Rassegna stampa TEATRI DI PIETRA LAZIO 2015

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rassegna stampa Teatri di Pietra Lazio 2015 a cura di Alma Daddario Nicoletta Chiorri

ideazione e realizzazione Pentagono Produzioni Associate con il sostegno Regione Lazio / Ass.to alla Cultura con la collaborazione Circuito Danza Lazio e Teatri di Pietra





http://archiviostorico.corriere.it/2015/luglio/05/Passato_presente_per_Teatri_pietra_co_0_20150705_e63 45cae-22da-11e5-a37f-06113d0dccdf.shtml LA RASSEGNA

Passato e presente per Teatri di pietra La rassegna «Teatri di pietra» va alle origini del teatro riportando (fisicamente) il teatro alle sue origini, fuori dalla sala, tra scalinate ruvide su palcoscenici aperti verso il paesaggio. La sua sedicesima edizione, inaugurata ieri e in programma fino al 2 agosto, fa tappa nei siti archeologici dell?Anfiteatro di Sutri e dell?Arco di Malborghetto con 17 appuntamenti per vivere lo spettacolo come un ponte tra passato e presente. Al centro della programmazione, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, i temi del Mediterraneo e del Mito «per rendere il classico materia sensibile - spiega il direttore artistico Aurelio Gatti -, per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro». In scena una rosa di autori, registi e attori che con i testi antichi hanno grande confidenza, da Maurizio Panici a Galatea Ranzi, Tato Russo e Maria Rosaria Omaggio.Il sipario di Malborghetto stasera si alza sul mito di Kirone il Centauro con «Kiron Cafè» di Tringali e Gatti su testi di Senofonte, Ovidio e Dante. La kermesse prosegue con l?anteprima di «Medea» con Barbara De Rossi e la regia di Francesco Branchetti, «Esecuzione/Ifigenia» di Lina Prosa, «Concerto per Odyseeo» di Maurizio Panici, «Canto Scuro» di Giovanna Amarù, «Iliade - Le Lacrime di Achille» di Matteo Tarasco, «Il Persiano» di Giancarlo Sammartano, «Anemos» di Mvula Sungani, Galatea Ranzi in «Fedra diritto all?amore» di Eva Cantarella e «Attacchi di Pane» di Federica Galimberti.Serata speciale il 26 luglio per il centenario della Teoria delle Relatività con «Il Violino Relativo - Albert Einstein e il segreto di Stradivari» di Paolo Pasquini. Infine Tato Russo in «Menecmi, due gemelli napoletani», «Me Dea - Variazioni sul Mito» con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi, e l?omaggio di Paolo Pasquini a Dante con «Versus Dante» e «Dante Symphonia». © RIPRODUZIONE RISERVATA Distefano Natalia Pagina 21

(05 luglio 2015) - Corriere della Sera


http://espresso.repubblica.it/visioni/2015/07/10/news/estate-tutti-a-teatro-1.220806

Estate, tutti a teatro Dai festival più tradizionali alle compagnie sperimentali, l'Italia si trasforma in un enorme palcoscenico DI S. M. 10 luglio 2015

L'Anfiteatro di Sutri e il Parco Archeologico, Arco di Malborghetto sono gli scenari della nuova edizione di Teatri di Pietra Lazio, la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi. Sipario aperto, per rilanciare l'idea di comunità, fino al 2 agosto. Tra gli appuntamenti, la performance di Galatea Ranzi in “Fedra diritto all'amore” di Eva Cantarella (22 luglio), lo spettacolo di teatro-danza in “Attacchi di pane” con la coreografia di Federica Galimberti; finale con un omaggio a Dante, regia e drammaturgia di Paolo Pasquini.


FactaNet direttore Guerrino Mattei http://www.factanet.it/spettacoli68.html TEATRI DI PIETRA LAZIO

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio - Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma - XV Municipio

Teatri di Pietra Lazio XVI Edizione

Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra ***

Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano

Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri

*** Dal 4 luglio al 2 agosto 2015


Inizio spettacoli: h 21,15Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fbteatridipietra/

Teatri di Pietra Lazio è la rete culturale che intende valorizzare i teatri antichi e i siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo. Comprende oltre venti aree in diverse regioni, che ospitano una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, in un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano. La rassegna è una delle più importanti della stagione ospitando proposte diversificate e artisti di rilievo internazionale. Diciassette gli appuntamenti complessivi tra teatro, musica e danza.

Programma

Sutri

4 luglio KIRON cafè

con la drammaturgiadi SebastianoTringalie Aurelio Gatti 11 luglio CONCERTO PER ODYSSEO Un progetto di Maurizio Panici dall’IIiade di Omero


16 luglio ILIADE– Le lacrime di Achille da Omero, Ovidio, Kleist Drammaturgia e regia di Matteo Tarasco 18 luglio IL PERSIANO da Tito Maccio Plauto Regia di Giancarlo Sammartano 23 luglio ATTACCHI DI PANE Coreografia di Federica Galimberti 30 luglio ME DEA - Variazioni sul mito di e con Maurizio Donadoni drammaturgia e regia di Maurizio Donadoni con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi 1 agosto VERSUS DANTE discesa nella Commedia dantesca drammaturgia e regia di Paolo Pasquini 2 agosto Festival Dantesco DANTE SYMPHONIA forme d'acqua nella Commedia drammaturgia e regia di Paolo Pasquini

***


Parco Archeologico Arco di Malborghetto

5 luglio KIRON cafè con la drammaturgia di SebastianoTringali e Aurelio Gatti 8 luglio MEDEA di Jean Anouilh, con Barbara De Rossi 11 luglio ESECUZIONE/IFIGENIA Testo e regia di Lina Prosa Composizione vocale e ritmica di Miriam Palma 12 luglio CANTO SCURO Di e con Giovanna Amarù 19 luglio ANEMOS Regia e Coreografie di Mvula Sungani 22 luglio SCHEGGE DI MEDITERRANEO FEDRA diritto all'amore testo originale di Eva Cantarella, con Galatea Ranzi 26 luglio IL VIOLINO RELATIVO Albert Einstein e il segreto di Stradivari nel centenario della pubblicazione della Teoria della Relatività Generale (1915-2015) e nell'Anno Internazionale della Luce, 2015, indetto dall'UNESCO


con Riccardo BĂ rbera violoncello Giovanna Famulari violino Vanessa Cremaschi, regia di Paolo Pasquini 29 luglio MENECMI - Due gemelli napoletani di Tato Russo da Plauto e Shakespeare 31 luglio ME DEA - Variazioni sul mito di e con Maurizio Donadoni drammaturgia e regia di Maurizio Donadoni con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi


https://cultura.gaiaitalia.com/2015/06/teatri-di-pietra-lazio-xvi-edizione-inscena-dal-4-luglio-al-2-agosto/

Teatri di Pietra Lazio, XVI edizione #Inscena dal 4 luglio al 2 agosto di Gaiaitalia.com

Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con oltre venti aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con laSoprintendenza dell’Etruria Meridionaleper l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio delMinistero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma – XV Municipio. In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema classico e del mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie


anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti:Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano.

Barbara De Rossi, in scena a Teatri di Pietra Lazio Diciassette gli appuntamenti previsti tra teatro, musica e danza, dislocati tra il suggestivo Anfiteatro di Sutri e l’incantevole Arco di Malborghetto, dal 4 Luglio al 2 Agosto. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto,“Kiron Cafè” per la drammaturgia diSebastiano Tringali e Aurelio Gatti. L’8 Luglio si terrà presso l’Area Archeologica di Malborghetto l’anteprima di Medea con Barbara De Rossie la regia di Francesco Branchetti. L’11 Luglio andrà in scena a Sutri Esecuzione/Ifigenia, composizione vocale e ritmica di Miriam Palma, testo e regia di Lina Prosa; sempre l’11 Luglio aMalborghetto un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero, Concerto per Odysseo. Il 12 Lugliola Compagnia Nuda Veritas sarà a Malborghetto con Canto Scuro, di e con Giovanna Amarù. Il 16 Luglio a Sutri, Arte e Spettacolo Domovoj presentano Iliade – Le Lacrime di Achille, da Omero, Ovidio e Kleist, drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. Il 18 Luglio a Sutri l’appuntamento è con Il Persiano da Tito Maccio Plauto, regia di Giancarlo Sammartano. Il 19 Luglio a Malborghetto si parte per un viaggio fantastico con Anemos, regia e coreografie Mvula Sungani. Il 22 Luglio a Malborghettola performance di Galatea Ranzi in Fedra diritto all’amore di Eva Cantarella. Il 23 Luglio a Sutriuno spettacolo di teatrodanza: Attacchi di Pane con la coreografia di Federica Galimberti. Il 26 Luglio a Malborghetto, in occasione del centenario dalla pubblicazione della Teoria delle Relatività Generale e nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO, andrà in scena Il Violino Realtivo – Albert Einstein e il segreto di Stradivari, con Riccardo Bàrbera e la regia di Paolo Pasquini. Sempre a Malborghetto il 29 Luglio il cavallo di battaglia di Tato Russo: Menecmi, due gemelli napoletani. Il 30 Luglio a Sutri e il 31 Luglio a Malborghetto, è la volta di Me Dea – Variazioni sul Mito con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e la straordinaria partecipazione di Hal Yamanouchi. La rassegna si conclude a Sutri con la Commedia di Dante, regia e drammaturgia di Paolo Pasquini: il 1 Agosto con Versus Dante, discesa nella Commedia dantesca; il 2 Agosto Dante Symphonia, forme d’acqua nella Commedia.


http://www.globalpress.it/2015/07/03/teatri-di-pietra-nel-lazio-il-programma-completo-di-questa-estate/

TEATRI DI PIETRA NEL LAZIO, IL PROGRAMMA COMPLETO DI QUESTA

ESTATE BY VITUS

ROMA – Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con oltre venti aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio del


Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma – XV Municipio. In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema classico e del mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano. Diciassette gli appuntamenti previsti tra teatro, musica e danza, dislocati tra il suggestivo Anfiteatro di Sutri e l’incantevole Arco di Malborghetto, dal 4 Luglio al 2 Agosto. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto, “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. L’8 Luglio si terrà presso l’Area Archeologica di Malborghetto l’anteprima di Medea con Barbara De Rossi e la regia di Francesco Branchetti. L’11 Luglio andrà in scena a Sutri Esecuzione/Ifigenia, composizione vocale e ritmica di Miriam Palma, testo e regia di Lina Prosa; sempre l’11 Luglio a Malborghetto un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero, Concerto per Odysseo. Il 12 Luglio la Compagnia Nuda Veritas sarà a Malborghetto con Canto Scuro, di e con Giovanna Amarù. Il 16 Luglio a Sutri, Arte e Spettacolo Domovoj presentano Iliade – Le Lacrime di Achille, da Omero, Ovidio e Kleist, drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. Il 18 Luglio a Sutri l’appuntamento è con Il Persiano da Tito Maccio Plauto, regia di Giancarlo Sammartano. Il 19 Luglio a Malborghetto si parte per un viaggio fantastico con Anemos, regia e coreografie Mvula Sungani. Il 22 Luglio a Malborghetto la performance di Galatea Ranzi in Fedra diritto all’amore di Eva Cantarella. Il 23 Luglio a Sutri uno spettacolo di teatro-danza: Attacchi di Pane con la coreografia di Federica Galimberti. Il 26 Luglio a Malborghetto, in occasione del centenario dalla pubblicazione della Teoria delle Relatività Generale e nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO, andrà in scena Il Violino Realtivo – Albert Einstein e il segreto di Stradivari, con Riccardo Bàrbera e la regia di Paolo Pasquini. Sempre a Malborghetto il 29 Luglio il cavallo di battaglia di Tato Russo: Menecmi, due gemelli napoletani. Il 30 Luglio a Sutri e il 31 Luglio a Malborghetto, è la volta di Me Dea – Variazioni sul Mito con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e la straordinaria partecipazione di Hal Yamanouchi. La rassegna si conclude a Sutri con la Commedia di Dante, regia e drammaturgia di Paolo Pasquini: il 1 Agosto con Versus Dante, discesa nella Commedia dantesca; il 2 Agosto Dante Symphonia, forme d’acqua nella Commedia.


http://www.vocespettacolo.com/2015/07/03/al-via-la-xvi-edizione-della-rassegna-teatri-di-pietra-lazio2015-dal-4-luglio-al-2-agosto-2015-sutri-e-malborghetto/

AL VIA LA XVI EDIZIONE DELLA RASSEGNA TEATRI DI PIETRA LAZIO 2015 – DAL 4 LUGLIO AL 2 AGOSTO 2015 – SUTRI E MALBORGHETTO luglio 3, 2015 Vito Nicoletti

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra XVI EDIZIONE TEATRI DI PIETRA LAZIO DAL 4 LUGLIO AL 2 AGOSTO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI – Sutri (VT) PARCO ARCHEOLOGICO, ARCO DI MALBORGHETTO – Roma AL VIA LA XVI EDIZIONE DI TEATRI DI PIETRA LAZIO NEI SUGGESTIVI SITI DI SUTRI E MALBORGHETTO Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo


spettacolo dal vivo, con oltre venti aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma – XV Municipio. In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema classico e del mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano. Diciassette gli appuntamenti previsti tra teatro, musica e danza, dislocati tra il suggestivo Anfiteatro di Sutri e l’incantevole Arco di Malborghetto, dal 4 Luglio al 2 Agosto. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto, “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. L’8 Luglio si terrà presso l’Area Archeologica di Malborghetto l’anteprima di Medea con Barbara De Rossi e la regia di Francesco Branchetti. L’11 Luglio andrà in scena a Sutri Esecuzione/Ifigenia, composizione vocale e ritmica di Miriam Palma, testo e regia di Lina Prosa; sempre l’11 Luglio a Malborghetto un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero, Concerto per Odysseo. Il 12 Luglio la Compagnia Nuda Veritas sarà a Malborghetto con Canto Scuro, di e con Giovanna Amarù. Il 16 Luglio a Sutri, Arte e Spettacolo Domovoj presentano Iliade – Le Lacrime di Achille, da Omero, Ovidio e Kleist, drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. Il 18 Luglio a Sutri l’appuntamento è con Il Persiano da Tito Maccio Plauto, regia di Giancarlo Sammartano. Il 19 Luglio a Malborghetto si parte per un viaggio fantastico con Anemos, regia e coreografie Mvula Sungani. Il 22 Luglio a Malborghetto la performance di Galatea Ranzi in Fedra diritto all’amore di


Eva Cantarella. Il 23 Luglio a Sutri uno spettacolo di teatro-danza: Attacchi di Pane con la coreografia di Federica Galimberti. Il 26 Luglio a Malborghetto, in occasione del centenario dalla pubblicazione della Teoria delle Relatività Generale e nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO, andrà in scena Il Violino Realtivo – Albert Einstein e il segreto di Stradivari, con Riccardo Bàrbera e la regia di Paolo Pasquini. Sempre a Malborghetto il 29 Luglio il cavallo di battaglia di Tato Russo: Menecmi, due gemelli napoletani. Il 30 Luglio a Sutri e il 31 Luglio a Malborghetto, è la volta di Me Dea – Variazioni sul Mito con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e la straordinaria partecipazione di Hal Yamanouchi. La rassegna si conclude a Sutri con la Commedia di Dante, regia e drammaturgia di Paolo Pasquini: il 1 Agosto con Versus Dante, discesa nella Commedia dantesca; il 2 Agosto Dante Symphonia, forme d’acqua nella Commedia.

PROGRAMMA


http://www.mediaesipario.it/index.php/sipario/750-xvi-edizione-di-teatri-di-pietra--lazio-primo-spettacolohttp://www.mediaesipario.it/index.php/sipario/750 a-sutri

XVI edizione di Teatri di Pietra Lazio, primo spettacolo a Sutri 01 LUGLIO 2015

Edizione 2015 della rassegna Teatri di Pietra Lazio: rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni SIPARIO APERTO - Diciassette appuntamenti previsti tra teatro, musica e danza, dislocati tra l'Anfiteatro di Sutri (Via Cassia - provincia di Viterbo) e l’Arco di Malborghetto (Via Flaminia km 19,4 - provincia di Roma), dal 4 luglio al 2 agosto. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 luglio a Sutri e il 5 a Malborghetto, "Kiron " Cafè" per la drammaturgia turgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. Si prosegue l’8 luglio a Malborghetto con l’anteprima di "Medea" " con Barbara De Rossi e la regia di Francesco Branchetti.


L’11 luglio a Sutri "Esecuzione/Ifigenia", composizione vocale e ritmica di Miriam Palma, testo e regia di Lina Prosa; nella stessa serata a Malborghetto un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero, "Concerto per Odysseo". Il 12 luglio la Compagnia Nuda Veritas è a Malborghetto con "Canto Scuro", di e con Giovanna Amarù. Il 16 luglio a Sutri, "Iliade – Le Lacrime di Achille", da Omero, Ovidio e Kleist, drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. Il 18 luglio a Sutri l’appuntamento è con "Il Persiano" da Tito Maccio Plauto, regia di Giancarlo Sammartano. Il 19 luglio a Malborghetto, "Anemos", regia e coreografie Mvula Sungani. Il 22 luglio a Malborghetto, Galatea Ranzi in "Fedra diritto all’amore" di Eva Cantarella. Il 23 luglio a Sutri uno spettacolo di teatro-danza: "Attacchi di Pane" con la coreografia di Federica Galimberti. Il 26 Luglio a Malborghetto, in occasione del centenario dalla pubblicazione della Teoria delle Relatività Generale e nell’Anno Internazionale della Luce 2015, in scena "Il Violino Relativo – Albert Einstein e il segreto di Stradivari", con Riccardo Bàrbera e la regia di Paolo Pasquini. Sempre a Malborghetto il 29 luglio il cavallo di battaglia di Tato Russo: "Menecmi, due gemelli napoletani". Il 30 luglio a Sutri e il 31 a Malborghetto, "Me Dea – Variazioni sul Mito" con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi. La rassegna si conclude a Sutri con la Commedia di Dante, regia e drammaturgia di Paolo Pasquini: il 1 agosto con Versus Dante, discesa nella Commedia dantesca; il 2 agosto "Dante Symphonia, forme d’acqua nella Commedia". Informazioni e prenotazioni: sito internet http://teatridipietra.blogspot.it facebook https://www.facebook.com/pages/Teatri-di-Pietra/266833586771507

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La foto di copertina - di Maurizia Marcoaldi - si riferisce alla rappresentazione Giasone e Medea(Teatri di Pietra 2014, vedi Giasone e Medea, viaggio in un amore tanto struggente quanto lontano)


http://eventiculturalimagazine.com/2015/06/30/xvi-edizione-teatri-di-pietra-lazio-dal-4-luglio-al-2-agosto2015/

XVI EDIZIONE TEATRI DI PIETRA LAZIO DAL 4 LUGLIO AL 2 AGOSTO 2015 Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con oltre venti aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma – XV Municipio.

In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema classico e del mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo


internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano. Diciassette gli appuntamenti previsti tra teatro, musica e danza, dislocati tra il suggestivo Anfiteatro di Sutri e l’incantevole Arco di Malborghetto, dal 4 Luglio al 2 Agosto. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto, “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. L’8 Luglio si terrà presso l’Area Archeologica di Malborghetto l’anteprima di Medea con Barbara De Rossi e la regia di Francesco Branchetti. L’11 Luglio andrà in scena a Sutri Esecuzione/Ifigenia, composizione vocale e ritmica di Miriam Palma, testo e regia di Lina Prosa; sempre l’11 Luglio a Malborghetto un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero, Concerto per Odysseo. Il 12 Luglio la Compagnia Nuda Veritas sarà a Malborghetto con Canto Scuro, di e con Giovanna Amarù. Il 16 Luglio a Sutri, Arte e Spettacolo Domovoj presentano Iliade – Le Lacrime di Achille, da Omero, Ovidio e Kleist, drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. Il 18 Luglio a Sutri l’appuntamento è con Il Persiano da Tito Maccio Plauto, regia di Giancarlo Sammartano. Il 19 Luglio a Malborghetto si parte per un viaggio fantastico con Anemos, regia e coreografie Mvula Sungani. Il 22 Luglio a Malborghetto la performance di Galatea Ranzi in Fedra diritto all’amore di Eva Cantarella. Il 23 Luglio a Sutri uno spettacolo di teatro-danza: Attacchi di Pane con la coreografia di Federica Galimberti. Il 26 Luglio a Malborghetto, in occasione del centenario dalla pubblicazione della Teoria delle Relatività Generale e nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO, andrà in scena Il Violino Realtivo – Albert Einstein e il segreto di Stradivari, con Riccardo Bàrbera e la regia di Paolo Pasquini. Sempre a Malborghetto il 29 Luglio il cavallo di battaglia di Tato Russo: Menecmi, due gemelli napoletani. Il 30 Luglio a Sutri e il 31 Luglio a Malborghetto, è la volta di Me Dea – Variazioni sul Mito con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e la straordinaria partecipazione di Hal Yamanouchi. La rassegna si conclude a Sutri con la Commedia di Dante, regia e drammaturgia di Paolo Pasquini: il 1 Agosto con Versus Dante, discesa nella Commedia dantesca; il 2 Agosto Dante Symphonia, forme d’acqua nella Commedia.


http://www.informaromanord.it/xvi-edizione-de-teatri-di-pietra-lazio-dal-4-luglio-al-2-agosto-a-sutri/

XVI edizione de Teatri di Pietra Lazio, dal 4 luglio al 2 agosto a Sutri Scritto il 30 giugno 2015 da Redazione CB in In evidenza, Spettacoli e cultura

Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con oltre venti aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma – XV Municipio. In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema classico e del mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo

Sammartano.


Diciassette gli appuntamenti previsti tra teatro, musica e danza, dislocati tra il suggestivo Anfiteatro di Sutri e l’incantevole Arco di Malborghetto, dal 4 Luglio al 2 Agosto. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto, “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. L’8 Luglio si terrà presso l’Area Archeologica di Malborghetto l’anteprima di Medea con Barbara De Rossi e la regia di Francesco Branchetti. L’11 Luglio andrà in scena a Sutri Esecuzione/Ifigenia, composizione vocale e ritmica di Miriam Palma, testo e regia di Lina Prosa; sempre l’11 Luglio a Malborghetto un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero, Concerto per Odysseo. Il 12 Luglio la Compagnia Nuda Veritas sarà a Malborghetto con Canto Scuro, di e con Giovanna Amarù. Il 16 Luglio a Sutri, Arte e Spettacolo Domovoj presentano Iliade – Le Lacrime di Achille, da Omero, Ovidio e Kleist, drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. Il 18 Luglio a Sutri l’appuntamento è con Il Persiano da Tito Maccio Plauto, regia di Giancarlo Sammartano. Il 19 Luglio a Malborghetto si parte per un viaggio fantastico con Anemos, regia e coreografie Mvula Sungani. Il 22 Luglio a Malborghetto la performance di Galatea Ranzi in Fedra diritto all’amore di Eva Cantarella. Il 23 Luglio a Sutri uno spettacolo di teatro-danza: Attacchi di Pane con la coreografia di Federica Galimberti. Il 26 Luglio a Malborghetto, in occasione del centenario dalla pubblicazione della Teoria delle Relatività Generale e nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO, andrà in scena Il Violino Realtivo – Albert Einstein e il segreto di Stradivari, con Riccardo Bàrbera e la regia di Paolo Pasquini. Sempre a Malborghetto il 29 Luglio il cavallo di battaglia di Tato Russo: Menecmi, due gemelli napoletani. Il 30 Luglio a Sutri e il 31 Luglio a Malborghetto, è la volta di Me Dea – Variazioni sul Mito con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e la straordinaria partecipazione di Hal Yamanouchi. La rassegna si conclude a Sutri con la Commedia di Dante, regia e drammaturgia di Paolo Pasquini: il 1 Agosto con Versus Dante, discesa nella Commedia dantesca; il 2 Agosto Dante Symphonia, forme d’acqua nella Commedia.


http://www.momentosera.it/articolo.php?id=31307

AL VIA LA XVI EDIZIONE DELLA RASSEGNA TEATRI DI PIETRA LAZIO 2015 - DAL 4 LUGLIO AL 2 AGOSTO 2015 - SUTRI E MALBORGHETTO Diciassette gli appuntamenti previsti tra teatro, musica e danza, dislocati tra il suggestivo Anfiteatro di Sutri e l’incantevole Arco di Malborghetto... Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con oltre venti aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma XV Municipio. In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema classico e del mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano. Diciassette gli appuntamenti previsti tra teatro, musica e danza, dislocati tra il suggestivo Anfiteatro di Sutri e l’incantevole Arco di Malborghetto, dal 4 Luglio al 2 Agosto. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto, “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. L’8 Luglio si terrà presso l’Area Archeologica di Malborghetto l’anteprima di Medea con Barbara De Rossi e la regia di Francesco Branchetti. L’11 Luglio andrà in scena a Sutri Esecuzione/Ifigenia, composizione vocale e ritmica di Miriam Palma, testo e regia di Lina Prosa; sempre l’11 Luglio a Malborghetto un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero, Concerto per Odysseo. Il 12 Luglio la Compagnia Nuda Veritas sarà a Malborghetto con Canto Scuro, di e con Giovanna Amarù. Il 16 Luglio a Sutri, Arte e Spettacolo Domovoj presentano Iliade – Le Lacrime di Achille, da Omero, Ovidio e Kleist, drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. Il 18 Luglio a Sutri l’appuntamento è con Il Persiano da Tito Maccio Plauto, regia di Giancarlo Sammartano. Il 19 Luglio a Malborghetto si parte per un viaggio fantastico con Anemos, regia e coreografie Mvula Sungani. Il 22 Luglio a Malborghetto la performance di Galatea Ranzi in Fedra diritto all’amore di Eva Cantarella. Il 23 Luglio a Sutri


uno spettacolo di teatro-danza: Attacchi di Pane con la coreografia di Federica Galimberti. Il 26 Luglio a Malborghetto, in occasione del centenario dalla pubblicazione della Teoria delle Relatività Generale e nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO, andrà in scena Il Violino Realtivo – Albert Einstein e il segreto di Stradivari, con Riccardo Bàrbera e la regia di Paolo Pasquini. Sempre a Malborghetto il 29 Luglio il cavallo di battaglia di Tato Russo: Menecmi, due gemelli napoletani. Il 30 Luglio a Sutri e il 31 Luglio a Malborghetto, è la volta di Me Dea – Variazioni sul Mito con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e la straordinaria partecipazione di Hal Yamanouchi. La rassegna si conclude a Sutri con la Commedia di Dante, regia e drammaturgia di Paolo Pasquini: il 1 Agosto con Versus Dante, discesa nella Commedia dantesca; il 2 Agosto Dante Symphonia, forme d’acqua nella Commedia.


http://www.newtuscia.it/interna.asp?idPag=75760 AL VIA LA XVI EDIZIONE DI TEATRI DI PIETRA LAZIO NEI SUGGESTIVI SITI DI SUTRI E MALBORGHETTO

30/06/2015 : 15:55 (NewTuscia) – SUTRI - Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con oltre venti aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma - XV Municipio. In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema classico e del mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano.


Diciassette gli appuntamenti previsti tra teatro, musica e danza, dislocati tra il suggestivo Anfiteatro di Sutri e l’incantevole Arco di Malborghetto, dal 4 Luglio al 2 Agosto. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto, “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. L’8 Luglio si terrà presso l’Area Archeologica di Malborghetto l’anteprima di Medea con Barbara De Rossi e la regia di Francesco Branchetti. L’11 Luglio andrà in scena a Sutri Esecuzione/Ifigenia, composizione vocale e ritmica di Miriam Palma, testo e regia di Lina Prosa; sempre l’11 Luglio aMalborghetto un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero, Concerto per Odysseo. Il 12 Luglio la Compagnia Nuda Veritas sarà a Malborghetto con Canto Scuro, di e con Giovanna Amarù. Il 16 Luglio a Sutri, Arte e Spettacolo Domovoj presentano Iliade – Le Lacrime di Achille, da Omero, Ovidio e Kleist, drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. Il 18 Luglio a Sutri l’appuntamento è con Il Persiano da Tito Maccio Plauto, regia diGiancarlo Sammartano. Il 19 Luglio a Malborghetto si parte per un viaggio fantastico con Anemos, regia e coreografie Mvula Sungani. Il 22 Luglio a Malborghetto la performance di Galatea Ranzi in Fedra diritto all’amore di Eva Cantarella. Il 23 Luglio a Sutri uno spettacolo di teatro-danza:Attacchi di Pane con la coreografia di Federica Galimberti. Il 26 Luglio a Malborghetto, in occasione del centenario dalla pubblicazione della Teoria delle Relatività Generale e nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO, andrà in scena Il Violino Realtivo – Albert Einstein e il segreto di Stradivari, con Riccardo Bàrbera e la regia di Paolo Pasquini. Sempre aMalborghetto il 29 Luglio il cavallo di battaglia di Tato Russo: Menecmi, due gemelli napoletani. Il 30 Luglio a Sutri e il 31 Luglio a Malborghetto, è la volta di Me Dea – Variazioni sul Mito con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e la straordinaria partecipazione di Hal Yamanouchi. La rassegna si conclude a Sutri con la Commedia di Dante, regia e drammaturgia diPaolo Pasquini: il 1 Agosto con Versus Dante, discesa nella Commedia dantesca; il 2 Agosto Dante Symphonia, forme d’acqua nella Commedia.


https://amedit.wordpress.com/2015/06/30/roma-e-sutri-prima-nazionale-kiron-cafe-teatri-di-pietra-lazioxvi-edizione/

ROMA e SUTRI: PRIMA NAZIONALE KIRON CAFE’ | TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE Posted on 30 giugno 2015

0 KIRON cafè TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE PRIMA NAZIONALE SABATO 4 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI (Viterbo) DOMENICA 5 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, PARCO DI MALBORGHETTO (Roma) MDA Produzioni danza Coreografia Aurelio Gatti Regia/Drammaturgia Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti Fonti: Senofonte, Ovidio, Dante Musiche originali e della tradizione popolare Marcello Fiorini con Giuseppe Bersani, Carlotta Bruni, Monica Camilloni, Gabriella Cassarino, Marta Cirello, Tiziana D’Angelo, Eugenio Dura, Gipeto, Rosa Merlino e Mario Brancaccio – Sebastiano Tringali


Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con varie aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Pentagono Produzioni e Circuito Danza Lazio, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con laSoprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio delMinistero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma – XV Municipio. In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema Classico e del Mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Hyamanouchi e Giancarlo Sammartano.


Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e in replica il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto, in prima nazionale “Kiron Cafè” per la regia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. Ispirato al mito di Kirone il Centauro, metà cavallo e metà uomo, rappresenta la conciliazione tra la natura animale e quella umana. Giasone e Achille furono suoi allievi, a cui tra l’altro insegnò la saggezza, la bellezza e la medicina. Tuttavia la conoscenza di cui Kirone è Maestro, determina anche la consapevolezza del dolore, che accomuna i suoi allievi. Crudele sarà il destino che colpirà questo centauro buono, che per un errore di Ercole, sarà colpito da una freccia avvelenata, senza poter morire poiché immortale. La sincronicità mitologica e simbolica crea il parallelismo di questo Mito con quello di Prometeo, che si ritrova incatenato al Monte Caucaso, come punizione per aver donato il fuoco agli uomini. I due personaggi rappresentano entrambi la ribellione, la necessità di cambiamenti, l’innovazione e la libertà che si concretizza attraverso la partecipazione. Significativo in tal senso il gesto di Kirone, che chiede a Giove di graziare Prometeo in cambio della sua immortalità, per restituire all’umanità la possibilità di scegliere il proprio destino. Scintilla intelligente e dinamica del divino, destinata ad illuminare il buio dei diversi tempi che si susseguono nel percorso di vita dell’umanità e capace altresì di anticipare il sempre imminente ed incalzante futuro, quasi a trasformare la temporalità in eternità. Kirone è un essere saggio e autorevole, perfetto conoscitore della natura, delle sue leggi e della psiche umana, della quale si fa terapeuta, attraverso l’insegnamento e l’esempio, alla conoscenza di se stessi e della comunità. Ponte ideale tra il vecchio e il nuovo, Kirone è simile al momento in cui la luce e il buio creano l’attimo fermo, l’attimo in cui ciò che è invisibile appare e ciò che è visibile può scomparire. L’attimo in cui il cavallo Kirone diventa uomo ma anche il contrario. Archetipo del guaritore ferito, rappresenta le nostre fragilità, fisiche, emozionali, spirituali e al contempo la nostra guarigione, sfida a un “sistema globale” anestetizzante e falsamente “rassicurante” che sta avanzando. Il processo di guarigione dovrà pertanto affondare in radici profonde che l’individuo non potrà demandare a un semplice farmaco. Il caffè Kiron è simbolicamente ambientato in una striscia di confine tra Europa e Mediterraneo, tra Occidente e povertà, tra mondi senza transito e avventori, come Aiace, Achille, Aristeo, Asclepio, Atteone, Ceneo, Enea, Eracle, Fenice, Giasone, Oileo, Palamede, Peleo, Telamone, Teseo. Una commedia tra teatro e danza, un’ironia amara in cui Chirone, maestro di arti curative e saggezza, si prodiga per tutti, ma non per sé stesso. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura


Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Pentagono Produzioni Associate in collaborazione con Circuito Danza Lazio nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra XVI EDIZIONE TEATRI DI PIETRA LAZIO Dal 4 LUGLIO AL 2 AGOSTO 2015 Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


http://www.consulpress.eu/site/teatri-di-pietra/

Teatri di Pietra di Redazione Consulpress, 30 giugno 2015

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra


XVI EDIZIONE TEATRI DI PIETRA LAZIO DAL 4 LUGLIO AL 2 AGOSTO 2015

ANFITEATRO DI SUTRI – Sutri (VT) PARCO ARCHEOLOGICO, ARCO DI MALBORGHETTO – Roma AL VIA LA XVI EDIZIONE DI TEATRI DI PIETRA LAZIO NEI SUGGESTIVI SITI DI SUTRI E MALBORGHETTO

Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con oltre venti aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con laSoprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma – XV Municipio. In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema classico e del mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano. Diciassette gli appuntamenti previsti tra teatro, musica e danza, dislocati tra il suggestivo Anfiteatro di Sutri e l’incantevole Arco di Malborghetto, dal 4 Luglio al 2 Agosto. Ad inaugurare la nuova edizione, il4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto, “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. L’8 Luglio si terrà presso l’Area Archeologica di Malborghetto l’anteprima di Medea con Barbara De Rossi e la regia di Francesco Branchetti. L’11 Luglio andrà in scena a Sutri Esecuzione/Ifigenia, composizione vocale e ritmica di Miriam Palma, testo e regia di Lina Prosa; sempre l’11 Luglio a Malborghetto un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero, Concerto per Odysseo. Il 12 Luglio la Compagnia Nuda Veritas sarà aMalborghetto con Canto Scuro, di e con Giovanna Amarù. Il 16 Luglio a Sutri, Arte e Spettacolo Domovoj presentano Iliade – Le Lacrime di Achille, da Omero, Ovidio e Kleist, drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. Il 18 Luglio a Sutri l’appuntamento è con Il Persiano da Tito Maccio Plauto, regia di Giancarlo Sammartano. Il 19 Luglio a Malborghetto si parte per un viaggio fantastico conAnemos, regia e coreografie Mvula Sungani. Il 22 Luglio a Malborghetto la performance di Galatea Ranzi in Fedra diritto all’amore di Eva Cantarella. Il 23 Luglio a Sutri uno spettacolo di teatro-danza: Attacchi di Pane con la coreografia di Federica Galimberti. Il 26 Luglio a Malborghetto, in occasione del centenario dalla pubblicazione della


Teoria delle Relatività Generale e nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO, andrà in scena Il Violino Realtivo – Albert Einstein e il segreto di Stradivari, con Riccardo Bàrbera e la regia di Paolo Pasquini. Sempre aMalborghetto il 29 Luglio il cavallo di battaglia di Tato Russo: Menecmi, due gemelli napoletani. Il30 Luglio a Sutri e il 31 Luglio a Malborghetto, è la volta di Me Dea – Variazioni sul Mito con Maria

Rosaria

Omaggio, Maurizio

Donadoni e

la

straordinaria

partecipazione

di Hal

Yamanouchi. La rassegna si conclude a Sutri con la Commedia di Dante, regia e drammaturgia di Paolo Pasquini: il 1 Agosto con Versus Dante, discesa nella Commedia dantesca; il 2 Agosto Dante Symphonia, forme d’acqua nella Commedia.


http://www.tusciatimes.eu/?p=91739

A SUTRI SI INAUGURA LA RASSEGNA TEATRI DI PIETRA LAZIO

SUTRI – Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: Lazio la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con varie aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni,, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma perl’Arco l’Arco di Malborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri,, con il Patrocinio Patro del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma – XV Municipio. In scena per la XVI edizione,, opere in cui il tema Classico e del Mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo o attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storicostorico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo go si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi,


Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e in replica il 5 Luglio nell’Area Archeologica diMalborghetto, in prima nazionale “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. Ispirato al mito di Kirone il Centauro, metà cavallo e metà uomo, rappresenta la conciliazione tra la natura animale e quella umana. Giasone e Achille furono suoi allievi, a cui tra l’altro insegnò la saggezza, la bellezza e la medicina. Tuttavia la conoscenza di cui Kirone è Maestro, determina anche la consapevolezza del dolore, che accomuna i suoi allievi. Crudele sarà il destino che colpirà questo centauro buono, che per un errore di Ercole, sarà colpito da una freccia avvelenata, senza poter morire poiché immortale. La sincronicità mitologica e simbolica crea il parallelismo di questo Mito con quello di Prometeo, che si ritrova incatenato al Monte Caucaso, come punizione per aver donato il fuoco agli uomini. I due personaggi rappresentano entrambi la ribellione, la necessità di cambiamenti, l’innovazione e la libertà che si concretizza attraverso la partecipazione. Significativo in tal senso il gesto di Kirone, che chiede a Giove di graziare Prometeo in cambio della sua immortalità, per restituire all’umanità la possibilità di scegliere il proprio destino. Scintilla intelligente e dinamica del divino, destinata ad illuminare il buio dei diversi tempi che si susseguono nel percorso di vita dell’umanità e capace altresì di anticipare il sempre imminente ed incalzante futuro, quasi a trasformare la temporalità in eternità. Kirone è un essere saggio e autorevole, perfetto conoscitore della natura, delle sue leggi e della psiche umana, della quale si fa terapeuta, attraverso l’insegnamento e l’esempio, alla conoscenza di se stessi e della comunità. Ponte ideale tra il vecchio e il nuovo, Kirone è simile al momento in cui la luce e il buio creano l’attimo fermo, l’attimo in cui ciò che è invisibile appare e ciò che è visibile può scomparire. L’attimo in cui il cavallo Kirone diventa uomo ma anche il contrario. Archetipo del guaritore ferito, rappresenta le nostre fragilità, fisiche, emozionali, spirituali e al contempo la nostra guarigione, sfida a un “sistema globale” anestetizzante e falsamente “rassicurante” che sta avanzando. Il processo di guarigione dovrà pertanto affondare in radici profonde che l’individuo non potrà demandare a un semplice farmaco. Il caffè Kiron è simbolicamente ambientato in una striscia di confine tra Europa e Mediterraneo, tra Occidente e povertà, tra mondi senza transito e avventori, come Aiace, Achille, Aristeo, Asclepio, Atteone, Ceneo, Enea, Eracle, Fenice, Giasone, Oileo, Palamede, Peleo, Telamone, Teseo. Una commedia di danza, teatro e musica, un’ironia amara in cui Chirone, maestro di arti curative e saggezza, e Prometeo, colui che ha donato il fuoco agli uomini, riaprono il tema della scelta dell’Uomo e della sua volontà di vedere…ciò che non c’è.


http://www.oggiroma.it/eventi/rassegne/teatri-di-pietra-lazio/17934/

Teatri di Pietra Lazio Si apre il sipario sulla XVI edizione Dal 04/07/2015 al 02/08/2015

Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con oltre venti aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia Sicilia,, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e

l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma - XV Municipio. In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema classico e del mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra

gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e

Giancarlo Sammartano.


Diciassette gli appuntamenti previsti tra teatro, musica e danza, dislocati tra il suggestivo Anfiteatro di Sutri e l’incantevole Arco di Malborghetto, dal 4 Luglio al 2 Agosto. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto, “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. L’8 Luglio si terrà presso l’Area Archeologica di Malborghetto l’anteprima di Medea con Barbara De Rossi e la regia di Francesco Branchetti. L’11 Luglio andrà in scena a Sutri Esecuzione/Ifigenia, composizione vocale e ritmica di Miriam Palma, testo e regia di Lina Prosa; sempre l’11 Luglio a Malborghetto un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero, Concerto per Odysseo. Il 12 Luglio la Compagnia Nuda Veritas sarà a Malborghetto con Canto Scuro, di e con Giovanna Amarù. Il 16 Luglio a Sutri, Arte e Spettacolo Domovoj presentano Iliade – Le Lacrime di Achille, da Omero, Ovidio e Kleist, drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. Il 18 Luglio a Sutri l’appuntamento è con Il Persiano da Tito Maccio Plauto, regia di Giancarlo Sammartano. Il 19 Luglio a Malborghetto si parte per un viaggio fantastico con Anemos, regia e coreografie Mvula Sungani. Il 22 Luglio a Malborghetto la performance di Galatea Ranzi in Fedra diritto all’amore di Eva Cantarella. Il 23 Luglio a Sutri uno spettacolo di teatro-danza: Attacchi di Pane con la coreografia di Federica Galimberti. Il 26 Luglio a Malborghetto, in occasione del centenario dalla pubblicazione della Teoria delle Relatività Generale e nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO, andrà in scena Il Violino Realtivo – Albert Einstein e il segreto di Stradivari, con Riccardo Bàrbera e la regia di Paolo Pasquini. Sempre a Malborghetto il 29 Luglio il cavallo di battaglia di Tato Russo: Menecmi, due gemelli napoletani. Il 30 Luglio a Sutri e il 31 Luglio a Malborghetto, è la volta di Me Dea – Variazioni sul Mito con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e la straordinaria partecipazione di Hal Yamanouchi. La rassegna si conclude a Sutri con la Commedia di Dante, regia e drammaturgia di Paolo Pasquini: il 1 Agosto con Versus Dante, discesa nella Commedia dantesca; il 2 Agosto Dante Symphonia, forme d’acqua nella Commedia. Con il Patrocinio MiBac Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo Regione Lazio – Assessorato alla Cultura In collaborazione Per l’area Archeologica di Malborghetto – Roma Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Comune di Roma – XV Municipio Per l’Anfiteatro di Sutri – Viterbo Soprintendenza Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Città di Sutri Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio


Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra XVI EDIZIONE TEATRI DI PIETRA LAZIO ANFITEATRO DI SUTRI – Sutri (VT) PARCO ARCHEOLOGICO, ARCO DI MALBORGHETTO – Roma AL VIA LA XVI EDIZIONE DI TEATRI DI PIETRA LAZIO NEI SUGGESTIVI SITI DI SUTRI E MALBORGHETTO Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri

Si apre il sipario sulla XVI edizione Dal 04/07/2015 al 02/08/2015


http://binrome.com/eventi/da-menecmi menecmi-di-tato-russo-alla-fedra-di-eva-cantarella-ilil-violino-di-einstein-ele-lacrime-di-achille-teatri-di-pietra pietra-vara-la-xvi-edizione/

Da Menecmi di Tato Russo alla Fedra di Eva Cantarella. Il violino di Einstein e le Lacrime di Achille. Teatri di Pietra vara la XVI edizione By Leonardo Rossi

Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, ivo, con oltre venti aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito. In scena per la XVI edizione opere in cui il tema classico e del mito diventano diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea latea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio,


Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano. Diciassette gli appuntamenti previsti tra teatro, musica e danza, dislocati tra il suggestivo Anfiteatro di Sutri e l’incantevole Arco di Malborghetto, dal 4 Luglio al 2 Agosto. In ordine: Il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto, “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. L’8 Luglio si terrà presso l’Area Archeologica di Malborghetto l’anteprima di Medea con Barbara De Rossi e la regia di Francesco Branchetti. L’11 Luglio andrà in scena a Sutri Esecuzione/Ifigenia, composizione vocale e ritmica di Miriam Palma, testo e regia di Lina Prosa; sempre l’11 Luglio a Malborghetto un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero, Concerto per Odysseo. Il 12 Luglio la Compagnia Nuda Veritas sarà a Malborghetto con Canto Scuro, di e con Giovanna Amarù. Il 16 Luglio a Sutri, Arte e Spettacolo Domovoj presentano Iliade – Le Lacrime di Achille, da Omero, Ovidio e Kleist, drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. Il 18 Luglio a Sutri l’appuntamento è con Il Persiano da Tito Maccio Plauto, regia di Giancarlo Sammartano. Il 19 Luglio a Malborghetto si parte per un viaggio fantastico con Anemos, regia e coreografie Mvula Sungani. Il 22 Luglio a Malborghetto la performance di Galatea Ranzi in Fedra diritto all’amore di Eva Cantarella. Il 23 Luglio a Sutri uno spettacolo di teatro-danza: Attacchi di Pane con la coreografia di Federica Galimberti. Il 26 Luglio a Malborghetto, in occasione del centenario dalla pubblicazione della Teoria delle Relatività Generale e nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO, andrà in scena Il Violino Realtivo – Albert Einstein e il segreto di Stradivari, con Riccardo Bàrbera e la regia di Paolo Pasquini. Sempre a Malborghetto il 29 Luglio il cavallo di battaglia di Tato Russo: Menecmi, due gemelli napoletani. Il 30 Luglio a Sutri e il 31 Luglio a Malborghetto, è la volta di Me Dea – Variazioni sul Mito con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e la straordinaria partecipazione di Hal Yamanouchi. La rassegna si conclude a Sutri con la Commedia di Dante, regia e drammaturgia di Paolo Pasquini: il 1 Agosto con Versus Dante, discesa nella Commedia dantesca; il 2 Agosto Dante Symphonia, forme d’acqua nella Commedia.


http://www.teatrionline.com/2015/07/teatri-di-pietra-lazio-16-edizione/ FESTIVAL/RASSEGNA

Teatri di Pietra Lazio (16° (16° edizione) Dal 4 luglio al 2 agosto presso l'Arco di Malborghetto (RM) e l'Anfiteatro di Sutri (VT)

Ideazione e realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra ———

Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con oltre venti aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla

Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in

collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio

del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma – XV Municipio.


In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema classico e del mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano.

Diciassette gli appuntamenti previsti tra teatro, musica e danza, dislocati tra il suggestivo Anfiteatro di Sutri e l’incantevole Arco di Malborghetto, dal 4 Luglio al 2 Agosto. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglionell’Anfiteatro

di Sutri e

il 5

Luglio nell’Area

Archeologica

di Malborghetto, “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. L’8 Luglio si terrà presso l’Area Archeologica di Malborghetto l’anteprima di Medea con Barbara De Rossie la regia di Francesco Branchetti. L’11 Luglio andrà in scena a SutriEsecuzione/Ifigenia, composizione vocale e ritmica di Miriam Palma, testo e regia di Lina Prosa; sempre l’11 Luglio a Malborghetto un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero, Concerto per Odysseo. Il 12 Luglio la Compagnia Nuda Veritas sarà a Malborghetto con Canto Scuro, di e con Giovanna


Amarù. Il 16 Luglio a Sutri, Arte e Spettacolo Domovoj presentano Iliade – Le Lacrime di Achille, da Omero, Ovidio e Kleist, drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. Il18 Luglio a Sutri l’appuntamento è con Il Persiano da Tito Maccio Plauto, regia di Giancarlo Sammartano. Il 19 Luglio a Malborghetto si parte per un viaggio fantastico

conAnemos,

Luglio a Malborghetto la all’amore di Eva danza: Attacchi

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Luglio a Malborghetto, in occasione del centenario dalla pubblicazione della Teoria delle Relatività Generale e nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO, andrà in scena Il Violino Realtivo – Albert Einstein e il segreto di Stradivari,

con Riccardo

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di Paolo

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a Malborghetto il 29 Luglio il cavallo di battaglia di Tato Russo: Menecmi, due gemelli napoletani. Il 30 Luglio a Sutri e il 31 Luglio a Malborghetto, è la volta di Me Dea – Variazioni sul Mito con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e la straordinaria partecipazione di Hal Yamanouchi. La rassegna si conclude a Sutri con la Commedia di Dante, regia e drammaturgia di Paolo Pasquini: il 1 Agosto con Versus Dante, discesa nella Commedia dantesca; il 2 AgostoDante Symphonia, forme d’acqua nella Commedia. ———

Con il Patrocinio MiBac Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo Regione Lazio – Assessorato alla Cultura In collaborazione Per l’area Archeologica di Malborghetto – Roma Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma


Comune di Roma – XV Municipio Per l’Anfiteatro di Sutri – Viterbo Soprintendenza Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Città di Sutri ——— Dal 4 LUGLIO AL 2 AGOSTO 2015 – TEATRI DI PIETRA LAZIO Area Archeologica, Arco di Malborghetto – Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri – Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri ——— Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online ——— Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://www.corrieredellospettacolo.com/2015/07/teatri-di-pietra-lazio-16-anni-di-amore.html 01 luglio, 2015

TEATRI DI PIETRA LAZIO, 16 ANNI DI AMORE PER I CLASSICI

Manca davvero pochissimo alla nuova edizione di Teatri di Pietra Lazio, la straordinaria rassegna che, nell’Anfiteatro di Sutri (Viterbo) e nel Parco Archeologico di Malborghetto (Roma), dal 4 luglio al 2 agosto metterà in scena ben 17 spettacoli, in cui il tema classico e del mito diventano la chiave per approcciare la contemporaneità grazie alla magia del teatro. Luoghi suggestivi e pregni di storia, grandi compagnie e artisti di indiscusso valore allieteranno le serate di chi vorrà godere di rappresentazioni di grande qualità. La rassegna, diretta da Aurelio Gatti, annovera tra i suoi ospiti Maurizio Panici, Galatea Ranzi, Sebastiano Tringali, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maurizio Donadoni, Maria Rosaria Omaggio, Hal Hyamanouchi e Giancarlo Sammartano.


La manifestazione si svolgerà con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ed in collaborazione con: Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale; Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma; Regione Lazio – Assessorato alla Cultura; Città di Sutri; Comune di Roma – XV Municipio.

Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it / FB teatridipietra / Tel. Whatsapp 3279473893

Ufficio Stampa: Alma Daddario & Nicoletta Chiorri


http://www.romecentral.com/event/xvi-edizione-di-teatri-di-pietra-lazio-nei-suggestivi-siti-di-sutri-emalborghetto/

XVI EDIZIONE DI TEATRI DI PIETRA LAZIO NEI SUGGESTIVI SITI DI SUTRI E MALBORGHETTO luglio 4 @ 21:15 - agosto 2 @ 23:55

ANFITEATRO DI SUTRI – Sutri (VT)

PARCO ARCHEOLOGICO, ARCO DI MALBORGHETTO – Roma AL VIA LA XVI EDIZIONE DI TEATRI DI PIETRA LAZIO NEI SUGGESTIVI SITI DI SUTRI E MALBORGHETTO Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con oltre venti aree aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata daCircuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma – XV Municipio. In scena per la XVI edizione, edizione, opere in cui il tema classico e del mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e


valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano. Diciassette gli appuntamenti previsti tra teatro, musica e danza, dislocati tra il suggestivo Anfiteatro di Sutri e l’incantevole Arco di Malborghetto, dal 4 Luglio al 2 Agosto. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto, “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti.L’8 Luglio si terrà presso l’Area Archeologica di Malborghetto l’anteprima di Medea con Barbara De Rossi e la regia di Francesco Branchetti. L’11 Luglio andrà in scena a Sutri Esecuzione/Ifigenia, composizione vocale e ritmica di Miriam Palma, testo e regia di Lina Prosa; sempre l’11 Luglio a Malborghetto un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero,Concerto per Odysseo. Il 12 Luglio la Compagnia Nuda Veritas sarà a Malborghetto con Canto Scuro, di e con Giovanna Amarù. Il 16 Luglio a Sutri, Arte e Spettacolo Domovoj presentano Iliade – Le Lacrime di Achille, da Omero, Ovidio e Kleist, drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. Il 18 Luglio a Sutri l’appuntamento è con Il Persiano da Tito Maccio Plauto, regia di Giancarlo Sammartano. Il 19 Luglio a Malborghetto si parte per un viaggio fantastico con Anemos, regia e coreografie Mvula Sungani. Il 22 Luglio a Malborghetto la performance di Galatea Ranzi in Fedra diritto all’amore diEva Cantarella. Il 23 Luglio a Sutri uno spettacolo di teatrodanza: Attacchi di Pane con la coreografia di Federica Galimberti. Il 26 Luglio a Malborghetto, in occasione del centenario dalla pubblicazione della Teoria delle Relatività Generale e nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO, andrà in scena Il Violino Realtivo – Albert Einstein e il segreto di Stradivari, con Riccardo Bàrbera e la regia di Paolo Pasquini. Sempre a Malborghetto il 29 Luglio il cavallo di battaglia di Tato Russo: Menecmi, due gemelli napoletani. Il 30 Luglio a Sutri e il 31 Luglio aMalborghetto, è la volta di Me Dea – Variazioni sul Mito con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e la straordinaria partecipazione di Hal Yamanouchi. La rassegna si conclude a Sutri con la Commedia di Dante, regia e drammaturgia di Paolo Pasquini: il 1 Agosto con Versus Dante, discesa nella Commedia dantesca; il 2 Agosto Dante Symphonia, forme d’acqua nella Commedia.


http://eventiculturalimagazine.com/2015/07/02/teatri-di-pietra-lazio/

TEATRI DI PIETRA LAZIO Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con varie aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata daCircuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma perl’Arco di Malborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma – XV Municipio. In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema Classico e del Mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta daAurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e in replica il 5 Luglionell’Area Archeologica di Malborghetto, in prima nazionale “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. Ispirato al mito di Kirone il Centauro, metà cavallo e metà uomo, rappresenta la conciliazione tra la natura animale e quella umana. Giasone e Achille furono suoi allievi, a cui tra l’altro insegnò la saggezza, la bellezza e la medicina. Tuttavia la conoscenza di cui Kirone è Maestro, determina anche la consapevolezza del dolore, che accomuna i suoi allievi. Crudele sarà il destino che colpirà questo centauro buono, che per un errore di Ercole, sarà colpito da una freccia avvelenata, senza poter morire poiché immortale. La sincronicità mitologica e simbolica crea il parallelismo di questo Mito con quello di Prometeo, che si ritrova incatenato al Monte Caucaso, come punizione per aver donato il fuoco agli uomini. I due personaggi rappresentano entrambi la ribellione, la necessità di cambiamenti, l’innovazione e la libertà che si concretizza attraverso la partecipazione. Significativo in tal senso il gesto di Kirone, che chiede a Giove di graziare Prometeo in cambio della sua immortalità, per restituire all’umanità la possibilità di scegliere il proprio destino. Scintilla intelligente e dinamica del divino, destinata ad illuminare il buio dei diversi tempi che si susseguono nel percorso di vita dell’umanità e capace altresì di anticipare il sempre imminente ed incalzante futuro, quasi a trasformare la temporalità in eternità. Kirone è un essere saggio e autorevole, perfetto conoscitore della natura, delle sue leggi e della psiche umana, della quale si fa terapeuta, attraverso l’insegnamento e l’esempio, alla conoscenza di se stessi e della comunità. Ponte ideale tra il vecchio e il nuovo, Kirone è simile al momento in cui la luce e il buio creano l’attimo fermo, l’attimo in cui ciò che è invisibile appare e ciò che è visibile può scomparire. L’attimo in cui il cavallo Kirone diventa uomo ma anche il contrario. Archetipo del guaritore ferito, rappresenta le nostre fragilità, fisiche, emozionali, spirituali e al contempo la nostra guarigione, sfida a un “sistema globale” anestetizzante e falsamente “rassicurante” che sta avanzando. Il processo di guarigione dovrà pertanto affondare in radici profonde che l’individuo non potrà demandare a un semplice farmaco.


Il caffè Kiron è simbolicamente ambientato in una striscia di confine tra Europa e Mediterraneo, tra Occidente e povertà, tra mondi senza transito e avventori, come Aiace, Achille, Aristeo, Asclepio, Atteone, Ceneo, Enea, Eracle, Fenice, Giasone, Oileo, Palamede, Peleo, Telamone, Teseo. Una commedia di danza, teatro e musica, un’ironia amara in cui Chirone, maestro di arti curative e saggezza, e Prometeo, colui che ha donato il fuoco agli uomini, riaprono il tema della scelta dell’Uomo e della sua volontà di vedere…ciò che non c’è.

XVI EDIZIONE SABATO 4 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI (Viterbo) Replica DOMENICA 5 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, PARCO DI MALBORGHETTO (Roma) MDA Produzioni danza PRIMA NAZIONALE KIRON cafè Coreografia Aurelio Gatti Regia/Drammaturgia Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti Fonti: Senofonte, Ovidio, Dante Musiche originali e della tradizione popolare Marcello Fiorini


con Giuseppe Bersani, Carlotta Bruni, Monica Camilloni, Gabriella Cassarino, Marta Cirello, Tiziana D’Angelo, Eugenio Dura, Gipeto, Luna Marongiu, Rosa Merlino, e Mario Brancaccio – Sebastiano Tringali Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio

Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra

XVI EDIZIONE TEATRI DI PIETRA LAZIO Dal 4 LUGLIO AL 2 AGOSTO 2015 TEATRI DI PIETRA LAZIO Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri

Inizio spettacoli: h 21,15


Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri 347 2101290 – 338 4030991 segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


http://www.momentosera.it/articolo.php?id=31329

Kiron cafè con Sebastiano Tringali in Prima Nazionale il 4 Luglio a Sutri e in replica il 5 Luglio a Malborghetto - TEATRI DI PIETRA LAZIO 2015 In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema Classico e del Mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro... Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con varie aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma - XV Municipio. In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema Classico e del Mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e in replica il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto, in prima nazionale “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. Ispirato al mito di Kirone il Centauro, metà cavallo e metà uomo, rappresenta la conciliazione tra la natura animale e quella umana. Giasone e Achille furono suoi allievi, a cui tra l’altro insegnò la saggezza, la bellezza e la medicina. Tuttavia la conoscenza di cui Kirone è Maestro, determina anche la consapevolezza del dolore, che accomuna i suoi allievi. Crudele sarà il destino che colpirà questo centauro buono, che per un errore di Ercole, sarà colpito da una freccia avvelenata, senza poter morire poiché immortale. La sincronicità mitologica e simbolica crea il parallelismo di questo Mito con quello di Prometeo, che si ritrova incatenato al Monte Caucaso, come punizione per aver donato il fuoco agli uomini. I due personaggi rappresentano entrambi la ribellione, la necessità di cambiamenti, l’innovazione e la libertà che si concretizza attraverso la partecipazione. Significativo in tal senso il gesto di Kirone, che chiede a Giove di graziare Prometeo in cambio della sua immortalità, per restituire all’umanità la possibilità di scegliere il proprio destino. Scintilla intelligente e dinamica del divino, destinata ad illuminare il buio dei diversi tempi che si susseguono nel percorso di vita dell’umanità e capace altresì di anticipare il sempre imminente ed incalzante futuro, quasi a trasformare la temporalità in eternità. Kirone è un essere saggio e autorevole, perfetto conoscitore della natura, delle sue leggi e della psiche umana, della quale


si fa terapeuta, attraverso l’insegnamento e l’esempio, alla conoscenza di se stessi e della comunità. Ponte ideale tra il vecchio e il nuovo, Kirone è simile al momento in cui la luce e il buio creano l’attimo fermo, l’attimo in cui ciò che è invisibile appare e ciò che è visibile può scomparire. L’attimo in cui il cavallo Kirone diventa uomo ma anche il contrario. Archetipo del guaritore ferito, rappresenta le nostre fragilità, fisiche, emozionali, spirituali e al contempo la nostra guarigione, sfida a un “sistema globale” anestetizzante e falsamente “rassicurante” che sta avanzando. Il processo di guarigione dovrà pertanto affondare in radici profonde che l’individuo non potrà demandare a un semplice farmaco. Il caffè Kiron è simbolicamente ambientato in una striscia di confine tra Europa e Mediterraneo, tra Occidente e povertà, tra mondi senza transito e avventori, come Aiace, Achille, Aristeo, Asclepio, Atteone, Ceneo, Enea, Eracle, Fenice, Giasone, Oileo, Palamede, Peleo, Telamone, Teseo. Una commedia di danza, teatro e musica, un’ironia amara in cui Chirone, maestro di arti curative e saggezza, e Prometeo, colui che ha donato il fuoco agli uomini, riaprono il tema della scelta dell’Uomo e della sua volontà di vedere…ciò che non c’è. TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE SABATO 4 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI (Viterbo) Replica DOMENICA 5 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, PARCO DI MALBORGHETTO (Roma) MDA Produzioni danza PRIMA NAZIONALE KIRON cafè Coreografia Aurelio Gatti Regia/Drammaturgia Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti Fonti: Senofonte, Ovidio, Dante Musiche originali e della tradizione popolare Marcello Fiorini con Giuseppe Bersani, Carlotta Bruni, Monica Camilloni, Gabriella Cassarino, Marta Cirello, Tiziana D'Angelo, Eugenio Dura, Gipeto, Luna Marongiu, Rosa Merlino, e Mario Brancaccio - Sebastiano Tringali Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra XVI EDIZIONE TEATRI DI PIETRA LAZIO Dal 4 LUGLIO AL 2 AGOSTO 2015


TEATRI DI PIETRA LAZIO Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://binrome.com/eventi/teatri-di--pietra-lazio-apre-con-kiron-cafe-rivisitazione-del del-mito-in-chiavemoderna/

Teatri di Pietra Lazio apre con “Kiron Cafè”, rivisitazione del Mito in chiave moderna By Marina Bonifacio -

Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio con “Kiron Cafè”, in prima nazionale il 4 Luglio all’Anfiteatro di Sutri (Via Cassia direzione Viterbo), in replica il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto (Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano).


La rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali, attraverso lo spettacolo dal vivo, ha deciso di coinvolgere varie aree in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito. Ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in scena per laXVI edizione opere in cui il tema Classico e del Mito si fondono con il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta daAurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano.

Curato da Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti e ispirato al mito di Kirone il Centauro, metà cavallo e metà uomo, lo spettacolo rappresenta la conciliazione tra la natura animale e quella umana. Giasone e Achille furono


suoi allievi, a cui tra l’altro insegnò la saggezza, la bellezza e la medicina. Tuttavia la conoscenza di cui Kirone è Maestro, determina anche la consapevolezza del dolore, che accomuna i suoi allievi. Archetipo del guaritore ferito, rappresenta le nostre fragilità, fisiche, emozionali, spirituali e al contempo la nostra guarigione, sfida a un “sistema globale” anestetizzante e falsamente “rassicurante” che sta avanzando. Il processo di guarigione dovrà pertanto affondare in radici profonde che l’individuo non potrà demandare a un semplice farmaco. Il caffè Kiron è simbolicamente ambientato in una striscia di confine tra Europa e Mediterraneo, tra Occidente e povertà, tra mondi senza transito e avventori. Una commedia di danza, teatro e musica, un’ironia amara in cui Chirone, maestro di arti curative e saggezza, e Prometeo, colui che ha donato il fuoco agli uomini, riaprono il tema della scelta dell’Uomo e della sua volontà di vedere ciò che non c’è. Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it, su facebook: teatridipietra


http://www.newtuscia.it/interna.asp?idPag=75872

TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE SABATO 4 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI (VITERBO) REPLICA DOMENICA 5 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, PARCO DI MALBORGHETTO (ROMA)

02/07/2015 : 15:27 (NewTuscia) – SUTRI - Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con varie aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma XV Municipio. In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema Classico e del Mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti:Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano.


Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e in replica il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto, in prima nazionale “Kiron Cafè”per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. Ispirato al mito di Kirone il Centauro, metà cavallo e metà uomo, rappresenta la conciliazione tra la natura animale e quella umana. Giasone e Achille furono suoi allievi, a cui tra l’altro insegnò la saggezza, la bellezza e la medicina. Tuttavia la conoscenza di cui Kirone è Maestro, determina anche la consapevolezza del dolore, che accomuna i suoi allievi. Crudele sarà il destino che colpirà questo centauro buono, che per un errore di Ercole, sarà colpito da una freccia avvelenata, senza poter morire poiché immortale. La sincronicità mitologica e simbolica crea il parallelismo di questo Mito con quello di Prometeo, che si ritrova incatenato al Monte Caucaso, come punizione per aver donato il fuoco agli uomini. I due personaggi rappresentano entrambi la ribellione, la necessità di cambiamenti, l’innovazione e la libertà che si concretizza attraverso la partecipazione. Significativo in tal senso il gesto di Kirone, che chiede a Giove di graziare Prometeo in cambio della sua immortalità, per restituire all’umanità la possibilità di scegliere il proprio destino. Scintilla intelligente e dinamica del divino, destinata ad illuminare il buio dei diversi tempi che si susseguono nel percorso di vita dell’umanità e capace altresì di anticipare il sempre imminente ed incalzante futuro, quasi a trasformare la temporalità in eternità. Kirone è un essere saggio e autorevole, perfetto conoscitore della natura, delle sue leggi e della psiche umana, della quale si fa terapeuta, attraverso l’insegnamento e l’esempio, alla conoscenza di se stessi e della comunità. Ponte ideale tra il vecchio e il nuovo, Kirone è simile al momento in cui la luce e il buio creano l’attimo fermo, l’attimo in cui ciò che è invisibile appare e ciò che è visibile può scomparire. L’attimo in cui il cavallo Kirone diventa uomo ma anche il contrario. Archetipo del guaritore ferito, rappresenta le nostre fragilità, fisiche, emozionali, spirituali e al contempo la nostra guarigione, sfida a un “sistema globale” anestetizzante e falsamente “rassicurante” che sta avanzando. Il processo di guarigione dovrà pertanto affondare in radici profonde che l’individuo non potrà demandare a un semplice farmaco. Il caffè Kiron è simbolicamente ambientato in una striscia di confine tra Europa e Mediterraneo, tra Occidente e povertà, tra mondi senza transito e avventori, come Aiace, Achille, Aristeo, Asclepio, Atteone, Ceneo, Enea, Eracle, Fenice, Giasone, Oileo, Palamede, Peleo, Telamone, Teseo. Una commedia di danza, teatro e musica, un’ironia amara in cui Chirone, maestro di arti curative e saggezza, e Prometeo, colui che ha donato il fuoco agli uomini, riaprono il tema della scelta dell’Uomo e della sua volontà di vedere…ciò che non c’è.


http://www.ezrome.it/ultime-notizie/5001-teatri-di-pietra-lazio-kiron-cafe-sabato-4-luglio

TEATRI DI PIETRA LAZIO - Kiron Cafè sabato 4 luglio Scritto Da Conta Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con varie aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma - XV Municipio. In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema Classico e del Mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e in replica il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto, in prima nazionale “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. Ispirato al mito di Kirone il Centauro, metà cavallo e metà uomo, rappresenta la conciliazione tra la natura animale e quella umana. Giasone e Achille furono suoi allievi, a cui tra l’altro insegnò la saggezza, la bellezza e la medicina. Tuttavia la conoscenza di cui Kirone è Maestro, determina anche la consapevolezza del dolore, che accomuna i suoi allievi. Crudele sarà il destino che colpirà questo centauro buono, che per un errore di Ercole, sarà colpito da una freccia avvelenata, senza poter morire poiché immortale. La sincronicità mitologica e simbolica crea il parallelismo di questo Mito con quello di Prometeo, che si ritrova incatenato al Monte Caucaso, come punizione per aver donato il fuoco agli uomini. I due personaggi rappresentano entrambi la ribellione, la necessità di cambiamenti, l’innovazione e la libertà che si concretizza attraverso la partecipazione. Significativo in tal senso il gesto di Kirone, che chiede a Giove di graziare Prometeo in cambio della sua immortalità, per restituire all’umanità la possibilità di scegliere il proprio destino. Scintilla intelligente e dinamica del divino, destinata ad illuminare il buio dei diversi tempi che si susseguono nel percorso di vita dell’umanità e capace altresì di anticipare il sempre imminente ed incalzante futuro, quasi a trasformare la temporalità in eternità. Kirone è un essere saggio e autorevole, perfetto conoscitore della natura, delle sue leggi e della psiche umana, della quale si fa terapeuta, attraverso l’insegnamento e l’esempio, alla conoscenza di se stessi e della comunità. Ponte ideale tra il vecchio e il nuovo, Kirone è simile al momento in cui la luce e il buio creano l’attimo fermo, l’attimo in cui ciò che è invisibile appare e ciò che è visibile può scomparire. L’attimo in cui il cavallo Kirone diventa uomo ma anche il contrario. Archetipo del guaritore ferito, rappresenta le nostre fragilità, fisiche, emozionali, spirituali e al contempo la nostra


guarigione, sfida a un “sistema globale” anestetizzante e falsamente “rassicurante” che sta avanzando. Il processo di guarigione dovrà pertanto affondare in radici profonde che l’individuo non potrà demandare a un semplice farmaco. Il caffè Kiron è simbolicamente ambientato in una striscia di confine tra Europa e Mediterraneo, tra Occidente e povertà, tra mondi senza transito e avventori, come Aiace, Achille, Aristeo, Asclepio, Atteone, Ceneo, Enea, Eracle, Fenice, Giasone, Oileo, Palamede, Peleo, Telamone, Teseo. Una commedia di danza, teatro e musica, un’ironia amara in cui Chirone, maestro di arti curative e saggezza, e Prometeo, colui che ha donato il fuoco agli uomini, riaprono il tema della scelta dell’Uomo e della sua volontà di vedere…ciò che non c’è. TEATRI DI PIETRA LAZIO Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: tel. whatsapp 327 9473893


http://www.globalpress.it/2015/07/03/kiron-cafe-debutto-dei-teatri-di-pietra http://www.globalpress.it/2015/07/03/kiron pietra-del-lazio-nelsuggestivo-anfiteatro-di-sutri/

“KIRON CAFE'”, DEBUTTO DEI TEATRI DI PIETRA DEL LAZIO NEL SUGGESTIVO ANFITEATRO DI SUTRI IN TEATRO BY VITUS

SUTRI (Vt) – Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con varie aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Pentagono Produzioni, in


collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma – XV Municipio. In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema Classico e del Mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e in replica il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto, in prima nazionale “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. Ispirato al mito di Kirone il Centauro, metà cavallo e metà uomo, rappresenta la conciliazione tra la natura animale e quella umana. Giasone e Achille furono suoi allievi, a cui tra l’altro insegnò la saggezza, la bellezza e la medicina. Tuttavia la conoscenza di cui Kirone è Maestro, determina anche la consapevolezza del dolore, che accomuna i suoi allievi. Crudele sarà il destino che colpirà questo centauro buono, che per un errore di Ercole, sarà colpito da una freccia avvelenata, senza poter morire poiché immortale. La sincronicità mitologica e simbolica crea il parallelismo di questo Mito con quello di Prometeo, che si ritrova incatenato al Monte Caucaso, come punizione per aver donato il fuoco agli uomini. I due personaggi rappresentano entrambi la ribellione, la necessità di cambiamenti, l’innovazione e la libertà che si concretizza attraverso la partecipazione. Significativo in tal senso il gesto di Kirone, che chiede a Giove di graziare Prometeo in cambio della sua immortalità, per restituire all’umanità la possibilità di scegliere il proprio destino. Scintilla intelligente e dinamica del divino, destinata ad illuminare il buio dei diversi tempi che si susseguono nel percorso di vita dell’umanità e capace altresì di anticipare il sempre imminente ed incalzante futuro, quasi a trasformare la temporalità in eternità. Kirone è un essere saggio e autorevole, perfetto conoscitore della natura, delle sue leggi e della psiche umana, della quale si fa terapeuta, attraverso l’insegnamento e l’esempio, alla conoscenza di se stessi e della comunità. Ponte ideale tra il vecchio e il nuovo, Kirone è simile al momento in cui la luce e il buio creano l’attimo fermo, l’attimo in cui ciò che è invisibile appare e ciò che è visibile può scomparire. L’attimo in cui il cavallo Kirone diventa uomo ma anche il contrario. Archetipo del guaritore ferito, rappresenta le nostre fragilità, fisiche, emozionali, spirituali e al contempo la nostra guarigione, sfida a un “sistema globale” anestetizzante e falsamente “rassicurante” che sta avanzando. Il processo di guarigione dovrà pertanto affondare in radici profonde che l’individuo non potrà demandare a un semplice farmaco.


Il caffè Kiron è simbolicamente ambientato in una striscia di confine tra Europa e Mediterraneo, tra Occidente e povertà, tra mondi senza transito e avventori, come Aiace, Achille, Aristeo, Asclepio, Atteone, Ceneo, Enea, Eracle, Fenice, Giasone, Oileo, Palamede, Peleo, Telamone, Teseo. Una commedia di danza, teatro e musica, un’ironia amara in cui Chirone, maestro di arti curative e saggezza, e Prometeo, colui che ha donato il fuoco agli uomini, riaprono il tema della scelta dell’Uomo e della sua volontà di vedere…ciò che non c’è. TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE SABATO 4 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI (Viterbo) Replica DOMENICA 5 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, PARCO DI MALBORGHETTO (Roma) MDA Produzioni danza PRIMA NAZIONALE KIRON cafè Coreografia Aurelio Gatti Regia/Drammaturgia Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti Fonti: Senofonte, Ovidio, Dante Musiche originali e della tradizione popolare Marcello Fiorini con Giuseppe Bersani, Carlotta Bruni, Monica Camilloni, Gabriella Cassarino, Marta Cirello, Tiziana D’Angelo, Eugenio Dura, Gipeto, Luna Marongiu, Rosa Merlino, e Mario Brancaccio – Sebastiano Tringali

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra

XVI EDIZIONE TEATRI DI PIETRA LAZIO Dal 4 LUGLIO AL 2 AGOSTO 2015 TEATRI DI PIETRA LAZIO


Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri 347 2101290 – 338 4030991 segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


http://www.vocespettacolo.com/2015/07/03/teatri-di-pietra-lazio-xvi-edizione/

TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE luglio 3, 2015 Vito NicolettiEvents / TheatreNo Comments

TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE SABATO 4 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI (Viterbo) Replica DOMENICA 5 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, PARCO DI MALBORGHETTO (Roma) MDA Produzioni danza PRIMA NAZIONALE KIRON cafè


Coreografia Aurelio Gatti Regia/Drammaturgia Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti Fonti: Senofonte, Ovidio, Dante Musiche originali e della tradizione popolare Marcello Fiorini con Giuseppe Bersani, Carlotta Bruni, Monica Camilloni, Gabriella Cassarino, Marta Cirello, Tiziana D’Angelo, Eugenio Dura, Gipeto, Luna Marongiu, Rosa Merlino, e Mario Brancaccio – Sebastiano Tringali Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con varie aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma – XV Municipio. In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema Classico e del Mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e in replica il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto, in prima nazionale “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. Ispirato al mito di Kirone il Centauro, metà cavallo e metà uomo, rappresenta la conciliazione tra la natura animale e quella umana. Giasone e Achille furono suoi allievi, a cui tra


l’altro insegnò la saggezza, la bellezza e la medicina. Tuttavia la conoscenza di cui Kirone è Maestro, determina anche la consapevolezza del dolore, che accomuna i suoi allievi. Crudele sarà il destino che colpirà questo centauro buono, che per un errore di Ercole, sarà colpito da una freccia avvelenata, senza poter morire poiché immortale. La sincronicità mitologica e simbolica crea il parallelismo di questo Mito con quello di Prometeo, che si ritrova incatenato al Monte Caucaso, come punizione per aver donato il fuoco agli uomini. I due personaggi rappresentano entrambi la ribellione, la necessità di cambiamenti, l’innovazione e la libertà che si concretizza attraverso la partecipazione. Significativo in tal senso il gesto di Kirone, che chiede a Giove di graziare Prometeo in cambio della sua immortalità, per restituire all’umanità la possibilità di scegliere il proprio destino. Scintilla intelligente e dinamica del divino, destinata ad illuminare il buio dei diversi tempi che si susseguono nel percorso di vita dell’umanità e capace altresì di anticipare il sempre imminente ed incalzante futuro, quasi a trasformare la temporalità in eternità. Kirone è un essere saggio e autorevole, perfetto conoscitore della natura, delle sue leggi e della psiche umana, della quale si fa terapeuta, attraverso l’insegnamento e l’esempio, alla conoscenza di se stessi e della comunità. Ponte ideale tra il vecchio e il nuovo, Kirone è simile al momento in cui la luce e il buio creano l’attimo fermo, l’attimo in cui ciò che è invisibile appare e ciò che è visibile può scomparire. L’attimo in cui il cavallo Kirone diventa uomo ma anche il contrario. Archetipo del guaritore ferito, rappresenta le nostre fragilità, fisiche, emozionali, spirituali e al contempo la nostra guarigione, sfida a un “sistema globale” anestetizzante e falsamente “rassicurante” che sta avanzando. Il processo di guarigione dovrà pertanto affondare in radici profonde che l’individuo non potrà demandare a un semplice farmaco. Il caffè Kiron è simbolicamente ambientato in una striscia di confine tra Europa e Mediterraneo, tra Occidente e povertà, tra mondi senza transito e avventori, come Aiace, Achille, Aristeo, Asclepio, Atteone, Ceneo, Enea, Eracle, Fenice, Giasone, Oileo, Palamede, Peleo, Telamone, Teseo. Una commedia di danza, teatro e musica, un’ironia amara in cui Chirone, maestro di arti curative e saggezza, e Prometeo, colui che ha donato il fuoco agli uomini, riaprono il tema della scelta dell’Uomo e della sua volontà di vedere…ciò che non c’è. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio


Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra XVI EDIZIONE TEATRI DI PIETRA LAZIO Dal 4 LUGLIO AL 2 AGOSTO 2015 TEATRI DI PIETRA LAZIO Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://www.mediaesipario.it/index.php/sipario/756-con-kiron-cafe-si-apre-la-stagione-2015di-teatri-di-pietra-lazio

Con Kiron Cafè si apre la stagione 2015 di Teatri di Pietra Lazio 03 LUGLIO 2015

E' una prima nazionale, "Kiron Cafè", sabato 4 luglio a Sutri e domenica 5 a Malborghetto, coreografia di Aurelio Gatti che firma - assieme a Sebastiano Tringali - anche regia e drammaturgia SUTRI - Ispirato al mito di Kirone il Centauro, metà cavallo e metà uomo, conciliazione tra la natura animale e quella umana, Kirone è Maestro di conoscenza. Il caffè Kiron è simbolicamente ambientato in una striscia di confine tra Europa e Mediterraneo, tra Occidente e povertà, tra mondi senza transito e avventori. Una commedia di danza, teatro e musica, un’ironia amara in cui Chirone, maestro di arti curative e saggezza, e Prometeo, colui che ha donato il fuoco agli uomini, riaprono il tema della scelta dell’Uomo e della sua volontà di vedere…ciò che non c’è.


http://www.tusciaup.com/teatri-di-pietra-lazio-apre-lanfiteatro-di-sutri/29265

Teatri di Pietra Lazio, apre l’Anfiteatro di Sutri Una vera chicca. Si apre il sipario sulla rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con varie aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma – XV Municipio. In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema Classico e del Mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e in replica il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto, in prima nazionale “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. Ispirato al mito di Kirone il Centauro, metà cavallo e metà uomo, rappresenta la conciliazione tra la natura animale e quella umana. Giasone e Achille furono


suoi allievi, a cui tra l’altro insegnò la saggezza, la bellezza e la medicina. Tuttavia la conoscenza di cui Kirone è Maestro, determina anche la consapevolezza del dolore, che accomuna i suoi allievi. Crudele sarà il destino che colpirà questo centauro buono, che per un errore di Ercole, sarà colpito da una freccia avvelenata, senza poter morire poiché immortale. La sincronicità mitologica e simbolica crea il parallelismo di questo Mito con quello di Prometeo, che si ritrova incatenato al Monte Caucaso, come punizione per aver donato il fuoco agli uomini. I due personaggi rappresentano entrambi la ribellione, la necessità di cambiamenti, l’innovazione e la libertà che si concretizza attraverso la partecipazione. Significativo in tal senso il gesto di Kirone, che chiede a Giove di graziare Prometeo in cambio della sua immortalità, per restituire all’umanità la possibilità di scegliere il proprio destino. Scintilla intelligente e dinamica del divino, destinata ad illuminare il buio dei diversi tempi che si susseguono nel percorso di vita dell’umanità e capace altresì di anticipare il sempre imminente ed incalzante futuro, quasi a trasformare la temporalità in eternità. Kirone è un essere saggio e autorevole, perfetto conoscitore della natura, delle sue leggi e della psiche umana, della quale si fa terapeuta, attraverso l’insegnamento e l’esempio, alla conoscenza di se stessi e della comunità. Ponte ideale tra il vecchio e il nuovo, Kirone è simile al momento in cui la luce e il buio creano l’attimo fermo, l’attimo in cui ciò che è invisibile appare e ciò che è visibile può scomparire. L’attimo in cui il cavallo Kirone diventa uomo ma anche il contrario. Archetipo del guaritore ferito, rappresenta le nostre fragilità, fisiche, emozionali, spirituali e al contempo la nostra guarigione, sfida a un “sistema globale” anestetizzante e falsamente “rassicurante” che sta avanzando. Il processo di guarigione dovrà pertanto affondare in radici profonde che l’individuo non potrà demandare a un semplice farmaco. Il caffè Kiron è simbolicamente ambientato in una striscia di confine tra Europa e Mediterraneo, tra Occidente e povertà, tra mondi senza transito e avventori, come Aiace, Achille, Aristeo, Asclepio, Atteone, Ceneo, Enea, Eracle, Fenice, Giasone, Oileo, Palamede, Peleo, Telamone, Teseo. Una commedia di danza, teatro e musica, un’ironia amara in cui Chirone, maestro di arti curative e saggezza, e Prometeo, colui che ha donato il fuoco agli uomini, riaprono il tema della scelta dell’Uomo e della sua volontà di vedere…ciò che non c’è. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra.


http://iltaccodibacco.it/friuliveneziagiulia/eventi/135782.html Domenica 5 luglio 2015 Malborghetto

KIRON cafè TEATRO E DANZA

TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE SABATO 4 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI (Viterbo) Replica DOMENICA 5 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, PARCO DI MALBORGHETTO (Roma)


MDA Produzioni danza PRIMA NAZIONALE KIRON cafè Coreografia Aurelio Gatti Regia/Drammaturgia Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti Fonti: Senofonte, Ovidio, Dante Musiche originali e della tradizione popolare Marcello Fiorini con Giuseppe Bersani, Carlotta Bruni, Monica Camilloni, Gabriella Cassarino, Marta Cirello, Tiziana D'Angelo, Eugenio Dura, Gipeto, Luna Marongiu, Rosa Merlino, e Mario Brancaccio - Sebastiano Tringali Si apre il sipario sulla nuova edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio: la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con varie aree coinvolte in diverse regioni, dalla Toscana alla Sicilia, che ospiteranno gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma - XV Municipio. In scena per la XVI edizione, opere in cui il tema Classico e del Mito diventano “materia sensibile” per approcciare il contemporaneo attraverso il rito del teatro. Un percorso che unisce arte, cultura, storia e paesaggio, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico italiano, grazie anche al contributo di enti pubblici e privati. La fruizione del luogo si accompagna ad una rinascita dell’idea di comunità, come rete di persone unite nella condivisione di pensieri e ideali. Una proposta diversificata e la presenza di alcune tra le compagnie più rappresentative e artisti di rilievo internazionale, confermano la rassegna come una tra le più propositive e interessanti della stagione. Tra gli ospiti della kermesse, diretta da Aurelio Gatti: Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano. Ad inaugurare la nuova edizione, il 4 Luglio nell’Anfiteatro di Sutri e in replica il 5 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto, in prima nazionale “Kiron Cafè” per la drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti. Ispirato al mito di Kirone il Centauro, metà cavallo e metà uomo, rappresenta la conciliazione tra la natura animale e quella umana. Giasone e Achille furono suoi allievi, a cui tra l’altro insegnò la saggezza, la bellezza e la medicina. Tuttavia la conoscenza di cui Kirone è Maestro, determina anche la consapevolezza del dolore, che accomuna i suoi allievi. Crudele sarà il destino che colpirà questo centauro buono, che per un errore di Ercole, sarà colpito da una freccia avvelenata, senza poter morire poiché immortale. La sincronicità mitologica e simbolica crea il parallelismo di questo Mito con quello di Prometeo, che si ritrova incatenato al Monte Caucaso, come punizione per aver donato il fuoco agli uomini. I due personaggi rappresentano entrambi la ribellione, la necessità di cambiamenti, l’innovazione e la libertà che si concretizza attraverso la partecipazione. Significativo in tal senso il gesto di Kirone, che chiede a Giove di graziare Prometeo in cambio della sua immortalità, per restituire all’umanità la possibilità di scegliere il proprio destino. Scintilla intelligente e dinamica del divino,


destinata ad illuminare il buio dei diversi tempi che si susseguono nel percorso di vita dell’umanità e capace altresì di anticipare il sempre imminente ed incalzante futuro, quasi a trasformare la temporalità in eternità. Kirone è un essere saggio e autorevole, perfetto conoscitore della natura, delle sue leggi e della psiche umana, della quale si fa terapeuta, attraverso l’insegnamento e l’esempio, alla conoscenza di se stessi e della comunità. Ponte ideale tra il vecchio e il nuovo, Kirone è simile al momento in cui la luce e il buio creano l’attimo fermo, l’attimo in cui ciò che è invisibile appare e ciò che è visibile può scomparire. L’attimo in cui il cavallo Kirone diventa uomo ma anche il contrario. Archetipo del guaritore ferito, rappresenta le nostre fragilità, fisiche, emozionali, spirituali e al contempo la nostra guarigione, sfida a un “sistema globale” anestetizzante e falsamente “rassicurante” che sta avanzando. Il processo di guarigione dovrà pertanto affondare in radici profonde che l’individuo non potrà demandare a un semplice farmaco. Il caffè Kiron è simbolicamente ambientato in una striscia di confine tra Europa e Mediterraneo, tra Occidente e povertà, tra mondi senza transito e avventori, come Aiace, Achille, Aristeo, Asclepio, Atteone, Ceneo, Enea, Eracle, Fenice, Giasone, Oileo, Palamede, Peleo, Telamone, Teseo. Una commedia di danza, teatro e musica, un’ironia amara in cui Chirone, maestro di arti curative e saggezza, e Prometeo, colui che ha donato il fuoco agli uomini, riaprono il tema della scelta dell’Uomo e della sua volontà di vedere…ciò che non c’è.

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra XVI EDIZIONE TEATRI DI PIETRA LAZIO Dal 4 LUGLIO AL 2 AGOSTO 2015

TEATRI DI PIETRA LAZIO Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online


OCCHIOCHE.it IL QUOTIDIANO ONLINE DI ROMA E LITORALE http://www.occhioche.it/news.php?nid=10660

MEDEA CON BARBARA DE ROSSI Mercoledì 8 luglio in anteprima nazionale per la XVI edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio Nell’ambito della XVI edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, l’8 Luglio 2015, presso la suggestiva Area Archeologica di Malborghetto, andrà in scena in anteprima nazionale Medea del drammaturgo francese Jean Anouilh, con la traduzione di Giulio Cesare Castello e la regia di Francesco Branchetti. Barbara De Rossi torna sul palcoscenico in uno dei ruoli più interessanti e controversi della mitologia greca. Nella versione di Jean Anouilh, il personaggio di Medea è attualizzato nella passione totalizzante, vissuta con drammatica estremizzazione da una donna che rappresenta il controverso rapporto tra un femminile e un maschile prevaricante, sia in campo affettivo che sociale. Giasone oltre a essere l’uomo amato rappresenta un contesto culturale e sociale, che tiene in poca considerazione il sentimento, e anche nei rapporti personali scende a patti con il potere. Medea di contro è “l’altro da se”, la purezza e la schiettezza dei sentimenti che non scende a compromessi, in bilico tra la difficoltà e la consapevolezza di una solitudine, vissuta da “ospite e straniera”. Il gesto estremo di Medea nel dramma qui rappresentato è simbolico. Pur nella sua crudeltà, il gesto estremo di Medea è un atto di denuncia per la sofferenza estrema data dall’emarginazione. Note di regia “Mettere in scena oggi Medea di Jean Anouilh significa non solo rendere omaggio ad uno dei più grandi autori del teatro francese del Novecento, ma anche e soprattutto riscoprire un testo straordinario da ogni punto di vista, un testo in cui regna un personaggio come quello di Medea dalla enorme forza tragica, nella sua solitudine straziante, nella sua sensualità dolorosa, nella sua disperazione, nel suo essere travolta da un sentimento incontrollabile e nella sua rivolta alle regole. La Medea di Anouilh ha una struttura drammaturgica molto forte e caratteristiche specifiche ed originali che la rendono unica ed è stato questo ad affascinarmi. In pochi testi come in questo ho trovato la perfezione della drammaturgia unirsi alla costruzione di personaggi teatrali dalla potenza tragica strepitosa e ad un’indagine psicologica straordinaria, la regia e lo spettacolo tenteranno di restituire al testo questa forza e questa grandissima capacità di indagare l’animo umano e le sue complessità”.


http://eventiculturalimagazine.com/2015/07/06/medea-3/

MEDEA Nell’ambito della XVI edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, l’8 Luglio 2015, presso la suggestiva Area Archeologica di Malborghetto, andrà in scena in anteprima nazionale Medea del drammaturgo francese Jean Anouilh, con la traduzione di Giulio Cesare Castello e la regia di Francesco Branchetti. Barbara De Rossi torna sul palcoscenico in uno dei ruoli più interessanti e controversi della mitologia greca. Nella versione di Jean Anouilh, il personaggio di Medea è attualizzato nella passione totalizzante, vissuta con drammatica estremizzazione da una donna che rappresenta il controverso rapporto tra un femminile e un maschile prevaricante, sia in campo affettivo che sociale. Giasone oltre a essere l’uomo amato rappresenta un contesto culturale e sociale, che tiene in poca considerazione il sentimento, e anche nei rapporti personali scende a patti con il potere. Medea di contro è “l’altro da se”, la purezza e la schiettezza dei sentimenti che non scende a compromessi, in bilico tra la difficoltà e la consapevolezza di una solitudine, vissuta da “ospite e straniera”. Il gesto estremo di Medea nel dramma qui rappresentato è simbolico. Pur nella sua crudeltà, il gesto estremo di Medea è un atto di denuncia per la sofferenza estrema data dall’emarginazione.

Note di regia “Mettere in scena oggi Medea di Jean Anouilh significa non solo rendere omaggio ad uno dei più grandi autori del teatro francese del Novecento, ma anche e soprattutto riscoprire un testo straordinario da ogni punto di vista, un testo in cui regna un personaggio come quello di Medea dalla enorme forza tragica, nella sua solitudine straziante, nella sua sensualità dolorosa, nella sua disperazione, nel suo essere travolta da un sentimento incontrollabile e nella sua rivolta alle regole. La Medea di Anouilh ha una struttura drammaturgica molto forte e caratteristiche specifiche ed originali che la rendono unica ed è stato questo ad affascinarmi. In pochi testi come in questo ho trovato la perfezione della drammaturgia unirsi alla costruzione di personaggi teatrali dalla potenza tragica strepitosa e ad un’indagine psicologica straordinaria, la regia e lo spettacolo tenteranno di restituire al testo questa forza e questa grandissima capacità di indagare l’animo umano e le sue complessità”. AREA ARCHEOLOGICA, PARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Teatro Garage


di Jean Anouilh Traduzione di Giulio Cesare Castello con Barbara De Rossi Tatiana Winteler, Carlo Caprioli, Lorenzo Costa,Fabio Fiori regia Francesco Branchetti musiche Pino Cangialosi scene e costumi Clara Surro Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio

Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra

XVI EDIZIONE TEATRI DI PIETRA LAZIO Dal 4 LUGLIO AL 2 AGOSTO 2015

TEATRI DI PIETRA LAZIO Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano


Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri

Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893

UFFICIO STAMPA TEATRI DI PIETRA LAZIO Alma Daddario & Nicoletta Chiorri 347 2101290 – 338 4030991 segreteria@eventsandevents.it http://www.eventsandevents.it


http://www.momentosera.it/articolo.php?id=31394

Barbara De Rossi torna a teatro con MEDEA di Jean Anouilh In anteprima l'8 Luglio nell'Area Archeologica di Malborghetto (Roma) - TEATRI DI PIETRA LAZIO 2015 Nell’ambito della XVI edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, l’8 Luglio 2015, presso la suggestiva Area Archeologica di Malborghetto, andrà in scena in anteprima nazionale Medea del drammaturgo francese Jean Anouilh, con la traduzione di Giulio Cesare Castello e la regia di Francesco Branchetti. Barbara De Rossi torna sul palcoscenico in uno dei ruoli più interessanti e controversi della mitologia greca. Nella versione di Jean Anouilh, il personaggio di Medea è attualizzato nella passione totalizzante, vissuta con drammatica estremizzazione da una donna che rappresenta il controverso rapporto tra un femminile e un maschile prevaricante, sia in campo affettivo che sociale. Giasone oltre a essere l’uomo amato rappresenta un contesto culturale e sociale, che tiene in poca considerazione il sentimento, e anche nei rapporti personali scende a patti con il potere. Medea di contro è “l’altro da se”, la purezza e la schiettezza dei sentimenti che non scende a compromessi, in bilico tra la difficoltà e la consapevolezza di una solitudine, vissuta da “ospite e straniera”. Il gesto estremo di Medea nel dramma qui rappresentato è simbolico. Pur nella sua crudeltà, il gesto estremo di Medea è un atto di denuncia per la sofferenza estrema data dall’emarginazione. Note di regia “Mettere in scena oggi Medea di Jean Anouilh significa non solo rendere omaggio ad uno dei più grandi autori del teatro francese del Novecento, ma anche e soprattutto riscoprire un testo straordinario da ogni punto di vista, un testo in cui regna un personaggio come quello di Medea dalla enorme forza tragica, nella sua solitudine straziante, nella sua sensualità dolorosa, nella sua disperazione, nel suo essere travolta da un sentimento incontrollabile e nella sua rivolta alle regole. La Medea di Anouilh ha una struttura drammaturgica molto forte e caratteristiche specifiche ed originali che la rendono unica ed è stato questo ad affascinarmi. In pochi testi come in questo ho trovato la perfezione della drammaturgia unirsi alla costruzione di personaggi teatrali dalla potenza tragica strepitosa e ad un’indagine psicologica straordinaria, la regia e lo spettacolo tenteranno di restituire al testo questa forza e questa grandissima capacità di indagare l’animo umano e le sue complessità”. Teatro Garage MEDEA di Jean Anouilh Traduzione di Giulio Cesare Castello con Barbara De Rossi Tatiana Winteler, Carlo Caprioli, Lorenzo Costa,Fabio Fiori regia Francesco Branchetti musiche Pino Cangialosi scene e costumi Clara Surro


TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE ANTEPRIMA MERCOLEDI’ 8 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, PARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra XVI EDIZIONE TEATRI DI PIETRA LAZIO Dal 4 LUGLIO AL 2 AGOSTO 2015 TEATRI DI PIETRA LAZIO Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 UFFICIO STAMPA TEATRI DI PIETRA LAZIO Alma Daddario & Nicoletta Chiorri 347 2101290 – 338 4030991 segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


http://www.mediaesipario.it/index.php/sipario/756-a-teatri-di-pietra-lazio-medea-con-barbara-de-rossi

A Teatri di Pietra Lazio, Medea con Barbara De Rossi 06 LUGLIO 2015

In scena - in anteprima nazionale - mercoledì 8 luglio nell'area archeologica di Malborghetto (Via Flaminia km 19,4 a Roma) uno dei ruoli più interessanti della mitologia greca: "Medea" di Jean Anouilh SIPARIO - Nella versione di Jean Anouilh, il personaggio di Medea è attualizzato nella passione totalizzante, vissuta con estremizzazione da una donna che rappresenta il controverso rapporto tra un femminile e un maschile prevaricante, sia in campo affettivo che sociale. Giasone oltre a essere l’uomo amato rappresenta un contesto culturale e sociale, che tiene in poca considerazione il sentimento, e anche nei rapporti personali scende a patti con il potere. Medea di contro è “l’altro da se”, la purezza e la schiettezza dei sentimenti che non scende a compromessi, in bilico tra la difficoltà e la consapevolezza di una solitudine, vissuta da “ospite e straniera”. Il gesto estremo di Medea nel dramma qui rappresentato è simbolico. Pur nella sua crudeltà, il gesto è un atto di denuncia per la sofferenza estrema data dall’emarginazione. Traduzione di Giulio Cesare Castello, regia di Francesco Branchetti.


http://www.tusciatimes.eu/?p=92924

TEATRI DI PIETRA LAZIO, LAZ IO, L’8 LUGLIO MEDEA CON BAR BARBARA BARA DE ROSSI

ROMA – Nell’ambito della XVI edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, l’8 Luglio 2015, presso la suggestiva Area Archeologica di Malborghetto, andrà in scena in anteprima nazionale Medea del drammaturgo francese Jean Anouilh, con la traduzione di Giulio Cesare Castello e la regia di Francesco Branchetti. Barbara De Rossi torna sul palcoscenico in uno dei ruoli più interessanti interessanti e controversi della mitologia greca.

Barbara De Rossi


Nella versione di Jean Anouilh, il personaggio di Medea è attualizzato nella passione totalizzante, vissuta con drammatica estremizzazione da una donna che rappresenta il controverso rapporto tra un femminile e un maschile prevaricante, sia in campo affettivo che sociale. Giasone oltre a essere l’uomo amato rappresenta un contesto culturale e sociale, che tiene in poca considerazione il sentimento, e anche nei rapporti personali scende a patti con il potere. Medea di contro è “l’altro da se”, la purezza e la schiettezza dei sentimenti che non scende a compromessi, in bilico tra la difficoltà e la consapevolezza di una solitudine, vissuta da “ospite e straniera”. Il gesto estremo di Medea nel dramma qui rappresentato è simbolico. Pur nella sua crudeltà, il gesto estremo di Medea è un atto di denuncia per la sofferenza estrema data dall’emarginazione. Note di regia “Mettere in scena oggi Medea di Jean Anouilh significa non solo rendere omaggio ad uno dei più grandi autori del teatro francese del Novecento, ma anche e soprattutto riscoprire un testo straordinario da ogni punto di vista, un testo in cui regna un personaggio come quello di Medea dalla enorme forza tragica, nella sua solitudine straziante, nella sua sensualità dolorosa, nella sua disperazione, nel suo essere travolta da un sentimento incontrollabile e nella sua rivolta alle regole. La Medea di Anouilh ha una struttura drammaturgica molto forte e caratteristiche specifiche ed originali che la rendono unica ed è stato questo ad affascinarmi. In pochi testi come in questo ho trovato la perfezione della drammaturgia unirsi alla costruzione di personaggi teatrali dalla potenza tragica strepitosa e ad un’indagine psicologica straordinaria, la regia e lo spettacolo tenteranno di restituire al testo questa forza e questa grandissima capacità di indagare l’animo umano e le sue complessità”.

XVI EDIZIONE TEATRI DI PIETRA LAZIO Dal 4 LUGLIO AL 2 AGOSTO 2015 Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri

Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online

Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://www.globalpress.it/2015/07/06/medea-con-barbara-de-rossi-nella-suggestiva-area-archeologico-dimalborghetto/

“MEDEA” CON BARBARA DE ROSSI, NELLA SUGGESTIVA AREA ARCHEOLOGICA DI MALBORGHETTO

BY VITUS

MALBORGHETTO – Nell’ambito della XVI edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, l’8 Luglio 2015, presso la suggestiva Area Archeologica di Malborghetto, andrà in scena in anteprima nazionale Medea del drammaturgo francese Jean Anouilh, con la traduzione di Giulio Cesare Castello e la regia di Francesco Branchetti. Barbara De Rossi torna sul palcoscenico in uno dei ruoli più interessanti e controversi della mitologia greca.


Nella versione di Jean Anouilh, il personaggio di Medea è attualizzato nella passione totalizzante, vissuta con drammatica estremizzazione da una donna che rappresenta il controverso rapporto tra un femminile e un maschile prevaricante, sia in campo affettivo che sociale. Giasone oltre a essere l’uomo amato rappresenta un contesto culturale e sociale, che tiene in poca considerazione il sentimento, e anche nei rapporti personali scende a patti con il potere. Medea di contro è “l’altro da se”, la purezza e la schiettezza dei sentimenti che non scende a compromessi, in bilico tra la difficoltà e la consapevolezza di una solitudine, vissuta da “ospite e straniera”. Il gesto estremo di Medea nel dramma qui rappresentato è simbolico. Pur nella sua crudeltà, il gesto estremo di Medea è un atto di denuncia per la sofferenza estrema data dall’emarginazione. Note di regia “Mettere in scena oggi Medea di Jean Anouilh significa non solo rendere omaggio ad uno dei più grandi autori del teatro francese del Novecento, ma anche e soprattutto riscoprire un testo straordinario da ogni punto di vista, un testo in cui regna un personaggio come quello di Medea dalla enorme forza tragica, nella sua solitudine straziante, nella sua sensualità dolorosa, nella sua disperazione, nel suo essere travolta da un sentimento incontrollabile e nella sua rivolta alle regole. La Medea di Anouilh ha una struttura drammaturgica molto forte e caratteristiche specifiche ed originali che la rendono unica ed è stato questo ad affascinarmi. In pochi testi come in questo ho trovato la perfezione della drammaturgia unirsi alla costruzione di personaggi teatrali dalla potenza tragica strepitosa e ad un’indagine psicologica straordinaria, la regia e lo spettacolo tenteranno di restituire al testo questa forza e questa grandissima capacità di indagare l’animo umano e le sue complessità”.

Teatro Garage MEDEA di Jean Anouilh Traduzione di Giulio Cesare Castello con Barbara De Rossi Tatiana Winteler, Carlo Caprioli, Lorenzo Costa,Fabio Fiori regia Francesco Branchetti musiche Pino Cangialosi scene e costumi Clara Surro

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio


Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra XVI EDIZIONE TEATRI DI PIETRA LAZIO Dal 4 LUGLIO AL 2 AGOSTO 2015 TEATRI DI PIETRA LAZIO Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 UFFICIO STAMPA TEATRI DI PIETRA LAZIO Alma Daddario & Nicoletta Chiorri 347 2101290 – 338 4030991 segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


http://www.abitarearoma.net/barbara-de-rossi-in-medea-l8-luglio-nellarea-archeologica-dimalborghetto/

Barbara De Rossi in Medea, l’8 luglio 2015 nell’Area Archeologica di Malborghetto Redazione - 6 luglio 2015

Nell’ambito della XVI edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, l’8 Luglio 2015, presso la suggestiva Area Archeologica di Malborghetto, andrà in scena in anteprima nazionale Medea del drammaturgo francese Jean Anouilh, con la traduzione di Giulio Cesare Castello e la regia di Francesco Branchetti.

Barbara De Rossi torna sul palcoscenico in uno dei ruoli più interessanti e controversi della mitologia greca. Nella versione di Jean Anouilh, il personaggio di Medea è attualizzato nella passione totalizzante, vissuta con drammatica estremizzazione da una donna che rappresenta il controverso rapporto tra un femminile e un maschile prevaricante, sia in campo affettivo che sociale. Giasone oltre a essere l’uomo amato rappresenta un contesto culturale e sociale, che tiene in poca considerazione il sentimento, e anche nei


rapporti personali scende a patti con il potere. Medea di contro è “l’altro da se”, la purezza e la schiettezza dei sentimenti che non scende a compromessi, in bilico tra la difficoltà e la consapevolezza di una solitudine, vissuta da “ospite e straniera”. Il gesto estremo di Medea nel dramma qui rappresentato è simbolico. Pur nella sua crudeltà, il gesto estremo di Medea è un atto di denuncia per la sofferenza estrema data dall’emarginazione. Gli altri interpreti sono: Tatiana Winteler, Carlo Caprioli, Lorenzo Costa, Fabio Fiori. Musiche di Pino Cangialosi; scene e costumi di Clara Surro “Mettere in scena oggi Medea di Jean Anouilh – illustra il regista Branchetti – significa non solo rendere omaggio ad uno dei più grandi autori del teatro francese del Novecento, ma anche e soprattutto riscoprire un testo straordinario da ogni punto di vista, un testo in cui regna un personaggio come quello di Medea dalla enorme forza tragica, nella sua solitudine straziante, nella sua sensualità dolorosa, nella sua disperazione, nel suo essere travolta da un sentimento incontrollabile e nella sua rivolta alle regole. La Medea di Anouilh ha una struttura drammaturgica molto forte e caratteristiche specifiche ed originali che la rendono unica ed è stato questo ad affascinarmi. In pochi testi come in questo ho trovato la perfezione della drammaturgia unirsi alla costruzione di personaggi teatrali dalla potenza tragica strepitosa e ad un’indagine psicologica straordinaria, noi tenteremo di restituire al testo questa forza e questa grandissima capacità di indagare l’animo umano e le sue complessità”. MERCOLEDI’ 8 LUGLIO 2015 – AREA ARCHEOLOGICA, PARCO DI MALBORGHETTO (Roma) – Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano. Teatro Garage


http://www.settimanalezona.com/notizia.php?id=9943

Flaminia, Barbara De Rossi sul palco: mercoledì 8 luglio a Malborghetto è "Medea" Di RED/COMUNICATO 06/07/2015

TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE ANTEPRIMA MERCOLEDI’ 8 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, PARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano

Teatro Garage MEDEA di Jean Anouilh Traduzione di Giulio Cesare Castello con Barbara De Rossi Tatiana Winteler, Carlo Caprioli, Lorenzo Costa,Fabio Fiori regia Francesco Branchetti musiche Pino Cangialosi scene e costumi Clara Surro Nell’ambito della XVI edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, l’8 Luglio 2015, presso la suggestiva Area Archeologica di Malborghetto, andrà in scena in anteprima nazionale Medea del drammaturgo francese Jean Anouilh, con la traduzione di Giulio Cesare Castello e la regia di Francesco Branchetti.


Barbara De Rossi torna sul palcoscenico in uno dei ruoli più interessanti e controversi della mitologia greca. Nella versione di Jean Anouilh, il personaggio di Medea è attualizzato nella passione totalizzante, vissuta con drammatica estremizzazione da una donna che rappresenta il controverso rapporto tra un femminile e un maschile prevaricante, sia in campo affettivo che sociale. Giasone oltre a essere l’uomo amato rappresenta un contesto culturale e sociale, che tiene in poca considerazione il sentimento, e anche nei rapporti personali scende a patti con il potere. Medea di contro è “l’altro da se”, la purezza e la schiettezza dei sentimenti che non scende a compromessi, in bilico tra la difficoltà e la consapevolezza di una solitudine, vissuta da “ospite e straniera”. Il gesto estremo di Medea nel dramma qui rappresentato è simbolico. Pur nella sua crudeltà, il gesto estremo di Medea è un atto di denuncia per la sofferenza estrema data dall’emarginazione. Note di regia “Mettere in scena oggi Medea di Jean Anouilh significa non solo rendere omaggio ad uno dei più grandi autori del teatro francese del Novecento, ma anche e soprattutto riscoprire un testo straordinario da ogni punto di vista, un testo in cui regna un personaggio come quello di Medea dalla enorme forza tragica, nella sua solitudine straziante, nella sua sensualità dolorosa, nella sua disperazione, nel suo essere travolta da un sentimento incontrollabile e nella sua rivolta alle regole. La Medea di Anouilh ha una struttura drammaturgica molto forte e caratteristiche specifiche ed originali che la rendono unica ed è stato questo ad affascinarmi. In pochi testi come in questo ho trovato la perfezione della drammaturgia unirsi alla costruzione di personaggi teatrali dalla potenza tragica strepitosa e ad un’indagine psicologica straordinaria, la regia e lo spettacolo tenteranno di restituire al testo questa forza e questa grandissima capacità di indagare l’animo umano e le sue complessità”.

XVI EDIZIONE TEATRI DI PIETRA LAZIO Dal 4 LUGLIO AL 2 AGOSTO 2015 TEATRI DI PIETRA LAZIO Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri INFO Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://www.informaromanord.it/barbara-de-rossi-torna-a-teatro-con-medea-di-jean-anouilh-in-anteprima-l8luglio-nellarea-archeologica-di-malborghetto/

Barbara De Rossi torna a teatro con MEDEA di Jean Anouilh in anteprima l’8 Luglio nell’Area Archeologica d dii Malborghetto Scritto il 6 luglio 2015 da Redazione CB in In evidenza, Spettacoli e cultura

Nell’ambito della XVI edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, l’8 Luglio 2015, presso la suggestiva Area Archeologica di Malborghetto, andrà in scena in anteprima nazionale Medea del drammaturgo francese Jean Anouilh, con la traduzione di Giulio Cesare Castello e la regia di Francesco Branchetti. Barbara De Rossi torna sul palcoscenico in uno uno dei ruoli più interessanti e controversi della mitologia greca. Nella versione di Jean Anouilh, il personaggio di Medea è attualizzato nella passione totalizzante, vissuta con drammatica estremizzazione da una donna che rappresenta il controverso rapporto tra un femminile e un maschile prevaricante, sia in campo affettivo che sociale. Giasone oltre a essere l’uomo amato rappresenta un contesto culturale e sociale, che tiene in poca considerazione il sentimento, e anche nei rapporti personali scende a patti patti con il potere. Medea di contro è “l’altro da se”, la purezza e la schiettezza dei sentimenti che non scende a compromessi, in bilico tra la difficoltà e la consapevolezza di una solitudine, vissuta da “ospite e straniera”. Il gesto estremo di Medea nel dramma qui rappresentato è simbolico. Pur nella sua crudeltà, il gesto estremo di Medea è un atto di denuncia per la sofferenza estrema data dall’emarginazione. Note di regia “Mettere in scena oggi Medea di Jean Anouilh significa non solo rendere omaggio ad uno dei più grandi autori del teatro francese del Novecento, ma anche e soprattutto riscoprire un testo straordinario da ogni punto di vista, un testo in cui regna un personaggio come quello di Medea dalla enorme forza tragica, nella sua solitudine stra straziante, ziante, nella sua sensualità dolorosa, nella sua disperazione, nel suo essere travolta da un sentimento incontrollabile e nella sua rivolta alle regole.


La Medea di Anouilh ha una struttura drammaturgica molto forte e caratteristiche specifiche ed originali che la rendono unica ed è stato questo ad affascinarmi. In pochi testi come in questo ho trovato la perfezione della drammaturgia unirsi alla costruzione di personaggi teatrali dalla potenza tragica strepitosa e ad un’indagine psicologica straordinaria, la regia e lo spettacolo tenteranno di restituire al testo questa forza e questa grandissima capacità di indagare l’animo umano e le sue complessità”. Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 MERCOLEDI’ 8 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, PARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Teatro Garage MEDEA di Jean Anouilh Traduzione di Giulio Cesare Castello con Barbara De Rossi Tatiana Winteler, Carlo Caprioli, Lorenzo Costa,Fabio Fiori regia Francesco Branchetti musiche Pino Cangialosi scene e costumi Clara Surro


http://www.convincere.eu/eventi/item/657 http://www.convincere.eu/eventi/item/657-medea

MEDEA Martedì, 07 Luglio 2015 08:39 - Scritto da Redazione

Barbara De Rossi

MERCOLEDI’ 8 LUGLIO 2015

AREA ARCHEOLOGICA, PARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano

Teatro Garage MEDEA di Jean Anouilh Traduzione di Giulio Cesare Castello con Barbara De Rossi Tatiana Winteler, Carlo Caprioli, Lorenzo Costa,Fabio Fiori regia Francesco Branchetti musiche Pino Cangialosi scene e costumi Clara Surro

Nell’ambito della XVI edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio, Lazio ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni per la valorizzazione dei teatri


antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, l’8 Luglio 2015, presso la suggestiva Area Archeologica di Malborghetto, andrà in scena in anteprima nazionale Medea del drammaturgo francese Jean Anouilh, con la traduzione di Giulio Cesare Castello e la regia di Francesco Branchetti. Barbara De Rossi torna sul palcoscenico in uno dei ruoli più interessanti e controversi della mitologia greca. Nella versione di Jean Anouilh, il personaggio di Medea è attualizzato nella passione totalizzante, vissuta con drammatica estremizzazione da una donna che rappresenta il controverso rapporto tra un femminile e un maschile prevaricante, sia in campo affettivo che sociale. Giasone oltre a essere l’uomo amato rappresenta un contesto culturale e sociale, che tiene in poca considerazione il sentimento, e anche nei rapporti personali scende a patti con il potere. Medea di contro è “l’altro da se”, la purezza e la schiettezza dei sentimenti che non scende a compromessi, in bilico tra la difficoltà e la consapevolezza di una solitudine, vissuta da “ospite e straniera”. Il gesto estremo di Medea nel dramma qui rappresentato è simbolico. Pur nella sua crudeltà, il gesto estremo di Medea è un atto di denuncia per la sofferenza estrema data dall’emarginazione. Note di regia “Mettere in scena oggi Medea di Jean Anouilh significa non solo rendere omaggio ad uno dei più grandi autori del teatro francese del Novecento, ma anche e soprattutto riscoprire un testo straordinario da ogni punto di vista, un testo in cui regna un personaggio come quello di Medea dalla enorme forza tragica, nella sua solitudine straziante, nella sua sensualità dolorosa, nella sua disperazione, nel suo essere travolta da un sentimento incontrollabile e nella sua rivolta alle regole. La Medea di Anouilh ha una struttura drammaturgica molto forte e caratteristiche specifiche ed originali che la rendono unica ed è stato questo ad affascinarmi. In pochi testi come in questo ho trovato la perfezione della drammaturgia unirsi alla costruzione di personaggi teatrali dalla potenza tragica strepitosa e ad un’indagine psicologica straordinaria, la regia e lo spettacolo tenteranno di restituire al testo questa forza e questa grandissima capacità di indagare l’animo umano e le sue complessità”.


http://binrome.com/eventi/che-hai hai-fatto-medea-lorrore-di-anouilh-torna-a-ostia-con con-barbara-de-rossi/

“Che hai fatto Medea”. L’orrore di Anouilh torna a Malborghetto con Barbara De Rossi By Leonardo Rossi - lug 6, 2015

Nell’ambito della XVI edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio, l’8 Luglio 2015, presso la suggestiva Area Archeologica di Malborghetto, andrà in scena in anteprima nazionale Medea del drammaturgo francese Jean Anouilh, con la traduzione di Giulio Cesare Castello e la regia di Francesco Branchetti. Barbara De Rossi torna sul palcoscenico in uno dei ruoli più interessanti e controversi della mitologia mitolog greca. «Mettere in scena oggi Medea di Jean Anouilh – spiega il regista – significa non solo rendere omaggio ad uno dei più grandi autori del teatro francese del Novecento, ma anche e soprattutto riscoprire un testo straordinario da ogni punto di vista, vist un testo in cui regna un personaggio come quello di Medea dalla enorme forza tragica, nella sua solitudine straziante, nella sua sensualità dolorosa, nella sua disperazione, nel suo essere travolta da un sentimento incontrollabile e nella sua rivolta alle al regole». Nella versione di Jean Anouilh, il personaggio di Medea è attualizzato nella passione totalizzante, vissuta con drammatica estremizzazione da una donna che rappresenta il controverso rapporto tra un femminile e un maschile prevaricante, sia in campo affettivo che sociale. Giasone oltre a essere l’uomo amato rappresenta un contesto culturale e sociale, che tiene in poca considerazione il sentimento, e anche nei rapporti personali scende a patti con il potere. Medea di contro è “l’altro da sé”, la purezza e la schiettezza dei sentimenti che non scende a compromessi, in bilico tra la difficoltà e la consapevolezza di una solitudine, vissuta da “ospite e straniera”. Il gesto estremo di Medea nel dramma qui rappresentato è simbolico. Pur nella sua crudeltà, crudeltà, il gesto estremo di Medea è un atto di denuncia per la sofferenza estrema data dall’emarginazione.


http://binrome.com/english/stronger-than-lovers-love-is-lovers-hate-medeas http://binrome.com/english/stronger medeas-tragedy-inostia-antica/

“Stronger than lover’s love is lover’s hate”. Medea’s tragedy in Malborghetto By Leonardo Rossi - lug 6, 2015

Within the XVI edition of Rassegna teatri di Pietra Lazio, Lazio the 8th of July 2015, in the charming place of Maborghetto, will go on stage the national premier of “Medea”, by Jean Anouilh, directed by Francesco Branchetti. Barbara de Rossi will be Medea, one of the most interesting and debatable character in the history of ancient theater. «Set up a Medea today – says the director – is a tribute to one the most important author of the 19th century, but is a discovery of a text full of meanings too, like the he tragicalness of Medea, in her tragic loneliness, in her painful sensuality. She is overwhelmed by a irrepressible feeling». In Anouilh’s version of the tragedy Medea will be presented to the public as dramatic woman, a woman who lives the relationship between between male and female in a heartrending way. Giasone is not only a character, but is also a context, cultural and social context. He doesn’t show any consideration for feelings, and his only goal is having power, even the personal relationships are led by this willing. The cruelty of Medea is a statement, of a deep pain and alienation.


http://kirolandia.blogspot.it/2015/07/kirosegnaliamo http://kirolandia.blogspot.it/2015/07/kirosegnaliamo-6-12-luglio luglio-2015.html

DEBUTTO “MEDEA” di Jean Anouilh con Barbara De Rossi AREA ARCHEOLOGICA - PARCO DI MALBORGHETTO –Roma – Mercoledì 8 Luglio 2015 – ore 21.30

Nell’ambito della XVI edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, l’8 Luglio 2015, presso la suggestiva Area Archeologica di Malborghetto, andrà in scena in anteprima nazionale Medea del drammaturgo francese Jean Anouilh, con la traduzione di Giulio Cesare Castello e la regia di Francesco Branchetti. Barbara De Rossi torna sul palcoscenico in uno dei ruoli più interessanti e controversi della mitologia greca. Nella versione di Jean Anouilh, il personaggio di Medea Medea è attualizzato nella passione totalizzante, vissuta con drammatica estremizzazione da una donna che rappresenta il controverso rapporto tra un femminile e un maschile prevaricante, sia in campo affettivo che sociale. Giasone oltre a essere l’uomo amato rappresenta rappresenta un contesto culturale e sociale, che tiene in poca considerazione il sentimento, e anche nei rapporti personali scende a patti con il potere. Medea di contro è “l’altro da se”, la purezza e la schiettezza dei sentimenti che non scende a compromessi, comprome in bilico tra la difficoltà e la consapevolezza di una solitudine, vissuta da “ospite e straniera”. Il gesto estremo di Medea nel dramma qui rappresentato è simbolico. Pur nella sua crudeltà, il gesto estremo di Medea è un atto di denuncia per la sofferenza soff estrema data dall’emarginazione. Teatro Garage_Autore: Jean Anouilh-Traduzione:Giulio Traduzione:Giulio Cesare Castello-Regia Castello Regia Francesco Branchetti-Interpreti: Branchetti Barbara De Rossi e Tatiana Winteler, Carlo Caprioli, Lorenzo Costa,Fabio Fiori-Musiche Fiori Pino Cangialosi-Scene Cangialosi e costumi: Clara Surro --XVI EDIZIONE TEATRI DI PIETRA LAZIO - Dal 4 Luglio al 2 Agosto 2015 Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo -Soprintendenza Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura - Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione- Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate www.teatridipietra.blogspot.it


https://cultura.gaiaitalia.com/2015/07/teatri-di-pietra-lazio-barbara-de-rossi-emedea-inscena-l8-luglio-allarea-archeologica-di-malborghetto/

Teatri di Pietra Lazio: Barbara De Rossi è Medea #Inscena l’8 luglio all’Area Archeologica di Malborghetto inShare 1

di Gaiaitalia.com Nell’ambito della XVI edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, l’8 Luglio 2015, presso la suggestiva Area Archeologica di Malborghetto, andrà in scena in anteprima nazionale Medea del drammaturgo francese Jean Anouilh, con la traduzione di Giulio Cesare Castello e la regia di Francesco Branchetti. Barbara De Rossi torna sul palcoscenico in uno dei ruoli più interessanti e controversi della mitologia greca. Nella versione di Jean Anouilh, il personaggio di Medea è attualizzato nella passione totalizzante, vissuta con drammatica estremizzazione da una donna che rappresenta il controverso rapporto tra un femminile e un maschile prevaricante, sia in campo affettivo che sociale. Giasone oltre a essere l’uomo amato rappresenta un contesto culturale e sociale, che tiene in poca considerazione il sentimento, e anche nei rapporti personali scende a patti con il potere. Medea di contro è “l’altro da se”, la purezza e la schiettezza dei sentimenti che non scende a compromessi, in bilico tra la difficoltà e la consapevolezza di una solitudine, vissuta da “ospite e straniera”. Il gesto estremo di Medea nel dramma qui rappresentato è simbolico. Pur nella sua crudeltà, il gesto estremo di Medea è un atto di denuncia per la sofferenza estrema data dall’emarginazione.


http://italiaspettacolo.it/8005/barbara-de-rossi-torna-a-teatro http://italiaspettacolo.it/8005/barbara teatro-con-medea-dijean-anouilh/

BARBARA A DE ROSSI TORNA A TEATRO CON “MEDEA” DI DI JEAN ANOUILH Italia Spettacolo | luglio 8, 2015

TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE ANTEPRIMA MERCOLEDI’ 8 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, PARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Nell’ambito della XVI edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, l’8Luglio 2015, presso la suggestiva Area Archeologica di Malborghetto, andrà in scena in anteprima nazionale Medea del drammaturgo francese Jean Anouilh, con la traduzione di Giulio Cesare Castello e la regia diFrancesco Branchetti. Barbara De Rossi torna sul palcoscenico in uno dei ruoli più interessanti e controversi della mitologia greca.


Nella versione di Jean Anouilh, il personaggio di Medea è attualizzato nella passione totalizzante, vissuta con drammatica estremizzazione da una donna che rappresenta il controverso rapporto tra un femminile e un maschile prevaricante, sia in campo affettivo che sociale. Giasone oltre a essere l’uomo amato rappresenta un contesto culturale e sociale, che tiene in poca considerazione il sentimento, e anche nei rapporti personali scende a patti con il potere. Medea di contro è “l’altro da se”, la purezza e la schiettezza dei sentimenti che non scende a compromessi, in bilico tra la difficoltà e la consapevolezza di una solitudine, vissuta da “ospite e straniera”. Il gesto estremo di Medea nel dramma qui rappresentato è simbolico. Pur nella sua crudeltà, il gesto estremo di Medea è un atto di denuncia per la sofferenza estrema data dall’emarginazione. Area Archeologica, Arco di Malborghetto Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ Tel: whatsapp 327 9473893


http://www.newtuscia.it/interna.asp?idPag=76000 TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE PRESENTA "MEDEA"

06/07/2015 : 14:07 (NewTuscia) – SUTRI - Nell’ambito della XVI edizione della rassegna Teatri di Pietra Lazio, ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, l’8 Luglio 2015, presso la suggestiva Area Archeologica di Malborghetto,andrà in scena in anteprima nazionale Medea del drammaturgo francese Jean Anouilh, con la traduzione di Giulio Cesare Castello e la regia di Francesco Branchetti. Barbara De Rossi torna sul palcoscenico in uno dei ruoli più interessanti e controversi della mitologia greca. Nella versione di Jean Anouilh, il personaggio di Medea è attualizzato nella passione totalizzante, vissuta con drammatica estremizzazione da una donna che rappresenta il controverso rapporto tra un femminile e un maschile prevaricante, sia in campo affettivo che sociale. Giasone oltre a essere l’uomo amato rappresenta un contesto culturale e sociale, che tiene in poca considerazione il sentimento, e anche nei rapporti personali scende a patti con il potere. Medea di contro è “l’altro da se”, la purezza e la schiettezza dei sentimenti che non scende a compromessi, in bilico tra la difficoltà e la consapevolezza di una solitudine, vissuta da “ospite e straniera”. Il gesto estremo di Medea nel dramma qui rappresentato è simbolico. Pur nella sua crudeltà, il gesto estremo di Medea è un atto di denuncia per la sofferenza estrema data dall’emarginazione. Note di regia “Mettere in scena oggi Medea di Jean Anouilh significa non solo rendere omaggio ad uno dei più grandi autori del teatro francese del Novecento, ma anche e soprattutto riscoprire un testo straordinario da ogni punto di vista, un testo in cui regna un personaggio come quello di Medea dalla enorme forza tragica, nella sua solitudine straziante, nella sua sensualità dolorosa, nella sua disperazione, nel suo essere travolta da un sentimento incontrollabile e nella sua rivolta alle regole. La Medea di Anouilh ha una struttura drammaturgica molto forte e caratteristiche specifiche ed originali che la rendono unica ed è stato questo ad affascinarmi. In pochi testi come in questo ho trovato la perfezione della drammaturgia unirsi alla costruzione di personaggi teatrali dalla potenza tragica strepitosa e ad un’indagine psicologica straordinaria, la regia e lo spettacolo tenteranno di restituire al testo questa forza e questa grandissima capacità di indagare l’animo umano e le sue complessità”.


Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra XVI EDIZIONE TEATRI DI PIETRA LAZIO Dal 4 LUGLIO AL 2 AGOSTO 2015 TEATRI DI PIETRA LAZIO Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 UFFICIO STAMPA TEATRI DI PIETRA LAZIO Alma Daddario & Nicoletta Chiorri 347 2101290 – 338 4030991 segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


http://binrome.com/teatro/barbara-de-rossi-recita-medea-la--felicita-borghesehttp://binrome.com/teatro/barbara esce-distrutta/

Barbara De Rossi recita Medea. La felicità borghese esce distrutta By Leonardo Rossi - lug 9, 2015

“Che hai fatto, Medea?”. Già, cosa hai fatto Medea. Come è stato possibile trasformare così violentemente l’Eroe in “errore”. É stato un Giasone ridotto a una parvenza di se stesso, proprio come un Lear, senza il suo alter ego buffonesco però. «Sei l’ombra di te stesso» Giasone. La rilettura di Jean Anouilh, portata sulla scena dalla compagnia “Teatro Garage”, propone una Medea inferocita. Che si ostina a non voler ingoiare la realtà. Una Medea che lotta contro la rigidità scheletrica di una borghesia povera che si arrende alla monotonia meccanica di una vita fatta solo di “affanno”. Già Anouilh aveva abituato il suo pubblico alle sue riletture riletture moderniste dei miti greci, quando inizia nel ’41 con “Eurydice ”. Questa Medea, incarnata da Barbara de Rossi, va oltre la semplice riproposizione; consuma una frattura tra lo ieri di un mondo incantato, di una Grecia vagheggiata, di una Grecia riesumata riesumata in una condizione di putrefazione. La consunzione di una felicità andata via, che irrita questa Medea; «Odio le loro feste. Odio la loro gioia». Dice infatti.


Medea ama. O forse ipotizza che sia amore, invece era ossessione. Medea ama. Giasone disprezza. E il gioco al massacro di una coppia divisa diventa perfetto quando la ribellione del ventre molle di questa antica “Parigi” esplode contro la straniera rea di omicidio. La collisione di un mondo che si siede, quello di Giasone, e quello che invece si ostina a dimenarsi è palpabile sulla scena. La pelle di de Rossi è tesa, sudata, macchiata dall’ostinazione a non finire in un angolo. Giasone è calmo. Sa che tutto è finito. Solo la morte dei figli lo può smuovere. La vecchia nutrice gongola tra l’incedere della fine ipotizzata e quella realizzata. Questa Medea fa partorire l’odio agli spettatori. Perché ci si immedesima, e non solo. Si odia questa inciviltà così civile. Si detesta questa profonda commistione tra la finta grazia e la putrefazione di un linguaggio fatto solo di una superficiale gentilezza; tutto è “affanno”, e l’affanno di Giasone è sposarsi e sistemarsi, ossessionato dalla “Roba” verghiana, il bottino da mettere da parte. O l’utero da usare. Un utero che Medea usa solo per partorire odio ormai. E’ una Medea da intuire, quasi da vedere al buio. Perché lì colpisce, solo lì annichilisce e fa sbocciare la misantropia di un mondo che non merita altro.


http://www.lineadiretta24.it/cultura-e-spettacolo/barbara-de--rossi-e-medeahttp://www.lineadiretta24.it/cultura in-scena-il-testo-di-jean-anouilh.html anouilh.html

Barbara De Rossi Rossi è Medea, in scena il testo di Jean Anouilh SCRITTO DA EVA ELISABETTA ZUCCARI ZUCCA

È una Medea sensuale e straziante, quella interpretata da Barbara De Rossi nello spettacolo di Francesco Branchetti. Nel suono della voce dilaniata, c’è il punto di vista di una donna che arriva all’omicidio in nome della sua ossessione d’amore. Sul palco, un’attrice che da trent’anni alterna ruoli ruoli drammatici a commedie brillanti, trasformandosi di volta in volta in una donna diversa, e che oggi veste l’indagine l’indagine psicologica del sentimento più schietto,, perché, come lei stessa dichiara “Le Le donne sanno amare più degli uomini”.. Non è nuovo per la De Rossi Rossi l’accostamento alla tematica: da tre anni al timone della trasmissione Amore Criminale, Criminale, ha affinato nel tempo la delicatezza e il rispetto con cui si maneggia l’amore assoluto di certe donne, donne, emarginate e emarginatesi nel sentimento mal corrisposto dai dai propri compagni e troppo spesso comodamente giudicate dall’esterno. Dalla tv al teatro, l’attrice passa da conduttrice a protagonista in scena della passione totalizzante, totalizzante in una rilettura, quella di Jean Anouilh – con la traduzione di Giulio Cesare Castello Cast – che rende la vicenda ancora più cupa e drammatica di quella Euripidea, ma estremamente attuale.


Il tormento di Medea si muove sul palco in una tunica nera pregna di sudore e tensione, che lascia intravedere una rosa tatuata sulla spalla dell’attrice: questo particolare, tutto contemporaneo, ben si presta all’atemporalità della versione del drammaturgo francesce, capace di regalare una versione estremamente moderna alla lirica antica, in cui la natura umana è raccontata in modo così preciso e dettagliato da regalare a donne, e uomini, contemporanei, la possibilità di dare un nome ai propri stati d’animo. Un continuità di epoche percepibile nelle cornici che ospiteranno le tappe della tournèe 2015/2016 della compagnia Teatro Garage: dal Teatro Romano di Ostia Antica alTeatro Greco di Selinunte, i palchi più antichi della penisola si coloreranno delle tonalità intense di un testo oggi poco frequentato dai registi e finalmente in scena.


Articles from Ottoetrenta Teatri di Pietra Lazio: Barbara De Rossi torna sul palcoscenico con Medea 2015- 07- 06 12:07:08 Lucia De Cicco

Barbara De Rossi Nell’ambit o della XVI edizione della rassegna Teatri di Pietra Laz io , ideat a da Circuit o Danza Lazio e Pent agono Produzioni per la valorizzazione dei t eat ri ant ichi e dei sit i monument ali at t raverso lo spet t acolo dal vivo, l’8 Luglio 2015, presso la suggest iva Area Archeologica di Malborghetto , andrà in scena in ant eprima nazionale Medea del drammat urgo f rancese Jean Anouilh, con la t raduzione di Giulio Cesare Castello e la regia di Francesco Branchetti. Barbara De Rossi t orna sul palcoscenico in uno dei ruoli più int eressant i e cont roversi della mit ologia greca. Nella versione di Jean Anouilh, il personaggio di Medea è at t ualizzat o nella passione t ot alizzant e, vissut a con drammat ica est remizzazione da una donna che rappresent a il cont roverso rapport o t ra un f emminile e un maschile prevaricant e, sia in campo af f et t ivo che sociale. Giasone olt re a essere l’uomo amat o rappresent a un cont est o cult urale e sociale, che t iene in poca considerazione il sent iment o, e anche nei rapport i personali scende a pat t i con il pot ere. Medea di cont ro è “l’alt ro da se”, la purezza e la schiet t ezza dei sent iment i che non scende a compromessi, in bilico t ra la dif f icolt à e la consapevolezza di una solit udine, vissut a da “ospit e e st raniera”. Il gest o est remo di Medea nel dramma qui rappresent at o è simbolico. Pur nella sua


crudelt à, il gest o est remo di Medea è un at t o di denuncia per la sof f erenza est rema dat a dall’emarginazione. Note di regia: “Met t ere in scena oggi Medea di Jean Anouilh signif ica non solo rendere omaggio ad uno dei più grandi aut ori del t eat ro f rancese del Novecent o, ma anche e soprat t ut t o riscoprire un t est o st raordinario da ogni punt o di vist a, un t est o in cui regna un personaggio come quello di Medea dalla enorme f orza t ragica, nella sua solit udine st raziant e, nella sua sensualit à dolorosa, nella sua disperazione, nel suo essere t ravolt a da un sent iment o incont rollabile e nella sua rivolt a alle regole. La Medea di Anouilh ha una st rut t ura drammat urgica molt o f ort e e carat t erist iche specif iche ed originali che la rendono unica ed è st at o quest o ad af f ascinarmi. In pochi t est i come in quest o ho t rovat o la perf ezione della drammat urgia unirsi alla cost ruzione di personaggi t eat rali dalla pot enza t ragica st repit osa e ad un’indagine psicologica st raordinaria, la regia e lo spet t acolo t ent eranno di rest it uire al t est o quest a f orza e quest a grandissima capacit à di indagare l’animo umano e le sue complessit à”.


https://cultura.gaiaitalia.com/2015/07/esecuzioneifigenia-inscenaantiquarium-arco-di-malborghetto-roma-l11-luglio/

“Esecuzione/Ifigenia”, #Inscena Antiquarium, Arco di Malborghetto, Roma, l’11 luglio

Secondo il Mito, l’uccisione da parte di Agamennone di una cerva avrebbe scatenato l’ira della Dea Artemide, che si sarebbe vendicata impedendo alla flotta del Re di salpare alla volta di Troia, per recuperare la Regina Elena, moglie del fratello Menelao. Per sbloccare la situazione determinata dalla mancanza di vento che impediva alle navi di prendere il largo, la Dea richiese il sacrificio della giovane e bella figlia di Agamennone: Ifigenia. “Esecuzione/Ifigenia” nasce da una collaborazione tra Miriam Palma e Lina Prosa, che sperimentano i diversi linguaggi legati al testo, alla voce, al canto. Frutto di un ulteriore percorso di ricerca, la nuova tappa dello spettacolo valorizza la pluralità linguistica della trama drammaturgica. Ifigenia, di ieri e di oggi, è tutta nell’ambiguità del titolo: esecuzione come atto musicale e come atto di condanna a morte. Il nodo di tale ambivalenza è racchiuso in una sola presenza scenica, che rappresenta allo stesso tempo l’esecutore e la vittima: Agamennone/padre e Ifigenia/figlia. Miriam Palma, attrice/esecutrice, tiene insieme in un unico corpo scenico la duplicità creativa. Ne nasce una nuova tendenza in grado di cogliere la


condizione umana odierna: allo stesso modo in cui la sorte dell’esercito greco è legata alle condizioni atmosferiche da cui dipende addirittura la spedizione contro Troia, così la nostra vita di contemporanei è condizionata dal responso meteorologico, nuovo oracolo capace di condizionare le scelte quotidiane. In un teatro che supera i confini tra corpo, parola, suono, voce, canto, questo diviene drammaturgicamente possibile. Grazie al crollo di tali confini e fuori da ogni confronto con altre possibili Ifigenie, la materia artistica assume l’aria di Opera originale. Nei testi di Lina Prosa, prima autrice italiana a entrare nel repertorio della Comedie-Francaise, è la parola che inventa la scena in cui prevale a volte il monologo corale, a volte il dialogo. La sua scrittura in movimento oltrepassa le zone d’ombra della contemporaneità, alla ricerca di una poesia della condizione umana che valichi confini, frontiere e omologazioni culturali. Attraverso questo percorso, l’autrice rivisita il Mito e interroga attualizzandole le figure femminili della mitologia greca.


http://www.globalpress.it/2015/07/08/esecuzioneifigenia-la-tragedia http://www.globalpress.it/2015/07/08/esecuzioneifigenia tragedia-della-figlia-diagamennone-nella-scenografia scenografia-di-malborghetto/

“ESECUZIONE/IFIGENIA” LA TRAGEDIA DELLA FIGLIA DI AGAMENNONE, NELLA SCENOGRAFIA DI MALBORGHETTO BY VITUS ROMA – Secondo il Mito, l’uccisione da parte di Agamennone di una cerva avrebbe scatenato l’ira della Dea Artemide, che si sarebbe vendicata impedendo alla flotta del Re di salpare alla volta di Troia, per recuperare la Regina Elena, moglie del fratello Menelao. Per sbloccare la situazione determinata dalla mancanza di vento che impediva alle navi di prendere il largo, la Dea richiese il sacrificio della giovane e bella figlia di Agamennone: Agamenno Ifigenia. “Esecuzione/Ifigenia” nasce da una collaborazione tra Miriam Palma e Lina Prosa, che sperimentano i diversi linguaggi legati al testo, alla voce, al canto. Frutto di un ulteriore


percorso di ricerca, la nuova tappa dello spettacolo valorizza la pluralità linguistica della trama drammaturgica. Ifigenia, di ieri e di oggi, è tutta nell’ambiguità del titolo: esecuzione come atto musicale e come atto di condanna a morte. Il nodo di tale ambivalenza è racchiuso in una sola presenza scenica, che rappresenta allo stesso tempo l’esecutore e la vittima: Agamennone/padre e Ifigenia/figlia. Miriam Palma, attrice/esecutrice, tiene insieme in un unico corpo scenico la duplicità creativa. Ne nasce una nuova tendenza in grado di cogliere la condizione umana odierna: allo stesso modo in cui la sorte dell’esercito greco è legata alle condizioni atmosferiche da cui dipende addirittura la spedizione contro Troia, così la nostra vita di contemporanei è condizionata dal responso meteorologico, nuovo oracolo capace di condizionare le scelte quotidiane. In un teatro che supera i confini tra corpo, parola, suono, voce, canto, questo diviene drammaturgicamente possibile. Grazie al crollo di tali confini e fuori da ogni confronto con altre possibili Ifigenie, la materia artistica assume l’aria di Opera originale. Nei testi di Lina Prosa, prima autrice italiana a entrare nel repertorio della ComedieFrancaise, è la parola che inventa la scena in cui prevale a volte il monologo corale, a volte il dialogo. La sua scrittura in movimento oltrepassa le zone d’ombra della contemporaneità, alla ricerca di una poesia della condizione umana che valichi confini, frontiere e omologazioni culturali. Attraverso questo percorso, l’autrice rivisita il Mito e interroga attualizzandole le figure femminili della mitologia greca. SABATO 11 LUGLIO 2015 ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) MDA Produzioni Danza ESECUZIONE/IFIGENIA Testo e regia Lina Prosa Composizione vocale e ritmica Miriam Palma


http://www.momentosera.it/articolo.php?id=31436

ESECUZIONE/IFIGENIA: il mito dell'ambivalenza Appuntamento dall'11 Luglio all'Arco di Malborghetto nell'ambito della XVI edizione di Teatri di Pietra Lazio Secondo il Mito, l’uccisione da parte di Agamennone di una cerva avrebbe scatenato l’ira della Dea Artemide, che si sarebbe vendicata impedendo alla flotta del Re di salpare alla volta di Troia, per recuperare la Regina Elena, moglie del fratello Menelao. Per sbloccare la situazione determinata dalla mancanza di vento che impediva alle navi di prendere il largo, la Dea richiese il sacrificio della giovane e bella figlia di Agamennone: Ifigenia. “Esecuzione/Ifigenia” nasce da una collaborazione tra Miriam Palma e Lina Prosa, che sperimentano i diversi linguaggi legati al testo, alla voce, al canto. Frutto di un ulteriore percorso di ricerca, la nuova tappa dello spettacolo valorizza la pluralità linguistica della trama drammaturgica. Ifigenia, di ieri e di oggi, è tutta nell'ambiguità del titolo: esecuzione come atto musicale e come atto di condanna a morte. Il nodo di tale ambivalenza è racchiuso in una sola presenza scenica, che rappresenta allo stesso tempo l'esecutore e la vittima: Agamennone/padre e Ifigenia/figlia. Miriam Palma, attrice/esecutrice, tiene insieme in un unico corpo scenico la duplicità creativa. Ne nasce una nuova tendenza in grado di cogliere la condizione umana odierna: allo stesso modo in cui la sorte dell'esercito greco è legata alle condizioni atmosferiche da cui dipende addirittura la spedizione contro Troia, così la nostra vita di contemporanei è condizionata dal responso meteorologico, nuovo oracolo capace di condizionare le scelte quotidiane. In un teatro che supera i confini tra corpo, parola, suono, voce, canto, questo diviene drammaturgicamente possibile. Grazie al crollo di tali confini e fuori da ogni confronto con altre possibili Ifigenie, la materia artistica assume l’aria di Opera originale. Nei testi di Lina Prosa, prima autrice italiana a entrare nel repertorio della Comedie-Francaise, è la parola che inventa la scena in cui prevale a volte il monologo corale, a volte il dialogo. La sua scrittura in movimento oltrepassa le zone d’ombra della contemporaneità, alla ricerca di una poesia della condizione umana che valichi confini, frontiere e omologazioni culturali. Attraverso questo percorso, l’autrice rivisita il Mito e interroga attualizzandole le figure femminili della mitologia greca. XVI EDIZIONE SABATO 11 LUGLIO 2015 ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) MDA Produzioni Danza ESECUZIONE/IFIGENIA Testo e regia Lina Prosa Composizione vocale e ritmica Miriam Palma


Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://www.vocespettacolo.com/2015/07/08/esecuzioneifigenia-il-mitodellambivalenza-in-scena-l11-luglio-allarco-di-malborghetto-nellambito-della-xviedizione-di-teatri-di-pietra-lazio/

ESECUZIONE/IFIGENIA: il mito dell’ambivalenza in scena l’11 Luglio all’Arco di Malborghetto nell’ambito della XVI edizione di Teatri di Pietra Lazio luglio 8, 2015 Vito NicolettiEvents / TheatreNo Comments

XVI EDIZIONE SABATO 11 LUGLIO 2015 ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) MDA Produzioni Danza ESECUZIONE/IFIGENIA Testo e regia Lina Prosa Composizione vocale e ritmica Miriam Palma Secondo il Mito, l’uccisione da parte di Agamennone di una cerva avrebbe scatenato l’ira della Dea Artemide, che si sarebbe vendicata impedendo alla flotta del Re di salpare alla volta di Troia, per recuperare la Regina Elena, moglie del fratello Menelao. Per sbloccare la situazione determinata dalla mancanza di vento che


impediva alle navi di prendere il largo, la Dea richiese il sacrificio della giovane e bella figlia di Agamennone: Ifigenia. “Esecuzione/Ifigenia” nasce da una collaborazione tra Miriam Palma e Lina Prosa, che sperimentano i diversi linguaggi legati al testo, alla voce, al canto. Frutto di un ulteriore percorso di ricerca, la nuova tappa dello spettacolo valorizza la pluralità linguistica della trama drammaturgica. Ifigenia, di ieri e di oggi, è tutta nell’ambiguità del titolo: esecuzione come atto musicale e come atto di condanna a morte. Il nodo di tale ambivalenza è racchiuso in una sola presenza scenica, che rappresenta allo stesso tempo l’esecutore e la vittima: Agamennone/padre e Ifigenia/figlia. Miriam Palma, attrice/esecutrice, tiene insieme in un unico corpo scenico la duplicità creativa. Ne nasce una nuova tendenza in grado di cogliere la condizione umana odierna: allo stesso modo in cui la sorte dell’esercito greco è legata alle condizioni atmosferiche da cui dipende addirittura la spedizione contro Troia, così la nostra vita di contemporanei è condizionata dal responso meteorologico, nuovo oracolo capace di condizionare le scelte quotidiane. In un teatro che supera i confini tra corpo, parola, suono, voce, canto, questo diviene drammaturgicamente possibile. Grazie al crollo di tali confini e fuori da ogni confronto con altre possibili Ifigenie, la materia artistica assume l’aria di Opera originale. Nei testi di Lina Prosa, prima autrice italiana a entrare nel repertorio della ComedieFrancaise, è la parola che inventa la scena in cui prevale a volte il monologo corale, a volte il dialogo. La sua scrittura in movimento oltrepassa le zone d’ombra della contemporaneità, alla ricerca di una poesia della condizione umana che valichi confini, frontiere e omologazioni culturali. Attraverso questo percorso, l’autrice rivisita il Mito e interroga attualizzandole le figure femminili della mitologia greca. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra


http://www.romecentral.com/event/esecuzione http://www.romecentral.com/event/esecuzione-ifigenia/

ESECUZIONE IFIGENIA luglio 11 @ 21:15 - 23:00

ESECUZIONE/IFIGENIA Testo e regia Lina Prosa Composizione vocale e ritmica Miriam Palma Secondo il Mito, l’uccisione da parte di Agamennone di una cerva avrebbe scatenato l’ira della Dea Artemide, che si sarebbe vendicata impedendo alla flotta del Re di salpare alla volta di Troia, per recuperare la Regina Elena, moglie del fratello Menelao. Per sbloccare la situazione determinata dalla mancanza di vento che impediva alle navi di prendere il largo, la Dea richiese il sacrificio della giovane e bella figlia figli di Agamennone: Ifigenia. “Esecuzione/Ifigenia” nasce da una collaborazione tra Miriam Palma e Lina Prosa, che sperimentano i diversi linguaggi legati al testo, alla voce, al canto. Frutto di un ulteriore percorso di ricerca, la nuova tappa dello spettacolo spettacolo valorizza la pluralità linguistica della trama drammaturgica.


Ifigenia, di ieri e di oggi, è tutta nell’ambiguità del titolo: esecuzione come atto musicale e come atto di condanna a morte. Il nodo di tale ambivalenza è racchiuso in una sola presenza scenica, che rappresenta allo stesso tempo l’esecutore e la vittima: Agamennone/padre e Ifigenia/figlia. Miriam Palma, attrice/esecutrice, tiene insieme in un unico corpo scenico la duplicità creativa. Ne nasce una nuova tendenza in grado di cogliere la condizione umana odierna: allo stesso modo in cui la sorte dell’esercito greco è legata alle condizioni atmosferiche da cui dipende addirittura la spedizione contro Troia, così la nostra vita di contemporanei è condizionata dal responso meteorologico, nuovo oracolo capace di condizionare le scelte quotidiane. In un teatro che supera i confini tra corpo, parola, suono, voce, canto, questo diviene drammaturgicamente possibile. Grazie al crollo di tali confini e fuori da ogni confronto con altre possibili Ifigenie, la materia artistica assume l’aria di Opera originale. Nei testi di Lina Prosa, prima autrice italiana a entrare nel repertorio della ComedieFrancaise, è la parola che inventa la scena in cui prevale a volte il monologo corale, a volte il dialogo. La sua scrittura in movimento oltrepassa le zone d’ombra della contemporaneità, alla ricerca di una poesia della condizione umana che valichi confini, frontiere e omologazioni culturali. Attraverso questo percorso, l’autrice rivisita il Mito e interroga attualizzandole le figure femminili della mitologia greca. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra DOVE ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: tel/whatsapp: +39 3279473893 WEB: teatridipietra.blogspot.it/ Facebook: https://www.facebook.com/pages/Teatri-di-Pietra/266833586771507


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AD ANTIQUARIUM ARCO DI MALBORGHETTO A ROMA “ESECUZIONE/IFIGENIA “ESECUZIONE/IFIGENIA”

ROMA – Si terrà sabato 11 luglio a Roma, presso Arco di Malborghetto, alle ore 21, 15, la rappresentazione “Esecuzione/ Ifigenia”, testo e regia di Lina Prosa, composizione vocale e ritmica Miriam Palma. Secondo il Mito, l’uccisione da parte di Agamennone di una cerva avrebbe scatenato l’ira della Dea Artemide, che si sarebbe vendicata impedendo alla flotta del Re di salpare alla volta di Troia, per recuperare la Regina Elena, moglie del fratello Menelao. Per sbloccare la situazione determinata dalla mancanza di vento che impediva alle navi di prendere il largo, la Dea richiese il sacrificio della giovane e bella figlia di Agamennone: Ifigenia. “Esecuzione/Ifigenia” Ifigenia” nasce da una collaborazione tra Miriam Palma e Lina Prosa, che sperimentano i diversi linguaggi legati al testo, alla voce, al canto. Frutto di un ulteriore percorso di ricerca, la nuova tappa dello spettacolo valorizza la pluralità linguistica della della trama drammaturgica. Ifigenia, di ieri e di oggi, è tutta nell’ambiguità del titolo: esecuzione come atto musicale e come atto di condanna a morte. Il nodo di tale ambivalenza è racchiuso in una sola presenza scenica, che rappresenta allo stesso tempo l’esecutore e la vittima: Agamennone/padre e Ifigenia/figlia. Miriam Palma, attrice/esecutrice, tiene insieme in un unico corpo scenico la duplicità creativa. Ne nasce una nuova tendenza in grado di cogliere la condizione umana odierna: allo stesso modo in i cui la sorte dell’esercito greco è legata alle condizioni atmosferiche da cui dipende addirittura la


spedizione contro Troia, così la nostra vita di contemporanei è condizionata dal responso meteorologico, nuovo oracolo capace di condizionare le scelte quotidiane. In un teatro che supera i confini tra corpo, parola, suono, voce, canto, questo diviene drammaturgicamente possibile. Grazie al crollo di tali confini e fuori da ogni confronto con altre possibili Ifigenie, la materia artistica assume l’aria di Opera originale. Nei testi di Lina Prosa, prima autrice italiana a entrare nel repertorio della Comedie-Francaise, è la parola che inventa la scena in cui prevale a volte il monologo corale, a volte il dialogo. La sua scrittura in movimento oltrepassa le zone d’ombra della contemporaneità, alla ricerca di una poesia della condizione umana che valichi confini, frontiere e omologazioni culturali. Attraverso questo percorso, l’autrice rivisita il Mito e interroga attualizzandole le figure femminili della mitologia greca. Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


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Ultime notizie ESECUZIONE/IFIGENIA Testo e regia Lina Prosa, Teatri di Pietra del Lazio Scritto Da Conta Sabato 11 luglio 2015, all'ANTIQUARIUM, Arco di Malborghetto (Roma) MDA Produzioni Danza ESECUZIONE/IFIGENIA Testo e regia Lina Prosa Composizione vocale e ritmica Miriam Palma Secondo il Mito, l’uccisione da parte di Agamennone di una cerva avrebbe scatenato l’ira della Dea Artemide, che si sarebbe vendicata impedendo alla flotta del Re di salpare alla volta di Troia, per recuperare la Regina Elena, moglie del fratello Menelao. Per sbloccare la situazione determinata dalla mancanza di vento che impediva alle navi di prendere il largo, la Dea richiese il sacrificio della giovane e bella figlia di Agamennone: Ifigenia. “Esecuzione/Ifigenia” nasce da una collaborazione tra Miriam Palma e Lina Prosa, che sperimentano i diversi linguaggi legati al testo, alla voce, al canto. Frutto di un ulteriore percorso di ricerca, la nuova tappa dello spettacolo valorizza la pluralità linguistica della trama drammaturgica. Ifigenia, di ieri e di oggi, è tutta nell'ambiguità del titolo: esecuzione come atto musicale e come atto di condanna a morte. Il nodo di tale ambivalenza è racchiuso in una sola presenza scenica, che rappresenta allo stesso tempo l'esecutore e la vittima: Agamennone/padre e Ifigenia/figlia. Miriam Palma, attrice/esecutrice, tiene insieme in un unico corpo scenico la duplicità creativa. Ne nasce una nuova tendenza in grado di cogliere la condizione umana odierna: allo stesso modo in cui la sorte dell'esercito greco è legata alle condizioni atmosferiche da cui dipende addirittura la spedizione contro Troia, così la nostra vita di contemporanei è condizionata dal responso meteorologico, nuovo oracolo capace di condizionare le scelte quotidiane. In un teatro che supera i confini tra corpo, parola, suono, voce, canto, questo diviene drammaturgicamente possibile. Grazie al crollo di tali confini e fuori da ogni confronto con altre possibili Ifigenie, la materia artistica assume l’aria di Opera originale. Nei testi di Lina Prosa, prima autrice italiana a entrare nel repertorio della Comedie-Francaise, è la parola che inventa la scena in cui prevale a volte il monologo corale, a volte il dialogo. La sua scrittura in movimento oltrepassa le zone d’ombra della contemporaneità, alla ricerca di una poesia della condizione umana che valichi confini, frontiere e omologazioni culturali. Attraverso questo percorso, l’autrice rivisita il Mito e interroga attualizzandole le figure femminili della mitologia greca. Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra


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ESECUZIONE/IFIGENIA Italia Spettacolo | luglio 9, 2015

SABATO 11 LUGLIO 2015 ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) MDA Produzioni Danza ESECUZIONE/IFIGENIA Testo e regia Lina Prosa Composizione vocale e ritmica Miriam Palma Secondo il Mito, l’uccisione da parte di Agamennone di una cerva avrebbe scatenato l’ira della Dea Artemide, che si sarebbe vendicata impedendo alla flotta del Re di salpare alla volta di Troia, per recuperare la Regina Elena, moglie del fratello Menelao. Per sbloccare ccare la situazione determinata dalla mancanza di vento che impediva alle navi di prendere il largo, la Dea richiese il sacrificio della giovane e bella figlia di Agamennone: Ifigenia.


“Esecuzione/Ifigenia” nasce da una collaborazione tra Miriam Palma e Lina Prosa, che sperimentano i diversi linguaggi legati al testo, alla voce, al canto. Frutto di un ulteriore percorso di ricerca, la nuova tappa dello spettacolo valorizza la pluralità linguistica della trama drammaturgica. Ifigenia, di ieri e di oggi, è tutta nell’ambiguità del titolo: esecuzione come atto musicale e come atto di condanna a morte. Il nodo di tale ambivalenza è racchiuso in una sola presenza scenica, che rappresenta allo stesso tempo l’esecutore e la vittima: Agamennone/padre e Ifigenia/figlia. Miriam Palma, attrice/esecutrice, tiene insieme in un unico corpo scenico la duplicità creativa. Ne nasce una nuova tendenza in grado di cogliere la condizione umana odierna: allo stesso modo in cui la sorte dell’esercito greco è legata alle condizioni atmosferiche da cui dipende addirittura la spedizione contro Troia, così la nostra vita di contemporanei è condizionata dal responso meteorologico, nuovo oracolo capace di condizionare le scelte quotidiane. In un teatro che supera i confini tra corpo, parola, suono, voce, canto, questo diviene drammaturgicamente possibile. Grazie al crollo di tali confini e fuori da ogni confronto con altre possibili Ifigenie, la materia artistica assume l’aria di Opera originale. Nei testi di Lina Prosa, prima autrice italiana a entrare nel repertorio della Comedie-Francaise, è la parola che inventa la scena in cui prevale a volte il monologo corale, a volte il dialogo. La sua scrittura in movimento oltrepassa le zone d’ombra della contemporaneità, alla ricerca di una poesia della condizione umana che valichi confini, frontiere e omologazioni culturali. Attraverso questo percorso, l’autrice rivisita il Mito e interroga attualizzandole le figure femminili della mitologia greca.

Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ Tel: whatsapp 327 9473893


http://www.newtuscia.it/interna.asp?idPag=76104 ESECUZIONE - IFIGENIA: IL MITO DELL'AMBIVALENZA IN SCENA L'11 LUGLIO ALL'ARCO DI MALBORGHETTO NELL'AMBITO DELLA XVI EDIZIONE DI TEATRI DI PIETRA LAZIO

08/07/2015 : 14:15 (NewTuscia) – MALBORGHETTO - Secondo il Mito, l’uccisione da parte di Agamennone di una cerva avrebbe scatenato l’ira della Dea Artemide, che si sarebbe vendicata impedendo alla flotta del Re di salpare alla volta di Troia, per recuperare la Regina Elena, moglie del fratello Menelao. Per sbloccare la situazione determinata dalla mancanza di vento che impediva alle navi di prendere il largo, la Dea richiese il sacrificio della giovane e bella figlia di Agamennone: Ifigenia. “Esecuzione/Ifigenia” nasce da una collaborazione tra Miriam Palma e Lina Prosa, che sperimentano i diversi linguaggi legati al testo, alla voce, al canto. Frutto di un ulteriore percorso di ricerca, la nuova tappa dello spettacolo valorizza la pluralità linguistica della trama drammaturgica. Ifigenia, di ieri e di oggi, è tutta nell'ambiguità del titolo: esecuzione come atto musicale e come atto di condanna a morte. Il nodo di tale ambivalenza è racchiuso in una sola presenza scenica, che rappresenta allo stesso tempo l'esecutore e la vittima: Agamennone/padre e Ifigenia/figlia. Miriam Palma, attrice/esecutrice, tiene insieme in un unico corpo scenico la duplicità creativa. Ne nasce una nuova tendenza in grado di cogliere la condizione umana odierna: allo stesso modo in cui la sorte dell'esercito greco è legata alle condizioni atmosferiche da cui dipende addirittura la spedizione contro Troia, così la nostra vita di contemporanei


è condizionata dal responso meteorologico, nuovo oracolo capace di condizionare le scelte quotidiane. In un teatro che supera i confini tra corpo, parola, suono, voce, canto, questo diviene drammaturgicamente possibile. Grazie al crollo di tali confini e fuori da ogni confronto con altre possibili Ifigenie, la materia artistica assume l’aria di Opera originale. Nei testi di Lina Prosa, prima autrice italiana a entrare nel repertorio della ComedieFrancaise, è la parola che inventa la scena in cui prevale a volte il monologo corale, a volte il dialogo. La sua scrittura in movimento oltrepassa le zone d’ombra della contemporaneità, alla ricerca di una poesia della condizione umana che valichi confini, frontiere e omologazioni culturali. Attraverso questo percorso, l’autrice rivisita il Mito e interroga attualizzandole le figure femminili della mitologia greca.


ESECUZIONE/IFIGENIA, L'11 LUGLIO 2015 ALL'ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Scritto da Redazione

Secondo il Mito, l’uccisione da parte di Agamennone di una cerva avrebbe scatenato l’ira della Dea Artemide, che si sarebbe vendicata impedendo alla flotta del Re di salpare alla volta di Troia, per recuperare la Regina Elena, moglie del fratello Menelao. Per sbloccare la situazione determinata dalla mancanza di vento che impediva alle navi di prendere il largo, la Dea richiese il sacrificio della giovane e bella figlia di Agamennone: Ifigenia. “Esecuzione/Ifigenia” nasce da una collaborazione tra Miriam Palma e Lina Prosa, che sperimentano i diversi linguaggi legati al testo, alla voce, al canto. Frutto di un ulteriore percorso di ricerca, la nuova tappa dello spettacolo valorizza la pluralità linguistica della trama drammaturgica. Ifigenia, di ieri e di oggi, è tutta nell'ambiguità del titolo: esecuzione come atto musicale e come atto di condanna a morte. Il nodo di tale ambivalenza è racchiuso in una sola presenza scenica, che rappresenta allo stesso tempo l'esecutore e la vittima: Agamennone/padre e Ifigenia/figlia. Miriam Palma, attrice/esecutrice, tiene insieme in un unico corpo scenico la duplicità creativa. Ne nasce una nuova tendenza in grado di cogliere la condizione umana odierna: allo stesso modo in cui la sorte dell'esercito greco è legata alle condizioni atmosferiche da cui dipende addirittura la spedizione contro Troia, così la nostra vita di contemporanei è condizionata dal responso


meteorologico, nuovo oracolo capace di condizionare le scelte quotidiane. In un teatro che supera i confini tra corpo, parola, suono, voce, canto, questo diviene drammaturgicamente possibile. Grazie al crollo di tali confini e fuori da ogni confronto con altre possibili Ifigenie, la materia artistica assume l’aria di Opera originale. Nei testi di Lina Prosa, prima autrice italiana a entrare nel repertorio della Comedie-Francaise, è la parola che inventa la scena in cui prevale a volte il monologo corale, a volte il dialogo. La sua scrittura in movimento oltrepassa le zone d’ombra della contemporaneità, alla ricerca di una poesia della condizione umana che valichi confini, frontiere e omologazioni culturali. Attraverso questo percorso, l’autrice rivisita il Mito e interroga attualizzandole le figure femminili della mitologia greca. redazione

10 luglio 2015 informazioni XVI EDIZIONE

SABATO 11 LUGLIO 2015 ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma)

MDA Produzioni Danza ESECUZIONE/IFIGENIA

Testo e regia Lina Prosa Composizione vocale e ritmica Miriam Palma


Articles from Ottoetrenta Teatri di pietra Lazio, in scena l’Esecuzione-Ifigenia 2015- 07- 08 13:07:24 Lucia De Cicco

Test o e regia Lina Prosa. Composizione vocale e rit mica Miriam Palma. Secondo il Mit o, l’uccisione da part e di Agamennone di una cerva avrebbe scat enat o l’ira della Dea Art emide, che si sarebbe vendicat a impedendo alla f lot t a del Re di salpare alla volt a di Troia, per recuperare la Regina Elena, moglie del f rat ello Menelao. Per sbloccare la sit uazione det erminat a dalla mancanza di vent o che impediva alle navi di prendere il largo, la Dea richiese il sacrif icio della giovane e bella f iglia di Agamennone: If igenia. “Esecuzione/If igenia” nasce da una collaborazione t ra Miriam Palma e Lina Prosa, che speriment ano i diversi linguaggi legat i al t est o, alla voce, al cant o. Frut t o di un ult eriore percorso di ricerca, la nuova t appa dello spet t acolo valorizza la pluralit à linguist ica della t rama drammat urgica. If igenia, di ieri e di oggi, è t ut t a nell’ambiguit à del t it olo: esecuzione come at t o musicale e come at t o di condanna a mort e. Il nodo di t ale ambivalenza è racchiuso in una sola presenza scenica, che rappresent a allo st esso t empo l’esecut ore e la vit t ima: Agamennone/padre e If igenia/f iglia. Miriam Palma, at t rice/esecut rice, t iene insieme in un unico corpo scenico la duplicit à creat iva. Ne nasce una nuova t endenza in grado di cogliere la condizione umana odierna: allo st esso modo in cui la sort e dell’esercit o greco è legat a alle condizioni at mosf eriche da cui dipende addirit t ura la spedizione cont ro Troia, così la nost ra vit a di cont emporanei è condizionat a dal responso met eorologico, nuovo oracolo capace di condizionare le scelt e quot idiane. In un t eat ro che supera i conf ini t ra corpo, parola, suono, voce, cant o, quest o diviene drammat urgicament e possibile. Grazie al crollo di t ali conf ini e f uori da ogni conf ront o con alt re possibili


If igenie, la mat eria art ist ica assume l’aria di Opera originale. Nei t est i di Lina Prosa, prima aut rice it aliana a ent rare nel repert orio della Comedie-Francaise, è la parola che invent a la scena in cui prevale a volt e il monologo corale, a volt e il dialogo. La sua scrit t ura in moviment o olt repassa le zone d’ombra della cont emporaneit à, alla ricerca di una poesia della condizione umana che valichi conf ini, f ront iere e omologazioni cult urali. At t raverso quest o percorso, l’aut rice rivisit a il Mit o e int erroga at t ualizzandole le f igure f emminili della mit ologia greca.


http://www.mondospettacolo.com/esecuzioneifigenia-il-mito-dellambivalenza http://www.mondospettacolo.com/esecuzioneifigenia dellambivalenza-in-scena-l11-luglioallarco-di-malborghetto-nellambito nellambito-della-xvi-edizione-di-teatri-di-pietra-lazio/ lazio/

ESECUZIONE/IFIGENIA: IL MITO DELL’AMBIVALENZA IN SCENA L’11 LUGLIO ALL’ARCO ALL’ARCO DI MALBORGHETTO NELL’AMBITO DELLA XVI EDIZIONE DI TEATRI DI PIETRA LAZIO BY DIRETTORE

Secondo il Mito, l’uccisione da parte di Agamennone di una cerva avrebbe scatenato l’ira della Dea Artemide, che si sarebbe vendicata impedendo alla flotta del Re di salpare alla volta di Troia, per recuperare la Regina Elena, moglie del fratello Menelao. Per sbloccare la situazione determinata dalla mancanza di vento che impediva alle navi n di prendere il largo, la Dea richiese il sacrificio della giovane e bella figlia di Agamennone: Ifigenia. “Esecuzione/Ifigenia” nasce da una collaborazione tra Miriam Palma e Lina Prosa, che sperimentano i diversi linguaggi legati al testo, alla voce, al canto. Frutto di un ulteriore percorso di ricerca, la nuova tappa dello spettacolo valorizza la pluralità linguistica della trama drammaturgica. Ifigenia, di ieri e di oggi, è tutta nell’ambiguità del titolo: esecuzione come atto musicale e come atto di condanna a morte. Il nodo di tale ambivalenza è racchiuso in una sola presenza scenica, che rappresenta allo stesso tempo l’esecutore e la vittima: Agamennone/padre e Ifigenia/figlia. Miriam Palma, attrice/esecutrice, tiene insieme in un unico corpo scenico scenico la duplicità creativa. Ne nasce una nuova tendenza in grado di cogliere la condizione umana odierna: allo stesso modo in cui la sorte dell’esercito greco è legata alle condizioni atmosferiche da cui dipende addirittura la spedizione contro Troia, così la la nostra vita di contemporanei è


condizionata dal responso meteorologico, nuovo oracolo capace di condizionare le scelte quotidiane. In un teatro che supera i confini tra corpo, parola, suono, voce, canto, questo diviene drammaturgicamente possibile. Grazie al crollo di tali confini e fuori da ogni confronto con altre possibili Ifigenie, la materia artistica assume l’aria di Opera originale. Nei testi di Lina Prosa, prima autrice italiana a entrare nel repertorio della Comedie-Francaise, è la parola che inventa la scena in cui prevale a volte il monologo corale, a volte il dialogo. La sua scrittura in movimento oltrepassa le zone d’ombra della contemporaneità, alla ricerca di una poesia della condizione umana che valichi confini, frontiere e omologazioni culturali. Attraverso questo percorso, l’autrice rivisita il Mito e interroga attualizzandole le figure femminili della mitologia greca.

SABATO 11 LUGLIO 2015

ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma)

MDA Produzioni Danza

ESECUZIONE/IFIGENIA

Testo e regia Lina Prosa Composizione vocale e ritmica Miriam Palma

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio

Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra

Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893

UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


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CONCERTO PER ODYSSEO: il tema della guerra in un affresco visionario dove la parola incontra la musica - l'11 Luglio all'Anfiteatro di Sutri - Teatri di Pietra Lazio 2015 I conflitti del presente sono rappresentati in uno spettacolo visionario, che mette in scena un’umanità alla deriva. La parola incontra la musica, e le immagini danno un volto... Partendo dall’Iliade di Omero, Maurizio Panici affronta il tema della guerra con le sue tragiche e inevitabili conseguenze. Spettacolo originale e di grande impatto, affresco composito sulla guerra che coinvolge e commuove attraverso il racconto vocale di Maurizio Panici, accompagnato dalle suggestive sonorità di Raffaello Simeoni, che evocano visioni arcaiche. I conflitti del presente sono rappresentati in uno spettacolo visionario, che mette in scena un’umanità alla deriva. La parola incontra la musica, e le immagini danno un volto alla violenza, al centro di una riflessione sulla necessità di una pietas per l’unica possibile riconciliazione. “Cantare L’Iliade oggi – afferma Maurizio Panici - dopo secoli che questo poema continua ad affascinare e a interessare le giovani generazioni, è raccontare ancora una volta di uomini ed eroi, della guerra e della assoluta necessità della pace, di vendetta ma soprattutto di pietà, perché tutto quello che emerge da questo monumentale racconto di una guerra infinita è l’inevitabile e necessario bisogno di pace. Questa necessità, la racconta l’eroe per eccellenza, Achille, nel IX libro di fronte alla richiesta di combattere: Niente, per me, vale come la vita…non i tesori..non le ricchezze, i buoi si possono rubare, i cavalli si possono acquistare…ma la vita dell’uomo non torna indietro,non si può riprendere o rapire, quando ha passato la barriera dei denti. In questo suo passaggio l’eroe ci racconta dell’assoluto valore della vita umana. Ed è proprio oggi in questo enorme campo di battaglia che è il mondo, che le parole del grande poema omerico acquistano forza e ci spingono a riflettere sulla compassione per i vinti e sull’assoluta e inderogabile necessità di vivere in pace, di poter desiderare un’altra vita possibile che si nutra della bellezza e non dell’odio, di una vita che fondi la sua eroicità nei piccoli gesti quotidiani. Il racconto si fa concerto grazie alla voce magnifica e potente di Raffaele Simeoni, un artista in grado di risvegliare visioni arcaiche che ci riconnettono immediatamente con il nostro cuore antico. La parola attraverso il canto si fa paesaggio e torna a raccontare storie e a nutrire la nostra immaginazione”. Nota Biografica Raffaello Simeoni. Cantante, musicista, compositore, suona flauti moderni, antichi e tradizionali, cornamuse, organetto, ciaramelli, liuti arabi,ghironda. E’ il fondatore nel 1985 dei Novalia. Ha collaborato con artisti o gruppi quali Giovanna Marini, Micrologus, Alexander Balanescu, Claudio Baglioni, Materiali Sonori Universiti, Antonello Ricci, Arnaldo Vacca, Ambrogio Sparagna, Arturo Stalteri, Paolo Modugno, Marcello Vento, Saleh Tawil, Kawa, Ganoub, Badu N’Dyaie, Marco Rosano, Alessandro Cercato, Abraham Afewerki, Nour Eddine, Pivio, Orchestra De S. Denis De Parigi, Kay McCarthy, Nando Citarella, Renè Zosso, Lucilla Galeazzi, Riccardo Tesi, Daniele Sepe Eugenio Bennato,Massimo Giuntini, Vincenzo Zitello, Rodolfo


Maltese,Gavino Murgia,Hevia, Carlos Nunez,Indaco, Francesco di Giacomo,Noa, Stephane Durand, Avion Travel, Moni Ovadia, Simone Cristicchi, Ron . Nel 1995 vince il premio “Città di Recanati con il brano “rama e rosa”, vince come miglior voce e miglior arrangiamenti nel 2005 con il suo disco da solista "Controentu" il Festival di Mantova. Ha composto musica per il teatro, cinema, danza, televisione e poesia. Dal 1997 collabora con varie scuole della provincia tenendo corsi di aggiornamento per insegnanti sulla musica e le tradizioni popolari, realizza una guida sulla conoscenza degli strumenti etnici, loro classificazione utilizzo e provenienza, la costruzione di essi con materiali di recupero con i bambini delle scuole elementari e un Cd di orientamento all’interno della musica del Novecento con i ragazzi delle scuole superiori. E' il cantante dell'Orchestra Popolare Italiana dell'Auditorium di Roma diretta da Ambrogio Sparagna. Le sue tournèe toccano vari paesi: Francia, Spagna, Danimarca, Svezia, Germania, Romania, Egitto, ex Jugoslavia, Grecia, Austria,Tunisia, Stati Uniti, Cina, Messico. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra XVI EDIZIONE SABATO 11 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Produzione Coop Argot CONCERTO PER ODYSSEO Un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero voce recitante Maurizio Panici suoni e canti Raffaello Simeoni immagini Massimo Achilli fondali dipinti Michele Ciacciofera TEATRI DI PIETRA LAZIO Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


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CONCERTO PER ODYSSEO: l’11 Luglio all’Anfiteatro di Sutri – Teatri di Pietra Lazio 2015 luglio 8, 2015 Walter NicolettiMusic / TheatreNo Comments

XVI EDIZIONE SABATO 11 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Produzione Coop Argot CONCERTO PER ODYSSEO Un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero voce recitante Maurizio Panici suoni e canti Raffaello Simeoni


immagini Massimo Achilli fondali dipinti Michele Ciacciofera Partendo dall’Iliade di Omero, Maurizio Panici affronta il tema della guerra con le sue tragiche e inevitabili conseguenze. Spettacolo originale e di grande impatto, affresco composito sulla guerra che coinvolge e commuove attraverso il racconto vocale di Maurizio Panici, accompagnato dalle suggestive sonorità di Raffaello Simeoni, che evocano visioni arcaiche. I conflitti del presente sono rappresentati in uno spettacolo visionario, che mette in scena un’umanità alla deriva. La parola incontra la musica, e le immagini danno un volto alla violenza, al centro di una riflessione sulla necessità di una pietas per l’unica possibile riconciliazione. “Cantare L’Iliade oggi – afferma Maurizio Panici – dopo secoli che questo poema continua ad affascinare e a interessare le giovani generazioni, è raccontare ancora una volta di uomini ed eroi, della guerra e della assoluta necessità della pace, di vendetta ma soprattutto di pietà, perché tutto quello che emerge da questo monumentale racconto di una guerra infinita è l’inevitabile e necessario bisogno di pace. Questa necessità, la racconta l’eroe per eccellenza, Achille, nel IX libro di fronte alla richiesta di combattere: Niente, per me, vale come la vita…non i tesori..non le ricchezze, i buoi si possono rubare, i cavalli si possono acquistare…ma la vita dell’uomo non torna indietro,non si può riprendere o rapire, quando ha passato la barriera dei denti. In questo suo passaggio l’eroe ci racconta dell’assoluto valore della vita umana. Ed è proprio oggi in questo enorme campo di battaglia che è il mondo, che le parole del grande poema omerico acquistano forza e ci spingono a riflettere sulla compassione per i vinti e sull’assoluta e inderogabile necessità di vivere in pace, di poter desiderare un’altra vita possibile che si nutra della bellezza e non dell’odio, di una vita che fondi la sua eroicità nei piccoli gesti quotidiani. Il racconto si fa concerto grazie alla voce magnifica e potente di Raffaele Simeoni, un artista in grado di risvegliare visioni arcaiche che ci riconnettono immediatamente con il nostro cuore antico. La parola attraverso il canto si fa paesaggio e torna a raccontare storie e a nutrire la nostra immaginazione”. Nota Biografica Raffaello Simeoni. Cantante, musicista, compositore, suona flauti moderni, antichi e tradizionali, cornamuse, organetto, ciaramelli, liuti arabi,ghironda. E’ il fondatore nel 1985 dei Novalia. Ha collaborato con artisti o gruppi quali Giovanna Marini, Micrologus, Alexander Balanescu, Claudio Baglioni, Materiali Sonori Universiti, Antonello Ricci, Arnaldo Vacca, Ambrogio Sparagna, Arturo Stalteri, Paolo Modugno, Marcello Vento, Saleh Tawil, Kawa, Ganoub, Badu N’Dyaie, Marco Rosano, Alessandro Cercato, Abraham Afewerki, Nour Eddine, Pivio, Orchestra De S. Denis De Parigi, Kay McCarthy, Nando Citarella, Renè Zosso, Lucilla Galeazzi, Riccardo Tesi, Daniele Sepe Eugenio


Bennato,Massimo Giuntini, Vincenzo Zitello, Rodolfo Maltese,Gavino Murgia,Hevia, Carlos Nunez,Indaco, Francesco di Giacomo,Noa, Stephane Durand, Avion Travel, Moni Ovadia, Simone Cristicchi, Ron . Nel 1995 vince il premio “Città di Recanati con il brano “rama e rosa”, vince come miglior voce e miglior arrangiamenti nel 2005 con il suo disco da solista “Controentu” il Festival di Mantova. Ha composto musica per il teatro, cinema, danza, televisione e poesia. Dal 1997 collabora con varie scuole della provincia tenendo corsi di aggiornamento per insegnanti sulla musica e le tradizioni popolari, realizza una guida sulla conoscenza degli strumenti etnici, loro classificazione utilizzo e provenienza, la costruzione di essi con materiali di recupero con i bambini delle scuole elementari e un Cd di orientamento all’interno della musica del Novecento con i ragazzi delle scuole superiori. E’ il cantante dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium di Roma diretta da Ambrogio Sparagna. Le sue tournèe toccano vari paesi: Francia, Spagna, Danimarca, Svezia, Germania, Romania, Egitto, ex Jugoslavia, Grecia, Austria,Tunisia, Stati Uniti, Cina, Messico. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra TEATRI DI PIETRA LAZIO Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


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Concerto per Odysseo Un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero Il 11/07/2015

Partendo dall’Iliade di Omero, Maurizio Panici affronta il tema della guerra con le sue tragiche e inevitabili conseguenze. Spettacolo originale e di grande impatto, affresco composito sulla guerra che coinvolge e commuove attraverso il racconto vocale di Maurizio Panici, accompagnato accompagnato dalle suggestive sonorità di Raffaello Simeoni, che evocano visioni arcaiche. I conflitti del presente sono rappresentati in uno spettacolo visionario, che mette in scena un’umanità alla deriva. La parola incontra la musica, e le immagini danno un volto alla violenza, al centro di una riflessione sulla necessità di una pietas per l’unica possibile riconciliazione. “Cantare L’Iliade oggi – afferma Maurizio Panici - dopo secoli che questo poema continua ad affascinare e a interessare le giovani generazioni, azioni, è raccontare ancora una volta di uomini ed eroi, della guerra e della assoluta necessità della pace, di vendetta ma soprattutto di pietà, perché tutto quello che emerge da questo monumentale racconto di una guerra infinita è l’inevitabile e necessario rio bisogno di pace. Questa necessità, la racconta l’eroe per eccellenza, Achille, nel IX libro di fronte alla richiesta di combattere: Niente, per me, vale come la vita…non i tesori..non le ricchezze, i buoi si possono rubare, i cavalli si possono acquistare…ma acquistare…ma la vita dell’uomo non torna indietro,non si può riprendere o rapire, quando ha passato la barriera dei denti. In questo suo passaggio l’eroe ci racconta dell’assoluto valore della vita umana. Ed è proprio oggi in questo enorme campo di battaglia che è il mondo, che le parole del grande poema omerico acquistano forza e ci spingono a riflettere sulla compassione per i vinti e sull’assoluta e inderogabile necessità di vivere in pace, di poter desiderare un’altra vita possibile che si nutra della bellezza bellezza e non dell’odio, di una vita che fondi la sua eroicità nei piccoli gesti quotidiani. Il racconto si fa concerto grazie alla voce magnifica e potente di Raffaele Simeoni,


un artista in grado di risvegliare visioni arcaiche che ci riconnettono immediatamente con il nostro cuore antico. La parola attraverso il canto si fa paesaggio e torna a raccontare storie e a nutrire la nostra immaginazione”. Nota Biografica Raffaello Simeoni. Cantante, musicista, compositore, suona flauti moderni, antichi e tradizionali, cornamuse, organetto, ciaramelli, liuti arabi,ghironda. E’ il fondatore nel 1985 dei Novalia. Ha collaborato con artisti o gruppi quali Giovanna Marini, Micrologus, Alexander Balanescu, Claudio Baglioni, Materiali Sonori Universiti, Antonello Ricci, Arnaldo Vacca, Ambrogio Sparagna, Arturo Stalteri, Paolo Modugno, Marcello Vento, Saleh Tawil, Kawa, Ganoub, Badu N’Dyaie, Marco Rosano, Alessandro Cercato, Abraham Afewerki, Nour Eddine, Pivio, Orchestra De S. Denis De Parigi, Kay McCarthy, Nando Citarella, Renè Zosso, Lucilla Galeazzi, Riccardo Tesi, Daniele Sepe Eugenio Bennato,Massimo Giuntini, Vincenzo Zitello, Rodolfo Maltese,Gavino Murgia,Hevia, Carlos Nunez,Indaco, Francesco di Giacomo,Noa, Stephane Durand, Avion Travel, Moni Ovadia, Simone Cristicchi, Ron . Nel 1995 vince il premio “Città di Recanati con il brano “rama e rosa”, vince come miglior voce e miglior arrangiamenti nel 2005 con il suo disco da solista "Controentu" il Festival di Mantova. Ha composto musica per il teatro, cinema, danza, televisione e poesia. Dal 1997 collabora con varie scuole della provincia tenendo corsi di aggiornamento per insegnanti sulla musica e le tradizioni popolari, realizza una guida sulla conoscenza degli strumenti etnici, loro classificazione utilizzo e provenienza, la costruzione di essi con materiali di recupero con i bambini delle scuole elementari e un Cd di orientamento all’interno della musica del Novecento con i ragazzi delle scuole superiori. E' il cantante dell'Orchestra Popolare Italiana dell'Auditorium di Roma diretta da Ambrogio Sparagna. Le sue tournèe toccano vari paesi: Francia, Spagna, Danimarca, Svezia, Germania, Romania, Egitto, ex Jugoslavia, Grecia, Austria,Tunisia, Stati Uniti, Cina, Messico. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra TEATRI DI PIETRA LAZIO Produzione Coop Argot CONCERTO PER ODYSSEO Un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero voce recitante Maurizio Panici suoni e canti Raffaello Simeoni immagini Massimo Achilli fondali dipinti Michele CiaccioferaUn progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero

Il 11/07/2015


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TEATRI EATRI DI PIETRA LAZIO: CONCERTO PER ODYSSEO – SABATO 11 LUGLIO Italia Spettacolo | luglio 9, 2015

SABATO 11 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Produzione Coop Argot CONCERTO PER ODYSSEO Un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero voce recitante Maurizio Panici suoni e canti Raffaello Simeoni immagini Massimo Achilli fondali dipinti Michele Ciacciofera

Partendo dall’Iliade di Omero, Maurizio Panici affronta il tema della guerra con le sue tragiche e inevitabili conseguenze. Spettacolo originale e di grande impatto, affresco composito sulla s guerra che coinvolge e commuove attraverso il racconto vocale di Maurizio Panici, accompagnato dalle suggestive sonorità di Raffaello Simeoni, che evocano visioni arcaiche. I conflitti del presente sono rappresentati in uno spettacolo visionario, che mette in scena un’umanità alla deriva. La parola incontra la musica, e le immagini danno un volto alla violenza, al centro di una riflessione sulla necessità di una pietas per l’unica possibile riconciliazione. “Cantare L’Iliade oggi – afferma Maurizio Panici – dopo secoli che questo poema continua ad affascinare e a interessare le giovani generazioni, è raccontare ancora an ora una volta di uomini ed eroi, della guerra e della assoluta necessità della pace, di vendetta ma soprattutto di pietà, perché tutto quello que che emerge da questo monumentale racconto di una guerra infinita è l’inevitabile e necessario bisogno di pace. Questa necessità, la racconta l’eroe per eccellenza, Achille, nel IX libro di fronte alla richiesta di combattere: Niente, per me, vale come la vita…non i tesori..non le ricchezze, i buoi si possono rubare, i cavalli si possono acquistare…ma la vita dell’uomo non torna indietro,non si può riprendere o rapire, quando ha


passato la barriera dei denti. In questo suo passaggio l’eroe ci racconta dell’assoluto valore della vita umana. Ed è proprio oggi in questo enorme campo di battaglia che è il mondo, che le parole del grande poema omerico acquistano forza e ci spingono a riflettere sulla compassione per i vinti e sull’assoluta e inderogabile necessità di vivere in pace, di poter desiderare un’altra vita possibile che si nutra della bellezza e non dell’odio, di una vita che fondi la sua eroicità nei piccoli gesti quotidiani. Il racconto si fa concerto grazie alla voce magnifica e potente di Raffaele Simeoni, un artista in grado di risvegliare visioni arcaiche che ci riconnettono immediatamente con il nostro cuore antico. La parola attraverso il canto si fa paesaggio e torna a raccontare storie e a nutrire la nostra immaginazione”.

Nota Biografica Raffaello Simeoni. Cantante, musicista, compositore, suona flauti moderni, antichi e tradizionali, cornamuse, organetto, ciaramelli, liuti arabi,ghironda. E’ il fondatore nel 1985 dei Novalia. Ha collaborato con artisti o gruppi quali Giovanna Marini, Micrologus, Alexander Balanescu, Claudio Baglioni, Materiali Sonori Universiti, Antonello Ricci, Arnaldo Vacca, Ambrogio Sparagna, Arturo Stalteri, Paolo Modugno, Marcello Vento, Saleh Tawil, Kawa, Ganoub, Badu N’Dyaie, Marco Rosano, Alessandro Cercato, Abraham Afewerki, Nour Eddine, Pivio, Orchestra De S. Denis De Parigi, Kay McCarthy, Nando Citarella, Renè Zosso, Lucilla Galeazzi, Riccardo Tesi, Daniele Sepe Eugenio Bennato,Massimo Giuntini, Vincenzo Zitello, Rodolfo Maltese,Gavino Murgia,Hevia, Carlos Nunez,Indaco, Francesco di Giacomo,Noa, Stephane Durand, Avion Travel, Moni Ovadia, Simone Cristicchi, Ron . Nel 1995 vince il premio “Città di Recanati con il brano “rama e rosa”, vince come miglior voce e miglior arrangiamenti nel 2005 con il suo disco da solista “Controentu” il Festival di Mantova. Ha composto musica per il teatro, cinema, danza, televisione e poesia. Dal 1997 collabora con varie scuole della provincia tenendo corsi di aggiornamento per insegnanti sulla musica e le tradizioni popolari, realizza una guida sulla conoscenza degli strumenti etnici, loro classificazione utilizzo e provenienza, la costruzione di essi con materiali di recupero con i bambini delle scuole elementari e un Cd di orientamento all’interno della musica del Novecento con i ragazzi delle scuole superiori. E’ il cantante dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium di Roma diretta da Ambrogio Sparagna. Le sue tournèe toccano vari paesi: Francia, Spagna, Danimarca, Svezia, Germania, Romania, Egitto, ex Jugoslavia, Grecia, Austria,Tunisia, Stati Uniti, Cina, Messico.


Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra TEATRI DI PIETRA LAZIO Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ Tel: whatsapp 327 9473893


http://binrome.com/eventi/liliade--si-fa-concerto-di-pace-a-teatri-di-pietra/

L’Iliade si fa concerto di pace a Teatri di Pietra By Leonardo Rossi - lug 9, 2015

Un omaggio all’Iliade di Omero, ma non solo; con questa idea Maurizio Panici affronta il tema della guerra con le sue tragiche e inevitabili conseguenze. Spettacolo originale e di grande impatto, affresco composito sulla guerra che coinvolge e commuove attraverso il racconto vocale di Maurizio Panici, accompagnato dalle suggestive sonorità di Raffaello Simeoni, che evocano visioni arcaiche. E’ uno spettacolo visionario, che mette in scena un’umanità alla deriva. La parola incontra la musica, e le immagini danno un volto alla violenza, al centro di una riflessione sulla necessità di una pietas per l’unica possibile riconciliazione. «Cantare L’Iliade oggi – afferma Maurizio Panici – dopo secoli che questo poema continua ad affascinare e a interessare le giovani generazioni, è raccontare ancora una volta di uomini ed eroi, della guerra e della assoluta necessità della pace, di vendetta ma soprattutto di pietà, perché tutto quello che emerge da questo monumentale racconto di una guerra infinita è l’inevitabile e necessario bisogno di pace». Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online


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SABATO 11 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI: CONCERTO PER ODYSSEO

08/07/2015 : 17:38

(NewTuscia) - SUTRI - Partendo dall’Iliade di Omero, Maurizio Panici affronta il tema della guerra con le sue tragiche e inevitabili conseguenze. Spettacolo originale e di grande impatto, affresco composito sulla guerra che coinvolge e commuove attraverso il racconto vocale di Maurizio Panici, accompagnato dalle suggestive sonorità di Raffaello Simeoni, che evocano visioni arcaiche. I conflitti del presente sono rappresentati in uno spettacolo visionario, che mette in scena un’umanità alla deriva. La parola incontra la musica, e le immagini danno un volto alla violenza, al centro di una riflessione sulla necessità di una pietas per l’unica possibile riconciliazione. “Cantare L’Iliade oggi – afferma Maurizio Panici - dopo secoli che questo poema continua ad affascinare e a interessare le giovani generazioni, è raccontare ancora una volta di uomini ed eroi, della guerra e della assoluta necessità della pace, di vendetta ma soprattutto di pietà, perché tutto quello che emerge da questo monumentale racconto di una guerra infinita è l’inevitabile e necessario bisogno di pace. Questa necessità, la racconta l’eroe per eccellenza, Achille, nel IX libro di fronte alla richiesta di combattere:Niente, per me, vale come la vita…non i tesori..non le ricchezze, i buoi si possono rubare, i cavalli si possono acquistare…ma la vita dell’uomo non torna indietro,non si può riprendere o rapire, quando ha passato la barriera dei denti. In questo suo passaggio l’eroe ci racconta dell’assoluto valore della vita umana. Ed è proprio oggi in questo enorme campo di battaglia che è il mondo, che le parole del grande poema omerico acquistano forza e ci spingono a riflettere sulla compassione per i vinti e sull’assoluta e inderogabile necessità di vivere in pace, di poter desiderare un’altra vita possibile che si nutra della bellezza e non dell’odio, di una vita che fondi la sua eroicità nei piccoli gesti quotidiani. Il racconto si fa concerto grazie alla voce magnifica e potente di Raffaele Simeoni, un artista in grado di risvegliare visioni arcaiche che ci riconnettono immediatamente con il nostro cuore antico. La parola attraverso il canto si fa paesaggio e torna a raccontare storie e a nutrire la nostra immaginazione”. Nota Biografica Raffaello Simeoni. Cantante, musicista, compositore, suona flauti moderni, antichi e tradizionali, cornamuse, organetto, ciaramelli, liuti arabi,ghironda. E’ il fondatore nel 1985 dei Novalia.


Ha collaborato con artisti o gruppi quali Giovanna Marini, Micrologus, Alexander Balanescu, Claudio Baglioni, Materiali Sonori Universiti, Antonello Ricci, Arnaldo Vacca, Ambrogio Sparagna, Arturo Stalteri, Paolo Modugno, Marcello Vento, Saleh Tawil, Kawa, Ganoub, Badu N’Dyaie, Marco Rosano, Alessandro Cercato, Abraham Afewerki, Nour Eddine, Pivio, Orchestra De S. Denis De Parigi, Kay McCarthy, Nando Citarella, Renè Zosso, Lucilla Galeazzi, Riccardo Tesi, Daniele Sepe Eugenio Bennato,Massimo Giuntini, Vincenzo Zitello, Rodolfo Maltese,Gavino Murgia,Hevia, Carlos Nunez,Indaco, Francesco di Giacomo,Noa, Stephane Durand, Avion Travel, Moni Ovadia, Simone Cristicchi, Ron . Nel 1995 vince il premio “Città di Recanati con il brano “rama e rosa”, vince come miglior voce e miglior arrangiamenti nel 2005 con il suo disco da solista "Controentu" il Festival di Mantova. Ha composto musica per il teatro, cinema, danza, televisione e poesia. Dal 1997 collabora con varie scuole della provincia tenendo corsi di aggiornamento per insegnanti sulla musica e le tradizioni popolari, realizza una guida sulla conoscenza degli strumenti etnici, loro classificazione utilizzo e provenienza, la costruzione di essi con materiali di recupero con i bambini delle scuole elementari e un Cd di orientamento all’interno della musica del Novecento con i ragazzi delle scuole superiori. E' il cantante dell'Orchestra Popolare Italiana dell'Auditorium di Roma diretta da Ambrogio Sparagna. Le sue tournèe toccano vari paesi: Francia, Spagna, Danimarca, Svezia, Germania, Romania, Egitto, ex Jugoslavia, Grecia, Austria,Tunisia, Stati Uniti, Cina, Messico. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri


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ANFITEATRO DI SUTRI "CONCERTO PER ODYSSEO" Scritto Da Conta Produzione Coop Argot - CONCERTO PER ODYSSEO progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero voce recitante Maurizio Panici suoni e canti Raffaello Simeoni immagini Massimo Achilli fondali dipinti Michele Ciacciofera SABATO 11 LUGLIO 2015 Partendo dall’Iliade di Omero, Maurizio Panici affronta il tema della guerra con le sue tragiche e inevitabili conseguenze. Spettacolo originale e di grande impatto, affresco composito sulla guerra che coinvolge e commuove attraverso il racconto vocale di Maurizio Panici, accompagnato dalle suggestive sonorità di Raffaello Simeoni, che evocano visioni arcaiche. I conflitti del presente sono rappresentati in uno spettacolo visionario, che mette in scena un’umanità alla deriva. La parola incontra la musica, e le immagini danno un volto alla violenza, al centro di una riflessione sulla necessità di una pietas per l’unica possibile riconciliazione. “Cantare L’Iliade oggi – afferma Maurizio Panici - dopo secoli che questo poema continua ad affascinare e a interessare le giovani generazioni, è raccontare ancora una volta di uomini ed eroi, della guerra e della assoluta necessità della pace, di vendetta ma soprattutto di pietà, perché tutto quello che emerge da questo monumentale racconto di una guerra infinita è l’inevitabile e necessario bisogno di pace. Questa necessità, la racconta l’eroe per eccellenza, Achille, nel IX libro di fronte alla richiesta di combattere: Niente, per me, vale come la vita…non i tesori..non le ricchezze, i buoi si possono rubare, i cavalli si possono acquistare…ma la vita dell’uomo non torna indietro,non si può riprendere o rapire, quando ha passato la barriera dei denti. In questo suo passaggio l’eroe ci racconta dell’assoluto valore della vita umana. Ed è proprio oggi in questo enorme campo di battaglia che è il mondo, che le parole del grande poema omerico acquistano forza e ci spingono a riflettere sulla compassione per i vinti e sull’assoluta e inderogabile necessità di vivere in pace, di poter desiderare un’altra vita possibile che si nutra della bellezza e non dell’odio, di una vita che fondi la sua eroicità nei piccoli gesti quotidiani. Il racconto si fa concerto grazie alla voce magnifica e potente di Raffaele Simeoni, un artista in grado di risvegliare visioni arcaiche che ci riconnettono immediatamente con il nostro cuore antico. La parola attraverso il canto si fa paesaggio e torna a raccontare storie e a nutrire la nostra immaginazione”. Nota Biografica Raffaello Simeoni. Cantante, musicista, compositore, suona flauti moderni, antichi e tradizionali, cornamuse, organetto, ciaramelli, liuti arabi,ghironda. E’ il fondatore nel 1985 dei Novalia. Ha collaborato con artisti o gruppi quali Giovanna Marini, Micrologus, Alexander Balanescu, Claudio Baglioni, Materiali Sonori Universiti, Antonello Ricci, Arnaldo Vacca, Ambrogio Sparagna, Arturo Stalteri, Paolo Modugno, Marcello Vento, Saleh Tawil, Kawa, Ganoub, Badu N’Dyaie, Marco Rosano, Alessandro Cercato, Abraham Afewerki, Nour Eddine, Pivio, Orchestra De S. Denis De Parigi, Kay McCarthy, Nando Citarella, Renè Zosso, Lucilla Galeazzi, Riccardo Tesi, Daniele


Sepe Eugenio Bennato,Massimo Giuntini, Vincenzo Zitello, Rodolfo Maltese,Gavino Murgia,Hevia, Carlos Nunez,Indaco, Francesco di Giacomo,Noa, Stephane Durand, Avion Travel, Moni Ovadia, Simone Cristicchi, Ron . Nel 1995 vince il premio “Città di Recanati con il brano “rama e rosa”, vince come miglior voce e miglior arrangiamenti nel 2005 con il suo disco da solista "Controentu" il Festival di Mantova. Ha composto musica per il teatro, cinema, danza, televisione e poesia. Dal 1997 collabora con varie scuole della provincia tenendo corsi di aggiornamento per insegnanti sulla musica e le tradizioni popolari, realizza una guida sulla conoscenza degli strumenti etnici, loro classificazione utilizzo e provenienza, la costruzione di essi con materiali di recupero con i bambini delle scuole elementari e un Cd di orientamento all’interno della musica del Novecento con i ragazzi delle scuole superiori. E' il cantante dell'Orchestra Popolare Italiana dell'Auditorium di Roma diretta da Ambrogio Sparagna. Le sue tournèe toccano vari paesi: Francia, Spagna, Danimarca, Svezia, Germania, Romania, Egitto, ex Jugoslavia, Grecia, Austria,Tunisia, Stati Uniti, Cina, Messico. TEATRI DI PIETRA LAZIO Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: tel. whatsapp 327 9473893


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ALL’ ANFITEATRO DI SUTRI: CONCERTO PER ODYSSEO Scritto il 9 luglio 2015 da Informaromanord in In evidenza, Spettacoli e cultura

Partendo dall’Iliade di Omero, Maurizio Panici affronta il tema della guerra con le sue tragiche e inevitabili conseguenze. Spettacolo originale e di grande impatto, affresco composito sulla guerra che coinvolge e commuove attraverso il racconto vocale di Maurizio Panici, accompagnato dalle suggestive sonorità di Raffaello Simeoni, che evocano visioni arcaiche. I conflitti del presente sono rappresentati in uno spettacolo visionario, che mette in scena un’umanità alla deriva. La parola incontra la musica, e le immagini danno un volto alla violenza, al centro di una riflessione sulla necessità di una pietas per l’unica possibile riconciliazione. “Cantare L’Iliade oggi – afferma Maurizio Panici – dopo secoli che questo sto poema continua ad affascinare e a interessare le giovani generazioni, è raccontare ancora una volta di uomini ed eroi, della guerra e della assoluta necessità della pace, di vendetta ma soprattutto di pietà, perché tutto quello che emerge da questo monumentale umentale racconto di una guerra infinita è l’inevitabile e necessario bisogno di pace. Questa necessità, la racconta l’eroe per eccellenza, Achille, nel IX libro di fronte alla richiesta di combattere: Niente, per me, vale come la vita…non i tesori..non le ricchezze, i buoi si possono rubare, i cavalli si possono acquistare…ma la vita dell’uomo non torna indietro,non si può riprendere o rapire, quando ha passato la barriera dei denti. In questo suo passaggio l’eroe ci racconta dell’assoluto valore della vita vita umana. Ed è proprio oggi in questo enorme campo di battaglia che è il mondo, che le parole del grande poema omerico acquistano forza e ci spingono a riflettere sulla compassione per i vinti e sull’assoluta e inderogabile necessità di vivere in pace, di poter oter desiderare un’altra vita possibile che si nutra della bellezza e non dell’odio, di una vita che fondi la sua eroicità nei piccoli gesti quotidiani. Il racconto si fa concerto grazie alla voce magnifica e potente di Raffaele


Simeoni, un artista in grado di risvegliare visioni arcaiche che ci riconnettono immediatamente con il nostro cuore antico. La parola attraverso il canto si fa paesaggio e torna a raccontare storie e a nutrire la nostra immaginazione”. Nota Biografica Raffaello Simeoni. Cantante, musicista, compositore, suona flauti moderni, antichi e tradizionali, cornamuse, organetto, ciaramelli, liuti arabi,ghironda. E’ il fondatore nel 1985 dei Novalia. Ha collaborato con artisti o gruppi quali Giovanna Marini, Micrologus, Alexander Balanescu, Claudio Baglioni, Materiali Sonori Universiti, Antonello Ricci, Arnaldo Vacca, Ambrogio Sparagna, Arturo Stalteri, Paolo Modugno, Marcello Vento, Saleh Tawil, Kawa, Ganoub, Badu N’Dyaie, Marco Rosano, Alessandro Cercato, Abraham Afewerki, Nour Eddine, Pivio, Orchestra De S. Denis De Parigi, Kay McCarthy, Nando Citarella, Renè Zosso, Lucilla Galeazzi, Riccardo Tesi, Daniele Sepe Eugenio Bennato,Massimo Giuntini, Vincenzo Zitello, Rodolfo Maltese,Gavino Murgia,Hevia, Carlos Nunez,Indaco, Francesco di Giacomo,Noa, Stephane Durand, Avion Travel, Moni Ovadia, Simone Cristicchi, Ron . Nel 1995 vince il premio “Città di Recanati con il brano “rama e rosa”, vince come miglior voce e miglior arrangiamenti nel 2005 con il suo disco da solista “Controentu” il Festival di Mantova. Ha composto musica per il teatro, cinema, danza, televisione e poesia. Dal 1997 collabora con varie scuole della provincia tenendo corsi di aggiornamento per insegnanti sulla musica e le tradizioni popolari, realizza una guida sulla conoscenza degli strumenti etnici, loro classificazione utilizzo e provenienza, la costruzione di essi con materiali di recupero con i bambini delle scuole elementari e un Cd di orientamento all’interno della musica del Novecento con i ragazzi delle scuole superiori. E’ il cantante dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium di Roma diretta da Ambrogio Sparagna. Le sue tournèe toccano vari paesi: Francia, Spagna, Danimarca, Svezia, Germania, Romania, Egitto, ex Jugoslavia, Grecia, Austria,Tunisia, Stati Uniti, Cina, Messico. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra TEATRI DI PIETRA LAZIO Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto – Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


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Concerto per Odysseo

XVI EDIZIONE SABATO 11 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Produzione Coop Argot CONCERTO PER ODYSSEO Un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero voce recitante Maurizio Panici suoni e canti Raffaello Simeoni immagini Massimo Achilli fondali dipinti Michele Ciacciofera


Partendo dall’Iliade di Omero, Maurizio Panici affronta il tema della guerra con le sue tragiche e inevitabili conseguenze. Spettacolo originale e di grande impatto, affresco composito sulla guerra che coinvolge e commuove attraverso il racconto vocale di Maurizio Panici, accompagnato dalle suggestive sonorità di Raffaello Simeoni, che evocano visioni arcaiche. I conflitti del presente sono rappresentati in uno spettacolo visionario, che mette in scena un’umanità alla deriva. La parola incontra la musica, e le immagini danno un volto alla violenza, al centro di una riflessione sulla necessità di una pietas per l’unica possibile riconciliazione. “Cantare L’Iliade oggi – afferma Maurizio Panici – dopo secoli che questo poema continua ad affascinare e a interessare le giovani generazioni, è raccontare ancora una volta di uomini ed eroi, della guerra e della assoluta necessità della pace, di vendetta ma soprattutto di pietà, perché tutto quello che emerge da questo monumentale racconto di una guerra infinita è l’inevitabile e necessario bisogno di pace. Questa necessità, la racconta l’eroe per eccellenza, Achille, nel IX libro di fronte alla richiesta di combattere: Niente, per me, vale come la vita…non i tesori..non le ricchezze, i buoi si possono rubare, i cavalli si possono acquistare…ma la vita dell’uomo non torna indietro,non si può riprendere o rapire, quando ha passato la barriera dei denti. In questo suo passaggio l’eroe ci racconta dell’assoluto valore della vita umana. Ed è proprio oggi in questo enorme campo di battaglia che è il mondo, che le parole del grande poema omerico acquistano forza e ci spingono a riflettere sulla compassione per i vinti e sull’assoluta e inderogabile necessità di vivere in pace, di poter desiderare un’altra vita possibile che si nutra della bellezza e non dell’odio, di una vita che fondi la sua eroicità nei piccoli gesti quotidiani. Il racconto si fa concerto grazie alla voce magnifica e potente di Raffaele Simeoni, un artista in grado di risvegliare visioni arcaiche che ci riconnettono immediatamente con il nostro cuore antico. La parola attraverso il canto si fa paesaggio e torna a raccontare storie e a nutrire la nostra immaginazione”.


Nota Biografica Raffaello Simeoni. Cantante, musicista, compositore, suona flauti moderni, antichi e tradizionali, cornamuse, organetto, ciaramelli, liuti arabi,ghironda. E’ il fondatore nel 1985 dei Novalia. Ha collaborato con artisti o gruppi quali Giovanna Marini, Micrologus, Alexander Balanescu, Claudio Baglioni, Materiali Sonori Universiti, Antonello Ricci, Arnaldo Vacca, Ambrogio Sparagna, Arturo Stalteri, Paolo Modugno, Marcello Vento, Saleh Tawil, Kawa, Ganoub, Badu N’Dyaie, Marco Rosano, Alessandro Cercato, Abraham Afewerki, Nour Eddine, Pivio, Orchestra De S. Denis De Parigi, Kay McCarthy, Nando Citarella, Renè Zosso, Lucilla Galeazzi, Riccardo Tesi, Daniele Sepe Eugenio Bennato,Massimo Giuntini, Vincenzo Zitello, Rodolfo Maltese,Gavino Murgia,Hevia, Carlos Nunez,Indaco, Francesco di Giacomo,Noa, Stephane Durand, Avion Travel, Moni Ovadia, Simone Cristicchi, Ron . Nel 1995 vince il premio “Città di Recanati con il brano “rama e rosa”, vince come miglior voce e miglior arrangiamenti nel 2005 con il suo disco da solista “Controentu” il Festival di Mantova. Ha composto musica per il teatro, cinema, danza, televisione e poesia. Dal 1997 collabora con varie scuole della provincia tenendo corsi di aggiornamento per insegnanti sulla musica e le tradizioni popolari, realizza una guida sulla conoscenza degli strumenti etnici, loro classificazione utilizzo e provenienza, la costruzione di essi con materiali di recupero con i bambini delle scuole elementari e un Cd di orientamento all’interno della musica del Novecento con i ragazzi delle scuole superiori. E’ il cantante dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium di Roma diretta da Ambrogio Sparagna. Le sue tournèe toccano vari paesi: Francia, Spagna, Danimarca, Svezia, Germania, Romania, Egitto, ex Jugoslavia, Grecia, Austria,Tunisia, Stati Uniti, Cina, Messico. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione: Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra


TEATRI DI PIETRA LAZIO Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


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Anfiteatro di Sutri: Concerto per Odysseo parola canto paesaggio Un evento di ideazione e realizzazione del Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra, alla sua sedicesima edizione. Nello splendido scenario dell’Anfiteatro di Sutri il CONCERTO PER ODYSSEO. Un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero con: voce recitante Maurizio Panici suoni e canti Raffaello Simeoni immagini Massimo Achilli fondali dipinti Michele Ciacciofera Partendo dall’Iliade di Omero, Maurizio Panici affronta il tema della guerra con le sue tragiche e inevitabili conseguenze. Spettacolo originale e di grande impatto, affresco composito sulla guerra che coinvolge e commuove attraverso il racconto vocale di Maurizio Panici, accompagnato dalle suggestive sonorità di Raffaello Simeoni, che evocano visioni arcaiche. “Cantare L’Iliade oggi – afferma Maurizio Panici – dopo secoli che questo poema continua ad affascinare e a interessare le giovani generazioni, è raccontare ancora una


volta di uomini ed eroi, della guerra e della assoluta necessità della pace, di vendetta ma soprattutto di pietà, perché tutto quello che emerge da questo monumentale racconto di una guerra infinita è l’inevitabile e necessario bisogno di pace.. Il racconto si fa concerto grazie alla voce magnifica e potente di Raffaele Simeoni, un artista in grado di risvegliare visioni arcaiche che ci riconnettono immediatamente con il nostro cuore antico. La parola attraverso il canto si fa paesaggio e torna a raccontare storie e a nutrire la nostra immaginazione”. Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


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Maurizio Panici presenta: “Concerto per Odysseo” Nella suggestiva location dell' Anfiteatro di Sutri, il regista e attore propone una riflessione sulla guerra attraverso uno spettacolo visionario accompagnato dalla musica di Raffaele Simeoni 11 luglio

Inserito da Angelo Sorino under Centro Italia in Scena, Spettacoli

2015

Partendo dall’Iliade di Omero, Maurizio Panici affronta il tema della guerra con le sue tragiche e inevitabili conseguenze. Spettacolo originale e di grande impatto, affresco composito sulla guerra che coinvolge e commuove attraverso il racconto vocale di Maurizio Panici, accompagnato dalle suggestive sonorità di Raffaello Simeoni, che evocano visioni arcaiche. I conflitti del presente sono rappresentati in uno spettacolo visionario, che mette in scena un’umanità alla deriva. La parola incontra la musica, e le immagini danno un volto alla violenza, al centro di una riflessione sulla necessità di una pietas per l’unica possibile riconciliazione. “Cantare L’Iliade oggi – afferma Maurizio Panici – dopo secoli che questo poema continua ad affascinare e a interessare le giovani generazioni, è raccontare ancora una volta di uomini ed eroi, della guerra e della assoluta necessità della pace, di vendetta ma soprattutto di pietà, perché tutto quello che emerge da questo monumentale racconto di una guerra infinita è l’inevitabile e necessario bisogno di pace. Questa necessità, la


racconta l’eroe per eccellenza, Achille, nel IX libro di fronte alla richiesta di combattere: Niente, per me, vale come la vita…non i tesori..non le ricchezze, i buoi si possono rubare, i cavalli si possono acquistare…ma la vita dell’uomo non torna indietro,non si può riprendere o rapire, quando ha passato la barriera dei denti. In questo suo passaggio l’eroe ci racconta dell’assoluto valore della vita umana. Ed è proprio oggi in questo enorme campo di battaglia che è il mondo, che le parole del grande poema omerico acquistano forza e ci spingono a riflettere sulla compassione per i vinti e sull’assoluta e inderogabile necessità di vivere in pace, di poter desiderare un’altra vita possibile che si nutra della bellezza e non dell’odio, di una vita che fondi la sua eroicità nei piccoli gesti quotidiani. Il racconto si fa concerto grazie alla voce magnifica e potente di Raffaele Simeoni, un artista in grado di risvegliare visioni arcaiche che ci riconnettono immediatamente con il nostro cuore antico. La parola attraverso il canto si fa paesaggio e torna a raccontare storie e a nutrire la nostra immaginazione”. Maurizio Panici torna a recitare e in questa sua ultima fatica si avvale della collaborazione di Raffaello Simeoni – Sono molto felice di portare in scena questo spettacolo insieme a Raffaello. È un musicista straordinario che stimo moltissimo. Il nostro sodalizio risale ai tempi del “Troilo e Cressida”. Achille considerava la vita come il dono più prezioso mentre Cavallo Pazzo e i suoi guerrieri si lanciavano all’attacco gridando “Hoka Hey!”, “questo è un bel giorno per morire”.. – Non sono poi così distanti perché entrambi hanno lo stato d’animo giusto per consegnarsi agli dei. In un modo diverso, fanno le stesse considerazioni mentre si consegnano al destino. L’uomo anela alla pace ma, per averne un po’, ha bisogno della guerra. – Non siamo capaci di stabilire un rapporto paritario. L’aggressività del voler prevalere sugli altri fa parte della natura dell’uomo. È una grande tragedia di scientifica necessità. L’umanità alla deriva descritta da Omero, somiglia a quella di oggi? – Siamo ancora più abbandonati a noi stessi. Avremmo bisogno di riflettere maggiormente, di avere più consapevolezza. Sono però convinto che ci sia anche oggi chi prova lo stesso dispiacere di Odisseo nel veder morire in guerra ragazzi così giovani. Non dimentichiamo che erano eroi di vent’anni. Quando si arriva ai sessanta, ad esempio, si considerano le cose in un modo diverso, ci si accorge degli errori del passato. C’è, secondo te, un possibile futuro di pace o siamo condannati ad autodistruggerci? – Da questo punto di vista rimango molto positivo. Più le cose non vanno come vorremmo, più dovremmo cercare di trovare delle soluzioni e, soprattutto, non smettere di sognare. Produzione Coop Argot CONCERTO PER ODYSSEO Un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero voce recitante Maurizio Panici suoni e canti Raffaello Simeoni immagini Massimo Achilli fondali dipinti Michele Ciacciofera


Nota Biografica Maurizio Panici. – Regista teatrale (n. Amaseno 1955). Dopo le prime esperienze sul palcoscenico come attore (Linguaggi, 1991) ha creato nel 1984 l’Argot studio, teatro in cui è iniziata la carriera di molti autori e attori che si sono poi imposti sulla scena teatrale e cinematografica (fra questi, M. Paolini, A. Latella, V. Mastandrea). Come regista e produttore ha rivolto grande attenzione alla drammaturgia contemporanea di autori italiani e stranieri e ha affrontato i testi classici offrendone una lettura moderna (gli shakespeariani Romeo e Giulietta, 1995, e Troilo e Cressida, 1999; Antigone, 1996, 2011, di J. Anouilh, e la riscrittura di Orestea-Atridi, 1998, 2011). Dopo il pirandelliano I giganti della montagna (2001), ha proseguito il suo percorso artistico dirigendo una versione musicale di Lisistrata (2003), ha affrontato il mondo poetico e rarefatto di A.P. Čechov con Tre sorelle (2004), si è dedicato agli adattamenti dei film Sinfonia d’autunno (2007) da I. Bergman e Eva contro Eva (2012) da J.L. Mankiewicz; contemporaneamente ha approfondito tematiche attuali con i testi drammatici Secondo Qoèlet (2006), Processo a Gesù (2010) e con le commedie L’appartamento è occupato! (2007) di J.-M. Chevret e Appuntamento a Londra (2009) di M. Vargas Llosa. Nel 2010 ha diretto il docu-film Mediterraneo e dal 2011 è direttore del Teatro stabile di innovazione di Orvieto. Raffaello Simeoni. – Cantante, musicista, compositore, suona flauti moderni, antichi e tradizionali, cornamuse, organetto, ciaramelli, liuti arabi,ghironda. E’ il fondatore nel 1985 dei Novalia. Ha collaborato con artisti o gruppi quali Giovanna Marini, Micrologus, Alexander Balanescu, Claudio Baglioni, Materiali Sonori Universiti, Antonello Ricci, Arnaldo Vacca, Ambrogio Sparagna, Arturo Stalteri, Paolo Modugno, Marcello Vento, Saleh Tawil, Kawa, Ganoub, Badu N’Dyaie, Marco Rosano, Alessandro Cercato, Abraham Afewerki, Nour Eddine, Pivio, Orchestra De S. Denis De Parigi, Kay McCarthy, Nando Citarella, Renè Zosso, Lucilla Galeazzi, Riccardo Tesi, Daniele Sepe Eugenio Bennato,Massimo Giuntini, Vincenzo Zitello, Rodolfo Maltese,Gavino Murgia,Hevia, Carlos Nunez,Indaco, Francesco di Giacomo,Noa, Stephane Durand, Avion Travel, Moni Ovadia, Simone Cristicchi, Ron . Nel 1995 vince il premio “Città di Recanati con il brano “rama e rosa”, vince come miglior voce e miglior arrangiamenti nel 2005 con il suo disco da solista “Controentu” il Festival di Mantova. Ha composto musica per il teatro, cinema, danza, televisione e poesia. Dal 1997 collabora con varie scuole della provincia tenendo corsi di aggiornamento per insegnanti sulla musica e le tradizioni popolari, realizza una guida sulla conoscenza degli strumenti etnici, loro classificazione utilizzo e provenienza, la costruzione di essi con materiali di recupero con i bambini delle scuole elementari e un Cd di orientamento all’interno della musica del Novecento con i ragazzi delle scuole superiori. E’ il cantante dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium di Roma diretta da Ambrogio Sparagna. Le sue tournèe toccano vari paesi: Francia, Spagna, Danimarca, Svezia, Germania, Romania, Egitto, ex Jugoslavia, Grecia, Austria,Tunisia, Stati Uniti, Cina, Messico.


Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra TEATRI DI PIETRA LAZIO Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri 347 2101290 – 338 4030991 segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


http://www.mediaesipario.it/index.php/sipario/784-teatri-di-pietra-lazio http://www.mediaesipario.it/index.php/sipario/784 lazio-porta-in-scenaconcerto-per-odisseo

Teatri di Pietra ietra Lazio porta in scena “Concerto per Odisseo” 10 LUGLIO 2015

Teatri di Pietra Lazio 2015 presenta, sabato 11 luglio presso l’anfiteatro di Sutri, il “Concerto per Odisseo”, progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero (voce recitante Maurizio Panici, suoni e canti Raffaello Simeoni, immagini Massimo Achilli, fondali dipinti Michele Ciacciofera)

SUTRI - Nuovo appuntamento con la XVI edizione di Teatri di Pietra Lazio 2015 (vedi XVI edizione di Teatri di Pietra Lazio, primo spettacolo a Sutri) Sutri che è pronta ad ospitare sul suo palco Maurizio Panici con “Concerto per Odisseo”, spettacolo che, partendo dall’Iliade di Omero, affronta il tema della guerra con le sue tragiche e inevitabili conseguenze. I conflitti del presente verranno rappresentati attraverso uno scenario visionario, che descriverà un’umanità alla deriva; uno spettacolo originale e di impatto, un affresco


composito sulla guerra che coinvolgerà il suo pubblico attraverso il racconto vocale di Maurizio Panici, accompagnato dalla musica di Raffaello Simeoni. In questo modo la parola incontrerà la musica e le immagini daranno un volto alla violenza, per poi incentrarsi sulla necessità di una pietas come unica possibile riconciliazione. “Cantare L’Iliade oggi – afferma Maurizio Panici - dopo secoli che questo poema continua ad affascinare e a interessare le giovani generazioni, è raccontare ancora una volta di uomini ed eroi, della guerra e della assoluta necessità della pace, di vendetta ma soprattutto di pietà, perché tutto quello che emerge da questo monumentale racconto di una guerra infinita è l’inevitabile e necessario bisogno di pace. Questa necessità, la racconta l’eroe per eccellenza, Achille, nel IX libro di fronte alla richiesta di combattere: ‘Niente, per me, vale come la vita…non i tesori…non le ricchezze, i buoi si possono rubare, i cavalli si possono acquistare…ma la vita dell’uomo non torna indietro, non si può riprendere o rapire, quando ha passato la barriera dei denti’. In questo suo passaggio l’eroe ci racconta dell’assoluto valore della vita umana. Ed è proprio oggi in questo enorme campo di battaglia che è il mondo, che le parole del grande poema omerico acquistano forza e ci spingono a riflettere sulla compassione per i vinti e sull’assoluta e inderogabile necessità di vivere in pace, di poter desiderare un’altra vita possibile che si nutra della bellezza e non dell’odio, di una vita che fondi la sua eroicità nei piccoli gesti quotidiani. Il racconto si fa concerto grazie alla voce magnifica e potente di Raffaele Simeoni, un artista in grado di risvegliare visioni arcaiche che ci riconnettono immediatamente con il nostro cuore antico. La parola attraverso il canto si fa paesaggio e torna a raccontare storie e a nutrire la nostra immaginazione”. Lo spettacolo avrà inizio alle ore 21.15; Per ulteriori informazioni visitare il sito teatridipietra.blogspot.it


VITERBO

Gli eventi del fine settimana nella Tuscia viterbese

di Carlo Maria Ponzi

Sutri, Rassegna Teatri di Pietra Anfiteatro (strada Regionale 2). Sabato, ore 21,15, "Argot. Concerto per Odysseo": un progetto di Maurizio Panici dall'Iliade di Omero. Voce recitante: Maurizio Panici; voci e canti: Raffaello Simeoni, immagini: Massimo Achilli, fondali dipinti: Ciacciofera. Info: Web teatridipietra.blogspot.it


http://www.mondospettacolo.com/concerto mondospettacolo.com/concerto-per-odysseo-il-tema-della-guerra-in-un un-affresco-visionariodove-la-parola-incontra-la-musica--l11-luglio-allanfiteatro-di-sutri-teatri-di-pietra-lazio lazio-2015/#

CONCERTO PER ODYSSEO: IL TEMA DELLA GUERRA IN UN AFFRESCO VISIONARIO DOVE LA PAROLA INCONTRA LA MUSICA – L’11 LUGLIO ALL’ANFITEATRO DI SUTRI – TEATRI DI PIETRA LAZIO 2015 BY DIRETTORE

Partendo dall’Iliade di Omero, Maurizio Panici affronta il tema della guerra con le sue tragiche e inevitabili conseguenze. Spettacolo originale e di grande impatto, affresco composito sulla guerra che coinvolge e commuove attraverso il racconto vocale di Maurizio Panici, accompagnato dalle suggestive suggestive sonorità di Raffaello Simeoni, che evocano visioni arcaiche. I conflitti del presente sono rappresentati in uno spettacolo visionario, che mette in scena un’umanità alla deriva. La parola incontra la musica, e le immagini danno un volto alla violenza, za, al centro di una riflessione sulla necessità di una pietas per l’unica possibile riconciliazione. “Cantare L’Iliade oggi – afferma Maurizio Panici – dopo secoli che questo poema continua ad affascinare e a interessare le giovani generazioni, è raccontare raccontare ancora una volta di uomini ed eroi, della guerra e della assoluta necessità della pace, di vendetta ma soprattutto di pietà, perché tutto quello che emerge da questo monumentale racconto di


una guerra infinita è l’inevitabile e necessario bisogno di pace. Questa necessità, la racconta l’eroe per eccellenza, Achille, nel IX libro di fronte alla richiesta di combattere: Niente, per me, vale come la vita…non i tesori..non le ricchezze, i buoi si possono rubare, i cavalli si possono acquistare…ma la vita dell’uomo non torna indietro,non si può riprendere o rapire, quando ha passato la barriera dei denti. In questo suo passaggio l’eroe ci racconta dell’assoluto valore della vita umana. Ed è proprio oggi in questo enorme campo di battaglia che è il mondo, che le parole del grande poema omerico acquistano forza e ci spingono a riflettere sulla compassione per i vinti e sull’assoluta e inderogabile necessità di vivere in pace, di poter desiderare un’altra vita possibile che si nutra della bellezza e non dell’odio, di una vita che fondi la sua eroicità nei piccoli gesti quotidiani. Il racconto si fa concerto grazie alla voce magnifica e potente di Raffaele Simeoni, un artista in grado di risvegliare visioni arcaiche che ci riconnettono immediatamente con il nostro cuore antico. La parola attraverso il canto si fa paesaggio e torna a raccontare storie e a nutrire la nostra immaginazione”. Nota Biografica Raffaello Simeoni. Cantante, musicista, compositore, suona flauti moderni, antichi e tradizionali, cornamuse, organetto, ciaramelli, liuti arabi,ghironda. E’ il fondatore nel 1985 dei Novalia. Ha collaborato con artisti o gruppi quali Giovanna Marini, Micrologus, Alexander Balanescu, Claudio Baglioni, Materiali Sonori Universiti, Antonello Ricci, Arnaldo Vacca, Ambrogio Sparagna, Arturo Stalteri, Paolo Modugno, Marcello Vento, Saleh Tawil, Kawa, Ganoub, Badu N’Dyaie, Marco Rosano, Alessandro Cercato, Abraham Afewerki, Nour Eddine, Pivio, Orchestra De S. Denis De Parigi, Kay McCarthy, Nando Citarella, Renè Zosso, Lucilla Galeazzi, Riccardo Tesi, Daniele Sepe Eugenio Bennato,Massimo Giuntini, Vincenzo Zitello, Rodolfo Maltese,Gavino Murgia,Hevia, Carlos Nunez,Indaco, Francesco di Giacomo,Noa, Stephane Durand, Avion Travel, Moni Ovadia, Simone Cristicchi, Ron . Nel 1995 vince il premio “Città di Recanati con il brano “rama e rosa”, vince come miglior voce e miglior arrangiamenti nel 2005 con il suo disco da solista “Controentu” il Festival di Mantova. Ha composto musica per il teatro, cinema, danza, televisione e poesia. Dal 1997 collabora con varie scuole della provincia tenendo corsi di aggiornamento per insegnanti sulla musica e le tradizioni popolari, realizza una guida sulla conoscenza degli strumenti etnici, loro classificazione utilizzo e provenienza, la costruzione di essi con materiali di recupero con i bambini delle scuole elementari e un Cd di orientamento all’interno della musica del Novecento con i ragazzi delle scuole superiori. E’ il cantante dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium di Roma diretta da Ambrogio Sparagna. Le sue tournèe toccano vari paesi: Francia, Spagna, Danimarca, Svezia, Germania, Romania, Egitto, ex Jugoslavia, Grecia, Austria,Tunisia, Stati Uniti, Cina, Messico. SABATO 11 LUGLIO 2015


ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Produzione Coop Argot CONCERTO PER ODYSSEO Un progetto di Maurizio Panici dall’Iliade di Omero voce recitante Maurizio Panici suoni e canti Raffaello Simeoni immagini Massimo Achilli fondali dipinti Michele Ciacciofera Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra TEATRI DI PIETRA LAZIO Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


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CANTO SCURO: teatro danza in scena il 12 Luglio all'Arco di Malborghetto - TEATRI DI PIETRA LAZIO 2015 La danzatrice e coreografa Giovanna Amarù trae spunto dal dramma di Elettra per una rilettura in chiave onirica dell’incidenza significante costituita dal nome... “Canto Scuro”, in scena il 12 Luglio nello spazio Antiquarium dell’Arco di Malborghetto, è la prima tappa del progetto di teatro danza intitolato “Trilogia della luce” che si articola attraverso tre diverse creazioni che ruotano intorno a tre temi centrali: il Nome per Canto Scuro; il Volto per “Being Back”; il Tempo per “Peau d’ame – Pelle d’anima”. La danzatrice e coreografa Giovanna Amarù trae spunto dal dramma di Elettra per una rilettura in chiave onirica dell’incidenza significante costituita dal nome: alla luce distinguo le cose, separate, scolpite, nude, che portano un nome perché sono state nominate, il nome è questa luce che vedo e fu vista [...]. ”Ho voluto riportare le cose al loro valore nominale. Leggere il solo piano metaforico, quello che ricadendo fuori dall’oggetto da accesso all’intimo di questo – afferma Giovanna Amarù Elettra è lo splendore, l’ambra gialla. E’ la proprietà di alcuni corpi che sfregati attirano o respingono altri corpi,è quel fluido rapido che si manifesta con scintille, che imprime al sistema nervoso una violenta vibrazione. La trasparenza di Elettra rivela l’opacità di Clitennestra, ne denuncia l’inerzia e l’impostura. Elettra è colei che si lascia attraversare, che riconosce e si autogenera, fuori di stirpe. Colei che al potere sostituisce la possibilità, come puro movimento. Elevando il lutto a luce, annulla un recinto e si fa essa stessa ultimo limite, ultima fuga in sé stessa, ultima espiazione e testimonianza. Elettra piange l’assenza del padre e del fratello, ma non attende e non accoglie, erigendosi a figura negativa della femminilità o come oltre/femminile. L’igloo, la casa impossibile di Merz, è la bolla chiusa dell’infanzia, indistruttibile come il giardino remoto di un gioco che fu. Il suo abbandono è reso necessario da un ulteriore abbandono,in una sinonimia fra crescita e scioglimento dai legami. Elettra è energia viva, dunque separata;ed il tavolo, quel frammento di suolo sollevato da terra come altare alla convivialità, si fa tomba. Ho voluto intendere questo Canto Scuro come corto circuito dell’esistenza, come energia svincolata,non servile in nulla, non timorosa. Un brillare gratuitamente in un cielo vuoto, siderale quanto la lontananza dall’essere sé”. “[…] This is excellently conceived work, each scene only a little overstaying its welcome, beautifully performed, unlike anything else really, a mystery. And modest, given the name she has adopted, but clearly genuine..." John Ashford, Aerowaves/Dance across Europe Director, London


XVI EDIZIONE DOMENICA 12 LUGLIO 2015 ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano COMPAGNIA NUDA VERITAS CANTO SCURO Di e con Giovanna Amarù Costumi Graziella Maniaci Disegno luci Marco Sciveres Con la partecipazione di 3 figuranti nel ruolo di: Agamennone, Elettra bambina, Clitennestra. Quasi – solo da un ricordo infantile d’Elettra. Dall’igloo di Merz. Dalla casa impossibile, dal “che fare?”. Introiezione della luce. Nemesi come fuoriuscita, ma a porte chiuse. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra

Inizio spettacoli: h 21,15

Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


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CANTO SCURO IN SCENA A ARCO DI MALBORGHETTO

ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) – “Canto Scuro”, in scena il 12 Luglio nello spazio Antiquarium dell’Arco di Malborghetto, è la prima tappa del progetto di teatro danza intitolato “Trilogia della luce” che si articola attraverso tre diverse creazioni che ruotano intorno a tre temi centrali: il Nome per Canto Scuro; il Volto per “Being Back”; il Tempo per “Peau d’ame ?C Pelle d’anima”. La danzatrice e coreografa Giovanna Amarù trae spunto dal dramma di Elettra per una rilettura ri in chiave onirica dell’incidenza significante costituita dal nome: alla luce distinguo le cose, separate, scolpite, nude, che portano un nome perché sono state nominate, il nome è questa luce che vedo e fu vista […]. ”Ho voluto riportare le cose al loro valore nominale. Leggere il solo piano metaforico, quello che ricadendo fuori dall’oggetto da accesso all’intimo di questo ?C afferma Giovanna Amarù – Elettra è lo splendore, l’ambra gialla. E’ la proprietà di alcuni corpi che sfregati attirano o respingono res altri


corpi,è quel fluido rapido che si manifesta con scintille, che imprime al sistema nervoso una violenta vibrazione. La trasparenza di Elettra rivela l’opacità di Clitennestra, ne denuncia l’inerzia e l’impostura. Elettra è colei che si lascia attraversare, che riconosce e si autogenera, fuori di stirpe. Colei che al potere sostituisce la possibilità, come puro movimento. Elevando il lutto a luce, annulla un recinto e si fa essa stessa ultimo limite, ultima fuga in sé stessa, ultima espiazione e testimonianza. Elettra piange l’assenza del padre e del fratello, ma non attende e non accoglie, erigendosi a figura negativa della femminilità o come oltre/femminile. L’igloo, la casa impossibile di Merz, è la bolla chiusa dell’infanzia, indistruttibile come il giardino remoto di un gioco che fu. Il suo abbandono è reso necessario da un ulteriore abbandono,in una sinonimia fra crescita e scioglimento dai legami. Elettra è energia viva, dunque separata;ed il tavolo, quel frammento di suolo sollevato da terra come altare alla convivialità, si fa tomba. Ho voluto intendere questo Canto Scuro come corto circuito dell’esistenza, come energia svincolata,non servile in nulla, non timorosa. Un brillare gratuitamente in un cielo vuoto, siderale quanto la lontananza dall’essere sé”.


http://www.vocespettacolo.com/2015/07/11/canto-scuro-teatro-danza-in-scena-il-12luglio-allarco-di-malborghetto-teatri-di-pietra-lazio-2015/

CANTO SCURO: teatro danza in scena il 12 Luglio all’Arco di Malborghetto – TEATRI DI PIETRA LAZIO 2015 luglio 11, 2015 Vito NicolettiEvents / TheatreNo Comments

DOMENICA 12 LUGLIO 2015 ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano COMPAGNIA NUDA VERITAS CANTO SCURO Di e con Giovanna Amarù Costumi Graziella Maniaci Disegno luci Marco Sciveres Con la partecipazione di 3 figuranti nel ruolo di: Agamennone, Elettra bambina, Clitennestra.


Quasi – solo da un ricordo infantile d’Elettra. Dall’igloo di Merz. Dalla casa impossibile, dal “che fare?”. Introiezione della luce. Nemesi come fuoriuscita, ma a porte chiuse. “Canto Scuro”, in scena il 12 Luglio nello spazio Antiquarium dell’Arco di Malborghetto, è la prima tappa del progetto di teatro danza intitolato “Trilogia della luce” che si articola attraverso tre diverse creazioni che ruotano intorno a tre temi centrali: il Nome per Canto Scuro; il Volto per “Being Back”; il Tempo per “Peau d’ame – Pelle d’anima”. La danzatrice e coreografa Giovanna Amarù trae spunto dal dramma di Elettra per una rilettura in chiave onirica dell’incidenza significante costituita dal nome: alla luce distinguo le cose, separate, scolpite, nude, che portano un nome perché sono state nominate, il nome è questa luce che vedo e fu vista […]. ”Ho voluto riportare le cose al loro valore nominale. Leggere il solo piano metaforico, quello che ricadendo fuori dall’oggetto da accesso all’intimo di questo – afferma Giovanna Amarù – Elettra è lo splendore, l’ambra gialla. E’ la proprietà di alcuni corpi che sfregati attirano o respingono altri corpi,è quel fluido rapido che si manifesta con scintille, che imprime al sistema nervoso una violenta vibrazione. La trasparenza di Elettra rivela l’opacità di Clitennestra, ne denuncia l’inerzia e l’impostura. Elettra è colei che si lascia attraversare, che riconosce e si autogenera, fuori di stirpe. Colei che al potere sostituisce la possibilità, come puro movimento. Elevando il lutto a luce, annulla un recinto e si fa essa stessa ultimo limite, ultima fuga in sé stessa, ultima espiazione e testimonianza. Elettra piange l’assenza del padre e del fratello, ma non attende e non accoglie, erigendosi a figura negativa della femminilità o come oltre/femminile. L’igloo, la casa impossibile di Merz, è la bolla chiusa dell’infanzia, indistruttibile come il giardino remoto di un gioco che fu. Il suo abbandono è reso necessario da un ulteriore abbandono,in una sinonimia fra crescita e scioglimento dai legami. Elettra è energia viva, dunque separata;ed il tavolo, quel frammento di suolo sollevato da terra come altare alla convivialità, si fa tomba. Ho voluto intendere questo Canto Scuro come corto circuito dell’esistenza, come energia svincolata,non servile in nulla, non timorosa. Un brillare gratuitamente in un cielo vuoto, siderale quanto la lontananza dall’essere sé”. “[…] This is excellently conceived work, each scene only a little overstaying its welcome, beautifully performed, unlike anything else really, a mystery. And modest, given the name she has adopted, but clearly genuine…” John Ashford, Aerowaves/Dance across Europe Director, London


Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://www.primapaginanews.it/dettaglio_news_hr.asp?ctg=6&id=305874

Lz - Lazio, Canto Scuro all'Arco di Malborghetto Roma, 10 lug (Prima Pagina News) “Canto Scuro”, in scena il 12 Luglio nello spazio Antiquarium dell’Arco di Malborghetto, è la prima tappa del progetto di teatro danza intitolato “Trilogia della luce” che si articola attraverso tre diverse creazioni che ruotano intorno a tre temi centrali: il Nome per Canto Scuro; il Volto per “Being Back”; il Tempo per “Peau d’ame – Pelle d’anima”. La danzatrice e coreografa Giovanna Amarù trae spunto dal dramma di Elettra per una rilettura in chiave onirica dell’incidenza significante costituita dal nome: alla luce distinguo le cose, separate, scolpite, nude, che portano un nome perché sono state nominate, il nome è questa luce che vedo e fu vista [...]. ”Ho voluto riportare le cose al loro valore nominale. Leggere il solo piano metaforico, quello che ricadendo fuori dall’oggetto da accesso all’intimo di questo – afferma Giovanna Amarù - Elettra è lo splendore, l’ambra gialla. E’ la proprietà di alcuni corpi che sfregati attirano o respingono altri corpi,è quel fluido rapido che si manifesta con scintille, che imprime al sistema nervoso una violenta vibrazione. La trasparenza di Elettra rivela l’opacità di Clitennestra, ne denuncia l’inerzia e l’impostura. Elettra è colei che si lascia attraversare, che riconosce e si autogenera, fuori di stirpe. Colei che al potere sostituisce la possibilità, come puro movimento. Elevando il lutto a luce, annulla un recinto e si fa essa stessa ultimo limite, ultima fuga in sé stessa, ultima espiazione e testimonianza. Elettra piange l’assenza del padre e del fratello, ma non attende e non accoglie, erigendosi a figura negativa della femminilità o come oltre/femminile. L’igloo, la casa impossibile di Merz, è la bolla chiusa dell’infanzia, indistruttibile come il giardino remoto di un gioco che fu. Il suo abbandono è reso necessario da un ulteriore abbandono,in una sinonimia fra crescita e scioglimento dai legami. Elettra è energia viva, dunque separata;ed il tavolo, quel frammento di suolo sollevato da terra come altare alla convivialità, si fa tomba. Ho voluto intendere questo Canto Scuro come corto circuito dell’esistenza, come energia svincolata,non servile in nulla, non timorosa. Un brillare gratuitamente in un cielo vuoto, siderale quanto la lontananza dall’essere sé”.

(PPN) 10 lug 2015 18:15


http://eventiculturalimagazine.com/2015/07/13/canto-scuro/

CANTO SCURO “Canto Scuro”, in scena il 12 Luglio nello spazio Antiquarium dell’Arco di Malborghetto, è la prima tappa del progetto di teatro danza intitolato “Trilogia della luce” che si articola attraverso tre diverse creazioni che ruotano intorno a tre temi centrali: il Nome per Canto Scuro; il Volto per “Being Back”; il Tempo per “Peau d’ame – Pelle d’anima”. La danzatrice e coreografa Giovanna Amarù trae spunto dal dramma di Elettra per una rilettura in chiave onirica dell’incidenza significante costituita dal nome: alla luce distinguo le cose, separate, scolpite, nude, che portano un nome perché sono state nominate, il nome è questa luce che vedo e fu vista […]. ”Ho voluto riportare le cose al loro valore nominale. Leggere il solo piano metaforico, quello che ricadendo fuori dall’oggetto da accesso all’intimo di questo – afferma Giovanna Amarù – Elettra è lo splendore, l’ambra gialla. E’ la proprietà di alcuni corpi che sfregati attirano o respingono altri corpi,è quel fluido rapido che si manifesta con scintille, che imprime al sistema nervoso una violenta vibrazione. La trasparenza di Elettra rivela l’opacità di Clitennestra, ne denuncia l’inerzia e l’impostura. Elettra è colei che si lascia attraversare, che riconosce e si autogenera, fuori di stirpe. Colei che al potere sostituisce la possibilità, come puro movimento. Elevando il lutto a luce, annulla un recinto e si fa essa stessa ultimo limite, ultima fuga in sé stessa, ultima espiazione e testimonianza. Elettra piange l’assenza del padre e del fratello, ma non attende e non accoglie, erigendosi a figura negativa della femminilità o come oltre/femminile. L’igloo, la casa impossibile di Merz, è la bolla chiusa dell’infanzia, indistruttibile come il giardino remoto di un gioco che fu. Il suo abbandono è reso necessario da un ulteriore abbandono,in una sinonimia fra crescita e scioglimento dai legami. Elettra è energia viva, dunque separata;ed il tavolo, quel frammento di suolo sollevato da terra come altare alla convivialità, si fa tomba. Ho voluto intendere questo Canto Scuro come corto circuito dell’esistenza, come energia svincolata,non servile in nulla, non timorosa. Un brillare gratuitamente in un cielo vuoto, siderale quanto la lontananza dall’essere sé”. “[…] This is excellently conceived work, each scene only a little overstaying its welcome, beautifully performed, unlike anything else really, a mystery. And modest, given the name she has adopted, but clearly genuine…” XVI EDIZIONE


DOMENICA 12 LUGLIO 2015 ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano COMPAGNIA NUDA VERITAS

Di e con Giovanna Amarù Costumi Graziella Maniaci Disegno luci Marco Sciveres Con la partecipazione di 3 figuranti nel ruolo di: Agamennone, Elettra bambina, Clitennestra. Quasi – solo da un ricordo infantile d’Elettra. Dall’igloo di Merz. Dalla casa impossibile, dal “che fare?”. Introiezione della luce. Nemesi come fuoriuscita, ma a porte chiuse. John Ashford, Aerowaves/Dance across Europe Director, London


Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra

Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893

UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri 347 2101290 – 338 4030991 segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


http://www.mondospettacolo.com/canto-scuro-teatro-danza-in-scena-ilil-12-luglio-allarcohttp://www.mondospettacolo.com/canto di-malborghetto-teatri-di-pietra pietra-lazio-2015/

CANTO SCURO: TEATRO DANZA IN SCENA IL 12 LUGLIO ALL’ARCO DI MALBORGHETTO – TEATRI DI PIETRA PIETR LAZIO 2015 BY DIRETTORE

“Canto Scuro”, in scena il 12 Luglio nello spazio Antiquarium dell’Arco di Malborghetto, è la prima tappa del progetto di teatro danza intitolato “Trilogia della luce” che si articola attraverso tre diverse creazioni che ruotano intorno a tre temi centrali: centrali: il Nome per Canto Scuro; il Volto per “Being Back”; il Tempo per “Peau d’ame – Pelle d’anima”. La danzatrice e coreografa Giovanna Amarù trae spunto dal dramma di Elettra per una rilettura in chiave onirica dell’incidenza significante costituita dal nome:: alla luce distinguo le cose, separate, scolpite, nude, che portano un nome perché sono state nominate, il nome è questa luce che vedo e fu vista […].


”Ho voluto riportare le cose al loro valore nominale. Leggere il solo piano metaforico, quello che ricadendo fuori dall’oggetto da accesso all’intimo di questo – afferma Giovanna Amarù – Elettra è lo splendore, l’ambra gialla. E’ la proprietà di alcuni corpi che sfregati attirano o respingono altri corpi,è quel fluido rapido che si manifesta con scintille, che imprime al sistema nervoso una violenta vibrazione. La trasparenza di Elettra rivela l’opacità di Clitennestra, ne denuncia l’inerzia e l’impostura. Elettra è colei che si lascia attraversare, che riconosce e si autogenera, fuori di stirpe. Colei che al potere sostituisce la possibilità, come puro movimento. Elevando il lutto a luce, annulla un recinto e si fa essa stessa ultimo limite, ultima fuga in sé stessa, ultima espiazione e testimonianza. Elettra piange l’assenza del padre e del fratello, ma non attende e non accoglie, erigendosi a figura negativa della femminilità o come oltre/femminile. L’igloo, la casa impossibile di Merz, è la bolla chiusa dell’infanzia, indistruttibile come il giardino remoto di un gioco che fu. Il suo abbandono è reso necessario da un ulteriore abbandono,in una sinonimia fra crescita e scioglimento dai legami. Elettra è energia viva, dunque separata;ed il tavolo, quel frammento di suolo sollevato da terra come altare alla convivialità, si fa tomba. Ho voluto intendere questo Canto Scuro come corto circuito dell’esistenza, come energia svincolata,non servile in nulla, non timorosa. Un brillare gratuitamente in un cielo vuoto, siderale quanto la lontananza dall’essere sé.

“[…] This is excellently conceived work, each scene only a little overstaying its welcome, beautifully performed, unlike anything else really, a mystery. And modest, given the name she has adopted, but clearly genuine…” John Ashford, Aerowaves/Dance across Europe Director, London DOMENICA 12 LUGLIO 2015 ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano COMPAGNIA NUDA VERITAS CANTO SCURO Di e con Giovanna Amarù Costumi Graziella Maniaci Disegno luci Marco Sciveres


Con la partecipazione di 3 figuranti nel ruolo di: Agamennone, Elettra bambina, Clitennestra. Quasi – solo da un ricordo infantile d’Elettra. Dall’igloo di Merz. Dalla casa impossibile, dal “che fare?”. Introiezione della luce. Nemesi come fuoriuscita, ma a porte chiuse. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


https://cultura.gaiaitalia.com/2015/07/teatri-di-pietra-inscena-canto-scuro-con-giovannaamaru-12-luglio/

Teatri di Pietra #Inscena Canto Scuro con Giovanna Amarù: il 12 luglio

di Gaiaitalia.com

“Canto Scuro”, in scena il 12 Luglio nello spazio Antiquarium dell’Arco di Malborghetto, è la prima tappa del progetto di teatro danza intitolato “Trilogia della luce” che si articola attraverso tre diverse creazioni che ruotano intorno a tre temi centrali: il Nome per Canto Scuro; il Volto per “Being Back”; il Tempo per “Peau d’ame – Pelle d’anima”. La danzatrice e coreografa Giovanna Amarù trae spunto dal dramma di Elettra per una rilettura in chiave onirica dell’incidenza significante costituita dal nome: alla luce distinguo le cose, separate, scolpite, nude,

che portano un nome perché sono state nominate, il nome è questa luce che vedo e fu vista […]. ”Ho voluto riportare le cose al loro valore nominale. Leggere il solo piano metaforico, quello che ricadendo fuori dall’oggetto da accesso all’intimo di questo – afferma Giovanna Amarù – Elettra è lo splendore, l’ambra gialla. E’ la proprietà di alcuni corpi che sfregati attirano o respingono altri corpi,è quel fluido rapido che si manifesta con scintille, che imprime al sistema nervoso una violenta vibrazione. La trasparenza di Elettra rivela l’opacità di Clitennestra, ne denuncia l’inerzia e l’impostura. Elettra è colei che si lascia attraversare, che riconosce e si autogenera, fuori di stirpe. Colei che al potere sostituisce la possibilità, come puro movimento. Elevando il lutto a luce, annulla un recinto e si fa essa stessa ultimo limite, ultima fuga in sé


stessa, ultima espiazione e testimonianza. Elettra piange l’assenza del padre e del fratello, ma non attende e non accoglie, erigendosi a figura negativa della femminilità o come oltre/femminile. L’igloo, la casa impossibile di Merz, è la bolla chiusa dell’infanzia, indistruttibile come il giardino remoto di un gioco che fu. Il suo abbandono è reso necessario da un ulteriore abbandono,in una sinonimia fra crescita e scioglimento dai legami. Elettra è energia viva, dunque separata;ed il tavolo, quel frammento di suolo sollevato da terra come altare alla convivialità, si fa tomba. Ho voluto intendere questo Canto Scuro come corto circuito dell’esistenza, come energia svincolata,non servile in nulla, non timorosa. Un brillare gratuitamente in un cielo vuoto, siderale quanto la lontananza dall’essere sé”.


http://binrome.com/eventi/teatri http://binrome.com/eventi/teatri-di-pietra-lazio-2015-appuntamento-con con-il-mito/

Teatri di Pietra Lazio 2015, appuntamento con il mito By B in Rome -lug 13, 2015

teatri-di-pietra lazio

Continuano gli appuntamenti con la rassegna Teatri di Pietra Lazio. La rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali, che opera attraverso lo spettacolo dal vivo, con oltre venti aree coinvolte dalla Toscana alla Sicilia, prosegue con una programmazione interamente dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito. Dopo “Kiron Cafè”, che ha inaugurato la nuova nu edizione nell’Anfiteatro di Sutri e l’anteprima nazionale di Medea con Barbara De Rossi a Malborghetto, diversi gli appuntamenti in calendario. Si ricomincia giovedì 16 Luglio a Sutri: Arte e Spettacolo Domovoj presentano Iliade – Le Lacrime di Achille,, da Omero, Ovidio e Kleist, drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. Tarasco Sabato 18 Luglio ancora a Sutri l’appuntamento è invece con Il Persiano da Tito Maccio Plauto, regia di Giancarlo Sammartano. Domenica 19 Luglio ci si sposta a Malborghetto per un viaggio fantastico con Anemos, regia e coreografie Mvula Sungani. Sungani Ancora mercoledì 22 Luglio sempre


a Malborghettola performance di Galatea Ranzi in Fedra diritto all’amore di Eva Cantarella. Giovedì 23 Luglio a Sutri uno spettacolo di teatro-danza: Attacchi di Pane con la coreografia di Federica Galimberti. Domenica 26 Luglio a Malborghetto, in occasione del centenario dalla pubblicazione della Teoria delle Relatività Generale e nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO, andrà in scena Il Violino Realtivo – Albert Einstein e il segreto di Stradivari, con Riccardo Bàrbera e la regia di Paolo Pasquini. Sempre a Malborghetto mercoledì 29 Luglio il cavallo di battaglia di Tato Russo: Menecmi, due gemelli napoletani. Giovedì 30 Luglio a Sutri e venerdì 31 Luglio a Malborghetto, è la volta di MeDea – Variazioni sul Mito con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e la straordinaria partecipazione di Hal Yamanouchi. La rassegna si conclude a Sutri con la Commedia di Dante, regia e drammaturgia di Paolo Pasquini: sabato 1 Agosto con Versus Dante, discesa nella Commedia dantesca; domenica il 2 Agosto Dante Symphonia, forme d’acqua nella Commedia. Teatri di Pietra Lazio è stata ideata da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma per l’Arco diMalborghetto e con la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma – XV Municipio.


http://www.vocespettacolo.com/2015/07/13/iliade-le-lacrime-di-achille-il-dolore-degli-eroiil-16-luglio-allanfiteatro-di-sutri-vt/

ILIADE – LE LACRIME DI ACHILLE: il dolore degli eroi – il 16 Luglio all’Anfiteatro di Sutri (VT) luglio 13, 2015 Walter NicolettiEvents / TheatreNo Comments

GIOVEDI’ 16 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Arte e Spettacolo Domovoj/BOTTEGA DEL PANE I L I A D E – LE LACRIME DI ACHILLE Da Omero, Ovidio, Kleist Drammaturgia e regia Matteo Tarasco


Con Elena Aimone, Rosy Bonfiglio, Giulia Santilli Costumi Chiara Aversano Sotto lo stesso azzurro, sopra l’identico verde vagano insieme le generazioni lontane e quelle vicine, e il sole di Omero, guarda! Sorride anche a noi Friedrich Schiller, Die Spaziergang Il 16 Luglio andrà in scena all’Anfiteatro di Sutri: Iliade – Le Lacrime di Achille, per la drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. La vicenda è assai nota: una donna, Elena, moglie di Menelao, re di Sparta, sia stata rapita da Paride, figlio di Priamo, re di Troia. Per riportare a casa Elena si scatena una guerra lunga e cruenta. Ma è concepibile combattere per una donna rapita, che in realtà si era lasciata rapire, o meglio, era fuggita con il proprio rapitore? È concepibile radunare un esercito di centomila uomini per assediare una città, che per quanto fosse la città più grande, più ricca, più famosa del mondo, aveva pur sempre un diametro di trecento metri? Ed è concepibile che questa guerra d’assedio duri dieci anni? Uno storico che volesse analizzare il mito, potrebbe parlare di un embargo commerciale ai danni delle città greche, della chiusura dello stretto dei Dardanelli da parte delle autorità troiane, di una situazione politico-economica di forte squilibrio, di flussi migratori che attraversano l’Egeo verso Oriente, di una delicata congiuntura internazionale. Il passato lontano si riflette così nel presente, e le parole dello storico potrebbero essere quelle di un odierno inviato di guerra. L’Iliade di Omero narra quarantanove giorni nel corso del decimo anno di guerra, ma il racconto termina prima della fine delle ostilità. Si potrebbe definire l’Iliade “il romanzo di Achille”, perché il poeta sceglie di raccontare le vicende dell’ultimo anno della lunga guerra, a partire dall’ira dell’eroe che determina lo scatenarsi di una serie di eventi tragici concatenati. L’ira funesta genera le lacrime di Achille, le prime di una lunga serie di pianti e lamentazioni che costellano l’epopea, perché nell’Iliade non soltanto le donne Troiane piangono, ma anche e soprattutto i grandi eroi. Il progetto vuole addentrarsi nel linguaggio del dolore, per riscoprirne un nuovo valore semantico e ridisegnare l’ideologia della virilità, che, nell’epopea, si completa e acquista valore soltanto quando si appropria del modello femminile. Nell’Iliade si assiste costantemente al contrasto tra le bufere del dolore maschile e la lenta perdita di sostanza che consuma la vita, nel rituale della lamentazione femminile. Se il dolore delle donne esautora la forza vitale, il dolore dell’eroe ne esalta l’energia e l’ardore guerriero, perché per Omero lacrime e gloria, sofferenza ed eroismo, sono strettamente connessi. Le lacrime degli eroi non sono segno di debolezza, ma ostentazione di forza e di vitalità.


“Mettere in scena Iliade – Le Lacrime di Achille – afferma Matteo Tarasco – vuole essere un tentativo di raccontare l’odierno spaesamento quotidiano di una generazione incompresa, un tentativo per riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che spiegano, ma non insegnano il senso. Fare teatro oggi significa essere appassionati, e folli. Recitare davanti ad un pubblico adolescente i versi dei grandi poeti, significa ricordare che le parole bruciano, si fanno carne, quindi anche raccontare una storia si trasforma in un atto fisico e corporale. Sembra che la lingua abbia perduto la sua Physis, non è più del cuore, come diceva Paracelso, ma della mente, di Nuos. Per questo è necessario fare teatro, ovunque e comunque, per non far soccombere la parola nelle paralizzanti spire dell’ossessione comunicativa e per non annientarla nell’angoscia semantica della comunicazione, che molto dice e poco esprime. Fare teatro ci insegna che il valore della parola si riconosce nel silenzio dell’ascolto”. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://www.momentosera.it/articolo.php?id=31523

ILIADE - LE LACRIME DI ACHILLE: il dolore degli eroi - il 16 Luglio all'Anfiteatro di Sutri (VT) L’Iliade di Omero narra quarantanove giorni nel corso del decimo anno di guerra, ma il racconto termina prima della fine delle ostilità. Si potrebbe definire l’Iliade... Il 16 Luglio andrà in scena all’Anfiteatro di Sutri: Iliade – Le Lacrime di Achille, per la drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. La vicenda è assai nota: una donna, Elena, moglie di Menelao, re di Sparta, sia stata rapita da Paride, figlio di Priamo, re di Troia. Per riportare a casa Elena si scatena una guerra lunga e cruenta. Ma è concepibile combattere per una donna rapita, che in realtà si era lasciata rapire, o meglio, era fuggita con il proprio rapitore? È concepibile radunare un esercito di centomila uomini per assediare una città, che per quanto fosse la città più grande, più ricca, più famosa del mondo, aveva pur sempre un diametro di trecento metri? Ed è concepibile che questa guerra d’assedio duri dieci anni? Uno storico che volesse analizzare il mito, potrebbe parlare di un embargo commerciale ai danni delle città greche, della chiusura dello stretto dei Dardanelli da parte delle autorità troiane, di una situazione politico-economica di forte squilibrio, di flussi migratori che attraversano l’Egeo verso Oriente, di una delicata congiuntura internazionale. Il passato lontano si riflette così nel presente, e le parole dello storico potrebbero essere quelle di un odierno inviato di guerra. L’Iliade di Omero narra quarantanove giorni nel corso del decimo anno di guerra, ma il racconto termina prima della fine delle ostilità. Si potrebbe definire l’Iliade “il romanzo di Achille”, perché il poeta sceglie di raccontare le vicende dell’ultimo anno della lunga guerra, a partire dall’ira dell’eroe che determina lo scatenarsi di una serie di eventi tragici concatenati. L’ira funesta genera le lacrime di Achille, le prime di una lunga serie di pianti e lamentazioni che costellano l’epopea, perché nell’Iliade non soltanto le donne Troiane piangono, ma anche e soprattutto i grandi eroi. Il progetto vuole addentrarsi nel linguaggio del dolore, per riscoprirne un nuovo valore semantico e ridisegnare l’ideologia della virilità, che, nell’epopea, si completa e acquista valore soltanto quando si appropria del modello femminile. Nell’Iliade si assiste costantemente al contrasto tra le bufere del dolore maschile e la lenta perdita di sostanza che consuma la vita, nel rituale della lamentazione femminile. Se il dolore delle donne esautora la forza vitale, il dolore dell’eroe ne esalta l’energia e l’ardore guerriero, perché per Omero lacrime e gloria, sofferenza ed eroismo, sono strettamente connessi. Le lacrime degli eroi non sono segno di debolezza, ma ostentazione di forza e di vitalità. “Mettere in scena Iliade – Le Lacrime di Achille – afferma Matteo Tarasco - vuole essere un tentativo di raccontare l’odierno spaesamento quotidiano di una generazione incompresa, un tentativo per riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che spiegano, ma non insegnano il senso. Fare teatro oggi significa essere appassionati, e folli. Recitare davanti ad un pubblico adolescente i versi dei grandi poeti, significa ricordare che le parole bruciano, si fanno carne, quindi anche raccontare una storia si trasforma in un atto fisico e corporale. Sembra che la lingua abbia perduto la sua Physis, non è più del cuore, come diceva Paracelso, ma della mente, di Nuos. Per questo è necessario fare teatro, ovunque e comunque, per non far soccombere la parola nelle paralizzanti spire dell’ossessione comunicativa e per non


annientarla nell’angoscia semantica della comunicazione, che molto dice e poco esprime. Fare teatro ci insegna che il valore della parola si riconosce nel silenzio dell’ascolto”. XVI EDIZIONE GIOVEDI’ 16 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Arte e Spettacolo Domovoj/BOTTEGA DEL PANE I L I A D E - LE LACRIME DI ACHILLE Da Omero, Ovidio, Kleist Drammaturgia e regia Matteo Tarasco Con Elena Aimone, Rosy Bonfiglio, Giulia Santilli Costumi Chiara Aversano Sotto lo stesso azzurro, sopra l’identico verde vagano insieme le generazioni lontane e quelle vicine, e il sole di Omero, guarda! Sorride anche a noi Friedrich Schiller, Die Spaziergang Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


https://cultura.gaiaitalia.com/2015/07/teatri-di-pietra-inscena-il-16-luglio-iliade-le-lacrimedi-achille/

Teatri Di Pietra #Inscena il 16 luglio: Iliade, Le lacrime di Achille

Il 16 luglio andrà in scena all’Anfiteatro di Sutri: Iliade – Le Lacrime di Achille, per la drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. La vicenda è assai nota: una donna, Elena, moglie di Menelao, re di Sparta, sia stata rapita da Paride, figlio di Priamo, re di Troia. Per riportare a casa Elena si scatena una guerra lunga e cruenta. Ma è concepibile combattere per una donna rapita, che in realtà si era lasciata rapire, o meglio, era fuggita con il proprio rapitore? È concepibile radunare un esercito di centomila uomini per assediare una città, che per quanto fosse la città più grande, più ricca, più famosa del mondo, aveva pur sempre un diametro di trecento metri? Ed è concepibile che questa guerra d’assedio duri dieci anni? Uno storico che volesse analizzare il mito, potrebbe parlare di un embargo commerciale ai danni delle città greche, della chiusura dello stretto dei Dardanelli da parte delle autorità troiane, di una situazione politico-economica di forte squilibrio, di flussi migratori che attraversano l’Egeo verso Oriente, di una


delicata congiuntura internazionale. Il passato lontano si riflette così nel presente, e le parole dello storico potrebbero essere quelle di un odierno inviato di guerra. L’Iliade di Omero narra quarantanove giorni nel corso del decimo anno di guerra, ma il racconto termina prima della fine delle ostilità. Si potrebbe definire l’Iliade “il romanzo di Achille”, perché il poeta sceglie di raccontare le vicende dell’ultimo anno della lunga guerra, a partire dall’ira dell’eroe che determina lo scatenarsi di una serie di eventi tragici concatenati. L’ira funesta genera le lacrime di Achille, le prime di una lunga serie di pianti e lamentazioni che costellano l’epopea, perché nell’Iliade non soltanto le donne Troiane piangono, ma anche e soprattutto i grandi eroi. Il progetto vuole addentrarsi nel linguaggio del dolore, per riscoprirne un nuovo valore semantico e ridisegnare l’ideologia della virilità, che, nell’epopea, si completa e acquista valore soltanto quando si appropria del modello femminile. Nell’Iliade si assiste costantemente al contrasto tra le bufere del dolore maschile e la lenta perdita di sostanza che consuma la vita, nel rituale della lamentazione femminile. Se il dolore delle donne esautora la forza vitale, il dolore dell’eroe ne esalta l’energia e l’ardore guerriero, perché per Omero lacrime e gloria, sofferenza ed eroismo, sono strettamente connessi. Le lacrime degli eroi non sono segno di debolezza, ma ostentazione di forza e di vitalità. “Mettere in scena Iliade – Le Lacrime di Achille – afferma Matteo Tarasco – vuole essere un tentativo di raccontare l’odierno spaesamento quotidiano di una generazione incompresa, un tentativo per riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che spiegano, ma non insegnano il senso. Fare teatro oggi significa essere appassionati, e folli. Recitare davanti ad un pubblico adolescente i versi dei grandi poeti, significa ricordare che le parole bruciano, si fanno carne, quindi anche raccontare una storia si trasforma in un atto fisico e corporale. Sembra che la lingua abbia perduto la sua Physis, non è più del cuore, come diceva Paracelso, ma della mente, di Nuos. Per questo è necessario fare teatro, ovunque e comunque, per non far soccombere la parola nelle paralizzanti spire dell’ossessione comunicativa e per non annientarla nell’angoscia semantica della comunicazione, che molto dice e poco esprime. Fare teatro ci insegna che il valore della parola si riconosce nel silenzio dell’ascolto”.


http://eventiculturalimagazine.com/2015/07/14/i-l-i-a-d-e-le-lacrime-di-achille/

I L I A D E – LE LACRIME DI ACHILLE Il 16 Luglio andrà in scena all’Anfiteatro di Sutri: Iliade – Le Lacrime di Achille, per la drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. La vicenda è assai nota: una donna, Elena, moglie di Menelao, re di Sparta, sia stata rapita da Paride, figlio di Priamo, re di Troia. Per riportare a casa Elena si scatena una guerra lunga e cruenta. Ma è concepibile combattere per una donna rapita, che in realtà si era lasciata rapire, o meglio, era fuggita con il proprio rapitore? È concepibile radunare un esercito di centomila uomini per assediare una città, che per quanto fosse la città più grande, più ricca, più famosa del mondo, aveva pur sempre un diametro di trecento metri? Ed è concepibile che questa guerra d’assedio duri dieci anni? Uno storico che volesse analizzare il mito, potrebbe parlare di un embargo commerciale ai danni delle città greche, della chiusura dello stretto dei Dardanelli da parte delle autorità troiane, di una situazione politico-economica di forte squilibrio, di flussi migratori che attraversano l’Egeo verso Oriente, di una delicata congiuntura internazionale. Il passato lontano si riflette così nel presente, e le parole dello storico potrebbero essere quelle di un odierno inviato di guerra. L’Iliade di Omero narra quarantanove giorni nel corso del decimo anno di guerra, ma il racconto termina prima della fine delle ostilità. Si potrebbe definire l’Iliade “il romanzo di Achille”, perché il poeta sceglie di raccontare le vicende dell’ultimo anno della lunga guerra, a partire dall’ira dell’eroe che determina lo scatenarsi di una serie di eventi tragici concatenati. L’ira funesta genera le lacrime di Achille, le prime di una lunga serie di pianti e lamentazioni che costellano l’epopea, perché nell’Iliade non soltanto le donne Troiane piangono, ma anche e soprattutto i grandi eroi. Il progetto vuole addentrarsi nel linguaggio del dolore, per riscoprirne un nuovo valore semantico e ridisegnare l’ideologia della virilità, che, nell’epopea, si completa e acquista valore soltanto quando si appropria del modello femminile. Nell’Iliade si assiste costantemente al contrasto tra le bufere del dolore maschile e la lenta perdita di sostanza che consuma la vita, nel rituale della lamentazione femminile. Se il dolore delle donne esautora la forza vitale, il dolore dell’eroe ne esalta l’energia e l’ardore guerriero, perché per Omero lacrime e gloria, sofferenza ed eroismo, sono strettamente connessi. Le lacrime degli eroi non sono segno di debolezza, ma ostentazione di forza e di vitalità. “Mettere in scena Iliade – Le Lacrime di Achille – afferma Matteo Tarasco – vuole essere un tentativo di raccontare l’odierno spaesamento quotidiano di una generazione incompresa, un tentativo per riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che spiegano, ma non insegnano il senso. Fare teatro oggi significa essere appassionati, e folli. Recitare davanti ad un pubblico adolescente i versi dei grandi poeti, significa ricordare che le parole bruciano, si fanno carne, quindi anche raccontare una storia si trasforma in un atto fisico e corporale. Sembra che la lingua abbia perduto la sua Physis, non è più del cuore, come diceva Paracelso, ma della mente, di Nuos. Per questo è necessario fare teatro, ovunque e comunque, per non far soccombere la parola nelle paralizzanti spire dell’ossessione comunicativa e per non annientarla nell’angoscia semantica della comunicazione, che molto dice e poco esprime. Fare teatro ci insegna che il valore della parola si riconosce nel silenzio dell’ascolto”.


Arte e Spettacolo Domovoj/BOTTEGA DEL PANE

Da Omero, Ovidio, Kleist Drammaturgia e regia Matteo Tarasco Con Elena Aimone, Rosy Bonfiglio, Giulia Santilli Costumi Chiara Aversano Sotto lo stesso azzurro, sopra l’identico verde vagano insieme le generazioni lontane e quelle vicine, e il sole di Omero, guarda! Sorride anche a noi Friedrich Schiller, Die Spaziergang Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra


http://www.oggiroma.it/eventi/spettacoli/iliade http://www.oggiroma.it/eventi/spettacoli/iliade-le-lacrime-di-achille/18080/

Iliade – Le Lacrime di Achille Uno spettacolo tratto da Omero, Ovidio, Kleist Il 16/07/2015 Anfiteatro di Sutri

Il 16 Luglio andrà in scena all’Anfiteatro di Sutri: Iliade – Le Lacrime di Achille, per la drammaturgia e regia egia di Matteo Tarasco. La vicenda è assai nota: una donna, Elena, moglie di Menelao, re di Sparta, sia stata rapita da Paride, figlio di Priamo, re di Troia. Per riportare a casa Elena si scatena una guerra lunga e cruenta. Ma è concepibile combattere per una donna rapita, che in realtà si era lasciata rapire, o meglio, era fuggita con il proprio rapitore? È concepibile radunare un esercito di centomila uomini per assediare una città, che per quanto fosse la città più grande, più ricca, più famosa del mondo, o, aveva pur sempre un diametro di trecento metri? Ed è concepibile che questa guerra d’assedio duri dieci anni? Uno storico che volesse analizzare il mito, potrebbe parlare di un embargo commerciale ai danni delle città greche, della chiusura dello stretto strett dei Dardanelli da parte delle autorità troiane, di una situazione politico-economica politico economica di forte squilibrio, di flussi migratori che attraversano l’Egeo verso Oriente, di una delicata congiuntura internazionale. Il passato lontano si riflette così nel presente, presente, e le parole dello storico potrebbero essere quelle di un odierno inviato di guerra. L’Iliade di Omero narra quarantanove giorni nel corso del decimo anno di guerra, ma il racconto termina prima della fine delle ostilità. Si potrebbe definire l’Iliade “il romanzo di Achille”, perché il poeta sceglie di raccontare le vicende dell’ultimo anno della lunga guerra, a partire dall’ira dell’eroe che determina lo scatenarsi di una serie di eventi tragici concatenati. L’ira funesta genera le lacrime di Achille, le prime di una lunga serie di pianti e lamentazioni che costellano l’epopea, perché nell’Iliade non soltanto le donne Troiane piangono, ma anche e soprattutto i grandi eroi. Il progetto vuole addentrarsi nel linguaggio del dolore, per riscoprirne un nuovo valore semantico e ridisegnare l’ideologia della virilità, che, nell’epopea, si completa e acquista valore soltanto quando si appropria del modello femminile. Nell’Iliade si assiste costantemente al contrasto tra le bufere del dolore maschile e la lenta perdita erdita di sostanza che consuma la vita, nel rituale della lamentazione femminile. Se il dolore delle donne esautora la forza vitale, il dolore dell’eroe ne esalta l’energia e


l’ardore guerriero, perché per Omero lacrime e gloria, sofferenza ed eroismo, sono strettamente connessi. Le lacrime degli eroi non sono segno di debolezza, ma ostentazione di forza e di vitalità. “Mettere in scena Iliade – Le Lacrime di Achille – afferma Matteo Tarasco - vuole essere un tentativo di raccontare l’odierno spaesamento quotidiano di una generazione incompresa, un tentativo per riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che spiegano, ma non insegnano il senso. Fare teatro oggi significa essere appassionati, e folli. Recitare davanti ad un pubblico adolescente i versi dei grandi poeti, significa ricordare che le parole bruciano, si fanno carne, quindi anche raccontare una storia si trasforma in un atto fisico e corporale. Sembra che la lingua abbia perduto la sua Physis, non è più del cuore, come diceva Paracelso, ma della mente, di Nuos. Per questo è necessario fare teatro, ovunque e comunque, per non far soccombere la parola nelle paralizzanti spire dell’ossessione comunicativa e per non annientarla nell’angoscia semantica della comunicazione, che molto dice e poco esprime. Fare teatro ci insegna che il valore della parola si riconosce nel silenzio dell’ascolto”. I L I A D E - LE LACRIME DI ACHILLE Da Omero, Ovidio, Kleist Drammaturgia e regia Matteo Tarasco Con Elena Aimone, Rosy Bonfiglio, Giulia Santilli Costumi Chiara Aversano Sotto lo stesso azzurro, sopra l’identico verde vagano insieme le generazioni lontane e quelle vicine, e il sole di Omero, guarda! Sorride anche a noi Friedrich Schiller, Die Spaziergang Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra o spettacolo tratto da Omero, Ovidio, Kleist Il 16/07/2015


http://laplatea.it/index.php/teatro/spettacoli/847-iliade-le-lacrime-di-achille-la-prima-nazionale-il16-luglio-2015-al-teatro-romano-di-sutri.html ILIADE LE LACRIME DI ACHILLE, la prima nazionale il 16 luglio 2015 al teatro Romano di Sutri Scritto da Redazione

Sequel ideale dell’esperienza di Eneide – Ciascuno patisce la propria ombra, che ha raggiunto le 100 repliche in un anno in tutta Italia, Iliade – Le Lacrime di Achille intende indagare la figura dell’eroe e delle vicende della guerra di Troia, adottando il punto di vista di tre figure femminili fondamentali nella storia dell’eroe, la schiava Briseide, la madre divina Teti e la guerriera Pentesilea. In assenza dell’eroe le donne che lo hanno amato ne raccontano la storia creando una ideale achilleide, una indagine intima sul dolore e alla fragilità dell'eroe. Lo spettacolo è il secondo capitolo della Trilogia del Mito al Femminile che vedrà la messa in scena dell’Odissea nel 2016. Uno sguardo storico Una fulgida oscurità ammanta l’epopea della guerra di Troia: oscure sono le trame della storia, fulgido il mito. La vicenda è assai nota: si narra che una donna, Elena – moglie di Menelao, re di Sparta – sia stata rapita da Paride, figlio di Priamo, re di Troia. Per riportare a casa Elena si scatena una guerra lunga e feroce. Ma è concepibile combattere una guerra per una donna rapita, che in realtà si era lasciata rapire, o meglio, era fuggita con il proprio rapitore? È concepibile radunare un esercito di centomila uomini per assediare una città, che per quanto fosse la città più grande, più ricca, più famosa del mondo, aveva pur sempre un diametro di trecento metri? Ed è concepibile che questa guerra d’assedio duri dieci anni? Uno storico che volesse far luce sul mito potrebbe parlare di un embargo commerciale ai danni delle città greche, della chiusura dello stretto dei Dardanelli da parte delle autorità troiane, di una situazione politico-economica di forte squilibrio, di flussi migratori che


attraversano l’Egeo verso oriente, insomma di una delicata congiuntura internazionale. Il lontano passato si rispecchia quindi nel presente, e le parole dello storico, potrebbero essere quelle dell’odierno inviato di guerra. L’Eroismo e il dolore L’Iliade di Omero narra quarantanove giorni nel corso del decimo anno di guerra, ma il racconto del grande oratore greco termina prima della fine della guerra. Potremmo definire l’Iliade, il romanzo di Achille, perché il poeta sceglie di raccontare le vicende dell’ultimo anno della lunga guerra a partire dall’ira dell’eroe che determina una congiuntura di eventi tragici concatenati. L’ira funesta genera le lacrime di Achille, le prime di una lunga serie di pianti e lamentazioni che costellano l’epopea, perché nell’Iliade, non soltanto le donne Troiane piangono, ma anche e soprattutto i grandi eroi. Il nostro progetto di messa in scena vuole addentrarsi nel linguaggio del dolore, per riscoprirne un nuovo valore semantico e ridisegnare l’ideologia della virilità, che, nell’epopea, si completa e acquista valore soltanto quando si appropria del modello femminile. Nell’Iliade si assiste costantemente al contrasto tra le bufere del dolore maschile e la lenta perdita di sostanza che consuma la vita nel rituale della lamentazione femminile. Se il dolore delle donne esautora la forza vitale, il dolore dell’eroe ne esalta l’energia e l’ardore guerriero, perché per Omero, lacrime e gloria, sofferenza ed eroismo sono strettamente connessi Le lacrime degli eroi non sono segno di debolezza ma ostentazione di forza e di vitalità, perché gli uomini valorosi sono sempre inclini alle lacrime. Le nostre fonti Abbiamo scelto di trasfondere sul palcoscenico queste suggestioni utilizzando il punto di vista femminile delle donne che hanno amato o sono state amate da Achille nel corso della guerra: la schiava Briseide, personaggio enigmatico ma fondamentale, alla cui vicenda Omero dedica circa metà dell’Iliade, pur facendola parlare raramente, ma che molto parlerà nella famosa lettera che le fa scrivere Ovidio nelle Eroidi e della quale conosceremo meglio le intime sorti nel romanzo contemporaneo di Coleen McCollough, Il Canto di Troia; la madre divina Teti, che sin dall’inizio del poema consola l’eroe che lei considera ancora fanciullo, il tramite tra il mondo terreno e l’Olimpo, colei che consapevole del tragico destino di Achille cerca di raccoglierne le lacrime e la cui storia si ritrova in Biblioteca di Apollodoro e in Miti di Igino; l’amazzone Pentesilea, donna guerriera ed esotica che fronteggia da pari il condottiero Achille, generando in lui stupore e ammirazione, una sorta di doppelganger dell’eroe, un Achille femmina, che ha affascinato la letteratura europea del diciottesimo secolo e trovando in Heinrich Von Kleist primo altissimo compimento, mai nessuno infatti prima del grande poeta tedesco aveva narrato la storia della Regina delle Amazzoni. Il nostro progetto racconta l’assenza dell’eroe, tema che abbiamo già affrontato in Eneide (Ciascuno patisce la propria ombra), consapevoli che la modernità è orfana di eroi e modelli virili, scegliamo di indagare il punto di vista femminile sul mito, ricreando un’ideale achilleide, che vuole essere una indagine intima sul dolore e alla fragilità dell'eroe.

Le istanze del nostro progetto Il nostro progetto racconta l’assenza dell’eroe, tema che abbiamo già affrontato in Eneide (Ciascuno patisce la propria ombra), consapevoli che la modernità è orfana di eroi e modelli virili, scegliamo di indagare il punto di vista femminile sul mito, ricreando un’ideale achilleide, che vuole essere una indagine intima sul dolore e alla fragilità dell'eroe. Mettere in scena Iliade – Le Lacrime di Achille oggi significa essere appassionati, e folli, significa ricordare che le parole bruciano, che le parole si fanno carne mentre noi parliamo e quindi anche parlare, anche raccontare una storia, è un gesto fisico e corporale. Oggi sembra che la lingua abbia perduto la sua Physis, la lingua oggi non è più del cuore, come diceva Paracelso, ma della mente, di


Nuos. Per questo è necessario fare teatro oggi, ovunque e comunque, per non far soccombere la parola nelle paralizzanti spire dell’ossessione comunicativa, per non stritolare la parola nell’angoscia semantica della comunicazione che molto dice e poco esprime. Fare teatro oggi ci ricorda che il valore della parola si riconosce nel silenzio dell’ascolto. MATTEO TARASCO 16 luglio 2015 Arte e Spettacolo Domovoj In collaborazione con TEATRI DI PIETRA presenta ILIADE LE LACRIME DI ACHILLE Da Omero, Ovidio, Kleist Drammaturgia e Regia MATTEO TARASCO Con ELENA AIMONE ROSY BONFIGLIO GIULIA SANTILLI Spazio scenico MATTEO TARASCO Costumi CHIARA AVERSANO Assistente alla Regia KATIA DI CARLO Fotografie di Scena PINO LEPERA Organizzazione MARILIA CHIMENTI

ILIADE – LE LACRIME DI ACHILLE Da Omero, Kleist, Ovidio Uno spettacolo di Matteo Tarasco


http://www.ginomagazine.it/2015/07/16/iliade http://www.ginomagazine.it/2015/07/16/iliade-sutri-5054/

Le Lacrime di Achille al Teatro Romano di Sutri

Sequel ideale dell’esperienza di Eneide – Ciascuno patisce la propria ombra, che ha raggiunto le 100 repliche in un anno in tutta Italia lo spettacolo Iliade – Le Lacrime di Achille firmato da Matteo Tarasco debutta in prima nazionale giovedì 16 luglio ore 21 al Teatro Romano di Sutri(VT) (VT) per la rassegna Teatri di Pietra. La piece indaga la figura dell’eroe e delle vicende della guerra di Troia, Troia, adottando il punto di vista di tre figure femminili fondamentali nella storia dell’eroe, la schiava Briseide, la madre divina Teti e la guerriera Pentesilea. In assenza dell’eroe le donne che lo hanno amato ne raccontano la storia creando una ideale achilleide, ac una indagine intima sul dolore e alla fragilità dell'eroe.Lo spettacolo è il secondo capitolo della Trilogia del Mito al Femminile che vedrà la messa in scena dell’Odissea nel 2016.


http://www.romanotizie.it/iliade--le-lacrime-di-achille-il-dolore-degli-eroi-all-anfiteatro anfiteatro-disutri.html

ILIADE - LE LACRIME DI ACHILLE: IL DOLORE DEGLI EROI ALL’ANFITEATRO DI SUTRI Comunicato stampa - editor: M.C.G. | Data di pubblicazione 14 luglio 2015

GIOVEDI’ 16 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Arte e Spettacolo Domovoj/BOTTEGA DEL PANE I L I A D E - LE LACRIME DI ACHILLE Da Omero, Ovidio, Kleist Drammaturgia e regia Matteo Tarasco Con Elena Aimone, Rosy Bonfiglio, Giulia Santilli Costumi Chiara Aversano

Sotto lo stesso azzurro, sopra l’identico verde vagano insieme le generazioni lontane e quelle vicine, e il sole di Omero, guarda! Sorride anche a noi Friedrich Schiller, Die Spaziergang


Il 16 Luglio andrà in scena all’Anfiteatro di Sutri: Iliade – Le Lacrime di Achille, per la drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. La vicenda è assai nota: una donna, Elena, moglie di Menelao, re di Sparta, sia stata rapita da Paride, figlio di Priamo, re di Troia. Per riportare a casa Elena si scatena una guerra lunga e cruenta. Ma è concepibile combattere per una donna rapita, che in realtà si era lasciata rapire, o meglio, era fuggita con il proprio rapitore? È concepibile radunare un esercito di centomila uomini per assediare una città, che per quanto fosse la città più grande, più ricca, più famosa del mondo, aveva pur sempre un diametro di trecento metri? Ed è concepibile che questa guerra d’assedio duri dieci anni? Uno storico che volesse analizzare il mito, potrebbe parlare di un embargo commerciale ai danni delle città greche, della chiusura dello stretto dei Dardanelli da parte delle autorità troiane, di una situazione politico-economica di forte squilibrio, di flussi migratori che attraversano l’Egeo verso Oriente, di una delicata congiuntura internazionale. Il passato lontano si riflette così nel presente, e le parole dello storico potrebbero essere quelle di un odierno inviato di guerra. L’Iliade di Omero narra quarantanove giorni nel corso del decimo anno di guerra, ma il racconto termina prima della fine delle ostilità. Si potrebbe definire l’Iliade “il romanzo di Achille”, perché il poeta sceglie di raccontare le vicende dell’ultimo anno della lunga guerra, a partire dall’ira dell’eroe che determina lo scatenarsi di una serie di eventi tragici concatenati. L’ira funesta genera le lacrime di Achille, le prime di una lunga serie di pianti e lamentazioni che costellano l’epopea, perché nell’Iliade non soltanto le donne Troiane piangono, ma anche e soprattutto i grandi eroi. Il progetto vuole addentrarsi nel linguaggio del dolore, per riscoprirne un nuovo valore semantico e ridisegnare l’ideologia della virilità, che, nell’epopea, si completa e acquista valore soltanto quando si appropria del modello femminile. Nell’Iliade si assiste costantemente al contrasto tra le bufere del dolore maschile e la lenta perdita di sostanza che consuma la vita, nel rituale della lamentazione femminile. Se il dolore delle donne esautora la forza vitale, il dolore dell’eroe ne esalta l’energia e l’ardore guerriero, perché per Omero lacrime e gloria, sofferenza ed eroismo, sono strettamente connessi. Le lacrime degli eroi non sono segno di debolezza, ma ostentazione di forza e di vitalità. “Mettere in scena Iliade – Le Lacrime di Achille – afferma Matteo Tarasco - vuole essere un tentativo di raccontare l’odierno spaesamento quotidiano di una generazione incompresa, un tentativo per riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che spiegano, ma non insegnano il senso. Fare teatro oggi significa essere appassionati, e folli. Recitare davanti ad un pubblico adolescente i versi dei grandi poeti, significa ricordare che le parole bruciano, si fanno carne, quindi anche raccontare una storia si trasforma in un atto fisico e corporale. Sembra che la lingua abbia perduto la sua Physis, non è più del cuore, come diceva Paracelso, ma della mente, di Nuos. Per questo è necessario fare teatro, ovunque e comunque, per non far soccombere la parola nelle paralizzanti spire dell’ossessione comunicativa e per non annientarla nell’angoscia semantica della


comunicazione, che molto dice e poco esprime. Fare teatro ci insegna che il valore della parola si riconosce nel silenzio dell’ascolto”. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri


http://www.tusciatimes.eu/?p=94282

SUTRI, IL 16 LUGLIO ALL’ANFITEATRO “ILIADE – LE LACRIME DI ACHILLE” ACHILL 14 LUGLIO 2015

SUTRI – Il 16 Luglio andrà in scena all’Anfiteatro all’ di Sutri: Iliade – Le Lacrime di Achille, Achille per la drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. Tarasco. La vicenda è assai nota: una donna, Elena, moglie di Menelao, re di Sparta, sia stata rapita da Paride, figlio di Priamo, re di Troia.

Per riportare a casa Elena si scatena una guerra lunga e cruenta. Ma è concepibile combattere per una donna rapita, che che in realtà si era lasciata rapire, o meglio, era fuggita con il proprio rapitore? È concepibile radunare un esercito di centomila uomini per assediare una città, che per quanto fosse la città più grande, più ricca, più famosa del mondo, aveva pur sempre unn diametro di trecento metri? Ed è concepibile che questa guerra d’assedio duri


dieci anni? Uno storico che volesse analizzare il mito, potrebbe parlare di un embargo commerciale ai danni delle città greche, della chiusura dello stretto dei Dardanelli da parte delle autorità troiane, di una situazione politico-economica di forte squilibrio, di flussi migratori che attraversano l’Egeo verso Oriente, di una delicata congiuntura internazionale. Il passato lontano si riflette così nel presente, e le parole dello storico potrebbero essere quelle di un odierno inviato di guerra. L’Iliade di Omero narra quarantanove giorni nel corso del decimo anno di guerra, ma il racconto termina prima della fine delle ostilità. Si potrebbe definire l’Iliade “il romanzo di Achille”, perché il poeta sceglie di raccontare le vicende dell’ultimo anno della lunga guerra, a partire dall’ira dell’eroe che determina lo scatenarsi di una serie di eventi tragici concatenati. L’ira funesta genera le lacrime di Achille, le prime di una lunga serie di pianti e lamentazioni che costellano l’epopea, perché nell’Iliade non soltanto le donne Troiane piangono, ma anche e soprattutto i grandi eroi. Il progetto vuole addentrarsi nel linguaggio del dolore, per riscoprirne un nuovo valore semantico e ridisegnare l’ideologia della virilità, che, nell’epopea, si completa e acquista valore soltanto quando si appropria del modello femminile. Nell’Iliade si assiste costantemente al contrasto tra le bufere del dolore maschile e la lenta perdita di sostanza che consuma la vita, nel rituale della lamentazione femminile. Se il dolore delle donne esautora la forza vitale, il dolore dell’eroe ne esalta l’energia e l’ardore guerriero, perché per Omero lacrime e gloria, sofferenza ed eroismo, sono strettamente connessi. Le lacrime degli eroi non sono segno di debolezza, ma ostentazione di forza e di vitalità.

Matteo Tarasco “Mettere in scena Iliade – Le Lacrime di Achille – afferma Matteo Tarasco – vuole essere un tentativo di raccontare l’odierno spaesamento quotidiano di una generazione incompresa, un tentativo per riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che spiegano, ma non insegnano il senso. Fare teatro oggi significa essere appassionati, e folli. Recitare davanti ad un pubblico adolescente i versi dei grandi poeti, significa ricordare che le parole bruciano, si fanno carne, quindi anche raccontare una storia si trasforma in un atto fisico e corporale. Sembra che la lingua abbia perduto la sua Physis, non è più del cuore, come diceva Paracelso, ma della mente, di Nuos. Per questo è necessario fare teatro, ovunque e comunque, per non far soccombere la parola nelle paralizzanti spire dell’ossessione comunicativa e per non annientarla nell’angoscia semantica della comunicazione, che molto dice e poco esprime. Fare teatro ci insegna che il valore della parola si riconosce nel silenzio dell’ascolto”.


Patners: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale – Regione Lazio, Assessorato alla Cultura – Città di Sutri Ideazione e Realizzazione: Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto (Biglietteria presso il sito/online) Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


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TEATRI DI PIETRA PRESENTA: ILIADE, LE LACRIME DI ACHILLE

14/07/2015 : 14:41 (NewTuscia) – SUTRI - Il 16 Luglio andrà in scena all’Anfiteatro di Sutri: Iliade – Le Lacrime di Achille, per la drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. La vicenda è assai nota: una donna, Elena, moglie di Menelao, re di Sparta, sia stata rapita da Paride, figlio di Priamo, re di Troia. Per riportare a casa Elena si scatena una guerra lunga e cruenta. Ma è concepibile combattere per una donna rapita, che in realtà si era lasciata rapire, o meglio, era fuggita con il proprio rapitore? È concepibile radunare un esercito di centomila uomini per assediare una città, che per quanto fosse la città più grande, più ricca, più famosa del mondo, aveva pur sempre un diametro di trecento metri? Ed è concepibile che questa guerra d’assedio duri dieci anni? Uno storico che volesse analizzare il mito, potrebbe parlare di un embargo commerciale ai danni delle città greche, della chiusura dello stretto dei Dardanelli da parte delle autorità troiane, di una situazione politicoeconomica di forte squilibrio, di flussi migratori che attraversano l’Egeo verso Oriente, di una delicata congiuntura internazionale. Il passato lontano si riflette così nel presente, e le parole dello storico potrebbero essere quelle di un odierno inviato di guerra. L’Iliade di Omero narra quarantanove giorni nel corso del decimo anno di guerra, ma il racconto termina prima della fine delle ostilità. Si potrebbe definire l’Iliade “il romanzo di Achille”, perché il poeta sceglie di raccontare le vicende dell’ultimo anno della lunga guerra, a partire dall’ira dell’eroe che determina lo scatenarsi di una serie di eventi tragici concatenati.


L’ira funesta genera le lacrime di Achille, le prime di una lunga serie di pianti e lamentazioni che costellano l’epopea, perché nell’Iliade non soltanto le donne Troiane piangono, ma anche e soprattutto i grandi eroi. Il progetto vuole addentrarsi nel linguaggio del dolore, per riscoprirne un nuovo valore semantico e ridisegnare l’ideologia della virilità, che, nell’epopea, si completa e acquista valore soltanto quando si appropria del modello femminile. Nell’Iliade si assiste costantemente al contrasto tra le bufere del dolore maschile e la lenta perdita di sostanza che consuma la vita, nel rituale della lamentazione femminile. Se il dolore delle donne esautora la forza vitale, il dolore dell’eroe ne esalta l’energia e l’ardore guerriero, perché per Omero lacrime e gloria, sofferenza ed eroismo, sono strettamente connessi. Le lacrime degli eroi non sono segno di debolezza, ma ostentazione di forza e di vitalità. “Mettere in scena Iliade – Le Lacrime di Achille – afferma Matteo Tarasco - vuole essere un tentativo di raccontare l’odierno spaesamento quotidiano di una generazione incompresa, un tentativo per riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che spiegano, ma non insegnano il senso. Fare teatro oggi significa essere appassionati, e folli. Recitare davanti ad un pubblico adolescente i versi dei grandi poeti, significa ricordare che le parole bruciano, si fanno carne, quindi anche raccontare una storia si trasforma in un atto fisico e corporale. Sembra che la lingua abbia perduto la sua Physis, non è più del cuore, come diceva Paracelso, ma della mente, di Nuos. Per questo è necessario fare teatro, ovunque e comunque, per non far soccombere la parola nelle paralizzanti spire dell’ossessione comunicativa e per non annientarla nell’angoscia semantica della comunicazione, che molto dice e poco esprime. Fare teatro ci insegna che il valore della parola si riconosce nel silenzio dell’ascolto”.


http://www.viterbonews24.it/news/a-sutri-prima-nazionale-dello-spettacolo-iliade,-le-lacrime-diachille_53165.htm

A Sutri prima nazionale dello spettacolo ''Iliade, le lacrime di Achille'' Giovedì 16 luglio alle 21

15/07/2015 - 00:01 SUTRI - Prima nazionale, giovedì 16 luglio alle 21 a Sutri, al Teatro Romano, per la rassegna Teatri di Pietra di Iliade, le lacrime di Achille. Da Omero, Kleist, Ovidio''. Lo spettacolo, per la regia di Matteo Tarasco, è sequel ideale dell’esperienza di ''Eneide – Ciascuno patisce la propria ombra'', che ha raggiunto cento repliche in un anno in tutta Italia.Lo spettacolo è il secondo capitolo della Trilogia del Mito al Femminile che vedrà la messa in scena dell’Odissea nel 2016. La vicenda è assai nota: una donna, Elena, moglie di Menelao, re di Sparta, sia stata rapita da Paride, figlio di Priamo, re di Troia. Per riportare a casa Elena si scatena una guerra lunga e cruenta. Ma è concepibile combattere per una donna rapita, che in realtà si era lasciata rapire, o meglio, era fuggita con il proprio rapitore? È concepibile radunare un esercito di centomila uomini per assediare una città, che per quanto fosse la città più grande, più ricca, più famosa del mondo, aveva pur sempre un diametro di trecento metri? Ed è concepibile che questa guerra d'assedio duri dieci anni? Uno storico che volesse analizzare il mito, potrebbe parlare di un embargo commerciale ai danni delle città greche, della chiusura dello stretto dei Dardanelli da parte delle autorità troiane, di una situazione politico-economica di forte squilibrio, di flussi migratori che attraversano l'Egeo verso Oriente, di una delicata congiuntura internazionale. Il passato lontano si riflette così nel presente, e le parole dello storico potrebbero essere quelle di un odierno inviato di guerra. L'Iliade di Omero narra quarantanove giorni nel corso del decimo anno di guerra, ma il racconto termina prima della fine delle ostilità. Si potrebbe definire l'Iliade 'il romanzo di Achille', perché il poeta sceglie di raccontare le vicende dell'ultimo anno della lunga guerra, a partire dall'ira dell'eroe che determina lo


scatenarsi di una serie di eventi tragici concatenati. L'ira funesta genera le lacrime di Achille, le prime di una lunga serie di pianti e lamentazioni che costellano l'epopea, perché nell'Iliade non soltanto le donne Troiane piangono, ma anche e soprattutto i grandi eroi. Il progetto vuole addentrarsi nel linguaggio del dolore, per riscoprirne un nuovo valore semantico e ridisegnare l'ideologia della virilità, che, nell'epopea, si completa e acquista valore soltanto quando si appropria del modello femminile. Nell'Iliade si assiste costantemente al contrasto tra le bufere del dolore maschile e la lenta perdita di sostanza che consuma la vita, nel rituale della lamentazione femminile. Se il dolore delle donne esautora la forza vitale, il dolore dell'eroe ne esalta l'energia e l'ardore guerriero, perché per Omero lacrime e gloria, sofferenza ed eroismo, sono strettamente connessi. Le lacrime degli eroi non sono segno di debolezza, ma ostentazione di forza e di vitalità. ''Mettere in scena Iliade – Le Lacrime di Achille – afferma Matteo Tarasco vuole essere un tentativo di raccontare l'odierno spaesamento quotidiano di una generazione incompresa, un tentativo per riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che spiegano, ma non insegnano il senso. Fare teatro oggi significa essere appassionati, e folli. Recitare davanti ad un pubblico adolescente i versi dei grandi poeti, significa ricordare che le parole bruciano, si fanno carne, quindi anche raccontare una storia si trasforma in un atto fisico e corporale. Sembra che la lingua abbia perduto la sua Physis, non è più del cuore, come diceva Paracelso, ma della mente, di Nuos. Per questo è necessario fare teatro, ovunque e comunque, per non far soccombere la parola nelle paralizzanti spire dell'ossessione comunicativa e per non annientarla nell'angoscia semantica della comunicazione, che molto dice e poco esprime. Fare teatro ci insegna che il valore della parola si riconosce nel silenzio dell'ascolto''.


http://www.tusciaup.com/anfiteatro-sutri-iliade-le-lacrime-di-achille-da-omero-ovidio-kleist/29988

Anfiteatro Sutri: Iliade le lacrime di Achille da Omero, Ovidio, Kleist Il 16 Luglio andrà in scena all’Anfiteatro di Sutri: Iliade – Le Lacrime di Achille, per la drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. La vicenda è assai nota: una donna, Elena, moglie di Menelao, re di Sparta, sia stata rapita da Paride, figlio di Priamo, re di Troia. Per riportare a casa Elena si scatena una guerra lunga e cruenta. Ma è concepibile combattere per una donna rapita, che in realtà si era lasciata rapire, o meglio, era fuggita con il proprio rapitore? Il passato lontano si riflette così nel presente, e le parole dello storico potrebbero essere quelle di un odierno inviato di guerra. “Mettere in scena Iliade – Le Lacrime di Achille – afferma Matteo Tarasco – vuole essere un tentativo di raccontare l’odierno spaesamento quotidiano di una generazione incompresa, un tentativo per riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che spiegano, ma non insegnano il senso. Fare teatro oggi significa essere appassionati, e folli. Recitare davanti ad un pubblico adolescente i versi dei grandi poeti, significa ricordare che le parole bruciano, si fanno carne, quindi anche raccontare una storia si trasforma in un atto fisico e corporale.Lo spettacolo è parte del programma Teatri di Pietra del Lazio e si avvale dei patrocini; Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri


http://www.lafolla.it/lf151achille.php

"Le lacrime di Achille" Da Omero, Ovidio, Kleist Drammaturgia e regia Matteo Tarasco Con Elena Aimone, Rosy Bonfiglio, Giulia Santilli Costumi Chiara Aversano Sotto lo stesso azzurro, sopra l’identico verde vagano insieme le generazioni lontane e quelle vicine, e il sole di Omero, guarda! Sorride anche a noi Friedrich Schiller, Die Spaziergang Il 16 Luglio andrà in scena all’Anfiteatro di Sutri: Iliade – Le Lacrime di Achille, per la drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. La vicenda è assai nota: una donna, Elena, moglie di Menelao, re di Sparta, sia stata rapita da Paride, figlio di Priamo, re di Troia. Per riportare a casa Elena si scatena una guerra lunga e cruenta. Ma è concepibile combattere per una donna rapita, che in realtà si era lasciata rapire, o meglio, era fuggita con il proprio rapitore? È concepibile radunare un esercito di centomila uomini per assediare una città, che per quanto fosse la città più grande, più ricca, più famosa del mondo, aveva pur sempre un diametro di trecento metri? Ed è concepibile che questa guerra d’assedio duri dieci anni? Uno storico che volesse analizzare il mito, potrebbe parlare di un embargo commerciale ai danni delle città greche, della chiusura dello stretto dei Dardanelli da parte delle autorità troiane, di una situazione politico-economica di forte squilibrio, di flussi migratori che attraversano l’Egeo verso Oriente, di una delicata congiuntura internazionale. Il passato lontano si riflette così nel presente, e le parole dello storico potrebbero essere quelle di un odierno inviato di guerra. L’Iliade di Omero narra quarantanove giorni nel corso del decimo anno di guerra, ma il racconto termina prima della fine delle ostilità. Si potrebbe definire l’Iliade “il romanzo di Achille”, perché il poeta sceglie di raccontare le vicende dell’ultimo anno della lunga guerra, a partire dall’ira dell’eroe che determina lo scatenarsi di una serie di eventi tragici concatenati. L’ira funesta genera le lacrime di Achille, le prime di una lunga serie di pianti e lamentazioni che costellano l’epopea, perché nell’Iliade non soltanto le donne Troiane piangono, ma anche e soprattutto i grandi eroi. Il progetto vuole addentrarsi nel linguaggio del dolore, per riscoprirne un nuovo valore semantico e ridisegnare l’ideologia della virilità, che, nell’epopea, si completa e acquista valore soltanto quando si appropria del modello femminile. Nell’Iliade si assiste costantemente al contrasto tra le bufere del dolore maschile e la lenta perdita di sostanza che consuma la vita, nel rituale della lamentazione femminile. Se il dolore delle donne esautora la forza vitale, il dolore dell’eroe ne esalta l’energia e l’ardore guerriero, perché per Omero lacrime e gloria, sofferenza ed eroismo, sono strettamente connessi. Le lacrime degli eroi non sono segno di debolezza, ma ostentazione di forza e di vitalità. “Mettere in scena Iliade – Le Lacrime di Achille – afferma Matteo Tarasco - vuole essere un tentativo di raccontare l’odierno spaesamento quotidiano di una generazione incompresa, un tentativo per riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che spiegano, ma non insegnano il senso. Fare teatro oggi significa essere appassionati, e folli. Recitare davanti ad un pubblico adolescente i versi dei grandi poeti, significa ricordare che le parole bruciano, si fanno carne, quindi anche raccontare una storia si trasforma in un atto fisico e corporale. Sembra che la lingua abbia perduto la sua Physis, non è più del cuore, come diceva Paracelso, ma della mente, di Nuos. Per questo è necessario fare teatro, ovunque e comunque, per non far soccombere la parola nelle paralizzanti spire dell’ossessione comunicativa e per non annientarla nell’angoscia semantica della comunicazione, che molto dice e poco esprime. Fare teatro ci insegna che il valore della parola si riconosce nel silenzio dell’ascolto”. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 articolo pubblicato il: 15/07/2015


http://www.recensito.net/pag.php?pag=14993

Anfiteatro di Sutri: il mito di Achille nella drammaturgia di Matteo Tarasco 18 07 2015 (Teatro)

Una guerra senza eroi è quella che ha messo in scena il regista Matteo Tarasco nella sua prima nazionale dell’ “Iliade – le lacrime di Achille” all’anfiteatro di Sutri lo scorso 16 luglio nell’ambito della rassegna Teatri di Pietra. Troia senza i suoi condottieri ha le sembianze di un arco privo delle frecce, appare disarmata e scarica della forza bruta, che è osteggiata e respinta dall’animo femminile soprattutto. Il testo teatrale di Tarasco si appropria della visione di tre donne troiane per investigare la figura dell’eroe: la schiava Briseide, la madre Teti e la figlia di Ares (dio della guerra) Pentesilea non possono che rivolgersi all’imbattibile e valoroso Achille, tanto odiato e osannato dalle tre. In un gioco di luci e ombre le protagoniste (Elena Aimone, Rosy Bonfiglio, Giulia Santilli) lasciano che le parole abbiano il sopravvento per raccontare, in maniera poetica, le vicende di Troia: così, una logorante Briseide ricorda il fugace rapporto con l’eroe leggendario, rimproverandolo di scarsa operosità amatoria; mentre, Teti rimpiange quel povero figlio che l’ira funesta ridusse a strumento nelle mani di Zeus, generando morte e distruzione; infine, come può pensare Pentesilea di sopravvivere alla ferocità di Achille? Niente e nessuno sembra poterlo annientare: ma il dolore attraversa anche lui, quando è vigliaccamente colpito alle spalle e il suo tallone è trafitto da una freccia. E la morte anche negli eroi genera le lacrime: quelle di Patroclo, sacrificatosi per l’amore fraterno; e quelle di Ettore, giustiziato e umiliato per il desiderio di vendetta. L’interpretazione di testi antichi è, maggiormente, supportata da uno scenario suggestivo come quello di un teatro romano in cui anche solo una voce, un corpo e una maschera possono riflettere di luce propria. (Simona Maiola)


http://www.centralpalc.com/blog/2015/07/teatri http://www.centralpalc.com/blog/2015/07/teatri-di-pietra-il-persiano-di-plauto plauto-allanfiteatro-di-sutri/

TEATRI DI PIETRA: “IL PERSIANO” DI PLAUTO PL ALL’ANFITEATRO DI SUTRI Posted by: Central Palc Staff 15 ore ago 38 Views

XVI EDIZIONE SABATO 18 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Fondamenta Teatro e Teatri


IL PERSIANO da Tito Maccio Plauto Regia Giancarlo Sammartano Musiche Stefano Marcucci Scena e costumi Daniela Catone Maschere di Giancarlo Santelli Con Paolo Floris, Tommaso Lipari, Mattia Parrella e Andrea Puglisi

Il Persiano, in scena Sabato 18 Luglio all’Anfiteatro di Sutri, fa parte, insieme al Cartaginese, di un progetto, proposto dalla Casa d’Arte Teatrale Fondamenta, strutturato in due spettacoli tratti da testi plautini di diversa natura, ma di pari significato e valore. Nel suo perfetto intreccio di verità e apparenze, Il Persiano realizza un inimitabile modello di macchina comica, dove la boria del potere dei padroni è messa impietosamente alla berlina con spirito dissacrante, che rimanda alla poetica di Aristofane, all’utopia di una società di giusti, in armonia con la natura del mondo. Lo spettacolo ripropone la storica e affascinante modalità scenica di quella drammaturgia: quattro attori, attraverso l’uso delle maschere, interpretano, in un vorticoso ed esilarante gioco teatrale, i quindici ruoli dei due testi. L’esperienza dei primi anni ’90 con Curculio e Truculento di Plauto e la regia di Giancarlo Sammartano, realizzata per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, è qui ripresa con coerenza e rigore. Le maschere, realizzate da Giancarlo Santelli, sono ricreate sul modello delle terracotte votive a Dioniso, rinvenute negli anni ’60 e ‘70 negli scavi della necropoli di Lipari, che riproducono fedelmente i tipi della commedia greca nuova di Menandro e per affinità quelli della palliata latina. La compagnia rimanda, con scrupolo filologico e libertà di pensiero, alla dimensione originaria del teatro plautino, riproponendo il divertimento degli intrecci, delle situazioni, dei caratteri, degli scontri verbali, e parallelamente la grande lezione del teatro classico, che nel rapporto con il pubblico, realizzava un’esperienza conoscitiva sulla natura e sul sociale. Una memoria segreta sul senso e il valore del Teatro, in cui la parola acrobatica danza in un corpo vitale. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://eventiculturalimagazine.com/2015/07/14/il-persiano/

IL PERSIANO Il Persiano, in scena Sabato 18 Luglio all’Anfiteatro di Sutri, fa parte, insieme al Cartaginese, di un progetto, proposto dalla Casa d’Arte Teatrale Fondamenta, strutturato in due spettacoli tratti da testi plautini di diversa natura, ma di pari significato e valore. Nel suo perfetto intreccio di verità e apparenze, Il Persiano realizza un inimitabile modello di macchina comica, dove la boria del potere dei padroni è messa impietosamente alla berlina con spirito dissacrante, che rimanda alla poetica di Aristofane, all’utopia di una società di giusti, in armonia con la natura del mondo. Lo spettacolo ripropone la storica e affascinante modalità scenica di quella drammaturgia: quattro attori, attraverso l’uso delle maschere, interpretano, in un vorticoso ed esilarante gioco teatrale, i quindici ruoli dei due testi. L’esperienza dei primi anni ’90 con Curculio e Truculento di Plauto e la regia di Giancarlo Sammartano, realizzata per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, è qui ripresa con coerenza e rigore. Le maschere, realizzate da Giancarlo Santelli, sono ricreate sul modello delle terracotte votive a Dioniso, rinvenute negli anni ’60 e ‘70 negli scavi della necropoli di Lipari, che riproducono fedelmente i tipi della commedia greca nuova di Menandro e per affinità quelli della palliata latina. La compagnia rimanda, con scrupolo filologico e libertà di pensiero, alla dimensione originaria del teatro plautino, riproponendo il divertimento degli intrecci, delle situazioni, dei caratteri, degli scontri verbali, e parallelamente la grande lezione del teatro classico, che nel rapporto con il pubblico, realizzava un’esperienza conoscitiva sulla natura e sul sociale. Una memoria segreta sul senso e il valore del Teatro, in cui la parola acrobatica danza in un corpo vitale. XVI EDIZIONE SABATO 18 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Fondamenta Teatro e Teatri

da Tito Maccio Plauto


Regia Giancarlo Sammartano Musiche Stefano Marcucci Scena e costumi Daniela Catone Maschere di Giancarlo Santelli Con Paolo Floris, Tommaso Lipari, Mattia Parrella e Andrea Puglisi

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15

Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online

Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://binrome.com/eventi/plauto--torna-nellanfiteatro-a-sutri-in-scena-il-potere potere-alla-berlina-ilpersiano/

Plauto torna nell’Anfiteatro: a Sutri in scena il potere alla berlina, “Il Persiano” By B in Rome - lug 14, 2015

Il Persiano,, in scena sabato sabato 18 Luglio all’Anfiteatro di Sutri, Sutri fa parte, insieme al Cartaginese, di un progetto, proposto dalla Casa d’Arte Teatrale Fondamenta, strutturato in due spettacoli tratti da testi plautini di diversa natura, ma di pari significato e valore. Nel suo perfetto intreccio di verità e apparenze, Il Persiano realizza un inimitabile modello di macchina comica, dove la boria del potere dei padroni è messa impietosamente alla berlina


con spirito dissacrante, che rimanda alla poetica di Aristofane, all’utopia di una società di giusti, in armonia con la natura del mondo. L’esperienza dei primi anni ’90 con Curculio e Truculento di Plauto e la regia di Giancarlo Sammartano, realizzata per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, è qui ripresa con coerenza e rigore. Le maschere, realizzate da Giancarlo Santelli, sono ricreate sul modello delle terracotte votive a Dioniso, rinvenute negli anni ’60 e ‘70 negli scavi della necropoli di Lipari, che riproducono fedelmente i tipi della commedia greca nuova di Menandro e per affinità quelli della palliata latina. La compagnia rimanda, con scrupolo filologico e libertà di pensiero, alla dimensione originaria del teatro plautino, riproponendo il divertimento degli intrecci, delle situazioni, dei caratteri, degli scontri verbali, e parallelamente la grande lezione del teatro classico, che nel rapporto con il pubblico, realizzava un’esperienza conoscitiva sulla natura e sul sociale. Una memoria segreta sul senso e il valore del Teatro, in cui la parola acrobatica danza in un corpo vitale.


http://www.paeseroma.it/wordpress/?p=37201

La rassegna Teatri Di Pietra propone “Il Persiano” Sabato 18 Luglio nel meraviglioso Anfiteatro di Sutri andrà in scena lo spettacolo interamente composto di testi plautini realizzato dalla Casa D'Arte Teatrale Fondamenta 18 luglio 2015 inserito da Angelo Sorino

Il Persiano, in scena Sabato 18 Luglio all’Anfiteatro di Sutri, fa parte, insieme al Cartaginese, di un progetto, proposto dalla Casa d’Arte Teatrale Fondamenta, strutturato in due spettacoli tratti da testi plautini di diversa natura, ma di pari significato e valore. Nel suo perfetto intreccio di verità e apparenze, Il Persiano realizza un inimitabile modello di macchina comica, dove la boria del potere dei padroni è messa impietosamente alla berlina con spirito dissacrante, che rimanda alla poetica di Aristofane, all’utopia di una società di giusti, in armonia con la natura del mondo. Lo spettacolo ripropone la storica e affascinante modalità scenica di quella drammaturgia: quattro attori, attraverso l’uso delle maschere, interpretano, in un vorticoso ed esilarante gioco teatrale, i quindici ruoli dei due testi. L’esperienza dei primi anni ’90 con Curculio e Truculento di Plauto e la regia di Giancarlo Sammartano, realizzata per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, è qui ripresa con coerenza e rigore. Le maschere, realizzate da Giancarlo Santelli, sono ricreate sul modello delle terracotte votive a Dioniso, rinvenute negli anni ’60 e ‘70 negli scavi della necropoli di Lipari, che riproducono fedelmente i tipi della commedia greca nuova di Menandro e per affinità quelli della palliata latina. La compagnia rimanda, con scrupolo filologico e libertà di pensiero, alla dimensione originaria del teatro plautino, riproponendo il divertimento degli intrecci, delle situazioni, dei caratteri, degli scontri verbali, e parallelamente la grande lezione del teatro classico, che nel rapporto con il pubblico, realizzava un’esperienza conoscitiva sulla natura e sul sociale. Una memoria segreta sul senso e il valore del Teatro, in cui la parola acrobatica danza in un corpo vitale.


SABATO 18 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Fondamenta Teatro e Teatri IL PERSIANO da Tito Maccio Plauto Regia Giancarlo Sammartano Musiche Stefano Marcucci Scena e costumi Daniela Catone Maschere di Giancarlo Santelli Con Paolo Floris, Tommaso Lipari, Mattia Parrella e Andrea Puglisi Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri 347 2101290 – 338 4030991 segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


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IL PERSIANO: 18 Luglio all’Anfiteatro di Sutri (VT) luglio 15, 2015 Walter NicolettiTheatreNo Comments

XVI EDIZIONE SABATO 18 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Fondamenta Teatro e Teatri


IL PERSIANO da Tito Maccio Plauto Regia Giancarlo Sammartano Musiche Stefano Marcucci Scena e costumi Daniela Catone Maschere di Giancarlo Santelli Con Paolo Floris, Tommaso Lipari, Mattia Parrella e Andrea Puglisi Il Persiano, in scena Sabato 18 Luglio all’Anfiteatro di Sutri, fa parte, insieme al Cartaginese, di un progetto, proposto dalla Casa d’Arte Teatrale Fondamenta, strutturato in due spettacoli tratti da testi plautini di diversa natura, ma di pari significato e valore. Nel suo perfetto intreccio di verità e apparenze, Il Persiano realizza un inimitabile modello di macchina comica, dove la boria del potere dei padroni è messa impietosamente alla berlina con spirito dissacrante, che rimanda alla poetica di Aristofane, all’utopia di una società di giusti, in armonia con la natura del mondo. Lo spettacolo ripropone la storica e affascinante modalità scenica di quella drammaturgia: quattro attori, attraverso l’uso delle maschere, interpretano, in un vorticoso ed esilarante gioco teatrale, i quindici ruoli dei due testi. L’esperienza dei primi anni ’90 con Curculio e Truculento di Plauto e la regia di Giancarlo Sammartano, realizzata per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, è qui ripresa con coerenza e rigore. Le maschere, realizzate da Giancarlo Santelli, sono ricreate sul modello delle terracotte votive a Dioniso, rinvenute negli anni ’60 e ‘70 negli scavi della necropoli di Lipari, che riproducono fedelmente i tipi della commedia greca nuova di Menandro e per affinità quelli della palliata latina. La compagnia rimanda, con scrupolo filologico e libertà di pensiero, alla dimensione originaria del teatro plautino, riproponendo il divertimento degli intrecci, delle situazioni, dei caratteri, degli scontri verbali, e parallelamente la grande lezione del teatro classico, che nel rapporto con il pubblico, realizzava un’esperienza conoscitiva sulla natura e sul sociale. Una memoria segreta sul senso e il valore del Teatro, in cui la parola acrobatica danza in un corpo vitale. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri


Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


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IL PERSIANO: la perfezione della macchina comica di Plauto tra verità e apparenza Appuntamento il 18 Luglio all'Anfiteatro di Sutri (VT). Nel suo perfetto intreccio di verità e apparenze, Il Persiano realizza un inimitabile modello di macchina... Il Persiano, in scena Sabato 18 Luglio all’Anfiteatro di Sutri, fa parte, insieme al Cartaginese, di un progetto, proposto dalla Casa d’Arte Teatrale Fondamenta, strutturato in due spettacoli tratti da testi plautini di diversa natura, ma di pari significato e valore. Nel suo perfetto intreccio di verità e apparenze, Il Persiano realizza un inimitabile modello di macchina comica, dove la boria del potere dei padroni è messa impietosamente alla berlina con spirito dissacrante, che rimanda alla poetica di Aristofane, all’utopia di una società di giusti, in armonia con la natura del mondo. Lo spettacolo ripropone la storica e affascinante modalità scenica di quella drammaturgia: quattro attori, attraverso l’uso delle maschere, interpretano, in un vorticoso ed esilarante gioco teatrale, i quindici ruoli dei due testi. L’esperienza dei primi anni ’90 con Curculio e Truculento di Plauto e la regia di Giancarlo Sammartano, realizzata per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, è qui ripresa con coerenza e rigore. Le maschere, realizzate da Giancarlo Santelli, sono ricreate sul modello delle terracotte votive a Dioniso, rinvenute negli anni ’60 e ‘70 negli scavi della necropoli di Lipari, che riproducono fedelmente i tipi della commedia greca nuova di Menandro e per affinità quelli della palliata latina. La compagnia rimanda, con scrupolo filologico e libertà di pensiero, alla dimensione originaria del teatro plautino, riproponendo il divertimento degli intrecci, delle situazioni, dei caratteri, degli scontri verbali, e parallelamente la grande lezione del teatro classico, che nel rapporto con il pubblico, realizzava un’esperienza conoscitiva sulla natura e sul sociale. Una memoria segreta sul senso e il valore del Teatro, in cui la parola acrobatica danza in un corpo vitale. XVI EDIZIONE SABATO 18 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Fondamenta Teatro e Teatri IL PERSIANO da Tito Maccio Plauto Regia Giancarlo Sammartano Musiche Stefano Marcucci Scena e costumi Daniela Catone


Maschere di Giancarlo Santelli Con Paolo Floris, Tommaso Lipari, Mattia Parrella e Andrea Puglisi Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


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IL PERSIANO – SABATO 18 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI S Italia Spettacolo | luglio 15, 2015

XVI EDIZIONE SABATO 18 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Fondamenta Teatro e Teatri


IL PERSIANO

da Tito Maccio Plaudo Regia Giancarlo Sammartano Musiche Stefano Marcucci Scena e costumi Daniela Catone Maschere di Giancarlo Santelli Con Paolo Floris, Tommaso Lipari, Mattia Parrella e Andrea Puglisi Il Persiano, in scena Sabato 18 Luglio all’Anfiteatro di Sutri, fa parte, insieme al Cartaginese, di un progetto, proposto dalla Casa d’Arte Teatrale Fondamenta, strutturato in due spettacoli tratti da testi plautini di diversa natura, ma di pari significato e valore.

Nel suo perfetto intreccio di verità e apparenze, Il Persiano realizza un inimitabile modello di macchina comica, dove la boria del potere dei padroni è messa impietosamente alla berlina con spirito dissacrante, che rimanda alla


poetica di Aristofane, all’utopia di una società di giusti, in armonia con la natura del mondo. Lo spettacolo ripropone la storica e affascinante modalità scenica di quella drammaturgia: quattro attori, attraverso l’uso delle maschere, interpretano, in un vorticoso ed esilarante gioco teatrale, i quindici ruoli dei due testi. L’esperienza dei primi anni ’90 con Curculio e Truculento di Plauto e la regia di Giancarlo Sammartano, realizzata per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, è qui ripresa con coerenza e rigore. Le maschere, realizzate da Giancarlo Santelli, sono ricreate sul modello delle terracotte votive a Dioniso, rinvenute negli anni ’60 e ’70 negli scavi della necropoli di Lipari, che riproducono fedelmente i tipi della commedia greca nuova di Menandro e per affinità quelli della palliata latina. La compagnia rimanda, con scrupolo filologico e libertà di pensiero, alla dimensione originaria del teatro plautino, riproponendo il divertimento degli intrecci, delle situazioni, dei caratteri, degli scontri verbali, e parallelamente la grande lezione del teatro classico, che nel rapporto con il pubblico, realizzava un’esperienza conoscitiva sulla natura e sul sociale. Una memoria segreta sul senso e il valore del Teatro, in cui la parola acrobatica danza in un corpo vitale. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ Tel. whatsapp 327 9473893


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IL PERSIANO: SABATO 18 LUGLIO ALL’ANFITEATRO ANFITEATRO DI SUTRI VIA CASSIA DIREZIONE VITERBO, COMUNE DI SUTRI (VITERBO) Inserito il giorno 14/07/2015 da Emanuele Gambino

SABATO 18 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo)

Fondamenta Teatro e Teatri IL PERSIANO da Tito Maccio Plauto Regia Giancarlo Sammartano Musiche Stefano Marcucci Scena e costumi Daniela Catone Maschere di Giancarlo Santelli Con Paolo Floris, Tommaso Lipari, Mattia Parrella e Andrea Puglisi


Il Persiano, in scena Sabato 18 Luglio all’Anfiteatro di Sutri, fa parte, insieme al Cartaginese, di un progetto, proposto dalla Casa d’Arte Teatrale Fondamenta, strutturato in due spettacoli tratti da testi plautini di diversa natura, ma di pari significato e valore. Nel suo perfetto intreccio di verità e apparenze, Il Persiano realizza un inimitabile modello di macchina comica, dove la boria del potere dei padroni è messa impietosamente alla berlina con spirito dissacrante, che rimanda alla poetica di Aristofane, all’utopia di una società di giusti, in armonia con la natura del mondo. Lo spettacolo ripropone la storica e affascinante modalità scenica di quella drammaturgia: quattro attori, attraverso l’uso delle maschere, interpretano, in un vorticoso ed esilarante gioco teatrale, i quindici ruoli dei due testi. L’esperienza dei primi anni ’90 con Curculio e Truculento di Plauto e la regia di Giancarlo Sammartano, realizzata per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, è qui ripresa con coerenza e rigore. Le maschere, realizzate da Giancarlo Santelli, sono ricreate sul modello delle terracotte votive a Dioniso, rinvenute negli anni ’60 e ‘70 negli scavi della necropoli di Lipari, che riproducono fedelmente i tipi della commedia greca nuova di Menandro e per affinità quelli della palliata latina. La compagnia rimanda, con scrupolo filologico e libertà di pensiero, alla dimensione originaria del teatro plautino, riproponendo il divertimento degli intrecci, delle situazioni, dei caratteri, degli scontri verbali, e parallelamente la grande lezione del teatro classico, che nel rapporto con il pubblico, realizzava un’esperienza conoscitiva sulla natura e sul sociale. Una memoria segreta sul senso e il valore del Teatro, in cui la parola acrobatica danza in un corpo vitale.


http://laplatea.it/index.php/teatro/spettacoli/848-il-persiano-il-18-luglio-2015-all-anfiteatro-disutri.html IL PERSIANO, IL 18 LUGLIO 2015 ALL'ANFITEATRO DI SUTRI Scritto da Redazione

Il Persiano, in scena Sabato 18 Luglio all’Anfiteatro di Sutri, fa parte, insieme al Cartaginese, di un progetto, proposto dalla Casa d’Arte Teatrale Fondamenta, strutturato in due spettacoli tratti da testi plautini di diversa natura, ma di pari significato e valore. Nel suo perfetto intreccio di verità e apparenze, Il Persiano realizza un inimitabile modello di macchina comica, dove la boria del potere dei padroni è messa impietosamente alla berlina con spirito dissacrante, che rimanda alla poetica di Aristofane, all’utopia di una società di giusti, in armonia con la natura del mondo. Lo spettacolo ripropone la storica e affascinante modalità scenica


di quella drammaturgia: quattro attori, attraverso l’uso delle maschere, interpretano, in un vorticoso ed esilarante gioco teatrale, i quindici ruoli dei due testi. L’esperienza dei primi anni ’90 con Curculio e Truculento di Plauto e la regia di Giancarlo Sammartano, realizzata per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, è qui ripresa con coerenza e rigore. Le maschere, realizzate da Giancarlo Santelli, sono ricreate sul modello delle terracotte votive a Dioniso, rinvenute negli anni ’60 e ‘70 negli scavi della necropoli di Lipari, che riproducono fedelmente i tipi della commedia greca nuova di Menandro e per affinità quelli della palliata latina. La compagnia rimanda, con scrupolo filologico e libertà di pensiero, alla dimensione originaria del teatro plautino, riproponendo il divertimento degli intrecci, delle situazioni, dei caratteri, degli scontri verbali, e parallelamente la grande lezione del teatro classico, che nel rapporto con il pubblico, realizzava un’esperienza conoscitiva sulla natura e sul sociale. Una memoria segreta sul senso e il valore del Teatro, in cui la parola acrobatica danza in un corpo vitale.

redazione 15 luglio 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Fondamenta Teatro e Teatri IL PERSIANO da Tito Maccio Plauto Regia Giancarlo Sammartano Musiche Stefano Marcucci Scena e costumi Daniela Catone Maschere di Giancarlo Santelli Con Paolo Floris, Tommaso Lipari, Mattia Parrella e Andrea Puglisi


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teatro: all' Anfiteatro di Sutri

"Il persiano"

da Tito Maccio Plauto Regia Giancarlo Sammartano Musiche Stefano Marcucci Scena e costumi Daniela Catone Maschere di Giancarlo Santelli Con Paolo Floris, Tommaso Lipari, Mattia Parrella e Andrea Puglisi Il Persiano, in scena Sabato 18 Luglio all’Anfiteatro di Sutri, fa parte, insieme al Cartaginese, di un progetto, proposto dalla Casa d’Arte Teatrale Fondamenta, strutturato in due spettacoli tratti da testi plautini di diversa natura, ma di pari significato e valore. Nel suo perfetto intreccio di verità e apparenze, Il Persiano realizza un inimitabile modello di macchina comica, dove la boria del potere dei padroni è messa impietosamente alla berlina con spirito dissacrante, che rimanda alla poetica di Aristofane, all’utopia di una società di giusti, in armonia con la natura del mondo. Lo spettacolo ripropone la storica e affascinante modalità scenica di quella drammaturgia: quattro attori, attraverso l’uso delle maschere, interpretano, in un vorticoso ed esilarante gioco teatrale, i quindici ruoli dei due testi. L’esperienza dei primi anni ’90 con Curculio e Truculento di Plauto e la regia di Giancarlo Sammartano, realizzata per l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, è qui ripresa con coerenza e rigore. Le maschere, realizzate da Giancarlo Santelli, sono ricreate sul modello delle terracotte votive a Dioniso, rinvenute negli anni ’60 e ‘70 negli scavi della necropoli di Lipari, che riproducono fedelmente i tipi della commedia greca nuova di Menandro e per affinità quelli della palliata latina. La compagnia rimanda, con scrupolo filologico e libertà di pensiero, alla dimensione originaria del teatro plautino, riproponendo il divertimento degli intrecci, delle situazioni, dei caratteri, degli scontri verbali, e parallelamente la grande lezione del teatro classico, che nel rapporto con il pubblico, realizzava un’esperienza conoscitiva sulla natura e sul sociale. Una memoria segreta sul senso e il valore del Teatro, in cui la parola acrobatica danza in un corpo vitale. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 articolo pubblicato il: 16/07/2015


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Sutri magica con il teatro di Plauto By Chiara Sanvitale - lug 19, 2015

«Se la perfezione non fosse una chimera, non avrebbe tanto successo». Scriveva Honoré de Balzac in “Massime e pensieri di Napoleone”. Talvolta, però, capita che la perfezione si realizzi. Come è accaduto a Sutri, sabato 18 luglio. “Il Persiano” di Plauto ha fatto rivivere, in tutta la sua perfezione, il teatro romano. Un teatro nel teatro. Con un tocco di grazia rinascimentale, senza eccessi ma con la garanzia di voler far più ridere che “capire”. Una performance che ha voluto, diligentemente, essere e filologica. Cogliendo proprio nel segno quello che gli spettatori desideravano: il divertimento degli intrecci, delle situazioni, dei caratteri, degli scontri verbali, e parallelamente la grande lezione del teatro classico, che nel rapporto con il pubblico, pu realizzava un’esperienza conoscitiva sulla natura e sul sociale. Lo spettacolo fa parte, insieme al Cartaginese, di un progetto, proposto dalla Casa d’Arte Teatrale Fondamenta, strutturato in due spettacoli tratti da testi plautini di diversa natura, natur ma di pari significato e valore. Nel suo perfetto intreccio di verità e apparenze, Il Persiano realizza un inimitabile modello di macchina comica, dove la boria del potere dei padroni è messa impietosamente alla berlina con spirito dissacrante, che rimanda rimanda alla poetica di Aristofane, all’utopia di una


società di giusti, in armonia con la natura del mondo. Lo spettacolo ripropone la storica e affascinante modalità scenica di quella drammaturgia: quattro attori, attraverso l’uso delle maschere, interpretano, in un vorticoso ed esilarante gioco teatrale, i quindici ruoli dei due testi. La scenografia essenziale, di Daniela Catone, gravida di colori che solleticavano gli occhi, era la seconda parte di un perfetto binomio che si reggeva sulla sapienza teatrale degli attori: Paolo Floris, Tommaso Lipari, Mattia Parrella e Andrea Puglisi che hanno dato il meglio di loro stessi. Il tocco di grazia sono state le maschere di Giancarlo Santelli. Una scelta che ha proiettato lo spettatore, complice anche la località, in un mondo ulteriore. Dove, sotto un cielo di stelle, avvolto in una atmosfera fresca di un luogo magico come l’Anfiteatro di Sutri, è parso di essere tornati indietro nel tempo. Dove combaciavamo perfettamente antico e moderno.


http://www.libera.tv/pictures/837/teatri http://www.libera.tv/pictures/837/teatri-di-pietra-la-vita-eterna-del-classico.html classico.html

TEATRI DI PIETRA: la vita eterna del classico

La XIV edizione del festival di teatro danza e musica ha colto nel segno: le pietre de teatri antichi ci parlano. Ce ne accorgiamo attraverso la vita eterna del teatro classico, di cui ottimo esempio è stato "Il persiano" di Plauto, andato in scena a Sutri per la regia di Sammartano. Sam Ma apprezzabile la sobietà anche nelle rivisitazioni contemporanee. Fino al 2 agosto all’Anfiteatro romano di Sutri e all’Arco di Malborghetto di Anna Maria Bruni

Alla sua sedicesima edizione Teatri di Pietra, il festival organizzato dal Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra, fa onore all'obiettivo proposto: un mese di teatro classico con tutte le sue possibili rivisitazioni, ma capace di rinnovarsi vivificando luoghi millenari.

Nella doppia cornice dell’Anfiteatro Romano di Sutri, e dell’Antiquarium dell’Arco di Malborghetto – un prezioso quanto sconosciuto sito archeologico del IV sec. d.C. – diciassette appuntamenti, fra teatro musica e danza, dedicati al tema del Mediterraneo e del Mito hanno raggiunto l’obiettivo con cui nasce la rete promotrice del festival.


Un progetto che ha preso vita in tutto il territorio nazionale, e che nel Lazio è stato sostenuto dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano, l’Area Archeologica di Roma per l’Arco di Malborghetto, la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale per l’Anfiteatro di Sutri, il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Regione Lazio e il Comune di Roma - XV Municipio.

Molti i nomi noti ospiti della kermesse diretta da Aurelio Gatti, fra i quali si sono alternati Sebastiano Tringali, Maurizio Panici, Raffaello Simeoni, Galatea Ranzi, Barbara De Rossi, Tato Russo, Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni, Hal Yamanouchi e Giancarlo Sammartano.

Di quest’ultimo abbiamo potuto godere una gradevolissima messa in scena de “Il persiano”, fra le divertenti commedie di Plauto tipiche per l’intreccio basato sull’equivoco, giocata con grande sobrietà pur nel rispetto di una traduzione assolutamente conforme al linguaggio originale usato dal commediografo romano, aderente alle modalità dell’atellana.

Molto bravi gli attori Paolo Floris, Tommaso Lipari, Mattia Parrella e Andrea Puglisi (nella foto) capaci di rendere le dinamiche della recitazione in maschera, che in questo caso hanno impegnato ciascuno in due diverse parti. Le stesse maschere di Giancarlo Santelli, come è visibile in foto, sono state ricostruite con grande cura e fedeltà dell’originale, sul modello delle terrecotte votive a Dioniso, rinvenute negli anni 60 e 70 negli scavi della necropoli di Lipari, che “riproducono fedelmente i tipi della commedia greca nuova di Menandro e - sottolinea la nota di regia - per affinità quelli della palliata latina”.

Un progetto voluto dalla Casa d’Arte Teatrale Fondamenta, strutturato in due spettacoli, di cui il secondo è “Il Cartaginese”, sempre di Plauto. Due testi di diversa impostazione ma di pari significato, per restituire agli spettatori di oggi un quadro completo dell’opera comica e della sua capacità di indicare la giustizia sociale attraverso una modalità leggera e dissacrante.

Un momento di teatro classico ben riuscito, e che altrettanto bene si è collocato nell’intero programma, di cui bisogna rilevare ancora molte date interessanti, fra le quali citiamo il 22 a Malborghetto la presenza di Galatea Ranzi in “Fedra, il diritto all’amore”, un testo di Eva Cantarella per la regia di Consuelo Barilari e il 30 all’Anfiteatro Romano e il 31 di nuovo a Malborghetto la presenza di Maria Rosaria Omaggio in “Me Dea - Variazioni sul Mito” con Maurizio Donadoni e la straordinaria partecipazione di Hal Yamanouchi.

La rassegna si concluderà a Sutri con la “Commedia di Dante”, regia e drammaturgia di Paolo Pasquini: il 1 Agosto con Versus Dante, discesa nella Commedia dantesca e il 2 Agosto Dante Symphonia, forme d’acqua nella Commedia.

Il programma completo è rintracciabile online all’indirizzo:/www.teatridipietra.org


http://www.ials.org/NewsDetail.asp?iID=33644&Lin=ita MVULA SUNGANI PHYSICAL DANCE ANEMOS Inserita il: 13 Luglio 2015

XVI EDIZIONE DOMENICA 19 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano MVULA SUNGANI PHYSICAL DANCE ANEMOS Regia e Coreografie Mvula Sungani Danzatori Emanuela Bianchini, Florinda Uliano, Chiara Bertuccelli, Giulia Francescotti, Raffaele Rizzo, Damiano Grifoni Musica dal vivo Riccardo Medile Il 12 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto andrà in scena ANEMOS: un percorso onirico e multietnico, che parte dalla ricerca della conoscenza di quelle forze che creano le più importanti e suggestive atmosfere musicali, dando vita alla complessa “macchina” di emozioni umane, intesa sia nella sua accezione individuale che collettiva. Il viaggio fantastico è l’espediente usato in questa nuova opera del coreografo Mvula Sungani, per raccontare alcune storie che dall’interno di se stessi, portano verso un’isola immaginaria dove tutte le culture si incontrano. Un vero e proprio percorso nel mito, che dalla Magna Grecia, con i suoi ritmi e le sue tradizioni, si tuffa nel Mediterraneo per raggiungere le spiagge di altri continenti, miscelando la physical dance con le danze popolari e quelle africane. Agli spettacoli Etnika e Fantasia, vengono aggiunte molte nuove coreografie. “Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l’Universo” dicevano gli antichi. E fra l’uomo e i luoghi di origine tutte le storie e le antiche leggende trovano un comune denominatore in analogie indissolubili. Una discesa in se stessi, dove i luoghi della mente diventano luoghi reali, fisici, come una geografia dell’anima. Questo viaggio, che prende forza e struttura da una musica colta, unita alle musiche della tradizione popolare, è una ricognizione intorno agli aspetti più intimi e più veri dei singoli suoni che nascono dalla gente. Così l’impulso amoroso


è conosciuto e descritto nel suo aspetto di passione, dalle canzoni di origine popolare. Ogni musica avrà una sua danza e ogni danza un suo significato. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio

Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893

UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri 347 2101290 – 338 4030991 segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


http://eventiculturalimagazine.com/2015/07/16/anemos/

ANEMOS Il 19 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto andrà in scena ANEMOS: un percorso onirico e multietnico, che parte dalla ricerca della conoscenza di quelle forze che creano le più importanti e suggestive atmosfere musicali, dando vita alla complessa “macchina” di emozioni umane, intesa sia nella sua accezione individuale che collettiva. Il viaggio fantastico è l’espediente usato in questa nuova opera del coreografo Mvula Sungani, per raccontare alcune storie che dall’interno di se stessi, portano verso un’isola immaginaria dove tutte le culture si incontrano. Un vero e proprio percorso nel mito, che dalla Magna Grecia, con i suoi ritmi e le sue tradizioni, si tuffa nel Mediterraneo per raggiungere le spiagge di altri continenti, miscelando la physical dance con le danze popolari e quelle africane. Agli spettacoli Etnika e Fantasia, vengono aggiunte molte nuove coreografie. “Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l’Universo” dicevano gli antichi. E fra l’uomo e i luoghi di origine tutte le storie e le antiche leggende trovano un comune denominatore in analogie indissolubili. Una discesa in se stessi, dove i luoghi della mente diventano luoghi reali, fisici, come una geografia dell’anima. Questo viaggio, che prende forza e struttura da una musica colta, unita alle musiche della tradizione popolare, è una ricognizione intorno agli aspetti più intimi e più veri dei singoli suoni che nascono dalla gente. Così l’impulso amoroso è conosciuto e descritto nel suo aspetto di passione, dalle canzoni di origine popolare. Ogni musica avrà una sua danza e ogni danza un suo significato. XVI EDIZIONE DOMENICA 19 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano MVULA SUNGANI PHYSICAL DANCE Presenta

Regia e Coreografie Mvula Sungani Danzatori Emanuela Bianchini, Florinda Uliano, Chiara Bertuccelli, Giulia Francescotti, Raffaele Rizzo, Damiano Grifoni Musica dal vivo Riccardo Medile


http://binrome.com/eventi/anemos http://binrome.com/eventi/anemos-le-emozioni-umane-si-mettono-in-mostra/ mostra/

ANEMOS, le emozioni umane si mettono in mostra By B in Rome - lug 16, 2015

di Francesco Bigio Nella cornice dell’Area Archeologica Archi di Malborghetto di Roma (Via Flaminia, km 19,4 direzione Terni) si terrà il nuovo spettacolo della manifestazione Teatri di Pietra Lazio 2015:: domenica 19 luglio va in scena Anemos. La manifestazione Teatri di Pietra Lazio punta alla valorizzazione di un patrimonio culturale importantissimo per la nostra Regione, costituito appunto dai Teatri di Pietra, antichi e ancora bellissimi nella loro forza comunicativa. Lo spettacolo Anemos, coreografato da Mvula Sungani sarà un vero e proprio viaggio all’interno della corporalità umana, guidato dalla musica di Riccardo Medile. L’ambientazione di questo spettacolo fantastico o e onirico sarà una terra dell’immaginazione, un’isola dove tutte le culture si incontrano, fondendosi tra di loro in una forma di multiculturalità che Sungani metterà in scena tramite la danza. La physical dance si fonderà in Anemos con la danza tribale africana e altre forme di movimento corporale che annulleranno la distanza geografica in un viaggio che, tramite la musica e la danza, ci porterà a superare le nostre barriere culturali. I corpi dei ballerini Emanuela Bianchini, Florinda Uliano, Chiara Bertuccelli, Ber Giulia Francescotti, Raffaele Rizzo e Damiano Grifoni diventeranno i vascelli che, durante tutto lo spettacolo, ci permetteranno di intraprendere il nostro viaggio di conoscenza. Un viaggio


introspettivo che, seguendo il motto “Conosci te stesso e conoscerai l’Universo” coinvolgerà lo spettatore in un movimento catartico ed epistemologico che va ben oltre la conoscenza empirica. La stessa musica di Medile non si limiterà semplicemente ad accompagnare le performance di danza dei ballerini, ma guiderà lo spettatore nel suo viaggio, spaziando dalla tradizione musicale popolare ad una forma più colta ed eterea alla ricerca del senso profondo del suono. L’amore e la conoscenza saranno alla base di Anemos, i due punti saldi che lo spettatore dovrà tenere a mente prima di sedersi sui gradini di pietra delTeatro di Malborghetto. Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it, su facebook: teatridipietra


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ANEMOS: un viaggio fantastico all'interno delle emozioni umane nella nuova opera del coreografo Mvula Sungani Appuntamento il 19 Luglio all'Area Archeologica di Malborghetto (Roma) Il 19 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto andrà in scena ANEMOS: un percorso onirico e multietnico, che parte dalla ricerca della conoscenza di quelle forze che creano le più importanti e suggestive atmosfere musicali, dando vita alla complessa “macchina” di emozioni umane, intesa sia nella sua accezione individuale che collettiva. Il viaggio fantastico è l’espediente usato in questa nuova opera del coreografo Mvula Sungani, per raccontare alcune storie che dall’interno di se stessi, portano verso un’isola immaginaria dove tutte le culture si incontrano. Un vero e proprio percorso nel mito, che dalla Magna Grecia, con i suoi ritmi e le sue tradizioni, si tuffa nel Mediterraneo per raggiungere le spiagge di altri continenti, miscelando la physical dance con le danze popolari e quelle africane. Agli spettacoli Etnika e Fantasia, vengono aggiunte molte nuove coreografie. “Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l’Universo” dicevano gli antichi. E fra l’uomo e i luoghi di origine tutte le storie e le antiche leggende trovano un comune denominatore in analogie indissolubili. Una discesa in se stessi, dove i luoghi della mente diventano luoghi reali, fisici, come una geografia dell’anima. Questo viaggio, che prende forza e struttura da una musica colta, unita alle musiche della tradizione popolare, è una ricognizione intorno agli aspetti più intimi e più veri dei singoli suoni che nascono dalla gente. Così l’impulso amoroso è conosciuto e descritto nel suo aspetto di passione, dalle canzoni di origine popolare. Ogni musica avrà una sua danza e ogni danza un suo significato. XVI EDIZIONE DOMENICA 19 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano MVULA SUNGANI PHYSICAL DANCE Presenta ANEMOS Regia e Coreografie Mvula Sungani Danzatori Emanuela Bianchini, Florinda Uliano, Chiara Bertuccelli, Giulia Francescotti, Raffaele Rizzo, Damiano Grifoni Musica dal vivo Riccardo Medile Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di


Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://www.oggiroma.it/eventi/spettacoli/anemos/18118/

Anemos Un percorso onirico e multietnico Il 19/07/2015

Il 19 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto andrà in scena ANEMOS: un percorso onirico e multietnico, che parte dalla ricerca della conoscenza di quelle forze che creano le più importanti e suggestive atmosfere musicali, dando vita alla complessa “macchina” di emozioni umane, intesa sia nella sua accezione individuale che collettiva. Il viaggio fantastico è l’espediente usato in questa nuova opera del coreografo Mvula Sungani, per raccontare alcune storie che dall’interno di se stessi, portano verso un’isola immaginaria dove tutte le culture si incontrano. Un vero e proprio percorso nel mito, che dalla Magna Grecia, con i suoi ritmi ritmi e le sue tradizioni, si tuffa nel Mediterraneo per raggiungere le spiagge di altri continenti, miscelando la physical dance con le danze popolari e quelle africane. Agli spettacoli Etnika e Fantasia, vengono aggiunte molte nuove coreografie. “Uomo, conosci conosci te stesso, e conoscerai l’Universo” dicevano gli antichi. E fra l’uomo e i luoghi di origine tutte le storie e le antiche leggende trovano un comune denominatore in analogie indissolubili. Una discesa in se stessi, dove i luoghi della mente diventano luoghi l reali, fisici, come una geografia dell’anima. Questo viaggio, che prende forza e struttura da una musica colta, unita alle musiche della tradizione popolare, è una ricognizione intorno agli aspetti più intimi e più veri dei singoli suoni che nascono dalla gente. Così l’impulso amoroso è conosciuto e descritto nel suo aspetto di passione, dalle canzoni di origine popolare. Ogni musica avrà una sua danza e ogni danza un suo significato.


MVULA SUNGANI PHYSICAL DANCE Presenta ANEMOS Regia e Coreografie Mvula Sungani Danzatori Emanuela Bianchini, Florinda Uliano, Chiara Bertuccelli, Giulia Francescotti, Raffaele Rizzo, Damiano Grifoni Musica dal vivo Riccardo Medile Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra

Un percorso onirico e multietnico Il 19/07/2015


http://www.unfoldingroma.com/eventi http://www.unfoldingroma.com/eventi-in-citta/1267/anemos/ ANEMOS: DOMENICA 19 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA ARCO DI MALBORGHETTO (ROMA) VIA FLAMINIA KM 19,4 IN DIREZIONE TERNI, ALTEZZA STAZIONE TAZIONE ROMA/NORD SACROFANO Inserito il giorno 16/07/2015 da Emanuele Gambino

XVI EDIZIONE DOMENICA 19 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano

MVULA SUNGANI PHYSICAL DANCE Presenta

ANEMOS Regia e Coreografie Mvula Sungani Danzatori Emanuela Bianchini, Florinda Uliano, Chiara Bertuccelli, Giulia Francescotti, Raffaele Rizzo, Damiano Grifoni Musica dal vivo Riccardo Medile


Il 19 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto andrà in scena ANEMOS: un percorso onirico e multietnico, che parte dalla ricerca della conoscenza di quelle forze che creano le più importanti e suggestive atmosfere musicali, dando vita alla complessa “macchina” di emozioni umane, intesa sia nella sua accezione individuale che collettiva. Il viaggio fantastico è l’espediente usato in questa nuova opera del coreografo Mvula Sungani, per raccontare alcune storie che dall’interno di se stessi, portano verso un’isola immaginaria dove tutte le culture si incontrano. Un vero e proprio percorso nel mito, che dalla Magna Grecia, con i suoi ritmi e le sue tradizioni, si tuffa nel Mediterraneo per raggiungere le spiagge di altri continenti, miscelando la physical dance con le danze popolari e quelle africane. Agli spettacoli Etnika e Fantasia, vengono aggiunte molte nuove coreografie. “Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l’Universo” dicevano gli antichi. E fra l’uomo e i luoghi di origine tutte le storie e le antiche leggende trovano un comune denominatore in analogie indissolubili. Una discesa in se stessi, dove i luoghi della mente diventano luoghi reali, fisici, come una geografia dell’anima. Questo viaggio, che prende forza e struttura da una musica colta, unita alle musiche della tradizione popolare, è una ricognizione intorno agli aspetti più intimi e più veri dei singoli suoni che nascono dalla gente. Così l’impulso amoroso è conosciuto e descritto nel suo aspetto di passione, dalle canzoni di origine popolare. Ogni musica avrà una sua danza e ogni danza un suo significato.


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ANEMOS: 19 Luglio all’Area Archeologica di Malborghetto (Roma) luglio 18, 2015 Walter NicolettiTheatreNo Comments

DOMENICA 19 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano MVULA SUNGANI PHYSICAL DANCE Presenta ANEMOS Regia e Coreografie Mvula Sungani Danzatori Emanuela Bianchini, Florinda Uliano, Chiara Bertuccelli, Giulia Francescotti, Raffaele Rizzo, Damiano Grifoni Musica dal vivo Riccardo Medile


Il 19 Luglio nell’Area Archeologica di Malborghetto andrà in scena ANEMOS: un percorso onirico e multietnico, che parte dalla ricerca della conoscenza di quelle forze che creano le più importanti e suggestive atmosfere musicali, dando vita alla complessa “macchina” di emozioni umane, intesa sia nella sua accezione individuale che collettiva. Il viaggio fantastico è l’espediente usato in questa nuova opera del coreografo Mvula Sungani, per raccontare alcune storie che dall’interno di se stessi, portano verso un’isola immaginaria dove tutte le culture si incontrano. Un vero e proprio percorso nel mito, che dalla Magna Grecia, con i suoi ritmi e le sue tradizioni, si tuffa nel Mediterraneo per raggiungere le spiagge di altri continenti, miscelando la physical dance con le danze popolari e quelle africane. Agli spettacoli Etnika e Fantasia, vengono aggiunte molte nuove coreografie. “Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l’Universo” dicevano gli antichi. E fra l’uomo e i luoghi di origine tutte le storie e le antiche leggende trovano un comune denominatore in analogie indissolubili. Una discesa in se stessi, dove i luoghi della mente diventano luoghi reali, fisici, come una geografia dell’anima. Questo viaggio, che prende forza e struttura da una musica colta, unita alle musiche della tradizione popolare, è una ricognizione intorno agli aspetti più intimi e più veri dei singoli suoni che nascono dalla gente. Così l’impulso amoroso è conosciuto e descritto nel suo aspetto di passione, dalle canzoni di origine popolare. Ogni musica avrà una sua danza e ogni danza un suo significato. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15



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Galatea Ranzi è Fedra a Teatro, l’intervista Search

DI PAOLO LEONE – 7 LUGLIO 2015 POSTATO IN: SPETTACOLI, TEATRO

Galatea Ranzi, apprezzatissima attrice a tutto tondo, tra teatro, cinema (“La Grande Bellezza”) e fiction televisive, sarà in scena il 22 luglio con “Fedra – diritto all’amore” nella splendida cornice del parco archeologico di Malborghetto (Roma). Lo spettacolo, che fa parte della rassegna Teatri di Pietra Lazio 2015 (sedicesima edizione), offre una moderna rilettura del mito di Fedra “la luminosa”, con un’opera nata due anni fa dalla penna di Eva Cantarella. I teatri nei siti archeologici, l’amore per i classici greci, la rivisitazione di una donna moderna e “scandalosa” come Fedra (innamorata del figliastro Ippolito), il teatro come educatore dell’anima, l’eredità di Luca Ronconi. Galatea si è concessa molto gentilmente a Cultura&Culture. Ecco la nostra intervista. Signora Ranzi, Lei spesso lavora in teatri meravigliosi, come il Teatro Antico di Siracusa e in altri luoghi molto suggestivi come appunto quelli della rassegna Teatri di Pietra Lazio, dove debutterà il 22 luglio con Fedra – diritto all’amore nel bellissimo parco archeologico di Malborghetto. Quanto certi posti valorizzano le rappresentazioni dei grandi classici? Allora, io sono estremamente favorevole ad utilizzare questi luoghi meravigliosi, che abbiamo in abbondanza in Italia. Naturalmente, utilizzarli significa anche renderli visibili al pubblico e probabilmente conservarli con più cura. Credo che iniziative del genere debbano essere di più, ma mi sembra anche che finalmente stiano proliferando. Una strada da continuare a percorrere. Dal punto di vista dell’artista, questi luoghi possono incutere timore ad un attore, magari a chi non ha un’esperienza come la Sua? Non credo. Ho sempre trovato in posti simili una grande energia, se vogliamo utilizzare una parola abusata. Predispongono molto alla riflessione, all’ascolto, alla valorizzazione del passato, della

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sapienza antica, formidabile nei testi greci. Le assicuro che un attore, in certi teatri, si sente quasi portavoce di un antico sapere. Devo anche dire, e mi è successo personalmente, che a volte questi posti sono utilizzati in modo imbarazzante. Accadde a Paestum, dove mi capitò di portare una tragedia sotto il famoso Tempio, ma lo spettacolo era totalmente distaccato da questa meraviglia. C’era si il Tempio, ma lo spettacolo era allestito su un palchetto di quattro tavole, con un’ amplificazione orribile che sembrava di stare ad una festa di paese e col Tempio che ci sovrastava. Ecco, quando non si crea l’uso giusto di uno spazio, può essere imbarazzante per un attore, ma anche per il pubblico.

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Da dove nasce questo suo grande amore per i classici greci? Ho scoperto che anche i suoi figli hanno dei nomi di chiara ispirazione mitologica. (Eco, Cadmo, Leucotea) (ride – ndr) Eh si, l’amore c’è! Non so da dove nasca, forse anche il nome che porto mi ha fatto fare delle ricerche sul mondo mitologico, e mi ha spinto in questa direzione. Ci siamo dentro! Io credo che quelli della mitologia, della cultura greca, siano archetipi che ci riguardano tutti. Qualche giorno fa in tv seguivo un dibattito, dove dei premi Nobel discutevano sulla crisi greca. Mi dicevo che ai greci, ai loro avi, andrebbe assegnato il Nobel per tutta la sapienza da cui proveniamo. Signora Ranzi, veniamo allo spettacolo del 22 luglio. La Fedra che porterà in scena a Malborghetto, nacque due anni fa in occasione del Festival dell’eccellenza al femminile di Genova. Le chiedo: una rilettura di un mito così totalmente al femminile (Galatea Ranzi interprete, Eva Cantarella autrice e Consuelo Barilari regista), quanto ne trasforma la sostanza, se la trasforma? Cosa mette in risalto? Beh, guardi, mi rifaccio al discorso che spesso fa Eva Cantarella quando introduce lo spettacolo. Lei ci parla della Fedra di Euripide. Nella prima Fedra, che è andata perduta (Ippolito Velato – ndr), Euripide era molto dalla parte di Fedra, tanto è vero che il suo testo fu molto criticato, fu anche messo al bando. Nella seconda stesura (Ippolito Incoronato – ndr), la figura femminile ne uscì molto ridimensionata. In qualche modo, con questo nostro lavoro, credo che stiamo compiendo un’operazione di recupero di quella prima visione, dimostrando quanto i greci fossero molto più aperti e liberi di quello che si può immaginare. Quindi questa Fedra che lei interpreterà non è più vittima di progetti divini, ma cosciente, consapevole della sua scelta “scandalosa”. Si, cosciente! Lei si proclama artefice del proprio destino, consapevole delle proprie scelte, dei propri errori e della propria catastrofe. Possiamo dire che rifiuta l’alibi di avere ereditato un destino tragico e si assume tutta la responsabilità. Modernità ora, ma modernità ancor maggiore, per l’epoca, nella prima stesura euripidea. Riflettevo, mentre mi parlava, che dopo millenni, intorno alla percezione del mondo femminile, persiste un alone di tragicità. Anche alla luce delle cronache quotidiane. Ma non se ne esce mai da questa scia di dolore, di morte? Sembra davvero che sia cambiato poco, da Euripide ai nostri giorni. Eh, ma il mondo femminile non è separato da quello maschile! Spesso le dinamiche tra il maschile e il femminile sono tragiche, in questo senso è come dice lei. Guardi, io credo che ci sarebbe davvero bisogno di un lavoro molto profondo, e in età giovane, anche attraverso una maggiore frequentazione di questi testi nella scuola. Io sono convinta e mi batto in ogni occasione per rivalutare lo studio del teatro, ma anche facendolo, nelle scuole. Sono convinta che questo possa essere un modo per educare e per far sì che crescendo ci si conosca meglio e si arrivi all’età adulta con meno nodi e con meno incognite. Che bella cosa che ha detto! Sembra un’utopia. (ride – ndr) Ma si, dico il teatro ma anche la musica, sono strumenti straordinari con cui l’uomo conosce se stesso, i propri sentimenti, la propria emotività. Bisognerebbe davvero entrare più in confidenza con tutto ciò, mentre invece spesso resta un qualcosa di molto incolto, no? Quanta Galatea Ranzi c’è in questa Fedra che porterete in scena? (riflette – ndr) Un bel po’! E’ stato un lavoro molto bello, con una grandissima collaborazione, di questo sono veramente contenta. Con la regista, con la video maker (Angela Di Tomaso – ndr) che ha realizzato dei video molto elaborati. Sento di aver collaborato a più livelli, non solo con il mio contributo di attrice.

Ecco, a proposito della moderna multimedialità di questo spettacolo, le confesso che sono spesso scettico sull’utilizzo di questi mezzi in teatro. Le chiedo quanto l’utilizzo della tecnologia può essere davvero funzionale ad una interpretazione e quanto invece può


essere pericolosa per l’attore che a volte ne viene mortificato, e straniante per lo spettatore. Quale è il limite, la giusta dose di questi mezzi in uno spettacolo teatrale? Penso che la giusta dose sia indicata dalla reale necessità di un intervento video, per esempio. Cioè quando è davvero necessario, senza diventare orpello o peggio ancora esca…penso a quando magari si cerca di attirare il pubblico dicendo che uno spettacolo è multimediale, appunto. Bisogna essere molto lucidi sull’uso di queste tecnologie che quando invece sono utilizzate in modo pertinente, diventano assolutamente funzionali all’interpretazione di un attore. Si diverte di più con il teatro o con il cinema? Dunque…sicuramente in teatro l’attore conta di più. E’ lui, presente, e il fatto che ci sia il pubblico è un elemento insostituibile. Giustamente, una volta Lei disse che “ronconiano” sembra un marchio di fabbrica per attori creati con lo stampino. Secondo Lei, che lo ha conosciuto così bene, quale è la vera eredità di Luca Ronconi per il teatro italiano? Beh, intanto le sue regie sono sempre state frutto di un’idea di partenza molto speciale e mai, mai aleatorie, ecco, tanto per tornare al concetto di pertinenza di poco fa. E poi, in qualche modo, lui non lasciava mai l’attore da solo con le proprie sicurezze di autorappresentazione, mentre invece chiedeva sempre a tutti noi di andare in territori impensati. Credo che questa sia una grande eredità che ci ha lasciato. Non essere mai sicuri, ma osare, mettersi sempre alla prova. Oltre al teatro, la rivedremo presto in cinema, c’è qualcosa in pentola? Veramente no! E’ brutto dirlo? Mah, non lo so! (ride – ndr) No, sono molto impegnata nella prossima stagione in teatro, quindi non ci sarebbe proprio il tempo nei prossimi mesi. Però mi auguro di tornare al cinema molto volentieri. E in teatro, cosa porterà Galatea Ranzi, se posso chiedere? Sarò in una commedia francese contemporanea che si intitola Un’ora di tranquillità (di Florian Zeller – ndr) insieme a Massimo Ghini, che ne cura anche la regia. Saremo a Roma, al Teatro Olimpico, per tre settimane nel prossimo aprile. Mi rimetto in gioco, è un tipo di teatro che non ho mai fatto e mi cimento molto volentieri! Paolo Leone Il saluto di Galatea Ranzi ai lettori di Cultura&Culture 00:00

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TAG: artisti, attori, interviste, Roma, teatri

Paolo Leone Nato a Roma. Ama il teatro, di qualsiasi genere. Free lance, segue le stagioni teatrali romane da anni, scrivendo recensioni e realizzando interviste ai protagonisti. Attento ai giovani talenti. Ha organizzato presentazioni di libri in librerie a Roma e provincia ed è stato relatore al Salone Internazionale del Libro di Torino nel maggio 2013.

Cultura e Culture è un giornale online culturale seguito su tutto il territorio italiano, con pubblicazioni quotidiane Testata giornalistica iscritta al ROC N.22134 Editore Carmine Caso P.IVA 02533870644 Direttore responsabile Maria Ianniciello Sede operativa: via Angelo Antonio Minichiello, 83035 Grottaminarda (Av)

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Una diva patinata e carica di vita, questa la Fedra di Eva Cantarella per Teatri di Pietra By Leonardo Rossi – lug 17, 2015

Il 22 Luglio all’Arco di Malborghetto a Roma, nell’ambito della XVI Edizione Teatri di Pietra del Lazio, andrà in scena “FEDRA. DIRITTO ALL’AMORE”, produzione del Festival dell’Eccellenza al Femminile – Compagnia Schegge del Mediterraneo neo con la regia di Consuelo Barilari, ilari, testo originale di Eva Cantarella. A interpretare il ruolo di Fedra è la straordinaria Galatea Ranzi. «La Nuova Fedra nella trasfigurazione della morte – afferma Consuelo Barilari – diventa simbolo della libertà e paladina del Diritto universale all’Amore. Nasce dal cambiamento, ovvero dalle ceneri della Fedra prigioniera della classicità. Il risultato è un’operazione un’operazi molto attuale. Nel tentativo di visualizzare emotivamente l’interiorità dell’eroina tragica di Euripide, si raccolgono i retaggi della più moderna visione poetica della classicità. La tecnica delle proiezioni e del multimediale supporta la drammaturgia del testo classico con un nuovo livello di linguaggio che si intreccia e si compenetra con la parola». Quella interpretata da Galatea Ranzi è una Fedra profondamente moderna. L’eroina del teatro greco, moglie in seconde nozze di Teseo e travolta dalla passione pas fatale per il giovane figliastro Ippolito, diviene, in questa trasposizione, una donna consapevole,


tormentata, ribelle e determinata nella trasgressione, pronta a sfidare nella ricerca della libertà, la condanna della famiglia e della società. Passione e intelligenza spingono la “luminosa”, questo il significato letterale del nome, a trasgredire: il cambiamento rappresenta l’esigenza primaria cui risponde con il proprio istinto. Non meno moderna e dirompente della scrittura è la messa in scena ideata dalla regista Consuelo Barilari, Direttore Artistico del Festival dell’Eccellenza al Femminile, che si ispira all’atmosfera del cinema “noir” e che colloca Fedra, l’eroina di Euripide, in un’altra dimensione, creando un nuovo immaginario stile anni Sessanta, tra raffinatissime toilettes e pettinature platinate. Bellissima e misteriosa, amata e rispettata, Fedra ha fama, ricchezza, potere, è una diva, tormentata, forte e al contempo fragile, rimandando a personaggi come Jacqueline Onassis, Grace Kelly, Maria Callas. Le sovrapposizioni visive e sonore che si fondono con la recitazione permettono a Fedra di immedesimarsi nei vari personaggi della tragedia. In scena oggetti, simbolo d’amore e morte, realizzati come installazioni d’Arte: un sofà ispirato a Savinio e una vasca da bagno in ghisa, originale del 1912. Fedra intravede attorno a sé i fantasmi dei personaggi del dramma, confonde la propria immagine in un gioco di luci e ombre, tra Mito e contemporaneità.

iva patinata e carica di vita, questa la Fedra di Eva Cantarella per Teatri di Pietra By Leonardo Rossi –


http://www.nonsoloteatro.it/?p=3305

UNA FEDRA CONTEMPORANEA CHE HA DIRITTO ALL’AMORE Prende il via il 22 luglio dal Parco Archeologico Arco di Malborghetto,nell’ambito della XVI edizione di Teatri di Pietra del Lazio, la tournée estiva di “Fedra, diritto all’amore”, una produzione del Festival dell’Eccellenza al Femminile di Genova – Compagnia Schegge del Mediterraneo, con la regia di Consuelo Basilari, testo originale di Eva Cantarella. Ad interpretare il ruolo di Fedra è Galatea Ranzi (Premio Ubu e Premio Eleonora Duse). Consulenza drammaturgia e testi greci Marco Avogadro, musiche Andrea Nicolini. Quella interpretata da Galatea Ranzi è una Fedra profondamente moderna, anticipa una nota di presentazione dello spettacolo. L’eroina del teatro greco, moglie in seconde nozze di Teseo e travolta dalla passione fatale per il giovane figliastro Ippolito, diviene in questa trasposizione una donna consapevole anche se tormentata, ribelle e determinata nella trasgressione, pronta a sfidare nella ricerca della libertà la condanna morale della famiglia e della società. Un personaggio dirompente, profondo, sfaccettato, molto evoluto, capace di capire come rompere gli schemi e l’ordine della cultura patriarcale pur nel terribile tormento mentale. La nuova Fedra, non è prigioniera di una predestinazione divina, né di una maledizione genetica. Passione e intelligenza unite spingono la “luminosa” (questo il significato letterale del nome) a trasgredire; in lei il cambiamento è l’esigenza primaria a cui rispondere con il proprio istinto. Non meno moderna e dirompente della scrittura è la messa in scena, ideata dalla regista Consuelo Barilari, direttore artistico del Festival dell’Eccellenza al Femminile, che si ispira all’atmosfera del cinema “noir” e che colloca Fedra, l’eroina di Euripide, in una “altra” dimensione, creando un nuovo potente immaginario che la presenta in una modernità stilizzata nel glamour degli anni Sessanta, tra raffinate toilettes e perfette pettinature platinate. perfette.


Fedra bellissima e misteriosa, amata e rispettata, ha fama, ricchezza, potere, è una diva, tormentata, forte e fragile assieme che ricorda per motivi diversi Jaquelin Onassis, Grace Kelly, Maria Callas. Ispirandosi all’atmosfera “noir” del film “Phedra” di Jules Dassin (1961) lo spettacolo rompe lo schema temporale della storia, e la scena si apre quando il fatto è già avvenuto. Ippolito è appena morto in un brutale incidente di macchina e scomparso tra i flutti dell’oceano e Fedra rivive un tormentato flash-back di tutta la vicenda, prigioniera di uno spazio scenico delimitato da due grandi thulle, una “quarta parete” sul boccascena e un fondale, che l’avvolgono in un ambiente essenziale costruito da immagini filmiche, video scenografie, “emotional video” in sovrapposizioni visive e sonore che si fondono con la recitazione.

Brani del film si fondono con effetti multimediali, alla vicenda teatrale, permettendo a Fedra di sdoppiarsi in molti personaggi della tragedia e in questa modo l’azione e il dramma sono sempre al centro dell’attenzione. Grandi oggetti come istallazioni d’Arte: un sofà ispirato a Savinio e una vasca da bagno originale in ghisa del 1912 sono oggetti d’amore e di morte per la bella e fatale Fedra. Fedra intravede attorno a sé i fantasmi dei personaggi del dramma, e confonde la propria immagine con se stessa nel gioco di luci e ombre tra Teatro e immagini filmiche, in continuo scambio tra Mito, contemporaneità e “altro reale”.


http://eventiculturalimagazine.com/2015/07/20/antiquarium-arco-di-malborghetto-roma/

ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Il 22 Luglio all’Arco di Malborghetto a Roma, nell’ambito della XVI Edizione Teatri di Pietra del Lazio, andrà in scena FEDRA. DIRITTO ALL’AMORE, produzione del Festival dell’Eccellenza al Femminile – Compagnia Schegge del Mediterraneo con la regia di Consuelo Barilari, testo originale di Eva Cantarella, scritto appositamente per l’edizione 2013 del Festival dell’Eccellenza al Femminile di Genova. A interpretare il ruolo di Fedra è la straordinaria Galatea Ranzi (Premio Ubu e Premio Eleonora Duse). “La Nuova Fedra nella trasfigurazione della morte – afferma Consuelo Barilari – diventa simbolo della libertà e paladina del Diritto universale all’Amore. Ella nasce dal cambiamento, ovvero dalle ceneri della Fedra prigioniera della classicità. Il risultato è un’operazione molto attuale. Nel tentativo di visualizzare emotivamente l’interiorità dell’eroina tragica di Euripide, si raccolgono i retaggi della più moderna visione poetica della classicità. La tecnica delle proiezioni e del multimediale supporta la drammaturgia del testo classico con un nuovo livello di linguaggio che si intreccia e si compenetra con la parola”. Quella interpretata da Galatea Ranzi è una Fedra profondamente moderna. L’eroina del teatro greco, moglie in seconde nozze di Teseo e travolta dalla passione fatale per il giovane figliastro Ippolito, diviene, in questa trasposizione, una donna consapevole, tormentata, ribelle e determinata nella trasgressione, pronta a sfidare nella ricerca della libertà, la condanna della famiglia e della società. Un personaggio dirompente e profondo, capace di rompere gli schemi e l’ordine della cultura patriarcale, pur nel terribile tormento mentale.


Riemersa da un passato millenario, Venere dalle acque profonde del Mediterraneo, la nuova Fedra non è prigioniera di una predestinazione divina. Passione e intelligenza spingono la “luminosa”, questo il significato letterale del nome, a trasgredire: il cambiamento rappresenta l’esigenza primaria cui risponde con il proprio istinto. Non meno moderna e dirompente della scrittura è la messa in scena ideata dalla regista Consuelo Barilari, Direttore Artistico del Festival dell’Eccellenza al Femminile, che si ispira all’atmosfera del cinema “noir” e che colloca Fedra, l’eroina di Euripide, in un’altra dimensione, creando un nuovo immaginario stile anni Sessanta, tra raffinatissime toilettes e pettinature platinate. Bellissima e misteriosa, amata e rispettata, Fedra ha fama, ricchezza, potere, è una diva, tormentata, forte e al contempo fragile, rimandando a personaggi come Jacqueline Onassis, Grace Kelly, Maria Callas. Ispirandosi all’atmosfera misteriosa del film Phedra di Jules Dassin (1961), lo spettacolo rompe lo schema temporale della storia, e la scena si apre quando il fatto è già avvenuto: Ippolito è appena morto in un brutale incidente di macchina e scomparso tra i flutti dell’oceano. Fedra rivive in un tormentato flash-back tutta la vicenda, prigioniera di uno spazio scenico delimitato da un ambiente essenziale costruito utilizzando immagini filmiche, video scenografie, “emotional video”. Le sovrapposizioni visive e sonore che si fondono con la recitazione permettono a Fedra di immedesimarsi nei vari personaggi della tragedia. In scena oggetti, simbolo d’amore e morte, realizzati come installazioni d’Arte: un sofà ispirato a Savinio e una vasca da bagno in ghisa, originale del 1912. Fedra intravede attorno a sé i fantasmi dei personaggi del dramma, confonde la propria immagine in un gioco di luci e ombre, tra Mito e contemporaneità. XVI EDIZIONE MERCOLEDI’ 22 LUGLIO 2015

SCHEGGE DI MEDITERRANEO FEDRA – diritto all’amore Con Galatea Ranzi Testo originale di Eva Cantarella Regia e immagini Consuelo Barilari Consulenza drammaturgica e testi greci di Marco Avogadro Musiche Andrea Nicolini


Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri 347 2101290 – 338 4030991 segreteria@eventsandevents.it http://www.eventsandevents.it


http://www.oggiroma.it/eventi/spettacoli/fedra http://www.oggiroma.it/eventi/spettacoli/fedra-diritto-all-amore/18140/

Fedra, diritto all’amore L’eroina del teatro greco è una donna consapevole, tormentata, ribelle e determinata nella trasgressione Il 22/07/2015 Antiquarium, Arco di Malborghetto

Ill22 22 Luglio all’Arco di Malborghetto a Roma, nell’ambito della XVI Edizione Teatri Teat di Pietra del Lazio, andrà in scena FEDRA. DIRITTO ALL’AMORE, produzione del Festival dell’Eccellenza al Femminile – Compagnia Schegge del Mediterraneo Mediterraneo con la regia di Consuelo Barilari, Bar testo originale di Eva Cantarella, scritto appositamente per l’edizione l’edizione 2013 del Festival dell’Eccellenza al Femminile di Genova. A interpretare il ruolo di Fedra è la straordinaria Galatea Ranzi (Premio Ubu e Premio Eleonora Duse). “La Nuova Fedra nella trasfigurazione della morte – afferma Consuelo Barilari - diventa simbolo della libertà e paladina del Diritto universale all’Amore. Ella nasce dal cambiamento, ovvero dalle ceneri della Fedra prigioniera della classicità. Il risultato è un’operazione molto attuale. Nel tentativo di visualizzare emotivamente l’interiorità l’interiorità dell’eroina tragica di Euripide, si raccolgono i retaggi della più moderna visione poetica della classicità. La tecnica delle proiezioni e del multimediale supporta la drammaturgia del testo classico con un nuovo livello di linguaggio che si intreccia e si compenetra con la parola”. Quella interpretata da Galatea Ranzi è una Fedra profondamente moderna. L’eroina del teatro greco, moglie in seconde nozze di Teseo e travolta dalla passione fatale per il giovane figliastro Ippolito, diviene, in questa trasposizione, una donna consapevole, consapevole, tormentata, ribelle e determinata nella trasgressione, pronta a sfidare nella ricerca della libertà, la condanna della famiglia e della società. Un personaggio dirompente e profondo, capace di rompere gli schemi e l'ordine della


cultura patriarcale, pur nel terribile tormento mentale. Riemersa da un passato millenario, Venere dalle acque profonde del Mediterraneo, la nuova Fedra non è prigioniera di una predestinazione divina. Passione e intelligenza spingono la “luminosa”, questo il significato letterale del nome, a trasgredire: il cambiamento rappresenta l'esigenza primaria cui risponde con il proprio istinto. Non meno moderna e dirompente della scrittura è la messa in scena ideata dalla regista Consuelo Barilari, Direttore Artistico del Festival dell’Eccellenza al Femminile, che si ispira all’atmosfera del cinema “noir” e che colloca Fedra, l’eroina di Euripide, in un’altra dimensione, creando un nuovo immaginario stile anni Sessanta, tra raffinatissime toilettes e pettinature platinate. Bellissima e misteriosa, amata e rispettata, Fedra ha fama, ricchezza, potere, è una diva, tormentata, forte e al contempo fragile, rimandando a personaggi come Jacqueline Onassis, Grace Kelly, Maria Callas. Ispirandosi all’atmosfera misteriosa del film Phedra di Jules Dassin (1961), lo spettacolo rompe lo schema temporale della storia, e la scena si apre quando il fatto è già avvenuto: Ippolito è appena morto in un brutale incidente di macchina e scomparso tra i flutti dell’oceano. Fedra rivive in un tormentato flash-back tutta la vicenda, prigioniera di uno spazio scenico delimitato da un ambiente essenziale costruito utilizzando immagini filmiche, video scenografie, “emotional video”. Le sovrapposizioni visive e sonore che si fondono con la recitazione permettono a Fedra di immedesimarsi nei vari personaggi della tragedia. In scena oggetti, simbolo d’amore e morte, realizzati come installazioni d’Arte: un sofà ispirato a Savinio e una vasca da bagno in ghisa, originale del 1912. Fedra intravede attorno a sé i fantasmi dei personaggi del dramma, confonde la propria immagine in un gioco di luci e ombre, tra Mito e contemporaneità. SCHEGGE DI MEDITERRANEO FEDRA - diritto all’amore Con Galatea Ranzi Testo originale di Eva Cantarella Regia e immagini Consuelo Barilari Consulenza drammaturgica e testi greci di Marco Avogadro Musiche Andrea Nicolini Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra 22/07/2015


http://www.mondospettacolo.com/fedra-diritto-allamore-con-galatea-ranzi-il-22 http://www.mondospettacolo.com/fedra 22-luglio-allarco-dimalborghetto-roma-teatri-di-pietra pietra-lazio-2015/

FEDRA – DIRITTO ALL’AMORE CON GALATEA RANZI – IL 22 LUGLIO ALL’ARCO DI MALBORGHETTO (ROMA) – TEATRI DI PIETRA LAZIO 2015 BY DIRETTORE

Il 22 Luglio all’Arco di Malborghetto a Roma, nell’ambito della XVI Edizione Teatri di Pietra del Lazio, andrà in scena FEDRA. DIRITTO ALL’AMORE, produzione del Festival dell’Eccellenza al Femminile – Compagnia Schegge del Mediterraneo con la regia di Consuelo Barilari, testo originale di Eva Cantarella, scritto appositamente per l’edizione 2013 dell Festival dell’Eccellenza al Femminile di Genova. A interpretare il ruolo di Fedra è la straordinaria Galatea Ranzi (Premio Ubu e Premio Eleonora Duse). “La Nuova Fedra nella trasfigurazione della morte – afferma Consuelo Barilari – diventa simbolo della libertà e paladina del Diritto universale all’Amore. Ella nasce dal cambiamento, ovvero dalle ceneri della Fedra prigioniera della classicità. Il risultato è un’operazione molto attuale. Nel tentativo di visualizzare emotivamente l’interiorità dell’eroina tragica di Euripide, si raccolgono i retaggi della più moderna visione poetica della classicità. La tecnica delle proiezioni e del multimediale supporta la drammaturgia del testo classico con un nuovo livello di linguaggio che si intreccia e si compenetra con la parola.


Quella interpretata da Galatea Ranzi è una Fedra profondamente moderna. L’eroina del teatro greco, moglie in seconde nozze di Teseo e travolta dalla passione fatale per il giovane figliastro Ippolito, diviene, in questa trasposizione, una donna consapevole, tormentata, ribelle e determinata nella trasgressione, pronta a sfidare nella ricerca della libertà, la condanna della famiglia e della società. Un personaggio dirompente e profondo, capace di rompere gli schemi e l’ordine della cultura patriarcale, pur nel terribile tormento mentale. Riemersa da un passato millenario, Venere dalle acque profonde del Mediterraneo, la nuova Fedra non è prigioniera di una predestinazione divina. Passione e intelligenza spingono la “luminosa”, questo il significato letterale del nome, a trasgredire: il cambiamento rappresenta l’esigenza primaria cui risponde con il proprio istinto. Non meno moderna e dirompente della scrittura è la messa in scena ideata dalla regista Consuelo Barilari, Direttore Artistico del Festival dell’Eccellenza al Femminile, che si ispira all’atmosfera del cinema “noir” e che colloca Fedra, l’eroina di Euripide, in un’altra dimensione, creando un nuovo immaginario stile anni Sessanta, tra raffinatissime toilettes e pettinature platinate. Bellissima e misteriosa, amata e rispettata, Fedra ha fama, ricchezza, potere, è una diva, tormentata, forte e al contempo fragile, rimandando a personaggi come Jacqueline Onassis, Grace Kelly, Maria Callas. Ispirandosi all’atmosfera misteriosa del film Phedra di Jules Dassin (1961), lo spettacolo rompe lo schema temporale della storia, e la scena si apre quando il fatto è già avvenuto: Ippolito è appena morto in un brutale incidente di macchina e scomparso tra i flutti dell’oceano. Fedra rivive in un tormentato flash-back tutta la vicenda, prigioniera di uno spazio scenico delimitato da un ambiente essenziale costruito utilizzando immagini filmiche, video scenografie, “emotional video”. Le sovrapposizioni visive e sonore che si fondono con la recitazione permettono a Fedra di immedesimarsi nei vari personaggi della tragedia. In scena oggetti, simbolo d’amore e morte, realizzati come installazioni d’Arte: un sofà ispirato a Savinio e una vasca da bagno in ghisa, originale del 1912. Fedra intravede attorno a sé i fantasmi dei personaggi del dramma, confonde la propria immagine in un gioco di luci e ombre, tra Mito e contemporaneità. –


Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


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FEDRA - DIRITTO ALL'AMORE CON GALATEA RANZI Appuntamento il 22 Luglio all'Arco di Malborghetto (Roma) - Teatri di Pietra Lazio 2015 Il 22 Luglio all’Arco di Malborghetto a Roma, nell’ambito della XVI Edizione Teatri di Pietra del Lazio, andrà in scena FEDRA. DIRITTO ALL’AMORE, produzione del Festival dell’Eccellenza al Femminile – Compagnia Schegge del Mediterraneo con la regia di Consuelo Barilari, testo originale di Eva Cantarella, scritto appositamente per l’edizione 2013 del Festival dell’Eccellenza al Femminile di Genova. A interpretare il ruolo di Fedra è la straordinaria Galatea Ranzi (Premio Ubu e Premio Eleonora Duse). “La Nuova Fedra nella trasfigurazione della morte – afferma Consuelo Barilari - diventa simbolo della libertà e paladina del Diritto universale all’Amore. Ella nasce dal cambiamento, ovvero dalle ceneri della Fedra prigioniera della classicità. Il risultato è un’operazione molto attuale. Nel tentativo di visualizzare emotivamente l’interiorità dell’eroina tragica di Euripide, si raccolgono i retaggi della più moderna visione poetica della classicità. La tecnica delle proiezioni e del multimediale supporta la drammaturgia del testo classico con un nuovo livello di linguaggio che si intreccia e si compenetra con la parola”. Quella interpretata da Galatea Ranzi è una Fedra profondamente moderna. L’eroina del teatro greco, moglie in seconde nozze di Teseo e travolta dalla passione fatale per il giovane figliastro Ippolito, diviene, in questa trasposizione, una donna consapevole, tormentata, ribelle e determinata nella trasgressione, pronta a sfidare nella ricerca della libertà, la condanna della famiglia e della società. Un personaggio dirompente e profondo, capace di rompere gli schemi e l'ordine della cultura patriarcale, pur nel terribile tormento mentale. Riemersa da un passato millenario, Venere dalle acque profonde del Mediterraneo, la nuova Fedra non è prigioniera di una predestinazione divina. Passione e intelligenza spingono la “luminosa”, questo il significato letterale del nome, a trasgredire: il cambiamento rappresenta l'esigenza primaria cui risponde con il proprio istinto. Non meno moderna e dirompente della scrittura è la messa in scena ideata dalla regista Consuelo Barilari, Direttore Artistico del Festival dell’Eccellenza al Femminile, che si ispira all’atmosfera del cinema “noir” e che colloca Fedra, l’eroina di Euripide, in un’altra dimensione, creando un nuovo immaginario stile anni Sessanta, tra raffinatissime toilettes e pettinature platinate. Bellissima e misteriosa, amata e rispettata, Fedra ha fama, ricchezza, potere, è una diva, tormentata, forte e al contempo fragile, rimandando a personaggi come Jacqueline Onassis, Grace Kelly, Maria Callas. Ispirandosi all’atmosfera misteriosa del film Phedra di Jules Dassin (1961), lo spettacolo rompe lo schema temporale della storia, e la scena si apre quando il fatto è già avvenuto: Ippolito è appena morto in un brutale incidente di macchina e scomparso tra i flutti dell’oceano. Fedra rivive in un tormentato flash-back tutta la vicenda, prigioniera di uno spazio scenico delimitato da un ambiente essenziale costruito utilizzando immagini filmiche, video scenografie, “emotional video”. Le sovrapposizioni visive e sonore che si fondono con la recitazione permettono a Fedra di immedesimarsi nei vari personaggi della tragedia. In scena oggetti, simbolo d’amore e morte, realizzati come installazioni d’Arte: un sofà ispirato a Savinio e una vasca da bagno in ghisa, originale del 1912. Fedra intravede attorno a sé i fantasmi dei personaggi del dramma, confonde la propria immagine in un gioco di luci e ombre, tra Mito e contemporaneità.


XVI EDIZIONE MERCOLEDI’ 22 LUGLIO 2015 ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano SCHEGGE DI MEDITERRANEO FEDRA - diritto all’amore Con Galatea Ranzi Testo originale di Eva Cantarella Regia e immagini Consuelo Barilari Consulenza drammaturgica e testi greci di Marco Avogadro Musiche Andrea Nicolini Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://lanotiziah24.com/2015/07/roma-xvi-edizione-teatri-di-pietra-del-lazio-in http://lanotiziah24.com/2015/07/roma in-scena-fedra-dirittoallamore/

Roma, XVI Edizione Teatri di Pietra del Lazio, in scena FEDRA. DIRITTO ALL’AMORE luglio 20, 2015 • Cultura e Spettacolo, ROMA

Il 22 Luglio all’Arco di Malborghetto a Roma, nell’ambito della XVI Edizione Teatri di Pietra del Lazio, andrà in scena FEDRA. DIRITTO ALL’AMORE,, produzione del Festival dell’Eccellenza al Femminile – Compagnia Schegge del Mediterraneo con la regia di Consuelo Consuel Barilari, testo originale di Eva Cantarella, scritto appositamente per l’edizione 2013 del Festival dell’Eccellenza al Femminile di Genova. A interpretare il ruolo di Fedra è la straordinaria Galatea Ranzi (Premio Ubu e Premio Eleonora Duse). “La Nuova Fedra nella trasfigurazione della morte – afferma Consuelo Barilari – diventa simbolo della libertà e paladina del Diritto universale all’Amore. Ella nasce dal cambiamento, ovvero dalle ceneri della Fedra prigioniera della classicità. Il risultato è un’operazione molto attuale. Nel tentativo di visualizzare emotivamente l’interiorità dell’eroina tragica di Euripide, si raccolgono i retaggi della più moderna visione poetica della classicità. La tecnica delle proiezioni e del multimediale supporta la drammaturgia del testo classico con un nuovo livello di linguaggio che si intreccia e si compenetra con la parola”. Quella interpretata da Galatea Ranzi è una Fedra profondamente profondamente moderna. L’eroina del teatro greco, moglie in seconde nozze di Teseo e travolta dalla passione fatale per il giovane figliastro Ippolito, diviene, in questa trasposizione, una donna consapevole, tormentata, ribelle e determinata nella trasgressione, trasgressione, pronta a sfidare nella ricerca della libertà, la condanna della famiglia e della società. Un personaggio dirompente e profondo, capace di rompere gli schemi e l’ordine


della cultura patriarcale, pur nel terribile tormento mentale. Riemersa da un passato millenario, Venere dalle acque profonde del Mediterraneo, la nuova Fedra non è prigioniera di una predestinazione divina. Passione e intelligenza spingono la “luminosa”, questo il significato letterale del nome, a trasgredire: il cambiamento rappresenta l’esigenza primaria cui risponde con il proprio istinto. Non meno moderna e dirompente della scrittura è la messa in scena ideata dalla regista Consuelo Barilari, Direttore Artistico del Festival dell’Eccellenza al Femminile, che si ispira all’atmosfera del cinema “noir” e che colloca Fedra, l’eroina di Euripide, in un’altra dimensione, creando un nuovo immaginario stile anni Sessanta, tra raffinatissime toilettes e pettinature platinate. Bellissima e misteriosa, amata e rispettata, Fedra ha fama, ricchezza, potere, è una diva, tormentata, forte e al contempo fragile, rimandando a personaggi come Jacqueline Onassis, Grace Kelly, Maria Callas. Ispirandosi all’atmosfera misteriosa del film Phedra di Jules Dassin (1961), lo spettacolo rompe lo schema temporale della storia, e la scena si apre quando il fatto è già avvenuto: Ippolito è appena morto in un brutale incidente di macchina e scomparso tra i flutti dell’oceano. Fedra rivive in un tormentato flash-back tutta la vicenda, prigioniera di uno spazio scenico delimitato da un ambiente essenziale costruito utilizzando immagini filmiche, video scenografie, “emotional video”. Le sovrapposizioni visive e sonore che si fondono con la recitazione permettono a Fedra di immedesimarsi nei vari personaggi della tragedia. In scena oggetti, simbolo d’amore e morte, realizzati come installazioni d’Arte: un sofà ispirato a Savinio e una vasca da bagno in ghisa, originale del 1912. Fedra intravede attorno a sé i fantasmi dei personaggi del dramma, confonde la propria immagine in un gioco di luci e ombre, tra Mito e contemporaneità.

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio

Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra

Inizio spettacoli: h 21,15

Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online

Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


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FEDRA – diritto all’amore Con Galatea Ranzi Scritto Da Conta

MERCOLEDI’ 22 LUGLIO 2015 ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano SCHEGGE DI MEDITERRANEO "FEDRA - diritto all’amore" Con Galatea Ranzi Testo originale di Eva Cantarella Regia e immagini Consuelo Barilari Consulenza drammaturgica e testi greci di Marco Avogadro Musiche Andrea Nicolini Il 22 Luglio all’Arco di Malborghetto a Roma, nell’ambito della XVI Edizione Teatri di Pietra del Lazio, andrà in scena FEDRA. DIRITTO ALL’AMORE, produzione del Festival dell’Eccellenza al Femminile – Compagnia Schegge del Mediterraneo con la regia di Consuelo Barilari, testo originale di Eva Cantarella, scritto appositamente per l’edizione 2013 del Festival dell’Eccellenza al Femminile di Genova. A interpretare il ruolo di d Fedra è la straordinaria Galatea Ranzi (Premio Ubu e Premio Eleonora Duse). “La Nuova Fedra nella trasfigurazione della morte – afferma Consuelo Barilari - diventa simbolo della libertà e paladina del Diritto universale all’Amore. Ella nasce dal cambiamento, nto, ovvero dalle ceneri della Fedra prigioniera della classicità. Il risultato è un’operazione molto attuale. Nel tentativo di visualizzare emotivamente l’interiorità dell’eroina tragica di Euripide, si raccolgono i retaggi della più moderna visione poetica poeti della classicità. La tecnica delle proiezioni e del multimediale supporta la drammaturgia del testo classico con un nuovo livello di linguaggio che si intreccia e si compenetra con la parola”. Quella interpretata da Galatea Ranzi è una Fedra profondamente profondamente moderna. L’eroina del teatro greco, moglie in seconde nozze di Teseo e travolta dalla passione fatale per il giovane figliastro Ippolito, diviene in questa trasposizione una donna consapevole, tormentata, ribelle e determinata nella trasgressione, pronta pronta a sfidare, nella ricerca della libertà, la condanna della famiglia e della società. Un personaggio dirompente e profondo, capace di rompere gli schemi e l'ordine della cultura patriarcale, pur nel terribile tormento mentale. Riemersa da un passato millenario, millenario, Venere dalle acque profonde del Mediterraneo, la nuova Fedra non è prigioniera di una predestinazione divina. Passione e intelligenza spingono la “luminosa”, questo il significato letterale del nome, a trasgredire: il cambiamento rappresenta l'esigenza l'esigenza primaria cui risponde con il proprio istinto. Non meno moderna e dirompente della scrittura è la messa in scena ideata dalla regista Consuelo Barilari, Direttore Artistico del Festival dell’Eccellenza al Femminile, che si ispira all’atmosfera del cinema “noir” e che colloca Fedra, l’eroina di Euripide, in un’altra dimensione, creando un nuovo immaginario stile anni Sessanta, tra raffinatissime toilettes


e pettinature platinate. Bellissima e misteriosa, amata e rispettata, Fedra ha fama, ricchezza, potere, è una diva, tormentata, forte e al contempo fragile, rimandando a personaggi come Jacqueline Onassis, Grace Kelly, Maria Callas. Ispirandosi all’atmosfera misteriosa del film Phedra di Jules Dassin (1961), lo spettacolo rompe lo schema temporale della storia e la scena si apre quando il fatto è già avvenuto: Ippolito è appena morto in un brutale incidente di macchina e scomparso tra i flutti dell’oceano. Fedra rivive in un tormentato flash-back tutta la vicenda, prigioniera di uno spazio scenico delimitato da un ambiente essenziale, costruito utilizzando immagini filmiche, video scenografie, “emotional video”. Le sovrapposizioni visive e sonore, che si fondono con la recitazione, permettono a Fedra di immedesimarsi nei vari personaggi della tragedia. In scena oggetti, simbolo d’amore e morte, realizzati come installazioni d’Arte: un sofà ispirato a Savinio e una vasca da bagno in ghisa, originale del 1912. Fedra intravede attorno a sé i fantasmi dei personaggi del dramma, confonde la propria immagine in un gioco di luci e ombre, tra Mito e contemporaneità. Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Per info e prenotazioni: tel. whatsapp 327 9473893


http://www.unfoldingroma.com/eventi http://www.unfoldingroma.com/eventi-in-citta/1276/fedra--diritto-all%E2%80%99amore/ all%E2%80%99amore/

FEDRA – DIRITTO ALL’AMORE: ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma)Via Flaminia Flami km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Inserito il giorno 20/07 da Emanuele Gambino

MERCOLEDI’ 22 LUGLIO 2015 ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano

SCHEGGE DI MEDITERRANEO FEDRA - diritto all’amore Con Galatea Ranzi Testo originale di Eva Cantarella Regia e immagini Consuelo Barilari Consulenza drammaturgica e testi greci di Marco Avogadro Musiche Andrea Nicolini


Il 22 Luglio all’Arco di Malborghetto a Roma, nell’ambito della XVI Edizione Teatri di Pietra del Lazio, andrà in scena FEDRA. DIRITTO ALL’AMORE, produzione del Festival dell’Eccellenza al Femminile – Compagnia Schegge del Mediterraneo con la regia di Consuelo Barilari, testo originale di Eva Cantarella, scritto appositamente per l’edizione 2013 del Festival dell’Eccellenza al Femminile di Genova. A interpretare il ruolo di Fedra è la straordinaria Galatea Ranzi (Premio Ubu e Premio Eleonora Duse). “La Nuova Fedra nella trasfigurazione della morte – afferma Consuelo Barilari - diventa simbolo della libertà e paladina del Diritto universale all’Amore. Ella nasce dal cambiamento, ovvero dalle ceneri della Fedra prigioniera della classicità. Il risultato è un’operazione molto attuale. Nel tentativo di visualizzare emotivamente l’interiorità dell’eroina tragica di Euripide, si raccolgono i retaggi della più moderna visione poetica della classicità. La tecnica delle proiezioni e del multimediale supporta la drammaturgia del testo classico con un nuovo livello di linguaggio che si intreccia e si compenetra con la parola”. Quella interpretata da Galatea Ranzi è una Fedra profondamente moderna. L’eroina del teatro greco, moglie in seconde nozze di Teseo e travolta dalla passione fatale per il giovane figliastro Ippolito, diviene in questa trasposizione una donna consapevole, tormentata, ribelle e determinata nella trasgressione, pronta a sfidare, nella ricerca della libertà, la condanna della famiglia e della società. Un personaggio dirompente e profondo, capace di rompere gli schemi e l'ordine della cultura patriarcale, pur nel terribile tormento mentale. Riemersa da un passato millenario, Venere dalle acque profonde del Mediterraneo, la nuova Fedra non è prigioniera di una predestinazione divina. Passione e intelligenza spingono la “luminosa”, questo il significato letterale del nome, a trasgredire: il cambiamento rappresenta l'esigenza primaria cui risponde con il proprio istinto. Non meno moderna e dirompente della scrittura è la messa in scena ideata dalla regista Consuelo Barilari, Direttore Artistico del Festival dell’Eccellenza al Femminile, che si ispira all’atmosfera del cinema “noir” e che colloca Fedra, l’eroina di Euripide, in un’altra dimensione, creando un nuovo immaginario stile anni Sessanta, tra raffinatissime toilettes e pettinature platinate. Bellissima e misteriosa, amata e rispettata, Fedra ha fama, ricchezza, potere, è una diva, tormentata, forte e al contempo fragile, rimandando a personaggi come Jacqueline Onassis, Grace Kelly, Maria Callas. Ispirandosi all’atmosfera misteriosa del film Phedra di Jules Dassin (1961), lo spettacolo rompe lo schema temporale della storia e la scena si apre quando il fatto è già avvenuto: Ippolito è appena morto in un brutale incidente di macchina e scomparso tra i flutti dell’oceano. Fedra rivive in un tormentato flash-back tutta la vicenda, prigioniera di uno spazio scenico delimitato da un ambiente essenziale, costruito utilizzando immagini filmiche, video scenografie, “emotional video”. Le sovrapposizioni visive e sonore, che si fondono con la recitazione, permettono a Fedra di immedesimarsi nei vari personaggi della tragedia. In scena oggetti, simbolo d’amore e morte, realizzati come installazioni d’Arte: un sofà ispirato a Savinio e una vasca da bagno in ghisa, originale del 1912. Fedra intravede attorno a sé i fantasmi dei personaggi del dramma, confonde la propria immagine in un gioco di luci e ombre, tra Mito e contemporaneità.


http://binrome.com/eventi/fedra-diritto-allamore-la-nuova-eroina-al-teatro--con-galatea-ranzihttp://binrome.com/eventi/fedra intervista/

Fedra, diritto all’amore: la nuova eroina al teatro con Galatea latea Ranzi – intervista By Marina Bonifacio - lug 20, 2015

Donne che si ribellano al proprio destino e scelgono di proseguire la loro strada, di ascoltare il proprio cuore, anche a costo dell’alienazione. Donne come Fedra, Fedra in questa rivisitazione del Mito offerta dalla penna di Eva Cantarella e interpretata dall’attriceGalatea Ranzi,, che vedremo in scena mercoledì 22 luglio all’Antiquarium – Arco di Malborghetto, per la rassegna Teatri di Pietra Lazio. E’ “Fedra, Fedra, diritto all’Amore“, “, una produzione del Festival dell’Eccellenza al Femminile – Compagnia Schegge del Mediterraneo, per la regia di Consuelo Barilari. Abbiamo raggiunto la protagonista, l’attrice Galatea Ranzi, che ci ha concesso questa bella intervista. Sarà una Fedra differente quella che vedremo mercoledì 22 luglio a Malborghetto, in qualche modo opposta a quella che ci ha consegnato il Mito. Decisamente sì, in questo spettacolo Fedra diventa nuovo simbolo di libertà, ma non solo. La protagonista in qualche modo incita il pubblico a seguire e rispettare i propri sentimenti, a non soffocare le ragioni del cuore. Nel caso specifico spec Fedra è accecata


dall’amore per il figliastro Ippolito, tanto da cercare la morte. Fedra è però anche e soprattutto una donna che vuole sottrarsi ad un’imposizione, come l’essere data in moglie a Teseo, impossibile per un animo come il suo…

E dal Mito alla realtà il passo è breve … La ribellione appartiene al mondo moderno.Fedra ha deciso di dire No: non vuole più essere sottomessa alla volontà altrui ed è soprattutto per cercare di scrostare questa figura femminile dai preconcetti che secoli di storie e civiltà le hanno incollato addosso che lei, Fedra, donne tra le donne, vuole iniziare a vivere la sua di vita. La letteratura greca è piena di leggende da cui poter trarre insegnamento: cosa ci insegna questa Fedra? La lezione che sta alla base di tutti i miti, ossia di non peccare di hybris, di non eccedere, di non andare contro le legge naturali proprie dell’uomo, qui è capovolto. Perché lo spirito dell’uomo è proprio quello di voler andare oltre certi limiti … E anche l’amore in questo caso può rappresentare un confine molto pericoloso, affascinante ma pieno di rischi … anche se la vita dopotutto è proprio cercare di trovare un equilibrio tra l’essere troppo ligi alle regole e la sregolatezza.


Cosa ha imparato Galatea Ranzi da Fedra? Devo dire molto. E’ stato un lavoro che ho apprezzato soprattutto per il clima di grande collaborazione che si è venuto a creare. E’ vero che dalla regia all’autrice, dalla videomaker alla light designer, questo è uno spettacolo dove la componente femminile è prevalente, e forse soprattutto per questo abbiamo lavorato in una bellissima atmosfera di dialogo e confronto reciproco tra le parti, aspetto per me fondamentale. Oltre alla nuova prospettiva che il Mito di Fedra assume, anche certe scelte tecniche sono molto innovative … La regia ha tratto ispirazione da un film stile noir anni ’60, “Phedra” di Jules Dassin, che fa iniziare la storia a fatto già avvenuto. In questo modo Fedra rivive tutta la storia in un lungo flash-back e gli stessi personaggi che incontra sono ricordi del suo passato. E’ una presa di coscienza continua che diventa anche un volersi porre pubblicamente dinanzi al pubblico, come nella scena iniziale, dove Fedra viene posta come dinanzi ad un tribunale, pronta per essere giudicata dalla società. Ma lei non ha paura: il coraggio di voler imporre la propria volontà al di là di ogni regola avrà la meglio. Dal punto di vista tecnico, poi, ho trovato innovativo questo linguaggio che unisce parola a immagini e musiche, con canzoni tratte dal repertorio greco che si fondono a melodie pop di una cantautrice del calibro di Carmen Consoli. Chi è in definitiva Fedra? E’ l’assumersi la propria vita contro ogni schema, è la volontà di autodeterminarsi in opposizione ad ogni forma di eredità, visto che la protagonista spesso si sente legata ad un destino tragico della sua famiglia. Anche in questo Fedra è di una modernità disarmante: sfida il fato – così caro ai greci – sapendo di stare rischiando tutto, ma questo gesto fa riemergere l’individuo, collocandolo su una posizione di non poco conto. Proprio per questo motivo “Fedra, diritto all’amore” è uno spettacolo che può parlare a tutti perché universale è il messaggio che porta e può portare.


http://www.vocespettacolo.com/2015/07/21/fedra-diritto-allamore-con-galatea-ranzi-il22-luglio-allarco-di-malborghetto-roma-teatri-di-pietra-lazio-2015/

FEDRA – DIRITTO ALL’AMORE CON GALATEA RANZI – il 22 Luglio all’Arco di Malborghetto (Roma) – Teatri di Pietra Lazio 2015 luglio 21, 2015 Vito NicolettiEvents / TheatreNo Comments

XVI EDIZIONE MERCOLEDI’ 22 LUGLIO 2015 ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano SCHEGGE DI MEDITERRANEO FEDRA – diritto all’amore Con Galatea Ranzi Testo originale di Eva Cantarella Regia e immagini Consuelo Barilari Consulenza drammaturgica e testi greci di Marco Avogadro Musiche Andrea Nicolini


Il 22 Luglio all’Arco di Malborghetto a Roma, nell’ambito della XVI Edizione Teatri di Pietra del Lazio, andrà in scena FEDRA. DIRITTO ALL’AMORE, produzione del Festival dell’Eccellenza al Femminile – Compagnia Schegge del Mediterraneo con la regia di Consuelo Basilari, testo originale di Eva Cantarella, scritto appositamente per l’edizione 2013 del Festival dell’Eccellenza al Femminile di Genova. A interpretare il ruolo di Fedra è la straordinaria Galatea Ranzi (Premio Ubu e Premio Eleonora Duse). “La Nuova Fedra nella trasfigurazione della morte – afferma Consuelo Barilari – diventa simbolo della libertà e paladina del Diritto universale all’Amore. Ella nasce dal cambiamento, ovvero dalle ceneri della Fedra prigioniera della classicità. Il risultato è un’operazione molto attuale. Nel tentativo di visualizzare emotivamente l’interiorità dell’eroina tragica di Euripide, si raccolgono i retaggi della più moderna visione poetica della classicità. La tecnica delle proiezioni e del multimediale supporta la drammaturgia del testo classico con un nuovo livello di linguaggio che si intreccia e si compenetra con la parola”. Quella interpretata da Galatea Ranzi è una Fedra profondamente moderna. L’eroina del teatro greco, moglie in seconde nozze di Teseo e travolta dalla passione fatale per il giovane figliastro Ippolito, diviene, in questa trasposizione, una donna consapevole, tormentata, ribelle e determinata nella trasgressione, pronta a sfidare nella ricerca della libertà, la condanna della famiglia e della società. Un personaggio dirompente e profondo, capace di rompere gli schemi e l’ordine della cultura patriarcale, pur nel terribile tormento mentale. Riemersa da un passato millenario, Venere dalle acque profonde del Mediterraneo, la nuova Fedra non è prigioniera di una predestinazione divina. Passione e intelligenza spingono la “luminosa”, questo il significato letterale del nome, a trasgredire: il cambiamento rappresenta l’esigenza primaria cui risponde con il proprio istinto. Non meno moderna e dirompente della scrittura è la messa in scena ideata dalla regista Consuelo Barilari, Direttore Artistico del Festival dell’Eccellenza al Femminile, che si ispira all’atmosfera del cinema “noir” e che colloca Fedra, l’eroina di Euripide, in un’altra dimensione, creando un nuovo immaginario stile anni Sessanta, tra raffinatissime toilettes e pettinature platinate. Bellissima e misteriosa, amata e rispettata, Fedra ha fama, ricchezza, potere, è una diva, tormentata, forte e al contempo fragile, rimandando a personaggi come Jacqueline Onassis, Grace Kelly, Maria Callas. Ispirandosi all’atmosfera misteriosa del film Phedra di Jules Dassin (1961), lo spettacolo rompe lo schema temporale della storia, e la scena si apre quando il fatto è già avvenuto: Ippolito è appena morto in un brutale incidente di macchina e scomparso tra i flutti dell’oceano. Fedra rivive in un tormentato flash-back tutta la vicenda, prigioniera di uno spazio scenico delimitato da un ambiente essenziale costruito utilizzando immagini filmiche, video scenografie, “emotional video”. Le sovrapposizioni visive e sonore che si fondono con la recitazione permettono a Fedra di immedesimarsi nei vari personaggi della tragedia. In scena oggetti, simbolo d’amore e morte, realizzati come installazioni d’Arte: un sofà ispirato a Savinio e una vasca da bagno in ghisa, originale del 1912. Fedra intravede attorno a sé i fantasmi dei personaggi del dramma, confonde la propria immagine in un gioco di luci e ombre, tra Mito e contemporaneità.


Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri 347 2101290 – 338 4030991 segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


http://www.romanotizie.it/fedra http://www.romanotizie.it/fedra-diritto-all-amore-con-galatea-ranzi-all all-arco-dimalborghetto.html

FEDRA - DIRITTO ALL’AMORE CON GALATEA RANZI ALL’ARCO ARCO DI MALBORGHETTO Comunicato stampa - editor: M.C.G. | Data di pubblicazione 22 luglio 2015

MERCOLEDI’ 22 LUGLIO 2015 ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano SCHEGGE DI MEDITERRANEO FEDRA - diritto all’amore Con Galatea Ranzi Testo originale di Eva Cantarella Regia e immagini Consuelo Barilari Consulenza drammaturgica e testi greci di Marco Avogadro Musiche Andrea Nicolini Il 22 Luglio all’Arco di Malborghetto a Roma, nell’ambito della XVI Edizione Teatri di Pietra del Lazio, andrà in scena FEDRA. DIRITTO ALL’AMORE, produzione del Festival dell’Eccellenza al Femminile – Compagnia Schegge del Mediterraneo con con la regia di Consuelo Barilari, Bar testo originale di Eva Cantarella, scritto appositamente per l’edizione 2013 del Festival dell’Eccellenza al Femminile di Genova. A interpretare il ruolo di Fedra è la straordinaria Galatea Ranzi (Premio Ubu


e Premio Eleonora Duse). “La Nuova Fedra nella trasfigurazione della morte – afferma Consuelo Barilari - diventa simbolo della libertà e paladina del Diritto universale all’Amore. Ella nasce dal cambiamento, ovvero dalle ceneri della Fedra prigioniera della classicità. Il risultato è un’operazione molto attuale. Nel tentativo di visualizzare emotivamente l’interiorità dell’eroina tragica di Euripide, si raccolgono i retaggi della più moderna visione poetica della classicità. La tecnica delle proiezioni e del multimediale supporta la drammaturgia del testo classico con un nuovo livello di linguaggio che si intreccia e si compenetra con la parola”. Quella interpretata da Galatea Ranzi è una Fedra profondamente moderna. L’eroina del teatro greco, moglie in seconde nozze di Teseo e travolta dalla passione fatale per il giovane figliastro Ippolito, diviene, in questa trasposizione, una donna consapevole, tormentata, ribelle e determinata nella trasgressione, pronta a sfidare nella ricerca della libertà, la condanna della famiglia e della società. Un personaggio dirompente e profondo, capace di rompere gli schemi e l’ordine della cultura patriarcale, pur nel terribile tormento mentale. Riemersa da un passato millenario, Venere dalle acque profonde del Mediterraneo, la nuova Fedra non è prigioniera di una predestinazione divina. Passione e intelligenza spingono la “luminosa”, questo il significato letterale del nome, a trasgredire: il cambiamento rappresenta l’esigenza primaria cui risponde con il proprio istinto. Non meno moderna e dirompente della scrittura è la messa in scena ideata dalla regista Consuelo Barilari, Direttore Artistico del Festival dell’Eccellenza al Femminile, che si ispira all’atmosfera del cinema “noir” e che colloca Fedra, l’eroina di Euripide, in un’altra dimensione, creando un nuovo immaginario stile anni Sessanta, tra raffinatissime toilettes e pettinature platinate. Bellissima e misteriosa, amata e rispettata, Fedra ha fama, ricchezza, potere, è una diva, tormentata, forte e al contempo fragile, rimandando a personaggi come Jacqueline Onassis, Grace Kelly, Maria Callas. Ispirandosi all’atmosfera misteriosa del film Phedra di Jules Dassin (1961), lo spettacolo rompe lo schema temporale della storia, e la scena si apre quando il fatto è già avvenuto: Ippolito è appena morto in un brutale incidente di macchina e scomparso tra i flutti dell’oceano. Fedra rivive in un tormentato flash-back tutta la vicenda, prigioniera di uno spazio scenico delimitato da un ambiente essenziale costruito utilizzando immagini filmiche, video scenografie, “emotional video”. Le sovrapposizioni visive e sonore che si fondono con la recitazione permettono a Fedra di immedesimarsi nei vari personaggi della tragedia. In scena oggetti, simbolo d’amore e morte, realizzati come installazioni d’Arte: un sofà ispirato a Savinio e una vasca da bagno in ghisa, originale del 1912. Fedra intravede attorno a sé i fantasmi dei personaggi del dramma, confonde la propria immagine in un gioco di luci e ombre, tra Mito e contemporaneità.


Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione _ Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri


http://archiviostorico.corriere.it/2015/luglio/22/Galatea_Ranzi_Fedra_moderna_co_0_201 ttp://archiviostorico.corriere.it/2015/luglio/22/Galatea_Ranzi_Fedra_moderna_co_0_201 50722_0505705c-3035-11e5--8913-074e287d02fc.shtml ARCO DI MALBORGHETTO

Galatea Ranzi, Fedra moderna Galatea Ranzi in «Fedra. Diritto all?amore» stasera alle 21.15 all?Arco di Malborghetto per «Teatri di pietra» (via Flaminia km 19,4 direzione Terni; info: 327-9473893). 9473893). Una Fedra moderna per la produzione del Festival dell?eccellenza al femminile-Schegge femminile Schegge del Mediterraneo con la regia di Consuelo Basilari e testo di Eva Cantarella. Canta

Pagina 09 (22 luglio 2015) - Corriere della Sera


gothicNetwork.org il portale delle recensioni http://www.gothicnetwork.org/articoli/teatri-di-pietra-traguardo-di-fedra

Teatri di Pietra. Il traguardo di Fedra Articolo di: Livia Bidoli

Dalla tragedia di Seneca ispirata ad Euripide (tragedia romana ispirata all’Ippolito portatore di corona (Ἱππόλυτος στεφανοφόρος/Hippólytos stephanophóros) e all’Ippolito velato (Ἱππόλυτος καλυπτόµενος/Hippólytos Kalyptómenos) al dramma di Racine, con la Fedra di Galatea Ranziall'Antiquarium del Malborghetto la sera del 22 luglio, siamo quasi in zona franca. Il sototitolo, Diritto all'amore, nella versione della tragedia di Eva Cantarella, è una grande affermazione per le donne, aldilà di qualsiasi censo ed età. Algida come Kim Novak, ed altrettanto sensuale, alta, magra, nel suo trench anni '50ed occhialoni neri alla Grace Kelly, Galatea Ranzi è martellata dagli scatti fotografici dei paparazzi: una Diva di Hitchcock e come le sue amate perseguitata dal regista-padre che non può essere amante (e quindi le ossessiona e le tortura, ci ricordiamo la bambolina dell'orrore alla piccola Melanie Griffith, la bimba di Tippi Hedren con le fattezze della madre?): qui un invisibileTeseo-marito, insieme alla Dea Reputazione, unita col Giudizio, viene soverchiata da questo grandissimo, potente, sessualmente e sentimentalmente, afflato della Fedra che fa parlare la Ranzi. Lei si muove con una sensualità ed una coscienza di sé propria della donna innamorata: ha preso una decisione contro tutti, quella di amare il giovine figliastro che ha vent'anni meno di lei, nonostante la morale, il marito, la possibile accusa di adulterio, il divieto societario per una donna di amare un “figlio” anagraficamente, divieto che a stento colpisce gli uomini, che legiferano per ottenere sconti sulle proprie pratiche ed additare quelle altrui che potrebbero invece procurargli dei danni. Perché è chiaro più che mai che la vera colpa di Fedra, figlia di Pasifae che diede alla luce il Minotauro facendo all'amore con un bellissimo toro bianco, è la ribellione alle regole implicite del tempo e non


l'amore. Di quello non ci si preoccupa nemmeno un po': è condannata da principio e nulla la salverà dal suicidio, unico saldo ammissibile con gli avi. La grande rabbia di questa donna di scelte, che sceglie, si abbatterà furiosa sull'oggetto d'amore che la rifiuta con sdegno, e non ci si chiede nemmeno per un attimo quale sia la vera ragione di questo rifiuto. La si adombra con un “mancato interesse per le donne” di Ippolito, che le rifugge tutte se non come madri: un complesso che potrebbe essere provocato da una presunta omosessualità, ma non ne siamo del tutto sicuri. La vera ragione ci sembra sia più profonda, e maturata con la paura di qualcosa, un rapporto d'amore, nel quale, non solo si infrangono tutti i dettati societari, bensì quello interno, di non mettersi in pericolo concedendosi ad un altro, ad un'altra. Questo lo dimostra quel grande tracimante affetto che Ippolito prova, effettivamente, per Fedra, questo sì, non dissimulato, ma che vuole costantemente mutare in un ben innocente sentimento filiale. Io mi chiedo, dove finisce la sicurezza dell'affetto filiale e dove inizia Eros? Questo è il grande traguardo che ha solcato Fedra, a suo rischio e pericolo. Ipnotiche e archetipicamente simboliche le immagini scelte dalla regia attenta e precisa nelle mosse di Consuelo Barilari, a guidare una superlativa Galatea Ranzi, che muta ad ogni uscita di scena per intrpretare la grande volontà delle donne di amare, liberamente. Pubblicato in: GN36 Anno VII Numero doppio 30 luglio - 6 agosto 2015 Titolo completo: XVI Edizione Teatri di Pietra del Lazio FEDRA - Diritto all’Amore Con Galatea Ranzi Testo originale di Eva Cantarella Regia e immagini Consuelo Barilari Consulenza drammaturgica e testi greci di Marco Avogadro Musiche Andrea Nicolini Mercoledì 22 LUGLIO 2015 Ore 21.15 ANTIQUARIUM, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano


http://www.libera.tv/pictures/839/teatri http://www.libera.tv/pictures/839/teatri-di-pietra-fedra-e-il-diritto-allamore.html allamore.html

TEATRI DI PIETRA: Fedra e il diritto all’amore

Nella cornice dell’Arco di Malborghetto Galatea Ranzi interpreta una Fedra rivisitata da Eva Cantarella. Un tentativo poco felice di denunciare la solitudine delle donne che amano liberamente. di Anna Maria Bruni C’è come sempre uno scarto incomponibile tra il racconto che si fa di se stessi e le scelte concrete. E questo purtroppo è quel che abbiamo visto in scena a Malborghetto, con lo spettacolo “Fedra – il diritto all’amore”. Un testo attraverso il quale Fedra racconta, appunto, la propria libertà nello scegliere liere di amare il giovane figliastro Ippolito, nato in prime nozze dal marito Teseo, scegliendo di affrontare così l’ostilità pubblica e la condanna della famiglia. Ma le parole, i gesti e l’azione scelta, pur trasportando il personaggio negli anni 60 e accompagnandolo compagnandolo o sovrapponendolo con immagini video di forte contemporaneità anche sul piano estetico, non riescono a liberare Fedra dallo schema entro il quale si trova, anzi ve la ricacciano aiutate dalla scelta di rimanere fedele alle dinamiche del testo classico. Ne risulta così una regia, quella di Consuelo Barilari, poco coraggiosa, che lascia il lavoro in mezzo al guado, incapace di fare una scelta netta ma che altrettanto non riesce a comporre la complessità con la quale ha provato a misurarsi. Sicuramente non aiutata dal testo, perché ciò che spiace del lavoro di Eva Cantarella è questo “raccontarsi” donna libera, autonoma, piena di interessi, capace di prendere decisioni, coraggiosa in amore tanto da sfidare il mondo, mentre il percorso di liberazione liberazio della donna affonda le radici al contrario proprio nelle pratiche.


Un percorso peraltro da cui le successive generazioni, senza distinzione di genere, hanno imparato a praticare il cambiamento, piuttosto che limitarsi a rivendicarlo. Ed è qui che il testo scivola pesantemente, portandosi appresso la povera, brava Galatea Ranzi, che rimane purtroppo invischiata in un ruolo da Gloria Swanson sul Viale del Tramonto, lasciando noi ad ammirare questa brava attrice col rammarico di vedere le sue potenzialità rimanere inespresse. Un peccato, anche per l’incongruità che rimane tra lei e le immagini proiettate, molto evocative ma private di quel lavoro di sintesi che avrebbe offerto l’occasione di liberare il personaggio Fedra e con lei l’espressività della Ranzi. Un’occasione persa insomma, sulla quale auspichiamo che la regia torni cogliendo l’opportunità che offre il teatro, quella di un lavoro sempre vivo, dove nuove elaborazioni e altrettante sintesi possono non finire mai.


http://www.momentosera.it/articolo.php?id=31676

IL VIOLINO RELATIVO - Albert Einstein e il segreto di Stradivari con Riccardo Bàrbera Il racconto parte da un incontro, avvenuto nei boschi delle Alpi, tra un giovane Albert Einstein e un anziano liutaio che lo sfida a “razionalizzare” e a scoprire il... Da sempre scienza e liuteria cercano di svelare il segreto di Stradivari: le proporzioni, i materiali, i procedimenti sono stati fedelmente riprodotti, ma i miracolosi risultati sonori dei suoi strumenti si sono sempre dimostrati inimitabili. Nello spettacolo, in scena il 26 Luglio all’Arco di Malborghetto, Ernesto, un insegnante di liuteria, figlio del grande Siomone Fernando Sacconi, liutaio realmente esistito e autore de “I segreti di Stradivari”, tradotto in varie lingue e diffuso in tutto il mondo, in una pausa della lezione, racconta lo strano incontro avvenuto all’alba del ‘900 tra suo padre e Einstein, da cui scaturì la sfida oggetto dello spettacolo: può uno scienziato scoprire il segreto di Stradivari? Si arriva quindi alla sorprendente risposta di Einstein: “il violino è uno strumento diabolico che resiste all’analisi matematica”. Proveniente dall’America molti anni dopo, il Premio Nobel confessa di non aver scoperto il Segreto di Stradivari, ma di essersi imbattuto, mentre studiava la cassa armonica del violino, nel concetto di relatività. Col pretesto di parlare di musica, nello spettacolo si introducono i concetti fondamentali della relatività generale e Spazio - Tempo. Il racconto parte da un incontro, avvenuto nei boschi delle Alpi, tra un giovane Albert Einstein e un anziano liutaio che lo sfida a “razionalizzare” e a scoprire il mistero dei violini di Stradivari. La storia vuole analizzare il rapporto tra scienza e natura: il fisico con le sue regole e l’artigiano che usa il legno per creare un Mito. Lo spunto del testo è quello di fondere cronaca e leggenda: si diceva che le corde degli strumenti del genio di Cremona fossero realizzate con le corde vocali dei defunti. Attraverso l’onda sonora, la luce, la cassa armonica, si arriverà alla conclusione che la “scommessa” fosse improbabile, dato che il liutaio incontrato nel bosco era ubriaco quando aveva sfidato Einstein. Nella messa in scena, il bosco rappresenta le risposte che la natura da sempre riesce a dare alla scienza. XVI EDIZIONE DOMENICA 26 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Ist. Studi dello Spettacolo - Teatro Studio - Xenia IL VIOLINO RELATIVO Albert Einstein e il segreto di Stradivari nel centenario della pubblicazione della Teoria della Relatività Generale (1915-2015)


nell'Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall'UNESCO di Riccardo Bàrbera con Riccardo Bàrbera e Giancarlo Fares al violoncello Giovanna Famulari al violino Vanessa Cremaschi regia di Paolo Pasquini Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://eventiculturalimagazine.com/2015/07/23/il-violino-relativo-albert-einstein-e-ilsegreto-di-stradivari-2/

IL VIOLINO RELATIVO Albert Einstein e il segreto di Stradivari Da sempre scienza e liuteria cercano di svelare il segreto di Stradivari: le proporzioni, i materiali, i procedimenti sono stati fedelmente riprodotti, ma i miracolosi risultati sonori dei suoi strumenti si sono sempre dimostrati inimitabili. Nello spettacolo, in scena il 26 Luglio all’Arco di Malborghetto, Ernesto, un insegnante di liuteria, figlio del grande Siomone Fernando Sacconi, liutaio realmente esistito e autore de “I segreti di Stradivari”, tradotto in varie lingue e diffuso in tutto il mondo, in una pausa della lezione, racconta lo strano incontro avvenuto all’alba del ‘900 tra suo padre e Einstein, da cui scaturì la sfida oggetto dello spettacolo: può uno scienziato scoprire il segreto di Stradivari? Si arriva quindi alla sorprendente risposta di Einstein: “il violino è uno strumento diabolico che resiste all’analisi matematica”. Proveniente dall’America molti anni dopo, il Premio Nobel confessa di non aver scoperto il Segreto di Stradivari, ma di essersi imbattuto, mentre studiava la cassa armonica del violino, nel concetto di relatività. Col pretesto di parlare di musica, nello spettacolo si introducono i concetti fondamentali della relatività generale e Spazio – Tempo. Il racconto parte da un incontro, avvenuto nei boschi delle Alpi, tra un giovane Albert Einstein e un anziano liutaio che lo sfida a “razionalizzare” e a scoprire il mistero dei violini di Stradivari. La storia vuole analizzare il rapporto tra scienza e natura: il fisico con le sue regole e l’artigiano che usa il legno per creare un Mito. Lo spunto del testo è quello di fondere cronaca e leggenda: si diceva che le corde degli strumenti del genio di Cremona fossero realizzate con le corde vocali dei defunti. Attraverso l’onda sonora, la luce, la cassa armonica, si arriverà alla conclusione che la “scommessa” fosse improbabile, dato che il liutaio incontrato nel bosco era ubriaco quando aveva sfidato Einstein. Nella messa in scena, il bosco rappresenta le risposte che la natura da sempre riesce a dare alla scienza. XVI EDIZIONE DOMENICA 26 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano


Ist. Studi dello Spettacolo – Teatro Studio – Xenia IL VIOLINO RELATIVO Albert Einstein e il segreto di Stradivari nel centenario della pubblicazione della Teoria della Relatività Generale (1915-2015) nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO di Riccardo Bàrbera con Riccardo Bàrbera e Giancarlo Fares al violoncello Giovanna Famulari al violino Vanessa Cremaschi regia di Paolo Pasquini


http://italiaspettacolo.it/8230/il http://italiaspettacolo.it/8230/il-violino-relativo-albert-einstein-e-il-segreto segreto-di-stradivari/

IL VIOLINO RELATIVO ALBERT EINSTEIN E IL SEGRETO SEGRET DI STRADIVARI Italia Spettacolo | luglio 23, 2015

XVI EDIZIONE DOMENICA 26 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sarcofago

Ist. Studi dello Spettacolo – Teatro Studio – Xenia Albert Einstein e il segreto di Stradivari Nel centenario della pubblicazione della Teoria della Relatività Generale (1915-2015) nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO UNESCO


IL VIOLINO RELATIVO

di Riccardo Bàrbera con Riccardo Bàrbera e Giancarlo Fares Violoncello Giovanna Famulari Violino Vanessa Cremaschi Regia di Paolo Pasquini Da sempre scienza e liuteria cercano di svelare il segreto di Stradivari: le proporzioni, i materiali, i procedimenti sono stati fedelmente riprodotti, ma i miracolosi risultati sonori dei suoi strumenti si sono sempre dimostrati inimitabili. Nello spettacolo, in scena il 26 Luglio all’Arco di Malborghetto, Ernesto, un insegnante di liuteria, figlio del grande Siomone Fernando Sacconi, liutaio realmente esistito e autore de “I segreti di Stradivari”, tradotto in varie lingue e diffuso in tutto il mondo, in una pausa della lezione, racconta lo strano incontro avvenuto all’alba del ‘900 tra suo padre e Einstein, da cui scaturì la sfida oggetto dello spettacolo: può uno scienziato scoprire il segreto di Stradivari? Si arriva quindi alla sorprendente risposta di Einstein: “il violino è uno strumento diabolico che resiste all’analisi matematica”. Proveniente dall’America molti anni dopo, il Premio Nobel confessa di non aver scoperto il Segreto di Stradivari, ma di essersi imbattuto, mentre studiava la cassa armonica del violino, nel concetto di relatività. Col pretesto di parlare di musica, nello spettacolo si introducono i concetti fondamentali della relatività generale e Spazio – Tempo. Il racconto parte da un incontro, avvenuto nei boschi delle Alpi, tra un giovane Albert Einstein e un anziano liutaio che lo sfida a “razionalizzare” e a scoprire il mistero dei violini di Stradivari. La storia vuole analizzare il rapporto tra scienza e natura: il fisico con le sue regole e l’artigiano che usa il legno per creare un Mito. Lo spunto del testo è quello di fondere cronaca e leggenda: si diceva che le corde degli strumenti del genio di Cremona fossero realizzate con le corde vocali dei defunti. Attraverso l’onda sonora, la luce, la cassa armonica, si arriverà alla conclusione che la “scommessa” fosse improbabile, dato che il liutaio incontrato nel bosco era ubriaco quando aveva sfidato Einstein. Nella messa in scena, il bosco rappresenta le risposte che la natura da sempre riesce a dare alla scienza.


Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ Tel: whatsapp 327 9473893


http://www.convincere.eu/eventi/item/661-il-violino-relativo--albert-einstein-ehttp://www.convincere.eu/eventi/item/661 il-segreto-di-stradivari

IL VIOLINO RELATIVO Albert Einstein e il segreto di Stradivari Giovedì, 23 Luglio 2015 10:08 - Scritto da Redazione

XVI EDIZIONE DOMENICA 26 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Ist. Studi dello Spettacolo - Teatro Studio - Xenia IL VIOLINO RELATIVO Albert Einstein e il segreto di Stradivari nel centenario della pubblicazione della Teoria della Relatività Generale (19152015) nell'Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall'UNESCO


di Riccardo Bàrbera con Riccardo Bàrbera e Giancarlo Fares al violoncello Giovanna Famulari al violino Vanessa Cremaschi regia di Paolo Pasquini Da sempre scienza e liuteria cercano di svelare il segreto di Stradivari: le proporzioni, i materiali, i procedimenti sono stati fedelmente riprodotti, ma i miracolosi risultati sonori dei suoi strumenti si sono sempre dimostrati inimitabili. Nello spettacolo, in scena il 26 Luglio all’Arco di Malborghetto, Ernesto, un insegnante di liuteria, figlio del grande Siomone Fernando Sacconi, liutaio realmente esistito e autore de “I segreti di Stradivari”, tradotto in varie lingue e diffuso in tutto il mondo, in una pausa della lezione, racconta lo strano incontro avvenuto all’alba del ‘900 tra suo padre e Einstein, da cui scaturì la sfida oggetto dello spettacolo: può uno scienziato scoprire il segreto di Stradivari? Si arriva quindi alla sorprendente risposta di Einstein: “il violino è uno strumento diabolico che resiste all’analisi matematica”. Proveniente dall’America molti anni dopo, il Premio Nobel confessa di non aver scoperto il Segreto di Stradivari, ma di essersi imbattuto, mentre studiava la cassa armonica del violino, nel concetto di relatività. Col pretesto di parlare di musica, nello spettacolo si introducono i concetti fondamentali della relatività generale e Spazio - Tempo. Il racconto parte da un incontro, avvenuto nei boschi delle Alpi, tra un giovane Albert Einstein e un anziano liutaio che lo sfida a “razionalizzare” e a scoprire il mistero dei violini di Stradivari. La storia vuole analizzare il rapporto tra scienza e natura: il fisico con le sue regole e l’artigiano che usa il legno per creare un Mito. Lo spunto del testo è quello di fondere cronaca e leggenda: si diceva che le corde degli strumenti del genio di Cremona fossero realizzate con le corde vocali dei defunti. Attraverso l’onda sonora, la luce, la cassa armonica, si arriverà alla conclusione che la “scommessa” fosse improbabile, dato che il liutaio incontrato nel bosco era ubriaco quando aveva sfidato Einstein. Nella messa in scena, il bosco rappresenta le risposte che la natura da sempre riesce a dare alla scienza. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri


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Il Violino Relativo: Albert Einstein e il segreto di Stradivari Pubblicato il 22/07/2015 da Redazione in Eventi

Il Violino Relativo: Albert Einstein e il segreto di Stradivari con Riccardo Bàrbera – Domenica 26 Luglio all’Arco di Malborghetto (Roma)

DOMENICA 26 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano


Ist. Studi dello Spettacolo – Teatro Studio – Xenia Il Violino Relativo: Albert Einstein e il segreto di Stradivari nel centenario della pubblicazione della Teoria della Relatività Generale (1915-2015) nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO con Riccardo Bàrbera e Giancarlo Fares violoncello Giovanna Famulari violino Vanessa Cremaschi regia Paolo Pasquini Da sempre scienza e liuteria cercano di svelare il segreto di Stradivari: le proporzioni, i materiali, i procedimenti sono stati fedelmente riprodotti, ma i miracolosi risultati sonori dei suoi strumenti si sono sempre dimostrati inimitabili. Nello spettacolo, in scena il 26 Luglio all’Arco di Malborghetto, Ernesto, un insegnante di liuteria, figlio del grande Siomone Fernando Sacconi, liutaio realmente esistito e autore de “I segreti di Stradivari”, tradotto in varie lingue e diffuso in tutto il mondo, in una pausa della lezione, racconta lo strano incontro avvenuto all’alba del ‘900 tra suo padre e Einstein, da cui scaturì la sfida oggetto dello spettacolo: può uno scienziato scoprire il segreto di Stradivari? Si arriva quindi alla sorprendente risposta di Einstein: “il violino è uno strumento diabolico che resiste all’analisi matematica”. Proveniente dall’America molti anni dopo, il Premio Nobel confessa di non aver scoperto il Segreto di Stradivari, ma di essersi imbattuto, mentre studiava la cassa armonica del violino, nel concetto di relatività. Col pretesto di parlare di musica, nello spettacolo si introducono i concetti fondamentali della relatività generale e Spazio – Tempo. Il racconto parte da un incontro, avvenuto nei boschi delle Alpi, tra un giovane Albert Einstein e un anziano liutaio che lo sfida a “razionalizzare” e a scoprire il mistero dei violini di Stradivari. La storia vuole analizzare il rapporto tra scienza e natura: il fisico con le sue regole e l’artigiano che usa il legno per creare un Mito. Lo spunto del testo è quello di fondere cronaca e leggenda: si diceva che le corde degli strumenti del genio di Cremona fossero realizzate con le corde vocali dei defunti. Attraverso l’onda sonora, la luce, la cassa armonica, si arriverà alla conclusione che la “scommessa” fosse improbabile, dato che il liutaio incontrato nel bosco era ubriaco quando aveva sfidato Einstein. Nella messa in scena, il bosco rappresenta le risposte che la natura da sempre riesce a dare alla scienza.


http://www.vocespettacolo.com/2015/07/23/il-violino-relativo-albert-einstein-e-il-segreto-distradivari-con-riccardo-barbera-e-giancarlo-fares-domenica-26-luglio-allarco-di-malborghettoroma/

“IL VIOLINO RELATIVO Albert Einstein e il segreto di Stradivari” con Riccardo Bàrbera e Giancarlo Fares – Domenica 26 Luglio all’Arco di Malborghetto (Roma) luglio 23, 2015 Vito NicolettiEvents / Music / TheatreNo Comments

XVI EDIZIONE DOMENICA 26 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Ist. Studi dello Spettacolo – Teatro Studio – Xenia IL VIOLINO RELATIVO Albert Einstein e il segreto di Stradivari nel centenario della pubblicazione della Teoria della Relatività Generale (1915-2015) nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO di Riccardo Bàrbera con Riccardo Bàrbera e Giancarlo Fares al violoncello Giovanna Famulari al violino Vanessa Cremaschi regia di Paolo Pasquini


Da sempre scienza e liuteria cercano di svelare il segreto di Stradivari: le proporzioni, i materiali, i procedimenti sono stati fedelmente riprodotti, ma i miracolosi risultati sonori dei suoi strumenti si sono sempre dimostrati inimitabili. Nello spettacolo, in scena il 26 Luglio all’Arco di Malborghetto, Ernesto, un insegnante di liuteria, figlio del grande Siomone Fernando Sacconi, liutaio realmente esistito e autore de “I segreti di Stradivari”, tradotto in varie lingue e diffuso in tutto il mondo, in una pausa della lezione, racconta lo strano incontro avvenuto all’alba del ‘900 tra suo padre e Einstein, da cui scaturì la sfida oggetto dello spettacolo: può uno scienziato scoprire il segreto di Stradivari? Si arriva quindi alla sorprendente risposta di Einstein: “il violino è uno strumento diabolico che resiste all’analisi matematica”. Proveniente dall’America molti anni dopo, il Premio Nobel confessa di non aver scoperto il Segreto di Stradivari, ma di essersi imbattuto, mentre studiava la cassa armonica del violino, nel concetto di relatività. Col pretesto di parlare di musica, nello spettacolo si introducono i concetti fondamentali della relatività generale e Spazio – Tempo. Il racconto parte da un incontro, avvenuto nei boschi delle Alpi, tra un giovane Albert Einstein e un anziano liutaio che lo sfida a “razionalizzare” e a scoprire il mistero dei violini di Stradivari. La storia vuole analizzare il rapporto tra scienza e natura: il fisico con le sue regole e l’artigiano che usa il legno per creare un Mito. Lo spunto del testo è quello di fondere cronaca e leggenda: si diceva che le corde degli strumenti del genio di Cremona fossero realizzate con le corde vocali dei defunti. Attraverso l’onda sonora, la luce, la cassa armonica, si arriverà alla conclusione che la “scommessa” fosse improbabile, dato che il liutaio incontrato nel bosco era ubriaco quando aveva sfidato Einstein. Nella messa in scena, il bosco rappresenta le risposte che la natura da sempre riesce a dare alla scienza. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra


http://www.lafolla.it/lf151relativo.php

spettacolo: all'Arco di Malborghetto di Roma

"Il violino relativo"

XVI edizione domenica 26 luglio 2015 area archeologica, Arco di Malborghetto (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Ist. Studi dello Spettacolo - Teatro Studio - Xenia Il violino relativo Albert Einstein e il segreto di Stradivari Nel centenario della pubblicazione della Teoria della Relatività Generale (1915-2015) nell'Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall'UNESCO di Riccardo Bàrbera con Riccardo Bàrbera e Giancarlo Fares al violoncello Giovanna Famulari al violino Vanessa Cremaschi regia di Paolo Pasquini Da sempre scienza e liuteria cercano di svelare il segreto di Stradivari: le proporzioni, i materiali, i procedimenti sono stati fedelmente riprodotti, ma i miracolosi risultati sonori dei suoi strumenti si sono sempre dimostrati inimitabili. spettacolo, in scena il 26 Luglio all’Arco di Malborghetto, Ernesto, un insegnante di liuteria, figlio del grande Siomone Fernando Sacconi, liutaio realmente esistito e autore de “I segreti di Stradivari”, tradotto in varie lingue e diffuso in tutto il mondo, in una pausa della lezione, racconta lo strano incontro avvenuto all’alba del ‘900 tra suo padre e Einstein, da cui scaturì la sfida oggetto dello spettacolo: può uno scienziato scoprire il segreto di Stradivari? Si arriva quindi alla sorprendente risposta di Einstein: “il violino è uno strumento diabolico che resiste all’analisi matematica”. Proveniente dall’America molti anni dopo, il Premio Nobel confessa di non aver scoperto il Segreto di Stradivari, ma di essersi imbattuto, mentre studiava la cassa armonica del violino, nel concetto di relatività. Col pretesto di parlare di musica, nello spettacolo si introducono i concetti fondamentali della relatività generale e Spazio - Tempo. Il racconto parte da un incontro, avvenuto nei boschi delle Alpi, tra un giovane Albert Einstein e un anziano liutaio che lo sfida a “razionalizzare” e a scoprire il mistero dei violini di Stradivari. La storia vuole analizzare il rapporto tra scienza e natura: il fisico con le sue regole e l’artigiano che usa il legno per creare un Mito. Lo spunto del testo è quello di fondere cronaca e leggenda: si diceva che le corde degli strumenti del genio di Cremona fossero realizzate con le corde vocali dei defunti. Attraverso l’onda sonora, la luce, la cassa armonica, si arriverà alla conclusione che la “scommessa” fosse improbabile, dato che il liutaio incontrato nel bosco era ubriaco quando aveva sfidato Einstein. Nella messa in scena, il bosco rappresenta le risposte che la natura da sempre riesce a dare alla scienza. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 articolo pubblicato il: 24/07/2015


http://www.meteoweb.eu/2015/07/einstein http://www.meteoweb.eu/2015/07/einstein-e-il-violino-relativo-sfida-fra-scienza-e-arte-a-teatro/473601/

“Einstein e il violino relativo”: sfida fra scienza e arte a teatro Il 26 luglio all’Arco di Malborghetto’ a Roma lo spettacolo “Einstein e il violino relativo” 22 luglio 2015 22:21 - Peppe Caridi

‘Einstein e il violino relativo’ è uno spettacolo di teatro-musica, teatro musica, in scena il 26 luglio all’Arco di Malborghetto’ a Roma. La vicenda racconta di Ernesto, un insegnante di liuteria, figlio del grande Simone Fernando Sacconi, liutaio realmente esistito e autore de ‘I segreti di Stradivari’, tradotto in varie lingue e diffuso in tutto il mondo, in una pausa della lezione, racconta lo strano incontro avvenuto all’alba del ‘900 tra suo padre e Einstein, da cui scaturì la sfida oggetto dello spettacolo: può uno scienziato scoprire il segreto di Stradivari?


Si arriva quindi alla sorprendente risposta di Einstein: “Il violino è uno strumento diabolico che resiste all’analisi matematica”. Proveniente dall’America molti anni dopo, il Premio Nobel confessa di non aver scoperto il Segreto di Stradivari, ma di essersi imbattuto, mentre studiava la cassa armonica del violino, nel concetto di relatività. Col pretesto di parlare di musica, nello spettacolo si introducono i concetti fondamentali della relatività generale e spazio-tempo. La storia vuole analizzare il rapporto tra scienza e natura: il fisico con le sue regole e l’artigiano che usa il legno per creare un Mito. Lo spunto del testo è quello di fondere cronaca e leggenda: si diceva che le corde degli strumenti del genio di Cremona fossero realizzate con le corde vocali dei defunti. Attraverso l’onda sonora, la luce, la cassa armonica, si arriverà alla conclusione che la scommessa fosse improbabile, dato che il liutaio incontrato nel bosco era ubriaco quando aveva sfidato Einstein


http://www.romanotizie.it/il-violino violino-relativo-albert-einstein-e-il-segreto-di-stradivari stradivari-all-arco-dimalborghetto.html

IL VIOLINO RELATIVO - ALBERT EINSTEIN E IL SEGRETO DI STRADIVARI ALL’ARCO DI MALBORGHETTO Comunicato stampa - editor: M.C.G. | Data di pubblicazione 24 luglio 2015

DOMENICA 26 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Ist. Studi dello Spettacolo - Teatro Studio - Xenia IL VIOLINO RELATIVO Albert Einstein e il segreto di Stradivari nel centenario della pubblicazione della Teoria della Relatività Generale (1915-2015) (1915 nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO con Riccardo Bàrbera e Giancarlo Fares violoncello Giovanna Famulari violino Vanessa Cremaschi regia Paolo Pasquini


Da sempre scienza e liuteria cercano di svelare il segreto di Stradivari: le proporzioni, i materiali, i procedimenti sono stati fedelmente riprodotti, ma i miracolosi risultati sonori dei suoi strumenti si sono sempre dimostrati inimitabili. Nello spettacolo, in scena il 26 Luglio all’Arco di Malborghetto, Ernesto, un insegnante di liuteria, figlio del grande Siomone Fernando Sacconi, liutaio realmente esistito e autore de “I segreti di Stradivari”, tradotto in varie lingue e diffuso in tutto il mondo, in una pausa della lezione, racconta lo strano incontro avvenuto all’alba del ‘900 tra suo padre e Einstein, da cui scaturì la sfida oggetto dello spettacolo: può uno scienziato scoprire il segreto di Stradivari? Si arriva quindi alla sorprendente risposta di Einstein: “il violino è uno strumento diabolico che resiste all’analisi matematica”. Proveniente dall’America molti anni dopo, il Premio Nobel confessa di non aver scoperto il Segreto di Stradivari, ma di essersi imbattuto, mentre studiava la cassa armonica del violino, nel concetto di relatività. Col pretesto di parlare di musica, nello spettacolo si introducono i concetti fondamentali della relatività generale e Spazio - Tempo. Il racconto parte da un incontro, avvenuto nei boschi delle Alpi, tra un giovane Albert Einstein e un anziano liutaio che lo sfida a “razionalizzare” e a scoprire il mistero dei violini di Stradivari. La storia vuole analizzare il rapporto tra scienza e natura: il fisico con le sue regole e l’artigiano che usa il legno per creare un Mito. Lo spunto del testo è quello di fondere cronaca e leggenda: si diceva che le corde degli strumenti del genio di Cremona fossero realizzate con le corde vocali dei defunti. Attraverso l’onda sonora, la luce, la cassa armonica, si arriverà alla conclusione che la “scommessa” fosse improbabile, dato che il liutaio incontrato nel bosco era ubriaco quando aveva sfidato Einstein. Nella messa in scena, il bosco rappresenta le risposte che la natura da sempre riesce a dare alla scienza. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


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Il violino relativo Albert Einstein e il segreto di Stradivari Il 26/07/2015

Da sempre scienza e liuteria cercano di svelare il segreto di Stradivari: le proporzioni, i materiali, i procedimenti sono stati fedelmente fedelmente riprodotti, ma i miracolosi risultati sonori dei suoi strumenti si sono sempre dimostrati inimitabili. Nello spettacolo, in scena il 26 Luglio all’Arco di Malborghetto, Ernesto, un insegnante di liuteria, figlio del grande Siomone Fernando Sacconi, liutaio liuta realmente esistito e autore de “I segreti di Stradivari”, tradotto in varie lingue e diffuso in tutto il mondo, in una pausa della lezione, racconta lo strano incontro avvenuto all’alba del ‘900 tra suo padre e Einstein, da cui scaturì la sfida oggetto dello spettacolo: può uno scienziato scoprire il segreto di Stradivari? Si arriva quindi alla sorprendente risposta di Einstein: “il violino è uno strumento diabolico che resiste all’analisi matematica”. Proveniente dall’America molti anni dopo, il Premio Nobel confessa di non aver scoperto il Segreto di Stradivari, ma di essersi imbattuto, mentre studiava la cassa armonica del violino, nel concetto di relatività. Col pretesto di parlare di musica, nello spettacolo si introducono i concetti fondamentali della della relatività generale e Spazio - Tempo. Il racconto parte da un incontro, avvenuto nei boschi delle Alpi, tra un giovane Albert Einstein e un anziano liutaio che lo sfida a “razionalizzare” e a scoprire il mistero dei violini di Stradivari. La storia vuolee analizzare il rapporto tra scienza e natura: il fisico con le sue regole e l’artigiano che usa il legno per creare un Mito. Lo spunto del testo è quello di fondere cronaca e leggenda: si diceva che le corde degli strumenti del genio di Cremona fossero realizzate realizzate con le corde vocali dei defunti. Attraverso l’onda sonora, la luce, la cassa armonica, si arriverà alla conclusione che la


“scommessa” fosse improbabile, dato che il liutaio incontrato nel bosco era ubriaco quando aveva sfidato Einstein. Nella messa in scena, il bosco rappresenta le risposte che la natura da sempre riesce a dare alla scienza. Ist. Studi dello Spettacolo - Teatro Studio - Xenia IL VIOLINO RELATIVO Albert Einstein e il segreto di Stradivari nel centenario della pubblicazione della Teoria della Relatività Generale (1915-2015) nell'Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall'UNESCO di Riccardo Bàrbera con Riccardo Bàrbera e Giancarlo Fares al violoncello Giovanna Famulari al violino Vanessa Cremaschi regia di Paolo Pasquini Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra lbert Einstein e il segreto di Stradivari Il 26/07/2015


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A Teatri di Pietra Lazio “Il Violino relativo. Einstein e il segreto di Stradivari” By B in Rome - lug 24, 2015

Riccardo Barbera e Giancarlo Fares in EINSTEIN E IL SEGRETO DI STRADIVARI

La XVI edizione di Teatri di Pietra Lazio,, in occasione del centenario della pubblicazione della Teoria della Relatività Generale e nell’Anno nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’UNESCO, presenta domenica 26 luglio, presso l’area archeologica Arco di Malborghetto (Roma), lo spettacolo “IL “IL VIOLINO RELATIVO. Albert Einstein e il segreto di Stradivari”, ”, ideato e realizzato da Circuito Danza Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate. Nello spettacolo di Riccardo Bàrbera, per la regia di Paolo Pasquin (con Riccardo Bàrbera e Giancarlo Fares, Giovanna Famulari al violoncello e Vanessa Cremaschi al violino) Ernesto, un insegnante di liuteria, figlio lio del grande Siomone Fernando Sacconi, liutaio realmente


esistito e autore de “I segreti di Stradivari”, racconta l’incontro avvenuto all’alba del ‘900 tra suo padre e Einstein, da cui scaturì una sfida: può uno scienziato scoprire il segreto di Stradivari? Da sempre scienza e liuteria cercano di svelarlo: le proporzioni, i materiali, i procedimenti sono stati fedelmente riprodotti, ma i miracolosi risultati sonori dei suoi strumenti si sono sempre dimostrati inimitabili.

EINSTEIN E IL SEGRETO DI STRADIVARI “IL VIOLINO RELATIVO. Albert Einstein e il segreto di Stradivari” è la storia di un anziano liutaio che sfida il giovane Einstein a “razionalizzare” e a scoprire il mistero dei violini di Stradivari; è una storia che vuole analizzare il rapporto tra scienza e natura: il fisico con le sue regole e l’artigiano che usa il legno per creare un Mito. In una fusione di cronaca e leggenda, attraversando concetti fondamentali della relatività generale e Spazio – Tempo, si arriva alla sorprendente risposta di Einstein: “il violino è uno strumento diabolico che resiste all’analisi matematica”. Proveniente dall’America molti anni dopo, il Premio Nobel confessa di non aver scoperto il Segreto di Stradivari, ma di essersi imbattuto, mentre studiava la cassa armonica del violino, nel concetto di relatività. Attraverso l’onda sonora, la luce, la cassa armonica, si arriverà alla conclusione che la scommessa fosse improbabile, dato che il liutaio incontrato nel bosco era ubriaco quando aveva sfidato Einstein. Nella messa in scena, il bosco rappresenta le risposte che la natura da sempre riesce a dare alla scienza. Per maggiori info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it fb teatridipietra Alfonsa Sabatino


http://voceditalia.it/articolo.asp?id=111896&titolo=Albert%20Einstein%20e%20il%20segr eto%20di%20Stradivari Spettacolo

Domenica 26 luglio 2015

Albert Einstein e il segreto di Stradivari Per il centenario della pubblicazione della Teoria della Relativita' Generale

Da sempre scienza e liuteria cercano di svelare il segreto di Stradivari: le proporzioni, i materiali, i procedimenti sono sta fedelmente riprodotti, ma i miracolosi risultati sonori dei suoi strumenti si sono sempre dimostrati inimitabili. Nello spettacolo, in scena il 26 Luglio all’Arco di Malborghetto, Ernesto, un insegnante di liuteria, figlio del grande Siomone Fernando Sacconi, liutaio realmente esistito e autore de 'I segreti di Stradivari', Stradivari' tradotto in varie lingue e diffuso in tutto il mondo, in una pausa della lezione, racconta lo strano incontro avvenuto all’alba del ‘900 tra suo padre e Einstein, da cui scaturì la sfida oggetto dello spettacolo: può uno scienziato scoprire il segreto di Stradivari? Si arriva quindi alla sorprendente so risposta di Einstein: 'il violino è uno strumento diabolico che resiste all’analisi matematica'. Proveniente dall’America molti anni dopo, il Premio Nobel confessa di non aver scoperto il Segreto di Stradivari, ma di essersi imbattuto, mentre studiava la cassa armonica del violino, violino, nel concetto di relatività. Col pretesto di parlare di musica, nello spettacolo si introducono i concetti fondamentali della relatività generale e Spazio - Tempo. Il racconto parte da un incontro, avvenuto nei boschi delle Alpi, tra un giovane Albert Einstein e un anziano liutaio che lo sfida a “razionalizzare” e a scoprire il mistero dei violini di Stradivari. La storia vuole analizzare il rapporto tra scienza e natura: il fisico con le sue regole e l’artigiano che usa il legno per creare un Mito. Lo spunto del testo è quello di fondere cronaca e leggenda: leggenda: si diceva che le corde degli strumenti del genio di Cremona fossero realizzate con le corde vocali dei defunti. Attraverso l’onda sonora, la luce, la cassa armonica, si arriverà alla conclusione che la “scommessa” fosse improbabile, dato che il liutaio incontrato nel bosco era ubriaco quando aveva sfidato Einstein. Nella messa in scena, il bosco rappresenta le risposte che la natura da sempre riesce a dare alla la scienza.

Il violino relaativo Albert Einstein e il segreto di Stradivari nel centenario della pubblicazione della Teoria della Relatività Generale (1915-2015) (1915 nell'Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall'UNESCO con Riccardo Bàrbera e Giancarlo rlo Fares violoncello Giovanna Famulari violino Vanessa Cremaschi regia Paolo Pasquini Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra


Area Archeologica, Arco del Malborghetto (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Inizio spettacolo: h 21,15

Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online

Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893

327 9473893

A cura della Redazione Spettacolo 25/7/2015


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Teatri di Pietra #Inscena il 26 luglio “Il Violino Relativo”, Albert Einstein e il segreto di Stradivari inShare

di Gaiaitalia.com

Da sempre scienza e liuteria cercano di svelare il segreto di Stradivari: le proporzioni, i materiali, i procedimenti sono stati fedelmente riprodotti, ma i miracolosi risultati sonori dei suoi strumenti si sono sempre dimostrati inimitabili. Nello spettacolo, in scena il 26 Luglio all’Arco di Malborghetto, Ernesto, un insegnante di liuteria, figlio del grande Siomone Fernando Sacconi, liutaio realmente esistito e autore de “I segreti di Stradivari”, tradotto in varie lingue e diffuso in tutto il mondo, in una pausa della lezione, racconta lo strano incontro avvenuto all’alba del ‘900 tra suo padre e Einstein, da cui scaturì la sfida oggetto dello spettacolo: può uno scienziato scoprire il segreto di Stradivari? Si arriva quindi alla sorprendente risposta di Einstein: “il violino è uno strumento diabolico che resiste all’analisi matematica”. Proveniente dall’America molti anni dopo, il Premio Nobel confessa di non aver scoperto il Segreto di Stradivari, ma di essersi imbattuto, mentre studiava la cassa armonica del violino, nel concetto di relatività. Col pretesto di parlare di musica, nello spettacolo si introducono i concetti fondamentali della relatività generale e Spazio – Tempo. Il racconto parte da un incontro, avvenuto nei boschi delle Alpi, tra un giovane Albert Einstein e un anziano liutaio che lo sfida a “razionalizzare” e a scoprire il mistero dei violini di Stradivari. La storia vuole analizzare


il rapporto tra scienza e natura: il fisico con le sue regole e l’artigiano che usa il legno per creare un Mito. Lo spunto del testo è quello di fondere cronaca e leggenda: si diceva che le corde degli strumenti del genio di Cremona fossero realizzate con le corde vocali dei defunti. Attraverso l’onda sonora, la luce, la cassa armonica, si arriverà alla conclusione che la “scommessa” fosse improbabile, dato che il liutaio incontrato nel bosco era ubriaco quando aveva sfidato Einstein. Nella messa in scena, il bosco rappresenta le risposte che la natura da sempre riesce a dare alla scienza.


FactaNet direttore Guerrino Mattei http://www.factanet.it/spettacoli69.html

spettacoli ROMA – ARCO DI MALBORGHETTO Ist. Studi dello Spettacolo - Teatro Studio - Xenia

Il violino relativo Albert Einstein e il segreto di Stradivari nel centenario della pubblicazione della Teoria della Relatività Generale (1915-2015) nell’Anno Internazionale della Luce 2015, indetto dall’Unesco di Riccardo Bàrbera con

Riccardo Bàrbera e Giancarlo Fares

al violino Vanessa Cremaschi Regia di Paolo

Pasquini


Area archeologica, Arco di Malborghetto (Roma) Via Flaminia km 19,4 26 luglio 2015 *** Nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra

Due menti geniali, lo scienziato che ha formulato la Teoria della relatività e il liutaio che ha indagato i “segreti” di Stradivari, si incontrano casualmente tra i boschi delle Alpi. Testimone il piccolo Ernesto, figlio di Simone Fernando Sacconi, che divenuto adulto e anch’egli maestro liutaio, racconta della sfida lanciata dal padre al giovane Albert conosciuto mentre amoreggia tra gli alberi con Mileva: la scienza può scoprire il segreto di Stradivari? Reali sono i personaggi, immaginario l’incontro. Sacconi fu costruttore e restauratore, fulminato dalla perfezione acustica e tecnica dei violini di Stradivari dopo averne visto uno per la prima volta a tredici anni. Da allora inizia un percorso di lunghi anni di studi e ricerche appassionate, indagando le tecniche costruttive, i disegni, le misure, i modelli, gli spessori, la sequenza delle fasi di realizzazione, la stagionatura, le vernici, il significato delle lettere apposte da Stradivari sul manico degli strumenti, con tale coinvolgimento e dedizione assoluta da giungere a realizzare strumenti difficilmente distinguibili dagli Stradivari autentici, non per imitazione meccanica ma per innato desiderio di perfezionismo, profonda adesione alla sequenza costruttiva e capacità di “sentire” le vibrazioni del legno. Il suo libro I “segreti” di Stradivari, letto e tradotto in tutto il mondo, rivela che la perfezione del grande cremonese non celava misteri, magiche alchimie, falsi miti o macabre pratiche come l’utilizzo delle corde vocali dei defunti per le corde degli strumenti. Solo legno e passione. Einstein accetta la sfida e avvia il suo viaggio virtuale all’interno del misterioso violino: inebriato dagli aromi del legno percepisce le voci dell’acero e dell’abete, le trasparenze delle colle, la flessibilità dei listelli, il vigore della cassa armonica, la consistenza delle corde. Concluso il viaggio non è in grado di formulare una risposta, perché “il violino è uno strumento diabolico che resiste all’analisi matematica”, tuttavia lo studio della cassa armonica gli suggerisce il concetto di relatività che più tardi gli farà conquistare il Nobel. La vicenda è un pretesto per mettere in relazione scienza e arte, pensiero speculativo e pensiero creativo parlando di musica, di spazio-tempo, di velocità della luce, di suoni armonici, di natura. Tutto falso e, nel contempo, tutto vero. E un dubbio: il liutaio che sfidò Einstein nel bosco era forse ubriaco? La risposta nel dolce suono del violino che vibra percosso dall’archetto di Vanessa Cremaschi. Tania Turnaturi



http://eventiculturalimagazine.com/2015/07/24/menecmi-due-gemelli-napoletani/

MENECMI due gemelli napoletani Cavallo di battaglia del Tato Russo attore, Menecmi, in scena il 29 Luglio all’Arco di Malborghetto, ha collezionato negli anni più di 600 repliche. La riscrittura originale della famosa commedia degli equivoci, tratta da Plauto e Shakespeare, conserva tutto il suo plebeismo e i caratteri di teatro popolare, ampliandone a tal punto l’efficacia e il divertimento da farlo diventare un capolavoro dell’arte comica. Ogni anno giungono innumerevoli richieste per la ripresa di questo spettacolo, in cui l’istrionico Tato Russo si consacra mattatore dalla straordinaria forza comunicativa. Un meccanismo comico perfetto per una grande prova di attore, applaudito da critica e pubblico per la straordinaria interpretazione. In una Neapolis colorata e decadente della tarda età Imperiale, due gemelli identici e omonimi, separati anni prima in seguito allo smarrimento di uno dei due, vengono a trovarsi casualmente nella stessa città, con il susseguirsi di situazioni paradossali ed esilaranti che, tra incomprensioni e fraintendimenti, portano al colpo di scena finale. Le figure comiche più svariate affiancano i due fratelli: il servo parassita, la moglie bisbetica, l’amante venale. “I Menecmi è una libera elaborazione di Tato Russo da Menecmo di Plauto – sostiene il regista – una delle più famose e forse, come la definiscono alcuni, la commedia più plautina di Plauto. Tato Russo affidando le parti dei gemelli ad un unico attore ha ambientato la vicenda in una Napoli antica, la Neapolis dell’epoca. L’irrefrenabile, incontenibile, generoso regista e attore napoletano, versatile da sempre non solo come interprete ma anche come autore, innamorato della prosa come del musical, ha riscritto la storia di Plauto non mancando di darle un tocco partenopeo. E così l’esuberanza verbale, il termine plebeo, il lazzo, attraverso i quali Plauto ottiene la risata crassa, il divertimento gioioso, la comicità, qui raggiungono l’apice, attraverso la voce autentica che si innalza al di sopra di qualunque intellettualismo”.

«Da venticinque anni porto in giro per l’Italia i miei Menecmi, ispirati a Plauto: in tutto questo tempo è cambiata la mia età anagrafica, e mi è diventato faticoso interpretare due parti. Ma il pubblico e i teatri continuano a richiedermelo, e oggi mi ritrovo a inventarmi le forze per essere di nuovo in scena, con questo mostruoso composto di fatica e di follia creativa. Ce la farò ancora una volta?» (Tato Russo).


XVI EDIZIONE MERCOLEDI’ 29 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano

TTR Presenta MENECMI due gemelli napoletani di Tato Russo da Plauto e Shakespeare regia Livio Galassi costumi Giusi Giustino musiche Zeno Craig scene Tony Di Ronza movimenti coreografici Ashai Lombardo Arop con Clelia Rondinella, Renato De Rienzo, Marina Lorenzi, Massimo Sorrentino, Salvatore Esposito, Giorgia Guerra, Eva Sabelli, Olivia Cordsen, Ashai Lombardo Arop, Lorenzo Venturini e con la partecipazione di Rino Di Martino e Tato Russo Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri 347 2101290 – 338 4030991 segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


http://www.romecentral.com/event/menecmi http://www.romecentral.com/event/menecmi-due-gemelli-napoletani/

MENECMI due gemelli napoletani luglio 29 @ 21:00 - 23:00 | 12Euro

MENECMI due gemelli napoletani di Tato Russo da Plauto e Shakespeare regia Livio Galassi costumi Giusi Giustino musiche Zeno Craig scene Tony Di Ronza movimenti coreografici Ashai Lombardo Arop con Clelia Rondinella, Renato De Rienzo, Marina Lorenzi, Massimo Sorrentino, Salvatore Esposito, Giorgia Guerra, Eva Sabelli, Olivia Cordsen, Ashai Lombardo Arop, Lorenzo Venturini e con la partecipazione di Rino Di Martino e Tato Russo Cavallo di battaglia del Tato Russo attore, Menecmi, in scena il 29 Luglio all’Arco di Malborghetto,, ha collezionato negli anni più di 600 repliche. La riscrittura originale della famosa commedia degli equivoci, tratta da Plauto e Shakespeare, conserva tutto il suo plebeismo e i caratteri di teatro popolare, ampliandone a tal punto l’efficacia ia e il divertimento da farlo diventare un capolavoro dell’arte comica.


Ogni anno giungono innumerevoli richieste per la ripresa di questo spettacolo, in cui l’istrionico Tato Russo si consacra mattatore dalla straordinaria forza comunicativa. Un meccanismo comico perfetto per una grande prova di attore, applaudito da critica e pubblico per la straordinaria interpretazione. In una Neapolis colorata e decadente della tarda età Imperiale, due gemelli identici e omonimi, separati anni prima in seguito allo smarrimento di uno dei due, vengono a trovarsi casualmente nella stessa città, con il susseguirsi di situazioni paradossali ed esilaranti che, tra incomprensioni e fraintendimenti, portano al colpo di scena finale. Le figure comiche più svariate affiancano i due fratelli: il servo parassita, la moglie bisbetica, l’amante venale. “I Menecmi è una libera elaborazione di Tato Russo da Menecmo di Plauto – sostiene il regista – una delle più famose e forse, come la definiscono alcuni, la commedia più plautina di Plauto. Tato Russo affidando le parti dei gemelli ad un unico attore ha ambientato la vicenda in una Napoli antica, la Neapolis dell’epoca. L’irrefrenabile, incontenibile, generoso regista e attore napoletano, versatile da sempre non solo come interprete ma anche come autore, innamorato della prosa come del musical, ha riscritto la storia di Plauto non mancando di darle un tocco partenopeo. E così l’esuberanza verbale, il termine plebeo, il lazzo, attraverso i quali Plauto ottiene la risata crassa, il divertimento gioioso, la comicità, qui raggiungono l’apice, attraverso la voce autentica che si innalza al di sopra di qualunque intellettualismo”. «Da venticinque anni porto in giro per l’Italia i miei Menecmi, ispirati a Plauto: in tutto questo tempo è cambiata la mia età anagrafica, e mi è diventato faticoso interpretare due parti. Ma il pubblico e i teatri continuano a richiedermelo, e oggi mi ritrovo a inventarmi le forze per essere di nuovo in scena, con questo mostruoso composto di fatica e di follia creativa. Ce la farò ancora una volta?» (Tato Russo). Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp +39 327 9473893 29 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano


http://www.momentosera.it/articolo.php?id=31718

Torna MENECMI due gemelli napoletani, il cavallo di battaglia di Tato Russo - il 29 luglio all'Arco di Malborghetto (Roma) In una Neapolis colorata e decadente della tarda età Imperiale, due gemelli identici e omonimi, separati anni prima in seguito allo smarrimento di uno dei due, vengono a trovarsi... Cavallo di battaglia del Tato Russo attore, Menecmi, in scena il 29 Luglio all’Arco di Malborghetto, ha collezionato negli anni più di 600 repliche. La riscrittura originale della famosa commedia degli equivoci, tratta da Plauto e Shakespeare, conserva tutto il suo plebeismo e i caratteri di teatro popolare, ampliandone a tal punto l’efficacia e il divertimento da farlo diventare un capolavoro dell’arte comica. Ogni anno giungono innumerevoli richieste per la ripresa di questo spettacolo, in cui l’istrionico Tato Russo si consacra mattatore dalla straordinaria forza comunicativa. Un meccanismo comico perfetto per una grande prova di attore, applaudito da critica e pubblico per la straordinaria interpretazione. In una Neapolis colorata e decadente della tarda età Imperiale, due gemelli identici e omonimi, separati anni prima in seguito allo smarrimento di uno dei due, vengono a trovarsi casualmente nella stessa città, con il susseguirsi di situazioni paradossali ed esilaranti che, tra incomprensioni e fraintendimenti, portano al colpo di scena finale. Le figure comiche più svariate affiancano i due fratelli: il servo parassita, la moglie bisbetica, l’amante venale. “I Menecmi è una libera elaborazione di Tato Russo da Menecmo di Plauto – sostiene il regista - una delle più famose e forse, come la definiscono alcuni, la commedia più plautina di Plauto. Tato Russo affidando le parti dei gemelli ad un unico attore ha ambientato la vicenda in una Napoli antica, la Neapolis dell'epoca. L'irrefrenabile, incontenibile, generoso regista e attore napoletano, versatile da sempre non solo come interprete ma anche come autore, innamorato della prosa come del musical, ha riscritto la storia di Plauto non mancando di darle un tocco partenopeo. E così l’esuberanza verbale, il termine plebeo, il lazzo, attraverso i quali Plauto ottiene la risata crassa, il divertimento gioioso, la comicità, qui raggiungono l’apice, attraverso la voce autentica che si innalza al di sopra di qualunque intellettualismo”. «Da venticinque anni porto in giro per l'Italia i miei Menecmi, ispirati a Plauto: in tutto questo tempo è cambiata la mia età anagrafica, e mi è diventato faticoso interpretare due parti. Ma il pubblico e i teatri continuano a richiedermelo, e oggi mi ritrovo a inventarmi le forze per essere di nuovo in scena, con questo mostruoso composto di fatica e di follia creativa. Ce la farò ancora una volta?» (Tato Russo). XVI EDIZIONE MERCOLEDI’ 29 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano


TTR Presenta MENECMI due gemelli napoletani di Tato Russo da Plauto e Shakespeare regia Livio Galassi costumi Giusi Giustino musiche Zeno Craig scene Tony Di Ronza movimenti coreografici Ashai Lombardo Arop con Clelia Rondinella, Renato De Rienzo, Marina Lorenzi, Massimo Sorrentino, Salvatore Esposito, Giorgia Guerra, Eva Sabelli, Olivia Cordsen, Ashai Lombardo Arop, Lorenzo Venturini e con la partecipazione di Rino Di Martino e Tato Russo Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


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Menecmi Due gemelli napoletani Il 29/07/2015

Due gemelli napoletani

Cavallo di battaglia del Tato Russo attore, Menecmi, in scena il 29 Luglio all’Arco di Malborghetto, ha collezionato negli anni più di 600 repliche. La riscrittura originale della famosa commedia degli equivoci, tratta da Plauto e Shakespeare, conserva tutto il suo plebeismo e i caratteri di teatro popolare, ampliandone a tal punto l’efficacia e il divertimento divertimento da farlo diventare un capolavoro dell’arte comica. Ogni anno giungono innumerevoli richieste per la ripresa di questo spettacolo, in cui l’istrionico Tato Russo si consacra mattatore dalla straordinaria forza comunicativa. Un meccanismo comico perfetto per una grande prova di attore, applaudito da critica e pubblico per la straordinaria interpretazione. In una Neapolis colorata e decadente della tarda età Imperiale, due gemelli identici e omonimi, separati anni prima in seguito allo smarrimento di uno dei dei due, vengono a trovarsi casualmente nella stessa città, con il susseguirsi di situazioni paradossali ed esilaranti che, tra incomprensioni e fraintendimenti, portano al colpo di scena finale. Le figure comiche più svariate affiancano i due fratelli: il servo parassita, la moglie bisbetica, l’amante venale. “I Menecmi è una libera elaborazione di Tato Russo da Menecmo di Plauto – sostiene il regista una delle più famose e forse, come la definiscono alcuni, la commedia più plautina di Plauto. Tato Russo affidando le parti dei gemelli ad un unico attore ha ambientato la vicenda in una Napoli antica, la Neapolis dell'epoca. L'irrefrenabile, incontenibile, generoso regista e attore napoletano, versatile da sempre non solo come interprete ma anche come autore, autore, innamorato della prosa come del musical, ha riscritto la storia di Plauto non mancando di darle un tocco partenopeo. E così l’esuberanza verbale, il termine plebeo, il lazzo, attraverso i quali Plauto ottiene la risata crassa, il divertimento gioioso, la comicità, qui raggiungono l’apice, attraverso la voce autentica che si innalza al di sopra di qualunque intellettualismo”.


«Da venticinque anni porto in giro per l'Italia i miei Menecmi, ispirati a Plauto: in tutto questo tempo è cambiata la mia età anagrafica, e mi è diventato faticoso interpretare due parti. Ma il pubblico e i teatri continuano a richiedermelo, e oggi mi ritrovo a inventarmi le forze per essere di nuovo in scena, con questo mostruoso composto di fatica e di follia creativa. Ce la farò ancora una volta?» (Tato Russo). TTR Presenta MENECMI due gemelli napoletani di Tato Russo da Plauto e Shakespeare regia Livio Galassi costumi Giusi Giustino musiche Zeno Craig scene Tony Di Ronza movimenti coreografici Ashai Lombardo Arop con Clelia Rondinella, Renato De Rienzo, Marina Lorenzi, Massimo Sorrentino, Salvatore Esposito, Giorgia Guerra, Eva Sabelli, Olivia Cordsen, Ashai Lombardo Arop, Lorenzo Venturini e con la partecipazione di Rino Di Martino e Tato Russo Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra 29/07/2015


http://binrome.com/eventi/un-oceano oceano-di-risate-a-malborghetto-torna-menecmi menecmi-di-tato-russo/

Un oceano di risate a Malborghetto. Torna Menecmi di Tato Russo By Leonardo Rossi - lug 24, 2015

Cavallo di battaglia del Tato Russo attore, Menecmi, in scena il 29 Luglio all’Arco di Malborghetto,, ha collezionato negli anni più di 600 repliche. La riscrittura originale della famosa commedia degli equivoci, tratta da Plauto e Shakespeare, conserva tutto il suo plebeismo e i caratteri di teatro popolare, ampliandone a tal punto l’efficacia e il divertimento da farlo diventare un capolavoro dell’arte comica. In una Neapolis colorata e decadente della tarda età Imperiale, due gemelli identici e omonimi, separati anni ni prima in seguito allo smarrimento di uno dei due, vengono a trovarsi casualmente nella stessa città, con il susseguirsi di situazioni paradossali ed esilaranti che, tra incomprensioni e fraintendimenti, portano al colpo di scena finale. Le figure comichee più svariate affiancano i due fratelli: il servo parassita, la moglie bisbetica, l’amante venale.


«I Menecmi è una libera elaborazione di Tato Russo da Menecmo di Plauto – sostiene il regista – una delle più famose e forse, come la definiscono alcuni, la commedia più plautina di Plauto. Tato Russo affidando le parti dei gemelli ad un unico attore ha ambientato la vicenda in una Napoli antica, la Neapolis dell’epoca. L’irrefrenabile, incontenibile, generoso regista e attore napoletano, versatile da sempre non solo come interprete ma anche come autore, innamorato della prosa come del musical, ha riscritto la storia di Plauto non mancando di darle un tocco partenopeo. E così l’esuberanza verbale, il termine plebeo, il lazzo, attraverso i quali Plauto ottiene la risata crassa, il divertimento gioioso, la comicità, qui raggiungono l’apice, attraverso la voce autentica che si innalza al di sopra di qualunque intellettualismo».


http://iltaccodibacco.it/lazio/eventi/137445.html MercoledĂŹ 29 luglio 2015 Arco di Malborghetto Roma

MENECMI due gemelli napoletani TEATRO E DANZA

29 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano

TTR Presenta MENECMI due gemelli napoletani di Tato Russo da Plauto e Shakespeare regia Livio Galassi costumi Giusi Giustino musiche Zeno Craig scene Tony Di Ronza movimenti coreografici Ashai Lombardo Arop con Clelia Rondinella, Renato De Rienzo, Marina Lorenzi, Massimo Sorrentino, Salvatore Esposito, Giorgia Guerra, Eva Sabelli, Olivia Cordsen, Ashai Lombardo Arop, Lorenzo Venturini e con la partecipazione di Rino Di Martino e Tato Russo


Cavallo di battaglia del Tato Russo attore, Menecmi, in scena il 29 Luglio all’Arco di Malborghetto, ha collezionato negli anni più di 600 repliche. La riscrittura originale della famosa commedia degli equivoci, tratta da Plauto e Shakespeare, conserva tutto il suo plebeismo e i caratteri di teatro popolare, ampliandone a tal punto l’efficacia e il divertimento da farlo diventare un capolavoro dell’arte comica. Ogni anno giungono innumerevoli richieste per la ripresa di questo spettacolo, in cui l’istrionico Tato Russo si consacra mattatore dalla straordinaria forza comunicativa. Un meccanismo comico perfetto per una grande prova di attore, applaudito da critica e pubblico per la straordinaria interpretazione. In una Neapolis colorata e decadente della tarda età Imperiale, due gemelli identici e omonimi, separati anni prima in seguito allo smarrimento di uno dei due, vengono a trovarsi casualmente nella stessa città, con il susseguirsi di situazioni paradossali ed esilaranti che, tra incomprensioni e fraintendimenti, portano al colpo di scena finale. Le figure comiche più svariate affiancano i due fratelli: il servo parassita, la moglie bisbetica, l’amante venale. “I Menecmi è una libera elaborazione di Tato Russo da Menecmo di Plauto – sostiene il regista - una delle più famose e forse, come la definiscono alcuni, la commedia più plautina di Plauto. Tato Russo affidando le parti dei gemelli ad un unico attore ha ambientato la vicenda in una Napoli antica, la Neapolis dell'epoca. L'irrefrenabile, incontenibile, generoso regista e attore napoletano, versatile da sempre non solo come interprete ma anche come autore, innamorato della prosa come del musical, ha riscritto la storia di Plauto non mancando di darle un tocco partenopeo. E così l’esuberanza verbale, il termine plebeo, il lazzo, attraverso i quali Plauto ottiene la risata crassa, il divertimento gioioso, la comicità, qui raggiungono l’apice, attraverso la voce autentica che si innalza al di sopra di qualunque intellettualismo”. «Da venticinque anni porto in giro per l'Italia i miei Menecmi, ispirati a Plauto: in tutto questo tempo è cambiata la mia età anagrafica, e mi è diventato faticoso interpretare due parti. Ma il pubblico e i teatri continuano a richiedermelo, e oggi mi ritrovo a inventarmi le forze per essere di nuovo in scena, con questo mostruoso composto di fatica e di follia creativa. Ce la farò ancora una volta?» (Tato Russo). Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


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MENECMI DUE GEMELLI NAPOLETANI Italia Spettacolo | luglio 27, 2015

TTR Presenta

MENECMI due gemelli napoletani di Tato Russo

29 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sarcofago Cavallo di battaglia del Tato Russo attore, Menecmi, in scena il 29 Luglio all’Arco di Malborghetto, ha collezionato negli anni più di 600 repliche. La riscrittura originale della famosa commedia degli equivoci, tratta da Plauto e Shakespeare, conserva tutto il suo plebeismo e i caratteri di teatro popolare, ampliandone a tal punto l’efficacia e il divertimento da farlo diventare un capolavoro dell’arte comica. Ogni anno giungono innumerevoli richieste per la ripresa di questo spettacolo, in cui l’istrionico Tato Russo si consacra mattatore dalla straordinaria forza comunicativa. Un meccanismo comico perfetto per una grande prova di attore, applaudito da critica e pubblico per la straordinaria interpretazione.


In una Neapolis colorata e decadente della tarda età Imperiale, due gemelli identici e omonimi, separati anni prima in seguito allo smarrimento di uno dei due, vengono a trovarsi casualmente nella stessa città, con il susseguirsi di situazioni paradossali ed esilaranti che, tra incomprensioni e fraintendimenti, portano al colpo di scena finale. Le figure comiche più svariate affiancano i due fratelli: il servo parassita, la moglie bisbetica, l’amante venale. “I Menecmi è una libera elaborazione di Tato Russo da Menecmo di Plauto – sostiene il regista – una delle più famose e forse, come la definiscono alcuni, la commedia più plautina di Plauto. Tato Russo affidando le parti dei gemelli ad un unico attore ha ambientato la vicenda in una Napoli antica, la Neapolis dell’epoca. L’irrefrenabile, incontenibile, generoso regista e attore napoletano, versatile da sempre non solo come interprete ma anche come autore, innamorato della prosa come del musical, ha riscritto la storia di Plauto non mancando di darle un tocco partenopeo. E così l’esuberanza verbale, il termine plebeo, il lazzo, attraverso i quali Plauto ottiene la risata crassa, il divertimento gioioso, la comicità, qui raggiungono l’apice, attraverso la voce autentica che si innalza al di sopra di qualunque intellettualismo”. «Da venticinque anni porto in giro per l’Italia i miei Menecmi, ispirati a Plauto: in tutto questo tempo è cambiata la mia età anagrafica, e mi è diventato faticoso interpretare due parti. Ma il pubblico e i teatri continuano a richiedermelo, e oggi mi ritrovo a inventarmi le forze per essere di nuovo in scena, con questo mostruoso composto di fatica e di follia creativa. Ce la farò ancora una volta?» (Tato Russo) da Plauto e Shakespeare regia Livio Galassi costumi Giusi Giustino musiche Zeno Craig scene Tony Di Ronza movimenti coreografici Ashai Lombardo Arop con Clelia Rondinella, Renato De Rienzo, Marina Lorenzi, Massimo Sorrentino, Salvatore Esposito, Giorgia Guerra, Eva Sabelli, Olivia Cordsen, Ashai Lombardo Arop, Lorenzo Venturini e con la partecipazione di Rino Di Martino e Tato Russo Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Soprintendenza Speciale per il, Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma, Regione Lazio – Assessorato alla Cultura, Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ Tel: whatsapp 327 9473893


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Tato Russo torna in scena con Menecmi a Roma Scritto da: Luana Savastano 27 luglio 2015

ROMA - Arco di Malborghetto, 29 Luglio 2015. Cavallo di battaglia del Tato Russo attore, Menecmi, in scena il 29 Luglio all’Area Archeologica Arco di Malborghetto (Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano), ha collezionato negli anni più di 600 repliche. La riscrittura originale della famosa commedia degli equivoci, tratta da Plauto e Shakespeare, conserva tutto il suo plebeismo e i caratteri di teatro popolare, ampliandone a tal punto l’efficacia e il divertimento da farlo diventare un capolavoro dell’arte comica. Ogni anno giungono innumerevoli richieste per la ripresa di questo spettacolo, in cui l’istrionico Tato Russo si consacra mattatore dalla straordinaria forza comunicativa. Un meccanismo comico perfetto per una grande prova di attore, applaudito da critica e pubblico per la straordinaria interpretazione.

In una Neapolis colorata e decadente della tarda età Imperiale, due gemelli identici e omonimi, separati anni prima in seguito allo smarrimento di uno dei due, vengono a trovarsi casualmente nella stessa città, con il susseguirsi di situazioni paradossali ed esilaranti che, tra incomprensioni e fraintendimenti, portano al colpo di scena finale. Le figure comiche più svariate affiancano i due fratelli: il servo parassita, la moglie bisbetica, l’amante venale. “I Menecmi è una libera elaborazione di Tato Russo da Menecmo di Plauto – sostiene il regista – una delle più famose e forse, come la definiscono alcuni, la commedia più plautina di Plauto. Tato Russo, affidando le parti dei gemelli ad un unico attore, ha ambientato la vicenda in una Napoli antica, la Neapolis dell’epoca. L’irrefrenabile, incontenibile, generoso regista e attore napoletano, versatile da sempre non solo come interprete ma anche come autore, innamorato della prosa come del musical, ha riscritto la storia di Plauto non mancando di darle un tocco partenopeo. E così l’esuberanza verbale, il termine plebeo, il lazzo,


attraverso i quali Plauto ottiene la risata crassa, il divertimento gioioso, la comicità, qui raggiungono l’apice, attraverso la voce autentica che si innalza al di sopra di qualunque intellettualismo”. «Da venticinque anni porto in giro per l’Italia i miei Menecmi, ispirati a Plauto: in tutto questo tempo è cambiata la mia età anagrafica, e mi è diventato faticoso interpretare due parti. Ma il pubblico e i teatri continuano a richiedermelo, e oggi mi ritrovo a inventarmi le forze per essere di nuovo in scena, con questo mostruoso composto di fatica e di follia creativa. Ce la farò ancora una volta?» (Tato Russo).

MENECMI due gemelli napoletani di Tato Russo da Plauto e Shakespeare regia Livio Galassi costumi Giusi Giustino musiche Zeno Craig scene Tony Di Ronza movimenti coreografici Ashai Lombardo Arop con Clelia Rondinella, Renato De Rienzo, Marina Lorenzi, Massimo Sorrentino, Salvatore Esposito, Giorgia Guerra, Eva Sabelli, Olivia Cordsen, Ashai Lombardo Arop, Lorenzo Venturini e con la partecipazione di Rino Di Martino e Tato Russo Prezzo biglietto: 12 euro intero | 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Orario spettacoli: ore 21.15 Per info e prenotazioni Sito web: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ Tel whatsapp 327 9473893


http://www.unfoldingroma.com/eventi http://www.unfoldingroma.com/eventi-in-citta/1283/menecmi-due-gemelli-napoletani/ napoletani/ MENECMI DUE GEMELLI NAPOLETANI: MERCOLEDI’ MERCOLEDI 29 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO CO DI MALBORGHETTO Inserito il giorno 24/07/2015 da Emanuele Gambino

XVI EDIZIONE MERCOLEDI’ 29 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano TTR Presenta MENECMI due gemelli napoletani di Tato Russo da Plauto e Shakespeare regia Livio Galassi


costumi Giusi Giustino musiche Zeno Craig scene Tony Di Ronza movimenti coreografici Ashai Lombardo Arop con Clelia Rondinella, Renato De Rienzo, Marina Lorenzi, Massimo Sorrentino, Salvatore Esposito, Giorgia Guerra, Eva Sabelli, Olivia Cordsen, Ashai Lombardo Arop, Lorenzo Venturini e con la partecipazione di Rino Di Martino e Tato Russo Cavallo di battaglia del Tato Russo attore, Menecmi, in scena il 29 Luglio all’Arco di Malborghetto, ha collezionato negli anni più di 600 repliche. La riscrittura originale della famosa commedia degli equivoci, tratta da Plauto e Shakespeare, conserva tutto il suo plebeismo e i caratteri di teatro popolare, ampliandone a tal punto l’efficacia e il divertimento da farlo diventare un capolavoro dell’arte comica. Ogni anno giungono innumerevoli richieste per la ripresa di questo spettacolo, in cui l’istrionico Tato Russo si consacra mattatore dalla straordinaria forza comunicativa. Un meccanismo comico perfetto per una grande prova di attore, applaudito da critica e pubblico per la straordinaria interpretazione. In una Neapolis colorata e decadente della tarda età Imperiale, due gemelli identici e omonimi, separati anni prima in seguito allo smarrimento di uno dei due, vengono a trovarsi casualmente nella stessa città, con il susseguirsi di situazioni paradossali ed esilaranti che, tra incomprensioni e fraintendimenti, portano al colpo di scena finale. Le figure comiche più svariate affiancano i due fratelli: il servo parassita, la moglie bisbetica, l’amante venale. “I Menecmi è una libera elaborazione di Tato Russo da Menecmo di Plauto – sostiene il regista - una delle più famose e forse, come la definiscono alcuni, la commedia più plautina di Plauto. Tato Russo affidando le parti dei gemelli ad un unico attore ha ambientato la vicenda in una Napoli antica, la Neapolis dell'epoca. L'irrefrenabile, incontenibile, generoso regista e attore napoletano, versatile da sempre non solo come interprete ma anche come autore, innamorato della prosa come del musical, ha riscritto la storia di Plauto non mancando di darle un tocco partenopeo. E così l’esuberanza verbale, il termine plebeo, il lazzo, attraverso i quali Plauto ottiene la risata crassa, il divertimento gioioso, la comicità, qui raggiungono l’apice, attraverso la voce autentica che si innalza al di sopra di qualunque intellettualismo”.


«Da venticinque anni porto in giro per l'Italia i miei Menecmi, ispirati a Plauto: in tutto questo tempo è cambiata la mia età anagrafica, e mi è diventato faticoso interpretare due parti. Ma il pubblico e i teatri continuano a richiedermelo, e oggi mi ritrovo a inventarmi le forze per essere di nuovo in scena, con questo mostruoso composto di fatica e di follia creativa. Ce la farò ancora una volta?» (Tato Russo).

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://www.agenziafuoritutto.com/web2/spettacolo/7226-menecmi-due-gemellinapoletani-di-tato-russo-il-29-luglio-all%E2%80%99arco-di-malborghetto.html

Menecmi due gemelli napoletani di Tato Russo il 29 luglio all’Arco di Malborghetto Categoria: Spettacolo Pubblicato: 25 Luglio 2015

Cavallo di battaglia del Tato Russo attore, Menecmi due gemelli napoletani, in scena il 29 Luglio all’Arco di Malborghetto, ha collezionato negli anni più di 600 repliche. La riscrittura originale della famosa commedia degli equivoci, tratta da Plauto e Shakespeare, conserva tutto il suo plebeismo e i caratteri di teatro popolare, ampliandone a tal punto l’efficacia e il divertimento da farlo diventare un capolavoro dell’arte comica. Ogni anno giungono innumerevoli richieste per la ripresa di questo spettacolo, in cui l’istrionico Tato Russo si consacra mattatore dalla straordinaria forza comunicativa. Un meccanismo comico perfetto per una grande prova di attore, applaudito da critica e pubblico per la straordinaria interpretazione. In una Neapolis colorata e decadente della tarda età Imperiale, due gemelli identici e omonimi, separati anni prima in seguito allo smarrimento di uno dei due, vengono a trovarsi casualmente nella stessa città, con il susseguirsi di situazioni paradossali ed esilaranti che, tra incomprensioni e fraintendimenti, portano al colpo di scena finale. Le figure comiche più svariate affiancano i due fratelli: il servo parassita, la moglie bisbetica, l’amante venale. «Da venticinque anni – dice Tato Russo - porto in giro per l'Italia i miei Menecmi, ispirati a Plauto: in tutto questo tempo è cambiata la mia età anagrafica, e mi è diventato faticoso interpretare due parti. Ma il pubblico e i teatri continuano a richiedermelo, e oggi mi ritrovo a inventarmi le forze per essere di nuovo in scena, con questo mostruoso composto di fatica e di follia creativa. Ce la farò ancora una volta?». (spe)


http://www.vocespettacolo.com/2015/07/28/torna-menecmi-due-gemellinapoletani-il-cavallo-di-battaglia-di-tato-russo-il-29-luglio-allarco-di-malborghettoroma/

Torna MENECMI due gemelli napoletani, il cavallo di battaglia di Tato Russo – il 29 luglio all’Arco di Malborghetto (Roma) luglio 28, 2015 Vito NicolettiEvents / TheatreNo Comments

XVI EDIZIONE MERCOLEDI’ 29 LUGLIO 2015 AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO (Roma) Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano TTR Presenta MENECMI due gemelli napoletani


di Tato Russo da Plauto e Shakespeare regia Livio Galassi costumi Giusi Giustino musiche Zeno Craig scene Tony Di Ronza movimenti coreografici Ashai Lombardo Arop con Clelia Rondinella, Renato De Rienzo, Marina Lorenzi, Massimo Sorrentino, Salvatore Esposito, Giorgia Guerra, Eva Sabelli, Olivia Cordsen, Ashai Lombardo Arop, Lorenzo Venturini e con la partecipazione di Rino Di Martino e Tato Russo

Cavallo di battaglia del Tato Russo attore, Menecmi, in scena il 29 Luglio all’Arco di Malborghetto, ha collezionato negli anni più di 600 repliche. La riscrittura originale della famosa commedia degli equivoci, tratta da Plauto e Shakespeare, conserva tutto il suo plebeismo e i caratteri di teatro popolare, ampliandone a tal punto l’efficacia e il divertimento da farlo diventare un capolavoro dell’arte comica. Ogni anno giungono innumerevoli richieste per la ripresa di questo spettacolo, in cui l’istrionico Tato Russo si consacra mattatore dalla straordinaria forza comunicativa. Un meccanismo comico perfetto per una grande prova di attore, applaudito da critica e pubblico per la straordinaria interpretazione. In una Neapolis colorata e decadente della tarda età Imperiale, due gemelli identici e omonimi, separati anni prima in seguito allo smarrimento di uno dei due, vengono a trovarsi casualmente nella stessa città, con il susseguirsi di situazioni paradossali ed esilaranti che, tra incomprensioni e fraintendimenti, portano al colpo di scena finale. Le figure comiche più svariate affiancano i due fratelli: il servo parassita, la moglie bisbetica, l’amante venale. “I Menecmi è una libera elaborazione di Tato Russo da Menecmo di Plauto – sostiene il regista – una delle più famose e forse, come la definiscono alcuni, la commedia più plautina di Plauto. Tato Russo affidando le parti dei gemelli ad un unico attore ha ambientato la vicenda in una Napoli antica, la Neapolis dell’epoca. L’irrefrenabile, incontenibile, generoso regista e attore napoletano, versatile da sempre non solo come interprete ma anche come autore, innamorato della prosa come del musical, ha riscritto la storia di Plauto non mancando di darle un tocco partenopeo. E così l’esuberanza verbale, il termine plebeo, il lazzo, attraverso i quali Plauto ottiene la risata crassa, il divertimento gioioso, la comicità, qui raggiungono l’apice, attraverso la voce autentica che si innalza al di sopra di qualunque intellettualismo”.


«Da venticinque anni porto in giro per l’Italia i miei Menecmi, ispirati a Plauto: in tutto questo tempo è cambiata la mia età anagrafica, e mi è diventato faticoso interpretare due parti. Ma il pubblico e i teatri continuano a richiedermelo, e oggi mi ritrovo a inventarmi le forze per essere di nuovo in scena, con questo mostruoso composto di fatica e di follia creativa. Ce la farò ancora una volta?» (Tato Russo). Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://www.lacitta.eu/eventi/13398-compagnia-teatro-di-castalia-presenta-medea-variazione-sul-mito.html

Compagnia Teatro di Castalia Presenta Me Dea - variazione sul mito Pubblicato Lunedì, 27 Luglio 2015 16:33 Sutri EVENTI Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro

Anfiteatro di Sutri Teatri di Pietra Lazio XVI edizione - prima nazionale - Compagnia Teatro di Castalia - Presenta Me Dea - variazione sul mito di Maurizio Donadoni con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi, scene Miae Kim, costumi Annalisa Di Piero, foto Gian Marco Chieregato, produzione associazione culturale Teatro di Castalia organizzazione Aurelio Gatti

30 LUGLIO 2015 - ANFITEATRO DI SUTRI 31 LUGLIO 2015 - AREA ARCHEOLOGICA ARCO DI MALBORGHETTO

Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico viene ribaltato in Me Dea, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi.


Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Lo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone, l'uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata d all’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima inutile recita, nell'ultima replica della vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide.

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio

Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra

Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri

Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto


Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893

UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri 347 2101290 – 338 4030991 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.">segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


http://www.cittanuova.it/c/448447/In_scena.html Variazioni sul mito di Medea Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Lo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone, l'uomo che l’aveva illusa. “Me Dea” è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide. Me Dea – variazioni sul mito” di Maurizio Donadoni, con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi, scene Miae Kim, costumi Annalisa Di Piero. A Sutri (Vt) anfiteatro, il 30/7, e a Arco di Malborghetto, Area archeologica, il 31/7.

di Giuseppe Siciliano


http://www.lafolla.it/lf151dea.php teatro: a Sutri e all'Arco di Malborghetto

"Me Dea"

Teatri di Pietra Lazio Xvi Edizione Prima Nazionale Compagnia Teatro di Castalia Presenta Me Dea - variazione sul mito di Maurizio Donadoni con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi scene Miae Kim costumi Annalisa Di Piero foto Gian Marco Chieregato produzione associazione culturale TEATRO DI CASTALIA organizzazione Aurelio Gatti 30 LUGLIO 2015 - ANFITEATRO DI SUTRI 31 LUGLIO 2015 - AREA ARCHEOLOGICA ARCO DI MALBORGHETTO Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico viene ribaltato in Me Dea, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Lo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone, l'uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima inutile recita, nell'ultima replica della vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 articolo pubblicato il: 27/07/2015


http://www.oggiroma.it/eventi/spettacoli/me http://www.oggiroma.it/eventi/spettacoli/me-dea/18209/

Me Dea Variazioni sul mito Dal 30/07/2015 al 31/07/2015

Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico classico viene ribaltato in Me Dea, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Lo spettacolo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone, sone, l'uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima inutile recita, nell'ultima replica della vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare boleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide.


ME DEA - VARIAZIONE SUL MITO di Maurizio Donadoni con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi scene Miae Kim costumi Annalisa Di Piero foto Gian Marco Chieregato produzione associazione culturale TEATRO DI CASTALIA organizzazione Aurelio Gatti

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano


http://laplatea.it/index.php/teatro/spettacoli/869-me-dea-variazione-sul-mitoprima-nazionale-il-30-luglio-2015-anfiteatro-di-sutri.html ME DEA - VARIAZIONE SUL MITO. PRIMA NAZIONALE IL 30 LUGLIO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Scritto da Redazione

Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico viene ribaltato in Me Dea, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Lo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone, l'uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima


inutile recita, nell'ultima replica della vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide. redazione 28 luglio 2015 informazioni ME DEA - VARIAZIONE SUL MITO di Maurizio Donadoni con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi scene Miae Kim costumi Annalisa Di Piero foto Gian Marco Chieregato produzione associazione culturale TEATRO DI CASTALIA organizzazione Aurelio Gatti 30 LUGLIO 2015 - ANFITEATRO DI SUTRI

31 LUGLIO 2015 - AREA ARCHEOLOGICA ARCO DI MALBORGHETTO


http://www.momentosera.it/articolo.php?id=31748

PRIMA NAZIONALE "ME DEA VARIAZIONE SUL MITO" CON MARIA ROSARIA OMAGGIO - 30 LUGLIOANFITEATRO DI SUTRI (VT) e 31 LUGLIO AREA ARCHEOLOGICA DI MALBORGHETTO (Roma) Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico viene ribaltato in Me Dea, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Lo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone, l'uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima inutile recita, nell'ultima replica della vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide. TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE PRIMA NAZIONALE Compagnia Teatro di Castalia Presenta ME DEA - VARIAZIONE SUL MITO di Maurizio Donadoni con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi scene Miae Kim costumi Annalisa Di Piero foto Gian Marco Chieregato produzione associazione culturale TEATRO DI CASTALIA organizzazione Aurelio Gatti


30 LUGLIO 2015 - ANFITEATRO DI SUTRI 31 LUGLIO 2015 - AREA ARCHEOLOGICA ARCO DI MALBORGHETTO CON IL SOSTEGNO DI Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://eventiculturalimagazine.com/2015/07/28/me-dea-variazione-sul-mito/

ME DEA – VARIAZIONE SUL MITO Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico viene ribaltato in Me Dea, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Lo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone, l’uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima inutile recita, nell’ultima replica della vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide. TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE PRIMA NAZIONALE Compagnia Teatro di Castalia Presenta


di Maurizio Donadoni con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi scene Miae Kim costumi Annalisa Di Piero foto Gian Marco Chieregato produzione associazione culturale TEATRO DI CASTALIA organizzazione Aurelio Gatti

30 LUGLIO 2015 – ANFITEATRO DI SUTRI 31 LUGLIO 2015 – AREA ARCHEOLOGICA ARCO DI MALBORGHETTO

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra



http://www.newtuscia.it/interna.asp?idPag=76743 ME DEA CON MARIA ROSARIA OMAGGIO, MAURIZIO DONADONI E HAL YAMANOUCHI, TEATRI DI PIETRA LAZIO 2015

27/07/2015 : 16:19

(NewTuscia) – SUTRI - Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro.Quanto tramandato dal mito classico viene ribaltato in Me Dea, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Lo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone, l'uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha


ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima inutile recita, nell'ultima replica della vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide.


http://www.classicult.it/?p=6668 EVENTI, TEATRO

PRIMA NAZIONALE “ME DEA – VARIAZIONE SUL MITO” CON MARIA ROSARIA OMAGGIO. 30 E 31 LUGLIO JULY 28, 2015 HAUKR LEAVE A COMMENT

TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE PRIMA NAZIONALE Compagnia Teatro di Castalia Presenta

ME DEA – VARIAZIONE SUL MITO di Maurizio Donadoni con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi scene Miae Kim costumi Annalisa Di Piero foto Gian Marco Chieregato produzione associazione culturale TEATRO DI CASTALIA organizzazione Aurelio Gatti


30 LUGLIO 2015 – ANFITEATRO DI SUTRI 31 LUGLIO 2015 – AREA ARCHEOLOGICA ARCO DI MALBORGHETTO

Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico viene ribaltato in Me Dea,evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Lo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo contrappo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone, l’uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone Giaso per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima inutile recita, nell’ultima replica della vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide.

PROGETTO DI RESIDENZA ARTISTICA

CON IL SOSTEGNO DI Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo

Testo e immagine da Ufficio Stampa D & C


http://www.ezrome.it/notizie/comunicati/5111-me-dea-variazione-sul-mito-di-mauriziodonadoni?jjj=1438095786772

ME DEA - VARIAZIONE SUL MITO di Maurizio Donadoni Pubblicato: 27 Luglio 2015 ME DEA - VARIAZIONE SUL MITO di Maurizio Donadoni con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi scene Miae Kim costumi Annalisa Di Piero foto Gian Marco Chieregato produzione associazione culturale TEATRO DI CASTALIA organizzazione Aurelio Gatti 30 LUGLIO 2015 - ANFITEATRO DI SUTRI 31 LUGLIO 2015 - AREA ARCHEOLOGICA ARCO DI MALBORGHETTO Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico viene ribaltato in Me Dea, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Lo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone, l'uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima inutile recita, nell'ultima replica della vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide. Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri


http://www.informaromanord.it/dea http://www.informaromanord.it/dea-variazioni-sul-mito-maurizio-donadoni-nazionale nazionale-teatri-pietra/

Me dea – Variazioni ariazioni sul mito di Maurizio Donadoni. Prima nazionale a Teatri di Pietra Scritto il 27 luglio 2015 da Informaromanord in In evidenza, Spettacoli e cultura

Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico viene ribaltato in Me Dea, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più pi della guerra. Lo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, uccisa, insieme ai figli, da Giasone, l’uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, le, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima inutile recita, nell’ultima replica della vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro,


pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ ME DEA – VARIAZIONE SUL MITO di Maurizio Donadoni con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi scene Miae Kim costumi Annalisa Di Piero foto Gian Marco Chieregato produzione associazione culturale TEATRO DI CASTALIA organizzazione Aurelio Gatti 30 LUGLIO 2015 – ANFITEATRO DI SUTRI tel. whatsapp 327 9473893


http://lanotiziah24.com/2015/07/roma-in-scena-all-arco-di-malborghetto-me-dea http://lanotiziah24.com/2015/07/roma dea-variazione-sulmito/#

Roma, in scena all’ Arco di Malborghetto “Me DEA Variazione sul mito” luglio 28, 2015 • Cultura e Spettacolo, ROMA

Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico viene ribaltato in Me Dea, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Lo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura ris è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone, l’uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figlili nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima inutile recita, nell’ultima replica della


vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide.

ME DEA – VARIAZIONE SUL MITO

di Maurizio Donadoni

con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi

scene Miae Kim costumi Annalisa Di Piero foto Gian Marco Chieregato produzione associazione culturale TEATRO DI CASTALIA organizzazione Aurelio Gatti

30 LUGLIO 2015 – ANFITEATRO DI SUTRI

31 LUGLIO 2015 – AREA ARCHEOLOGICA ARCO DI MALBORGHETTO


http://binrome.com/eventi/il-fantasma-di--medea-moglie-e-madre-vittima-di-un-amore-sbagliato/ sbagliato/

Il fantasma di MeDea, moglie e madre vittima di un amore sbagliato By Leonardo Rossi - lug 28, 2015

Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico c viene ribaltato in Me Dea, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Lo spettacolo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da da Giasone, l’uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente mente passato. Ultima inutile recita, nell’ultima replica della vita per il


falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide.


http://www.globalpress.it/2015/07/29/me http://www.globalpress.it/2015/07/29/me-dea-variazione-sul-mito-nei-teatri-di-pietra-di-sutri-e-arco arco-malborghetto/

ME DEA – VARIAZIONE IAZIONE SUL MITO – NEI TEATRI DI PIETRA DI SUTRI E ARCO MALBORGHETTO

BY VITUS

Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono ono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico viene ribaltato in Me Dea, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Lo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone, l’uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un un patto assoluto, mentre per lui erano


state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima inutile recita, nell’ultima replica della vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide. TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE PRIMA NAZIONALE Compagnia Teatro di Castalia Presenta ME DEA – VARIAZIONE SUL MITO di Maurizio Donadoni con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi scene Miae Kim costumi Annalisa Di Piero foto Gian Marco Chieregato produzione associazione culturale TEATRO DI CASTALIA organizzazione Aurelio Gatti 30 LUGLIO 2015 – ANFITEATRO DI SUTRI 31 LUGLIO 2015 – AREA ARCHEOLOGICA, ARCO DI MALBORGHETTO Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra


Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri 347 2101290 – 338 4030991 segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


http://capranicaedintorni.it/sutri-medea-variazioni-sul-mito-30-luglio-2015/

Sutri: MeDea – variazioni sul mito – 30 luglio 2015 BY CAPRANICAEDINTORNI ON 29 LUGLIO 2015NOTIZIE, SLIDER, SUTRI

All’interno della rassegna “Teatri di Pietra” a Sutri, la Compagnia Teatrale di Castalia presenta:

“ME DEA – VARIAZIONE SUL MITO” di Maurizio Donadoni con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi Da sempre Medea e Giasone hanno rappresentato personaggi chiave che delineano tratti emblematici dell’essere donna e uomo, tanto nell’antichità quanto nel mondo odierno.


Tuttavia, nella prospettiva di questa MeDea, il mito classico viene ribaltato: è Giasone a macchiarsi di uxoricidio e infanticidio, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. La conclusione alla fine evidenzia ancora una volta gli esiti tragici di tante relazioni coniugali: l’amore, a volte, miete più vittime della guerra.

Il ruolo di MeDea e Giasone Medea, vittima illusa dal suo carnefice, tiene fede fino alla fine al suo patto assoluto d’amore. Giasone, uxoricida, uccide moglie e figli guidato da una mera scelta opportunistica di scampare alle circostanze avverse. Ma la storia non si chiude con lo scempio perché Medea torna in scena spettrale, a denunciare la violenza dei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone, dal canto suo, interpreta la sua ultima recita nella vita del falso eroe che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. In questo contesto il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine.

L’allestimento scenico Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide.

Info e prenotazioni: Lo spettacolo avrà inizio alle ore 21.15 presso l’ Anfiteatro Romano di Sutri. Il costo del biglietto è INTERO €12,00; RIDOTTO €10,00 (I biglietti si possono acquistare solo presso la biglietteria dell’Anfiteatro, la stessa sera dello spettacolo).


http://italiaspettacolo.it/8314/8314/

ME DEA – VARIAZIONE SUL MITO CON MARIA ROSARIA OMAGGIO, OMAGGIO, MAURIZIO DONADONI Italia Spettacolo | luglio 30, 2015

PRIMA NAZIONALE Compagnia Teatro di Castalia Presenta

ME DEA – VARIAZIONE SUL MITO di Maurizio Donadoni con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi scene Miae Kim costumi Annalisa Di Piero foto Gian Marco Chieregato produzione associazione culturale TEATRO DI CASTALIA organizzazione Aurelio Gatti


Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico viene ribaltato in Me Dea, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Lo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone, l’uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima inutile recita, nell’ultima replica della vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide. 30 LUGLIO 2015 – ANFITEATRO DI SUTRI 31 LUGLIO 2015 – AREA ARCHEOLOGICA ARCO DI MALBORGHETTO Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni clicca qui Tel. whatsapp 327 9473893


http://www.tusciaup.com/anfiteatro-di-sutri-me-dea-variazioni-sul-mito-prima-nazionale/30879

Anfiteatro di Sutri Me Dea Variazioni sul mito prima nazionale Teatri di Pietra Lazio XVI edizione .Prima nazionale Compagnia Teatro di Castalia presenta ME DEA – VARIAZIONE SUL MITO di Maurizio Donadoni con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi scene Miae Kim costumi Annalisa Di Piero foto Gian Marco Chieregato Quanto tramandato dal mito classico viene ribaltato in Me Dea, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Lo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone, l’uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, monito e


denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima inutile recita, nell’ultima replica della vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide. Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://iltaccodibacco.it/lazio/eventi/137679.html

GiovedĂŹ 30 luglio 2015 Anfiteatro Romano Sutri

Me Dea Variazione Sul Mito TEATRO E DANZA

TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE PRIMA NAZIONALE Compagnia Teatro di Castalia Presenta ME DEA - VARIAZIONE SUL MITO di Maurizio Donadoni con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi scene Miae Kim costumi Annalisa Di Piero foto Gian Marco Chieregato produzione associazione culturale TEATRO DI CASTALIA organizzazione Aurelio Gatti


30 LUGLIO 2015 - ANFITEATRO DI SUTRI 31 LUGLIO 2015 - AREA ARCHEOLOGICA ARCO DI MALBORGHETTO Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico viene ribaltato in Me Dea, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Lo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone, l'uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima inutile recita, nell'ultima replica della vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra


http://www.newtuscia.it/interna.asp?idPag=76888

ARTE E CULTURA 2015

“ME DEA - VARIAZIONE SUL MITO” DI MAURIZIO DONADONI CON MARIA ROSARIA OMAGGIO, MAURIZIO DONADONI E HAL YAMANOUCHI

30/07/2015 : 13:02

(NewTuscia) - SUTRI - «…vano dunque... donna... il sopportare... il patire... piango per la tua miseria... ferita a morte... ah, non più d'armi... parlate... di guerre... non d'eroiche imprese... è l'amore... il pericolo... l'amore... l'impresa più difficile...» Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico viene ribaltato in Me Dea, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Lo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze.


In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone, l'uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima inutile recita, nell'ultima replica della vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide. TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE PRIMA NAZIONALE Compagnia Teatro di Castalia presenta ME DEA - VARIAZIONE SUL MITO di Maurizio Donadoni con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi scene Miae Kim costumi Annalisa Di Piero foto locandina Gian Marco Chieregato foto di scena


Riccardo Spinella produzione associazione culturale TEATRO DI CASTALIA organizzazione Aurelio Gatti 30 LUGLIO 2015 - ANFITEATRO DI SUTRI 31 LUGLIO 2015 - AREA ARCHEOLOGICA ARCO DI MALBORGHETTO Info: Daniela Benassi per Teatro di Castalia info.teatrodicastalia@gmail.com Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Comune di Roma – XV Municipio Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Area Archeologica, Arco di Malborghetto Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 UFFICIO STAMPA Alma Daddario & Nicoletta Chiorri segreteria@eventsandevents.it www.eventsandevents.it


http://www.iltempo.it/roma-capitale/spettacoli/2015/07/30/me-dea-la-tragedia-dell-esistenza-1.1443056 30/07/2015 06:01

«Me Dea», la tragedia dell’esistenza Ha come sottotitolo "Variazione sul mito”, lo spettacolo "Me Dea” di Maurizio Donadoni, protagonista insieme a Maria Rosaria Omaggio e Hal Yamanouchi con scene di Miae Kim, costumi di Annalisa Di...

Roma - Spettacoli

Ha come sottotitolo "Variazione sul mito”, lo spettacolo "Me Dea” di Maurizio Donadoni, protagonista insieme a Maria Rosaria Omaggio e Hal Yamanouchi con scene di Miae Kim, costumi di Annalisa Di Piero, che sarà stasera nella suggestiva cornice di tufo dell’Anfiteatro di Sutri e domani nell’area archeologica romana di Malborghetto. Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico viene qui ribaltato, evidenziando come più esasperati siano oggi i legami di coppia. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Sono proposti due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea tiene fede a se stessa ed è lei a essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone,


l'uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state una mera scelta opportunistica. Medea apparirà spettrale, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone vivrà un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima inutile recita, nell'ultima replica della vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. "Me Dea” è allora metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto a esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. È una forma di teatro essenziale, aspro, realizzato col "keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide. Tiberia De Matteis


http://www.newtuscia.it/interna.asp?idPag=76954 Arte e Cultura

MEDEA VARIAZIONE DI UN MITO IN SCENA A SUTRI CON UNA SUBLIME MARIA ROSARIA OMAGGIO DIRETTA DA UN ECCELLENTE MAURIZIO DONADONI 31/07/2015 : 15:11

(Newtuscia) - SUTRI - Una Medea in scena all'anfiteatro di Sutri appassionata ed emozionante. A renderla tale, a darle vita lei: Maria Rosaria Omaggio. Il passato che si fonde e trae vita nel presente per proiettarsi nel futuro,davanti ad un pubblico entusiasta che applaude un' attrice semplicemente "divina". Diretta da Maurizio Donadoni, attore con lei, la signora Omaggio interpreta una Medea che vibra, che avvolge i presenti tra il tufo dello splendido anfiteatro, perla della Tuscia, in un'opera classica completamente ribaltata, dove l'amore miete più vittime di un bombardamento. Medea uccisa insieme ai suoi figli, combatte e difende fino all'ultimo istante il suo diritto ad esistere. Lei e Giasone un po' l'emblema di quei rapporti esistenziali così avversi e complicati: vittima e carnefice, amore e odio, libertà e prigionia.


Con Maria Rosaria Omaggio, ottimo l'attore e regista Maurizio Donadoni e Hal Yamanouchi per un teatro sicuramente essenziale, scarno di orpelli per interpretare la tragedia dell'esistenza. Laura Ciulli


http://www.libera.tv/pictures/838/teatri-di-pietra-me-dea-uomo-e-donna-fuori-dal-mito.html

TEATRI DI PIETRA: Me Dea, uomo e donna fuori dal mito

Giasone e Medea interpretati dai bravissimi Maurizio Donadoni e Maria Rosaria Omaggio, diventano la coppia/archetipo del conflitto irriducibile tra il maschile e il femminile, nello splendido spettacolo andato in scena il 30 e 31 luglio per la rassegna Teatri di Pietra. di Anna Maria Bruni Finalmente teatro. Splendido testo, bravi gli attori, intelligente regia. Parliamo di “Me dea, variazioni sul mito”, per la regia di Maurizio Donadoni, andato in scena in prima nazionale nel suggestivo scenario dell’Anfiteatro Romano di Sutri il 30 luglio e nel parco dell’Arco di Malborghetto il 31. Un’ora e mezza di confronto serrato senza esclusione di colpi: fra ricostruzione, ricordi, rimozioni e rivendicazioni il duo Giasone/Medea assurge ad archetipo dell’irriducibilità del


conflitto tra maschile e femminile, attraverso un linguaggio così classico da risultare assolutamente moderno. Ma soprattutto vero. Tutto è stato vero in scena: il linguaggio, le azioni, il confronto, i gesti, i personaggi, gli attori. La scena. Scarna, semplice, essenziale, mossa dall’accorta presenza di Hal Yamanouchi, una lunga carriera come attore e doppiatore (sua è la voce narrante dello spettacolo), con la gestualità del mimo intervenuta nei momenti salienti ad evocare le vele dell’Argo che prendono il largo, o il vello d’oro lasciato nelle mani del vento a premonizione dell’incombente sciagura. E quasi sempre agli angoli opposti della scena, ma sempre legati da un “filo rosso”, Giasone e Medea, interpretati con sapiente equilibrio da Maurizio Donadoni e Maria Rosaria Omaggio, e perciò capaci di restituire fino al dettaglio gli opposti profili dell’uomo e della donna. Lui ovvero la vita come gioco, con tutto ciò che significa in termini di mancate promesse, dichiarazioni tanto solenni quanto leggere, irresponsabilità, ipocrisia, come dire il quadro dell’erotismo puro; lei ovvero la vita come impegno, rispetto, dedizione, memoria, tutela della casa e della famiglia in tutto il lignaggio. Lui accecato dal desiderio, che è eterno presente, lei capace di vedere con il terzo occhio, che è l’immanente. Lui bonaccione, lei maga. Anzi strega. Troppo, per lui. “Sei troppo, per me” le parole chiave del dissidio insanabile. Quelle che diventano la scusa e l’alibi che portano a volgere il lui ha bisogno di liberarsi del troppo pesante fardello, che responsabilità, ovvero famiglia, per rifarsi una verginità perché il una giovane, fresca, nuova moglie altolocata lo possa accogliere da cui brillare ancora.

dramma in tragedia, quando porta il nome di impegno, proprio popolo, e soprattutto conferendogli il posto al sole

Ma questa volta l’occasione è mancata perché Giasone, a cui Donadoni nelle vesti di autore attribuisce l’uccisione di Medea e dei figli, riconducendo anche in questo caso all’atto tutti gli atti di femminicidio della nostra epoca, commesso il delitto è ripiegato su se stesso senza più forze, incapace di andare oltre. E questa impotenza diventa ineluttabilmente il riconoscimento che nell’uccidere l’altro si uccide la parte più profonda di sé, quella più insondabile e perciò la più vitale, quella che ci rende capaci di agire. E che si fa invece rivelazione di particolare sensibilità da parte dell’uomo-autore. E’ la resa dei conti. E Medea, sapientemente trattenuta nel ruolo regale dalla brava Maria Rosaria Omaggio, si riscatta sciogliendosi da ogni solennità fino a camminare sul tavolo per snocciolargli tutta la piccineria, che è la sua vera colpa. Ma è tardi, dopo la morte è tardi! Pensi, e invece no, perché quando il filo rosso ti lega, quel conflitto che è vita non può finire mai.

Anna Maria Bruni


http://binrome.com/teatro/medea-che-fa--ancora-paura/

Medea che fa ancora paura By Leonardo Rossi - ago 3, 2015

Ancora una volta Medea torna a far discutere. La mise en scene della tragedia euripidea di Maurizio Donadoni a Malborghetto propone una lettura che va oltre le dinamiche temporali, presentando una parabola interpretativa che vola sui tempi stessi. Questa volta Medea e Giasone sono proiettati dentro un tunnel temporale, al cui inizio c’è una Iolco diversa e sempre uguale, e alla cui fine c’è un soggiorno borghese. È il viaggio che lascia interdetti. Pur restando immobili di fronte all’emergere all’emergere della contraddizione continua, sembra che una sorta di femminismo da ultima frontiera si sia impossessato anche di Medea.


Sembra quasi ancora inaccettabile che Medea, una donna, possa essere pura cattiveria. La verginità spirituale di una donna, nella cultura occidentale, così profondamente intrista di Marianesimo, è un dogma assoluto e la cattiveria di Medea, la sua stupidità di fronte alle conseguenze delle scelte politiche, non sono viste per quello che sono: ottusità, ma per virtù. Allora, se questo femminismo storicizzante, che vede in Medea la vittima a tutti i costi, la donna violentata, la migrante strappata alla sua libertà, per finire aggiogata dagli usi e costumi che lei non capisce, insomma se questo storicismo dinamico impone allo spettatore di vedere in Medea un finale politicizzato femminista e libertario, allora non resta nient’altro da fare che tornare alla Medea originale. Perché inserire Medea dentro una rete di violenze domestiche? Perché condizionare Medea dentro una prospettiva politica migratoria? Forse perché è barbara? Allora ecco la Medea perfetta, migrante, donna, violata. Ma Medea è tutto fuorché una debole: Medea è perfida, sobillatrice, vendicativa. Oltre che migrante di sua sponte. Un buonismo culturale ormai datato ha trasformato la donna assassina in una vittima degli altri, quando, al contrario, la vera carnefice è lei. Maurizio Donadoni, un Giasone imbolsito da una vita passata accanto ad una Medea insopportabile, cerca scampo macchinando l’orrore che poi farà ricadere su di lei; sempre perché migrante e donna, quindi più facilmente accusabile. Medea, una splendida Maria Rosaria Omaggio, ribatte colpo su colpo alle ipocrisie falliche di Giasone, che non rispetta nulla di lei, se non l’utero e la sua utilità. Forse che si voleva trasformare questa tragedia in uno scontro epico? In una rilettura teatrale dello “Scontro delle civilità” di Huntinghton? Sicuramente è andata in parte così. Ma è un climax eterno, dove il frontale non arriva mai. E dove Medea, ancora una volta ne esce vincitrice. Ingiustamente.


http://www.tusciatimes.eu/?p=96898

A SUTRI É DI SCENA LA L A COMMEDIA DANTESCA

SUTRI (Viterbo) – Una Commedia rovesciata. Un viaggio in cui il Paradiso è l’Eden perduto e la selva, di contro, l’unico approdo possibile. Terra oscura e senza diritte vie. Desolata, forse. Ma vera. Reale. Immanente. Un viaggio a ritroso, dunque, lungo dieci canti: tre dal Paradiso, tre dal Purgatorio, tre dall’Inferno più un epilogo, accompagnati nati da musiche originali del regista e autore Paolo Pasquini. Interprete protagonista è Alessio Caruso, nel mezzo di un cammino che riattraversa canti celebri come quelli di Francesca, di Casella o di Beatrice, nell’ottavo cielo, e al contempo dà voce alle all domande radicali poste a Dio dall’invettiva di San Pietro, dall’apostrofe all’Italia e da Capaneo, dannato fra i bestemmiatori. Un percorso umano ritagliato dentro il poema divino. A volte, anche, contro il poema divino, contro Dante, Versus Dante.


“Lontano, per scelta, dal recital di testi antologici, e dunque da una lettura a ‘stazioni liriche’ – afferma il regista – VERSUS assume dalla Commedia la dimensione del viaggio narrativo, talora, specie in passato, relegata invece sullo sfondo, anche da illustri commentatori dell’opera. Compie però, poi, una violazione estrema, rovesciando di segno il significato ideologico portante della Commedia: da Itinerarium mentis in Deum a discesa agli inferi. Ogni assunzione di un testo a pretesto, per dire altro, è operazione in qualche modo parassitaria. Se poi, come accade in questo caso, il testo è il classico per eccellenza della tradizione letteraria, l’abuso non può non dirsi irriverente o presuntuoso. Vero peccato di superbia, direbbe il superbo Dante. Di fronte a simile accusa non vi è davvero possibilità di difendersi. Perché effettivamente ‘altro’ dal testo si voleva dire e si è detto, e altro viaggio, appunto parassitariamente, si è voluto raccontare. Unica attenuante è che, a suggerire, seppur per antifrasi, ma non importa, ciò che si è voluto dire, è stata la stessa altezza poetica e ideologica della Commedia. E che semplicemente per dire ciò che si è detto non c’era e non c’è, per lo stesso autore d’abuso, altra voce più amata di quella dantesca”.


http://binrome.com/eventi/vesus-dante-discesa discesa-nella-commedia-dantesca-a-sutri/

“Vesus Dante”, discesa nella Commedia dantesca a Sutri By Ilsa Mancini - lug 29, 2015

Una Divina Commedia capovolta, un viaggio a ritroso lungo dieci canti, tra il Paradiso, il Purgatorio e l’Inferno. Sabato 1 agosto, all’Anfiteatro di Sutri (via Cassia, direzione direzion Viterbo), alle ore 21.15, va in scena “Versus “ Dante”,, discesa nella Commedia dantesca. Ideato da Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzione Associate, lo spettacolo rientra nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra.


Versus Dante – immagine (Alessio Causo) Nel mezzo di un cammino, lungo e tortuoso, ecco il protagonista Alessio Caruso che, accompagnato dalle musiche originali del regista e autore Paolo Pasquini, riattraversa canti celebri come quelli di Francesca, di Casella o di Beatrice, nell’ottavo cielo, e al contempo dà voce alle domande radicali poste a Dio dall’invettiva di San Pietro, dall’apostrofe all’Italia e da Capaneo, dannato fra i bestemmiatori. Versus Dante è anche questo: un viaggio in cui il Paradiso è l’Eden perduto e la selva, di contro, l’unico approdo possibile. Una terra oscura e senza diritte vie, desolata, ma terribilmente reale ed immanente. “Lontano, per scelta, dal recital di testi antologici, e dunque da una lettura a ‘stazioni liriche’ – afferma il regista – Versus Dante assume dalla Commedia la dimensione del viaggio narrativo, talora, specie in passato, relegata invece sullo sfondo, anche da illustri commentatori dell’opera. Compie però, poi, una violazione estrema, rovesciando di segno il significato ideologico portante della Commedia: da Itinerarium mentis in Deum a discesa agli inferi. Ogni assunzione di un testo a pre-testo, per dire altro, è operazione in qualche modo parassitaria. Se poi, come accade in questo caso, il testo è il classico per eccellenza della tradizione letteraria, l’abuso non può non dirsi irriverente o presuntuoso. Vero peccato di superbia, direbbe il superbo Dante”. Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 947389


http://www.momentosera.it/articolo.php?id=31761

VERSUS DANTE, discesa nella Commedia dantesca - Sabato 1 Agosto all'Anfiteatro di Sutri (VT) Una Commedia rovesciata. Un viaggio in cui il Paradiso è l’Eden perduto e la selva, di contro, l’unico approdo possibile. Terra oscura e senza diritte vie. Desolata, forse. Ma vera. Reale. Immanente. Un viaggio a ritroso, dunque, lungo dieci canti: tre dal Paradiso, tre dal Purgatorio, tre dall’Inferno più un epilogo, accompagnati da musiche originali del regista e autore Paolo Pasquini. Interprete protagonista è Alessio Caruso, nel mezzo di un cammino che riattraversa canti celebri come quelli di Francesca, di Casella o di Beatrice, nell’ottavo cielo, e al contempo dà voce alle domande radicali poste a Dio dall’invettiva di San Pietro, dall’apostrofe all’Italia e da Capaneo, dannato fra i bestemmiatori. Un percorso umano ritagliato dentro il poema divino. A volte, anche, contro il poema divino, contro Dante, Versus Dante. “Lontano, per scelta, dal recital di testi antologici, e dunque da una lettura a ‘stazioni liriche’ – afferma il regista - VERSUS assume dalla Commedia la dimensione del viaggio narrativo, talora, specie in passato, relegata invece sullo sfondo, anche da illustri commentatori dell’opera. Compie però, poi, una violazione estrema, rovesciando di segno il significato ideologico portante della Commedia: da Itinerarium mentis in Deum a discesa agli inferi. Ogni assunzione di un testo a pre-testo, per dire altro, è operazione in qualche modo parassitaria. Se poi, come accade in questo caso, il testo è il classico per eccellenza della tradizione letteraria, l’abuso non può non dirsi irriverente o presuntuoso. Vero peccato di superbia, direbbe il superbo Dante. Di fronte a simile accusa non vi è davvero possibilità di difendersi. Perché effettivamente ‘altro’ dal testo si voleva dire e si è detto, e altro viaggio, appunto parassitariamente, si è voluto raccontare. Unica attenuante è che, a suggerire, seppur per antifrasi, ma non importa, ciò che si è voluto dire, è stata la stessa altezza poetica e ideologica della Commedia. E che semplicemente per dire ciò che si è detto non c’era e non c’è, per lo stesso autore d’abuso, altra voce più amata di quella dantesca”. XVI EDIZIONE SABATO 1 AGOSTO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Presenta Versus Dante discesa nella Commedia dantesca con Alessio Caruso, Federica Di Marco, Angelo Galdi, Eleonora Lausdei, Francesco Pascucci luci Stefano Stacchini costumi Bice Minori mix audio Audioservice organizzazione Teresa Rizzo musiche e regia Paolo Pasquini


Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://www.globalpress.it/2015/07/29/versus http://www.globalpress.it/2015/07/29/versus-dante-discesa-nella-commedia-dantesca-nel-magico magico-anfiteatro-di-sutri/

“VERSUS DANTE” DISCESA NELLA COMMEDIA DANTESCA NEL MAGICO ANFITEATRO DI SUTRI

BY VITUS

SUTRI – Una Commedia rovesciata. Un viaggio in cui il Paradiso è l’Eden perduto e la selva, di contro, l’unico approdo possibile. Terra oscura e senza diritte vie. Desolata, forse. Ma vera. Reale. Immanente. Un viaggio a ritroso, dunque, lungo dieci canti: tre dal Paradiso, tre dal Purgatorio, tre dall’Inferno più un epilogo, accompagnati da musiche originali del regista e autore Paolo Pasquini. Interprete protagonista è Alessio Caruso, nel mezzo di un cammino che riattraversa canti celebri come quelli di Francesca, di Casella o di Beatrice, nell’ottavo cielo, e al contempo dà voce alle domande radicali radicali poste a Dio dall’invettiva di San Pietro, dall’apostrofe all’Italia e da Capaneo, dannato fra i bestemmiatori. Un percorso umano ritagliato dentro il poema divino. A volte, anche, contro il poema divino, contro Dante, Versus Dante. “Lontano, per scelta,, dal recital di testi antologici, e dunque da una lettura a ‘stazioni liriche’ – afferma il regista – VERSUS assume dalla Commedia la dimensione del viaggio narrativo, talora, specie in passato, relegata invece sullo sfondo, anche da illustri commentatori dell’opera. Compie però, poi, una violazione estrema, rovesciando di segno


il significato ideologico portante della Commedia: da Itinerarium mentis in Deum a discesa agli inferi. Ogni assunzione di un testo a pre-testo, per dire altro, è operazione in qualche modo parassitaria. Se poi, come accade in questo caso, il testo è il classico per eccellenza della tradizione letteraria, l’abuso non può non dirsi irriverente o presuntuoso. Vero peccato di superbia, direbbe il superbo Dante. Di fronte a simile accusa non vi è davvero possibilità di difendersi. Perché effettivamente ‘altro’ dal testo si voleva dire e si è detto, e altro viaggio, appunto parassitariamente, si è voluto raccontare. Unica attenuante è che, a suggerire, seppur per antifrasi, ma non importa, ciò che si è voluto dire, è stata la stessa altezza poetica e ideologica della Commedia. E che semplicemente per dire ciò che si è detto non c’era e non c’è, per lo stesso autore d’abuso, altra voce più amata di quella dantesca”. XVI EDIZIONE SABATO 1 AGOSTO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Presenta VERSUS DANTE DISCESA NELLA COMMEDIA DANTESCA con Alessio Caruso Federica Di Marco, Angelo Galdi, Eleonora Lausdei, Francesco Pascucci luci Stefano Stacchini costumi Bice Minori mix audio Audioservice organizzazione Teresa Rizzo musiche e regia Paolo Pasquini

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra


http://eventiculturalimagazine.com/2015/07/29/versus-dante/

Versus Dante Una Commedia rovesciata. Un viaggio in cui il Paradiso è l’Eden perduto e la selva, di contro, l’unico approdo possibile. Terra oscura e senza diritte vie. Desolata, forse. Ma vera. Reale. Immanente. Un viaggio a ritroso, dunque, lungo dieci canti: tre dal Paradiso, tre dal Purgatorio, tre dall’Infernopiù un epilogo, accompagnati da musiche originali del regista e autore Paolo Pasquini. Interprete protagonista è Alessio Caruso, nel mezzo di un cammino che riattraversa canti celebri come quelli di Francesca, di Casella o di Beatrice, nell’ottavo cielo, e al contempo dà voce alle domande radicali poste a Dio dall’invettiva di San Pietro, dall’apostrofe all’Italia e da Capaneo, dannato fra i bestemmiatori. Un percorso umano ritagliato dentro il poema divino. A volte, anche, contro il poema divino, contro Dante, Versus Dante. “Lontano, per scelta, dal recital di testi antologici, e dunque da una lettura a ‘stazioni liriche’ – afferma il regista – Versus assume dalla Commedia la dimensione del viaggio narrativo, talora, specie in passato, relegata invece sullo sfondo, anche da illustri commentatori dell’opera. Compie però, poi, una violazione estrema, rovesciando di segno il significato ideologico portante della Commedia: da Itinerarium mentis in Deum a discesa agli inferi. Ogni assunzione di un testo a pretesto, per dire altro, è operazione in qualche modo parassitaria. Se poi, come accade in questo caso, il testo è il classico per eccellenza della tradizione letteraria, l’abuso non può non dirsi irriverente o presuntuoso. Vero peccato di superbia, direbbe il superbo Dante. Di fronte a simile accusa non vi è davvero possibilità di difendersi. Perché effettivamente ‘altro’ dal testo si voleva dire e si è detto, e altro viaggio, appunto parassitariamente, si è voluto raccontare. Unica attenuante è che, a suggerire,seppur per antifrasi, ma non importa, ciò che si è voluto dire, è stata la stessa altezza poetica e ideologica della Commedia. E che semplicemente per dire ciò che si è detto non c’era e non c’è, per lo stesso autore d’abuso, altra voce più amata di quella dantesca”.

XVI EDIZIONE SABATO 1 AGOSTO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Presenta


discesa nella Commedia dantesca con Alessio Caruso Federica Di Marco, Angelo Galdi, Eleonora Lausdei, Francesco Pascucci luci Stefano Stacchini costumi Bice Minori mix audio Audioservice organizzazione Teresa Rizzo musiche e regia Paolo Pasquini Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra


http://www.ezrome.it/notizie/comunicati/5122-versus-dante-all-anfiteatro-di-sutri

"Versus Dante" all'Anfiteatro di Sutri Categoria Principale: Notizie SABATO 1 AGOSTO 2015 all'ANFITEATRO DI SUTRI "Versus Dante" discesa nella Commedia dantesca con Alessio Caruso, Federica Di Marco, Angelo Galdi, Eleonora Lausdei, Francesco Pascucci luci Stefano Stacchini costumi Bice Minori mix audio Audioservice organizzazione Teresa Rizzo musiche e regia Paolo Pasquini Una Commedia rovesciata. Un viaggio in cui il Paradiso è l’Eden perduto e la selva, di contro, l’unico approdo possibile. Terra oscura e senza diritte vie. Desolata, forse. Ma vera. Reale. Immanente. Un viaggio a ritroso, dunque, lungo dieci canti: tre dal Paradiso, tre dal Purgatorio, tre dall’Inferno più un epilogo, accompagnati da musiche originali del regista e autore Paolo Pasquini. Interprete protagonista è Alessio Caruso, nel mezzo di un cammino che riattraversa canti celebri come quelli di Francesca, di Casella o di Beatrice, nell’ottavo cielo, e al contempo dà voce alle domande radicali poste a Dio dall’invettiva di San Pietro, dall’apostrofe all’Italia e da Capaneo, dannato fra i bestemmiatori. Un percorso umano ritagliato dentro il poema divino. A volte, anche, contro il poema divino, contro Dante, Versus Dante. “Lontano, per scelta, dal recital di testi antologici, e dunque da una lettura a ‘stazioni liriche’ – afferma il regista - Versus assume dalla Commedia la dimensione del viaggio narrativo, talora, specie in passato, relegata invece sullo sfondo, anche da illustri commentatori dell’opera. Compie però, poi, una violazione estrema, rovesciando di segno il significato ideologico portante della Commedia: da Itinerarium mentis in Deum a discesa agli inferi. Ogni assunzione di un testo a pre-testo, per dire altro, è operazione in qualche modo parassitaria. Se poi, come accade in questo caso, il testo è il classico per eccellenza della tradizione letteraria, l’abuso non può non dirsi irriverente o presuntuoso. Vero peccato di superbia, direbbe il superbo Dante. Di fronte a simile accusa non vi è davvero possibilità di difendersi. Perché effettivamente ‘altro’ dal testo si voleva dire e si è detto, e altro viaggio, appunto parassitariamente, si è voluto raccontare. Unica attenuante è che, a suggerire, seppur per antifrasi, ma non importa, ciò che si è voluto dire, è stata la stessa altezza poetica e ideologica della Commedia. E che semplicemente per dire ciò che si è detto non c’era e non c’è, per lo stesso autore d’abuso, altra voce più amata di quella dantesca”. ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo)


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VERSUS DANTE: DISCESA DISCESA NELLA COMMEDIA DANTESCA JULY 28, 2015 HAUKR LEAVE A COMMENT

28 Luglio 2015

XVI EDIZIONE SABATO 1 AGOSTO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Presenta Versus Dante discesa nella Commedia dantesca

Foto di Alessio Caruso

con Alessio Caruso Federica Di Marco, Angelo Galdi, Eleonora Lausdei, Francesco Pascucci luci Stefano Stacchini


costumi Bice Minori mix audio Audioservice organizzazione Teresa Rizzo musiche e regia Paolo Pasquini

Foto di Paolo Pasquini

Una Commedia rovesciata. Un viaggio in cui il Paradiso è l’Eden perduto e la selva, di contro, l’unico approdo possibile. Terra oscura e senza diritte vie. Desolata, forse. Ma vera. Reale. Immanente. Un viaggio a ritroso, dunque, lungo dieci canti: tre dal Paradiso, tre dal Purgatorio, tre dall’Inferno più un epilogo, accompagnati da musiche originali del regista e autore Paolo Pasquini. Interprete protagonista è Alessio Caruso, nel mezzo di un cammino che riattraversa canti celebri come quelli di Francesca, di Casella o di Beatrice, nell’ottavo cielo, e al contempo dà voce alle domande radicali poste a Dio dall’invettiva di San Pietro, dall’apostrofe all’Italia e da Capaneo, dannato fra i bestemmiatori. Un percorso umano ritagliato dentro il poema divino. A volte, anche, contro il poema divino, contro Dante,Versus Dante. “Lontano, per scelta, dal recital di testi antologici, e dunque da una lettura a ‘stazioni liriche’ – afferma il regista – Versusassume dalla Commedia la dimensione del viaggio narrativo, talora, specie in passato, relegata invece sullo sfondo, anche da illustri commentatori dell’opera. Compie però, poi, una violazione estrema, rovesciando di segno il significato ideologico portante della Commedia: da Itinerarium mentis in Deum a discesa agli inferi. Ogni assunzione di un testo a pretesto, per dire altro, è operazione in qualche modo parassitaria. Se poi, come accade in questo caso, il testo è il classico per eccellenza della tradizione letteraria, l’abuso non può non dirsi irriverente o presuntuoso. Vero peccato di superbia, direbbe il superbo Dante. Di fronte a simile accusa non vi è davvero possibilità di difendersi. Perché effettivamente ‘altro’ dal testo si voleva dire e si è detto, e altro viaggio, appunto parassitariamente, si è voluto raccontare. Unica attenuante è che, a suggerire, seppur per antifrasi, ma non importa, ciò che si è voluto dire, è stata la stessa altezza poetica e ideologica della Commedia. E che semplicemente per dire ciò che si è detto non c’era e non c’è, per lo stesso autore d’abuso, altra voce più amata di quella dantesca”. Testo e immagini da Ufficio Stampa D&C


http://laplatea.it/index.php/teatro/spettacoli/872-versus-dante-sabato-1-agosto-2015-al-teatro-disutri.html Versus Dante, sabato 1 agosto 2015 al teatro di Sutri Scritto da Redazione

Una Commedia rovesciata. Un viaggio in cui il Paradiso è l’Eden perduto e la selva, di contro, l’unico approdo possibile. Terra oscura e senza diritte vie. Desolata, forse. Ma vera. Reale. Immanente. Un viaggio a ritroso, dunque, lungo dieci canti: tre dal Paradiso, tre dal Purgatorio, tre dall’Inferno più un epilogo, accompagnati da musiche originali del regista e autore Paolo Pasquini. Interprete protagonista è Alessio Caruso, nel mezzo di un cammino che riattraversa canti celebri come quelli di Francesca, di Casella o di Beatrice, nell’ottavo cielo, e al contempo dà voce alle domande radicali poste a Dio dall’invettiva di San Pietro, dall’apostrofe all’Italia e da Capaneo, dannato fra i bestemmiatori. Un percorso umano ritagliato dentro il poema divino. A volte, anche, contro il poema divino, contro Dante, Versus Dante.

“Lontano, per scelta, dal recital di testi antologici, e dunque da una lettura a ‘stazioni liriche’ – afferma il regista - Versus assume dalla Commedia la dimensione del viaggio narrativo, talora, specie in passato, relegata invece sullo sfondo, anche da illustri commentatori dell’opera. Compie però, poi, una violazione estrema, rovesciando di segno il significato ideologico portante della Commedia: da Itinerarium mentis in


Deum a discesa agli inferi. Ogni assunzione di un testo a pre-testo, per dire altro, è operazione in qualche modo parassitaria. Se poi, come accade in questo caso, il testo è il classico per eccellenza della tradizione letteraria, l’abuso non può non dirsi irriverente o presuntuoso. Vero peccato di superbia, direbbe il superbo Dante. Di fronte a simile accusa non vi è davvero possibilità di difendersi. Perché effettivamente ‘altro’ dal testo si voleva dire e si è detto, e altro viaggio, appunto parassitariamente, si è voluto raccontare. Unica attenuante è che, a suggerire, seppur per antifrasi, ma non importa, ciò che si è voluto dire, è stata la stessa altezza poetica e ideologica della Commedia. E che semplicemente per dire ciò che si è detto non c’era e non c’è, per lo stesso autore d’abuso, altra voce più amata di quella dantesca”. redazione

30 luglio 2015 informazioni con Alessio Caruso Federica Di Marco, Angelo Galdi, Eleonora Lausdei, Francesco Pascucci luci Stefano Stacchini costumi Bice Minori mix audio Audioservice organizzazione Teresa Rizzo musiche e regia Paolo Pasquini Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://italiaspettacolo.it/8310/versus--dante-sabato-1-agosto-2015-anfiteatro-di-sutri/

VERSUS DANTE – SABATO 1 AGOSTO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Italia Spettacolo | luglio 30, 2015

XVI EDIZIONE Presenta

Versus Dante discesa nella Commedia dantesca con Alessio Caruso Federica Di Marco, Marco Angelo Galdi, Eleonora Lausdei, Francesco Pascucci luci Stefano Stacchini costumi Bice Minori mix audio Audioservice organizzazione Teresa Rizzo musiche e regia Paolo Pasquini


Una Commedia rovesciata. Un viaggio in cui il Paradiso è l’Eden perduto e laselva, di contro, l’unico approdo possibile. Terra oscura e senza diritte vie. Desolata, forse. Ma vera. Reale. Immanente. Un viaggio a ritroso, dunque, lungo dieci canti: tre dal Paradiso, tre dalPurgatorio, tre dall’Inferno più un epilogo, accompagnati da musiche originali del regista e autore Paolo Pasquini. Interprete protagonista è Alessio Caruso, nel mezzo di un cammino che riattraversa canti celebri come quelli di Francesca, di Casella o di Beatrice, nell’ottavo cielo, e al contempo dà voce alle domande radicali poste a Dio dall’invettiva di San Pietro, dall’apostrofe all’Italia e da Capaneo, dannato fra i bestemmiatori. Un percorso umano ritagliato dentro il poema divino. A volte, anche, contro il poema divino, contro Dante, Versus Dante. “Lontano, per scelta, dal recital di testi antologici, e dunque da una lettura a ‘stazioni liriche’ – afferma il regista – Versus assume dalla Commedia la dimensione del viaggio narrativo, talora, specie in passato, relegata invece sullo sfondo, anche da illustri commentatori dell’opera. Compie però, poi, una violazione estrema, rovesciando di segno il significato ideologico portante della Commedia: da Itinerarium mentis in Deum a discesa agli inferi. Ogni assunzione di un testo a pre-testo, per dire altro, è operazione in qualche modo parassitaria. Se poi, come accade in questo caso, il testo è il classico per eccellenza della tradizione letteraria, l’abuso non può non dirsi irriverente o presuntuoso. Vero peccato di superbia, direbbe il superbo Dante. Di fronte a simile accusa non vi è davvero possibilità di difendersi. Perché effettivamente ‘altro’ dal testo si voleva dire e si è detto, e altro viaggio, appunto parassitariamente, si è voluto raccontare. Unica attenuante è che, a suggerire, seppur per antifrasi, ma non importa, ciò che si è voluto dire, è stata la stessa altezza poetica e ideologica della Commedia. E che semplicemente per dire ciò che si è detto non c’era e non c’è, per lo stesso autore d’abuso, altra voce più amata di quella dantesca”. SABATO 1 AGOSTO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo)


http://www.tusciaup.com/anfiteatro-sutri-versus-dante-discesa-nella-commedia-dantesca/30971

Sutri: Versus Dante. Discesa nella Commedia dantesca Teatri di Pietra Lazio alla sedicesima edizione presenta nel magnifico scenario dell’Anfiteatro di Sutri una Commedia rovesciata. Un viaggio in cui il Paradiso è l’Eden perduto e la selva, di contro, l’unico approdo possibile. Terra oscura e senza diritte vie. Desolata, forse. Ma vera. Reale. Immanente. Un viaggio a ritroso, dunque, lungo dieci canti: tre dal Paradiso, tre dal Purgatorio, tre dall’Inferno più un epilogo, accompagnati da musiche originali del regista e autore Paolo Pasquini. Interprete protagonista è Alessio Caruso, nel mezzo di un cammino che riattraversa canti celebri come quelli di Francesca, di Casella o di Beatrice, nell’ottavo cielo, e al contempo dà voce alle domande radicali poste a Dio dall’invettiva di San Pietro, dall’apostrofe all’Italia e da Capaneo, dannato fra i bestemmiatori. Un percorso umano ritagliato dentro il poema divino. A volte, anche, contro il poema divino, contro Dante, Versus Dante. “Lontano, per scelta, dal recital di testi antologici, e dunque da una lettura a ‘stazioni liriche’ – afferma il regista – VERSUS assume dalla Commedia la dimensione del viaggio narrativo, talora, specie in passato, relegata invece sullo sfondo, anche da illustri commentatori dell’opera. Compie però, poi, una violazione estrema, rovesciando di segno il significato ideologico portante della Commedia: da Itinerarium mentis in Deum a discesa agli inferi. Ogni


assunzione di un testo a pre-testo, per dire altro, è operazione in qualche modo parassitaria. Se poi, come accade in questo caso, il testo è il classico per eccellenza della tradizione letteraria, l’abuso non può non dirsi irriverente o presuntuoso. Vero peccato di superbia, direbbe il superbo Dante. Di fronte a simile accusa non vi è davvero possibilità di difendersi. Perché effettivamente ‘altro’ dal testo si voleva dire e si è detto, e altro viaggio, appunto parassitariamente, si è voluto raccontare. Unica attenuante è che, a suggerire, seppur per antifrasi, ma non importa, ciò che si è voluto dire, è stata la stessa altezza poetica e ideologica della Commedia. E che semplicemente per dire ciò che si è detto non c’era e non c’è, per lo stesso autore d’abuso, altra voce più amata di quella dantesca”. Con Alessio Caruso Federica Di Marco, Angelo Galdi, Eleonora Lausdei, Francesco Pascucci luci Stefano Stacchini costumi Bice Minori mix audio Audioservice organizzazione Teresa Rizzo musiche e regia Paolo Pasquini info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


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teatro: all'Anfiteatro di Sutri

"Versus Dante"

XVI edizione sabato 1 agosto 2015 Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Versus Dante discesa nella Commedia dantesca con Alessio Caruso Federica Di Marco, Angelo Galdi, Eleonora Lausdei, Francesco Pascucci luci Stefano Stacchini costumi Bice Minori mix audio Audioservice organizzazione Teresa Rizzo musiche e regia Paolo Pasquini Una Commedia rovesciata. Un viaggio in cui il Paradiso è l’Eden perduto e la selva, di contro, l’unico approdo possibile. Terra oscura e senza diritte vie. Desolata, forse. Ma vera. Reale. Immanente. Un viaggio a ritroso, dunque, lungo dieci canti: tre dal Paradiso, tre dal Purgatorio, tre dall’Inferno più un epilogo, accompagnati da musiche originali del regista e autore Paolo Pasquini. Interprete protagonista è Alessio Caruso, nel mezzo di un cammino che riattraversa canti celebri come quelli di Francesca, di Casella o di Beatrice, nell’ottavo cielo, e al contempo dà voce alle domande radicali poste a Dio dall’invettiva di San Pietro, dall’apostrofe all’Italia e da Capaneo, dannato fra i bestemmiatori. Un percorso umano ritagliato dentro il poema divino. A volte, anche, contro il poema divino, contro Dante, Versus Dante. “Lontano, per scelta, dal recital di testi antologici, e dunque da una lettura a ‘stazioni liriche’ – afferma il regista VERSUS assume dalla Commedia la dimensione del viaggio narrativo, talora, specie in passato, relegata invece sullo sfondo, anche da illustri commentatori dell’opera. Compie però, poi, una violazione estrema, rovesciando di segno il significato ideologico portante della Commedia: da Itinerarium mentis in Deum a discesa agli inferi. Ogni assunzione di un testo a pre-testo, per dire altro, è operazione in qualche modo parassitaria. Se poi, come accade in questo caso, il testo è il classico per eccellenza della tradizione letteraria, l’abuso non può non dirsi irriverente o presuntuoso. Vero peccato di superbia, direbbe il superbo Dante. Di fronte a simile accusa non vi è davvero possibilità di difendersi. Perché effettivamente ‘altro’ dal testo si voleva dire e si è detto, e altro viaggio, appunto parassitariamente, si è voluto raccontare. Unica attenuante è che, a suggerire, seppur per antifrasi, ma non importa, ciò che si è voluto dire, è stata la stessa altezza poetica e ideologica della Commedia. E che semplicemente per dire ciò che si è detto non c’era e non c’è, per lo stesso autore d’abuso, altra voce più amata di quella dantesca”. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893 articolo pubblicato il: 30/07/2015


http://www.romanotizie.it/versus-dante dante-discesa-nella-commedia-dantesca-all-anfiteatro anfiteatro-di-sutri.html

VERSUS DANTE, DISCESA NELLA COMMEDIA DANTESCA ALL’ANFITEATRO DI SUTRI Comunicato stampa - editor: M.C.G. | Data di pubblicazione 31 luglio 2015

SABATO 1 AGOSTO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Versus Dante discesa nella Commedia dantesca con Alessio Caruso Federica Di Marco, Angelo Galdi, Eleonora Lausdei, Francesco Pascucci luci Stefano Stacchini costumi Bice Minori mix audio Audioservice organizzazione Teresa Rizzo musiche e regia Paolo Pasquini Una Commedia rovesciata. Un viaggio in cui il Paradiso è l’Eden perduto e la selva, di contro, l’unico approdo possibile. Terra oscura e senza diritte vie. Desolata, forse. Ma vera. Reale. Immanente.


Un viaggio a ritroso, dunque, lungo dieci canti: tre dal Paradiso, tre dal Purgatorio, tre dall’Inferno più un epilogo, accompagnati da musiche originali del regista e autore Paolo Pasquini. Interprete protagonista è Alessio Caruso, nel mezzo di un cammino che riattraversa canti celebri come quelli di Francesca, di Casella o di Beatrice, nell’ottavo cielo, e al contempo dà voce alle domande radicali poste a Dio dall’invettiva di San Pietro, dall’apostrofe all’Italia e da Capaneo, dannato fra i bestemmiatori. Un percorso umano ritagliato dentro il poema divino. A volte, anche, contro il poema divino, contro Dante, Versus Dante. “Lontano, per scelta, dal recital di testi antologici, e dunque da una lettura a ‘stazioni liriche’ – afferma il regista - VERSUS assume dalla Commedia la dimensione del viaggio narrativo, talora, specie in passato, relegata invece sullo sfondo, anche da illustri commentatori dell’opera. Compie però, poi, una violazione estrema, rovesciando di segno il significato ideologico portante della Commedia: da Itinerarium mentis in Deum a discesa agli inferi. Ogni assunzione di un testo a pretesto, per dire altro, è operazione in qualche modo parassitaria. Se poi, come accade in questo caso, il testo è il classico per eccellenza della tradizione letteraria, l’abuso non può non dirsi irriverente o presuntuoso. Vero peccato di superbia, direbbe il superbo Dante. Di fronte a simile accusa non vi è davvero possibilità di difendersi. Perché effettivamente ‘altro’ dal testo si voleva dire e si è detto, e altro viaggio, appunto parassitariamente, si è voluto raccontare. Unica attenuante è che, a suggerire, seppur per antifrasi, ma non importa, ciò che si è voluto dire, è stata la stessa altezza poetica e ideologica della Commedia. E che semplicemente per dire ciò che si è detto non c’era e non c’è, per lo stesso autore d’abuso, altra voce più amata di quella dantesca”. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale deiTeatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online


https://cultura.gaiaitalia.com/2015/07/teatri-di-pietra-presenta-versus-dante-discesa-nella-commediadantesca-inscena-il-1-agosto/

Teatri di Pietra presenta, Versus Dante discesa nella Commedia dantesca #Inscena il 1° agosto inShare

di Gaiaitalia.com

Una Commedia rovesciata. Un viaggio in cui il Paradiso è l’Eden perduto e la selva, di contro, l’unico approdo possibile. Terra oscura e senza diritte vie. Desolata, forse. Ma vera. Reale. Immanente. Un viaggio a ritroso, dunque, lungo dieci canti: tre dal Paradiso, tre dal Purgatorio, tre dall’Inferno più un epilogo, accompagnati da musiche originali del regista e autore Paolo Pasquini. Interprete protagonista è Alessio Caruso, nel mezzo di un cammino che riattraversa canti celebri come quelli di Francesca, di Casella o di Beatrice, nell’ottavo cielo, e al contempo dà voce alle domande radicali poste a Dio dall’invettiva di San Pietro, dall’apostrofe all’Italia e da Capaneo, dannato fra i bestemmiatori. Un percorso umano ritagliato dentro il poema divino. A volte, anche, contro il poema divino, contro Dante, Versus Dante. “Lontano, per scelta, dal recital di testi antologici, e dunque da una lettura a ‘stazioni liriche’ – afferma il regista – Versus assume dalla Commedia la dimensione del viaggio narrativo, talora, specie in passato,

relegata invece sullo sfondo, anche da illustri commentatori dell’opera. Compie però, poi, una violazione estrema, rovesciando di segno il significato ideologico portante della Commedia: da Itinerarium mentis in


Deum a discesa agli inferi. Ogni assunzione di un testo a pre-testo, per dire altro, è operazione in qualche modo parassitaria. Se poi, come accade in questo caso, il testo è il classico per eccellenza della tradizione letteraria, l’abuso non può non dirsi irriverente o presuntuoso. Vero peccato di superbia, direbbe il superbo Dante. Di fronte a simile accusa non vi è davvero possibilità di difendersi. Perché effettivamente ‘altro’ dal testo si voleva dire e si è detto, e altro viaggio, appunto parassitariamente, si è voluto raccontare. Unica attenuante è che, a suggerire, seppur per antifrasi, ma non importa, ciò che si è voluto dire, è stata la stessa altezza poetica e ideologica della Commedia. E che semplicemente per dire ciò che si è detto non c’era e non c’è, per lo stesso autore d’abuso, altra voce più amata di quella dantesca”.


http://www.momentosera.it/articolo.php?id=31797

Dante Symphonìa forme d'acqua nella Commedia - Ultimo appuntamento della rassegna Teatri di Pietra Lazio - 2 Agosto2015 - Anfiteatro di Sutri (VT) Nel 750° anniversario della nascita di Dante, il Festival Dantesco ƒ{ Concorso Nazionale per giovani interpreti della Commedia, patrocinato dalla Società Dante Alighieri e realizzato in collaborazione con l’Accademia della Crusca e Loescher Editore ƒ{ propone DANTE symphonìa, ultima rielaborazione della lettura/concerto in dieci scene di Paolo Pasquini già presentata più volte in Italia e all’estero: Ankara, Avellino, Bologna, Forlì, Lyon, Marseille, Mende, Pisa, Roma, Strasbourg, Toulon. Il regista affida questa nuova versione dell’opera ai dieci migliori giovani artisti premiati nelle cinque edizioni del Festival Dantesco (2010-2015). Saranno dunque sette attori e tre musicisti, tra i 19 e i 23 anni, a ripercorrere il viaggio vocale e musicale all’interno della Commedia dantesca, lungo l’elemento acqua e le sue metamorfosi, in un itinerario di progressivo disgelamento: dal ghiaccio dei traditori, e di Ugolino, attraverso la pioggia di Ciacco e il mare di Ulisse, fino alla rugiada della spiaggia del Purgatorio, ai fiumi salvifici del Letè e dell’Eünoè, e alla neve che al sol si «disigilla» dell’ultimo Canto del Paradiso. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra XVI EDIZIONE DOMENICA 2 AGOSTO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Festival Dantesco DANTE SYMPHONIA Forme d’acqua nella Commedia Drammaturgia e regia Paolo Pasquini con Dario Caccuri, Agnese Ciaffei, Eleonora Lausdei, Matteo Lucchini, Elena Ferrantini, Arianna Serrao, Cristina Ugolini Musica dal vivo Andrea Di Renzi, Luca La Verde, Enrico Truffi TEATRI DI PIETRA LAZIO Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri


http://italiaspettacolo.it/8342/dante http://italiaspettacolo.it/8342/dante-symphonia-forme-dacqua-nella-comm commedia/

DANTE SYMPHONIA FORME FORM D’ACQUA NELLA COMMEDIA COMMED Italia Spettacolo | luglio 31, 2015

DOMENICA 2 AGOSTO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Festival Dantesco DANTE SYMPHONIA Forme d’acqua nella Commedia Drammaturgia e regia Paolo Pasquini con Dario Caccuri, Agnese Ciaffei, Eleonora Lausdei, Matteo Lucchini, Elena Ferrantini, Arianna Serrao, Cristina Ugolini Musica dal vivo Andrea Di Renzi, Luca La Verde, Enrico Truffi


Nel 750° anniversario della nascita di Dante, il Festival Dantesco – Concorso Nazionale per giovani interpreti della Commedia, patrocinato dalla Società Dante Alighieri e realizzato in collaborazione con l’Accademia della Crusca e Loescher Editore – propone DANTE symphonìa, ultima rielaborazione della lettura/concerto in dieci scene di Paolo Pasquini già presentata più volte in Italia e all’estero: Ankara, Avellino, Bologna, Forlì, Lyon, Marseille, Mende, Pisa, Roma, Strasbourg, Toulon. Il regista affida questa nuova versione dell’opera ai dieci migliori giovani artisti premiati nelle cinque edizioni del Festival Dantesco (2010-2015). Saranno dunque sette attori e tre musicisti, tra i 19 e i 23 anni, a ripercorrere il viaggio vocale e musicale all’interno della Commedia dantesca, lungo l’elemento acqua e le sue metamorfosi, in un itinerario di progressivo disgelamento: dal ghiaccio dei traditori, e di Ugolino, attraverso la pioggia di Ciacco e il mare di Ulisse, fino alla rugiada della spiaggia del Purgatorio, ai fiumi salvifici del Letè e dell’Eünoè, e alla neve che al sol si «disigilla» dell’ultimo Canto del Paradiso. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ Tel: whatsapp 327 9473893


http://www.vocespettacolo.com/2015/07/30/dante-symphonia-forme-dacqua-nella-commedia/

Dante Symphonìa forme d’acqua nella Commedia luglio 30, 2015 Walter NicolettiTheatreNo Comments

XVI EDIZIONE DOMENICA 2 AGOSTO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo) Festival Dantesco DANTE SYMPHONIA Forme d’acqua nella Commedia Drammaturgia e regia Paolo Pasquini con Dario Caccuri, Agnese Ciaffei, Eleonora Lausdei, Matteo Lucchini, Elena Ferrantini, Arianna Serrao, Cristina Ugolini


Musica dal vivo Andrea Di Renzi, Luca La Verde, Enrico Truffi Nel 750° anniversario della nascita di Dante, il Festival Dantesco – Concorso Nazionale per giovani interpreti della Commedia, patrocinato dalla Società Dante Alighieri e realizzato in collaborazione con l’Accademia della Crusca e Loescher Editore – propone DANTE symphonìa, ultima rielaborazione della lettura/concerto in dieci scene di Paolo Pasquini già presentata più volte in Italia e all’estero: Ankara, Avellino, Bologna, Forlì, Lyon, Marseille, Mende, Pisa, Roma, Strasbourg, Toulon. Il regista affida questa nuova versione dell’opera ai dieci migliori giovani artisti premiati nelle cinque edizioni del Festival Dantesco (2010-2015). Saranno dunque sette attori e tre musicisti, tra i 19 e i 23 anni, a ripercorrere il viaggio vocale e musicale all’interno della Commedia dantesca, lungo l’elemento acqua e le sue metamorfosi, in un itinerario di progressivo disgelamento: dal ghiaccio dei traditori, e di Ugolino, attraverso la pioggia di Ciacco e il mare di Ulisse, fino alla rugiada della spiaggia del Purgatorio, ai fiumi salvifici del Letè e dell’Eünoè, e alla neve che al sol si «disigilla» dell’ultimo Canto del Paradiso. Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra TEATRI DI PIETRA LAZIO Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


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DANTE SYMPHONÌA: FORME FOR D’ACQUA NELLA COMMEDIA. MEDIA. 2 AGOSTO 2015 – ANFITEATRO DI SUTRI JULY 30, 2015 30 Luglio 2015 XVI EDIZIONE DOMENICA 2 AGOSTO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo)

Festival Dantesco DANTE SYMPHONIA Forme d’acqua nella Commedia Drammaturgia e regia Paolo Pasquini con Dario Caccuri, Agnese Ciaffei, Eleonora Lausdei, Matteo Lucchini, Elena Ferrantini, Arianna Serrao, Cristina Ugolini Musica dal vivo Andrea Di Renzi, Luca La Verde, Enrico Truffi


Nel 750° anniversario della nascita di Dante, il Festival Dantesco − Concorso Nazionale per giovani interpreti dellaCommedia, patrocinato dalla Società Dante Alighieri e realizzato in collaborazione con l’Accademia della Crusca e Loescher Editore − propone DANTE symphonìa, ultima rielaborazione della lettura/concerto in dieci scene di Paolo Pasquini già presentata più volte in Italia e all’estero: Ankara, Avellino, Bologna, Forlì, Lyon, Marseille, Mende, Pisa, Roma, Strasbourg, Toulon.

Il regista affida questa nuova versione dell’opera ai dieci migliori giovani artisti premiati nelle cinque edizioni del Festival Dantesco (2010-2015). Saranno dunque sette attori e tre musicisti, tra i 19 e i 23 anni, a ripercorrere il viaggio vocale e musicale all’interno della Commediadantesca, lungo l’elemento acqua e le sue metamorfosi, in un itinerario di progressivo disgelamento: dal ghiaccio dei traditori, e di Ugolino, attraverso la pioggia di Ciacco e il mare di Ulisse, fino alla rugiada della spiaggia del Purgatorio, ai fiumi salvifici del Letè e dell’Eünoè, e alla neve che al sol si «disigilla» dell’ultimo Canto del Paradiso.


Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra TEATRI DI PIETRA LAZIO Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri Inizio spettacoli: h 21,15 Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online Per info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it/ fb teatridipietra/ tel. whatsapp 327 9473893


http://www.lineadiretta24.it/comunicati http://www.lineadiretta24.it/comunicati-stampa/dante-symphonia-ai-teatri-di-pietra pietra-lazio-2015.html

Dante Symphonìa ai Teatri di Pietra Lazio 2015 SCRITTO DA EVA ELISABETTA ZUCCARI ZUCCA IN DATA 30 LUGLIO 2015 EDIZIONE N° 210 DEL 2015

DOMENICA 2 AGOSTO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo)


Festival Dantesco DANTE SYMPHONIA Forme d’acqua nella Commedia Drammaturgia e regia Paolo Pasquini con Dario Caccuri, Agnese Ciaffei, Eleonora Lausdei, Matteo Lucchini, Elena Ferrantini, Arianna Serrao, Cristina Ugolini Musica dal vivo Andrea Di Renzi, Luca La Verde, Enrico Truffi

Nel 750° anniversario della nascita di Dante, il Festival Dantesco – Concorso Nazionale per giovani interpreti della Commedia, patrocinato dalla Società Dante Alighieri e realizzato in collaborazione con l’Accademia della Crusca e Loescher Editore – propone DANTE symphonìa, ultima rielaborazione della lettura/concerto in dieci scene di Paolo Pasquini già presentata più volte in Italia e all’estero: Ankara, Avellino, Bologna, Forlì, Lyon, Marseille, Mende, Pisa, Roma, Strasbourg, Toulon. Il regista affida questa nuova versione dell’opera ai dieci migliori giovani artisti premiati nelle cinque edizioni del Festival Dantesco (2010-2015). Saranno dunque sette attori e tre musicisti, tra i 19 e i 23 anni, a ripercorrere il viaggio vocale e musicale all’interno della Commedia dantesca, lungo l’elemento acqua e le sue metamorfosi, in un itinerario di progressivo disgelamento: dal ghiaccio dei traditori, e di Ugolino, attraverso la pioggia di Ciacco e il mare di Ulisse, fino alla rugiada della spiaggia del Purgatorio, ai fiumi salvifici del Letè e dell’Eünoè, e alla neve che al sol si «disigilla» dell’ultimo Canto del Paradiso.


http://www.mediaesipario.it/index.php/sipario/826 http://www.mediaesipario.it/index.php/sipario/826-teatri-di-pietra-lazio-celebra celebra-dante-e-la-suacommedia

Teatri di Pietra Lazio celebra Dante e la sua Commedia 31 LUGLIO 2015

Ultimo appuntamento dell’edizione 2015 della rassegna Teatri di Pietra Lazio: l’anfiteatro di Sutri ospiterà, domenica 2 agosto, "Dante Symphonia, forme fo d’acqua nella Commedia", per la drammaturgia e regia di Paolo Pasquini (con Dario Caccuri, Agnese Ciaffei, Eleonora Lausdei, Matteo Lucchini, Elena Ferrantini, Arianna Serrao, Cristina Ugolini), musica dal vivo Andrea Di Renzi, Luca La Verde, Enrico Truffi Tr SUTRI - Dieci le scene attraverso cui Paolo Pasquini rielaborerà la lettura/concerto “DANTE symphonìa”, spettacolo realizzato con il Festival Dantesco - Concorso Nazionale per giovani interpreti della Commedia, patrocinato dalla Società Dante Alighieri, con l’Accademia della Crusca e Loescher Editore. Il progetto, già presentato più volte in Italia e all’estero, cade nel 750° anniversario della nascita di Dante e il regista per l’occasione ha affidato questa nuova versione dell’opera ai dieci migliori m giovani artisti premiati nelle cinque edizioni del Festival Dantesco (2010-2015). (2010 2015). Saranno sette attori e tre musicisti, tra i 19 e i 23 anni, a ripercorrere il viaggio vocale e musicale all’interno della Commedia dantesca, lungo l’elemento acqua e le sue metamorfosi, in un itinerario di progressivo disgelamento: dal ghiaccio dei traditori, e di Ugolino, attraverso la pioggia di Ciacco e il mare di Ulisse, fino alla rugiada della spiaggia del Purgatorio, ai fiumi salvifici del Letè e dell’Eünoè, e alla lla neve che al sol si 'disigilla' dell’ultimo Canto del Paradiso.


http://binrome.com/eventi/torna-il il-festival-dantesco-allanfiteatro-di-sutri-domenica domenica-dantesymphonia/

Torna il Festival Dantesco all’Anfiteatro di Sutri, domenica “DANTE Symphonia” By B in Rome - lug 31, 2015

DANTE SYMPHONIA - Teatri di Pietra Lazio Nell’anno in cui si celebrano i 750 anni dalla nascita del sommo poeta ecco il Festival Dantesco o meglio “DANTE Symphonia: Symphonia: forme d’acqua nella Commedia”. Commedia Lo spettacolo approda all’Anfiteatro Anfiteatro di Sutri (via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri) per la XVI edizione di Teatri di Pietra Lazio. Lazio L’appuntamento è per domenica 2 Agosto, alle 21.15.


Dante Symphonìa “Dante in scena”, questo in sintesi, il Festival Dantesco: un concorso nazionale di lettura interpretativa, nato nel 2010 e patrocinato dalla società Dante Alighieri e realizzato in collaborazione con l’Accademia della Crusca e Loescher Editore. Il Festival è un’opportunità per dieci dei giovani interpreti (sette attori e tre musicisti), premiati già nelle precedenti edizioni del Festival Dantesco (2010-2015), che metteranno in scena i canti scelti dalla Commedia: un viaggio vocale e musicale lungo l’elemento acqua e le sue metamorfosi.

DANTE symphonìaè l’ultima rielaborazione della lettura/concerto in dieci scene di Paolo Pasquini, già presentata in Italia e all’estero (Ankara, Avellino, Bologna, Forlì, Lyon, Marseille, Mende, Pisa, Roma, Strasbourg, Toulon). Durante la serata, prevista all’Anfiteatro di Sutri, parteciperanno:Dario Caccuri, Agnese Ciaffei, Eleonora Lausdei, Matteo Lucchini, Elena Ferrantini, Arianna Serrao, Cristina Ungolini. La musica dal vivo è curata da Andrea Di Renzi, Luca La Verde, Enrico Truffi. Cristina Graceffa


http://www.newtuscia.it/interna.asp?idPag=76934 "DANTE SYMPHONIA" A SUTRI

31/07/2015 : 10:24

(NewTuscia) – SUTRI - Nel 750° anniversario della nascita di Dante, il Festival Dantesco − Concorso Nazionale per giovani interpreti dellaCommedia, patrocinato dalla Società Dante Alighieri e realizzato in collaborazione con l’Accademia della Crusca e Loescher Editore − proponeDANTE symphonìa, ultima rielaborazione della lettura/concerto in dieci scene di Paolo Pasquini già presentata più volte in Italia e all’estero: Ankara, Avellino, Bologna, Forlì, Lyon, Marseille, Mende, Pisa, Roma, Strasbourg, Toulon. Il regista affida questa nuova versione dell’opera ai dieci migliori giovani artisti premiati nelle cinque edizioni del Festival Dantesco (2010-2015). Saranno dunque sette attori e tre musicisti, tra i 19 e i 23 anni, a ripercorrere il viaggio vocale e musicale all’interno della Commediadantesca, lungo l’elemento acqua e le sue metamorfosi, in un itinerario di progressivo disgelamento: dal ghiaccio dei traditori, e di Ugolino, attraverso la pioggia di Ciacco e il mare di Ulisse, fino alla rugiada della spiaggia del Purgatorio, ai fiumi salvifici del Letè e dell’Eünoè, e alla neve che al sol si «disigilla» dell’ultimo Canto del Paradiso.

XVI EDIZIONE DOMENICA 2 AGOSTO 2015 ANFITEATRO DI SUTRI Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri (Viterbo)

Festival Dantesco DANTE SYMPHONIA Forme d’acqua nella Commedia Drammaturgia e regia Paolo Pasquini


con Dario Caccuri, Agnese Ciaffei, Eleonora Lausdei, Matteo Lucchini, Elena Ferrantini, Arianna Serrao, Cristina Ugolini

Musica dal vivo Andrea Di Renzi, Luca La Verde, Enrico Truffi

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Regione Lazio – Assessorato alla Cultura Città di Sutri

Ideazione e Realizzazione Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell’ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra

TEATRI DI PIETRA LAZIO

Anfiteatro di Sutri Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri

Inizio spettacoli: h 21,15

Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto Biglietteria presso il sito/online


TusciaTimes.eu (.it) http://www.tusciatimes.eu/?p=97893&upm_export=print

Emozionante Dante symphonia all'antico anfiteatro di Sutri

di MAILA PISTOLASUTRI (Viterbo)- Teatri di Pietra è la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e del patrimonio monumentale attraverso lo spettacolo dal vivo. Proprio nella suggestiva location dell'antico anfiteatro di Sutri, domenica 2 agosto alle 21.15 è andato in scena "Dante Symphonia, forme d'acqua nella Commedia", un favoloso spettacolo teatrale con atto unico all'aperto, per la durata di 60 minuti circa. Lungo la Via Cassia direzione Viterbo, è andata in scena la XVI edizione del festival dantesco in occasione del 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri. Drammaturgia e regia a cura di Paolo Pasquini, con i bravissimi interpreti: Dario Caccuri, Agnese Ciaffei, Eleonora Lausdei, Matteo Lucchini, Elena Ferrantini, Arianna Serrao, Cristina Ugolini e la musica dal vivo curata da Andrea Di Renzi ed Enrico Truffi. Emozionante raccordo tra i temi del campo lager di prigionieri ebrei in tempo di guerra e le bolge infernali dantesche. Attualizzazione da brividi. Ira, Accidia, Vendetta, Rabbia, Fango, Paura, Delirio e Morte. Il Festival Dantesco - Concorso Nazionale per giovani interpreti della Commedia, patrocinato dalla Società Dante Alighieri e realizzato in collaborazione con l'Accademia della Crusca e Loescher Editore - ha proposto un'ultima rielaborazione della lettura/concerto in dieci scene di Paolo Pasquini


già presentata più volte in Italia e all'estero: Ankara, Avellino, Bologna, Forlì, Lyon, Marseille, Mende, Pisa, Roma, Strasbourg, Toulon. Il regista ha affidato questa nuova versione dell'opera ai dieci migliori giovani artisti premiati nelle cinque edizioni del Festival Dantesco (2010-2015). Sette attori e tre musicisti, tra i 19 e i 23 anni, a ripercorrere il viaggio vocale e musicale all'interno della Commedia dantesca, lungo l'elemento acqua e le sue metamorfosi, in un itinerario di progressivo disgelamento: dal ghiaccio dei traditori, e di Ugolino, attraverso la pioggia di Ciacco e il mare di Ulisse, fino alla rugiada della spiaggia del Purgatorio, ai fiumi salvifici del Letè e dell'Eünoè, e alla neve che al sol si «disigilla» dell'ultimo Canto del Paradiso. Con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale, Regione Lazio – Assessorato alla Cultura e della Città di Sutri. Ideazione e Realizzazione a cura del Circuito Danza Lazio e Pentagono Produzioni Associate nell'ambito della Rete Teatrale dei Teatri di Pietra. Sapiente gioco di luci, abilissimi musicisti dal vivo, strepitosi attori giovani. Un pubblico attento, colto e soddisfatto, ha seguito l'intero spettacolo teatrale con uno scroscio lunghissimo di applausi sul finale. I giovani attori talentuosi hanno oltrepassato ogni aspettativa, segno evidente di lungo studio e passione per Dante e per il teatro. Parole ed endecasillabi danteschi, recitati alla perfezione, e pronunciati come la nostra lingua moderna, con scioltezza e grande abilità di linguaggio. Parole, ritmi e tempi ben scanditi. Corpi sinuosi, frenetici e mimica eccezionale hanno ricreato immagini e scene formidabili capaci di trasportare lo spettatore nei gironi danteschi, dall'inferno al Paradiso, passando da Cerbero, il famoso cane a tre teste, alla purezza rinfrescante del Paradiso. 1265-2015. Parole, emozioni e sentimenti sempiterni, capaci di far rivivere Dante e la sua attualità fulminante. Dai libri al palcoscenico, uno spettacolo appassionante da far vedere a tutti gli studiosi della Divina Commedia. Foto di Francesco Passeri


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