della popolazione. A partire da tali incrementi, è stata calcolata una sorta di media delle medie, impiegata come coefficiente (saggio di variazione medio annuo) nella formula che ha prodotto l’ipotesi sulla tendenza di crescita futura; la variazione di popolazione residente è quella prevista nel 2020. Identificando come indice di affollamento medio di un comune quanti residenti occupano mediamente una stanza, è infine calcolato quante stanze urbanistiche occorrono per soddisfare il fabbisogno residenziale. Ecco i dati:


Periodo di riferimento

Tasso d’Incremento demografico

17 1991‐2001 (si riferisce al periodo tra il censimento 0,0005 Proiezione popolazione residente al 2020 = P2020= P2004 x (1 + 0,0063) = 30802 abitanti

del 1991 e quello del 2001, detto intercensuario) Incremento di unità abitanti: 3120 Ultimo quindicennio 1988‐2004

0,0025

Dall’ultimo censimento: 2001‐2004 0,0162 Media delle medie = 0,0063 Indice di affollamento medio comunale (occupanti / stanze) = 0,672 Proiezione popolazione residente al 2020 = P2020= P2004 x (1 + 0,0063)17 = 30802 abitanti Dotazione necessaria al 2020 di nuove stanze = 3120 x (1 / 0,672) = 4643* stanze Incremento di unità abitanti: 3120 *valore incompleto, al quale si aggiunge il fabbisogno dovuto a inidoneità di stanze esistenti e a Abbiamo provato terziarizzazione e secondarizzazione di edilizia residenziale: ripetere la procedura Indice di affollamento medio comunale (occupanti / stanze) = 0,672 Dotazione necessaria al 2020 di nuove stanze = 3120 x (1 / 0,672) = 4643* stanze di calcolo sulla pre Fabbisogno complessivo di stanze al 2020 = 6113

visione demografica

Fabbisogno complessivo di stanze al 2020 = 6113

www.demo.istat.it

*valore incompleto, al quale si aggiunge il fabbisogno dovuto a inidoneità di stanze esistenti e al 2020 partendo dai terziarizzazione e secondarizzazione di edilizia residenziale: dati pubblicati sul sito

Abbiamo provato a ripetere la procedura di calcolo sulla previsione demografica al 2020 partendo dai dati relativi alla dinami pubblicati sul sito www.demo.istat.it relativi alla dinamica della popolazione residente nel nostro comune: ca della popolazione Popolazione residente al 31 dic. 1988: 26582 ab. Popolazione residente al 31 dic. 1991: 26355 ab. Periodo di riferimento Intercensuario 1991‐2001 Ultimo quindicennio 1988‐2004 Dall’ultimo censimento 2001‐2004

Popolazione residente al 20 ott. 2001: 27655 ab. Popolazione residente al 31 dic. 2004: 27762 ab.

residente nel nostro comune:

Tasso d’Incremento geometrico demografico భబ

௉ଶ଴଴ଵ

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R1 = ට R2 = ට R3 = ට

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ଶ଺ଷହହ

‐1 = 0,00483

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‐1 = 0,00347

ଶ଻଻଺ଶ

‐1 = 0,00129

ଶ଻଺ହହ

Media dei tassi = 0,00318 Proiezione popolazione residente al 2020 = P2020= P2004 x (1 + 0,00318)17 = 29301 abitanti Incremento di unità abitanti: 1539

Dotazione necessaria al 2020 di nuove stanze urbanistiche = 1539 x (1 / 0,672) = 2290

Si noti quanto i risultati prodotti dalle due tabelle relativamente mento negli attori del processo costruttivo (leggi imprenditori noti da quanto i risultati prodotti dalle ai volumi edificare si differenzino: in di aiSi volumi edificare si differenzino: in ballo c’èdue una tabelle quantitàrelativamente edili). Dovrebbe piuttostoda indurli a far prevalere il concetto sostanziale di edilizia potenzialmente inutile, di stanze che requalità su quello di quantità, il concetto di valorizzazione su ballo c’è una quantità sostanziale di edilizia potenzialmente inutile, di stanze che resteranno vuote. steranno vuote. quello di speculazione, il concetto di recupero o riqualificazione I dati fatti per controvertiti essere controvertiti o in alternativa presi susu serio. Senza pretese ma ècon fiducia, I dati sonosono fatti per essere o in alternativa presi su o restauro quello di edificazione. Ma questa un’altra storia. serio. Senza pretese ma con fiducia, speriamo che quelli appena speriamo che quelli appena proposti subiscano una delle due sorti. Tuttavia il nocciolo della questione non proposti subiscano una delle due sorti. Tuttavia il nocciolo della è qui, in questo specifico risultato matematico: i valori in gioco, benché fortemente ridotti, restano molto questione non è qui, in questo specifico risultato matematico: alti. Come detto in precedenza, il vero problema è che tali dati sono figli di una logica previsionale piuttosto i valori in gioco, benché fortemente ridotti, restano molto alti. opinabile. Come detto in precedenza, il vero problema è che tali dati sono figli di una logica previsionale piuttosto opinabile. A questo proposito vogliamo suggerire un ultimo elemento di riflessione: nel frangente di crisi economica A questo proposito vogliamo suggerire un ultimo elemento di che stiamo attraversando, fa specie osservare quanta nuova edilizia prospera nelle periferie, in relazione riflessione: nel frangente di crisi economica che stiamo attraalle difficoltà che i cittadini incontrano nel prospera comprare casa. Questo non dovrebbe infondere scoramento versando, fa specie osservare quanta nuova edilizia negli attori del processo costruttivo (leggi imprenditori edili). Dovrebbe piuttosto indurli a far prevalere il nelle periferie, in relazione alle difficoltà che i cittadini incontranoconcetto di qualità su quello di quantità, il concetto di valorizzazione su quello di speculazione, il concetto nel comprare casa. Questo non dovrebbe infondere scora-

di recupero o riqualificazione o restauro su quello di edificazione. Ma questa è un’altra storia. Ogni stanza urbanistica equivale a 100mc per abitante convenzionale (D.M. 1444/68)

PrimaVera Gioia 11


Artigianato

Artigianato e futuro

I

Pasquale Paradiso |

/pasquale.paradiso.50

n questo articolo, vogliamo approfondire la tematica dell’artigianato sotto due punti di vista: come attività lavorativa che può dare soddisfazioni morali e come possibile volano di sviluppo a livello anche locale. Sviluppiamo il primo aspetto attraverso le testimonianze di alcuni artigiani gioiesi. Ebbene, dalle loro parole, dalle esperienze narrate nello svolgimento della propria attività, nonché dalla descrizione degli strumenti di cui si avvalgono per la loro professione, emerge un appagamento quale naturale conseguenza della pratica del proprio lavoro; dagli stessi artigiani, nel corso dell’intervista, traspaiono grande fiducia e orgoglio della propria attività lavorativa, che li ha sicuramente costretti ad immani sacrifici, ma allo stesso modo li ha ripagati, se non con rilevanti remunerazioni economiche, quanto meno con soddisfazioni morali. Passiamo ora ad approfondire il tema dell’artigianato come possibile volano per la crescita dello sviluppo della comunità nazionale e locale. Negli anni passati, si può dire che il sistema economico abbia elaborato una cultura ostile o comunque un sentimento di diffidenza nei confronti del lavoro manuale e quindi dell’artigianato, trascurando così la formazione di competenze e professionalità manuali per le imprese. Per lungo tempo fino ai giorni nostri, l’unica cultura economicamente rilevante, a detta della teoria dell’economia

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disegni | Antonio Losito

della conoscenza, era quella di tipo scientifico, generale ed astratto; le professioni che potevano portare sviluppo erano quelle di consulente finanziario, trader, consulente immobiliare. Come si può facilmente riscontrare, già da alcuni anni questo assunto ideologico è entrato in crisi, causando dappertutto recessione e disoccupazione. I tempi di crisi in cui stiamo vivendo costituiscono, pertanto, un’occasione importante per cambiare rotta e rivalutare le professioni manuali e l’artigianato come un vero “sapere”. Scommettere sulle professioni manuali, aprire le stesse professioni alla globalizzazione costituirebbe un formidabile strumento di crescita e di innovazione della società. Riscoprire il “saper fare”. Riparare un oggetto che non funziona piuttosto che comprarne uno nuovo. Riflettiamoci. In un Paese come l’Italia e in un comune come Gioia del Colle, afflitti ambedue da un’altissima disoccupazione, con le nobili decadute professioni (avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, ecc.) ormai allo sbando. Elsa Fornero ha dichiarato «Laurearsi tanto per laurearsi serve a poco in un mercato aperto come quello europeo: meglio non inseguire un titolo per essere dottori per forza e avere, invece, una formazione tecnica spendibile». Si pensi allora: combinare le competenze artigianali con i “saperi tecnologici” esistenti - di cui ancora disponiamo - degli ingegneri, degli esperti di comunicazione, dei ricercatori. Un cocktail che può generare l’inverosimile. Basti


guardare alla famosa società Geox, che ha provveduto a coniugare competenze artigiane, disseminate nei distretti, con competenze tecnologiche, determinando un’unica “house”, dove si producono prototipi industrializzati su larga scala in tutto il mondo. Perché non riproporre questo progetto in Italia, in cui abbondano prodotti di qualità, e nel Comune di Gioia del Colle, famosa soprattutto per i prodotti caseari? Avere tante piccole fabbriche non serve a molto: serve innovazione, è necessaria la formazione, sono necessari accordi specifici tra gli attori del territorio di natura diversa (comuni, camere di commercio, federazioni e associazioni d’impresa, intellettuali, accademie, università) per favorire un processo di riscoperta dei mestieri artigianali e, in particolare, dell’artigianato tradizionale italiano e di qualità. In altri termini, “il saper fare” dell’uomo, la sua creatività devono essere poste al centro dello sviluppo sia nazionale che locale. Negli ultimi anni, questa visione ha trovato concreta attuazione in progetti, elaborati da diversi enti pubblici e privati, che propongono ai giovani un modello di formazione basato una reale esperienza di apprendimento sul campo attraverso lo strumento del tirocinio e la promozione del contratto di apprendistato nelle realtà produttive. L’obiettivo è duplice: creare occupazione specializzata, fornendo ai partecipanti conoscenze, competenze e capacità per trovare un’occupazione o per avviare un’attività artigianale in proprio, ma favorire anche un processo di riscoperta dei mestieri artigianali e, in particolare dell’artigianato tradizionale italiano e di qualità. Un’occasione per ribadire che la formazione tecnica e professionale non è di serie B, in quanto può diventare punto di riferimento e valore di un sistema economico-culturale che per alcuni versi necessita di un ritorno alle “origini”.

PrimaVera Gioia 13


Politica

Dario Magistro |

/Dario.Magistro223

“Repetita iuvant“, avrebbero detto i nostri avi latini! Ora, invece, nel nostro futuro governato sempre più dall’incomunicabilità verbale, avrebbe ritrovato spazio il detto popolare “Chi cambia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova !”. In ogni caso, entrambe le frasi si sposano con l’ultimo congresso del PD che ha eletto come nuovo o, se preferite, nuovamente segretario Gianni Valletta. Nella precedente tornata elettorale, il “ri-eletto” è stato, per il PD, un vero e proprio parafulmine, catalizzando su di se tutte le colpe (vere, presunte ed immaginate) sia del gruppo dirigente insediato che di quello dimesso. Di conseguenza, escludendo antipatie e simpatie o il classico agonismo politico, al singolo Valletta c’è da imputare ben poco. Il “trait d’union” di questo congresso lo si è trovato nei termini “responsabilità” ed “esperienza”; per alcuni un credo, per altri un alibi! Non è un caso, infatti, che l’età media del neo-eletto coordinamento sia largamente superiore ai 45 anni, come risulta altrettanto veritiera la presenza negli organi dirigenti di chi il ruolo del “dirigente” (o presunto tale) lo riveste da più di 20 anni! E i giovani? Non allarmatevi: 5 su 20 rappresenta un “allegro” 25 %! Sarà perché siamo tutti troppo “choosy”, o perché in cuor nostro coltiviamo ancora il sogno (…o speranza o utopia a secondo dello stato d’animo!) di poter cambiare l’Italia (anche Gioia sarebbe un buon inizio!), ma quella percentuale è estremamente irrisoria! Le colpe di tutto questo, ancora una volta, non possono essere ascrivibili al singolo uomo Valletta! Le suddette colpe, escludendo rare eccezioni, sono di tutti: degli anziani che non lasciano spazio e dei giovani che quello spazio non se lo prendono, di quelli che continuano ad assecondare personalismi vari e di chi, o per un latente carattere da ignavo o esausto dalle mille battaglie infruttuose, cede al triste realismo de “ Il mondo va così!”. Tornando al tema del congresso cittadino del PD, sicuramente in questo periodo di disaffezione politica, più che certezze sarebbe servito rischiare qualcosa in più, magari dare inizio a quel sempre citato processo di “rinnovamento”, promuovendo un giovane volto nuovo al ruolo di segretario. Mi ripeto volontariamente per sottolineare la questione: ma è mai possibile che all’interno di un qualsiasi partito ci sia una sottospecie di obbligo morale da assolvere che impone la presenza, nei vari organi dirigenti, quasi unicamente di persone con una pluridecennale esperienza politica alle spalle? Rinnovare non significa “rottamare”, significa avere CORAGGIO!!! Il coraggio di scommettere su chi realmente vuole aiutare un partito, un comune o, più in generale, mettersi a disposizione della “funzione pubblica”! Il coraggio di sostituire e farsi sostituire da una persona nuova, affiancandolo (non prendendone il posto!) e mettendogli a disposizione la propria esperienza o, semplicemente, aiutandolo a fargli capire cosa significa avere l’onore di servire una città! La politica non è un lavoro nè una professione: è una vocazione, o quantomeno dovrebbe esserlo! Diamo la possibilità di fare una splendida esperienza a chi ha ancora la forza di indignarsi! Dinanzi a tutto ciò, servirebbe farsi da parte ANCHE per garantire un ricambio generazionale, perchè i problemi affrontati da una classe politica “passata” non sono i problemi del nostro presente! Tutto questo rappresenta un’efficace ricetta per riavvicinare i giovani alla politica e, contestualmente, dare nuova credibilità alla politica stessa! Lo sbaglio del PD e, fondamentalmente, di tutti i partiti moderni, è la mancanza di coraggio nell’intraprendere una strada nuova. Perseguire l’esperienza a tutti i costi, dare voce unicamente ai rancori personali, prima o poi renderà immobile la società e sempre meno efficiente e credibile la politica. Volendo ricorrere alla saggezza popolare, una volta toccato il fondo, si può solo risalire. Una cosa è certa: prima o poi bisognerà iniziare!


Sos murales: Grazie per essere un nostro lettore! Siamo la PrimaVeraGioia, un gruppo di giovani gioiesi che hanno voluto riunirsi in associazione culturale per raccontare le idee e le persone che possono cambiare la nostra realtà, i problemi e le criticità del territorio, le sue potenzialità inespresse. Il mezzo con il quale scegliamo di parlarti è il giornale periodico mensile. Se credi nel nostro intento, da semplice cittadino, puoi contribuire alla crescita di questa esperienza con piccole donazioni oppure puoi scegliere di unirti a noi nella redazione del giornale: far sentire la tua voce attraverso le nostre pagine è importante. Se sei il titolare di un’attività commerciale, avrai certamente notato il info@laprimaveragioia.tk nostro impegno nel dare a questo prodotto editoriale un volto innovativo, attento al design e all’interattività: un beneficio di cui godrebbe anche il tuo marchio, nel caso tu decidessi di sponsorizzare la nostra iniziativa. Il costo è minimo: ci interessa solo pareggiare le spese di stampa e spedizione, ogni attivo viene reinvestito nell’aumento della tiratura. L’editore è la nostra associazione culturale, impegnata in iniziative che riguardano l’informazione, la mobilità sostenibile e la valorizzazione del patrimonio culturale locale. La distribuzione è freepress e si accompagna a quella della versione online come ulteriore vettore. Se interessati a sostenere il nostro progetto, potremo raggiungervi e dettagliarlo in ogni aspetto. Siamo una realtà appena nata ma con tanta energia, presente sui maggiori social networks.


Innovazione

Nuove Imprese

Emanuele Donvito |

/ emanuele.donvito.7

Ciao Leo, parlaci di cosa è successo durante il periodo postlauream. Durante quel periodo, sostanzialmente ho cominciato a pensare di rendere concreta quell’idea che avevo da tempo. Ovvero lavorare nel campo della moda. Pertanto ho deciso di partecipare al master in E-fashion pubblicato da YOOX GROUP, una società che si occupa di vendite al dettaglio dei più grandi Brand italiani e stranieri, consegnando praticamente in tutta Europa. Al termine del mio periodo formativo, ho lavorato da stagista per diciotto mesi nella stessa azienda. Al ritorno, le mie idee erano molto più chiare. Essere stato a contatto con la massima espressione della moda internazionale mi aveva dato coraggio e qualche spunto per poter lavorare. Ho subito iniziato a disegnare qualche modello di camicia. Sei andato in fondo quindi. Certo. Nel dicembre del 2011 ho deciso di registrare il marchio, chiamandolo LC23 e producendo un minimo stock di camicie da rivendere on-line. La tua linea si ispira a qualcuno dei grandi del panorama italiano? No, non credo. Il mio stile è assolutamente giovanile e libero dagli stereotipi classici della moda italiana. Immagino che i primi tempi siano stati duri sotto il profilo delle entrate: cosa ti ha dato coraggio? Quando hai capito di essere davvero bravo? Nel corso del 2011 ho presentato il mio marchio a varie organizzazioni che promuovevano eventi di caratura nazionale e internazionale. Sono stato selezionato al Fashion Camp di Milano, un evento che dà visibilità ai talenti più meritevoli del palcoscenico moda16 PrimaVera Gioia

iolo italiano. Ma l’emozione più grande l’ho provata quando mi hanno chiamato per presiedere ad un’esposizione presso la Galleria del Costume a Palazzo Pitti di Firenze. Purtroppo, gestendo un marchio molto giovane, non mi ero ancora dotato di un sistema produttivo che potesse soddisfare l’eventuale richiesta di fornitura per un grosso venditore. Vorrei tornarci quando sarò in grado pianificare una produzione più ampia. Cosa pensi del territorio in cui vivi? Si presta alle tue esigenze imprenditoriali da un punto di vista infrastrutturale e di accesso al credito? Per il momento non credo di voler ricorrere a prestiti. Spero di farcela con le mie risorse, ci vorrà più tempo ma prima o poi dovrò pensare di allargare il laboratorio di sartoria. Per il resto penso che l’unico problema sia la mentalità. Nel senso che spesso noi giovani non veniamo valorizzati a differenza di altre regioni italiane. Ma in ogni caso ritengo che la provincia barese sia già un passo avanti rispetto al resto della Puglia. Questo territorio si concilia meglio con lo spirito imprenditoriale. Infine, quali sono i tuoi progetti per il futuro? Il primo è la collaborazione con un nuovo store di Gioia del Colle, che venderà il mio prodotto. Quindi non solo vendita on-line. Dopo questo, farò le mie valutazioni e vedrò se fare ulteriori investimenti. Fino ad ora, il resoconto è assolutamente positivo e ringrazio per questo anche mia madre, che con me è schierata in prima linea, operando nel settore produttivo dell’azienda.


...nel deserto della noia virtuale Non a New York, nè a Londra; non a Milano, nè a Berlino; non a Parigi, nè a Bologna. A soli 15 km da Gioia del Colle, è possibile assistere a concerti di Adolescents, Jon Spencer Blues Explosion, Kim Gordon (Sonic Youth), David J (Bauhaus), Wolfgang Flur (Kraftwerk), Massimo Volume, Diaframma... tutto questo grazie a Marco Antonelli dell’Oasi San Martino, locale di Acquaviva delle Fonti votato ai live di qualità, rientrante ormai a pieno titolo nel “Patrimonio Comune dell’Umanità Musicale”. Qui di seguito l’intervista a Marco. Vanni La Guardia |

/vanni.laguardia davvero pochi. Anche l’Oasi presenta diverse lacune che non è facile risolvere. Non credo che all’estero siano tutte rose e fiori e non mi piace “guardare l’erba del vicino” ma sono sicuro che la situazione è migliore sotto tanti punti di vista. Per quanto riguarda lo scenario italiano, ci sono diversi buoni nomi ma anche tantissimi artisti molto sopravvalutati e purtroppo pericolosamente imitati. Sei attivo da un po’ di anni: cosa è cambiato in peggio e cosa in meglio durante questo periodo? Quali sono i tre problemi principali della musica live?

Ciao Marco, la tua prima esperienza di gesto-

manchino competenza e professionalità, la

Non riesco a vedere troppi miglioramenti,

re di music club prende vita nella tua terra

Puglia è invece un posto dove tutti ora vo-

mentre l’acutizzarsi della mancanza di soldi

d’origine, l’Emilia Romagna. Puoi raccontarci

gliono suonare. Forse manca un po’ di follia,

da parte dei fruitori di musica ha creato una

i tuoi esordi?

perché con la crisi che ci attanaglia in questo

situazione molto pericolosa per i gestori dei

L’Ex-Machina Club, il locale che ho gestito a

periodo, per aprire un locale con una certa

locali, per i quali organizzare un concerto è

Forlì insieme ad un manipolo di amici appas-

programmazione e quasi senza cover band,

diventato una specie di terno al lotto: stati-

sionati di musica come me, è stata un’espe-

bisogna essere un po’ matti!

sticamente un concerto su tre va male! A chi

rienza durata quasi 18 anni e mi ha lasciato

Che idea ti sei fatto della cultura musicale

tocca questa settimana?

tanti ricordi bellissimi. Era una specie di hob-

pugliese?

Le problematiche principali della musica live

by, nel senso che il locale era aperto un solo

Ho una grandissima considerazione della

sono legate ai volumi e alla tolleranza da par-

giorno alla settimana e chi se ne occupava

terra che mi ospita da qualche anno e questa

te dei vicinati che ormai ha raggiunto il livello

faceva altri lavori, ma con il tempo si è fatto

considerazione è estesa alla musica. Non cre-

zero. Vedendo i problemi sui volumi dell’Oasi,

conoscere, siamo riusciti a “deviare” il solito

do che in altre parti d’Italia ci sia un numero

un locale in mezzo alla campagna a un chi-

percorso dei tour di molte band famose, che

così alto di band valide e originali, anzi vor-

lometro e mezzo dal paese, non oso pensare

normalmente sceglievano Bologna per i loro

rei ospitarne sempre di più ma non sempre

che cosa possano passare altri colleghi!

live. Forlì ha 10 mila studenti universitari e

è possibile.

Il terzo problema che mi viene in mente, poi,

quello era il nostro principale bacino d’utenza.

Più in generale, data la tua esperienza nel

è legato alle tariffe applicate dalla Siae, a mio

C’erano anche leggi più permissive per quanto

settore della musica e il ruolo che ricopri

personalissimo avviso troppo alte e molto

riguarda i decibel, oggi la mia città natale è di-

all’interno del locale, qual è la situazione dei

spesso sproporzionate alla dimensione dei

ventata un “paese per vecchi” e non sarebbe

concerti in Italia e come valuti lo scenario

concerti.

possibile ripetere quell’esperienza, ci chiude-

della musica indipendente italiana? Come lo

Quali sono le responsabilità delle band per

rebbero in dieci minuti!

rapporti con altri scenari che si possono tro-

quello che non va? E quali quelle degli altri at-

L’Oasi San Martino di Acquaviva delle Fonti è

vare fuori dai nostri confini?

tori in campo (promoter, agenzie di booking)?

ormai diventato uno dei più importanti locali

La situazione dei concerti in Italia non è delle

Le band italiane hanno un difetto: molte si

della scena nazionale. Consideri una sempli-

più rosee, oltre ai soldi mancano gli spazi per

ce casualità il fatto che sia stato un “forestie-

i concerti, alla fine i nomi dei locali che ospi-

ro” a crearlo oppure in questo angolo d’Italia

tano i vari tour delle band sono sempre quelli.

manca una seria imprenditoria musicale, con

Sarebbe bello che ci fossero anche spazi ade-

relative competenze e professionalità?

guati per la musica in tutti sensi, dall’acustica

Direi che è un caso. Non credo affatto che

all’accoglienza di pubblico e artisti, ma sono

Musica

Un’Oasi di rumore sfavillante


sentono già arrivate non so a quale livello e si adeguano a comportamenti da rockstar che ormai sono fuori dal tempo, avanzando spesso richieste tecniche ridicole e sovradimensionate rispetto al reale bisogno. Credimi se ti dico che il 99 per cento dei problemi tecnici si verificano con gli artisti italiani, mentre gli stranieri hanno una più elevata capacità di adeguarsi e mi viene da pensare che forse hanno una migliore conoscenza tecnica degli strumenti che suonano. Meno male che ci sono anche parecchi esempi contrari, se così non fosse non organizzerei più concerti da un pezzo. L’altro problema, che chiama in causa anche Hai qualche aneddoto divertente da raccon-

Non so se sarei l’esempio migliore da seguire

scorso della crisi che abbiamo prima men-

tarci?

in un corso di formazione, ma per contribuire

zionato. Ci sono alcune agenzie che hanno

Ce ne sarebbero a decine, la cosa che mi di-

allo sviluppo della professionalità in questo

capito questo problema e hanno abbassato

verte di più negli ultimi tempi è leggere le

settore porterei volentieri la mia esperienza,

le pretese economiche mentre altre, seppur

schede con le richieste del catering da parte

se questa potesse servire a qualcuno!

in numero minore, non l’hanno ancora capito.

degli artisti, ce ne sono alcune che andrebbe-

Conduci anche un programma radiofonico,

Mi sono sentito chiedere certi cachet da ar-

ro incorniciate! Si va dalla richiesta di “degu-

“Rock Station” (www.radio103.tv): quali sono

tisti che presumibilmente avrebbero portato

stazione di prodotti tipici locali”, alla “barretta

i 3 album che hanno segnato la tua vita?

non più di 80/100 persone, che mi hanno fat-

di cioccolato alle noci”, per finire con quelli che

Rockstation è un contenitore musicale nel

to gelare il sangue nelle vene!

non possono mangiare frutta, verdura, carne,

quale mi diverto, da vecchia chioccia, a far

Esiste una via d’uscita da questa situazione?

pesce, legumi, pasta e cibi in scatola, che ti

conoscere band sconosciute ai più giovani

Sarebbe sufficiente aprire gli occhi e rendersi

fanno venire voglia di servire loro un piatto di

che non hanno avuto la possibilità di sentirle.

conto del contesto economico in cui stiamo

muschio e licheni dell’Alta Murgia.

Questa per me è la funzione principale di un

vivendo e capire che è meglio fare due con-

Quali sono i tuoi progetti per il futuro dell’O-

programma radiofonico, al giorno d’oggi. Non

certi a mille euro piuttosto che uno a duemi-

asi? E, soprattutto, il tuo più grande sogno?

ha senso far sentire gli U2 o i Red Hot Chili

la, sempre se lo spirito dei musicisti è ancora

Tenere in piedi un locale come l’Oasi non è per

Peppers, grandi band, per carità, ma per loro

quello di divertirsi e suonare il più possibile,

niente facile, si vive sempre sul filo del rasoio

c’è già spazio sufficiente sui network!

portandosi a casa la pagnotta! Se non fosse

soprattutto per gli alti costi di gestione, quindi

Per un vecchio collezionista di musica, figlio

più quello, allora sarebbe meglio smettere di

è davvero difficile fare progetti a lungo raggio

degli anni 80 come il sottoscritto, questa è la

suonare.

ma ti posso garantire che stiamo facendo di

domanda più difficile in assoluto! Direi che,

Parlaci della più grande delusione e della più

tutto per organizzare una programmazione

se dovessi scegliere tre album, potrei indicare

grande soddisfazione vissute durante la tua

del più alto livello possibile. Il mio sogno è

“Unknown Pleasures” dei Joy Division, “From

esperienza all’Oasi.

proprio questo: cercare di portare, in una re-

Her To Eternity” di Nick Cave & The Bad Seeds

La delusione maggiore per un organizzatore

altà come quella di Acquaviva, il maggior nu-

e “Kollaps” degli Einsturzende Neubauten”:

di concerti avviene quando un concerto, nel

mero di artisti che magari fino a pochi anni

mi hanno davvero sconvolto l’esistenza, è

quale credi molto e sul quale hai lavorato tan-

fa non avresti mai pensato di poter andare a

colpa di questi tre album se io ora organizzo

to, va male. Nel mio caso, mi ha deluso vedere

vedere semplicemente attraversando la stra-

concerti!

poco più di 100 persone ad un concerto come

da e non sobbarcandosi centinaia di chilome-

Queste ultime righe sono il tuo

quello di Nada. Sul versante soddisfazioni,

tri. Il mio sogno impossibile, invece, rimane

spazio autogestito: cosa desideri

devo ammettere che sono state tante ma la

quello di avere all’Oasi Nick Cave, il mio idolo

comunicare ai lettori della “Pri-

principale è stata quella di aver portato una

musicale.

maVera Gioia”?

delle più incredibili band della storia del rock,

Quali consigli daresti a chi vuole avviare un

Vorrei che, nonostante tutto, la

Jon Spencer Blues Explosion, ad Acquaviva!

music club? Se si presentasse l’occasione,

gente continuasse a frequentare i locali che

Nelle settimane precedenti il concerto, mi leg-

terresti un corso di formazione per contribui-

propongono musica dal vivo, vorrei conoscere

gevo le città del tour di Jon Spencer e vedevo:

re allo sviluppo di queste professionalità?

tante persone che ancora sono curiose, che

Tokyo, Osaka, Rio De Janeiro, Buenos Aires,

Se dovessi dare un consiglio, sarebbe quello

hanno voglia di sentire band sconosciute,

Los Angeles, Londra, Parigi…Acquaviva delle

di trovarsi un altro mestiere! Scherzi a parte,

perché, se questa gente esiste ancora, allora

Fonti! Vi rendete conto? Quasi mi sono ver-

la prima cosa da fare è rendersi conto delle

il lavoro di tanti locali come l’Oasi non sarà

gognato. Poi, quando Jon Spencer mi ha preso

proprie possibilità tecniche e logistiche, cer-

vano! I locali esistono e resistono solo grazie

da parte dopo il concerto e mi ha detto che era

cando di procedere per gradi senza pensare

alle persone che hanno ancora questa gran-

stato uno dei più belli dell’anno, sono diventa-

di potersi arricchire in tre mesi. Io non ci sono

de, meravigliosa e intramontabile passione

to orgoglioso di quella serata come non mai.

ancora riuscito in tre anni.

che si chiama musica.

Inquadra per collegarti alla pagina Facebook dell-Oasi di S.Martino

le agenzie di booking, è legato proprio al di-


Maria Castellano |

sonora: utilizzando la tecnica dello “stop mo-

arduo il tuo... ma, comunque, riuscitissimo...

tion”, con oltre 100 fotografie in sequenza,

Come diceva Goethe, “del resto lì dove la luce

Letizia Lamartire, giovane film-maker puglie-

decisi, insieme a Stefania, di partecipare al

è più forte, l’ombra è più nera. Quindi perché

se. Oltre all’amore per il cinema, coltiva nel

Bifest International Film Festival di Bari, oc-

non tentare una trasposizione, mutando i

tempo numerose altre passioni, tra le quali la

casione che avrebbe sancito, con tutto lo stu-

luoghi ma salvando lo spirito del racconto?”.

fotografia e la musica.

pore e la timidezza della debuttante, la mia

La citazione che riporto testualmente è quel-

Completa i suoi studi musicali con il massimo

prima opera ufficiale. Fu quella la circostanza

la del giornalista Enzo Garofalo che di recente

dei voti al Conservatorio “Piccinni” di Bari.

che mi avrebbe portato, per il futuro, anche

ha recensito “Pretexto Andaluso” (cannibali.

Un’artista eclettica, dunque: come mai, ad un

alla ferma decisione di lavorare “dietro” la

it) e che più si avvicina allo spirito delle mie

certo punto della sua vita, si orienta alla set-

camera. Da quel momento, ho messo questa

motivazioni, quelle più intime e personali,

tima Arte, quasi a volerla identificare come

mia nuova passione a disposizione degli ami-

quelle che mi è piaciuto far mie.

un’efficace ed eccelsa sintesi di tutte le arti,

ci e dei colleghi artisti (in particolare, musici-

Il seme di quello che i più hanno chiama-

dalla figurativa alla filosofico-letterale e, in-

sti, danzatori, scrittori) che ho conosciuto nel

to video art fu uno spettacolo di chiusura

fine, alla musicale?

corso degli anni di studio e che, bontà loro, co-

dell’anno accademico di recitazione 2005-06

Effettivamente, sì, l’arte visiva è quella che

minciavano ad accreditarmi confortanti livelli

presso l’Accademia Unika per la regia del mio

più delle altre mi ha permesso di sintetizzare

qualitativi: la stessa accademia dove mi ero

M° Rocco Capri Chiumarulo (figura fonda-

le esperienze formative che avevo intrapreso

formata, infatti, insieme a Terrae (altra pre-

mentale, insieme alla Mª Anna Garofalo, per

sin dall’età adolescenziale: dapprima con gli

giatissima etichetta barese che più volte ha

quest’opera, oltre che per la mia personale

studi musicali, sfociati in seguito con la lau-

approfondito sia l’opera del poeta granadino

formazione artistica) e della cui messinscena

rea in musica jazz presso il conservatorio, e,

che le tradizioni musicali pugliesi) ha voluto

ho riadattato in video quelle immagini e quel-

in seguito, con il triennio di recitazione e mu-

darmi fiducia, proponendosi come produzione

le visioni teatrali.

sica, presso l’Accademia dello Spettacolo Uni-

di “Pretexto Andaluso”: il piacere e il dovere di

In “Nozze di sangue”, come in tutta l’opera e

ka di Bari. La fotografia ed il “video”, invece,

non deluderli era ai massimi storici, spero di

la poetica lorchiana, il destino inconfutabile è

sono quelle che ho praticato “sul campo”, da

essere stata all’altezza del compito.

dettato dalle forze che regolano l’universo e

autodidatta, e che hanno incominciato a rias-

“Pretexto Andaluso” è l’ultimo tuo corto libe-

delle quali si può solo prendere atto, accet-

sumere il precedente bagaglio di conoscenze

ramente tratto da “Nozze di sangue” di Fe-

tandole. Il pretesto, sia dello spettacolo te-

acquisito in quegli anni.

derico García Lorca.

atrale che del corto, è stato quello di creare

Il tuo primo corto, “Il vicolo di Mai”, realizzato

Rocco Capri Chiumarulo ha, prima di te, pro-

un ponte artistico-culturale tra due luoghi

con la partecipazione di Stefania Bove, è del

posto questo classico nello spettacolo tea-

del mondo in cui Eros e Thanatos potessero

2011, finalista al Bifest 2011 ed in concorso

trale “Pretexto Andaluz”, al quale hai fatto

convivere e rigenerarsi nel comune mistero di

anche al Premio David di Donatello. Ci sono,

direttamente riferimento anche nel titolo del

due Sud.

poi, alcuni videoclip legati alla danza e alla

film. Com’è nata l’idea di questa trasposizio-

Ho cercato di contenere, possibilmente, la

musica da te curati. Puoi descriverci le fasi

ne lorchiana dei tre elementi Sangue - Morte

trappola della retorica e dei luoghi comuni

più salienti di queste esperienze?

- Fecondità con le antiche tradizioni popolari

che insidiano il nostro Mezzogiorno, anche

In realtà, “Il vicolo di mai” è stato oggetto della

della Puglia?

laddove, oggettivamente, si incarna nella bel-

mia tesi di laurea, avendo scelto di approfon-

E come hai fatto a mantenere integri i nuclei

lezza inoppugnabile dei suoi paesaggi e della

dire come materia la “musica da film”. Un cor-

di significato della storia pur mutandone il

sua gente.

tometraggio per il quale, oltre a firmare la mia

contesto geografico-culturale? Il rischio era

Un plauso va all’intensa interpretazione della

prima regia, scrissi appunto anche la colonna

di cadere nella banalità, un lavoro davvero

sposa Maria Stella Cassano, all’espressivo e

/maria.castellano.5

PrimaVera Gioia 19

Cinema

Il cinema al femminile in Puglia intervista a Letizia Lamartire


passionale amante William Volpicella, all’im-

ca, FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO/Lecce,

uomini ed è quasi il filo conduttore che lega

peccabile Roberto Fatiguso nel ruolo dello

IN THE PALACE/Sofia, PALAGIANOINCORTO/

l’Andalusia di García Lorca alla Puglia de-

sposo... ci parli di loro e degli altri componenti

Palagiano, PORTOBELLO/Londra…). Grazie,

scritta da Letizia Lamartire. Cambiano gli

dell’equipe di lavoro?

davvero.

ambienti ma viene salvaguardato il senso del

Questo lavoro è stato possibile solo grazie

Il soprannaturale influenza l’azione degli

racconto, come?

alla totale disponibilità di professioni-

Che ruolo ha questa magica e miste-

sti e non, che mi hanno accordato la

riosa presenza nella narrazione?

loro incondizionata fiducia. Non potrò

Ho voluto, prima ancora che narrare

mai finire di ringraziare tutti coloro

in maniera descrittiva la trama della

che hanno creduto nel progetto, che

tragedia, evidenziare i nodi simbolici

hanno sfidato un clima rigidissimo e

della trama stessa: la tecnica del fla-

che, instancabilmente, hanno servito

shback è imbastita dalla figura della

l’opera. Senz’altro, credo che la forza

Morte che unisce fatalmente tutta la

di questo lavoro sia, in primis, nei vol-

sceneggiatura del corto stesso, senza

ti che parlano senza dialogare e che

comunque tradire la narrazione tem-

affidano alle voci calde e partecipate

porale del testo di Lorca.

dei Maestri Rocco Capri Chiumarulo ed Anna Garofalo le loro espressioni d’amore e di morte. Maria Stella Cassano (Sposa), William Volpicella (Leonardo), Roberto Fatiguso (Sposo), Justy De Venuto (Moglie di Leoanrdo), Antonio Boezio (Morte), Giacomo Dimase (Giovane fotografo), Teresa Vallarella (Madre dello Sposo. Quest’ultima, generosamente “prestata” dallo straordinario quartetto femminile barese “Faraualla”), e la piccola Federica Garofalo hanno incarnato al meglio ciò di cui il mio immaginario si era alimentato in tutti questi anni di gestazione e di ricerca di quei volti. A questi personaggi si sono magicamente affiancate figure simboliche come le lune, figure terrene come il popolo, l’innocenza dei bambini: tutti incastonati in un tempo poco definito storicamente, ma, al tempo stesso, così vicino al nostro

Titolo Originale - PRETEXTO ANDALUSO Paese - ITALIA | Anno - 2012 Formato - DIGITALE SCREEN RATIO 16:9 Colore - COLORE Durata - 9 MINUTI regia / directed by - LETIZIA LAMARTIRE cast - VOICES OFF: ARNOLDO FOÀ, ROCCO CAPRI CHIUMARULO, ANNA GAROFALO ACTORS: ANTONIO BOEZIO, MARIA STELLA CASSANO, JUSTY DE VENUTO, GIACOMO DIMASE, ROBERTO FATIGUSO, FEDERICA GAROFALO, TERESA VALLARELLA, WILLIAM VOLPICELLA sceneggiatura / screenplay - ANNA GAROFALO fotografia / photography - DIEGO MAGRONE montaggio / editing - LAMÌ costumi / costume design - MICHELE NAPOLETANO musica / music - PIPPO ARK D’AMBROSIO, TARANTULA RUBRA ENSEMBLE suono / sound - TOMMY CAVALIERI (Sorriso Studios - Bari) produzione / production - TERRAE / UNIKA PRODUZIONE

anche l’apporto di Àtrebil Teatro che so essere una realtà attiva e feconda a Gioia del Colle. Dulcis in fundo, una citazione dovuta con rispetto e stima al Maestro Arnoldo Foà che, con la modestia dei grandi artisti, ha accettato di aprire il corto con la sua inconfondibile voce. Un grazie a tutti loro ed alle giurie che hanno voluto selezionarlo, dedicandomi un po’ della loro stima (RIFF/ Roma, BIFEST/Bari, FILM FOGGIA FESTIVAL/Foggia, VERSI DI LUCE/Modi20 PrimaVera Gioia

una decadenza culturale di derivazione politico-televisivo-mediatica. Il pubblico del prodotto d’essai è quasi un fenomeno in estinzione. In questo periodo difficile, spesso si punta ad un prodotto commerciale: cosa ne pensi, Letizia? Come non perdere la propria identità soprattutto culturale in un panorama, quello attuale, non molto incoraggiante? E, soprattutto, un prodotto di qualità cosa dovrebbe avere per fidelizzare un pubblico sempre meno presente? Purtroppo (o per fortuna), non ho anagraficamente ancora una coscienza “ventennale” del fenomeno. Mi sento solo di poter dire che, se è vero che il momento storico è decadente dal punto di vista politico/televisivo/mediatico/etico/sociale, è pur vero che chi esercita lo sforzo enorme ed imperterrito di mantenere viva la propria

presente ancora fortemente influenzato dalle tradizioni. Mi piace citare

Negli ultimi vent’anni assistiamo ad

Sinossi La più dolorosa fra le tragedie del “poeta dell’Alhambra” riconsegnata da una sequenza di flashback radicati nelle campagne di un Mezzogiorno magico e stregato. La geometria dei coni e dei muretti a secco è il pretexto che racconta un destino di sangue, deciso fatalmente dalle forze soprannaturali che regolano l’universo di Federico García Lorca. Le stesse che, dalla scrittura lorchiana, emergeranno potenti per dare voce al film: i boscaioli, il mendicante, la luna, la bambina… Tutto, il giorno delle nozze. In Puglia, come in Andalucía. Forse, alle cinque della sera.

identità ed i propri sogni, alla fine si ripaga. Certamente, la strada è più lunga ed impervia, ma la soddisfazione è ghiotta ed appagante e merita sacrificio e costanza. Trovo che sia l’unico modo per aggregare un proprio pubblico, ma giammai per fare solo arido proselitismo. Ci parli del tuo nuovo progetto in cantiere? Pur non essendo scaramantica, posso solo anticipare, a te e soprattutto a me, che si tratterà di un cartone animato.


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A cura di Filippo Linzalata

Registro delle unioni civili anche al comune Gioia del colle? La proposta, partita dal consigliere di maggioranza Giovanni Vasco e avallata dall’assessore Mariantonietta Taranto, è al vaglio del consiglio comunale. Per unione civile s’intende quel negozio giuridico, differente dal matrimonio, che comporta il riconoscimento giuridico della coppia di fatto con annessi diritti e doveri. Erroneamente si pensa che sia un escamotage per tutelare solo le unioni omosessuali, mentre al contrario sono numerosissimi i casi di coppie eterosessuali non sposate con figli al seguito. Il senso civico porta dunque all’esigenza del riconoscimento e della tutela di tali situazioni.

Domenica di chiusura al traffico. Buona la prima! Il 28 ottobre si è svolta, seppur con mediocre successo a causa del cielo plumbeo e di sporadiche precipitazioni, l’inaugurazione della chiusura al traffico del centro città. L’area che nei giorni festivi diventa pedonale va da Via Roma

a via Garibaldi (includendo il perimetro di Piazza Plebiscito fino all’altezza di Corso Vittorio Emanuele) . Gli orari del divieto di circolazione si estendono dalle ore 9:00 alle 13:00 e dalle 16:30 alle 20:30. La giornata inaugurale è stata animata da mercatini, stand delle varie associazioni (Ecopunto, WWF, Ogechi…) e intrattenimento per bambini a cura della Ludotek e di Gioiainbici che ha allestito al centro della piazza una gimkana (percorso per MTB) per bambini . Alle 13.00 si è tenuta alle porte del centro storico la presentazione del libro “DePILiamoci” di Nello de Padova, che parla della decrescita felice. Il progetto, avallato dal Comune, prevede di riorganizzare l’accessibilità al centro della città in un’ottica di sostenibilità ambientale con l’obiettivo di riqualificare gli spazi esistenti , diminuire il traffico veicolare e di conseguenza l’inquinamento, incentivare la mobilità ciclo-pedonale, “rianimare” il centro storico e favorire la socializzazione e l’aggregazione sociale. PrimaVera Gioia 21


Paolo Del Debbio tra il ‘Paradiso’ e Ilona Staller q Rosario Milano

“Nel 2010 la Puglia contava su 102 stabilimenti ospedalieri, di cui 68 pubblici e 34 privati con una dotazione complessiva di 16 mila posti letto (3,9 ogni mille abitanti) e un tasso di ricoveri pari in media a 218 ogni mille (180 ogni mille quello previsto dai Lea nazionali). Alla fine del 2011, dopo i tagli della prima fase del piano, il sistema è risultato di 82 stabilimenti ospedalieri (44 pubblici, 3 enti ecclesiastici, 2 Irccs privati e 33 cliniche private), ed è passato da 13.282 posti letto a 11.881. Al termine della fase due del piano, il sistema risulterebbe, invece, composto da 77 ospedali pubblici con 11mila posti letto.” Da: www.lagazzettadelmezzogiorno.it

L

a battaglia per la difesa del diritto alla salute ha vissuto una nuova tappa a Gioia del Colle nella serata di domenica 14 ottobre. Questa nuova offensiva contro i presidi ospedalieri è espressione della seconda fase del Piano di riordino elaborato dall’Assessorato della Regione Puglia. A Gioia, in prima fila contro la chiusura dei reparti del ‘Paradiso’, ci sono i rappresentanti dell’Osservatorio e alcuni dei professionisti impiegati presso la struttura, i quali tentano di dimostrare che la decisione di chiudere questo nosocomio è incongruente rispetto ai dati forniti dagli indici aziendalistici e che, dunque, sostengono l’infondatezza di questo atto alla luce dell’eccellenza di alcuni reparti dell’Ospedale di Gioia del Colle. D’altra parte, l’uomo della strada ha delle argomentazioni meno articolate e dettate dal naturale avvilimento per l’impoverimento della propria quotidianità. La percezione comune legata alla chiusura di un ospedale è di perdere la certezza di ricevere, quando se ne necessita, i trattamenti sanitari idonei – cioè, quelli che non ti uccidono; prima ancora dell’efficacia della cura, il diritto alla salute consiste nel conforto psicologico della certezza di ricevere la cura. In linea teorica, sento di condividere alcuni aspetti legati alla filosofia di fondo del 22 PrimaVera Gioia

riordino in Puglia, ma nutro delle forti perplessità rispetto alla sostenibilità di tale piano sanitario alla luce dei limiti palesi e dei ritardi strutturali della Regione Puglia. Di fatto, l’aspetto più cedevole dell’intero impianto giuridico-amministrativo della sanità pugliese è la natura stessa della società civile e politica della Regione Puglia. Di fatto, negli ultimi dieci anni la sanità pugliese non è cambiata nel senso che noi tutti speravamo, ma, personalmente, ritengo che Vendola sia soltanto in parte responsabile di questo fallimento. In fondo, l’attuale processo di riordino della sanità in Puglia è espressione del Piano di rientro del deficit sanitario siglato tra la Regione e il Ministero Fitto nel novembre 2010. In linea generale, la sanità in Italia (come l’Università, la Scuola, la Magistratura, etc.) sono espressione di processi storici di lunga durata; ed è impossibile informare questi interi settori ai principi dell’efficienza e della buona amministrazione quando l’assessore si chiama Tedesco e quando a reggere la propria maggioranza ci sono individui che rappresentano esattamente i medesimi interessi che si vogliono combattere; individui, si badi bene, che sono eletti dai cittadini e che, a loro volta, nominano i dirigenti ospedalieri. Per metter mano alla sanità in Puglia occorrerebbe rivoluzionare rapporti di forza ampiamente consolidati sui quali si regge l’infinito gioco di scatole cinesi, di collusione e commistione che si nascondono dietro l’espressione ‘sanità’. Diciamo che la sanità è un discorso superficiale, generalizzante, buono per il giornale al bar e per i commenti della puntata di Report. Tuttavia, preferisco queste argomentazioni alla spettacolarizzazione degli eventi del nostro tempo. L’indignato a intermittenza o su facebook è la peggiore caricatura possibile dell’homo politicus, ma una vera manna dal cielo per gli scippatori d’emozioni dello streaming. Cosa c’è di meglio dell’indignato d’eccezione che urla davanti alle telecamere il proprio sconcerto e la disperazione per la chiusura di un ospedale in cui, forse, non ha mai messo piede? Strani questi esseri umani che, quando c’era l’ospedale, andavano altrove a


curarsi (perché non si fidavano dell’ospedale di Gioia) e che ora urlano il proprio sconcerto per la chiusura. Bizzarri questi individui che da sempre si confortano dell’idea che va tutto bene, si appoggiano al conoscente giusto nel momento giusto, che ignorano la ruberia del lebbrosario, che soprassiedono su ogni cosa e che votano per le stesse persone che con le forniture sanitarie e le convenzioni ospedaliere si sono fatti i soldi per pagare le cene elettorali. In seconda battuta, a sostegno del ‘popolo’ giungono proprio loro, i salafiti locali, i puri, quelli che sono sempre dalla parte della gente, sempre pronti a battersi per i diritti dell’individuo. Il populismo cavalcato da Nichi durante la sua prima, epica campagna elettorale gli ritorna contro quando l’emozionale Paolo Del Debbio lancia la sua trasmissione sui canali Mediaset, lanciando, di fatto, la campagna elettorale per la presidenza della Puglia. Tuttavia, il mio Presidente ha almeno la profondità dalla parola dalla sua parte, gli altri neanche questo. Soprattutto mi fa specie vedere in prima fila il consigliere Antonicelli e il dottor Piero Longo, e sentire quest’ultimo parlare di dignità. L’espressione dignità è forse la più abusata di tutte in politica. Per me la definizione più calzante è quella aristotelica (scusate la citazione, ma servono per chiudere il ragionamento): “La dignità non consiste nel possedere onori, ma nella coscienza di meritarli”. Se ammettiamo la validità di questa definizione e se, come afferma il nostro ex primo cittadino, con l’Ospedale ci tolgono anche la dignità, ne deriva che quello che abbiamo perso è la coscienza di meritare l’ospedale. Di fatto,

quest’emergenza costituisce un’altra manifestazione della crisi che la cittadinanza vive da oltre un trentennio in tutti i Paesi cosiddetti democratici: se ci tolgono l’ospedale è perché abbiamo smarrito la coscienza di meritare i diritti e, tra questi, il diritto alla salute. La sanità costa tantissimo e averla a costi politici è un dono dello stato democratico. Tuttavia, per tutta la Prima, la Seconda e la Terza Repubblica molti si sono occupati di distruggere la sanità attraverso un sistema clientelare, un gioco a somma zero dominato da baroni, leggi leonine (cfr. legge sugli enti ecclesiastici), convenzioni con gli enti privati che fanno capo al politico connivente, ecc. Tutti conoscono ‘O sistema’ che ruota intorno ai medici-notabili di Paese, che hanno acquisito beni pubblici come si trattasse di ‘cosa nostra’, pronti a dispensare ogni beneficio per i propri sudditi. Un sistema che vede complici anche gli infermieri, che trasportano a casa il possibile, e i poveri pazienti pronti a voltare la testa per ottenere la soddisfazione dei bisogni materiali. L’ospedale, la sua struttura, le sue risorse, l’intero sistema sanitario nazionale viene smantellato perché non lo abbiamo meritato, ma lo abbiamo saccheggiato, depredato e abusato. Ma non cercate responsabili altrove. Né Vendola e né Fiore, né Povia e né De Leonardis, né Monti e né Berlusconi. Siamo artefici del nostro destino e questo è quello che meritiamo, per quanto scomodo questo sia, e per quanto difficile sia da ammettere, anche per chi parla della dignità con la stessa coerenza con la quale Ilona Staller potrebbe trattare il tema della verginità.

IL MEGLIO & IL PEGGIO

Fai una foto che ritragga il meglio o il peggio di Gioia e inviala a info@laprimaveragioia.tk. Le migliori verranno pubblicate in questo spazio

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Via Dante, 80


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