Il controllo estetico e visuale nel nuovo Piano Regolatore portuale di Livorno Matteo Scamporrino Università degli Studi di Firenze DIDA - Dipartimento di Architettura Email: matteoscamporrino@gmail.com Tel: 3392218196
Abstract Livorno è il suo porto. Sin dalla sua fondazione si può riconoscere un legame stretto tra spazio dell’uomo e spazio delle navi, in una morfogenesi urbana che potremmo definire naucentrica. Se lo sviluppo coevolutivo è avvenuto in maniera equilibrata per secoli, a partire dal dopoguerra, e con l’avvento del mercato nautico globale, il rapporto tra città e porto è diventato più complesso fino a diventare conflittuale. La nautica contemporanea richiede maggiori spazi, strutture e connessioni con l’entroterra, i piani paesaggistici e la sovrintendenza chiedono la tutela degli elementi storico-patrimoniali, la città necessita una rigenerazione. Il nuovo PRP cerca di conciliare queste esigenze senza creare una separazione spaziale netta tra città e porto che negherebbe l’essenza stessa di Livorno. La progettazione dei nuovi spazi non potrà quindi essere ridotta ad uno zoning ma dovrà tendere, di fatto, ad una integrazione, ad una mixitè come per secoli è avvenuto proprio nella città labronica. Per fare questo occorre abbattere i muri che separano il porto dalla città ma per fare questo occorrono una metodologia e degli strumenti nuovi che consentano il controllo sia estetico del paesaggio portuale che visuale degli elementi che lo caratterizzano, siano essi storico-identitari o legati all’operatività del porto, senza pregiudizi e senza retorica. La metodologia elaborata si appoggia sia su esperienze estere, come Bristol o Liverpool, che nazionali, come Napoli. Nel caso di queste ultime due il patrimonio da tutelare nella trasformazione portuale era UNESCO. Il caso di Bristol invece è interessante per il suo carattere normativo prestazionale che ha consentito di superare la semplice prescrizione grazie non solo alla pianificazione ma anche al controllo estetico nella progettazione. L’utilizzo di simulazioni 3D e modelli digitali permettono di svolgere analisi di intervisibilità e paesaggistiche specifiche molto utili nel supporto alla pianificazione, progettazione e valutazione (Viewshed e Line of Sight Analysis). Conciliare il paesaggio portuale e la tutela dei suoi elementi a livello visuale è importante non tanto per la mera valorizzazione del patrimonio, ma sopratutto per favorire la rigenerazione e rilancio della città/porto. Tale integrazione, tanto auspicata e teorizzata in letteratura negli ultimi decenni, necessita però di nuovi strumenti tecnici e urbanistici per la realizzazione operativa che ci si prefissa di indagare; i casi esteri suggeriscono come, proprio attraverso strumenti e metodologie innovative, lo sviluppo portuale e tutela paesaggistica possano convivere con risultati efficaci sotto il profilo estetico e socio-economico. Questa metodologia è stata sviluppata all’interno di una ricerca dell’Università di Firenze per conto dell’Autorità Portuale di Livorno in sinergia con la Regione Toscana. L’orizzonte vuole essere quello di fornire una metodologia utile sia in sede di redazione del piano, che dopo come strumento attivo DSS durante la realizzazione degli interventi di trasformazione. Parole chiave: urban regeneration, spatial planning, landscape.
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