L'Ortofrutticola di Albenga - L'O - Estate 2022

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NOTIZIARIO TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA L’ORTOFRUTTICOLA DI ALBENGA Trimestrale della Cooperativa L’Ortofrutticola - Anno XXV - n.2 Estate 2022 - Spedizione A.P. 70% - Reg. Trib. SV n. 318 (1/3/1985) - DISTRIBUZIONE GRATUITA. dapag.5 Assistenza tecnica Strategie di coltivazione pagg.8,9 Aziende locali Luca Lanzalaco Una promozione per far scoprire gli ortaggi pag.10 pag.11 Tendenze Il ritorno agli ortaggi

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Elevata capacità di carico
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Grafica e impaginazione

Stampa: Tipografia Ciuni - Albenga Foto copertina: Edoardo Caputo - orasisdesign.it

3 4 SETTORE FIORI Il bilancio della stagione 15-16 ECCELLENZE Asparago violetto e scorzonera 10 PROMOZIONE I sapori autentici di Albenga “L’ORTOFRUTTICOLA - LA COOPERATIVA” TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA “L’ORTOFRUTTICOLA” Direzione, Amministrazione e Pubblicità Reg. Massaretti, 30 Bastia d’Albenga (SV) - Tel. 0182 50374
Alberto Cannata, Emanuela Colamartino, Giuseppe Del Core,
Enrico, Luciano Gallizia,
Geddo, Michele
Mattone,
Direttore responsabile: Erica Marzo Hanno collaborato a questo numero:
Massimo
Osvaldo
Introna, Mario
Simone Moroni, Lara Ravera, Alessio Roba.
Edoardo Caputo - Studio Orasis design - orasisdesign.it
17-18 TERRITORIO Esposizione Fior d’Albenga 13-14 ESPOSIZIONI Euroflora

Un anno difficile dopo il boom del 2021

Settore Fiori, una stagione altalenante

Tante le criticità che hanno pesato sulla stagione appena conclusa

Fare un bilancio di una stagione non è mai cosa semplice perché ad Albenga le aziende sono frammentate e ognuna ha proprie tipologie di produzioni.

Una riflessione di carattere generale non può prescindere dall’an damento della stagione precedente; infatti, quella 2021 è stata una stagione eccezionale, che quindi ha determinato un aumento di prodotto per il 2022.

Nei primi mesi di quest’anno (febbraio e marzo) c’è stato un buon andamento ma l’accelerazione che ci si aspettava nel mese di aprile non c’è stata, creando così un ingorgo di prodotto che è rimasto fino a fine stagione. In corrispondenza del conflitto in Ucraina e i dieci giorni di freddo ad aprile, il mercato ha rallen tato, difficile dirsi se si tratti di coincidenze ma è certo che si è assistito ad un sincronismo perfetto tra gli eventi metereologici e bellici ed il rallentamento nelle vendite.

Un altro fattore di grande peso sull’andamento della stagione è sta to l’aumento dei prezzi delle materie prime che ha inciso su tutto il nostro settore soprattutto sui costi di produzione e di trasporto.

Analizzando l’andamento degli ultimi due anni, tanto altalenante, e in preparazione al prossimo è importante pianificare il lavoro e razionalizzare il più possibile le produzioni.

Proprio per far fronte alla situazione di difficoltà nella vendita come Cooperativa abbiamo attivato e cercato dei canali commer ciali riuscendo a mantenere dei buoni volumi.

Si può ipotizzare che gli anni che ci attendono saranno di sicuro cambiamento e la filiera agricola deve essere pronta e al passo con il presente, se necessario precedere i tempi con innovazione e idee così da poter agire con maggior efficacia in un mercato in continua trasformazione.

Un ringraziamento infine va a tutto il settore Fiori, con l’impegno e la dedizione siamo riusciti a lavorare bene durante tutta la stagione.

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Note tecniche Erba Cipollina

Problemi fisiologici, funghi e una nuova varietà

LA SCLEROTINIA DELL’ERBA CIPOLLINA

Il fungo è causato da Sclerotium cepivorum detto anche marciume bianco ed è uno dei principali problemi della coltura. Gli attacchi di marciume bianco possono verificarsi sulle piante in tutti gli stadi di sviluppo, il sintomo caratteristico è rappresentato da un tipico marciume basale, con la presenza di una muffetta biancastra cotonosa, all’interno della quale sono presenti svariati corpiccioli nerastri chiamati sclerozi (VEDI FOTO). Le foglie delle piante colpite, soprattutto quelle più esterne, si presentano ingiallite, con gli apici disseccati e ripiegati verso il basso. Le infezioni precoci portano ad un rapido ingiallimento delle foglie, con avvizzimenti e morte delle giovani piantine. La malattia è favorita da delle temperature medie sopra i 12°C ed elevata umidità o in seguito a periodi piovosi.

INGIALLIMENTO E BRUCIATURA DELLE FOGLIE DI ERBA CIPOLLINA

Il problema è di natura fisiologica e si manifesta soprattutto in estate, dovuta alla carenza di calcio, che a causa della intensa traspirazione non viene traslocato. Per evitare la problematica effettuare bagnature regolari con le piogge; somministrare chelato di calcio per via fogliare.

NOVITÀ 2021/22

E’ stata introdotta presso la Cooperativa la nuova varietà: POLY VERT. Questa varietà si presenta con una foglia molto più spessa degli standard conosciuti, di calibro grosso, eretta e molto robusta. Colore verde intenso, apparato radicale molto sviluppato, crescita rapida, poco sensibile all’ingiallimento, ideale per la coltivazione in vaso, e per reciso a mazzetti.

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Speciale lotta alla

Mosca dell’olivo

Diverse strategie volte a combattere questo insetto

TRAPPOLE PER LA CATTURA MASSALE

Di seguito nuove ed efficaci trappole per la cattura massale degli adulti della mosca dell’olivo.

Caratteristiche

è costituita da un dispositivo di plastica formato da un cono di cattura di colore giallo/arancio, all’interno del quale vengono po sizionati in dispenser attrattivo ed il feromone, e da un coperchio trattato internamente con insetticida. Gli insetti, sia maschi che femmine, vengono attirati nella trappola, sia dal dispenser che dal feromone che dal colore, e una volta all’interno, entrando a contatto con l’insetticida, muoiono. Essendo l’insetticida rinchiu so all’interno della trappola, l’impiego di Flypack/Decistrap non disperde principio attivo nell’ambiente e nelle derrate, ed è sicuro per l’operatore. Gli utilizzi di Flypack/Decistrap sono consentiti in agricolture biologica.

Modalità

di applicazione

Le trappole vanno posizionate su un ramo, ad una altezza di 1.4 –1,8 metri dal suolo. L’orientamento preferibile è nella arte sud-sud ovest della pianta, in un’area ombreggiata per garantire una maggiore frequentazione dell’insetto. Le trappole vanno distribuite uniformemente all’interno dell’oliveto, in numero di 5-6 per 1000 metri, fino ad un massimo di 10, in funzione della gravità dell’at tacco. E’ consigliabile incrementare il numero di trappole sui bordi, in caso di oliveti abbandonati nei pressi dei confini. E’ preferibile iniziare le catture quanto prima possibile, già dalle generazione antofaghe di maggio. Flypack/Decistrap mantengono la propria capacità attrattiva per almeno 180 giorni. La loro persistenza di azione coprirà quindi tutta l’annata. Le catture possono proseguire anche successivamente alla raccolta, diminuendo le popolazioni per l’annata successiva.

SURROUND WP

Risultati ottimali nella lotta alla mosca si ottengo combinando l’uso delle trappole con la somministrazione di Surround, effettuando il primo trattamento con questo prodotto nella fase fenologica di in durimento del nocciolo, quindi verso la metà di luglio, e ripetendo il trattamento quando il fogliame inizia a perdere il colore bianco, o in caso di forti piogge (superiori ai 30 mm), che pregiudicano l’efficacia della pellicola bianca protettiva. Il funzionamento del ca olino è in pratica quello di mascherare la pianta. Infatti la Mosca è attratta dal verde particolare dell’Olivo. Inoltre il vantaggio di que sta schermatura, porta ad un abbassamento della temperatura della pianta e ad un’azione anti-traspirante con una conseguente diminuzione della cascola ed una maggiore resa produttiva.

E’ consigliabile consultare il bollettino regionale sull’olivo, disponibile sul sito della regione all’indirizzo: https://www.agriligurianet.it/it/impresa/assistenza-tecnica-e-centri-serivizio/agrometeo-caar/bollettino-di-olivicoltura.html

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SALI DI RAME

La mosca viene attratta dalle foglie di olivo, sulle quali sono presenti dei batteri che costituiscono una importante fonte di nutrimento e sono necessari per la digestione delle proteine. La mancanza di questi batteri nell’intestino delle larve di prima età ne provoca la morte. I Sali di rame, avendo un effetto batterio statico, elimina i batteri sulle foglie, che così non vengono più ingeriti dalla mosca. Inoltre, per l’effetto di indurimento della drupa, esercitano un effetto deterrente nei confronti delle femmine ovideponenti.

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Insetticida sistemico attivo su insetti ad apparato boccale pungen te- succhiante. Agisce sulle larve di prima età nelle drupe. Bisogna applicarlo intervenendo precocemente, con una infestazione attiva del 2-3%. Dose di impiego 150 cc /hl, tempo di carenza 21 giorni. Sono consentite 2 applicazioni all’anno.

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Insetticida assorbito dalla vegetazione, traslocato per via sistemi ca e redistribuito su tutta la vegetazione per via translaminare, at tivo su insetti con apparato boccale pungente-succhiante (mosca). Agisce sulle larve di prima età nelle drupe, bisogna applicarlo intervenendo precocemente, con una infestazione attiva del 2-3%. dose di impiego 75cc hl. Il prodotto è autorizzato per 1 applicazione all’anno. Tempo di carenza 14 giorni.

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Alla scoperta delle aziende locali Intervista a Luca Lanzalaco

Antichi sapori tra innovazione e tradizione

Per la nostra rubrica “Alla scoperta delle aziende locali” su questo numero andiamo a conoscere la società agricola Enrico & Lanzalaco. Ci accompagna nell’azienda di famiglia Enzo Lanzalaco, mentre il figlio Luca ci racconta le origini e i progetti di questa storica azienda della pianura di Albenga.

L’azienda si trova ad Albenga, in regione Bagnoli ed è specializ zata nella produzione di ortaggi, in particolare asparagi, carciofi, zucchine, scorzonera, oltre ad aromatiche in vaso.

Spiega Lanzalaco: “L’azienda esiste dagli inizi del ‘900, all’epoca la produzione era esclusivamente orticola ma dagli anni ’80, un po’ come tutti sulla Piana, si è deciso di concentrarsi sulle piante in vaso, molto richieste dal mercato”.

È dagli anni 2000 che l’azienda è tornata alla produzione di ortaggi, grazie ad una intuizione di Luca Lanzalaco che ha visto possibilità di crescita inespresse nel recupero delle antiche varietà. Il giovane Luca Lanzalaco, oggi trentaseienne, aiutato e sostenuto dalla famiglia, ed in particolare dal nonno, Giovanni Battista Enrico, ha deciso di dedicarsi a questo recupero, con

impegno e dedizione. Continua Lanzalaco: “La coltivazione dell’asparago violetto è piuttosto complicata. In passato è stata praticamente abbando nata a causa del cosside, un lepidottero di dimensioni grandi, col corpo massiccio. Gli adulti di questo parassita volano di notte e le sue larve mangiano il turione dell’asparago compromettendone la crescita. Inoltre il terreno su cui è stato coltivato l’asparago è inutilizzabile, per questa coltivazione, per 5 anni. Noi non usiamo diserbanti e facciamo un lavoro completamente manuale, come un tempo, anche perché l’asparago violetto non viene tagliato a filo suolo come si fa da altre parti ma viene estratto dal terreno e per fare ciò c’è bisogno di molta manualità ed attenzione. Purtroppo la produzione è troppo ridotta anche per poter chiedere una certificazione di tutela nazionale o europea: non abbiamo i numeri e la forza economica per farlo. Da qualche tempo però esiste un progetto legato al territorio che si occupa della tutela e della valorizzazione dell’asparago viletto che è un prodotto unico al mondo, selezionato ad Albenga per le condizioni ambientali e

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climatiche specifiche di questo territorio anche se oggi, a causa dei cambiamenti climatici e il relativo aumento delle temperature, si assiste ad una minore produttività. C’è una grande attenzione verso questo prodotto, grazie anche agli investimenti del PSR, al presidio Slow Food e ai ristoratori locali che propongo l’asparago in diversi piatti. È in atto uno studio del genoma per riuscire a fare una mappa genetica completa dell’asparago, un progetto iniziato anni fa ma ora in fase di completamento. Si tratta di un ortaggio di nicchia e per questa ragione è impor tante diversificare affiancando a questa produzione quella di altri ortaggi e di piante aromatiche in vaso”.

Oltre all’asparago violetto, un altro ortaggio particolare prodotto dall’azienda Lanzalaco & Enrico è la scorzonera.

Dice Lanzalaco: “La scorzonera è sempre stata prodotta dalla nostra azienda. Bisogna coltivare la scorzonera con alcune accortezze, seminandola ad esempio in un terreno sabbioso, non grasso e ricco d’acqua. Il bacino d’utenza di questo ortaggio va dalla provincia di Savona a quella di Genova; piuttosto ridotto quindi ma oggi la scorzonera è ricercata anche da ristoranti che propongono piatti liguri, questo ortaggio è infatti alla base di alcuni dei più rinomati piatti della nostra zona. Solitamente la scorzonera è un prodotto estivo ed autunnale ma noi la produciamo anche in inverno”.

L’azienda Lanzalaco & Enrico è portata avanti da Luca, dai genitori, Pinuccia ed Enzo e dall’inossidabile nonna Ivonne, sempre pronta a consigliare e rimboccarsi le maniche.

Continua Lanzalaco: “Il vero apporto economico oggi è dato dai vasi ma per noi è importante non perdere la tradizione orticola, per questa ragione facciamo vendita al dettaglio e cerchiamo di

spiegare al cliente le caratteristiche e l’uso dei diversi ortaggi. Credo che le nostre eccellenze agricole possano essere anche un ottimo volano per il turismo, sempre più attento al territorio ed alla sostenibilità”.

Per quel che riguarda il ruolo de L’Ortofrutticola Lanzalaco spiega: “La Cooperativa è stata il punto di riferimento di produttori e com mercianti per molto tempo. Ha poi perso il suo ruolo centrale ma oggi credo che L’Ortofrutticola sia l’unica a poter fare da traino e da guida in un momento in cui l’agricoltura si muove molto velocemente e con numeri tali che solo presentandosi in forze si può fare la differenza sul mercato”.

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L’analisi del Settore Ortaggi

Ritorno al passato con lo sguardo al futuro

Sono sempre di più le aziende che tornano alla produzione di ortaggi

Un comparto in continuo movimento che risente del caro carbu ranti e dell’incertezza dei mercati, tra pandemie e guerre; questa, in estrema sintesi, la fotografia del settore agricolo, non solo della Piana ma dell’intero territorio nazionale.

Per far fronte a queste nuove sfide, la Piana di Albenga torna al passato e sempre più aziende agricole puntano sulla produzione di ortaggi per rilanciare l’economia. Scommettere sulle varietà che hanno reso tipica la produzione di Albenga, zucchine trombette, cuore di bue, carciofo spinoso, asparago violetto, non è affatto scontato e forse fino a qualche anno fa poteva sembrare quanto meno azzardato. Oggi questa nuova strada che guarda al passato non si limita ad un mero recupero delle antiche colture che hanno reso la Piana famosa per le sue eccellenze, ma punta anche su un recupero ed una valorizzazione delle coltivazioni meno famose, come le carote, le cipolle rosa savonesi, i fagiolini pelandroni e tante altre.

In un momento che vede anche l’arte culinaria cambiare per tornare alle origini, gli antichi sapori sono sempre più richiesti,

sia nelle cucine stellate che in quelle del singolo consumatore finale che negli ultimi anni, infatti, ha acquisito una maggiore consapevolezza che si è tradotta in scelte mirate e maggior attenzione alla qualità del prodotto. Questa nuova attenzione alla qualità e le maggiori conoscenze dei clienti hanno quindi creato una domanda più attenta e consapevole, alla ricerca di prodotti sani, gustosi e sicuri, con un riavvicinamento alle tradizioni e alle produzioni locali. Ora per fare in modo che la scommessa dei nostri agricoltori diventi vincente, dobbiamo riuscire a dare più continuità nell’offerta e a produrre queste varietà per più mesi all’anno. È questa la sfida che si deve affrontare e, con l’aiuto dei soci, vero motore della Cooperativa, L’Ortofrutticola è convinta di poter vincere. Il cambiamento è già in atto e non può prescindere da un lavoro di squadra; proprio per portare avanti un progetto sinergico e di fattiva collaborazione verrà organizzato, alla fine della stagione estiva, un incontro con i soci per commentare i mesi trascorsi e programmare le azioni future. Siamo convinti che in un mercato globale si vinca solo se uniti.

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Il Bombo

Gabriele Cipriani è il titolare dell’azienda agricola il Bombo di Peagna: “Alla base delle nostre coltivazioni sta una filosofia che prevede la lotta integrata tramite insetti, di qui il nome il Bombo. L’azienda è nata recentemente, nel 2020, quando mi sono innamorato di questo lavoro, ho deciso di cambiare vita, ho preso un’azienda dismessa a Peagna e ho creato questo che è il mio piccolo paradiso. Come dico sempre il buongiorno vero si trova nella terra, quando al mattino ti accoglie con la sua esplosione di colori e profumi”. All’OrtoShop sono in vendita i prodotti di questa azienda agricola (primi fra tutti carciofi, trombette e kumquat) che fa del rispetto dell’ambiente una vera e propria bandiera.

Cuor di bue rosa e...

Un cuor di bue rosa? Questa la scommessa vinta da Mauro Zunino che da anni porta i suoi ortaggi all’OrtoShop. La sua azienda agricola sorge letteralmente a due passi dal mare, tra Albenga e Ceriale, qui Mauro Zunino coltiva per mezzo della lotta integrata diversi ortaggi tra cui carciofi spinosi, pomodori costoluti, cuor di bue tradizionali e, appunto, cuor di bue rosa, che raggiungono poi an che i banchi dell’OrtoShop. Spiega Zunino: “Produciamo tutto fuori suolo così da evitare la disinfezione del terreno: gli ortaggi vivono in un substrato inerte e poi vengono irrigati e concimati con prodotti specifici. Ad oggi stiamo collaborando con l’Università di Genova e Coldiretti per creare un cuor di bue nichel free e i risultati fin qui ottenuti sono buoni e incoraggianti”.

Panificio Micheli

Dal 1967 il panificio Micheli, a Villanova d’Albenga, produce prodotti da forno, seguendo le antiche regole tramandate a Sergio, Silvio e Francesca Micheli dai loro genitori. Spiega Sergio Micheli: “Facciamo il pane come una volta, nel nostro forno che si trova nel cuore di Villanova d’Albenga. Ci piace seguire la tradizione e i nostri clienti sanno che proponiamo solo prodotti realizzati con farine scelte e di qualità. Si tratta di una produzione che segue il solco della tradizione, come ci hanno insegnato i nostri genitori”. A l’OrtoShop, dal lunedì al sabato, arriva dal panificio Micheli il pane normale, quello ai cereali, oltre a pizze, focacce e brioches; prodotti realizzati con cura e passione da questa storica famiglia di panificatori.

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Un grande successo per l’esposizione ligure alla Kermesse di Nervi Euroflora

Dal 23 aprile all’8 maggio si è tenuta la XII edizione di Euroflora, la Mostra Internazionale del fiore e della pianta ornamentale, unico appuntamento italiano tra le floralies riconosciute da AIPH – International Association of Horticultural Producers.

La prima stima parla di 240mila presenze comples sive; si tratta di un successo, ottenuto nonostante le condizioni atmosferiche non certo clementi che hanno caratterizzato i 16 giorni della kermesse. Un’e dizione in cui Euroflora è tornata alla ribalta come il più importante evento europeo per la promozione delle eccellenze florovivaistiche italiane e estere.

I visitatori – provenienti da ogni parte d’Italia –hanno potuto ammirare il meglio del florovivaismo italiano e non solo. 90 i giardini allestiti, 10 progetti di architettura del paesaggio realizzati dopo un concorso estre mamente selettivo, “Micropaesaggi”, più di 300 partecipanti tra grandi collettive e singole aziende, espressione delle eccellenze produttive del Paese, Comuni e realtà istituzionali di primo piano

come il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, il Ministero della Transizione Ecologica, l’Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori e l’Associazione Florovivaisti Italiani. Uno dei risultati più importanti è stato il ritorno delle grandi aziende florovivaistiche italiane, sia a livello di singole aziende, sia sotto l’egida delle collettive re gionali. Erano rappresentate tutte le regioni italiane, con un’ampia partecipazione del Sud Italia (per la prima volta era presente una collettiva di florovivaisti calabresi, insieme a quelle campana, siciliana, sarda e alle presenze della Puglia) e con importanti aziende liguri, toscane, piemontesi, laziali, emiliane, pugliesi e sarde, oltre alle presenze ufficiali della Regione Liguria, con oltre 3000 metri quadrati di esposizione, delle Regione Piemonte e della Regione Marche.

Spiega Luca De Michelis, presidente del Distretto Florovivaistico della Liguria: “Abbiamo deciso di presentare un progetto regionale e chi meglio de L’Ortofrutticola poteva gestire le forniture e i vasi

Un biglietto da visita importante per il florovivaismo e per il turismo della regione
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della collettiva ligure? Euroflora è stata un’importante kermesse, una vetrina in cui le nostre eccellenze hanno potuto mostrare cos’è il florovivaismo ligure. Abbiamo messo in campo tutte le nostre conoscenze e abilità, ottenendo ottimi riscontri da parte del pubblico e degli esperti del settore. La collettiva ligure ha sviluppato la sua esposizione su 3.800 metri quadrati, con oltre 60.000 piante esposte. Abbiamo ottenuto poco meno di 60 meda glie, ricevendo così anche il premio Giovanni Robiglio che celebra appunto l’espositore che ha ricevuto più riconoscimenti”.

“L’impegno non è stato da poco – continua De Michelis – abbiamo creato un hub su Genova e da lì con camion più piccoli abbiamo portato il materiale nella splendida location dei Parchi di Nervi. È stata un’impresa titanica ed un grazie sentito va a tutti coloro che hanno lavorato dietro le quinte”.

“Una menzione speciale – conclude De Michelis – va ad Enrico Vincenzo che dal 1966 non ha mai perso un’edizione di Euroflora. Quest’anno il nostro floricoltore ha addobbato per la seconda volta la cappelletta del parco con orchidee rarissime. La sua esposizio ne ha ottenuto un grandissimo successo, c’era la coda per poter ammirare i suoi fiori. Grazie a questo successo, alla costanza ed alla dedizione al lavoro, si può affermare che Enrico Vincenzo, con la signora Marisa, abbia rappresentato, e rappresenti, la Liguria in tutto il mondo. Vorrei infine ricordare la Rosa di Genova: in occasione della XII edizione di Euroflora, Nirp International, azienda leader mondiale nel settore della ricerca, ibridazione e selezione di nuove varietà di rose, ha realizzato una rosa dedicata alla Superba. Nirp ha selezionato una rosa a cespuglio di grande fiore, con i toni del bianco e del rosso, i colori simbolo della città di Genova. Un vero buon augurio per la città e per tutta la regione Liguria”.

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Eccellenze da riscoprire Asparago violetto e scorzonera

La grande qualità delle eccellenze di Albenga

L’asparago violetto d’Albenga

Una varietà unica al mondo, caratterizzato da turioni molto grossi e da un colore viola intenso che sfuma alla base. Il suo partico lare colore non dipende dalla tecnica di coltivazione ma è legato al suo patrimonio genetico che, proprio per la sua particolarità ne preserva la purezza: l’asparago violetto, infatti, possedendo 40 cromosomi anziché 20 come tutti gli altri asparagi, non può incrociarsi con altre varietà.

In varie parti del mondo hanno tentato di brevettarlo (dagli USA all’Australia) ma i risultati ottenuti sono stati di scarsissima qualità.

I terreni alluvionali della Piana di Albenga, invece, risultano ideali per questo tipo di coltivazione e, dopo un periodo di quasi abban dono, gli agricoltori della piana sono tornati a coltivare il Violetto, ortaggio molto amato sulle tavole italiane ed estere.

Gli asparagi sono liliacee, cioè piante della stessa famiglia delle

cipolle, dell’aglio, dei gigli o dei tulipani. Dell’asparago si mangia il turione, cioè la porzione, di forma allungata, che emerge dalla parte interrata.

L’asparago violetto si presta a diversi tipi di preparazione anche se dà il meglio di se’ in preparazioni semplici, che ne possono esaltare il delicato sapore; sbollentato brevemente e intinto in un extravergine di oliva ha un gusto inconfondibile. Questo ortaggio è infine ricco di vitamine, sali minerali, acido folico, sostanze antiossidanti, caroteni, magnesio e ferro.

UNA PRODUZIONE DIFFICILE

Sono molti gli agronomi che hanno tentato la coltivazione dell’asparago violetto di Albenga in diverse parti del mondo, come l’America e la Nuova Zelanda, senza però ottenere mai risultati soddisfacenti. Luogo d’elezione risulta infatti essere la Piana d’Al benga, privilegiata da un particolare microclima e caratterizzata da un terreno alluvionale, sabbioso e limoso; condizioni pedoam bientali e pedoclimatiche davvero uniche.

La coltivazione e la raccolta dell’asparago violetto sono comple

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tamente manuali; la raccolta avviene da metà marzo ai primi di giugno, in ritardo rispetto ad altre varietà di asparagi che quindi invadono in anticipo i mercati. È per questo che da sempre i contadini hanno escogitato stratagemmi per anticiparne, anche di poco, la maturazione: un tempo si scaldava il terreno con il cascame del cotone (scarto dei cotonifici) impregnato d’acqua, oggi esistono metodi più moderni come il posizionamento di tubi d’acqua calda nel terreno.

IL COLORE DELLA SALUTE

Come dimostrato da diversi studi, l’asparago ha importati virtù: è ricco di sostanze antiossidanti e flavonoidi ed ha una forte azione contro i radicali liberi. È un ortaggio ideale per chi soffre di pressione alta o per chi segue una dieta ipocalorica poiché apporta quantità equilibrate di vitamine, sali minerali ed oligoele menti essenziali al funzionamento cardiaco e del sistema nervoso, oltre ad essere un buon diuretico e a stimolare il corretto transito intestinale.

PRESIDIO SLOW FOOD

In Liguria, agli inizi dello scorso secolo, l’asparago violetto era coltivato su più di 300 ettari di terreno, per ridursi a 143 ettari negli anni ‘70 e a meno di 10 nel 2000.

Una riduzione così drastica che ha rischiato di portare alla scom parsa di questo prodotto, unico nel suo genere. È proprio per scongiurare questo rischio che si è creato dall’anno 2000 il Presidio Slow Food dell’Asparago Violetto d’Albenga, che riunisce i produttori di questo ortaggio e promuove la valorizzazio ne e la ripresa di questa coltivazione.

A questo presidio si uniscono iniziative per la valorizzazione e la tutela dell’asparago violetto di Albenga, come la rassegna “Maggio, il mese dell’asparago violetto di Albenga”, organizzata da CIPA.At, collegato a Cia, nell’ambito del progetto di filiera corta sostenuto dal Piano di Sviluppo Rurale, che ha voluto promuovere l’asparago come ortaggio delle grandi cucine della Riviera di Ponente e non solo.

La scorzonera

Prima poco nota sul mercato nazionale, oggi sempre più apprezzata

La scorzonera è una radice cilindrica allungata, caratterizzata dal colore scuro della sua parte esterna e dal colore bianco crema della polpa; ha foglie verdi, piuttosto larghe, e infiorescenze simili a piccole margherite. La parte edibile è la radice, che può ricor dare le carote per l’aspetto anche se ha un colore molto scuro. La scorzonera è quasi sconosciuta sul mercato nazionale ma è da sempre presente negli orti del nostro entroterra. Elemento impre scindibile nella preparazione di piatti tradizionali, la scorzonera è una specie erbacea perenne, di coltura annuale. Per coltivarla occorre un terreno sabbioso ma non grasso e ricco d’acqua. Originaria e ancora diffusa allo stato spontaneo in Europa centrale e meridionale, si trova anche nel Caucaso, in Crimea e Asia. L’origine del suo nome è incerta, secondo le fonti più accreditate però deriverebbe dalla parola catalana “escorso” che significa vipera; nel Medioevo, infatti, si attribuivano a questa radice poteri taumaturgici contro il veleno di questi rettili.

Questa radice, appartenente alla stessa famiglia del radicchio e del topinambur, negli ultimi anni è stata rivalutata, sia per le sue proprietà benefiche che per il suo gusto particolare, che la rende un alleato prezioso e sorprendente in cucina.

La scorzonera, infatti, è poverissima di calorie ma è ricca di vitamina A, B2, B6, ferro, calcio, fosforo e manganese; inoltre contiene inulina e levulina ed è ricca di sali minerali e di fibre. Ha un basso contenuto glicemico e fa bene alla pelle e ai capelli, aiuta la digestione, è un buon diuretico e favorisce il transito intestinale. Infine è utile per mantenere sotto controllo la pressione e migliorare la circolazione. Insomma un vero alleato prezioso per la salute.

LA SCORZONERA IN CUCINA

Il primo consiglio è quello di utilizzare dei guanti durante la pulizia, per evitare di macchiarsi le mani. Una volta pulita e lavata sotto acqua corrente è possibile cuocerla in diversi modi; il suo sapore amarognolo, infatti, si adatta a diverse preparazioni e si abbina perfettamente a tantissimi ingredienti.

Solitamente viene passata in padella dopo essere stata lessata, facendo bollire le radici per circa 30 minuti. Una volta cotta, può essere abbinata come contorno a carne rossa o pesce.

Può anche diventare un purè o la base per condire pasta e riso. Un’idea originale è quella di farne delle chips: è sufficiente tagliare la radice a dischetti non troppo spessi, passarli nella farina e friggerli in olio di semi.

Molto apprezzata è anche la scorzonera gratinata: dopo averla sbollentata, si taglia la radice a fettine, queste poi vengono dispo ste in una pirofila imburrata e ricoperte con besciamella,

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Esposizione florovivaistica Fior d’Albenga

Si è tenuta dal 16 aprile al 15 maggio la grande kermesse Fior d’Al benga; la rassegna, che doveva concludersi l’8, è stata prolungata al 15, festa di Sant’Isidoro, patrono degli agricoltori. Fior d’Albenga è un evento ormai tradizionale che porta un’esplosione di colori e profumi nello splendido centro storico cittadino. Il tema di quest’an no è stato “il Grande Cinema” e le attese non sono andate deluse, tra installazioni dedicate al grande cinema italiano ed internazionale. La gara ha visto vincitore l’aiuola “Pane e Tulipani”, dell’associazione Donne in Campo- Cia; al secondo posto si è piazzata l’installazione “Avatar” dell’Associazione Caffè Letterario dei Giardinetti e al terzo “Il postino” del Comune di Andora. Un premio speciale è stato asse gnato dalla Genova Liguria Film Commission, al Comune di Albenga per la realizzazione delle installazioni a tema Jurassic Park, che è stato di grande richiamo. La manifestazione ha avuto un grande successo di pubblico, tanto che si è deciso appunto di prolungarla, ed ha attirato turisti e gite scolastiche da tutto il comprensorio; una ripartenza di grande successo dopo due anni di stop a causa della pandemia che ha permesso, non solo di godere di un bello spetta colo ma anche di scoprire o riscoprirle le bellezze artistiche e mo numentali di Albenga. Numerose sono state anche le manifestazioni collaterali a cui hanno aderito tante realtà commerciali ingaune, creando un’importante sinergia tra florovivaismo, commercio, arte e cultura. Tra i tanti eventi collaterali ne ricordiamo qui alcuni come l’esposizione “La pop art di Andy Warhol”, le visite guidate con laboratori al giardino botanico “I fiori nel cuore”, i mercatini artigianali del CIV, quelli floreali, gli Show Cooking dedicati

alle eccellenze del territorio, i convegni alla scoperta di antichi frutti e di una sana alimentazione, le estemporanee di pittura.

Un evento che è stato un importante palcoscenico per il settore florovivaistico e per tutte le eccellenze del territorio, ma anche un volano per il turismo.

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Con il tema Grande Cinema, un grande successo per il ritorno di questa kermesse
1° classificata Pane e Tulipani Associazione Donne in Campo - CIA 2° classificata Avatar Associazione Caffè Letterario dei Giardinetti 3° classificata Il postino Comune di Andora.
Poppins 8 e mezzoE.T.Fuga per la vittoria Luca Pace per l’Ucraina 19
Mery

Varazze

Un’aiuola offerta dall’Istituto Agrario

I ragazzi dell’Istituto Agrario Aicardi si raccontano

Continua la collaborazione tra l’Istituto Agrario Aicardi di Albenga e L’Ortofrutticola per dar voce ai giovani studenti che rappresentano il futuro del settore agricolo. Qui di seguito una riflessione della Pietro Vadone (V B) su un progetto che ha coinvolto gli studenti della classe IV.

Lunedì 6 maggio la classe IV A del nostro Istituto si è recata a Varazze per la realizzazione di una aiuola vicino al palazzo comunale. Sono numerose le collaborazioni con diversi comuni della Riviera Ligure di Ponente, come ad esempio quella con il capoluogo Ingauno nelle varie edizioni di “Fior d’Albenga”, oppure quella con il Comune di Pietra Ligure, relativa all’orto botanico o, infine, la collaborazione con il Salone dell’Agroalimentare Ligure tenutosi questa primavera a Finalborgo. Tutti questi esempi per rimarcare la vicinanza della nostra scuola ai comuni rivieraschi e alle loro rispettive comunità nell’opera di

miglioramento dello spazio urbano, attraverso la riqualificazione del verde pubblico e, appunto, delle aiuole comunali. Ultima occa sione è stata quella nella ridente cittadina di Varazze, in provincia di Savona, a vantare il “privilegio” di avere una aiuola progettata e ideata interamente dai ragazzi dell’Istituto Agrario di Albenga seguiti nelle operazioni da alcuni professori, assistenti tecnici e sotto la compiaciuta ammirazione del sindaco Luigi Pierfederici. Un’aiuola di gerani dai colori sgargianti, semplice e curata nei dettagli è stato motivo di svago e un momento di creatività per i nostri ragazzi, che si sono messi in gioco, applicando competenze acquisite nel loro percorso scolastico. Mi auguro che questa bella sinergia tra i comuni della Riviera Ligure e la nostra scuola possa continuare nel tempo portando sempre nuove iniziative da cui si possa trarre profitto tutti, sia i ragazzi, i quali possono testare le competenze acquisite a scuola, che i cittadini che potranno usufruire di spazi sempre più curati e sostenibili.

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B
V

DUE GIORNI DI ESCURSIONI TRA PASSATO E PRESENTE OLIVETI APERTI

veti, con sosta in uno dei nostri punti scuola dei Muretti a secco, e arrivo alla fontana della Malachiappa con un aperitivo a base di olio e vino sotto gli ulivi. Una volta rientrati in Cooperativa c’è stata la visita al frantoio e al museo con pranzo a seguire. Spiega il presidente Luciano Gallizia: “Il progetto Oliveti Aperti è nato per volontà del consorzio di tutela della Dop Riviera Ligure di Ponente e della Regione Liguria. È infatti un progetto che ha coinvolto tutte le realtà produttive della Liguria che hanno voluto aderire.

La conoscenza delle nostre eccellenze è infatti il primo passo per fare scelte d’acquisto consapevoli, per questo siamo stati ben lieti di accogliere domenica 19 un gruppo di giornalisti delle più importanti testate specializzate in food e cucina. Solo vedendo il duro lavoro, la passione e l’attenzione che ci sono alla base delle nostre produzioni è poi possibile parlarne con la giusta cognizio ne di causa, valorizzando così le nostre eccellenze”.

Sabato 18 e domenica 19 giugno la Cooperativa Olivicola di Arnasco ha aderito al progetto “Oliveti Aperti”, ideato dal consorzio di tutela Dop Riviera Ligure di Ponente e dalla Regione Liguria.

Un progetto volto a valorizzare l’olio Dop Riviera Ligure di Ponente e che ci ha permesso di ripercorrere la storia dell’arte del fare l’olio attraverso il museo dell’olivo e della civiltà contadina di Arnasco e, in un viaggio tra passato e presente, di portare le numerose persone che hanno preso parte all’evento alla scoperta del moderno Frantoio.

Grazie ai percorsi escursionistici di trekking e bike, “Le Vie degli Ulivi”, si è voluto promuovere la cultura dell’olivo e la bellezza del territorio di cui questa pianta è regina indiscussa.

Un programma articolato che ha previsto passeggiate tra gli oli

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POTENTI, BIOLOGICI E SELETTIVI
Insetticidi a base di Bacillus thuringiensis subsp. kurstaki e subsp. aizawai Efficacia paragonabile a quella dei più potenti insetticidi convenzionali
È
Altri vantaggi offerti dalla formulazione in microgranuli idrodispersibili:
di utilizzo u Immediata miscibilità in acqua u Facile gestione del packaging (sacchi
kg)
u
u
con le superfici vegetali u Maggiore efficienza rispetto alle formulazioni in polvere bagnabile Nessun problema di stoccaggio u Non vi sono problemi di congelamento u Non avvengono fenomeni di sedimentazione u Ottimale conservazione del principio attivo Sicurezza per gli operatori u Nessuna formazione di polvere u Non sporca u Non contiene solventi Registrazione: N. 13061 del 05-06-2006 Composizione: Bacillus thuringiensis
Agrofarmaci autorizzati dal Ministero della salute, leggere attentamente le istruzioni riportate in etichetta. Usare i prodotti fitosanitari con precauzione. Prima dell’uso leggere sempre l’etichetta e le informazioni sul prodotto. Si richiama l’attenzione sulle frasi e simboli di pericolo riportati in etichetta.
obbligatorio l’uso di idonei dispositivi di protezione individuale e di attrezzature di lavoro conformi (D. Lgs. 81/2008 e ss. mm.)
Facilità
da 1
Efficacia ottimizzata
Formulazione ideale per bassi volumi d’acqua
Miglior contatto
subsp. kurstaki, ceppo ABTS 351 54% Registrazione: N. 11793 del 09-09-2003 Composizione: Bacillus thuringiensis subsp. aizawai, ceppo ABTS 1857 54%
Un progetto alla scoperta della cultura dell’olivo

MAGGIO IL MESE DELL’ASPARAGO VIOLETTO DI ALBENGA

Quest’anno prolungata al 12 giugno la rassegna per valorizzare in tavola il prezioso ortaggio

La rassegna “Maggio, il mese dell’asparago violetto di Albenga” ha preso il via il 15 maggio e ha visto crescere il numero di chef e ristoranti aderenti e il successo di pubblico, tanto che è stata prolungata fino al 12 giugno. Organizzata da CIPA.At collegato a Cia, nell’ambito del progetto di filiera corta sostenuto dal Piano di Svilup po Rurale, questa rassegna ha goduto della partnership con Slow Food e aveva come obiettivo la valorizzazione in tavola dell’asparago violetto di Albenga.

L’iniziativa ha coinvolto ristoranti selezionati della Liguria di ponente ma non solo: non hanno saputo resistere al richiamo dell’asparago violetto anche realtà di Genova e Brescia. I ristoranti coinvolti dal progetto sono stati: Vescovado di Noli, Lamberti di Alassio, Nove di Villa La Pergola di Alassio, Rosmarino del Relais &Chateau La Meridiana di Garlenda, Vascello Fantasma di Laigueglia, Scola di Castelbianco, La Vigna di Alassio, Al “17” di Pietra Ligure, Macchetto di Pietra Ligure, Fortezza di Castelfranco di Finale Ligure, Il Vecchio Cuoco di Pietra Ligure, Piatti Spaiati di Loano, Osteria del tempo

Stretto di Albenga, Osteria la Briga di Finale Ligure, Trattoria Rosma rino di Genova e Trattoria la Madia di Brione (BS ). In questi locali, custodi delle eccellenze e del gusto, era possibile trovare in menù uno o più piatti a base di asparago violetto di Albenga fornito dai produttori aderenti alla filiera produttiva.

Luca Lanzalaco agrotecnico, produttore di asparago, membro della Giunta CIA Savona e coordinatore del progetto sull’asparago violetto di Albenga spiega: “Per dare un futuro concreto alla filiera è impor tante che si creino relazioni tra tutti i suoi componenti: produttori, trasformatori e ristoratori”.

“I cuochi hanno un ruolo fondamentale nella salvaguardia della diversità biologica e culturale del nostro cibo - racconta Miranda Moroni, ristoratrice e neoeletta fiduciaria della condotta Slow Food Finale, Albenga, Alassio - sono i migliori interpreti dei loro territori e possono valorizzare i prodotti locali con sapienza e creatività”.

Osvaldo Geddo, direttore di CIA Savona, aggiunge: “Come ente promotore e responsabile del progetto di Filiera dell’asparago violetto di Albenga siamo sul punto di siglare un accordo di distribuzione a livello locale del prodotto fresco che sarà cruciale nella diffusione della conoscenza del prodotto, nella salvaguardia del genotipo di Albenga che è stato mappato geneticamente con un lavoro tecnico-scientifico finanziato dal progetto”.

CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI 23

DOMANDE ENTRO IL 25 LUGLIO DALLA REGIONE LIGURIA TRE MILIONI DI EURO SUL PSR

Finanziamenti per agriturismi, fattorie didattiche e agricoltura sociale

La Regione Liguria ha approvato il 13 maggio 2022 la Delibera che consente la riapertura della misura 6.4 “agriturismo” a valere sul PSR della Liguria.

La copertura totale del bando, che ricordiamo finanzia anche gli investimenti in “fattorie didattiche” ed “agricoltura sociale”, è pari a tre milioni di euro, di cui 2.7 destinati all’agriturismo ed alle fattorie didattiche e 300.000 all’agricoltura sociale.

Le domande potranno essere presentate sino alle ore 12 del 25 luglio, attraverso il SIAN (portale di Agea) tramite i CAA, centri di assistenza tecnica.

Si tratta di un bando a graduatoria, quindi è molto importante presentare domande che abbiano ottimo punteggio rispetto ai “criteri di selezione”.

Tra i criteri di selezione “principali” si ricordano: – gli investimenti che creano nuovi posti di lavoro, – l’età del beneficiario con maggiore punteggio per gli under 25, – gli investimenti in aree svantaggiate,

– il rapporto tra costi e benefici e la creazione di nuove attività extra-agricole all’interno delle aziende in aggiunta a quelle già esistenti.

Il contributo può arrivare fino a 200 mila euro per beneficiario ed è pari al 50% della spesa ammessa. Tra gli investimenti ammissi bili rientrano gli adeguamenti edilizi di beni immobili, l’acquisto o leasing di nuovi macchinari o attrezzature, la realizzazione di laboratori o percorsi didattici e l’acquisto di programmi informati ci, oltre a numerose altre migliorie e nuove realizzazioni. Non sono ammesse le seguenti voci di spesa, elencate a titolo esemplificativo:

- acquisto di terreni; - interventi effettuati su fabbricati ad uso abitativo privato; - opere di manutenzione ordinaria; - acquisto e/o realizzazione di prefabbricati sia fissi che mobili e di fabbricati, ad eccezione degli investimenti previsti al punto 1.3.1; - realizzazione di tettoie e/o pergolati non in aderenza agli edifici; - prestazioni volontarie non retribuite; - realizzazione di recinzioni metalliche con o senza cordoli in muratura;

- acquisto di posateria e stoviglieria; - acquisto di quadri, stampe e riproduzioni in genere, sopramobili; - impianti di allarme e sorveglianza; - investimenti allocati in territori extra regionali; - interventi previsti da altre misure del Piano di Sviluppo Rurale; - interessi passivi;

- stipula di polizze fidejussorie;

- IVA, altre imposte, oneri e tasse.

Le ulteriori spese non ammissibili sono quelle che non si possono ricondurre all’elenco degli investimenti ammissibili.

CONFAGRICOLTURA
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AL CENTRO IL TEMA DEL RICAMBIO GENERAZIONALE GIOVANI IMPRESA

Il tema del ricambio generazionale è parte integrante della svolta multifunzionale della Pac e lo hanno dimostrato gli imprenditori di Giovani Impresa con la loro presenza all’incontro “Dove sta andando la Pac”, che si è tenuto a Genova, dove ha fatto tappa il NewCap Inform Tour.

Dopo i saluti d’apertura del delegato di Giovani Impresa Coldiretti Liguria, Davide Busca, si è passati ad analizzare gli obiettivi, gli strumenti e i nuovi scenari della Politica Agricola Comune con il professor Stefano Ciliberti, ricercatore dell’Università di Perugia. Il focus ligure, invece, rispetto al Psr è stato affidato a Gabriel la Fenoggio, responsabile Psr di Coldiretti Liguria, seguita dal direttore generale del CERSAA, Giovanni Minuto, che è intervenuto sulle colture che caratterizzano la Liguria, ovvero l’olivicoltura ed il florovivaismo rispetto alla Pac 2023-2027.

La giovane imprenditrice Giada Calzia, dell’azienda agricola Petricor, ha portato la sua testimonianza tracciando il futuro dell’olivicoltura ligure ed il segretario nazionale Giovani Impresa, Stefano Leporati, ha puntato l’attenzione specificatamente sugli interventi della Pac e del Pnrr a favore dei giovani.

A chiudere i lavori la delegata nazionale Giovani Impresa, Veronica Barbati, e il delegato confederale, Bruno Rivarossa. “Siamo in un momento storico importante in cui l’agricol tura guarda al futuro con voglia di crescita e di riscatto nonostante le evidenti difficoltà di natura economica – ha spiegato Davide Busca – in questo scenario sta per essere approvata la nuova Politica agricola comunitaria che ridefinirà gli assetti e l’impianto su cui si muoverà il futuro del sistema agricolo”.

“A livello comunitario servono più coraggio e risorse – hanno affermato Gianluca Boeri Presidente Coldiretti Liguria e Bru no Rivarossa Delegato Confederale - per migliorare la nostra sicurezza alimentare riducendo la dipendenza dalle importazioni dei principali prodotti agricoli e dei fattori produttivi. Ci auguriamo che le Istituzioni europee sappiano cogliere questo momento per aprire una nuova riflessione sul futuro delle politiche per i sistemi agroalimentari alla luce di un quadro geopolitico che, a prescindere dalla durata e dall’esito della guerra in corso, sarà profondamente mutato”.

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Il futuro della Pac alla tappa ligure del NewCap Inform tour

LA STORIA DELLA COOPERATIVA

La Viticoltori Ingauni società Agricola Cooperativa nasce nel 1976 per iniziativa di 13 soci, che si uniscono per vinificare e commer cializzare il vino più tipico della nostra zona: il Pigato. Negli anni il numero dei soci è andato gradatamente aumentando con conseguente incremento delle quantità e delle tipologie di uve vinificate, infatti oltre al Pigato si fanno sempre più strada gli altri vitigni della nostra riviera di ponente, il Vermentino, il Rossese detto di Campochiesa, l’Ormeasco di Pornassio nelle sue varianti più conosciute quali il tradizionale, il Superiore e lo Sciac-tra, e la Lumassina mossa.

La Cooperativa ad oggi conta circa 198 soci iscritti, che sono distribuiti su un territorio della Riviera Ligure di Ponente che và dal Finalese, all’Albenganese fino al territorio di Diano Marina, mentre l’entroterra riguarda in parte la Valle del Lerrone e soprattutto la Valle Arroscia risalendo da Albenga fino al comune di Pornassio passando per Ortovero. La nostra Cooperativa non ha terreni nè di proprietà nè in affitto, pertanto tutta la produzione deriva da uve conferite dai soci, che hanno le proprie aziende su un territorio molto vasto con terroir altrettanto vario, permettendo così di beneficiare delle caratteristi che migliori delle uve provenienti dalle varie zone. Attualmente vengono vinificati all’anno circa 4500/4700 q.li di uve di cui il Pigato costituisce circa il 58% il Vermentino circa il 18% l’Ormeasco di Pornasio nelle varie tipologie circa il 10% il Rossese

circa il 7% la Lumas sina e i vini IGP e da Tavola il restante 7%. Vari sono stati i riconoscimenti conseguiti dalla nostra Cooperativa negli anni quali concorso Douja d’Or anni 1994-1995-20032005-2006-2009-20102011; il premio Gran medaglia d’argento di Cangrande (conferita al Vinitaly di Verona). Attualmente la sede della nostra cooperativa, si trova ad Ortovero (SV) in Via Roma n 3, al suo interno vi è presente un piccolo punto vendita dove si possono apprezzare e acquistare tutti i nostri vini sia sfusi che in bottiglia.

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