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Abusi edilizi, ecco quando la demolizione può essere revocata o sospesa

Il parere legale

Abusi edilizi, ecco quando la demolizione può essere revocata o sospesa

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Cassazione: contemperare gli interessi pubblici e privati e valutare se nel frattempo la costruzione può essere sanata

A cura dell’avvocato Paolo Caputo

L’ordine di demolizione di un immobile abusivo può essere revocato? Sì e anche sospeso, spiega la Cassazione con la sentenza 21383/2019, ma solo a determinate condizioni. Abusi edilizi e ordine di demolizione, il caso I giudici si sono pronunciati sul caso di un immobile della superficie di 280 metri quadri, realizzato senza permesso di costruire, in violazione della normativa per le costruzioni in cemento armato ed in zona sismica e senza autorizzazione della Soprintendenza in un’area soggetta a vincolo paesaggistico. Come pena accessoria alla condanna penale, era stato disposto l’ordine di demolizione, contro il quale il responsabile aveva presentato ricorso. Abusi edilizi, revoca o sospensione della demolizione solo in pochi casi La Cassazione ha spiegato che l’ordine di demolizione può essere revocato in presenza di determinazioni incompatibili con l’abbattimento. Questo accade, ad esempio, quando l’autorità conferisce all’immobile altra destinazione o quando questo ha ottenuto una regolarizzazione postuma. Nel caso in cui si sia in attesa del titolo abilitativo in sanatoria, può essere disposta la sospensione dell’ordine di demolizione. Vanno in questo caso controbilanciati due interessi, tra loro configgenti, ed entrambi meritevoli di protezione: quello pubblico alla tutela del territorio con la rapida riparazione del bene violato e quello del privato ad evitare un danno irreparabile in presenza di una situazione giuridica che potrebbe evolversi a suo favore. In presenza di un’istanza di condono o di sanatoria successiva alla sentenza di condanna, ha spiegato la Cassazione, il giudice incaricato di dar seguito all’ordine di demolizione deve condurre ulteriori accertamenti. Deve innanzitutto verificare se esistono elementi per l’accoglimento dell’istanza di condono o sanatoria e, in caso positivo, valutare i tempi di definizione del procedimento amministrativo. La sospensione dell’ordine di demolizione, si legge nella sentenza, può essere disposta solo in prospettiva di un rapido esaurimento del procedimento. In base a queste considerazioni, rilevato che i tempi per la conclusione del caso esaminato non sarebbero stati brevi e data la presenza di vincoli che avrebbero reso impossibile la regolarizzazione, la Cassazione ha giudicato inammissibile il ricorso. Il ruolo del progettista Il professionista che progetta e dirige i lavori per la realizzazione di un’opera deve sempre vigilare sul cantiere. Nel caso in cui non controlli l’operato delle imprese coinvolte, può essergli attribuita la responsabilità degli abusi edilizi eventualmente commessi. Lo ha spiegato la Cassazione con la sentenza 39317/2019.

Abusi edilizi, responsabilità del progettista e direttore lavori La Cassazione si è pronunciata sul caso di un professionista condannato, in qualità di progettista e direttore lavori, per una serie di irregolarità riscontrate nell’opera realizzata. Al professionista era stata commissionata la progettazione di un locale adibito a deposito occasionale. Durante i sopralluoghi effettuati dal Comune, era emersa anche la costruzione di un balcone al primo piano e la sopraelevazione di un muro perimetrale senza permessi. Il professionista si era opposto sostenendo di aver redatto solo gli elaborati tecnici necessari per l’avvio dei lavori relativi al locale deposito. A suo avviso, i lavori contestati erano stati realizzati su parti dell’immobile diverse da quelle oggetto del suo incarico, ma soprattutto, a sua insaputa, qualche giorno dopo aver presentato la documentazione per l’avvio del cantiere. Il progettista aveva quindi presentato ricorso sostenendo che su di lui non gravasse nessun onere di controllo. Fonte: Edilportale.com

Per info e contatti: studiopaolocaputo@libero.it

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