Il Mare - Eco del Golfo Tigullio 6

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Anno IV - n. 6/ 2011 • Direttore responsabile: Emilio Carta

O giornale o l'é comme l'äze, quello che ti ghe metti o porta Il giornale è come l'asino, quello che ci metti, porta (Antico proverbio genovese)

ESTATE 2011 • Il turismo da Rapallo a Santa • GLI EVENTI PRINCIPALI: Blues, Balletto, Palco sul Mare, Valle Christi, Organistica, S.Fruttuoso, Mare Forza sette

TRADIZIONI Al nord sempre più vincoli

ECONOMIA Via Venezia in crisi profonda

SOPRANNOMI RAPALLINI/8 MARE Tristan da Cunha

AMBIENTE Foreste a rischio

STORIA

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Feste di Luglio col botto?

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

di Emilio Carta

IL MARE

Mensile di informazione Anno IV - n. 6/ 2011 Edito da: Azienda Grafica Busco Editrice Rapallo - via A. Volta 35,39 rapallonotizie@libero.it tel. 0185273647 - fax 0185 235610 Autorizzazione tribunale di Chiavari n. 3/08 R. Stampa Direttore responsabile: Emilio Carta Redazione: Carlo Gatti - Benedetta Magri Elena Busco - Daniele Roncagliolo

Hanno collaborato a questo numero: R. Bagnasco - P. Bellosta - P.L. Benatti A. Bertollo - C. Gatti - E. Lavagno Canacari S. Gambèri Gallo - B. Magri - B. Mancini M. Mancini - G. Massa - C. Molfino - A. Noziglia D. Pertusati - L. Rainusso - R. Ripa D. Roncagliolo - V. Temperini

Fotografie: Fabio Piumetti Archivio Azienda Grafica Busco

La collaborazione a Rapallo Notizie è gratuita e ad invito

IN QUESTO NUMERO: Feste di Luglio col botto? di E. Carta

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Via Venezia in agonia di D. Roncagliolo

3

Turismo a due voci di A.Noziglia/P. Bellosta

4/5

Salviamo le foreste di E. Lavagno Canacari

6

Tristan Da Cunha di C. Gatti

8/9

Ritrovato il Malachite di R. Ripa

10

Eventi estivi di E. Carta

12/13/14

Happy Hour sullʼonda di B. Magri

16

Lʼangolo di Rossella

16

Il S. Bernardo di Bernardo Castello di C. Molfino

17

Natura: i molluschi nani di G. Massa

18

La grande piazza di P. Benatti

19

Come eravamo di B. Mancini

19

I soprannomi rapallini/8 di M. Mancini

20

Ruote proibite di S. Gambèri Gallo

21

La famiglia Dufour di A. Bertollo

22

Largo ai giovani... di M. Bacigalupo

23

Come eravamo di B. Mancini

24

Il compromesso con il Vaticano di D. Pertusati

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Australia, “Down under”/2 di V. Temperini

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Al cinema in diagonale di L. Rainusso

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Lettere, notizie e tempo libero

l’anno dell’unità d’Italia, ma non per denti, anche mortali, hanno funestato le tutti. Almeno per quelle fette di sti- feste. L’ultima rimostranza, in stretto genovale, isole comprese, dove l’osservanza di vese, la abbiamo ascoltata sulla spiaggia da leggi, normative e regole viaggiano a due una vecchietta che da anni, assieme ad altri velocità. Da Roma in giù mi raccontava un volontari, si dedica a porre in mare i tradiamico, durante l’estate per riconoscere al zionali “lumetti rapallini”. Ecco lo sfogo: volo ospiti e indigeni basta osservare chi va “ci hanno persino chiesto di assicurare che in motorino: quelli col casco sono i turisti. i lumetti siano biodegradabili manco fossimo degli inquinatori del mare. Ma non Una battuta? Non tanto. Andiamo oltre. I tre giorni di “fuochi” in hanno altro cui pensare?” onore della santa Patrona dei rapallesi (a Ma che c’entrano le feste di luglio con l’Itafianco un’interessante riflessione di un let- lia che va a due velocità? Eccovi un’altra tetore - vedi lettera a pag. 30 - circa le infor- stimonianza. Ospite di una manifestazione mazioni non date al pubblico in occasione sportiva tenutasi in una località turistica del del Panegirico) ci hanno abituato a misure Sud un amico al termine della consegna di di sicurezza sempre più restrittive e impo- premi e attestati è stato letteralmente asnenti: dall’obbligo dei pontoni per gli spet- sordato dal lancio improvviso di bombe e tacoli pirotecnici alle transenne e relative petardi per festeggiare l’evento. chiusure di strade, dall’obbligo del paten- Sapete quale era la distanza che divideva i tino per i massari-fuochisti, al posticipo dei massari dal pubblico? Neanche dieci metri fuochi d’artificio in cielo solo dopo il pas- e, nessuno, dicasi nessuno, ha fatto una saggio notturno dell’ultimo aereo diretto piega. verso la scalo genovese e sicuramente abbiamo dimenticato qualcosa. Giggia, il Comune Va detto, in positivo, che le dovrà munirsi di chiatte erano ben posizioUn albergatore un fonometro! nate nel golfo (qualche anno ha protestato fa i fuochi li videro solo i per la rumorosità zoagliesi) e le vetrine dei nedei mortaletti! gozi, grazie all’interessamento dell’Ascom, finalmente addobbate nel segno della Festa tanto cara ai rapallesi e ai “foresti”. Sono tutti interventi giusti e necessari, sia ben chiaro, perché, va ricordato, nel corso degli anni alcuni inci-

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C’è casino e casino...

di Pietro Ardito & C.


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COMMERCIO

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di Daniele RONCAGLIOLO danironca@hotmail.it

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

CRISI

Via Venezia in profonda agonia Dopo il rilancio del centro storico avvenuto negli anni Novanta, le chiusure degli esercizi commerciali si susseguono senza posa errande abbassate. Cartelli gialli, rossi e verdi con scritto “affittasi” o “vendesi”. E poi un numero di cellulare per prendere contatto. Istantanee di vita quotidiana: negozi svuotati e tristemente chiusi in cerca di una cura ricostituente che, da mesi, sembra poter avere solo i principi attivi dello “Yuan”, la moneta cinese che abbonda e non risente della crisi economica. I bar hanno ormai alzato la Grande Muraglia e si apprestano a sostituire brioche e cappuccino con wanton fritto e tè. Altri negozi storici hanno chiuso dopo anni di attività: su tutti la lavanderia Bendix in via della Libertà e la pescheria “Cooperativa Pescatori Camogli” in via Trieste. Il caso emblematico, però, è quello di via Venezia nei cui primi cinquanta metri hanno chiuso tre attività: un panificio, una macelleria e un negozio di articoli per il “buon riposo”. Una via centrale, parallela a quella dello “stru-

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scio”, che nell’immaginario collettivo dovrebbe essere immune dal trend che vede il susseguirsi di saracinesche abbassate. Qualcuna, in controtendenza, si alza ed è il caso della parafarmacia inaugurata recentemente nella via. Un tourbillon di esercizi commerciali

da Mario

che aprono e chiudono come fossero trottole impazzite, disorientando cittadini e turisti che nel giro di dodici mesi rischiano di trovare un negozio di abbigliamento laddove si vendevano frutta e verdura. Ma via Venezia è anche lo specchio del nuovo che avanza: nella strada, a pochi metri di distanza l’uno dall’altro, sono presenti un negozio di abbigliamento cinese e uno che offre come propria specialità il kebab, piatto tipico della gastronomia turca e araba. Secondo Giorgio Tasso, da quindici mesi consigliere comunale incaricato al commercio e operante nel settore da tre decenni, il fenomeno della chiusura degli esercizi è legato ad una doppia problematica acuita, come noto, dalla crisi economica. La prima, e forse la più opprimente, è quella del caro affitti, tematica sollevata anche dal presidente dell’Ascom Elisabetta Lai. La seconda causa è strettamente collegata al decreto sulle liberalizza-

Trattoria a Rapallo dal 1 9 6 3

zioni emanato cinque anni fa dall’allora ministro allo sviluppo economico Pier Luigi Bersani, che ha di fatto abbassato la qualità del commercio con imprenditori “improvvisati” che dopo alcuni mesi di scarsi risultati levano le tende con conseguenze economiche immaginabili. Un piccolo aiuto al “ripopolamento” dei negozi sfitti potrebbe darlo il piano commerciale annunciato ormai da anni: questa volta, però, sembra essere arrivato il momento giusto ed entro settembre dovrebbe diventare realtà. Tra le novità ci saranno la chiusura alla grande distribuzione e la possibilità di Esercizi di Vendita Speciale nelle strade del centro: via libera, quindi, a nuovi autosaloni, ad espositori di barche e ai mobilifici. Inoltre, resta sempre in sospeso la possibilità di creare gallerie commerciali in alcune strutture ormai abbandonate come il cinema Grifone e l’ex cinema Italia. Se queste misure serviranno a rilanciare l’agonizzante commercio rapallese, lo scopriremo solo tra alcuni mesi. E forse non basteranno nemmeno quelli.

GIRI DI CHIGLIA Negli anni Ottanta, per un’intuizione dell’assessorato alla Cultura, che se non ricordo male faceva capo a Pier Luigi Benatti, nacque una manifestazione denominata “Rolecc’arte”. Si snodava lungo via Venezia e le piazzette del Pozzo e Da Vico e, su appositi pannelli, ospitava foto e documenti legati alla storia e alle origini del quartiere di Rolecca nonché la riproposizione degli antichi mestieri. I rapallesi si riappropriarono così del territorio con l’esposizione dell’artigianato locale, con le donne e le ragazze della scuola del merletto intente a lavorare il tombolo mentre i pescatori rammendavano le reti; vennero creati appositi acquari che ospitavano la flora e fauna del nostro mare, promossi concerti di musica etnica e non solo, sfilate con figuranti in costume. I panifici del centro storico offrivano la focaccia e i vinai il “nostralino”, mentre la famiglia Ratto, i “polpi”, aveva messo gratuitamente i propri magazzini che d’inverno ospitavano le cabine dei bagni. E la gente affollava vie e piazzette alla ricerca delle proprie radici quasi incredula di un veder riaffiorare un mondo che stava scomparendo quasi senza lasciare traccia. Con quelle iniziative estive era iniziata così anche la timida rinascita di Rolecca: i depositi della merce dei negozi della ben più ricca e “nobile” via Mazzini poco per volta si trasformarono in negozi ridando vitalità e luce alla prima parte di via Venezia. Rolecc’arte venne poi fatta morire grazie ad amministratori certamente più illuminati dei precedenti, volti a favorire iniziative sicuramente meno plebee e oggi, con la complicità della crisi - come ci illustra l’articolo di Daniele Roncaglielo - assistiamo nuovamente al crollo dell’economia di quel rione. E. C.

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TURISMO E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

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di Annalisa NOZIGLIA

RAPALLO

Gli Assessori al Turismo di Rapallo e Santa Margherita Roberto Di Antonio e Alberto Fustinoni, assessori al turismo e vice sindaci delle due città

Roberto Di Antonio

opo le grandiose feste in onore di N.S. di Montallegro che si sono contraddistinte per il grande impegno sia dell’amministrazione che dei sestrieri che hanno lavorato assiduamente per garantire l’ottima riuscita della festa e colorarla con i loro immancabili e splendidi spettacoli pirotecnici, ora la città si prepara con entusiasmo ad affrontare l’estate per lasciare un ricordo indelebile a tutti coloro che trascorreranno qui il periodo di ferie e per dar loro un valido motivo per tornare. Abbiamo incontrato l’assessore al turismo e alla promozione della città Roberto Di Antonio che, con orgoglio, ci ha illustrato gli eventi dell’estate e l’andamento turistico della città che nonostante i tempi di crisi registra un continuo aumento di presenze. Un primo dato incoraggiante, ci ha

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spiegato il vice sindaco Di Antonio, è sicuramente il bilancio delle feste di luglio che hanno aperto la stagione facendo registrare l’intensa partecipazione di rapallesi e turisti. L’estate di Rapallo si snoderà principalmente in città, presso Villa Tigullio, il complesso monumentale di Valle Christi e le varie frazioni che accanto alle funzioni religiose dedicate ai Santi Patroni, come di consueto, organizzeranno feste, sagre e spettacoli pirotecnici. L’intento dell’amministrazione, ci spiega il vice sindaco, è quello di rendere viva la città in modo da poter offrire serate ricche di appuntamenti sia per chi ha scelto di trascorrere a Rapallo le proprie vacanze sia per coloro che vivono qui tutto l’anno. Con notevole sforzo, nonostante i tempi di crisi, Rapallo consolida alcuni momenti che ormai da tempo segnano gli appuntamenti d’estate: è stato infatti riconfermato anche quest’anno il Festival Internazionale del Balletto presso Villa Tigullio, così come L’operetta con Il cavallino bianco e La locandiera sempre a Villa Tigullio. Tornerà anche il Festival Internazionale di Valle Christi dove nella splendida cornice dell’omonimo complesso monumentale sarà il teatro a farne da padrone. Riconfermati inoltre il Festival Internazionale “Rapsodia in Blues” sul lungomare, le Finali di Miss Italia e il premio Via del Campo, qui oltre alla partecipazione di giovani artisti emergenti sarà presente Eugenio Finardi. A tutto questo si aggiungono serate interamente dedicate alla musica Blues e

al Jazz con la straordinaria partecipazione di Enrico Rava il 26 luglio. L’assessore ci ricorda inoltre che gli spettacoli che si svolgeranno in centro città come sempre saranno gratuiti e pertanto fruibili da tutti. Altro grande ritorno sarà il Palco sul Mare, manifestazione fortemente voluta dai commercianti, spiega il presidente dell’Ascom Elisabetta Lai, che hanno contribuito concretamente a questa importante iniziativa che torna a Rapallo dopo undici anni. La manifestazione porterà nella nostra città artisti di spicco come Giusy Ferreri il 23 agosto, cantanti e cabarettisti che garantiranno serate indimenticabili sul nostro lungomare. Appuntamento da non perdere sarà il 19 luglio con il concerto di Nick the Nightfly &Montecarlo Nigts Orchestra, da tutti meglio conosciuto come la voce del palinsesto notturno di Radio Montecarlo.

Oltre all’amministrazione anche i commercianti promettono un impegno concreto per ridare a Rapallo una posizione di spicco tra le località turistiche della riviera. L’Ascom, garantisce per agosto ben tre giorni di “sbarazzo”, una giornata dedicata al gourmet il primo settembre e novità molto interessanti per l’autunno che in seguito vi presenteremo! Altro incentivo al turismo è il Rapallo tour pass che i turisti possono ritirare presso il proprio hotel e presentandolo in diversi esercizi del centro ottenere sconti e promozioni. L’estate è appena iniziata e Rapallo promette serate tutte da vivere! Si sa che il “mugugno” è una delle attività tipiche di noi liguri e che qualcuno troverà qualche valido motivo per lamentarsi … certamente però non potrà dire che quest’estate a Rapallo ci si annoierà!

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TURISMO E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

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di Paolo BELLOSTA

SANTA MARGHERITA

parlano dell’estate, degli eventi e dei loro progetti à rivierasche, a cuore aperto per illustrare come sarà la stagione 2011 e non solo

Alberto Fustinoni

arà un'estate molto ricca, cominciando dalla serata del 16 luglio che proporra un viaggio attraverso le culture del mar Mediterraneo, passando per un goliardico Carnevale ferragostano dedicato ai più giovani, fino all'ormai classico appuntamento della Notte Bianca, il 3 settembre con ospite Elio e le Storie Tese. “La prima volta che abbiamo organizzato la Notte Bianca c'erano molti dubbi ed incertezze. Abbiamo preparato tutto all'ultimo, sembrava che l'evento dovesse essere annullato come era accaduto l'anno prima, ma alla fine ogni cosa è andata per il meglio e la soddisfazione è stata enorme. La città ha sempre risposto bene, Santa era colma di persone venute da tutto il Levante e non solo. Il timore di molti era di trovare le strade piene di rifiuti il giorno dopo ma la mattina successiva non c'era una sola carta per terra, tutti si erano divertiti comportandosi in maniera civilissima. E' stata una serata molto riuscita, anche que-

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st'anno ci punteremo molto, ma non sarà l'unica, vogliamo coinvolgere sempre più persone”. In programma per l'estate 2011 ci sono eventi per tutti, anche gli amanti della bella musica non verrano delusi. Si parte dalla serata jazz del 6 luglio durante la quale quarantacinque ragazzi della Garfield High School si esibiranno gratuitamente nei giardini della città. Gli appassionati di blues dovranno aspettare fino ad agosto, quando il festival che toccherà vari comuni della Liguria, tra cui Rapallo, farà tappa anche a Santa Margherita. “Vogliamo organizzare sempre più eventi, vogliamo che la gente sia soddisfatta di aver passato le vacanze da noi. Inoltre cercheremo di valorizzare gli artisti più promettenti, dando loro un palcoscenico importante dove esibirsi.” Anche per questo motivo verrà organizzato nuovamente il Premio Bindi, i ragazzi si esibiranno su testi scritti da loro cercando di onorare la memoria del celebre cantautore ligure. L'anno scorso vinse Roberto Amadè che ha confermato il suo talento anche nell'ultima edizione di Sanremo, ben figurando nella sezione giovani. Tante serate, tanti eventi nonostante una situazione economica non certo idilliaca “Tremonti ha tagliato del 20% i fondi da devolvere ai comuni, ma nonostante questo faremo del nostro meglio, nessuno rimarrà deluso, questo ve lo garantisco”. L'assessore al turismo si sofferma anche su una problematica recente, ovvero l'arrivo di navi da crociera. A fine maggio, il Presidente della Cemar, Sergio Senesi, aveva espresso qualche perplessità sulla gestione da parte del comune di questa importante risorsa. “Molte navi hanno fatto scalo, altri arrivi sono in programma, nonostante

questo negli ultimi mesi sono state portate avanti polemiche spesso inutili. Quando il 12 maggio ha fatto scalo la Queen Elizabeth si parlava di 3000 crocieristi, poi ne sono arrivati 2000 e siamo stati criticati per aver segnalato un numero maggiore di persone di quelle che poi erano realmente. Ma questo mi sembra assurdo, dovremmo riflettere e capire che 2000 persone sono tantissime, poi non tutte decideranno di fermarsi da noi, alcuni andranno a Sestri, qualcuno all'Acquario di Genova oppure a fare acquisti all'outlet di Serravalle ma altri si fermeranno a Santa. Questo è comunque un successo, dobbiamo cercare di offrire sempre più opportunità alle persone che preferiranno la tranquillità e la bellezza di Santa Margherita ad altre mete. Sicuramente possiamo fare di più ma credo che la strada sia quella giusta”. Altre critiche sono giunte a riguardo del nuovo pontile, appena inaugurato e già da ampliare. “Non si può fare tutto subito, bisogna avere pazienza. Non possiamo fare i miracoli in quindici giorni. Un ampliamento era già in programma ma nel frattempo volevano cominciare a costruire qualcosa di concreto.” Da mesi poi le polemiche su un possi-

bile ampliamento del porto e sull'eventualità di costruire un centro talassoterapeutico si sprecano. Diversi comitati hanno organizzato campagne per raccogliere firme contro questo nuovo progetto, su facebook sono anche nati gruppi a riguardo. Il timore è che la bellezza naturale della città possa venire intaccata dalla fretta di costruire a tutti i costi. Fustinoni replica così “capisco i timori della gente, ma il comune sarà attento a questo, il progetto è stato aperto a tutti e ognuno trarrà la sue conclusioni. Io credo che sia una grande oppurtunità per noi, un modo per crescere, per valorizzare la città e per destagionalizzare il turismo. L'idea iniziale era di ampliare il porto con nuovi posti barca e coi soldi ricavati costruire il centro benessere. Lo giudico un ottimo progetto, credo che oggi la vita sia molto più stressante di prima, per questo le persone vogliono venire in vacanza a rilassarsi e a riposarsi, il centro benessere sarebbe una risorsa fondamentale. Dobbiamo andare incontro a quello che la gente ci chiede. Si potrebbero organizzare promozioni fra il centro ed i maggiori alberghi, sarebbe un'idea vincente. D'altronde è normale che ci siano polemiche, tutte le novità fanno discutere.”

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SOCIETÀ

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di Elena LAVAGNO CANACARI

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

CODICE DONNA

2011 - Anno Internazionale delle Foreste Piantiamo un albero per salvare il pianeta n Piemonte, su un poggio assolato che digrada verso vigneti e campi coltivati, c'è un albero che porta il mio nome. L'aveva piantato, quando io nacqui, mio nonno, un vecchio contadino di pochi studi, come diceva lui, ma dotato di una intelligenza viva e di una saggezza innata da uomo sempre vissuto a stretto contatto con la natura, che è grande maestra di vita. Diceva, il nonno, che le piante erano la ricchezza della campagna, per l'ossigeno che emanavano, per l'ombra che offrivano ai contadini nella calura estiva, per le radici che trattenevano l'acqua nei periodi delle piogge ed impedivano gli smottamenti e la frane, e poi, per la ricchezza dei frutti che davano. Noi, che siamo un po' più acculturati, aggiungiamo che le piante contengono un importante pigmento verde , la clorofilla, che è capace di trasformare l'energia radiante della luce solare in energia chimica. Durante la reazione, la cosiddetta fotosintesi clorofilliana, l'anidride carbonica dell'aria e l'acqua assorbita dalle radici vengono trasformati da composti

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inorganici in composti organici che costituiscono la materia vivente ( zuccheri, amidi, ect.) mentre nell'aria si libera ossigeno. E' quindi la luce che innesca questo meraviglioso processo chimico attraverso il quale le piante vivono e l'atmosfera si arricchisce di ossigeno, indispensabile per la vita. Le piante inoltre rilasciano enormi quantità di vapore, facendo sì che l'atmosfera si rinfreschi e si formino le piogge. Di qui la grande importanza delle piante, che i nostri nonni curavano come creature e come fossero vere creature ne seguivano la crescita, osservandole, studiando i loro problemi, aiutandole nel loro sviluppo, orgogliosi della loro bellezza. E questo era frutto di un autentico amore per la natura, di una simbiosi uomo – terra che affondava le sue radici nelle epoche preistoriche, quando la terra era la madre dell'uomo, la sua unica fonte di vita. Quando nasceva un bambino, i vecchi contadini piantavano un albero, incidevano nel legno una targhetta con il nome del piccolo, che cresceva di pari passo con quel nume tutelare, pronto come la

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pianta a superare le tempeste della vita. Oggi, purtroppo, gli alberi si tagliano sempre di più, le foreste si desertificano sia per ricavare legname che per fare spazio alle coltivazioni destinate a nutrire gli animali d'allevamento ed ai nuovi insediamenti umani. L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, conscia della gravità del problema e per far riflettere sull'enorme importanza del mondo vegetale per la sopravvivenza del nostro pianeta, fin dal 20 dicembre 2006 ha adottato una risoluzione proclamando il 2011 Anno Internazionale delle Foreste, per sostenere l'impegno di favorire la gestione, la conservazione e lo sviluppo sostenibile delle foreste di tutto il mondo. Il presupposto su cui si fonda l'iniziativa dell'Assemblea generale ONU è che le foreste sono parte integrante dello sviluppo sostenibile globale, non solo, ma le attività economiche legate ad esse influiscono sulle condizioni di vita di un miliardo e 600 milioni di persone in tutto il mondo. Le foreste, inoltre, nella loro qualità di ecosistemi, hanno un ruolo fondamentale nel proteggere la biodiversità e nel regolare gli effetti dei cambiamenti climatici. Ogni giorno, circa 350 km quadrati di foresta vengono distrutti in tutto il mondo, per interessi commerciali, per scelte indiscriminate ed autodistruttive, per una gestione totalmente errata della terra e per la creazione di nuovi insediamenti umani. Di fronte a questo scempio, è indispensabile accrescere la consapevolezza degli uomini di tutto il mondo al fine di promuovere una azione globale per la gestione, la conservazione e lo sviluppo sostenibile di tutti i tipi di foreste, tropicali, pluviali o equatoriali, comprese anche le zone arboree che sono al di fuori delle foreste., nonché gli spazi verdi che si trovano nelle nostre campagne, nelle nostre città ed anche nei nostri giardini privati. Il Direttore del Forum delle Nazioni Unite sulle Foreste, Pekka Patosaari, ha affermato che l'Assemblea Generale dell'Onu invita i Governi, le organizzazioni internazionali e tutta la società civile a riunirsi ed a lavorare insieme, per fare in modo che le nostre foreste vengano gestite in

modo sostenibile sia per le generazioni attuali ma, sopratutto, per le generazioni future il cui ambiente di vita potrebbe essere molto compromesso a causa della deforestazione. L'iniziativa dell'ONU, sotto la sigla “Una ONU più forte per un mondo migliore“ comprende una lunga serie di conferenze a livello mondiale che si svolgeranno nel corso del 2011 in Paesi di tutto il Pianeta, dall'Europa - Italia, Francia, Germania, Spagna, Inghilterra , Svezia, Finlandia, Russia – all'Africa - Congo, Sud Africa, Zimbawue – agli Stati Uniti – al Brasile, al Messico – all'Asia - Indonesia, Nepal, Thailandia, Cina, Giappone ed altri ancora, nonché Festivals e proiezione di documentari sulle foreste mondiali, che da circa 380 milioni di anni svolgono un ruolo determinante per il clima del Pianeta e per la salute dell'Uomo. E' dunque evidente che, al di là del grande impegno dell'ONU, è indispensabile anche il nostro contributo personale per salvare il clima del Pianeta e la vivibilità dell'ambiente che ci circonda. Il nostro Paese, con la legge 113 del 1992, aveva fatto carico ai Comuni di tutta Italia di piantare un albero entro dodici mesi dalla registrazione in Anagrafe di un nuovo nato. E' un provvedimento interessante, che ricalca quelle che erano le tradizioni seguite dai nostri nonni, ma ci risulta che la legge sia stata disattesa dalla maggior parte dei Comuni italiani, e questo conferma quanto sia scarsa, da parte delle istituzioni, l'attenzione per la questione ambiente e la sua ricaduta sulla salute dei cittadini. Se tutti i Comuni avessero ottemperato a quella che è una precisa norma di legge, quanta CO2 (anidride carbonica) in meno si registrerebbe nell'atmosfera delle nostre Città e di conseguenza anche le estati sarebbero meno afose ed opprimenti! Facciamo dunque anche noi un gesto concreto: nel nostro piccolo orto, nel giardino condominiale o, per i più fortunati, di casa, piantiamo un albero e potremo dire, con giusto orgoglio, di aver contribuito a salvare il nostro Pianeta, finchè siamo ancora in tempo.


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Aree produttive, lavoro a chilometri zero e sicurezza delle città In qualità di consigliere della provincia di Genova ho presentato in consiglio alcune mozioni per migliorare il territorio e l’occupazione. Dopo essermi occupato di turismo, di trasporto pubblico locale, e di molte altre questioni che potete trovare tutte descritte sul mio sito (www.pernigotti.net), ho ritenuto opportuno prima della fine del mandato proporre delle iniziative che riguardano le aree produttive provinciali e quindi anche del nostro comune, il lavoro e la sicurezza dei cittadini. Non soltanto quindi un lavoro di critica e di opposizione, ma anche la ricerca di azioni propositive e moderate. Il tema del lavoro e delle aree dismesse o in via di dismissione, la carenza di occupazione e il costo delle aree non utilizzate perché troppo care, mi ha suggerito di PROPORRE UNA NUOVA DISCIPLINA URBANISTICA che se sarà recepita dalla provincia e dalla regione sarà una rivoluzione a 360°. Perché la proposta prevede che a fronte di un censimento delle aree dismesse e in via di dismissione sarà possibile effettuare convenzioni con i comuni, e sarà possibile stabilire un prezzo convenzionato a fronte di veri e propri premi urbanistici, sia residenziali per il venditore, sia produttivi per l’acquirente che manifesterà e certificherà crescita occupazionale. Tutto ciò senza creare nuovi costi per la pubblica amministrazione.

In ultimo il tema della sicurezza: sento da troppe parti risuonare campane negative contro gli immigrati, molti dei quali lavorano e mantengono viva e attiva la nostra economia; e sento campane stonate verso coloro che vivono di stenti magari occupando le stazioni perché approdati nel nostro paese in cerca di una speranza, e di un lavoro da luoghi privi di libertà e privi di democrazia, luoghi dove è acceso il fanatismo culturale e religioso. Lo dico chiaramente e senza indugi: da una parte esiste il dovere del rispetto delle leggi, e il rispetto delle regole che democraticamente ci siamo dati nei decenni. Dall’altra però non è con le ronde cittadine improvvisate, con qualche telecamera o con lo spostamento del problema da una stazione ad un'altra che si risolveranno situazioni epocali e drammatiche in nome Presentazione Liguria Moderata - foto dal sito piazzacavour.it della sicurezza. La sicurezza lasciamola fare a chi è delegato per questo compito fondamentale, e che ha i titoli e la competenza per garantire controlli, e regole, attraverso azioni ponderate; perché la convivenza non si promuoverà certo con le ronde ma con politiche di integrazione di livello nazionale, regionale fino ai Comuni. Proprio noi liguri che abbiamo raggiunto ogni sponda del pianeta lavorando in tutti i continenti dal 1880 in poi, non possiamo certo abdicare ad una richiesta di aiuto, di coloro che scappano dal proprio paese e muovono i primi passi verso la democrazia.

Il mondo cambia, siamo chiamati a nuove sfide, e possiamo vincerle solo se sappiamo affrontarle senza demagogia e strumentalizzazioni.

www.pernigotti.net e-mail: massimo@pernigotti.net

MASSIMO PERNIGOTTI consigliere Provinciale co fondatore di “Liguria Moderata – liberali cristiani”

PAGINA REDAZIONALE

Per quanto riguarda il lavoro a chilometri zero, ho depositato una proposta sempre in provincia, per cui sfruttando i Centri per l’Impiego (ex uffici di collocamento), SARÀ POSSIBILE Pernigotti alla conferenza di Consiglio Provinciale “SCAMBIARSI IL LAVORO” ATTRAVERSO UN PROTOCOLLO DI GARANZIA TRA LAVORAsu 60° Anniversario Provincia di Genova TORI E DATORI DI LAVORO. Questo sistema potrebbe permettere, se attuato, un grande risparmio in viaggi, rispetto alla pendolarità di molti lavoratori (impiegati nell’artigianato e commercio) rispetto al tempo impiegato per raggiungere il luogo di lavoro. Spero che anche questa proposta sarà recepita dalla maggioranza.


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STORIE DI MARE E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

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di Carlo GATTI

MARINAI

Tristan Da Cunha, scoglio sperduto nell’oceano Quando la tragedia del brigantino camogliese Italia si intrecciò con una storia d’amore iamo partiti da due annotazioni geografiche per entrare “con scienza e coscienza” in quel mondo velico che ci siamo lasciati alle spalle ormai da un secolo, ma che affiora talvolta con le sue storie umane che non lasciano spazio alla fantasia, perché vivono e si tramandano nel tempo soffiate, appunto, dagli Alisei. La posizione di Tristan da Cunha assomiglia alla boa di un campo di gara velico. Da lì si deve passare per far rotta verso l’Australia, oppure, nella direzione opposta verso l’Europa e le Americhe. Proprio da quelle parti avviene il magico incontro con l’Aliseo di Sud-Est per chi sale, oppure l’impoppata dei venti occidentali di Capo Horn per chi é diretto a levante. Dalle pareti a picco di Tristan da Cunha sgorgano numerose e limpide cascate per rifornirsi d’acqua, ma c’è pure una sparuta comunità che vende aragoste e pelle di foca. Andando indietro nel tempo, su quello scoglio sperduto c’era una guarnigione inglese che aveva l’ordine di controllare la prigionia di Napoleone a S. Elena. Il sergente Glass non rientrò mai più in Inghilterra e là rimase per sempre con la moglie e 16 figli. Ma Tristan da Cunha è anche storia di secoli di pirateria che intercettava i lenti galeoni del ‘500, ma anche i veloci velieri dei secoli successivi. Le segnalazioni delle vedette appostate sulle alture del vulcano, alto ben 2062 metri, davano una giornata di vantaggio ai pirati per organizzare l’agguato, l’assassinio dell’ignaro equipaggio, la rapina del bastimento e del suo carico. Ma la storia che stiamo per raccontare riguarda un naufragio avvenuto a Tristan da Cunha nel 1892 e che si concluse con la perdita del veliero Italia. Costruito a Varazze nel 1882, il veliero era famoso per le sue linee eleganti e la sua solidità. Aveva una portata lorda di 1600 tonnellate e 17 uomini d’equipaggio, oltre metà erano camoglini e rivieraschi, il restante di Grottammare (Ascoli P.) Il brigantino a palo Italia, al comando del cap. Rolando Perasso di Chiavari, partì da Greenock (Scozia) il 3.8.1892 con un carico di carbone diretto alle Indie, via Capo

S

di Buona Speranza. Navigò sfruttando gli Alisei e giunse senza problemi nelle acque sub-equatoriali. I marinai aprivano regolarmente i boccaporti di mezzana e trinchetto per arieggiare le stive colme di carbone che era stato, peraltro, imbarcato molto asciutto. La mattina del 28 settembre, con grande sorpresa, il nostromo percepì un debole odore di gas provenire dalla stiva di prua. Dopo tre giorni d’incessanti controlli all’interno delle stive, il segnale ricomparve insieme a qualche nuvoletta di fumo sempre più denso, ma le murate e i gavoni non manifestavano alcun aumento di temperatura. Il comandante fece sarchiare il carico nella stiva sospetta nel tentativo di scoprirne il focolaio per poterlo estinguere. Ma il fuoco era troppo basso, esteso per chiglia e la crescente temperatura impediva ormai qualsiasi avvicinamento. Il 2 ottobre il brigantino si trovava a 160 miglia a Nord di Tristan e, spinto da un buon vento di grecale (NE), navigava a vele gonfie con la speranza di raggiungere un approdo. Ma la situazione andò via via peggiorando. L’aumento del calore e la presenza diffusa del gas investivano ormai tutta la coperta. Verso le 23.00 ci fu una detonazione a centro nave che provocò l’espulsione delle boccaporte (chiusura superiore delle stive) di maestra e mezzana. La navigazione già critica si trasformò in vera emergenza. Cap. Perasso radunò l’equipaggio sul ponte e fece imbrogliare (ridurre) le vele di maestra e i velacci. Il cielo era completamente coperto e la navigazione procedeva pertanto stimata. Dalle coffe degli alberi le vedette esploravano le acque circostanti, ma un’insistente foschia limitava la visibilità a meno di un miglio. L’incontro con numerosi banchi di alghe tropicali indicava che Tristan era vicina, e ciò attenuò l’ansia dell’equipaggio. Ma dov’era? Si stavano avvicinando o allontanando da essa? La speranza aggrappata alle sartie del brigantino era l’unica forza a sostenere quel pugno di marinai pienamente consapevoli d’essere in grave ed imminente pericolo. La notte fu lunga da passare! Verso le 09.30 dell’indomani,

Venti planetari di slittamento rotazione terrestre venti polari orientali venti polari occidentali tropico del Cancro alisei di N.O. equatore alisei di S.E.

tropico del Capricorno

venti prevalenti occidentali

Gli Alisei sono Venti Costanti che spirano mediamente a 29 Km/h sulla fascia equatoriale e tropicale compresa fra le latitudini 30° nord e 30° sud.

Tristan da Cunha (lat.=37°03”Sud– long.=12°18’Ovest) è un remoto gruppo di isole nell'Oceano Atlantico meridionale, distante 2816 km dal Sud Africa e 3360 km dal Sud America. Appartiene al territorio britannico d'oltremare dell’altrettanto famosa isola di Sant'Elena, situata 2161 km più a nord.

l’esperto capitan Perasso riuscì a compiere una “osservazione astronomica”. Il veliero si trovava 8 leghe (40 Km circa) a est dell’isola ed ebbe molta fortuna! Subito dopo il vento girò aumentando d’intensità. In breve tempo si sollevarono onde alte e creste che spazzavano la coperta con energia viva e fragorosa, mentre continui piovaschi impedivano ancora di scorgere la costa. Qualcuno dell’equipaggio, ormai stremato dalla fatica e dall’insonnia, verso le 15.00 indicò una linea bianca di prua. Erano i frangenti che disegnavano l’impatto delle onde contro un muro di lava schiacciato da un cappello di nubi grigie e tempestose. Era finalmente la costa di Tristan da Cunha, l’àncora di salvezza che, tuttavia, incuteva terrore con le sue rocce a picco battute dal grecale e striate da luccicanti cascate d’acqua. L’ITALIA veniva da sopravvento, e il suo Comandante calcolò che se naufragio dovesse essere, non poteva compiersi in quel girone infernale, dove tutti avrebbero perso la vita sfracellandosi contro la roccia. Decise allora di aggirare l’isola alla ricerca di un ridosso per spiaggiare, evitando così di colare a picco. Ma c’era il tempo per salvarsi? Da marinaio di razza quale era, Rolando Perasso evitò i numerosi scogli affioranti e, non potendo gettare l’ancora a causa del calore ormai rovente di tutta la zona prodiera, scelse il punto di sottovento che gli sembrava più idoneo, e lì andò ad incagliare, a 60 metri dalla spiaggia, sul lato meridionale dell’isola. La pioggia, l’oscurità e il vento a raffiche ostacolarono lo sbarco dei naufraghi ormai al limite delle forze. Riuscirono infine ad abbandonare il veliero con le lance di salvataggio, ma quando il vento calò dovettero recuperare provviste e tutto quanto sarebbe stato utile per una sosta lunga e ricca d’incognite. L’isola era ancora abitata? Nessuno di loro lo sapeva con certezza. Passarono la prima notte sotto alcuni pezzi di vele strappate, mangiarono il cibo salvato e pregarono rin-

graziando la Provvidenza per lo scampato pericolo. Nella nottata furono circondati da una miriade di pinguini che covavano intorno a loro, ma quell’insolita e calorosa compagnia fu improvvisamente scossa da un forte boato. L’ITALIA aveva subito un’altra esplosione. L’equipaggio attese l’alba con ansia e poi scivolò guardingo verso il brigantino ormai devastato. Recuperarono ancora attrezzi, legname da ardere, tela e tutto quanto avrebbe potuto prolungare la loro sopravvivenza ai piedi di quella nera montagna che pareva intenzionata a ricacciarli in mare dopo averli salvati. Erano altri tempi! I naufraghi abbandonarono l’ITALIA con il dolore e la tristezza di chi era andato per mare sapendo che la nave ha un’anima. Ad accogliere i naufraghi furono gli abitanti dell'isola, un variegato gruppo d’individui quasi tutti naufraghi o discendenti di naufraghi di baleniere e cacciatori di foche. Questa dell’ITALIA é una storia vecchia oltre un secolo, ma in qualche modo ci appartiene perché un po’ di sangue camoglino é tuttora vivo e vegeto tra quella comunità di 300 persone che occupano l’unico pianoro vivibile ai piedi del vulcano anch’esso, purtroppo, sempre attivo. A grandi linee la storia di quel naufragio ebbe un clamoroso sviluppo che commosse il mondo e ciò avvenne proprio quando sembrava ormai certo il rimpatrio in Inghilterra di tutti i superstiti del brigantino italiano. Per ironia del destino, due camoglini, Gaetano Lavarello e Andrea Repetto trovarono l’anima gemella e decisero di rimanere per sempre a Edimburgh. L’unico villaggio abitato di Tristan da Cunha, si trova sul lato Nord, simmetricamente opposto a quello del naufragio. I due marinai si unirono in matrimonio con due giovani isolane, Frances Green e Jane Glass, dalle quali ebbero parecchi figli. Un

venti polari orientali


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Capitan Rolando Perasso di Chiavari ed il brigantino a palo Italia costruito nei Cantieri di Varazze per L’Armatore Dallorso di Chiavari nel 1892

terzo marinaio camogliese, il nostromo Agostino Lavarello, pur essendosi innamorato anch'egli di una bella ragazza di nome Mary Green, preferì invece ritornare in Italia, assieme al resto dell’equipaggio. Nel 1930, Agostino scrisse un libro per ricordare il naufragio e lo chiuse con queste parole riferite a Mary: “... io non la so rievocare che bionda e fresca come allora e talvolta l’illusione é così forte che, guardando alle casette occhieggianti al disopra dei dirupi percossi dal mare, presso la millenaria chiesina di San Nicolosio, mi sembra vederla ancora rientrare correndo al suo piccolo nido e volgersi per l’ultima volta con le mani protese nell’e-

stremo addio...” Oggi, sull'isola di Tristan da Cunha permangono ancora molte “tracce” di quel naufragio: alcuni reperti del brigantino ITALIA raccolti in un piccolo Museo, il Camogli Hospital costruito nel 1971, la strana parlata anglo-levantina, due cognomi tipici di Camogli, e naturalmente il DNA dei discendenti che furono tanti, forse per mancanza di altri svaghi... Queste testimonianze continuano a mantenere vivo il ricordo di quel pugno di marinai liguri incagliati in quello sperduto angolo dell’Oceano Atlantico meridionale. Molti scrittori, giornalisti e inviati speciali d’importanti riviste nazionali ed internazionali hanno ampiamente documentato

Il villaggio di Edinburgh, situato all’estremo a nord, é l’unico pianoro abitabile dell’isola.

la vita che trascorre senza tempo sull’isola di Tristan da Cunha che oggi é entrata persino nell’itinerario di lussuose navi da crociera. Ma gli isolani temono le navi perché portano malattie di cui non hanno anticorpi. Ormai é risaputo, il loro isolamento é sinonimo di felicità. Quando nel 1961 il vulcano aprì un cratere e sfiorò il villaggio, il Governo fece rimpatriare gli isolani, ma l’impatto con la modernità delle metropoli inglesi non fece che aumentare il loro stress, ma soprattutto la nostalgia per Tristan. Dopo forse un anno, la lava del vulcano rientrò nelle sue viscere e i “deportati” fecero rientro alla base.

BIBLIOGRAFIA: Lola Taddei (Moglie di Rolando Perasso, nipote omonimo del comandante del brig. Italia - Tutto il mare in uno zaino – Edizione Rupe Mutevole 2006 Agostino Lavarello (Nostromo dell’Italia) I naufraghi di Tristan da Cunha Editore Istituto Editoriale Avio-Navale, Milano 1930. (Il libro non più in commercio, ma é reperibile presso il Museo Marinaro Tommasino-Andreatta di Chiavari. Anna Laiolo-Guido Lombardi - Tristan Da Cunha, l’isola leggendaria Edito a cura del Museo Marinaro Tommasino-Andreatta di Chiavari

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STORIE DI GUERRA E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

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di Roberto RIPA*

ABISSI

Atmosfera 13, l’eco di un sonar Capo Spartivento, Lorenzo del Veneziano filma il Smg Malachite, scoperto a - 123 metri da Enrico Saver e Alberto Angius nel 1999 ala Verde. Il richiamo del sonar è il suono del silenzio. Quello profondo, nella penombra del mare, a quota meno 123 metri. Lì riposa il Malachite, da quasi settant’anni. Il regio sommergibile affondato una mattina di febbraio del 1943 da un siluro olandese. È poggiato su un campo di sabbia bianchissima a una decina di miglia da Capo Spartivento. Un sacro cimitero di guerra che protegge dal mondo dei rumori la maggior parte del suo equipaggio. Solitario, blindato da 13 atmosfere e lontano dal tempo, dove solo le grandi passioni e la fantasia di bambino osano arrivare. Lorenzo del Veneziano è un altofondalista di 48 anni di Genova. Uno di quei sub che tollera a stento la sua natura di “terrestre”. Un po’, forse, come Enrico Saver, il sommozzatore di Villacidro appassionato di relitti sommersi, che nel 1999 scoprì insieme ad Alberto Angius, il sommergibile della Regia marina italiana affondato mentre rientrava da una missione in Algeria. Del Veneziano conosce bene il richiamo del sonar. L’ultimo suo importante ritrovamento è avvenuto nell’agosto del 2005 tra Camogli e Portofino. A una profondità di circa 120 metri ha scoperto e filmato l’U-Boot 455, il leggendario sottomarino tedesco dato per disperso dal 1944. Del Veneziano e il giornalista e scrittore Emilio Carta (esperto di storia navale) hanno documentato tutto in un affascinante libro ricco di immagini e di documentazione d’archivio. E i due non hanno resistito al fascino del Malachite. A breve, la storia del relitto di Capo Spartivento sarà raccontata in una nuova opera, firmata dai due autori, sui relitti dei sommergibili nel Mediterraneo. Mercoledì 22 giugno. La giornata è splendida, l’acqua limpida e trasparente. Sul grosso gommone è pronta la sofisticata attrezzatura per affrontare le alte profondità: «Usiamo un sistema a circuito chiuso», spiega Del Veneziano alla guida della “Spedizione Giosub, Regio Smg Malachite”. Ne fanno parte anche Lorenzo Stucchi, Andrea Pizzato, Roberto Liguori, Andrea Bada e Nicola Grazioli. Il rebreather è un’apparecchiatura abbastanza ingombrante rispetto alla semplice bombola sub, e viene utilizzato per le immersioni tecniche. «Ci si divide in due gruppi - spiega il capo spedizione - Servono luci e assistenza».Tre ore di immersione per ogni team. Tutto è mi-

C

Il Regio Sommergibile Malachite

Il Malachite era stato varato a luglio del 1936 dai cantieri di La Spezia. Aveva una lunghezza di 60,18 metri ed era largo 6,45. Poteva raggiungere una velocità di 14 nodi in superficie e circa 8 in immersione. Della serie Perla, disponeva di sei siluri da 533 millimetri. Sul piano di coperta era dotato di un cannone, due mitragliere da 13,2 mm. Il suo equipaggio era formato da 3 ufficiali e 45 tra sottufficiali e marinai. Il Malachite venne affondato la mattina del 9 febbraio 1943 al largo di Capo Spartivento dal Smg olandese Dolfijn. In quella sciagura insieme al comandante Alpinolo Cinti sopravvissero altri 12 membri dell’equipaggio.

nuziosamente pianificato, un minimo imprevisto a quella quota può essere fatale. «Abbiamo impiegato quattro minuti a raggiungere il fondo.Venti minuti di permanenza sul sommergibile, il resto è risalita e decompressione - spiega ancora Del Veneziano all’uscita dall’acqua. «La sagoma scura del relitto appare dopo i 105 metri. Contrasta bene con il chiaro del fondo. Il Malachite è spettacolare. A parte la ferita del siluro sulla fiancata a poppa, il resto è in perfette condizioni». Tutta la parte centrale della nave è ben conservata: torretta, cannone, bussola e due periscopi. Incastonata nella torretta anche la luce di via di sinistra.

La torretta del sommergibile Malachite

«Sarà difficile entrare dal boccaporto rimasto aperto, domani proveremo a esplorare l’interno dallo squarcio di prua». Giovedì 23. Il secondo incontro col relitto è problematico. Le forti correnti complicano tutto. «Oggi il mare non è affatto gentile, una corrente che sembra un fiume ci ha fatto saltare il primo tentativo. Comunque siamo riusciti a scendere». Il timer dell’immersione parte alle 10. Poi le solite 3 ore di totale silenzio. «La parte di prua e di poppa durante l’esplosione sono praticamente collassate - racconta il sub - l’unico punto dove ci si può affacciare all’interno è il

boccaporto della torretta. Come anche un altro boccaporto a poppa». Ma il Malachite impone rispetto, e ci si ferma davanti a quel grande museo di guerra. «Tutti i relitti di sommergibili trasmettono emozioni indescrivibili. Sono l’ultima dimora di tanti eroi. Marinai che non hanno avuto scampo. Per me è come entrare in una cattedrale». Oltre ogni dimensione dove quegli uomini, con un nome e un volto, continuano le loro lunghe giornate davanti agli idrofoni e alle carte nautiche. * Giornalista de “L’Unione Sarda”


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ESTATE E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

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di Emilio CARTA

DOVE ANDARE

Una pioggia di eventi musicali e culturali Di tutto un po’ per allietare le serate dei rapallesi e degli ospiti. Villa Porticciolo ancora chiusa paese del Bengodi perché alcune cose che non funzionano ci sono, eccome. Una di queste è di certo la mancata apertura al pubblico del dancing Porticciolo così come l’insuffi-

ciente recupero delle piazzette con spettacoli agili e in grado di rivitalizzare e riscoprire gli angoli più suggestivi del centro storico. Ma, insomma, guardandoci intorno e

analizzando gli spettacoli che sera dopo sera offrirà la calda estate rapallese non si può certo accusare la pubblica amministrazione di scarsa attenzione.

ESTATE 2011 LUGLIO-AGOSTO

8I¿FLR FRPPHUFLDOH GL 5DSDOOR via della Vittoria, 25 tel. 0185.56505

GENOVA - VILLA IMPERIALE Lunedì 11 luglio ore 21,30

BOBBY SOUL & LES GASTONES BLUES* CAMOGLI - Mercoledì 13 luglio ore 21,30 Piazza Colombo

PAOLO BONFANTI BLUES TRIO

RAPALLO - Giovedì 14 luglio ore 21,30 Lungomare MCKINLEY MOORE, “KING” PERKOFF RAPALLO - Giovedì 21 luglio ore 21,30 Piazza Cavour

FAMILY STYLE BLUES BAND

GENOVA - VILLA IMPERIALE Lunedì 25 luglio ore 21,30

SPIRITUAL GANGSTA BLUES BAND* RAPALLO - Lunedì 1 agosto ore 21,30 lungomare

CHICKEN MAMBO BLUES BAND

SESTRI LEVANTE - Martedì 2 agosto ore 21,30 Teatro Conchiglia

SPIRITUAL GANGSTA BLUES* RAPALLO - Venerdì 5 agosto ore 21,30 Lungomare

LUCA BERTONE BLUES BAND

S. MARGHERITA LIGURE - Martedì 9 agosto ore 21,30 Giardini a mare

BIG HARP BLUES BAND

CAMOGLI - Mercoledì 10 agosto ore 21,30 Terrazza Miramare

LUCA BERTONE AND BLUES BAND RAPALLO - Giovedì 11 agosto ore 21,30 Lungomare

KELLY RUKER & BLUES BAND

AGB $]LHQGD *UD¿FD %XVFR Rapallo 0185.273647

uello che proponiamo in queste pagine è un quadro, peraltro non completo, degli eventi estivi che costelleranno la stagione calda rapallese. Si potrà spaziare fra vari festival internazionali: da quello legato alla “musica nera”, il Tigullio Festival Rapsodia in Blues, a quello della Danza classica e moderna proposto a Villa Tigullio, dal Festival internazionale della musica d’organo all’interno di monumentali chiese e oratori, al Festival di Valle Christi con musica e teatro. Tornerà pure il Palco sul mare, un contenitore di musica leggera e cabaret d’autore. Ci sono inoltre gli incontri culturali denominati “Mare forza 7” proposti dall’Associazione Mare Nostrum Rapallo assieme alla “Confraternita dei Neri” nel recuperato giardino pensile che fiancheggia l’antica pieve di via Magenta. Di tutto un po’ quindi cui si aggiungono i tradizionali appuntamenti estivi proposti dai vari comitati delle frazioni rapallesi con la gastronomia territoriale e il ballo liscio. Ci piace inoltre considerare il ritorno in campo e in presa diretta dell’Associazione commercianti rivitalizzata da quando Elisabetta Lai, piaccia o non piaccia, ne è divenuta presidente. Intendiamoci, non parliamo delle corse nei sacchi o della sagra delle lumache, con tutto la stima per queste iniziative di altre località dell’entroterra, ma di eventi importanti, degni di una città turistica che si rispetti. Non siamo d’accordo con coloro che a luglio e agosto vorrebbero sul lungomare i Pink Floyd piuttosto che Vasco Rossi: la città è già “a tappo” e chi nelle torride serate estive decide di uscire vuole solo stare tranquillo e godersi uno spettacolo di buon livello senza i picchi da devastazione che certi concerti provocherebbero. Eventi tali da riempire alberghi e affollare ristoranti e negozi, come ad esempio Cartoon on the bay, si fanno in periodi primaverili e autunnali non certo a ferragosto. Lamentare la mancanza di iniziative di livello significa solo pescare nel torbido e fra questi c’è anche una strana categoria di turisti, denominata “gli incontentabili” che lamentano la mancanza di tutto e di più solo per partito preso. Non sono comunque solo rose e fiori. Saremmo sciocchi a paragonarci al

Q


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XVIII Festival Internazionale del Balletto Città di Rapallo Parco Casale -Teatro all’aperto di Villa Tigullio - ore 21,15 DOMENICA 24 LUGLIO

DOMENICA 17 LUGLIO

in prima nazionale COMPAGNIA ARISTON PROBALLET in

COMPAGNIA NAZIONALE DI DANZA RAFFAELE PAGANINI in

“OPERAballetROCK people“

“Un Americano a Parigi“

DOMENICA 31 LUGLIO

DOMENICA 7 AGOSTO

COMPAGNIA NAZIONALE DI TANGO ARGENTINO ROBERTO HERRERA in

“Tango“

DANZAPROSPETTIVA DI VITTORIO BIAGI in

“Savor Mediterraneo”

DOMENICA 14 AGOSTO GALÀ DELLO STAGE INTERNAZIONALE DI DANZA “Città di Rapallo”

ASSOCIAZIONE EUROPEA AMICI DELL’ARTE

REGIONE LIGURIA Assessorato alla Cultura

PROVINCIA DI GENOVA Assessorato alla Cultura

COMUNE DI RAPALLO Assessorato alla Cultura

EDIZIO

Nick The Nightfly

16 a

and nice on quintet Martedì 19 Luglio

Flavio Oreglio

2 0 11

NE

COMUNE DI RAPALLO

festival

RAPALLO - L.mare Vittorio Veneto

Mercoledì 27 Luglio

Pino e gli Anticorpi

ore 22.00

Nuzzo e Di Biase Venerdì 19 agosto

Martedì 2 agosto

Claudio Batta Lunedì 8 agosto

Giusy Ferreri Martedì 23 agosto


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13° Festival Organistico Internazionale ARMONIE SACRE PERCORRENDO LE TERRE DI LIGURIA (gli appuntamenti in riviera) Ingresso libero e gratuito www.rapallomusica.it - rapallomusica@libero.it • LUNEDĂŒ 22 AGOSTO - ore 21,15 Ensemble Synapser Fausto Caporali, organo

• VENERDĂŒ 29 LUGLIO - ore 21,30 Rossana Antonioli, soprano Alberto Guerzoli, organo

Docente presso il Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi� di Torino e Organista del Duomo di Cremona

Docente presso il Conservatorio di Musica “Antonio Buzzolla� di Adria (RO)

Oratorio dei Bianchi - Rapallo (GE)

Oratorio dell’Addolorata S. Margherita Ligure (GE)

• SABATO 22 AGOSTO - ore 21,15 Pietro Tagliaferri, sassofono Stefano Pellini, organo

• SABATO 30 LUGLIO - ore 21,15 Javier Artigas Pina (E), organo

Docente presso l’Istituto Superiore Pareggiato di Studi Musicali “Vecchi-Tonelli� di Modena

Docente presso il Conservatorio di Musica e la Reale Accademia di Belle Arti di Murcia

Oratorio dei Neri - Rapallo (GE)

Oratorio dei Bianchi - Rapallo (GE)

• DOMENICA 28 AGOSTO - ore 21,15 CONCERTO DI INAUGURAZIONE DEL RESTAURO DELL’ORGANO Enrico Viccardi, organo

• MARTEDĂŒ 16 AGOSTO - ore 21,15 Concerto per organo e orchestra Ensemble “Rapallo Musicaâ€? Franco Giacosa, direttore Michele Croese, organo

Docente presso il Conservatorio di Musica “G.Verdi� Como

Chiesa di San Pietro di Rovereto - Zoagli (GE)

Organista onorario presso Basilica S.Prassede-Roma

Chiesa di S. Francesco - Rapallo (GE)

• SABATO 24 SETTEMBRE - ore 21 GIORNATA EUROPEA DEL PATRIMONIO

• GIOVEDĂŒ 18 AGOSTO - ore 21,15 Roberto Padoin, organo

Oratorio Morte ed Orazione - Via Guala - Genova Voltri

Patrizia Bozzo, soprano - Fabio De Rosa, flauto Fabio Macera, organo

Docente presso il Conservatorio di Musica “Benedetto Marcello� di Venezia

Organista Basilica Arcipresbiteriale SS. Gervasio e Protasio Rapallo ore 20.30 Conferenza della Prof.ssa Anna Maria Dagnino Assessore alla Promozione Culturale della Provincia di Genova

Oratorio di San Bernardo S. Margherita Ligure (GE) PARROCCHIA DI RAPALLO - CHIESA DI S. STEFANO

CONFRATERNITA “MORTIS ET ORATIONIS�

Associazione Culturale

Caroggio Drito

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

CittĂ di Rapallo

MARE FORZA SETTE GIARDINO PENSILE DELL’ORATORIO DEI NERI via Magenta, Rapallo - ore 21,15

Sabato 16 luglio Emilio Carta presenta il libro “Le barcacce nel cuore" di Ca rlo Gat ti e Silvano Masini. L’incontro sarĂ preceduto dalla proiezione di un filmato inedito del Com.te Ernani Andreatta dal titolo “Genova com’eraâ€?.

Sabato 23 luglio Il S.T.V. Enzo Gaggero presenta la rievocazione storica “L’impresa di Premudaâ€? Il 10 giugno 1918 Luigi Rizzo affondò la corazzata austriaca Santo Stefano con il suo Mas-15. L’incontro sarĂ preceduto da un interessante filmato storico realizzato dal Com.te Ernani Andreatta.

Sabato 30 luglio Ernani And reat ta, Emilio Ca rta e Ca rlo Gat ti presentano il libro “Tutto il mare in uno zaino� di Lola Taddei, moglie del nipote del Comandante Rolando Perasso incagliatosi a Tristan

“Concerti all’Abbazia di San Fruttuosoâ€? ore 21,30 • Sabato 16 luglio Duo d’Arpe Emanuela degli Esposti e Davide Burani • Sabato 23 luglio Concerto “tra sacro e profanoâ€? delle avventure di mare e grandi navigazioni raccontate, suonate e cantate da Antonio Carli e Daniele Adami. • Domenica 31 luglio il grande Jazz con Grant Stewart al sax, accompagnato da Ale Collina Trio. • Sabato 6 agosto Concerto di Riccardo Tesi, organetto diatonico e Maurizio Geri, chitarra, con musiche dalla tradizione e composizioni originali • LunedĂŹ 15 agosto La Camerata Musicale Ligure con Mare Nostrum, Navigazione in musica, un programma che va da Paganini a Bruno Lauzi. NELL’INTERVALLO DEI CONCERTI SARĂ€ POSSIBILE VISITARE L’ABBAZIA DI SAN FRUTTUOSO

da Cunha con il suo brigantino Italia. L'isola vulcanica diventò celebre per la scelta che due naufraghi camoglini fecero di rimanere per sempre su quello scoglio sperduto nell’Oceano. Saranno presenti l'autrice del libro e la figlia Serenella Perasso che farĂ un excursus sui libri scritti e pubblicati su Tristan da Cunha. L’incontro sarĂ preceduto dalla proiezione di un filmato storico del Com.te Ernani Andreatta sul “Concorso di narrativa 2009â€? intitolato a Rolando Perasso.

Domenica 7 agosto Incontro con l’artista Enzo Marciante autore del libro “Storia di Genova� a fumetti. La storia della Superba, e dei suoi principali protagonisti, attraverso i secoli. Una rivisitazione scanzonata ma strettamente storica della Repubblica Marinara. Presenta Emilio Carta

Ingresso libero

Via Magenta, 54 - RAPALLO - 0185 53019


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TEMPO LIBERO E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

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di Benedetta MAGRI

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Happy Hour... in motonave O

re 20.30 Santa Margherita Ligure, sono dalla Madonnetta con altri ragazzi, che aspetto di salire su un battello. Pardon, su una motonave. Non è usuale andare a fare un giro turistico a quest'ora, ma l'occasione è delle migliori: ho la possibilità di prendere un aperitivo e vedere i nostri panorami costieri by night. Per salire sembra necessario disporre di una prenotazione, ma poi non mi fanno problemi e sono a bordo. L'atmosfera è accogliente e anche il personale, che presenta magliette con scritto staff e tutti sono molto organizzati. I tavolini fissati a terra sono decorati da un po' di volantini di eventi mondani proposti dalle discoteche della zona: Covo e Papagajo. Alla partenza ci sono una ventina di ragazzi e fino a Rapallo sembra di essere in una realtà diversa, piena di pace e tranquillità, lontano dal caos della città, con il tramonto alle spalle e una visione di San Michele assolutamente suggestiva. A Rapallo inizia a salire più gente e si tocca una settantina di persone. Appena ci si stacca dal molo viene aperto il buffet e, come uno sciame di locuste, tutti i presenti si lanciano all'attacco, per accaparrarsi il più possibile, forse un po' titubanti per la consapevolezza di aver pagato un'esperienza simile solo 20 euro. Il cibo continua ad essere presentato e i drink vengono preparati senza problemi nonostante il beccheggio. Il divertimento infatti consiste anche nel muoversi sulla motonave con i drink in mano e il mare con onda lunga. Le ragazze che si accorgono di disporre di un equilibrio precario si svestono dei loro "tacchi 12" e ritornano ad essere delle giovani senza imposizioni dettate dalla moda locale e con il solo obiettivo di divertirsi. In sottofondo c’è la musica di un dj, che accompagna per tutta la serata, che poi culminerà con la discoteca. Alle 23 alcuni si lamentano di soffrire il mare e si fa tappa a Santa Margherita, dove chi non si sente in splendida forma scende. Poi la serata ricomincia e nonostante il beccheggio e il rollio dell’imbarcazione, si riesce a ballare, perché si dà fondo davanti a Rapallo, mettendo l’ancora. Questa è forse la più alternativa delle opportunità che la nostra zona offre per l’estate 2011. Si tratta di una proposta di Francesco Mai, 25 anni, che ha investito per il turismo nella nostra zona. Viene da una famiglia che si occupa di battelli, ma quando ha comprato l’Happy

hour boat, ha deciso di innovare il proprio lavoro. “Quando sono andato per comprare la barca – mi racconta Francesco - mi sono accorto che le dimensioni erano indicate per un nuovo tipo di trasporto passeggeri. Trent’anni fa questa motonave era stata pensata solo con il classico fine di traghettare la gente, ma ora l’ho rimessa a nuovo e le ho dato un altro volto”. In effetti non mancano neppure le luci psichedeliche, fondamentali per le serate in discoteca. Il target di partecipanti è vario, dai 18 anni in su, ma nel gruppo c’era anche qualcuno più giovane. “L’affluenza da Rapallo è stata maggiore e anche nelle sere in cui ci sono stati i fuochi, soprattutto il 3 luglio. Inizialmente non si sapeva se ci sarebbe stata la possibilità di far salire a bordo da Rapallo, ma poi l’ordinanza è stata positiva.” Mentre mi spiega le tappe della sua impresa, Francesco sembra soddisfatto, soprattutto perché gli eventi sono stati poco pubblicizzati e il numero di partecipanti si è sempre rivelato adeguato. Ogni serata ha poi le sue caratteristiche, per cui, ad esempio, la sera del 3 luglio è stato anche servito un tris di torte e questa iniziativa si è rivelata vincente. Nell’organizzazione degli eventi è presente anche il Clan di Rapallo, che si occupa della ristorazione e sta portando avanti anche un gemellaggio con i Bagni Tigullio, dove è possibile prendere l’aperitivo in spiaggia. Tutti le iniziative sono pubblicizzate tramite facebook sul gruppo “Happy hour motonave” e sul sito del consorzio

battellieri del Tigullio – Portofino o su www.happyhoureventi.com Le proposte di Francesco non si fermano qui, infatti dal 15 luglio ogni venerdì, sabato e domenica ci sarà una gita giornaliera, con partenza da Rapallo alle ore 10.30 e da Santa Margherita alle 10.45. La destinazione è San Fruttuoso, dove dalle 11.15 alle 13 si è tutti invitati a fare il bagno, per poi ripartire alla volta di Sestri Levante. A bordo sarà servito un buffet e lo sbarco è previsto per le 15 a Rapallo e le 15.15 a Santa. Il costo è di 30 euro. La motonave resterà poi inattiva fino alle 19, quando a Rapallo si potrà salire per un happy hour, che a differenza delle altre serate, terminerà alle 21, per il costo di 15 euro. La discoteca infatti cambierà giorno e sarà di martedì con imbarco alle 23 e sbarco alle 3. Da agosto il programma del weekend verrà proposto anche il mercoledì. L’estate 2011 sembra aver portato molte nuove proposte per la gioventù della zona e anche Francesco, che è ormai immerso nel settore del turismo

sostiene: “Santa Margherita con le notti bianche, i vari spettacoli e le mostre si sta muovendo verso una clientela giovane, Rapallo un po’ di meno, però potrebbe essere una mia impressione, perché vivo di più a Santa che non a Rapallo”. Dato che l’affluenza per un evento come l’Happy hour in motonave è stata superiore da Rapallo, rispetto a Santa, propendo per dar ragione a Francesco. I giovani sono accolti diversamente a Santa, per via dell’organizzazione della piazzetta, dove i bar dispongono di un comodo spazio pedonale e soprattutto per la presenza di ben due discoteche; il Covo e l’ulteriore novità del 2011: il Santa Beach Club, per molti conosciuto come la Valletta. La settimana dei giovani del Tigullio si prospetta sempre piena di eventi, tra cui ricordo anche il mercoledì universitario a tema al Covo, il venerdì gratuito e il sabato notte. Nelle stesse serate il Santa Beach Club propone la serata giovani il mercoledì, una indicata per un target intorno ai 35 anni il venerdì e il sabato libero.

L’angolo di Rossella*

È vero che i giovani di oggi sono quasi tutti dei consumisti? I giovani d’oggi sono veramente quasi tutti dei consumisti. Si, consumisti, nel senso vero del termine, perché i nostri giovani non esitano ad acquistare beni che abbagliano gli occhi ma di cui non hanno assolutamente bisogno. Un mezzo che spinge al consumismo è la televisione, nella quale tutti i programmi sono separati gli uni dagli altri dalla pubblicità, grande mostro che trasmette moltissimi messaggi. A volte ci si scherza su, ma è proprio vero che la pubblicità influenza non solo gli adulti, ma soprattutto i bambini e i giovani. E poi, quando ci si trova al supermercato, chissà perché il nostro occhio cade sempre su i prodotti più reclamizzati, e guarda caso, compriamo perché siamo convinti che quel prodotto sia più salutare e più gustoso. Perche? Perché l’abbiamo sentito un centinaio di volte alla TV! E i giovani fanno questo. Secondo voi da cosa nascono le mode tra giovani? Dal fatto che uno si sveglia al mattino, decide che gli piace un tipo di scarpa, le compra, e per effetto domino tutta la scuola dopo un po’ seguirà quella moda, che si diffonderà poi in altre citta o addirittura Paesi. Ora, magari stiamo esagerando, ma pensiamo per un attimo ai cellulari. Queste meravigliose invenzioni. Ma sarà proprio necessario cambiare il telefonino dopo

poco tempo? Si, perché o fanno tutti, ed è uscito il modello nuovo! Non si puo’ non averlo! (guarda caso in quel periodo laTV bombardava su quest’argomento.) Sei proprio sicuro? Sicuro che il tuo non funzioni già bene e che abbia tutto ciò di cui hai bisogno? Ma perché? Perché bisogna correre dietro alla moda, mi chiedo! L’esempio calzante: l’anno scorso c’e stata l’ondata dell’L 6 cookie. Tutti dovevano avere questo tipo di cellulare. Dopo che la maggior parte dei giovani l’aveva comprato, si è rivelato un flop e tutti che subito volevano cambiarlo. Ma questa è la giusta considerazione dei soldi? O non esiste più il risparmio, oppure semplicemente il desiderio, quello che si coltiva e dopo tanti sforzi si ottiene l’oggetto voluto? No. Perché si deve avere tutto, e subito: la felicita dipende da questo. Ma siamo sicuri?


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ARTE E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

di Claudio MOLFINO

molfino.claudio@libero.it

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QUADRERIE

Il S. Bernardo di Bernardo Castello Nell’Oratorio di San Bernardo a Santa Margherita Ligure sotto una tela del 1949 si è svelato un dipinto di Bernardo Castello n dipinto di cui si erano perse le tracce ed anche la memoria, quello che è riapparso sotto un altra tela molto più recente che lo aveva celato per sessant’anni; sporco, rovinato, degradato ma ancora al suo posto dove era stato posto oltre 400 anni fa. L’eccezionale ritrovamento merito dei confratelli dell’Oratorio di Bernardo a Santa Margherita Ligure ha permesso di far tornare ai primitivi fasti, dopo il recente restauro, un dipinto del pittore cinquecentesco Bernardo Castello padre di quel Valerio celebrato e ambiro pittore al sevizio delle ricche famiglie genovesi del XVII secolo. Il dipinto raffigura San Bernardo di Chiaravalle in cattedra fra Sant’Erasmo, San Nicola di Bari e il donatore. Gli studi effettuati durante il restauro, pur con il beneficio del dubbio che i quattro secoli trascorsi impongono, permettono di dare un identità al donatore ritratto orante nell’angolo inferiore della tela. Si tratterebbe di Nicolò Quaquero facoltoso mercante di Santa Margherita, già distintosi per numerose opere pie ed istitutore nello stesso Oratorio di una cappellanìa perpetua. Nel quadro oltre al santo titolare dell’Oratorio, San Bernardo, sono rappresentati anche Sant’Erasmo che dovrebbe rappresentare il legame con la devozione marinara di Santa Margherita e San Nicola di Bari scoperta allusione a Nicolò il nome proprio del presunto donatore. Il dipinto dovrebbe essere datato tra il 1593 anno dell’istituzione della Cappellania e del testamento del Quaquaro ed il 1595 anno della presunta morte dello stesso come sembra di poter dedurre da un analisi degli annali dello Sarsella.Tale datazione si può dedurre anche dall’analisi dell’opera di Bernardo Castello e dal confronto con altre sue opere dello stesso periodo e con data certa. Altro elemento importantissimo è la splendida cornice lignea intagliata dipinta e dorata, che costituisce con il dipinto un unicum, il decoro naturalistico richiama modelli addirittura raffaelleschi, che per la Liguria significa Perin del Vaga, attivo con i suoi collaboratori per il Principe Andrea Doria. Alcune opere conservate nei palazzi della famiglia Doria sono racchiuse in cornici che richiamano quella dell’oratorio di San Bernardo.

U

Referenze storico scientifiche: Angela Acordon

San Bernardo di Chiaravalle in cattedra fra Sant’erasmo, San Nicola di Bari e il donatore. Bernardo Castello, 1594 c.a. Olio su tela cm 202 x 142

Biografia di Bernardo Castello Castello, Bernardo (Genova, 1557?1629). Le opere più antiche che si conservano di questo pittore, quali la pala d'altare con la Madonna e i Santi Nazario e Celso (Genova Pegli, Santa Maria di Monte Oliveto, 1580) risentono dell'influenza soprattutto coloristica del suo maestro, il pittore genovese di orientamento romano Andrea Semino. Nelle opere giovanili di Castello si avvertono già delle costanti formali che resteranno poi valide in tutta la sua carriera: composizioni strutturalmente chiare ad elementi larghi e piatti, spesso con figure-quinta agli angoli e focalizzazione della scena al centro con una predilezione per gli accordi bicolori. Nel 1586 Castello si recò a Venezia e poi a Ferrara, dove presentò a Torquato Tasso i suoi disegni per la Gerusalemme liberata. Questi disegni incisi da Agostino Carracci e G.Franco, illustrano l'edizione genovese del poema

(1590) amplificando la notorietà del Castello in Italia. Le qualità pittoriche dell'artista vennero considerevolmente ampliate da ulteriori viaggi a Firenze, nelle Marche e a Roma. Nel 1592-1593 Castello ricevette la sua più grande commissione: la de-

corazione di tre sale con scene tratte dalla storia antica nel palazzo di Giulio Spinola (Genova, via Garibaldi, Circolo Tunnel), caratterizzate da figure robuste che paiono lavorate al tornio, improntate alla maniera romano-toscana. Il punto culminante della sua carriera è costituito dalla perduta pala d'altare della Navicella, dipinta nel 16041605 in San Pietro a Roma.. Lavorò fra l'altro nel palazzo di Scipione Borghese (Rospigliosi Pallavicini), e per Paolo V nel suo palazzo sul Quirinale (Newcome 1984). A una fase— compresa tra il 1604 e il 1608 circa— durante la quale Bernardo trattò più volte il tema tridentino dell'estasi mistica (ad esempio il San Francesco di Paola, Genova, chiesa del Carmine, 1604), seguì un periodo caratterizzato da un modo di dipingere più leggiardo, più morbido, e riccamente colorito. Sono gli affresehi con Episodi della vita di Paride, nella villa Spinola di San Pietro a Sampierdarena (1611). A partire dalla metà del secondo decennio del XVII secolo il Castello cercò di improntare i suoi dipinti di carattere religioso a una dolce e più grave spiritualità. Le scene della Passione dipinte in quegli anni contano fra i suoi capolavori (ad esempio la Crocifissione della Santissima Concezione a Genova). Vi si avverte una spiccata tendenza alla semplificazione e alla concentrazione espressiva che si manifesta con una limitazione della gamma cromatica. Soltanto nelle sue ultime opere il Castello torna a impiegare soluzioni primocinquecentesche: composizioni semplificate, di grande chiarezza, con poche figure nel cui colorito predomina ora un cupo cromatismo neutro. Si tratta di opere altamente espressive, di una semplice religiosità popolare, come la Derisione di Cristo nella chiesa dei Cappuccini a Monterosso al Mare.

ERRATA CORRIGE Per un mero errore tipografico, nel numero precedente le didascalie delle foto relative all’articolo “Due Fiamminghi primitivi a San Michele di Pagana” sono state invertite. Ce ne scusiamo con l’autore e con i lettori.


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NATURA E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

di Giorgio MASSA

MARE

Piccole storie di molluschi nani Qualche notizia sui colorati opistobranchi. Dopo i coralli e le gorgonie e, ovviamente, i pesci, uno dei gruppi di organismi viventi che attrae maggiormente l’attenzione dei subacquei è quello degli opistobranchi. i tratta di molluschi che non possiedono una conchiglia o che ne hanno una minuscola e immersa nei tessuti del dorso. Alcune specie, però, sono provviste di piccole conchiglie, che non riescono ad avere la funzione di proteggere completamente , come avviene per altri gruppi (es. Bivalvi), il corpo dei molluschi. Gli opistobranchi prendono il nome dalla posizione delle branchie, situate nella parte posteriore del corpo e in molti casi ben visibili come ciuffi sul dorso degli animali. A questo gruppo di molluschi appartengono specie che sfoggiano livree estremamente variopinte. La bellezza dei loro colori, tuttavia, sfugge alla gran parte dei sub, perché gli esemplari di molte specie sono lunghi solo qualche centimetro e quindi difficilmente identificabili sui fondali. Tra gli opistobranchi di maggiori dimen-

sioni troviamo le aplisia, chiamate anche “lepri di mare”, che si spostano strisciando sui fondali o anche nuotando armoniosamente grazie ad estroflessioni simili a pinne presenti ai lati del loro corpo. Le “lepri di mare”, grandi sino a 25-30 centimetri, sono brunastre e possiedono una conchiglia ridotta e interna ai loro tessuti. Sono animali erbivori e nel periodo della riproduzione depositano cordoni di uova somiglianti a fili e chiamati volgarmente “spaghetti di mare”. Il doride dipinto è una specie molto diffusa, soprattutto nei fondali scarsamente illuminati. I suoi colori vivaci questa volta non passano inosservati, grazie alle sue dimensioni che sfiorano i 20 centimetri di lunghezza. In profondità il doride va alla ricerca di alcuni poriferi (spugne di mare) dei quali si nutre, rodendone la superficie. Se i poriferi del genere Ircinia sono i preferiti dall’opistobranco precedente, Petrosia ficiformis è invece il porifero di cui si nutre la “vacchetta di mare”. La “vacchetta” è un mollusco dalla forma quasi circolare, particolare ed inconfondibile, molto conosciuto dai sub, che supera i 10 centimetri di diametro. Sembra che la “vacchetta” prediliga lo strato esterno “colorato” dei poriferi di cui si nutre, probabilmente perché più “saporito” in quanto molto ricco di microrganismi simbionti, che sono i responsabili della colorazione Flabellina su di un idroide. Si possono notare le estroflessioni dorsali chiamate cerata e, più distante, i cordoni di uova del mollusco (foto S. Bava). della spugna.

una “lepre di mare” (foto E. Monaci)

S

umbraculo mediterraneo (foto R. Pronzato).

Vicino alla superficie si possono incontrare minuscoli opistobranchi, con livree che mostrano tonalità verdastre. Si tratta degli aplisidi, animali in prevalenza erbivori. Secondo un gruppo di ricercatori alcune specie di aplisidi sarebbero in grado di immagazzinare i cloroplasti delle alghe (gli organelli cellulari nei quali si realizza la fotosintesi) nei loro tessuti, mantenendoli attivi e produttivi. In questo modo sembra che queste lumachine riescano a sopravvivere non alimentandosi per lungo tempo. Le specie di piccoli opistobranchi sono moltissime ed alcune come il cromodoride a pois gialli si nutrono ancora di poriferi. Molte altre, invece, come le flabelline, la cratena e il dondice, si nutrono di idroidi. Gli idroidi, cnidari come le gorgonie e gli anemoni, sono organismi più o meno urticanti che formano solitamente piccole colonie ramificate o pennate e ricche di polipi simili a quelli dei coralli. Soprattutto le flabelline sono comuni tra i rametti degli idroidi, che sfruttano anche per deporvi sopra i cordoni di uova prodotti durante l’accoppiamento. Una delle poche specie che mostrano una conchiglia è l’umbraculo mediterraneo, che vive in fondali detritici o sabbiosi e che rimane infossato durante il giorno mentre diviene attivo la notte. La conchiglia dorsale

un doride dipinto (foto F. D’Errico)

una “vacchetta di mare” intenta a cibarsi dei tessuti di una spugna (foto G. Angelina).

è comunque piccola rispetto all’animale, che raggiunge i 20 centimetri di diametro, e spesso ricoperta da alghe o altri organismi incrostanti. Anche questa specie si nutre di poriferi. I colori degli opistobranchi forniscono un esempio di strategia particolare. Questi animali si rendono visibili proprio per farsi riconoscere bene. Essendo immangiabili e ben riconoscibili, infatti, i predatori non oseranno attaccarli. In molti casi l’essere immangiabili dipende dalla dieta. Ad esempio, le specie che si nutrono di idroidi riescono ad alimentarsi dei loro tessuti, mantenendo le cellule urticanti degli idroidi stessi pressoché integre e stipandole nei cerata, ossia nelle estroflessioni dorsali comuni in molti opistobranchi.

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STORIA LOCALE E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

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di Pier Luigi BENATTI

OPERE PUBBLICHE

La grande piazza l maestoso olmo secolare nella piazzetta dedicata a Gian Paolo Grosso ombreggiava la fontanella ove si concludeva la scarrozzata di noi ragazzetti di Cerisola che il buon vetturale "O San Pe" consentiva dopo l'uscita dalla stalla fra gli orti. Qui giunti, aprivamo a tutta forza il rubinetto d'ottone ed il cavallo poteva abbeverarsi nella vasca ricolma mentre noi riprendevamo il gioco con le briglie presso il cancello del babelico magazzino comunale prima di acquistare un pacchetto di "fregugge" da Pio Molinero, lì di fronte. Non avremmo certo immaginato che la rigogliosa pianta un giorno sarebbe stata sacrificata per far posto ad un distributore di carburante e tanto meno che, a pochi passi, si sarebbe spalancata, nel concludersi degli anni Cinquanta, la cosiddetta "Grande Piazza". Fu il risultato di una visione sicuramente lungimirante per una Rapallo che cresceva disordinatamente a vista d'occhio e che reclamava imperiosamente spazio per

I

un traffico prorompente, ma fu anche il frutto di una decisione perlomeno tardiva presa a larga maggioranza dal Consiglio Comunale e rimasta unica nel suo genere. Basti ricordare che le pratiche per l'esproprio per pubblica utilità vennero avviate dopo che da tempo erano state rilasciate licenze edilizie ai privati che già avevano iniziate le opere per la fondamenta di nuovi edifici sull'area in questione, avendo anche eseguite talune demolizioni. Non potè mancare un inevitabile contenzioso protrattosi per ampio spazio di tempo. Una vecchia foto del 1950, della raccolta di Mauro Mancini, inquadra l’angolo tra Corso Italia e Corso Assereto allora occupato dal ristorante “Da Cesarino”, mentre alle spalle si intuiscono i cortili alberati e poche modeste costruzioni. Il 22 maggio 1959 fu deliberato il deposito presso la Cassa in Genova delle indennità di espropriazione ed il 2 marzo 1960 venne acceso il relativo mutuo di 60 milioni di lire. Furono così avviati i lavori di siste-

Piazza delle Nazioni oggi

mazione della piazza, mentre, a completamento, si impose la costruzione di un nuovo magazzino comunale dovendosi eliminare quello affiancato al palazzo civico. Per quest'ultimo si progettò un "dietrofront" quanto mai necessario in modo che la sede dell'Ente Locale potesse avere il principale accesso dalla nuova piazza che, con deliberazione consigliare del 29 aprile 1964 assumerà la denominazione di "Piazza delle Nazioni" a riaffermare la dimensione cosmopolita della nostra località turistica. Fu, dunque, un'incisiva operazione urbanistica che purtroppo ancora oggi non è totalmente giunta a ter-

mine mancando di taluni indispensabili dettagli per potersi presentare come il miglior sorriso d'accoglienza per chi giunge alla nostra "non certo elegante" stazione ferroviaria. Nel frattempo la "grande piazza" è il quotidiano campo di battaglia fra pullman di linea o di turismo, auto in affannosa ricerca di un posteggio e pedoni che tentano di attraversarla. Non sorprende pertanto se a volte viene la nostalgia di un tempo meno frenetico che ha lasciato il suo caro ricordo nelle pagine precedenti il capitolo che stiamo scrivendo dopo il Duemila.


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RICORDO O SOGNO? QUANDO... E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

di Mauro MANCINI

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RAPALLIN

Quando i cognomi erano conosciuti solo all’anagrafe/8

Linda ”dö Sarzan” in te quello portön de ciassa dö Pösso ghe stâva ’na vòtta Linda a sarta, ’na vêgia amîga da nonna ”Tetta”; ghe andâvimo spesso quand ’ eimo figgiêu , ma aveivimo puïa perché in-te l ’ingresso , ’na grand’ aquila imbarsamâ a fâ da guardia a ’na casa de pôvei . ôa ö portön ö l ’ è serrôu: ”eh se sa… cö-i tempi che côre !” a-ö posto dö vêgio picco ûn moderno campanello ö dîxe: ” Mario Tettoni, dottore”. addïo Linda ”dö Sarzan”, l ’aquila a nö l ’ ha fermôu ö tempo: laddro de vitta.

Linda “del Sarzano” in quel portone di piazza del Pozzo viveva una volta Linda la sarta una vecchia amica di nonna ”Tetta”; vi andavamo spesso quando eravamo ragazzi, ma avevamo paura perché nell’ingresso una grand’aquila imbalsamata faceva la guardia ad una casa di poveri. ora il portone è chiuso: ”eh, si sa…coi tempi che corrono..!” al posto del vecchio battaglio un moderno campanello dice: ”Mario Tettoni, dottore”. addio Linda ”del Sarzano”, l’aquila non ha fermato il tempo: ladro di vita.

“Quarche sörvianömme di rapallin ” / 8 a Rissölinn-a: (la ricciolina), negozio di granaglie in corso Assereto. e Feliçinn-e: (le felicine), negozio di alimentari in vico Liceti. ö Baggetto: (piccolo rospo), oste in corso Assereto. ö Pettesinn-a: (piccolo petto). Driotto e Luigiotto: fratelli pescatori, Andrea e Luigi Cordano alle ”Nagge”. a Peruann-a: (la peruana), pescivendola in piazza Venezia. ö Nûvia: (la nuvola), Battista Siri, simpaticone di via Betti. ö Côcalin: macellaio di piazza Garibaldi. ö Masca brûxiâ: (guancia bruciata), pirotecnico di s. Ambrogio. a Manin: Maddalena Merello, gestiva un chiosco per la vendita di ostriche sul lungomare. a Giöann-a: Campodonico Luisa, merceria in piazza Venezia, confezionava fiori di carta per l’altare della Madonna. ö Nattello: (sughero per reti da pesca), sinonimo di persona con scatola cranica vuota e quindi galleggiante. ö Sarto di boschi: Schiappacasse Michele, sarto del bosco di Costaguta. ö Milan: (Milano), Ravera Emilio, fabbro di via Venezia, (Rölecca) Bambolini: Gervasi, uno dei primi gelatai ambulanti. ö Beccafigo: (beccafico). ö Farfalletta : (farfallina). Marinin dö piccio: Castruccio Maria di Rolecca. ö Föin: (la faina), Garofano Pietro di s.Quirico, persona astuta. ö çioletta: Cipollina Ettore. ö Testa de færo: (testa di ferro). ö Merica: (America), Aloi Filippo, una vita da cuoco sulle navi mercantili. Quælli dö pösso: (quelli del pozzo), famiglia Tassara, mezzadri di un sito protetto dalle intemperie in località Savagna di proprietà dei Molfino; vi si produceva olio pregiato. ö Battilamma: (battiferro), Zavanone Mario, carrozziere, rimodellava le auto incidentate.

Disegno di Giampietro Pastene

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ANNI SESSANTA E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

di Silvana GAMBÈRI GALLO

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AMARCORD

Ruote proibite (e addio sogno Harley Davidson) anto perché non so nuotare… da 40 anni”, è il titolo dello spettacolo/libro autobiografico di Massimo Ranieri. Bene, io potrei parafrasarlo in “Scrivo perché non so andare in motorino… da altrettanti”. Record negativo, una macchia nera sulla fedina dell’orgoglio. Eppure ci ho provato: con costanza, ostinazione, anche qualche livido e l’immancabile ginocchio sbucciato. Niente da fare. Per una che sognava il futuro con giubbotto a frange, stivaloni e una Harley Davidson (rigorosamente chopper, come in “Easy Rider”) è una sconfitta che brucia. E la bicicletta? Domanda rigorosa, più che mai attuale, poiché di recente Rapallo è stata protagonista del “Giro” in ben due tappe: divisa rosa per il Sindaco Campodonico siepine ritagliate e potate a mò di ciclista,

“C

entusiasmo alle stelle. Prima che una Parca incarognita tagliasse anticipatamente il filo della vita ad un ragazzo belga, spazzando via il tripudio, i palloncini, le magliette in tinta, la festa sognata. Un senso non senso, ossimoro del fato beffardo e malsano che getta

in vacca i sentimenti migliori. Ma dicevamo della bicicletta. Mia. Che non ho mai posseduto. Mai assaporato il passaggio dalle ruotine “di rinforzo” a quelle vere, solo tentativi maldestri su quella di un’amica. Prove di strada in Via Pellerano Murtula, un tempo

DITTA SPECIALIZZATA in

“Rimozione e bonifica nidi di CALABRONI,

VESPE e VOLATILI IN GENERE”

sede di vecchi lavatoi “open air” – e ricordo ancora, indietro nel tempo, panni stesi sul greto del San Francesco alla faccia delle moderne lavasciuga – o tratto prediletto dai cinofili, con le inevitabili deiezioni a seguire. Impedita – appunto - nel midollo: pedalata lenta, eccezionale negazione per le curve (scendevo e spostavo la Graziella di peso), confusione totale sul manubrio. Uno strazio. Con la versione a motore andò anche peggio. Eppure, ero sostenuta da una motivazione importante: leggesi il filarino estivo milanese con Gilera verde, acclamatosi Pigmalione delle due ruote in una stradina del Parco Casale, giusto sotto il minigolf. Il Gilera partì, io no. Lo recuperarono, pneumatici all’aria, irriducibile e ruggente per l’accensione spavalda: la centaura mancata e umiliata poco distante a gambe larghe, come se a Tex fosse sfuggito Dinamite. Seguirono altre esperienze con mezzi diversi, in luoghi preferibilente isolati per l’altrui incolumità. Niente. Meglio un camion o un’Ape, con cui non batto ciglio. Due ruote no, troppo poche. Però, sono il passeggero che tutti sognano: casco integrale (vale anche quello rosa, bambinesco, con Hello Kitty?), la propensione alla velocità che mi fa sbattere le ginocchia sul sellino – nemmeno dovessi esortare un cavallo berbero – inclinazione perfetta nei tornanti. Lo so, questa anomalia mi ha causato (e causa) un mare di problemi: specie in estate, quando i

parcheggi latitano e per quanto una Smart sia formato-Barbie occorrono comunque due metri e mezzo di capienza. Per contro, ai tempi della gioventù, non esistevano incognite al rientro: qualunque fosse la discoteca prescelta – Saltincielo, Covo, Piscina dei Castelli – una sgarruppata risoluta a immolare acconciatura e vestitino buono (nonché l’inevitabile bruciatura di marmitta sul polpaccio) sapeva nondimeno come tornare a casa. Adesso, pallottoliere alla mano e reduce da venticinque anni di disastri, forse è un po’ tardi per riprovarci. Anche se – voci bene informate – parlano di una “scuola guida” per negati come la sottoscritta e che, in loco, opera piccoli miracoli. Sento, però, di essere una sfida impossibile: come un dejà vu, rivedo i tentativi di Via Pellerano Murtula, del minigolf, di tutti i luoghi testati con successiva vergogna. Lasciatemi il ruolo da “navigatore”, quello che maschera benissimo la mia inettitudine. A battere speroni astratti su di una carrozzeria metallica. A rimpiangere il “vento nei capelli” tollerando il casco integrale. Scendendo ardita da un qualunque mezzo biruote, con lo sguardo orgoglioso di chi ha contribuito alla bontà del tragitto. Nel profondo del cuore, sussisterà tuttavia il rimpianto per i camperos, il giubbotto con frange, la Harley mai conquistata. Ma questo – sia chiaro - resterà il nostro segreto.


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GENTE DI LIGURIA di Alfredo BERTOLLO

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

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CASATI

La famiglia Dufour N elle orecchie di molti italiani della fine del secolo scorso è rimasto “un motivetto che mi piace tanto e che fa:”Du-du-du Dufour”. Il nome è anche collegato alle caramelle che venivano prodotte nella fabbrica di Cornigliano, attuale delegazione del ponente genovese che, prima della industrializzazione, era, come lo ricorda anche Francesco Petrarca, un “vero paradiso con ville patrizie e giardini”. In questo breve articolo, riferendomi per la massima parte alla pubblicazione di Bernadette Costa, “I Dufour- pubblico e privato di una famiglia imprenditoriale genovese tra ‘800 e ‘900”. intendo tracciare una breve storia di questa importante famiglia.”. Le notizie più antiche risalgono a Laurent (Parigi 1763-Torino 1827) che venne in Italia da Parigi al seguito del conte d’Artois, futuro Carlo X, in fuga per la rivoluzione francese e si stabilì a Torino dove, non a caso, aprì un albergo e un ristorante. Vi sono alcuni che affermano essere il nome collegato al forno di corte: du four diventato, come spesso accade nei cognomi, una specifica del loro mestiere. Con lettera datata 31 ottobre 1814 la famiglia venne autorizzata dal re Luigi XVIII a fregiarsi della decorazione de “La fleur de Lys” per la sua lealtà verso il re. Tale decorazione apparirà poi nel centenario logos della Dufour caramelle. Laurent si sposò con Elisabeth Hugheus ed ebbe tre figli di cui il primogenito non più Laurent, bensì Lorenzo, si può considerare l’iniziatore delle attività industriali della fa-

LA MOSTRA

luzione edilizia e, nelle colline alle spalle delle grandi vie cinque e seicentesche, vennero costruiti grandi palazzi e Lorenzo, ne costruì ben tre nell’area del centro della città sopra via Balbi. Gli interessi quindi dei Dufour s’incentrarono nella produzione chimico farmaceutiche e nel settore edilizio, La produzione della nota “Mannite Dufour” ebbe un periodo di crisi ngli anni ’70 per la concorrenza ma nel 1877, causa la guerra russo-turca, i prezzi del chinino aumentarono a causa della crescente domanda da parte degli eserciti. Fra il 1880 e il 1890 i Dufour , in unione con i Bruzzo, estesero le proprie attività in campo armatoriale ma nel 1893 si operò una svolta realizzando una conceria ma la svolta più importante fu quella operata da Lorenzo IV e da Gustavo che nel 1926 aprirono a Cornigliano la fabbrica Caramelle San Giacomo che si sviluppò durante la guerra 1940-1945 e che nel dopoguerra con il nome di Dufour Caramelle giunse ad una definitiva affermazione sui mercati italiano ed estero, grazie al successo di nuove linee produttive come le caramelle in stick e in cofanetto metallico. Dopo il 1970, per sopravvenuti problemi di mercato, i Dufour cessarono le loro attività

Lorenzo Dufour

nel campo chimico ma continuarono in quello dolciario acquistando anche la americana “Elah” ma poi, negli anni ottanta, per una crisi di liquidità furono costretti a cedere la fabbrica dolciaria e il marchio all’industriale torinese Flavio Repetto e si ritirarono definitivamente dalla scena imprenditoriale genovese. Come abbiamo potuto notare, le attività dei Dufour sono state molteplici e svariate; essi hanno dato molto lavoro, si sono arricchiti (al loro apice possedevano centinaia di appartamenti a Genova) ma ovviamente hanno dovuto molto lottare e quindi soffrire ma anche gli ultimi possono affermare quello che scrisse il grande finanziere inglese, ma genovese nell’animo, Federico Brown già proprietario del castello di Paraggi, che aveva subito dei rovesci finanziari. “It was all very beautiful but life means change” (E’ stato tutto molto bello ma la vita chiede cambiamenti).

ITALIA-ISRAELE: I SENSI DEL MEDITERRANEO

o scorso 3 giugno è stata inaugurata a Villa Durazzo la mostra “ItaliaIsraele. I sensi del Mediterraneo”. L'evento, precedentemente ospitato a Milano presso l'Hangar Bicocca, resterà a Santa Margherita fino alla fine del mese per poi tornare a Tel Aviv in autunno. Allestire la mostra nella cornice seicentesca di Villa Durazzo è stato molto suggestivo ma anche problematico considerando lo scarso spazio disponibile, inoltre collocare opere moderne in un contesto del genere non è mai semplice. Sono esposte le creazioni di diciannove artisti italiani ed israeliani selezionati tra oltre cento candidati mediante un bando di concorso emesso dall'Associazione Amici del Museo d'Arte di Tel Aviv che proprio quest'anno celebra il decimo anniversario della sua fondazione. La tematica principale della manifestazione ruota attorno al legame esistente tra Italia ed Israele, due paesi estremamente diversi ma accomunati da una cultura mediterranea che

L

miglia. Questi si trasferì a Genova con la moglie Luisa Bocca che aveva sposato il 6 maggio 1824 nella chiesa parigina di St.Germain de Près ed ebbe da lei tre figli tutti nati a Torino: Lorenzo III, nel 1825, Maurizio nel 1826, Carlo nel 1827 e Luigi nel 1830. Va notato che questi quattro nomi si ripeteranno nelle generazioni successive e si ripetono ancor oggi. Devo fare presente che Maurizio, che non era molto adatto agli affari bensì all’arte, fu un famoso architetto amico di numerosi artisti fra i quali Nicolò Barabini, Antonio Varni, Giulio Monteverde e Tommar Luxoro. Egli restaurò molte chiese genovesi e progettò molti edifici dell’architettura religiosa. Nel 1829 Lorenzo II, che già aveva partecipato a numerose attività commerciali ed armatoriali, impiantò una raffineria di zucchero a Sampierdarena. Come è noto, Genova fu per molti anni la “capitale” degli zuccherifici (Eridania- Industria Zuccheri etc.etc.) ma Lorenzo, a causa di una modificazione del dazio sugli zuccheri d’importazione, decise di trasformare lo zuccherificop in una piccola industria di sali di chinino, che costituì per molti anni una delle più importanti attività di famiglia. Tutti i figli maschi di Lorenzo II si laurearono e fecero viaggi d’istruzione in Europa e in America mentre le figlie non ebbero mai alcuna parte negli affari ma, sposate, ricevettero però, com’era costume del tempo. doti cospicue Nel decennio 1850-1860. quando era sindaco (scindicu per antonomasia) Andrea Costa, Genova fu teatro di una epocale rivo-

ispira nello spirito umano pensieri e sensazioni comuni. Sono esposte opere di vario genere. Alcune davvero originali e curiose, come la lisca di pescespada creata da Simone Crestini o come la fotografia di Tarin Gartner che prova a immortalare la danza di una ballerina in riva al mare, i cui piedi sembrano affondare nella sabbia fondendosi con essa. Due lavori molto diversi ma che cercano di ribadire l'eterno connubio che lega l'uomo al mare. Per quanto riguarda le opere audiovisive è interessante il parallelo che ci offre Francesca Arri. L'artista piemontese paragona la televisione italiana a quella israeliana cercando di far capire come trasmissioni banali ed inutili siano diventate quasi indispensabili per molti. Impressionante e suggestivo è il lavoro che Andrea Navi ed Eleonora Bettini ci propongono. Vengono accostate le riprese di Leni Riefenstahl della gara di tuffi delle Olimpiadi tedesche del 1936, alle immagini del ritrovamento di migliaia di corpi

senza vita all'interno dei campi di concentramento. Filmati di propaganda accanto a tragiche riprese che sveleranno al mondo l'orrore delle fosse comuni. Tematiche estremamente diverse ma movimenti della macchina e dei soggetti praticamente identici. Quasi tutti i lavori esposti sono in vendita e i ricavi andranno a finanziare la creazione di una nuova ala del museo di Tel Aviv.

La mostra è la prima, tra quelle ospitate a Santa Margherita, posta sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica, fondamentale nella realizzazione del progetto è stato il sostegno del Centro Latte Rapallo. Sarà possibile ammirare le opere esposte fino al 31 luglio, tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 14.30 alle 17.30. P.B.


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SOCIETÀ CIVILE E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

di Renzo BAGNASCO

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VOLONTARIATO

Largo ai giovani….. il futuro di Rapallo A

furia di guardare cosa combinano i “maturi” nel palazzotto di Piazza delle Nazioni, non ci accorgiamo che, come i nostri, anche i loro figli o i nipoti sono impegnati a crescere. Diciamolo subito: non tutti i giovani si drogano. Quelli sono una minoranza e si parla sempre di loro, ma gli altri? A Rapallo, grazie anche al minuzioso e capillare sacrificio misconosciuto di molti adulti, sta venendo su una bella generazione di giovani puliti e attivi ed è su di loro che dobbiamo puntare, se vogliamo sperare che le cose cambino. Grazie a Dio la maggior parte non si sente ereditiera di “dinastie politiche”. Non che la politica di per sè sia spregevole, anzi. Ma così come l’hanno portata avanti e ridotta, snaturandola, non li attrae nè li interessa. Da “grandi”, se saranno maturati non più all’ombra costrittiva dei “campanili”, ma coscienti di quale dignità e impegno vuol dire interessarsi della cosa pubblica e, meglio, se l’affronteranno facendo tesoro della loro cultura cristiana, saranno migliori di questi. Se invece, per convenienza, seguiranno le solite orme politiche, avranno fallito l’intento di collaborare a migliorarci. Permettetemelo: non ho mai distinto i “cattolici che fanno politica” dagli altri. Forzando questa fittizia distinzione, allevano “fondamentalisti” semi militarizzati e votati, pur di imporre agli altri di essere cattolici, a riproporre le “crociate”. Prima che i loro “maestri” le teorizzassero, non sapevo esistessero categorie di cattolici specializzati, come nelle api: ognuna ha un suo settore. Non è sempre bastato essere cristiani tout-court, per comportarsi correttamente, ovunque si operi? Non credo che saranno dei “carabinieri”, imponendo di santificare le feste, a formare nuovi cristiani. I super eroi non mi piacciono, specie se “studiano” per divenirlo. Il primo Capo della Chiesa fu un povero pescatore titubante che arrivò persino a rinnegare il suo Maestro ma poi, quando dovette subire il martirio dopo averlo testimoniato per tutta la vita, Pietro non esitò a trovare la forza di farsi crocefiggere a testa in giù, ritenendo che morire come Gesù, a lui parve atto di presunzione. Eppure non aveva fatto scuole di preparazione a livello superiore: non apparteneva a una qualche “categoria” di cristiani. Era semplicemente, dimmi se è poco, uno che aveva conosciuto e vissuto secondo quello che per lui era l’unico credo: il Nazzareno. Purtroppo dopo, quando Colombo scoperse l’America, subito, sguinzagliarono i

ELENCO DEGLI ENTI CHE SI OCCUPANO DEI GIOVANI * ISTRUZIONE: hanno ottenuto Borse di Studio Provinciali: - una al liceo Scientifico Emiliani – Rapallo - una ad un rapallino frequentante l’Ente di Formazione Professionale – Lavagna - sei al Liceo Scientifico Nicoloso da Recco – Rapallo - nove al Liceo Da Vigo – Rapallo - sei all’Istituto Liceti – Rapallo - una al Liceo Internazionale Grazia Deledda – Rapallo - un giovane partecipa alle “olimpiadi di chimica”

“cristiani specializzati“ che vollero assoggettare i nativi alla Chiesa e al Re: tristo malefico connubio. Il suscitare la Fede negli altri a loro non interessava: non si accorsero, fanatici com’erano, che quelli che incontrarono non erano “contribuenti” ma uomini, figli di Dio. La “Santa inquisizione” non fu un errore casuale e circoscritto, perché la decisero nel 1184 a Verona, Papa Lucio III e l’imperatore Federico Barbarossa. A furia di “specializzarsi in cristianesimo” ma incapaci di amare, nel 1252 si “legalizzò” persino la tortura al posto della parola e dell’esempio, per “convertire” e “verificare” la fede. I sovrani di Spagna furono autorizzati ad esportarla nelle Americhe e, non tutti forse lo sanno, pure in Sicilia. Nel 1536 partì quella portoghese ed, infine, nel 1542 la si usò contro la Riforma Protestante. Quasi 400 anni di massacri. Oggi, anche fra noi c’è chi intruppa e plagia giovani per prepararli a divenire “cattolici in politica“. Non vorrei tornassimo alle “specializzazioni”. Non è forse già difficile essere quotidianamente cristiani? Non mi risulta che San Francesco o San Giovanni Bosco abbiano istituito “Movimenti Ecclesiali” per….. imporre la fede. A Loro bastò “credere”; il loro amore travolgeva, come uno tsunami, chi li avvicinava, lupo di Gubbio compreso. La realtà è che dobbiamo sostenere, valorizzare ed avere fiducia nei nostri giovani, “professanti” o non, i meriti dei quali sono loro riconosciuti a livello Provinciale e, in più casi di quanto non si sappia, anche oltre. La tabella dei meriti, a fianco riportata, lo documenta. Infine va menzionato quel gruppo di giovani di Santa Maria che fra poco parti-

ranno per Cuba per costruire laggiù, con le loro mani e i mezzi che qui sono riusciti a “rastrellare” organizzando piccoli eventi da loro gestiti, dei rifugi, per noi baracche ma per i residenti, case (vedi foto). Permetteranno a quelle genti di cambiare vita dopo anni di vessazioni imposti dai loro politici; alcuni di loro avranno un tetto per vivere al riparo dalle intemperie. Quelle case non saranno solo protezione, ma fonte di dignità. Per chi non ha niente, rappresentano tutto. A Cuba esiste dall’Ottobre 2005 una copresenza di due sacerdoti, uno della Diocesi di Chiavari e l’altro di Genova, oggi allargata a quella di Savona. Non sono andati per imporre la fede ma solo per aiutare i locali e, se Dio vorrà, far rinascere una Chiesa da troppo soffocata.I giovani che stanno partendo non sono intruppati in associazioni che li gestiscono per prepararli a perpetuare il potere. I costi personali li sostengono con i loro risparmi. Il loro ”accompagnatore”, dalla lunga esperienza missionaria, insegna solo tolleranza e amore, divincolandosi da certe forme esteriori e non li prepara a gestire

SPORT: Associazioni che hanno giovani “noti” a livello Provinciale. - Atletica Rapallo - Tutte le sei Società Calcistiche - Ginnastica Tigullio - Ginnastica Rapallo - Rapallo nuoto e pallanuoto maschile e femminile - Alcione basket Rapallo maschile e femminile - Alcione Basket Rapallo Junior - Pallavolo- Polisportiva Santa Maria - Club Scherma Rapallo - Lega Navale Italiana che, per scelta, non li fa regattare, ma prepara i giovani al mare * Dati forniti dai competenti uffici comunali

il potere, ma il “servizio”. Vanno per donare; se ami, sarai amato e dispenserai amore. Un Bravo quindi, indistintamente, a tutti i giovani rapallini che, con gioia e caparbietà, si preparano seriamente ad affrontare la vita, affermandosi in tutti i campi. Infine un grazie incondizionato a tutti quegli adulti che, nelle varie Società o Associazioni, spesso pagando di tasca loro, li affiancano con amore e competenza suggerendo con l’esempio, come costruirsi, in libertà, la vita.

CANACARI

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COME ERAVAMO di Bruno MANCINI

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PICCOLI ARTISTI

Il microfestival di musica leggera MartedĂŹ 18 gennaio 1966 - Cinema Teatro S.Francesco Si svolge, organizzato dal rapallese Renzo Costa, il 1° Microfestival di Musica Leggera per bambini sino a 12 anni di etĂ . La manifestazione, organizzata sotto il patrocinio del Festival Nazionale “IL PULCINO D’OROâ€?, vede la partecipazione di oltre 30 bambini dotati di buona voce. La gara viene vinta dal piccolo Antonio Pocalana di 5 anni, che parteciperĂ cosĂŹ, di diritto, alla finalissima nazionale di Ancona. Nelle foto: una panoramica di tutti i piccoli interpreti, col presentatore della serata Mario Forella; Forella intervista il piccolo Pocalana; il concorrente Gianni Solari, che ci ha gentilmente fornito il materiale fotografico

GIOVEDĂŒ 4 Agosto

Tigullio 2011 e Golfo delRAPALLO XII edizione

4-5-6-7 AGOSTO

AGB - Azienda Grafica Busco - Rapallo

CENTRO STORICO

Con il patrocinio:

P.zza Garibaldi - P.zza Da Vigo P.zza e Vico del Pozzo Via alla Torre Civica Via e Piazza Venezia Via Magenta

CittĂ di Rapallo

INGRESSO GRATUITO

Regione Liguria Camera di Commercio Genova

Pro Loco

Capitaneato di Rapallo Conf. Nazionale Artigianato Rapallo

Richiedi

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

Menu RapalloExpo 2011

il

nei ristoranti convenzionati

@

S. MARGHERITA L. PORTOFINO

ore 8,30 Apertura stand ore 10,30 Cerimonia di inaugurazione - Visita agli stand e rinfresco con degustazione della Focaccia Ligure offerto da Panificio Macchiavello e da “La Creperia del Vico dell’Oroâ€? ore 21,00 Corteo Storico (nel centro storico con partenza da Vico della Rosa e arrivo in Piazza Martiri della LibertĂ ) con gli SBANDIERATORI DI LAVAGNA - Gran finale con Federico Sirianni in concerto (canzoni d’autore) ore 23,00 Chiusura stand

VENERDĂŒ 5 Agosto ore 8,30 Apertura stand ore 17,30 LABORATORIO DEL GUSTO 1 Pza della Chiappa Dimostrazione pratica su “La preparazione del Pesto Genovese“ seguirĂ alle 18,15 IVA GARA DI PESTO AL MORTAIO CITTĂ€ DI RAPALLo in collaborazione con il Club Sapori e Profumi del Tigullio ore 18,00 Musica live - Via alla Torre Civica ore 21,30 Spettacolo musicale - Palco del Lungomare LUCA BERTONE AND HIS BLUES BAND in collaborazione con il Festival “Rapsodia in Bluesâ€? ore 23,00 Chiusura stand

SABATO 6 Agosto RAPALLO

A.I.S. Liguria Delegazione Tigullio - Portofino

ore 8,30 Apertura stand ore 16,45 LABORATORIO DEL GUSTO 2 -

Sede Expo (piazza Martiri della LibertĂ ) Le De.Co. ossia la valorizzazione del territorio attraverso la gastronomia, con degustazione guidata da V. Pronzati. SeguirĂ consegna del Premio di Giornalismo “Scrivo con IL CUOREâ€?, 1A edizione 2011 Presenta B. Marini - parteciperĂ L. Pecis delegata Assoc. Italiana Sommeliers per il Tigullio ore 18,00 Musica live - Via alla Torre Civica ore 21,00 Gazebo di Piazza Venezia - Incontro con DON ANDREA GALLO che presenta il libro “Sono venuto per servireâ€? ore 22,15 Spettacolo di danza etnica Palco del Lungomare a cura della Scuola di danza Mabel

DOMENICA 7 Agosto ore 8,30 Apertura stand ore 10,30 Sede Expo (Oratorio dei Bianchi): Momento Culturale: “Appunti di Viaggioâ€? di Fabrizio Benete Presenta S. Tassaro giornalista ex olimpionica di basket - ParteciperĂ G. Boitano Assessore per le politiche abitative e lavori pubblici della Regione Liguria ore 17,00 LABORATORIO DIDATTICO Oratorio dei Bianchi: Il Miele - incontro con l’ Apicoltore A. Assereto ore 18,00 Oratorio dei Bianchi: “Conosci la vegetazione del Tigullio?â€? Incontro con l’ esperto G.Raviolo ore 21,15 Via Magenta - Giardino pensile dell’ Oratorio dei Neri: E. Carta presenta Enzo Marciante e il suo libro “Storia di Genova a fumettiâ€? SeguirĂ premiazione degli espositori RapalloExpo 2011


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FestaPatronale

° 422 diNostraSignoradelCarmine

S. Andrea di Foggia Rapallo

Ven 15 luglio

TITTI

BIANCHI

Sab 16 luglio

OMAR

CODAZZI

Dom 17 luglio

MAURO

ore 21.00 TRADIZIONALE SPARATA DI MASCOLI LIGURI ore 23.15 GRANDIOSO SPETTACOLO PIROTECNICO della rinomata ditta Isidoro Liccardo di Mugnano (Na)

DALLE ORE 19.00 Servizio Bar e Stand Gastronomico con asado e specialità locali Nelle tre serate un pullman della VELABUS farà SERVIZIO GRATUITO con partenza dal cimitero urbano di S.Pietro per la chiesa di S.Andrea di Foggia INGRESSO LIBERO

AGB $]LHQGD *UD¿FD %XVFR Rapallo 0185273647

RIZZI


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CULTURA E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

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di Domenico PERTUSATI

LÊUnità dÊItalia e il „compromesso‰ con il Vaticano (III) P

er comprendere a fondo le motivazioni che sottostanno all’accordo tra lo Stato italiano e la Chiesa, occorre ripartire dall’atteggiamento intransigente di Pio IX che aveva condannato senza mezzi termini l’ “usurpazione” del potere temporale dei Papi e si era dichiarato di fronte al mondo prigioniero in Vaticano. A nulla valsero le “guarentigie”, la legge che il governo italiano approntò e il Parlamento approvò il 13 maggio 1871. La linea seguita era quella cavouriana (separazione fra Stato e Chiesa): 1) si concedeva ampia libertà d’azione pastorale al pontefice con la possibilità di comunicare con tutto il mondo 2) gli venivano riconosciute prerogative sovrane 3) veniva sancita l’extraterritorialità del Vaticano, del Laterano e di Castel Gandolfo 4) veniva data libertà al clero nelle iniziative spirituali 5) infine si provvedeva a risarcire il danno subito con l'occupazione attraverso il versamento nelle casse vaticane di una somma uguale a quella che l'erario pontificio era solito riservare per le spese della corte papale. Il Papa con l'enciclica “Ubi nos” del 15 maggio dello stesso anno respinse la legge della Guarentigie e nel 1874 emanò la bolla “Non expedit” con la quale proibiva ai cattolici la partecipazione alle elezioni sia politiche che amministrative del Regno d'Italia. STATO E VATICANO: “L’UN CONTRO L’ALTRO ARMATI” Il clima arroventato venutosi a creare ebbe come seguito una serie di tumulti di segno anticlericale come quello verificatosi in occasione della traslazione della salma di Pio IX, avvenuta di notte dal Vaticano alla Basilica di S.Lorenzo fuori le mura nel 1881. L'avvento della Sinistra al potere (1876) non aveva per nulla attenuato la tensione. Il Depretis, pronto ad ogni compromesso, inaugurò la politica del “trasformismo”, ma rimase intransigente su un punto solo: i rapporti con la Chiesa. Formatosi alla scuola “mazziniana”, aveva maturato una fede positivistica ed era un convinto sostenitore della laicità dello Stato. Riteneva un grande merito dell'Italia l’aver realizzato “la soppressione del chiericato politico, la liberazione del cristianesimo civile, l'emancipazione del pensiero religioso e il libero verbo dell'umanità”. L'anticlericalismo aveva invaso tutta la vita nazionale; il positivismo aveva

Pio XI ( Achille Ratti 1922-1939) è passato alla storia come il Papa dei “Concordati”.

conquistato le università: il filosofo Roberto Ardigò godeva dell'appoggio del governo. Non si può non riconoscere che l’anticlericalismo è in stretta relazione con il clericalismo: in realtà si richiamano e si alimentano a vicenda. Si è tentati di far riferimento al principio: “Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”. Tra gli intellettuali una solitaria figura di cattolico era quella di Toniolo. A Genova - ricorda Spadolini - i mazziniani, in occasione della scomparsa di Garibaldi (1882), inalberarono la bandiera nera di Satana tra le proteste e rimostranze dell'arcivescovo Magnasco. Per quanto concerne la “questione romana” soltanto sotto il pontificato di Pio XI (Achille Ratti-1922-1939) maturarono, dopo diversi tentativi precedenti, i tempi per una soluzione di compromesso. Pio XI è passato alla storia come il Papa dei Concordati: numerosi furono i Patti bilaterali che promosse e realizzò. Il primo fu quello con la Lettonia il 30 maggio 1922, l'ultimo, che non sortì effetti positivi, fu quello con la Yugoslavia molto laborioso (19311938). Difficile il Concordato con la Germania di Hitler (20 luglio 1933), siglato dal Segretario di Stato il card. Pacelli, cui seguirono da parte del Terzo Reich numerose violazioni che indussero Pio XI a pubblicare la dura enciclica “Mit brenneder Sorge” del 14 marzo 1937. Il Concordato nelle intenzioni di Pio XI rappresentava uno strumento utile per ottenere garanzie giuridiche alla Chiesa sia pure mediante compromessi. Pio XI del resto soleva affermare che “Historia concordatorum est historia dolorum” (letteralmente:

“la storia dei concordati è una storia di dolori), in altre parole la chiesa attraverso vari concordati fu costretta a rinunciare a diritti e interessi che considerava “legittimi”... Il do ut des, cioè - dare per avere è una regola antica alla quale anche la Chiesa non poteva sottrarsi. “L’UOMO DELLA PROVVIDENZA” Ormai il fascismo si era consolidato, dopo la crisi dell'Aventino provocata dall'assassinio di Matteotti, cui seguì il famoso discorso del 3 gennaio 1925 che metteva fine ad ogni garanzia liberale statutaria e instaurava la dittatura, cui fecero seguito le leggi “fascistissime”. Mussolini, rimasto padrone della situazione, si avvicinò alla Chiesa avvertendo che ormai da più parti si attendeva una soluzione della spinosa questione romana. Fiutò l'occasione: i preparativi c'erano stati, passi importanti erano stati fatti dagli ultimi governi, la Santa Sede si era dichiarata disponibile. Un accordo col Vaticano per Mussolini rappresentava indubbiamente un'occasione d'oro: si trattava di acquisire una patente di legalità presso il mondo cattolico e, di conseguenza, anche sul piano internazionale. La Chiesa avrebbe potuto diventare un pilastro del regime, considerata la sua forza d'ordine e di disciplina. Da parte sua la Chiesa vedeva nell'intesa con lo stato fascista un baluardo potente contro il comunismo ateo che si era instaurato in Russia e un alleato contro lo spirito laicista che era alla base di tanti “errori” del mondo moderno, compreso il liberalesimo. Questo si evince dalle stesse parole di Pio X, il quale in un discorso del 13 febbraio 1929 ai professori e agli allievi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ebbe a dire ad appena due giorni dalla firma del Trattato: “[...]

Siamo stati anche dall'altra parte nobilmente assecondati. E forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza Ci ha fatto incontrare; un uomo, che non avesse le preoccupazioni della Scuola liberale, per gli uomini della quale tutte quelle leggi, tutti quegli ordinamenti o piuttosto disordinamenti, tutte quelle leggi, diciamo, e tutti quei regolamenti erano altrettanti feticci e, proprio come feticci, tanto più intangibili e venerandi quanto più brutti e deformi”. LA “NATURA” DEL COMPROMESSO I Patti Lateranensi constano: 1) di un Trattato in 27 articoli con una Convenzione finanziaria 2) di un Concordato in 45 articoli concernenti la religione e la Chiesa cattolica in Italia. Riguardo al Trattato si ravvisava “la necessità di costituire la “Città del Vaticano”, riconoscendo sulla medesima alla S. Sede “la piena proprietà e l'esclusiva ed assoluta potestà e giurisdizione sovrana”. La Convenzione Finanziaria (allegato al Trattato) liquidava i crediti della S.Sede nei confronti dell'Italia con il versamento di 750 milioni. Ci limitiamo a citare due dei 27 articoli del Trattato: “La religione cattolica, apostolica e romana é la sola religione dello Stato” (Art. 1) “L'Italia, considerando sacra ed inviolabile la persona del Sommo Pontefice, dichiara punibili l'attentato contro di Essa e la provocazione a commetterlo con le stesse pene stabilite contro la persona del re”. (Art.8) Il Concordato riconosceva alla Chiesa la completa libertà nell'esercizio delle sue funzioni spirituali e religiose, libertà di comunicazione per i vescovi con il clero e i fedeli, l'esenzione dei Chierici dal servizio militare. Il Vaticano con l'art. 5 pretese dallo Stato l'allontanamento dall'insegnamento e da ogni ufficio in contatto diretto con

Mussolini e il cardinale Gasparri firmano i Patti Lateranensi ( 11 febbraio 1929)


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Frati e preti sfilano in onore del governo fascista

il pubblico di quei preti che abbandonavano il loro ministero e che, dichiarati apostati, venivano colpiti da censure ecclesiastiche. Con l'art. 34 la Chiesa ottenne il riconoscimento degli effetti civili al sacramento del matrimonio, disciplinato dal diritto canonico. L'art. 36 impegnava l'Italia ad accettare come “fondamento e coronamento dell'istru- zione pubblica l'insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta dalla tradizione cattolica.” A seguito di questo accordo l'insegnamento della religione venne introdotto anche nelle scuole superiori. Con l'art. 43 venivano riconosciute le organizzazioni dell'Azione Cattolica

con la condizione che svolgessero attività solo nel campo religioso, al di fuori di ogni organizzazione politica. Il governo italiano si impegnava a garantire il “carattere sacro” della Città eterna e ad impedire tutto ciò che potesse essere in contrasto con detto carattere. Non va dimenticato che Pio XI volle dirigere personalmente i lavori del Concordato (furono 200 circa le sedute che videro la presenza del Pontefice) con la collaborazione del Card. Gasparri e dell’Avv. F. Pacelli. FORTE IMPRONTA “CONFESSIONALE” Non pochi criticarono queste concessioni da parte del governo che

conferivano un’ impronta confessionale all'ordinamento dello Stato italiano. L'applicazione del citato articolo 5 del Concordato fece una vittima illustre: il filosofo Ernesto Buonaiuti, sacerdote colpito da censura ecclesiastica, venne privato dal regime fascista della cattedra universitaria. Lo storico Giorgio Candeloro (di ispirazione gramsciana) esprime un giudizio fortemente negativo sugli accordi del ’29. Questi 1) rappresentarono una capitolazione dello Stato laico nei confronti della Chiesa 2) ebbero una funzione politica di supporto al regime fascista 3) favorirono una stretta alleanza tra Chiesa e fascismo. I Patti furono approvati senza discussione dalla Camera dei deputati, mentre al Senato ci fu una voce contraria, quella di Benedetto Croce, che prese la parola anche a nome di altri cinque senatori. Mussolini si infuriò e lo insultò definendolo “imboscato della storia” e accusandolo di “impotenza creatrice”. Ad un mese appena dalla sigla dei Patti Lateranensi vennero indette le

Ernesto Buonaiuti, insigne filosofo e sacerdote colpito da solenne censura ecclesiastica, venne privato della cattedra universitaria a seguito dellʼart. 5 del Concordato. Si rifiutò di prestare giuramento fascista

elezioni: i cattolici furono invitati dalla Gerarchia ecclesiastica a votare per il Partito Nazionale Fascista (lista unica) come segno di approvazione e di plauso per gli accordi intercorsi. Sui Patti Lateranensi inseriti nella nostra Costituzione repubblicana (articolo 7) ci riserviamo di proporre all’attenzione dei nostri affezionati lettori alcune utili riflessioni.

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VIAGGI E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

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di Vinicio TEMPERINI

PASSIONI

Australia, “Down under”/2 MELBOURNE Città un po’ snob. Vantano la priorità (vera) nei rapporti con la Gran Bretagna che in fondo è tuttora la “nonna” dell’Australia. Anche nel parlare sono quasi esenti dal forte accento australiano. Certamente la città più classica ed elegante nella sua importante presenza di architettura Vittoriana e di interi quartieri di impronta “Old England”. Attraversata dal fiume Yarra che gli abitanti chiamano “Upsidedown river” che significa “Fiume al contrario” e questo perché il fango del fondo è spesso in superficie. C’è una danza sociale contadina reel, ed è molto diffusa la Highland Dance che è scozzese. Attenzione…. la presenza scozzese a Melbourne è fortissima e sono molto fieri delle loro forti origini. Una curiosità, una stranezza in queste danze i movimenti, le posizioni delle mani ricordano le danze indiane (clench). Qui è molto diffuso il “Cork fees”. Droit de bouchon, in francese e “Diritti di tappo”in italiano anche se da noi è praticamente sconosciuto. Ricordiamo in cosa consiste. Al Ristorante, anche e soprattutto nei più qualificati ed eleganti, ti porti la tua bottiglia e la dai al Mâitre il quale mette in secchiello, ghiaccio se necessario e a tuo comando stappa e serve. Sul conto troverai un addebito “Cork fees”, generalmente ragionevole. Chiudiamo

Il fiume Yarra

con una nota. Da anni (40?) une legge vuole – come a Tokyo - che le case vengano costruite con parcheggio incorporato. C’è anche un’altra legge che obbliga - udite udite - consegne, traffico merci et simili dalle ore 19 alle 7,30 del mattino dopo. Da noi è esattamente il contrario. Forse perché siamo all’altro capo del mondo… ADELAIDE Ha preso il nome (1800) dalla Regina Adelaide – moglie di William IV of England - di nascita e di nobile famiglia tedesca. Questo forse spiega la forte presenza germanica in origine dovuta alla fuga dei tedeschi dalle discriminazioni e persecuzioni religiose. Spiega anche la forte diversità con città

Mostra personale di Maristella Laricchia

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come Sydney, Hobart, Melbourne fondate soprattutto da deportati. Adelaide è una città che più di altre sa offrire garanzie di libertà individuale a cominciare da religione e politica. Esistono infatti regole specifiche favorevoli al welfare e contro ogni segno di razzismo o sfruttamento. Il motto della città è – in un latino piuttosto elegante ma difficile – “Ut prosint omnibus conjuncti” che significa “Uniti per il bene di ognuno”. C’è una Camera di Commercio Italiana molto attiva, ben organizzata e disponibile. Adiacente al fiume Torrens, dove regnano i pellicani, è una città industrializzata al massimo. Forse quella con più industrie attive raggruppate che io abbia mai visto (…e ne ho viste). Molto presente l’Industria bellica dove per compiere i miei doveri ufficiali di lavoro – sempre di carattere doganale, bancario, assicurativo, documentale, organizzativo – dovevo affrontare ed assoggettarmi a regole così rigide, fastidiose ed impegnative da essere a volte insopportabili. Ci sono anche qui, per chi ha il tempo di andarci, spiagge favolose. Ma il gioiello di Adelaide, secondo me, è Borussa Valley. La zona del Chianti trapiantata qui. Vengono prodotti ed esportati in tutto il mondo ottimi vini. L’origine della maggioranza di quei vigneti, oggi molto estesi e sviluppati, è ovviamente italiana con importante partecipazione francese. Città tutto sommato tranquilla anche se….ho sentito gruppi di studenti in riunione cantare quei versi dell’oggi leggendario ma in allora agli inizi “The

wall”. Versi che suonano così : “”We don’need no education we don’need no thought control, no black sarcasm in the Class Room –Teacher ! leave them kids alone. All in all we just are another brick in the wall “” Ho scritto il testo in lingua originale perchè è in un inglese provocatoriamente un po’ sgrammaticato ed è cantato con voluto forte accento australiano in lingua giovanile. Il tutto a significare un’assoluta spontaneità di chi l’ha composto e dei ragazzi che ne avevano fatto una specie di inno generazionale. Anni 70, ricordiamolo. Mi pare un impulso di protesta sociale ben chiara e forte ma espressa con ottima ed appropriata musica. Ecco comunque la libera traduzione “Non ci serve il vostro insegnamento – non ci serve il controllo del pensiero – basta con i vostri sarcasmi macabri in classe. Prof, lascia in pace ‘sti ragazzi. Tutto ben considerato noi siamo proprio solo un altro mattone qualunque in un muro.” Opinioni sempre strettamente personali ma – considerando la diffusione di quella musica e di quelle parole – non mi sembrano, ancora oggi, così lontane dalla realtà. Il che, lo confesso, mi sorprende ed intriga un bel po’. Adelaide è un po’ la culla del Cricket. così diffuso nel mondo anglosassone ed assimilati (India, Pakistan, dove è nato, etc) . Fui invitato dai colleghi australiani a giocare in una partita aziendale di cricket e costretto ad accettare per diplomazia. Da noi sarebbe stata una vecchia e gloriosa partita di calcio. Impegnato come Bowler o Pitcher, cioè colui che tira la palla secondo complicate regole gestuali, ebbi la conferma definitiva che giocare o guardare un partita di cricket scatena le stesse emozioni che si provano guardando crescere l’erba. Naturalmente non lo dissi agli amici australiani per conservare l’immunità fisica e l’amicizia.

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CINEMA E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

di Luciano RAINUSSO

AL CINEMAin Habemus Papam

Il mondo è tutto un palcoscenico e uomini e donne, tutti, sono attori.

diagonale

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William Shakespeare, As You Like it

Il discorso del Re di Tom Hopper

di Nanni Moretti Appena eletto, il nuovo pontefice viene preso dal panico, si rifiuta di affacciarsi al famoso balcone e lascia il Vaticano. Questo, grosso modo, lʼinizio dellʼultimo film di Moretti, il tredicesimo della sua carriera, cominciata nel 1976. Stavolta, il regista forse più ricco dʼinventiva del nostro cinema supera ogni riserva per raccontare lʼumanissima reazione di un uomo che avverte la propria inadeguatezza a guidare, in quanto papa, la chiesa nel tempo presente. Tuttavia, il film non ha nulla di realistico, se si esclude la parte riguardante il cerimoniale della elezione. Non è realistica neppure la rappresentazione dei luoghi che il protagonista attraversa durante la sua fuga. Irreali, infatti, il clima in cui si svolge questo vagabondare romano in abiti borghesi e lʼincontro con gli attori che provano “Il Gabbiano” di Cechov, lʼautore amato in gioventù, quando sʼinfranse il sogno di recitare in teatro. Non cʼè satira in Habemus Papam e, per una volta, non infastidisce il noto morettismo del regista che qui impasta la sequenza del torneo di palla a volo, organizzato in attesa che si risolva la crisi del neo-pontefice. Opera perfetta, splendidamente laica, il film si impreziosisce della presenza di un attore immenso, Michel Piccoli, ultraottantenne, capace di esprimere anche con il silenzio o le mezze parole, la ricchezza umana del suo personaggio.

Come l’acqua per gli elefanti di Francis Lawrence Il regista quarantenne Lawrence aveva fatto ben sperare con Io sono leggenda (2007), film su una metropoli americana decimata da una epidemia, interpretato da uno straordinario Will Smith, (lʼunico medico sopravvissuto della città). Ora, però, delude non poco, avendo preferito rifugiarsi tra le coltri del cinema più smaccatamente di ricalco, con questo melodramma desunto da un best-seller della scrittrice canadese Sara Gruen. Al centro e sullo sfondo della Grande Depressione, il consueto triangolo amoroso: un dispotico dittatore di circo equestre, la di lui avvenente consorte e un giovane che la morte dei genitori ha strappato agli studi di veterinaria. Purtroppo, tutta la vicenda odora di maniera, non sposa il realismo epocale con gli afflati romantici che sprizzano dagli incontri segreti dei due giovani amanti. E non convince neppure lʼinterpretazione dei tre protagonisti. Caricato nella sua perfidia Christoph Waltz (lo spietato ufficiale nazista, premiato con lʼOscar, nellʼultimo film di Tarantino). Senza spessore la consorte-cavallerizza con cui Reese Witherspoon prova a rinverdire il ricordo di Jean Harlow, famosa star biondo-platino degli anni 30. Incolore Robert Pattinson, ex vampiro della saga Twilight. Si salva, invece, la rugosa elefantessa Rosie, golosa di alcool (nel romanzo di limonate) che, al momento, giusto, capisce da che parte deve schierarsi.

Lʼimpiego della parola, a livello mediatico, ebbe sicuramente la sua prima vittima illustre in un sovrano inglese: quel Giorgio VI salito al trono nel 1936, dopo la morte del padre e lʼabdicazione del fratello maggiore che, alla corona, preferì il matrimonio con una divorziata americana. Un re che dovette combattere una battaglia personale per vincere la grave balbuzie che gli impediva di affrontare il microfono per rivolgersi al popolo. In questo, aiutato in modo determinante, da un oscuro logopedista senza titoli accademici, ma forte dellʼesperienza compiuta tra i soldati traumatizzati dalla prima guerra mondiale. La vicenda, ricca di notevoli implicazioni, è stata portata sullo schermo con genialità, specialmente nella sua ricostruzione storica e ambientale. Tra gustosi siparietti, evocanti il conflitto di classe, trovano adeguato spazio i rapporti del neo-sovrano dapprima con il severo padre e poi con il suo logopedista: un uomo di rango inferiore ma fautore, almeno nel film, di una serena, stimolante, realizzata armonia familiare. Lʼimpeccabile cast vanta, in prima fila, Colin Firth (lo apprezzammo, un paio di anni fa, in Genova, dove, professore americano, da poco vedovo, si aggirava per la città antica, vista come simbolo di un percorso verso la luce). Più che meritato lʼOscar ottenuto per questa sua nuova prova. Ottimo il supporto fornito dallʼaustraliano Geoffrey Rush (il terapeuta) che il suo Oscar lo ebbe nel 1997 per il pianista di talento, vittima di un padre fallito, interpretato in Shine.

The Fighter di David O. Russell Ossia, il combattente. Storia vera di pugilato che si aggiunge alle molte che già affollano un genere in cui spicca un capolavoro assoluto: Million Dollar Baby di Clint Eastwood. Ma pure una storia di ardui rapporti familiari e riscatto sullo sfondo di unʼAmerica poco propensa ad elargire occasioni di rivincita. (Gli esterni appartengono ad una città del Massachusetts, da tempo non più capitale dellʼauto). Al centro, due fratelli: un pugile di scarse promesse e un ex campione ora drogato che si rassegna al ruolo di allenatore. Attorno, una mezza dozzina di sorelle insopportabili e una madre volgare quanto velleitaria. Film di notevole forza realistica, è il meglio riuscito diretto finora dal regista. (I due precedenti sono Amori e Disastri e Three Kings: il primo una curiosa commedia in cui un uomo sposato e padre andava alla ricerca dei proprio genitori rimasti hippies nonostante lʼetà; bellico il secondo, con George Clooney che, alla fine della guerra del Golfo, si poneva con tre commilitoni alla ricerca del tesoro di Saddam). Tra gli interpreti tutti da Oscar, la statuetta è stata vinta soltanto da Christian Bale (ex Batman), ora magrissimo e sdentato nel ruolo del fratello, autentico simbolo della sconfitta esistenziale.

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E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

“Fuochi” senza voce Gentile Direttore, anche le tradizioni devono "adeguarsi". L'altra mattina, alla sparata del Panegirico, nessun presentatore ha illustrato ai molti presenti, con gli altoparlanti, cosa stava succedendo, le ragioni storiche e quale il programma della mattinata. Molti dei presenti non erano ancora nati (ancorchè visibilmente anziani) quando l'icona della Madonna di Montalegro, a metà del 1500, venne portata in Città e i ragazzi di allora fecero, per festegiarla, cacciara inventandosi un panegirico rumoroso. L'adeguamento auspicato consiste semplicemente nel considerare gli astanti, spettori paganti al pari di chi va a teatro. Mi spiego. Chi risiede a Rapallo ha pagato, ciascuno, due biglietti: uno con l'offerta alla porta e l'altra con il prelievo dalle sue tasse della spesa per i fuochi. Tutti gli altri, egualmente paganti, perchè hanno speso i loro denari nei negozi, ristoranti e alberghi. Quindi riserviamo loro il rispetto che merita chi paga. Non si può lasciarlo in piedi per delle mezz'ore senza spiegare niente ne, nel frattempo, renderli nedoti dei valori storici di ciò che stanno vedendo. Lo fanno persino al Carnevale di Viareggio! Che qualcuno, addetto ai lavori, mi legga? Grazie

Lettera firmata

Rapallo e le carrozze Egregio sig. Brasey, come mai non si parla anche del defunto Nicola Canessa “Vittorio” carrozza con licenza 2? Cordiali saluti M.A. Canessa, figlia. Giriamo volentieri la sua domanda all’interessato.

Traffico e gronde Leggo: Genova, il nodo stradale e autostradale è un groviglio. Tra cinque anni paralisi completa, collasso del sistema. La profezia è uno degli elementi contenuti dalla documentazione che da ieri Autostrade per l’Italia ha consegnato nelle mani dei ministri dell’Ambiente e dei Beni culturali. Appena letto questo,mi tocco per vedere se ci sono. Ma come,ci voleva una "profezia" per rendersi conto della si-

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LETTERE E NOTIZIE tuazione viaria della (ex) Superba ? Se ne accorgono soltanto adesso,di quanti TIR e di quante auto transitano ogni giorno (feriale, perchè nei fine settimana non si transita, si sta fermi come basilischi...)? Lo dico ai residenti di Murta e tutti quelli che si identificano col simbolo "No Gronda": siccome nessuno di voi pensa di rispolverare i barrocci (che sarebbero i TIR di quel dì ) e le carrozzelle (le Alfa di Carlo Codega) quando sia moto che auto e pure i TIR andranno a... pile, accetterete, visto l'esito "tragicomico" del Referendum sull'Energia Nucleare) di disboscare Murta e dintorni per dar spazio a selve di possenti e maestose torri eoliche? E per la "molto eventuale" Gronda di Levante, quando, per necessità tecniche, vincendo in velocità la voracità del cinipede galligeno che per mangiarseli ci mette decenni, i bei castagneti della Fontanabuona verranno sostituiti dai boschi del futuro, quelli citati pocanzi per Murta, cosa proporranno i Club del "No" a prescindere ? lettera firmata

Vandali a 360° Non c'è soltanto il complesso monumentale "le Clarisse" a Rapallo a venir preso di mira da strani tipi di esseri umani che non si sentono realizzati nella vita se non imbrattano,con geroglifici più o meno beceri i liguri muri,oreferibilmente quelli appena restaurati. A Camogli,un Golfo che sarebbe davvero un "Paradiso" se non vi si verificassero similari esempi di inciviltà,ad esempio,l'Amministrazione Comunale ha diligentemente rimesso a nuovo la parete del Cimitero che "volge a Levante",deturpata da qualche tempo da sghiribizzi incomprensibili,che a prima vista davano la misura di quanto talvolta sia cretina la poltiglia di cellule umane. Spreco di lavoro,cemento e pittura Comunali che avrebbero potuto essere utilizzati per opere più meritorie. Adesso il pericolo,lì, al Belvedere "Gente di Mare",è aumentato. No,non quello che qualche imbrattatore preso dall'euforia per la sua opera d'arte,si butti giù dalla scogliera,cosa "disdicevole" ma,a conti fatti,"liberatoria",bensì per il testosterone di qualcuno che,vedendo l'intonaco ritornato vergine,si risvegli in maniera anomala e gli urli di "stuprare" ancora una volta il citato muro... L.F.

Invitiamo i lettori a volerci segnalare suggerimenti, problemi. Pubblicheremo le vostre istanze, raccomandandovi la brevità dei testi per evitare dolorosi tagli.

Scriveteci a Redazione “IL MARE” via Volta 35 - 16035 Rapallo - E-mail: rapallonotizie@libero.it

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Il castello dei “Sogni” ... o degli Incubi Egregio Direttore, Il Castello dei Sogni, da generazioni la spiaggia libera di tanti rapallini, è in uno stato di degrado da terzo mondo. Malgrado alcuni volenterosi si prodighino per ripulirla periodicamente, il litorale è in condizioni pietose. Quest’anno non hanno neppure installata la cabina-spogliatoio e la notte è terra di conquista di barboni e quant’altro. Lo spazio sotto la scalinata in ferro è un vero e proprio ricettacolo di immondizia e i contenitori sono rotti e disastrati. Possibile che nessuno si senta in dovere di porre fine a questo stato di cose e a riportare il Castello dei Sogni alla normalità? Lo chiedono i rapallesi e i tanti affezionati turisti che frequentano la spiaggia. Un rapallino

La spiaggia del “pozzetto” Spettabile redazione, vi invito a voler visitare la spiaggia del “pozzetto” nel territorio di Zoagli. Permane un

grave stato di incuria e gli amministratori continuano a trincerarsi dietro un progetto da 600.000 euro che però ancora, malgrado tante promesse, non decolla. Grazie per l’ospitalità lettera firmata

Da Camogli con furore Leggo su Creuze del Golfo Paradiso la lettera aperta al Sindaco di Camogli inviata dal "Comitato spontaneo per la tutela del territorio". Il "Comitato" non sta lì a girar molto le parole quando critica l'Amministrazione per il recupero dell'Area Scalo che prevede appartamenti a sei metri dalla ferrovia. Invece,nel descrivere quello che chi non ha il torcicollo può agevolmente vedere, alzando il capo, e con esso, gli occhi alle gioxie sempiternamente chiuse, le parole, il Comitato, le gira, anzi... le avvita. Non si capisce, infatti, di che potrebbe o dovrebbe essere incolpato il Sindaco, se i bianchi velieri, in porto, non ci sono più da un secolo, se la popolazione, e, come logica conseguenza, i servizi (da qualche settimana, per inviare fiori "fuori" dai confini della Cittadina, dobbiamo "emi-

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26 Orizzontali: 1. Il sestiere del Panegirico 2011 - 9. Stabilimento balneare rapallese - 10.Scanneling Tunneling Microscope - 11. Quello di Rapallo si trova sul lungomare Vittorio Veneto - 12. Gelateria in via Mameli - 14. Yitzhak, poeta e scrittore israeliano 16. La profumeria 3000 - 18. Mezzo seme - 19. Nel linguaggio giovanile equivale alla risata - 21. Jean Paul protagonista della rivoluzione francese - 24. Un marchio della moda - 25. Jean Louis, grande entomologo francese - 26. A Rapallo cʼè quella del “Vecchio Mulino” Verticali: 1. È antico e sul mare - 2. La Madonna festeggiata a Chiavari - 3. Georg, filosofo e sociologo tedesco - 4. Teso senza pari - 5. Associazione temporanea di imprese - 6. Il film con Santiago Munez - 7. Lo deve essere la focaccia - 8. Umberto, consigliere comunale - 13. Il Vivaldi compositore (iniziali) - 15. Il Mullah guida spirituale dei talebani - 17. Roma capovolta - 20. Catena di negozi in corso Matteotti - 22. Associazione degli Italianisti - 23. Atollo nelle Maldive


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LETTERE E NOTIZIE

Zoagli, il nuovo direttivo della Pro Loco E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

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Il proverbio del mese

L’ommo e o porco o se peisa quand’o l’è morto L’uomo e il porco si pesano quando sono morti

Gargantua di Renzo Bagnasco

Zoagli ha una sua nuova Pro Loco. Ecco il nuovo Consiglio Direttivo per il triennio 2011-2014. Presidente : Roberto Carrara Vice Presidente : Fausta Toetti Segretario : Bérengère Dalmas Tesoriere : Giuliana Casaretto Probiviri : Elisa Bardi, Karin Lanzer Revisore dei conti: Giuseppe Andrea Norero grare" a Recco) si dileguano. Che facciamo? Obblighiamo i camoglini che hanno ereditato da zii e nonni (in nessun paese al mondo ci sono stati e ci sono tuttora tanti zii e tanti nonni proprietari di case come qui...) un appartamento a tenerlo invenduto, oppure a venderlo al camoglino che non c'è ? Magari li requisiamo, come in tempo di guerra quando gli eserciti requisivano case private ed alberghi, per darli in affitto agratis alle giovani coppie? Torno ai sei metri dalla ferrovia, che, fatte le debite proporzioni, è un po’ come quei genovesi di San Teodoro cui dà fastidio il rumore dei gas di scarico che fuoriescono dalle ciminiere delle navi in porto (si sa, sarebbe meglio se le navi ,in porto, attaccassero la spina della corrente restando così "silenti", ma con la bella prospettiva che ci si presenta dopo il tragicomico esito del referendum sul nucleare, c'è poco da sperare). E pensare che i tre palazzoni di Via XX Settembre, sempre a Camogli, hanno le gioxie a un metro e mezzo dalla stessa ferrovia, e appena un secolo fa, oltre al rumore della ferraglia poco ammortizzata che transitava sulle rotaie, dovevano sorbirsi pure fumo acre e sbuffi di vapori "alternativi"... Cordialmente da Luigi Fassone

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Bagnun (zuppa di acciughe)

"Liguria in musica ed altro"

Decapitare, pulire, lavare e asciugare 1 kg di acciughe; far appena rosolare in un tegame di coccio ½ bicchiere d’olio extravergine, 5 spicchi d’aglio e due mazzetti di prezzemolo tritati, aggiungervi poi 6 pomodori freschi a tocchetti o ½ kg di pelati, pepe (o zenzero) e sale. Cuocere per 10’ inumidendo, se del caso, con vino bianco. Unirvi le acciughe, dei capperi e delle olive taggiasche e finire di cuocere per ancora 10’. C’è chi vi mette all’ultimo del basilico spezzettato o dell’origano. Si serve su gallette o crostoni di pane, strofinati d’aglio.

Tutto completamente gratuito con la partecipazione di Roby Carletta e gruppi di danza e canzoni. Amplissima possibilità di parcheggio gratuito. Per chi desidera pranzo sulla terrazza al costo di € 35.00 alle oe 20.00 Prevista anche lotteria con ricchi premi

Servizio e coperto, ohibò

I NOSTRI PITTORI RAPALLESI

Egregio Direttore, ho letto il Suo interessante articolo dedicato all'assurda gabella "servizio e coperto" che i ristoratori mettono in atto malgrado sia superata e incomprensibile. In merito mi permetto ricordare che una volta nelle trattorie si pagava il coperto per avere l'uso del tavolo, posate e pane, portandosi da casa il companatico e sovente il vino. Sarebbe vedere il comportamento dei ristoratori con la famigliola che, appurata la voce "coperto" sulla carta, ne ordinasse cinque, tirando fuori le proprie cibarie dal classico cesto guarnito da una tovaglia a quadretti bianchi e rossi! C.d.V Caro lettore la nostra proposta è stata una battaglia persa in partenza. I ristoratori, non tutti per fortuna, mostrando una lungimiranza senza pari, l'hanno bocciata inesorabilmente. Per loro i clienti evidentemente sono solamente polli da spennare. e.c.

VINICIO SCOTTI la pittura come poesia

2011

Lunazioni, Stagioni e Segni Zodiacali

Ora.min. Descrizione

Venerdì

01

10:54

Luna Nuova: 4A Lunazione delle Praterie (Eclissi parziale di Sole - non visibile dall’Italia)

Venerdì

08

08:29

Primo Quarto

Venerdì

15

08:39

Luna Piena

Sabato

23

06:13 07:02

Il Sole entra nel segno del LEONE Ultimo Quarto

Sabato

30

20:40

Luna Nuova: 5A Lunazione d’Oro e d’Argento

Colorista e raffinato disegnatore, Vinicio Scotti, lombardo di nascita e rapallese di adozione, è figlio e nipote d’arte. Dal nonno Giuseppe, personaggio estroverso dai vari mestieri, musicista e pittore, delle cui opere purtroppo non restano tracce, Vinicio Scotti ha ereditato la genialità indiscussa. Il padre, Narciso Scotti, è stato un vero artista che ha spaziato dalla musica - per un breve periodo ha lavorato nel varietà con Renato Rascel - alla pittura, alla quale si è dedicato completamente negli anni cinquanta, raggiungendo notorietà e successo. Vinicio Scotti è cresciuto nel mito del genitore, scomparso alla fine degli anni 80, ma ha saputo raccoglierne l’eredità con il suo stile assolutamente personale, dove le emozioni si fanno luce e colore, dove è rappresentato un mondo di delicate sensazioni, una sorta di incontro tra fantasia e ambiente, in cui la pittura si lega ad un tempo di ricordi che nascono dall’anima dell’artista. Un pittore, Vinicio Scotti, di cui Rapallo deve essere orgogliosa.


IL MARE 5/Luglio 2011:Layout 1

11-07-2011

16:03

Pagina 32


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