La Voce della Parrocchia nr. 02 Dal 27.01.2019 al 24.02.2019

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Domenica 27 Gennaio - N°02/2019

PARROCCHIA SS. PIETRO E PAOLO APOSTOLI Via Castello,1 - 26813 GRAFFIGNANA (LO) Tel. Parroco 0371-88801 – Cel: 345-9328263 - e-mail: gattobianco55@alice.it Don Peppino Bertoglio: 334-3306028 – Padre Francesco Bergomi: 340-7638348 Tel. Oratorio 0371-88074 - Tel. Scuola Materna 328-1715224 info@parrocchiadigraffignana.it - www.parrocchiadigraffignana.it

La voce della Parrocchia Graffignana-Periodico Informativo di Vita Parrocchiale

Giornata Mondiale dell’Ammalato Lunedì 11 Febbraio

ore 15:00

S. Messa con Benedizione “Lourdiana” Il Rosone è disponibile per il trasporto degli anziani in chiesa. Cel Parroco 345-9328263

VITA PARROCCHIALE: ➢ ➢ ➢ ➢ ➢ ➢ ➢

Sabato 02 Febbraio, ore 18:00, “Candelora” presentazione di Gesù al Tempio Domenica 03 Febbraio, dopo le S. Messe, Benedizione della Gola Giovedì 07 Febbraio, ore 21:00, Incontro Giovani Vicariale, nel Contesto della Visita pastorale, a S. Angelo Lod. Sabato 09 Febbraio, ore 18:00, Professione di Fede 14enni a Graffignana, Incontro Vicariale Lunedì 11 febbraio, ore 21:00, Riunione Consiglio Circolo NOI, in Oratorio Lunedì 18 febbraio, ore 21:00, MEIC “Manifesto per l’uguaglianza” Prof. Petrosino, Lodi Mercoledì 20 Febbraio, ore 21:00, Consiglio Pastorale Parrocchiale, Sala Don Antonio Mascheroni 1


DON BOSCO E NOI

C’è una frase di Don Bosco, tra le più famose, scritte anche a caratteri cubitali nel bar del mio oratorio, che a volte ci manda in crisi, ed è la molto citata: “L’educazione è cosa del cuore”. Ma ce n’è un’altra, ancora più incisiva e che riguarda noi sacerdoti e educatori: “Amate le cose che amano i ragazzi e li avrete in mano”. Di fronte a questa statistica: il 72% dei ragazzi tra i 15 e 18 anni ha avuto almeno un’esperienza sessuale, la metà beve abitualmente e 3 su 10 consumano spesso cannabis; le loro abitudini: sesso non protetto e alcool. (Il Giorno, 18/01/19)

Cosa direbbe Don Bosco?

Anche Papa Francesco, mai troppo “tenero” con i consacrati, scrive ai Salesiani che il messaggio di Don Bosco è stato rivoluzionario in un tempo in cui i preti vivevano con distacco la vita del popolo e prosegue: “il salesiano è un educatore che abbraccia le fragilità dei ragazzi che vivono nell’emarginazione e senza futuro, si china sulle loro ferite e le cura come un buon samaritano. Il salesiano è anche ottimista per natura, sa guardare i ragazzi con realismo positivo. Come insegna ancora oggi Don Bosco, bisogna riconoscere in ognuno di loro, anche il più ribelle e fuori controllo, “quel punto di accesso al bene” su cui lavorare con pazienza e fiducia”.

DON BOSCO E IL BOSCO DI ROGOREDO

Ho letto ai miei parrocchiani la seguente riflessione, a seguito dell’agghiacciante fatto di cronaca della segnalazione alla questura di Milano di ben 60 minori della zona Rogoredo, spacciatori e assuntori con ragazzine disposte a tutto per cinque euro in cambio di roba… “Droga Leggera, che male c’è nella droga leggera? Dà colore al grigio della vita ordinaria, la condisce di

qualche sogno, di qualche emozione. Certo, un poco ti strania, ti porta fuori; ma non è forse questo il suo segreto, la sua magia? La temporanea ebrezza dell’essere altrove, in fuga o in rifugio, in lucido stordimento, in desiderato inganno. Una tregua al mal di vivere, forse, un temporaneo artificio di gioia simulata. Una bandiera di libertà, senza lacci, senza divieti. E poi in fondo, non si fa così anche con l’alcool, che non è proibito, e che pure sbronza e fa delirare anche peggio, e che per giunta si può comprare per pochi spiccioli nei supermercati? E allora perché la cannabis è proibita? Non è forse il proibizionismo che produce l’effetto di impinguare la criminalità che si arricchisce con il commercio clandestino? Così sento dire. No, la cannabis in casa, nel giardino o nel vaso sul balcone, non sembra un buon regalo per i nostri figli. Gli anni dell’adolescenza, in cui di solito cade il primo consumo di cannabis, sono una fase cruciale per lo sviluppo cerebrale, che raggiunge il suo picco. Una fase vulnerabile. I guasti, i disagi psichici, le difficoltà cognitive di chi ci passa e ci resta sono descritte in innumerevoli studi. Dunque, il nocciolo del problema è educativo, in radice. Si tornerà a discutere, sono sicuro, sulla “riduzione del danno” che la legalizzazione della droga vorrebbe procurare; si ripeterà il già detto e il già sentito sulla sottrazione del turpe mercato ai trafficanti per rimetterlo in ordine dentro i recinti della legge e così farne disciplina (turpe restando la bisogna). Ma è il percorso dei rassegnati, è il ripiego dei disperati, è l’abbandono dei disertori. Ogni droga è schiavitù: non è libertà sostituire i ceppi della droga criminale con i manicotti fasciati della droga legale. Dalla droga bisogna liberarsi”. (Giuseppe Anzani, su Avvenire)

La cultura “del giorno dopo” non porta lontano. Non riesci a smettere di farti? C’è la comunità, basta che non ti vediamo con l’ago infilato nei bagni o nei mezzanini delle stazioni, o nel famoso bosco di Rogoredo e basta che la sicurezza sia garantita, almeno a parole: che la vecchietta non venga scippata e che il farmacista non venga assalito. Così come non porta lontano la cultura del solo “preservare”. Domani, come ieri, il male ci sarà sempre: non basta più, oggi soprattutto, dire “speriamo che non accada, facciamo sì che non avvenga”. Bisogna passare dal non fare il male al fare il bene, dal “preservare” al “proporre”, già da ragazzi. Il contadino saggio non può prevedere se la pianta dovrà affrontare alluvioni o siccità, ma curerà le radici e la linfa, che la renderanno maestosa e capace di resistere a tutte le avversità. Dobbiamo chiederci perché il ragazzo senta il bisogno di farsi. Probabilmente perché non si sente più gratificato da quelle che chiamiamo “agenzie educative”: famiglia, scuola, sport e oratorio. Così come dobbiamo chiederci perché un ragazzo senta il bisogno di avere rapporti così precoci…; intanto c’è la pillola del giorno dopo, in una visione di sessualità spersonalizzata, che a volte degenera in devianza, se è vero che i primi approcci alla pornografia avvengono col cellulare… della prima comunione. Ma è normale che questo strumento stia fra le mani di un bambino di nove anni che si sta aprendo alla vita, come di un cinquantenne che “non prova più nulla” per la moglie e di un anziano che non riesce a prendere sonno?

Cosa direbbe Don Bosco?

DON BOSCO E L’AFFETTIVITÀ

Non è facile oggi maturare affettivamente, perché viene proposto il divertimento, la libertà come liberazione da ogni responsabilità, l’istinto, ciò che piace, senza vera educazione alla crescita. Si parla di educazione all’amore, ma come informazioni e suggerimenti di tecniche per evitare complicazioni per provare maggiori emozioni. Chi ha un compito propriamente educativo della persona anche in riferimento alla maturazione affettiva? Famiglia, scuola, amici, oratorio. Cosa può essere chiesto a ciascuno di essi? Il Vangelo, e quindi la Chiesa, propone un’ideale affascinante di vita e di amore. Quali sono gli aspetti più difficili e più belli di tutta la proposta cristiana?“Giovani e ragazze, abbiate un grandissimo rispetto del vostro

corpo e di quello altrui. Vi auguro veramente di accogliere la sfida di questo tempo, e di essere campioni della padronanza cristiana del corpo. Questa padronanza è determinante per l’integrazione della sessualità nell’epoca attuale segnata dalla disinibizione, che non è senza spiegazione, ma che è purtroppo favorita da un vero sfruttamento dell’istinto sessuale. L’unione di corpi è sempre stata il linguaggio più forte che due esseri possano dirsi l’un l’altro”. (Papa Giovanni Paolo II -santo- Parigi, 1/6/1980) “Voi ben sapete, e lo dovete insegnare rettamente ai vostri ragazzi, che è Dio il creatore dell’uomo e della donna, della loro intelligenza e affettività, del corpo maschile e di quello femminile, pure dell’attrazione sessuale e dell’amore matrimoniale. E tutto questo è buono, lo dice il Signore nella Bibbia” . (Carlo Maria Martini, nel centenario di Don Bosco, 1988) On-line, qualche giorno fa a ruota libera, Sergei Polunin, star mondiale della danza, attore e modello, ha proclamato a tutti gli uomini che fanno balletto: “Smettetela di essere deboli, siate guerrieri, siate leoni e tigri, Ci sono già le donne a fare le ballerine, siate maschi”. Cartellino rosso: fuori dal teatro. Il “Cigno Nero” non sarà più protagonista nel Lago dei cigni all’Opera di Parigi, in programma tra febbraio e marzo.

Cosa direbbe Don Bosco?

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DON BOSCO E LO SPORT

Parlo del calcio che è lo sport più diffuso nei nostri oratori. Dico subito che i risultati di questa attività sportiva si vedono e le soddisfazioni sono superiori ai problemi e alle difficoltà emergenti; tuttavia si intravede qualche possibilità di sviluppo e miglioramento perché anche la dimensione sportiva e ricreativa rientri in un progetto di pastorale giovanile. Primo aspetto positivo: il sacerdote ha modo di condividere qualche ora con i ragazzi per due o tre giorni a settimana e cercare di avere un rapporto personale altrimenti difficile da ottenere. Questo non è poco, coi tempi che corrono. La scuola è sempre più entrata nella vita dei ragazzi e ha progressivamente cambiato le loro abitudini: i genitori sono unicamente protesi a riempire le giornate con tante, troppe cose che vogliono per il bene dei loro figli. Un bambino che sappia suonare uno strumento, che sappia l’inglese, faccia nuoto, vada bene a scuola, a Messa la domenica e alla catechesi mezz’ora alla settimana, ma non oltre la Cresima… questo bambino imparerà che per crescere non è necessario Gesù, che facilmente viene messo in coda. Secondo aspetto positivo: mentre i ragazzi fanno gli allenamenti, il sacerdote può incontrare i genitori e i nonni che li accompagnano. In una grande città, invece, dove l’oratorio non è una presenza così significativa, sono i genitori che organizzano una squadra raccogliendo qua e là i ragazzi. Talvolta, i più disponibili sono i genitori separati, che nel volontariato trovano un modo per sentirsi utili, ma che talvolta fanno giocare i bambini anche il giorno dopo Natale poiché le feste, divisi, sembrano insopportabili. L’oratorio invece, dispone anche di giovani preparati, equilibrati, preparati e disposti a conservare uno stile oratoriano che nulla tolga alla professionalità e alla competitività.Oltre agli aspetti positivi, è bene evidenziare alcune criticità. Per esempio che si giochi la domenica mattina per mancanza di strutture di base, mentre si trovano fondi per costruire stadi faraonici. È un assurdo sotto tutti gli aspetti. Un giovane che studia o lavora durante la settimana è giusto che il sabato sera si conceda qualche ora in più e che la domenica si alzi tranquillamente per l’ora della Messa o che faccia due parole con gli amici in piazza. Che senso ha fare levatacce al mattino per giocare nella ne bbia davanti a quattro accompagnatori infreddoliti per ritrovarsi tutto il pomeriggio libero? Inoltre, i calendari dei vari campionati sono stesi senza tenere conto che le domeniche non sono tutte uguali. C’è la domenica di Pasqua, una in cui si celebra la sagra, una in cui si ricordano i caduti della guerra o altri eventi di carattere civile. L’attività sportiva ha una valenza sociale ed educativa che giustamente viene riconosciuta e finanziata. Mi rendo conto di toccare argomenti complessi e non riconducibili a poche ricette; d’altra parte la posta in gioco è alta: vedo sempre più disgregarsi un tessuto educativo che non sorregge come un tempo il nostro lavoro con i ragazzi. È bene domandarsene il perché e tentare qualche inversione di tendenza. Queste cose più o meno le pensavo già nel 1988 - centenario della morte di Don Bosco, per l’oratorio di san Colombano, che rinnovava lo statuto della società sportiva U.S. Oratorio, fondata nel ‘74, siglando una convenzione con l’A.S. San Colombano Calcio. I problemi e le risorse sono immutati, come immutata è la voglia di giocare e di divertirsi dei nostri ragazzi che sono sempre uguali nelle cose fondamentali della vita, l’amore, le relazioni e i desideri sempre si ripresentano ed accomunano le generazioni. Oggi purtroppo la società della riduzione del danno e la cultura del giorno dopo , ci chiedono di seminare con fiducia senza pretendere di vederne i frutti …. Cosa direbbe Don Bosco? Concludo questi mie riflessioni riprendendo la chiusura dell’incontro tenutosi domenica 20 gennaio all’0ratorio con la Prof. C. Braida:

far fiorire il desiderio nei nostri ragazzi e giovani, attraverso una testimonianza incarnata che mostri la bellezza di una vita vissuta con desiderio… Tre parole: atto, fiducia, promessa. Don Gigi Gatti

SUFFRAGI SABATO

26 GENNAIO

DOMENICA

27 GENNAIO

LUNEDÌ MARTEDÌ

28 GENNAIO 29 GENNAIO

MERCOLEDÌ GIOVEDÌ

30 GENNAIO 31 GENNAIO

VENERDÌ

01 FEBBRAIO

SABATO

02 FEBBRAIO

18.00 S.M. LORENZO COPPI (ANNIVERSARIO) S.M. GALETTA ANTONIO E FAM. S.M. BERI MARIO – RITA – ANTONIO S.M. ROVEDA GIANNI – S.M. MUNARI TINA - CARLO 08.00 S.M. PER LA COMUNITÀ 11.00 S.M. AD ONORE DI SAN GIOVANNI BOSCO S.M. BERGOMI PIETRO – RAGGI PASQUALINA 18.00 S.M. ROVEDA LUIGI – PIERINA IN DIE TRIGESIMA CARMINATI AMERIGO 09.00 S.M. GARIBALDI BRUNO – ANGELO - CARLA 09.00 S.M. CARENZI ROSETTA – LUIGIA – ANGELO – FAM. POZZONI (LEGATO) S.M. BARDONI MARIANGELA S.M. COSTANZA – PAOLO MUZZI 09.00 S.M. GALETTA ANTONIO E FAM. 09.00 S.M. VIGNATI OSVALDO - VILLANTIERI ANNA – PIETRO – LINA E RHO ANGELO (LEGATO) PRIMO VENERDÌ DEL MESE 09.00 S.M. MAZZOLA ANTONIO – SANTINA – VIRGINIO 20.45 S. MESSA ANIMATA DAL GRUPPO RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO, ADORAZIONE E CONFESSIONI 18.00 S.M. ROVEDA GIANNI - S.M. CHIESA AMALIA S.M. PALA - REGINA

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DOMENICA

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24 FEBBRAIO

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08.00 S.M. VILLANTIERI GIUSEPPINA – SABBIONI MARIO S.M. AMALIA CHIESA (DOCENTI MEDIE) 11.00 S.M. ENNIA – ANNA - DANTE - S.M. ELLUL MELINA S.M. ANDREA TESTINI (CL. ’75) S.M. GALMOZZI - MAGNANI 18.00 S.M. MANZONI NATALE 09.00 S.M. DALCERRI LUIGIA 09.00 S.M. ZAMBONI CARLA - S.M. MAZZOLA ANGELO – ROSA S.M. AMALIA CHIESA 09.00 S.M. MARTIRI CRISTINA XXI SECOLO 09.00 S.M. GATTI - CHIODA 09.00 BATTESIMO DI AUGUSTO GIURFA DI FRANCESCO E VERONICA NEGRETE 18.00 S.M. CHIESA AMALIA S.M. VERIANI MARIUCCIA - GIUSEPPE S.M. SCOTTINI GIUSEPPE – MARIA – ANTONIA - LUIGI 08.00 S.M. PARMIGIANI TULLIO E MALINVERNI GIACOMO 11.00 S.M. ANDREA TESTINI (CL. ‘75) S.M. GARIBALDI LUIGI – PASSERA MADDALENA S.M. GARUCCIO GIUSEPPE 18.00 S.M. RESCALLI MARIA – BARBESTA SERAFINO 09.00 S.M. GALLINARI PIETRO S.M. ZANARDI ALDINO – CAROLINA – ADELE – ANGELO S.M. VILLANTIERI AMBROGIO - CARLA – TERESA S.M. DEF. FAM. MASSIMINI - RAIMONDI 09.00 S.M. PEDRAZZINI DOMENICO E FAM. 09.00 S.M. LATINI DON GIOVANNI (LEGATO) 09.00 S.M. COLNAGHI SILVIO 09.00 S.M. GROSSI GIOVANNI – CAMBIELLI LUCIA 18.00 S.M. ROVEDA GIANNI S.M. LUTRINI LUIGI – BARDONI GIUSEPPINA S.M. DEF. GRANATA - CAIMI – CROTTI - RIVOLTA 08.00 S.M. SPELTA RINO E FAM. S.M. ANGELA - PIERINO POZZONI 11.00 S.M. SPOLDI - AVANTI E CHIARA IN DIE TRIGESIMA DAMIANO TASSONE 18.00 S.M. PER LA COMUNITÀ 09.00 S.M. COPPI STEFANO - FRANCESCO S.M. POZZONI GIACOMO – FRANCESCO – GIUSEPPINA E FAM. CARENZI (LEGATO) 09.00 S.M. CHIESA PIETRO – FILIPPO - S.M. PARISI MARIA S.M. AMALIA CHIESA - S.M. MORTELLO ANNA 09.00 S.M. SARI MARIA 09.00 S.M. INTENZIONE LIBERA 09.00 S.M. DE FILIPPO DANIELA 18.00 S.M. CERIOLI LUCIA S.M. VERONESI LUIGI – ANGELO - GIULIA 08.00 S.M. FAM. MASSIMINI - RAIMONDI S.M. ROGNONI – RICEPUTI S.M. CAROLINA ANGELO – FRANCO - GALMOZZI 11.00 S.M. GROSSI LINA – MUZZANI AUGUSTO - TOBIA S.M. MAGLI MARIA – PONTILUNGHI KATUSCIA S.M. FRIGOLI MARIO – GIUSEPPINA – ORSINI GOTTARDA – DON OTTAVIO NEGRI S.M. SCAPUZZI LUIGI 18.00 S.M. BORTOLOTTO ANSELMO – GRANZIERO LINA S.M. ABBÀ SILVESTRO

CONDOGLIANZE AI FAMILIARI DI: Tassone Damiano, di anni 62, † 16 Gennaio 2019.

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