AntropologicaMente

AntropologicaMente Viaggio tra le solitudini esistenziali della societĂ moderna.

Quaderni di Fotografia Testi: Anna Fabrello Foto: Lorenzo Vian AntropologicaMente Š2016 Tutti i Diritti Riservati

AntropologicaMente Così come affermava la scrittrice Geltrude Stein: "Quando sono soli vogliono stare con gli altri, e quando sono con gli altri vogliono stare soli.

Dopo tutto gli esseri umani sono così", anche l'artista Lorenzo Vian è riuscito a cogliere in questi suoi scatti, una delle sfumature dell'essenza umana che nella società moderna sta diventando sempre più evidente: La tendenza o l'esigenza dell'uomo a isolarsi nel proprio mondo pur vivendo in mezzo a molte persone.

Questa mostra fotografica cattura in 13 particolari fotografie in bianco e nero, la "solitudine" degli uomini che spesso tendono ad allontanarsi gli uni dagli altri cercando spazi propri di isolamento.

Gli scatti di questo artista vogliono portare l'osservatore a riflettere su come le persone di ogni età, tendano a ricercare questi momenti di solitudine con atteggiamenti sia consci che inconsci. L'artista, immagine dopo immagine, ci spinge a domandarci se la solitudine sia da considerarsi una tremenda condotta, o una meravigliosa conquista.

L'immagine conclusiva della mostra, è emblematica della mostra stessa, dato che il gatto è il simbolo dell'individualità e la rappresentazione della creatura solitaria per eccellenza.

Anna Fabrello, Scrittrice.

Ogni pagaiata è un pensiero che si allontana dalla mia mente. Solo io, l’acqua, la natura e la scia dietro me a segnare il passaggio e cancellare le mie preoccupazioni. Nel silenzio scivolo lento, in armonia con l’universo.

Con i movimenti forti e precisi delle mie braccia, solco l’acqua e mi allontano dalla frenesia del mondo. Tutto si quieta e nulla resta che non sia lo sciabordio dell’acqua e il mio viaggio verso il nulla.

Mentre il mondo continua a brulicare di vita, io mi fermo.

Mi siedo e con la sola compagnia di qualche pagina, lascio che tutto si sfochi intorno.

Io esisto, sereno, in questo attimo.

“Aveva gli occhi stanchi, occhi che avevano visto tanto e sognato di più. Stava seduto su quella panchina da così tanto tempo che nemmeno ricordava più dove stesse andando. Strizzava gli occhi per quel sole cocente che, impudente, sbatteva sulle palpebre dopo essersi riflesso nelle acque cangianti del lago. Era un posto meraviglioso per fermarsi e sentire respirare il mondo.” [cit. da ‘Ossessione’ di A. Fabrello]

LA LEGGENDA DI SYLVIE E DEL CIGNO Sylvie scomparve la notte in cui una luna calante splendette sul lago di Nevi e ne tagliò le acque calme. Nessuno seppe mai cosa accadde, ma le leggende da quella notte presero a vivere tra gli abitanti dei paesi intorno.

Una di queste narra che Sylvie, s’innamorò di Ilyos, un tritone che viveva nei fondali profondi del lago e per poter vivere con lui cercò di attraversare il portale che conduceva al suo mondo marino, l’unica notte in cui questo era aperto: la prima notte di luna calante.

Purtroppo il padre della ragazza seppe del piano della figlia e cercò di fermarla, ma arrivò troppo tardi. Il padre, infatti, raggiunse le sponde del lago un attimo dopo che Sylvie ebbe attraversato il portale creato dalla luna sulla superficie d’acqua e si ritrovò impotente, a osservare la figlia svanire in un altro mondo.

Cadde in ginocchio sulle pietre al limitare del lago, piangendo dolorose lacrime per la perdita dell’adorata figlia.

Le lacrime dell’uomo si mescolavano alle acque del lago e il dolore in esse riversato richiamò l’attenzione della Dea dell’acqua Belisama, che gli comparve innanzi e gli parlò tra lo stormire dei grilli: «Ti ho ascoltato, uomo e il tuo dolore provo. Un dono voglio farti anche se Tua figlia non posso ridarti. Un cigno troverai ad aspettarti e finchè lui vedrai, tua figlia sana e salva saprai».

Fu così che dal giorno dopo un bellissimo cigno comparve in quelle acque e da allora tutti i discendenti della famiglia di Sylvie se ne sono presi cura.

La leggenda è volata di bocca in bocca e di secolo in secolo fino a giungere sino a noi. Ancora oggi si vedono bambine, ragazze e adulti che scorgendo il cigno, si avvicinano alle sponde e gli offrono cibo nella speranza che Sylvie continui a vivere felice tra le braccia del suo tritone.

Seguo le note della vita. Suono ritmi di mare e canti di uccelli, sono il menestrello silenzioso che in giorni di sole ai bordi del mare riproduce note mute, con le dite che sfiorano tasti invisibili. Io sono l’ascoltatore del nulla, il narratore di melodie nascoste. Io porto la voce del mare.

La gioia di un attimo. Uno sguardo puntato su di noi, con il mondo spettatore.

Per immortalare un’amicizia bastano pochi gesti: io, tu e lei indifferenti a tutto tranne che a noi stesse.

Labbra sottili, occhi abbassati. Nel silenzio dei pensieri, parole mute scivolano via come fumo sottile.

Spettatore di un sogno in fermo immagine, osservatore partecipe del mondo che gioisce e dĂ spettacolo di sĂŠ.

RAMINGHI VAGHIAMO In un mondo di affollata civiltà raminghi vaghiamo nell’assordante silenzio di parole digitali.

Sguardi vacui mollemente innocui adagiano le loro iridi sulle mute grida di animi liquidi.

Corpi si sfiorano senza vedersi, spazi si colmano senza espandersi.

Tu, io, noi vicini prossimi con anime divelte al nulla elettronico rivolte.

Raminghi vaghiamo, tra il nulla cerchiamo e il senso perdiamo del mondo che incontriamo.

Giovani e vecchi mondi si incontrano, si scambiano i saperi mentre gli occhi di saggezza cercano e quelli di innocenza s’interrogano. Due vite, due mondi, una sola ragione: essere.

L’OSSERVATORE Ti osservo indisturbato invisibile sguardo tra le vie deserte.

Non ho presente né passato scruto e contemplo indecente su gradini di marmo assiepato il brulicare di vita che corre per niente.

Osservo e mi domando: «Dalla vita nulla avete imparato?

Lasciatevi andare semplicemente, godete di ogni attimo andato, sognate di un mondo divertente.

Nulla val più di un momento colorato e un desiderio sorprendente. « Credete a me che qui seduto taccio, guardo e scruto come abile sopravvissuto. »

Salve a tutti, mi presento: sono Rick, Sovrano Matto osservo il mondo dall’alto del mio scranno.

Per l’uomo non ho interesse, mangio, corro e faccio il matto.

Questo mondo se sapesse da che cosa sono attratto resterebbe esterrefatto.

Nei miei occhi ci son sogni saggi, forti e a volte sciocchi ma nessuno puo’ fermare chi nel mondo vuol sognare.

Quindi salto, annuso e faccio di tutto il mondo il mio canovaccio.

Attore senza casa vivo ove mi aggrada e sono re e barbone a seconda dell’occasione.

Mi presento sono Rick, Sovrano Matto di un mondo da me fatto.

http://www.vagando.altervista.org/

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Biografia degli Autori Anna Fabrello è nata ad Ivrea nel 1971 ed e' residente in Montalto Dora in provincia di Torino.

Ha effettuato studi umanistici ottenendo la laurea in Servizio Sociale presso l'Università di Torino, con ottimi risultati. Ha lavorato per diversi anni per il Ministero della Giustizia e per la Procura di Ivrea. Ha pubblicato per Edizioni Albatros, la sua prima raccolta di racconti intitolata 'Vagando nella mente'. Ha partecipato negli anni a diversi concorsi raggiungendo buone posizioni e ottenendo una 'citazione di merito' per una delle sue opere. Ha collaborato con l'Associazione Altanur (Napoli) per il Progetto Nove, dando vita a un'originale serie di racconti a tema pubblicati in una raccolta con illustrazioni di due artiste Elisa Ughetti e Monica Moirano, dal titolo 'NUOVE VISIONI'.

Per alcuni mesi ha collaborato come editor presso la casa editrice Società Montecovello.

Recentemente la sua ultima opera intitolata 'Otto sottili fili di fumo' pubblicata con Lettere Animate ha ottenuto la 'Menzione d'onore' al Concorso Nazionale e Internazionale di prosa e narrativa "Club della Poesia".

Contatto: fabilanna@email.it Lorenzo Vian è nato a Latina nel 1979 dove è residente. Di formazione tecnico scientifica attualmente lavora come consulente informatico. La sua passione per il digitale prende forma intorno al 2005 con l'intenzione di creare dei report fotografici dei suoi viaggi e delle escursioni subacquee e micologiche.

Ha però iniziato a studiare più approfonditamente la fotografia solo da pochi anni grazie anche a fortunate conoscenze, diventate poi amicizie, nel settore. Appassionato di ritrattistica segue un percorso fotografico-formativo poliedrico e dinamico, spaziando dalla fotografia di reportage, alla fotografia concettuale, alla fotografia di strada, dove spesso, attraverso i suoi scatti, esprime sottili forme di denuncia sociale sui comportamenti sempre più tendenti all'isolazionismo dell'essere umano.

Non ama definirsi "un fotografo" ma piuttosto "una persona con la reflex in mano" , ha collaborato con artisti di fama nazionale nel panorama della musica barocca in Italia, e vanta alcuni attestati di merito nell'ambito della fotografia amatoriale.

Contatto: lorenzo.vian@gmail.com

Grazie.

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