Il secondo caso invece s’interessa di capire come pensare a un nuovo ciclo di vita per una zona abbandonata all’interno del tessuto disperso della città diffusa: la zona dell’area Chiari e Forti (TV). Dismesso da più di dieci anni, il sito è stato protagonista di diverse speculazioni edilizie, terminate con il fallimento dell’impresa promotrice del PIRUEA (programma integrato di riqualificazione urbana e ambientale) approvato dal comune di Silea nel Giugno2005. Nasce da queste premesse la necessità di riflettere su una visione in cui il comune, compresa la rilevanza di questo spazio pubblico negato, si fa carico di rendere fruibile, a fasi e con interventi minimi, l’area. Il caso studio tenta di risolvere le tensioni che emergono dalla presenza simultanea della zona industriale densamente edificata di Silea e del Parco del fiume Sile. In questi termini, il progetto prevede interventi volti a favorire in primo luogo la fruibilità dell’area che, inserendosi in una situazione più ampia, diventa la prosecuzione del lungo Sile. Aprendosi al tessuto urbano circostante, prende forza l’idea di legare l’area al sistema del corridoio ecologico del fiume Sile, con il disegno di un parco che si compone delle tracce dei sedimi industriali ma che al contempo, si occupa di salvaguardare ed incentivare il patrimonio storico paesaggistico, in un area intensivamente sottoposta a grandi trasformazioni industriali ed infrastrutturali negli ultimi sessanta anni. Attraverso una serie di minimi interventi, come la rimozione del verde in eccesso, la creazione di piste ciclabili, diventa questa l’occasione per dotare la città di Treviso e il suo territorio di un parco in grado di valorizzare il fiume Sile come risorsa e di accogliere tutte le attività sociali della comunità e le manifestazioni legate ad un uso temporaneo dello spazio in accordo con le esigenze delle municipalità limitrofe. Conclusioni Riflettendo sulle dinamiche degli spazi dello scarto, con la consapevolezza dell’attuale cambiamento nel territorio europeo contemporaneo, questo paper ha voluto riflette sulla consapevolezza che lo spazio dello scarto è soprattutto una costruzione culturale, derivante dal valore ad esso assegnato e dalla produttività . Nella prima parte l’articolo ha ricostruito i cicli produttivi che hanno caratterizzato l’area centrale veneta, le conseguenze a livello territoriale, le profonde radici culturali ad essi collegate. Se si considera che il paesaggio derivante sia imprescindibilmente collegato a queste dinamiche, e che il valore di questi spazi non più propriamente produttivi è costantemente creato e distrutto, si può incominciare a riflettere su nuovi cicli di vita per questi spazi (Thompson, 1981). Inoltre l’evoluzione tecnologica e produttiva ha favorito un consumo, di spazio in una prospettiva lineare, in cui lo scarto è un risultato irreversibile di un lungo processo. Ad ogni modo gli esperimenti progettuali hanno dimostrato come le dinamiche ecologiche e naturali in generale, scardino queste logiche, procedendo in maniera ciclica in cui lo scarto possa essere ri-usato (Belanger 2007). Per questa ragione il progetto, come costruttore di conoscenza (Viganò 2010), possa aprire nuove possibilità e nuove dinamiche territoriali, in cui gli spazi dello scarto possano essere percepiti come risorsa e non solo come problematica. Non c’è una soluzione per immaginare nuove dinamiche territoriali in questo momento d’incertezza. Forse la soluzione sta nella costante ricerca, riflettendo costantemente sul territorio e osservando e applicando conoscenze interdisciplinari. Riferimenti bibliografici Allen S. (1997), “From Object to Field,” in Architectural Design 67/5-6 After Geometry 24-31. Anastasia B; Corò G. (1996), Evoluzione di un'economia regionale: il Nordest dopo il successo. Vol. 5. Ediciclo Editore. Becattini G.; Bianchi G. (1987), I distretti industriali nel dibattito sull’economia italiana. Mercato e forze locali. Bélanger P. (October, 2007), “Landscapes of disassembly,” in Topos 60, 83-91. Berger A. (2006), Drosscape: Wasting Land Urban America. New York: Princeton Architectural Press Brunetta E. (2011), Tarvisium Trevigi Treviso. Storia di una città, Padova, Editoriale Programma Corò G. (2013), Scenari e territori per un nuovo sviluppo del Nord est. in Bertagna. Fregolent L. (2005), Governare la dispersione, Milano, FrancoAngeli Indovina F. (2009), Dalla città diffusa all’arcipelago metropolitano, Milan, FrancoAngeli. Indovina F.(1990), La città diffusa, Venezia, Daest-IUAV, Longo O.; Francesco F.; Giorgio R. (2008) Il modello veneto fra storia e futuro. Vol. 7. Il Poligrafo. Lynch K.(1990), Wasting Away. New York, Random House (NY) Rotondi G, (2005), “Veneto, fra tradizione e innovazione”, in quaderno di dipartimento di geografia Università degli studi di Padova
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