Nr. 32 - Opinione Liberale - 19 ottobre 2018

Anno 27 /G.A.A. Camorino

19 ottobre 2018 /

Opinione Liberale Settimanale del Partito Liberale Radicale Ticinese

Editoriale / Bixio Caprara / presidente PLR

Accesa la fiamma con una lista rock Nella splendida cornice del Teatro sociale – gremito anche da molte amiche e amici aggiuntisi spontaneamente – il comitato cantonale ha approvato lo scorso sabato la squadra dei candidati al Consiglio di Stato. Con un fragoroso applauso sono stati acclamati Alex Farinelli, Sebastiano Gaffuri, Cristina Maderni, Alessandro Speziali, Christian Vitta.

Una lista sicuramente rock. Personalità di grande qualità che meritano grande rispetto e considerazione per l’entusiasmo con cui scendono in campo per dare il loro concreto contributo per una politica diversa. Candidati che hanno dimostrato nelle svariate attività svolte finora, sia nell’ambito politico sia professionale, specifiche competenze e grande perizia.

Persone virtuose nel senso pestalozziano del termine: con testa, cuore e mani; vale a dire pronte a ragionare nell’analisi, ad impegnarsi con passione e ad agire con determinazione.

I candidati avranno modo nelle prossime settimane di sviscerare obiettivi, progetti e priorità nel contesto del programma del PLR che ribadisce i temi principali conosciuti ossia, la formazione, il lavoro collegati da sicurezza, agglomerati e valli.

I liberaliradicali propongono una politica a favore di temi e soluzioni e non contro

qualcuno o qualcosa. I liberaliradicali hanno capito da tempo che la forza sta nei nostri valori di riferimento; libertà, coesione e progresso. La sintesi di sensibilità diverse, la capacità di trovare soluzioni intelligenti secondo il principio della concordanza, perno centrale della politica svizzera, sono nostre peculiarità.

Non significa evitare il confronto, anzi. Si tratta di applicare coerentemente il metodo di lavoro liberale che ha fatto grande il nostro Paese e di lavorare per trasformare le parole in azioni e in progetti concreti.

Per amore del Ticino

Lavoro

Sicurezza

Città e centri urbani

Valli

Scuola, formazione e cultura Scuola, formazione e cultura

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Opinione Liberale

#Facciamosquadra Alex Farinelli, Sebastiano Gaffuri, Cristina Maderni, Alessandro Speziali e Christian Vitta. È questa la squadra del PLR in corsa per il Consiglio di Stato alle Cantonali di aprile 2019. I delegati al comitato cantonale – riuniti sabato in un Teatro Sociale di Bellinzona gremito (oltre 300 i presenti) – hanno approvato per acclamazione la proposta dell’Ufficio presidenziale. Una squadra di cinque persone “pronte a servire il Paese con testa, cuore e mano” come affermato dal presidente Bixio Caprara. Cinque candidati la cui unica ambizione è agire con passione, senso del dovere, intelligenza ed entusiasmo per il Ticino e i suoi cittadini. Ai protagonisti la parola.

Alex Farinelli si è messo a disposizione con la certezza che “insieme daremo una svolta al nostro Cantone. Sì perché nonostante le delusoni e le difficoltà che si possono incontrare, sono convinto che la politica non si riduce a polemiche, scaramucce o giochetti (come spesso taluni vogliono far credere): la politica è innanzitutto avere un progetto e realizzarlo. Come liberali

radicali sono convinto che siamo pronti a presentarci davanti al Paese dicendo chiaramente che vogliamo riassumerci la responsabilità di governare.

Non per arroganza, non per potere, ma perché siamo forti delle nostre idee, forti dei nostri valori, ma soprattut-

to perché abbiamo fiducia nelle potenzialità del Ticino. La politica è passione, la politica è servizio, ma la politica nella sua essenza è impegnarsi per cambiare le cose, in meglio”.

Sebastiano Gaffuri ha dato il suo impegno con umiltà, ma con l’energia di chi crede nel Ticino quale terra di opportunità. “Un Ticino dove le

l’elezione

da cittadina verso il benessere del Cantone.

Sono convinta che la politica debba incontrare e dialogare con le associazioni e, ricercare delle soluzioni per il bene comune. In tal senso mi sono fatta promotrice varie iniziative. Il mondo associativo mi ha permesso di sviluppare la mia capacità d’azione e mi ha avvicinata alla politica. Questa politica che oggi ha bussato alla mia porta e mi ha offerto un’opportunità. Si parla spesso di parità di diritti, di eguali opportunità, con piacere ho accettato questa sfida”.

Alessandro Speziali ha sottolineato valori del federalismo. per affermare che “un Paese è fortunato se la sua politica è in grado di rimanere accessibile a tutti.

Se i suoi eletti frequentano il mondo reale, e non solo i salotti o gli uffici. Se amministrati e amministratori non appartengono a gruppi sociali impermeabili fra loro, ma a un unico bacino nel quale possono interagire.

Se mi candido, insomma, è perché credo in un federalismo liberale basato su istituzioni vicine al territorio”. E al cittdino. “Oggi non vi chiedo un applauso; spero solo che nei prossimi mesi mi accompagniate in questo viaggio. Ascolterò tutti i vostri suggerimenti, le correzioni e le critiche.

Perché il secondo seggio ce lo guadagneremo solo se tutti insieme lavoreremo per riprenderci questo Cantone. E forse, là fuori, ci chiedono proprio questo”. idee diventino progetti, proiettato al futuro e non immobile al presente.

Oculato nella sua gestione ma convinto ad investire.

Che non dimentica chi non riesce a cogliere la propria opportunità, ma che tenda loro la mano solidalmente. Ma affinché questo sogno possa realizzarsi non sono sufficienti gli auspici. Occorrono piuttosto progetti concreti e soluzioni percorribili. Ed è soprattutto questo a convincermi che oggi il Canton Ticino ha bisogno più che mai di una politica declinata ai valori liberali radicali.

Il Partito liberale radicale ha storicamente dato ampia prova di concretezza cercando, con il dialogo, soluzioni a favore della popolazione”.

Cristina Maderni si è raccontata attraverso “i valori chiave della mia vita di tutti i giorni: responsabilità, ascolto, rispetto e famiglia sono i principi che mi portano ad affrontare la vita con il coraggio di una donna ticinese che accetta da oggi la sfida politica con passione. Vivo l’impegno nelle associazioni economiche come mio contributo

Christian Vitta si è presentato quattro anni fa con l’entusiasmo di affrontare una nuova sfida ma soprattutto con l’entusiasmo “di poter contribuire attivamente a favore del nostro Cantone con la consapevolezza che ogni scelta e ogni decisione influiscono direttamente sui nostri cittadini”.

Alle parole ha fatto seguire le azioni, i fatti e le soluzioni. “Nel concreto in questa legislatura sono due gli ambiti prioritari sui quali ho lavorato insieme ai miei collaboratori. Da un lato il riequilibrio delle finanze del nostro Cantone e dall’altro il tema del lavoro e dello sviluppo economico con misure concrete e interventi mirati”. Alle parole devono però anche seguire le scelte. “Questa dinamica positiva è quella che intendo portare avanti con il vostro appoggio e con la vostra vicinanza che ho sentito forti e presenti in questi intensi quattro anni. Un sostegno e un affetto che rappresentano per me una fonte di energia positiva tanto necessaria quanto indispensabile per affrontare le sfide quotidiane.

Grazie per la fiducia, per il calore e la vicinanza che da sempre mi dimostrate. Raggiungeremo nuovi e importanti traguardi, con entusiasmo e progettualità, insieme”.

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La squadra Alex Farinelli • 16 dicembre 1981 • Comano • celibe • formazione: master in economia • professione: vicedirettore SSIC Ticino • hobby: politica, tennis, viaggiare

Sebastiano Gaffuri • 3 giugno 1990 • Breggia • sposato con Claudia • formazione: diploma di Forestale SSS • professione: selvicoltore e dal 2012 direttore dell’azienda forestale AFOR Valle di Muggio • hobby: calligrafia, fisarmonica, lettura Mercati aperti sono Cristina Maderni essenziali per • 6 febbraio 1966 innovazione, • Melide produttività, competitività • sposata con Alberto della piazza attestato professionale • formazione: economica federale in finanza e contabilità svizzera.

• professione: fiduciario-commercialista e titolare della Primafid • hobby: equitazione, viaggi

Alessandro Speziali • 26 luglio 1983 • Minusio • sposato con Stefania e padre di Elia • formazione: master in scienze politiche • professione: coordinatore di progetti regionali (Masterplan) Verzasca • hobby: enogastronomia, montagna

Christian Vitta • 25 dicembre 1972 • Sant’Antonino • sposato con Valeria, padre di Laura, Stefano e Lorenzo • formazione: dottorato in economia • professione: consigliere di Stato e direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia • hobby: giardinaggio

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l’eventoPLR

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Molto da dire e da fare Michele Morisoli vicepresidente PLR Abbiamo lavorato sodo per individuare la lista migliore. E siamo convinti di esserci riusciti, confermando che noi liberaliradicali disponiamo di persone preparate, motivate, persone di valore, con ottime competenze, che si mettono a disposizione per dare il proprio contributo all’interesse della collettività. Persone che privilegiano un’attitudine al servizio, si chiedono cosa possono fare per far crescere il nostro Paese e non si aspettano che lo Stato o il Partito faccia qualcosa per loro. Personalità forti disponibili a servire prima di tutto il Paese e le nostre Istituzioni per offrire al cittadino quella qualità di vita e quel benessere tipicamente svizzeri. Qualità che però non è gratuita e che non dobbiamo ritenere scontata. Richiede grande lavoro e costante attenzione ai valori che hanno fatto forte il nostro Paese quali la libertà e la coesione. Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto, della squadra e della qualità delle personalità che si sono messe a disposizione: 5 persone che hanno molto da dire e da fare, con la sola ambizione di voler servire al meglio il nostro Cantone. Siamo convinti che con questa squadra e con questi candidati il nostro Partito saprà raccogliere consensi importanti.

Karin Valenzano Rossi vicepresidente PLR E’ stata un’emozione e un privilegio presentare al comitato cantonale la squadra scelta per portare la fiaccola e i valori liberaliradicali molto in alto durante la campagna elettorale. In un contesto dove il dibattito è scaduto, e molto spesso scadente, è quanto mai necessario promuovere i nostri valori in un dibattito costruttivo, avere un metodo di lavoro, delle intelligenze e soprattutto tanta passione e tenacia che diano valore aggiunto alla politica. I nostri cinque candidati hanno accolto la sfida e sono pronti ad affrontare questo compito per tutti noi, per il partito, per il Paese.

Andrea Bersani, vicesindaco di Bellinzona Il prossimo aprile spero in due posti in Consiglio di Stato: la riscossa deve partire dal comitato cantonale di Bellinzona, ma deve essere una riscossa vera e sentita. E’ ora che il PLR alzi la cresta, che certi venti di populismo, che siano di destra o di sinista, cessino a favore di chi la politica la fa in modo intelligente e ragionato. Degli strilloni e dei piagnoni ne abbiamo abbastanza, abbiamo voglia di qualcosa d’altro. Siamo il partito che può offrire questo qualcosa d’altro. Io spero che questo partito abbia la forza di ricomporsi per quello che merita di essere anche perché questo Cantone, a sua volta, merita di avere una politica diversa quella che noi liberaliradicali sicuramente sapremo dare. Ai cinque candidati faccio i miei auguri, sarà una campagna difficile – tante persone non ci vogliono bene – che richiede un lavoro di squadra, sarà un lavoro di partito per un risultato che tutti vogliamo!

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vocidapalazzo

Eliminiano gli ostacoli inutili al progresso tecnologico L

a fibra ottica rimane la priorità in ambito di banda larga. E su questo il nostro Cantone deve puntare per rimanere al passo con i tempi. Per determinate situazioni però, la messa in atto di nuove tecnologie di trasmissione via etere (meno performanti ma comunque efficaci), come il 5G, può essere la soluzione, o quantomeno una soluzione intermedia. Per questo occorre anche una rete performante di antenne, spesso non gradite alla popolazione che vi si oppone. Tutti oggigiorno, telefonino alla mano, chiediamo però una copertura di rete mobile funzionante e performante. E qui sta il punto! Il Ticino ad oggi è l’unico Cantone svizzero che non permette di apportare nemmeno modifiche irrilevanti a livello di immissioni e di permessi costruttivi alle antenne di telefonia mobile secondo la procedura semplificata. Tra queste modifiche figurano anche quelle senza impatto sul valore limite dell’impianto e non percepibili visivamente. Per questo, unitamente al gruppo PLR in Gran Consiglio, ho presentato una mozione che invita il Consiglio di Stato a farsi parte attiva per adeguare senza indugio il diritto cantonale in materia edilizia affinché modifiche irrilevanti a livello di immissioni e di permessi costruttivi concernenti gli impianti di telefonia mobile possano essere apportate seguendo una procedura semplificata. In questo modo il Ticino si adeguerà a una prassi già esistente in tutti gli altri Cantoni della Svizzera e non correrà il rischio di rimanere fanalino di coda nello sviluppo delle reti di telefonia mobile. Non possiamo permetterci di complicare e rallentare lo sviluppo di importanti infrastrutture nel Cantone a causa di una burocrazia paralizzante, procurando per altro alle autorità un inutile carico di lavoro aggiuntivo. Ricordiamoci che gran parte del nostro territorio si trova in zone periferiche e naturalistiche di grande pregio, fuori dalle aree edificabili, e che

questo territorio costituisce una delle offerte di qualità di maggior richiamo per la nostra regione.

Il passo successivo, già richiesto da molti comuni, sarà quello di stimolare i principali gestori di rete, principalmente le Swisscom, ad effettuare le modifiche necessarie per recuperare il ritardo accumulato, ed implementare finalmente una rete di comunicazione performante e all’avanguardia nel nostro Cantone.

Giacomo Garzoli granconsigliere PLR

Non di ogni erba un fascio L

e recenti indagini giornalistiche hanno portato alla luce il tema delle società “di sede”, giornalisticamente chiamate società “bucalettere”, termine sicuramente evocativo che rischia di lasciar intendere che si tratti usualmente di società fittizie con finalità poco chiare.

Nonostante vi siano interpretazioni non sempre univoche sulla definizione di società di sede, in generale sono entità senza personale e uffici propri, che vengono di conseguenza domiciliate presso una persona fisica o una società terza. Ci

Giovanni Pagani granconsigliere PLR

sono certamente società di sede che sono state create per eludere il fisco o peggio, per commettere truffe di vario tipo, frodi internazionali e riciclaggio. La facilità con cui si può spostare il loro domicilio tra i Comuni, ma soprattutto tra i Cantoni, un’apprezzata caratteristica della nostra efficienza svizzera, purtroppo le rende più difficili da inquisire da parte delle autorità. Queste attività vanno indagate e sanzionate, perché oltre a defraudare varie persone e Stati, macchiano la nostra immagine.

D’altro canto, vi sono molte società di sede che detengono immobili, patrimoni familiari e partecipazioni societarie (holding), il cui scopo è rendere più efficiente la gestione di tali investimenti. Finalità del tutto chiare, agiscono in piena trasparenza e legalità, e pagano le imposte dovute in ottemperanza a tutte le leggi locali ed internazionali. Vi sono anche società commerciali che, grazie ad un uso importante di servizi da parte di aziende terze (outsourcing), necessitano di poco personale ed uffici limitati: talvolta queste aziende vengono considerate so-

cietà di sede e talvolta operative. Anche in questo caso, l’elemento chiave da appurare non è tanto la struttura o la classificazione societaria ma se la finalità è legittima ed agisce in piena legalità oppure no. Combattiamo quindi con fermezza le società che operano illegalmente, “bucalettere” o no che siano, ma evitiamo di colpire in modo indiscriminato anche quelle che operano in modo lecito, che fanno parte integrante del nostro mondo economico e che sono la larga maggioranza.

Lavoro

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Campione e i fallimenti L

a crisi a Campione d’Italia ha messo in luce cosa succede quando la politica ignora la sostenibilità economica. Nel “sistema Campione” (cito da interviste del Corriere del Ticino a persone del luogo) “tutti volevano e dovevano lavorare come dipendenti pubblici (22 agenti di polizia comunale per 1’900 residenti)” era diventato impossibile “far quadrare il bilancio del casinò gravato da troppi debiti e da situazioni insostenibili, come l’altissimo tasso di assenteismo e malattia”. Una crisi che ricorda quella della Grecia, dove l’impiego pubblico era diventato allegro e le pensioni generose coi debiti dello Stato. I creditori rinnovano prestiti sempre più rischiosi solo a tassi d’interessi sempre più alti, finché non si fidano più e provocano l’insolvenza del debitore. Se questo è un ente pubblico, si innescano meccanismi politici di risanamento (svalutazioni, fondo monetario internazionale, ristrutturazione del debito) comprensivi inevitabilmente di dolorose decurtazioni per la popolazione coinvolta.

In Svizzera ci fu il caso del Comune di Leukerbad, già fiorente stazione termale, dove ancora si vedono le cicatrici. Se il fallito è privato, si suddivide tra i creditori quel che ancora ha, spesso più niente in una economia che spinge il credito all’estremo.

Una parentesi. Non è nuova l’insofferenza per personaggi che dell’aprire attività commerciali, indebitarle, farle fallire e riaprirne altre hanno fatto una professione. Essi danneggiano una concorrenza corretta. D’altra parte un’economia che ha bisogno di imprenditorialità e innovazione deve permettere agli onesti che ci provano di

Mauro Dell’Ambrogio

fallire senza distruggerli. Leggi civili e penali, fondate su secoli d’esperienza, hanno creato un equilibrio tra queste contrastanti necessità: precisano se e quando chi amministra una società fallita può essere chiamato a rispondere di tasca sua, o perfino mandato in prigione. In sostanza però l’economia di mercato poggia sulla calcolata presa di rischio di chi fa credito. Non solo banche o investitori, il cui guadagno paga il rischio assunto per attività altrui. Anche i fornitori sono esposti al dilemma tra farsi pagare in anticipo o perdere un cliente. Perfino ormai chi acquista biglietti di compagnie aeree. C’è un rimedio a questo, tranne la consapevolezza del rischio che si assume (e quindi limitarlo, differenziarlo, assicurarlo quando si può)? No. Perché è insito nella libertà economica. Quando i paesi del blocco sovietico abbandonarono il socialismo, la prima misura fu di regolare il fallimento. Nel socialismo reale la salvaguardia del lavoro aveva priorità e lo stato ripianava i debiti delle aziende, comunque tutte

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pubbliche, finché il sistema come tale è fallito.

Torniamo a Campione d’Italia. Non sappiamo quale meccanismi politici (per il comune) e di diritto privato (per il casinò) saranno applicati per sanare la situazione. Forse al casinò sarà concesso di riaprire e in qualche modo lo Stato chiuderà o rinvierà il buco. Dieci anni fa in Svizzera ci fu il salvataggio dell’UBS da parte di Confederazione e Banca nazionale. In questi giorni sono state pubblicate interessanti rievocazioni: il salvataggio fruttò un lauto guadagno ai contribuenti e a perdere furono gli azionisti, come giusto che fosse.

In altri paesi andò diversamente.

Tutto questo per dire cosa? Che il primato tra politica ed economia non è una questione di astratti principi. La politica può avere la preminenza in circostanze eccezionali. In guerra si restringono libertà e si confiscano beni. Il problema nasce quando principi economici sono ignorati dalla politica, e su questa ignoranza si fondano programmi e promesse, o la pratica quotidiana. Il comunismo ipotizzava un’utopica nuova economia, che proibiva l’interesse personale e imponeva la solidarietà, ma creò impoverimento generale e abuso del potere. Il populismo non ha ambizioni di dottrina economica: cerca il consenso facile incurante delle contraddizioni. Non bisogna aspettare i partiti al governo oggi in Italia per vederne gli esempi: la nostra Lega prometteva una cassa malati pubblica con bassi premi e nel contempo la riduzione delle imposte. Una presa in giro, per chiunque ragionasse, ma portava voti.

Alla prova dei fatti, l’unico strumento di consenso facile è sbancare la cassa, finché dura. C’è poi anche lo strumento, e costa niente, di dare la colpa a qualcuno. Chi vorrebbe star meglio crede facilmente che l’impedimento sta in privilegi o angherie altrui. Campione può dare la colpa all’apertura di casino in Ticino o ai giochi su Internet.

Dentro e fuori l’enclave si può dare, un po’ per tutto, la colpa all’Europa o a chi, su scala europea, crede necessarie e possibili regole fondate sul mutuo interesse.

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Città dei mestieri: rete di risorse e d’incontro Chiasso

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a Città dei mestieri rappresenta uno degli obiettivi posti dalle Linee direttive del Consiglio di Stato per la corrente legislatura.

Secondo quanto riporta il DECS, si tratta di un progetto innovativo, già sperimentato nel Canton Ginevra, che permette di offrire al pubblico in un unico spazio, consulenza, documentazione, eventi, conferenze, incontri con aziende, risorse multimediali e così via sui temi di mestieri, della vita professionale, delle strategie di colloca-

Ester Camponovo consigliera comunale PLR Chiasso

mento, di sbocchi professionali e di orientamento. La Città dei mestieri dovrebbe garantire l’accesso al pubblico interessato a considerare mutamenti, e riqualifica in ambito professionale, nonché momenti di formazione, facendo capo alla consulenza di coach esperti ed ad un attrattivo programma di eventi.

Dopo le vicissitudini che hanno visto l’arenarsi dell’acquisto in proprietà per piani dello stabile eVita a Giubiasco, il progetto è ora in stand-by alfine di individuare un possibile nuova confacente sede ovvero degli “spazi adeguati a favorire l’accesso all’informazione ma anche lo scambio tra persone, in un alogica di villaggio e spazio aperto” (v. Messaggio 7448 del 25 ottobre 2017, DFE/DECS). Nelle ultime settimane abbiamo visto susseguirsi più di un’ipotesi in merito ad una possibile nuova ubicazione per l’iniziativa, e con un recente atto parlamentare alcuni deputati del Mendrisiotto hanno esortato il Consiglio di Stato a prendere contatto con i Municipi del nostro distretto allo scopo di valutarne un possibile insediamento. Chiasso, luogo di incontro per antonomasia, offre una posizione strategica che vanta una vicinanza immediata alla stazione ferroviaria, oltre ad una buona scelta di spazi potenzialmente idonei dove ipotizzare l’inserimento del progetto. Non da ultimo, la cittadina di confine nell’ultimo decennio ha implementato la sua offerta nel campo della formazione specializzata ed ha messo in atto un graduale piano di riqualifica urbanistica di vari comparti, tra i quali quelli dimessi dalle FFS. In quest’ottica, Chiasso potrebbe senz’altro proporre sinergie in campo didattico, che possono – allo stadio attuale – essere ancora oggetto di un’oculata pianificazione ed impostazione condivisa nell’ambito del progettazione del nuovo Centro professionale tecnico del settore tessile. In un’epoca dove emerge e incalza la necessità di ottimizzare le pubbliche risorse finanziate dal cittadino, occorre più che mai perseguire una logica di sinergie e di condivisione logistica delle strutture dedite a scopo affini o tra essi compatibili.

Il futuro ecologico in quali mani?

tto Mendrisio

Alberto Valli presidente PLR Mendrisiotto

C

aro Mendrisiotto, come amo la mia terra e come vorrei trasmettere questo mio sentimento... lo posso fare in diversi modi. In primis parlando di natura: l’ambiente nel nostro territorio va protetto con convinzione, mettendo in evidenza quei nostri progetti (PLR) che dormono da anni nei cassetti del cantone. Durante l’ultima riunione distrettuale abbiamo deciso di mettere in primo piano il nostro territorio come anima dei nostri discorsi, da Chiasso a Mendrisio e da Stabio alla Valle di Muggio. Una grande croce di collegamenti naturali e paesaggistici cha andrà dalla Passeggiata a Lago di Capolago, fino al percoso lungo il Laveggio (Valera), che da Stabio bagna la campagna Adorna. Le varie attrazioni naturali e i relativi progetti realizzati sono tutti targati PLR: i parchi delle Breggia e del Daniello come pure le attrazioni della valle di Muggio, dal Mulino di Bruzella, alla selva castanile di Caneggio, al futuro PUC del Monte Generoso. Ne ho citati alcuni che sono nati da

iniziative PLR e da spunti dei vari consiglieri comunali e municipali responsabili. Il mio approccio è però di passare dal dire al fare, e vi faccio un esempio concreto.

Ho acquistato una vettura elettrica, una City Car per intenderci, con un’ autonomia di 110 Km, vettura che, essendo elettrica al 100%, ha cambiato il mio approccio ai consumi, facendomi capire come guidare aumentando l’autonomia, risparmiando sulla velocità e sul modo di condurre, rispettando l’ambiente e soprattutto i limiti. Questa vettura mi aiuta a guidare con un atteggiamento responsabile. Mi fa chiedere se sia sempre necessario andare adesso a Chiasso o Lugano, oppure se sia meglio pianificare il tempo di ricarica in una stazione piuttosto che in un’altra. Questa necessità di continua “responsabilità di consumo” e di analisi concreta del trasporto, mi ha portato a riflettere sull’importanza che il senso di responsabilità ha per il nostro partito. Un atteggiamento che ritrovo anche nei nostri sindaci liberali radicali del

Mendrisiotto, e che mi porta a pensare con ottimismo alle prossime votazioni di aprile dove, con Sebastiano Gaffuri nostro candidato al Consiglio di Stato, abbiamo una notevole possibilità di portare un paladino dell’ambiente e delle conoscenze naturali, in governo. Dal dire al fare, insomma, non solo con proclami, ma con azioni concrete come il sostegno al trasporto pubblico l’attaccamento al territorio con azioni semplici, che hanno però un effetto (e affetto) tangibile sulla nostra terra. Ponetevi una domanda: con che mezzo andrò alla sagra di San Martino ad incontrare i colleghi momò del PLR? La risposta ve la darò alla sagra, durante il pranzo. Fra un mesetto.

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ilclubdei1000

Una piacevolissima chiacchierata, condotta con amabilità da Giancarlo Dillena e Adriano Cavadini, ha permesso di mettere a fuoco la personalità di un ospite d’eccezione del Club dei 1000: Andreas Meyer, CEO di FFS.

Sulle Officine, le FFS non hanno un piano B ma... È

un Andreas Meyer rilassato e disponibile quello che si è concesso mercoledì sera ai numerosi soci e simpatizzanti del Club dei 1000 del PLR (oltre 80 i presenti) per l’ultimo incontro dell’anno, svoltosi all’Hotel Internazionale di Bellinzona. Il direttore delle Ferrovie federali svizzere, sollecitato e stuzzicato dal coordinatore del Club, Adriano Cavadini e dall’ex direttore del Corriere del Ticino Giancarlo Dillena, ha toccato un po’ tutti i punti chiave della politica dei trasporti su rotaia: dal recentissimo investimento nella centrale idroelettrica del Ritom, fino, evidentemente, al nervo scoperto dei rapporti tra Ticino e FFS: le Officine di Bellinzona.

Tracciando un profilo delle FFS – 32mila collaboratori e 9 miliardi d’affari annui –, Meyer ha sottolineato come la rete ferroviaria elvetica abbia dovuto “pagare” un certo ritardo di rinnovamento nelle sue strutture prima di poter guardare al futuro. “Per un certo periodo abbiamo speso più di quanto ricevevamo dalla Confederazione” ha spiegato. “E questo per recuperare i ritardi.

Mentre oggi la priorità è finalmente investire per

un aumento di capacità della rete. Dopo i lavori sull’asse nord-sud, si passerà a quelli tra est e ovest del Paese”. Tema caldo della serata del Club dei 1000 è chiaramente stato quello delle Officine, tema su cui Andreas Meyer ha tenuto a fare chiarezza. “Sulle Officine personalmente ho commesso qualche errore – ha ammesso – ma così come oggi, l’officina non ha futuro. Vogliamo mantenere posti di lavoro e costruire l’officina più moderna d’Europa. E Castione è per noi la soluzione, le alternative non lo sono.

La Monteforno? Capisco il problema, lo vedo passando in bicicletta. Ma solo per aumentare le tracce necessarie per incrementare la capacità della rete, servirebbero centinaia di milioni.

Mentre a Castione ne investiremo 360 con l’aiuto del Cantone e della città. Non possiamo andare oltre per motivi economici. Siamo pronti ad attendere i tempi della politica, ma se l’anno prossimo non avremo una decisione dovrò pensare al piano B. Un piano che attualmente non c’è, proprio per evitare ulteriori difficoltà al Ticino”.

La serata è poi proseguita con l’aperitivo e la cena.

Aderisci anche tu!

Il Club dei 1000 è un gruppo di amici che sostiene il PLR e allo stesso tempo un luogo di incontro privilegiato sia con la dirigenza del Partito, sia con importanti personalità attive sulla scena cantonale, nazionale e internazionale. Per maggiori informazioni o per aderire al Club contattare la segreteria cantonale del PLR (091 821 41 81 | fax 091 821 41 88 | e-mail info@plrt.ch).

daberna

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NO all’isolamento della Svizzera Lanciata la campagna contro l’iniziativa per l’autodeterminazione che se accettata dal popolo il prossimo 25 novembre andrebbe a indebolire irreparabilmente le fondamenta della democrazia svizzera, emarginando la Svizzera dal punto di vista economico e della politica estera.

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a Svizzera deve gran parte del suo successo e del suo benessere agli scambi commerciali con altri Stati. Due franchi su cinque sono guadagnati grazie alle esportazioni dei nostri prodotti e servizi. È dunque di importanza vitale mantenere i 600 accordi economici, nell’interesse anche delle 97’000 imprese esportatrici.

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franchi su 5 sono guadagnati grazie alle esportazioni di prodotti e servizi

accordi economici vitali anche per le 97’000 imprese esportatrici svizere

Se l’iniziativa dell’UDC venisse accettata da popolo e Cantoni il prossimo 25 novembre, diverse centinaia di importanti accordi internazionali sarebbero oggetto di una riserva permanente e diversi dovrebbero essere rinegoziati o addirittura denunciati. Inoltre, l’iniziativa rimette in discussione la credibilità dell’impegno della Svizzera in materia di protezione dei diritti umani. Attaccando direttamente la Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU), l’iniziativa

minaccia direttamente la protezione giuridica di cui beneficiano i cittadini e le cittadine svizzeri residenti all’estero. Con un’economia aperta e fortemente interconnessa su scala internazionale, la Svizzera ha bisogno di relazioni stabili e affidabili con l’estero. Il diritto internazionale, che è di grande importanza soprattutto per i piccoli Stati come la Svizzera, è alla base di tali relazioni poiché consente agli Stati di promuovere i propri interessi a livello internazionale e pone le basi per la competitività, il successo e la prosperità. Una vasta alleanza combatte l’iniziativa per l’autodeterminazione: il Consiglio federale, il parlamento e i Cantoni raccomandano di votare no così come il PLR che la respinge in quanto pericolosa e isolazionista.

Sostieni ora anche tu la campagna – dicendo no su www.isolamento-no.ch – come hanno fatto la granconsigliera PLR Alessandra Gianella: “In considerazione della sua tradizione umanitaria e del suo ruolo di depositaria di numerose convenzioni, la Svizzera ha un forte legame con il diritto internazionale. L’approvazione dell’iniziativa

porterebbe la Svizzera ad isolarsi, danneggerebbe l’economia del nostro Paese e la nostra buona reputazione. No all’isolamento della Svizzera, No all’iniziativa per l’autodeterminazione!”.

E Maurizio Anghileri, sindaco di Gravesano: “La Svizzera è un Paese rispettato nel mondo anche per il suo impegno a favore dei diritti umani grazie alla sua diplomazia nei conflitti internazionali: buoni uffici che l’iniziativa metterebbe a rischio se il sì di popolo e Cantoni dovesse prevalere il prossimo 25 settembre”.

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In linea di massima è necessario un maggior controllo delle immigrazioni per evitarne conseguenze negative quali: il turismo sociale, l’assistenzialismo fine a sé stesso, i fenomeni parassitari e le manifestazioni di violenza. Una politica liberale deve fondarsi prioritariamente sulle regole dello stato di diritto anche in

Gerardo Rigozzi

materia di immigrazione, anche per evitare il formarsi di ambienti ghettizzati dove spesso si coltivano propositi eversivi, come purtroppo capita in alcuni Paesi europei: la “Kleine Istambul” di Colonia, il quartiere milanese di “Quarto Oggiaro”, il “Molenbeek” di Bruxelles, il “Sevran” di Parigi, le inglesi ”Sharia controlled zone” e altre ancora. I fenomeni migratori possono essere visti anche come nuove opportunità per il nostro Paese, in particolare se arrecano personale altamente qualificato che può benissimo essere integrato nella nostra economia, anche per supplire all’invecchiamento della popolazione. L’accesso al mercato europeo è di fondamentale importanza per le nostre imprese, così pure il mantenimento della via bilaterale. Ed è altrerttanto importante concludere nuovi accordi di libero scambio con altri Paesi, evitando qualsiasi tentazione volta all’isolazionismo.

Un caso particolare riguarda le regioni di frontiera: in Ticino la manodopera frontaliera ha raggiunto livelli elevati (quasi il 20% della popolazione), causando anche fenomeni potenzialmente degenerativi, quali il mobbing salariale e il presidio di posti di lavoro anche nel terziario.

Per far fronte a questi fenomeni, in ottica liberale è più saggio proporre misure attive, anziché divieti di sorta, quali: la creazione di posti di lavoro interessanti per i residenti; l’attivazione di maggiori controlli; l’incentivazione delle aziende innovative con occupazione di residenti; la correttezza della concorrenza; l’accesso delle aziende ticinesi ai mercati internazionali; la promozione tecnologica che favorisca l’impiego di operatori qualificati.

Opinione Liberale

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l’evento PLR

Congresso cantonale a Locarno Il Comitato cantonale del 14 giugno 2018 ha deciso di convocare il Congresso cantonale

domenica 18 novembre 2018 ore 09.30 PalExpo Locarno All’ordine del giorno figura la discussione del programma di partito per la legislatura 2019–2023; l’ordine del giorno dettagliato dell’assemblea sarà pubblicato nei prossimi giorni.

Salva la data in agenda: la partecipazione al Congresso cantonale non è riservata ai soli delegati ma è estesa a tutte le persone che si identificano nei valori liberaliradicali e che vogliono essere parte attiva contribuendo a costruire il futuro del PLR. Non mancate!

La Germania va verso la fine dell’era Merkel?

L

e elezioni bavaresi di domenica scorsa hanno in sostanza confermato le previsioni. La sconfitta del partito di maggioranza, l’Unione cristiano-sociale (CSU), è stata un po’ meno rovinosa del previsto, ma tale comunque da impedirle di avere la maggioranza assoluta. Addirittura catastrofico, è poi stato il risultato dei socialdemocratici (SPD) scesi, per la prima volta nella storia, a un misero 9,7%. Tra i vincitori, strepitosa è stata invece l’avanzata dei verdi, che hanno raggiunto un fenomenale (per essi) 17,5%, mentre la temuta affermazione del partito di destra (secondo alcuni estrema) Alternative für Deutschland, si è fermata a un modesto 10,2%: percentuale inferiore perfino a quella ottenuta dal partito l’anno scorso, a livello nazionale. Cosa succederà ora?

Probabilmente sul piano regionale, la CSU – indebolita, ma pur sempre forte di un buon 37% – si alleerà con la formazione liberal-conservatrice dei “Liberi elettori” (Freie Wāhler), continuando a dirigere la politica bavarese. Che poi il governo sia ancora presieduto dall’uscente Markus Söder o da qualcun altro, tutto sommato, importa poco. A livello nazionale, le cose potrebbero essere invece più complicate. Finora i “bene informati” davano per certo che il ministro dell’Interno, Seehofer, presidente della CSU, dopo la prevista sconfitta si sarebbe ritirato. Siccome però la sconfitta è stata meno grave del previsto, non è da escludere che egli resti al suo posto. Viceversa,

la “débâcle” della SPD potrebbe ridar voce a coloro che reclamano un passaggio all’opposizione e la fine al “regno” di Angela Merkel.

Vedremo fra due settimane i risultati delle elezioni in Assia, la regione di Francoforte. Fino a quel momento, probabilmente, non accadrà nulla. Dopo potrebbe accedere di tutto.

Franco Celio granconsigliere PLR

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Opinione Liberale

ildibattito

Ticino laico, la neutralità religiosa non si interpreta Promuovere la laicità e il libero pensiero è quanto si propone l’iniziativa “Ticino laico”, sulla quale apriamo il dibattito con uno scritto di Gabriele Gendotti in risposta alle criticità espresse di recente da Alessandro Speziali.

I

l contributo di Alessandro Speziali apparso sul CdT del 27 settembre ha il pregio di esprimere una presa di posizione interessante e pacata, ma nel contempo esageratamente orientata all’accondiscendenza e dunque ad un’arrendevole quieto vivere. Essa, nella misura in cui tende a vedere nell’iniziativa una negazione tout court dei valori cristiani che hanno chiaramente contribuito allo sviluppo sociale e culturale dell’occidente, parte da premesse sbagliate che portano a conclusioni difficilmente condivisibili. Perché la laicità non è fine a sé stessa e non costituisce un’opposizione alle religioni.

Lele Gendotti

Parimenti la separazione fra Stato e Chiesa, a partire da quella dell’ordinamento francese basato sulla legge del 9 dicembre 1905, confermata e iscritta in forme aggiornate nelle Costituzioni del 27 ottobre 1946 e del 4 ottobre 1958, si prefigge attraverso la libertà di coscienza di mettere sullo stesso piano di uguaglianza e di parità di trattamento tutte le confessioni religiose, nonché di riconoscere i medesimi diritti agli agnostici o a chi non crede.

L’obiettivo consiste nell’attribuire allo Stato, chiamato a riconoscere le diversità e il plu-

ralismo culturale e religioso, un ruolo attivo di garante del libero esercizio delle libertà di coscienza e dei culti. Nessuna pretesa dunque di promuovere una presenza invasiva o addirittura “totalizzante” dello Stato.

Al contrario, oggi con il forte aumento, a seguito delle migrazioni e dall’accresciuta mobilità delle persone, della presenza di cittadini di “altre” religioni, in primis mussulmane ed islamiche, sono le comunità religiose tradizionali (cattoliche e protestanti) che potrebbero trarre beneficio sia da una chiara separazione fra Stato e Chiesa, sia da un auspicato “repêchage” del principio di neutralità religiosa degli spazi pubblici che, come vale per il divieto di indossare burka e hijab, permetterebbero di evitare il carattere “ostentatorio” dell’esposizione pubblica di segni religiosi spesso fonte di discriminazioni e di incomprensioni.

Speziali arriva a conclusioni sbagliate quando in definitiva sembra addossare al processo di secolarizzazione la responsabilità per la crescita di correnti islamiche radicali in Francia. La realtà porta a conclusioni diverse. I forti flussi migratori degli ultimi 20 anni sono dettati da emergenze politiche e sociali o da fattori economici, ma mai dall’attrattività religiosa di una comunità per rapporto ad un’altra. Compete però allo Stato gestire i comportamenti, le rivendicazioni e soprattutto le derive che discendono dalla messa in pratica delle differenti convinzioni confessionali.

La Francia grazie alla rigorosa separazione fra

Stato e Chiesa ha saputo gestire meglio di altri la forte presenza islamica dovuta all’emigrazione dalle colonie francesi o per effetto delle conversioni all’Islam. E nessuno osa anche solo immaginare quali avrebbero potuto essere le conseguenze per una convivenza pacifica e la coesione nazionale senza una rigorosa preminenza del potere dello Stato e la ferma applicazione delle altrettanto chiare regole secolari, per esempio riguardanti la neutralità confessionale nella scuole pubbliche o la promozione della parità dei diritti fra uomo e donna, poggiate sui valori repubblicani. Se come scrive Thilo Sarrazin, rigoroso laico citato “a sbalzo” da alcuni commentatori nostrani, si prospetta una futura maggioranza islamica in Europa, allora sarà meglio correre ai ripari per evitare di dover subire sconvolgimenti degli attuali ordinamenti costituzionali e legislativi o dei nostri orientamenti culturali. Servono soluzioni condivise, ma una chiara separazione fra Stato e Chiesa costituisce un primo efficace antidoto per garantire la completa indipendenza ed autonomia dello Stato nei confronti dell’ingerenza di qualsiasi confessione religiosa gerarchicamente organizzata. Il tutto, se la guardiamo da un’ottica liberale, per dare la precedenza al principio di cittadinanza rispetto all’appartenenza religiosa. Per impedire che le virtù religiose abbiano il sopravvento sui valori repubblicani.

inbreve

Rinasce il Circolo del Ceresio

Opinione Liberale

l’agenda Venerdì 19 ottobre PLR RIVIERA Assemblea ore 20.00 Casa comunale, Cresciano

Sabato 20 ottobre L’assemblea che ha eletto Augusto Pigazzini alla presenza di Bixio Caprara, Sebastiano Gaffuri, Paolo Pagnamenta, Mari Luz Besomi Candolfi e molti altri

Contattato in settembre dal presidente distrettuale Paolo Pagnamenta con la richiesta di coordinare l’attività delle Sezioni del Circolo del Ceresio in vista delle Cantonali 2019, Augusto Pigazzini è stato eletto presidente dall’assemblea di Circolo.

Augusto Pigazzini. Il Circolo del Ceresio rinasce con quali sentimenti?

Sono parecchi anni che non veniva formalizzata un’assemblea di Circolo come tale, e, oggi cogliamo l’occasione grazie anche alla neo costituita Sezione di Maroggia che ci porta nuova linfa, di riunire anche i liberali radicali dei nostri Comuni di Arogno, Bissone, Maroggia, Melano, Rovio e Brusino, unitamente ai loro amministratori nelle cui file ci pregiamo di contare 2 sindaci, 3 vicesindaci e parecchi municipali come pure consiglieri comunali. Ci sentiamo in dovere, come Circolo, di ringraziarli per il lavoro che svolgono, sempre più

impegnativo, operando in un contesto in cui il Cantone delega sempre più responsabilità e oneri finanziari ai Comuni stessi.

Quali saranno i temi e gli obiettivi?

Per quanto ci concerne la parola “aggregazione” sarà all’ordine del giorno a breve/medio termine, come pure il tema viario legato alla terza corsia sulla A2 a lungo termine. L’attività politica di un Circolo si concentra per lo più quando si avvicinano le elezioni cantonali; organizzeremo un comizio con cena in uno dei nostri Comuni dove avremo la possibilità di conoscere i nostri candidati che ci rappresenteranno a Bellinzona. Siamo certi di poter dare il nostro contributo nel raggiungimento degli obiettivi che il nostro presidente cantonale Bixio Caprara si è prefisso.

A condividere con noi questo battesimo politico c’è la rinascita anche della Sezione PLR. Brindiamo ai successi futuri del PLR di Maroggia, che è anche il capoluogo del Circolo del Ceresio.

Domenica 21 ottobre PLR VEZIA Castagnata ore 15.00 Centro Civico, Vezia

Martedì 23 ottobre PLR DISTRETTO LOCARNO Assemblea ore 20.00 SPAI, Locarno

Mercoledì 24 ottobre CIRCOLO CARLO BATTAGLINI Serata con Ernesto Galli della Loggia ore 18.30 Sala eventi Ospedale italiano, Viganello

Agenda completa su www.plrt.ch.

Il PLR di Maroggia con Matteo Arcuri (al centro) e al suo fianco (destra) il presidente Pietro Ris

Opinione Liberale Responsabile politico Bixio Caprara

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PLR CASLANO Assemblea ore 10.30 Osteria Eden, Caslano

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CARTA SVIZZERA

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Gli eventi del 2018 23 febbraio Ignazio Cassis

Palazzo dei Congressi, Lugano

25 marzo Cineclub dei 1000

Peter Rabbit al Cinestar, Lugano

9 aprile Johann Schneider-Ammann Auditorium BancaStato, Bellinzona

17 ottobre Andreas Meyer

Hotel & Spa Internazionale, Bellinzona