L'area di Broca - n. 93

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State preparando una frittata per la cena. Vostra moglie è scappata da tempo con il norcino del quartiere. Negli ultimi tempi vi ripeteva: “Non ce la fo’ più, Andro, e vo’ co’ el facitore de sarsicce! L’è bono”. “Accidenti a te, ma che sarsiccia voi?” Vostra moglie ha sospirato languida come una vacca della Padania. Ora chiamate a mangiare vostro figlio, Ando, V elementare, che ora è pensieroso. “Ando, è pronta la frittata, vieni”. Quello si stacca mogio dalla finestra. Siede al tavolo. “Dove sarà mamma, pa’?” “Col norcino”. “Ma chi è ‘sto norcino?” “È un bassotto, coi tacchi rialzati, i capelli tinti e cià pure il fard . Su, comincia a mangiare”. “Che farà pa’ la mamma col bassotto” “Ma che ne so, mangerà una salsiccia! Ma ora basta… guarda che bella frittata con i fagioli borlotti in scatola! Mangiamo!” “Non c’è una sarciccia, pa’?” “No, ti fa male, è piena di grasso, mangia, su”. “Tutte le sere però frittata…”. “L’ovo ti dà forza, l’ovo lo fa la gallina, vuoi mettere?” “C’è molte specie di sarciccia, pa’?” “Beh, ce n’è a sfare, piccole, grosse, medie… mangia”. “Voglio una sarciccia media”. “Ma che dici?” “Sì sì, la voglio, la voglio! Ihhhhh!”. Ando si mette a piangere. Dopo aver tentato inutilmente di farlo smettere, vi precipitate imprecando sul pianerotto suonando alla coinquilina Lascivia. “Mi scusi, signorina, cià mica per caso una salsiccia media da imprestarmi?” “Una salsiccia?Ma le pare? La chiedo io a lei…”, e la signorina si sbottona sul davanti, appoggiandosi languida alla porta. “Ma… ma, gliel’ho chiesta prima io!” Dal vostro appartamento Ando urla: “Voglio la sarciccia, voglio la sarciccia di Piaprio come quella di Papi!!” “Piaprio? Ma vuoi dire?”. Poi correte giù come un pazzo e al primo salumaio vi fate dare una salsiccia e volate in casa. “Ehi, Ando, smettila di piangere, ti ho portato la salsiccia,

L’area di Broca guarda!” “È con la puntura?” “Quale puntura! Ma che dici?” “Ivo, il mio compagno di banco, mi ha detto che Papi si fa fare una puntura nella sua di sarciccia per fare il Piaprio… Voglio anch’io la sarciccia con la puntura di Papi…”. “Senti Ando, tanto per cominciare si dice Priapo, poi mi hai bell’è rotto i cogl… sono corso giù a prenderti una salsiccia, ora la mangi senza tante storie, va bene?” “Noooo, voglio anch’io la puntura di Piaprio… ihhhhh, ihhhhh”. E giù urli. Che fate? 1) Incazzato come una iena chiamate al telefono vostra moglie. Urlate: “Brutta troia, hai davvero educato bene tuo figlio! Brava! Vuole una salsiccia con la puntura di Piaprio, no, di Priapo!, ma che cazzo, di Papi, accidenti! Sei una puttana!” 2) Fuori di voi telefonate al parroco del quartiere. “Padre, cazzo, quand’è che voi della Chiesa fate finire questo storia immonda, questa vergogna del Paese, ‘sto Papi di merda, eh!! Non è anche affar vostro, cazzo? Nooo, da voi niente! E pi-pi, e pi-pi, parole generiche! Bisogna fare, non bisogna fare, bisogna essere… e bla, cazzo, e bla, cazzo cazzo!” “Figliolo, tu sei troppo adirato. Pentiti. Di’ 5 Pater, 3 Ave e 2 gloria. Amen”. 3) Fuori di voi telefonate ad Arcure. Risponde un lumbard. “Se ghè? Cosa c’è?” “Senta, vorrei parlare col Papi”. “Se pö no, a l’è occupato, l’è adrèe a fa’ el Bunga Bunga”. “L’è adrèe?, ma come parla lei, orangutang!! Mi passi il Fede, allora”, urlate sputando dappertutto.. “A l’è adrèe a tucà i tett e el cü a una soccola!” “Ahhh! Mi passi allora quell’altro: il… Moro, no, il Mora”. “A l’è andà a nascundes cunt un biundin, eh,eh!” “Porca puttana, caz… mi mandi la Minetta, mi mandi!” “Eeeh, la pö no vegnì, le drèe a istruire con il Lappe Dance le signorine dell’Ulgetina!” “Li mortacci sua! C’è lo stalliere? Mi chiami lo stalliere, allora!” “A l’è mort”. “E i cavalli?” “In drèe a pregà, puerin!”. “Oh, mer.., mi faccia venire, allora, un agente di scorta, ci sarà un agente di scorta, cazzo!”. “Eh no, el ghè no. A l’è föra. A cumpagnà a casa ‘na signurina semper dell’Ulgetina”. “Senta, porca troia, mi passi il dottore del Papi”. “Ehhh, sta facendo la puntura al Priapu del capo”. “Cazzo cazzo, porca puttana! mi passi la siringa, allora!!” Gabriella Maleti


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