BA Thesis | La vicevita - progetto di un libro visivo

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progetto di un libro visivo la vicevita

Politecnico di Milano Scuola del Design Laurea in Design della Comunicazione A.A. 2019/2020

Tesi di Laurea di Pietro Martina matr. 891345 c.p. 10620262 Relatore: prof. Mario Piazza I


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progetto di un libro visivo la vicevita

Politecnico di Milano Scuola del Design Laurea in Design della Comunicazione A.A. 2019/2020

Tesi di Laurea di Pietro Martina matr. 891345 c.p. 10620262 Relatore: prof. Mario Piazza



Indice

Introduzione Intr 4 Capitolo — Analisi CapitoloI. 6 Chi Magrelli? ChièèValerio Valeri 8 La La vicevita vicevita 10 Capitolo CapitoloII.II.——Concept Concept 12 La deldel concept La ricerca ricercaeelaladefinizione definizione concept 14 Sospensione Sospensione 15 Eterogeneità Eterogeneità 16 Capitolo —— Sviluppo CapitoloIII.III. Sviluppo 18 Implementazione Implementazione 20 Estetica Estetica 28 Foto Fotodel delprogetto progetto 36 Conclusioni Conclusioni 42 Bibliografia Note e bibliografia 44 Ringraziamenti Ringraziamenti 46


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Introduzione

Questo elaborato di tesi espone il processo progettuale che ha portato alla realizzazione del libro visivo La vicevita, avvenuta durante il Laboratorio di Sintesi Finale curato dai professori Mario Piazza, Marco Pea, Luca Pitoni e Kevin Pedron, compreso nel terzo anno di laurea in Design della Comunicazione presso il Politecnico di Milano. Il laboratorio ha avuto come obiettivo finale la produzione di un elaborato editoriale che fosse in grado di potenziare la percezione e l’apprezzabilità della lettura attraverso un linguaggio visivo, applicandolo ad un titolo il cui tema riguardava, in qualche modo, i treni. Il libro a cui si è dedicato il progetto di questa tesi è La vicevita – Treni e viaggi in treno di Valerio Magrelli, edizione Einaudi (2019). Nei capitoli seguenti verranno esposti nel dettaglio la ricerca e l’analisi dell’opera, i processi metaprogettuali che hanno definito il concept, la sua traduzione in forma visiva e la sua l’applicazione pratica nell’oggetto libro.

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CAPITOLO I.

analisi Il punto di partenza di ogni progetto riguarda sempre lo studio del materiale che si ha a disposizione e del contesto in cui esso si pone. Iniziando con la sua analisi è possibile comprenderlo e quindi esplorarlo ricavando informazioni e dettagli che potrebbero risultare fondamentali per le successive fasi progettuali.

Nella foto: Valerio Magrelli.

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Chi è Valerio Magrelli?

Valerio Magrelli nasce a Roma, il 10 gennaio 1957, dove vive con la moglie e due figli. Dopo aver frequentato il Liceo Sperimentale della Bufalotta di Roma, si è laureato in Filosofia all’Università La Sapienza di Roma, per poi intraprendere la carriera universitaria. Ha insegnato Lingua e letteratura francese all’Università di Pisa e all’Università di Cassino e al momento è professore ordinario all’Università Roma Tre. È uno dei maggiori esperti nel campo (nel 1996 ha ricevuto dal presidente della Repubblica il Premio nazionale per la traduzione) e ha tradotto alcuni tra i più importanti autori come Stéphane Mallarmé, Paul Valéry, Paul Verlaine, Roland Barthes. Attività didattica e traduzioni a parte, la vera passione di Magrelli è la poesia. Considerato fra gli autori più all’avanguardia del panorama italiano, negli anni ha pubblicato numerosi libri e raccolte ponendosi come poeta profondo e riflessivo e insieme lieve e ironico, ricevendo numerosissimi premi. Nonostante le produzioni poetiche rappresentino la maggioranza del suo impegno letterario, Valerio Magrelli si è anche cimentato nella narrativa scrivendo quella che lui considera la sua “tetralogia di prose”: Il condominio di carne, La vicevita, Addio al calcio e Geologia di un padre. 8

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Ciò che accomuna tra loro queste opere non è soltanto l’influenza (inevitabile) della poetica sulla modalità di scrittura e sull’utilizzo delle parole, ma soprattutto il carattere autobiografico che possiedono le storie narrate da un Magrelli che ne fa occasioni per ricordare, confessarsi e riflettere sui diversi temi che in un certo momento della sua vita lo hanno toccato.


Intervistato sul perché si scrive poesie e su quale sia l’oggetto della sua poesia, lui risponde così:

«Si fa poesia per vedere qual’è la tenuta d’una parola, il collante tra un’esperienza ed un’altra trasposta in parole. Si fa poesia così come si prova a montare un uovo. Ecco, c’è un’immagine molto bella, partorita dall’immaginazione di un poeta italiano, Giancarlo Majorino, immagine che ci parla proprio del cuore della poesia come di un tuorlo. Mi pare bella. Altri poeti parlano di un nucleo, di un centro che è l’espressione del fatto poetico. Ma il tuorlo, come metafora, è qualcosa di diverso, perché è qualcosa di vivo, di nucleare, e, allo stesso tempo, di vivo. Per questo motivo io insisto sul fatto che si fa veramente poesia nello stesso modo in cui si pasticciano le uova di una frittata, ovvero per vedere se la frittata che verrà fuori terrà il bianco della chiara o il rosso. […] Un grandissimo poeta francese, Stephan Mallarmé, a un pittore che gli aveva detto: “Io ho un sacco di idee, potrei scrivere tante poesie”, rispose: “La poesia non si fa con le idee, si fa con le parole”. Io aggiungerei alla frase di Mallarmé: con le sillabe, con le doppie, con tutta la sostanza letterale possibile.»

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La vicevita «Il treno funziona bene come transfer perché riesce a contenere tutto» Vivendo in una grande e trafficata città come Roma, e facendo da ormai più di trent’anni il professore universitario, Magrelli ha passato una buona parte della sua vita spostandosi con i mezzi pubblici, in particolar modo i treni. Ed è proprio questo il tema del suo secondo libro in prosa, La vicevita: editato dapprima da Laterza e poi da Einaudi, si tratta di un piccolo volume di un centinaio di pagine contenenti sessantadue microracconti, alcuni lunghi un paio di pagine altri di sole poche righe, legati al mondo ferroviario e al pendolarismo. Quest’opera è forse l’unica, a detta sua, che nasce su invito: l’idea di scrivere un libro “sui treni” gli fu data da Anna Gialluca, la quale desiderava avere un libro di Magrelli all’interno della collana da lei diretta, Contromano (Laterza). Nonostante il processo di scrittura del suo primo libro in prosa Nel condominio di carne fosse stato molto complesso, tanto da durare quasi dodici anni, al poeta romano piacque talmente il tema suggeritogli da riuscire a completare La vicevita meno di due anni: mano a mano i racconti comparvero «come fotogrammi» costituendo materiale biografico, di esperienza, ma anche culturale. In seguito, sorse la necessità di articolarli ed emersero quindi i quattro capitoli: i. Infanzia del 10 analisi

teno, ii. Solitudini, iii. Una comunità ferroviaria, iv. La vicevita. Lo scrittore romano esplora, nel susseguirsi di questi aerei ma profondi racconti brevi, la sospensione, l’altrove, quella sorta di vita parallela in cui ci si viene a trovare quando si viaggia in un

Prima edizione di Laterza (2009).


convoglio ferroviario. Pause, ritardi ed errori di destinazione generano momenti di non-vita dai quali scaturiscono riflessioni in grado di svelare gli aspetti tragicomici dell’esistenza umana raccontati con retrospettiva lucidità, sarcasmo e talvolta nostalgia. Citando un autore particolarmente caro a Magrelli, «Ho vissuto la vita al 5%» (Montale), questo libro parla di quel restante 95% di vita che non è stato negato, ma semplicemente sospeso. Questo concetto sotteso, che come un filo rosso raccoglie e unisce i vari capitoli e i differenti racconti, viene esemplificato all’apertura, dopo la nota aggiunta nella seconda edizione di Einaudi (2019), con la descrizione di cosa secondo l’auore è la vicevita:

Se il mettere in evidenza La vicevita permette di illuminare una parte dell’esistenza umana che solitamente rimane in penombra, il treno è «come un prisma che dissocia la luce e produce gli effetti più diversi». Magrelli ha voluto descrivere uno spettro di situazioni estremamente ampio andando dall’esperienza sociale a quella introspettiva e psicologica dell’isolamento. Ogni storia ha la sua peculiarità e il quadro generale che ne emerge è un ricchissimo mosaico eterogeneo di fotogrammi di vicevita.

Chi sta in treno, è segno che vuole andare da qualche parte, e lo fa sempre e solo in vista di qualcos’altro. Il suo scopo, cioé, risiede altrove: l’unico a fare eccezione, è il personale viaggiante. La nostra vita pullula di queste attività strumentali e vicarie, nel corso delle quali, più che vivere, aspettiamo di vivere, o per meglio dire, viviamo in attesa di altro. Possono essere atroci come la burocrazia e la malattia (intesa come «burocrazia del corpo»), oppure neutre, come appunto il viaggio. Sono i momenti in cui facciamo da veicolo a noi stessi. È ciò che chiamerei: La vicevita.

Seconda edizione di Einaudi (2019).

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CAPITOLO II.

concept Come il dna per gli esseri viventi, il concept definisce ogni singolo aspetto dell’artefatto. Esso, costituendo lo spirito dell’opera, rappresenta la chiave con la quale è possibile comprenderne pienamente il significato e la formula secondo la quale si sviluppano le scelte progettuali.

Nella foto: pagine di appunti dei primi concept del progetto.

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La ricerca e la definizione del concept

Nonostante al mondo esistano tantissime storie, racconti e romanzi, ognuno dei quali con specifiche caratteristiche che li rendono unici, La vicevita è un libro che sa distinguersi particolarmente nel panorama letterario, sia per la modalità con cui è stata affrontata la tematica che per la tematica stessa. Infatti, la forma scelta da Magrelli impone al lettore un approccio peculiare, quasi non convenzionale, per poter comprendere il significato sotteso nelle sue riflessioni. Risulta quindi necessario al fine di apprezzare pienamente il significato dell’opera procurarsi una chiave di lettura ed il concept progettuale, in un certo senso, è la traduzione in forma visiva della stessa. Si evince quindi la prima sfida di questo progetto: decifrare la chiave di lettura del libro e “sezionarla” per identificare le parti che la compongono, i concetti elementari con i quali costruire il concept. Una volta ottenuti quest’ultimi sarà possibile tradurli in un linguaggio visivo ed utilizzarli per amplificare la potenza significante del libro.

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Sospensione /so·spen·sió·ne/ [dal latino suspensio -onis, der. di suspensus, part. pass. di suspendĕre «sospendere»] collocare in alto, sollevare; interrompere momentaneamente un’attività. Etimologicamente, il neologismo coniato dall’autore è composto da due parti: vice (prefisso, dal latino vice, che significa un qualcosa che ha funzioni vicarie, che sta in vece di qualcos’altro) e vita (sostantivo, dal latino vìta). Secondo Magrelli vi è una parte della vita che non venendo “vissuta” differisce rispetto alla vita: La vicevita è pause, riflessioni, noia, ovvero porzioni di spaziotempo che rimangono sospese rispetto al flusso continuo della vita che è eventi, azioni, concretezza. Cercando dei sinonimi si potrebbe parlare di una anti-vita, una non-vita. A questa distinzione consegue quindi una separazione, che a livello concettuale può essere espressa attraverso un principio: la sospensione. È questo il primo elemento che compone la chiave di lettura del libro.

Aver identificato questo concetto però non basta per ottenere un significato applicato all’opera in questione: come con una formula matematica, è necessario definire quali valori hanno i vari elementi posti all’interno della struttura. Ragionando sul ruolo che la vita e la vicevita hanno nell’opera è fin da subito chiaro come la protagonista del libro di Magrelli sia la seconda e, seguendo anche un empirico senso di importanza, ciò che risalta, emerge e quindi “sta sopra” è proprio la vicevita. Si pensi inoltre al fatto secondo il quale è quest’ultima a “sospendersi” dalla vita, e non viceversa.

Si tratta di un concetto semplice, di origine antica, ancestrale. Nonostante l’estrema varietà di simbologie e linguaggi sviluppati, dovuti alle differenti interpretazioni che ogni cultura nel corso della storia gli ha dato, rimangono due gli elementi essenziali per esemplificarlo: ciò che sta sopra e ciò che sta sotto; tre se si considera lo spazio che separa le due entità. Se quindi cerchiamo di visualizzare la sospensione, l’immagine che si viene a creare nella mente è di due entità separate poste l’una sopra l’altra; nel nostro caso la vicevita e la vita. analisi 15


Eterogeneità /e·te·ro·ge·nei·tà/ [dal greco ἑτερογενής ἑτερογενής] la presenza di elementi di diversa natura o qualità nella costituzione di un tutto. Se per ricavare il concetto di sospensione è stato necessario indagare il meta-significato dell’intero libro, analizzando direttamente il testo emerge un’altra evidente caratteristica: l’eterogeneità dei contenuti. Intervistato durante il processo di progettazione, lo stesso Valerio Magrelli dichiara che quello su cui punterebbe (per il progetto) è la varietà: partendo dalle differenti tematiche affrontate nei capitoli, ogni micro-racconto è rappresentativo di una determinata situazione, di una specifica vicenda vissuta. Di conseguenza è possibile far corrispondere ogni attimo di vicevita con l’attimo di vita che lo ha concepito. Nonostante quindi il contenuto esplicito dell’opera sia la vicevita, il contenuto de-facto è composto anche da ciò che sta sotto (come detto nella sezione precedente): vita, o meglio, singoli frammenti di vita, ognuno diverso dall’altro, che generano attimi di vicevita. L’eterogeneità è la situazione per la quale è possibile distinguere le singole parti all’interno di un gruppo, e visivamente può essere interpretata come una serie di elementi che differiscono percettivamente tra loro per una o più caratteristiche. Trattandosi della vita, questa differenza visuale, nella sua forma più elementare, può essere di tipo cromatico. Se infatti ogni colore viene distinto per una propria tonalità, luminosità 16 analisi

e saturazione, ogni esperienza narrata assume per lo scrittore una propria valenza, accezione e significato. Nel libro di Magrelli, la vita quindi non è un composto omogeneo e monocromatico, ma piuttosto un complesso mosaico estremamente variopinto, dove il treno è «come un prisma che dissocia la luce e produce gli effetti più diversi».


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CAPITOLO III.

sviluppo A questo punto della progettazione avviene la fase forse più significativa dell’intero percorso: l’applicazione del concept all’oggetto libro. Il concept delineato nella fase precedente ha però una particolarità: esso è composto da due differenti concetti. Quindi, al fine di rendere la vicevita un libro visivo l’obiettivo che il progetto si propone è implementare in forma visiva la sospensione e l’eterogeneità facendo sì che le due “convivano” virtuosamente nello stesso artefatto.

Nella foto: dettaglio del frontespizio del libro progettato.

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L’implementazione Nel processo di definizione del concept è stata esemplificata la traduzione in forma visiva dei concetti di sospensione ed eterogeneità attraverso l’apporre la vicevita sopra la vita e differenziando cromaticamente ogni attimo di vita e vicevita. Queste traduzioni in forma visiva rimangono però delle definizioni generali, delle “modalità universali” e non specifiche per poter “leggerne con gli occhi” il loro significato. Volendole applicare all’oggetto libro è necessario declinarle, attraverso scelte progettuali, tenendo conto dei vincoli dati da limiti fisici, di stampa, di materiali e di natura economica che vi si presentano. Andando più nello specifico, all’interno del corso tramite il quale è stato progettato il libro oggetto di questa tesi i professori hanno voluto definire dei limiti che riguardassero la capacità di produrre l’artefatto in serie, con un processo produttivo di tipo industriale che non richiedesse interventi manuali sui singoli componenti, prendendo quindi le distanze dal mondo delle “edizioni artistiche”. La realizzazione del concept sviluppato per questo progetto si fonda sugli elementi essenziali di cui un libro è composto: le pagine, la loro rilegatura e in generale la struttura del libro.

A destra: il libro visivo.

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Pagine Volendo trovare un comune denominatore per ogni libro che sia mai esistito, le pagine sono probabilmente quell’elemento imprescindibile del libro in quando oggetto. Esse, che siano tavolette di cera, pergamene o carta, sono il supporto sopra il quale giacciono le parole e per ciò ne contengono il significato. In un certo senso, il contenuto di un libro è la pagina scritta stessa. Seguendo questo ragionamento, nell’artefatto sviluppato in questo progetto il concetto di sospensione è stato possibile applicarlo considerando la pagina scritta come vicevita, mentre

l’elemento a cui quest’ultima si sospende, la vita, è rappresentato da una pagina vuota. A questo punto si è creata una distinzione tra due tipi differenti di pagine ed è possibile applicare di seguito anche il concetto di eterogeneità. A tal fine la distinzione cromatica avviene sia tra le pagine di vita e vicevita che tra le pagine stesse della vicevita: le prime assumono varie colorazioni che ne rispecchiano la natura “viva”, mutevole e quindi eterogenea, mentre le seconde rimangono bianche, neutre, rappresentando il carattere riflessivo ed etereo delle riflessioni scritte al loro interno.

vicevita Eterogeneità

Sospensione

In alto: schema concettuale della funzione delle pagine.

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Vita

A destra: varie viste del libro visivo a pagine aperte.


Tipologie di carta utilizzate Bayer & S. Heyda 60g/m2 – Carta colorata con tinte pastello e varie tonalità chiare o brillanti, la sua leggerezza e il fatto di essere stata tagliata “in vena” non appesantiscono le pagine “intere” rendendo comodo e naturale lo scorrimento delle stesse.

Reflex Sixties 60g/m2 – Essendo carta molto leggera, accostata alle pagine colorate genera un effetto di semi-trasparenza, che permette di percepire più evidentemente la sospensione.

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Rilegatura La rilegatura delle pagine, effettuata con brossura fresata e cucitura, si è dimostrata in questo progetto un aspetto determinante per l’applicazione visuale del concept. Attraverso la collocazione delle pagine colorate contrapposte alla piega formata dalle doppie pagine bianche si riesce ad apprezzare l’effetto di sospensione quando si ha di fronte la pagina, sia in bianca che in volta. Contemporaneamente è possibile apprezzare l’eterogeneità nel momento in cui si guardano i lati superiore ed inferiore del libro scorgendo le differenti tonalità delle pagine colorate. L’applicazione simultanea dei due concetti è frutto della natura duplice della chiave di lettura dell’opera di Magrelli.

Vista dal piano orizzontale del libro aperto.

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Pagina singola di inizio capitolo

Pagina singola "Vita"

Doppia pagina "vicevita"

Schema della rilegatura.

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Struttura Rispetto alle edizioni “originali” di Laterza e Einaudi, la struttura generale del libro è rimasta pressoché invariata se si considerano come pagina “singola” l’insieme di doppia pagina scritta e pagina colorata interna. Da notare che le pagine di carattere funzionale ed informativo, come l’indice o gli indicatori di capitolo, non sono composite come le altre ma bensì rimangono semplici pagine singole, poiché esse non presentano al loro interno il contenuto dell’opera.

Copertina

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Occhiello Colophon Frontespizio Nota Inizio La vicevita Capitolo i. Capitolo ii. Capitolo iii. Capitolo iv. Note Indice Pagina vuota

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III Copertina

Iv Copertina

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Estetica Le scelte progettuali compiute nell’ambito “puramente” estetico dell’artefatto non sono da considerare accessorie o superflue, bensì risultano determinanti al fine di consolidare e rendere coerente il significato del concept con quello che ora è il suo significante, l’oggetto libro. In questo senso, il libro visivo comunica in ogni suo aspetto la chiave di lettura ed è necessario saper compiere le scelte corrette in ogni dettaglio per evitare che certi elementi possano snaturare l’essenza del concept.

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20 cm

14 cm

Formato Rispetto all’ultima edizione de La vicevita (Einaudi) presa in considerazione per il progetto di questa tesi, il formato differisce per i rapporti delle grandezze e per lo spessore risultante del volume, del quale si è comunque voluta mantenere la “tascabilità”. Questo è infatti un libro che si presa particolarmente ad essere letto “occasionalmente”, o durante un momento di pausa, “di sfuggita” volendo, e a tal fine è necessario che si possa comodamente aprire con una mano e riporre in una borsa o uno zaino senza fatica.

1,4 cm

In alto: dimensioni del libro visivo.

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Gabbia tipografica La gabbia tipografica rimane essenziale e punta alla massima leggibilità grazie ai corretti rapporti di grandezze dei caratteri e il numero di parole per riga. Essendo che ogni racconto è mediamente lungo una pagina la gabbia è stata pensata per risultare efficiente dal punto di vista della composizione, facendo si che solo in rari casi le ultime parole di un racconto finissero in una pagina seguente.

280 mm

24 mm 23 mm

122 mm

12 mm 19 mm 28 mm

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24 mm

97 mm

19 mm


Carattere tipografico La scelta del carattere è ricaduta sul Freight Text Pro, fornito in licenza dalla libreria Adobe Fonts, progettato dal type-designer americano Joshua Darden del 2004. Questa famiglia di caratteri si distingue sia per la sua eleganza che per il suo carattere né banale né troppo accentuato o ostentativo, oltre al fatto di disporre di altre varianti Display e Big che possono risultare molto utili nel caso si debbano creare testi alternativi con corpo particolarmente grande (come nel caso del titolo in copertina).

Freight Text Pro Book

Freight Display Pro Black

Testo: Freight Text Pro Book 11 pt. Interlinea 13.2 pt.

Titolo in copertina: Freight Text Pro Book 71 pt. Interlinea 71 pt.

Ihilleni squunt idi corit debis etus, quam ra derepedis etur, qui ratem rectus coruptur solorrovid quod ut aut iur molor minusant moluptiur? Quis volores tiusapis niam commolupide nonseque volluptibea dolla est molore que et doluptae evendenis molumquo dendem ventibus aut labo. Nam, accusdae veliquam necabores esciist magnimint at exeribus ellaccum et quisque necte num resequam labo. Sam quo id eos a voluptia.

A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z à è ì ò ù ç @ ° # ' ! ? " £ $ % & / ( ) = 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 * - _ . : ; , | ^ « »

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Copertina La copertina di un libro risulta spesso un aspetto che se definito con il corretto criterio è in grado di completare e rendere concreto il disegno di senso che vuole assumere un’opera, una sorta di cerniera lampo che raccoglie dentro di sé tutte le scelte progettuali contenendole e facendole collimare al suo interno. Seguendo questo ragionamento la copertina progettata per questa edizione de La vicevita vuole distinguersi tra le altre copertine pur rimanendo sobria e di carattere imperturbabile, etereo. Risultato ottenuto grazie alla particolare colorazione e materialità del cartoncino scelto per la copertina, un foglio usomano Mohawk Stratsmoke 300g/m2 che restituisce al tatto una sensazione di morbidezza e allo stesso tempo solidità; mentre a livello visivo la tonalità di grigio, né tendente al freddo né al caldo, rappresenta una neutra summa in grado di contenere tutte le gradazioni dei fogli interni colorati, come se fosse il risultato della diretta sovrapposizione cromatica di questi ultimi. In più, la leggera disomogeneità della colorazione data dalla fattura del cartoncino crea una trama che richiama alla mente delle nuvole o del fumo, rimandando quindi all’aspetto etereo e di leggerezza che la copertina vuole assumere. La tipografia stampata con un inchiostro bianco gioca il ruolo di protagonista all’interno di questo spazio grigio, risultando l’aspetto che più attira l’attenzione. Nella prima di copertina vengono riportate le quattro informazioni essenziali del libro: titolo, autore, sottotitolo e casa editrice. In particolare il titolo, composto in Freight Display corpo 73pt, risulta l’unica scritta che emerge e cerca di separarsi dal piano della copertina, come un composto di vapore biancastro, richiamando ancora una volta il concetto di sospensione. Da notare inoltre che il titolo è scritto in tutto-minuscolo, volendo rimarcare al rapporto di subordinazione tra la Vita (per la quale si vorrebbe l’iniziale maiuscola in un titolo) e la vicevita (che derivando da essa, 32 sviluppo

come non-vita, non ottiene l’iniziale maiuscola). La costa ugualmente riporta le medesime informazioni della prima di copertina, omettendo però il sottotitolo. Nella quarta di copertina invece sono presenti una breve biografia su Valerio Magrelli, il prezzo, il codice a barre (stampato con inchiostro nero per permetterne la leggibilità dagli scanner) ed una citazione derivata dalla spiegazione iniziale di vicevita, che permette a chi compie un primissimo approccio all’opera di capirne l’argomento tramite una definizione semplice ed essenziale.


43,4 cm

Treni e viaggi in treno Einaudi

11,00

14 cm

1,4 cm

14 cm

Dimensioni della copertina.

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A sinistra: prima di copertina. A destra: quarta di copertina e dorso.

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Il progetto

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Conclusioni In conclusione, ripensando all'esperienza di produrre un libro visivo non posso esimermi dal dire che non sia stato un percorso spontaneo e lineare. È stato bensì un'ardua sfida che ha saputo però portare alla luce quegli aspetti fondamentali che fanno di un progetto un buon progetto. Se infatti i vincoli, i limiti, la natura atipica e la complessità dell'opera hanno d'apprima rappresentato dei punti di "scontro", essi si sono in seguito rivelati le fondamenta su cui costruire questo progetto. L'intero processo ideativo che è stato spiegato in questa tesi ha dato come risultato un artefatto che, pur non essendo certamente perfetto, risponde all'esigenza progettuale che bisognerebbe sempre porsi all'inizio di un lavoro del genere, ovvero il rispetto per l'opera: non tradirne i suoi valori attraverso scelte dettate dal gusto personale e non snaturarne il significato apportanto soluzioni che avrebbero potuto rendere il prodotto finale più complesso o appariscente. Una soluzione apparentemente banale come quella di apporre un foglio di carta colorato tra due fogli bianchi è stata in grado di veicolare all'interno di un semplice oggetto di uso comune come il libro due concetti con un significato articolato; le caratteristiche cromatiche e materiche delle pagine invitano a farsi sfogliare dal lettore mentre la neutralità della copertina che le raccoglie riesce a contenere tutta la complessità e la varietà degli attimi di vicevita raccontati da Magrelli. sviluppo 43


Bibliografia Andrea Lucani andrealucani.it Valerio Magrelli Biografia. Enciclopedia Treccani treccani.it Valerio Magrelli Biografia, bibliografia, informazioni enciclopediche. La Recherche larecherche.it Valerio Magrelli Biografia. Circolo Culturale Albatross digilander.libero.it/ccalbatross Valerio Magrelli: cerebrale o razionale? Discussione di "Ora serrata retinae" Analisi antologica. Circolo Culturale Albatross digilander.libero.it/ccalbatross Intervista realizzata con gli studenti del Liceo Classico "Umberto I" di Napoli il 15 Febbraio 2001 Intervista. Giovanni Turra in Nuovi Argomenti, Mondadori, Milano (2015) - nuoviargomenti.net L'allusione. Valerio Magrelli e Umberto FIori - Poesia e mito Analisi antologica. Luigi Fontanella, State University of New York at Stony Brook, Stony Brook, New York (2008) La poesia "ermafrodita" di Valerio Magrelli - Qualche appunto di lettura Biografia, Analisi antologica. Laura Giorgi in Allegoria, Einaudi, Torino (2006) - allegoriaonline.it Valerio Magrelli - "Disturbi del sistema binario" Analisi antologica. Carlotta Calabria, Barbara Roncalli, Francesca Fazzini, Pietro Martina, Politecnico di Milano (2019) Intervista a Valerio Magrelli in relazione al progetto Citazioni, informazioni antologiche e cronistche. 44 bibliografia


Ringraziamenti

Volevo ringraziare innanzitutto i professori del laboratorio di Sintesi Finale che mi hanno seguito e guidato durante il progetto, Mario Piazza, Luca Pitoni, Marco Pea e Kevin Pedron, e Valerio Magrelli per la disponibilità e la testimonianza risultata estremamente utile. Sono tante le persone che dovrei ringraziare per avermi permesso di potermi un giorno laureare in Design della Comunicazione e spesso il contributo che un individuo può darti è tanto grande quanto inconsapevole. Per questo motivo vorrei ringraziare per primi i miei genitori e la mia famiglia, che sono stati più che fondamentali per far si che potessi studiare quello che desideravo. Ovviamente il pensiero più intimo va ai miei amici di sempre, ad Olgiate Molgora ed al gruppo Holy Chapel, che mi hanno sempre sostenuto e permesso di applicare le mie conoscenze in un ambito lavorativo aperto e stimolante: ho avuto l'enorme fortuna e previlegio di incontrarvi e di questo ve ne sarò sempre grato. Grazie a chi mi ha supportato in questi anni di università che sono stati i più significativi per la mia crescita personale: ai miei compagni del Politecnico, ai professori dei corsi che ho frequentato e a tutte le persone che ho conosciuto in questa nuova realtà che è per me Milano. Ho allargato i miei orizzonti e imparato tantissimo e non vedo l'ora di scoprire, approfondire, ideare, organizzare e realizzare nuovi progetti entusiasmanti e significativi. ringraziamenti 45


Testo composto in Aktiv Grotesk, Darton Maag (2012) Freight Text & Display, Joshua Darden (2004). Pubblicato nel mese di giugno 2020.

Politecnico di Milano Scuola del Design Laurea in Design della Comunicazione A.A. 2019/2020

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