EDIZIONE CONVERSANO
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Piazza della Resistenza,11/A
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EDITORIALE
berlusconi
C’è una cosa che Silvio Berlusconi non sopporta: dipendere da qualcuno. E ora che - politicamente parlando il suo destino è alla dipendenza da Giorgia Meloni, non ci sta, e lo fa vedere, senza preoccuparsi di apparire fuori tempo e fuori luogo. Anche a costo di andare pericolosamente controcorrente sulla questione Ucraina. Hanno un senso le sue capotiche uscite di questi giorni? I suoi appunti sulla Meloni ostentati in seduta pubblica ai ficcanaso di turno? E il Lambrusco a Putin? All’apparenza, no. E’ andato fuori di testa hanno commentato in tanti. E invece no. Berlusconi non ha mai perso la lucidità, ed è il Berlusconi di sempre, il genio che non riconosce altri al di sopra di sé e non è disposto ad arretrare nemmeno dopo una sconfitta. Siccome i numeri gli hanno dato torto, e siccome deve ingoiare l’amarezza della sottomissione a una giovane allieva che ha superato il maestro, ha deciso di sfregiarla. Ed ecco il no a La Russa, gli appunti tranchant, le uscite su Putin. Sta bruciando il terreno intorno alla prossima presidente del consiglio. O almeno tenta di farlo. Stavolta, però, fiamme e fumo potrebbero giocargli un brutto scherzo, costargli caro. La scommessa è troppo rischiosa, e alla sua età, non può più permettersi azzardi così pericolosi. Perché rischia anzitutto di far male alla sua creatura, Forza Italia, che invece dovrebbe rendere autonoma, anche da lui. Prima o poi anche lui dovrà mettersi l’anima in pace, ma è immaginabile, oggi, una Forza Italia senza di lui? Purtroppo, no. Non c’è nessuno alle sue spalle, e quelli che si son fatti fotografare con lui sono stati i primi ad applaudirlo quando ha rivendicato la sua amicizia con Putin. L’unica allieva ben riuscita è la Meloni che, non a caso, da tempo ha capito l’antifona e lo ha abbandonato. Vincenzo Magistà
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