2010-2011 Le Chiavi della Città - Volume 1

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Favole dialettali e Launiversali varietà che avvicina FORMAZIONE

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INSEGNANTI

SECONDARIA 1°

PRIMARIA

INFANZIA

Assessorato all’Educazione del Comune di Firenze, Attività educative e formative 055 2625686 Adalinda Gasparini, psicoanalista e scrittrice (I.S.A.P. Istituto di Studi Avanzati in Psicoanalisi), in collaborazione con l’Assessorato all’Educazione 055 317329 http://www.alaaddin.it / adalinda.gasparini@alaaddin.it Doppo sentirete chiamare il gatto Mammone, e tutti i gatti gli racconteranno quel che vo’ avete fatto per loro. Il Mammone allora vi addomanderà : - Che brami tu da culizione ?Pan nero e cipolle, oppuramente, pan bianco e cacio? - (Da La novella de’ gatti, G. Nerucci, 1880)

OBIETTIVI

Mentre da alcuni viene rivendicato l’uso del dialetto come elemento per un’improbabile e regressiva identità particolare, si propone qui di utilizzarlo per recuperare la memoria delle lingue particolari nelle quali si esprimevano le generazioni passate, come un patrimonio che facilita l’accoglimento dell’altro attraverso la consapevolezza della propria origine molteplice. Come l’identità di ciascuno di noi si forma per molte vie, e con tanti influssi, dei quali spesso non siamo neppure consapevoli, così la lingua si forma a partire da lingue genitrici, a loro volta debitrici di altre lingue ancora. L’identità culturale, che i miti razzisti pretendono sia derivata da un’etnia o da una condizione storico geografica unitarie, è in realtà composita, frutto di innumerevoli mediazioni, di persone e popoli che si scontrano e si incontrano in spazi e tempi diversi. A partire dalla lingua dialettale e dalle strutture narrative delle fiabe raccolte dalla viva voce di narratrici e narratori analfabeti a Firenze e in Toscana tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, si potranno aprire molte prospettive storiche, sociali, culturali. Pochi non specialisti sanno che in Italia sono state pubblicate le prime fiabe del mondo (Venezia sec. XVI, Napoli sec. XVII), in raccolte alle quali si sono largamente ispirati sia Perrault sia i Fratelli Grimm. Tra la fine del sec. XIX e l’inizio del XX sono state raccolte fiabe dialettali in ogni parte dell’Italia dalla viva voce dei narratori analfabeti: da queste raccolte Italo Calvino ha tratto le sue “Fiabe italiane” (1956). Se i dialetti sono diversi, la grazia espressiva delle fiabe è comune, come la sostanziale corrispondenza di temi e strutture narrative: dalla fiaba raccolta nella propria città con un passo si arriva alla fiaba di un’altra regione italiana, ed è sempre solo un passo che permette di riconoscere la stessa storia raccolta in tempi e spazi lontanissimi. Infine un passo consente di riconoscere le stesse trame delle fiabe nei film e nei videogiochi di maggior successo.

MUSICA TEATRO DANZA NUOVI MEDIA e…. DINTORNI

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MU TE DA

L’iniziativa è così articolata PER GLI INSEGNANTI

Sette incontri bisettimanali di 2 ore ciascuno, durante i quali si alterneranno: -introduzioni teoriche, con indicazioni bibliografiche e sitografiche; -esperienze dirette di ascolto e comprensione delle fiabe; -sperimentazione nelle classi da parte degli insegnanti interessati; -verifiche e riflessioni delle esperienze. Assessorato all’Educazione, via Nicolodi 2 ottobre-dicembre 2010/ gennaio-marzo 2011, incontri bisettimanali dalle ore 17.00 alle ore 19.00

sede | periodo | orario | documentazione

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http://www.alaaddin.it/fiabanellascuola.html Il sito contiene numerose indicazioni per la lettura sia di raccolte di fiabe che di studi sulla fiaba, sia per la visione di cortometraggi di fiabe on line; indicazioni bibliografiche e sitografiche saranno via via fornite durante gli incontri, con particolare attenzione agli strumenti multimediali open access. P 189

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