Luglio Agosto 2022

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La forma delle nuvole

Un padre e una figlia osservano il mondo

LA REALTÀ È UN MOSAICO VARIOPINTO di b-mub1o ; bou]b- -uoC]Ѵbo

A

Dovremmo immergerci di più nelle storie degli altri, per capire che la realtà, che crediamo oggettiva, non è altro che un nostro punto di vista, basato sulla sensibilità e predisposizione personale 10

www.spazio50.org | luglio/agosto 2022

ll’inizio del secolo scorso, il biologo Jakob von Uexküll ebbe un’intuizione rivoluzionaria. Fino a quel momento gli studiosi interpretavano il mondo animale come una dimensione monolitica in contrapposizione alla varietà dell’esperienza umana. Uexküll chiarì invece che per ogni animale, anche all’interno dello stesso ecosistema, il mondo appare drasticamente diverso da quello di ogni altra specie. Per la zecca, che non vede, non sente e non ha il senso del gusto, la realtà si riduce a tre elementi: l’odore dei mammiferi a cui si aggrappa, il calore dei loro corpi e la pelle che percepisce al tatto. Questo è il suo Umwelt, il suo universo soggettivo, il mondo in cui abita. È fatto di odori e percezioni tattili. Verrebbe da dire che è un mondo buio: se non fosse che la zecca non possiede la vista, e quindi non può percepire - non può immaginare - l’oscurità. Alcune specie di pesci comunicano, si orientano e trovano le prede tramite la loro sensibilità ai campi elettrici, mentre elefanti e pipistrelli emettono suoni non udibili all’orecchio umano. Per questi animali, la realtà è allo stesso tempo più estesa e più limitata di quella degli esseri umani. La percezione che hanno dello spazio, del tempo e dell’ambiente circostante è strettamente legata alle caratteristi-

che della specie a cui appartengono. Così, un ¿lo d’erba appare totalmente diverso alla formica e alla mucca che bruca nel prato. Anche animali che convivono in uno stesso spazio ¿sico lo vedono in una forma dĭerente, e questa forma è per loro l’unica possibile. Non esiste un mondo unico, oggettivo: ci sono solo mondi individuali. Senza voler forzare troppo la metafora, il concetto di Umwelt ci può aiutare a districarci un po’ di più anche nelle interazioni umane. Tendiamo a credere che ciò che noi riusciamo a percepire grazie ai nostri sensi e alla nostra esperienza, sia la realtà oggettiva. Non solo: i neuroscienziati sono sempre più convinti che i nostri cervelli funzionino come macchine predittive. Crediamo di esprimere giudizi in base alle nostre percezioni, ma ciò che accade è spesso il contrario. Il nostro cervello fa delle previsioni su cosa aspettarsi dagli eventi della nostra vita, inÀuenzando il modo stesso in cui percepiamo la realtà. Se pensiamo che gli invitati a una festa ci stiano tutti giudicando, vedremo più vividamente le espressioni negative delle persone con cui interagiamo. È di̇cile farci cambiare idea, perchp siamo più propensi a trovare convincenti tesi e dati a favore delle nostre convinzioni, e a scartare (senza neanche accorgercene) ciò che non rientra


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