Pedagogika.it - Anno XVIII_4

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Rivista di educazione, formazione e cultura

INCLUSIONE/ ESCLUSIONE

18

anni... ...vissuti intensamente! www.pedagogia.it

Pedagogika.it 2014

XVIII_4

INCLUSIONE/ESCLUSIONE

Rivista di educazione, formazione e cultura 2014_XVIII_4 - â‚Ź 9

Rivista trimestrale di educazione, formazione e cultura Registrazione Tribunale di Milano n.187 del 29/3/1997 ISSN 1593-2559


Rivista di educazione, formazione e cultura

anno XVIII, n째 4 Ottobre, Novembre, Dicembre 2014


Pedagogika.it/2014/XVIII_4

Rivista di educazione, formazione e cultura

esperienze - sperimentazioni - informazione - provocazioni Anno XVIII, n° 4 Ottobre/Novembre/Dicembre Direttrice responsabile Maria Piacente - maria.piacente@pedagogia.it

Responsabile testata on-line Igor Guida - igor.guida@pedagogia.it

Redazione Serena Bignamini, Emanuele Tramacere, Marco Taddei, Dafne Guida, Nicoletta Re Cecconi, Carlo Ventrella, Mario Conti, Mariarosaria Monaco, Cristiana La Capria, Massimo Jannone, Marta Franchi, Federica Rivolta, Coordinamento pedagogico Coop. Stripes.

Progetto grafico/Art direction Raul Jannone - raul.jannone@pedagogia.it

Comitato scientifico Silvia Vegetti Finzi, Fulvio Scaparro, Duccio Demetrio, Don Gino Rigoldi, Eugenio Rossi, Barbara Mapelli, Alfio Lucchini, Pino Centomani, Ambrogio Cozzi, Salvatore Guida, Pietro Modini, Angela Nava Mambretti, Anna Rezzara, Angelo Villa, Giancarla Codrignani.

Pubblicità advertising@pedagogia.it

Promozione, diffusione e abbonamenti Alessia Valenti - alessia.valenti@pedagogia.it, ordini@pedagogia.it

Registrazione Tribunale di Milano n.187 del 29/3/1997 - issn 1593-2559 Stampa: Studio Rabbi Bologna

Hanno collaborato Paola Villano, Ferdinando Fava, Maurizio Bergamaschi, Sergio Cecchi, Igor Šuran, Matteo Colleoni, Luca Daconto, Romina Bertuzzi, Sergio Massironi, Eide Spedicato Iengo, Tiziana Bianchini, Francesca Tognetti, Mascia Marzorati, Eugenio Rossi, Giorgio Galanti, Eleonora Silvia Pittoni, Arduino Salatin, Paolo Mottana, Giancarla Codrignani, Claudia Alemani, Fabio Gianotti, Anna Cappelletti, Ombretta Degli Incerti, Elena De Marchi, Barbara Mapelli, Il Progetto Alice, Francesco Cappa. Fotografie: www.sxc.hu, www.pixabay.com

Distribuzione in libreria: Clueb Distribuzione - Via Marsala, 31 - Bologna Distribuzione biblioteche, scuole e altri enti: Ls Distribuzione - Servizio Biblioteche Via Badini 17, Quarto Inferiore (BO) è possibile proporre propri contributi inviandoli all’indirizzo e-mail articoli@pedagogia.it I testi pervenuti sono soggetti all’insindacabile giudizio della Direzione e del Comitato di redazione e in ogni caso non saranno restituiti agli autori

Edito da Stripes Network s.r.l - www.stripes.it Direzione e Redazione Via G. Rossini n. 16 - 20017 Rho (MI) Tel. 02/89950769 - Fax 02/45500911 e-mail: pedagogika@pedagogia.it Sito web: www.pedagogia.it Facebook: Pedagogika Rivista

Questo periodico è iscritto a Unione Stampa Periodica Italiana Coordinamento Riviste italiane di cultura


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s o m m a r i o 5

Editoriale Maria Piacente

../Dossier/Inclusione/Esclusione 8 Introduzione 11

Senza esclusione Paola Villano

16

Pensare il disagio. Oltre l’esclusione e l’inclusione, la vulnerabilità Ferdinando Fava

20

Il lavoratore povero nella crisi della società salariale Maurizio Bergamaschi

59

Lesbica, araba e palestinese Francesca Tognetti

62

Non escludermi Mascia Marzorati

../Temi ed esperienze 68 Il paradosso del gioco d’azzardo Eugenio Rossi 73

A cavallo tra le culture Giorgio Galanti

80

Ballando musica jazz, afro e rock Eleonora Silvia Pittoni

84

Valutare per far crescere i giovani e le istituzioni formative Arduino Salatin

89

Delle nostalgie dell'amore eterno Paolo Mottana

92

Noi femministe storiche dovremmo... Giancarla Codrignani

26

La lotta tra gli esclusi in Italia Sergio Cecchi

31

Omosessualità e lavoro Igor Šuran

34

Mobilità quotidiana e accessibilità Matteo Colleoni, Luca Daconto

40

La via concreta verso una reale inclusione scolastica… Romina Bertuzzi

../Cultura 95 Scelti per voi Libri - Ambrogio Cozzi (a cura di) Musica - di Angelo Villa Cinema - di Cristiana La Capria

44

Un prete che guarda il paese dal finestrino Sergio Massironi

108 Arrivati in redazione

49

55

L'esclusione nell'esperienza femminile della vecchiaia Eide Spedicato Iengo Le donne invisibili. Gli sfruttamenti delle donne migranti Tiziana Bianchini

110 Tra donne e uomini a cura di Barbara Mapelli 114 Questioni di genere a cura del Progetto Alice 117 Sillabario pedagogiko di Francesco Cappa


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PIANO EDITORIALE 2015 ECCO I TEMI AI QUALI CI SIAMO APPASSIONATI

Cibo dell'anima e del corpo A scuola di che ? Nel nome della figlia/del figlio, della madre e del padre Identità nomadi Di quale religione ?? Spazi pubblici e privati

Buon Natale e Buon 2015 !!!

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spese di spedizione 1,50 € sia per singolo numero che per abbonamento Distribuzione in libreria: Clueb Distribuzione - Via Marsala,31 - Bologna Sito web: www.pedagogia.it - e-mail: pedagogika@pedagogia.it


Pedagogika.it/2014/XVIII_4

Periferie Maria Piacente

In un periodo di grande crisi, come quella che stiamo vivendo ormai da un po’ di anni nell’occidente del mondo - in altre parti del globo si sperimenta da sempre la mancanza di soddisfazione delle più elementari necessità – ci è sembrato utile interrogare la dicotomia Iclusione/Esclusione per riaprire, ancora una volta, la grande questione dell’abitare il mondo. Abbiamo cercato, attraverso categorie psicologiche, pedagogiche, sociologiche, antropologiche, sociali e religiose, di studiare e di comprendere come e in che senso si possa parlare di interdipendenza tra l’includere e l’escludere cercando anche di analizzare i contesti storici e narrativi nei quali le tensioni tra i due poli vengono rappresentate. In tutte le testimonianze emerge la forza cieca dell’esclusione sociale che ha attraversato, con minore o maggiore intensità, la nostra società, il nostro Paese; oggi, in piena era economica liberista o, come qualcuno osserva, post-liberista, questo fenomeno è più che mai vistoso ed osceno: una liquidità maggiore delle relazioni fa emergere, impietosamente, quello che forse un tempo veniva più nascosto e controllato, probabilmente perché i bisogni primari venivano più soddisfatti e la linea di demarcazione delle ingiustizie e dei soprusi era più difficile da individuare. Un velo di ipocrisia, a ciascuno il suo, era quello che, frequentemente, veniva richiesto per entrare e fare parte del “potere” per esserci , per esistere. Per essere riconosciuti. Le periferie, gli scarti, erano ovunque, ma si vedevano meno. Ancora le politiche di inclusione sociale del Welfare facevano da ammortizzatori sociali e mantenevano una sorta di controllo. Si dava loro, quindi, meno importanza o si preferiva pensare che, prima o poi, gli ultimi sarebbero rientrati a fare la fila e a diventare penultimi... Ma non sarebbe stato così. Oggi vediamo le immagini della protesta - nelle periferie di Roma, a Tor Sapienza ma non solo di cittadini disperati, senza lavoro, scesi spontaneamente (?) in piazza per manifestare contro altri disperati: gli immigrati senza lavoro e senza casa, presenti nel centro di accoglienza , spinti da contrapposizioni disordinate, da politiche che esasperano gli animi con l’obiettivo politico di risalire la china del potere e ribaltarne le forze. Oggi vediamo, nella splendida cornice del Campidoglio, un Sindaco di sinistra che, pensando di governare da umano illuminato la città Eterna in tempi moderni e civili celebra l’amore, il matrimonio tra coppie di omosessuali, mentre i suoi detrattori politici già stanno preparando il contrattacco che dovrebbe servire ad annullare ciò che, in quel momento lui sta creando. La domanda sorge spontanea: a che pro? Perché l’amore per l’altro, la libertà, danno così fastidio, sono così tanto invidiati? Cosa ci tolgono?

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Pedagogika.it/2014/XVIII_4/Editoriale

Davvero non possiamo fare a meno del nemico, le nostre paure hanno bisogno di un capro espiatorio? Il nostro buco esistenziale vuole essere saziato e niente può saziarlo se questa mancanza non può essere colmata? Davvero, come il piviere, non possiamo godere del nostro cibo e subito ce ne dobbiamo liberare? Eppure. Eppure, una strada forse ci sarebbe: stare con le periferie, stare con gli scarti, darsi il tempo di vederle e di studiarli - senza mettere tutto subito sotto il tappeto... comunque riemergerebbero! - includerli ed inglobarli dentro le vite delle città, nelle viscere delle metropolitane. Farle esistere, cominciando a nominarle. Farle circolare. E starle a guardare con i nostri stessi occhi che, nello sforzo del tenerne insieme le traiettorie, producano uno strabismo utile al vivere civile, per una reale condivisione della terra e delle sue risorse. Andare oltre, viaggiare verso altri orizzonti e verso la decostruzione della dicotomia inclusione/esclusione, ma che anche di altre, male/ bene. Pensare alla crescita come nuove occasioni per stare al mondo e non come nuove opportunità di alimentare un capitalismo abbrutito e consumato. Altre categorie devono essere messe in conto, devono trovare il loro spazio di applicazione, altre esperienze devono trovare la strada per essere riconosciute, per operare anche un ribaltamento di tanti stereotipi, per incidere su stili di vita che impediscono agli occhi e alle anime di vedere le bruttezze e le ingiustizie dello stare al mondo, per imparare a leggere i desideri, per saper riconoscere quali risorse abbiamo a disposizione. Desideri e risorse che non bisogna andare a cercare chissà dove, perché ci sono già, basta guardarsi intorno; basta vedere, voler vedere, legittimare l’altrui diritto, disancorarsi dal potere. Vedere la bellezza, vedere insieme il bello e il buono. Ma siamo capaci di non coltivare solo il nostro orticello? Siamo capaci di stare insieme a quello che ancora non conosciamo e non sappiamo? Riconosciamo le nostre paure? Sappiamo riconoscere alle nostre periferie un proprio diritto all’esistenza, ad una propria bellezza? Siamo capaci di predire il futuro, ovvero pensare in fiducia che qualcuno, un domani, ripercorra i nostri pensieri di un tempo, i nostri desideri, le nostre visioni e ci ritrovi la bellezza del vivere? Peppino: …. Non ci vuole niente a distruggerla la bellezza ... Salvo: E allora? Peppino: E allora forse più che la politica, la lotta di classe, la coscienza e tutte ‘ste fesserie ... bisognerebbe ricordare alla gente cos’è la bellezza. Insegnargli a riconoscerla. A difenderla. Capisci? Salvo: ( perplesso) La bellezza… Peppino: Sì, la bellezza. È importante la bellezza. Da quella scende giù tutto il resto (Peppino Impastato dialoga con Salvo Vitale )

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Inclusione/Esclusione Viviamo in un clima culturale di strisciante discriminazione: di genere, religiosa, generazionale, di orientamento sessuale, in cui si assiste ad una progressiva esclusione dei disabili, dei migranti, dei disoccupati ecc. (dai servizi, dai progetti, dal lavoro, dalle città) ma anche alla promozione di numerosi percorsi ed esperienze di inclusione sociale, relazionale, lavorativa. Ma cosa intendiamo per esclusione ed inclusione? L'esclusione sociale si determina quando individui o intere comunità di persone sono esclusi dalla fruizione di diritti, opportunità e risorse normalmente disponibili per tutti i membri della società (es. casa, educazione, lavoro, sanità). L’inclusione sociale è un processo multidimensionale (culturale, economico, relazionale, politico, sociale) il più possibile equo e partecipativo, finalizzato al godimento dei diritti essenziali (abitativi, educativi, occupazionali, politici, sanitari). Negli attuali scenari di ridimensionamento del welfare le categorie maggiormente a rischio di esclusione sociale risultano essere le persone (spesso giovani) con basso livello di scolarizzazione, abilità e competenze, i disoccupati, gli immigrati, le madri/padri single che difficilmente riescono a sostenere il peso della gestione familiare, gli anziani, le persone disabili e gli ex detenuti. In Italia al minor peso del welfare pubblico, ha supplito per anni il welfare familiare, ma il progressivo impoverimento delle famiglie sta minando alla base questo importante strumento di riduzione della povertà. A fronte della riduzione del welfare pubblico e familiare, alcuni dati destano preoccupazione: il crescente numero dei «Neet» (Not in Education, Employment or Training, ovvero dei giovani tra i 15 e i 29 anni non più inseriti in un percorso scolastico o formativo ma neppure impegnati in una attività lavorativa), l'alto numero di adulti espulsi dal mercato del lavoro, la grande massa di immigrati con basse competenze che arrivano nel nostro paese. I temi principali legati alla coesione ed inclusione sociale sono quindi la tutela sociale, l’occupazione, l’istruzione e la formazione professionale, i diritti dei lavoratori, la salute, la casa, le pari opportunità, la non discriminazione e l’immigrazione. Perseguire l'obbiettivo dell’inclusione sociale significa allora porre la questione del diritto di cittadinanza: includere vuol dire offrire l’opportunità di essere cittadini a tutti gli effetti. Ciò non significa negare la diversità o la presenza di marginalità, disabilità, che devono essere affrontate in maniera adeguata, ma vuol dire avere come focus di analisi ed intervento non solo la persona ma anche il contesto, per individuarne gli ostacoli e operare per la loro rimozione.

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Pedagogika.it/2014/XVIII_4/Inclusione/Esclusione

Il fine è promuovere condizioni di vita dignitose e un sistema di relazioni soddisfacenti nei riguardi di persone che presentano difficoltà nella propria autonomia personale e sociale, in modo che esse possano sentirsi parte di comunità e di contesti dove poter agire, scegliere, giocare e vedere riconosciuto il proprio ruolo e la propria identità. Ciò naturalmente richiede da parte delle istituzioni, delle diverse realtà e degli operatori lo sforzo di acquisire un approccio mentale aperto al cambiamento e al superamento di un’ottica d’intervento centrata sulla relazione duale “operatore/utente”. A partire dal Memorandum di Lisbona del 2000, l'inclusione sociale si è affermata come il principale orizzonte di senso per la costruzione di una società che sia più coesa, equa e democratica e al contempo capace di una crescita economica sostenibile e solidale, mediante l'ampliamento della quantità e della qualità delle life chances. Muoversi all'interno di tale ottica esige un impegno teorico-pratico che metta in relazione i bisogni sociali di cura, riabilitazione ed inserimento con le specifiche emergenze educative ed i bisogni formativi ad esse correlati e chiama in causa una riflessione pedagogica sul rapporto intercorrente tra inclusione, cura e formazione, nella prospettiva del Lifelong learning. All'interno di questa cornice, quali sono i modelli pedagogici, le esperienze e le buone pratiche per rispondere in termini educativi alle sfide dell'inclusione sociale e della cittadinanza attiva? Come il mondo dell’educazione può promuovere al meglio l’inclusione attiva nella società e nel mercato del lavoro dei gruppi più vulnerabili? Come può sostenere gli adulti espulsi dal mercato del lavoro? E' possibile attraverso progetti di housing sociale trovare soluzioni abitative per individui o famiglie in difficoltà? Quali sono le buone prassi per l’integrazione dei disabili, dei rom, degli immigrati? Bisogna avere la consapevolezza che si tratta di percorsi non brevi e che richiedono energie e risorse. Inclusione probabilmente significa andare oltre l’erogazione dei servizi e la questione della professionalità all’interno di essi per promuovere percorsi che consentano un reale miglioramento nella qualità di vita delle persone e delle loro famiglie. Passare da una visione di risposta all’emergenza del problema ad una visione progettuale e di lungo termine finalizzata alla definizione di un progetto di vita.

Dossier 9


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