Arredo Urbano per Napoli

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ARREDO URBANO PER NAPOLI Progetto di Paolo Casti e Atelier Mendini

JOLLY PUBBLICITÀ


ARREDO URBANO PER NAPOLI Progetto di Paolo Casti e Atelier Mendini

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Questo documento riproduce progetti originali. La Jolly Pubblicità Spa e l’autore diffidano la riproduzione anche parziale dei contenuti di questa pubblicazione richiamandosi alle norme vigenti sui diritti d’autore.


A misura di Napoli Napoli è la prima città italiana per la quale è stato progettato un sistema d’arredo urbano tagliato su misura per il suo clima, la sua cultura, la sua gente. Fino ad ora la maggior parte delle attrezzature di arredo urbano sono state pensate per ridurre i costi di chi le realizza in grande serie e per funzionare in qualsiasi città: stessi pali, stessi cartelli, stessi orologi, stesse fioriere, stessi cestini... su cui viene, a volte, applicato lo stemma cittadino. Se è vero che ogni città ha un’anima e una storia è sensato dire che le attrezzature dell’arredo urbano devono cercare un dialogo con esse. Questo ha fatto con grande impegno di energie e di risorse economiche la Jolly Pubblicità, progettando per Napoli una serie di manufatti in cui la qualità formale e l’invenzione si fondono con una qualità costruttiva che non ha nulla da invidiare ai nostri vicini del Nord Europa, e che al tempo stesso hanno colori, forme e materiali pensati per vivere insieme a un popolo che ama stare all’aperto e che reinventa di continuo il proprio modo di lavorare, cantare, vivere. Ho sviluppato questo progetto creando un gruppo di lavoro adeguato ad una circostanza così importante, avvalendomi dei contributi e del confronto di Alessandro e Francesco Mendini, del loro Atelier ed in particolare di uno studioso partenopeo, Massimo Caiazzo, esperto del colore. Il sistema di arredi “A misura di Napoli” si basa su quattro linee guida: unicità, funzionalità, sicurezza, inserimento ecologico e armonico nell’ambiente.

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A loro volta le linee guida si esprimono in tre linguaggi: forma, colore, materiali. Esse vivono in ognuno dei 12 elementi base che danno vita alla serie, dai grandi impianti per le affissioni, alle paline con orologio, ai cestini-anfora per i rifiuti ed a tutta la famiglia dei manufatti in questione. Le forme rispondono al principio della presenza, della dignità, della bellezza e della discrezione. Gli arredi sono visibili, come oggetti belli e curati, ma hanno sulla città l’impatto minimo indispensabile che permette loro di integrarsi nell’ambiente come un amico utile e simpatico e non come un ospite invadente. Sono forme pacate, frutto della grande esperienza che l’azienda ha maturato in molte città, eppure hanno dinamiche di grande invenzione e forza simbolica. Alcuni ad esempio, come i “pali a stelo”, sfidano con rigore tecnico i principi della statica proponendo un sistema di appoggio rastremato laddove tutti ingrossano il palo per rendere evidente la sicurezza dell’appoggio al suolo. Altri, come i totem multifunzione, elaborano principi simbolici come la bussola i cui orientamenti e significati possono riferirsi ad elementi geografici fisico-energetici, quali il mare, le isole, il Vesuvio oppure a luoghi di particolare interesse storico culturale individuabili lungo le stesse direttrici. I colori sono stati scelti studiando la tradizione e la storia di Napoli e suddivisi in quattro tavole cromatiche: - il nero della pietra lavica con cui sono lastricate molte strade della metropoli campana, che negli steli verticali lascia il posto ad un marrone caldo che richiama

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quello delle cortecce degli alberi; - il rosso che si ispira direttamente ai famosi rossi a cui da sempre i napoletani sono abituati: rosso pompeiano, rosso oplontino, il rosso Stabia, il rosso di Capodimonte e di altri celebri palazzi della città; - l’azzurro-blu che prende il nome dai campi Flegrei, luogo di particolare magia in cui i colori del cielo e del mare si incontrano. I materiali sono belli e ricchi: il marmo rosso come un corallo, gli inserti di ottone, l’alluminio. L’intento esplicito è di fornire “beni pubblici” realizzati non con materiali a basso costo, ma preziosi già nella sostanza: oggetti di valore di cui venga voglia di prendersi cura, pregiati e belli come quelli che si trovano nelle corti e nelle dimore private di alto lignaggio. PAOLO CASTI

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STELO OROLOGIO Stabilità e leggerezza sono ottenute con una forma coraggiosa ed inedita che mette in evidenza un livello tecnologico avanzato. Il metallo viene stirato a caldo e lavorato con un procedimento che consente di tornire il cilindro di partenza rastremandolo da una parte e ingrossandolo dall’altra. Sfruttare questa opportunità tecnologica è sembrato doveroso nei confronti di un progetto che non ha eguali e che servirà, anzi, a proporre nuovi standard, sia dal punto di vista delle lavorazioni che in termini di design e di ergonomia urbana. L’innesto a terra è una vera novità. Si tratta di un sistema basato su di un accessorio indipendente: un cilindro metallico inserito nel suolo per circa quaranta centimetri in modo da garantire stabilità al manufatto senza interferire con i sottoservizi (dislocati a una maggiore profondità). In superficie resta visibile un disco ottenuto da una fusione in ottone. Il suo aspetto è quello di una grossa moneta forata al centro. Il foro ha la dimensione della spina del palo che in questo modo può essere infilato e sfilato ogni volta che è necessario.

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OROLOGIO


L’innesto è il medesimo, normalizzato per tutti i manufatti e se, per qualche motivo, anche temporaneo, l’arredo dovrà essere rimosso, il foro sarà tappato in attesa di essere riutilizzato e i passanti avranno l’impressione di scorgere per terra una grande moneta dorata.

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MONETA?????????????


PALINA PLURIUSO E QUADRI INFORMATIVI Tutti gli impianti informativi sono concepiti con la consapevolezza che ogni oggetto fissato sul suolo pubblico deve svolgere più funzioni possibili. Per questo ad ogni “palina” è stata attribuita la duplice valenza di sostegno del quadro pubblicitario o istituzionale e di supporto informativo di vario genere: taxi, farmacie, informazioni toponomastiche, etc. Formalmente i due livelli di comunicazione sono ben distinti. Ne risulta una serie di oggetti “semplicemente nuovi”, morbidi nel proporre messaggi ed informazioni, ma anche solidi e duraturi nel tempo, sottolineati dal colore quando si tratta di comunicazioni più importanti come gli orologi e le paline informative. Nella versione “topografico”, il manufatto evidenzia la sua propensione ai “rapporti umani”, o meglio la sua attitudine a relazionarsi con la figura umana in forma ottimale, rendendo facilmente fruibile la consultazione delle mappe e delle informazioni contenute. La sua orizzontalità, infatti, facilita una consultazione completa, a portata d’occhio, di tutti i contenuti, consentendo, a chi compila le informazioni, una maggiore libertà grafica. Sempre bifacciale e sempre rivolta al traffico pedonale la faccia riservata all’Amministrazione. Nella versione “quadro informativo”, per le sue generose dimensioni il manufatto è

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PALINA PLURIUSO


disegnato per supportare un livello di comunicazione “importante”, destinato anche ad una consultazione rapida che non necessiti soste. Sempre bifacciale, la faccia riservata all’Amministrazione può contenere informazioni socio-istituzionali-culturali o sotto forma di teli retro-illuminati o sotto forma di diodi luminosi. È l’unico elemento della famiglia che ha due pali. Essi sono necessari staticamente, ma svolgono anche un’importante funzione simbolica facendo intuire la scala differente rispetto agli altri elementi. La sua dimensione, inoltre, giustifica anche l’assenza dell’elemento ovale normalmente posto sopra il quadro, che risulterebbe poco utile così distante dall’occhio.

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TOPOGRAFICO


PARAPEDONALE E TRANSENNA Il parapedonale gioca con il concetto della moneta, riproponendola proprio alla sua sommità, là dove tutti possono toccarla. In quella posizione il suo effetto prezioso è ancora più apprezzabile, addirittura enfatizzato dalla coincidenza con il colore scuro dello stelo. Raccordati tra di loro i parapedonali diventano transenne. Le soluzioni sono due: una piena e l’altra vuota. In entrambi i casi svolgono la loro funzione evitando invasioni pericolose dei mezzi di trasporto sui marciapiedi ed esiste un criterio preciso per la loro collocazione. Nel caso della disposizione angolare è necessario evitare di comporre due lati con il modello chiuso per evitare l’effetto barriera.

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TRANSENNA


COLONNA METEO La colonna meteo rappresenta concettualmente la proposta più importante di questa linea. Essa propone la sintesi di tre funzionalità in una forma slanciata ed elegante: panchina, bussola e barometro. Si tratta di una seduta circolare composta da dodici conci di marmo rosso che bloccano a terra la colonna. La superficie è liscia ed il piano di seduta è inclinato per favorire la seduta stessa e lo scorrimento delle acque meteoriche. Al centro di questa grande “panca” arrotondata svetta un cilindro costituito da tre pannelli retroilluminati, raccordati e separati da semplici elementi in alluminio. Sulla struttura di alluminio è posta una corona circolare studiata per proteggere i pannelli sottostanti e supportare la bussola. La bussola orienta gli astanti rispetto ai punti cardinali, ai venti e alle meraviglie paesaggistiche. Nessuna bussola è uguale all’altra in quanto la combinazione degli elementi varia a seconda del posizionamento della colonna. Per ognuno di essi sarà quindi realizzata una grafica speciale. Sopra la bussola sta una calotta semisferica trasparente e colorata.

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COLONNA METEO


La nota cromatica muta in relazione alle previsioni metereologiche variando con una gamma infinita di sfumature: dal rosso del cattivo tempo fino all’azzurro di quello buono. Questa “mutazione” cromatica avviene attraverso un barometro digitale. Il barometro elabora i parametri di umidità e pressione traducendoli in segnali informatici, a loro volta trasformati in frequenze cromatiche convogliate verso l’alto da un proiettore che illumina la superficie interna della calotta. La colonna quindi orienta lo sguardo ed informa sulle condizioni meteorologiche: uno strumento utile e attraente in una città di mare che desidera vivere e godere la vita all’aperto.

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COLONNA METEO


FIORIERA La funzionalità nuova di questi manufatti riguarda il sistema di livellamento delle fioriere. Quello che spesso viene visto come un aspetto marginale è qui un elemento decisivo del progetto ed è pensato appositamente per l’orografia dell’area urbana napoletana. Le fioriere sono tutte composte da due elementi, entrambi ricavati dalla tornitura di grossi blocchi di marmo. La prima parte è appoggiata per terra e la sua superficie inferiore asseconda l’eventuale inclinazione del suolo; la seconda prevede una cavità nella zona in basso, disegnata in modo da ospitare la superficie sferica della parte appoggiata al suolo. Questo sistema consente di controllare con precisione il livellamento del manufatto in ogni condizione di posa. Le fioriere si presentano pulite, senza spigoli e preziose nel materiale. Il sistema di livellamento fa parte della loro personalità, le rende facili da usare e credibili in quanto a valore e importanza.

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FIORIERA PUBBLICITARIA


CESTINO I cestini hanno la classica forma di anfora. Questa allusione alla bellezza in senso classico traccia un segno netto tra l’arredo pesante ed istituzionalmente brutto e sdogana il concetto della bellezza pubblica, della bellezza per tutti. Quasi un gesto educativo e di fiducia nei confronti della collettività, che spesso viene accusata di “sindrome dell’outdoor”, per la quale chi ne è affetto si scatenerebbe sulla pubblica proprietà, sfregiandola e manomettendola. Questo cestino con le sue forme gentili ed il suo colore acceso, come il carattere dei napoletani, porta con sè la stima dei progettisti verso questa città e la volontà di riscattare il luogo comune che vede i napoletani, e gli italiani in genere, come un popolo di teppisti. È un’anfora slanciata ed assottigliata alla base per ridurre anche qui l’ingombro al suolo, forti comunque di un vincolo sicuro che oltre a bloccare il manufatto lo livella, rendendo la sua “presenza” ancora più equilibrata.

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CESTINO


PANCHINA Realizzata in mogano impregnato e verniciato, come sulle navi da crociera, lo schienale è evidentemente ispirato alle tavole da surf oceaniche. Le staffe si scostano dalla seduta e raggiungono lo schienale da dietro, al fine di renderlo indipendente e farne gustare forma e materiale. Ne risulta una seduta bella, idonea al clima e pensata a misura d’uomo.


PANCHINA


PORTALE INFORMATIVO Un parallelepipedo perfetto completamente “decorato da un’immagine” funge da supporto per un gemello con il medesimo profilo posto su di esso; l’insieme propone due livelli di comunicazione per due linguaggi diversi. Immagini e testi luminosi agiscono su livelli diversi, integrandosi nel volume di un parallelepipedo generato dalla somma dei due. Un elemento estremamente semplice, funzionale e facilmente inseribile, costituito da una serie di pannelli sovrapposti l’uno all’altro. Quelli in basso sono “decorati” con una “pelle colorata”, costituita dal film vinilico 3MScotchprint, sul quale è possibile, con l’opportuna tecnologia, riprodurre ogni tipo di immagine con una altissima qualità. Quelli in alto, esattamente complanari a quelli sottostanti, sono costituiti da una serie di led collegati in modo da poter trasmettere messaggi di ogni tipo: giorno, ora, temperatura, informazioni sul traffico, manifestazioni sportive, culturali, ecc. Ben visibile sul lato della corsia, non invade la sede stradale nè la attraversa al di sopra dei mezzi. La sua presenza è discreta e le sue dimensioni, per quanto generose, sono ben “scalate” rispetto alla sua funzione.

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PORTALE INFORMATIVO


Atelier Mendini

Paolo Casti

Alessandro Mendini, architetto, è nato a Milano nel 1931. Ha diretto le riviste "Casabella", "Modo" e "Domus". Sul suo lavoro e su quello compiuto con l'Atelier Alchimia sono uscite monografie in varie lingue. Realizza oggetti, mobili, ambienti, pitture, installazioni, architetture. Collabora con compagnie internazionali come Alessi, Philips, Swarovski, Swatch ed è consulente di varie industrie, anche nell'Estremo Oriente, per l'impostazione dei loro problemi di immagine e di design. È membro onorario della Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme. Nel 1979 e nel 1981 gli è stato attribuito il Compasso d'oro per il design, è "Chevalier des Arts et des Lettres" in Francia e ha ricevuto l'onorificenza dell'Architectural League di New York. È stato professore di design alla Hochschule für Angewandte Kunst a Vienna. Suoi lavori si trovano in vari musei e collezioni private. Nel 1989 ha aperto con il fratello Francesco, l'Atelier Mendini a Milano, progettando la casa Alessi a Omegna, il Teatrino della Bicchieraia ad Arezzo, le Fabbriche Alessi e il Forum - Museum di Omegna, il rinnovo di una parte storica della Stazione Termini a Roma in Italia; una torre ad Hiroshima in Giappone, il Museo di Groningen in Olanda, il Casino Arosa a Arosa e un quartiere a Lugano in Svizzera, due stazioni di metropolitana e il restauro della Villa Comunale a Napoli, ed altri edifici in Europa. Francesco Mendini, architetto, è nato a Milano nel 1939. Inizia l'attività alla Nizzoli Associati con progetti di architettura, tra i quali i quartieri, i nuovi uffici e il centro sociale per l'Italsider a Taranto, e poi altri complessi in Europa ed Africa. Negli anni '70 si concentra anche nell'industrializzazione e nell'ingegneria delle costruzioni ed è consulente di vari istituti di ricerca edilizia e del CNR e nell'Atelier è responsabile specialmente dei lavori di architettura e di allestimento, occupandosi in particolare dello sviluppo dei negozi Swatch e Alessi. L'Atelier Mendini a Milano è formato da circa venticinque architetti, grafici e designer. Sono associati dal 2000 Andrea Balzari, Bruno Gregori, Alex Mocika, Emanuela Morra. L’Atelier ha una sezione per l'attività di ricerca e sperimentale nel campo del progetto. Ha svolto lavori in più di trenta nazioni ed è incaricato dal Comune di Eindhoven in Olanda per le ipotesi di sviluppo della città.

Nasce a Verona nel 1958. Architetto, si forma all’Istituto Universitario di Architettura a Venezia (IUAV) studiando con Manfredo Tafuri, Francesco Dal Co, Vittorio Gregotti, Massimo Scolari, Massimo Cacciari e si laurea con una tesi storico-letteraria con Lionello Puppi. Nel 1992 inizia il rapporto con il mondo dell’outdoor partecipando al Congresso Mondiale della Pubblicità Esterna a Vienna, dove sostiene la necessità di un’ecologia e di un’etica progettuale per i manufatti pubblicitari. Nel 1992 entra far parte di “Jolly”: azienda leader nel mercato italiano della pubblicità esterna (oggi facente parte del gruppo “Clear Channel Communications”, leader mondiale dell’outdoor) dove si occupa, tra l’altro, della progettazione e dello sviluppo di prodotti di arredo urbano con forti componenti di servizio alla collettività. Dal 1993 contribuisce al dibattito ed allo scambio di idee nel mondo della comunicazione sviluppando progetti editoriali e promuovendo convegni in ambito accademico e imprenditoriale. Negli ultimi anni ha progettato e brevettato, per conto della Jolly, una serie di impianti pubblicitari che si distinguono per la qualità del design e per le funzionalità innovative: “Pensilina” di Roma, “Ipsilon”, supporto polifunzionale per cartelli sagomati a geometria variabile, “ALA” cartello segnaletico per Autostrada, “V” poster ecologico per Venezia, “Palina informatica”, “Chiamata Taxi”, “TRAMP”, poster modulare autoportante, “ONLY”, set di cestini in lega leggera per la raccolta differenziata, “AIRPORT”, arredi pubblicitari per aeroporti, “JOINT”, supporti tenditelo ad assetto variabile sviluppato per le Autostrade italiane. Dal 2001 è Direttore Generale di ITALY Outdoor (gruppo Clear Channel Communications), società leader nel mercato dell’outdoor. Dal 2004 è Consigliere Delegato e Stratega del Gruppo e continua la sua attività di Design Director di Jolly, progettando insieme ai più importanti esponenti del design internazionale. I suoi progetti sono contenuti nei libri “Design for business”, “Outdoor city art” ed “Autospot” presentati a Montreal, Istanbul e Milano. Inoltre, i manufatti da lui progettati sono stati fotografati da Francesco Radino e Ferdinando Scianna e pubblicati in Italia e all’estero. Ha pubblicato inoltre “Stanze Segrete”, raccolta di espressioni sul modo di intendere l’arredo.


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