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Il provvedimento esecutivo dell’AGCM di condanna come possibile causa di esclusione Puglia 7° per PMI innovative, aziende pugliesi possono candi- darsi per un progetto di digitalizzazione personalizzato

Il provvedimento esecutivo dell’AGCM di condanna come possibile causa di esclusione.

Ai sensi dell’art. 80 comma 5, lett. c), del d.lgs. n. 50/2016

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Fonte: appaltiecontratti.it

Con la sentenza 31 gennaio 2018, n. 1119, il TAR del Lazio – Roma, Sezione I, si è pronunciato su due temi di particolare interesse, concernenti, rispettivamente, la natura ostativa all’ammissione ad una gara di appalto dei provvedimenti dell’AGCM di condanna per pratiche commerciali scorrette o per illeciti antitrust in applicazione dell’art. 80, comma 5, lett. c), d.lgs. n. 80/2016 ed il divieto di partecipazione per i raggruppamenti di tipo verticale in assenza di apposita previsione del bando. La vicenda contenziosa ha riguardato una gara per l’affidamento del servizio di manutenzione e gestione del patrimonio immobiliare, impiantistico ed attività connesse della stazione appaltante. In particolare, con il ricorso principale il RTI secondo classificato ha impugnato il provvedimento di aggiudicazione dell’appalto al RTI primo in graduatoria, contestandone l’illegittimità (tra l’altro) per violazione dell’art. 80, comma 5, lett. c), del d.lgs. n. 50/2016, asserendo che quest’ultimo avrebbe dovuto essere escluso dalla gara perché una delle società che lo componevano (la capogruppo mandataria) era stata destinataria di un provvedimento sanzionatorio dell’AGCM. Nessun rilievo avrebbe potuto assumere, al riguardo, il richiamo operato dalla stazione appaltante alla non definitività della sanzione. La società capogruppo del RTI aggiudicatario ha spiegato a sua volta ricorso incidentale, lamentando la violazione degli artt. 48 e 83 del d.lgs. n. 50/2016 a causa della mancata esclusione del RTI ricorrente principale, sul presupposto che quest’ultimo avrebbe assunto la veste di raggruppamento verticale nonostante il bando avesse previsto espressamente la sola partecipazione dei raggruppamenti orizzontali. Il TAR capitolino, con la decisione in rassegna, ha giudicato fondati (in parte) entrambi i ricorsi, demandando alla stazione appaltante il Preclusa la partecipazione ad una gara compito di riesaminare le pod’appalto ai RTI di tipo verticale in assensizioni di tutte le za di una apposita previsione del bando partecipanti alla gara. Quanto al primo motivo del ricorso principale, il Giudice amministrativo ha, innanzitutto, affermato che l’art. 80, comma 5, lett. c) del d.lgs. 50/2016 “non contempla un numero chiuso di illeciti professionali, ma disegna una fattispecie aperta contenente una elencazione avente chiara natura esemplificativa e non tassativa, rimettendo alle stazioni appaltanti la possibilità di individuare altre ipotesi … che siano oggettivamente riconducibili alla fattispecie astratta dell’illecito professionale”. Da qui, lo stesso Giudice ha evidenziato la legittimità della ascrizione dell’ “illecito anticoncorrenziale” al novero delle ipotesi escludenti ai sensi dell’art. 80, comma 5, lett. c) del d.lgs. n. 50/2016, precisando che deve ritenersi sufficiente al fine di imporre alla stazione appaltante un onere di valutazione in ordine all’incidenza dei fatti sulla gara in corso di svolgimento, la mera idoneità del provvedimento sanzionatorio a spiegare, in via anche solo temporanea, i suoi effetti, o perché non (o non ancora) gravato o perché, ove impugnato, non sospeso, senza che rilevi se la decisione giudiziale sia stata assunta in sede cautelare o di merito e, in quest’ultimo caso, se la sentenza sia passata o meno in giudicato. Ad avviso del TAR, peraltro, aderendo all’opposta opinione che ancora l’operatività della causa di esclusione all’inoppugnabilità del provvedimento o alla definitività della sentenza di conferma del medesimo si accorderebbe agli operatori economici destinatari di sanzioni per comportamenti anticoncorrenziali una possibilità di elusione della disposizione in parola, attesa la necessaria delimitazione temporale della causa ostativa.

Puglia 7° per PMI innovative, aziende pugliesi possono candidarsi per un progetto di digitalizzazione personalizzato

L’iniziativa arriva da Talent Garden, la più grande piattaforma europea per i talenti del digitale, e Intesa Sanpaolo che invitano le imprese ad aprire le porte agli studenti del Master in Digital Transformation per il Made in Italy.

Anche per le imprese pugliesi si pone il tema della “trasformazione digitale” e l’opportunità di realizzare un progetto di digitalizzazione personalizzato arriva grazie agli studenti del Master in Digital Transformation per il Made in Italy realizzato da Talent Garden, la più grande piattaforma europea per i talenti del digitale, e da Intesa Sanpaolo. Le aziende si potranno candidare (http://bit.ly/digital-transformation-call) e le 12 selezionate in tutta Italia avranno la possibilità di usufruire della consulenza dei neo consulenti formati dal Master che per una settimana lavoreranno a un progetto studiato su misura per l’azienda. La Puglia è al 7° posto per concentrazione di PMI innovative, con 50 aziende che investono più della media (≥ 3%) in ricerca, sviluppo e innovazione (in particolare 1 azienda ogni 7.596). Le imprese pugliesi investono oltre 250 milioni di euro all’anno in ricerca e sviluppo, il 37% della spesa complessiva di tutta la regione in quest’ambito (circa 700 milioni).

PMI innovative in Italia

Secondo il Registro Imprese sono 721 le PMI innovative italiane, e il 6,9% del totale si trova in Puglia. Nella classifica sulla concentrazione di PMI innovative in testa la Valle D’Aosta (1 azienda su 4.231), seguita da Friuli Venezia Giulia (1 su 4.925) e Lombardia (1 su 5.131). In fondo alla classifica: Sardegna (1 su 15.378), Sicilia (1 su 21.983), e Molise (1 su 35.352). Nel complesso, le aziende italiane investono oltre 12 miliardi in ricerca e sviluppo, e le regioni in cui le imprese sono primi investitori di questa voce sono il Piemonte (l’80% della spesa regionale in ricerca e sviluppo viene stanziato dalle imprese), la Lombardia (71%) e l’emilia Romagna (71%). “Siamo alla seconda edizione di questo Master che l’anno scorso ha registrato 1.800 candidature a fronte di soli 20 posti disponibili e coinvolto più di 15 aziende del Made in Italy in progetti di innovazione digitale - afferma Davide Dattoli, founder e Ceo di Talent Garden. - Un forte segnale del fatto che in Italia ci sia voglia di cambiare e di farlo sviluppando strategie basate sul digitale. La novità di quest’anno sta nel dare la possibilità alle aziende di tutta Italia di candidarsi per ospitare i giovani consulenti nella loro sede per sviluppare il proprio progetto di trasformazione digitale.” “Innovazione e cultura digitale rappresentano due importanti acceleratori dell’economia reale – dichiara Fabrizio Paschina, responsabile pubblicità e web di Intesa Sanpaolo. – Il nostro sostegno al Master per il secondo anno consecutivo testimonia la volontà del Gruppo di supportare i giovani attraverso percorsi innovativi, offrendo loro gli strumenti utili a competere con i migliori talenti europei. Alla luce dell’alto numero di richieste di partecipazione alla prima edizione, abbiamo condiviso su palco.it, la piattaforma multimediale del Gruppo Intesa Sanpaolo, alcune video-lezioni affrontate durante il corso”.

Il Master

Il Master in Digital Transformation per il Made in Italy è realizzato da Talent Garden - che con la sua TAG Innovation School (www.taginnovationschool.com) diffonde la cultura del digitale - insieme a Intesa Sanpaolo in qualità di main partner. Si tratta dell’unico percorso formativo in quest’ambito che unisce 12 settimane di full immersion d’aula, durante le quali gli studenti lavoreranno su progetti promossi da enel e HP, a 6 settimane di consulenza nelle aziende che verranno selezionate. Il

Master partirà il 5 marzo 2018, le selezioni sono aperte fino al 4 febbraio 2018. http://bit.ly/digital-transformation-madeinitaly

Il Digital book e la ricerca

I casi aziendali e i relativi progetti sviluppati saranno raccolti e documentati nel corso del tour in una sorta di diario di bordo. Da questa raccolta nascerà il Digital book per il Made in Italy in cui i progetti delle singole imprese potranno essere letti come best practice e tradotti in linee guida pratiche per la trasformazione digitale delle imprese italiane. Durante le 12 settimane di Master inoltre, i 20 Digital officer analizzeranno attraverso una ricerca il grado di digitalizzazione delle PMI e raccoglieranno i risultati in uno studio.

PMI Innovative: chi sono

Per essere certificati come PMI innovativa dal Registro Imprese occorrono 7 requisiti: avere la sede principale del proprio business in Italia; non essere quotati su un mercato regolamentato; avere un bilancio certificato al Registro Imprese; il fatturato annuo non supera i 50 milioni o il totale del bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro; l’impresa occupa meno di 250 persone; le spese in ricerca, sviluppo e innovazione uguali o superiori al 3% della maggiore età tra costo e valore totale della produzione della PMI innovativa; non essere una startup.

Per informazioni: Talent Garden Giulia Tognù: tognu@talentgarden.it Angelo Vitale: vitale@secrp.com La Commissione europea ha pubblicato nuovi orientamenti per aiutare i funzionari nazionali, regionali e locali che gestiscono i fondi Ue ad assicurare procedure di gara efficienti e trasparenti per i progetti finanziati dall’Unione. La Commissaria per la Politica regionale Corina Cretu ha dichiarato: “Aiutare gli Stati membri a organizzare procedure di gara efficienti per gli investimenti Ue è fondamentale per evitare errori nella gestione del bilancio dell’Unione e per assicurare il massimo impatto di ogni euro speso, a beneficio diretto dei cittadini.” Gli orientamenti, presto disponibili in tutte le lingue, riguardano tutte le fasi della procedura, dalla preparazione e pubblicazione del bando, alla selezione e valutazione delle offerte, all’esecuzione del contratto. Per ogni fase, gli orientamenti includono consigli su come evitare gli errori, buone pratiche e link e modelli utili. Spiegano inoltre come sfruttare appieno le opportunità offerte dalle direttive rivedute sugli appalti pubblici del 2014, quali la riduzione della burocrazia e l’aumento delle procedure online per agevolare la partecipazione delle piccole imprese alle gare d’appalto pubbliche o l’introduzione di nuovi criteri nella decisione di aggiudicazione per scegliere le imprese socialmente responsabili e i prodotti innovativi e rispettosi dell’ambiente. Gli orientamenti si possono rivelare utili anche in ambiti diversi dai fondi Ue. Nel periodo di finanziamento 2014-2020, i Fondi strutturali e d’investimento europei (SIe) trasferiranno oltre 450 miliardi di euro all’economia reale dell’Ue, metà dei quali investiti tramite appalti pubblici. Un’infografica sugli orientamenti e maggiori informazioni sulle azioni della Commissione per aiutare gli Stati membri a migliorare le modalità di gestione e investimento dei fondi Ue sono disponibili online.

Procedure di gara efficienti per i progetti finanziati dall’UE

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