People Life N.13

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Anno 1 - N째2(13) Febbraio 2011






il saluto dell’editore

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siamo arrivati al primo anno di People Life. Sono felice e oggi prendo il posto del direttore per fare un breve saluto. Si, sono felice come editore, come amico del mio direttore Marcello Romanelli, come Raffaele. Sono felice per tutti i miei ragazzi che sognavano di fare questo giornale. La gente mi conosce, non sono stato mai uno che si da arie, ma oggi sono orgoglioso. Almeno questo posso dirlo con sicurezza. Sono orgoglioso di come in un anno la squadra People Life sia riuscita ad arrivare ad un risultato che nessuno si aspettava. Soprattutto in un periodo di crisi economica. Dal primo numero, People Life è una scommessa in una Calabria dove tutto è lento, dove ognuno aspetta il “Messia”. Bene, la Savet S.r.l. invece non ha aspettato e si è messa in moto con un giornale che è solo il primo “lavoro” di un progetto editoriale più ampio. Non conosco tutti i collaboratori, anche perchè sono sempre di più, ma li vorrei ringraziare per il cuore che

Mensile Cosenza e Provincia Anno 1 N° 2(13) Febbraio ’11

Aut. Trib. di Cosenza No 2 del 02/02/2010 Edito da SAVET Srl  Chiuso in redazione il 27/01/2011 Direttore Responsabile Marcello Romanelli

In copertina L’iter storico di People Life Foto di Francesco Greco

Sede Legale Via G. Rossini - Pal. Costruendo Scala A - 87036 Rende (Cs) Segreteria Rossana Paolucci Coordinatore esterno Francesco Sciammarella Grafica Rudy Pedace Franco Siciliano Fotografo Ufficiale Francesco Greco Responsabile commerciale Patrizia Curatolo Nunzia De Rose

stanno mettendo in un giornale che in un anno è arrivato da 16 a 100 pagine. Naturalmente non posso non ringraziare i nostri clienti, soprattutto quelli che fin dal primo numero hanno creduto in noi e, naturalmente, sono presenti anche in questo numero di festa. Il nostro obiettivo, dopo aver conquistato Cosenza, è farci conoscere bene in Provincia. Una provincia grande, ma noi siamo pronti a coprirla tutta con copie colorate e ben fatte. Vi lascio con le parole del mio direttore: People Life: la gente, la vita. Raffaele Filippelli

Redazione Manuela Magnelli Francesca Porco Valentina Zinno

Consulenti Legali Avv. Aurora Arone Avv. Andrea Gentile Avv. Antonella Garritano

Hanno collaborato Angela Altomare Nuccia Benvenuto Nunzia Capitano Federica Celibe Lucia De Cicco Anna Maria De Luca Dopamina Angela Giordano Vincenzo Gualtieri Bruna Larosa Mafalda Meduri Angela Mendicino Giampiero Scola Ercole Scorza Carlo Giuseppe Straropoli

Per i tuoi annunci peoplelife@libero.it Stampa Stab. Tipografico De Rose snc Montalto Uff. Scalo (Cs) Per la tua pubblicita Tel. & Fax 0984.403809 - 338.9477375 www.peoplelife.org People Life anche su E in 98 edicole della tua città Distribuito in 5000 copie


08 il volo del capitano 10 people city Ernesto Orrico, tra palco e realta’ 12 Biagio Greco presenta la Ragapelli Family 16 E dopo il drink...la prova della verita’ 18 Cena al buio al Decò: a prova di gusto 20 people music Quella “Sottile” voglia di Sud 22 Bum Bum Bum arriva il “chiasso” dei Takabum 24 people pillole “Natale a Casa Cupiello” sbanca Castrolibero e debutta al Rendano 25 people scuola E-book: meglio lo schermo o il foglio? 26 people library La citta’ oscura di Gianfranco Bonofiglio 28 Bianca come il latte, rossa come il sangue

L’Aurora nelle quattro stagioni Come il fruscio della lama sul drappo di seta 30 speciale san valentino 14 febbraio baci, fiori e cuori in fiamme 32 San Valentino… sedurre “a tutti i costi” 36 people personaggi Alessandro Barile, il poliziotto più bello d’Italia 38 Il regalo di Battiato a Cosenza: Telesio 42 La storia di Natuzza raccontata da Luciano Regolo 44 Anton Giulio Grande, da Lamezia alle passarelle dell’alta moda 46 scatto matto by Francesco Greco 48 vignetta scola Berlusconi: mi “Ruby” l’anima ma io non mollo! 50 people story Un anno di : quando un sogno si realizza 52 people gusto Cupido arriva in tavola 54 i consigli di mafalda Che sera al Rosso di Sera 56 people italy Eugenio Gaudio sale in cattedra alla Sapienza 58 people Tag Gennaio 2011: l’anno “Qualunquemente du Pilu” 62 people love Love, sex and more! 64 people fuga dei cervelli Alla “ricerca” della felicità 66 people events “Mattoni di luce”, il canto di speranza dei non vedenti 68 Anche per il Principe del prive’ arrivano i 40 anni 70 Aiuto mi sposo! Ci pensa Calabrian Wedding Planners 72 Tutto expo sposi 2011, tante idee per il tuo “si” 74 people unical B-Live music contest: officina di talenti 78 people provincia San Vincenzo Martire: ecco le tue chiavi 80 people paparazzi Gaetano Gianzi, il fotografo di reportage sociale 82 people viaggi Destinazione dell’anno: Copenaghen 86 people magna e bevi 88 people night Programmi Febbraio 2011 90 people theatre Programmi Rendano, Garden e Morelli 92 people auto Addio motorini! e’ il tempo delle minicar 94 people technology Abbracciami ologramma 95 film del mese Come lo sai 96 oroscopo

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è sempre un bel giorno per Cusenza!

BUON COMPLEANNO ad Antonio Belmonte Dai tuoi amici. A Patrizia, la ragazza dagli occhi magnetici... INFINITI AUGURI! Da Casa Arnoni Molte persone entreranno ed usciranno dalla tua vita ma soltanto i veri amici lasceranno impronte nel tuo cuore. (E.R.) Auguroni Francy

Buon Onomastico alla nostra Valentina, una donna molto “peperina”! Dalla Redazione di People Life

Vorrei ti prendessi più cura di te. Sei la mia forza, la mia gioia, la ragione che mi spinge a non mollare mai. Grazie Mamma, per come sei e per l’Amore che mi dai! Auguri Francesca



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Ernesto orrico, tra palco e realta’

Ernesto Orrico interpreta Menelao in “U Tingiutu” Foto Pietro Scarcello


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servizio di Francesca Porco

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iò che accade dietro le quinte di un teatro è affascinante almeno quanto assistere, in platea, allo spettacolo in corso. Ed è proprio dietro le quinte del Teatro dell’Acquario che incontriamo il grande attore e regista cosentino Ernesto Orrico nei panni di Menelao, il fratello del boss Achille, nello spettacolo di Dario De Luca “U tingiutu. Un Aiace di Calabria”. Ernesto Orrico, a trentasette anni, è tra gli artisti più amati della città di Cosenza. Tra prove e cambi d’abito trova anche il tempo di arricchirci con la sua grande esperienza. Ogni teatro - ci spiega- ha un suo profumo e l’emozione ogni qualvolta ci si esibisce è sempre molto forte. Parlare con Ernesto è un vero piacere, il suo gesticolare rende la comunicazione ancora più interessante, è quasi come assistere ad uno dei suoi intensi spettacoli. Qual è l’aspetto affascinante del tuo lavoro? La possibilità di mutare, di cambiare personaggio e modo di essere. Buono o cattivo ogni ruolo richiede un percorso di studio non indifferente. In un testo drammatico, ad esempio, bisogna immedesimarsi nel personaggio e ripercorrere la sua sofferenza. Regista e attore. Quale veste ti appartiene di più? Sicuramente quella dell’attore proprio per la veste “camaleontica” di cui parlavo prima, anche se il regista ha davvero tante responsabilità. Il mio primo lavoro come regista “Jennu brigannu, storie di

PEOPLE CITY briganti calabresi” (prodotto dal Teatro della Ginestra) è già al quinto anno di repliche ed è davvero una grande soddisfazione. ‘“A Calabria è morta” è stato, invece, il tuo primo testo drammaturgico… Si, è un monologo portato in scena nel 2009 apprezzato in tutt’Italia. Uno sfogo sulla miseria di una Regione massacrata che punta sulle nuove generazioni di laureati per riemergere, recitato in dialetto calabrese. Qual è stato il ruolo che ti ha maggiormente appassionato? Creonte nella tragedia dell’Edipo. Il confronto con i classici è sempre un’esperienza esaltante e riviverli in luoghi storici come la Magna Grecia emoziona davvero tanto. Per molti un attore nella vita reale è più propenso alla menzogna. Tu cosa ne pensi? Recitare non è fingere ma piuttosto credere nella realtà. Per noi è molto più difficile mentire. Un attore che ammiri? Il grande Gian Maria Volonté per la sua versatilità e Peppino Mazzotta, nostro concittadino nonché mio coetaneo, che credo sia tra tutti il più completo. Cosa pensi di avere ereditato da tuo padre? (Sante Orrico, esperto d’immagine e patron del progetto Moda Movie, ndr) La dedizione per il lavoro e la verve artistica. Entrambi amiamo stare a contatto con la gente anche se io penso di essere più autoironico. Cosa offre la Calabria ai giovani artisti? Dico solo che per il mio settore purtroppo non esiste nemmeno un Teatro pubblico stabile, una scuola pubblica dove poter studiare e specializzarsi con degli esperti a disposizione. Ma la nostra resta comunque una terra maledettamente bella!

Jennu brigannu. Storie di briganti calabresi con Manolo Muoio, Silvio Stellato, Dante de Rose e Ernesto Orrico Orrico in “‘A Calabria è morta”

Foto di Paola Scirchio


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Biagio greco presenta la ragapelli family servizio di Francesca Porco

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ovevo scegliere se fare l’ingegnere gestionale tutti i giorni e il musicista hobbista della domenica, o il contrario, ed eccomi qua. Biagio Greco è uno dei batteristi più conosciuti della città di Cosenza. Avete presente Wesley Johnson in arte Wess,

oppure Mal (pseudonimo di Paul Bradley Couling) o Jimmy Fontana? Ecco. Questi sono solo alcuni degli artisti con cui Biagio ha collaborato. Eppure ha solo 35 anni! Durante il nostro incontro ci racconta il suo mondo fatto di viaggi, concerti, emozioni ma anche di sacrifici. E’ dura fare il musicista! – ci spiega e parte subito con un simpatico aneddoto. Ricordo

(durante il tour di Studio 54 Network) nel backstage una gran folla di ragazzine venire verso di me e chiedermi “Scusa potresti farci avere un autografo da J Ax?” Ma le difficoltà non sono solo queste. Il pubblico è abituato ad ascoltare la musica proposta dalle case discografiche. Questo spesso sminuisce la qualità di un artista e delle sue “creazioni”. Torni da Londra in Calabria, con quali propositi? Con il desiderio di fare tanto per la mia terra. Non ci si può arrendere nè dimenticare le proprie origini, senza prima aver tentato. Sei Presidente dell’associazione Ragapelli Family, marchio che si occupa di produzioni teatrali e musicali. Come e quando è nata questa idea? E’ nata un anno fa dal desiderio di unire i cervelli sparsi per il mondo e costituire una casa di produzione che valorizzasse le eccellenze della Calabria. Verdiana, la continua a pag.14



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cantante che nel Sanremo 2003 ha esordito con il pezzo “Chi sei non lo so” ne è un esempio. Massimo Garritano, Patrizia Gallo e Anna Infante sono vice presidente, responsabile del settore teatro e responsabile dell’amministrazione della Ragapelli. La Ragapelli da vita ad un forum di associazioni. In che cosa consiste questo forum? Si tratta del Consorzio per il Morelli, un’iniziativa, di cui sono il presidente, di cultura e spettacolo, che offre alla città di Cosenza una stagione teatrale di alta qualità ricca di prosa, danza e musica moderna e classica. Oltre la Ragapelli ne fanno parte anche l’Associazione Pikema, Alma, Arteneò e Icams.

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La tua casa discografica ha prodotto il nuovo disco di Verdiana: “Immensamente Mia. Ve r d i a n a canta Mimi”, presentato lo scorso 4 febbraio al Teatro Morelli. Un altro grande successo! Si e ne siamo felici. L’intento è stato quello di rivisitare i classici della grande Mia Martini con una chiave nuova. Gli arrangiamenti di Massimo Garritano (chitarrista) e il modo in cui Verdiana interpreta i testi rendono lo spettacolo autentico. La stagione teatrale 2010-2011 del Consorzio per il Morelli è davvero intensa! Sono tanti gli spettacoli previsti: il 27 marzo ci sarà la presentazione del disco “Gorge sand racconta Chopin” con Patrizia Gallo, come regista e attrice, e il 21 Aprile Ragapelli bros in concerto con Massimo Garritano, Danilo Chiarella (basso elettrico), Marco Mazzuca (sassofono) e il sottoscritto alla batteria. Facciamo un grande in bocca a lupo al nostro Biagio e ci auguriamo che la sua esperienza possa far ricredere quanti preferiscono mollare senza prima avere osato.



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e dopo il drink... la prova della verita’

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servizio di Angela Giordano

l 13 Novembre 2010 è stato approvato il decreto legge riguardante l’introduzione degli etilometri nei locali con la licenza di vendere alcoolici oltre le ore 21.00. Come si comportano gli imprenditori del cosentino? Per scoprirlo ci siamo procurati un team di esperti (gli amici di sempre, che non si fanno pregare per bere un bicchiere in più), un mezzo di trasporto (dato che la batmobile è dal meccanico, posso accontentarmi della solita 207) e un guidatore sobrio (ok, a me

le chiavi!). Punto di partenza della nostra “inchiesta” è il Beat, rinomato locale di fronte al Duomo. Vai con la prima birra! La nostra cavia chiede ad un cameriere di poter fare l’alcool test. Risposta? Viene condotto al macchinario per scoprire il suo tasso alcolemico. Beat promosso a pieni voti. Non posso fare a meno di notare la presenza dietro al bancone di Andrea Chiappetta, grande intrattenitore e socio del locale, che ci conferma di aver aderito subito all’iniziativa sperando che l’uso dell’etilometro faccia breccia nelle coscienze degli italiani al volante. Seconda tappa: Deep fashion. Locale situato a Cosenza, nel cuore di piazza XI Settembre, ha conquistato i cittadini con il suo design e i rinomati aperitivi. Seconda birra o primo drink? La nostra cavia opta per un Cosmopolitan, che dovrebbe far schizzare l’etilometro. Si avvicina al bancone e, ottenuta

l’attenzione del cameriere, chiede di poter fare il test. Riscontro? Positivo. Ovviamente non si tratta del tasso alcolemico del complice (quello è meglio censurarlo) ma della presenza del macchinario nel locale. Prova superata! Terza tappa: James Joyce Irish Pub. Entrando sentiamo provenire musica dal piano inferiore e, ammaliati dal richiamo, scendiamo per vedere che cosa succede… Il piatto è ricco: c’è una festa ERASMUS. Circondati da studenti, per lo più spagnoli e portoghesi, non ci facciamo pregare e ci inseriamo nella mischia. Il team di esperti si dà alla pazza gioia: chi balla, chi approccia, chi si siede sui divanetti per il solito taglia e cuci da festa. Minimo comune multiplo: tutti hanno in mano un cocktail. Coinvolgo nell’inchiesta uno studente barcollante e chiedo ad un membro dello staff se è possibile fargli fare l’alcooltest. E se non c’è due senza tre, intuirete che anche qui è presente la famigerata macchina, che dispone della facoltà di giudicarti, di calcolare se sei capace o meno d’intendere e volere. Terna per Cosenza! Intervistiamo Sergio Aiello (socio del James Joyce e del Deep, ndr) che, con la professionalità che lo contraddistingue, ci dice: i miei locali sono muniti di etilometro e di tabella dei valori. L’iniziativa è stata da me accolta con grande serietà che, in questo ambito, non dovrebbe mai mancare. Prova ri-superata! La serata volge al termine. Tutti sono stanchi per via della difficile missione (eh sì, è proprio dura bere in compagnia. Maledetto il momento in cui mi sono proposta come guidatrice sobria!) e quindi li accompagno a casa per godersi il meritato riposo. Io, invece, mi fermo un attimo a ragionare su quanto ho constatato. In molte città italiane, anche in quelle rinomate per l’ordine e la civiltà, non tutti i locali dispongono dell’etilometro e molti divieti, come quello per il fumo, sono palesemente infranti. Ma Cosenza c’è. Cosenza è presente e si fa sentire forte e chiaro. La nostra realtà è al passo con le altre, ma nessuno se ne accorge. Anche se riusciamo a conformarci alle normative e a rispettare il volere dello Stato, questo non è mai notato o, addirittura, non è mai abbastanza. Cara Italia, bella Italia, terra di poeti, santi e navigatori, goditi, allora, questo bello schiaffo morale.



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Cena al buio Al deco’: a prova di gusto servizio di Tommaso Caporale

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l titolo di una vecchia canzone di Eros Ramazzotti era “il buio ha i tuoi occhi”, ed è il caso proprio di dire che al DECO’ Restaurant, venerdì 21 Gennaio, il buio ha avuto gli occhi e la bocca di tanti cosentini che hanno partecipato alla prima “Cena al Buio”. Un’atmosfera da eclissi ha accompagnato i tanti partecipanti durante la degustazione del menù, anche questo rigorosamente “nascosto”, all’interno del nuovo ristorante wine bar dell’Home Club Suite Hotel su Viale G. Mancini a Cosenza, diretto da Mario Calabria. Buio e giochi di luce surreali hanno fatto da cornice alla cena organizzata in collaborazione con la F.I.S.A.R., Federazione Italiana Sommelier della Provincia di Cosenza, la prima in stile DECO’, in cui la vista ha ceduto il posto all’esaltazione degli altri sensi. “Osservare” il buio ha permesso ai molti accorsi, di enfatizzare gli stimoli provenienti dagli elementi reali e surreali presenti in sala. Pochi sono stati coloro che non hanno rinunciato a privarsi della benda consegnatagli all’ingresso della sala, con cui sono stati accompagnati ai tavoli, anche se la voglia di vivere l’oscurità assoluta è stata tanta. Voci, profumi e “luci di emozioni” hanno fatto da fil rouge ai primi bocconi dell’antipasto, abbinato a timidi sorsi inebrianti di vino rosso; un gustoso panico si è vissuto al contatto con il proprio vicino che, nella maggior parte dei casi, non era il

partner o l’amico con cui si era giunti inizialmente, ma ciò ha permesso di socializzare e discutere oltre le titubanze dell’approccio reale e i condizionamenti dell’immagine. Tre i temi cardine sottoposti all’attenzione del pubblico: il primo, quello del risparmio energetico, a cui il buio ha suggerito di far individuare soluzioni immediate; poi l’aspetto sociale, ovvero l’attenzione verso i problemi legati alla cecità, ai servizi e alle problematiche che le persone condizionate da questo handicap vivono quotidianamente, anche verso la propria alimentazione; infine il ritorno alle tradizioni, all’enogastronomia povera, ai sapori e alle pietanze di un tempo. Perché il buio è anche “ricordo” dei tempi senza elettricità, dove le luci calde del fuoco e delle candele, facevano da scenografia ai pasti dei nostri nonni: dunque un pretesto per denunciare l’abuso di nuovi prodotti, nati dalla globalizzazione degli alimenti, un invito a consumare cibi del nostro territorio e a non mangiare inconsapevolmente, ovvero avvicinarsi al piatto con il giusto rispetto che merita, distinguendone aromi e sapori. Tante le emozioni nate al buio, anche la proposta di fare un altro bimbo, quella che Susy ha lanciato al marito Nicola, oppure coriandoli ed arcobaleni che molti hanno percepito durante l’avvicendamento delle pietanze. Tutto ha acquistato un valore ultraterreno, il silenzio evocava un rilassamento dei sensi, il buio rendeva lente tutte le azioni comuni, dal semplice parlare al respirare: uno slow-play che poneva la più attenta inquadratura verso il piatto, in cui ogni singolo ingrediente suscitava emozioni superlative. Al DECO’ Restaurant, oltre alla cucina brunchstyle a pranzo con buffet e insalateria, sarà possibile emozionarsi con gli aperitivi del Giovedì e le cene del venerdì. Preparatevi! Dopo il buio, in arrivo il Fuoco con “Le cene di fuoco” accompagnate da distillati pregiati e “Le cene galeotte” con tante sorprese.



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quella “sottile” voglia di sud

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servizio di Lucia De Cicco

andro Sottile è un autore calabrese con la voglia di Sud e, come si legge nella nota del suo sito ufficiale, scrive musica per la gente che nelle piazze si riversa per ascoltare il suono dei suoi tamburi. Un autore che fa i conti con i poeti di ogni tempo, scegliendo la strada più difficile, quella di un Sud alternativo e Terrone, dove terrone sta per amore per le tradizioni e riscoperta delle stesse. Ha animato la festa di piazza del Capodanno cosentino, accompagnando i presenti al 2011! Con tarante, tamburi, zampogne che hanno vibrato, ne siamo certi, nei corpi di tutti i presenti. Difficile per chi era attorno al palco tra gente comune e assessori “trattenersi dall’intrattenersi” in tarante calabresi. Da quanto tempo fa musica attingendo alla tradizione calabrese? Faccio musica fin da giovanissimo, ho iniziato attorno ai quindici anni e quando la passione per la musica è aumentata ho pensato che aggiungere una maggiore professionalità avrebbe arricchito il mio lavoro. Col tempo ho acquisito nuove conoscenze, facendo ricerca sui testi e sulle musiche calabresi tradizionali dell’intero Sud Italia, adeguandole ai tempi e riscoprendo antichi strumenti musicali, come la zampogna, la chitarra battente, le percussioni. Ci sono state difficoltà all’inizio della carriera?

All’inizio non è stato facile sono avanzato a piccoli passi e, a volte, in modo discontinuo, ma sono andato avanti lo stesso. E oggi la vetrina del Capodanno cosentino mi pare un traguardo importante per un artista calabrese. Aver portato i cosentini nel nuovo anno è stato un onore, coinvolgerli nella mia musica, è stato davvero un bel momento. Parliamo di C’è quel Sud, il suo ultimo lavoro … Il titolo racchiude il senso di ciò che penso sia il Sud. Tracce che non sono visibili e che vanno lentamente ripercorse e recuperate delle tradizioni ma anche riproposte sotto nuova veste. E ancora Sud sarà il prossimo lavoro discografico che dovrebbe vedere la luce in questo nuovo anno, forse in primavera. E un lavoro sulle tracce dei terroni e del regno delle due Sicilie e le conquiste successive che hanno bloccato un processo di sviluppo economico, depredando culture e territorialità. E alle nuove generazioni di autori cosa sente di dire? Con la mia associazione ho fatto dei progetti con il Liceo Scientifico di Rogliano, proponendo scambi culturali con altre regioni, come Puglia e Sicilia, e svolgendo dei seminari in collaborazione dei Cantori di Carpino e i Tamburellisti di Torrepadula in Puglia. Direi ai giovani di progettare e di arricchirsi di nuovi elementi che innovino la tradizione che però deve essere prima recuperata. Tappe future?Il Canada e la Tunisia, sulle tracce di Terroni e delle tradizioni etniche che legano i Sud del mondo.



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bum bum bum arriva il “chiasso” dei takabum

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servizio di Bruna Larosa

’ultima apparizione cosentina in ordine di tempo è stata l’esibizione per l’Unicef lungo corso Mazzini, lo scorso dicembre, ma i Takabum c’erano anche a Laino Borgo, dove hanno aperto il concerto di Paolo Fresu e a Roma con un’esibizione al Festival Dea Ebe. Proponendo la loro musica sono stati presenti in alcune tra le più belle città d’Italia, riscuotendo un successo quasi inatteso! Sarà che sui loro cilindri troneggiano degli allegri fiori di girasole, il motivo per cui tutti rimangono colpiti dalle esibizioni dei Takabum? Sarà per la loro musica, talmente coinvolgente da modificare anche l’andatura dei passanti più seriosi, trasormandola in un ‘ondeggiare’ ritmato? Insomma ogni artista ha il suo segreto, figuriamoci quando ci si imbatte in una band di ben otto elementi! L’impresa di sdoganare il mistero, però, non ci ha spaventato e abbiamo incontrato i Takabum per cercare di carpire la formula magica della street-band cosentina. Nascono come gruppo da un’idea di Giuseppe Oliveto, che suona il trombone e di Marco Mazzuca, sax baritono. Quando si vuole creare qualcosa è essenziale avere un’idea di fondo e delle competenze, grazie alle quali sviluppare il progetto. Giuseppe e Marco provengono da realtà musicali diverse, uno porta con sé

l’abilità di compositore, l’altro la conoscenza delle nuove tecnologie. Sembrano attitudini difficilmente conciliabili, forse proprio per questo, nelle mani dei due artisti, hanno dato vita ad inediti e frizzanti esperimenti sonori. La novità è folgorante e l’intento viene condiviso dagli altri componenti che, via via, sono andati a costituire la formazione attuale, ma forse ancora non definitiva, dei Takabum. Si tratta, oltre Giuseppe e Marco, di Gianfranco De Franco, che suona sax contralto e clarinetto, Mario Gallo, sousaphone, Alberto La Neve, baritono e sax, Luigi Paese, tromba, Francesco Montebello, cassa, Giovanni Afflisio, percussioni. Tutti musicalmente maturi al punto da affrontare pezzi originali e diversissimi tra loro in un repertorio che varia dal funky al jazz fino a toccare le sonorità balcaniche. La bravura strumentale quando si è una street-band - ci confida Giuseppe - dev’essere indubbia, solo così ci si può dedicare con serenità al rapporto con il pubblico e affrontare dei cambiamenti non programmati che sul momento sembrano più opportuni rispetto allo standard. Le esibizioni dei Takabum presuppongono e scoprono ogni volta un pubblico pirandelliano: pronto a riconoscersi protagonista di questo trenino o di quel balletto, seguendo le sonorità dell’instancabile band, capace di improvvisare e ricreare la loro musica in una sfida per la propria capacità e per il divertimento degli spettatori.



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“Natale a Casa Cupiello” sbanca Castrolibero e debutta al Rendano

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atale in casa Cupiello è l’ultima rappresentazione teatrale portata in scena a Castrolibero nell’Auditorium Giovanni Paolo II (Parrocchia S. Famiglia) dalla compagnia InCastroLibero, diretta dalla regista Aurelia Carbone. Un progetto ambizioso quello della giovane compagnia dell’Oratorio S. Benedetto che ha nuovamente registrato il tutto esaurito, ottenendo applausi e consensi. Maria La Cava, Marco Porcaro, Vittorio Scarpelli, Fiorino Fiorentino, Carmen Guido, Alessandro Chiappetta, Pasquale Sicilia, Gianmatteo Falanga, Lia Aurino, Maria De Luca, Pasquale D’Amore, Saverio Cantalice, Emma Pisciotta, Pino Vercillo, Stefania Barci ed Enzo Cesario i nomi dei giovani attori che hanno dato vita ai personaggi della celebre commedia di Eduardo De Filippo. InCastroLibero porta in scena, ormai da diversi anni, commedie d’autore e non, evidenziando come un sogno, grazie alla volontà, alla grinta e alla condivisione di un’idea comune sia diventato un’encomiabile realtà. Il 4 febbraio la compagnia “InCastroLibero” fa il suo debutto al Teatro Rendano. In bocca al lupo da People Life !


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E-book: Meglio lo schermo o il foglio?

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li e-book reader sono la nuova frontiera della lettura mondiale. è un dispositivo ideato da Michael S. Hart nel 1971, ma apprezzato solo negli ultimi tempi. Ma cos’è un ebook? E-book è una parola inglese che testualmente vuol dire libro elettronico, ed è utilizzata per definire un software compatibile su un lettore digitale o su alcuni telefoni di ultima generazione. L’e-book reader ha le stesse funzioni di un libro tradizionale con una grande differenza: poter contenere 1200 libri in un dispositivo di circa 200gr. I pregi non sono finiti: l’e-book reader ha una carica di circa due settimane, contiene circa una decina di dizionari preinstallati e si può ascoltare la musica come un normale lettore MP3. Il suo schermo (che in alcuni modelli si può trovare touch screen) è costituito da un materiale antiriflesso che permette la lettura anche alla presenza del sole, si possono eseguire sottolineature, scrivere note o considerazioni personali, aggiungere un

segnalibro,creare degli schizzi o disegni e usufruire dei dizionari installati per comprendere il significato delle parole evidenziate, ma forse il

più grande vantaggio sta nel fatto che i libri, scaricabili sul web, siano a costi ridottissimi. Esistono delle vere e proprie librerie online dove si possono trovare libri di qualsiasi genere, da quelli per l’infanzia ai grandi classici della letteratura. Si può venire a conoscenza dei libri più scaricati, delle offerte promozionali, o fasce di prezzo e acquistare testi usufruendo di sconti. Per esserne maggiormente convinti, se si vuole affrontare questa spesa, basterebbe pensare ai vantaggi che si potrebbero creare, sia per noi sia per l’ambiente, se in un futuro tutti usassimo gli e-book: ridurre la produzione di filigrana, evitando il disboscamento, oppure andare a scuola con un unico strumento per seguire le lezioni, senza caricare eccessivi pesi sulle nostre spalle. Certamente non è consigliato per i lettori “occasionali” ma è molto utile e comodo per i viaggiatori e per le persone appassionate alla lettura. Certo il libro in carta ha il suo fascino, ma meglio uno in carta o milleduecento digitali? di Riccardo Spaziante I D Liceo Scientifico E.Fermi (CS)


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la citta’ oscura di Gianfranco bonofiglio servizio di Valentina Zinno

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n giornalista storico per la città di Cosenza dal lontano ’83, da sempre impegnato nella diffusione della cultura per la legalità. Nel ’95 scrisse la prima edizione della Città oscura, vent’anni di impegno per una nuova cultura della legalità. Gianfranco Bonofiglio, oggi si rimette in gioco con una nuova versione del libro: “La Città oscura. Cosenza e il suo racconto criminale”(ed. Falco). E come da buon giornalista si accomoda nella redazione di People Life e, senza aver nemmeno dato il tempo di aprire il registratore, inizia da subito il suo racconto. Gli anni ’80 sono da ricordare e considerare la base e la crescita della criminalità cosentina. Gli uomini mafiosi di un tempo si potevano considerare dei boss, oggi la corruzione, i facili guadagni, hanno consentito a “quattro ragazzi di quartiere” di dar vita alla mafia cosentina - comincia così Bonofiglio. Borsellino disse: “La lotta alla mafia non deve essere soltanto una distaccata opera di repressione ma un movimento culturale e morale, tutti devono sentire il profumo di libertà”. Pensa che un giorno possa essere realmente così? Cosenza non è una terra come la Sicilia dove esiste un vero fronte antimafia. La frase di Borsellino, in Calabria rimane retorica. Appartenenza all’uomo che conta e al clientelismo, questi i due fattori alla base della cultura cosentina. Il pensiero comune è quello di trovarsi in un mondo sommerso, nel quale anche fare favoritismi o chiedere un lavoro in cambio del voto politico è mafia. La città oscura, questo il titolo del libro. Ritiene che la nostra città, Cosenza, sia oscura?

Ritengo di si. Anche se la maggior parte della popolazione è onesta. La città oscura vuole essere una metafora. Rappresenta quella parte indefinita di collusione, quel terzo livello, quella borghesia mafiosa, che è la vera forza della mafia stessa. Una città, dove l’economia stessa è illegale. Oscura nel senso che muore pian piano senza lasciar spazio ai giovani. Scrivere di mafia oggi raccontando il passato e proiettandosi al futuro. Quali i cambiamenti? La mafia si è trasformata in ecomafia. Oggi i delinquenti sono moderni e globalizzati imprenditori. Ora che il pentitismo è definitivamente passato di moda, si può affermare che tutta quella “borghesia criminale”, che si sperava venisse intaccata dalle confessioni dei pentiti, è tranquillamente passata indenne dal pericolo di essere coinvolta. Pensa che sul territorio non ci sia una diffusione sufficiente all’educazione alla legalità? Un ruolo fondamentale per la crescita e l’educazione alla legalità è detenuto dalla famiglia e dalle istituzioni. Tutti parlano di mafia ma nessuno vuole sconfiggerla. Socrate diceva «chi vive da onesti è considerato un perdente. Chi è furbo è il vincente». Il libro è dedicato a 9 giornalisti uccisi dalla mafia. Perché? Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato, Peppino Impastato, Mario Francese, Giuseppe Fava, Giancarlo Siani, Mauro Ristagno e Beppe Alfano sono l’esempio di coraggio per un mondo migliore contro la mafia. Il mio prossimo lavoro, “Il sangue e il coraggio”, si concentrerà sulla storia di questi giornalisti che hanno immolato la loro vita per aver detto la verità sulla mafia.



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servizio di Manuela Magnelli

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ianca come il latte, rossa come il sangue (Mondadori, € 19.00) è il primo romanzo di Alessandro d’Avenia, giovane professore di Lettere al suo esordio letterario. Nella semplicità e scorrevolezza della scrittura l’autore narra la storia di Leo, sedicenne che nasce, cresce ed invecchia nell’arco dei nove mesi di scuola. Non è solo la storia di uno studente alle prese con compiti, interrogazioni, ipod e Prof noiosi ma è la storia di una crescita personale fatta di due colori: il bianco ed il rosso. Il bianco è il silenzio, l’assenza, la perdita; il rosso è la vita, l’amore, la passione ed il sogno. Ed è proprio grazie alla scoperta, stimolata non a caso dal supplente di Storia e Filosofia, soprannominato il Sognatore, che Leo scopre che ciascuno di noi ha un obiettivo, un sogno da realizzare anche a fronte di tante difficoltà e di eventi dolorosi. E’ quasi un ascesa dantesca, quella che vive Leo, che lo porterà dall’amore terreno per la rossa Beatrice, malata di leucemia, all’amore verso Dio inteso, non tanto nel significato spirituale, quanto nell’amore per la vita e gli affetti più cari. Attraverso un monologo interiore Leo parla di se stesso, dell’amica Silvia, sua ancora di salvezza, delle sue paure, del suo farsi uomo. Un romanzo di formazione in cui ogni adolescente può riconoscersi, confrontarsi per crescere.

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’Aurora nelle quattro stagioni. Briciole di storia e ricette. (Ed. Orizzonti Meridionali, € 15,00). Definire questo testo un ricettario sarebbe riduttivo perché il lavoro di Rita Fiordalisi è, in realtà, un percorso d’identità spirituale e gastronomica della nostra terra, all’interno del quale ogni cosentino doc può riconoscere se stesso, le proprie tradizioni, la storia personale e collettiva. Il significato di questo libro è insito nel titolo: Aurora è il nome della madre dell’autrice, è colei che ha tramandato il culto della famiglia, il cui fulcro risiede attorno alla tavola che cambia sapore, colore e odore per ciascuna delle quattro stagioni. Attraverso i ricordi che partono dal 1930, anni non facili (fascismo, nazismo, disoccupazione) - la Fiordalisi ripercorre la storia di Cosenza andando in giro per la città dalla nascente Stazione Ferroviaria alla Strada Statale n° 19 delle Calabrie (Loc. Panebianco). Ed alla storia si intreccia l’arte culinaria locale, caratterizzata da pietanze tipiche per l’inverno, la primavera, l’estate e l’autunno. Foto d’epoca, detti calabresi e reminiscenze di vita quotidiana sono, come dice Gaetano Marchese, una porta aperta sul mondo, un pensiero del percorso vitale della società cosentina dal 1930 ad oggi.


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PEOPLE LIBRARY

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ibero così i miei sensi, respiro avidamente il mare, socchiudo gli occhi e ascolto, con tutto il mio essere, il leggero suono della vita che scorre.il fruscio della lama sul drappo di seta. Maria Laura Carnabuci chiude così il suo romanzo, Come il fruscio della lama sul drappo di seta, velatamente autobiografico (ed. IRIDE, € 9,00). Sono pagine intrise di ricordi, di profumi, d’immagini legate alla sua terra, la Sicilia, che si legano alla crescita personale, al farsi donna della protagonista, al desiderio di proporsi sempre nuovi obiettivi da raggiungere. E’ la visione del mare, il profumo della salsedine, i colori di una terra sempre pronta ad accogliere i suoi figli,

ad attirare, come una calamita, questa donna che, nei viaggi di ritorno al luogo natio, chiude gli occhi e, ripensando a sé stessa, alla libertà raggiunta non senza fatica, tira le somme del proprio vissuto. Ed è la protagonista, parlando in prima persona, in una sorta di diario, a ripercorrere a piccoli flash le tappe della sua vita, che si intrecciano, fino a diventarne un tutt’uno, con i valori autentici della famiglia, con le proprie radici e con il desiderio di scoprire e riscoprire se stessi sempre.


SPECIALE SAN VALENTINO

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14 febbraio baci, fiori e cuori in fiamme servizio di Federica Celibe

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rego, accendere i cuori”. Quelli con le ali, quelli spezzati, quelli con la capanna in mezzo. È San Valentino e l’amore diventa protagonista. Che ci sia, che si rincorra, che si aspetti, che sia finito. L’importante è che il 14 febbraio se ne parli… perché come il “tutti buoni” a Natale, “tutti pazzi” a Carnevale, a metà febbraio si ha voglia di baci, coccole e sospiri. Ma sarà poi tutto vero? A giudicare dai termometri sociali – sondaggi, inchieste e, perché no, link e commenti sul guru facebokkiano – la coppia sembra perdere una “p”. Va…lentino, questo amore! Saranno i momenti economici non felici, sarà la life sempre più accattivante – tra esperienze e distrazioni alle quali difficilmente si rinuncia – sarà che quello del single più che uno status è diventato uno status symbol…. sarà, ma fatto sta che di amore se ne parla, se ne fa, ma se ne “conserva” poco. Negli anni, nell’entusiasmo, nella complicità. E non si infastidiscano coloro che – per merito o fortuna – festeggiano anniversari anno dopo anno. Per loro San Valentino è il famoso “364 giorni più uno per dirsi ti amo”. E questo pezzo li farà solo sorridere. Per tutti gli altri, la musica è un po’ diversa. Non un romantico lento, bensì un ritmato pop inglese che alterna melodia a chitarra

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distorta. Girovagando su facebook (ancora lui, volenti o nolenti chiamatelo guru, finchè dura!) la coppia se la gioca con la voglia di stare da soli. Nessuna via di mezzo. O sei 2 o sei 1. E la X? Ovvero quelli che anche in coppia, non perdono identità e quelli che da single, non temono di confrontarsi? “Sex and the city” lo sapeva bene, nel suo descrivere in maniera unica 4 sfumature dell’amore: fisico, romantico, cerebrale e tormentato, ma senza perdere, nessuno dei suoi protagonisti, la capacità di rimanere protagonista della propria vita. A ben pensare lo stato ideale sarebbe quello di “due single in coppia”. Sai che felicità per Valentino e Faustino, trovatosi suo malgrado a proteggere (da cosa poi?) i single per il solo e incomprensibile motivo di trovarsi a lavoro il 15 febbraio! Senza più feste per single tutte eccessi e baldoria e serate per coppie tutto soft e tranquillità. Ma si potrà bisbocciare senza problemi con il proprio partner o godersi in santa pace un momento slow con gli amici! E…..ops, doveva essere un pezzo su San Valentino, tutto fiori, cuori e cioccolatini. Mi scuso e corro ad accendere le candele. Chissà facciano un pò di luce sulla domanda che davvero mi tormenta: “ma single o coppia che sia, c’entreranno davvero con l’amore?”. Dal 16 febbraio in poi, forse la risposta….



SPECIALE SAN VALENTINO

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San Valentino… sedurre “a tutti i costi”

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servizio di Francesca Porco

’ è chi vuole che tutto sia perfetto e si prepara mesi prima al grande evento. Chi dice di festeggiarlo 365 giorni all’anno, chi lo considera un giorno come tanti, chi ha il cuore infranto e decide di barricarsi in casa e chi sostiene che l’idea di vivere con un’altra persona la disgusta quasi come l’intera scatola di cioccolatini appena consumata (poco importa se sente una stretta al cuore ogni qual volta incontra una coppia che, mano nella mano, sceglie un copri letto colorato..) Chissà quanti/e invece, nel momento clou, vorrebbero essere da tutt’altra parte e risolvono l’inconveniente festeggiando due volte! E se è vero che “In guerra e in amore tutto è lecito” (così come recita un antico proverbio), non sarà poi così difficile per i machiavelliani conquistare la persona amata, per tutti gli altri raccomandiamo di non mollare la presa. Infondo è il desiderio a rendere l’amore così speciale! Relazione a parte, nel giorno di San Valentino sono davvero in tanti gli innamorati che festeggiano. Immaginiamo una scena tipo: lui si presenta con un mazzo di fiori e un regalo in mano ed ha già prenotato in un raffinato ristorante un’impeccabile cena. Afrodisiaca, si spera! Voi aprite la porta, sguardo ammiccante e… voilà lo accogliete con una lingerie mozza fiato. Inizia il gioco della seduzione. Ecco alcune proposte per stuzzicare il partner e accendere il fuoco della passione...

Per chi ama stupire con uno stile elegante e raffinato. Cotton Club propone una sottoveste in seta bianca, con ricami in velo neri per essere semplicemente irresistibile.


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SPECIALE SAN VALENTINO

Ha p p y Va l e nt i n e’s d ay ! Momenti indimenticabili with CrissCrossLingerie. Per una serata passionale e stuzzicante come il vostro spirito, un eccitante completino nero per la donna che ama condurre il gioco..

Romantica e sognatrice è la donna che indossa Intimissimi. Il “vedo non vedo” per chi ama mettere in risalto le forme senza sentirsi a disagio. Fantasia floreale in verde, reggiseno a balconcino e culottes arricchiti da fantasiosi merletti.

Per tutte le single “accanite” consigliamo di non aspettare San Faustino per fare baldoria. La seduzione non ha tempo da perdere. Biancheria very hot, vestiti vivaci tanto quanto basta per non passare inosservate e trucco trandy per camuffare la timidezza. E che le frecce di Cupido colpiscano il vostro cuore per una sera o per la vita poco importa, quello che conta è che la donna non deve mai smettere di farsi desiderare!


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Alessandro barile, il poliziotto piu’ bello d’italia servizio di Angela Mendicino

A proposito di Tv, sei stato ospite della trasmissione di Paola Perego su Rai Uno in seguito alla tua vittoria come Bello d’Italia, adesso dove ti vedremo? Non escludo di andare nel salotto pomeridiano di Barbara d’Urso, inoltre essere il nuovo “tronista” di Maria De Filippi sarebbe una buona occasione per la mia nuova professione. E l’amore in questo momento nella tua vita che posto ha? Quando si è troppo concentrati su se stessi la vita di coppia passa in secondo piano, per adesso diciamo che sono innamorato del mondo dello spettacolo e basta! Se potessi scegliere una fidanzata che fa parte del jet-set chi vorresti al tuo fianco? In fatto di donne preferisco le ragazze sem-

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lto, spalle larghe capelli e occhi castani, sguardo dolce e da bravo ragazzo, Alessandro Barile, alias il più Bello d’Italia è a suo agio in questa intervista nel corso della sua prima uscita pubblica per il concorso nazionale di Miss Motors ospitato proprio a Cosenza a solo venti giorni dalla sua elezione. Questo ragazzo ventiseienne, originario di Foggia, con un posto fisso in Polizia a Parma, ha partecipato al concorso quasi per gioco spinto dagli amici, ed ha sbaragliato la concorrenza nel Gran Teatro dell’Opera di Sanremo. Alessandro pensi lascerai il tuo lavoro nella Polizia penitenziaria? Il mio obiettivo al momento è concentrarmi sul mondo dello spettacolo, è una grande opportunità, un trampolino di lancio, spero di sfondare in questa avventura. Per il momento ho preso un anno di aspettativa dal mio incarico dove prestavo servizio in un istituto di massima sicurezza. Quali sono le tue prospettive lavorative, cosa ti aspetti da questa nuova esperienza? Voglio impegnarmi per dare il meglio di me. Ho iniziato a collaborare con l’agenzia Alone contract di Milano, studierò dizione, imparerò a sfilare…e poi mi piacerebbe molto recitare per il cinema e la televisione.

plici e non troppo sofisticate, sicuramente una bellezza acqua e sapone come Sara Tommasi per esempio. I pro e i contro dell’essere famoso? Aspetto di diventare famoso e poi ti faccio sapere…Scherzo! La verità è che ancora non mi voglio sbilanciare ma restare con i piedi per terra, questa dello spettacolo è una realtà difficile e particolare. Verrai di nuovo a Cosenza per qualche impegno professionale? Sicuramente sarò di nuovo in questa città dove ho preso contatti per eventuali serate e sfilate, poi sinceramente, mi farebbe molto piacere rivedere tutte le per-


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sone simpatiche che ho conosciuto e…diciamo una in particolare (mi guarda e sorride un po’ con sguardo d’intesa). Evito di fare altre domande in proposito… Qual è il sogno nel cassetto di Alessandro Barile, il più Bello d’Italia? Lavorare come attore e soprattutto avere una famiglia, sono t ra d i z i o n a lista credo nell’unione di coppia come valore. Intanto aspettando che il sogno si avveri riprenderò a studiare Giurisprudenza, nello spettacolo, se son rose fioriranno!

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il regalo di battiato a Cosenza: telesio servizio di Nunzia Capitano

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osenza- Sanremo, andata e ritorno. Si potrebbe immaginare così la rotta dei prossimi spostamenti di Franco Battiato. Il maestro catanese, infatti, reduce da un breve ma intenso soggiorno a Cosenza, parteciperà al prossimo festival della canzone italiana con un duetto che lo vedrà protagonista del palco fiorito insieme a Luca Madonia, e forse, a sorpresa, anche come direttore d’orchestra per la serata dedicata ai 150 anni dell’unità d’Italia. E Cosenza, in tutto ciò? Ecco, la nostra ridente città potrebbe essere quel “cerco un centro di gravità permanente…” così inseguito da Battiato. Il cantautore siciliano sta pensando e scrivendo un’opera teatrale, che dirigerà al teatro Rendano, sul “nostro” Telesio, il filosofo cosentino “antico, ma moderno”, come l’ha definito pure Battiato. Lui, capelli spettinati grigi, profilo austero, grandi occhiali da vista e un’altezza quasi inquietante (di statura), controlla con una dovizia certosina tutti i preparativi. E’ seduto su una poltroncina rossa del teatro, in prima fila, è qui con lo staff per i sopralluoghi, e mentre osserva attentamente il palco (chissà la sua mente visionaria cosa starà mai immaginando!), si lascia andare a un commento “normale”: sono comodissime queste poltroncine! Ipse dixit. Parla con Antonante, il direttore artistico del teatro, e si discute di luci, orchestra, proiezioni. Parla persino con due giovani tecnici inglesi (e ha pure una buona continua a pag. 40



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pronuncia) che si occuperanno degli ologrammi. Avete capito bene. Ologrammi a un’opera lirica. Che poi “proprio lirica non è”, come ha specificato lui. Nel cast sentivo il bisogno d’introdurre voci extraeuropee, e infatti ha ritagliato i posti per una danzatrice tibetana e una cantante serba di musica sacra. D’altronde, come non aspettarsi uno spettacolo originale da uno che ha scritto: “Gesuiti euclidei vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori della dinastia dei Ming”?! Appunto. Le definizioni gli stanno strette, Battiato fa parlare l’arte, ci prende gusto a tradurre pensieri ed emozioni in musica. E infatti appena vede un pianoforte non resiste e si siede. E’ un attimo, ma fa scivolare velocemente le dita sui tasti e intona Chopin, Bach e Beethoven. Ascolto solo musica classica, da anni. Vabbè, si rifarà a Sanremo! Lo spettacolo a Cosenza invece è previsto per il 6 maggio, data della prima, poi ci saranno repliche fino al 12, di cui tre per le scuole. E poi? E poi Bernardino Telesio volerà nei teatri di Parigi, Berlino e Londra… e il centro di gravità? Chissà che il “centro”, per il Telesio di Battiato, non diventi il mondo intero.



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la storia di natuzza raccontata da Luciano Regolo servizio di Angela Altomare

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’ un ritratto straordinario, rigoroso e ricco di particolari, quello che il noto giornalista e scrittore Luciano Regolo, traccia della mistica di Paravati nel suo ultimo libro dal titolo Natuzza Evolo. Il miracolo di una vita, edito da Mondadori (2010). Una figura straordinaria quella di “Natuzza degli spiriti”, come veniva chiamata fin da piccola nel paesino del vibonese in cui era nata e viveva con la sua famiglia, della quale Regolo nelle pagine del suo libro ne ripercorre la vita, attraverso le testimonianze inedite dei suoi 5 figli. Come e quando è nata in lei l’idea di scrivere un libro su Natuzza Evolo? Dopo un incontro con lei, nel luglio 2009. Non la vedevo da circa vent’anni e lei era come se sapesse tutto ciò che era accaduto nel frattempo nella mia vita, ma senza “spettacolarismi”, essenzialmente con la sua empatia e la sua precisione, fatte di umiltà, semplicità e amore. Io avevo organizzato e condotto uno spettacolo a Catanzaro Lido per raccogliere fondi per il cantiere di Paravati, dove sta sorgendo una piccola Lourdes e lei mi mandò a chiamare. “Presto, non ci sarò più”, mi disse, “ma l’opera va finita, è la Madonna che la vuole”. Mi venne spontaneo chiederle: “Vuoi che scriva la tua vita?”. E lei mi rispose: “Devi scriverla sì, ma devi parlare di Gesù”. Ho seguito come una scaletta i suoi ricordi, quando è morta il 1° novembre del 2009 ero già quasi alla fine del lavoro. Il libro pubblicato lo scorso maggio ora è alla decima edizione e io sono convinto che il merito è solo della forza del messaggio d’amore e speranza che Natuzza ha trasmesso per tutta una vita». Qual è l’aspetto di “Mamma Natuzza” che la colpì di più? Il far sentire tutti amati di un amore speciale, espandendo così veramente l’Amore di Gesù, poiché Lei veramente riconosceva in ogni persona che bussava da lei in cerca di conforto il Signore Stesso. Poi la sua incredibile umiltà e la gioia che non perdeva mai neppure

nelle sofferenze dure che ha dovuto affrontare. Quale l’insegnamento? Ci vorrebbe forse un altro libro e forse neppure basterebbe per riassumere gli insegnamenti preziosi che ci ha lasciato. Ma credo che la sua eredità più importante sia il suo messaggio d’amore, di speranza, di perdono, di umiltà, di fratellanza. Le ultime parole che mi ha detto sono state: “Basta poco, figlio, per essere felici basta amare il Signore e chi ci sta attorno”. Lei oltre ad aver collaborato con testate importanti del calibro di Repubblica, Oggi, Chi, Gente, è stato direttore di Novella 2000. Quale consiglio vorrebbe dare ai tanti giovani che si affacciano al mondo del giornalismo? Di seguire la passione, di mettere l’impegno e la serietà, piuttosto che cercare scorciatoie o sacrificare la missione informativa alle logiche carrieristiche o al miraggio delle scalate sociali. Oggi tanti, troppi giornalisti sono proni al potere o acritici di fronte a realtà che non si possono ignorare, mentre diventano tambureggianti su soggetti più deboli. Cosa le manca di più della Calabria? Ci torno spesso perché ho mia madre, i miei fratelli, tanti parenti e amici per me carissimi. E ora anche per Natuzza. Ma spesso mi mancano il mare, la gente, il senso della famiglia e la caparbietà della mia Regione. Senza parlare delle ghiottonerie e dei sapori delle verdure e della frutta. Quale futuro vede per la sua terra d’origine? Un futuro che dipende anche dalla capacità di noi calabresi di rimboccarci le maniche e valorizzare tutte le potenzialità che ci sono nella nostra regione, magari scrollandoci un po’ di dosso il vittimismo pregresso. La Villa della Gioia che sta sorgendo a Paravati è un polmone importante, anche un riferimento per i giovani, accolti mensilmente per degli incontri di riflessione di grande qualità. È un luogo di fede, ma anche l’espressione di una Calabria diversa. Per questo mi auguro che le autorità locali, specialmente la Regione, sostengano il completamento del cantiere di Paravati.



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anton Giulio Grande, servizio di Angela Altomare

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’ uno dei più celebri designer di moda italiana. Anton Giulio Grande, lametino di origine, è considerato lo “stilista delle Dive”. I suoi abiti, realizzati rigorosamente a mano, sono spesso scelti e indossati dalle star dello showbiz italiano, da Valeria Marini a Belen Rodriguez, da Alba Parietti ad Anna Falchi, e da molte altre . Abbiamo rivolto alcune domande al giovane stilista calabrese che fin da subito grazie allo stile inconfondibile e raffinato delle sue creazioni è riuscito ad imporsi sulle passerelle lanciando un nuovo brand del made in Italy. Come e quando è nata la sua passione per la moda? La mia passione per la moda nasce da piccolissimo. Fin dall’infanzia amavo e prediligevo l’attività del disegno sopra qualunque altra, magari più adatta e tipica di un bambino. Ricordo che già all’inizio delle scuole medie decisi che avrei fatto lo stilista e il creatore di moda femminile, affascinato da sempre dagli show televisivi del sabato sera e dagli abiti sfavillanti delle soubrette del momento. Vivendo in una provincia dell’Italia meridionale, questo insieme all’acquisto quasi “segreto” di riviste di moda femminile, era l’unico approccio a questo mondo. Secondo lei cosa rende ancora straordinario il made in Italy? Moltissime cose. Il made in Italy è sinonimo di esperienza e qualità. Noi Italiani siamo nati e siamo stati educati con il “bello” e dal “bello” sotto svariate forme. Ci viene naturale avere buon gusto e saper scegliere, individuare, carpire, proporre creazioni capaci di far impazzire il mondo e fare tendenza. Cos’è per lei l’eleganza? E’ soprattutto un “CONCEPT”, un “LIFESTYLE” più che un singolo abito. L’eleganza sta in noi, nella persona e non nei vestiti proposti “violentemente” dagli stilisti attraverso le riviste, internet, la cartellonistica, le vetrine dei negozi o le sfilate viste alla tv. L’eleganza è non solo un modo di abbinare le cose e gli accessori ma anche essere equilibrati nelle scelte, coerenti con noi stessi e con il proprio stile e tenore di vita. L’eleganza è essere vestiti al modo giusto e nella giusta occasione sapendo soprattutto fare un attento e obbiettivo esame davanti Foto Luigia Pansera


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da lamezia alle passarelle dell’alta moda

Foto Pepito Torre

allo specchio di noi stessi sia fisicamente che psicologicamente. E lo stile? Avere stile è qualcosa di unico e raro. Devi averlo naturalmente o essere talmente bravo da crearne uno, ma è quasi impossibile! Non si va né a Foto Franco Marocco scuola né a lezione di stile! Tre capi che non dovrebbero mai mancare nel guardaroba di una donna. Pochi ma essenziali. Sicuramente un tubino modello fourreau nero in crepe o cady o se è inverno anche velluto, una pashimina di cachemire con frange adattissima per tutte le stagioni, un sandalo gioiello. I capi evergreen. Sicuramen-

te capi di qualità e in tonalità classiche con tagli e look non troppo azzardati e trend. I must have della prossima stagione? Nella moda ormai non ci sono più delle vere tendenze o must. E’ tutto così personalizzato! Sicuramente è forte il revival anni ‘80 non solo nel mondo del cinema e della musica, ma anche sulle passerelle. Tante spalline, maxi pull, Foto Pasquale Catanzaro fuseaux, paillettes dai colori elettrici. Che effetto le fa esser considerato l’erede nel mondo della moda di Gianni Versace? Sono lusingato. Gianni Versace rappresenta la storia del made in Italy nel mondo. Lui è stato un rivoluzionario dello stile. Ha cambiato e infranto le regole dell’eleganza e dello stile creandone uno suo. Quello di Versace è uno stile inimitabile, riconoscibile e identificativo che lo ha consacrato non solo icona della moda ma del costume,della musica, del teatro e della cultura. Quale consiglio o suggerimento vorrebbe dare ai tanti giovani che si affacciano al mondo delle passerelle? Pochi consigli: studiare, viaggiare e stare al passo con i tempi. La moda è si un fenomeno passeggero, ma eterno!


SCATTO MATTO by Francesco Greco

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Spose “Crazy

Eccoli i “Fab

” scatenati

Buon Compleanno Noemi

E Miss Stellato fa il debutto in Scatto Matto

llu stu m’è be u c a MammPeople Life Michele: “Mo

ndo pesca”

reco, un com Francesco G o da leccare tt pleanno tu

Più Crik, più Cro per Vito Ripa k

gt life.or F e l p o e i p www. ltri scatti d a i l g

Orgoglioso di Papà Rocchino


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U Tizzune

Linda contro lla oroscopo Peoil suo ple

tti per tu a t t e ti asp sco Greco e Franc

Tapparelle e

Zanzariere

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SCATTO MATTO by Francesco Greco

Alla Ricerca del Vip perduto

L’allievo sup era il maestro?

Un matrimonio “Divino/a”

Balletto di C prove da calealabria, ndario

Michele A rn questa vo ieri si cerca ma lta non si trova

Carmensita, prove di un matrimonio?


Berlusconi: mi “Ruby” l’anima ma io non mollo!



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Un anno di

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: quando u

uando sono entrato nell’ascensore del Messaggero mentre salivo verso il piano del direttore Napoletano sentivo di essere arrivato in Paradiso. Da Cosenza a Roma. Dal Quotidiano della Calabria al Messaggero. Articoli, cene, feste con vip, Roma. Lavorare in capitale e scrivere per il Messaggero con merito (perchè il direttore mi ha concesso l’opportunità di collaborare per una lettera scritta di notte) per me era stato il primo grande risultato. Poi sono tornato. Scrivo per la Gazzetta del Sud e.... Ed eccomi qui a scrivere il resoconto di un anno di People Life. Un anno da direttore. Se ci penso mi viene da ridere. Quando la gente mi chiama direttore non mi giro, anche perchè, ancora non mi ci sento, ma devo riconoscere che People Life ormai non è più “volantino, opuscolo, giornalino...” People Life è diventato un giornale. Il 12 febbraio 2010, la festa al Beat e la presentazione ai colleghi della stampa di un “giornalino” di 16 pagine con una bella copertina colorata e divertente. Ora siamo arrivati al 7 febbraio 2011 e siamo pronti in anticipo a spegnere la prima candelina di un giornale che è arrivato a 100 pagine. Una vittoria. Una grande vittoria nel periodo di crisi economica, una vittoria in una regione dove sognare è quasi un reato, la vittoria della Savet S.r.l. La Savet di Raffaele Filippelli. E’ stato proprio lui a chiamarmi lanciarmi questa sfida: “Qui i ragazzi vogliono fare un giornale. Abbiamo già trovato il nome. Si chiamerà People Life, però tu devi essere il direttore”. Presente. Eccomi. In un anno abbiamo fatto ben 12 copertine. Copertine pensate, lavorate, copertine che riportavano la notizia principale. Le fotografie di Francesco Greco, le location da trovare, insomma un lavoro fatto con cura, dedizione, amore. Siamo arrivati al primo anno di People Life correndo e cercando di fare capire il ritmo ai nostri clienti. Ad esempio quando chiediamo la programmazione dei locali la risposta ancora non è subito pron-


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un sogno si realizza ta. Eppure sta nell’interesse del locale dare la programmazione, ma pian piano anche loro stanno correndo con noi. Di corsa verso il 2012. Il nostro obiettivo è quello di conquistare la Provincia di Cosenza. I lettori insomma di Cosenza e provincia devono entrare in edicola e gridare: “Voglio una copia di People Life”. Gratuita. E via. Ora veniamo ai titoli di coda. Vi presento tutta quella gente che ha reso possibile il sogno People Life. Parto dai grafici. Sono due. Rudy Pedace ha dato il nome al giornale, suo è il merito di aver costruito, il disegno iniziale del magazine, e Franco Siciliano. Quest’ultimo la notte fa il dj e di giorno crea il mondo. In redazione: Valentino Zinno, Francesca Porco e Manuela Magnelli. Tre donne che vanno come un treno, tre donne che si aiutano tra di loro e impaginano, correggono i pezzi e scrivono. E poi c’è Francesco Sciammarella, uomo tutto fare, uomo vero. Grazie anche ai collaboratori esterni che fin dall’inizio hanno creduto in questo progetto: Mafalda Meduri, Nunzia Capitano, Federica Celibe, Mariachiara Cundari (alias Dopamina), Angela Altomare e Vincenzo Gualtieri e tutti quei nomi che in questi mesi si alternano di volta in volta. Per la vendita degli spazi commerciali ci pensano altre due donne agguerrite e preparate: Patrizia Curatolo e Nunzia De Rose. La pubblicità. L’anima di questo giornale, una pubblicità che per fortuna non manca, una pubblicità che si raddoppia con la creazione del sito di Center Cad. Su www.peoplelife.org si può leggere il giornale con comodità e ricercare le notizie e le curiosità del giorno. Grazie a tutti voi. Pensavo di aver toccato il Paradiso con il Messaggero, oggi il mio Paradiso si chiama People Life. Marcello Romanelli www.peoplelife.org

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PEOPLE GUSTO

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cupido arriva in tavola servizio di Straropoli Carlo Giuseppe

Cucinare è come amare... o ci si abbandona completamente o si rinuncia.(Harriet Van Horne) Questo mese propongo due ricette, per aprire e chiudere la cena, agli innamorati che sceglieranno di trascorrere la serata di San Valentino nell’intimità della propria casa. Innanzitutto impreziosite la tavola con semplici composizioni di fiori dai colori tenui e accendete candele basse. Il principio base del menù è la leggerezza ed il poco impegno ai fornelli. Se siete a dieta (o il vostro partner) per una sera dimenticatevene, alimenti ipocalorici ed insipidi mettono tristezza e calano il desiderio (non sia mai!). Le ricette proposte contengono ingredienti afrodisiaci e sfiziosi. Vediamole nel particolare (le quantità si riferiscono a due persone):

Antipasto Cuoricini al salmone Ingredienti 8 fette di pane per tramezzini 100 g di salmone affumicato 80 g di burro 20 g di panna liquida da cucina sale e pepe q.b.

Frullate il salmone con la panna fino ad ottenere un composto omogeneo, aggiungete sale e pepe nero. Lavorate con una frusta il burro in modo che sia più soffice, come una crema e aggiungetelo al salmone, amalgamate in modo che non ci siano grumi. Lasciate in frigo almeno un’ora. Con una formina o un taglia pasta create dei cuoricini e spalmate sopra la mousse. Decorate con del prezzemolo. Per impreziosire il piatto potete aggiungere delle roselline fresche ben lavate o delle roselline create con della bresaola e foglie di alloro. Dolce - Tiramisù dell’Amore Ingredienti 5/6 savoiardi 2 uova freschissime 50g di zucchero 200g di mascarpone 80 ml di Alchermes 50 g farina di cocco

Separate i tuorli e montateli insieme allo zucchero. Aggiungere il mascarpone mescolando. Montate gli albumi a neve con un pizzico di sale ed aggiungetelo al resto della crema, con delicatezza per non smontare gli albumi. Mettetene un cucchiaio nel fondo del bicchiere (o coppa o tazza che avete scelto). Bagnate i savoiardi nell’alchermes e adagiateli nel bicchiere alternandoli con strati di crema fino in cima. Bagnate poco poco la farina di cocco con l’alchermes per farlo diventare rosa e spolveratela sul tiramisù.



I CONSIGLI DI MAFALDA

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Che sera al Rossodisera servizio e foto di Mafalda Meduri

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ibranti passioni o teneri romanticismi? È ben quello il dilemma. Ché non è mica una di quelle robe che riesci a spiegarti solo pensandoci un po’ su. Dipende tutto dal momento in cui cattura la tua attenzione. E da cosa stai cercando in quel preciso attimo della vita. Così, l’altra sera, nel culmine del mio placido far struscio per i salotti di via Rossini, ci troviamo uno di fronte all’altra. Io, aria vagamente distratta da gentil damina che vuol farsi corteggiare, con sguardo rivolto ai magnifici giardini che abbracciano il cupolone di San Carlo Borromeo. Lui, il Rossodisera, coloratissimo, accogliente, ammiccante alla fanciulletta che alberga nelle mie corde, pronto a tentarmi sfacciatamente la gola e a rendermi ebbra delle sue magnificenze cu-

linarie. Entro timidamente, memore delle arie da gentil damina, ma le pose vengono “sgamate” all’istante da Carlo Principe, anima pulsante del locale che gestisce insieme col fratello Fabio e Franco Giannone. In realtà, non è esattamente la prima volta che ci casco nelle grinfie del Principe e delle sue prelibatezze ma fino all’altra sera, ero stata concupita soltanto dalle sue magnifiche pizze. E nient’altro. Stavolta, invece, a stupirmi è stato il più classico dei menu classici, ricco di sapori e fantasia, ma, specialmente, incline alla montagna piuttosto che al mare. Altrimenti leggasi, tra il meravigliato estatico e lo stupefatto andante: finalmente in un locale cosentino non ho mangiato pesce! Ben inteso, Rossodisera propone alla clientela una vasta scelta di pizze rigorosamente cotte nel forno a legna e prepa-


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rate con i migliori ingredienti freschi, ma a giocarsi bene le proprie carte ci sono anche specialità culinarie della tradizione gastronomica locale. Mi accomodo, dando l’impressione di non aver tanta voglia d’aspettare. Non perché sia perfida, quanto per l’irresistibile attrazione d’innescar trappoloni qui e lì. Lo chef intuisce e, per ingannare l’attesa, prepara una pizza, leggera e stuzzicante, una riuscita via di mezzo tra la versione con sfoglia alta e soffice, ‘alla napoletana’, e quella sottile e croccante, ‘alla cosentina’. Nulla è per caso da queste parti, le idee sono chiarissime anche sul tipo di pizza da proporre: impasto a lunga lievitazione, cottura in forno a legna, impiego e abbinamento fantasioso e di qualità. Dopo le prime battute, intanto,

I CONSIGLI DI MAFALDA

Carlo mi ha consigliato un buon vino rosè del vitigno Serracavallo, gradevole al palato. Giusto in tempo per l’apertura ufficiale delle danze, si presenta maestoso e con leggera spocchia, uno sformatino di parmigianetta di melanzane, infarcito di caciocavallo podolico silano e ricoperto da una sfoglia di pecorino stagionato fuso. Una vera delizia per il palato! A seguire, una fantastica zuppa di fagioli, funghi porcini e guanciale di suino nero. Un piatto saporito e sostanzioso per lo sfavillante incontro di legumi e guanciale. Tra una portata e l’altra, eccolo di nuovo, Carlo. Si avvicina e mi propone un bis di zuppa, ma la porzione generosa e la voglia irrefrenabile di portare fino in fondo la missione, non lasciano scelta: a malincuore, rinuncio al ‘rinforzo’. Neanche il tempo di ripensarci che un filetto di manzo, accompagnato da un tortino di patate ‘mpacchiuse, cipolla e guanciale, giunge a confortare la dolorosa scelta. Teneramente mi si scioglie in bocca, col sublime tortino a fargli da controcanto. Con Carlo redivivo, ci si perde volentieri in qualche piacevole chiacchiera rivelatrice: il Rossodisera è aperto anche a pranzo con le sue squisite pizze e un menù fisso dai costi contenuti. Quasi quasi. Ma è già tempo di dolci, dai tradizionali e ben fatti tiramisù fino agli ampollosi profitteroles. Vibranti passioni o teneri romanticismi? Benedetto Rosso, quanto tormenterai ancora le mie insaziabili papille gustative…


PEOPLE ITALY

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Eugenio gaudio sale in cattedra alla sapienza Il preside della facolta’ di medicina e’ un cosentino

Qual è il consiglio che vorrebbe dare ai tanti giovani che sono ancora all’inizio della loro carriera universitaria? Di studiare molto ed approfonditamente, di andare all’estero per aprire i propri orizzonti, di individuare un campo di riel mese di Ottobre dello scorso anno è stato eletto cerca da approfondire con costanza e sistematicità, di amare il con ampio consenso Preside della Facoltà di Me- proprio lavoro, di rispettare colleghi, studenti e pazienti. dicina e Farmacia dell’Università “La Sapienza” di Che rapporto ha con la sua terra d’origine? Di affetto, torRoma. Originario del capoluogo bruzio, il prof. Eugenio no sempre per salutare mia madre, mio fratello ed i parenti ed Gaudio, Ordinario di Anatomia Umana, ha al suo attivo amici che abitano a Cosenza; non ho mai trascorso un giorno numerose collaborazioni scientifiche nazionali ed interna- di Natale o di Pasqua in altro luogo che non fosse la mia casa zionali. Un incarico di grande rilievo scienpaterna. tifico quello ricevuto che costituisce non Cosa le manca di più della sua città? Nesolo una nuova e importante tappa nel suo gli anni ’60 e ’70, quando vivevo a Cosenza, brillante percorso accademico ma anche un avevo conoscenza di una città civile, colta, significativo riconoscimento del valore delle tesa al sapere più che all’avere, tutto sommato eccellenze calabresi da parte dell’ateneo più bonaria e non consumista, con i valori della grande d’Europa. famiglia al primo posto. Temo, però, che non Che effetto le fa essere Preside della Facoltà sia più così. di Medicina di quella che è considerata una Quale futuro vede per la Calabria? Difficidelle Università più prestigiose? Da un lato, le, se non si comprende che bisogna lavoraavendo già rivestito la carica di Preside della re di più e meglio, che bisogna terminare la Facoltà di Medicina nell’Università dell’Aquila Il Professore Eugenio Gaudio stagione dell’assistenzialismo, che il turismo a fine anni ’90, l’effetto è stato mitigato dalla e l’agricoltura, con la relativa industria di precedente esperienza; dall’altro, la dimensione della Sapien- trasformazione, sono la via naturale dello sviluppo della Reza, che è la più grande Università Europea, ed il momento gione, che la criminalità organizzata è una palla di piombo particolarmente difficile che il mondo dell’Istruzione Superio- al piede dello sviluppo della Regione, che la classe dirigente re attraversa in Italia, inducono un forte senso di responsa- deve essere qualificata e disinteressata, che c’è differenza fra bilità ed anche di preoccupazione per quanto sarà possibile la solidarietà e l’amicizia ed il familismo amorale, anticamera fare per corrispondere alle legittime attese degli studenti, dei della criminalità organizzata; non so quanti anni saranno docenti e della società civile. necessari per questa svolta, che è innanzitutto culturale. servizio di Angela Altomare

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gennaio 2011: l’anno “qualunquemente du pilu” servizio di Marcello Romanelli

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i una cosa siamo certi: gennaio 2011 sarà ricordato da tutti come il mese e l’anno “du pilu”. Il “ pelo” di una, dieci, venti donne, il profumo di vita che a volte ti fa volare, ma altre volte ti mette solo nei casini. Il caso Ruby, i “festini selvaggi” di Berlusconi e un film che rispecchia in un modo quasi drammaticamente vero un periodo “colorato” della storia d’Italia. I manifesti pubblicitari di “Qualunquemente” nella capitale risaltano per due cose. Sia per la faccia convinta di Antonio Albanese e sia per quella frase esplosiva che vale l’intero manifesto. “I’m not dream, ma mi piace u pilu”. E nella stessa capitale è partita l’avventura di “Qualunquemente”. Dal 21 gennaio, con 600 copie per tutta l’Italia, sono stati allestiti gazebo per l’iscrizione al partito di un Cetto La Qua-

lunque determinato a vincere le sue personali elezioni. Quelle con un pubblico che ha sempre seguito il personaggio creato da Antonio Albanese, ormai dieci anni fa, e portato in tutti i teatri d’Italia, quelle di una satira pulita di un comico che da anni è sempre di più apprezzato e ammirato da un pubblico formato da diverse età. Per la primissima dedicata alla stampa non si sono scelti i grandi cinema della città, ma la piccola sala cinematografica di Nanni Moretti che si trova nel cuore di Trastevere. E questa è la prima notizia. Fandango in collaborazione con Rai Cinema presenta “Qualunquemente” davanti uno stuolo di giornalisti desiderosi e curiosi di vedere che effetto fa. Specialmente nel giorno in cui sui giornali esce di tutto sul caso Ruby. E allora silenzio in sala, buio e il film comincia. La storia è quella appunto di Cetto la Qualunque che dopo 4 anni di “latitanza” torna nella sua terra, la Calabria, e decide (o chi per lui...) di candidarsi a sindaco del suo paese. Non ci sono nomi di paesi o città calabresi, anche perchè, le uniche vere fotografie della Calabria sono all’inizio del film (Cetto la Qualunque arriva all’aereoporto di Lamezia e poi subito becca il traffico dalla Sa-Rc) e alla fine con il continua a pag. 60



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meraviglioso scorcio di mare dello stretto che collega Reggio Calabria e Messina. Stop. La Calabria è questa con la colonna sonora tratta da un brano di Beppe Voltarelli (Onda Calabra) e qualche altra cosuccia, ma è la struttura dell’uomo politico meridionale che ne esce a pezzi. Un politico buffo, coperto dalla malavita, un politico che tratta male la sua donna costretta a subire ripetuti tradimenti, un politico volgare e roz-

Nicole Minetti, consigliere provinciale del Pdl

zo con il proprio figlio, un politico insomma che viene ridicolizzato dal personaggio di Cetto La Qualunque. E Albanese alla fine del film tiene subito a sottolineare che questo film “è scritto da gente che ha il meridione nel sangue e che ama la propria terra, anche se in questa terra, la situazione non cambia da anni”. Non mancano le domande sulla coincidenza con la notizia che sta monopolizzando le prime pagine dei giornali e il film dove di certo non manca la parola “ pelo”. Antonio Albanese viene “tirato per la giacchetta” da una giornalista di Liberazione e da altri cronisti che non amano Berlusconi, ma l’attore non ci sta e risponde secco: Avevamo pensato la stessa cosa tre anni fa con l’esclamazione: poteva uscire oggi. L’Italia è questa. Questo è il nostro Paese. Non cambia mica”. E alla domanda se Cetto La Qualunque è un uomo di destra o di sinistra, Albanese risponde: E’ orizzontale. “Qualunquemente” dal 21 gennaio è nelle sale di tutt’Italia, ma non dite mai a Cetto La Qualunque che questo film fa solo riflettere perchè lui risponderà: “Cazzu iu iu iu...”. Ruby “rubacuori”



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servizio di Vincenzo Gualtieri

Love, Sex, & more...! S

arà banale dirlo ma gli amici sono delle presenze indispensabili nella vita di ognuno di noi; fanno parte integrante delle nostre giornate, sono supporti fondamentali quando le vicissitudini della vita ci portano a stare male per le scelte sbagliate che facciamo, o semplicemente una spalla su cui piangere e chiedere conforto. Ma anche fonte inesauribile di risate, momenti di divertimento e sano relax. Ma quanto fa male ricevere delle delusioni da loro? Questa è sicuramente una delle domande più difficili che capita di fare a noi stessi, la stessa domanda che Martina, delusa e amareggiata, si pone da quando si è resa conto di essere completamente sola. Visibilmente scossa mi confida che dopo una relazione, con tanto di semiconvivenza, con Antonio, da qualche mese inspiegabilmente lo percepisce sempre più scostante e lontano. I loro dialoghi, da scherzosi e complici, sono diventati brevi ed essenziali, fino ad arrivare alla separazione: delle camere prima, a quella fisica successivamente. La decisione finale si vede costretta a prenderla lei quando decide, insospettita e sorpresa dagli atteggiamenti del fidan-

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zato, di controllargli il telefono; cosa che non ha mai fatto proprio per l’enorme fiducia che da sempre ripone in lui. In quel caso infrangere una sua “regola morale”, le è servito per capire cosa ha intaccato il rapporto apparentemente perfetto con Antonio. “Mi è caduto il mondo addosso per quello che ho scoperto!” esclama a gran voce mentre fissa la tazzina da caffè vuota. Sms frequenti ed affettuosi da parte di una certa Mara, intasano la memoria del telefono di Antonio. Ossessionata dalla ricerca disperata di poter associare a quel nome un volto, ben presto scopre che il numero telefonico corrisponde a quello di Simona, un’ intrattenitrice conosciuta in un villaggio turistico con la quale Antonio ha una relazione cyber - sessuale… Come se sopportare un tradimento non è di per se una cosa orribile! L’errore di Martina e Antonio è frequente in molte coppie: isolarsi dal mondo e crearsi un universo parallelo a quello reale. Infatti i due, da quando si sono conosciuti, hanno messo da parte le loro vite, i loro amici e i loro interessi incentrando il rapporto esclusivamente su se stessi, prendendo addirittura l’importante decisione di andare a convivere insieme dopo pochissimi mesi di fidanzamento e una conoscenza relativa l’uno dell’altra. Quando si vive una relazione non si è autorizzati a mettere se stessi in soffitta con lo scopo di arrivare a vivere in simbiosi con l’altro, ma bisognerebbe incrementare il sentimento con il giusto mix di serate con amici oltre che continuare a inseguire le proprie aspirazioni, evitando alla noia e all’abitudine di intaccare il rapporto. La vita continua anche se si è in coppia, con la differenza che dovrebbe essere più bello affrontarla perché ci si sente amati e importanti per qualcuno e se poi son rose… a primavera fioriranno! 



people fuga dei cervelli

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alla “ricerca” della felicita’

Il ricercatore Bruno Zappone

servizio di Manuela Magnelli

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l Governo Berlusconi non è caduto e la Riforma Gelmini ha ottenuto l’approvazione in Senato. Se le proposte fatte dal Ministro della P. I. sono valide ce lo dirà solo il tempo, quando tutti gli Atenei si saranno adeguati ad applicare il nuovo regolamento. Ora non rimane che un dato di fatto: molti giovani ricercatori hanno deciso di sfidare la sorte rimanendo in Italia mentre altri hanno fatto le valigie cercando non “fortuna” ma un riconoscimento per la propria professionalità altrove. People Life ha incontrato due giovani ricercatori cosentini: l’ingegnere Enrico Natalizio e il fisico Bruno Zappone. Il primo ha lasciato l’Italia, il secondo ha deciso di rimanere nella sua terra. Qual è il vostro ambito di ricerca? Enrico. Il mio ambito di ricerca è quello del Networked Robotics: studio e invento metodi di comunicazione tra robot. Le potenzialità del settore sono legate alle possibili ricadute sociali e commerciali della ricerca in situazioni di catastrofi naturali, per l’esplorazione o sorveglianza di luoghi inaccessibili all’uomo. I limiti sono spesso legati alla necessità di sperimentazione realistica ostacolata dagli scarsi budget a disposizione, soprattutto in Italia. Bruno. Studio le proprietà superficiali su scala molecolare della cosiddetta “materia molle” da cui provengono molti dei materiali

di cui facciamo uso quotidianamente, come i monitor a schermo piatto, la formulazione di olii, creme ed emulsioni prodotti dall’industria farmaceutica, cosmetica, alimentare e petroliera. L’amletico dilemma: partire o restare? E. Attualmente vivo nel nord della Francia. Non escludo possibili ritorni, ma ho scelto di lasciare l’Italia per due motivi: mi ero stancato di “tirare a campare alla giornata” e professionalmente non mi andava più di associare il mio nome e la mia ricerca a istituzioni di ricerca italiane. B. Restare, per ora, dopo diversi anni di lavoro all’estero (Francia e USA). Ma non mi faccio illusioni: se dovessi trovarmi senza lavoro, o in una posizione senza prospettive di carriera, sarei pronto a ripartire anche domani. La Riforma Gelmini può essere definita epocale per la storia degli Atenei Italiani? E. Credo sia improprio parlare di riforma in quanto la legge emanata consiste di 500 norme che richiederanno regolamenti attuativi e la riscrittura degli statuti di tutti gli Atenei. Sarà questo a stabilire come sarà l’Università italiana. Si dice “La Riforma è contro i baroni”: dopo la legge la vita universitaria sarà gestita quasi esclusivamente da Rettori e Prof. Ordinari. La norma “antiparentopoli” limita il reclutamento di parenti e affini (non mogli/mariti, amanti e amici) all’interno dello stesso dipartimento, ma non in Dipartimenti o Atenei diversi. Risultato? La legge accrescerà il potere dei baroni, pro-


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Networked robotics

spettando uno scambio di poltrone fra Università. “La Riforma premia il merito”: i ricercatori precari dovrebbero essere premiati grazie all’istituzione dell’abilitazione nazionale, gestita da Prof. Ordinari e Associati di un dipartimento, che decideranno chi reclutare. Il rischio? L’arbitrarietà diventerà regola definita per legge.“La Riforma riduce gli sprechi”: considerato che a guidare le Università saranno le stesse persone che ne hanno portate molte al collasso c’è da aspettarsi che gli sprechi continueranno ad essere enormi, rafforzando clientele politiche ed economiche. B. Il Governo ha approvato la riforma a colpi di maggioranza, limitandosi ad interagire esclusivamente con i Rettori e creando irritazione tra chi, lavorando realmente ogni giorno nell’Università, avrebbe potuto fornire delle idee molto più valide. Ci sono alcune norme che potrebbero avere un effetto positivo, quali l’istituzione dell’abilitazione nazionale al ruolo di Professore o la riorganizzazione di Facoltà e Dipartimenti. Questo però non salva l’impianto generale della legge, che non condivido. Introducendo nel Consiglio di Amministrazione d’Ateneo il 40% di membri esterni l’Università corre il rischio di diventare terreno di conquista per affaristi e politici. Il Coordinamento Precari Universitari (CPU), stima che ci siano più di 50.000 ricercatori e docenti in situazione contrattuale precaria. La legge Gelmini fissa un limite massimo agli anni di contratto a termine che un precario può avere con un’Università. Quando il turnover sarà sbloccato, i precari si troveranno a competere per i posti di Prof. Associato con i vecchi ricercatori, con una posizione di netto svantaggio per curriculum, età e familiarità alle dinamiche interne degli atenei. La ricerca è l’humus del progresso di una Nazione. Perché, dunque, tutti questi “cervelli in fuga”? E. Nella realtà accademica italiana vigono gli stessi

people fuga dei cervelli

Enrico Natalizio e la dolce Kate il giorno del loro “si” francese

meccanismi e gli stessi comportamenti da cui è corrotta la società, lontani dall’oggettività del merito. Non c’è alcun riconoscimento sociale per i ricercatori perchè l’Università è percepita come un covo di sprechi e privilegi, trascurando coloro che fanno ricerca per passione, mantenendo alto il nome della Nazione nel mondo. B. L’Italia non investe abbastanza in ricerca e sviluppo, i pochi finanziamenti sono captati e gestiti dai livelli più alti della “gerarchia” accademica. I giovani lavorano in posizioni precarie, con l’angoscia di dover abbandonare la ricerca. All’estero non è così: si investe sui giovani e sulle loro idee, chiedendo in cambio impegno e risultati tangibili nel giro di 5-7 anni, pena l’esclusione. A cosa hai rinunciato per inseguire questo sogno professionale? E. Oltre che ad altre possibilità più remunerative, alla stabilità necessaria per fare piani per il mio futuro. Infatti, solo recentemente, io e la mia compagna abbiamo potuto coronare la nostra unione sposandoci in Francia. B. A vivere nello stesso Paese per più di 2 anni di fila e ad una migliore retribuzione. Smessi gli abiti di ricercatore cosa fai? Casa e pantofole o serata tutta “people” e tutta “life”? E. Vivo in una città di frontiera, in mezzo all’Europa. Il laboratorio in cui lavoro è composto da persone di 8 nazionalità diverse, c’è sempre qualcosa da scoprire. Allo stesso tempo è necessario ricordare che esiste un’altra Italia e non farsi travolgere dai commenti relativi allo spettacolo indecoroso che arriva dalla politica italiana, per cui i weekend sono dedicati a “people” e “life”! B. Dopo il lavoro, continuo la “ricerca”: concerti di musica insolita, pub con una buona atmosfera, eventi culturali ‘sotterranei’ o semplicemente un posto accogliente e tranquillo. Male che vada, basta un’escursione in montagna: la natura calabrese è ricchissima di posti incredibili.


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“mattoni di luce”, Il canto di speranza dei non vedenti servizio di Marcello Romanelli

Il presidente dell’UICI Pietro Testa con il dott. Aurelio Scrivano

oltre a trasmettere la serata in diretta, raccoglie testimonianze di chi costantemente aiuta e lavora con i non vedenti. Per la serata ha collaborato anche l’Amministrazione Provinciale di Cosenza, l’Associazione Avas, il DDAYS e il CSV di Cosenza. “Mattoni di Luce” è un progetto del polifunzionale in costruzione nel comune di Rende, voluto fortemente dalla sezione UICI di Cosenza, un progetto importante per i ciechi della Calabria in quanto in un unico spazio si vogliono integrare i servizi e le attività necessarie, alla formazione, alla riabilitazione, alla cura degli anziani soli, alla pratica della solidarietà e alla condivisione dei beni comuni. Ed è il presidente provinciale dell’UicI Pietro Testa che ancora spiega: L’interessante iniziativa ci deve fare riflettere sul bisogno di condividere processi importanti, quali la solidarietà, con quanti sono sensibili e predisposti al confronto, alla socializzazione, alla definizione di buone pratiche. Ringrazio fin da adesso gli artisti che hanno voluto regalare la loro poesia, grazie alla cittadinanza che vorrà prendere parte e soprattutto contribuire e grazie alle Istituzioni che credono e hanno mostrato interesse al nostro progetto “Mattoni di luce”.

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attoni di Luce”. Questo è il nome della manifestazione organizzata dall’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) di Cosenza al teatro Rendano. Un teatro che il Comune ha concesso ad uso gratuito, un teatro pieno e tutto per i non vedenti che fanno da padron di casa, si esibiscono sul palco e curano nel dettaglio ogni minimo particolare. La serata condotta da Andrea De Iacovo è filata via liscia tra le battute di Totonno Chiappetta, il coro dei non vedenti di Catanzaro che cantano: “Se bastasse una sola canzone” ed emozionano un pubblico in estasi. In prima fila i consiglieri nazionali dell’unione italiana ciechi, Pino Bilotta e Vito Romagno che in coro confessano: Una bella serata davvero. Sul palco primo ordine c’è anche la postazione di Rlb che,

I consiglieri nazionali Vito Romagno e Pino Bilotta



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anche per il principe del prive’ arrivano i 40 anni servizio di Francesca Porco

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’ sabato sera signori, ma non un sabato sera qualunque. In giro c’è aria di festa e voglia di mettersi in ghingheri. Tutti (s)tirati ed eccitati per una serata che promette scintille. Siamo all’ingresso di uno dei locali esclusivi della città di Cosenza, uno dei locali dell’architetto Gianfranco Cundari, siamo al Loft 10. Telefonate e messaggi dal pomeriggio e la domanda è sempre la stessa: “Mi metti in lista? Più 2 per favore!” Eh si perché in una serata come questa la selezione è d’obbligo, si entra solo in lista. Lo sa bene Alessandra Filice che, con il suo bel sorriso, controlla i nomi di quanti fanno la fila impazienti di entrare. Entriamo anche noi ed eccoci qua nel priveè del Loft 10 perfettamente agghindato per l’occasione. Emozionato ed elegantissimo lo vediamo in compagnia di una bella donna, sua moglie. Lui è il Principe e quando dico principe, tutti sanno a chi mi riferisco. Baci, abbracci, sorrisi e regali sono tutti per Massimo Viola, quel principe che di giorno lavora in ospedale e la sera organizza party per la sua città. Nel priveè il pienone. Parenti, amici, colleghi di lavoro ma anche pr, tutti insieme appassionatamente per festeggiare

In alto a destra Massimo Viola e la sua dolce metà, a destra Giuseppe Bartoletti “Gnam gnam” tutta la vita

i suoi 40 anni. Champagne, frutta fresca, un enorme buffet di dolci (curato dalla Pasticceria Dora), fiumi di prosecco versato da uno staff sorridente e pimpante e un free bar che offre cocktail per tutta la notte. Si balla con la New Romantic Band che suona dal vivo il sound degli anni ’80 e fa scatenare anche chi sembrava non volersi schiodare dal divanetto. In consolle Max Mazzei grida: “Auguri Principeee” ed ecco che comincia una notte tutta dance. Per Massimo è il momento di spegnere le candeline, una gustosa torta con tanto di corona sembra quasi commuoverlo. Scatta l’applauso, ricominciano baci e abbracci e il “Popolo della notte”, così come lo chiama il direttore Romanelli, continua a scatenarsi fino alle luci dell’alba.



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aiuto mi sposo! ci pensa calabrian wedding planners servizio di Valentina Zinno

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ary Fiore, interpretata da Jennifer Lopez, è la più formidabile organizzatrice di matrimoni a San Francisco. Ma forse questo nome non vi ricorda nulla. The Wedding planner? Forse è meglio dire “Prima o poi mi sposo”. Bene. Non ci troviamo a San Francisco ma in Calabria, precisamente a Cosenza. Lorenza e Valentina amiche da sempre, sono le protagoniste di Calabrian Wedding Planners. Una fantastica realtà a servizio delle giovani coppie che vogliono realizzare il sogno di una vita: il matrimonio. Siete curiosi di ap p r o f o n d i r e questa realtà? Caliamoci nel mondo dei sogni. Wedding planners è una figura professionale poco conosciuta. Come è nata l’idea di portare questa professione in Calabria? Ci siamo laureate entrambe in lingue. Tutto è nato dopo aver svolto un master in comunicazione e creazione di eventi a Firenze e dopo aver lavorato in un agenzia wedding planners. Il nostro sogno è stato sempre quello di lavorare negli eventi. E questo lavoro soddisfa i nostri interessi. Ma entriamo nei dettagli. Quali sono i servizi che offre la vostra agenzia? Calabrian Wedding Planners progetta e realizza ogni singolo dettaglio dell’evento: dagli aspetti burocratici al flower design, dall’abito della sposa e dello sposo all’accompagnamento musicale, dalle partecipazioni alle bomboniere, lista nozze, beauty e benessere, inviti, armonizzando tra loro i servizi affinché tutto possa essere

perfetto, sia che si desideri un ricevimento con molti invitati, sia che si voglia una cerimonia intima e ristretta ma anche e soprattutto se si intende seguire le molte e variegate tradizioni Calabresi. Quando si sente parlare di agenzia c’è la paura che il prezzo del matrimonio sia più elevato. Invece non è così. Perché? Ben detto. Spesso si fraintende la nostra figura proprio per questo motivo. Ogni evento deve essere unico e irripetibile e lo si costruisce di volta in volta insieme agli sposi, mettendo in risalto quello che è il loro stile ed il loro gusto personale e facendo un’attenta analisi dei costi e delle offerte, affinché vengano scelte le soluzioni più vantaggiose e con il miglior rapporto qualità/prezzo. Affidarsi alla professioniste di Calabrian Wedding Planners significa rivolgersi a figure competenti e qualificate e alleggerirsi dai molti impegni derivanti dall’org ani z zazione, per arrivare sereni al fatidico “sì” e godersi esclusivamente la parte più appassionante e divertente dei preparativi. Come wedding-day coordinator, la nostra presenza è garantita anche dietro le quinte per assicurarci che tutto vada per il meglio. Inoltre siamo anche Calabrian Wedding Planners nel mondo perché offriamo ai cosentini una valida assistenza on-site in molte località d’Italia e viceversa realizziamo il sogno di quelle coppie che risiedono in altre città italiane e intendono sposarsi nella terra natia. Quali sono le novità del 2011? Direttamente importato da Londra è il Candy bar che sostituisce la confettata. Un angolo magico con caramelle, dolciumi, gelati, pop corn e il classico zucchero filato. Dunque la formula magica per un matrimonio perfetto e sereno è Calabrian Wedding Planners.



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Tutto expo sposi 2011, tante idee per il tuo “si” servizio di Valentina Zinno foto di Francesco Greco

Salvatore Caracciolo e lo stilista Giuseppe Giusari

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Musica Swing Fratis di Max Gazzariso

er molte coppie che attendono di pronunciare il fatidico “sì” la X edizione della fiera TuttoSposiExpo, un mix di creatività e tradizione, calza a pennello. Una cornice suggestiva, caratterizzata dal colore viola, ha raggruppato in un solo posto (Centro Commerciale “Marconi più”) 70 diversi espositori del settore. Un mondo di emozioni, di desideri tutto da vedere, provare ed indossare per far scegliere, con calma e cura, alle coppie di futuri sposi, quanto di meglio offre il settore. Varietà di abiti da sposa e da sposo, articoli da regalo, liste nozze, bomboniere, catering e ristorazione, agenzie fotografiche, agenzia wedding planners, idee per viaggi di nozze, autonoleggio, beauty farm e addobbi floreali, tutto in linea con il proprio stile e il proprio gusto. TuttoSposiExpo offre la serena certezza di trovare quello che si desidera per rendere il proprio matrimonio il giorno più bello della vita e di scegliere per la nuova casa le migliori marche dell’arredamento e dei complementi d’arredo. Ad arricchire la qualità dell’evento una serie di apprezzate iniziative, dalla mostra Omaggio a Marilyn Monroe, in collaborazione con la galleria Ellebi di Cosenza, con le opere di Giulio Talarico, alle sfilate di abiti da sposa e sposo dello stilista calabrese Giuseppe Giusari e gli abiti per uomo di Lino Valeri. Novità e cudi Francesca Pirozzolo riosità con gli abiti Acconciature (Crazy Style)


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Opere di Giulio Talarico

composti da palloncini di Madi Chiappetta, (Campionessa mondiale di Balloon Art), per poi arrivare al gran finale con il concorso Modella per un giorno, organizzato in collaborazione alla rivista White Sposa. Tredici le ragazze della porta accanto vestite da tredici atelier diversi. Future spose che per un giorno sono state le protagoniste in passerella. Emiliana Montone (abito di Giusy Catapano), prima classificata, vincitrice di una crociera MSC; Emma Piacentini (abito di Emè di Emè) si è aggiudicata le fedi offerte dalla gioielleria Polello; Rossella Spadafora (abito di Piazza di Spagna) sarà ospite nel lussuoso Hotel Barbieri per una cena raffinata e un percorso benessere. Premio consolazione per Vera De Chiara (abito di Spose si diventa) che si è aggiudicata una fornitura di Oro Nero Caffè. Premio Fedeltà alle aziende presenti in tutte le decime di edizioni: Giusy Catapano, Moviè, Elegante Sposi. TuttoSposiExpo è un Abito di Madi Chiappetta evento nell’evento dice – Salvatore Caracciolo – l’artefice di quest’importante appuntamento fieristico a cui dedica lavoro e passione da dieci anni. Alle giovani coppie di sposi non resta che augurare come nelle migliori favole… e vissero felici e contenti!

Lino Valeri aiuta i modelli prima della sfilata

PEOPLE EVENTS

Emiliana Montone Vincitrice di “Modella per un giorno”, veste l’abito di Giusy Catapano a destra nella foto

Emma Piacentini seconda classificata, veste Emè di Emè

Rossella Spadafora, terza classificata, veste Piazza di Spagna

Vera De Chiara, quarta classificata, veste Spose si diventa

Le modelle della Carlì Fashion con gli abiti di Giuseppe Giusari


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B-live music contest: officina di talenti servizio di Dopamina

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a un’idea dell’Associazione Musicale B-Alternative, del B-Side Live Music Pub e del Sud Studio Digital Soud, nasce il B-Live Music Contest, concorso musicale aperto ad artisti emergenti di qualsiasi età che propongono musica inedita, qualsiasi sia il loro genere musicale e provenienti da tutto il territorio italiano. Le selezioni live si protrarranno per i prossimi 5 mesi e si terranno al B-Side Pub di Rende dal 17 gennaio, e al Rock’n’Roll Club di Milano. Quest’anno saranno ben 50 le

band partecipanti che si sfideranno sul palco a colpi di note e i live del Music Contest saranno altresì trasmessi in diretta radio dal B-Side pub dal Ponteradio Unical, la web radio ufficiale dell’Università della Calabria. La giuria locale decreterà a suo insindacabile giudizio i migliori 8 artisti per la sede di Cosenza e per quella di Milano, che accederanno alle due serate semifinali. I migliori 4 talenti emergenti scelti parteciperanno alle serate finali, una per ciascuna delle due sedi: un evento unico nel suo genere che vedrà i finalisti del Concorso esibirsi insieme ad artisti di rilevanza nazionale. A scegliere i vincitori del contest in questo caso sarà un giuria nazionale, formata da musicisti, discografici, esperti del settore musicale e giornalisti. continua a pag. 76



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Inoltre durante le serate di selezione live il pubblico presente potrà votare il migliore artista durante la serata, il cui voto, unito a quello on-line, servirà ad assegnare il Premio del Pubblico alla band o artista con maggiori preferenze. Gli ambitissimi premi in palio per i partecipanti comprendono: “Migliore Artista Live”, “Migliore Artista B-side” e “Premio del Pubblico” che annoverano Tour in tutta Europa di 15 date, Minitour in Italia nei migliori live music club del Paese, strumenti musicali, la distribuzione digitale di un singolo in 400 canali digitali in oltre 30 Paesi per un anno, merchandise e tanti altri premi. Info web: www.blivemusicontest.com Finalisti del Contest dell’edizione 2010

Diretta PonteRadio dal B-Side



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san Vincenzo martire: ecco le tue chiavi servizio di Nunzia De Rose

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ono 13 i “Vincenzi” e si presentano puntuali per la grande foto del giorno. Pronti, in posa. Click. Non è stato facile riunirli, ma non potevamo non approfittare dell’occasione per una foto storica e unica mai fatta da nessun altro quotidiano locale. People Life arriva nel bel paese di San Vicenzo La Costa, fuori piove a dirotto, ma la festa del Patrono San Vincenzo Martire può iniziare. Il calendario segna il giorno Dietro da sinistra: V. Salerno junior, V. Magnifico, V. Aceto, V. Leonet22 gennaio e il paese in massa arriva ti, V. Siciliano, V. Aiello, V. Aceto, V. Giorno. In prima fila da sinistra: alla celebrazione eucaristica presiedu- V. Salerno, V. Fallico junior, V. Fallico, V. Spingola junior, V. Spingola. ta da Don Rency Mathew, parroco di San Vincenzo La Costa. In prima fila, con la sua bella fascia tricolore, il sindaco Vincenzo Leonetti che al termine della messa è omaggiato dal parroco in persona con un bel mazzo di fiori per ringraziarlo del suo costante Il più piccolo e il più grande dei Vincenzo. A destra: Il sindaco Vincenzo Leonetti consegna le chiavi del aiuto alla chiesa di paese al Santo Patrono. S. Vincenzo la Co-


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sta. E’ festa. Sembra Natale. Baci, abbracci e auguri a tutti i Vincenzo. L’omelia, come ogni anno, è molto sentita e commovente. Il racconto della figura di San Vincenzo Martire è snocciolato con semplicità da Don Francesco dell’Ordine dei Cappuccini che ricorda la figura di un Santo catturato, torturato e infine ucciso a seguito della persecuzione contro i cristiani. L’attenzione nella chiesa è massima e il silenzio è rotto soltanto nel finale da splendidi fuochi d’artificio che, nonostante la grandine, danno quel tocco di colore ad una giornata già colorata. Momento solenne della messa è la consegna delle chiavi del paese al Santo, fatta dal sindaco in segno di devozione e per auspicare ancora una volta la sua protezione. I cittadini di S. Vincenzo con orgoglio e felicità nel cuore lasciano lentamente la chiesa. Fuori ancora piove, il 22 gennaio può anche venir giù il mondo tanto il paese risponderà sempre presente al suo Santo Vincenzo Martire.

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Don Rency Mathew consegna un omaggio floreale al sindaco Vincenzo Leonetti.

LA STORIA DEL SANTO

incenzo di Saragozza protettore degli orfani, delle vedove e dei poveri è tra i martiri più conosciuti del mondo cattolico. Durante la persecuzione contro i cristiani venne catturato, torturato e infine ucciso. Prima del martirio numerosi furono i supplizi cui fu sottoposto per convertirsi ma, miracolosamente egli non soffriva le atroci torture e rimaneva con gli occhi rivolti al cielo immerso nella preghiera. Fu proprio dopo l’ultima atrocità, il martirio a graticola e le lamine infuocate, che avvenne il miracolo. San Vincenzo fu condotto in una buia cella e il suo corpo disteso su cocci di vasi rotti affinché si rinnovassero le piaghe e i dolori ma, improvvisamente i cocci si trasformarono in fiori e gli angeli scesi dal cielo lo condussero in Paradiso. Dopo la morte si narra che il corpo del martire fu gettato in un campo e dato in pasto agli animali feroci ma Dio intervenne mandando un corvo a difendere le sue spoglie. Si ordinò in seguito che il corpo fosse rinchiuso in un sacco e gettato in mare con un grosso sasso che sarebbe rimasto comunque a galla e le sacre spoglie sarebbero giunte su una spiaggia per poi essere raccolte da un cristiano e da una vedova. E durante il viaggio delle spoglie per Lisbona, sulla nave a poppa e a prua, si sarebbero posati alcuni corvi come a voler ancora una volta proteggere il martire morto il 22 gennaio 304.

La Chiesa di San Vincenzo Martire.


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gaetano gianzi il fotografo di reportage sociale

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servizio di Nuccia Benvenuto

elice di incontrare Gaetano Gianzi, ideatore e direttore artistico del Festival di Corigliano Calabro- Fotografia, I classificato alla I ed. del Concorso fotografico del Parco Nazionale della Sila, vincitore della Copertina delle Pagine Bianche per la provincia di Cosenza con una foto di pescatori di Schiavonea, autore di un calendario sul tema: Ulivi di Calabria, una storia antica. Mi aspetta nella sua accogliente villa, naturalmente piena di fotografie. Lamartine, poeta francese, nel 1858 disse che la fotografia è più di un’arte, è il fenomeno solare dove l’artista collabora con il sole. Se l’artista crea, il fotografo cosa fa? La fotografia è stata considerata per molto tempo la Cenerentola delle arti figurative e, in tal senso, l’Italia rimane il fanalino di coda. L’artista ha già in mente ciò che vuole realizzare e lo crea, il fotografo invece interpreta quello che già esiste, prima con il suo occhio e la sua testa, poi con la sua macchina. Ho sempre pensato che la cosa più difficile per un fotografo sia dare un’anima alle immagini. Ritieni sia indispensabile? E’ essenziale. Che sia un reportage o un paesaggio devo emozionarmi per avere una foto che resti. Parafrasando l’insegnamento di uno dei pilastri della fotografia italiana, Gianni Berengo Gardin (cittadino onorario di Corigliano,) la differenza sta nel fatto che la bella foto è una cartolina, un personaggio, mentre la foto buona, anche se fatta con il cellulare o con un’usa e getta, racconta sinteticamente una situazione con qualità. Le fotografie accompagnano la nostra esistenza. Tu hai cominciato a fotografare qualcosa o

qualcuno in particolare per dargli un valore speciale? La prima foto l’ho scattata a 12 anni, quando mi regalarono la mia prima macchina. Nasco fotografando la gente e resto tuttora un fotografo di reportage sociale. Solo oggi riconosco il valore ad una foto importante: era il luglio del 1963, a Roma, e in una decappottabile passava J. F. K., il Presidente che dopo pochi mesi sarebbe stato assassinato. Ed io ero lì con la mia 6 x 6 a soffietto. Grande personaggio Kennedy, ma credo che la natura abbia da dire più degli esseri umani. Vero? Al contrario degli uomini la natura non tradisce mai, ma può riservarti delle sorprese. E’ immutabile e se la rispetti non ti disturba e ti restituisce tutto. Amo fotografare Schiavonea, un “bello” fotografico, perché cerco di umanizzare le sue immagini poiché parlano di uomini, della loro storia e dignità. Fermare la vita in uno scatto è sempre un bene? Non solo è sempre un bene, ma è soprattutto necessario. Pensa alle immagini di guerra o di violenza. Mentre le immagini televisive scorrono via, le fotografie si cristallizzano e restano. Una scatto può dirti più di fiumi di parole. La bellezza è un dono che non muore mai. Fotografi cose belle per restare immortale? L’immortalità mi provoca imbarazzo, parlerei più di quel riconoscimento che produce soddisfazione. Tutto è bello e non solo dal punto di vista fotografico. Hai mai strappato una tua foto? Non lo faccio più; con le macchine digitali non butto via niente, quello che non mi serve oggi potrà andar bene domani. E poi si scatta tanto, fin quando non hai quello che hai in mente, la luce, l’espressione e il colore giusto. Il fotografo deve essere sempre pronto a cogliere l’attimo, aspettare e poi scegliere. Ci si può nascondere dietro una macchina fotografica? Probabilmente no; perché al contrario ti riveli. Se poi si riesce ad interpretare la realtà diventa impossibile. Il mondo di carta può reggere l’urto del mondo reale? La foto e la realtà sono speculari. L’immagine sottolinea quello che il reale è, diventa il suo segnatempo. Un’ultima domanda: mi fai una bella foto? Si è fatto tardi e la luce non è delle migliori, ci lasciamo con questa promessa; una bella foto per te appena possibile.



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destinazione dell’anno: copenaghen

servizio di Anna Maria De Luca

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OPENAGHEN - Febbraio è sicuramente un periodo suggestivo per scoprire le evoluzioni di una delle città europee più interessanti del momento, recentemente eletta come destinazione dell’anno da The European Consumers Choice. Tra gløgg (un mix forte di vino rosso caldo, acquavite, cannella, chiodi di garofano, uva sultanina e mandorle a pezzetti) e delicatessen gastronomiche scopriamo una Copenaghen che negli ultimi anni ha realizzato innovazione e sviluppo in molti settori. Nuovi alberghi, nuovi centri congressuali, grandi eventi internazionali, un nuovo terminal low cost e ampliamenti vari fanno di Copenaghen un luogo in perenne evoluzione dove operano architetti inter-

nazionali che lasciano la loro firma sulla città. Dal designer americano Daniel Liebeskind, che ha progettato nel 2004 il Dansk Jødisk Museum (Il Museo ebraico), a Norman Foster, il creatore della nuova casa degli elefanti, inaugurata al Copenaghen Zoo nel 2008. Dal francese Jean Nouvel, che ha progettato la sala concerti dell’emittente nazionale danese DR (la Radio Concert Hall, aperta nel 2009), all’irachena Zaha Hadid che nel 2005 ha creato la nuova ala del museo d’arte, Ordupgaard appena a nord di Copenaghen. Nel febbraio del 2008 è stato aperto il nuovo Royal Danish Playhouse, a Kvæsthusbroen presso il porto di Copenaghen, realizzato dagli architetti Boje Lundgaard e Lene Tranberg. Anche due dei musei più raffinati della capitale si mostrano oggi con nuovi ampliamenti. Innanzitutto l’ala francese del Ny Carlsberg Glyptotek, un capolavoro di luce e spazio creato da uno degli architetti più importanti al mondo, il danese Henning Larsen, famoso per il suo edificio del Ministero degli Affari Esteri a Riyadh, in Arabia Saudita. Da non perdere anche la monumentale estensione in vetro e cemento disegnata da Anna Maria Indro per il museo d’arte Statens Museum for Kunst, e la recente estensione della Libreria Reale. Progettata dallo studio danese Schmidt, Hammer e Lassen, l’edificio si riversa nella zona portuale con il suo riflesso costante nell’acqua, creando un mix di colore e movimento. Soprannominata “il diamante nero”, è stata aperta nel settembre del 1999 e oltre alla biblioteca, ospita anche una sala da concerto, una libreria, un cafè, uno spazio per le mostre e un continua a pag.84



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so del design decorativo danese e internazionale nel corso dei secoli. E poi ancora: l’ Accademia Reale di Architettura a Holmen ospita regolarmente mostre nel Meldahls Smedie, mentre il DAC (Danish Architecture Centre), presso il Gammel Dok, propone un ricco calendario di mostre oltre ad un’ottima libreria e un cafè. Nel 2015 il DAC si trasferirà in un edificio progettato dall’architetto Rem Koolhaas. Infine, per un meritato viaggio gastronomico, fermatevi in uno dei luoghi di Copenaghen più ricchi di storia: la Hviids Vinstue che si trova di fianco all’Hotel d’Angleterre. E’ un locale che ha servito libagioni ai danesi fin dal 1723, tra tavoli di legno consumati dal tempo e foto ingiallite con gli anni, finestre con il vetro piombato e travi molto scure. E se avete ancora bisogno di energia, puntate sui ristoranti che propongono i tipici piatti danesi: prosciutto in gelatina e arrosto di maiale, oppure deliziosa anatra, servita con il cavolo rosso, prugne, cetrioli e piccole patate caramellate, accompagnate da un dessert chiamato ris à l’amande. Al suo interno è nascosta una sola mandorla intera. Il fortunato che la trova vince il mandelgave (il regalo della mandorla). meraviglioso ristorante con vista sul porto, Søren K. Per gli appassionati di design d’interni, tappa obbligata è il Danish Design Centre, edificio di cinque piani sulla H.C. Andersen Boulevard, che regolarmente ospita mostre sui vari temi legati al design. Con la sua facciata di vetro e la sua imponenza, rappresenta uno dei capolavori di Henning Larsen. Il Kunstindustrimuseet (Museo danese dell’arte decorativa) delinea, invece, il progres-

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otete raggiungere Copenaghen con voli Norwegian da Roma e SAS dagli aeroporti di Milano Linate/Malpensa, Roma e Bologna

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er dormire: Hotel Kong Arthur. Fa parte della prima catena alberghiera ”CO2-neutral” del mondo: la Brøchner Hotel. Il Kong Arthur è l’albergo più esclusivo della catena e si trova nel cuore della città, con vista sui laghi della capitale



people MAGNA E BEVI

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i migliori locali della citta’ agriturismo sant’anDrea - Via Badia - Lattarico Tel. 0984 93 95 16 al posto giusto - C.da Petraro - Rose Tel. 0984 90 30 95 - Cell. 340 55 01 931 Bar agora’ Via Giovanni XXIII - Castrolibero - Tel. 0984 18 67 129 bar bruni - V.le Cosmai - Tel. 0984 32 273 Baraonda casinò - V.le G. Marconi Tel. 0984 40 39 20 Beat - Piazza Duomo - Tel. 0984 29 548 BENCISTò - Via S. Irmenio - Tel. 0984 82 50 82 Borgo citerium - C.da Favorita - Cerisano Tel. 0984 47 49 62 B-SIDE - Via F. Bandiera, 98 - Tel. 0984 18 06 241 Buena Vista Social Club - Via Busento - Rende Tel. 0984 46 63 87 - 347 01 55 981 CAMELOT - Via Milano, 28 - Rende Tel. 0984 39 32 61 CAsino caruso Sala ricevimenti Corigliano Calabro Cell. 333 31 68 810 EL mojito - P.zza Valdesi, 4 - Cell. 349 26 02 793 Hostaria la vecchia cucina Via Miceli, 21 - Tel. 0984 27 464 il moro - Via Calabria - Tel. 0984 24 860 i sette colli- Via G. Rossini - Rende Cell. 329 33 58 014 Jazz & Wine- Via Mascagni, 38 - Rende (CS) Cell. 339 87 40 220 - Fax 0984 84 96 38 La brace - Settimo di Montalto (CS) Tel. 0984 93 40 10 - Cell. 339 37 85 710 La Grange - V.le Trieste - Cell. 347 19 95 333 Melì melò - Via Tevere - Cell. 328 37 83 621 modha - Via Mattia Preti, 59, 2 - Castrolibero (CS) Cell. 329 84 41 001 - 340 76 09 924

Morrison’s - Via N. Serra, 97 Cell. 338 58 69 961 NETTUNO - Via G. Marconi, 114 - Rende Tel. 0984 40 39 59 Nocturne place - Via F.lli Bandiera, 36/38 Nord est 02- Via G. Rossini, 225 - rende Tel. 0984 83 77 91 Occhiuto & bozzo- Via Molinella, 2 - Rende Tel. 0984 37 879 OSTERIA DA CICCINO- Via P. Bianche, snc Marano P.to - Tel. 0984 85 67 57 papero giallo - Via Ungaretti, 11 Tel. 0984 46 39 16 Phoenix - Viale Giovanni e Francesca Falcone, 24 Tel. 0984 31 852 ristorante F.lli montesanto Via Conciostocchi Rende - Cell. 393 60 63 507 ristopasto Via Verdi, 1° piano - Rende Roma cafè - Via L. Da Vinci, 54 - Tel. 0984 83 81 90 SALOTTO DELLE DONNE V.le della Resistenza - Rende - Tel. 0984 84 62 40 wallace pub - Via Tevere, 32 - Rende Cell. 320 35 79 975 TABù - Via G. Rossini, 56/58 - Rende Tel. 0984 83 70 92 Time out - Via G. Marconi - Tel. 0984 40 21 22 Top wine - Via G. Marconi, 78 - Tel. 0984 40 25 01 VILLA FABIANO PALACE HOTEL Via Cristoforo Colombo - Rende Tel. 0984 83 86 20 - Cell. 338 86 91 520 white different club - Corigliano Calabro Cell. 333 62 49 159 - 339 53 09 362 Zero 360 - Via Kennedy - Cell. 348 65 00 539



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programmi Febbraio 2011 al posto giusto Ogni venerdì Karaoke, Piano Bar e serata di ballo liscio Shake martedi 01 febbraio (Dolcevita Shake ) la festa universitaria dj’s : Paolo Fata Dalmazio - Manuel n. - Pascuzzo sabato 05 febbraio (Glamour night lady ) il sabato notte main room dj : paolo fata martedi 08 febbraio (Dolcevita Shake ) la festa universitaria dj’s : Paolo Fata Dalmazio - Manuel N. Pascuzzo sabato 12 febbraio (Glamour night lady ) il sabato notte + cool main room dj: Paolo Fata martedi 15 febbraio (Dolcevita shake ) la festa universitaria dj’s : Paolo Fata Dalmazio - Manuel N. Pascuzzo sabato 19 febbraio (saturday night lady ) ingresso libero alle donne main room dj : Paolo Fata martedi 22 febbraio (Dolcevita shake ) la festa universitaria dj’s : Paolo Fata Dalmazio - Manuel N. Pascuzzo sabato 26 febbraio (ospite glamour ) il sabato notte + cool main room dj : paolo fata sabato 05 marzo (Glamour night lady ) il sabato notte main room dj: paolo fata

Bencisto’ Tutti i giovedì Musica dal vivo Tutti i sabato ‘Nioy staff lunedì 14 febbraio Cena con musica Live NEWS Domenica aperto a pranzo zero360’ Tutti i venerdì e sabato Piano bar con Alex Perciabosco BEAT Tutti i giovedì, venerdì e sabato Musica dal vivo con gruppi locali e artisti nazionali E al Beattino si cena su prenotazione con l’intrattenimento dal vivo del mitico Vincenzo Brunelli La brace 14 febbraio Intrattenimento musicale Ristorante montesanto 11 febbraio Karaoke 14 febbraio Serata di San Valentino con piano bar 18 febbraio Karaoke e piano bar 25 febbraio Skizzo e Ciccio

EL MOJITO Tutti i martedì Musica e cabaret con G. Pagano e M. Palermo tutti i venerdì El moraca...ibo!! con D. Moraca e Dj Daniel giovedì 3 febbraio Pink Cadillac Rock Roll sabato 5 febbraio Emanuele Ruvio in: Beat and dance generations giovedì 10 febbraio Sing Swing sabato 12 febbraio Francois y su band con Tarcisio Molinaro alle percussioni domenica 13 febbraio Evento del mese Poisè Trio Bossanova Floriana Mungari: voce e piccole percussioni Pino Delfino: basso elettrico e controbasso Ferdinando Oliveri: chitarra classica ed acustica sabato 19 febbraio Tarcisio Molinaro trio

Benvenuti nel bel salotto di El Mojito


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B-side 3 febbraio Dj Lugi, Hip Hop Night 10 febbraio Bisca in concerto 13 febbraio The Queers + guests in concerto 15 febbraio Bunna (Africa Unite) reggae dancehall 24 febbraio Joe Lally (Fugazi) in concerto jazz & wine (Ingresso gratuito) 11 febbraio Ore 22.30 Marco Rossin trio 18 febbraio Ore 22.30 Roberto Cortese Blues trio 25 febbraio Ore 22.30 Massimo Garritano 04 marzo Ore 22.30 Smaf Quartet camelot Ogni lunedì del mese Wish Party Tutti i martedì Campus Day, Unical Simply Glamour (ogni martedì un tema diverso) Tutti i mercoledì Tutti i frutti serata caraibica e dance con François Pablito El Dan Tutti i giovedì Live music con le migliori band del momento Tutti i venerdì DIsco Party, serata a tema Tutti i sabato Karaoke & Dance DOMENICA Latino Balli Caraibici con François El Dan Squicity Wine food bar NUOVA APERTURA 10 FEBBRAIO Via Kennedy, 114 (di fianco ufficio postale) Rende

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TEATRO MORELLI 4 febbraio ore 21.00 Presentazione del disco “Immensamente Mia – Verdiana canta Mimì” 11 febbraio ore 21.45 Concerto del legno - Percorsi tra Terra e Cielo (con: Claudio Pochini, Edvige Roncone, Emanuela De Zarlo, Marialuisa Bigai) 24 febbraio ore 21.00 “A me il fastidio “mi”piace LO SQUINTETTO 10 marzo ore 21.00 Jazz Napoli (con: Sabrina De Rose – Bruno Marrazzo – Quintino Medaglia – Vittorio Naso) 18 marzo ore 21.00 “La pazza della porta accanto” con Carmela Pezzi, Anna Petrungaro, Virginia Iuliano, Laura Anastasio, Mariarosaria Bianco (regia di Carmela Pezzi – musiche di Checco Pallone, Piero Gallina, Carlo Cimino) 13 febbraio ore 18.00 “H2O” Compagnia Giallomare di Firenze. Coop.Centro Rat 18 febbraio ore 21.00 “Musica Elettroacustica” Ass. Tecne Onlus 20 febbraio ore 18.00 “Io sono il migliore” Compagnia fragolino e prezzemolo di Cosenza 5 marzo ore 17.00 “Zecchino d’oro e mascherine in ballo” Ass. studio Harmonic 18 marzo ore 21.00 “Antonio Roma Perito Informatico” Ass. Ragapelli Family 21 marzo ore 09.00 “Scuole a teatro: Il sopruso” Ass. Alma 25 marzo ore 21.00 “1984” Diletta De Napoli, Paolo Gagliardi, Massimiliano De Luca

TEATRO A. RENDANO 04 marzo ore 21.30 Giorgio Panariello in “Panariello non esiste” 12 febbraio ore 21.00 e il 13 febbraio ore 18.00 “I giganti della montagna” di Luigi Pirandello 18 - 19 febbraio ore 21.00 e il 20 febbraio ore 18.00 “Brachetti, Ciak si gira!” di A. Brachetti 26 febbraio ore 21.00 e il 27 febbraio ore 18.00 “Il malato immaginario” di Molière 5 marzo ore 21.00 e il 6 marzo ore 18.00 “La Governante” di V. Brancati

TEATRO GARDEN - RENDE 5 - 6 febbraio ore 20.30 “Un sogno nella notte dell’estate” di William Shakespeare 12 - 13 febbraio ore 20.30 “A Cuore Aperto” con Sergio Rubino 22 - 23 febbraio ore 20.30 “Il mare” di Paolo Poli 1– 2 marzo ore 20.30 “Fu Mattia Pascal” di Luigi Pirandello – regia di Tato Russo 8 – 9 marzo ore 20.30 “I pugni in tasca” con Ambra Angiolini e Piergiorgio Bellocchio



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addio motorini! e’ il tempo delle minicar

servizio di Manuela Magnelli

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ella giungla urbana, tra auto di grossa cilindrata, utilitarie e mezzi pubblici sgattaiolano le minicar alla cui guida ci sono giovanissimi automobilisti. Ma cosa sono? Il codice della strada le definisce quadricicli leggeri (equiparandoli ai ciclomotori, cioè ai cinquantini); hanno un telaio in tubi, ricoperto di pannelli in resina (come gli scooter), possono raggiungere i 45 km/h e non superare la potenza di 5,4 cavalli. Per guidarle è necessario avere una qualsiasi patente o, nel caso in cui il conducente non ne sia in possesso o sia minorenne (ma abbia almeno 14 anni) deve solo superare un esamino teorico in un’autoscuola o a scuola. I senza patente maggiorenni (dal 1° ottobre 2005), possono ottenere il patentino con un corso di 12 ore, senza fare esami, anche se il nuovo codice della strada, che dal 19 gennaio avrebbe dovuto rendere obbligatorio sostenere e superare anche una prova pratica per avere il patentino, ha visto rinviato (con il decreto “mille proroghe”) la scadenza al prossimo 31 marzo (fonte Corriere.it). Le

minicar sono considerate uno status symbol tra gli adolescenti e un comodo mezzo di trasporto per i maggiorenni, date le dimensioni esigue dell’auto. Una moda costosa (il prezzo va da 10.000 euro in su) e non sgradita alle famiglie che considerano queste macchinine più sicure dei cinquantini e non meno pericolose di un’auto tradizionale. Ma sono davvero così sicure? In realtà sono veicoli leggeri che, in caso di incidente, non presentano le stesse protezioni di una vera e propria automobile. A Roma le minicar sono diventate un pericoloso fenomeno urbano. I giovani automobilisti le “truccano” partendo dal potenziamento del motore sino alla personalizzazione della carrozzeria esterna per renderle “uniche” nel loro genere. Ovviamente non mancano le polemiche in merito alla guida spericolata e alla sicurezza di questi veicoli. E a Cosenza la moda delle minicar dilaga tra i teenager? Davanti le scuole superiori della città o nei pressi dei luoghi di ritrovo frequentati dagli studenti è facile vedere queste macchinine parcheggiate in bella mostra in doppia fila, con stereo rigorosamente a “palla” e conducente con abbigliamento ad hoc (tuta Legea e Stratos per i maschietti, Louis Vuitton sul cruscotto per le girls!) per non passare inosservati! Al di là del rispetto del codice stradale e del buon senso ad ogni età non resta che dire: Attention please!



PEOPLE TECHNOLOGY

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Abbracciami ologramma servizio a cura della Redazione

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vete mai visto il film “Il sesto giorno” con Arnold Swarzenegger, la scena in cui una “topa” mozzafiato si mette a cavalcioni sul suo collega? Oppure le comunicazioni interstellari di “Star Wars”? Star Trek e il suo ponte ologrammi? Immaginate di avere un mini-elefantino olografico, tridimensionale, fatto di luce, alto pochi centimetri, che vi cammina sul palmo della mano, riuscite non solo a vederlo ma anche a sentirlo. Altro esempio: c’è una goccia d’acqua elettronica che cade sulla vostra mano; cadendo si divide in tante minuscole goccioline come se fosse vera, e voi le percepite. I soliti effetti speciali? No! Si tratta di Touchable Holography, la nuova frontiera della realtà virtuale appena sviluppata da un team di scienziati dell’Università di Tokyo in collaborazione con una società californiana, la Provision Interactive Technologies. In cosa consiste? Rendere gli ologrammi percepibili al tatto. Questo apre grandi sviluppi. Quali? Consideriamo per esempio l’utilizzo negli ospedali, dove molti oggetti, come gli interruttori, sono toccati da centinaia di persone, compromettendo la sterilità degli ambienti. In futuro ci saranno “tasti virtuali” che consentono di azionare comandi senza che nulla di materiale, portatore potenziale di germi, venga toccato. Avere oggetti di ogni tipo, libri virtuali

da sfogliare, strumenti musicali, tastiere di computer, videogiochi in “full immersion”(pensate ad un gioco dedicato al fitness dove dovrete “realmente” sollevare dei bilancieri come in una palestra vera) e... esperienze sessuali ora nemmeno immaginabili! La notizia, appena rimbalzata sulla Rete dal Giappone agli Usa, ha già scatenato su siti come Tom’s Guide, un dibattito sulle future frontiere del sesso. E’ probabile però che i ricercatori giapponesi pensassero a tutt’altro. La parola chiave di questa nuova dimensione sensoriale è: ultrasuoni. Si usa un sistema che integra la tecnologia della Nintendo Wii con quella di un nuovo tipo di display, l’Airborne Ultrasound Tactile Display, che invia ultrasuoni (un bombardamento di ultrasuoni a creare sulla nostra mano la sensazione di solidità). Le onde sonore premono sempre sulle cose, ma lo fanno con tanta gentilezza da essere percepite solo dal nostro sensibilissimo timpano. Ma se le concentriamo, un po’ come faceva Archimede con la luce del sole per bruciare le navi romane, allora sì che anche una mano può “sentire”. E’ questo che fanno i tanti piccoli “altoparlanti ad ultrasuoni” del sistema giapponese. Il fatto poi di usare ultrasuoni, anzichè suoni udibili, serve solo a poter mirare con molta più efficacia e precisione proprio dove l’oggetto olografico ci sta per toccare. Torniamo allora all’esempio iniziale: quello delle gocce d’acqua sulla mano. In pratica il sistema funziona con tre dispositivi: uno che crea l’ologramma (cioè visualizza la goccia), uno che riconosce la posizione della mano (grazie alla tecnologia della Nintendo Wii) e uno che genera gli ultrasuoni che producono la sensazione tattile. Poi c’è un software che sincronizza i componenti, così quando le gocce dell’ologramma cadono dove si trova la mano si attiva il segnale a ultrasuoni che provoca nell’utente la sensazione tattile. L’idea geniale dei giapponesi è quella di avere usato i componenti della Nintendo Wii per tracciare la posizione istantanea della mano. E’ una strategia che permette di utilizzare tecnologie di largo mercato e a basso costo. Insomma, la Touchable Holography non fa tanto uso di tecnologie “rivoluzionarie” ma è innovativa perché ne fa un uso combinato, reso possibile dai prodigiosi avanzamenti dei software di controllo. Ormai la strada è aperta …a tutto.


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Come lo sai

Regia: James L. Brooks Cast: Paul Rudd, Jack Nicholson, Reese Witherspoon, Owen Wilson, Yuki Matsuzaki, Molly Price,Kathryn Hahn, Mark Linn-Baker, Lenny Venito, Shelley Conn Genere: Commedia - Usa - Febbraio 2011

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a vita di Lisa viene improvvisamente sconvolta quando scopre di essere stata tagliata fuori dalla nazionale femminile di softball. Tutto cio’ per cui aveva lavorato duramente dall’età di otto anni è finito e, per la prima volta nella sua vita, non sa cosa fare. Decide di consolarsi tra le braccia di un uomo. Ma chi? Manny, l’affascinante giocatore di baseball professionista, o George, l’uomo d’affari dolce ma un po’ goffo? Entrambi sono innamorati di lei e vogliono aiutarla a rimettersi in piedi. Commedia e dramma si alternano nella scelta dell’uomo ideale.

FILM DEL MESE


OROSCOPO

96

peoplelife <febbraio 2011>

Ariete: Il nuovo anno e le novità sono già arrivate, vi abituerete subito a questo nuovo corso che vi sarà molto favorevole sia in ambito economico che sentimentale. Febbraio rappresenterà un punto di stabilità emotiva che vi porterà a ragionare meglio.

Bilancia: Non serve arrabbiarsi con il mondo se le cose non riescono spontaneamente. E’ il classico momento nero. Giove e Marte sembra vogliano voltarvi le spalle senza motivo. Niente preoccupazioni, questi periodi passano presto.

Toro: Periodi stupendi si alternano a periodi bui. Sapete che tutto è risolvibile, ci vuole solo una buona dose di volontà. Siete in una buona posizione, non abbiate nostalgia dei periodi di festa, torneranno. Il segreto sarà occuparsi delle piccole cose.

Scorpione: La vostra simpatia vi procurerà amicizie fidate e incontri inaspettati, sia dal punto di vista sociale che lavorativo. La vostra vitalità vi porterà a conoscere persone che serviranno alla vostra formazione professionale.

Gemelli: Vivi e molto energici, affrontate questo periodo con brillante ingegno e dinamicità. Il vostro oroscopo subirà una crescita positiva e questo gioverà non poco sia in famiglia che nel lavoro. Dovrete stare attenti ai possibili eccessi a cui andrete incontro. Cancro: Caparbi e agguerriti non vi ferma nessuno! Marte e Giove sono dalla vostra, iniziate battaglie e ne uscirete vincitori con una buona strategia e degli alleati fidati. Attenzione in amore, li non è una battaglia, è un paesaggio sconosciuto ai più, senza regole né destini. Leone: Le cose belle vanno e vengono, nascondere quelle brutte è pressoché impossibile, affrontare i problemi sembra quasi una tortura. Avrete il consenso di Venere in amore, vi lascerete sedurre da chi vi vuole veramente o proverete a sedurre chi vi interessa. Vergine: Assetati di conquiste non vi accontenterete di prendere quello che passa. Una grande determinazione vi porterà a risultati soddisfacenti. Attenzione a dosare bene i tempi e le modalità. In amore sentitevi liberi di esprimere ciò che desiderate veramente.

Acquario L’Acquario, segno d’aria, è anticonformista ed ha un enorme bisogno di libertà. Privarlo della possibilità di esprimersi sarebbe come ucciderlo. Ciò non gli impedisce di cambiare idea rispetto ad argomenti perfino importanti. Può dirsi sinceramente innamorato di una persona un giorno, salvo poi scoprirsi infatuato di qualcun’altra il giorno seguente, senza trovare alcuna contraddizione nei due sentimenti. Conta sull’amicizia, che considera un valore fondamentale, forse anche più dell’amore, e raramente soffre di solitudine. Non e’ geloso ma non tollera di essere oggetto della gelosia altrui. Se tradisce, non si sente in colpa. Se, invece, viene tradito, diventa lamentoso e può aver bisogno di un periodo di completa solitudine per ricaricarsi. Non ha problemi a essere schietto nei sentimenti e non nasconde le proprie intenzioni, per quanto possano essere imbarazzanti!

Sagittario: Insensibili a quello che vi circonda, sembrate avvolti da una sfera di cristallo. Ciò che succede non sembra esser affar vostro, però sappiate che è importante intrattenere relazioni con la gente e vivere veramente. Capricorno: Sornioni, spesso tra le nuvole, la vostra vita non presenta novità entusiasmanti per il momento. Spesso i periodi di pace e tranquillità sono quelli più richiesti quindi sfruttate questa possibilità e godete della tranquillità che la vita vi offre. Acquario: Le passioni sono le cose che più vi mancano in questa vita frenetica, avete deciso di raggiungere uno scopo e adesso fate fatica ad accontentare voi stessi ed i vostri desideri. Avete accumulato troppo stress e l’unica cosa da fare è prendervi una giornata e fare quello che desiderate. Pesci: Procedete per la giusta direzione ma sarà un andamento altalenante. Riscoprirete vecchi trucchi della vita e saprete cavarvela con il minimo sforzo. Il raggiungimento degli obiettivi non viene senza sudore e fatica. Per adesso il minimo indispensabile è fatto, saprete come venirne fuori.






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