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Roma & Co. |

_ ornata referendaria Tutti alle urne il 12 e il 13 giugno _ di Mario Russo

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a TV e gli altri media ne parlano poco, e probabilmente continueranno a farlo. Ma i prossimi 12 e 13 giugno saremo chiamati a dare il nostro parere, tramite lo strumento referendario, su alcuni importanti temi. Un atto importante per l’esercizio della democrazia nel nostro Paese. Il referendum, infatti, è uno strumento attraverso il quale i cittadini vengono consultati direttamente su temi specifici, consentendo loro di esprimere la propria decisione. Nel caso specifico è abrogativo in quanto può abrogare, o viceversa mantenere in vigore, una legge esistente, come previsto dall’articolo 75 della Costituzione. Quindi, questo tipo di referendum si basa sulla cosiddetta doppia negazione, ovvero votando “SI” si dichiara di voler eliminare la legge in vigore, votando “NO si dichiara di volerla mantenere.Quattro i quesiti referendari sui quali questa volta siamo chiamati ad esprimerci. Due riguardano l’acqua pubblica. Il primo riguarda le modalità di affidamento e gestione dei servizi di rilevanza economica e propone l’abrogazione della legge che privatizza la gestione dell’acqua. Il

secondo riguarda la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base alla adeguata remunerazione del capitale investito e propone l’abrogazione parziale di norme che consentono al gestore di ottenere dei profitti garantiti sulla tariffa dell’acqua. Il terzo quesito è sul nucleare. Probabilmente il più sentito e quello di cui più si è discusso nelle ultime settimane. In particolare, chiede l’abrogazione di alcune norme del decreto legge 25 giugno 2008, che riguardano la costruzione di nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Un tema molto vicino a gran parte dell’opinione pubblica, soprattutto dopo il terremoto e lo tsunami del Giappone, con la grave crisi della centrale di Fukushima. In questa direzione è da intendersi anche l’ipotesi del governo di una “moratoria per un anno sul nucleare”. Una pausa di riflessione che non convince i sostenitori del referendum, che la vedono come “una trappola, un diversivo per salvarsi dal referendum”. Il quarto quesito riguarda l’abrogazione di norme della legge 51/2010 in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio e dei Ministri a comparire in udienza penale. Si tratta di un tema che è stato al centro del

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dibattito politico per anni. La legge in vigore consente ai membri dell’esecutivo di giustificare la propria assenza in un’udienza penale. In realtà si tratta di una sospensione in quanto, secondo l’articolo 1 della stessa legge, il rinvio dell’udienza per “legittimo impedimento” non influisce sul corso della prescrizione del reato, che rimane sospeso per l’intera durata del rinvio e riprende il suo corso dal giorno in cui è cessata la causa della sospensione. Occorre ricordare che se a votare non è almeno il 50%+1 degli aventi diritto, i referendum abrogativi non sono validi e che è possibile esprimere il proprio voto anche solo per alcuni dei quesiti e non obbligatoriamente per tutti. L’impressione è che in cabina referendaria, come spesso accade in queste occasioni, regnerà una grande confusione, sia per i testi veramente criptici dei quesiti sia per il fatto che sono abrogativi e che quindi si vota “Si” per cancellare la legge e “No” per mantenerla. È per questo che nel prossimo numero del giornale, visti anche i possibili sviluppi legislativi, riprenderemo il tema cercando di chiarire, il più possibile, contenuti e modalità di voto di questa tornata referendaria.

maggio ‘11 | Nuove Proposte


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