Coast-to-land. Un’indagine trasversale per la riconnessione dei territori marginali della Regione Marche Caterina Rigo Università Politecnica delle Marche DICEA - Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Architettura Email: rigocaterina@gmail.com
Abstract La ricerca coast-to-land si interroga sulla necessità di progettare strategie territoriali specifiche per la struttura del territorio marchigiano, che considerino come pattern relazionale il sistema vallivo di connessione tra interno e costa. Il territorio della regione Marche è caratterizzato da una struttura geomorfologica definita “a pettine”, data dai bacini fluviali che, dagli Appennini all’Adriatico, disegnano una sequenza alternata di valli e rilievi, perpendicolari alla linea costiera. In un contesto di contrazione demografica, che favorisce lo spopolamento delle aree interne e delle aree di valle intermedie, i flussi appaiono fortemente sbilanciati lungo la fascia litoranea, con città di piccole e medie dimensioni che si trovano ad affrontare forti pressioni. Nonostante il trend negativo dei territori interni, non si arrestano i processi di urbanizzazione delle città costiere. Questa contrapposizione di tendenze contribuisce ad accelerare le criticità ambientali legate all’assetto idrogeologico, con inondazioni sempre più frequenti, correlate all’impermeabilizzazione del suolo a valle, allo sfruttamento delle risorse dovuto al turismo costiero, all’inquinamento dato anche dall’abbandono di intere aree industriali. Il presente contributo, raccogliendo i primi esiti di una ricerca di dottorato, propone una metodologia di analisi che identifica i sistemi vallivi della Regione come degli slow-living territories, territori lenti ma vibranti di vita, dalle cui qualità e necessità partire per disegnare una unica rete, metafora per indicare la necessità di un approccio sistemico e integrato da mettere in campo con una strategia trasversale. Parole chiave: strategic planning, territories, resilience
Introduzione: coast-to-land «Le seul véritable voyage […] ce ne serait pas d’aller vers de nouveaux paysages, mais d’avoir d’autres yeux» 1 (Proust, 1923). A partire da un quadro generale sul territorio marchigiano, che presenta caratteristiche geomorfologiche e insediative uniche nel contesto italiano, questo studio intende approfondire una lettura critica dei fenomeni in atto nella regione. Alcuni progetti di ricerca portati avanti da architetti e urbanisti su scala nazionale negli ultimi anni2 hanno riacceso i riflettori sui territori interni del nostro Paese, riportando al significato originario la definizione di periferia, da concepire non solo come ambito marginale ma come luogo “che ruota intorno” (Schröder, 2018), complementare ai grandi ambiti metropolitani. La regione Marche, con una densità di popolazione al di sotto della media nazionale, è interamente identificabile al di fuori delle conurbazioni metropolitane in Italia, e le città di maggiori dimensioni – come il capoluogo Ancona – non superano i centomila abitanti. I trend demografici sono generalmente in calo, in maniera considerevole anche rispetto alla negatività delle tendenze di tutto il territorio italiano (dati Istat 2019). Nonostante questo, il consumo di suolo nella regione rimane in costante aumento3, in particolare nella fascia litoranea, sulla quale attualmente si concentra la maggior densità di popolazione, pur non presentando una crescita di residenti significativa. Lontano dalle logiche di speculazione edilizia, i territori interni presentano alcune potenzialità di sviluppo interessanti, con dinamiche basate sulla creatività d’impresa, flussi turistici in aumento, e un’attenzione particolare alla qualità della vita (Fig. 1). In un contesto di questo tipo, la ricerca di dottorato condotta «Il vero viaggio di scoperta […] non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi», citazione tratta da La Prisonnière di Marcel Proust, Paris 1923. 1
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Si vedano gli studi di Arcipelago Italia (Cucinella, 2018), Recycle Italy (Fabian, Munarin, 2017), Riabitare l’Italia (De Rossi, 2018).
Dati ISPRA sul consumo di suolo 2017-2018: le Marche hanno adottato sin dal 2011 una apposita legge regionale che ha come obiettivo la riqualificazione urbana in termini di qualità e la riduzione del consumo di suolo da attuare attraverso il massimo utilizzo del patrimonio edilizio esistente. Secondo tale normativa, attualmente non possono essere adottati nuovi piani o varianti che prevedano ulteriori espansioni di aree edificabili in zona agricola, in quei comuni che non hanno completato per almeno il 75% l’edificazione delle aree esistenti con medesima destinazione d’uso urbanistica. 3
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Le politiche regionali, la coesione, le aree interne e marginali. A cura di Corrado F., Marchigiani E., Marson A., Servillo L. Planum Publisher e Società Italiana degli Urbanisti, Roma-Milano 2021 | ISBN: 978-88-99237-30-1 | DOI: 10.53143/PLM.C.321