Polizia Penitenziaria Domani

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Periodico - Organo ufficiale dell’O.S.AP.P.

Anno XI - numero 18 - 26 ottobre 2009

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Ma come ci riesce?


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Numero 18 - Anno XI - Lunedì 26 ottobre 2009

in prima

di Leo Beneduci

Non deve essere facile entrare nell’Amministrazione per comandarla, più facile entrarvi per essere comandati

beneduci@osapp.it

Ma come ci riesce? Non deve essere facile entrare nell’Amministrazione per comandarla, più facile entrarvi per essere comandati. Vero è, infatti, che le responsabilità, ovvero il senso di responsabilità è qualcosa che, soprattutto nel nostro Paese, è sostanzialmente demandato alla coscienza di ciascuno, ovvero alla particolare percezione che ciascuno ha dell’entità e delle cause di problemi, ma assumersi in toto la responsabilità dell’Amministrazione penitenziaria, di questa Amministrazione penitenziaria, è cosa da far tremare le vene ai polsi a chiunque. Invece no, a parte coloro che da sempre aspirano allo scranno più alto di Largo Daga e che l’Amministrazione penitenziaria la conoscono più delle loro tasche, c’è chi al Dap c’è arrivato in assoluta tranquillità nel momento peggiore del post-indulto e quando già i dati indicavano la tendenza ad un incremento della popolazione detenuta assolutamente inarrestabile. Non possiamo, peraltro, credere che a convincere il Nostro di assumere così rilevanti mansioni amministrative dopo una carriera di tutto rispetto nella Magistratura, possano essere stati i 400.000 euro l’anno, liquidabili e pensionabili, in più né le macchine e segretari/segretarie disponibili con uno stupendo ufficio a disposizione e nemmeno un intero Corpo di Polizia con tanto di Commissari/e in uniforme alle dipendenze; l’accettare di fare il Capo del Dap deve necessariamente corrispondere ad un atto di profondo coraggio. Vero è che, poi, qualcosa non deve essere andata per il verso giusto e il coraggio iniziale unitamente all’incarico di Capo del Dap non sono bastati così, che è venuta fuori la storia del Commissario Straordinario per l’Edilizia e del Piano carceri, ma chi avrebbe potuto concepire altrettanto? Un puro atto creativo! Chiunque inoltre, dopo tre Capi del

Dap che ben poco avevano fatto per riorganizzare l’Amministrazione e per dare lustro e decoro alla Polizia Penitenziaria (Caselli, Tinebra e Ferrara), si sarebbe affrettato, persino lavorando 24 ore su 24, a rendere tangibile la propria presenza con disposizioni tassative ed interventi diretti a ripristinare ordine e legittimità, persino sostituendo qualcuno, punendone altri, ottenendo il favore del Personale in sofferenza cui alleviarne il disagio e ponendo, comunque, le basi per un’Amministrazione funzionale e trasparente. Troppo banale, troppo comune!! Chiunque l’avrebbe fatto ed avrebbe sbagliato! In pochi, invece, sanno guardare

dall’alto e con distacco il baratro che si avvicina, il fuoco che divampa prima piano e poi più forte e che consuma ogni cosa, ben sapendo che solo ciò che completamente si distrugge può completamente rinascere…anche se si chiama Amministrazione penitenziaria Soprattutto, l’unicità che accompagna quei pochi ed il loro profondo coraggio, rende accettabile che ogni cosa sbagliata accada nel modo peggiore, persino che i più autorevoli periscano sotto i colpi dei più autoritari e che la storia si inverta anche nei diritti essenziali, purchè quel loro solo ed irrinunciabile progetto si realizzi. Vero è che poi il coraggio ancora una volta può non bastare, perché

il Commissario Straordinario del 27 aprile rischia di diventare solo Commissario Virtuale e, quindi, meglio Commissario Delegato con la retribuzione maggiorata del 3.75% mensile, mentre se il progetto costa troppo basta tagliare, tagliare e ancora tagliare, caserme, luoghi di ritrovo per il Personale e persino strade. Ma proprio in questo sta la grandezza dei quei pochi, anche laddove ogni certezza e qualsiasi altra cosa crollino, malgrado gli errori che il tempo rende inconfutabili, trovare sempre e comunque non solo le ragioni della propria sopravvivenza, ma le profonde motivazioni del proprio costante miglioramento… in ogni dove.


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Numero 18 - Anno XI - Lunedì 26 ottobre 2009

BLOCK NOTES

di

Appunti dal ‘pianeta Giustizia’

Domenico Nicotra nicotra@osapp.it

POSIZIONI - Per il Presidente della Camera dei Deputati i Pubblici Ministeri devono rimanere indipendenti

Sulla Giustizia irrompe Fini! Sulla Giustizia irrompe Gianfranco Fini. Il presidente della Camera mette in chiaro una serie di punti. Intanto avverte che «un conto è ipotizzare una qualche forma di separazione delle carriere, ma ben diverso è prevedere che il magistrato inquirente sia sottoposto ad altri poteri che non siano il solo ordine giudiziario. Vedremo quali proposte andranno avanti. Ma c’è un tema sul quale non ho cambiato idea: è essenziale che venga rispettato il principio costituzionale di autonomia e indipendenza di tutti i magistrati. E sottolineo tutti...». Insomma, qualunque intervento legislativo non deve avere il sapore della ritorsione per la bocciatura del Lodo Alfano, la condanna di Fininvest a pagare 750 milioni alla Cir e per le vicende giudiziarie che interessano il Cavaliere. La terza carica dello Stato ha voluto mettere un paletto a scanso di equivoci e avvertire il Cavaliere che non lo seguirà in un eventuale scontro con il Colle su altri provvedimenti in materia di giustizia. Fini ha forse voluto frenare il premier sull’intenzione di riprendere alcune proposte di legge (ad esempio quella sulle intercettazioni e la riforma del processo penale) nella versione più invisa all’opposizione e al capo dello Stato. Non è un caso che dalla Germania abbia criticato una «dialettica politica che degeneri nella polemica astiosa» che connota il nostro Paese. La stessa immagine dell’Italia all’estero, secondo Fini, non dipende solo da ciò che scrivono i corrispondenti stranieri, ma «dal comportamento di tutti,

istituzioni comprese». Il messaggio per l’inquilino di Palazzo Chigi è chiaro. Dunque, avanti con le riforme istituzionali, ma che siano condivise. Per Fini farle a maggioranza è un’operazione perfettamente legittima, perché si avvale dell’articolo 138 della Costituzione. Tuttavia la scelta del governo di avvalersi solo dei propri numeri in Parlamento «può portare a forti inconvenienti di tipo politico,

come è avvenuto in passato perché quel provvedimento è poi passibile di essere sottoposto a un referendum confermativo». E come è andata a finire con la riforma del federalismo, cioè la bocciatura del popolo, è un film già visto. Per cui sono consigliabili larghe intese, visto che su molti temi «l’istruttoria è a buon punto ed è assolutamente possibile un’ampia maggioranza». Si proceda alla dra-

stica riduzione del numero dei parlamentari, al superamento del bicameralismo. «Si completi l’attuazione del federalismo - ha sostenuto Fini a Francoforte - sia sotto il profilo fiscale che con la costituzione del Senato delle Regioni. Non credo che su questo vi sia una forza politica pregiudizialmente ostile». E’ la linea del dialogo che il presidente Napolitano non si stanca di ripetere.

ANNO XI - n. 18 Lunedì 26 ottobre 2009 Roma - Via della Pisana, 228. Tel. 06.61165588 - 06.66154010. Sono sedi di Polizia Penitenziaria Domani tutte le segreterie regionali dell’O.S.A.P.P. Direttore Responsabile Leo Beneduci Direttore Editoriale Domenico Nicotra Vice Direttore Domenico Mastrulli Capi Redattori Canio Colangelo - Pasquale Montesano Gennaro Ricci

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Direttore Organizzativo Luca Cruciani Coordinamento Redazionale Alfio Grasso Stampa Graph snc - S. Alessio Siculo

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Numero 18 - Anno XI - Lunedì 26 ottobre 2009

INTERROGATIVI - Un decreto ridisciplina il settore per la Polizia di Stato. Regna il caos nella Penitenziaria

Auto, 5 domande al Dipartimento Nei giorni scorsi il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha reso noto, agli uffici di Polizia dipendenti, il Decreto Ministeriale del 5.08.2009 che ridisciplina le procedure per il rilascio o rinnovo delle patenti di servizio per il personale della Polizia di Stato. In questo Decreto viene ribadito che per i frequentatori dei corsi di base “l'esame teorico sarà assorbito dall'idoneità al servizio di polizia e, pertanto, il conseguimento dell'idoneità comporterà che l'assolvimento del citato esame”, ovvero che per il personale già in servizio “il corso di formazione sarà orientato principalmente verso la conoscenza delle prescrizioni amministrative concernenti l'impiego e l'utilizzo dei veicoli, la responsabilità del conducente ed i comportamenti che sono alla base di una guida corretta”. Anche al personale di polizia penitenziaria potrebbe riservarsi un simile e del tutto legittimo “trattamento”, considerato che ad oggi conseguire l'idoneità a condurre automezzi del Corpo è prerogativa di pochi “eletti”. La nuova disciplina è frutto dell'interesse che l'Amministrazione della Polizia di Stato riconosce al prestigio di questo Corpo. In essa si afferma che “i veicoli con colori di istituto rappresentano l'istituzione e comunicano l'immagine della polizia alla cittadinanza” e che ai conducenti di tali veicoli, con il loro stile di guida, si demanda il compito di “mantenere intatta l'autorevolezza della Polizia di Stato”. Ben diversa, purtroppo, per completa responsabilità del Dipartimento, la situazione del personale di Polizia Penitenziaria. Alcuni interrogativi. 1) Il DAP è a conoscenza che personale civile del Ministero della Giustizia sistematicamente fa uso delle autovetture a noleggio a targa civile, per le quali sono stipulate perfino apposite assicurazioni casco, servendosi, con mansioni di autista, di personale del Corpo di Polizia Penitenziaria che viene sottratto ai compiti di istituto? supplementari di allarme e quelli di segnalazione visiva a luce lampeg2) Il DAP è a conoscenza che numerosissimi direttori penitenziari si avval- giante blu? gono delle autovetture a noleggio, adibendo come autista unità di Polizia 4) Il DAP è a conoscenza di quali sono le ragioni di urgenza, nell'espletaPenitenziaria, che prelevano a domicilio i Dirigenti penitenziari (a volte mento di servizi di istituto, che possono consentire ai Direttori di ordinare residenti anche 118 km dal luogo di servizio), gli accompagnano in giro per al personale del Corpo di Polizia penitenziaria di fare uso dei dispositivi il “Paese” e una volta giunti in Istituto oziano maturando centinaia di ore acustici supplementari di allarme e di quelli di segnalazione visiva a luce straordinario annue, negate ai poliziotti penitenziari in servizio nelle sezio- lampeggiante blu, su eventuali autovetture a targa civile? ni detentive? 5) Il DAP può fornire riferimenti normativi che consentano ai Direttori, privi 3) Il DAP è a conoscenza se gli Istituti, i servizi penitenziari e gli uffici di status di polizia, di servirsi delle autovetture del Corpo per ragioni di uffiUEPE sono dotati di autovetture a noleggio a targa civile, quindi non adi- cio, ovvero di “autorizzare” altro personale civile a fare uso di autoveicoli bite a servizi di polizia, sulle quali sono stati installati i dispositivi acustici di una Forza di Polizia dello Stato?


Numero 18 - Anno XI - Lunedì 26 ottobre 2009

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AGITAZIONE - Promesse continue e leggende che si alimentano giorno dopo giorno hanno portato al nulla

Quando finisce il nostro medioevo?

Acqua limitata

L'istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione ha dedicato un intero paragrafo all'importanza di “bere ogni giorno acqua in abbondanza”. Nonostante la validità dei menù proposti dalle mense dell'amministrazione nella fornitura del pasto ci si limita ad una sola bottiglia.

Niente buoni pasto al DAP

“Assoluta e insostenibile inefficienza nelle relazioni sindacali presso l'Amministrazione penitenziaria; completo dissesto nell'organizzazione e gestione degli istituti di pena e dei servizi penitenziari; autoreferenzialità dei direttori e provveditori regionali; assoluta mancanza di controlli ed interventi da parte dell'Amministrazione centrale”: queste sono le cause che portano ad indire lo stato di agitazione. Dopo annunci ripetuti questa Amministrazione e questo Ministro della Giustizia si permettono di “disonorare” la divisa della Polizia Penitenziaria con promesse fatte ad inizio legislatura, proseguite poi a fine novembre, rinviate con il piano carceri e riproposte ad aprile, quando il guardasigilli ha ricevuto il progetto di nuove carceri dalle mani di Ionta. Ma la lista delle promesse è tremendamente lunga. Vogliamo ricordare i braccialetti? Quando il Ministro promise di iniziare la sperimentazione di sistemi di controllo per i condannati a pene leggere eravamo a fine 2008. Di tutto ciò non s'è visto nulla e i congegni che il Ministero ha acquistato giacciono in qualche magazzino. Ricordiamo al Ministro quando promise il riallineamento delle carriere, gli aumenti di stipendio negati dal Ministro Brunetta, gli straordinari mai veramente garantiti. Per non dimenticare le promesse tese alla soluzione del problema del sovraffollamento. Nuove carceri mai costruite, padiglioni da ristrutturare che presentano una condizione medievale. Il piano carceri è diventato una leggenda che si autoalimenta di giorno in giorno. Per i ventimila posti in più previsti serviranno due miliardi di euro ma per il momento sono disponibili soltanto trecentocinquanta milioni di euro, centocinquanta dei quali dalla Cassa depositi e prestiti. Sull'organico poi c'è un fraintendimento di fondo. La dotazione prevista per legge è ferma al 1992 quando i detenuti erano circa trentacinquemila. Ma quel che è peggio è il depauperamento delle istituzioni penitenziarie periferiche che vengono lasciate totalmente allo sbando in mano a Direttori e Provveditori regionali che concepiscono il potere non come servizio reso alla società ma ancora come difesa di una posizione dominante. Sembra quasi esser tortati al medioevo.

Negli ultimi mesi non si è provveduto a richiedere ed a corrispondere i buoni pasto per il personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso il Dipartimento. Questo per la mancata segnatura dei cartellini marca-tempo da parte di Dirigenti amministrativi in servizio presso l'Amministrazione centrale. Per loro viene richiesta la fornitura dei buoni pasto contestualmente a quelli della Polizia Penitenziaria. L'adozione di procedure inusuali e farraginose portano come sempre un danno evidente alla Polizia Penitenziaria.


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Numero 18 - Anno XI - Lunedì 26 ottobre 2009

INFLUENZA A H1N1 - Previsti interventi generalizzati per evitare possibili rischi di contagio di massa

Disposto il vaccino per tutti Il 10 Settembre la Direzione Generale del personale e della formazione ha provveduto a segnalare, in relazione alle direttive del Ministero del Lavoro e della Salute e delle Politiche sociali, alle massime autorità periferiche del Dipartimento, che tra i destinatari della campagna di vaccinazione per la prevenzione e il controllo dell'influenza A H1N1 vi rientra anche il personale deputato a garantire gli aspetti della sicurezza del Paese. I provveditori sono stati invitati a diramare opportune direttive agli istituti ed ai servizi dipendenti affinchè concordino con le AA.SS.LL. Competenti per territorio, gli interventi di prevenzione a favore di tutto il personale dell'Amministrazione penitenziaria che svolge la propria attività all'interno degli Istituti.

NOVITA’

Un badge per il personale del DAP Per ragioni di natura organizzativa e gestionale oltre che di trasparenza e responsabilità dell'azione amministrativa il personale del Dipartimento sarà dotato di un cartellino identificativo che avrà lo scopo ahche di migliorare i rapporti con gli utenti. Il cartellino conterrà foto, nome e qualifica.


Numero 18 - Anno XI - Lunedì 26 ottobre 2009

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zapping News dal Mondo e dall’Italia

Rientra nel dibattito il riesame della Costituzione Napolitano conferma la “devozione” alla Carta Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intende proseguire dritto per la sua strada, interpretando la sua funzione guidato dalla bussola della Costituzione. "Proseguirò nell'esercizio sereno e fermo dei miei doveri e delle mie prerogative costituzionali", ha assicurato intervenendo, a Torino, alle celebrazioni per il centenario della nascita di Norberto Bobbio. Un rispetto per la Costituzione, ha fatto capire Napolitano, che però non significa chiusura davanti alle riforme, alla sfida del cambiamento: "Guai a noi se daremo l'impressione di essere fedeli alla Costituzione fino a considerarla intoccabile".

I n un articolo scritto per il settimanale Panorama, il ministro della Giustizia Angelino Alfano rilancia l'ipotesi di una riforma, anche costituzionale, della giustizia per ridare efficienza all'intero sistema. «L'obiettivo della riforma - scrive il Guardasigilli - è quello di riportare in perfetto equilibrio i piatti della bilancia della giustizia, adeguando anche la Costituzione alle esigenze di efficienza e modernità di una democrazia compiuta». Per il ministro «si tratta di affrontare non tanto il fiume inarrestabile della polemica politica che da sempre coinvolge il sistema giudiziario, ma soprattutto il livello di arretratezza e inefficienza nel quale, da oltre 50 anni, continuano a navigare sia il processo penale che quello civile». Secondo Alfano «un passo di estrema importanza è segnato dalla riforma del processo civile di cui non si occupano quasi mai i polemisti di professione, incuranti del fatto che una giustizia ritardata equivale a una giustizia negata e che dietro ogni fascicolo arretrato ci sono donne e uomini che vedono infranta la loro attesa di decisioni equilibrate e fornite in tempi ragionevoli». Nel suo intervento il ministro della Giustizia aggiunge anche che per il processo civile «si attende in media 960 giorni per la sentenza di primo grado e altri 1.500 per quella di appello, mentre il fardello dell'arretrato ammonta a oltre 5.400.000 procedimenti pendenti, con un trend di crescita apparentemente inarrestabile. Il processo penale - continua - viaggia con un bagaglio di processi pendenti che ammontano a oltre 3.600.000, per il primo grado si attendono in media 420 giorni, mentre in appello se ne aspettano altri 73 per ottenere giustizia».



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