Nr. 19 - Opinione Liberale - 22 maggio 2020

Anno 29 /G.A.A. Camorino

22 maggio 2020 /

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Opinione Liberale Settimanale del Partito Liberale Radicale Ticinese

Il timone al sempre al centro

07-10 / Un anno di presidenza Per Christian Vitta l’anno di presidenza è stato complicato. Lo riviviamo attraverso immagini e testimonianze esclusive.

Coraggio, amici ticinesi

11 / Roberto Schmidt, presidente CGCA Un messaggio di vicinanza e solidarietà. È quello che lancia al nostro Cantone, il presidente dei Cantoni alpini.

I rapporti tra Ticino e Berna

13 / Fabio Abate, già Consigliere agli Stati I rapporti tra il nostro Cantone e la Confederazione sono stati messi nuovamente a dura prova dal Coronavirus. Ecco perché.

Grazie Christian!

Editoriale / Petra Gössi Presidente PLRS

Repubblica e Cantone Ticino

Il 6 maggio scorso il Consiglio di Stato ticinese ha proceduto al cambio di presidenza: Christian Vitta ha ceduto il testimone. Il passaggio delle consegne è avvenuto con un mese di ritardo a causa del coronavirus. Un mese durante il quale abbiamo potuto ammirare (e apprezzare) in tutto il Paese il modo di far politica - serio, responsabile ed equilibrato - di Christian Vitta. Prendo spunto da questo periodo per sottolineare come siano i principi della libertà, della responsabilità, della coesione e del progresso a dover guidare la nostra azione politica quotidiana. I liberali radicali, ticinesi ma non solo, possono essere fieri di avere in Christian Vitta il loro rappresentante nel Governo cantonale. Mi hanno particolarmente colpito l’appello ripetuto come un mantra “Uniti ce la faremo” e una citazione di Albert Einstein: “Non si può ottenere nulla di veramente

prezioso se non con la cooperazione disinteressata di molti individui”.

Christian Vitta sottolinea così i valori chiave che devono prevalere nel nostro agire quotidiano. Frase più che mai attuale oggi, in un momento di crisi, dove lo spirito di squadra, l’unione, la solidarietà e la collaborazione sono i valori chiave che ci permettono e permetteranno di affrontare i momenti più difficili con forza. Sono le radici sulle quali il nostro Paese ha potuto fondare la sua solidità e stabilità. Un Paese fondato dai liberali radicali nel 1291. Un Paese che vuole guardare al futuro con fiducia e speranza. La situazione da affrontare è però impegnativa e non facile e in questo senso dovremo tutti impegnarci per uscire da questa crisi nel migliore dei modi e soprattutto per rilanciare il paese nell’interesse anche delle future generazioni. Avanti insieme.

Due chiacchiere con...

Per rilanciare la nostra economia e garantire i posti di lavoro in Ticino serve flessibilità. A cominciare dagli orari di lavoro, che vanno adattati, sempre rispettando le regole e i lavoratori. segue a pagina 6

Guarda le video interviste sul canale YouTube del PLRT

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Opinione Liberale

Tempo di trasformazione

Alice Ghisletta Responsabile della Direzione del DFE

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artito da lontano, il coronavirus si è rapidamente diffuso anche da noi.

All’improvviso e senza il tempo necessario per prepararsi ha influito sulla vita di ognuno di noi, sul nostro quotidiano e sui nostri obiettivi. Obiettivi che abbiamo dovuto reindirizzare anche all’interno del nostro Dipartimento: se prima le energie erano focalizzate sulla progettualità grazie a delle finanze più sane, improvvisamente abbiamo dovuto concentrarci sulle misure che potessero tutelare la salute della collettività, intervenendo in

modo anche incisivo sull’economia alla quale stavamo proprio cercando di dare nuovi stimoli innovativi.

Le priorità erano cambiate. Ma anche le emozioni si erano trasformate. L’inizio della diffusione del virus è stata caratterizzata da sentimenti controversi, a volte di incertezza, a volte di fiducia. Non vi erano notizie sicure né rimedi garantiti. Si ascoltavano le opinioni del mondo sanitario, si condividevano le strategie di intervento e si cercava di reagire rapidamente, consapevoli dell’impatto di ogni decisione e della forte responsabilità che le Istituzioni dovevano assumere in un momento così difficile, in cui i cittadini avevano bisogno di una guida che infondesse loro calma e fiducia.

La nostra mente era sempre e solo confrontata con un tema: il coronavirus. Non si parlava di altro. La situazione era quasi surreale. Ogni giorno ci si svegliava aspettando le informazioni sui nuovi contagi, analizzando curve e proiezioni nell’attesa di poter osservare i primi risultati di rallentamento del virus. Ogni giorno si dialogava anche con le parti sociali, perché si sentiva forte la preoccupazione delle aziende e dei lavoratori.

Allo stesso tempo si preparavano gli interventi delle numerose conferenze stampa, cercando

di trovare le parole giuste da trasmettere ai cittadini, i messaggi di fiducia e speranza e, in fondo, anche quelle emozioni che noi stessi abbiamo provato. Quelle conferenze stampa che ci portavano nelle case di ogni cittadino e ci facevano percepire, nonostante la distanza fisica, una vicinanza di cuore intensa, come in un abbraccio comune.

Abbiamo vissuto un momento imprevisto, nuovo e diverso. Ma abbiamo anche vissuto un periodo che ci ha dato la possibilità di confrontarci in modo più profondo con noi stessi, le nostre fragilità e con gli altri. In questo momento più che mai ci siamo resi conto anche del compito più importante che spetta al Governo: quello di essere un punto di riferimento per i propri cittadini. Abbiamo lavorato insieme, con unità di intenti, e abbiamo conosciuto molte persone che si sono dedicate senza riserve agli altri e al nostro Cantone. Questo è stato il momento in cui abbiamo sentito forte il legame con il nostro Ticino e con le persone.

Un’esperienza difficile e, per molte persone che hanno vissuto la perdita di un loro caro, particolarmente toccante e dolorosa, ma che ricorderemo anche per le grandi opportunità di crescita individuale e collettiva e di condivisione che ci ha offerto.

Il Ticino visto da fuori è stato “plug and play” Bruno Dardani Giornalista

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utto ció che in Italia si è rilevato complesso, farraginoso, condizionato talora in modo letale dalla burocrazia, in Ticino è apparso semplice, lineare, quasi un sistema “plug and play” che ha comunque garantito al sistema economico locale e alle famiglie, sostegni concreti per ammortizzare l’onere e la crisi generati dall’epidemia di Covid19.

Una prima considerazione “dall’esterno” riguarda senza ombra di dubbio una scelta strategica di fondo: quella, almeno in apparenza, di difendere il tessuto economico e il patrimonio delle imprese, consentendo una loro capitalizzazione e l’utilizzo di ammortizzatori sociali in grado di garantire una riduzione ancorchè temporanea nel costo della manodopera, anche attraverso un utilizzo intensivo dello smart working. Una decisione, questa, che - considerando il numero

giornaliero dei lavoratori frontalieri - ha generato un riflesso positivo immediato nel lavoro di contenimento dei contagi in Ticino.

Il settore elemento caratterizzante le istituzioni ticinesi, nel confronto con quelle italiane, è stato rappresentato dalla rapidissima capacità di reazione, dalla tempestiva adozione dei provvedimenti e di aggiramento di tutti i colli di bottiglia che avrebbero potuto ritardare, ad esempio nel caso dei prestiti pari al 10% del fatturato aziendale dell’anno precedente, la disponibilità di liquidità fresca a favore delle imprese. Visto da fuori il Ticino ha dato prova di un grande pragmatismo nell’affrontare l’emergenza, in campo sanitario definendo anticipatamente gli ospedali Covid, in campo sociale permeando le esigenze di tutela della salute pubblica (e proteggendo con attenzione le fasce della popolazione a rischio) con quelle di mantenimento in vita di un tessuto economico e aziendale in grado di riavviarsi sulla strada del rilancio in tempi ragionevoli.

troppofacileamico

Opinione Liberale

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Politica degli uomini o dei partiti?

“Capisco l’importanza degli uomini, ma mi fa paura una politica senza partiti”. La personalizzazione della politica analizzata dalla penna di Giuseppe Buffi.

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onteranno sempre di più gli uomini, conteranno sempre di meno i partiti. È una previsione molto diffusa nel mondo della politica. Ricordo i tempi - non sono poi così lontani - in cui contavano sia gli uomini sia i partiti.

Erano allora i partiti a conferire forza e rilievo, legittimandoli, ai personaggi della politica, e non viceversa. Per spiegarmi chiaramente: era pensabile che un partito, momentaneamente, non potesse far ricorso a grosse personalità (i serbatoi della politica, da questo profilo, non sono inesauribili), era semplicemente impensabile che una personalità politica, per quanto importante ed eccezionale, potesse fare a meno del partito. Certo, era possibile che personaggi di grande carisma riuscissero da soli a celare gli inevitabili offuscamenti dei partiti, ma poteva anche capitare – e non era circostanza rara – che l’immagine degli uomini traesse grande beneficio dal prestigio dell’area politica che li aveva promossi. Quando la corrispondenza delle qualità, dell’immagine e del prestigio, era totale, senza lacune né da una parte né dall’altra, potevano essere realizzati i momenti detti “magici” della politica. Ve ne furono, anche se qualcuno mi dirà che sto mitizzando eccessivamente il passato. Adesso, si vorrebbe invece affidare unicamente agli uomini il rilancio della politica. I partiti - si dice - sono in crisi e hanno perso molto della loro credibilità e della loro autorevolezza. Chi, se non uomini di grande carattere e statura, in grado di avere un seguito popolare per sé medesimi, potrà salvare la baracca? Non intendo contraddire una simile tesi.

Mi permetto solo d’evidenziarne alcuni aspetti ambigui e pericolosi su cui varrà forse la pena di riflettere. Primo aspetto. Quella che stiamo attraversando si manifesta sempre di più come l’epoca dell’immagine e della spettacolarità televisive. Da questo punto di vista, l’immagine di un uomo politico “passa” o non “passa”. Su

Giuseppe Buffi nel suo ufficio al terzo piano del Palazzo ammnistrativo di Piazza governo

quali basi dovranno poggiare la sua credibilità e la sua autorevolezza? Sul suo volto, sul suo modo di “porgere” la parola, sulla sua prontezza nella battuta, o sulla sua sostanza? Si dirà che l’una cosa non esclude l’altra. È vero, ma è altrettanto vero che si potrebbe andare incontro a una politica di pura facciata, finzione paragonabile a quella di certi film dove le case della strada sono di cartone dipinto: lì la casa del programma, lì quella della progettualità, lì quella delle promesse elettorali, ma dietro c’è il vuoto. Secondo aspetto. Dando per scontato che già gli elettori di oggi, e sempre più gli elettori di domani, voteranno per gli uomini e non per i partiti, quali saranno i rapporti fra uomini e partiti?

Designeranno i partiti uomini costretti dal gioco delle parti a rinnegarli, comunque a contraddirli o a zittirli, oppure uomini destinati a scomparire molto in fretta dalla scena politica perché troppo ligi ai loro indirizzi? Oppure si pensa che i partiti di oggi scompariranno e che resteranno solo gli uomini a inventarsi di volta in volta (un po’ come sta tentando di fare Berlusconi in Italia ) un loro partito più o meno su misura? Terzo aspetto.

Accettando per ineluttabile, e forse per taluno come augurabile, il decadimento dei partiti (della loro forza propositiva, della loro funzione di intermediari fra le istituzioni e la società civile), qualora si dimostrasse impraticabile a lungo andare la “scappatoia” di puntare tutto o quasi tutto sugli uomini, la politica - strumento

fondamentale della convivenza sociale - potrebbe essere indotta a traslocare dai partiti ad altri settori della società. Potrebbe diventare una politica molto più sotterranea, molto meno controllabile e trasparente dell’attuale, una politica «sbrigata» da gruppi di potere e da categorie professionali. Vi sarebbero altri aspetti ancora, ma chiudo qui. Capisco l’importanza degli uomini, ma mi fa paura una politica senza partiti o con partiti “in riserva” e senza bussola.

23 dicembre 1993

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uella che ci troviamo ad affrontare è un’emergenza sanitaria senza precedenti nella storia recente. Le incognite sono state - e restano - tante, ma sia le autorità sia la cittadinanza hanno dato prova di saper reagire nel migliore dei modi, dimostrando l’importanza di restare uniti. Ecco che allora, sebbene i dati recenti appaiano confortanti, il messaggio non deve cambiare: è fondamentale mantenere alta la guardia. Con gli spostamenti e le riaperture delle attività, aumentano infatti i contatti sociali ed è ancora più importante proteggersi e proteggere gli altri, rispettando la distanza fisica, lavandosi frequentemente le mani e usando la mascherina se non è possibile tenersi a distanza durante un contatto prolungato.

Nel corso degli anni lo Stato Maggiore Cantonale di Condotta (SMCC) si è esercitato regolarmente, confrontandosi con diversi scenari di crisi e mettendo in atto una serie di esercitazioni, su scala nazionale e internazionale, che ci ha consentito di affrontare la pandemia con consapevolezza e rigore. Oltre a ciò, gli adattamenti legislativi rela-

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Repubblica e Cantone Ticino

Le incognite sul periodo di crisi e sulle strategie di rilancio sono state e restano molte. E quindi è importante mantenere alta la guardia. Le riflessioni da “dentro la crisi” di Matteo Cocchi, Capo dello Stato Maggiore Cantonale di Condotta e di Giorgio Merlani, medico cantonale.

Opinione Liberale

Responsabilità individuale per ripartire al meglio tivi all’organizzazione dello SMCC e gli investimenti logistici hanno permesso di contare su una struttura moderna e performante.

A quasi tre mesi dall’inizio della crisi, in qualità di Capo dello SMCC posso quindi trarre alcune considerazioni. In generale, abbiamo notato che la popolazione nei momenti più drammatici ha compreso la gravità della situazione e ha reagito in maniera adeguata, seguendo i consigli di prevenzione emanati dalle autorità e adattando i propri comportamenti alle disposizioni federali e cantonali.

Fondamentale in tal senso, e non mi stancherò mai di ribadirlo, è dunque il richiamo

alla responsabilità individuale. Solo continuando a rispettare le prescrizioni di igiene e di distanza accresciuta, potremo ripartire al meglio.

Matteo Cocchi Capo dello Stato Maggiore Cantonale di Condotta (SMCC)

Il ritorno alla normalità dipende da tutti noi

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ono innumerevoli le incognite con cui ognuno di noi ha dovuto fare i conti in questi mesi di pandemia. Un periodo che ha messo a dura prova l’intera popolazione, ma che ha anche fatto emergere una serie di punti di forza: a cominciare dall’importanza di restare uniti, passando per la coesione e il senso di responsabilità, fino ad arrivare alla solidarietà nei confronti delle persone più vulnerabili.

Ognuno di noi ha un ruolo attivo in questa pandemia e non a caso, come ho avuto occasione di dire recentemente, “È tutto nelle nostre mani”. Siamo

noi a decidere come si diffonderà il virus. Siamo noi a determinare l’evoluzione dei contagi. Ecco che allora, in un periodo in cui i dati appaiono confortanti, resta fondamentale continuare a proteggerci e a proteggere gli altri, mantenendo le distanze sociali, lavandosi frequentemente le mani ed evitando gli assembramenti, permettendo anche alle attività economiche di proseguire senza nuove interruzioni salvaguardando la salute dei collaboratori e della popolazione.

Il benessere di tutti noi, in fondo, dipende anche da questo. Per aiutare la ripartenza si può anche

Giorgio Merlani Medico Cantonale

considerare di usare la mascherina per proteggere chi ci sta vicino quando è impossibile rispettare la distanza sociale. È solo mantenendo alta la guardia che, insieme, riusciremo a rendere le prossime ondate sopportabili per il sistema sanitario. Il ritorno alla normalità dipende dal contributo di tutti noi.

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lascuola

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Peccato sprecare gli esami Mirko D’Urso. Come ha vissuto quale genitore le prime settimane di “riapertura” della scuola?

Tutti i genitori, compresi quelli come me che non erano a favore della riapertura della scuola con questa modalità, sono sempre felici quando i loro figli possono tornare a scuola e non posso nascondere che martedì scorso ero emozionato. E lo erano ancora di più i miei bambini di 7 e 4 anni.

Ho accompagnato Julian che frequenta la 1a elementare a Rivera, siamo arrivati vicino al cortile, l’ho abbracciato e ho in visto nei suoi occhietti una bellissima luce. I bambini si sono disposti in fila, a distanza di due metri l’uno dall’altro. Li ho guardati e un filo di tristezza mi ha pervaso; sembravano dei piccoli militari in attesa di entrare in caserma. Nessun abbraccio, nessun gioco nell’attesa del suono della campanella. Poi la sera a cena abbiamo parlato con loro per ascoltare le loro impressioni. La piccola non ha percepito molti cambiamenti, mentre il grande ci ha detto che

Ignazio Cassis Consigliere federale

era sì contento, ma che non c’era paragone con “la scuola vera”. L’augurio è che la curva di contagio rimanga bassa nonostante la fine del lockdown e che i nostri figli possano tornare a settembre a frequentare la scuola. La loro scuola. Quella senza mascherine, quella dove non devi aver paura di abbracciare un amichetto. Insomma quella vera.

Mercoledì scorso (ndr: 13 maggio) il Consiglio di Stato ha ufficialmente annullato tutti gli esami di maturità. Quali le sue considerazioni?

Ho molti allievi di teatro che avrebbero dovuto sostenere gli esami di maturità e quando hanno ricevuto la conferma dell’annullamento, erano tutti dispiaciuti. Terminare un lungo percorso di studio senza poter realmente gioire per questo capitolo che ci si mette alle spalle, lascia l’amaro in bocca. Personalmente trovo grave il fatto che il DECS non abbia potuto organizzarsi per evitare questo annullamento. Era sicuramente più facile

trovare soluzioni per 1000 maturandi che non per decine di migliaia di bambini che frequentano asilo, elementari e medie. Sarebbe stato forse opportuno concentrarsi sugli allievi che finivano un ciclo di studi. Gli allievi dell’ultimo anno di asilo, quelli di 5a elementare, quelli di 4a media e appunto gli allievi che avrebbero dovuto sostenere gli esami di maturità. Peccato.

“Non credo che ci fossimo resi conto di quanto la libertà sia importante per noi. La libertà è sancita dall’articolo 2 della Costituzione svizzera ma eravamo così abituati ad averla che ci eravamo dimenticati di quanto fosse importante. Questa crisi lo ha reso palese”.

Intervista a “Pardonnez-moi” della RTS, 19 maggio 2020.

Due chiacchiere con...

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Cristina Maderni

Con una recente Mozione ha chiesto più flessibilità per salvare posti di lavoro. Cosa si propone concretamente?

Con il Gruppo economia e lavoro abbiamo fatto una serie di riflessioni su una serie di possibili misure a breve termine per rilanciare l’economia, ma soprattutto per salvaguardare i posti di lavoro. Quello che chiediamo è maggiore flessibilità nelle fasce orarie, rispettando però le regole e le condizioni fissate con i collaboratori. Questo perché in alcuni settori e in alcune attività evitare gli assembramenti dei clienti - ma anche dei collaboratori - non è sempre facile. Allargando le fasce orarie, si evitano i problemi visti in questi giorni di riapertura in alcuni contesti. E si amplia l’offerta.

Anche per il settore del turismo avete pensato una serie di aiuti. In quale direzione?

In Ticino già abbiamo esperienza con alcuni agglomerati che sono considerati turistici anche nella concessione più ampia e flessibile di deroghe agli orari e ai giorni di apertura. Siccome l’obiettivo è quello di promuovere il Ticino come meta per le vacanze estive, dobbiamo essere più attrattivi e offrire servizi. Ampliare le fasce d’apertura di locali pubblici e negozi rappresenta senza dubbio un miglioramento dell’offerta. La nostra proposta va in questo senso, con però sempre al centro gli interessi dei lavoratori.

l’approfondimento

Opinione Liberale

Con il timone sempre al centro A desso dobbiamo tenere saldamente il timone al centro. Quante volte abbiamo ricevuto questo monito da Christian Vitta negli ultimi due mesi di crisi nell’Ufficio Presidenziale del PLRT… Ma non si è mai trattato di un invito a frenare la propositività del partito, quanto un appello a non perdere di vista l’obiettivo superiore, quello del tenere sotto controllo la crisi sanitaria e arginare - con ogni strumento disponibile - quella economica. Una preoccupazione strettamente legata al suo Dipartimento, vista nell’interesse generale di tutti i ticinesi, con l’obiettivo di salvaguardare i posti di lavoro. Il PLRT in una prima fase della crisi, ha sposato questa impostazione, ritenendo che la gestione della stessa fosse di competenza del Governo e ha quindi volutamente evitato di cavalcare politicamente il momento, privilegiando il sostegno alle Istituzioni.

Sostenere le Istituzioni non vuol dire restare politicamente a guardare. Anzi. In due circostanze, 19 e 31 marzo, abbiamo

Bixio Caprara Presidente

inviato al Governo alcune misure urgenti che ci erano state segnalate dal basso e ci sembravano prioritarie, in particolare a sostegno dei lavoratori indipendenti e delle piccole e medie aziende. Abbiamo molto insistito nel proporre misure come l’istituzione di un credito sostenibile in favore dei privati che non saranno in grado di ripagare i prestiti ottenuti, in particolare le PMI, gli indipendenti e settori economici come la filiera del turismo.

Analogamente non abbiamo esitato a proporre con fermezza misure orientate al medio termine come l’irrinunciabile rivalutazione di regolamentazioni eccessivamente burocratiche, come ad esempio la Legge sulle commesse pubbliche (LCPubb). Abbiamo riportato alla luce anche un nostro progetto lanciato in tempi non sospetti, ossia la necessità di investire nella mobilità dei dati favorendo la banda ultra larga su tutto il territorio cantonale, tema evidenziatosi in questo periodo in cui il telelavoro e la digitalizzazione sono stati al centro della nostra quotidianità. Un tema rilanciato anche attraverso una recentissima interpellanza, che stuzzica costruttivamente lo stesso DFE di Christian Vitta a voler proporre progetti e investimenti per una riforma digitale dell’amministrazione cantonale.

Nei settori per noi prioritari, la formazione e la difesa dei posti di lavoro, nelle ultime settimane sono poi emerse proposte tangibili come le tre iniziative operative a sostegno della messa a disposizione di posti di apprendistato per i giovani ticinesi o la richiesta di estendere l’indennità per lavoro ridotto anche al titolare dipendente della propria azienda e a tutti coloro

che pagano l’assicurazione contro la disoccupazione. Il lavoro su proposte concrete da parte del PLRT si sta concentrando in questo senso anche sul lungo termine.

Caro Christian, ti abbiamo ascoltato. Ti abbiamo appoggiato con tutte le nostre energie quando - da capitano della nave Ticino, da vero statista - ci hai chiesto di tenere saldamente il timone al centro. Hai dimostrato in un periodo non facile e molto intenso di saper sostenere decisioni gravi e posizioni rigorose anche nei confronti della Berna federale, sempre con rispetto ma argomentando in modo pacato e autorevole. Ti ringraziamo per questa tua dimostrazione di condotta virtuosa e ti sosterremo anche adesso che la nave deve tornare ad avanzare. Lo faremo criticamente e attentamente con le nostre idee e le nostre proposte, che incarnano la nostra visione per il futuro del Paese. Un Paese che deve poggiare sui principi liberali radicali fatti di libertà (responsabilità), coesione e progresso!

Alessandra Gianella Capogruppo in Gran Consiglio

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l’approfondimento

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5-6 Maggio 2019

Giuramento Guardia svizzera pontificia a Roma Essere il Cantone ospite in occasione del giuramento della Guardia svizzera pontificia non accade tutti gli anni, tantomeno avere l’onore di presenziare come Presidente del Governo in un momento che coniuga valori quali tradizione, lealtà, coraggio e spiritualità. Ciò che più ha colpito Christian è però il profondo legame che unisce questo corpo al nostro Paese da oltre 500 anni. Un legame che ha saputo rinnovarsi nel tempo grazie a elementi che contraddistinguono la Svizzera, come innovazione, cortesia e affidabilità.

Christian Vitta Il nostro Presidente

Maggio 2020

I messaggi ai cittadini

Marzo 2020

#uniticelafaremo

Aprile 2020

Le finestre di crisi La concessione delle finestre di crisi da parte del Consiglio federale e quindi delle misure incisive adottate in Ticino a tutela della salute collettiva unitamente ai relativi strumenti economici di sostegno, è stata fondamentale per tutelare la salute dei nostri cittadini e i diritti di aziende e lavoratori. Il Governo, guidato da Christian quale Presidente, ha saputo, con determinazione e tenacia farsi ascoltare da Berna grazie anche al sostegno dei cittadini che sono stati un esempio di comunità unita e coesa.

Un motto che Christian ha lanciato durante una delle prime conferenze stampa della fase più acuta del coronavirus. Un motto con cui si concludeva ogni suo intervento, scandito con forza e determinazione. Un motto che è diventato un simbolo di questa difficile situazione ed è entrato nel cuore di tutti. Un motto che ci ha fatto sentire uniti, solidali e una comunità più forte.

Un Presidente che si è dimostrato calmo e tranquillizzante e che ha saputo trasmettere messaggi di fiducia ai cittadini anche con un tocco di creatività. Solo per ricordarne alcuni: La primavera porta con sé un sentimento di rinascita. Ed è a questo sentimento che possiamo rivolgere il nostro sguardo.

Quando ci saremo lasciati alle spalle questa difficile situazione potremo tornare a vivere la nostra libertà, le nostre relazioni e le nostre passioni. E lo faremo forse anche in modo nuovo. Con un senso di unità e solidarietà più radicato in noi.

Abbiamo dovuto fermarci e prenderci cura di noi stessi e degli altri. Abbiamo dovuto staccarci dalle abitudini e prendere respiro.

Questo ci ha portato una nuova consapevolezza, riscoprendo valori importanti: l’unione, la vicinanza di cuore e la solidarietà.

Il mio augurio è che questo ritmo più lento che abbiamo imparato a conoscere e che sarà parte integrante della nostra nuova e diversa normalità, possa essere uno stimolo per assaporare più in profondità i veri valori della nostra esistenza, per avere più cura e attenzione verso noi stessi e verso gli altri.

l’approfondimento

Opinione Liberale

27 Luglio 2019

Fête des Vignerons In occasione della Fête des vignerons l’ombrello è stato, purtroppo, un fedele alleato. A portare qualche raggio di sole ci hanno quindi pensato il coinvolgente spettacolo della Compagnia Finzi Pasca (visto qualche giorno dopo) e il piacere di partecipare a una festa dalla tradizione secolare, animata da quell’attaccamento al territorio, alla promozione del sapere e della qualità dei prodotti vitivinicoli. Una vetrina importante per ciò che caratterizza anche il Ticino e che crea, in fondo, un legame quasi naturale tra il nostro Cantone e le rive del Lemano.

2 Maggio 2020

“Il Cantone ha svolto un ruolo esemplare” La visita della Presidente Simonetta Sommaruga ha coinciso con un momento di particolare congiunzione astrale.

La sera prima della visita Christian aveva allestito il suo intervento per la relativa conferenza stampa richiamando l’immagine dei cristalli del S. Gottardo.

Il giorno successivo la visita ha avuto inizio con un incontro presso il centro logistico della Posta, sulla cui entrata (a sua insaputa) è presente un graffito di un cristallo gigante. Prima della conferenza stampa la Presidente della Confederazione, senza conoscere i contenuti dell’intervento di Christian Vitta, ha voluto fargli un dono… un cristallo del S. Gottardo! Coincidenze….

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Miriamo al podio della rinascita

La crisi in un’immagine

Rocco Cattaneo

Alex Farinelli

Consigliere nazionale

Consigliere nazionale

Un po’ romantici e malinconici ripensiamo al nostro Ticino di un anno fa: i numerosi turisti sul nostro territorio, l’ampio ventaglio di eventi offerti, l’evoluzione positiva delle finanze del nostro Cantone, le misure a sostegno dell’innovazione economica, l’entrata in vigore della Legge federale sulla riforma fiscale e sul finanziamento dell’AVS (RFFA), la prevista apertura della galleria di base del Ceneri ecc… Il ruolo attivo e centrale del nostro Cantone dal punto di vista economico, tra gli assi Nord e Sud è quello che maggiormente rappresenta il dinamismo verso il quale abbiamo sempre messo l’accento, come Partito Liberale Radicale e come ticinesi. Uno degli eventi che più ha affermato il posizionamento dal punto di vista innovativo è stato l’inizio della collaborazione con la Greater Zurich Area (GZA). Il Ticino risulta, infatti, essere al secondo posto in Europa, dopo Zurigo, come affermato da uno studio della Commissione Europea (giugno 2019) inerente alle regioni che offrono più innovazione in settori all’avanguardia. A capo del Governo, Christian Vitta. Lo stesso che ha dovuto tirare le redini nella grande sfida del Coronavirus. La dinamicità del nostro Cantone, nel giro di poche settimane, è stata messa in discussione.

Le sofferenze sono state molte; tutti noi abbiamo, e stiamo vivendo, un cambiamento. Improvvisamente abbiamo dovuto “fermare” ogni tipo di attività, anche economica. Con “uniti ce la faremo”, il nostro Presidente del Consiglio di Stato, Christian Vitta, ha posto fiducia in ognuno di noi. Ha ottenuto dal Consiglio federale la “finestra di crisi” per il nostro Cantone, che lentamente sta rimettendo in moto le attività economiche, le scuole e le attività sociali. Alcuni rami economici, come il turismo, l’industria di esportazione, il commercio faranno molta fatica a ritrovare il ritmo di prima. Recessione, perdita di posti di lavoro, scoraggiamento e perdita di dinamismo delle PMI sono minacce evidenti. L’energia impiegata per “chiudere” adesso dobbiamo investirla per ripartire. Se Christian Vitta durante il suo mandato di presidenza ha guidato alla medaglia di argento il nostro Cantone nel contesto europeo, come direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia riuscirà ad offrire le giuste misure di promozione e sostegno alla ripresa della vita economica e sciale del nostro Cantone. Ripartiamo tutti assieme guardando al futuro in modo positivo e mirando al podio della rinascita post Coronavirus.

30 marzo, conferenza stampa delle autorità cantonali. Il Presidente del Governo e il Consigliere federale si alzano in piedi invitando tutta la popolazione ad un minuto di silenzio per manifestare il cordoglio e la vicinanza ai famigliari delle vittime del Covid19. Questo momento secondo me rappresenta perfettamente come si è affrontata questa crisi, con sobrietà istituzionale, serietà, ricerca del dialogo (ma anche risolutezza) con Berna da un lato e contemporaneamente vicinanza, comprensione ed empatia verso i ticinesi dall’altro. Non ha fatto tutto lui, il collegio e l’amministrazione così come i gruppi tecnici e di accompagnamento ci hanno messo tanto impegno. Ma la “faccia” e le modalità sono state le sue. Sì, perché Christian Vitta in questi mesi ha fatto veramente tanto e bene, riuscendo nell’obiettivo più importante: rassicurare e tenere unito un Cantone. Questa è stata una condizione indispensabile per gestire la fase acuta di questa crisi che ha obbligato a pesanti rinunce e sacrifici tutte e tutti i ticinesi.

Siamo consapevoli che non tutto è stato perfetto, ma bisogna essere giusti nel giudizio: non si poteva pretendere di più dal nostro Consiglio di Stato: cinque persone che hanno vissuto come tutti noi una situazione difficilissima con però il peso e la responsabilità di dover decidere. Spesso con informazioni che cambiavano, radicalmente, nel giro di poche ore. In tutto questo ha giocato un ruolo fondamentale anche il costante contatto con Berna che ci ha permesso di beneficiare di un ampio margine di manovra, e qui ci ha aiutato enormemente la presenza di Ignazio Cassis in Governo. Chiaro che non lo abbiamo visto ma lui c’era, era informato, e soprattutto poteva portare la nostra sensibilità (cantonale) la dove si decideva. A loro e a tutti quanti si sono e si stanno impegnando: grazie.

vicini&vicini

Opinione Liberale

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Coraggio, amici ticinesi!

Cari amici ticinesi, cari vicini, Le settimane che abbiamo appena vissuto rimarranno, senza dubbio, impresse nella nostra memoria. Solitamente risparmiato dai grandi disastri di questo mondo, il nostro Paese non ha fatto eccezione questa volta. Il vostro Cantone è stato, purtroppo, il primo ad essere colpito da questo nuovo male, il Covid-19. Ed è stato colpito molto duramente...

Avete dovuto rimanere calmi, coraggiosi e dignitosi di fronte alle avversità: lo avete fatto in modo ammirevole. È stato necessario agire con rapidità e fermezza: le vostre autorità lo hanno fatto. Hanno tenuto testa alla Confederazione quando lo hanno ritenuto necessario (chiusura di industrie e cantieri), andando oltre il Consiglio federale, così come il Vallese con il settore alberghiero. Il vostro Consiglio di Stato e il suo presidente Christian Vitta hanno sottolineato la solidarietà svizzera e lo spirito federale: ogni cantone ha la sua situazione specifica e deve sentirsi sostenuto dal resto del Paese quando sceglie una strada. “L’unità della Svizzera ha la forza e la solidità di un cristallo dalle mille sfaccettature”, come ha detto il vostro presidente Christian Vitta. Il sistema federalista svizzero ha permesso di rispondere alle specificità del vostro Cantone in questa crisi.

Molto bene, Christian Bruno Arrigoni Sindaco di Chiasso

Essendo stato io stesso presidente del governo vallesano durante la crisi del Covid-19, ho potuto constatare quanto siano diventati stretti i legami tra le persone, nonostante le misure di contenimento e la distanza sociale. In un momento in cui si stanno attuando misure di apertura, è ora più che mai necessario non dimenticare i nostri vicini e restare uniti sostenendo i nostri anziani, le nostre imprese locali e le nostre aziende. Non ho dubbi che, ancora una volta, riuscirete a farcela, cari amici ticinesi!

Roberto Schmid Consigliere di Stato del Canton Vallese e presidente della Conferenza governativa dei cantoni alpini

S

tiamo vivendo un periodo che rimarrà per sempre nella storia del nostro Paese.

Giammai, solo tre mesi orsono, ci saremmo immaginati di vivere questa esperienza che ha stravolto le nostre abitudini e provocato tanta sofferenza in molte famiglie. Tutte le nostre certezze sono state messe in discussioni e fatti quotidiani che davamo per acquisito e “normali” non lo sono più. In periodi come questi è fondamentale avere fiducia in chi ci governa. Questo ruolo è stato interpretato da te Christian in modo esemplare, senza inutili slogan ma con una linea guida chiara e decisa in un contesto completamente nuovo. La popolazione ha potuto apprezzarti e soprattutto ti ha considerato un punto di riferimento su cui appoggiare le proprie preoccupazioni e soprattutto le proprie speranze. Interpretando i sentimenti della popolazione ti giungano i miei personali complimenti e un grazie di cuore.

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l’analisi

Opinione Liberale

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Repubblica e Cantone Ticino

I rapporti tra Berna e il Canton Ticino

P

orsi qualche domanda sui futuri rapporti tra il Ticino ed il resto del Paese, in particolare la Berna federale, in questa fase di lenta e prudente (si auspica) uscita dalla crisi COVID-19 è un esercizio interessante. La storia evidenzia un percorso tutt’altro che lineare. Da sempre fatti e decisioni inattese (spesso legate alle particolari circostanze della vicina Penisola) generano crisi oppure riescono a fornire un contributo al miglioramento della qualità dei rapporti e del grado di comprensione reciproca. Quanto accaduto dopo la metà dello scorso mese di marzo stimola parecchie riflessioni. Innanzitutto possiamo constatare come l’evidenza delle circostanze di fatto non è bastata per indirizzare un messaggio chiaro a Berna; ancora una volta è stato necessario fornire spiegazioni e giustificazioni, affinché fosse percepita la gravità della situazione. A dire il vero, le incomprensioni iniziali non mi sorprendono più di tanto. Ovviamente decine di migliaia di persone ammassate al carnevale di Bellinzona, libere di ritrovarsi a festeggiare senza limitazioni, non hanno contribuito a veicolare in direzione della Capitale segnali di allarme convincenti. Ma ciò non basta per fornire una spiegazione. Gli avvisi inizialmente inascoltati o sottovalutati, soprattutto dall’amministrazione federale, non sono musica recente. Ricordo la richiesta di fornire prove sull’esistenza del dumping salariale nel mercato del lavoro ticinese, formulata dall’allora responsabile del Dipartimento dell’economia Doris Leuthard; oppure le difficoltà a spiegare la pericolosità dell’attuale galleria autostradale del San Gottardo. Questi esempi, a cui potremmo aggiungerne altri, sono la testimonianza di un rapporto di fiducia fragile che purtroppo fatica a migliorare. Non intendo diffondermi sulle ragioni, invero complesse e va-

riegate e non sempre piacevoli da constatare. Ma a prescindere da qualche pregiudizio storico e ben radicato nei nostri confronti, è evidente la nostra difficoltà nel creare una solida base di riflessione strategica e di programmazione del nostro futuro, così da poter finalmente rispondere in modo convincente al solito rimprovero mosso nei nostri confronti, ossia non sapere cosa vogliamo! Sabato scorso la NZZ ha dedicato alcune pagine al Ticino della crisi Covid-19. Non sono mancate le solite pennellate del popolo allegrone di gilardoniana memoria, così come non sono sfuggiti gli appelli del fine settimana pasquale a rimanere a casa, indirizzati ai confederati proprietari di residenze secondarie. La forte carica emotiva (per non dire altro…) che ha caratterizzato determinati messaggi è sintomatica della nostra difficoltà a guardare in modo lucido e strategico oltre il Gottardo. Coloro che a Pasqua hanno rinunciato al Ticino non hanno preso la loro decisione, perché convinti dai nostri appelli oppure da quelli lanciati dagli operatori turistici, comprensibilmente imbarazzati. Chi invece ha occupato comunque il proprio appartamento o rustico di vacanza non lo ha fatto da persona irresponsabile, ma nella piena consapevolezza dei suoi doveri civici. Poi, entrati nella fase 2, ecco un nuovo messaggio per gli amici svizzerotedeschi, ben diverso dal primo, ossia l’invito a trascorrere le vacanze estive in Ticino… Dalla somma o dall’accumulo di ragionamenti di mera opportunità non risulta una strategia. Ma l’ottimismo non manca, perché i confederati arriveranno in ogni caso. La preannunciata riapertura delle frontiere verso l’Italia, decisa dal suo Consiglio dei ministri, è un provvedimento che presumibilmente non sottrarrà ospiti al Nostro Cantone. Ma cosa accadrà nel 2021? Dobbiamo aspettarci un’altra polemica sulla pulizia dei sentieri, poiché nel frattempo

ancora una volta trascurati? Che ne sarà di coloro che hanno dovuto generare liquidità grazie ad un prestito della Confederazione? Christian Vitta avrà un compito difficile. Un primo importante colpo di mano sarà la capacità di lasciare le emozioni e la “creatività” nei cassetti.

Fabio Abate già Consigliere agli Stati

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l’ospite

Opinione Liberale

“Un punto di riferimento istituzionale” Il coronavirus ha messo “in quarantena” anche le Istituzioni. Che però non hanno mai smesso di portare avanti la democrazia in modo coeso. Lo spiega il presidente del Gran Consiglio Claudio Franscella, che lascerà la carica a fine mese.

Claudio Franscella. Il coronavirus ha messo “in quarantena” anche le Istituzioni democratiche. Le decisioni di emergenza sono state di esclusiva competenza del Governo, come valuta il suo operato?

Il Governo ha lavorato bene e ottima è stata la collaborazione che si è istaurata, in questa prima fase della crisi, con gli organi preposti del Parlamento. In particolare i contatti tra il Presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta, il sottoscritto e l’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio sono stati giornalieri e lo scambio di informazioni e di vedute sulle misure che

sono state intraprese sono sempre state costanti e anche condivise. Un coinvolgimento che ha dimostrato l’unità delle nostre Istituzioni in un momento in cui la nostra popolazione aveva bisogno di un punto di riferimento istituzionale coeso.

La democrazia non è quindi stata intaccata o interrotta, come qualcuno ha voluto far credere, ma semplicemente adattata ad una situazione senza precedenti e, seppur con modalità differenti, il Parlamento ha potuto continuare a svolgere il compito di contatto e di vigilianza sull’Esecutivo.

L’importanza di essere sé stessi Nicola Pini Granconsigliere PLR

Non importa che lo abbiate incontrato una, due, dieci o cento volte, a una sagra, a un comizio o alla presentazione dei conti dello Stato tra capitale proprio, ammortamenti, freno ai disavanzi e aumento delle spese a enti terzi: Christian non si scompone mai. Mai. A volte ci prova, toglie la giacca e abbozza qualche battuta, ma è rarissimo e, diciamolo, non è il suo forte. Ma non è importante. Christian è un uomo di Stato che siamo stati fortunati abbia occupato quel ruolo in quel preciso momento, facendo esattamente ciò che fa meglio, ovvero sviluppare temi e affrontare problemi non solo con grande competenza, nitida lucidità e certosina precisione, ma anche e sopratutto assoluta compostezza. Come nelle riunioni con l’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio durante l’emergenza, quando con un composto “bisogna stare attenti che...” riportava la calma e metteva d’accordo tutti. Come quando ha affrontato le iniziali divergenze con la Confederazione, poi fortunatamente risolte. Come alla conferenza stampa del 30 marzo, quando l’emergenza sanitaria attraversava i suoi giorni più cupi e il numero dei morti aveva raggiunto le 3 cifre: nonostante regnassero incertezza, disorientamento e confusione, il Presidente del Consiglio di Stato mostrava sempre e comunque determinazione e compostezza; compostezza tradita unicamente da quel velo di stanchezza e quel capello un po’ più lungo del solito che lo rendevano umano.

Una compostezza che ha rassicurato e convinto. Affiancato da validi professionisti come Merlani e Cocchi, giorno dopo giorno, Christian ha incarnato quella solidità di cui molti avevano bisogno per mantenere la rotta, accettare le incognite, concentrarsi sui fatti e non cedere al panico. Grazie Christian, per aver mostrato che non c’è cosa più forte che continuare ad essere sé stessi, soprattutto nelle difficoltà.

Il Parlamento riprenderà i suoi diritti a fine maggio con quali priorità?

La prossima sarà una seduta extramuros decisamente impegnativa con 27 trattande all’ordine del giorno. Si inizierà con un’informazione di dettaglio da parte del Governo e un dibattito libero sulla situazione sanitaria venutasi a creare in Ticino in questi ultimi mesi e poi, oltre al cambio di presidenza, saranno trattati prioritariamente tutta una serie di crediti quadro importanti per il rilancio del nostro Cantone.

In particolare penso ai 20 milioni di franchi per l’adozione di misure a sostegno dell’innovazione economica, ai 461 milioni di franchi per il finanziamento delle prestazioni di trasporto pubblico, ai 17 milioni al Locarno Film Festival e alla Riforma sociale cantonale.

gliospiti

Opinione Liberale

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La nostra visione del dopo crisi Testo

Marco Solari Presidente Locarno Film Festival

La Svizzera, Paese piccolo e senza risorse naturali, da mezzo secolo ha dimostrato un gran dinamismo. Questa sua capacità ci aiuterà anche questa volta. Le nostre autorità politiche e monetarie, assieme al sistema finanziario, hanno subito reagito, con un’efficienza che ci è invidiata in tutto il mondo. Anche i parlamenti hanno fatto la loro parte in modo coeso. Siamo partiti con finanze pubbliche in ordine, un debito pubblico molto basso, e una solida rete sociale. Siamo ben preparati ai forti cambiamenti strutturali del sistema

Renato Ricciardi Segretario cantonale OCST

Nell’immediato, protezione della salute sui posti di lavoro, pagamento del 100% delle indennità lavoro ridotto fino ad un minimo di 5’000 Fr/mese, e divieto di licenziamento per le aziende che ne hanno beneficiato. E poi, piani di rilancio economico tramite investimenti straordinari. Un vero piano di rilancio non potrà che essere basato su un modello di sviluppo alternativo, che salvaguardi l’ambiente e le esigenze delle persone. Che si traduca quindi in aumento del potere d’acquisto delle famiglie, essenziale per sostenere produzione e consumo a km zero. In un Ticino caratterizzato da tassi di disoccupazione reale e di povertà nettamente superiori al resto del paese, e da fenomeni

Non ho dubbi . Dobbiamo rilanciare le manifestazioni culturali. Incoraggiare coloro che si occupano di cultura a non rassegnarsi, a chi le finanzia di essere generoso e preparare insieme il periodo del dopo restrizioni.

Alla testa delle manifestazioni in Ticino ci sono persone che lavorano non per fare guadagni ma per dare gioia alla gente. I due eventi a me più vicini, perché sono direttamente coinvolto, hanno sofferto durante la pandemia.

Il Locarno Film Festival quest’anno lotterà per mantenere la sua reputazione internazionale, lotterà per rimanere un festival di altissimo livello culturale e nel contempo amatissimo dal

produttivo che dovremo fare. Le autorità federali e cantonali stanno già mettendo a punto strategie per quel 10-15% della nostra economia destinato a contrarsi, e per quei settori dove invece si prospetta un rafforzamento. Gli interventi dovranno concentrarsi sul turismo, parte della manifattura, la meccanica di precisione e l’orologeria. Si stanno inoltre allestendo programmi di investimenti pubblici anti crisi. L’economia svizzera saprà reggere al colpo, anche perché abbiamo un sistema-Paese fortemente coeso.

Le limitazioni alla libertà personale ed economica sono state fondamentali per contenere la propagazione dei contagi. La maggiore consapevolezza dei rischi deve ora indurre ciascuno a mantenere il rispetto delle regole.

Molte sono le aziende colpite da una crisi, che non farà che aggravarsi. L’OCST chiede ai datori di lavoro di dimostrarsi responsabili e di far capo a tutti gli strumenti a disposizione per salvaguardare i posti di lavoro. È sostenendo il potere di acquisto delle famiglie che l’economia potrà riprendere

Giangiorgio Gargantini Segretario Regionale Unia Regione Ticino e Moesa

quali dumping salariale e sociale strutturali, “sicurezza sul lavoro, e del lavoro” sono valori essenziali sui quali ricostruire.

suo pubblico fedele. Gli “Eventi letterari al Monte Verità” sono spostati a fine ottobre nella speranza che le frontiere siano nuovamente aperte e la presenza fisica del pubblico autorizzata. Il digitale ha mostrato utilità e limiti. Il contenuto proposto dal web è incommensurabile ma lo si consuma in solitudine e vengono a mancare le emozioni condivise. Spero una sola cosa: potere tornare al più presto in Piazza Grande o nella minuscola sala “Balint” del Monte Verità per captare le vibrazioni di cineasti e letterati per ridere, per piangere, per sentirmi felice o triste insieme con loro e con il pubblico (che mi manca crudelmente) perché cultura è sempre, sempre sinonimo di vita.

Mauro Baranzini Professore di economia

vigore. Sono le lavoratrici e i lavoratori, con la loro attività e i loro consumi, il vero motore dello sviluppo.

La crisi darà all’economia ticinese anche l’opportunità di ripensarsi. Deve interrompersi la spirale al ribasso che porta i livelli salariali sempre più distanti dalle medie nazionali e dalla parità tra donna e uomo.

Il cruciverba del PLR

I cineasti del futuro sono formati al CISA di Locarno

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“Ciak si gira” con...

Domenico Lucchini

12 Il Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive è una Scuola Specializzata Superiore (SSS) di durata biennale seguita da un anno di Studio Post diploma (SPD).

Fondato da Pio Bordoni a Lugano nel 1992 è da me diretto dal 2008. Il CISA offre nel biennio una formazione teorica, pratica e metodologica che consente di progettare e gestire il ciclo di creazione e produzione di prodotti audiovisivi, e un successivo perfezionamento annuale in ambiti quali Producer creativo e scrittura cinetelevisiva, Regia, Fotografia, Montaggio e post-produzione, Sound Design.

Si accede al biennio del CISA dopo aver frequentato una scuola superiore di secondo grado, una formazione professionalizzante analoga oppure ottenuto una certificazione di fine apprendistato. Lo Studio Post diploma è invece riservato a chi possiede una formazione superiore (universitaria o professionale) certificata in ambito audiovisivo.

Alla fine del biennio il CISA rilascia il diploma di Designer in Design visivo (Film) e al termine dello Studio annuale Post diploma la qualifica, anch’essa riconosciuta dalla Confederazione, di Cineasta cinetelevisivo.

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Orizzontali

Verticali

4 Sigla del Comune di Lugano 6 Sindaco di Chiasso 7 Cognome del consigliere comunale PLR che a carnevale diventa Re Rabadan 8 Professione del deputato Quadranti 12 Autore dell’affresco che decora il soffitto della sala del Gran Consiglio 14 Anno della riunificazione del PLRT

1 Sede del PLR Lugano (via) 2 Segretario generale PLR Svizzero 3 Comune più densamente popolato del Ticino 5 Cantante emulato da Alain Scherrer (nome e cognome) 9 Commissione del Consiglio Nazionale in cui siede Alex Farinelli 10 Nome del vino targato PLR 11 Ritratto nell’immagine a lato 12 Prima donna ticinese in Consiglio di Stato

28 maggio 2020 - 20.00 book @PLRTicino YouTube e Face

e-Comitato cantonale

Agenda 2030 per ripartire.

Avanti insieme.