L'Ortofrutticola di Albenga - L'O - primavera 2021

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Trimestrale della Cooperativa L’Ortofrutticola - Anno XXIV - n.1 Primavera 2021 - Spedizione A.P. 70% - Reg. Trib. SV n. 318 (1/3/1985) - DISTRIBUZIONE GRATUITA.

L’inserto da staccare e conservare! da pag. 13

NOTIZIARIO TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA L’ORTOFRUTTICOLA DI ALBENGA

Aziende locali

Nuova filiera agroalimentare con Arimondo pagg. 18, 19

Andrea Curto pagg. 8,9

Il successo della

fiera virtuale pag. 5


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8-9

La fiera virtuale

Az. Agr. Curto

EXPORT E MARKETING

15-16 TERRITORIO

Escursioni

La Gola delle Fascette

LE AZIENDE

ALLA SCOPERTA DELLE AZIENDE LOCALI

13-14 SPECIALE

La lavanda “L’ORTOFRUTTICOLA - LA COOPERATIVA”

TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA “L’ORTOFRUTTICOLA”

Direzione, Amministrazione e Pubblicità Reg. Massaretti, 30 Bastia d’Albenga (SV) - Tel. 0182 50374 Direttore responsabile: Erica Marzo Hanno collaborato a questo numero: Giuseppe Del Core, Massimo Enrico, Luciano Gallizia, Osvaldo Geddo, Michele Introna, Mario Mattone, Simone Moroni, Maura Pietrasanta, Lara Ravera, Alessio Roba. Grafica e impaginazione Edoardo Caputo - Studio Orasis design - orasisdesign.it Stampa: Tipografia Ciuni - Albenga Foto copertina: Edoardo Caputo - orasisdesign.it

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®

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START

IL CONCIME BIO

PER UNO SVILUPPO EQUILIBRATO DELLA PIANTA

THE ORGANIC FERTILIZER FOR A BALANCED PLANT DEVELOPMENT Stress reduction already from transplant - Excellent source of organic substance - Protection of nutrients from leaching - Reduction of osmotic, water and environmental stress Stimulates root growth and radical absorption - Facilitates the exchange of ions with root hairs - Better environment for the development of the root system Supports the activity of the mycorrhizal biosphere and rhizobacteria - Provides Betaine of natural origin for the best balance of development - Suitable for any crop horticultural and trees

Riduzione degli stress già dal trapianto Ottima sorgente di sostanza organica Protezione degli elementi nutritivi da dilavamento Riduzione degli stress osmotici, idrici e ambientali Stimolazione della crescita e assorbimento radicale Facilita l’interscambio degli ioni con i peli radicali Migliore ambiente per lo sviluppo dell’apparato radicare Supporta l’attività della biosfera micorrize e rizobatteri Fornisce Betaina di origine naturale per il migliore equilibrio di sviluppo Adatto a qualsiasi coltura agraria orticola floricola e arborea


Una fiera virtuale che ha avuto un grande successo

L’Orto Virtual Exhibition Quando un difficile momento storico si può trasformare in una grande opportunità

In un periodo storico come quello che stiamo vivendo una delle maggiori criticità è senz’altro legata alla difficoltà di organizzare incontri, fiere ed esposizioni per promuovere prodotti e creare contatti con i clienti. È anche vero che i momenti di difficoltà sono il vero banco di prova per le realtà economiche che hanno voglia di mettersi in gioco, di rischiare e di investire sul proprio futuro. Proprio in quest’ottica L’Ortofrutticola di Albenga ha dato vita a “L’Orto Virtual Exhibition 2021”, una fiera virtuale che dal 26 al 29 gennaio ha portato i clienti della Cooperativa alla scoperta delle eccellenze della produzione florovivaistica di Albenga; una fiera pensata e creata proprio nelle date in cui si sarebbe dovuta svolgere la fiera di Essen, il più grande evento europeo business to business del settore. L’idea, nata per far fronte ad una grave criticità, si è rivelata un’arma vincente perché ha permesso alla Cooperativa di dedicarsi a ciascun cliente con incontri mirati, grazie alle venditrici specializzate in ciascuna area di mercato europeo che, in lingua, hanno potuto rispondere ad ogni curiosità e richiesta dei compratori stranieri. Spiega la presidente Lara Ravera: “La fiera virtuale è nata per promuovere al meglio la nostra offerta commerciale e, in particolare, la linea Herbolaria, creata da poco. Per non rimanere tagliati fuori dai principali canali di promozione fieristici abbiamo deciso di portare la fiera da noi. È stato un progetto importante che ha dato riscontri più che positivi perché ci ha permesso una linea più aggressiva, invitando agli incontri anche partner commerciali che nel tempo avevano fatto scelte diverse e che oggi hanno riscoperto i nostri prodotti. Abbiamo potuto mostrare le piante nei diversi momenti di sviluppo, cosa che ad Essen non sarebbe potuta accadere e prendere ordini e contatti per prodotti che in gennaio non erano ancora completamente pronti ma che li sarebbero stati a breve”. Continua Maura Pietrasanta, responsabile del settore fiori della

Cooperativa: “L’Orto Virtual Exhibition è stato pensato come un percorso in cui le nostre venditrici si muovevano accompagnando ciascun cliente in una visita virtuale ma al tempo stesso coinvolgente alla scoperta delle nostre offerte commerciali con nuove proposte e alcune riscoperte interessanti. Siamo davvero molto soddisfatti del ritorno avuto”. Conclude Lara Ravera: “C’è stato poi un ulteriore valore aggiunto: grazie al video promozionale che fungeva da sala d’attesa tra un incontro e l’altro, abbiamo avuto la possibilità di mostrare la nostra bellissima piana a tutti i compratori europei che non l’avevano mai vista. Tutti sono rimasti colpiti dalla bellezza e particolarità del nostro territorio: una pianura affacciata sul mare e abbracciata dalle montagne; a volte diamo per scontato ciò che abbiamo ma siamo figli del nostro territorio e avere la possibilità di mostrarlo in Europa è stato per noi motivo di orgoglio. Credo che la difficoltà aguzzi l’ingegno e con questa fiera abbiamo dimostrato che con buona volontà e spirito di iniziativa si possono raggiungere importanti risultati. È stato un esperimento ma credo che potrà diventare un ottimo veicolo promozionale anche per il futuro”.


con l’insetticida, muoiono. Essendo l’insetticida rinchiuso all’interno della trappola l’impiego di Flypack non disperde principi attivi nell’ambiente e sulle derrate, ed è sicuro per gli operatori. L’utilizzo di Flypack è consentito in agricoltura biologica.

MODALITÀ DI APPLICAZIONE

Flypack è una nuova ed efficace trappola insetticida per la cattura massale della mosca dell’olivo

Flypack va posizionata su un ramo ad una altezza di 1.4 – 1.8 m dal suolo. L’orientamento preferibile è nella parte sud/sud-ovest della pianta, in un’area ombreggiata per garantire una maggiore frequentazione dell’insetto. Le trappole vanno distribuite uniformemente all’interno dell’oliveto, in numero di 5-6 per 1000 m. È consigliabile incrementare il numero di trappole sui bordi, in caso di oliveti abbandonati nei pressi dei confini. È preferibile iniziare le catture quanto prima possibile, già dalle generazioni antofaghe di maggio. Flypack mantiene la propria capacità attrattiva per almeno 180 giorni. La loro persistenza di azione coprirà quindi tutta l’annata. Le catture possono proseguire anche successivamente alla raccolta, riducendo le popolazioni per l’annata successiva. Risultati ottimali nella lotta alla mosca si ottengono combinando l’uso delle trappole con la somministrazione di Surround, effettuando il primo trattamento con questo prodotto nella fase fenologica di indurimento del nocciolo, quindi verso la metà di luglio, e ripetendo il trattamento quando il fogliame inizia a perdere il colore bianco, o in caso di forti piogge (superiori ai 30 mm), che pregiudicano l’efficacia della pellicola bianca protettiva.

CARATTERISTICHE

VITA DEGLI ADULTI DI MOSCA

E’ costituita da un dispositivo di plastica formato da un cono di cattura di colore giallo, all’interno del quale vengono posizionati il dispenser attrattivo ed il feromone, ed un coperchio trattato internamente con insetticida. Gli insetti sia maschi che femmine vengono attirati nella trappola sia dal dispenser che dal feromone che dal colore giallo e una volta all’interno, entrando in contatto

La prima comparsa degli adulti di mosca avviene nei mesi di aprile-maggio, la loro vita può durare diversi mesi in attesa che le olive diventino ricettive all’ovideposizione. In questo lasso di tempo le mosche vivono nell’oliveto nutrendosi di liquidi zuccherini presenti sui fiori, o sulla melata di insetti, succhi di frutta maturi (tipo fichi), deiezioni di uccelli.

OLIVICOLTURA

FLYPACK DACUS TRAP

FLORICOLTURA

PERONOSPORA DELLA MARGHERITA Le piante attaccate dal patogeno presentano fenomeni anche rilevanti di riduzione di sviluppo, accompagnate da estesi ingiallimenti solo su alcune branche della pianta. Sul fogliame si osserva la distorsione del lembo fogliare soprattutto a carico dei giovani germogli fogliari. Le foglie alterate si presentano quasi completamente gialle, non correttamente distese, increspate e spesse. In presenza di alta umidità relativa appare sulla pagina fogliare inferiore una efflorescenza di colore grigio tendente al bruno. Il fogliame così alterato va incontro a fenomeni di disseccamento, senza però staccarsi dal fusto. A favorire la malattia sono fenomeni piovosi o bagni di rugiada mattutina particolarmente intensi in grado di mantenere elevata umidità relativa sulla coltura.

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L’ISTITUTO AGRARIO SI RACCONTA Continua la collaborazione tra la Cooperativa L’Ortofrutticola e l’Istituto Agrario Aicardi. In un periodo così difficile per il mondo della scuola è particolarmente importante dare spazio a chi forma i giovani che saranno il futuro dell’agricoltura sulla piana di Albenga. La scuola, infatti, non si ferma e continua ad investire sui ragazzi, organizzando nuovi laboratori e nuovi corsi specialistici. La parola, questa volta, va dunque agli insegnanti e alla dirigenza dell’Istituto che di seguito illustrano tutte le importanti novità dei nuovi percorsi formativi. Buona lettura!

RIFLESSIONI

LA SVOLTA DELL’ISTITUTO AGRARIO AICARDI DI ALBENGA L’ampliamento dell’offerta formativa per fornire competenze tecniche più specifiche e diversificate Il nostro Istituto lo scorso anno ha scelto di ampliare l’offerta formativa dei suoi percorsi scolastici. Ad un anno di distanza è il momento di fare un primo punto. L’agricoltura oggi è uno degli ambiti più produttivi nel mondo e che più velocemente si evolve e si adatta alle nuove esigenze dei consumi alimentari, con tecniche di produzione e tecnologie computerizzate che necessitano di una continua formazione specifica sia degli agricoltori che degli operatori del settore. La piana ingauna si è con il tempo trasformata da zona puramente agricola ad area agroalimentare, non solo produzione quindi, ma anche trasformazione dei prodotti. Le colture principali come gli ortaggi, quelle floricole (soprattutto in vaso), le aromatiche e le fruttifere sono state integrate da piccoli allevamenti di ovini e bovini, con il recupero di razze autoctone di grande pregio per la caseificazione e da aziende che hanno deciso di spingere la filiera del loro prodotto fino in fondo. Quindi, per poter effettuare un buon lavoro occorre possedere competenze tecniche sempre più specifiche. Per queste ragioni la nostra scuola ha sentito l’esigenza di fornire al territorio un’offerta formativa ancora più completa e specializzata, aggiornando i corsi di studio già esistenti: inserendo nel triennio Professionale il corso Forestale, affiancato al classico Produzione-Valorizzazione e Trasformazione dei prodotti agricoli. La prima opzione sembra essere più accattivante forse perché, accanto agli aspetti tradizionalmente agricoli, questo percorso consente di affrontare anche tematiche legate all’ambiente, al paesaggio e alla multifunzionalità delle aziende agrarie, soprattutto quelle delle aree interne, che acquistano maggiore dignità in virtù del ruolo di “sentinelle” per ciò che riguarda la salvaguardia dell’ecosistema (biodiversità, incendi, dissesto idrogeologico e tanto altro ancora).

Non viene comunque meno la validità del secondo percorso, soprattutto se si considera l’importanza che ancora rivestono le produzioni tipiche locali, ancora molto rilevanti per un gran numero di aziende: prodotti nei quali si fondono vari elementi, come il clima, le tradizioni e l’operosità della gente, in altre parole il territorio stesso. Ma il nostro impegno è andato nell’attivazione, all’interno dello stesso Istituto, di un nuovo corso Tecnico Agrario e Agroalimentare. Questo percorso nasce proprio nell’ottica di affinare e specializzare proprio l’aspetto progettuale con una preparazione teorico-pratica di fisica, chimica, agraria, estimo, marketing, biotecnologie, molto più vicina agli elementi caratterizzanti il prosieguo universitario. Le specializzazioni del triennio, per Gestione Ambiente e Territorio e Viticoltura ed Enologia, permettono di completare il quadro dei percorsi professionali. Se da un lato ci siamo occupati delle aree verso cui indirizzare gli studi, dall’altra abbiamo pensato di qualificare l’offerta formativa attraverso accordi quadro con le Università di Genova e di Torino, per portare avanti progetti per tartuficoltura, l’estrazione di oli essenziali da destinarsi a vari usi, la produzione di birra e, in collaborazione con l’azienda Scola Samuele, la ricerca ed il recupero di varietà autoctone liguri di luppolo. Novità in vista anche per l’azienda dell’Istituto, che acquisirà una veste di azienda-sociale, sempre più finalizzata all’inclusione. Inclusione da intendersi anche come percorso post-diploma, per consentire agli studenti una continuità di rapporti con i docenti-educatori e con il mondo del lavoro, al fine di creare una sinergia che avrà positive ricadute sia per i giovani che per le imprese del territorio. Profe.ssa Gaudenti, Professor Di Noto, Dirigente scolastico M. Salza

I NOSTRI LABORATORI La nostra è una scuola dove l’attività pratica ha una grande importanza così, quando la pandemia e i relativi DPCM ce l’hanno consentito, abbiamo provveduto a sistemare le aree verdi circostanti la scuola, nell’ambito dei numerosi e diversificati laboratori attivati dall’Istituto Agrario. Il coordinamento delle attività che fanno capo ai laboratori tecnologici è affidato alla professoressa Teresa Ierardi Borda, la costruzione ad arte dei piccoli muretti a secco, secondo la tradizionale tecnica ligure, è avvenuta dietro gli insegnamenti dell’assistente tecnico Federico Favero (ex allievo dell’Aicardi). Ulteriori interventi sono stati eseguiti sulle aiuole adiacenti l’edificio di S. Bernardino, dove si sono realizzate variegate geometrie fiorite contornate da prato verde, potature di siepi e arbusti. Le classi che hanno preso parte alle attività sono quelle del biennio le quali, prima di cimentarsi in pratiche di giardinaggio, hanno progettato quanto poi è stato realizzato.

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Alla scoperta delle aziende locali

Intervista ad Andrea Curto

Un mercato in continua evoluzione e dalle grandi potenzialità Per la nostra rubrica “Alla scoperta delle aziende locali” su questo numero andiamo a conoscere Andrea Curto. La sua attività agricola nasce nel ’97 come vitivinicola (proprio in quegli anni Andrea Curto diventa anche vicepresidente della Cooperativa Viticoltori Ingauni) per poi trasformarsi radicalmente e diventare una produzione variegata di piante ornamentali, sempreverdi e aromatiche. Spiega Curto: “In passato Albenga era vincolata alla produzione agricola che era parte integrante non solo del tessuto socioeconomico ma anche dell’aspetto stesso della città. Oggi non è più così, città e campagna sono due realtà profondamente distinte e spesso slegate. La superficie di terreno dedicata all’agricoltura e le aziende che operano nel settore sono diminuite drasticamente”. Come spiega Franco Stalla, ibridatore e rappresentante del Comitato Territoriale: “I dati parlano da soli: negli anni ’80 si contavano circa 1.600 aziende, oggi sono 800. Dati impressionanti che però vanno letti nella giusta ottica, infatti se si guarda ai numeri forniti da Unioncamere Liguria per l’intera superficie regionale, si

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comprende come Albenga rimanga una zona produttiva forte. In Liguria infatti, secondo censimento, nel 1990 c’erano 72.479 aziende agricole, diventate 8.872 nel 2017. Unioncamere ci fornisce un altro dato interessante: nel 1961 la superficie coltivata in Liguria era il 40% del territorio, nel 2017 appena il 7%”. Aggiunge Curto: “Ci sarebbe da fare una profonda analisi su questi dati ma mi limito a considerare come spesso i fondi europei a sostegno dell’agricoltura siano diventati gli unici supporti economici per le aziende, altrimenti sempre in perdita. Proprio questa difficile situazione mi ha portato a fare dei ragionamenti che mi hanno convinto a convertire la mia azienda vitivinicola prediligendo coltivazioni che potessero sfruttare il particolare microclima della Piana di Albenga per creare un prodotto di grande qualità”. Nel tempo l’azienda Curto è cresciuta e ha acquisito una fisionomia ben definita, occupandosi principalmente di piante fiorite in vaso e annuali e collaborando con i Comuni per la fornitura di piante per giardini, siepi e aree verdi. Anche il nostro capoluogo di provincia ha scelto l’azienda Curto per curare alcune delle sue


zone più significative, come la scalinata delle Caravelle in piazza della Vittoria e via Brigate Partigiane. Continua Curto: “In questi ultimi anni le grandi città hanno dedicato maggiore attenzione al verde pubblico; si potrebbe dire che assistiamo ad un vero e proprio cambio di rotta: il verde sta diventando centrale, sia nell’edilizia pubblica che in quella privata. Parlando di numeri qualche anno fa vendevamo a questo scopo dalle 20 alle 22 mila piantine a stagione, oggi la richiesta è raddoppiata. È interessante anche notare come si sia diversificata la domanda: vengono richiesti non solo piante fiorite ma anche arbusti tipici della macchia mediterranea. Un altro aspetto interessante è quello della riduzione dell’invenduto: ogni anno i miei colleghi lamentano di avere un invenduto del 10-12% per merci non conformi che in realtà potrebbero avere un mercato se seguissero canali differenti; inoltre grazie all’incentivazione della produzione per il verde pubblico si supera parzialmente anche la stagionalità della produzione. Insomma si tratta di una buona opportunità lavorativa; riteniamo anche di poter sviluppare una collaborazione con chi si può occupare della gestione della riforestazione di alcune aree, anche questo un settore in espansione e che potrebbe unire alla redditività un importante messaggio ambientale”. Un altro settore in cui opera l’azienda Curto è quello degli aromi da taglio e in particolar modo l’azienda si dedica alla produzione di lavanda. “Quello della lavanda è un capitolo molto particolare ed importante, una nuova avventura in cui ci siamo buttati e che devo dire ci sta dando molte soddisfazioni. Lo scopo era creare un prodotto che ci permettesse una marginalità buona con ciò che in Liguria si sa fare bene, coltivare le aromatiche. Grazie al contributo dei tecnici e alle capacità dei singoli siamo riusciti a dar vita ad un progetto molto interessante a tutt’oggi in espansione”. Quella della lavanda non è stata assolutamente una scelta casuale. Spiega l’ibridatore Franco Stalla: “Nativa delle Alpi Marittime e Alpi Liguri, la Lavandula angustifolia (detta anche vera, fine o officinalis) è la più pregiata delle 39 specie di Lavandula esistenti al mondo. La nuova varietà di Lavandula angustifolia denominata “Imperia” ha una percentuale di linalolo tra 60-70%, questa lavanda ha poteri antidepressivi, rilassanti, digestivi e concilia il sonno, solo per citare alcune delle sue caratteristiche. Grazie alle nostre cellule olfattive è sufficiente respirare la sua essenza per trarne giovamento. Sono partito da questa angustifolia, più precisamente dalla Lavandula angustifolia di Nava e dalla Imperial Gem per creare con

l’ibridazione la Lavanda “Imperia”. Si tratta di una pianta speciale che permette tre o quattro fioriture all’anno ed ha una resa in olio essenziale di circa 1,4 lt/Ql. (circa il doppio delle varietà attualmente coltivate), oltre ad essere un chemiotipo al linalolo”. Continua Curto: “Dal momento che sono assolutamente convinto che la vera forza sia nel gruppo e che in questo senso la somma sia superiore al totale, abbiamo creato l’Associazione dei produttori Lavanda Riviera dei Fiori, con marchio europeo registrato. La nostra associazione è di tipo culturale, ci occupiamo della vendita diretta ma anche dell’assistenza alla produzione. Il nostro obiettivo è quello di arrivare a vendere il prodotto trasformato mentre oggi ci appoggiamo a valide aziende del territorio per provvedere alla trasformazione. Produciamo pasta alla lavanda, dolcetti al cioccolato, biscotti e prodotti per la cura della persona oltre ad uno spray igienizzante che unisce una piacevole fragranza alle notevoli proprietà delle piante che lo compongono. Stiamo studiando anche la possibilità di sfruttare altre tipologie di piante aromatiche per ampliare l’offerta. Lo scopo della nostra associazione culturale, che al momento conta circa 20 soci, è quello di supportare il territorio senza volersi sostituire a nessuno. Vorremmo che il nostro entroterra tornasse ad essere forte per invogliare anche il ritorno delle giovani generazioni. Questa associazione si muove nel più ampio progetto Lavanda della Riviera dei Fiori, una iniziativa di Cesare Bollani per promuovere turisticamente l’entroterra ligure, stimolando la curiosità dei turisti presenti nelle località sul mare”. Proprio nell’ottica del recupero e della promozione turistica del territorio, Andrea Curto ha trasformato la sua azienda rendendola anche fattoria didattica. Spiega Curto: “Ho una grande passione per lo sport, per la pallavolo in particolare, ho giocato fin da giovanissimo ed ho allenato per molti anni. Per questa ragione ho pensato di rendere l’azienda una fattoria didattica focalizzata sul binomio sport e alimentazione, due elementi fondamentali per una vita sana. Non sarei mai riuscito ad affrontare queste nuove sfide senza il sostegno di mia moglie Daniela e del nostro staff, composto da quattro dipendenti che operano in azienda da anni. Adesso bisogna guardare con attenzione alla reale redditività di questi progetti per vedere se effettivamente ci sono i margini che abbiamo intravisto ma credo che la strada intrapresa sia quella giusta”.



Pillole naturopatiche

SECONDA PARTE

PROFUMI CHE CURANO Continua il nostro viaggio alla scoperta dell’affascinante mondo dell’aromaterapia e degli oli essenziali. Ogni specie di pianta ha un olio essenziale differente, con un differente tipo di azione chimica, è per questo che è così importante distinguerli. Alcuni oli essenziali possono essere assunti per bocca, altri usati topici o semplicemente annusati. Anche solo inalate le molecole di olio arrivano direttamente al sistema nervoso, in particolare al sistema limbico, grazie ai milioni di recettori del nostro naso. Il sistema limbico, che viene stimolato in modo diretto, è una delle aree del cervello più antiche a livello evolutivo, controlla i ricordi, gli istinti e le funzioni vitali. È per questo che gli stimoli olfattivi sono così evocativi e potenti. Allo stesso tempo, le molecole grazie ai polmoni, penetrando direttamente nel sangue, potendo così essere incisivi e potenti per la nostra salute. Questi sono i meccanismi di base per cui gli oli essenziali, veri e propri principi attivi vegetali, sono tanto benefici per noi. Possono stimolarci, rilassarci, lenire il dolore, contribuire al buon funzionamento degli organi e procurare benessere risvegliando sensazioni ormai sopite. Le proprietà sono tantissime, ogni olio essenziale ne possiede innumerevoli. Sono antinfettivi, antisettici e antivirali. Sono l’unica alternativa agli antibiotici, e hanno dimostrato la propria efficacia. Ma le loro proprietà coprono anche altri aspetti: sono antidolorifici, cicatrizzanti, antiemorragici, digestivi, regolano l’immunità, gli ormoni, smaltiscono i grassi introdotti o rinforzano i vasi sanguigni… Essendo molto attivi, è importante chiedere ad un esperto per il loro corretto utilizzo, ma se si vuole iniziare ad usarli per migliorare la vita di tutti i giorni, si può iniziare da un jolly, la Lavanda vera officinalis angustifolia, sedativa, rilassante e antinfiammatoria, adatta a grandi e piccini; è uno dei pochi oli che può essere utilizzato anche puro sulla pelle. Utile su afte, infiammazioni della pelle, può essere massaggiata sulla pancia per crampi, spasmi o per avere un sonno più ristoratore o su un leggero mal di testa. L’olfatto è il senso più primitivo, meno conosciuto, ma al contempo quello che più condiziona la nostra vita. Sempre in funzione, anche quando dormiamo, ci guida in molte delle nostre scelte, per esempio verso le persone che ci attraggono o che respingiamo; nel nostro rapporto con il cibo e con l’ambiente; nel nostro umore, nei bisogni, negli impulsi; nella decisione che ci spinge ad acquistare alcuni prodotti piuttosto che altri. È un senso molto più marcato rispetto a quello della vista, del tatto e dell’udito. Il potere dei profumi non si limita alla sfera della psiche, ma coinvolge lo star bene, il corpo, le funzioni fisiologiche, il metabolismo e in generale la condizione di salute. Se non ci sono particolari problemi fisici, un altro modo per approcciarsi agli oli essenziali e trovare la pianta più adatta in questo momento è provare a fare spazio dentro di sé, svuotando la mente, come in un atto meditativo. Quelle che contano sono le sensazioni oggettive e quelle emotive che si scatenano. Se

sentiamo che tale essenza risveglia una dimensione di piacevole equilibrio, noi e la pianta siamo entrati in relazione; proviamo ad utilizzarla: in diffusione nell’ambiente, con un po’ di olio di mandorle massaggiata sui polsi o semplicemente annusandola nella giornata. Buon divertimento.

Una rubrica a cura di Lara R. Cavallero Naturopata specializzata in fitoterapia, cromopuntura e riequilibrio del respiro Studio in Borgio Verezzi (SV) 347 1105893 - info@laracavallero - www.laracavallero.it Disciplinato ai sensi della legge del 14 gennaio 2013, n. 4 (G. V. 26 gennaio 2013, n. 22)

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Il frollino de L’OrtoShop Un biscotto da inzuppo creato esclusivamente per la Cooperativa L’azienda agricola Revello si trova a Vendone e dal 2017 Massimo Revello e la moglie, Daniela Pallanca, hanno creato “U Beriun”, agriturismo e fattoria didattica, e oggi allevano asini, capre, pecore, mucche ed altri animali, ampliando anche l’offerta dei loro prodotti con latticini, formaggi e loro derivati. Dall’incontro tra l’azienda agricola Revello e L’Ortofrutticola è nata una nuova proposta, un frollino da inzuppo creato appositamente per i clienti dell’OrtoShop. Un biscotto semplice e sano in vendita solo sui banchi del negozio de L’Ortofrutticola che viene presentato in diverse varianti: tradizionale, integrale e con gocce di cioccolato. Una novità esclusiva e tutta da scoprire.

Zio Pagnotta a L’OrtoShop Focaccia, brioches, pane di vario tipo da marzo sui nostri banchi L’OrtoShop amplia la sua offerta con i prodotti del panificio Zio Pagnotta. Il forno è gestito dalla famiglia Dell’Erba che con passione crea prodotti con ingredienti e procedimenti scelti con cura: lievito madre, farine non raffinate provenienti da grani italiani e macinate a pietra. Una delle particolarità della produzione è la panificazione con lievitazione spontanea che avviene a temperatura controllata e per mezzo dei lieviti naturalmente presenti nell’aria; un procedimento lungo che è alla base di un prodotto unico, adatto anche a chi non tollera il lievito. Dal panificio Zio Pagnotta (gestito da Francesca, Dario e i genitori di quest’ultimo, Stefania e Fabio), sono arrivati sui banchi dell’OrtoShop brioches, pane a lievitazione naturale, pane del giorno, pane alle noci, focaccia, pizza e, una volta a settimana, la sardenaira.

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primavera 2021

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Sono 39 le specie di lavanda conosciute con proprietà e caratteristiche diverse

La lavanda Un’aromatica sorprendente dalle innumerevoli qualità

La lavanda è una pianta aromatica tipica della macchia mediterranea nota per la bellezza dei suoi fiori che da giugno a settembre inondano i campi di lunghe spighe fiorite in sfumature viola-blu. Il nome lavanda richiama un’idea di pulizia e purificazione del corpo; utilizzata già dagli antichi egizi nel processo di mummificazione, se ne sono trovate tracce in alcuni sarcofagi e tombe, arrivò poi ai greci e ai romani che ne utilizzavano i fiori sia nell’igiene quotidiana, versandoli nell’acqua dei bagni termali, sia per ricavarne infusi curativi e oli balsamici per migliorare la salute e la bellezza di pelle e capelli. I monaci del medioevo la utilizzavano sia in cucina che in erboristeria. Questa pianta è quindi da sempre nota anche per le sue virtù curative: le sue infiorescenze sono ricche di tannini, flavonoidi, acido ursolico e sostanze amare, utili per creare un olio essenziale dalle molteplici proprietà. Esistono ben 39 specie di lavanda, la prima distinzione da fare è tra Lavandula angustifolia (officinale, fine, vera) e lavanda hybrida (lavandino).

LAVANDULA ANGUSTIFOLIA La Lavandula angustifolia è tipica delle zone alpine e grazie a questa sua crescita ad alta quota è meno soggetta agli attacchi dei parassiti e degli insetti; per questa ragione non produce naturalmente repellenti e questo fatto rende uniche le sue virtù curative. Infatti, a differenza del lavandino (lavanda hybrida), l’olio essenziale estratto dalla pianta di Lavandula angustifolia (detta anche officinale, fine o vera) esercita un’azione riequilibratrice del sistema nervoso centrale, essendo contemporaneamente tonico e sedativo; calma l’ansia, l’agitazione, il nervosismo; allevia il mal di testa e i disturbi causati dallo stress; aiuta a prendere sonno in caso di insonnia. Può essere usato come antisettico e antibiotico ed è molto valido nel trattamento di tutte le malattie da raffreddamento: influenza, tosse, raffreddore, sinusite, catarro. Agisce da antispasmodico calmando dolori e spasmi addominali (anche dolori mestruali). Usato come cicatrizzante viene impiegato


ALCUNI TIPI DI LAVANDA Come già detto esistono 39 specie di lavanda. Nel nostro territorio se ne coltivano principalmente alcune, andiamo a conoscerle.

LAVANDULA ANGUSTIFOLIA IMPERIA

La lavanda Imperia è una Lavandula angustifolia, creata e brevettata da Franco Stalla, nasce dalla Lavandula angustifolia di Nava e dalla Imperial Gem. È caratterizzata da: tre o quattro fioriture all’anno (se a 1000 metri sul livello del mare o vicino al mare); una resa in olio essenziale di circa 1,4 lt/Ql. (circa il doppio delle varietà attualmente coltivate); alta presenza di linalolo (tra il 60% e il 70 %). È ottima come pianta aromatica per l’uso in cucina per la preparazione di piatti dolci e salati.

LAVANDA BOSCOMARE

La varietà di lavandino o intermedia denominata Boscomare ha la caratteristica di avere una resa in olio essenziale di circa 3 lt/Ql.Prende il nome dal territorio dove si sviluppa e grazie alla presenza di un’alta percentuale di canfora (circa il 15%), il suo olio essenziale è ottimo per la realizzazione di igienizzanti e di profumatori di ambiente.

LAVANDA MARE BLU

sulla pelle in caso di ustioni, ferite piaghe, dà sollievo in presenza di punture d’insetti, eritemi solari, irritazioni causate da medusa. Può essere usato anche sui bambini: è sufficiente praticare un massaggio sulla nuca o sul petto oppure applicare qualche goccia dell’essenza messa sul cuscino; infatti grazie ai nostri recettori olfattivi è sufficiente inalare l’essenza per ottenerne benefici. I fiori freschi della lavanda officinale possono essere adoperati in cucina per ottime e sorprendenti ricette. Infine l’idrolato di Lavandula angustifolia, anche detta acqua floreale o aromatica, è la condensazione del vapore che si ottiene con la distillazione dei fiori di lavanda, nel passaggio attraverso i fiori si arricchisce dei principi attivi lasciando un’acqua distillata molto profumata che decongestiona e rinfresca la pelle, calma le infiammazioni ed ha proprietà calmanti e distensive per il sistema nervoso.

LA LAVANDA HYBRIDA La Lavanda hybrida, o lavandino, è un incrocio tra la Lavandula angustifolia e latifolia, ha foglie più larghe della lavanda officinale, cresce in pianura, ha un profumo piuttosto persistente ed ha caratteristiche molto diverse rispetto alla lavanda officinale angustifolia. Questa lavanda è leggermente canforata perché, crescendo a bassa quota, è più soggetta all’aggressione di insetti e parassiti, quindi la pianta si deve proteggere. Proprio per questa caratteristica, dalle sue foglie (e non dal fiore come avviene per le essenze) è possibile estrarre un olio repellente in grado di contribuire alla lotta biologica contro i parassiti e contro pidocchi, tarme, acari e i vari parassiti degli animali domestici; l’olio essenziale estratto dalla pianta di lavandino è usato anche come antinfiammatorio. Questa lavanda non può essere usata per le preparazioni medicinali, ma è ottima per profumare l’ambiente, la biancheria ed i prodotti per l’igiene. La sua resa in olio essenziale è di circa il 3%. Con il fiore è possibile realizzare sacchetti fai da te con cui profumare armadi e cassetti o aggiungerli nella preparazione di saponette naturali o di candele vegetali fatte in casa.

La Mare Blu è una lavanda intermedia creata principalmente per la vendita di mazzeria fresca e di bouquet secchi, grazie al colore molto intenso e vivace del fiore. Questa lavanda nasce dall’esigenza di avere un’essenza con sentore di profumo più delicato, meno intenso ma molto gradevole, che nell’arco della giornata sia ben tollerato anche dagli olfatti più sensibili.Ottima per shampoo doccia e profumi.

LA RICETTA

Acciughe in teglia al profumo di lavanda Tratta dal sito www.lavandarivieradeifiori.it

Ingredienti per 4 persone 16 acciughe fresche limone 2 spicchi d’aglio 1 mazzetto di prezzemolo

olio extravergine d’oliva sale q.b. fiori di lavanda officinalis Imperia

Preparazione Pulire le acciughe eliminando testa, coda e lisca, Dopo averle pulite adagiarle su un tagliere inclinato in modo da far sgocciolare tutta l’acqua. Spremere il limone e condire le acciughe in una padella con l’olio, l’aglio e il prezzemolo tritati molto finemente. Aggiungere un pizzico di fiori di lavanda officinalis Imperia. Cuocere il tutto per 15 minuti circa.


Foto: geol. Roberto Macciò

Alla scoperta della Gola delle Fascette Un’escursione non impegnativa ma che permette di vedere un angolo spettacolare sito sul confine ligure: una forra, o gola, che solo in annate particolarmente nevose, come questa, in primavera dà origine ad uno spettacolo unico della durata di circa un mese e che quest’anno sarà particolarmente evidente alla fine di aprile (Foto in alto). L’itinerario prevede un tragitto in macchina di circa 1 ora, partendo da Albenga, via Colle di Nava, poiché il sito è compreso tra i paesi di Viozene ed Upega, in Alta Val Tanaro. Il vantaggio però, per i più pigri, è che questo itinerario speciale non necessita di camminare poiché è tutto visibile dalla rotabile asfaltata, fermandosi in un allargamento a sinistra con la presenza di un cartello, prima di addentrarsi nella spettacolare, per alcuni inquietante, Gola delle Fascette provenendo dal paese di Viozene. Il sito è ubicato sul confine tra la Liguria, in sponda idrografica destra, ed il Piemonte, in sponda sinistra, ove transita la strada carrabile che dove essere seguita. L’areale è costituito da alcune peculiarità geologiche ma si analizzano le due più semplici da osservare e le più caratteristiche.

Foto: geol. Roberto Macciò

Gura da Fasceta, il geosito che fa spettacolo


GARBO DEL BUTAÙ (IMBUTO) Un’ altra caratteristica idrogeologica è costituita dal Garbo del Butau, situato a circa 250 m a monte del Garbo della Fus, qui il regime idraulico del torrente Negrone sparisce in un pozzo naturale ubicato in alveo e fuoriesce verso valle sempre lungo l’alveo lasciando asciutto un tratto del corso d’acqua che è percorribile a piedi tra “marmitte dei giganti” che sono forme di erosione formate dal trasporto solido del corso d’acqua. Solo durante gli

Per ulteriori informazioni: macciogeo@alice.it.

Trimestrale de L’Ortofrutticola di Albenga

Dalla parte opposta della carrabile per Upega, in territorio ligure, a seguito del disgelo delle nevi, periodo in genere tra metà aprile e metà maggio (quest’anno particolarmente evidente a fine aprile) fuoriesce da una condotta carsica un getto d’acqua con portata massima di 10000 lt/s che forma una cascata di altezza di circa 20 m nel sottostante torrente Negrone. La sua origine è ben definita grazie alle esplorazioni degli speleologi e delle loro prove con traccianti coloranti: questa fuoriuscita rappresenta il punto di smaltimento/risorgenza stagionale del sistema carsico alimentato dallo scioglimento della neve presente nel territorio piemontese e in parte nel territorio francese (area del monte Marguareis, rifugio Don Barbera, vallone di Piaggiabella) che attraverso una rete di condotte/gallerie (torrenti sotterranei) confluisce nella Gola delle Fascette e costituisce un’importante sorgente del fiume Tanaro. Tale sistema è di rilevanza europea ma è conosciuto solo dagli addetti ai lavori e costituisce un “geosito”, termine nuovo che vuol indicare una porzione di territorio che per il suo interesse geologico – geomorfologico deve essere conservato e tutelato. Fortunatamente questa cospicua risorsa d’acqua fuoriesce per la durata di circa 1 mese e non attira l’interesse ad essere captato per un uso idroelettrico (molto diffuso nella Regione Piemonte), che per fornire energia pulita altererebbe l’assetto naturalistico del sito.

eventi di piena tutto l’alveo incassato presenta un regime idraulico attivo tumultuoso. Tale inghiottitoio si è attivato da parecchi decenni per l’erosione delle acque del rio che hanno abbassato il fondo dell’alveo e messo alla luce una condotta carsica sotterranea; in precedenza l’acqua del rio occupava tutto l’alveo. La sezione di Imperia del CAI aveva riattivato un sentiero dotato di corde fisse di acciaio che permette di scendere nell’alveo per osservare il Garbo del Butaù. Purtroppo l’alluvione del novembre 2016 ha distrutto la passerella in legno che permetteva di attraversare l’alveo e la gola, ad oggi tale sentiero è percorribile solo per escursionisti molto esperti; pertanto non si deve scendere nella gola per il grado di pericolosità presente. A proposito di questa gola viene narrato un fatto molto singolare. Un tempo tutta l’area era interessata dal taglio e raccolta del legname che veniva portato alla Gola, chiusa con una diga. Questa poi veniva fatta saltare e i tronchi erano trascinati dall’acqua fino a Ponte di Nava, dove raggiungevano le segherie. Nel 1860 avvenne un fatto singolare: si aprì, all’inizio della gola verso Upega una grande caverna, la grotta del Butaù, che inghiottì tutta l’acqua e il legname. I tronchi scomparvero nella montagna e ricomparvero alcuni giorni dopo a valle, all’uscita della grotta della Foce, dopo aver percorso chilometri di gallerie sotterranee. La Gola delle Fascette presenta delle peculiari caratteristiche geomorfologiche, carsiche ed idrogeologiche e dunque meriterebbe la realizzazione di un sentiero lungo le sponde e l’alveo con cavi di acciaio, che proseguendo da quello realizzato dal CAI di Imperia scenda verso valle sino al conoide detritico sottostante l’ingresso alla Gola delle Fascette lato Viozene, passando sotto il Garbo della Fus, sulla sponda opposta. Questa escursione, da svolgersi in primavera, terminerebbe nel migliore dei modi con un bel pranzo in uno dei paesi della zona: Upega o Viozene o Monesi.

Foto: geol. Roberto Macciò

GARBO DELLA FUS (DELLA FOCE)


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Il progetto di filiera agroalimentare con Arimondo Una società che condivide la nostra visione di attaccamento al territorio e di crescita economica nel rispetto di solidi valori Il sistema dell’Ortofrutta ha resistito al Covid-19 continuando a produrre e rifornire i mercati e le catene della media e grande distribuzione ma, adesso, fa i conti col post- Covid in un quadro di crescenti difficoltà. La domanda è quindi come consolidare e crescere sul mercato interno. Con il graduale ritorno alla normalità alcuni cambiamenti nel comportamento di acquisto e nelle scelte di consumo rimarranno presenti e caratterizzeranno il mercato dell’ortofrutta per i prossimi anni. Bisogna quindi cominciare a ragionare su questi mutamenti per capire come affrontare correttamente il mercato. Un secondo tema che rappresenterà un cambiamento nel consumatore è rappresentato dalla richiesta di rassicurazione circa la

sicurezza alimentare; assistiamo infatti ad una rinnovata attenzione per i prodotti del territorio e per l’origine italiana. Maggiore apertura di credito verrà riservata ai prodotti a filiera controllata e a residuo zero. Questo elemento coinvolge anche l’offerta della media e grande distribuzione dei prossimi anni e proprio in questo scenario assume maggior importanza il progetto di filiera agroalimentare (Progetto GAL Vallisavonesi, misura 16.9) che l’Ortofrutticola di Albenga ha promosso con la società Arimondo. Nata a San Bartolomeo (IM) nel 1791, ha aperto il suo primo supermercato negli anni ’70 e oggi conta 36 punti vendita distribuiti sull’intera superficie della Regione Liguria. Come Cooperativa, attiva sul territorio da 80 anni, siamo a conoscenza che molti imprenditori agricoli vedono nella media e grande distribuzione “il male oscuro” perché associano ad essa i meccanismi che stritolano la filiera con le aste al doppio ribasso, che sfruttano il lavoro, che a stento riconoscono alla qualità dei prodotti il giusto prezzo ma i supermercati non sono tutti uguali. La nostra scelta è infatti caduta su una Azienda che ha nell’attaccamento al territorio, nella famigliarità e nella passione la sua vision e sostiene un nuovo modello di impresa in cui la crescita sia frutto della condivisione di valori e di una sentita responsabilità sociale. Non basta organizzare scaffali di ortofrutta a chilometro zero nelle corsie del supermercato, occorre tutelare i produttori, anche in una nazione come l’Italia che ha una frammentazione agricola estrema ma che conserva in ogni angolo del suo territorio numerose tipicità

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che custodisce gelosamente. Tutto ciò, però, ha un costo. In tutto questo le aziende hanno bisogno di far sapere alle famiglie perché alcuni prodotti possono costare più di altri, dare merito al valore aggiunto e al lavoro che le imprese agricole quotidianamente svolgono tramandando di generazione in generazione i “segreti della terra”. Non possiamo innescare un cambiamento a meno che le scelte etiche, ambientali e sociali siano riconosciute così da chiedere di pagare anche qualche centesimo in più. L’Ortofrutticola di Albenga, proprio in quest’ottica, svolge ormai da alcuni anni un’attività di logistica tra i produttori e Arimondo S.r.L. attraverso un rapporto lineare alla ricerca di organizzare i piccoli agricoltori e distribuendo quotidianamente i loro prodotti nei punti vendita. Per un’organizzazione sempre più efficace, strutturata e affidabile, affinché i margini di crescita e di miglioramento siano sempre più importanti, occorre lavorare insieme, convogliando gli sforzi dei produttori, de L’Ortofrutticola e di Arimondo verso un fine comune che è quello di aumentare la produzione, migliorare la qualità, conservare le tipicità, crescere professionalmente avvalendosi anche delle corrette assistenze tecniche presenti all’interno della Cooperativa al fine di ottenere un maggior riscontro economico, la crescita del territorio, il fascino che uomo e territorio insieme hanno saputo conservare negli anni per garantire un futuro migliore. “Abbiamo riconosciuto in questo progetto la passione per il “fare bene”, l’attenzione per il territorio e la ricerca della bontà che da sempre guidano le scelte della nostra azienda - commenta Silvia Arimondo -. Collaborare con L’Ortofrutticola ci permette sia di sostenere la produzione locale in questo difficile momento economico sia di offrire un prodotto di alta qualità, a km 0 e appena colto come desiderano i nostri clienti: ne siamo davvero felici.”

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IL PROGETTO BENE COMUNE Un aiuto concreto per coloro che vivono nei piccoli centri “In un momento difficile come quello che stiamo vivendo tre Comuni vicini tra loro, Vendone, Arnasco e Onzo per aiutare la Comunità e le piccole attività sul loro territorio hanno creato questo progetto realizzando un servizio di consegna a domicilio di beni di prima necessità, come alimenti, legna e pellet”, ci spiega Luciano Gallizia presidente della Cooperativa Olivicola di Arnasco. La Cooperativa avrà l’incarico di effettuare le consegne oltre al fatto di rientrare tra le attività di vendita del progetto insieme a Alimentari Miniemporio di Pasqua di Onzo, Macelleria Gastaldi Claudia di Ortovero, Alimentari da Bianca di Arnasco. Il progetto si rivolge a tutti gli abitanti dei tre comuni di Vendone, Arnasco e Onzo, chi è interessato a questo servizio può contattare direttamente i negozi all’interno del progetto, fare la spesa e adv_blackjakBIO_A5.pdf

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richiedere la consegna a domicilio. Il servizio verrà svolto due volte alla settimana. Dice l’avvocato Sabrina Losno, sindaco di Vendone, capofila del progetto: “E’ una vera e propria rete di solidarietà perché, ora più che mai, è doveroso aiutare le persone in difficoltà e le piccole attività presenti sul nostro territorio. Ci auguriamo che il servizio possa incontrare il favore della Comunità in modo da poterlo proporre anche nel futuro, magari sviluppandolo e implementandolo”. Chiama il tuo negozio di fiducia più vicino, ordina la tua spesa e aspettala direttamente a casa! Per maggiori informazioni: www.benecomune.sv.it; telefono: 0182 761178; - indirizzo mail: info@coopolivicolarnasco.it


Un servizio di consulenza per aiutare i soci ad accedere agli incentivi Cia Savona sta organizzando il servizio di consulenza rivolto ai propri soci ed utenti per l’agevolazione prevista dal D.L. Rilancio e ridefinita dalla legge di Bilancio 2021. L’ultima norma estende al 30 giugno 2022 con possibilità di proroga al 31.12.2022 il 110% di aliquota di detrazione dall’IRPEF delle spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica come il cappotto termico isolante sulle pareti e sul tetto, la sostituzione della calderina con una caldaia a gas a condensazione e gli interventi antisismici. A questi interventi necessari, detti “trainanti”, si possono aggiungere altri interventi come ad esempio gli impianti fotovoltaici, gli infissi e le infrastrutture di ricarica veicoli elettrici negli edifici. Anche gli agricoltori come proprietari della casa di abitazione hanno una interessante possibilità da sfruttare in quanto potranno cedere l’agevolazione nella forma di credito di imposta alla propria banca o a società specializzate in queste operazioni finanziarie. Cia Savona, attraverso il supporto di tecnici esterni locali e della società E.s.co.Agroenergetica di Cia nazionale, sta formando il personale tecnico interno e del proprio servizio CAF per fare consulenza presso gli uffici di Albenga, Savona, Finale e Cairo e sta anche stipulando convenzioni con Banche e società specializzate. “In questo caso tutti gli agricoltori proprietari di casa di abitazione,

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in particolare di costruzione non recente, hanno una formidabile occasione per programmare interventi manutentivi e quindi li invitiamo ad informarsi in Cia e presso i propri consulenti tecnici”, afferma il Presidente Cia Savona, Mirco Mastroianni. “Anche gli agricoltori che non hanno alte imposte da pagare potranno fruire del Superbonus 110% cedendo il credito di imposta alle Banche. Sarà determinante la valutazione del tecnico; se riterrà gli interventi da fare idonei per il miglioramento di 2 classi energetiche (certificato APE) allora potrà partire la procedura”, spiega il Direttore Cia Osvaldo Geddo, che aggiunge: “Consigliamo a tutti i proprietari di case di fare le proprie valutazioni, anche tramite Cia, in questi mesi invernali per essere pronti allo svolgimento dei lavori nella buona stagione”.

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CONFAGRICOLTURA

RIFIUTI

APPROFONDIMENTO SULLA GESTIONE DELLA MANUTENZIONE DEL VERDE Il nuovo d.lgs. non aiuta la comprensione della normativa ma la complica Sono state introdotte modifiche ed integrazioni che incidono sulla gestione della manutenzione del verde, vediamo le principali. È stato eliminato il riferimento agli sfalci e potature della manutenzione del verde pubblico con la conseguenza che non possono più essere escluse dalla normativa sui rifiuti. Alla luce dell’attuale normativa, comunque, gli sfalci e le potature effettuati nel rispetto delle buone pratiche colturali derivanti dall’attività agricola in campo continuano ad essere esclusi dalla disciplina dei rifiuti e possono essere utilizzati in agricoltura, nella silvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa; così come l’imprenditore agricolo che non utilizzi direttamente i residui vegetali nel ciclo aziendale, può cederli anche a terzi per il riutilizzo in agricoltura o per la produzione di energia. A fronte delle difficoltà applicative ed interpretative sulla classificazione degli sfalci e potature per la manutenzione del verde

svolte dall’impresa agricola rimane sempre valida la possibilità di classificare i residui della manutenzione del verde pubblico e privato come sottoprodotti. Per quanto riguarda le imprese artigiane, che svolgono le attività di manutenzione del verde pubblico le nuove formulazioni degli artt. 183 e 185, portano a classificare le foglie, gli sfalci d’erba e potature di alberi, come rifiuti. Da considerare che anche in questi casi rimane valida l’opzione di considerarli sottoprodotti. Altra modifica apportata è la nuova definizione di rifiuto urbano (articolo 183, comma 1 lettera b ter e b- sexies) che esclude espressamente i rifiuti derivanti da attività agricole e connesse. Le suddette novità, oltre a generare una serie di problemi interpretativi, portano comunque ad una possibile diversificazione della gestione dei rifiuti qualora l’attività di manutenzione sia riconducibile all’attività agricola o all’attività artigiana. Nel caso di produzione di rifiuti per manutenzione del verde pubblico svolta da imprese artigiane, sarebbero possibili le classificazioni di rifiuto urbano o rifiuto speciale. Nel caso di produzione di rifiuti per manutenzione del verde privato svolta da imprese agricole sarebbe possibile la classificazione come rifiuto speciale, mentre nel caso l’attività sia svolta da imprese artigiane sarebbero possibili diverse classificazioni: rifiuto speciale, rifiuto speciale assimilato agli urbani. Anche in questo caso valgono le incertezze interpretative segnalate nel caso della manutenzione del verde pubblico. In considerazione di quanto appena espresso è solo chiaro che il nuovo dlgs 116/2020 non aiuta la comprensione della normativa ma la complica. È necessario, quindi, che venga intrapresa un’attenta rilettura ed un valido approfondimento per dirimere la questione.

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GIANLUCA BOERI ELETTO VICEPRESIDENTE DEL GRUPPO FLORICOLO EUROPEO Un importante risultato per la tutela e valorizzazione del comparto florovivaistico È Gianluca Boeri, classe ‘83, il Vicepresidente eletto, il 12 gennaio, del gruppo floricolo del Copa-Cogeca, la federazione europea che comprende le associazioni di agricoltori e cooperative agricole. Una grande soddisfazione per l’attuale presidente di Coldiretti Liguria, che varca così la soglia dell’Europa per la tutela e valorizzazione del comparto florovivaistico, non solo italiano ma europeo. “Alla dirigenza Nazionale della Coldiretti e al gruppo del florovivaismo nazionale che ha creduto in me, e ai membri del consesso europeo che mi hanno dato la loro fiducia, vanno i miei ringraziamenti – ha commentato il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri – Abbiamo ora davanti

a noi tante tematiche da affrontare. Penso anzitutto al ruolo che il settore florovivaistico potrà svolgere per guidare, non solo l’Italia ma l’Europa agricola, verso gli obiettivi del Green Deal Ue; questo prendendo atto però della crisi generata dal Covid in quest’anno di pandemia, dove ritardi, cancellazioni ordinativi e difficoltà nei commerci hanno pesato, e continuano a pesare, su numerose imprese, e alla quale si sommano problematiche legate a tensioni internazionali, come nel caso della Brexit. Per il settore è quindi necessario, a livello europeo, portare avanti non solo fondamentali aiuti per sostenere la tenuta economica delle aziende florovivaistiche e per rilanciarne l’export, superando inoltre il limite sugli aiuti di Stato, ma elaborare proposte concrete per la piena valorizzazione, ricerca e promozione delle grandi eccellenze prodotte nell’ottica della massima sostenibilità ambientale, sociale ed economica”. Il nuovo Vicepresidente del Copa-Cogeca è un giovane imprenditore agricolo, classe 1983, di Taggia (in provincia di Imperia), laureato in Florovivaismo e titolare dell’azienda florovivaistica Boeri, specializzata nella coltivazione di fiori recisi, che vanta ad oggi circa tre ettari di coltivazioni protette destinate a varie tipologie di fronde verdi, e circa un ettaro di superficie con più di 80.000 piante di ranuncolo e 3.000 piante di peonia erbacea da reciso. Il percorso all’interno dell’Organizzazione agricola è iniziato con la delega provinciale Giovani Impresa proseguendo poi, a partire dal 2015, con l’incarico di Vicepresidente di Coldiretti Imperia, la provincia ligure dove si concentra il massimo della produzione floricola di fiore reciso, arrivando alla carica di Presidente Regionale dal 2018. Alla luce della sua esperienza in campo floricolo è diventato membro della consulta florovivaistica nazionale di Coldiretti.

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LA STORIA DELLA COOPERATIVA La Viticoltori Ingauni società Agricola Cooperativa nasce nel 1976 per iniziativa di 13 soci, che si uniscono per vinificare e commercializzare il vino più tipico della nostra zona: il Pigato. Negli anni il numero dei soci è andato gradatamente aumentando con conseguente incremento delle quantità e delle tipologie di uve vinificate, infatti oltre al Pigato si fanno sempre più strada gli altri vitigni della nostra riviera di ponente, il Vermentino, il Rossese detto di Campochiesa, l’Ormeasco di Pornassio nelle sue varianti più conosciute quali il tradizionale, il Superiore e lo Sciac-tra, e la Lumassina mossa. La Cooperativa ad oggi conta circa 198 soci iscritti, che sono distribuiti su un territorio della Riviera Ligure di Ponente che và dal Finalese, all’Albenganese fino al territorio di Diano Marina, mentre l’entroterra riguarda in parte la Valle del Lerrone e soprattutto la Valle Arroscia risalendo da Albenga fino al comune di Pornassio passando per Ortovero. La nostra Cooperativa non ha terreni nè di proprietà nè in affitto, pertanto tutta la produzione deriva da uve conferite dai soci, che hanno le proprie aziende su un territorio molto vasto con terroir altrettanto vario, permettendo così di beneficiare delle caratteristiche migliori delle uve provenienti dalle varie zone. Attualmente vengono vinificati all’anno circa 4500/4700 q.li di uve di cui il Pigato costituisce circa il 58% il Vermentino circa il 18% l’Ormeasco di Pornasio nelle varie tipologie circa il 10% il Rossese

circa il 7% la Lumassina e i vini IGP e da Tavola il restante 7%. Vari sono stati i riconoscimenti conseguiti dalla nostra Cooperativa negli anni quali concorso Douja d’Or anni 1994-1995-20032005-2006-2009-20102011; il premio Gran medaglia d’argento di Cangrande (conferita al Vinitaly di Verona). Attualmente la sede della nostra cooperativa, si trova ad Ortovero (SV) in Via Roma n 3, al suo interno vi è presente un piccolo punto vendita dove si possono apprezzare e acquistare tutti i nostri vini sia sfusi che in bottiglia.

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