L'Eco della scuola nuova - Luglio - Settembre 2020

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Ldella’ECO scuola nuova | LXXV | n.3 (256) | Luglio-Settembre 2020 |

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Organo della Federazione Nazionale Insegnanti fondata nel 1901 da Gaetano Salvemini e Giuseppe Kirner Periodico trimestrale con supplemento - Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale 70% - DCB - Roma. Abbonamento e iscrizione alla FNISM su C.C.B. Unicredit - Iban IT 35 Y 02008 05198 000401020572 intestato a FNISM - Federazione Nazionale Insegnanti

Sommario

ISSN: 0012-9496 EDITORIALE

Editoriale di Domenico Milito

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Per la salvaguardia del patrimonio scolastico-educativo al tempo del Covid-19 di Michela D’Alessio

4

La guerra civile negli antichi e nei moderni con una riflessione sulle vicende italiane nel Novecento di Mario Carini

11

Ricordare Enzo Biagi a cento anni dalla nascita di Alessandro Casavola

12

Applicazione del Titolo V della Costituzione, divario tra nord e sud e salvaguardia dell’unità nazionale

Pluralità etica e unione politica di Mariella Calogero

13

Unione Europea Erasmus, il programma educativo per l’Europa Un’intervista a Sofia Corradi di Ferdinando Cabrini

16

Thinking pair share e benessere psicologico nei contesti di apprendimento Maria Anna Formisano

20

La disabilità:“una condizione di salute in un ambiente sfavorevole” di Enrica Rosa Granieri

22

La scuola capovolta Didattica on line e inclusione: un binomio incompatibile per i più fragili di Francesco Belsito

25

Didattica a distanza: equità di opportunità e innovazione didattica di Eliana Melluso

27

Apprensione e speranza accompagnano la necessaria ripartenza di Gabriella Blanchino

29

La pratica didattica tra innovazione e tradizione

a pandemia e l’emergenza sanitaria hanno messo a nudo la fragilità degli Organi che, a seguito della riforma federalista della Repubblica, avvenuta con la Legge n. 3 del 2001, si sarebbero dovuti impegnare per soddisfare i bisogni dei cittadini in adesione al Dettato costituzionale. Chiaramente campi privilegiati di intervento sarebbero dovuti essere quelli dell’istruzione, della formazione, della sanità, della sicurezza e dei trasporti. In circa venti anni le Regioni, i Comuni e le Province “rimodulate” hanno stentato nel porre in essere momenti e modalità di raccordo consoni rispetto alla necessità di soddisfare le legittime aspettative che erano sorte in clima di seconda Repubblica. Il processo al quale, invece, abbiamo assistito non è stato caratterizzato da un’adeguata mobilitazione per concretizzare al meglio le novità istituzionali e organizzative introdotte con la Riforma del Titolo V. Al contrario, ci si è attardati in un’analisi sterile, se non generativa di proiezioni divergenti e conflittuali, in ordine al modo di intendere la Repubblica federalista. È così che, al posto di porre l’accento sul da farsi per gestire il cambiamento ordinamentale, il dito è stato puntato verso un quadro futuribile sorretto da un’impietosa analisi tesa a sottolineare le caratteristiche diversificate tra Regioni ricche e Regioni povere, escludendo l’impegno nella ricerca di

di Sonia Iervolino

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