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Procida 2022 Capitale italiana della cultura
Procida è una scoperta e per capirla va vista non solo e non tanto come isola minore italiana, densamente abitata, amata dal turismo internazionale, ma come aff ascinante punto di riferimento all’interno del gruppo delle isole
Flegree, ciascuna con tante cose da raccontare, anche le più piccole, come Nisida, davanti a Bagnoli, o all’ancor più minuscola Vivara, abitata al tempo dei Romani e a ualmente oasi naturalistica, legata da un ponte all’isola madre. E c’è un’altra isola in questo comparto di fronte a Napoli, Ischia, più lontana e più grande, ma è Procida che a ira quest’anno la nostra a enzione in vista del 2022 nel quale sarà protagonista assoluta della cultura italiana e sarà anche una straordinaria e inimmaginabile scoperta per molti turisti sia italiani che esteri. L’Italia è bellissima ovunque, Giampiero Rorato
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specie nelle piccole ci à e nei borghi antichi, nelle vallate alpine, lungo l’Appennino e nelle due isole maggiori, e così anche nelle isole più piccole dove si respira a pieni polmoni la bellezza e Procida è un gioiello fra i più aff ascinanti, immerso in un mare di cobalto.
La storia
Quest’isola si sta da tempo preparando ad un anno nel quale sarà la grande protagonista della cultura italiana ed off re fi n da questa estate qualcosa di molto speciale che andrà crescendo e non si esaurirà il 31 dicembre del 2022, ma resterà e il nome, la bellezza, la storia, e il fascino di Procida continueranno ad a rarre dal mondo negli anni e nei decenni futuri un turismo d’élite, come elitaria è quest’isola di 3,7 km², 370 e ari; 16 chilometri di frastagliato perimetro, a soli 3,4 chilometri dalla terraferma. Si dice che Procida sia fi glia di almeno qua ro diversi vulcani e che le eruzioni siano avvenute tra 55.000 e 17.000 anni fa. Oggi quei vulcani sono completamente spenti e in gran parte sommersi e l’origine del suo nome si fa risalire all’arrivo nella vicina costa dei primi coloni greci, codifi cato poi dalla lingua latina, ma la verità vera è che Procida è fi glia degli dei dell’Olimpo e per questo raccontata fi n dall’antichità da molti miti. Questa piccola isola ha poi una sua cara eristica peculiare: sorge in quegli ardenti campi “fl egrei” nei quali arrivarono gli antichi Greci, spintisi a fondare Cuma (lì vicino) dalla quale nacque poi Parthenope, Napoli. Quegli antichi ardimentosi coloni greci, già nell’8°-7° secolo a.C. navigando nel Mediterraneo, furono a ra i dal canto malioso delle sirene che qui vivevano tra le acque rese calde dalle fi amme dei vulcani che ancora cara erizzano lembi della vicina terraferma.
Procida 2022
Questi alcuni cenni della storia e della mitologia che avvolge Procida, ma veniamo ai tempi nostri, all’evento che cara erizzerà l’isola nel prossimo anno, quando sarà visitata per tu i i 12 mesi da artisti, uomini di cultura, viaggiatori curiosi provenienti da tu o il mondo. “La cultura non isola” è, infa i, lo slogan brillante e intelligente che ha accompagnato Procida a meritare il titolo di “capitale italiana della cultura 2022”. Colori, odori, sapori, suoni, immagini della realtà e della mente: la sfi da di un turismo lento, come dovrebbe essere ovunque nei tanti luoghi magici italiani, a cominciare da Venezia e ancor più qui, in questa piccola isola della Campania. A orno a quest’isola, a volte, c’è un’aria misteriosa, forse lasciata dalle mitiche ba aglie fra gli dei e i giganti che tentarono di scalare l’Olimpo, quasi odore di zolfo che ci accompagna a volte da Capo Miseno, dove già si inizia a vedere l’isola, come un sogno che si sta avverando, un invito forte e ripetuto a raggiungerla presto.
La cucina
Eccoci a Procida, e si vorrebbe visitarla tu a, scoprire d’a orno le rocce tornite dalle onde, sculture cesellate nel corso dei millenni dalla natura, coi faraglioni di Ciraccio e Ciracciello e poi fermarsi nelle spiagge, sostare nelle romantiche insenature, godere i luoghi della
tipica vacanza italiana. E poi fermarsi ad assaporare una cucina legata al mare e agli orti locali, gustare un pia o di spaghe i con le canocchie alla procidana, o spaghe i col pesto di limoni, o paccheri con le seppie, o un bel pagello fragolino, o il coniglio al pomodoro e vino bianco. Come dolci, fra i più tipici, ci sono il casatiello procidano e la lingua di Procida (o di suocera). E questi pia i vengono abbinati prevalentemente a vini campani, in particolare Falanghina e Aglianico, due grandi vini che esaltano e valorizzano i pia i procidani, mentre coi dolci ci sono in regione o imi passiti e vin santi. E non c’è solo questo: nei ristoranti e nelle tra orie di Procida c’è dell’altro, molto altro e tu o straordinario, quando esce dalle mani dei bravi cuochi locali.
Amata dagli scrittori
E al di là della bellezza e dell’attrazione anche gastronomica di questa magica isola si sa bene che Procida ha meritato di conquistare un anno da protagonista e proprio un anno dedicato alla cultura. Perché la Procida più conosciuta e ammirata – oltre alla bellezza che s’espande da ogni angolo – è quella color pastello dei borghi di Marina Grande, Chiaiolella, Terra Murata e Corricella. Celebrati e valorizzati da Alphonse de Lamartine nel romanzo Graziella, da Elsa Morante nel capolavoro L’isola di Arturo e da Massimo Troisi nel suo ultimo film Il postino.

Mi fermo qui, lasciando ai le ori la voglia di tornare a Procida chi ha avuto la fortuna di esserci già stato, e di andare chi ancora non ha trascorso almeno un giorno in quest’angolo poetico, colorato, fascinoso del nostro Bel Paese, che è stato dichiarato a pieno titolo protagonista dell’anno della cultura 2022, un anno che gli abitanti di Procida e gli ospiti dell’isola ricorderanno a lungo.

