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GIUSTIZIA MINORILE compreso chi vi scrive, l'insofferenza alle regole familiari e un senso di ribellione più generale rispetto a tutto ciò che potesse intaccare la libertà della nostra vita. Il deviante “border line”, invece, è colui che soffre di notevoli disagi e disadattamenti di natura psicologica, spesso di origine psichiatrica ( che nella classificazione già citata del DSM -APA 5 del 2013, classifica fra le malattia mentali il disturbo “border line” della personalità ), tali da indurlo a commettere gravi comportamenti antisociali, proiettati prevalentemente all'esterno della rete parentale e dalla stessa incontenibili, tanto da dover richiedere l'intervento dei servizi sociali e dei tribunali per i minorenni in funzione amministrativa. Siffatti atti sono sulla “linea di confine” con le azioni vere e proprie di reato, verso le quali c'è un notevole rischio di passaggio da parte del soggetto che non venga adeguatamente “trattato”. Sia per la devianza relativa esclusivamente al carattere ( e cioè quella medica, psicologica, psichiatrica che si è già definita come disagio con potenziale possibilità di devianza) che per quella sociologica (relativa alla concreta condotta irregolare rispetto alla norma sociale prevalente) che coinvolgono soggetti infradiciottenni, il tribunale per i minorenni ex art. 25 del R.D.L. n. 1404 del 1934, può disporre la misura amministrativa dell' “affidamento del minore al servizio sociale minorile”, ovvero, nei casi più gravi, l'inserimento in una “comunità di tipo familiare” terapeutica che , con l'art. 2, comma quarto, della legge 28 marzo 2001 n. 149, ha sostituito l'originario “collocamento in una casa di rieducazione od in un istituto medico-psico-pedagogico” . In questi casi sarà una valutazione medico-psichiatrica-psicologica a determinare la sussistenza e la gravità della devianza dalla normalità, “consigliando” il giudice minorile ad emettere uno dei due tipi di provvedimento amministrativo sopra ricordati. F

Gemma Tuccillo è il nuovo Capo Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità

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al mese di marzo la dott.ssa Gemma Tuccillo è il nuovo Capo Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità (d.p.r. 16 febbraio 2017). La dottoressa Tuccillo va a sostituire il dott. Francesco Cascini (nominato nel settembre 2015) che rientra nei ruoli della magistratura. Nel corso della sua vita professionale la Tuccillo è stata Vice Capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia, Consigliere presso la Corte di Cassazione, Presidente del Tribunale per i Minorenni di Potenza, Giudice presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli e dal 1985 al 1988 Magistrato di Sorveglianza presso l’Ufficio di Santa Maria Capua Vetere (CE). Nella sua carriera la dott.ssa Gemma Tuccillo è stata inoltre relatrice in numerosissimi convegni e corsi di formazione professionale per magistrati, organizzati dal Consiglio Superiore della Magistratura prima e dalla Scuola Superiore della Magistratura successivamente, su materie attinenti al diritto di famiglia e dei minori sia in ambito civile che penale. Oggi la dott.ssa Tuccillo, come si è detto, si trova a capo del Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità, un dipartimento rinnovato con il “Regolamento di organizzazione del Ministero della Giustizia e riduzione degli Uffici dirigenziali e delle dotazioni organiche” (pubblicato in G.U. n. 148 del 29 giugno 2015), le cui competenze sono state ampliate

Ciro Borrelli Dirigente Sappe Scuole e Formazione Minori borrelli@sappe.it

con l'assegnazione anche degli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna che fino allo scorso anno erano alle dipendenze del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria. F

Polizia Penitenziaria n.248 • marzo 2017 • 19

Nelle foto: Gemma Tuccillo nuovo Capo Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità


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