L'Ortofrutticola di Albenga - L'O - Inverno 2020

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Trimestrale della Cooperativa L’Ortofrutticola - Anno XXIII - n.4 Inverno 2020 - Spedizione A.P. 70% - Reg. Trib. SV n. 318 (1/3/1985) - DISTRIBUZIONE GRATUITA.

NOTIZIARIO TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA L’ORTOFRUTTICOLA DI ALBENGA

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W W W. M O D I F O R M . C O M


EDITORIALE

Natale è alle porte e ci avviciniamo alla fine del 2020. Tempo di auguri e di bilanci. L’anno che volge al termine verrà, credo, ricordato a lungo. Momento di incertezza e di timore al quale, come da sempre insegna la storia, il mondo agricolo ha risposto con abnegazione e caparbietà. Mai, in questo periodo, abbiamo fatto mancare verdure e frutta freschi sulle tavole e bei fiori e profumate aromatiche per abbellire giardini e balconi diventati, spesso, l’unico “spazio” aperto del quale poter godere. Che ruolo ha avuto L’Ortofrutticola in tutto questo? L’Ortofrutticola è stata presente sempre, ogni giorno, senza proclami, a testa bassa, come gli agricoltori dei quali è l’altro io. Abbiamo dimostrato di avere lo stesso coraggio e la stessa determinazione dei nostri Soci; insieme a loro abbiamo continuato ad essere un punto di riferimento per la grande distribuzione italiana e straniera e per le persone che, dal territorio, sono venute nel nostro punto vendita ad approvvigionarsi di materiale tecnico e di cibo. Che cosa vogliamo imparare da quello che sta succedendo? Che l’unione fa la forza? Che essere uniti per uno scopo dà coraggio? Che nei momenti di tensione l’istinto di sopravvivenza aguzza i sensi e ci fa trovare possibilità dove credevamo non ci fosse più nulla da cercare? Tutto questo e tanto altro. Tante domande alle quali, giorno dopo giorno, cerchiamo, con entusiasmo e dedizione, di dare risposte concrete. Vi lasciamo alla lettura del periodico con un passo di San Francesco d’Assisi … cominciate col fare il necessario, poi ciò che è possibile e all’improvviso, vi sorprenderete a fare l’impossibile … Tanti cari auguri perchè possiate trascorrere un sereno Natale e che l’anno nuovo vi sia lieto. Con affetto,

Lara Ravera (Presidente della Cooperativa L’Ortofrutticola)

“L’ORTOFRUTTICOLA - LA COOPERATIVA” TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA “L’ORTOFRUTTICOLA”

Direzione, Amministrazione e Pubblicità Reg. Massaretti, 30 Bastia d’Albenga (SV) - Tel. 0182 50374 Direttore responsabile: Erica Marzo Hanno collaborato a questo numero: Giuseppe Del Core, Massimo Enrico, Luciano Gallizia, Osvaldo Geddo, Marco Giangrande, Michele Introna, Mario Mattone, Simone Moroni, Maura Pietrasanta, Lara Ravera, Alessio Roba. Grafica e impaginazione Edoardo Caputo - Studio Orasis design - orasisdesign.it Stampa: Tipografia Ciuni - Albenga Foto copertina: Edoardo Caputo - orasisdesign.it

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ALLA SCOPERTA DELLE AZIENDE LOCALI

Az. Agr. Bruzzone

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Sistema ambientale Da Zuccarello a Castelvecchio

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ASSISTENZA TECNICA

La difesa di pesco e albicocco

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EXPORT E MARKETING

La nuova linea Herbolaria


Pesco e albicocco, come difenderli Avversità invernali e primaverili delle drupacee (pesco albicocco).

TAPHRINA DEFORMANS

BOLLA DEL PESCO Si manifesta sulle foglie, che appaiono bollose, diventano carnose, assumono uno spessore superiore a quelle normali e diventano rossastre con toni più o meno accesi. Il fungo sverna come spora nelle screpolature dei rami e al riparo nelle perule delle gemme. L’infezione si verifica quando la temperatura si innalza a 7-8gradi, e le gemme rimangono bagnate per alcune ore. Lo sviluppo è legato all’andamento climatico: forti infestazioni si possono verificare nei periodi primaverili piovosi e freddi; per contro la malattia tende ad arrestarsi non appena la temperatura si innalza al di sopra dei 28 gradi e diminuisce l’umidità atmosferica.

gommose. Lo svernamento avviene sui rami sotto forma di conidi, protetti dalla gomma secreta dagli organi infetti. Il patogeno esplica la sua attività in condizioni di elevata umidità e temperatura ottimale di 15 gradi. Gli attacchi più gravi si hanno di norma in inverni miti e su piante indebolite da carenze alimentari.

FUSICOCCUM AMYGDALI

CANCRI RAMEALI CORYNEUM BEIJERINKII

CORINEO

Noto anche come impallinatura, gommosi parassitaria. Provoca sintomi su foglie, rami, e frutti. Sulle foglie compaiono piccole tacche rosso violacee, circondate da un alone clorotico: le parti ammalate tendono poi a distaccarsi, lasciando la foglia bucherellata (da qui il nome popolare di impallinatura). Sui rami l’infezione si realizza attraverso lesioni cancerose, dalle quali fuoriesce un essudato gommoso. Sui frutti si formano piccole aree rossastre che, in prossimità della maturazione, si ricoprono di incrostazioni

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Le infezioni avvengono sui rami di un anno, con lesioni di colore bruno, concentrate su una gemma alla base dei getti. Sui rami più grossi si evidenziano porzioni di corteccia necrotizzate, spesso contornate da produzione gommosa. Le infezioni avvengono durante i mesi autunnali e primaverili, caratterizzati da elevata umidità ambientale. L’insediamento del patogeno, all’interno della pianta, si verifica attraverso le cicatrici fogliari che si formano a seguito della caduta delle foglie, e tramite le lesioni di potatura. La conservazione della malattia avviene attraverso i picnidi, costituiti da piccole masserelle nerastre tondeggianti, che si trovano sulle tacche necrotiche dei rametti colpiti.


TRATTAMENTI MONILIA LAXA

MONILIA ALBICOCCO Esplica la sua azione patogena a temperature relativamente basse, colpendo i fiori, che seccano, ed i giovani frutticini in fase di allegagione, ed è proprio in questa fase che si hanno i danni maggiori, con perdita di produzione. Le infezioni dai fiori passano poi alle branche, e si evidenziano sotto forma di tacche depresse. Le parti distali dei rami colpiti sono destinate al deperimento e si verifica la perdita di interi brindilli o porzioni di giovani rami; anche le foglie avvizziscono e rimangono pendule sui rami disseccati.

PESCO

ALBICOCCO

A caduta foglie: contro corineo, bolla, cancro del legno: Sali di rame, ziram A gemma gonfia: olio bianco contro cocciniglia; acetamiprid, sulfoxaflor, flonicamid contro afidi e cocciniglia. Ziram contro bolla e corineo Dodina contro bolla e corineo

A gemma gonfia contro monilia: tebuconazol, trifloxistrobin, ciprodinil + fludioxonil, boscalid + pyraclostrobin.

Consultare l’ufficio tecnico per dosaggi e prodotti commerciali acquistabili. Alcuni prodotti richiedono il possesso del patentino per gli agrofarmaci.

MYZUS PERSICAE

AFIDE VERDE Sverna allo stadio di uovo sui rametti e in prossimità delle gemme. A fine febbraio si sviluppano le prime colonie, che infestano le foglioline dei giovani rametti. I danni sono sottrazione di linfa, con ridotto sviluppo dei germogli infestati, foglie accartocciate ed ingiallite.

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PSEUDAULACASPIS PENTAGONA

COCCINIGLIA BIANCA DEL PESCO La cocciniglia bianca colonizza le parti legnose, formando evidenti incrostazioni soprattutto sul tronco e sui rami più vecchi, provocandone il deperimento. Le neanidi maschili, di aspetto allungato, si riuniscono sovente in ammassi di colore bianco candido. L’insetto compie 3 generazioni all’anno, che si susseguono da maggio a fine settembre.

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START

IL CONCIME BIO

PER UNO SVILUPPO EQUILIBRATO DELLA PIANTA

THE ORGANIC FERTILIZER FOR A BALANCED PLANT DEVELOPMENT Stress reduction already from transplant - Excellent source of organic substance - Protection of nutrients from leaching - Reduction of osmotic, water and environmental stress Stimulates root growth and radical absorption - Facilitates the exchange of ions with root hairs - Better environment for the development of the root system Supports the activity of the mycorrhizal biosphere and rhizobacteria - Provides Betaine of natural origin for the best balance of development - Suitable for any crop horticultural and trees

Riduzione degli stress già dal trapianto Ottima sorgente di sostanza organica Protezione degli elementi nutritivi da dilavamento Riduzione degli stress osmotici, idrici e ambientali Stimolazione della crescita e assorbimento radicale Facilita l’interscambio degli ioni con i peli radicali Migliore ambiente per lo sviluppo dell’apparato radicare Supporta l’attività della biosfera micorrize e rizobatteri Fornisce Betaina di origine naturale per il migliore equilibrio di sviluppo Adatto a qualsiasi coltura agraria orticola floricola e arborea

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A SCUOLA DI GIORNALISMO E COMUNICAZIONE AGRICOLA Continua il progetto di collaborazione ideato da L’Ortofrutticola e dall’Istituto Agrario Aicardi di Albenga per dare la parola ai giovani del nostro territorio, a coloro che saranno il futuro dell’agricoltura ingauna. Uno spazio in cui i ragazzi possono esprimere i propri pensieri, dubbi, perplessità, idee e suggerimenti sul loro mondo e sul loro modo di intendere l’agricoltura. Buona lettura!

dell’impegno quotidiano: minore a livello fisico, sicuramente maggiore sul piano psicologico. La didattica digitale ha sicuramente un risvolto positivo, in quanto evita lunghi viaggi e aumenta le ore di riposo. Comporta, però, anche lati negativi: dal punto di vista umano sono diminuite le occasioni di condivisione e confronto con i compagni; da quello pratico-tecnico i problemi legati alla connessione spesso causano un’attenzione frammentaria. Devo anche sottolineare che, nonostante sia da marzo che frequentiamo a distanza, fatichiamo ancora a trasformare questa modalità in abitudine. Tutto sommato, le lezioni procedono secondo consuetudine: ci stiamo preparando per l’esame di Stato, le materie laboratoriali ci consentiranno presto di fare lezioni in presenza, stiamo trattando argomenti molto interessanti, come per esempio la Prima guerra mondiale, lo studio della vite, la storia della nascita e dello sviluppo dell’agricoltura nelle civiltà antiche. La speranza è di poter affrontare l’esame senza “limitazioni digitali” e, soprattutto, sostenendoci tra compagni. Francesco Durante Classe V B

LA SCUOLA DEL COVID-19 Mi chiamo Francesco e frequento la classe quinta dell’Istituto Agrario D. Aicardi di Albenga. La mia classe ha iniziato l’anno scolastico con due settimane di stage in aziende del settore vitivinicolo, sempre rispettando le attuali norme anti-covid. Questa esperienza ha permesso a me e ai miei compagni di stare nuovamente insieme. Era dal lockdown dello scorso marzo che non accadeva! Abbiamo potuto finalmente confrontarci, sia sul piano personale, sia su quello scolastico e professionale. Avevamo tutti bisogno di questo importante contatto umano, che ha arricchito ciascuno di noi. Durante questo periodo, proprio perchè non tutti abbiamo potuto fare esperienza di vendemmia, insieme ad un compagno di classe, ho raccolto i fagiolini in un’azienda vicino a casa. Il tutor aziendale ci ha spiegato la sua scelta di vendere all’ingrosso: facendo così il prezzo è sì calmierato, ma garantisce la vendita dell’intera produzione; abbiamo spuntato la cinerèa per contenerne la vigoria, in modo che, al momento della raccolta, non fosse troppo cresciuta. Ci è stato detto che il maggior compratore di questa pianta ornamentale è il Mercato dei Fiori di Sanremo, il quale acquista a un buon prezzo. Abbiamo anche imparato che, nella zona di Pietra Ligure e Boissano, la resa delle olive in olio è minore rispetto alla media, ma garantisce un’ottima qualità dell’olio. Al termine delle due settimane di stage, siamo tornati tutti a scuola. Si è percepita subito la differenza con il precedente anno scolastico: le regole di controllo sanitario molto strette facevano sentire nuove emozioni e accrescevano la distanza con compagni e docenti. Tuttavia, il rispetto delle regole ha avuto e deve avere la meglio. Purtroppo, nella scuola ci sono stati casi di alunni positivi al SARSCoV-2 e, a seguito della quarantena preventiva di vari professori, per la nostra classe la DAD è cominciata con due settimane di anticipo. Il passaggio alle videolezioni ha comportato un cambiamento

GENERAZIONE COVID? Tutto quello sta capitando porta spesso ad una domanda: saremo ricordati come quelli del Covid-19 ? Spero di no, lo spero per i miei studenti ma lo spero anche per i docenti che come gli allievi si sono dovuti mettere in gioco per trasformare una tragedia in una vera maestra di vita. Forse ci siamo un po’ inselvatichiti come succede alle piante da frutto se le riproduci per seme ma, così come le piante possono essere innestate e dare un prodotto eccellente, anche noi, rapidamente, torniamo ad interagire e intessere nuove sinergie con chi ci vive accanto. L’esperienza che causa sofferenza è la spinta ad amare la vita, a cercare la soluzione al problema. Sono fiduciosa che i nostri allievi saranno ricordati non come quelli che hanno avuto la promozione facile o le vittime del virus ma come ragazzi che hanno cambiato il modo di vivere la didattica. Mariella Gaudenti (Vicepreside dell’Istituto Agrario D. Aicardi)

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La nuova linea di piante officinali

Herbolaria

un concetto nuovo e più ampio del termine “erba aromatica” È la nuova linea di piante aromatiche nata da un grande lavoro di squadra, ecosostenibile e certificata Global Gap, che a breve sarà distribuita da L’Ortofrutticola. Alla base del nostro progetto un concetto nuovo e più ampio del termine “erba aromatica” rispetto al consueto utilizzo in cucina e l’intento di mostrare altri pregi di queste straordinarie piantine: complementi naturali in grado di alleviare piccoli malesseri quotidiani ma anche vere e proprie “ricette di bellezza” capaci di inebriare con le loro fragranze, permettendoci di restare in perfetta armonia con la natura. Sono state selezionate tredici tra le più interessanti piante aromatiche che saranno proposte con packaging totalmente riciclabile. A loro abbiamo dedicato il sito www.herbolariaherbs.eu (di prossima

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pubblicazione online) sul quale verranno indicate e illustrate tutte le principali proprietà e utilizzi. (“Le Magnifiche 13” comprende: Rosmarino, Salvia, Timo, Helicrysum, Alloro, Finocchieto, Dragoncello, Lavanda, Melissa, Origano, Maggiorana, Menta, coriandolo……….). Piante e natura, alleate di salute e bellezza, un insegnamento che arriva dal passato. Il loro uso era già noto nell’antichità, erbe aromatiche che ancora oggi parlano una lingua universale, il Latino. Come scrisse Ippocrate oltre duemila anni fa: “Io non curo le malattie ma insegno la salute”. Settore Fiori L’ortofrutticola Maura Pietrsanta


Pillole naturopatiche

Profumi che curano La prima parte di un viaggio alla scoperta di aromaterapia e oli essenziali Nella naturopatia, abbiamo come alleati tanti tipi di rimedi e tecniche. Affascinante e assolutamente importante è l’aromaterapia, su questo numero la prima parte dell’affascinante viaggio nel mondo degli aromi e degli oli essenziali. Il mondo delle piante e dei profumi esercita da sempre una fortissima attrazione sull’uomo. Emozioni, sensazioni, memorie e profumi sono indissolubilmente legati tra loro. I profumi evocano mistero, seduzione, misticismo e spiritualità, e sono stati utilizzati fin dagli albori della civiltà proprio per questi scopi. L’aromaterapia è un ramo della fitoterapia che utilizza gli oli essenziali per la salute del corpo e lo sviluppo del potenziale umano. Gli oli essenziali sono la parte odorosa, “le parole” delle piante, e queste molecole che vengono estratte interagiscono con la persona sia sul piano fisico che su quello emozionale. Queste sostanze volatili aromatiche vengono prodotte naturalmente in piccolissime quantità, infatti alcuni oli essenziali sono estremante costosi, come quello di rosa (occorrono diverse tonnellate di petali per estrarre pochi millilitri di olio), ma molto attivi chimicamente. Le piante sopravvivono grazie ai loro oli essenziali. Dato che non possono proteggersi mettendosi al riparo, sono i loro oli essenziali che le aiutano a proteggersi dal sole, dai predatori e dalle malattie, attrarre gli insetti impollinatori e infine a guarire, grazie alle loro proprietà antibatteriche, antivirali, lenitive, antinfiammatorie, etc. Nonostante il nome, queste sostanze non sono oleose o grasse e non hanno nulla in comune con gli oli vegetali. Anche la parola “essenza” spesso è impropriamente utilizzata, infatti in aromaterapia si definisce “essenza” quella contenuta all’interno della pianta. Dopo la distillazione, l’insieme di molecole aromatiche prende invece il nome di olio essenziale. Sotto la dicitura ambigua di “essenza” si celano spesso prodotti di sintesi, che poco hanno a

che fare con i veri oli essenziali. In commercio ci sono tantissimi prodotti, ma pochi sono realmente buoni. Un primo metodo di riconoscimento è leggere l’etichetta del prodotto che deve avere: • nome botanico della pianta; • nome comune; • principi attivi prevalenti (chemotipo); • parte della pianta distillata; • tipo di distillazione; • numero di lotto e data; • purezza e integrità dell’olio, 100% naturale. Ci sono diversi tipi di estrazioni degli oli essenziali, ma i più pregiati e naturali sono la pressione a freddo, in genere per gli agrumi, e la distillazione in corrente di vapore. Possono essere distillate diverse parti della pianta, fiori, resine, legno, frutti, bucce e foglie. Per esempio dall’arancio si estraggono 3 tipi di oli essenziali differenti, anche per proprietà (o.e. di Arancio dalle bucce, o.e. di Petit grain dai rametti e dalle foglie, o.e. di Neroli dai fiori). Sul prossimo numero del periodico continueremo a parlare di aromaterapia e di oli essenziali, di come agiscono sul nostro sistema nervoso e di come sfruttarne le proprietà.

Una rubrica a cura di Lara R. Cavallero Naturopata specializzata in fitoterapia, cromopuntura e riequilibrio del respiro Studio in Borgio Verezzi (SV) 347 1105893 - info@laracavallero - www.laracavallero.it Disciplinato ai sensi della legge del 14 gennaio 2013, n. 4 (G. V. 26 gennaio 2013, n. 22)

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Un dolce Natale a L’OrtoShop Dal Panificio Cacciò, oltre al pane di Gavenola anche biscotti, amaretti, panettoni e tanti altri prodotti da scoprire Il panificio Cacciò inizia la sua storia e la sua produzione nel lontano 1901 con Angelo Cacciò. L’attività viene passata di padre in figlio negli anni a seguire. L’attività artigianale viene presa in mano così da Giuseppe, poi Filippo, per arrivare nel 1982 a Flavio e Giancarlo (pronipoti di Angelo). Il forno a legna rimane il fulcro della lavorazione artigianale dei prodotti fino al 1986. In questi anni il pane, preparato con le ricette di famiglia, prende la denominazione di “Pane di Gavenola”, come confermato dalla Gazzetta Ufficiale n° 200 del 29 agosto 2003, nella Terza revisione dell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali. I prodotti del panificio Cacciò sono stati anche inseriti nell’atlante regionale dei prodotti tradizionali e sono menzionati, ad esempio, sul sito della Strada del Vino e dell’Olio. Il panificio Cacciò, oggi è gestito da Flavio e Giancarlo. Spiega Giancarlo Cacciò: “Sono state fatte scelte che riguardano sia il tipo di produzione che i prodotti e nello stesso tempo per ottenere questi prodotti la scelta di fornitori e materie prime di

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qualità. L’esperienza maturata in tutti questi anni di lavoro ha portato l’azienda ad essere in grado di capire quando un prodotto è di qualità o quando un prodotto incontra meno il favore della clientela. Pur mantenendo la lavorazione tradizionale dei nostri genitori è stato migliorato sensibilmente sia l’aspetto visivo che quello qualitativo di ogni singolo prodotto”. Per arrivare a questo Flavio e Giancarlo hanno effettuato corsi di aggiornamento in ditte specializzate nella produzione di materie prime per la panetteria e la pasticceria. “Per gli anni a venire – conclude Giancarlo - ci proponiamo di migliorarci per poter soddisfare sempre le esigenze della nostra clientela. I nostri principali prodotti sono il pane rustico che ha una lenta lievitazione, i nostri biscotti salati (biscotti di semola) quasi unici nel loro genere, la produzione di amaretti tipici di questo territorio e per le festività i panettoni e le colombe”.


Alla scoperta delle aziende locali

Intervista a Antonio Bruzzone Un mercato in continua evoluzione e dalle grandi potenzialità

Per la nostra rubrica “Alla scoperta delle aziende locali” su questo numero parliamo con Antonio Bruzzone. La sua azienda floricola nasce negli anni ’20 dello scorso secolo per volontà dei bisnonni che acquistarono dei terreni da alcuni latifondisti della zona di Rollo. L’azienda ha seguito nel tempo l’evoluzione dell’agricoltura della piana: coltivazione di ortaggi come asparagi, zucchine e pomodori, poi integrata con carote, porro e aneto. Ad un cambiamento delle coltivazioni si è affiancato un graduale passaggio dalle serre in legno e vetro alle più funzionali in ferro e vetro. La famiglia Bruzzone ha contribuito all’evoluzione dell’agricoltura in Albenga anche partecipando attivamente alla fondazione della Cooperativa de L’Ortofrutticola, con Antonio Bruzzone, nonno e omonimo dell’attuale titolare. Spiega Bruzzone: “L’agricoltura è in continua e costante evoluzione; si muove con il mercato e con le richieste dei clienti ma deve saperle anche anticipare e, in un certo modo, indirizzare. Credo che una delle doti innate degli agricoltori della piana di Albenga

sia proprio quella di saper intercettare e prevedere i cambiamenti e ad operare in essi”. L’azienda di famiglia si è trasformata più volte, passando dai prodotti orticoli a quelli florovivaistici e con Antonio ha triplicato la sua estensione. Attorno al 1986 c’è stata la conversione alle piante in vaso, con la coltivazione di margherite e gerani. “Importante in questo senso – dice Bruzzone - è stata la spinta avuta dai commerci con la Germania che ha aperto un nuovo fronte di opportunità verso l’estero. La conversione verso il florovivaismo devo dire che è stata un successo, non solo per noi ma anche per le altre aziende che già lavoravano bene con gli ortaggi e che hanno convogliato le loro energie e capacità verso questo settore in espansione”. “Oltre ad aver colto un’opportunità – continua Bruzzone – c’è anche da sottolineare come dopo tanti anni di coltivazione sul suolo ci fosse un problema di debolezza dei terreni e con la conversione al florovivaismo si è fatta quindi di necessità virtù”.

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Fino agli anni ’90 l’azienda si è servita principalmente di manodopera familiare, dagli anni 2000 questa è stata integrata con l’assunzione di personale stagionale. “Siamo dovuti crescere – dice Bruzzone – per soddisfare una quantità di ordini sempre più importante e per via di una struttura in espansione e di una diversa organizzazione del lavoro. Fino al 2010 c’è stata una buona crescita, poi c’è stato un aumento dei costi che ha portato ad una diminuzione degli utili. Abbiamo quindi deciso di concentrare la produzione su alcuni prodotti principali: l’ortensia, la margherita (in vaso 14) e la poinsettia”. Proprio quest’ultima produzione insieme all’ortensia è diventata il fiore all’occhiello d questa azienda agricola. “Sono 15 anni che produciamo la cosiddetta Stella di Natale che coltiviamo in sincronia con l’ortensia proprio perché i periodi di coltivazione delle due piante sono complementari. In questo modo possiamo avere una coltivazione programmata senza vuoti di produzione e coprire tutto l’anno. Avere un minor numero di articoli ci permette una maggiore specializzazione che ci porta ad una produzione di alta qualità e una diversificazione di clienti. Si tratta di un costante lavoro di miglioramento e selezione, per questa ragione è importante prendere parte ad eventi che permettano a noi produttori di conoscere tutte le novità in merito a produzione e commercializzazione; in questo senso particolarmente importante è il meeting mondiale che si tiene a Rosolina (nel Trivenento) ogni anno e che fa il punto su novità e criticità della produzione di Poinsettia. In Albenga sono poche le aziende che producono Stelle di Natale, circa una quindicina, anche se il nostro microclima è decisamente favorevole per questa produzione. Le piante che coltiviamo vedono tanto sole, sono robuste ed hanno infiorescenze al massimo livello di espressione del varietale. Si potrebbe definire una coltivazione green perché riusciamo a produrre una pianta prendendo energia dalle fonti naturali come il sole, è quindi una produzione a ridotto impatto ambientale. La Stella di Natale è delicata, si trasporta per brevi distanze e con grande cautela, per questo comprare Stelle di Natale significa quasi sempre comprare prodotti locali o per lo meno italiani (le due maggiori aree di produzione sono la Versilia e la zona di Latina per il nord Italia)”. Se il rosso scuro delle brattee è il must natalizio oggi la produzione vira anche verso alcune novità. Così Bruzzone: “C’è voglia di trasgressione, di novità. Così se una volta la produzione era praticamente tutta tradizionale, oggi si ha un 15-20% di richieste particolari, come le piante dai colori screzia-

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ti o misti. La novità adesso è rappresentata dalla “Christmas Mouse”, una pianta dalle foglie tondeggianti, simili alle orecchie di un topolino. Quest’anno abbiamo avuto parecchie difficoltà per diverse malattie ed avversità, primo fra tutti il moscerino bianco che abbiamo sconfitto con la lotta biologica, attraverso l’introduzione di insetti utili. Vorrei fare un plauso all’Assistenza Tecnica messa in campo da L’Ortofrutticola perché è grazie alla competenza e professionalità di Mario Mattone e del suo team che siamo riusciti a risolvere le problematiche e ad avere una produzione ottimale”. Le Stelle di Natale arrivano in Italia come piccole talee, mentre il parco madri si trova in Etiopia ed in Uganda. Arrivate in Europa raggiungono le zone di radicazione e poi vengono consegnate al produttore. “Oltre ad avere una produzione di eccellenza è fondamentale appoggiarsi ad esperti professionisti per la cura dell’immagine, del packaging e per la commercializzazione. Il Covid-19 è senz’altro un grosso problema ma può essere anche uno stimolo per tentare nuove strade. Avevamo già in mente, io e la mia compagna Francesca, di tentare l’e-commerce ma la nuova realtà ci ha portati ad anticipare l’ingresso nel mondo della vendita on line. È una scommessa ma anche una grande opportunità che permette ad aziende che operano in zone che non fanno parte delle principali direttrici del commercio tradizionale di mettersi in gioco. Se vogliamo essere positivi l’e-commerce può essere un veicolo per creare nuove opportunità di lavoro in aree svantaggiate: non c’è più bisogno di essere nel posto giusto al momento giusto, per competere bisogna avere un prodotto di grande qualità e la capacità di metterlo in mostra in questo nuovo mercato mondiale. Per quanto riguarda la nostra azienda calcoliamo di arrivare ad un 15% di vendita on line nei prossimi 3 anni”. Continua Bruzzone: “Credo che il mercato stia affrontando una trasformazione epocale, non solo nel settore floricolo ma anche in quello orticolo: c’è una maggiore attenzione verso il prodotto. Per questa ragione stiamo pensando, entro i prossimi 5 anni, di dedicare parte dei poderi esterni ad alcune antiche coltivazioni come l’albicocco Valleggia, una vera eccellenza del nostro territorio, e le piante mellifere per riproporre una produzione di miele locale; contiamo di iniziare la produzione di albicocche nel 2022 con 300 piante. Come dicevo, ritengo che sia tipico degli agricoltori della Piana sapersi reinventare, tentare nuove strade, assecondare e anticipare le esigenze del mercato. Albenga è un porto di possibilità per chi sa coglierle”.


inverno 2020

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Dall’America Latina una pianta molto speciale

Stella di Natale Rossa, bianca, screziata o rosa, sono ormai molte le varietà per la pianta ornamentale più caratteristica del periodo natalizio

La Stella di Natale appartiene alla famiglia delle Euforbiacee, il genere comprende più di 1500 specie, tra cui l’Euphorbia pulcherrima (conosciuta come Stella di Natale), originaria del Messico. È una pianta arbustiva che, in determinati climi, può raggiungere anche i 3 metri di altezza, le foglie sono di colore verde intenso, vellutato, ed hanno forme diverse. Questa pianta, chiamata anche Poinsettia (raramente Poinsezia) è la pianta delle feste di Natale per eccellenza: sempre intensamente colorata, capace di attirare l’attenzione e di creare da sola un’atmosfera natalizia. L’aspetto della pianta è caratterizzato dalle brattee, pseudo-foglie colorate (solitamente di rosso intenso, ma anche di rosa, bianco o screziate) che circondano il vero e proprio fiore di colore giallo e circondato da una corolla composta da cinque brattee. In una infiorescenza si trovano moti fiori maschili ed uno solo femminile che una volta fecondato produce un frutto che contiene tre semi. Questa pianta non ama i ristagni idrici, sono quindi da evitare le innaffiature troppe abbondanti che posso far marcire le radici. In

questo caso si può assistere ad una caduta precoce delle foglie. Se prima di cadere le foglie verdi diventano gialle questo può dipendere proprio dal freddo o dall’eccessiva umidità stagnate. Se invece la parte terminale delle foglie diventa secca e scura può trattare del problema opposto, una mancanza d’acqua. In entrambi i casi, se non c’è l’intervento di funghi o parassiti, può essere sufficiente regolare l’innaffiatura per risolvere il problema.

LA STELLA DI NATALE È VELENOSA? Il lattice che secernono gli steli è molto urticante e potenzialmente tossico per gli animali domestici. Il lattice a contatto con la pelle può provocare irritazioni anche per l’uomo, qualora questo dovesse entrare in contatto con gli occhi o con la bocca può causare bruciore ed anche nausea e vomito. Una pianta ornamentale molto bella ma da maneggiare con cura quindi.


LE VARIETÀ DELLA STELLA DI NATALE

POINSETTIA DAY

Le Stelle di Natale sono numerosissime, si calcola ce ne siano più di 150 varietà; di seguito una breve carrellata di alcune delle più belle che potete trovare in commercio.

Il 12 dicembre si festeggia il Poinsettia Day, nato negli Stati Uniti per celebrare il successo commerciale di questa particolarissima pianta, che è una delle più vendute nel Nord America. Il successo della poinsezia in Europa risale alla metà dello scorso secolo, mentre veniva già ampiamente usata in America e soprattutto in Messico da moltissimo tempo; qui la Stella di Natale è considerata una pianta dalle molteplici virtù e per questa ragione è usata per abbellire le chiese, per adornare la casa delle giovani coppie ed anche le camere dei neonati.

AUTUMN LEAVES

La prima Stella di Natale a fiorire e la prima ad essere utilizzata in autunno dai fiorai per le decorazioni perché il suo color cannella si abbina molto bene a quelli tipici delle decorazioni di Halloween come l’arancione e il giallo scuro di certe zucche. Nonostante la sua fioritura precoce non sfiorisce in breve tempo ed è ancora nel pieno della sua bellezza durante le festività natalizie.

PICASSO

un nome che già preannuncia una Stella di Natale dalle tinte particolari. Se volete giocare sui colori niente di meglio di questa varietà che è caratterizzata da una colorazione spruzzata con una gradazione che va dal giallo fino al panna ed al rosso. Una varietà simile è la Picasso Ice.

ICE PUNCH

Dai colori definiti è invece la Ice Punch che presenta brattee rosse con screziature bianche.

ALPINA

Bianca come la neve delle vette più alte, richiama la purezza, è una pianta di grande ffetto scenico ed eleganza. The Glitter: è una varietà rossa, completamente glitteralta con macchioline gialle.

PRINCETTIA

Una varietà mignon, con fiori metallizzati stupendi in rosa, rosa intenso, bianco o rosso.

STELLE DI NATALE ROSSE

Sono le più classiche e ce ne sono di diverse varietà; le nuove ibridazioni producono piante robuste e dai colori intensi.

MARBLE

Un fiore dalle foglie interne più scure e con esterno tendente al chiaro, un gioco di colori delicato ma di sicuro effetto.

CHRISTMAS MOUSE

Dal rosso intenso con brattee dalla forma tondeggiante, una delle più innovative creazioni degli ultimi anni.

TANTI NOMI PER UNA PIANTA Questa pianta, simbolo delle festività natalizie, raggiunge la massima bellezza proprio a Natale e per questo motivo venne chiamata dai primi missionari spagnoli, che la scoprirono in Messico, “flor de Noche Buena” (Fiore della Vigilia di Natale) di qui il nome Stella di Natale. Il nome azteco era invece Cuitlaxochitl, mentre il nome scientifico è Euphorbia pulcherrima e si deve al botanico tedesco Carl Ludwig Wilenow. L’origine di questo nome è piuttosto oscura ma probabilmente fa rifermento a Eufbio, medico personale del re dei Numidi, Giuba II, che per primo descrisse le caratteristiche di questa pianta; l’aggettivo pulcherrima in latino significa “bellissima”. La Stella di Natale è nota anche come Poinsettia pulcherrima; questo nome deriva dal politico statunitense Joel Roberts Poinsett che nei primi anni del 1800, mentre era ambasciatore in Messico, vide un cespuglio di questa splendida pianta fiorita e ne intuì il potenziale: Poinsett importò la pianta negli USA e iniziò una proficua attività che dura ancora oggi.

COME OCCUPARSENE IN CASA Due delle caratteristiche principali della Stella di Natale sono di essere una pianta fotoperiodica e brevidiurna: la sua fioritura avviene nel periodo invernale proprio perché i giorni sono di una durata minore, affinché essa sia abbondante avrà bisogno di restare parecchie ore della giornata al buio. La temperatura ideale per la stella di Natale è tra i 14 e i 22°C ma può resistere anche a valori inferiori purché non vi siano gelate. L’ideale è porla in una stanza non troppo calda oppure sulle scale o sulla veranda, in un ambiente quindi luminoso, con temperature possibilmente costanti di 20°C circa e umidità elevata. È particolarmente sensibile alle correnti d’aria fredda, evitare quindi tutti i colpi d’aria e non bagnarla troppo spesso ma solo quando il terriccio risulta asciutto.

PROBLEMI, PARASSITI E MALATTIE Tra le diverse malattie che possono colpire la Stella di Natale c’è quella causata dai funghi Botrytis spp e Phytium spp; in questo caso le brattee si sbriciolano e presentano macchie grigie. Altra problematica comune può essere l’attacco della mosca bianca. Se invece appaiono macchie brune sulla pagina inferiore delle foglie queste possono essere provocate dalla cocciniglia a scudetto. Sia la cocciniglia che la mosca bianca possono essere rimosse con l’uso appropriato di olii: olio minerale, olio di soia, olio di Neem; questi possono essere nebulizzati su foglia e sotto foglia oppure applicati tramite un panno morbido. In questo modo si risolve il problema e si ottengono foglie lucide e brillanti.


Da Zuccarello a Castelvecchio Un’escursione tra borghi medievali, antichi castelli e scorci mozzafiato con in quarto percorso del Sistema Poggio Grande Dall’estremità settentrionale del borgo murato di Zuccarello, si imbocca via Al Castello, l’antica strada che, superata la porta “Interiore”, oggi quasi completamente andata perduta, risaliva la collina verso il Colle delle Quattro Vie. Il percorso conserva in gran parte l’antico acciottolato che consentiva il transito di muli e di carri leggeri.

ZUCCARELLO, UN BORGO STRATEGICO Salendo, il panorama si allarga sui tetti del paese evidenziando il compatto tessuto urbano originario che si è sviluppato, stretto tra il torrente Neva e la collina del Castello, lungo l’importante direttrice viaria che ancora oggi attraverso il Colle di San Bernardo conduce a Garessio (stazione 1). Il borgo di Zuccarello sorse per volontà dei Marchesi Clavesana, allora feudatari della valle, a seguito di un editto, datato 14 Aprile 1248, con il quale veniva imposto agli abitanti delle campagne circostanti di costruire un borgo entro

un anno dal successivo Natale. Il paese doveva assolvere ad una duplice funzione, strategica e commerciale: controllare la strada di fondovalle, una delle tante “Vie del Sale”, e difendere i confini del marchesato dalle insidie del Comune di Albenga; interamente racchiuso dalle mura e delimitato ad occidente dal torrente Neva, il borgo si caratterizza soprattutto per le due file di portici (secXIII-XIV) che affiancano la strada principale, e per il mirabile ponte romano a schiena d’asino che con un’unica arcata supera il Neva. Passato dai Clavesana ai Del Carretto, Zuccarello divenne capitale dell’omonimo marchesato nel 1397. Nel 1379, nel borgo nacque Ilaria Del Carretto che, sposa di Paolo Guinigi, signore di Lucca e morta a soli 26 anni, fu immortalata nel celebre sarcofago opera di Jacopo Della Quercia. Altri monumenti degni di nota sono la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, con il campanile gotico a polifore sorto probabilmente su una preesistente torre difensiva, e l’oratorio del 600-700 dedicato a San Carlo e a Santa Maria nascente. Proseguendo la salita lungo la mulattiera, si passa sotto ai ruderi


IL CASTELLO DI ILARIA DEL CARRETTO Dopo aver superato alcuni uliveti ormai abbandonati, si giunge al Colle delle Quattro Vie, sul versante settentrionale della collina sulla quale sorge il Castello di Zuccarello (stazione 2). L’origine del Castello del quale si conservano oggi solo pochi resti attorno ad un cortile centrale, è antecedente la Fondazione del borgo; esso fu più volte rimaneggiato nel corso dei secoli con parziali ristrutturazioni; gli ultimi interventi di rifortificazione, mai completati, furono voluti dal generale napoleonico Massena alla fine del secolo XVIII. Il suo utilizzo come abitazione, testimoniato dai resti di una raffinata cornice di finestra decorata in cotto di gusto padano e dai resti di affreschi quattrocenteschi, cessò comunque già dalla fine del secolo XV. Il castello collegato a vista con quelli di Conscente e di Castelvecchio e con l’abitato di Vecersio, formava con il borgo sottostante un unico sistema fortificato a sbarramento della via di fondovalle e consentiva il controllo pressoché totale della media Val Neva. Alle Quattro Vie confluivano oltre a due mulattiere che salivano da Zuccarello altre due strade della viabilità medievale che arrivavano rispettivamente da Vecersio e da Castelvecchio di Rocca Barbena: mentre la prima attraverso il Passo della Rocca Grande conduceva a Balestrino e a Toirano, la seconda era invece un importante e sicuro collegamento a mezza costa tra i due più importanti centri della Val Neva. Il tracciato dell’antica strada medievale, rimasto in uso per più di 600 anni, sino all’apertura dell’odierna strada carrozzabile ai primi dell’Ottocento, è stato recentemente sostituito, per un certo tratto, con quello di una strada sterrata; percorrendola si incontrano, nei pressi dei ruderi della chiesetta di San Giacomo, già in rovina dal 1732 (stazione 3), alcuni lembi di castagneto e, poco distante, antiche fasce ad uliveto, simbolo di un’economia che, seppur già nel medioevo basata in gran parte sul commercio per la presenza della strada di fondovalle, si collocava tra mondo mediterraneo e mondo alpino.

CASTELVECCHIO, IL BORGO MURATO PIÙ ANTICO DELLA VAL NEVA Proseguendo lungo la strada, in località Carnaro, altri uliveti anticipano l’arrivo a Castelvecchio insieme alla chiesetta campestre di San Giuseppe, di gusto settecentesco. L’ingresso in Castelvecchio avviene lungo la direttrice viaria originale, offrendoci oggi scorci dimenticati e visuali inaspettate, in cui il paese appare in tutta la sua bellezza. Le prime case che si incontrano, disposte linearmente lungo la via, appartengono alla borgata Fontana dove, oltre ad una bella fonte di impianto medievale (stazione 4), probabilmente si trovava fin dal secolo XIV un “Ospitale” per il ricovero dei viandanti; dominano il paesaggio le fasce coltivate vicine alle case, l’imponente mole del castello e, sul versante opposto della valle, le boscose rupi del Monte Alpe (1055 m.) e sullo sfondo gli alti pascoli del Monte Fuetto e del Monte Galero, rispettivamente 1532 e 1704 m. Castelvecchio è il borgo murato più antico della Val Neva, probabilmente di origine bizantina, stretto attorno alla Rocca del Castello. Questo, eretto già nel secolo XI per il controllo delle vie di transito ai valichi di San Bernardo (verso la Val Tanaro) e Scravaion (verso

la Val Bormida), fu testimone delle vicende dei Clavesana e dei Del Carretto, rivestendo un ruolo strategico in tutte le vicende storiche della valle, fino alle battaglie napoleoniche; tra i tetti del paese, conservato nella sua struttura originaria, sono ancora visibili alcune torri di guardia dell’antica cinta muraria. Di notevole valore architettonico sono pure le case dotate di caratteristiche cornici bianche alle finestre, che richiamano motivi dell’area alpino-provenzale, e di coperture piane a terrazza o a “volta sfuggente”, spesso sovrastate da essiccatoi detti “vissà”: un misto di influenze mediterranee ed alpine. Interessante è pure la parrocchiale Nostra Signora dell’Assunta che, seppur ristrutturata in epoca barocca, conserva ancora leggibili, nello slanciato campanile e nella lunetta affrescata sopra l’ingresso, elementi dell’impianto del secolo XV. Dallo spiazzo ai piedi del Castello (stazione 5), si può ammirare un bel panorama della vallata verso Zuccarello.

UNA VALLE SCAVATA DAL NEVA Il solco vallivo scavato dal torrente Neva ha portato alla luce gli strati di roccia che caratterizzano tutti i principali rilievi dei dintorni, aprendo una vera e propria finestra sulla complessa e tormentata storia geologica della valle. Il crinale del versante orografico destro è dominato dalla “Unità di Arnasco-Castelbianco”, in gran parte costituita dalle giurassiche “Brecce del Monte Galero” che si sono formate circa 175 milioni di anni fa a seguito della cementazione di rocce più antiche provenienti da frane sottomarine; a quote inferiori, le pendenze più dolci dei versanti indicano l’affioramento delle rocce a scaglie della “Unità di Case Tuberto” mentre nel fondovalle, dove i versanti ritornano più ripidi, affiorano i terreni giurassico-cretacei della “Unità di Castelvecchio- Cerisola”; le formazioni rocciose si susseguono quindi in giacitura capovolta procedendo dei terreni più antichi alle quote più elevate a quelli più recenti sottostanti; il ribaltamento degli strati è dovuto alle enormi forze che hanno generato la catena alpina; un processo assai lungo che si è concluso circa 30 milioni di anni fa. L’affioramento roccioso ove sorge il Castello, che origina suggestivi canyon lungo il corso del torrente Neva, è invece costituito da un tipo di roccia dura a matrice silicea, chiamata “Verrucano”, di origine sedimentaria assai antica.

Materiale fornito da

CAI di Albenga

SCHEDA TECNICA Percorrenza ore 1.15. Dislivello in salita metri 318.

Distanza Difficoltà

km 2,5. facile.

Motivi di interessestorico-architettonico. Segnavia Due losanghe piene rosse (tratto Zuccarello-Colle Quattro Vie); T rossa (tratto Colle Quattro Vie – Castelvecchio R. B.). Inizio Zuccarello, via Al Castello 124. Arrivo Castelvecchio R. B. presso chiesa parrocchiale (442). Deviazioni e/o varianti: Zuccarello – Erli. Fraz. Bassi (Via del Sale) Segnavia due linee orizzontali rosse; ore: 1.15. Incroci o sovrapposizioni con altri percorsi segnati Circuito ad anello del Poggio Grande.

Trimestrale de L’Ortofrutticola di Albenga

di un avamposto del castello, la Guardiola, collocato lungo le mura che cingevano su due lati il borgo e la collina; da qui era possibile controllare a vista un lungo tratto della via di valle e le fertili piane coltivate a nord del paese.


CINGHIALI

IL NUMERO FUORI CONTROLLO ESASPERA E SPAVENTA Situazione insostenibile con incursioni e danni che minano la tenuta ambientale e sociale mettendo a rischio anche la sicurezza stradale I cinghiali sono una specie ad alta mobilità in grado di percorrere grandi distanze e anche di attraversare i fiumi per spostarsi da un territorio all’altro alla ricerca di aree da saccheggiare provocando quasi diecimila incidenti stradali all’anno. I cinghiali raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti. Dall’esasperazione degli imprenditori agricoli che, giornalmente, devono fare i conti con i danni provocati dal passaggio degli ungulati, alla paura generalizzata di trovarsi faccia a faccia con uno o più esemplari su strade, autostrade e nei centri abitati liguri: misure e controlli per ridurne la proliferazione sono indispensabili per preservare le imprese del territorio e l’ambiente, evitare ulteriori incidenti e tutelare la sicurezza degli animali, dal momento che un così alto numero di esemplari accresce le probabilità di diffusione di epizoozie. È quanto afferma Coldiretti Savona dato che, anche nella nostra provincia, i pericoli per l’intera società aumentano, di pari passo, con la crescita del numero di capi, ormai da tempo fuori controllo. A livello nazionale per quasi 7 italiani su 10 (69%) ci sono ormai troppi esemplari che spadroneggiano in città e campagne (indagine Coldiretti/Ixè), un numero che ha portato il cinghiale ad essere una delle specie più endemiche d’Italia, dal momento che è arrivato a raddoppiare la propria popolazione da nord a sud del Paese negli ultimi dieci anni, superando la soglia dei 2 milioni di esemplari. “Nelle nostre campagne, a breve, ci saranno più animali selvatici che lavoratori, – affermano il Presidente di Coldiretti Savona Marcello Grenna e il Direttore Antonio Ciotta – mentre per le strade e nelle città non è una novità imbattersi in questo genere di animali che scorrazzano indisturbati partendo proprio dal capoluogo regionale. In campagna poi, da ponente a levante, ingenti continuano ad essere i danni. Non è possibile continuare a lavorare in queste condizioni e tra le diverse proposte che Coldiretti ha avanzato per cercare di contenere e risolvere il problema si ribadisce l’importanza di portare avanti la sperimentazione per la sterilizzazione temporanea degli animali, controllare eventuali attività illegali circa l’immissione di questi esemplari, rivedere il sistema di contenimento selettivo, incentivare l’uso delle gabbie di cattura, semplificare le norme vigente in materia di autodifesa del suolo; incentivare la pulizia e la coltivazione dei terreni incolti, veri e propri polmoni di accrescimento. È necessario intervenire urgentemente per prevenire un acuirsi ulteriore della situazione, cercando di trovare, una volta per tutte, una soluzione che possa permettere la convivenza con questi animali”. Coldiretti Savona

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L’Ortofrutticola

Un anno di grandi cambiamenti per una Cooperativa più organizzata e competitiva I diversi settori, ciascuno con le proprie caratteristiche, concorrono insieme al successo de L’Ortofrutticola

In questo ultimo anno la Cooperativa ha vissuto importanti cambiamenti che hanno portato ad una profonda riorganizzazione interna, primo fra tutti l’arrivo di Simone Moroni in qualità di Direttore. Moroni proviene dalla Lombardia e deve alla sua trentennale esperienza nel settore rurale la convinzione che la collaborazione e il lavoro di squadra siano fondamentali fattori di crescita. Proprio in quest’ottica su questo numero del periodico proponiamo una carrellata dei diversi settori che operano nella Cooperativa; diverse anime che concorrono ad un unico obiettivo. Ciascun settore ha proprie peculiarità, proprie caratteristiche e compiti specifici: l’Assistenza Tecnica è al servizio dei soci per risolvere le più concrete problematiche delle diverse colture e per consigliare e seguire passo passo le aziende agricole; il Settore Ortaggi fa da tramite essenziale tra produttore e mercati e, con la crescente attenzione della grande e media distribuzione ai prodotti del territorio, sta aprendo nuove possibilità sul mercato locale e nazionale; il Settore Fiori, pronto ad investire in nuovi progetti, come Herbolaria, la nuova linea di piante aromatiche che sta prendendo forma proprio in questi mesi; l’Amministrazione, pilastro fondamentale della Cooperativa, per la gestione fiscale e per l’adempimento degli oneri contributivi; ultimo, ma non certo meno importante, l’MPA (il Magazzino Prodotti per l’Agricoltura), il più fornito della Liguria, che con il suo OrtoShop propone anche la vendita di prodotti locali ed eccellenze in campo agroalimentare. Ciascuno di questi settori deve il suo successo all’impegno ed alla dedizione di quanti quotidianamente operano per il buon funzionamento della Cooperativa: la dirigenza ed i diversi responsabili, certamente, ma anche tutti i dipendenti che svolgono il proprio lavoro con passione e competenza.

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SETTORE FIORI

I NOSTRI VALORI: RISPETTO, COLLABORAZIONE, QUALITÀ RISPETTO per le radici (la natura ci insegna che più sono forti e più si cresce meglio) è da qui che parte la nostra forza, sui valori fondamentali e i principi cardine con i quali è nata la Cooperativa. COLLABORAZIONE solo una forte collaborazione può aiutare in tempi così difficili la promozione dei nostri prodotti e del nostro territorio sostenendo i nostri Soci e ascoltando le esigenze dei nostri clienti. QUALITÀ il fulcro che permette al nostro settore di distinguersi ed assecondare le richieste di mercato Tutto il settore fiori si sta muovendo in questo senso, con occhi pieni di entusiasmo e voglia di ripresa con nuove proposte, nuovi sistemi logistici e una nuova riorganizzazione interna. La strada sarà lunga e sicuramente non facile ma se ciascuno di noi crederà in se stesso e nei valori della cooperazione la risalita sarà meno ripida. La squadra dei fiori 2021 Maura Pietrasanta - Responsabile settore Fiori


FATTURATO ACQUISTI

IL BONUS PER I NOSTRI SOCI ORTOSHOP E MPA

IL MAGAZZINO PER L’AGRICOLTURA Il negozio di prodotti per l’agricoltura de L’Ortofrutticola è il più importante della Regione e rappresenta un punto di riferimento per gli agricoltori della Piana di Albenga e della regione. L’OrtoShop offre infatti, oltre al reparto di prodotti tipici e ortofrutta a km0 e filiera corta, anche una vastissima gamma di prodotti per l’agricoltura e non solo: abbigliamento e antinfortunistica; attrezzature per l’agricoltura; casalinghi e prodotti per la casa; ferramenta; idraulica e irrigazione; mangimi rurali e per animali; piante in vaso; reti, recinzioni, stuoie; sementi fiori ortaggi tappeti erbosi; vasi e terriccio per piante. All’OrtoShop, nella vasta selezione di prodotti già abitualmente offerti alla clientela, si aggiungono nei periodi di festa accurate selezioni di prodotti d’eccellenza come il torrone di Toirano, fornito da “La grotta dei golosi”, il cioccolato e la pressata genovese della storica cioccolateria Buffa di Genova, oltre alla frutta secca, ai panettoni del panificio Cacciò e ad una vasta offerta di farine per la preparazione di ogni piatto.

Il bonus è lo strumento con cui si riconosce ai Soci della Cooperativa un premio in funzione degli acquisti effettuati al magazzino prodotti per l’agricoltura. Lo sconto previsto, calcolato in termini percentuali, aumenta proporzionalmente al fatturato acquisti e si articola in quattro scaglioni così suddivisi: - da € 2.000,00 a € 5.000,00: 1%; - da € 5001,00 a € 20.000,00: 2%; - da € 20.001,00 a € 40.000,00: 3%; - oltre € 40.001,00: 4% . Ogni tre mesi l’ufficio emette le note di credito sul Bonus maturato ed in base allo scaglione raggiunto rende disponibile immediatamente lo sconto fruibile sui futuri acquisti c/o magazzino per l’agricoltura. Per ogni ulteriore informazione a riguardo, per informazioni circa le vostre fatture di acquisto e vendita, verificare la vostra posizione sul prestito sociale, informazioni su scadenze pagamenti e incassi l’ufficio Amministrazione è a vostra completa disposizione dal lunedì al venerdì negli orari compresi tra le 8,00/12,30 e 14,00/17,30. Sempre aperti e sicuri nel rispetto delle norme anti covid 19 Manuela Tomatis Responsabile amministrazione

Giuseppe Del Core - Responsabile MPA

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L’Assistenza Tecnica al servizio delle aziende agricole

Un pool di eccellenza L’ufficio tecnico è il fiore all’occhiello della Cooperativa. Offre a soci e clienti informazioni sui nuovi prodotti messi in commercio, sulle epoche migliori in cui effettuare i trattamenti, sulle registrazioni dei prodotti sulle diverse colture, sulla tipologia delle concimazioni. I tecnici specializzati consigliano soluzioni risolutive riguardo tutti i problemi legati al territorio, alle stagionalità e alle fasi produttive: concimazione, fertilizzazione, lotta a malattie e parassiti, problemi di crescita. Nei casi che lo richiedono gli agronomi eseguono sopralluoghi e prelievi a domicilio in seguito ai quali, i campioni vengono analizzati nel laboratorio della Cooperativa.

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molti test preliminari per valutare l’efficacia e la fitotossicità dei prodotti; viene svolto un grande lavoro anche con le ditte sementiere, con le quali si studiano selezioni varietali, nuovi ibridi con nuove resistenze a malattie o patogeni. La stretta collaborazione con l’Università di Bologna e le principali Università italiane specializzate, l’IRF (Istituto Regionale per la Floricoltura), la Regione Liguria, la Camera di Commercio di Savona e le aziende produttrici fa del servizio tecnico e del laboratorio de L’Ortofrutticola un centro unico e all’avanguardia.

Tutte le soluzioni proposte sono, possibilmente, del minor impatto ambientale e senza residualità. Particolare attenzione è rivolta ai piani di lotta integrata e a quelli per l’agricoltura biologica.

Alcuni servizi dell’assistenza agronomica sono l’organizzazione periodica di convegni e conferenze specifiche; il servizio analisi chimiche e multiresiduo; il ritiro domande per rilascio patentino agrofarmaci; la consulenza per la gestione dell’armadietto agrofarmaci; il servizio convenzionato per lo smaltimento agrofarmaci e, non meno importante, l’assistenza per la compilazione del quaderno di campagna.

Con le ditte produttrici (fitofarmaci, semi, concimi) si effettuano

Mario Mattone - Responsabile settore Assistenza tecnica


Grande e media distribuzione

Il nuovo trend Attenzione ai prodotti locali e maggiore consapevolezza sono gli ingredienti di questa nuova, positiva, tendenza Finalmente la grande e media distribuzione parla “nostrano”… proprio così…in un momento in cui l’economia del nostro Paese è messa a dura prova dall’emergenza sanitaria che da ormai diversi mesi ci affligge, avvertiamo segnali positivi dalla GDO (grande distribuzione organizzata), la tendenza sta diventando quella di valorizzare il prodotto italiano e in particolare il prodotto locale cercando di dare così una boccata d’ossigeno alle aziende agricole, aziende che a causa del lungo periodo di quarantena forzata ne hanno risentito. È per questo che catene come Coop, Conad, Arimondo hanno studiato dei progetti atti alla valorizzazione dei “nostri” prodotti, attraverso packaging mirati, isole all’interno dei punti vendita ed altre iniziative. Noi vogliamo fortemente assecondare questa richiesta, vogliamo che il prodotto d’Albenga abbia la giusta gratifica, anche perché i nostri prodotti ortofrutticoli hanno quel valore aggiunto che oggi il consumatore finale vuole. Acquistando i prodotti ortofrutticoli a km0 sosteniamo i produttori

locali e spingiamo così i consumatori ad essere più attenti e consapevoli negli acquisti. Si sta affermando così la cultura della stagionalità, i prodotti locali d’altronde offrono migliori garanzie circa la loro genuinità e sicurezza, il prodotto viene consumato poco dopo essere stato raccolto garantendo quindi il mantenimento delle caratteristiche organolettiche e dei principi nutritivi. In qualche modo attraverso i nostri maggiori clienti che sono i supermercati aiutiamo a far conoscere la stagionalità degli ortaggi: il cliente finale è ormai abituato a trovare qualsiasi frutto o ortaggio in qualsiasi periodo dell’anno ma questo significa che un prodotto per essere disponibile in un determinato momento proviene spesso dall’altro capo del mondo. Questo nuovo trend della GDO permette alla Cooperativa di sostenere ancor di più le aziende locali ed i propri soci. Emanuela Colamartino - Coordinatore del settore ortaggi

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STAGIONE 2020

UNA PRODUZIONE CHE SUPERA LE ASPETTATIVE Tenacia, competenza e spirito di iniziativa stanno facendo la differenza Come ogni anno abbiamo iniziato questa nuova campagna olearia trattenendo il fiato, dare delle certezze su ogni campagna ad inizio anno non è semplice. Siamo sempre passati da annate difficili, campagne migliori con un discreto recupero in termini quantitativi, e poi di nuovo stagioni complesse. Quest’anno poi ancora più difficile data l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Ma non bisogna arrendersi, essere tenaci. Perché quando l’olio è la tua prima e unica scelta di vita, occorre farsi trovare preparati, pronti, al meglio delle proprie potenzialità e tutto secondo la normativa di sicurezza. Perché contrastare la forza della natura è impossibile, provarci adv_blackjakBIO_A5.pdf

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è una necessità, ottenere il massimo con le capacità e gli strumenti che si hanno a disposizione, un dovere. Ora che abbiamo iniziato posso dire che anche quest’anno la produzione sta superando le aspettative, la nostra Arnasca continua a darci soddisfazioni, e la soddisfazione più grande è vedere che le fatiche degli ultimi decenni nel recuperare il territorio danno risultati in termine di raccolta; il frantoio cooperativo, che è stato potenziato negli ultimi anni, sta dando il massimo, grazie ai Frantoiani Piero e Tommaso, grazie all’intera filiera formata dalle persone che lavorano sul campo che hanno creduto al lavoro e al sogno di portare a termine una stagione olearia tra le migliori degli ultimi trent’anni. Ma il grazie più grande va alla comunità dei nostri 300 soci che con entusiasmo hanno creduto e credono nella loro Cooperativa.


UN PO’ DI CHIAREZZA Molte le opportunità presenti nel decreto Ristori, Ristori bis, nel decreto di Agosto e nell’articolo 21 del PSR Cia Savona ha approfondito le novità introdotte dal Decreto Ristori in videoconferenza con il Dott. Massimo Bagnoli, responsabile fiscale di Cia Nazionale. Il Contributo a Fondo Perduto CFP viene erogato senza presentare domanda, in automatico, alle aziende che avevano chiesto ed ottenuto il CFP sul Decreto Rilancio ma solo a quelle inserite in elenco contenente i codici Ateco ritenuti “danneggiati” nei recenti DPCM. Anche questo secondo contributo dovrebbe essere liquidato dalla Agenzia delle Entrate con tempestività, includendo con un moltiplicatore del 150% gli agriturismi di ospitalità e del 200% quelli di ristorazione. CIA nazionale ha inoltre confermato che l’Agenzia delle Entrate sta provvedendo in questi giorni al pagamento delle domande sul Decreto Rilancio non evase questa estate per esaurimento di fondi sui capitoli di bilancio. È stato esteso anche il bonus vacanze (valido anche per gli agriturismi) al 30 giugno 2021. L’art.21 del Decreto Ristori bis estende anche a dicembre l’esonero contributivo INPS per datori lavoro agricoli e coltivatori diretti (l’esonero per il mese di novembre era già inserito nel Decreto Ristori precedente) superando l’art. 7, che prevedeva 100 ML per le

Filiere Agricole, stanziamento trasformato in esonero contributivo. L’allegato 3 al D.L. Ristori bis elenca tutti i codici Ateco agricoli e forestali, gli artigianali di vino e birra, i manutentori del verde ed il commercio di piante e fiori. Quindi la maggioranza delle aziende agricole savonesi potranno beneficiarne (nel 2021) non pagando il dovuto per novembre e dicembre 2020. Prorogata anche al 15 dicembre la domanda sul Fondo per la Filiera della Ristorazione, introdotto dal Decreto Agosto, per i ristoranti che potrebbero chiedere sino all’importo di € 10.000,00 di rimborso per acquisti di prodotti Dop, Igt e deperibili la 100% provenienti da filiere italiane rientranti in apposite tabelle; tale fondo dunque sostiene indirettamente la produzione agricola nazionale. Sono state inoltre approvate le prime domande di risarcimento Covid-19 introdotte dalla misura 21 del PSR Reg. Liguria, appositamente creata su forte richiesta delle associazioni agricole. Si tratta di circa 1300 aziende agricole ed agrituristiche liguri con forte perdita di fatturato tra il primo semestre 2019 ed il primo semestre 2020: queste aziende stanno ricevendo contributi a fondo perduto con importi tra € 7.000,00 ed € 2.000,00. “Un quadro complessivo di molti provvedimenti, contenuti in diversi decreti e atti, che vengono seguiti da Cia per gli agricoltori associati e per le aziende delle filiere agricole: stiamo sollecitando tutti gli enti preposti per una piena e tempestiva attuazione dei provvedimenti a vantaggio delle imprese che subiscono una riduzione dei fatturati a seguito della crisi legata all’emergenza sanitaria di questo 2020 afferma Osvaldo Geddo Direttore Cia di Savona -; in questo momento difficilissimo chiediamo tempi rapidi e procedure semplici. I benefici introdotti hanno senso solo se fruibili in tempi rapidi, così si potranno evitare maggiori contraccolpi per il comparto agricolo”.

CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI

RISTORI

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CONFAGRICOLTURA

BILANCIO DI PREVISIONE DELLO STATO Previsti interventi in materia fiscale, per lavoro, previdenza, a sostegno della liquidità e dello sviluppo delle imprese Lo scorso 16/11 il Consiglio dei Ministri ha approvato il “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021” tra i molti interventi previsti riportiamo di seguito quelli in materia di lavoro e previdenza: • proroga per un massimo di dodici settimane dei trattamenti di cassa integrazione ordinaria e in deroga e di assegno ordinario previsti in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. (articolo 54, commi 1-5, 7-10 e 14-16); • concessione della Cassa integrazione salariale operai agricoli, richiesta per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica, per un massimo di 90 giorni nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 e il 30 giugno 2021 (articolo 54, comma 6); • estensione dello sgravio contributivo triennale attualmente previsto per le assunzioni a tempo indeterminato di soggetti fino a 35 anni di età effettuate nel 2020 anche a quelle relative ai medesimi soggetti effettuate nel biennio 2021-2022. Nel contempo, si aumenta la misura del predetto sgravio dal 50 al 100 per cento dei contributi dovuti dal datore di lavoro privato, nel limite di 6.000 euro annui, e si eleva da tre a quattro anni la sua durata limitatamente alle

assunzioni dei medesimi soggetti effettuate nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna (articolo 4); • in via sperimentale per il biennio 2021-2022, estensione a tutte le assunzioni di donne, effettuate a tempo determinato nel medesimo biennio, lo sgravio contributivo attualmente previsto a regime solo per le assunzioni di donne in determinate condizioni, al contempo elevando, limitatamente al suddetto biennio, dal 50 al 100 per cento la riduzione dei contributi a carico del datore di lavoro (articolo 5); • proroga al 31 marzo 2021 del divieto di procedere a licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo e a quelli collettivi (con sospensione delle procedure in corso) in conseguenza della concessione di un ulteriore periodo massimo di dodici settimane di trattamenti di integrazione salariale per periodi intercorrenti tra il 1° gennaio 2021 e il 31 marzo 2021 per i trattamenti di Cassa integrazione ordinaria, e tra il 1° gennaio 2021 e il 30 giugno 2021 per i trattamenti di Assegno ordinario e di Cassa integrazione in deroga (articolo 54, commi 11-13) • proroga dal 31 dicembre 2020 al 31 marzo 2021 il termine fino al quale i contratti a tempo determinato possono essere rinnovati o prorogati - per un periodo massimo di dodici mesi e per una sola volta - pur in assenza di una causale (articolo 47). • stanziamento per il 2021 di ulteriori risorse pari a 15 milioni di euro per il finanziamento degli Istituti di patronato (articolo 56). • stabilizzazione della detrazione spettante ai percettori di reddito di lavoro dipendente e di talune fattispecie di redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente. Tale detrazione è pari a 600 euro in corrispondenza di un reddito complessivo di 28.000 euro e decresce linearmente fino ad azzerarsi al raggiungimento di un livello di reddito pari a 40.000 euro (articolo 3).

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SUL PORTALE DEL SOCIO COLDIRETTI

L’ARCHIVIO GRATUITO PER GESTIRE LE FATTURE ELETTRONICHE Un archivio elettronico consultabile dal pc dove gestire e avere sempre disponibili tutte le fatture elettroniche attive e passive della propria azienda È la nuova funzionalità, totalmente gratuita, disponibile sul Portale del Socio Coldiretti. Per visualizzarle basta accedere o registrarsi e recarsi nella sezione “Area Documenti”. Il sistema consente la

consultazione, la visualizzazione ed il download delle fatture attive e passive (con l’esportazione in Excel) e una facile gestione delle scadenze dei pagamenti nonché degli incassi delle stesse fatture elettroniche. Il servizio è disponibile senza alcun costo per tutti i soci che hanno affidato al Sistema Servizi Coldiretti il servizio per l’emissione e/o la ricezione delle fatture elettroniche e la tenuta della contabilità. I documenti vengono caricati dopo che il Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate li ha validati, e dunque le fatture, attive e passive, saranno visibili e consultabili in questa sezione nel giro di 48 ore. Questi ed altri applicativi sono pensati per aiutare le aziende ad abbattere il carico burocratico, per velocizzare e semplificare procedure e conoscenze e per svolgere i vari adempimenti limitando al minimo le carte. Oltre a ciò ci sono anche l’agenda on line gratuita e personalizzabile che avvisa delle scadenze d’impresa, convenzioni riservate ai soci e molto altro. Come registrarsi al Portale del Socio: registrarsi al Portale del Socio Coldiretti è facile e gratuito. Basta andare su internet e digitare l’indirizzo https://socio.coldiretti.it. Cliccando su “registrati” dovrai inserire il tuo numero di Socio Coldiretti che si trova sulla tessera (il numero di socio e non quello di tessera), la partita Iva o il codice fiscale e un indirizzo mail. Sulla tua posta elettronica riceverai subito una mail che ti permetterà di completare la registrazione e accedere ai servizi del portale.

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LA STORIA DELLA COOPERATIVA La Viticoltori Ingauni società Agricola Cooperativa nasce nel 1976 per iniziativa di 13 soci, che si uniscono per vinificare e commercializzare il vino più tipico della nostra zona: il Pigato. Negli anni il numero dei soci è andato gradatamente aumentando con conseguente incremento delle quantità e delle tipologie di uve vinificate, infatti oltre al Pigato si fanno sempre più strada gli altri vitigni della nostra riviera di ponente, il Vermentino, il Rossese detto di Campochiesa, l’Ormeasco di Pornassio nelle sue varianti più conosciute quali il tradizionale, il Superiore e lo Sciac-tra, e la Lumassina mossa. La Cooperativa ad oggi conta circa 198 soci iscritti, che sono distribuiti su un territorio della Riviera Ligure di Ponente che và dal Finalese, all’Albenganese fino al territorio di Diano Marina, mentre l’entroterra riguarda in parte la Valle del Lerrone e soprattutto la Valle Arroscia risalendo da Albenga fino al comune di Pornassio passando per Ortovero. La nostra Cooperativa non ha terreni nè di proprietà nè in affitto, pertanto tutta la produzione deriva da uve conferite dai soci, che hanno le proprie aziende su un territorio molto vasto con terroir altrettanto vario, permettendo così di beneficiare delle caratteristiche migliori delle uve provenienti dalle varie zone. Attualmente vengono vinificati all’anno circa 4500/4700 q.li di uve di cui il Pigato costituisce circa il 58% il Vermentino circa il 18% l’Ormeasco di Pornasio nelle varie tipologie circa il 10% il Rossese

circa il 7% la Lumassina e i vini IGP e da Tavola il restante 7%. Vari sono stati i riconoscimenti conseguiti dalla nostra Cooperativa negli anni quali concorso Douja d’Or anni 1994-1995-20032005-2006-2009-20102011; il premio Gran medaglia d’argento di Cangrande (conferita al Vinitaly di Verona). Attualmente la sede della nostra cooperativa, si trova ad Ortovero (SV) in Via Roma n 3, al suo interno vi è presente un piccolo punto vendita dove si possono apprezzare e acquistare tutti i nostri vini sia sfusi che in bottiglia.

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