Nr. 11 - Opinione Liberale - 26 marzo 2021

Anno 30 /G.A.A. Camorino

26 marzo 2021 /

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Opinione Liberale Settimanale del Partito Liberale Radicale Ticinese

Comuni, attori centrali

03 / Christian Vitta / consigliere di Stato Gli enti comunali dovranno continuare a impegnarsi con determinazione e spirito proattivo per favorire il rilancio del Cantone.

Dove vai piccola entità politica?

05-07 / Dafond, Galbusera, Tenconi, Arrigoni, Gaffuri In tempo di elezioni comunali è anche importante ragionare sul senso e sul ruolo da riconoscere alla più piccola entità politica della Svizzera.

Nel 2050... il Ticino del futuro

08-11 / Terraneo, Quadranti, Maderni, Garzoli Immaginare il Ticino nel 2050 per prepararci al cambiamento di un Cantone realistico e di successo secondo i valori liberali radicali.

Comunali 2021

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Competizione e collaborazione per un Ticino forte

Alessandro Speziali presidente PLR

Potremo essere migliori. Forse.

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urante questo lungo periodo infestato dalla pandemia ci siamo spesso chiesti: ne usciremo migliori? Ammettiamolo: la fiducia nel genere umano non è per forza il primo riflesso incondizionato, ma abbiamo il dovere di provarci – soprattutto come politici. E qualcosa possiamo fare. Fissare le priorità. Investire nelle infrastrutture. Scommettere sulla formazione. Pensare ai giovani. Essere solidali con il territorio. Sostenere i commerci e la ristorazione. Proteggere la salute dell’ambiente. Semplificare la vita alle aziende.

Vigilare sul debito pubblico. Credere nell’innovazione. Lottare per le libertà. E votare PLR alle prossime elezioni comunali

Alex Farinelli consigliere nazionale

Rispetto dei reciproci ruoli

I

poli e la periferia sono due elementi complementari del territorio. Va riconosciuto che determinati servizi alla popolazione richiedono la “massa critica” che solo i poli possono avere, basti pensare ad esempio alle grandi strutture sportive o culturali, di cui poi tutti beneficiano. Dall’altro lato però la periferia dispone normalmente di ampie zone di svago o residenziali. Insomma, non una contrapposizione ma una collaborazione, che però può esistere solo partendo da un rispetto dei reciproci ruoli.

Alessandra Gianella capogruppo PLR in Gran Consiglio

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ggi più che mai, ci troviamo in una situazione nuova e difficile da gestire. Mentre ci stiamo occupando dell’emergenza sanitaria, economica e sociale dobbiamo però già pensare al dopo Pandemia, al rilancio del Paese, pensando a scelte anche visionarie e che gettano lo sguardo alle prossime generazioni. Il nostro Cantone ha molti punti di forza, iniziamo a lavorare insieme e non contro in un cronico disaccordo che fa scuotere la testa al cittadino che vuole un Ticino in ripresa. Il nostro partito ha sempre guardato al futuro e alle possibili nuove opportunità di sviluppo per un Ticino più forte, abbiamo risorse economiche, culturali, sociali di primo piano, senza dimenticare formazione e ricerca, due ambiti fondamentali che si stanno sviluppando molto positivamente sul nostro territorio.

Voto ai sedicenni, ventata di vigore e freschezza Rocco Cattaneo consigliere nazionale

L

e decisioni politiche che vengono prese oggi avranno senza dubbio impatti rilevanti negli anni e nei decenni futuri. Faccio alcuni esempi: risanamento dell’AVS e la riforma del secondo pilastro, la strategia energetica, il forte indebitamento dello Stato dovuto al Covid, la politica della formazione, eccetera. È un dovere coinvolgere il più possibile i nostri giovani al tavolo delle discussioni su questi temi e dare loro la possibilità di decidere! L’invecchiamento della popolazione fa sì che una quota sempre maggiore dei votanti avrà più di 50 anni. Questo dato, combinato con il fatto che gli anziani di solito hanno più tempo a disposizione e dunque sono più propensi a recarsi alle urne, potrebbe causare degli squilibri nei risultati delle votazioni. Con il termine “squilibri” intendo dire che gli interessi di breve e di medio periodo potrebbero prendere il sopravvento su quelli di lungo periodo. Concedere il diritto di voto ai sedicenni è pure un’opportunità per i partiti di rivedere i loro modi di fare politica. I partiti storici non devono aver timore perché i giovani porterebbero al dibattito politico una ventata benefica, di vigore e freschezza. Affermare che giovani dispongono già di molte alternative per poter partecipare alla vita politica, pur non godendo del diritto di voto, è fuorviante. Al contrario, il fatto che i parlamenti dei giovani attualmente fervano di attività, dovrebbe farci capire che l’abbassamento dell’età minima per il voto é una proposta che risponde ad un bisogno reale delle giovani generazioni. Dunque meritano fiducia!

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I Comuni, attori centrali del sistema elvetico Christian Vitta consigliere di Stato

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’istituzione comunale rappresenta un pilastro essenziale del sistema politico e sociale della Svizzera. Grazie alla vicinanza e alla prossimità con la popolazione, i Comuni rivestono un ruolo fondamentale non solo per il buon funzionamento del nostro federalismo, ma anche per l’erogazione di molti servizi necessari al benessere delle cittadine e dei cittadini.

I Comuni sono inoltre attori molto importanti per la realizzazione di infrastrutture e progetti che possono contribuire alla crescita e allo sviluppo del nostro Cantone, generando ricadute positive per il territorio, l’economia e

la popolazione. Si tratta di un aspetto centrale, che assume un’importanza ancora maggiore nel difficile contesto della pandemia. In questo senso nei prossimi mesi e anni anche gli enti comunali dovranno continuare a impegnarsi con determinazione e spirito proattivo per favorire il rilancio del nostro Cantone.

Considerata l’eterogeneità dei nostri Comuni è altresì importante che ognuno adotti le soluzioni più adeguate alle proprie necessità e caratteristiche, avvalendosi anche delle interessanti possibilità date da eventuali collaborazioni.

Guardando all’importante appuntamento delle elezioni comunali di aprile è pertanto doveroso ringraziare coloro che, con passione e senso di responsabilità, si sono messi a disposizione per un ruolo all’interno dei prossimi esecutivi e legislativi comunali, così come coloro che lo hanno fatto nel corso delle precedenti legislature.

Grazie alla presenza di persone motivate, impegnate e legate alla propria realtà sarà infatti

possibile guardare con fiducia al futuro, garantendo qualità dell’azione politica, efficienza dei servizi e coinvolgimento della popolazione.

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Elezioni, riscoprire il Comune Le elezioni comunali sono un momento importante per riscoprire i Comuni, la più piccola entità politica in Svizzera. Sul tema vi proponiamo il contributo di Felice Dafond, presidente dell’Associazione Comuni ticinesi, in corsa per difendere il sindacato PLR a Minusio, che ci aggiorna pure sul progetto di riforma Ticino 2020.

Felice Dafond presidente Associazione Comuni ticinesi

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e prossime elezioni comunali costituiscono un importante momento per la riscoperta del nostro “Comune”, l’importanza della prossimità, e quindi dello stretto e prezioso contatto personale fra autorità comunale e cittadino/a.

Certamente la politica di milizia garantisce una partecipazione ricca e variegata alla vita politica locale e costringe gli eletti ad individuare e condividere soluzioni comuni. Negli ultimi anni si è passati da una frenesia aggregativa a nuovi approfondimenti in relazione al senso e al significato del Comune nella realtà del nostro Cantone. Non ha infatti alcun senso promuovere aggregazioni di più entità comunali, e perdere il prezioso contatto fra cittadini e autorità, se poi le nuove entità rimangono ostaggio dell’autorità cantonale e non possono esprimere adeguatamente il proprio valore. Cantoni e Comuni dovrebbero decidere, ciascuno autonomamente, in merito a determinati compiti e secondo il principio di sussidiarietà. Secondo questo principio, tutto quanto può essere fatto da un livello politico non deve essere assunto da un’istanza ad esso sovraordinata.

La Costituzione federale del 1999 ha inoltre sancito l’autonomia non solo dei Cantoni, ma anche dei Comuni. La più piccola unità politica in Svizzera è dunque il Comune, esso ha competenze proprie e una propria autonomia che merita rispetto.

Nel corso degli ultimi decenni vi è stata però una progressiva centralizzazione dei compiti e/o una distribuzione, a volte anche confusione, di

responsabilità tra i due livelli istituzionali (cantonale e comunale) non sempre coerenti con i principi costituzionali. Le soluzioni implementate hanno ridotto l’autonomia, le responsabilità decisionali e i margini operativi dei Comuni, e hanno introdotto meccanismi che spesso non rispettano i criteri di efficienza ed efficacia anche nelle scelte cantonali per quei compiti cofinanziati dai Comuni. Gli amministratori comunali sottolineano spesso una sempre più eccessiva regolamentazione cantonale in settori dove vi è, invece, un bisogno di prossimità e che toccano la qualità di vita dei cittadini a livello locale. Ai Comuni si impongono l’utilizzo di risorse proprie (finanziarie, umane e territoriali) per l’esecuzione di compiti cantonali a discapito proprio di quelli comunali.

Allo stesso tempo l’esigenza di prossimità nell’erogazione di molti servizi ha moltiplicato il numero di compiti condivisi, dove il Cantone decide e i Comuni eseguono, non sempre nel totale rispetto del principio secondo cui “chi comanda-paga”.

Questa situazione condiziona negativamente l’autonomia comunale (strategica ed operativa) e non favorisce necessariamente comportamenti efficienti ed efficaci. Il tutto si è poi tradotto in un complicato e non trasparente intreccio di flussi finanziari tra Cantone e Comuni. Conosciamo, in Ticino, un sistema di perequazione finanziaria intercomunale che è diventato sempre più complesso e sempre meno comprensibile, senza neppure dimenticare la perequazione indiretta.

Per migliorare questa situazione autorità cantonale e comunali hanno concordato l’avvio del progetto Ticino 2020 per una revisione dei compiti e, di conseguenza dei flussi finanziari e della perequazione intercomunale. La riforma intende far chiarezza sulle reciproche responsabilità di Cantone e Comuni e garantire la neutralità sul cittadino restituendo ai Comuni non solo l’indispensabile autonomia sul piano strategico e/o operativo ma soprattuto riconoscendo al Comune senso e significato per creare le premesse per un rilancio

della democrazia a livello locale grazie al recupero di un margine di autonomia decisionale. Va pur anche detto che la ricerca di un difficile consenso fra i due livelli istituzionali ha comportato ad oggi un certo qual ritardo. I gruppi di lavoro, incaricati di concretizzare il progetto TI 2020, formati paritariamente da rappresentanti del Cantone e dei Comuni, e coordinati da un comitato Guida e strategico, hanno svolto un non facile (ma apprezzato) lavoro. I primi gruppi di lavoro hanno rispettato il programma di sedute e si sono conclusi i lavori dei settori “assicurazioni sociali”, “promozione delle politiche famigliari”, “assistenza sociale”, “centrale di allarme del servizio autoambulanze” e “sportelli per l’erogazione delle prestazioni sociali”. In altri particolari settori, e meglio quello della scuola e degli anziani, è attualmente in corso un primo ciclo di incontri, durante i quali sono state analizzate le proposte di ripartizione dei compiti e i nuovi flussi finanziari. Le discussioni sui settori «anziani», «scuole comunali» e «trasporto pubblico» entreranno nel vivo quest’anno.

Le soluzioni identificate confluiranno poi nel rapporto conclusivo che sarà consegnato al Consiglio di Stato entro il mese di aprile 2021, così che sia possibile – dopo un’ultima fase di consultazione – sottoporre la riforma al voto del Gran Consiglio nell’autunno del prossimo anno. Auguriamoci sia la volta buona!

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Poli e Periferia in equilibrio In tempo di elezioni comunali è più che opportuno riflettere sugli equilibri tra Comuni, le cui frontiere sono oggi sempre più impercettibili. È corretto ragionare ancora in termini di Poli urbani e Periferia? Se lo chiede Bruno Arrigoni che con i colleghi sindaci (in corsa per un nuovo mandato) Sebastiano Gaffuri, Loris Galbusera e Aris Tenconi (eletto tacitamente sindaco di Quinto) hanno accettato l’invito di affrontare la questione e le dirette connessioni.

Loris Galbusera sindaco di Biasca

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a diversi anni si assiste ad un progressivo spopolamento delle regioni periferiche e soprattutto delle regioni di montagna. Per far fronte a questo fenomeno nel lontano 1974 venne introdotta la Legge federale sull’aiuto agli investimenti nelle regioni montane (LIM) – aggiornata nel 1997 – che ha permesso di sostenere investimenti in infrastrutture di base, consentendo di trattenere abitanti e assicurare un buon livello di vita nelle regioni periferiche. Tuttavia non si è assistito a un rilancio economico in questi territori. Anzi, a partire dagli anni novanta abbiamo osservato una diminuzione di imprese ed aziende, in particolare per quanto concerne le Tre Valli cito la chiusura della Monteforno di Bodio e Giornico (che negli anni settanta contava addirittura mille dipendenti) e anche delle ex regie federali (arsenale e officine FFS di Biasca). Nel 2008 è entrata in vigore la nuova politica regionale (NPR) della Confederazione atta ad attenuare le disparità socioeconomiche fra le regioni. L’obiettivo della NPR è di rafforzare le iniziative imprenditoriali ed istituire partnerariati fra centri e periferie.

Paradossalmente l’apertura della galleria ferroviaria di base del San Gottardo prima e successivamente quella del Ceneri, hanno permesso ai Centri urbani di essere più vicini ma alle periferie di essere più lontane. Grazie a questo le Città aumentano l’attrattività e gli insediamenti di posti di lavoro, soprattutto nel settore terziario. Ritengo importante che i centri urbani possano continuare a svilupparsi e a crescere economicamente, anche in ottica di concorrenza nazionale ed internazionale, ma è altrettanto importante che non vengano dimenticate la periferia e le regioni di montagna, per evitare una fuga di residenti e soprattutto di giovani laureati. È quindi fondamentale creare delle condizioni quadro che permettano uno sviluppo economico sostenibile ed attuabile anche nelle regioni periferiche. Per fare questo è d’uopo un maggior dialogo tra Centri e periferia, una politica cantonale che ridisegni una migliore distribuzione di posti di lavoro pubblici sul territorio, un potenziamento dei trasporti pubblici a favore delle zone più discoste e un sostegno agli investimenti di base, alle infrastrutture e a progetti virtuosi pubblici e privati.

Aris Tenconi sindaco di Quinto dal 18 aprile 2021

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a definizione di Comune polo se da un lato sembra molto semplice, dall’altra rivela anche una complessità che è lo specchio della nostra organizzazione territoriale e geopolitica. Se ci chiediamo polo di cosa, le risposte sono diverse: polo per l’economia, polo politico, polo turistico e così via. Se per ognuno di questi ambiti ci poniamo la questione a quale livello deve essere il polo rispetto al comune periferico, vi sono ancora nuove possibilità: livello distrettuale, regionale, cantonale… Da ciò si capisce bene che la figura di Comune polo non è mai molto chiara ed univoca.

Al giorno d’oggi la gestione comunale sta divenendo sempre più complessa e molte problematiche richiedono risposte rapide e specializzate. Assegnare un Comune polo a una zona o regione, sarebbe come imbrigliare le potenzialità di un territorio. Le connessioni tra Comuni più influenti e quelli che in determinati ambiti lo sono meno, deve essere dinamica e variabile a seconda delle necessità, sia dai periferici verso i poli, ma altrettanto lo deve essere dai poli forti verso i periferici.

Credo che la qualità del Comune polo sta nell’essere cosciente della sua preponderanza rispetto a quello periferico, nel saper ascoltare, essere propositivo, saper capire e discutere i progetti o le necessità del periferico in modo da poter creare una situazione attraverso la quale entrambi possano trarre profitto.

Una buona strategia per i Comuni lontani dai centri è quella di unirsi e fare rete a livello locale, in quanto Comuni simili hanno problematiche simili. Ad esempio per quanto riguarda la gestione dei pericoli naturali, dei trasporti pubblici e del territorio. Sta di fatto che la collaborazione tra i Comuni è molto importante in quanto una rete ben strutturata di relazioni intercomunali rafforza l’influenza politica di una regione o di un gruppo di Comuni.

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Ragionare in termini di agglomerati Bruno Arrigoni sindaco di Chiasso

O

ggigiorno è corretto distinguere i Comuni Poli dai Comuni Periferici? Se prendo il mio Mendrisiotto ho difficoltà a capire

quali sono i cosiddetti Comuni Periferici. Stabio?

Coldrerio? Balerna? Castel San Pietro? Tanto

per fare qualche nome. Se mi dite che Breggia

possa essere considerato un Comune Periferico o un insieme di Comuni Periferici, posso essere d’accordo ma per gli altri no. Oggi dobbiamo parlare di agglomerati e non più di Comuni singoli. Nel Basso Mendrisiotto questo è un fatto lampante: sfido chiunque a capire dove finisce Chiasso ed inizia Balerna! Oppure, Morbio e Vacallo delimitati unicamente da due ponti sull’autostrada (e se un giorno sposteremo l’ultimo chilometro autostradale seguendo la visione della “Porta sud delle Alpi”, anche questa cesura cadrebbe). Tutto questo è avvenuto in modo repentino negli ultimi 20/30 anni con l’esplosione di una edilizia sfrenata che non ha tenuto conto dei confini dei comuni ma ha ragionato in termini di agglomerati. Per questo motivo oggigiorno, nel nostro caso, più di Comuni singoli, bisogna ragionare su Poli Agglomerativi, di fatto già esistenti ma non ancora uniti dal profilo amministrativo e politico. Impressionante, se si guarda dall’alto, si vede un unico agglomerato urbano da Balerna fino alle rive del lago di Como! La via tracciata è questa: la politica deve capire che una aggregazione politica-amministrativa non cambia la vita delle persone, bensì facilita il coordinamento comunale, diminuisce i costi organizzativi, aumenta il peso politico e, soprattutto, apre nuovi orizzonti alle prossime generazioni. Tutto questo raggiungibile mantenendo le proprie tradizioni e in un conteso a misura d’uomo. Affrettiamoci, il tempo ci gioca contro.

Ambire a creare poli d’eccellenza

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arlare di Comuni a meno di un mese dalle Elezioni comunali potrà sembrare scontato e banale.

Eppure, credetemi, non smetterò mai di farlo perché oltre ad essere un buon modo per riflettere è un ottimo strumento per alimentare il dibattito attorno al ruolo degli enti locali. Ma è soprattutto il periodo storico a invitarci a parlare di Comuni poiché, come in tanti altri ambiti, premono velleità di conformismo, standardizzazione ed eccessivo egualitarismo. Va dunque ribadito con forza che Breggia non è uguale a Lugano, così come Lugano non è uguale a Locarno. I bisogni degli uni non sono necessariamente i bisogni degli altri, così come la percezione della popolazione verso il proprio Comune varia a dipendenza se si vive a Maggia oppure a Biasca. Di questo stato delle cose occorre tenerne sempre conto: nei rapporti con il Cantone, ma anche nei rapporti tra Comuni, ed in particolare tra poli e zone periferiche. In questo senso bisogna intensificare le collaborazioni e le sinergie finalizzate, in alcuni ambiti, ad offrire servizi sovracomunali e regionali includendo quei Comuni che per localizzazione, dimensioni, struttura o finanze non possono organizzare in proprio un servizio adeguato alla popolazione. I casi classici sono la cultura e lo sport dove purtroppo assistiamo alla corsa, quasi sempre “in solitaria”, per realizzare ognuno la propria struttura ricreativa. Un modo di agire vecchio, figlio di altri tempi. Sono dell’idea che oggigiorno, in questi ambiti, si debba ambire a creare dei poli d’eccellenza riconosciuti a livello nazionale e perché no internazionale e poi co-

Sebastiano Gaffuri sindaco di Breggia

struire una rete complementare che soddisfi i bisogni più locali. Così facendo è possibile canalizzare le energie senza disperderle in investimenti, talvolta esagerati, che sottraggono visibilità a quei poli che vorremmo d’eccellenza e risultano sproporzionati per la sola popolazione locale.

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Nel 2050... il Ticino del futuro Politica, socialità, economia, territorio, ambiente... quali scelte dovranno essere fatte? Che cosa ci dobbiamo aspettare nel 2050? Quali le sfide per i nostri valori liberali radicali? Abbiamo chiesto a tre granconsiglieri – Cristina Maderni, Matteo Quadranti e Omar Terraneo – di percorrere con le loro visioni il cammino verso il 2050.

Quali prospettive economiche, sociali e urbanistiche?

Omar Terraneo granconsigliere

N

ei prossimi anni saremo chiamati ad intervenire a livello pianificatorio ed urbanistico, per plasmare la nuova Città Ticino. Evasi i ricorsi e approvate le modifiche alle schede di Piano direttore da parte dell’ARE, i Comuni saranno chiamati ad avviare la procedura di revisione dei propri PR secondo i principi dello sviluppo centripeto di qualità sanciti dalla Legge federale sulla pianificazione (LPT) entrata in vigore 1 maggio 2014. In questa operazione c’è chi intravvede l’opportunità di dover andare a ridurre o diminuire le potenzialità edificatorie esistenti, facendo leva sulla leggera involuzione demografica registrata negli ultimi anni in Ticino. Non a caso in queste ultime settimane si sta assistendo ad un vero e proprio tam-tam mediatico su questo argomento. Ma possiamo davvero pianificare un Ticino 2050 basandoci su dati statistici degli ultimi anni arrendendoci al nostro destino, o dobbiamo guardare positivamente al futuro grazie alla politica economica che il DFE sta promuovendo?

Dobbiamo metter mano alla pianificazione del nostro Cantone per porre i correttivi che ci permetteranno di evitare gli errori del passato. Bisogna però incentivare e supportare maggiormente il recupero del parco immo-

biliare esistente, in particolare nei nuclei storici tradizionali. Quando parlo di nuclei non mi riferisco necessariamente a quelli dei Comuni delle regioni periferiche e di montagna, ma anche a quelli degli agglomerati urbani, dove dobbiamo riportare vitalità ed economia attraverso un giusto mix di aree destinate alla residenza ed aree da riservare al lavoro (commercio, amministrazione, eccetera).

Ritengo che gli obiettivi di uno sviluppo centripeto di qualità possano essere raggiunti con dei Piani d’azione comunali (PAC) dove ogni singolo Comune organizza responsabilmente la distribuzione razionale ed ordinata delle riserve edificatorie esistenti. Questa tesi dovrebbe essere avvalorata dalle affermazioni del direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, che in tempi non sospetti aveva dichiarato che in Ticino la revisione pianificatoria non avrebbe comportato alcuna riduzione di zona edificabile. Auspico che le nubi che sembrano alzarsi all’orizzonte vengano puntualmente dissipate nell’analisi dei dati forniti dai Comuni da parte dei servizi amministrativi cantonali.

La situazione pandemica che ancora ci affligge, ci suggerisce che la visione del PLR di investire nella digitalizzazione era ed è lungimirante. Vogliamo migliorare la qualità di vita e salvaguardare il nostro ambiente?

Migliorare la conciliabilità lavoro-famiglia?

Ridurre il carico ambientale indotto dal traffico pendolare? Bene! Allora spingiamo sull’acceleratore degli investimenti nella digitalizzazione e preserviamo le riserve pianificatorie come vere e proprie “atout”, per un Ticino 2050 delle grandi potenzialità di sviluppo socio-economiche.

Matteo Quadranti granconsigliere

U

na volta il futuro era migliore. Lo si pensava sino al 2008 e poi fino al 2020. Poi sono arrivate la crisi finanziaria, le cui origini sono state anche effetti della globalizzazione, e quella pandemica. Ci siamo resi conto della fragilità nostra (anziani ma tanto anche dei giovani) sia dell’ambiente in cui viviamo e vivremo, o meglio dovremo lasciar vivere le future generazioni. Nei momenti più alti della sua storia, il cammino dell’uomo e della donna ha avuto un senso:

vocidapalazzo

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Prepararsi al cambiamento è politica Cristina Maderni granconsigliera

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#andràtuttobene quello verso una vita più giusta, equa, migliore insomma, per tutti. Ora sappiamo che la dobbiamo dare anche all’ambiente. E quindi il 2050 non può che aver luci come obiettivo e ombre da lasciarci alle spalle. Il calo demografico dovuto all’invecchiamento e alla riduzione delle nascite oltre alle emigrazioni verso altri lidi con maggiori opportunità ci interrogano con urgenza oggi. Il Ticino tra 30 anni dovrà aver invertito la rotta con una collocazione fruttuosa tra la Greater Zurich Area e la vicina Lombardia, senza più rivendicazioni, ma con conquiste. Perché un lavoro soddisfacente resta la migliore medicina sociale contro le varie forme di disagio e perdita di speranza: i giovani dovranno essere ben formati ed avere luoghi dove potersi divertire intelligentemente, i posti di lavoro nei nuovi mestieri dell’era digitale vanno preparati ora affinché sia allettante restare in Ticino foss’anche per operare in aziende sovracantonali (telelavoro insegna) o in proprio, in città come in periferia. La conciliabilità lavoro e famiglia, e l’accesso all’abitazione, sono uno stimolo ad invertire la rotta della denatalità che consentirà anche un miglior finanziamento del sistema pensionistico. Consci della responsabilità verso le generazioni future – recita il preambolo della costituzione federale – non abbiamo altra scelta se non garantire le condizioni quadro per dare speranza e fiducia. Il coraggio dell’immaginazione deve contraddistinguere il PLR dei prossimi 30 anni.

mmaginare il 2050 e prepararsi al cambiamento non è fantascienza, è politica. Il percorso che ci porterà ad un modello sociale basato su stili di vita evoluti, sistemi produttivi rinnovati, modelli di distribuzione diversi, inizia oggi. Uscire velocemente dalla palude dell’emergenza pandemica presuppone, infatti, investire sul domani, plasmare il futuro.

Le riflessioni interne al gruppo “economia e lavoro”, così come gli atti parlamentari che ne derivano, vogliono costituire un passo in questo senso. Il gruppo è determinato a fornire un contributo concreto all’efficienza di lungo termine dell’economia cantonale. I pilastri fondamentali saranno: l’incentivazione all’investimento, la formazione, la responsabilità sociale, la sburocratizzazione e la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Miriamo a far sì che siano garantite alle imprese “condizioni quadro” ottimali, in assenza delle quali non sarà nel tempo possibile offrire ai residenti benessere, lavoro qualificato e ben retribuito. All’interno del gruppo, siamo particolarmente sensibili ai temi della fiscalità, della flessibilità, della competitività, senza dimenticare la sostenibilità ambientale nel rispetto degli obiettivi della Confederazione, da raggiungere proprio entro il 2050.

Personalmente, credo in un Ticino 2050 caratterizzato da infrastrutture solide, utilizzo diffuso di tecnologie d’avanguardia, sostenibilità e sicurezza.

Come donna liberale radicale auspico, in tempi brevi, un’accelerazione del processo di maturazione della società, che porti all’eliminazione delle disparità e dei pregiudizi di genere, con evidenti benefici per l’economia e per le famiglie.

Tutto questo è un sogno? No, è un obiettivo realistico per un Ticino ambizioso, per un Cantone ricco di talento, capace di edificare un futuro di successo.

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05.10.2020

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Liberalismo e ambiente Giacomo Garzoli granconsigliere

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’appassimento delle ideologie tradizionali ha tolto negli ultimi decenni parecchia energia alla politica. Per questo ogni volta che vedo molti giovani mobilitarsi per il clima mi si scalda il cuore e mi riempio di ottimismo: la storia non finisce mai e l’uomo sa sempre reinventarsi.

Che il clima si stia surriscaldando è un fatto, e che ciò abbia un legame con la presenza di CO2 nell’aria è altamente verosimile. Ma non c’è solo questo aspetto. Il drastico aumento delle attività economiche di sfruttamento dell’ambiente in tutto il mondo produce sostanze inquinanti e nocive alla salute, e a ciò occorre porre rimedio.

Spesso l’ambientalismo odierno sceglie pertanto di combattere contro l’economia, vi si mette in una posizione contrapposta, incanalata da movimenti di sinistra che recuperano vecchi sogni ideologici nel nome di una solidarietà che permane però, a ben vedere, molto astratta.

Il liberalismo ha in realtà una enorme occasione in questo contesto, anche perché la solidarietà più efficace non può prescindere

dall’economia. Ma l’economia va indirizzata, nel solco del progresso tecnico, verso soluzioni non solo più sostenibili, ma in grado attivamente di migliorare l’ambiente. Il dibattito sull’aumento della tassa sul CO2 è un’occasione per rifletterci. Non è detto che questa sia la via più efficace. È punitiva. E peraltro è tutto fuorché solidale.

Non è vero che i problemi ambientali verranno risolti solo a livello globale. Ogni territorio può fare la sua parte. L’innalzamento di soli 10 metri della diga del Sambuco in alta Vallemaggia, permetterà di aumentare e ottimizzare la produzione di energia elettrica sostenibile in modo talmente sostanziale, da compiere un passo davvero tangibile verso la sostenibilità, trascinando anche la produzione di energia solare.

E così avrà davvero senso promuovere il trasporto elettrico, che tuttora consuma, soprattutto in inverno, energia elettrica sporca. D’altro canto, il mercato delle auto elettriche sta già esplodendo, senza la necessità di tassazioni punitive.

Il liberalismo oggi ha un senso ancora più forte che in passato. Non è vero che l’economia

sceglie da sola le soluzioni migliori. Occorrono sempre accanto le buone idee dell’uomo.

Sbagliato è però combattere l’economia ad ogni piè sospinto (che tra l’altro è un atteggiamento astratto e ideologico). Crea alla lunga frustrazione che si autoalimenta, crea lotta fine a sé stessa e divisioni. Bisogna invece promuovere entusiasmo e spirito critico, che generano impegno, voglia di migliorarsi, e puntano a realizzare progetti e idee nuove.

Il liberalismo non potrà mai essere un atteggiamento puramente tecnico e per questo asettico.

Il confronto interno è il sale della nostra vitalità, sprigiona umanità, ci fa sentire necessari gli uni per gli altri, consapevoli delle cose buone e di quelle cattive per scegliere le prime. E il mondo oggi ha bisogno di liberalismo, che è chiamato a produrre le ricette migliori e di maggiore impatto per il futuro, anche dal profilo ambientale. Facciamo capire ai nostri giovani che siamo sinceramente con loro, raccontando loro questa visione, coinvolgendoli in una vera mobilitazione efficace per migliorare l’ambiente, il clima, il mondo e noi stessi.

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Il lavoro del PLR alle Camere L

a sessione primaverile delle Camere federali è stata, ancora una volta, particolarmente carica. Con questo articolo vogliamo tornare sull’attenzione portata dal PLR a sei dei tanti temi trattati nelle tre settimane di dibattito.

aumento dell’IVA dello 0.3%, rifiutando però un aumento più sostanziale che andrebbe a penalizzare le giovani generazioni e peserebbe sull’economia.

In questo senso l’iniziativa sulle pensioni di GLR va nella giusta direzione.

Revisione della legge Covid-19 Dei diversi emendamenti all’ordine del giorno della sessione, il sostegno ai cosiddetti casi di rigore ha suscitato un acceso dibattito. Il PLR, come chiede da diverse settimane attraverso il piano d’azione dei 100 giorni, ha perorato un aiuto finanziario mirato e rapido per tutti i settori interessati, nonché una maggiore certezza nella pianificazione.

E così è stato deciso: un sostegno proporzionato che non ricade sulle generazioni future. Secondo il PLR il freno all’indebitamento ha dimostrato la sua validità, garantendo un ampio margine di manovra in questa crisi: deve pertanto essere mantenuto. È tuttavia necessario un piano di riduzione del debito.

La revisione ha incluso una base per lo sviluppo di un passaporto vaccinale e per permettere la produzione “in casa” di vaccini attraverso un partenariato pubblico-privato. Un significativo passo avanti nella strategia contro la diffusione del virus.

Iniziativa per le cure infermieristiche Nazionale e Stati hanno trattato il controprogetto all’iniziativa per cure infermierisiche che chiede miglioramenti della professione nel contrastare la carenza di collaboratori qualificati: preoccupazioni importanti per il PLR che ha sostenuto il compromesso che prevede accordi tra fornitori e assicuratori per controllare lo sviluppo quantitativo dei servizi. Questo dovrebbe evitare che i costi – e quindi i premi assicurativi – sfuggano di mano.

Riforma dell’AVS A causa dell’evoluzione demografica, l’AVS registra anno dopo anno deficit sempre maggiori. Se non si fa nulla, entro il 2030 le spese supereranno le entrate di 4.3 miliardi. Per garantire una pensione anche alle generazioni future, il PLR è favorevole all’armonizzazione dell’età pensionabile a 65 anni, con una compensazione per le donne, in particolare per quelle a basso reddito. Ed è disposto ad accettare un

Iniziativa 99% L’iniziativa chiede che il reddito da capitale sia tassato 1.5 volte di più rispetto al reddito da lavoro.

Le entrate fiscali aggiuntive generate dall’iniziativa sarebbero utilizzate per ridurre la tassazione dei redditi bassi e medi o per finanziare servizi sociali come l’assistenza all’infanzia, l’assicurazione sanitaria e l’istruzione. Il PLR respinge l’iniziativa perché divide la Svizzera, crea sfiducia e distorce la realtà in modo populista.

Controprogetto all’iniziativa sulla trasparenza Il PLR si è battuto con successo per far passare il controprogetto al Nazionale. La proposta PLR stabilisce che le donazioni di oltre 15’000 franchi a partiti e comitati di votazione debbano essere rese pubbliche. Le donazioni inferiori possono rimanere anonime. La palla è ora nel campo degli Stati.

Politica agricola 22+ L’agricoltura è un settore caro alla popolazione e pure al PLR, il cui obiettivo è rafforzare il potenziale economico, la sostenibilità della produzione agricola e la competitività dell’intera industria alimentare elvetica. Secondo il partito le discussioni sulla politica agricola dovrebbero pertanto continuare solo quando il Consiglio federale avrà apportato i miglioramenti richiesti che non sembra sia possibile prima del 2022: il che significa ritardare l’introduzione della nuova politica agricola.

Nella sessione invernale, il gruppo PLR al Consiglio degli Stati ha votato a maggioranza a favore di una sospensione proprio perché la forma attuale dell’AP22+ non è soddisfacente. Il futuro del settore agricolo necessita di miglioramenti significativi.

daberna

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Partenariato commerciale sicuro Il Consiglio federale ha adottato la strategia che regolerà le relazioni tra Svizzera e Cina. Redatto sotto la direzione di Ignazio Cassis, il documento definisce obiettivi e strumenti della politica svizzera con la Cina per il periodo 2021-2024. E testimonia come cooperazione, commercio e dialogo siano da privilegiare all’isolamento e alla repressione. Una posizione che fa eco a quella presentata dal PLR ad inizio 2021.

L

a Svizzera e la Cina intrattengono strette relazioni di cooperazione da oltre 70 anni.

Nel 1950 la Confederazione è stata tra le prime in Europa a riconoscere la Repubblica popolare e, da allora, si è costruito tra le due nazioni un rapporto basato sulla reciprocità e sul mutuo rispetto a fronte di grandi differenze politiche, sociali ed economiche. Oggi la Cina rappresenta il terzo partner commerciale della Svizzera dopo Germania e Stati Uniti. Di fronte alla sua importanza politica crescente, il Consiglio federale

ha adottato una nuova strategia per la Cina che definisce gli obiettivi e gli strumenti della politica svizzera per il periodo 2021-2024.

Cooperazione invece di repressione Contrariamente alle ricette proposte dalla sinistra, una politica liberale nei confronti della Cina non consiste nel sanzionare la controparte, ma nel modellare in modo produttivo la cooperazione secondo il principio “certezza, indipendenza, concorrenza, coopertazione e limiti”. Il PLR accoglie dunque favorevolmente la strategia per la Cina così come elaborata dal Consiglio federale. Si tratta della prova che la cooperazione, il commercio e il dialogo sono più fruttuosi rispetto all’isolamento e alla repressione.

Strategia del PLR Nell’ottica delle discussioni nelle Commissioni di

politica estera di inizio 2021, il PLR ha analogamente presentato un proprio documento strategico sulla Cina, che ricalca diversi dei punti proposti dalla strategia governativa. Le raccomandazioni a proposito dei rapporti con la Cina contenute nel documento seguono il principio “un’apertura pragmatica con chiare limitazioni”. I liberali radicali sostengono pertanto il Consiglio federale nella sua intenzione di modernizzare l’accordo di libero scambio. Tuttavia, l’impegno nei confronti della Cina non deve limitarsi ai soli aspetti economici. Per dar vita ad una relazione produttiva, le questioni politiche – con particolare riferimento agli aspetti relativi ai diritti umani – devono essere affrontati apertamente. Gli obiettivi delle relazioni con la Cina devono basarsi su di un’apertura pragmatica con limiti chiari, perché i valori liberali radicali sono la nostra forza.

Digitalizzazione scolastica, agire in fretta Le recenti esperienze di “scuola a distanza” dettate dalla pandemia hanno messo in luce le lacune digitali con cui il sistema formativo ticinese è confrontato. Il Gran Consiglio ne ha confermato l’assoluta necessità dando seguito, un po’ in sordina, alla mozione di Raffaele De Rosa del 2019. Il PLR insiste da tempo sull’urgenza di investire in questo settore, sfruttando al meglio e rapidamente le risorse a disposizione come il credito di 47.1 milioni, prima tappa del Masterplan per le scuole cantonali. Importante è recuperare pure il “gap digitale” nelle scuole comunali.

Per permettere a questa “rivoluzione digitale nelle scuole” di assumere lo slancio necessario, il PLR ritiene inderogabili cantieri quali lo sviluppo capillare della banda larga sul territorio e l’introduzione del 5G. Il messaggio governativo alla mozione traccia diversi interessanti scenari. L’obiettivo del PLR è partire concretamente e rapidamente con questi progetti, anche perché l’analisi dei costi per i prossimi passi ritenuti necessari prevede spese per 380’000 franchi.

Costi che vanno certamente interpretati come investimento per le generazioni future, e di riflesso per il futuro del Cantone, come afferma Fabio Käppeli, co-relatore in Gran Consiglio: “bisogna agire in fretta, con meno tentennamenti e maggiore efficacia. Il processo di digitalizzazione scolastica va accelerato”.

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inbreve

Il PLR Mendrisio boccia il progetto “Polume”

I

l PLR di Mendrisio prende atto della presa di posizione del Municipio di Mendrisio e si esprime negativamente sul progetto “Polume” elaborato da USTRA allo scopo di “migliorare” la situazione legata al forte traffico da Lugano a Mendrisio. L’opera, per un investimento di 2 miliardi, prevede tra l’altro un aumento della capacità stradale della A2 – terza corsia dinamica e nuove gallerie – fra Lugano e Mendrisio.

Secondo il PLR la soluzione della gestione del traffico nella regione deve passare attraverso una diversa lettura dei flussi e delle loro origini, ma soprattutto da una visione e una consapevolezza del territorio che vada oltre il banale potenziamento di capacità stradali proposto con questo controverso progetto. E se riconosce

l’urgenza di individuare e concretizzare una soluzione al problema del traffico nel Sottoceneri, ritiene però che il Mendrisiotto merita lo studio di una soluzione condivisa che passi anche da una ricucitura dello strappo inferto dalle invasive vie di comunicazione che lo attraversano.

La ricerca di una soluzione equilibrata e coraggiosa deve, inoltre, rigorosamente passare da un consenso costruito con gli enti locali, la popolazione e tutti gli attori presenti nella regione, per favorire il grado di accettazione e consapevolezza, ciò che è assolutamente venuto a mancare con il progetto “Polume”. Le forti resistenze popolari e dei Comuni interessati ne sono la prova. Il PLR ritiene che il concetto di gestione del traffico debba essere globale e comprendere sia quello su gomma sia quello su rotaia, a maggior ragione a sud di Lugano dove è atteso il completamento di AlpTransit che merita di essere accelerato. Un unico progetto coordinato e condiviso con gallerie e coperture autostradali è la soluzione verso la quale concentrare valutazioni e studi, così da effettivamente giungere ad una soluzione che riqualifichi l’intera regione.

Il Mendrisiotto ha guardato per decenni a progetti qualitativi realizzati oltre Gottardo per sgravare regioni colpite dall’eccessivo traffico. Basti pensare alle aree di Lucerna, Berna e Zurigo, solo per citarne alcune. Ma, in questo specifico caso importante è il coinvolgimento anche delle FFS per una soluzione globale che guardi oltre il semplice domani e si proietti veramente nel futuro.

Per il PLR è giunta l’ora di avere una soluzione definitiva e qualificante.

PLR Massagno, elezioni a passi di ballo!

I

n una campagna elettorale limitata dalle restrizioni pandemiche occorre trovare mezzi nuovi ed originali per comunicare con gli elettori. Così i candidati PLR per le elezioni comunali di Massagno hanno pensato di presentarsi in maniera originale e simpatica con una performance artistica on the road. Sulle note e sui passi della sfida mondiale del Jerusalema Dance Challenge si sono recati nei luoghi simbolici del loro Comune, vuoi perché rappresentano le realizzazioni comunali più importanti degli ultimi anni, vuoi perché sono oggetto di loro proposte programmatiche per la nuova legislatura. La performance artistica non è forse ineccepibile, ma musica e immagini pubblicate su youtube (https://bit.ly/3tJrmNl) e su facebook (@PLRMassagno) permettono in pochi minuti di spaziare dalla nuova ed elegante realizzazione scolastica e sportiva di Nosedo, alla ristrutturazione del Cinema Lux, all’area della trincea ferroviaria destinata a un nuovo insediamento

della SUPSI o ancora ai magazzini AEM che dovrebbe far oggetto in futuro di un interessante progetto socio-culturale. C’è spazio anche per nuove originali proposte come la creazione di un Dicastero comunale della transizione ecologica o il contributo alle pigioni per alloggi sostenibili. Il Covid-19 ha generato numerosi cambiamenti nella nostra vita, e forse anche generato delle nuove modalità di comunicazione politica.

Il PLR Castel San Pietro premia il Percorso Vita

I

l Percorso Vita di Castel San Pietro è sempre stato un punto di svago e incontro molto apprezzato nel Mendrisiotto. Una struttura sempre ben curata, frequentata da sportivi, famiglie e anziani in tutte le stagioni. Da menzionare anche il percorso Cometa dedicato alle persone non vedenti e ipovedenti. Nel corso del 2020 e in questi primi mesi del 2021 il Percorso Vita ha avuto un ruolo ancora più importante, quale valvola di sfogo dove passare in sicurezza dei bei momenti a contatto con la natura.

La Sezione PLR di Castel San Pietro riconosce questo importante ruolo e si congratula con il Comitato della Società, invitandolo a continuare il bel lavoro svolto anche in vista dell’importate anniversario del cinquantenario che cadrà nel 2022. Per questi motivi la Sezione ha deciso di premiare la Società Percorsovita con una donazione di 1‘500 franchi, dando anche seguito

ad una propria interpellanza del 2017 in cui si chiedeva maggior sostegno alla struttura. Nella foto il municipale Luca Solcà accompagnato dal presidente sezionale Massimo Bossi consegna al presidente della Società Percorsovita Mendrisio e dintorni Marco Favini e al segretario Marco Bergomi l’assegno.

leparoledellapolitica

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Il referendum Le leggi federali e altri atti del parlamento sottostanno al referendum facoltativo secondo l’articolo 141 della Costituzione federale: la maggioranza di questi atti entra in vigore senza una votazione popolare, tuttavia i cittadini possono chiedere il voto attraverso il lancio di un referendum. È uno dei pilastri della democrazia diretta come ci spiega Franco Celio.

È

uno dei termini del linguaggio politico che sentiamo più spesso. In effetti, si tratta di una di quelle parole che i mezzi di informazione utilizzano più frequentemente. Purché vi sia di una votazione popolare diversa dalle elezioni, e subito essi parlano di “referendum”. Vi è però una differenza sostanziale, che di solito non viene spiegata, tra il significato che il termine ha da noi in Svizzera, e quello che esso assume altrove, come in Italia o in Francia, per restare a due paesi di cui i “nostri” bollettini informativi trattano più spesso.

Semplificando, in Svizzera, una nuova legge

– o la modifica di una vigente – adottata dalle Camere, a livello federale (o dal Gran Consiglio in campo cantonale) non entra subito in vigore.

Sottostà cioè a “referendum facoltativo” (che differisce da quello “obbligatorio”, vigente nel caso di modifiche costituzionali), vale a dire ad un periodo di tempo, nel corso del quale i contrari possono raccogliere le firme per chiedere di sottomettere la decisione a votazione popolare.

Nell’eventuale successiva votazione, il cittadino si trasforma praticamente in legislatore. Vota cioè sì o no, a seconda che sostenga o meno la decisione contestata. Da notare che il risultato è valido, qualunque sia il numero dei partecipanti.Si tratta di un diritto iscritto nella Costituzione federale fin dal 1874, che riprende una tradizione in auge in vari Cantoni già nei secoli precedenti.

In Italia, invece, questo diritto esiste solo da pochi decenni. È stato utilizzato per la prima volta nel famoso “referendum sul divorzio” del 1974. A prescindere dall’anzianità o meno di tale diritto, vi sono poi altre significative differenze rispetto alla Svizzera. Innanzitutto, quello italiano è solo un “referendum abrogativo”, nel senso che la decisione parlamentare è già operativa. Da ciò deriva che i cittadini che vogliono abrogare quelle misure votano sì, mentre chi vuol mantenerle vota no (all’abrogazione). Inoltre, il parlamento ha il diritto di “cambiare le carte in tavola” anche in corso d’opera, ossia di modificare una legge

Franco Celio

contestata, contro la quale è già in corso una raccolta di firme. Infine – in Italia, come in alcuni altri paesi – il referendum abrogativo è valido solo se alla votazione prende parte almeno la metà più uno degli aventi diritto. Il che dà evidentemente un importante vantaggio ai difensori della legge.

Un sistema per certi versi simile vige in Germania, dove queste votazioni sono comunque ammesse solo a livello locale, per avere successo, i referendisti devono cioè ottenere l’adesione di almeno il 25% degli iscritti in catalogo.

In Francia, poi, il referendum è sostanzialmente una “concessione regia”, o meglio del presidente della Repubblica, cioè non può essere richiesto dai cittadini, neppure in caso di forti contestazioni (l’anno scorso, è vero si era ipotizzato l’introduzione di un “referendum d’initiative citoyenne”, vale a dire, in pratica, quello che da noi è il diritto d’iniziativa popolare), ma poi non se n’è fatto nulla. Anche in altri paesi (vedi Inghilterra, nel caso della “Brexit”), la situazione è abbastanza simile.

Altri complementi d’informazione li daremo la prossima volta.

l’agenda Venerdì 26 marzo

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PLR MONTECENERI Comizio online – ore 20.00

Lunedì 29 marzo Responsabile politico Alessandro Speziali

Numero IVA IDI CHE–108.135.503 IVA

Direttore editoriale Andrea Nava

Abbonamento annuale Fr. 100.–

Redazione Massimo Schira Vania Castelli

AVS/ AI/ Studenti Fr. 50.–

Redazione CP 154, 6528 Camorino T. 091 821 41 85 F. 091 821 41 88 oplib@plrt.ch

Grafica e design redesign.swiss Camorino Stampa Centro Stampa Ticino SA Muzzano

Giovedì 1. aprile PLR MONTECENERI Incontro online con i candidati al Municipio – ore 20.00

«Sostenitore» Da Fr. 200.– CCP 69-7730-5 Pubblicità Laura Codiroli

PLR MENDRISIO Econonomia e salute, verso la ripresa Incontro con Christian Vitta e Vincenzo D’Apuzzo – ore 20.15

CARTA SVIZZERA

PLR BIASCA Tavola rotonda online su territorio, economica e ambiante– ore 20.30

Organizzazione della racolta:

PLRT/DLRT

Iniziativa popolare federale

«Per un’imposizione individuale a prescindere dallo stato civile (Iniziativa per imposte eque)»

Organizzazione della racolta:

Pubblicata nel Foglio federale il 9 marzo 2021: PLRT/DLRT I cittadini e le cittadine svizzeri sottoscritti aventi federale diritto di voto chiedono, in virtù degli articoli 34, 136, 139 e Iniziativa popolare 194 della Costituzione federale e conformemente alla legge federale del 17 dicembre 1976 sui diritti politici, articolo 68 segg., che

«Per un’imposizione individuale a prescindere La Costituzione federale è modificata segue: (Iniziativa 2 dallo statocome civile imposte eque)» Art. 197 n. 12per 1

12. Disposizione transitoria dell’art. 127 cpv. 2bis (Imposizione individuale a prescindere dallo stato civile) federale il 9 marzo 2021: L’Assemblea emana le disposizioni d’esecuzione dell’articolo 127 I cittadini e le cittadine sottoscritti aventi diritto di voto chiedono,federale in virtù degli articoli 34, 136, 139 e 2bis Le persone fisichesvizzeri sono soggette a imposizione bis 17 194 della Costituzione federale e conformemente alla legge federale del dicembre 1976 sui diritti politici, articolo 68 segg., che da capoverso 2 al più tardi entro tre anni dall’accettazione di tale articolo a prescindere dal loro stato civile. parte del Popolo e dei Cantoni.

1 RS 101 La Costituzione federale1 è modificata come segue: Art. 197 n. 122 Il numero definitivo della presente disposizione transitoria sarà stabilito dalla Cancelleria federale dopo la votazione popolare.

12. Disposizione transitoria dell’art. 127 cpv. 2bis (Imposizione individuale a bis prescindere stato civile) nel Comune indicato. Chi apoggia la domanda deve Sulla lista2possono firmare solo cittadini aventi diritto di voto in dallo materia federale Art.presente 127 cpv.

L’Assemblea federale emana disposizioni d’esecuzione dell’articolo firmarla si rende colpevole di corruzione attiva o passiva oppure altera le il risultato della raccolta delle firme è punibile127 secondo 2bis Lepersonalmente.Chiunque persone fisiche sono soggette a imposizione l’articolo 281 e rispettivamente 282 del Codice penale. capoverso 2bis al più tardi entro tre anni dall’accettazione di tale articolo da a prescindere dal loro stato civile. parte del Popolo e dei Cantoni.

1 RS 101 CAP: Comune politico: Cantone: Pubblicata nel Foglio Art. 127 cpv.

2bis

2

2 Il

numero definitivo della presente disposizione transitoria sarà stabilito dalla Cancelleria federale dopo la votazione popolare.

Controllo lasciare in bianco

Sulla presente lista possono firmare solo cittadini aventi diritto di voto in materia federale nel Comune indicato. Chi apoggia la domanda deve Data di nascita Nomi Firmadelle autografa firmarla personalmente.Chiunque siCognome rende colpevole di corruzione attiva o passiva Indirizzo oppure altera il risultato della raccolta firme è punibile secondo (Di proprio pugno in (Di proprio pugno in giorno/mese/anno via e numero l’articolo 281 e rispettivamente 282 del Codice penale. stampatello) stampatello)

3 4 1 5 2

Nomi

(Di proprio pugno in stampatello)

Comune politico: Cognome

(Di proprio pugno in stampatello)

Cantone: Data di nascita Indirizzo giorno/mese/anno via e numero

Firma autografa

Controllo lasciare in bianco

1 CAP: 2

3 4 5

Termine per la raccolta delle firme: 9 settembre 2022

Il comitato d’iniziativa, composto dei seguenti promotori, è autorizzato a ritirare la presente iniziativa con decisione presa dalla maggioranza assoluta dei suoi membri aventi ancora diritto di voto: Mentari Baumann, Europaplatz 1B, 3008 Bern, Kathrin Bertschy, Länggasstrasse 10, 3012 Bern, Andrea Caroni, Rütistrasse 28, 9100 Herisau, Esther-Mirjam de Boer, Rümlangstrasse 55a, 8052 Zürich, Jacqueline de Quattro, rue du Lac 140, 1815 Clarens, Claudine Esseiva, Monbijoustrasse 134, 3007 Bern, Alex Farinelli, Tera d'sott 65, 6949 Comano, Doris Fiala-Goldinger, San Bastiaun 50a, 7503 Samedan, Johanna Gapany, Chemin des Cours 8, 1630 Bulle, Anna Giacometti, Strada Cantonale 122, 7605 Stampa, Eva Herzog, Weiherhofstrasse 135, 4054 Basel, Hans Hess, Seewadelstrasse 14, 8331 Auslikon, Daniel Jositsch, Webereistrasse 6, 8712 Stäfa, Martin Landolt, Sonnenweg 27, 8752 Näfels, Christa Markwalder, Erlenweg 3, 3400 Burgdorf, Ruth Metzler-Arnold, Steinegg, 9050 Matthias 8050 Zürich, Carolina Müller-Möhl, Süessblätz 7, 8123 Ebmatingen, Philippe Nantermod, Frachier Termine per Appenzell, la raccolta delle Müller, firme:Franklinstrasse 9 settembre33, 2022 1875 Morgins, Ruedi Noser, Turbinenstrasse 18, 8005è Zürich, MajaaRiniker, 3b, 5034con Suhr, Reginepresa Martina Sauter, Belsitostrasse 12, Il4,comitato d’iniziativa, composto dei seguenti promotori, autorizzato ritirare laLindenweg presente iniziativa decisione dalla maggioranza assoluta dei8044 suoiZürich, membri Franziska Tschudi aventi ancora diritto Sauber, di voto: Lenggisrain 13, 8645 Jona, Susanne Vincenz-Stauffacher, Flurstrasse 2, 9030 Abtwil, Valentin Vogt, Vorderwald 3, 8634 Hombrechtikon, Adrian Wüthrich, 42, 4950Bertschy, Huttwil, Mathias Zopfi, Bergen 9, 8765 Engi Mentari Baumann, Europaplatz 1B,Alpenstrasse 3008 Bern, Kathrin Länggasstrasse 10, 3012 Bern, Andrea Caroni, Rütistrasse 28, 9100 Herisau, Esther-Mirjam de Boer, Rümlangstrasse 55a, 8052 Zürich, Jacqueline de Quattro, rue du Lac 140, 1815 Clarens, Claudine Esseiva, Monbijoustrasse 134, 3007 Bern, Alex Farinelli, Tera d'sott 65, 6949 Comano,La Doris Fiala-Goldinger, San 50a, 7503 Samedan, Chemin des Cours 8, 1630 Bulle, Anna seguente attestazione delBastiaun diritto di voto è ottenuta dalJohanna comitatoGapany, d’iniziativa.

Giacometti, Strada Cantonale 122, 7605 Stampa, Eva Herzog, Weiherhofstrasse 135, 4054 Basel, Hans Hess, Seewadelstrasse 14, 8331 Auslikon, Daniel Jositsch, 6, 8712____(numero) Stäfa, Martin Landolt, 27,popolare 8752 Näfels, Christa Erlenweg 3, 3400 Ruth Metzler-Arnold, Si attesta Webereistrasse che i summenzionati firmatari Sonnenweg dell’iniziativa hanno diritto Markwalder, di voto in materia federale ed Burgdorf, esercitano i diritti politici nel Steinegg, 9050 Appenzell, Matthias Müller, Franklinstrasse 33, 8050 Zürich, Carolina Müller-Möhl, Süessblätz 7, 8123 Ebmatingen, Philippe Nantermod, Frachier Comune summenzionato.

4, 1875 Morgins, Ruedi Noser, Turbinenstrasse 8005 Zürich, Maja Riniker, Lindenweg 3b, 5034 Suhr, Regine Martina Sauter, Belsitostrasse 12, 8044 Zürich, Il funzionario responsabile (firma indipendente18, e caratteristica ufficiale): Franziska Tschudi Sauber, Lenggisrain 13, 8645 Jona, Susanne Vincenz-Stauffacher, Flurstrasse 2, 9030 Abtwil, Valentin Vogt, Vorderwald 3, 8634 Hombrechtikon, Adrian Wüthrich, Alpenstrasse 42, 4950 Huttwil, Mathias Zopfi, Bergen 9, 8765 Engi

Luogo:

Firma autografa: La seguente attestazione del diritto di voto è ottenuta dal comitato d’iniziativa.

Bollo ufficiale

Si attesta che i summenzionati ____(numero) firmatari dell’iniziativa popolare hanno diritto di voto in materia federale ed esercitano i diritti politici nel

Comune summenzionato.

Data:

Qualità ufficiale:

Il funzionario responsabile (firma indipendente e caratteristica ufficiale):

Bollo ufficiale Questa lista, anche se incompleta, deve essere rinviata il più presto possibile al comitato d'iniziativa: Verein Individualbesteuerung Schweiz, Kramgasse 73,autografa: 3011 Berna. IBAN: CH880025425421136740E Firma Luogo: Trovate ulteriori informazioni e moduli per la raccolta delle firme sul nostro sito www.imposizione-individuale.ch Data:

Qualità ufficiale:

Questa lista, anche se incompleta, deve essere rinviata il più presto possibile al comitato d'iniziativa: Verein Individualbesteuerung Schweiz, Kramgasse 73, 3011 Berna. IBAN: CH880025425421136740E Trovate ulteriori informazioni e moduli per la raccolta delle firme sul nostro sito www.imposizione-individuale.ch