Cristalli - la rivista del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola (1/2022)

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CRISTALLI

Notizie dal Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola

L’editoriale

Esattamente dieci anni dopo la sua nascita, abbiamo deciso di rinnovare la rivista Cristalli e nell’aprire questo nuovo capitolo della sua vita desidero prima di tutto ringraziare chi ha operato fattivamente nel percorso di avvio della rivista stessa e cioè Massimiliano Costa, colui che è stato direttore prima del Parco della Vena del Gesso Romagnola e poi dell’Ente di gestione Parchi e Biodiversità-Romagna fino al 30 giugno 2020 assieme al suo fido collaboratore Ivano Fabbri. Desidero poi formulare i migliori auguri di buon lavoro come responsabile di questa rivista al nuovo direttore Nevio Agostini che guida il nostro Ente dal 1° febbraio del 2021. Questo rinnovamento si inserisce in una più vasta opera di riorganizzazione della nostra attività di informazione, divulgazione e promozione, onde mettere a sistema la rivista col sito web e con le altre iniziative di comunicazione e produzione di libri e guide in maniera che tutti questi

lavori siano sempre più collegati ed integrati fra di loro a seconda delle varie esigenze e del target a cui si rivolgono. Per fare questo si è operato preventivamente al fine di costituire un comitato di redazione snello e propositivo, nonché di progettare una grafica moderna ed integrata con i vari strumenti messi in campo.

Un altro dei principi ispiratori che ci ha guidato è stato quello di coinvolgere in questo rinnovamento non solo i collaboratori interni, che nel frattempo sono cresciuti di numero, ma anche le Istituzioni e le Associazioni che a vario titolo cooperano e che in buona parte già compaiono in questo numero. Infine voglio concludere con un ringraziamento alla Fondazione Cassa di Risparmio di Imola che fin dall’inizio ha creduto nella funzione della rivista e ci ha sostenuto e ci sosterrà nel suo percorso di promozione di questo straordinario e unico territorio.

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10 anni di Recondita Armonia 2012 - 2022 I Progetti Life nel Parco: Life4Oak Forests e Life Eremita La collaborazione con il Club Alpino Italiano per una rete sentieristica sicura Manutenzione straordinaria al GeoParco
del Monticino
Antonio Venturi Presidente dell’Ente di gestione Parchi e Biodiversità – Romagna

Un Parco per tutti

La comunicazione assume per un’Area protetta un valore molto importante perché, oltre al ruolo di informare e promuovere il territorio e le sue bellezze naturali, ha anche i non facili compiti di sensibilizzare, coinvolgere e creare attenzione sulle tematiche ambientali.

In questa prospettiva, tutte le strutture e le attività che si svolgono all’interno del Parco, dai centri visita, ai sentieri tematici, ai progetti Life, alle tante attività di ricerca e monitoraggio, per non parlare dei tanti eventi che vengono organizzati durante l’anno, concorrono al raggiungimento di questo scopo: godere in modo consapevole di un paesaggio naturale straordinario attraverso attività compatibili e che possano garantire uno sviluppo sostenibile di tutta l’area.

La scelta di una nuova veste della Rivista Cristalli viaggia in questa direzione: dare una visione di insieme del Parco, di cosa c’è, di cosa si può vedere, fare, imparare, sperimentare, ma sempre con rispetto. In questo modo il visitatore diventa un viaggiatore più consapevole.

Questo viaggio però parte da lontano, dal 2013, con la pubblicazione del primo numero della rivista Cristalli. Vi invitiamo a consultare on line sul nostro sito www.parchiromagna.it tutti gli 8 numeri precedenti. Sono pagine dense di contenuti scientifici, storici e culturali: sono la storia del Parco della Vena del Gesso Romagnola. Attraverso queste pagine potrete approfondire tanti contenuti proposti in questo numero di Cristalli che ci auguriamo porterete con voi nelle vostre avventure all’interno del Parco . Se il periodico Cristalli avrà una cadenza annuale, Cristalli news invece è pubblicato online con cadenza bisettimanale o settimanale a seconda dei periodi dell’anno. È su Cristalli news che il Parco esprime una comunicazione attualizzata ad eventi, approfondimenti culturali e naturalistici con contenuti fotografici e video emozionali e coinvolgenti. Non importa se sei un appassionato di natura, sport, prodotti del territorio o semplicemente vuoi passare qualche giorno in un’area protetta con la tua famiglia o con i tuoi amici: il Parco della Vena del Gesso Romagnola e le Riserve Naturali della Macroarea possono essere la cornice giusta! Tieniti informato e approfondisci la tua esperienza iscrivendoti alla nostra newsletter.

2019 2020
2013 2015 2016 2017 2018
Riviste Cristalli 2013-2020: pagine dense di contenuti scientifici, storici e culturali. Sono la storia del Parco della Vena del Gesso Romagnola.
2014 CRISTALLI 02
Rivista Cristalli nuovo formato

Un Parco per Te

La scuola è senza dubbio il luogo migliore dove esercitare la funzione di un Parco sul tema dell’educazione ambientale e del rispetto e godimento di un’area protetta. Farlo con le scuole dei Comuni del Parco è ancora più importante: il titolo evocativo “Un Parco per te” è emblematico perché richiama l’appartenenza delle nuove generazioni ad un territorio di importanza straordinaria come quello della Vena del Gesso Romagnola.

Il progetto, frutto di una esperienza pluriennale del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, vedrà coinvolte fino a 24 classi delle scuole primarie dei 3 Istituti Comprensivi del nostro territorio.

I ragazzi saranno i protagonisti del progetto, dalla scelta del tema da sviluppare alla realizzazione delle attività che saranno caratterizzate soprattut-

to dall’aspetto pratico e direttamente coinvolgenti. Le Guide Parco accompagneranno le classi alla scoperta del territorio, dei Centri Visita, dei Musei all’aperto, delle grotte e delle peculiarità naturali, storiche e antropologiche.

Il Progetto ha già avuto un primo momento di confronto e formazione con la 3 giorni presso il Centro Visite Cà Carnè di Brisighella e alla Casa del Fiume di Borgo Tossignano, a cui hanno partecipato quasi 40 docenti che hanno potuto confrontarsi con alcuni esperti e con le Guide del Parco, scoprendo alcune particolarità del Parco, e avere spunti per individuare il tema su cui progettare il percorso con i ragazzi. Entro l’autunno si metteranno a punto i progetti didattici e alla fine dell’anno scolastico è in programma una festa collettiva dove ogni classe condividerà con tutti gli altri il proprio percorso formativo.

Le Guide del Parco della Vena del Gesso Romagnola

Visitare il Parco della Vena del Gesso Romagnola, accompagnati da una Guida Parco, consente di vivere un’esperienza ricca di emozioni, contenuti ed esperienze, con la massima sicurezza e nel rispetto degli ambienti visitati, ricchi di quella biodiversità che l’Ente tutela e valorizza. Già dal 2017 l’Ente Parchi Romagna ha stretto con numerose Guide un rapporto preferenziale promuovendole nelle loro specificità. Nel 2022 il regolamento è stato aggiornato, semplificato e ha rilanciato la figura professionale creando pagine dedicate ad ogni guida con un approfondito profilo e la possibilità per ognuna di esse di proporre le proprie attività. Attualmente ci sono 24 Guide ufficiali divise in 3 tipologie.

La Guida Ambientale Escursionistica (GAE) vi accompagna alla scoperta delle bellezze naturali del territorio del Parco, percorrendo i sentieri segnati e facendovi scoprire le rocce e i cristalli di gesso con i suoi fenomeni carsici; gli ambienti calanchivi tra fioriture di sulla e ginestre; i boschi di quercia e castagno con la secolare lavorazione del pane del bosco; le fioriture delle oltre 30 specie di orchidee censite; le cave di gesso, che da sempre hanno unito l’uomo a questo territorio; gli animali del Parco studiati da esperti naturalisti; l’emozione di ammirare i riflessi lunari delle pareti rocciose e quello che non vi aspettereste!

La Guida Turistica vi accompagna alla scoperta dei luoghi storici del Parco, dai siti che hanno restituito testimonianze del periodo preistorico (età del rame e del bronzo), agli insediamenti romani, a quelli medioevali per giungere alla storia del Rinascimento e dei giorni nostri. Le antiche abbazie romaniche, primi luoghi di culto e aggregazione delle popolazioni locali (Tho, Valsenio, Riviera); le rocche medioevali di Caterina Sforza, Cesare Borgia e Maghinardo Pagani; i palazzi dei nobili feudatari Altemps, Spada, Visconti; i borghi medioevali di Brisighella, Riolo Terme, Tossignano con i loro angoli nascosti e ricchi di storia e leggende.

La Guida Speleologica è un professionista particolarmente specializzato in questi ambienti del Parco; infatti qui ci sono oltre 240 grotte che costituiscono un patrimonio ambientale unico quanto delicato che va visitato con grande rispetto e consapevolezza.

La Guida Speleologica vi accompagna a visitare le grotte speleo turistiche: la Tanaccia a Brisighella, Re Tiberio a Riolo Terme (Borgo Rivola) e la cava di lapis specularis di Cà Toresina a Monte Mauro, facendovi scoprire questo mondo nascosto, ma ricchissimo di vita e in grado di farvi provare emozioni uniche.

Le Guide Parco sono contattabili visitando la pagina ufficiale http://www.parchiromagna.it/guide-parco.php.

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NEWS DAL PARCO
di Stefano Schiassi, Guida del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola Foto Gemma Ventre

Lo studio dei piccoli uccelli nidificanti a Ca’ Carnè

Con la stagione riproduttiva 2022, si è concluso il 12° anno di monitoraggio degli uccelli Passeriformi (i cosiddetti “canori”) che si svolge presso Cà Carnè. La stazione del Parco vanta una delle serie di dati più lunghe sui Passeriformi nidificanti a livello nazionale, rilevati secondo il protocollo elaborato da ISPRA denominato “MonItRing”. Gli obiettivi di questo lavoro non consistono nel fare sensazionali scoperte o intercettare la specie rara, ma al contrario raccogliere dati con continuità su specie comuni, al fine di comprendere come cambia, se cambia, la comunità (ovvero la biodiversità). Un po’ come si fa con le temperature o altre variabili naturali. Il progetto, voluto dal Parco, nacque con l’intento di acquisire maggiori informazioni circa gli effetti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi. Ora, che tali mutamenti stanno manifestando con crescente velocità e intensità i loro effetti sui processi naturali, attività scientifiche di questo tipo sono di aiuto sia nella progettualità futura, sia nella gestione degli ambienti del Parco stesso. Grazie alla serie storica più che decennale, la sensibilità della base di studio – i piccoli uccelli – è divenuta sufficiente per riuscire, di anno in anno, a percepire le variazioni che avvengono nella comunità ornitica. Ad esempio, se i risultati riproduttivi delle coppie che tentano la nidificazione sono adeguati al mantenimento della popo-

lazione, oppure se i tempi della nidificazione stanno cambiando e se tali cambiamenti sono un buon adattamento o, invece, un segnale della difficoltà di “stare al passo”. Il 2022 si è fatto notare, rispetto ai 50 anni precedenti, per le temperature elevate e una lunga, lunghissima siccità, riportandoci al terribile 2003, che diede avvio alla serie di estati torride che tuttora perdura. I nostri dati partono dal 2011 e ci raccontano che dal punto di vista della varietà di specie, tutto sommato non ci sono state grandi variazioni in questi 12 anni. Quello che vediamo variare, grazie alle nostre specie guida (Pettirosso, Merlo e Capinera), è il numero dei riproduttori e la loro capacità di dare vita a una nuova generazione quantitativamente adeguata. Ora sappiamo dire che la comunità uscì veramente decimata dopo il primo decennio del 2000, ma anche che dal 2013 al 2016, mostrando ottima resilienza, si era velocemente ripresa, grazie ad elevate produttività e sopravvivenza invernale. Dal 2017 però è iniziata una nuova regressione: la capacità riproduttiva appare inferiore e di conseguenza si riduce lo “stock” di riproduttori dell’anno successivo. Sarà importante verificare nei prossimi anni se questa ulteriore “stretta” causata dal 2022 porterà ad un adattamento e quindi una ripresa, o se la “crisi” perdurerà e quali effetti si avranno sulla struttura della comunità.

Asplenium sagittatum nell’area di Monte Mauro

L’area di Monte Mauro è di grande interesse botanico anche per la presenza storica di due rare felci endemiche: Allosorus persicus (Felcetta persiana) e Asplenium sagittatum (Scolopendrio meridionale).

Per quanto riguarda Asplenium sagittatum , una volta accertata l’estinzione della popolazione locale nella grotta di Re Tiberio, il Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola ha avviato una serie di contatti e collaborazioni per tentare di riprodurre la felce a partire da spore raccolte da campioni d’erbario provenienti dal sito originario. Purtroppo, questa possibilità si è rivelata impraticabile e, quindi, si è ricorsi a spore fresche raccolte sull’isola di Pianosa (Toscana), ot -

tenendo una dozzina di esemplari nei laboratori dell’Università della Tuscia (VT). Non essendo più presenti nel sito originario le condizioni idonee alla specie, sono stati individuati altri siti per la messa a dimora delle giovani piantine.

In quattro siti, nel 2015, si è quindi proceduto all’impianto sperimentale. A distanza di tre anni dall’impianto solo in uno di questi siti si è ottenuto un risultato positivo, con un esemplare maturo e in grado di riprodursi.

Questa è la prima volta che si riesce a raggiungere un risultato di questo tipo per Asplenium sagittatum partendo da esemplari nati in laboratorio a partire da spore prelevate in ambiente.

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Il monitoraggio dei Passeriformi presso Ca’ Carnè di Michele Vignodelli e Fausto Bonafede, WWF Bologna Aspleniun sagittatum Foto Fausto Bonafede Foto Fabrizio Borghesi

Life4Oak Forests

come una nuova gestione forestale può aumentare la biodiversità nei boschi di querce in Italia e Ungheria, Natura2000

A causa dell’uso intensivo delle foreste di querce, avvenuta tramite deforestazioni, gestione selvicolturale tradizionale inadeguata e sovrappopolazione di ungulati, la biodiversità dei boschi di Roverella ha subìto un forte declino. Lo stato di conservazione e la diversità biologica di queste foreste possono essere migliorate in tempi relativamente brevi attraverso un’adeguata gestione forestale di conservazione. Il progetto Life4Oak Forests mira, infatti, a promuovere la rigenerazione delle foreste di querce ripristinando la struttura verticale e orizzontale della foresta, la composizione specifica delle specie native e ad aumentare la presenza di microhabitat. Di conseguenza, mammiferi, uccelli, insetti, piante e funghi saranno preservati e le loro popolazioni aumenteranno. Le azioni forestali prevedono l’utilizzo di nuove linee guida di gestione forestale e la conservazione della natura del progetto, basate sull’immagine ricostruita della foresta naturale.

A questo scopo, sono stati acquistati boschi di querce per garantire definitivamente nel tempo la loro conservazione. In questi stessi boschi sono in atto azioni forestali finalizzate al miglioramento dell’habitat come creazione e rilascio di legno morto a terra e in piedi; miglioramento della struttura e composizione specifica del bosco; riduzione dell’impatto della selvaggina; soppressione di specie esotiche ed invasive; ripopolamento di insetti saproxilici (cervi volanti e scarabei odorosi); piantagioni di fasce ecotonali di specie autoctone arbustive; raccolta di semi di specie dell’habitat per la coltivazione di piante e la conservazione presso la banca del germosplasma. Il prossimo anno ripartiranno i monitoraggi forestali e zoologici per valutare e rilevare gli effetti di queste azioni e verranno inaugurati un sentiero-natura, che attraverserà i boschi di Roverella, ed un capanno birdwatching nei pressi del rifugio Carnè.

Per ulteriori informazioni, consultare il sito internet: http://it.life4oakforests.eu

Il progetto Life Eremita, avviato il 1° gennaio 2016 e concluso il 10 giugno 2022, si ispira ad una delle quattro specie di insetti a cui sono destinate le attività, “Osmoderma eremita”, un coleottero legato alla presenza dei grandi alberi cavi, che con il suo nome esprime la condizione di isolamento e di rarità che caratterizza anche le altre tre specie target.

Oltre ad O. eremita (Scarabeo eremita odoroso) il progetto è dedicato anche a: Rosalia alpina (Rosalia alpina), Graphoderus bilineatus (Ditisco a due fasce) e Coenagrion castellani (Damigella di Castellani).

Tutte le quattro specie sono elencate nell’allegato II della Direttiva “Habitat”, le due forestali sono anche di interesse prioritario, e tutte risultano tra le specie particolarmente protette dalla Regione Emilia-Romagna con Legge Regionale.

All’Interno del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola ci si è occupati delle due specie ritrovate a seguito di monitoraggi iniziali: Coenagrion castellani e Osmoderma eremita

Le azioni del Progetto LIFE hanno permesso la conservazione di queste due specie protette nel territorio Romagnolo. Per quanto riguarda gli interventi su Coenagrion castellani, le azioni di recupero sui rii hanno previsto una scrupolosa selezione dei corsi d’acqua idonei, attraverso i dati raccolti dal monitoraggio ex ante degli habitat, a cui sono seguiti degli interventi di controllo della vegetazione condotti nel periodo invernale.

Rispetto all’idoneità dell’habitat, rappresentato da piccoli corsi d’acqua, si sottolinea che uno dei principali fattori limitanti per la riproduzione della specie è costituito proprio dall’eccessiva chiusura da parte dell’abbondante vegetazione arborea e arbustiva e quindi dall’ombreggiamento.

Per i motivi sopra elencati, gli interventi si sono concretizzati eseguendo alcuni sfalci, eliminando la vegetazione arborea ed arbustiva in modo selettivo e non uniforme sui rii per far aumentare l’insolazione all’interno degli alvei e, quindi, permettere un elevato sviluppo delle piante acquatiche necessarie allo svolgimento del ciclo biologico della specie.

Per quanto riguarda Osmoderma eremita, si è proceduto contemporaneamente a due azioni principali: l’allevamento ex situ della specie con l’immissione in natura tramite WMB (Wood Mould Box) per permettere alla specie di colonizzare più rapidamente porzioni di bosco all’interno del Parco e interventi di creazione di alberi habitat con cavità e capitozzature ripetute negli anni del progetto, portando alla marcescenza di porzioni di piante e aumentando, di conseguenza, il legno morto all’interno della foresta, materiale molto appetibile per la specie.

Le azioni del progetto continueranno nei prossimi cinque anni: verranno approvate diverse misure di conservazione tramite l’attuazione di “buone pratiche” e le scolaresche potranno continuare a visitare i centri di allevamento delle specie tutelate dal Life Eremita.

Per ulteriori informazioni, è possibile consultare il sito internet della Regione Emilia-Romagna: https://progeu.regione.emilia-romagna.it/it/life-eremita/temi/progetto-eremita/life-eremita

Roverelle (Quercus pubescens) Would mould boxes per scarabeo odoroso Logpyramid per Cervo volante (Lucanus cervus)

PROGETTO LIFE EREMITA

Lorenzo Cangini, Forestale Ente Parchi Romagna

05 1|2022
Serena Petroncini, Tecnico coordinatore del progetto Life
PROGETTI LIFE
Foto Nevio Agostini Scarabeo odoroso (Osmoderma eremita) FotoFrancesco Grazioli Foto Francesco Grazioli

LA CANDIDATURA UNESCO DELLA VENA DEL GESSO ROMAGNOLA

Intervista a Stefano Lugli

Professore del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Modena e Reggio Emilia

La Vena del Gesso Romagnola, i Gessi Bolognesi e le Evaporiti Triassiche del Reggiano sono tre dei sette siti presentati alla commissione UNESCO Italia per il riconoscimento come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Abbiamo intervistato, in merito alle motivazioni della candidatura, Stefano Lugli, Professore del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche di Unimore.

Perché il carsismo nelle Evaporiti e nelle grotte dell’Appennino settentrionale è un patrimonio unico? Quali sono le ragioni della candidatura a Patrimonio dell’Umanità?

“Si tratta di due gruppi di fenomeni carsici che hanno una origine molto diversa.

I gessi dell’Alta Val Secchia (RE) sono gessi molto antichi, risalenti a circa 20 milioni di anni fa, al periodo Trias e, quindi, denominati gessi triassici. Nella Vena del Gesso, invece, sono presenti affioramenti molto più recenti, da un punto di vista geologico. La dorsale gessosa è il risultato di un evento geologico che, tra circa 6 milioni e 5,6 milioni di anni fa, sconvolse l’intero bacino del Mediterraneo: la crisi di salinità del Messiniano. La combinazione di particolarissime condizioni geologiche e climatiche ha, quindi, concorso alla creazione di questi fenomeni unici al mondo situati all’interno di una stessa regione, l’Emilia-Romagna.”

Quali peculiarità hanno i Gessi messiniani e, in particolare, il sito presente all’interno del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola?

“I Gessi messiniani affiorano molto vicino alla città di Bologna, città universitaria di tradizione antichissima, e questo ha fatto sì che questi affioramenti gessosi siano stati i più studiati al mondo a partire, addirittura,

dal XVI secolo. Molti termini e descrizioni scientifiche sono stati coniati a Bologna e tuttora utilizzati a livello internazionale.

Il sito presente all’interno del Parco regionale della Vena del Gesso ha la peculiarità di avere avuto origine da una catastrofe geologica. Circa 6 milioni di anni fa il Mar Mediterraneo si trasformò in una gigantesca salina. In questa condizione di salinità estrema si sono potuti sviluppare solo alcuni batteri. Questi batteri sono stati individuati in cristalli di gesso e descritti per la prima volta nella zona di Tossignano (BO). La fossilizzazione dei batteri nel gesso non era mai stata descritta prima in alcuno studio scientifico.

I Gessi messiniani, originati da condizioni climatiche estreme, ci possono, quindi, aiutare a comprendere se c’è stata vita su Marte. Le prossime missioni spaziali non si limiteranno ad analizzare le rocce in loco, ma saranno organizzate in modo da portare campioni sulla Terra. Uno degli obiettivi sarà quello di cercare rocce evaporitiche simili a quelle della Vena del Gesso Romagnola per verificare la presenza di eventuali batteri e quindi verificare se c’è stata vita su Marte.

Un’altra particolarità è la presenza del lapis specularis, un gesso secondario, a grandi cristalli trasparenti, facilmente sezionabile in lastre quando viene tagliato lungo il piano di sfaldatura.

A partire dall’età romana, è stato estratto da cave di gesso e utilizzato come elemento trasparente per le finestre, alternativa più economica al vetro.”

Nella Vena del Gesso sono molti i siti geologici di straordinario valore, i nostri gioielli, che, ci auguriamo, possano essere inseriti come Patrimonio dell’Umanità.

Manutenzione straordinaria al GeoParco del Monticino (Brisighella)

Si è appena conclusa l’opera di restauro delle statue del diorama preistorico del Monticino, eseguita da Katia Poletti, restauratrice e guida speleologica del Parco della Vena del Gesso Romagnola. Il restauro, durato più di un mese a tempo pieno, ha visto 5 diversi passaggi: per prima cosa è stata eseguita la spazzolatura di tutti gli animali per eliminare i residui di vernice che si stavano sfogliando dalla superficie di vetroresina; poi è stato necessario lavare e sgrassare tutte le statue dai residui di colore con un detergente al 2% di benzalconiocloruro. Dopo l’asciugatura, Katia Poletti ha dato un fondo bianco alle statue per poi procedere alla colorazione con colori acrilici, cercando le tonalità più vicine a quelli originali. Impresa non facile considerando la dimensione di alcune statue, come il mastodonte, e il viraggio di colore sotto il sole della ex-cava. L’impresa è stata importante e fondamentale perché ha ridato smalto ai simboli del Parco geologico della ex-cava del Monticino. Chiediamo a Marco Sami, geologo, guida del Parco e autore della pannellistica del Monticino, di spiegarci perché queste riproduzioni sono così importanti: “Queste statue riproducono fedelmente le dimensioni di animali vissuti circa 5,4 milioni di anni fa e trovati proprio all’interno della cava, nel 1985, quando ancora era in funzione. Ne sono stati riprodotti solo alcuni, ma in totale sono stati rinvenuti resti fossili di 80 specie di antichi vertebrati (40 mammiferi e 40 tra anfibi, rettili e uccelli) in gran parte conservati presso il Museo Civico di Scienze Naturali di Faenza. Si trattò di una scoperta scientifica di importanza a livello europeo che ora ha all’attivo decine di pubblicazioni specialistiche.

Questi animali forniscono uno sguardo di insieme della fauna dell’Italia Centro Settentrionale di quell’epoca”.

Ci può illustrare l’iter di costituzione del Museo all’aperto?

“La scoperta di questo importantissimo giacimento paleontologico avvenne nel 1985 ad opera di un appassionato naturalista di Zattaglia, Tonino Benericetti, in seguito supportato da collaboratori del Museo faentino e dagli specialisti delle Università di Bologna e Firenze. Le ricerche proseguirono per diversi anni, per poi concludersi agli inizi degli anni ’90 in coincidenza con la chiusura della cava. Il Prof. Gian Battista Vai ebbe l’intuizione e l’idea di trasformare questo luogo in un Museo geologico all’aperto. Il Museo venne augurato nel 2006 e venne ideato un percorso didattico corredato da pannelli esplicativi.

Si è poi ravvisata, con il tempo, la necessità di inserire in loco statue raffiguranti alcuni degli animali, per dare una visione più concreta e realistica di questi ritrovamenti. Da qui l’idea, nel 2018, di posare questi modelli tridimensionali in vetroresina che attirano la curiosità e l’attenzione dei visitatori invogliandoli a leggere con attenzione e documentarsi tramite i pannelli che forniscono tante altre informazioni sulle caratteristiche geologiche di questo luogo”.

Vi invitiamo quindi a fare una tappa al Museo geologico all’aperto dell’ex-cava del Monticino, sempre visitabile, alla ricerca di una scimmia, un mastodonte, un oritteropo, un coccodrillo, un cavallo tridattilo, un rinoceronte e una iena, testimoni del clima sub-tropicale in questa zona più di 5 milioni di anni fa.

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Foto Piero Lucci La Vena del Gesso Romagnola Foto Gemma Ventre Il restauro delle statue del Monticino

Il nuovissimo

“Museo geologico della Vena del Gesso Romagnola”

Il territorio del Parco della Vena del Gesso Romagnola è caratterizzato da un’importanza geologica di rilevanza internazionale. La dorsale gessosa di cui è costituito è il risultato di un evento geologico che, tra circa 6 milioni e 5,6 milioni di anni fa, sconvolse l’intero bacino del Mediterraneo: la crisi di salinità del Messiniano.

Il nuovissimo Museo geologico della Vena del Gesso Romagnola, allestito all’interno del Palazzo Baronale di Tossignano, è incentrato proprio sui gessi messiniani: ripercorre nel dettaglio la storia geologica che ha portato alla loro formazione, la successione di paleoambienti, le caratteristiche mineralogiche dei gessi e il loro utilizzo a partire dall’epoca romana sino ai giorni nostri. La supervisione scientifica per le tematiche geologiche dell’allestimento museale è a cura del Prof. Stefano Lugli di Unimore (Università di Modena-Reggio Emilia).

Il Museo conduce il visitatore alla scoperta della straordinaria realtà geologica del territorio del Parco attraverso un percorso espositivo sapientemente organizzato per essere un viaggio nel tempo e nei siti di rilevanza geologica del Parco della Vena del Gesso Romagnola.

Il Museo è quindi una delle tre porte di accesso al Museo Geologico Diffuso del Parco (MuGeDi), in-

sieme al Centro visite sul Carsismo e la Speleologiapresso la Casa Cantoniera e al GeoParco del Monticino. Il MuGeDi si articola, infatti, in un complesso di luoghi, paesaggi, punti panoramici, geositi, sentieri e percorsi ciclabili, tutti raccordati tra di loro dalle tre porte di accesso che rappresentano i punti di informazione e divulgazione principale lungo la dorsale geologica del territorio del Parco. Il museo diffuso del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola (MuGeDi) è facilmente raggiungibile utilizzando i mezzi pubblici. I tre poli museali, così come gli accessi alla rete sentieristica del Parco, sono localizzati in posizioni strategiche lungo le vallate principali che collegano questa porzione di Romagna alla Toscana: la Valle del Lamone, la Valle del Senio e la Valle del Santerno. In particolare, il Museo geologico del Baronale, così come gli accessi ai sentieri che ripercorrono le porzioni più occidentali del Parco, sono facilmente raggiungibili a partire dalla stazione ferroviaria di Imola (linea Bologna – Ancona) e successivo collegamento con autobus di linea in direzione Tossignano. Inoltre, è possibile recarvisi in totale sicurezza e attraverso una mobilità ancor più sostenibile, percorrendo la Ciclovia del Santerno di recente inaugurazione.

Riapertura al pubblico della Grotta

del Re Tiberio e il nuovissimo Centro Visita su Carsismo e Speleologia

Finalmente, dopo oltre tre anni e i lavori di messa in sicurezza della parete di ingresso della grotta, riapre al pubblico la Grotta di Re Tiberio presso Borgo Rivola (Riolo Terme).

La Grotta del Re Tiberio è situata all’interno del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola e fa parte di un vasto sistema di cavità naturali che interessano la zona di Monte Tondo.

Per informazioni e prenotazioni: La Nottola Aps-Asd cell. 329 679 1490 / 389 031 2110 retiberio@nottola.org www.retiberio.it

Questa grotta è stata caratterizzata nei millenni da una alquanto varia e misteriosa frequentazione da parte dell’uomo e ciò l’ha resa, fino ai giorni nostri, un sito speleologico e archeologico di particolare rilevanza e fascino. La grotta è lunga complessivamente oltre quattro chilometri ed è facilmente percorribile, con abiti normali, per un tratto di una sessantina di metri fino alla Sala Gotica; oltre può essere visitata solo con attrezzatura speleologica.

La particolarità è che, oltre alla famosa grotta, è visitabile il nuovissimo Centro Visita su Carsismo e Speleologia posto poco prima della Grotta lungo la strada provincia-

le che collega Borgo Rivola con Casola Valsenio. Il Museo è dedicato ai fenomeni carsici nel gesso, con particolare riguardo alle grotte della Vena del Gesso Romagnola: dalla genesi della Vena del Gesso, all’evoluzione delle sue grotte, all’idrologia sotterranea, ai fossili e pollini, fino allo studio della fauna ipogea, con particolare attenzione a invertebrati e chirotteri. Inoltre, un’ampia sezione è dedicata all’interazione antropica, dalle prime frequentazioni delle grotte in epoca protostorica fino ai giorni nostri.

La visita al Centro Carsismo e Speleologia permette, quindi, di poter apprezzare con maggior consapevolezza lo straordinario bene storico-naturalistico rappresentato dalla Grotta del Re Tiberio.

La gestione operativa è stata affidata alla Guide speleologiche dell’Associazione “La Nottola” che hanno predisposto un programma di aperture ed iniziative per far conoscere ad un pubblico sempre più ampio una delle bellezze più importanti del Parco della Vena del Gesso Romagnola.

07 1|2022
Per informazioni e prenotazioni: IF
Piazza Ayrton Senna da Silva 2 Contatti: Tel. +39 0542 25413 Email info@imolafaenza.it www.imolafaenza.it
Imola Faenza Tourism Company
NUOVE APERTURE Foto Sonia Venturi
di Oscar Zani, Geologo Ente Parchi Romagna Foto Piero Lucci Il Museo geologico dellaVena del Gesso Romagnola Grotta del Re Tiberio

I LUOGHI DI VISITA DEL PARCO

La cartina del Parco vi mostra, in evidenza, una panoramica dei principali punti di interesse che potete visitare all’interno del Parco: dalle strutture ricettive ai siti geologici più importanti, passando attraverso i musei dedicati alla speleologia, al carsismo e ai gessi messiniani, senza dimenticare una sosta al meraviglioso Giardino delle Erbe e ai Musei che illustrano la storia del territorio. In questo modo avrete la possibiltà di comporre i vostri itinerari in maniera sempre diversa e varia alla scoperta di tutte le particolarità del territorio della Vena del Gesso Romagnola.

CRISTALLI 08
Via Rineggio, 22 40021 Borgo Tossignano (BO) cell. 335 6678068  info@lacasadelfiume.com
CASA DEL FIUME
Via del Corso 6 Casola Valsenio 48032 (RA) Tel. 0546 73158 info@ilgiardinodelleerbe.it GIARDINO DELLE ERBE Piazza Andrea Costa, 9 40021 Tossignano (BO) MUSEO GEOLOGICO PALAZZO BARONALE
CARTA DEL PARCO

CENTRO VISITA RIFUGIO CA’ CARNÈ

Il Rifugio Cà Carnè è la principale struttura per i visitatori del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola. Il centro offre numerosi servizi e attrattive: punto informazioni, sala conferenze, aula didattica, museo della fauna, rifugio con ristorante, bar e alcune stanze da letto, aree pic-nic, percorsi escursionistici, capanna Scout (edificio di appoggio per campi estivi o gruppi organizzati), campeggio estivo e punto fuoco attrezzato.

GEOPARCO DEL MONTICINO

Il Museo geologico del Monticino è un’area museale all’aperto, situata in una ex cava di gesso inutilizzata da più di 15 anni.   Si trova nei pressi di Brisighella, nella zona del Santuario del Monticino.  Si tratta di un sito di riferimento per la comunità geologica internazionale per il suo prezioso patrimonio geologico, paleontologico e naturalistico.

CA’ TORESINA

La grotta di Ca’ Toresina, con i suoi 50 metri di sviluppo, rientra tra le più importanti cave-miniere utilizzate dai Romani per l’estrazione del lapis specularis. Il lapis è gesso secondario, costituito da venature molto pure e quasi trasparenti, utilizzato in epoca romana per la realizzazione di piccole finestre di abitazioni e di serre.

CENTRO VISITA SUL CARSISMO E LA SPELEOLOGIA E GROTTA DEL RE TIBERIO

Il Museo illustra i fenomeni carsici, partendo dalla genesi della Vena del Gesso per approfondire, poi, l’evoluzione delle sue grotte, l’idrologia sotterranea, i fossili e i pollini rinvenuti negli ambienti sotterranei, la fauna ipogea (invertebrati e chirotteri). Una ampia sezione del museo è dedicata all’interazione antropica: dalle frequentazioni protostoriche alle cave di Lapis specularis, dalle esplorazione speleologiche alle modificazioni ambientali degli ultimi decenni. La Grotta del Re Tiberio è la più nota cavità di tutta la Vena del Gesso Romagnola e costituisce uno dei siti archeologici più interessanti della Regione.

CASA DEL FIUME

Il Centro Visita è un punto informazioni sul Parco della Vena del Gesso Romagnola e sulla Valle del Santerno. Il Centro è composto da un front-office, una sala didattica polivalente e da 3 ettari

di prati collegati all’alveo del fiume Santerno e ai boschi ripariali e golenali. Le iniziative del Centro sono collegate alle attività di studio e divulgazione dell’ecosistema fluviale, mediante laboratori incentrati sulla vita nelle acque e attività di educazione naturalistica e ambientale per diverse fasce di utenti.

MUSEO GEOLOGICO – PALAZZO BARONALE

Il Museo geologico della Vena del Gesso Romagnola, allestito all’interno del Palazzo Baronale di Tossignano, è incentrato proprio sui gessi messiniani: ripercorre nel dettaglio la storia geologica che ha portato alla loro formazione, la successione di paleoambienti, le caratteristiche mineralogiche dei gessi e il loro utilizzo a partire dall’epoca romana sino ai giorni nostri.

GIARDINO DELLE ERBE

Il Giardino costituisce un centro di conoscenza e valorizzazione relativamente alla coltivazione e all’uso delle piante officinali, tramite attività che spaziano dalla ricerca alla divulgazione, alla didattica e alla sperimentazione, coinvolgendo sia un pubblico di esperti sia di visitatori di ogni fascia di età.

MUSEO DELL’UOMO E DEL GESSO DI BRISIGHELLA

Il Museo, allestito nella meravigliosa Rocca, illustra il rapporto che l’uomo ha avuto nei millenni con il “faticoso” territorio della Vena del Gesso Romagnola, attraverso svariate testimonianze archeologiche e storiche.

MUSEO DEL PAESAGGIO DELL’APPENNINO FAENTINO

Il Museo, all’interno della Rocca trecentesca, permette al visitatore di ripercorrere la storia del territorio attraverso installazioni visive, sonore e plastici. Con l’utilizzo di binocoli, è inoltre possibile ammirare il suggestivo paesaggio dei calanchi e degli affioramenti gessosi. Il Museo è, inoltre, centro di documentazione del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola e centro di studi e attività in continua evoluzione.

GROTTA TANACCIA

È una tra le grotte più note e suggestive dell’intera Vena del Gesso Romagnola. È visitabile tutto l’anno tranne dal 1° novembre al 31 marzo per tutelare la colonia di pipistrelli che qui sverna. Le visite guidate vengono organizzate su prenotazione.

09 1|2022
Via Rontana, 42 48013 Brisighella (RA) Tel. 0546/80628 ivanofabbri@alice.it CENTRO VISITA RIFUGIO CA’ CARNÈ Le visite su prenotazione partono dal parcheggio del Rio Stella di Monte Mauro. Per ulteriori informazioni consultare il sito www.parchiromagna.it CA’ TORESINA La Nottola Aps-Asd cell. 329 679 1490 389 031 2110 retiberio@nottola.org www.retiberio.it CENTRO VISITA SUL CARSISMO E LA SPELEOLOGIA e GROTTA DEL RE TIBERIO Via Rontana 48013 Brisighella (RA) GEOPARCO DEL MONTICINO CARTA DEL PARCO Via Rontana, 64 48013 Brisighella (RA) Tel. 0546 994415 MUSEO DELL’UOMO E DEL GESSO DI BRISIGHELLA Piazza Mazzanti 48025 Riolo Terme (RA) Tel. 0546 77450 MUSEO DEL PAESAGGIO DELL’APPENNINO FAENTINO Per ulteriori informazioni consultare il sito www.parchiromagna.it GROTTA TANACCIA

Il Giardino delle Erbe saperi antichi custoditi con sapienza

“Un giorno, sarà stato il 1947, il Professore entrò in classe con una pianta strana, che non avevamo mai visto. Ci spiegò che era lavanda, dalla quale si estraeva un profumo”: queste sono le parole di una studentessa al suo primo incontro con la lavanda.

Il Professore era Augusto Rinaldi Ceroni, allora direttore della Scuola di Avviamento professionale di tipo agrario. Nel 1938 il Prof. Rinaldo Ceroni fonda il Giardino delle Erbe, destinando a campo sperimentale di piante officinali una parcella di terreno concessa alla scuola per le esercitazioni degli alunni. Il Giardino, dalla sua nascita, ha sempre svolto un importante ruolo didattico e divulgativo. Oggi ha una estensione di quattro ettari ed è una esposizione permanente di circa 480 specie di piante officinali utilizzate in cucina, nella cosmesi e nella medicina fin dal Medioevo nei conventi. Di proprietà della Regione Emilia-Romagna, dal 2015 è gestito dal Parco della Vena del Gesso Romagnola con l’affidamento alla Cooperativa Montana Valle del Senio. Il giardino è visitabile in autonomia in orario diurno in ogni periodo dell’anno. È inoltre possibile approfondire la conoscenza di piante e fiori utilizzando, oltre alla vista, altri sensi come il tatto e l’olfatto, attraverso il percorso “La galleria dei profumi”. È anche possibile visitare la “Camera delle meraviglie” (che come tutte le meraviglie è impossibile da spiegare ma va sperimentata in prima persona!) e fare acquisti: piante officinali, piante dei frutti dimenticati, prodotti realizzati tramite la lavorazione delle erbe del Giardino vi aspettano!

Per ulteriori informazioni sugli eventi e le iniziative è possibile consultare il sito internet www.ilgiardinodelleerbe.it

50anni del Carnè

Il Parco Carnè è una storia di determinazione e coraggio. Nasce nel 1971 come acquisto congiunto dei Comuni di Brisighella e Faenza e della Provincia di Ravenna. Le Opere Pie, infatti, avevano messo in vendita un podere di 20 ettari con al centro una casa colonica costruita nel 1935. Per l’epoca si trattava di un progetto pionieristico: erano i primi approcci ai parchi naturali e alle aree protette. Nel 1981 una frana interrompe il collegamento con il Centro Visita e si può accedere al Parco solo tramite un ingresso d’emergenza molto scomodo. Non c’è l’allacciamento all’acquedotto e mancano gli impianti elettrici. La situazione è critica: il Parco ha una grossa battuta di arresto. Le circostanze cominciano a migliorare nel 1994: arriva il collegamento con l’acquedotto e finalmente nel 2000, grazie ad un finanziamento pubblico e al lavoro del funzionario provinciale Walter Verlicchi, si riapre la strada e si costruisce la capanna scout, rifugio per scout ed escursionisti. Ecco che spuntano le radici di quello che diventerà nel 2005 il Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola. Chiediamo ad Ivano Fabbri, responsabile del Centro Visite del Carnè e sguardo vigile su questo luogo da 30 anni, cosa desidera ricordare di questo lungo cammino: “ Voglio ricordare tutte le persone che si sono spese negli anni per rendere possibile questo progetto, che è stato sul punto di arenarsi e che ha richiesto tanto tempo e sforzo per la sua realizzazione. I Parchi sono frutto del lavoro, dell’impegno e della passione di persone piene di volontà e, in questo caso, anche di coraggio. Sono luoghi da continuare a difendere e tutelare perché preziosi per la comunità”. Cosa vede nel futuro di questo Parco?

“Immagino e spero che questo luogo esclusivo, così ricco di biodiversità e così peculiare dal punto di vista geologico, possa un domani essere anche un luogo di cura, una cura per l’anima. Un luogo dove potersi soffermare e calmare le nevrosi della società moderna, dove tutto è fretta. Non per nulla le cose più belle hanno bisogno del loro tempo per nascere e crescere e questo Parco ne è la dimostrazione.”

CRISTALLI 10
STORIE DEL PARCO
Foto Archivio IF-Imola Faenza tourism company
Il Giardino delle Erbe di Casola Valsenio

IL SENTIERO DEGLI ABISSI

E IL SENTIERO

DEI CRISTALLI

di

Due magnifici percorsi escursionistici sono stati realizzati dal Parco in questi ultimi anni: il Sentiero degli Abissi e quello dei Cristalli; il primo, della durata di circa 2 ore e 30 (ma tagliabile, volendo, in vari modi poiché si tratta di un giro “a corolla” con diversi petali); il secondo poco più lungo (2 ore e 45) se lo si inizia da Zattaglia o da Ca’ Poggio, un po’ meno, invece, se si parte in quota da Ca’ Castellina. Ma vediamo i dettagli.

Il Sentiero degli Abissi si chiama così perché permette di vedere diversi ingressi di quelle grotte verticali, a pozzo, che caratterizzano questo territorio con tutte le relative altre morfologie carsiche (soprattutto con le doline, che sono in pratica le “anticamere” delle grotte stesse, ad imbuto naturale con un inghiottitoio delle acque sul fondo).

Il punto di partenza più consigliabile è il Rifugio Carnè, con annesso centro-visite, un tabellone appositamente dedicato al Sentiero e opuscoli gratuiti in distribuzione fino ad esaurimento.

Il sentiero è segnato con i colori rosso-bianchi del Cai (perché fa parte della sentieristica ufficiale di questa associazione) e si snoda fra boschetti, rocce nude o coperte da vegetazione “gipsofila” (alla lettera “amante del gesso”) che è quantitativamente modesta, ma botanicamente molto preziosa perché composta da essenze mediterranee rare – terebinto, ruta, ginepro rosso e varie piante “grasse” autoctone – o comunque assai poco comuni.

Le grotte di cui, volendo, è possibile vedere gli ingressi o anche solo la dolina sono: Abissi Faenza, Carnè, Fantini e Garibaldi, Pozzi a Nord-Est di Ca’ Carnè, Grotta a Nord di Ca’ Carnè, più diversi “Buchi” senza nome sulle pendici del Monte di Rontana. Molto curioso, in cima al cucuzzolo dell’Abisso Carnè, l’affioramento di arenaria con un “sedile” forse intagliato artificialmente (non tutti gli archeologi concordano) in epoca preistorica e quattro “coppelle” sicure, di destinazione rituale ma datazione incerta.

Il secondo, Sentiero dei Cristalli, ha invece come filo conduttore, perlomeno ideale, la presenza del lapis specularis, un surrogato del vetro costituito da lastre cristalline di gesso secondario, estratto dai Romani fin dal I secolo d.C. e largamente commerciato in tutto il Mediterraneo per finestre, serre, portantine, oblò di alveari e pure per cospargere pavimenti di ville in occasione di ricevimenti. A partire dal 2000 sono stati infatti individuati quasi venti siti di estrazione di questo materiale, siti sotterranei oppure a cielo aperto. Non a caso il Sentiero tocca il primo e forse più importante di questi siti, la cosiddetta Grotta (poi rivelatasi in realtà una miniera) della Lucerna

Ad accomunare il tutto ovviamente la presenza di una natura incontaminata, fatta soprattutto di macchie e boschi di roverella, una quercia mediterranea oggetto anche di un lungo progetto di tutela finanziato dall’Europa e condotto con varie misure dal Parco stesso.

Il sentiero dell’olio a Brisighella

Francesco Baldassarri, tecnico degli oli del Mipaaf, guida ambientale e promotore di assaggio dell’olio Brisighello, ci illustra il Sentiero dell’olio di Brisighella che è stato recentemente inserito nei punti di interesse del Parco della Vena del Gesso, in rappresentanza della storica olivicultura locale.

Passiamo ora la parola a Francesco che ci illustra come si sviluppa il sentiero lungo il territorio.

“Il sentiero di circa 8 km inizia dalla stazione di Brisighella e prosegue attraverso un percorso urbano fino alla sede produttiva del frantoio locale. Lungo il sentiero sono presenti i caratteristici cartelli bianchi e verdi che indicano la direzione di percorrenza. Si prosegue costeggiando alcuni coltivi fino alla chiesa romanica di Pieve Tho. Il percorso continua, poi, lungo la Via Valloni dove iniziano ad essere presenti i primi oliveti ricchi di piante maestose e secolari, alcune di età superiore ai 500 anni! Si giunge, quindi, alla chiesa di Rontana, il punto più alto situato a circa 400 mt s.l.m. Inizia a questo punto, la dolce discesa su strada bianca che conduce presso la storica dimora del “Borgo”, casa rurale costruita prevalentemente da blocchi di gesso dove si incontra un nuovo areale di uliveti secolari. In questa parte del sentiero

sono presenti storiche vigne di Sangiovese alternate a piccole zone di carciofo Moretto, altro prodotto tipico e orgoglio locale. Si scende ora in direzione ex Cava Monticino circondati da affioramenti gessosi e macchia mediterranea. A fianco del sito sono presenti le teleferiche usate per il trasporto dei blocchi di gesso verso la fornace sottostante. Si scende ancora costeggiando la chiesa del Monticino fino alla Rocca Manfrediana. Si entra ora nel cuore storico di Brisighella, camminando su vecchie mulattiere dove è ancora presente la caratteristica pavimentazione a ciottoli fino alla gradinata della Via degli Asini. Questa strada, rialzata e coperta, dapprima era usata come baluardo di difesa del paese, poi in uso ai gessaroli. Le numerose nicchie, ora abitazioni private, erano utilizzate come riparo per i birocci e per il trasporto del gesso. L’escursione si conclude presso la Porta Gabolo, punto vendita della Cooperativa locale con una degustazione del pregiato olio Brisighello”.

Per ulteriori informazioni e per prenotare una degustazione di olio si può contattare direttamente la Cooperativa a questi recapiti:0546/81103 oppure info@brisighello.net

11 1|2022 SENTIERISTICA
Sandro Bassi, Giornalista e Guida del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola Francesco Baldassarri di fianco ad un ulivo secolare lungo il Sentiero dell’Olio
Foto Piero Lucci
La Grotta della Lucerna Foto Nevio Agostini

I Sentieri del Parco

La rete sentieristica del Parco della Vena del Gesso Romagnola è costituita da percorsi di diverso grado di difficoltà, da quelli facili, adatti alle famiglie, fino ai tracciati più difficoltosi che prevedono una preparazione tecnica e allenamento fisico con passo sicuro sul terreno.

La cura dei circa 155 km di sentieri è assicurata dall’Ente Parchi Romagna col preziosissimo supporto del CAI, Club Alpino Italiano, e in particolare delle Sezioni di Imola, Faenza e Lugo.

Massimo Bizzarri, Presidente Regionale del CAI, con una lunga esperienza alle spalle come Istruttore regionale di Sci Alpinismo, ci spiega: “La convezione con l’Ente Parchi Romagna è iniziata nel 2010 proprio con la reciproca finalità di offrire una rete certa e facilmente individuabile, in modo da rendere sicura l’attività degli appassionati e degli escursionisti.”

Che tipo di lavoro svolgono i volontari del CAI e come è organizzato il loro operato all’interno del Parco della Vena del Gesso Romagnola?

La convenzione prevede la manutenzione ordinaria dei sentieri, che viene svolta annualmente (a volte anche con più passaggi), e ciò ci permette di segnalare all’Ente eventuali problematiche, dovute a frane, alberi caduti, massi ecc. e con loro stabilire possibili soluzioni.

I volontari sono divisi nelle tre sezioni di Imola, Lugo e Faenza: ciascuna sezione ha il compito di controllare una parte dei 155 km di sentieri che attraversano il Parco. I manutentori percorrono i sentieri “armati” di roncole, vanghe, martelli, pennelli e cartelli con i caratteristici colori bianchi e rossi. Puliscono e liberano il tracciato, sostituiscono i cartelli rovinati o ridipingono le vecchie segnaletiche poco visibili su alberi o massi. I soci/manutentori conoscono il territorio a menadito, sono una sorta di “memoria storica” dei sentieri e si adoperano affinché i percorsi siano facilmente individuabili, il più possibile liberi da ostacoli e percorribili in sicurezza. Il loro lavoro è “invisibile”, ma fondamentale. Senza il loro silenzioso operato, nel giro di poco tempo i sentieri diventerebbero inagibili se non addirittura inaccessibili.

Il CAI è la più antica e vasta associazione di alpinisti e appassionati di montagna in Italia. Tra i vostri compiti c’è anche l’educazione ambientale. Desidera dare qualche consiglio pratico ai nostri lettori che desiderano percorrere i sentieri del Parco in sicurezza?

La manutenzione dei nostri soci è fondamentale e l’ottimo rapporto con l’Ente Parchi Romagna ci permette di fare un lavoro puntuale sul territorio, ma è necessaria anche la collaborazione degli escursionisti. È importante non solo che i visitatori abbiano rispetto della segnaletica, ma anche che camminino con consapevolezza. L’abbigliamento adatto, acqua a volontà, una bussola, una mappa dei sentieri di carta (e non sono virtuale) sono importanti: il telefonino ci può aiutare con le sue mappe e il GPS, ma non dimentichiamo che si può scaricare. Il tragitto va studiato preventivamente sulla carta, leggendo difficoltà tecniche e tempi di percorrenza in modo da potersi regolare in base al proprio livello fisico e sapersi poi orientare sul territorio. Quindi, prevenzione e sicurezza per un divertimento assicurato lungo i meravigliosi sentieri del Parco.

Una collaborazione con il Club Alpino Italiano assicura una rete di 155 chilometri di percorsi in sicurezza
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Il CAI di Lugo al lavoro lungo la sentieristica del parco. Foto Archivio CAI Lugo

Due itinerari e due opportunità attraverso i Gessi

La Via del Gesso parte da Imola e arriva a Faenza, è lunga 70 km ed è suddivisa in 4 tappe attraverso il Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola. La prima tappa va dalla Stazione ferroviaria di Imola a Borgo Tossignano attraverso il “Sentiero Luca Ghini” tra le rupi gessose e i calanchi che si affacciano sul Rio di Casalino. La seconda tappa, da Borgo Tossignano a Borgo Rivola, si muove attraverso l’imponente bastionata della Riva di San Biagio e le meravigliose vedute panoramiche lungo la vallata del Senio. La terza tappa, da Borgo Rivola a Brisighella, passa per il Monte della Volpe, giunge al rifugio Ca’ Carnè, per poi arrivare all’Abbazia del Monticino e infine a Brisighella. La quarta tappa attraversa la famosa Via degli Asini di Brisighella, utilizzata per il trasporto dei blocchi di gesso, per poi percorrere i pendii calanchivi e le distese coltivate a vite ed ulivo, tipiche delle colline brisighellesi. L’arrivo è alla stazione ferroviaria di Faenza.

La Via dei Gessi e dei Calanchi, invece, è più lunga, 102 km, e unisce Bologna a Faenza. Si tratta di un itinerario escursionistico diviso in 7 tappe che attraversa due Parchi regionali: il Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa e quello della Vena del Gesso Romagnola. La prima tappa parte dalla stazione di Bologna - San Ruffillo per giungere a Settefonti, attraversando tutto il Parco regionale emiliano con i suoi tipici calanchi e gli affioramenti gessosi. Usciti dal Parco, la seconda tappa si dirige verso Dozza con la sua tipica rocca sforzesca e i caratteristici murales che adornano le vie del centro storico, realizzati da artisti di fama internazionale dagli anni ’60 ad oggi. La terza tappa giunge a Borgo Tossignano, alle porte del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola. Da qui, attraverso più soste lungo il cammino, si attraversano i meravigliosi affioramenti gessosi di Riva di San Biagio, di Monte della Volpe e di Monte Mauro. La sesta tappa, che parte da Zattaglia, prevede l’arrivo a Brisighella con la sua imponente e caratteristica rocca veneziana, da cartolina, per poi giungere alla stazione ferroviaria di Faenza, dopo un ulteriore giorno di cammino.

Entrambi gli itinerari attraversano un territorio unico, quello dei Gessi, candidato a Patrimonio dell’Umanità. L’escursionista ha, quindi, due ottime opportunità per attraversare ambienti spettacolari caratterizzati da calanchi e grotte, camminando su terreni brillanti di gesso. Entrambi i percorsi prevedono anche tappe in località che sono eccellenze dal punto di vista eno-gastronomico e storico-culturale della Regione Emilia-Romagna.

Per ulteriori informazioni, è possibile consultare i siti: www.laviadeigessiedeicalanchi.it www.parchiromagna.it

Buon cammino nelle nostre terre preziose!

La
13 1|2022 SENTIERISTICA
“La via del Gesso” e “La via dei Gessi e dei Calanchi” sono due itinerari alla scoperta del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola.
via del Gesso
Bologna San Ruffillo Parco regionale Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa Settefonti Dozza Borgo Tossignano Faenza Borgo Rivola Zattaglia Brisighella Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola Imola Casalfiumanese La Via dei Gessi e dei Calanchi La Via del Gesso Foto Nevio Agostini

Il castello di Rontana archeologia e monumentalità

Questa estate

Le ricerche archeologiche ci offrono sempre nuovi e interessanti risultati che rinnovano e fanno crescere l’interesse e le potenzialità di un sito così prezioso. Se dovessimo scegliere un termine per la campagna archeologica appena conclusa opterei per la parola monumentalità. Il castello di Rontana, infatti, appare sempre più imponente e con un alto livello di conservazione delle sue strutture architettoniche.

Le ultime ricerche archeologiche sono state effettuate in maniera mirata proprio per rispondere ai numerosi quesiti e misteri che ancora questo luogo cela, ma anche immaginando di tracciare dei percorsi per avvicinarci sempre di più alla nostra idea del castello di Rontana come patrimonio archeologico e ambientale da valorizzare e poter vivere 365 giorni l’anno. Nei prossimi mesi le nostre energie si indirizzeranno allo studio del materiale rinvenuto e al deposito archeologico, attraverso dei laboratori che gli studenti svolgeranno sia presso le sedi dell’Università di Bologna ma anche sul sito di Rontana e negli spazi presso il Rifugio Ca’ Carnè grazie alla disponibilità e al sostegno dell’Ente Parco. Successivamente sono previste due grandi novità che riguardano invece le nostre attività di restauro. La prima è prevista per maggio 2023, quando gli studenti del corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università terranno le loro lezioni proprio all’interno del castello, in modo da alternare direttamente lezioni frontali e pratiche sul campo.

In seguito, partirà un nuovo cantiere di restauro-scuola nella zona della bassa corte. Questa parte del castello è costituita da una piazza trapezoidale delimitata da arcate in pietra, al cui interno vi trovavano spazio gli artigiani con le loro botteghe. Le evidenze archeologiche mostrano un’area per la

lavorazione del ferro, quindi la bottega di un fabbro, poco distante da quella di un fornaio, esattamente sul lato opposto, di cui sono bene evidenti le tracce di un forno, costruito agli inizi del XIV secolo e che serviva probabilmente a tutta la comunità che viveva all’interno del castello. Il nostro obiettivo sarà di consolidare le strutture archeologiche, mettere in sicurezza l’area e lavorare a progetti per rendere visitabile e accessibile questa zona del castello.

Il cantiere-scuola rappresenta un’ottima occasione per gli studenti di archeologia e i futuri restauratori di partecipare a un’attività formativa e lavorare insieme, in un contesto particolare e suggestivo come quello del Parco della Vena del Gesso Romagnola, rende questa esperienza unica. Nel corso dell’anno sarà, inoltre, possibile per gli studenti delle scuole del territorio tornare a visitare il castello di Rontana insieme a noi archeologi, dopo il fermo dovuto alla pandemia. Per noi è fondamentale far conoscere ai ragazzi la loro storia attraverso un sito archeologico che è un bene prezioso ricco di fascino e possibilità.

Un ringraziamento a tutti gli Enti che sostengono e permettono le nostre ricerche all’interno di questo sito meraviglioso: la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, il Parco della Vena del Gesso Romagnola, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, l’Università di Bologna; agli studenti che partecipano agli scavi con grande passione e soprattutto a tutte le persone che fanno parte della comunità del castello di Rontana e che per il futuro di questo luogo hanno un grande progetto: fare del castello di Rontana il protagonista di un turismo sostenibile e il soggetto di una fruizione innovativa del nostro patrimonio culturale.

si è conclusa la quindicesima campagna di scavi nel castello di Rontana.
CRISTALLI 14 CULTURA Foto Debora Ferreri
di Debora Ferreri, Archeologa Università di Bologna Studenti di Archeologia al lavoro negli scavi di Rontana

10 anni di Recondita Armonia

Nel giugno 2013 nacque Recondita Armonia da una suggestiva intuizione di Massimiliano Costa all’epoca Direttore del Parco della Vena del Gesso.

Lo conobbi l’anno prima grazie ad una felice idea dell’allora Responsabile della CNA della Romagna faentina Jader Dardi (attuale sindaco di Modigliana).

Io e Jader infatti volevamo creare una rassegna che valorizzasse il territorio: la nostra ispirazione era ricreare una piccola “Suoni delle Dolomiti” e io personalmente avevo il sogno di suonare in una grotta. Lo raccontai a Massimiliano che mi spiegó che le grotte hanno un ecosistema delicatissimo ed é impensabile suonarci senza creare difficoltà anche irreparabili agli equilibri del loro sistema; mi disse che comunque l’idea era interessante e che aveva un’alternativa possibile se fosse andato in porto un progetto di acquisto e io pensai: “vabbè non se ne farà nulla”.

Qualche mese dopo, con una inaspettata telefonata, il Sindaco Sangiorgi di Brisighella e il dott. Costa mi comunicarono che avevano acquistato, come Parco, la ex cava di Gesso denominata “Marana” e nel giro di qualche settimana si aspettavano da me un cartellone di concerti promosso insieme alla Scuola di musica Sarti di Faenza di cui sono Direttore.

Cominció in questo modo questa bella avventura che ha proposto in dieci anni oltre 55 concerti di musica classica, jazz, contemporanea, folk, spesso ospitando musicisti docenti della Sarti e anche artisti internazionali amici della Sarti sia come solisti che con orchestre e big band e cori.

Nel dettaglio i musicisti che si sono esibiti in questi 10 anni sono stati oltre 300 affrontando programmi che vanno dal 1600 ai giorni nostri.

I programmi proposti sono sempre stati divulgativi e l’approccio degli artisti nei confronti del pubblico è sempre stato molto informale e improntato al dialogo: le barriere tipiche di un pubblico che va a Teatro non ci sono mai state.

Le persone presenti ai concerti prima del periodo del Covid erano mediamente 250/300 per serata.

Immaginate in 10 anni quanto pubblico è arrivato e che capacità di valorizzare il territorio ha prodotto questo tipo di iniziativa. Ogni persona può essere ambasciatrice e noi abbiamo tanti ambasciatori che raccontano con il sorriso questa esperienza di Recondita Armonia e del territorio dove é incastonata la “Marana”.

FESTIVAL DEI CALANCHI E DELLE ARGILLE AZZURRE

Il Festival, che ha visto la sua prima edizione a settembre di quest’anno, è stato ideato dalla Fondazione Carlo Zauli e ha come obiettivo la valorizzazione della zona geografica dei cosiddetti  “Calanchi delle argille azzurre”, per citare la definizione di Leonardo da Vinci: un’area geografica compresa tra i territori di Faenza, Brisighella, Riolo Terme e Castel Bolognese.

Un territorio che comprende terrazze panoramiche, scorci mozzafiato, argille pregiate, fonti di acqua termale, vigne e coltivazioni pregiate e che è oggetto di innumerevoli storie, narrazioni, leggende e territorio del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola.

Un’area che è alla base dell’intera storia della ceramica di tutto il nostro territorio e che fu d’ispirazione per molti artisti, tra cui Carlo Zauli, che a queste terre dedicò tanta parte del suo lavoro artistico; un’area, dunque, che in pochissimi chilometri quadrati raccoglie meraviglie naturalistiche e culturali, ponendo le basi di un doppio binario che questo progetto vuole percorrere. Un progetto che si sviluppa, infatti, su due nitidi percorsi: performativo e laboratoriale e che, dunque, punta ad una diretta partecipazione del pubblico.

La Ex Cava si trova a circa 2 chilometri da Brisighella verso Riolo Terme (RA), di fronte al parcheggio della grotta Tanaccia, strada provinciale Monticinio-Limisano.

La rassegna è organizzata dalla Scuola di musica Sarti di Faenza con il contributo del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità - Romagna, in collaborazione con il Comune e la Pro loco di Brisighella, le associazioni Leopodistica, Cai e la Federazione Speleologica Emilia-Romagna.

Per info: Scuola Comunale di Musica “Giuseppe Sarti” di Faenza tel. 0546 21186 - info@scuolasarti.it - http://www.scuolasarti.it

Un progetto di audience development e di turismo culturale e che si è realizzato attraverso diverse attività: dalle installazioni di arti visive ai trekking culturali; dalle performance di teatro a quelli di musica, cinema e danza; dai laboratori di scrittura, a quelli di fotografia, disegno e pittura en plein air.

Il Festival si è sviluppato in luoghi di aggregazione quali ristoranti, casa vinicole e – nel rispetto della natura circostante – sui sentieri che valicano i Calanchi.

Attendiamo con entusiasmo la prossima edizione di questo evento che unisce con eleganza e creatività territorio e cultura!

15 1|2022
di Donato D’Antonio, Direttore Scuola di Musica Sarti - Faenza
CULTURA Foto Archivio IF-Imola Faenza tourism company
Concerto all’interno dell’ex-Cava Marana

Le pubblicazioni del Parco

ESCURSIONISMO

Le pubblicazioni si possono acquistare presso i Centri Visita, i Punti Informazione, gli uffici del Parco o sul sito web e attraverso l’Emporio dei Parchi.

DIVULGAZIONE

Pubblicazioni divulgative del Progetto Life4Oak Forests in distribuzione gratuita presso gli uffici dell’Ente

La via del Gesso Euro 13,00

Carta dei Sentieri del Parco della Vena del Gesso Romagnola Euro 8,00

DIVULGAZIONE Uomini e Lupi in Romagna e dintorni Euro 16,00

Una Terra Fantastica Euro 12,00

La Grotta di Re Tiberio Euro 8,00

Foto di copertina FRANCESCO GRAZIOLI

Conoscere il bosco

Difendere la biodiversità dei boschi di Roverella

E per tetto un cielo di foglie

Il Museo Geologico diffuso del Parco della Vena del Gesso Romagnola in distribuzione gratuita presso il Museo geologico di Tossignano

Collabora con il Parco della Vena del Gesso da alcuni anni, in qualità di professionista, oltre che con la Regione Emilia-Romagna per la realizzazione di servizi fotografici su varie tematiche come la fruizione, la conservazione e la promozione della Natura nel Sistema delle Aree Protette regionali. Grande appassionato di fauna selvatica e outdoor, frequenta il Parco anche in veste di speleologo.

Le piante officinali del Giardino di Casola Valsenio in distribuzione gratuita presso Il Giardino delle Erbe di Casola Valsenio

CRISTALLI

ANNO 2022

I mammiferi e gli uccelli della Vena del Gesso Romagnola Euro 10,00

N. 1 NOVEMBRE 2022

CRISTALLI

www.parchiromagna.it

Tracce e presenze Euro 25,00

Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola www.parchiromagna.it

EDITORE

Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità-Romagna

Presidente Antonio Venturi

DIRETTORE

RESPONSABILE

Nevio Agostini

COORDINAMENTO

REDAZIONALE

Gemma Ventre

HANNO COLLABORATO

Sandro Bassi, Fausto Bonafede, Fabrizio Borghesi, Lorenzo Cangini, Donato D’Antonio, Debora Ferreri, Serena Petroncini, Stefano Schiassi, Michele Vignodelli, Oscar Zani

FOTOGRAFIE

Archivio CAI, Archivio IF Imola Faenza tourism company Archivio Museo del paesaggio dell’Appennino faentino Archivio Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità - Romagna, Nevio Agostini, Fausto Bonafede, Fabrizio Borghesi, Debora Ferreri, Francesco Grazioli, Piero Lucci, Gemma Ventre, Sonia Venturi

STAMPA Grafiche Baroncini Srl Via Ugo La Malfa, 48 40026 Imola (BO)

Con il contributo di:

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Iscrizione al n. 8594 R.St. in data 15 novembre 2022 sul registro stampa periodica del
tribunale di Bologna

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