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SERVIZIO ABBONAMENTI che merita
IL BASKET GIARRE SI RIPRENDE IL POSTO CHE MERITA
PER METTERE IL TURBO A UN PROGETTO SPORTIVO SERVE UNA VITTORIA SUL CAMPO, COSTRUITA NEL TEMPO E LUNGIMIRANTE, CON UN’ATTIVITÀ CHE SIA RADICATA NEL TERRITORIO. QUEST’IMPRESA È RIUSCITA AL BASKET GIARRE, CHE IL 9 APRILE HA VINTO LA SERIE D NELLA FINALE IN TRE GARE CONTRO LA CESTISTICA TORRENOVESE. È UN SALTO CHE LO RIPORTA NELLA MASSIMA SERIE REGIONALE, ALLO STESSO LIVELLO DELLE ALTRE DUE MIGLIORI SQUADRE DELLA PROVINCIA, L’ALFA E IL GRAVINA
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diRoberto Quartarone
Igiarresi hanno riconquistato una categoria – chiamata prima D, poi
C2, infine C Silver – in cui hanno militato per 37 stagioni dal 1970. È il palcoscenico giusto per poter richiamare il giusto pubblico al PalaCannavò e dare un’ambizione ai giovani del ricco vivaio, potenziato dalla sinergia con il Centro Pallacanestro Giarre. L’ambiente c’è, ora bisognerà coniugare la programmazione ai risultati sul campo per rendere il progetto a lungo termine.
IL SUCCESSO
«Abbiamo centrato gli step prefissati – spiega Andrea Grasso, segretario della società gialloblù – Sei anni fa con il presidente Giovanni Spada abbiamo rilevato la squadra, assumendoci tutte le responsabilità, sia dei successi che delle sconfitte. Per fortuna finora sono stati più i successi, l’unico intoppo è stata la retrocessione dalla


C Silver, ma abbiamo resettato e vinto subito, inaspettatamente. Abbiamo fatto divertire il pubblico, non si vedeva una partecipazione così da anni». La squadra è stata costruita con criterio: solo giarresi, più un catanese e un acese. La guida tecnica è stata affidata a Ignazio D’Angelo che è cresciuto a pane e basket nell’ex PalaJungo, in campo il leader è stato quell’Alberto Marzo già leader ad Acireale in C1, insieme a Riccardo Arcidiacono, giunto in corsa. «È stata una stagione esaltante – esulta D’Angelo –. La caratteristica del mio roster è l’attaccamento alla maglia, che ha permesso di lottare fino in fondo contro avversarie toste come Adrano o Torrenova e di affrontare grandi sacrifici in palestra e sul campo. Lo spettacolo della finale è indescrivibile, specialmente in gara-3: il PalaJungo stava per esplodere». E quando capitan Gianfranco Ciaurella ha tagliato la retina per festeggiare la promo
zione, è stata davvero l’apoteosi. D’Angelo ha definito i suoi ragazzi “15 americani” dopo la finalissima: «Abbiamo puntato su ragazzi del nostro vivaio – prosegue –, ma la mia battuta era una protesta contro la politica federale di permettere di schierare degli extracomunitari senza regole chiare. Noi abbiamo permesso anche piccole esperienze in D agli Under-18, che hanno disputato un ottimo campionato anche in Promozione».
LA GENERAZIONE ’99 Il futuro è degli elementi più promettenti nati dal ’99 in poi, allenati di Simone D’Urso, che hanno giocato in D, Promo
zione e U-18. «Spero di poter continuare l’anno prossimo nel loro inserimento» è l’auspicio di D’Angelo. «Ci sono le condizioni per far crescere i nostri ragazzi e farli giocare – riprende Grasso –, grazie al movimento creato con il CP Giarre. La squadra di Promozione è uscita solo ai quarti play-off contro il Sant’Agata di Militello, giocando solo con under più due senior. In più ha vinto il campionato provinciale U-18. Siamo soddisfatti anche dagli U-14, che sono andati alle finali regionali, e dagli Esordienti, che hanno partecipato al Jamboree da campioni provinciali». Nel settore giovanile, la prospettiva è chiara: «Il progetto va dal minibasket alle prime squadre – spiega il responsabile Gianni Di Bella –. Raggiungere questi risultati è gratificante, il progetto era diventare leader in provincia, crescere i ragazzi per farli diventare veri giocatori, e al momento credo che siamo secondi solo al Cus Catania». Lo staff tecnico folto e appassionato fa la differenza. «I ragazzi che si spendono sono il perno per arrivare ai risultati – soppesa Di Bella – Giochiamo quanto più possibile, tutti i ragazzi fanno il proprio campionato e uno superiore, a costo di perdere, ma così si mettono alla prova e si aumenta il livello. È un investimento fisico, economico e logistico. In più cerchiamo di creare una cultura sportiva che coinvolga anche i genitori: i valori sono una carta vincente ma c’è bisogno di coerenza». Vari ragazzi hanno fatto anche esperienze con le rappresentative regionali. «Sono esperienze utili più da un punto di vista umano e per capire quanto gli altri siano forti, a far tenere i piedi per terra ai ragazzi», commenta Di Bella.
L’ALBA DI DOMANI Per la prossima stagione, si ripartirà dallo
stesso gruppo. «Affronteremo la C con la determinazione che ci contraddistingue – preannuncia coach D’Angelo –, con la voglia di giocare il nostro basket ovunque. Sarà un torneo d’alto livello, ma l’eventuale presenza di stranieri ne determinerà la qualità. L’ossatura della Serie D è riconfermata in toto». «Cercheremo due innesti – afferma il notaio Grasso –, un play e un pivot. Ci sono ragazzi che sarebbero entusiasti di venire a Giarre per l’atmosfera sobria, meno pretenziosa, ma con rimborsi spese più ridotti. La priorità comunque è il campo, su cui speriamo che il Comune intervenga per renderlo a norma per la C Silver, altrimenti potremmo anche dover rinunciare alla categoria». Ciò che si deve cercare di mantenere è comunque l’atmosfera di “grande famiglia” vista per esempio per la One More Night, la sfida con le vecchie glorie dello scorso gennaio. «Non mettiamo pressione sui ragazzi – ammette Grasso –: loro hanno piacere di allenarsi e questo porta risultati. Il nostro livello è dilettantistico, basato sull’amicizia, sugli stimoli del divertimento. I giovani hanno l’aspirazione di giocare in prima squadra senza la paura di essere scalzati da un americano, il movimento delle “minors” cresce se si dà la possibilità ai giovani di giocare, invogliandoli e stimolandoli. Abbiamo lottato per questo». Che il progetto sia a 360º lo testimonia anche la ripresa della femminile: «Stiamo ripartendo dal settore giovanile – chiude Grasso –, con progettualità. Vorremmo portare avanti le squadre fino alle senior, in modo che le ragazze non debbano abbandonare lo sport a 15 anni».

Arriva l’estate. E con essa il sole, le lunghe giornate, il mare e il desiderio di rilassarsi un po’. Dopo mesi di scuola o lunghe giornate di lavoro, ciò che occorre è senza dubbio una bella vacanza. Magari un viaggio in una spiaggia esotica dove trascorrere il tempo sdraiati in riva al mare o sul bordo di una piscina a sorseggiare un drink. Una volta decisa la meta, non resta che dedicarsi alla cura dell’ immagine e alla scelta dei costumi più adatti che accompagneranno le nostre vacanze. Senza dubbio l’estate è la stagione dei colori, quindi via con bikini minimal dai toni sgargianti: giallo, rosso, blu. Scegliete la nuance che più si adatta alla vostra pelle. Che ne dite invece di un bel costume con fantasie floreali dal richiamo etnico o tribale? Un trend imperdibile, proposto dai marchi più giovani. Altra tendenza 2017, il costume intero. Sgambato, stile anni 80: un gusto retrò chic che affascina: ideale per esaltare le curve con femminilità. Chi non ricorda la bellissima Pamela Anderson in “Baywatch”? Un beachwear entrato a far parte del nostro immaginario collettivo. C’è da dire, che l’evoluzione del costume da bagno rappresenta in modo significativo la trasformazione del pensiero umano e la liberazione dalle abitudini sociali. Un excursus di certo non facile: la progressiva riduzione delle dimensioni, porta con sé scandali e denunce. Ne è un esempio, nel 1946, la comparsa del bikini, ad opera dello stilista svizzero Louis Read. La mutandina che lascia scoperto l’ombelico fu un vero choc! Ma tra revival di stili, costumi interi, olimpionici e bikini, l’arrivo dell’estate porta con sé modelli sempre nuovi e originali, che conquistano gusti e stili di ognuno di noi. E adesso, che aspettate? Prendete il vostro costume e tutti al mare!
UN’ESTATE ALLA MODA

Francesca Santangelo - photographer Valeria Messina - modella
PER la SCUOLA
LA FORZA DELL’INTERCULTURA. LA TAVOLOZZA DI UN PITTORE
L’intercultura è un neologismo ed equivale alla convivenza di cittadini stranieri che, nel nostro paese, si ritrovano a studiare e a confrontarsi in un ambiente diverso, ma accomunati da una cosa fondamentale: una nuova esperienza in cui giovani di etnie, usanze e provenienze differenti convivono insieme, aiutandosi a vicenda e usufruendo delle stesse possibilità di riuscita in ogni ambito; economico, culturale, sociale… L’intercultura è una sfida, un percorso educativo, un’esperienza che contribuisce alla crescita, consente di arricchirsi culturalmente attraverso progetti e scambi interculturali con i paesi del mondo. «L’intercultura fa la forza!», è questo uno dei principali slogan dell’ Unione europea, è importantissimo, infatti, unirsi per raggiungere un unico e grande scopo, un obiettivo comune a tutti noi: l’istruzione! «Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo», questa è una celebre frase estrapolata dal discorso di Malala Yousafzai alle Nazioni Unite, «L’istruzione è l’unica soluzione, l’istruzione innanzitutto». Oggi, forse, uno dei pochi progetti che dà la possibilità a milioni di studenti di intraprendere uno scambio culturale con altre persone è l’Erasmus. Ma cos’è l’Erasmus? È un programma che permette agli studenti di effettuare un periodo di studio in un altro paese. Un’esperienza unica. L’istituto Mario Pluchinotta ha partecipato al progetto Erasmus Plus. Quest’anno a Firenze si è celebrato il trentesimo anniversario del progetto e alcuni alunni della nostra scuola sono stati invitati a prendere parte alle varie attività che si sono svolte per i festeggiamenti. Gli alunni della scuola hanno partecipato perché hanno frequentato un corso di teatro anglo-francofono facente parte del progetto Erasmus. La manifestazione ha avuto luogo dal 7 al 10 maggio nella cornice del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze dove alcune figure istituzionali e testimonial d'eccezione hanno parlato di Erasmus spiegandone l’ utilità. Da questa esperienza gli studenti hanno imparato che l’Unione Europea non nasce solo per motivi economici ma offre ai cittadini importanti possibilità di vivere, esperienze che aiutano a migliorare la consapevolezza di essere cittadini europei ed ampliare gli orizzonti e costruire un importante bagaglio culturale nonché il futuro dei giovani. Oggi l’Erasmus ha fatto parecchia strada rivoluzionando completamente il modo di apprendere la lingua e coinvolgendo milioni di ragazzi che amplieranno il proprio bagaglio culturale e potranno sentirsi cittadini del mondo partecipando concretamente all’ Europa del futuro, guardando attraverso una dissimile prospettiva. La forza dell’Intercultura sta, inoltre, nella voglia di imparare, sapere, conoscere e soprattutto capire che non importa se il colore della pelle è diverso, perché non ci sarà mai alcuna differenza tra il nero o il bianco, tra il giallo o il rosso. Infatti possiamo immaginare l’Intercultura come una tavolozza di un pittore, nella tavolozza troviamo il bianco ed il nero che anche mischiati formano un solo colore che non ha difetti, troviamo anche il giallo, il rosso, il rosa che anch’ essi uniti formano una tonalità diversa dalle altre, ma migliore. L’Intercultura quindi è un modo per unire ed appacificare il mondo partendo soprattutto dai più giovani e costruendo un futuro, lontano dagli scenari tragici che sembrano profilarsi insegnando che il “diverso” non esiste , ma esiste un diversamente originale o un simile; viaggiando, dunque, si impara molto e non solo riguardo al “mondo geografico” ma anche ai “mondi”che ignoriamo. L’intercultura arricchisce e la nostra scuola ha concluso l’anno scolastico proprio con un’esperienza che ne ha dato prova: uno spettacolo dal titolo “Viaggio intorno al mondo” che ha portato tutti ad esplorare gli angoli più remoti e scoprirne le meravigliose ricchezze. Viva le differenze, viva la meravigliosa caleidoscopica realtà.
A cura degli alunni della 2 C, Scuola Media Statale “Mario Pluchinotta” - Sant’Agata lì Battiati (in foto con il giornalista Antonello Zitelli e il nostro direttore responsabile)
