Al Cuore della Missione

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ITALIANO

PRESENTAZIONE

Questo materiale è un aiuto per vivere uniti come Rete Mondiale di Preghiera del Papa, un cammino verso il Cuore della nostra missione, che è la persona di Gesù.

Guidati dall’esperienza spirituale di Santa Margherita Maria Alacoque e di San Claudio de La Colombière, espressa nei loro scritti, e orientati dalla Lettera Enciclica Dilexit Nos, ripercorriamo insieme Il Cammino del Cuore come un vero pellegrinaggio verso la fonte della nostra speranza.

Ogni tappa di questo itinerario spirituale in nove passi, a cui si aggiungono una stazione iniziale e un momento di raccolta, cerca di "mobilitarci" contro la globalizzazione dell'indifferenza.

Possiamo percorrerlo in modo personale oppure, come era stato originariamente pensato, viverlo comunitariamente: ai piedi della Via Crucis in un tempio, per le strade della città, in giornate o incontri diversi, o come un autentico Via Cordis nei nostri centri e gruppi.

Ci uniamo da ogni angolo del mondo in un solo Cuore, come veri pellegrini di speranza, per concludere in questo Anno Giubilare della Chiesa la commemorazione dei 350 anni dalle apparizioni del Sacro Cuore di Gesù.

DISPORMI

Iniziamo Il Cammino del Cuore disponendoci a lasciare che il Signore ci incontri lungo il cammino. Oggi, Egli vuole farci sentire la sua presenza, il suo amore e il suo invito a vivere secondo lo stile del suo Cuore. Le chiamate si realizzano nella qualità delle risposte che diamo loro, e oggi è una nuova opportunità per rispondere nell'incontro con il Signore.

Non camminiamo da soli, lo facciamo con Lui e in comunità.

Cosa significa disporci? Significa innanzitutto assumere un atteggiamento interiore. Una disposizione interiore per accogliere i sentimenti di Gesù e forgiare in noi il suo stile di vita. È il risultato di una relazione intima e personale con Lui, coltivata attraverso la meditazione della sua Parola e la pratica della rilettura spirituale, dei sacramenti e della vita comunitaria.

Lasciamo risuonare nel nostro cuore queste parole dette dal Signore a Santa Margherita Maria: “Allora mi chiese il cuore, che io supplicai di prendere, cosa che fece, e lo mise dentro il suo stesso cuore” (cfr. Memorie, 53). Così come con amore si rivelò a lei e lei accolse la sua chiamata, oggi il Signore vuole comunicare con te.

Pensa che Dio è presente e questo lo dice proprio a te. “Nonostante tutto ciò, condurrò Israele nel deserto, e lì, con tanto affetto, farò in modo che si innamori di nuovo di me. Le

restituirò le sue vigne e trasformerò la sua disgrazia in grande benedizione. Tornerà a rispondermi come quando era giovane, come quando uscì dall'Egitto. Israele, Israele, tornerò a sposarti e sarai mia sposa per sempre. Quando sarai mia sposa, veramente imparerai a conoscermi; sarò per te uno sposo fedele, sincero e pieno d'amore”. (Os 2, 16-17.20-22).

Di cosa ti parla il Signore in questo momento? Ci sono cose nella tua vita per cui hai bisogno che il Signore ti conquisti di nuovo? Senti nel cuore che il Signore parla di conquistarti, di amore, di sposarti per sempre...

Ricorda! Il Signore prenderà da te ciò che offrirai per la trasformazione e non farà nulla senza il tuo consenso. Disponiti a questo percorso con animo e libertà.

Lasciamo che la nostra vita sia trasformata dal Cuore del Signore, che apre un cammino nel nostro cuore.

“Il Cuore di Cristo, che simboleggia il suo centro personale, da cui sgorga il suo amore per noi, è il nucleo vivente del primo annuncio. Lì è l'origine della nostra fede, la fonte che mantiene vive le convinzioni cristiane” (Dilexit Nos 32), e dove questo cammino inizia e termina…

ALL'INIZIO, L'AMORE

Il Cammino del Cuore nel suo primo passo ci invita a riconoscere quanto siamo amati. L'amore è il fondamento della nostra vita, la pietra su cui si appoggia l'edificio della nostra esistenza, poiché siamo stati creati per amore, per essere amati e amare. “L'amore consiste in questo: non che noi abbiamo amato Dio, ma che Egli ha amato noi e ha inviato il suo Figlio” (1 Gv 4,10).

“Il mio divino Cuore è così appassionato d'amore per gli uomini…” (cfr. Santa Margherita Maria Alacoque, Lettere e Scritti Spirituali, Prima Grande Rivelazione, 27 dicembre 1673).

Così il Signore rivelava il suo amore per tutti in una delle apparizioni in questo luogo…

Ognuno di noi può prendersi del tempo oggi per entrare nel proprio cuore e chiedersi : Cosa mettiamo dietro la parola Amore? Cosa significa nella nostra vita concreta essere amati? Dove e in che modo percepiamo l'amore nelle nostre vite? L'amore è un'esperienza concreta fatta di persone, circostanze, momenti, incontri…

L'Amore è una realtà sempre presente, non è qualcosa legata solo a particolare circostanze. Amore è la realtà di Dio, Amore che è comunione, Amore che si rivela a noi in Gesù Cristo che ci ha amato fino a dove non si può amare di più, fino all'estremo di dare la vita, di darla per amore, gratuitamente, senza chiedere nulla in cambio.

Papa Francesco ci ricorda che: “Il costato trafitto è allo stesso tempo la sede dell'amore, un amore che Dio ha dichiarato al suo popolo con tante parole diverse che vale la pena ricordare: «Sei prezioso ai miei occhi, […] sei pregiato, e io ti amo» (Is 43,4). «Una madre dimentica forse il suo bambino, non si commuove per il figlio delle sue viscere? Ma anche se costei si dimenticasse, io non ti dimenticherò mai! Ti ho scolpito sulle palme delle mie mani» (Is 49,15-16)” (DN 99).

L'amore è essenzialmente donarsi e donare. Una forza costantemente creatrice che dà vita alla nostra realtà in ogni momento, in tante persone, momenti, circostanze, dettagli concreti che ogni giorno ci vengono donati… L'aria, il sole, gli esseri che amiamo, la salute poca o tanta, il nostro corpo, le nostre capacità… Il Signore ci ama in modo concreto, in ciò che viviamo ogni giorno. Non è un amore generico o teorico, è incarnato in ciò che viviamo quotidianamente. È un amore reale e gratuito.

Riconoscerlo ci apre, da un lato, a ringraziare per tanto dono immeritato, e dall'altro a rispondere con amore al tanto amore ricevuto, amando gli altri e la nostra realtà concreta, donandoci gratuitamente.

Possiamo accogliere questo invito e chiederci: Dove e come si è reso presente l'amore di Dio oggi? In quali momenti mi sono sentito amato dal Signore attraverso ciò che ho vissuto? Cosa desidero ringraziare e dare come risposta a tanto amore gratuito ricevuto da Lui?

IL CUORE UMANO INQUIETO E BISOGNOSO

Ridere, piangere, rattristarsi, gioire, provare inquietudine o disagio, speranza e gioia... Evitare alcuni incontri, avere voglia di avanzare in alcune decisioni, e sentire rifiuto per alcuni lavori, rendermi conto di ciò che mi fa arrabbiare e di ciò che mi suscita gratitudine, o amarezza e dispiacere. Tutti abbiamo sperimentato questi movimenti nel nostro cuore almeno una volta.

Sono consapevole dei movimenti interiori? Prendo tempo per riconoscere come sta il mio cuore? Cosa sento? Cosa desidero?

Il Cammino del Cuore nel suo secondo passo, 'Il cuore umano inquieto e bisognoso', ti invita a riconoscere cosa muove il tuo cuore, le forze che lo abitano e ti spingono ad agire in un senso o nell'altro. Accade che gli avvenimenti esterni, tutto ciò che viviamo, incidono sul nostro mondo interiore, ci spingono a pensare, a formulare giudizi, a sentire. E a partire da questi movimenti interiori, noi agiamo. L'ira, la gioia, la tristezza, l'allegria, il disagio non restano solo nella nostra interiorità, ma muovono le nostre azioni.

Santa Margherita Maria diceva del Signore: “Mi mostrò le meraviglie inspiegabili del suo puro amore e fino a quali eccessi lo aveva portato ad amare gli uomini, dai quali riceveva solo ingratitudine e disprezzo” (cfr. Lettere e Scritti Spirituali). Perciò, "risvegliare" il cuore, riconoscere i sentimenti che lo

abitano ci aiuta a riconoscere quali forze ci muovono e in che direzione.

Guardare il nostro cuore è un esercizio per incontrarci con il Signore e con il Suo sguardo su di noi. Egli ci mostra la verità del nostro cuore così come Egli la vede, illuminata dal perdono e dall'ardore della sua compassione.

Il Papa ci ricorda: “Dice la Bibbia che «la Parola di Dio è viva ed efficace […] discerne i pensieri e le intenzioni del cuore» (Eb 4,12). In questo modo ci parla di un nucleo, il cuore, che sta dietro ogni apparenza, anche dietro pensieri superficiali che ci confondono. I discepoli di Emmaus, nel loro misterioso cammino con Cristo risorto, vivevano un momento di angoscia, confusione, disperazione, disillusione. Tuttavia, al di là di tutto ciò e nonostante tutto, qualcosa accadeva nel profondo: «Non ardeva forse il nostro cuore, mentre ci parlava lungo il cammino?» (Lc 24,32)” (DN 4).

Il secondo passo ci invita a constatare la nostra fragilità e a imparare dai percorsi sbagliati che abbiamo preso, sapendo che l'Amore ha sempre l'ultima parola.

La verità su noi stessi libera, poiché ci rende trasparenti davanti al Signore per il quale non abbiamo segreti. Sintonizzati con lo sguardo che il Signore ha su di te. Come ti vede il Signore? Cosa dice di te?

IN UN MONDO SENZA CUORE

Ti invito a fare un esercizio… Sicuramente negli ultimi giorni avrai guardato le notizie che arrivano quasi senza preavviso sul tuo cellulare o sullo schermo del tuo computer personale. I social media ti hanno “bombardato” con notizie, alcune drammatiche, attraversate dalla morte, dalla paura, dalla distruzione, dalla fame e dal conflitto. Altre invece più allegre e celebrative, che mostrano un volto più umano fatto di persone che portano pace e amore, che costruiscono e collaborano. Siamo tutti testimoni di questa tensione.

Possiamo immaginare che, contemplando questo mondo e la sua realtà di vita e morte, il Signore dicesse a Santa Margherita: “Ricevo dalla maggior parte solo ingratitudine, attraverso il disprezzo, l'irriverenza”… “non sai che utilizzo i soggetti più deboli per confondere i forti, che solitamente mostro il mio potere più brillantemente nei più piccoli e poveri di spirito, affinché non si attribuiscano nulla a se stessi?” (cfr. Citazione di San Claudio La Colombière negli Scritti Spirituali).

Immaginiamo Cristo in croce… massima espressione d'amore che l'umanità abbia conosciuto… lo stesso Dio crocifisso per amore tuo e mio, per amore di tutti. Davanti a questa croce ti invito a ricordare le notizie dei tuoi social media, le une e le altre… contemplandole con tutta la tua attenzione. Il mondo più vicino dei tuoi amici e famiglia e, il più lontano dalla tua vita concreta, i conflitti, la morte e la fame di altri luoghi.

Contempla con tutti i tuoi sensi, la vista, l'immaginazione, l'udito, con tutto il tuo cuore ciò che accade nel mondo… e immagina che il Signore in croce lo contempli con te… e ti dica: “Eccomi qui per te e per tutti; e per questo mondo che soffre e geme dolori di parto” (cfr. Rm 8,19-25). È un mondo che amo e che aspetta la tua collaborazione e quella di tutti i figli del mio Padre, affinché il mio amore arrivi a tutti in mezzo ai loro dolori, fino alla definitiva manifestazione del Regno... Lascia risuonare nel tuo cuore queste parole, come dette per te.

Hai iniziato il terzo passo del Cammino del Cuore, In un mondo senza cuore, che ti invita a contemplare il mondo nella sua diversità di realtà, scoprendo quelle realtà che ti danno vita e quelle che sono percorsi di distruzione e morte. Siamo collaboratori dell'umanizzazione del mondo o complici in senso opposto. Le nostre decisioni hanno un impatto sul mondo e la nostra mancanza di decisione anche. Come risuona questo in me? Da che parte prendo posizione? Il Signore conta sulla tua collaborazione per questa missione di umanizzazione…

Preghiamo insieme al Papa per questo mondo chiedendo al Signore… “Che riversi i tesori della sua luce e del suo amore, affinché il nostro mondo che sopravvive tra le guerre, gli squilibri socio-economici, il consumismo e l'uso anti-umano della tecnologia, possa recuperare ciò che è più importante e necessario: il cuore” (DN 31).

IL PADRE INVIA SUO FIGLIO PER SALVARCI

Così racconta San Claudio la sua esperienza di incontro con il Signore: “Tu partecipi a tutte le mie tribolazioni, te ne fai carico, conosci il segreto di trasformarle in mio bene, mi ascolti con dolcezza quando ti parlo delle mie afflizioni e non smetti mai di alleviarle” (cfr. finale della sua Riflessione cristiana 39 intitolata «Di San Giovanni, l'amico di Gesù Cristo», negli Scritti spirituali).

Un incontro che trasforma la vita per sempre.

La nostra vita è attraversata dagli incontri. Ogni giorno incrociamo persone per strada, altre al lavoro, quando andiamo all'università, in famiglia o se partecipiamo a qualche attività parrocchiale. Alcuni incontri sono più significativi di altri. Alcuni ci lasciano un segno, ci colpiscono e altri, forse, passano più inosservati.

Il quarto passo del Cammino del Cuore, Il Padre invia suo Figlio per salvarci, ci aiuta a entrare nella dinamica dell'incontro con Cristo, a riconoscere nella nostra vita quei momenti in cui ci rendiamo conto che il Signore non ci lascia soli nel mondo senza cuore, ma si fa vicino e cammina con noi in mezzo alla nostra realtà.

“Questo si manifesta quando lo vediamo agire. È sempre in ricerca, vicino, costantemente aperto all'incontro. Lo contempliamo quando si ferma a conversare con la

samaritana accanto al pozzo dove lei andava a prendere l'acqua (cfr. Gv 4,5-7)” (DN 35).

Questo passo dell'itinerario ci invita a riconoscere che l'amore ha un volto, è “qualcuno”. Gesù Cristo è l'Amore incarnato di Dio, che è presente e operante nella vita di ogni persona, in ogni realtà di questo mondo.

Ci dice il Papa che: “Quel Cristo con il cuore trafitto e ardente, è lo stesso che è nato a Betlemme per amore, è quello che camminava per la Galilea guarendo, accarezzando, spargendo misericordia, è quello che ci ha amato fino alla fine aprendo le sue braccia sulla croce. In definitiva, è lo stesso che è risorto e vive glorioso in mezzo a noi” (DN 51).

L'incontro con Cristo trasforma, sana, cura, salva.

“Quello stesso Gesù oggi aspetta che tu gli dia la possibilità di illuminare la tua esistenza, di rialzarti, di riempirti con la sua forza…” (DN 38).

Possiamo concludere lasciando un momento di silenzio e risuonando interiormente con la seguente domanda: Da cosa viene a salvarti, guarirti, curarti il Signore in questo tempo?

CI CHIAMA SUOI AMICI

San Claudio de la Colombière ci parla della sua esperienza di amicizia con Gesù: “[Gesù, Tu sei] ...il mio unico e vero amico… Ti trovo sempre e ovunque; non ti allontani mai; e se sono costretto a cambiare luogo di residenza, non smetto mai di trovarti dove vado. Non ti stanchi mai di ascoltarmi; non ti affatichi mai di farmi del bene” (cfr. “Atto di Fiducia in Dio”, Scritti Spirituali). Lascio risuonare queste parole in un momento di silenzio…

Dio non vuole fare nulla senza di noi, è sempre con noi. Per questo, la prima cosa che Gesù fa è chiamare altri per stare con Lui al servizio della sua missione: “Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, che gettavano una rete in mare, perché erano pescatori. E Gesù disse loro: Seguitemi, e vi farò diventare pescatori di uomini. E lasciando subito le reti, lo seguirono” (Mc 1, 16-17).

Gesù ci invita a un'amicizia per la missione del Regno di suo Padre, affinché, facendo proprio il Suo stile, siamo parte del suo progetto di salvezza del mondo “Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone. Vi chiamo amici, perché vi ho fatto conoscere tutto quello che ho udito dal Padre mio” (Gv 15, 15).

Come ci ricorda Papa Francesco: “Dice il Vangelo che Gesù «venne fra la sua gente» (Gv 1,11). La sua gente siamo noi,

perché lui non ci tratta come qualcosa di estraneo. Ci considera qualcosa di suo, qualcosa che custodisce con cura, con affetto. Ci tratta come suoi. Non significa che siamo suoi schiavi, e lui stesso lo nega: «Non vi chiamo più servi» (Gv 15,15). Quello che propone è l'appartenenza reciproca degli amici” (DN 34).

So per esperienza che il Signore è stato fedele nella mia storia ogni giorno, quindi lo sarà anche domani. Quello che dipende da me è determinarmi a seguirlo, qualunque cosa accada, vivere secondo il suo stile di vita, e essere suo amico. Qualsiasi decisione è sempre soggetta a incertezza. Tuttavia, non c'è vita che cresca senza il rischio di una decisione.

Mi rendo conto che alimentare l'amicizia con Gesù è una decisione che si nutre delle piccole scelte che faccio quotidianamente? È la mia vita quotidiana, le piccole e grandi occupazioni il campo dove coltivo la mia amicizia con Cristo, dove gli dico: «Sì, voglio vivere la mia vita con il tuo stile, decidendo nelle mie cose come faresti Tu»?

Per concludere questo passo, facciamo eco alle parole del Papa… “È indispensabile sottolineare che ci relazioniamo nell'amicizia e nell'adorazione con la persona di Cristo, attratti dall'amore che si rappresenta nell'immagine del suo Cuore” (DN 49).

In un momento di silenzio posso rinnovare il mio impegno di amicizia con il Signore…

ABITATI DA CRISTO

In questo momento del cammino lascio che le parole di San Claudio mi interpellino sulla mia fiducia nel Signore… Quanto è vicino il mio cuore al Cuore del Signore?… "Quanto a me, Dio mio, sono così convinto che vegli su coloro che sperano in Te, e che nulla ci può mancare quando aspettiamo tutto da Te, che ho deciso di vivere d'ora in poi senza alcuna preoccupazione e di scaricare tutte le mie inquietudini su di Te." (Atto di fiducia in Dio, Scritti Spirituali)

Qual è l'invito del Signore? Nell'eccesso del suo amore per noi, Dio desidera abitare nei nostri cuori. È la sorprendente promessa che Cristo fece ai suoi amici prima di morire. Dio vuole stabilire la sua dimora in ognuno di noi. Come discepolo di Gesù, il mio compito è quello di rimanere in Lui, il più vicino possibile al suo Cuore.

Il Papa ci ricorda che “Sebbene nelle Scritture abbiamo la sua Parola sempre viva e attuale, a volte Gesù ci parla interiormente e ci chiama per condurci al luogo migliore. Quel luogo migliore è il suo stesso cuore. Ci chiama per farci entrare lì dove possiamo recuperare le forze e la pace: «Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28). Per questo chiese ai suoi discepoli: «Rimanete in me» (Gv 15,4)” (DN 43)

Perciò, per essere il più vicino possibile al suo Cuore, è necessario meditare la sua parola, vederlo e ascoltarlo nei

Pellegrinaggio

Vangeli, dimorare in profonda comunione con Lui, come il tralcio e la vite, e lasciarci trasformare da Lui. “Se qualcuno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui per fare dimora presso di lui” (Gv 14, 23), dice il Signore nel Vangelo di Giovanni.

Quanto tempo dedico ogni giorno alla preghiera per stare con Lui e meditare la sua Parola?

E infatti, come dice il Papa: “Entrando nel Cuore di Cristo, ci sentiamo amati da un cuore umano, pieno di affetti e sentimenti come i nostri” (DN 67).

Lo Spirito Santo ci aiuta a discernere ciò che è veramente l'Amore: l'amore per i nemici e il perdono delle offese. Ci conduce nel profondo del Cuore di Gesù. È il suo interprete.

Prendo un momento di silenzio per lasciare che il mio cuore si sintonizzi con il Cuore di Gesù, lasciando che mi parli, mi faccia sentire la sua presenza… Quali cose si muovono nel mio cuore?

Chiudo questo passo raccogliendo una parola, un sentimento, o un desiderio…

DIAMO LA VITA INSIEME A LUI

Cosa significa nella mia vita concreta unire la mia vita a Cristo, lasciarmi abitare dal Signore e permettergli di fare la sua dimora in me?

Unire la vita a Cristo ci deve portare a dare la vita per gli altri come Lui ha fatto. Rispondere a questo amore che desidera attirarci a sé, conoscendo tutta l'altezza, la larghezza e la profondità nell'Eucaristia, ci conduce a offrirci noi stessi.

Il Passo Sette è un invito a guardare la nostra disponibilità. Il Signore ci invita a dargli il nostro sì generoso, come fece Maria di Nazaret. Non vuole salvarci né cambiare il mondo senza di noi. Anche quando ci sembra di poco valore, offrirgli la nostra disponibilità diventa utile agli altri perché il Padre associa quell'offerta alla vita e al Cuore di suo Figlio, che si offre per noi sulla croce.

Così esprimeva San Claudio il suo desiderio di donarsi e la sua disponibilità al Signore… “Sacro Cuore di Gesù, insegnami a dimenticarmi perfettamente di me stesso, poiché questa è l'unica via per cui posso entrare in Te. Poiché tutto ciò che farò d'ora in poi sarà Tuo, fa' che non faccia nulla che non sia degno di Te” (cfr. Offerta al Cuore Sacro di Gesù Cristo, Scritti Spirituali)

Questo amore che traspare da questo cuore “mite e umile” di Gesù (cfr. Mt 11, 29), si può comprendere solo seguendo

Pellegrinaggio Internazionale Al Cuore della Missione

l'itinerario della sua vita fino alla fine. Gesù visse la sua vita come un'offerta eucaristica. La sua ultima cena riprendeva tutta la sua vita offerta e donata per amore.

Papa Francesco ce lo ricorda così: “Quando san Paolo cercava le parole giuste per spiegare il suo rapporto con Cristo disse: «Mi amò e si consegnò per me» (Gal 2,20). Questa era la sua più grande convinzione, sapere di essere amato. La consegna di Cristo sulla croce lo soggiogava, ma aveva senso solo perché c'era qualcosa di ancora più grande di quella consegna: «Mi amò»” (DN 46).

Fino a che punto siamo disposti a vivere la vita a pieno e a donarla per amore? Qual è la misura dei nostri impegni e del nostro amore? C'è qualcosa per cui sei disposto a dare la vita in cambio? Prendi un momento e lascia che il Signore ti parli al Cuore…

Vivere la vita in maniera eucaristica significa donarci quotidianamente con abnegazione, amore e gioia a ciò che ci tocca vivere… Preghiamo insieme ancora una volta la preghiera di offerta per chiudere questo settimo passo…

UNA MISSIONE DI COMPASSIONE

Entrare nell'itinerario umano del Signore, contemplare la sua vita, ci deve portare a guardare il mondo con i suoi occhi e ad agire con i suoi sentimenti. È un invito concreto a partecipare alla missione di Cristo facendo nostra lo sguardo compassionevole del Signore verso tutti i nostri fratelli e sorelle. Siamo inviati con il Figlio, in modi diversi, alle periferie dell'esistenza umana, lì dove uomini e donne soffrono l'ingiustizia, per contribuire a sostenere e sanare coloro che hanno il cuore lacerato.

Qual è l'invito che il Signore ti fa in questo tempo per collaborare alla sua missione?

Lascia che le parole rivolte dal Signore a San Claudio risuonino nel tuo cuore… "Quanto a te, fedele servo del mio divino Figlio, hai una grande partecipazione a questo prezioso tesoro; poiché se è dato alle Figlie della Visitazione di conoscerlo e distribuirlo agli altri, ai Padri della tua Compagnia è riservato il compito di far conoscere e comprendere la sua utilità e il suo valore, affinché le persone possano beneficiarne, ricevendolo con il rispetto e la gratitudine dovuti a un così grande beneficio.” (cfr. Lettera di Santa Margherita Maria Alacoque LXXXIX alla Madre de Saumaise a Digione, luglio 1688, nelle sue Opere complete).

Il Papa ci ricorda in Dilexit Nos che “non raggiungiamo la nostra piena umanità se non usciamo da noi stessi, e non diventiamo

completamente noi stessi se non amiamo. In modo che il centro intimo della nostra persona, creato per l'amore, realizzerà il progetto di Dio solo quando amerà. Così, il simbolo del cuore simboleggia allo stesso tempo l'amore” (DN 59).

Oggi il Signore ci dice nuovamente… Abbiate tra voi gli stessi sentimenti del Cuore di Gesù (cfr. Fil 2,5).

Ascoltiamo le parole del Papa … “L'amore per i fratelli non si fabbrica, non è il risultato del nostro sforzo naturale, ma richiede una trasformazione del nostro cuore egoista. Allora nasce in modo spontaneo la celebre supplica: "Gesù, rendi il nostro cuore simile al tuo". Per questa stessa ragione, l'invito di san Paolo non era: "sforzatevi di fare opere buone". Il suo invito era più precisamente: «Abbiate tra voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2,5)” (DN 168).

Terminiamo lasciando uno spazio per risuonare con queste domande: Quali sono i cuori feriti che il Signore ti invia a curare oggi? Chi sono coloro che giacciono ai bordi della strada che puoi raccogliere e sanare?

UNA RETE DI PREGHIERA E SERVIZIO

Ascoltiamo le parole del Papa per iniziare questa ultima tappa del cammino… “Insieme a Cristo, sulle rovine che noi lasciamo in questo mondo con il nostro peccato, siamo chiamati a costruire una nuova civiltà dell'amore. Questo è riparare come lo attende da noi il Cuore di Cristo. In mezzo al disastro lasciato dal male, il Cuore di Cristo ha voluto aver bisogno della nostra collaborazione per ricostruire il bene e la bellezza” (DN 182).

Siamo inviati a costruire, a gettare ponti, a fare del mondo un luogo più umano e più fraterno dove ci sia posto per tutti. Ma non in un modo qualsiasi, alla maniera di Gesù, come Lui ha fatto…

Ci dice ancora Francesco: “Questo ci invita ora a cercare di approfondire la dimensione comunitaria, sociale e missionaria di ogni autentica devozione al Cuore di Cristo. Perché allo stesso tempo che il Cuore di Cristo ci porta al Padre, ci invia ai fratelli. Nei frutti di servizio, fraternità e missione che il Cuore di Cristo produce attraverso di noi si compie la volontà del Padre. In questo modo si chiude il cerchio: «La gloria del Padre mio consiste nel fatto che portiate molto frutto» (Gv 15,8)” (DN 163).

Con la Rete Mondiale di Preghiera del Papa entriamo in una rete globale di milioni di fratelli e sorelle che pregano e si mobilitano ogni mese per le sfide dell'umanità e della missione della Chiesa. Le intenzioni di preghiera del Santo Padre aprono

il nostro cuore ai bisogni più urgenti e ci portano a impegnare le nostre vite per la giustizia del Regno.

Come vivi la dimensione comunitaria di questa missione di compassione? Quale valore ha per te la comunità e come rendi concreta questa valutazione nella tua vita quotidiana?

Alla fine di questo cammino ci aiuta ricordare ciò che abbiamo vissuto nei primi passi... Non predichiamo una dottrina ma una persona, l'esperienza umanizzante di entrare in contatto con Gesù Cristo. Siamo inviati a irradiare una “qualità di vita evangelica” che metta i fratelli in contatto con la forza umanizzante di Gesù, che li ricostruisce e li riporta alla Vita.

Queste parole di San Claudio possono valere come raccomandazioni per il cammino che puoi ricominciare oggi alla fine di questo percorso… “Le principali virtù che si professano onorare in questo Cuore sono: in primo luogo, un amore ardentissimo a Dio Padre… In secondo luogo, una pazienza infinita di fronte al male... In terzo luogo, una compassione molto sensibile per le nostre miserie e un amore immenso…” (cfr. Offerta al Cuore Sacro di Gesù Cristo, Scritti Spirituali)

Porta nel tuo cuore coloro che fanno parte di questa immensa Rete di Preghiera e chiedi per loro al Cuore di Cristo queste grazie: Amore ardente al Padre, pazienza infinita di fronte al male, compassione per le miserie…

RACCOLTA DEI FRUTTI

Prendiamo ora un momento per raccogliere le grazie di questo cammino e ringraziare il Signore per questa opportunità di vivere ancora una volta Il Cammino verso il Suo Cuore...

Per cosa desidero ringraziare? Cosa lascia nel mio cuore questo percorso fatto con il Signore e in comunità?

Prendo un momento di silenzio... raccolgo una parola, una frase, un'immagine che sia emersa con forza in questo cammino e che mi parli della presenza del Signore...

Il Papa ci dice... “Sappiamo che nel corso della storia il culto al Cuore di Cristo non si è manifestato in modo identico, e che gli aspetti sviluppati nella modernità, legati a diverse esperienze spirituali, non possono essere separati dalle forme medievali e meno ancora dalle forme bibliche dove intravediamo semi di questo culto.

Tuttavia, oggi la Chiesa non disprezza nulla di tutto ciò che di buono lo Spirito Santo ci ha donato nel corso dei secoli, sapendo che sarà sempre possibile riconoscere un significato più chiaro e pieno a certi dettagli della devozione, o comprendere e sviluppare nuovi aspetti della stessa” (DN 109).

Pellegrinaggio Internazionale Al Cuore della Missione

Facciamo nostre le parole di San Claudio che il Papa ci ricorda in Dilexit Nos, recitandole lentamente per chiudere questo cammino:

«Sono così convinto, Dio mio, che vegli su tutti coloro che sperano in Te, e che nulla può mancare a chi attende da Te tutte le cose, che ho deciso di vivere d'ora in avanti senza alcuna preoccupazione, scaricando su di Te tutte le mie sollecitudini” (DN 126).

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