Anno 27 /G.A.A. Camorino
30 novembre 2018 /
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Opinione Liberale Settimanale del Partito Liberale Radicale Ticinese
Lavoro, la persona al centro
03 / Christian Vitta / consigliere di Stato Il lavoro è un ambito prioritario per il DFE, nel fornire ad ogni individuo i migliori strumenti per potersi realizzare professionalmente.
Digitalizzazione a scuola
05 / Beatrice Fasana/ membro Consiglio PF Anticipo è la risposta. E il compito del PLR deve essere quello di spingere e andare all’offensiva sul fronte del digitale.
Veicoli autonomi, il futuro!
11 / Rocco Cattaneo / consigliere nazionale PLR La produzione di veicoli in grado di spostarsi autonomamente è un’opportunità di progresso per sfruttare meglio strade e ferrovia.
Editoriale / Karin Valenzano Rossi / vicepresidente PLR
Il basta del popolo! Chissà se dopo il chiaro segnale del popolo, che domenica scorsa ha detto chiaramente di averne abbastanza di soli slogan e proclami ad effetto, si potrà tornare finalmente ad un dibattito politico costruttivo, che abbia seriamente a cuore l’impegno per i cittadini e per la cosa pubblica? Chissà se smetteranno di parlare solo gli ego smisurati di chi muove pance e fomenta paura e malumori? La democrazia si è determinata: ha detto basta al rancore fine a sé stesso. Ma quanto è costato questo esercizio falsamente democratico? Tanto. Troppo! In particolare in termini di un’ulteriore grave perdita di credibilità della politica e delle logiche che la governano (ammesso che ve ne siano ancora). Faccio davvero fatica ad assistere supinamente a quest’involuzione del modo di fare politica di molti esponenti, ovviamente senza fare di tutta un’erba un fascio. Invece di curarsi dei temi veri, quelli di interesse per la cosa pubblica, invece di cercare soluzioni per migliorare il benessere dei cittadini, per creare opportunità generalizzate di sviluppo sociale ed economico, invece di avere visioni per il futuro prossimo e più lontano, questi politici concentrano energia e distolgono risorse (soprattutto pubbliche), dirottandole su temi minori (talvolta sicuramente da correggere). Temi a cui attribuiscono una valenza esagerata, che catalizza l’attenzione generale, grazie alla polemica e alla sete di sangue e di gossip dei giorni nostri – complici social media e bulletti da tastiera – per poi finire col nauseare. Il risultato è la disaffezione crescente di chi si reca ancora alle urne. La politica urlata, quella delle zuffe nelle aule del parlamento e sui media, quella dei personalismi esasperati – poco importa il contenuto – è da sempre appannaggio di altre nazioni, talune a noi limitrofe. La contaminazione crescente del metodo politico, sociale e culturale svizzero, tradizionalmente improntato al rispetto, all’educazione, alla moderazione e al compromesso, ci ha portati allo scadimento attuale. Qualcuno ha importato persino l’utilizzo abusivo ed improprio del potere giudiziario, già sotto pressione, a fini politici, dichiarandolo peraltro pacificamente, senza che alcuno abbia ritenuto di dover censurare tale abuso manifesto.