L’innovazione di processo l’area delle operations

Page 1

GESTIONE

➲ ing. Stefano Berdini* e ing. Giorgio Fiacconi**

L’innovazione di processo: l’area delle operations

I

L’APPROCCIO LEAN ALLA PRODUZIONE PREVEDE CHE IL FLUSSO PROCEDA NEL MODO PIÙ LINEARE POSSIBILE, OSSIA EVITANDO CHE CI SIANO SPRECHI CARATTERIZZATI DA FERMATE, INTERRUZIONI, SCORTE E ALTRO

I processi produttivi per garantire il flusso devono mantenersi stabili rispetto alle 4 variabili fondamentali: uomini, mezzi, macchinari e metodi. La stabilità garantisce una continuità di prestazione nel tempo, assicurando produttività e costanza del processo; in questo ambito quindi diventa fondamentale operare secondo degli standard definiti. Il lavoro standardizzato può essere definito come un insieme di procedure di lavoro concordate che identifica i metodi e le sequenze migliori e più affidabili per ogni processo e per ogni operatore al fine di garantire produttività e qualità. Lo standard però non va concepito come un elemento rigido e non modificabile, anzi è proprio con il miglioramento continuo che si ricercano e si mettono a punto standard più efficaci. Definire e documentare le procedure e i metodi di lavorazione diventa allora un aspetto fondamentale per assicurarsi che tutti operino nel miglior modo possibile; il lavoro standardizzato quindi è lo strumento adottato nella produzione per utilizzare al meglio le persone e le macchine mantenendo il ritmo produttivo legato al flusso degli ordini dei clienti. Per definire con chiarezza il ritmo richiesto dal cliente, occorre calcolare il Takt Time; può sembrare un aspetto banale ma in realtà * (s.berdini@opera.fm) ** (g.fiacconi@opera.fm) O.PeR.A. Srl

accade molto spesso che il flusso produttivo e l’azienda tutta si stia muovendo a un ritmo diverso da quello richiesto. Se per esempio nell’arco di una stagione produttiva la richiesta del mercato è di 40.000 paia e i giorni lavorativi risultano pari a 100 allora significa che ogni giorno si devono produrre 400 paia; ipotizzando che il nostro reparto produttivo lavori in giornate di 480 minuti ciò vuol dire che il takt time sarà pari a 480/400 = 1,20 minuti; in sostanza ogni minuto e 12 secondi dalla nostra linea produttiva deve uscire un paio di calzature. È chiaro che questo valore potrebbe anche variare nei diversi periodi temporali per effetto della stagionalità ma sta di fatto che il riferimento non è la capacità produttiva ma la richiesta del cliente, ed è forse proprio questo l’elemento più rivoluzionario del pensiero snello.

L’analisi delle attività e delle operazioni: lo studio del lavoro Una volta definito il takt time è necessario capire se il nostro processo stia operando secondo il tempo definito; il secondo passo da compiere è quindi quello di descrivere il ciclo di lavorazione suddividendolo in operazioni elementari. Per operazione elementare si intende il più piccolo incremento di lavoro che potrebbe essere trasferito da un operatore all’altro; suddividere il lavoro in attività

Tecnica Calzaturiera giugno 2014

39


GESTIONE

STUDIO DEL PROCESSO Op.

Processo:

Elementi di lavoro

Assemblaggio

Famiglia:

101 cucita

Rilevatore:

Stefano Berdini

media passo

Data:

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

TN

magg.

std

1

prelevare cesta con tomaie

5

5

7

9

5

7

5

9

5

4

6,1

85

5,2

11%

5,8

1

leggere cartellino lavorazione

7

9

7

10

9

7

7

10

5

12

8,3

85

7,055

11%

7,8

1

prelevare forma da formiera

17

20

19

19

17

22

24

17

15

22

19,2

85

16,32

11%

18,1

1

caricare forma su manovia

9

10

7

7

7

9

10

7

12

5

8,3

85

7,055

11%

7,8

24/03/2011

TM Note periodicamente rifornisce ceste

ricerca forme

1

caricare tomaia su manovia

9

5

7

7

7

7

9

10

10

9

8

85

6,8

11%

7,5

svolta consecutivamente

1

prelevare soletta

12

10

14

12

14

14

15

12

14

15

13,2

85

11,22

11%

12,5

ricerca soletta

1

applicare soletta su forma e deporre

17

19

20

20

22

19

20

20

17

24

19,8

90

17,82

11%

19,8

1

applicare tomaia su forma e deporre

25

20

24

25

22

25

24

29

25

30

24,9

90

22,41

11%

24,9

2

premontare scarpa

85

88

86

91

95

89

90

99

85

104

91,2

90

82,08

11%

91,1

3

applicare mastice su soletta e su tomaia e deporla

47

44

54

52

40

44

50

44

45

45

46,5

80

37,2

11%

41,3

3

chiudere fianchi, ribattere e deporre

45

39

40

42

44

42

47

40

40

45

42,4

80

33,92

11%

37,7

3

applicare grappe su tomaia e posizionare su forno

24

29

27

24

22

24

25

30

20

30

25,5

85

21,675 11%

24,1

4

sgrossare fondo scarpa

39

30

30

35

34

30

29

30

27

35

31,9

85

27,115 11%

30,1

4

togliere grappe

20

17

17

19

17

19

17

20

22

20

18,8

90

16,92

11%

18,8

4

togliere lacci

19

15

20

20

15

20

17

19

22

24

19,1

90

17,19

11%

19,1

5

ribattere scarpa

29

30

34

30

34

32

32

30

34

27

31,2

90

28,08

11%

31,2

5

scaldare con soffione

27

25

32

29

29

30

30

29

29

25

28,5

85

24,225 11%

26,9

5

spazzolare scarpa

37

32

35

39

35

42

35

35

39

34

36,3

85

30,855 11%

34,2

6

masticiare scarpa prima mano

47

37

40

42

44

39

47

40

40

45

42,1

90

37,89

11%

42,1

6

masticiare suola

39

37

37

40

42

37

39

44

35

32

38,2

90

34,38

11%

38,2

7

cardare scarpa

59

67

64

69

64

64

62

65

67

67

64,8

100

64,8

11%

71,9

8

ribattere scarpa dietro

27

27

24

25

32

25

25

24

30

29

26,8

95

25,46

11%

28,3

8

masticiare scarpa seconda mano

34

32

32

35

32

29

35

32

34

37

33,2

95

31,54

11%

35,0

9

applicare suola

45

49

42

49

54

49

50

49

52

47

48,6

90

43,74

11%

48,6

9

togliere forma

25

25

24

20

24

24

27

22

24

25

24

90

21,6

11%

24,0

10

cucitura blake

42

39

44

40

44

40

40

42

40

44

41,5

85

35,275 11%

39,2

10

ripulire cucitura

32

34

35

30

37

35

39

34

37

39

35,2

85

29,92

11%

33,2

10

pressare tacco

34

30

34

35

30

30

37

30

29

32

32,1

85

27,285 11%

30,3

tempo op. op. tempotakttakt timetimesat.% sat.% ciclociclo 1 1 1,041,04 1,201,20 86,8% 86,8% 2 2 0,910,91 1,201,20 75,9% 75,9% 3 3 1,031,03 1,201,20 85,8% 85,8% 4 4 0,680,68 1,201,20 56,6% 56,6% 5 5 0,920,92 1,201,20 76,9% 76,9% 6 6 0,800,80 1,201,20 66,8% 66,8% 7 7 0,720,72 1,201,20 59,9% 59,9% 8 8 0,630,63 1,201,20 52,7% 52,7% 9 9 0,730,73 1,201,20 60,4% 60,4% 10 10 1,031,03 1,201,20 85,5% 85,5% 8,498,49 12,00 70,8% 12,00 70,8%

1,401,40 1,301,30 1,201,20 1,101,10 1,001,00 0,900,90 0,800,80 0,700,70 0,600,60 0,500,50 0,400,40 0,300,30 0,200,20 0,100,10 0,000,00

10

compreso tempo macchina

effettua controllo

verificare attività

verificare attività

verificare attività

20 16

Fig. 1 – Foglio di rilevazione dei tempi

non sistematica

tempo ciclociclo tempo takt takt timetime

Analisi P-Q 70 60 50 paia

40

1

1 2

2 3

3 4

4 5 5 6 6 7 Operatori Operatori

7 8

8 9

9 10 10

30

20

Fig. 2 – La saturazione degli operatori prima dell’intervento (AS IS)

10 0 A

tempo op. op. tempotakttakt timetimesat.% sat.% ciclociclo 1 1 1,071,07 1,201,20 89,2% 89,2% 2 2 1,081,08 1,201,20 90,0% 90,0% 3 3 1,181,18 1,201,20 98,3% 98,3% 4 4 1,031,03 1,201,20 86,0% 86,0% 5 5 1,101,10 1,201,20 91,7% 91,7% 6 6 1,121,12 1,201,20 93,2% 93,2% 7 7 0,960,96 1,201,20 80,3% 80,3% 7,547,54 8,408,40 89,8% 89,8%

1,401,40 1,301,30 1,201,20 1,101,10 1,001,00 0,900,90 0,800,80 0,700,70 0,600,60 0,500,50 0,400,40 0,300,30 0,200,20 0,100,10 0,000,00

Tecnica Calzaturiera giugno 2014

B

D

K

L

R

G

P

E

J

N

O

I

M

Q

Fig. 4 – Analisi P-Q per famiglia di prodotto

1

1

2

2

3

3

4 4 5 Operatori Operatori

5

6

6

7

7

Fig. 3 – La saturazione degli operatori dopo l’intervento (TO BE)

40

C

tempo ciclociclo tempo takt takt timetime

distinte aiuta a identificare ed eliminare gli sprechi che altrimenti resterebbero nascosti all’intero del ciclo totale dell’operatore. Una raccolta dei dati accurata richiede che ci si rechi direttamente in reparto (“gemba” dicono i giapponesi) perché solo in questo modo è possibile rendersi conto di ciò che viene veramente svolto e inoltre è il primo passo per coinvolgere gli operatori. Subito dopo è necessario rilevare i tempi degli elementi di lavoro sopra descritti per arrivare a stabilire il tempo standard per ciascuna operazione; per


Fig. 5 – Foglio del processo operativo

realizzare questo è necessario utilizzare il metodo cronotecnico, tipico della funzione tempi e metodi, andando a valutare il tempo normale, il tempo assegnato e quindi il tempo standard. Per calcolare questi tempi occorre innanzitutto fare almeno 10 rilevazioni, fare una stima del passo (ritmo di lavoro) a cui si sta muovendo l’operatore osservato e quindi tener conto delle maggiorazioni per bisogni fisiologici e di quelle per affaticamento e quindi definire il tempo standard (Fig. 1). Nel rilevare i tempi è bene tener separati eventuali tempi macchina da quelli manuali e verificare quando l’operatore si muove utilizzando la macchina oppure se ci sono tempi di attesa per un non corretto bilanciamento con i tempi macchina stessi. Una volta rilevati tutti i tempi è possibile compilare quello che viene chiamato Paper Kaizen ossia un foglio dove riportare i tempi di ciascun operatore confrontati con il takt time e verificare un primo bilanciamento degli operatori. In figura 2 ne viene riportato un esempio. Dal rapporto tra il tempo di lavorazione assegnato a ciascun operatore e il takt time si ottiene la saturazione ossia l’indicazione di quanto l’operatore sia impegnato nelle sue attività rispetto alla cadenza della linea; se il valore è troppo basso probabilmente l’operatore dovrà aspettare e anticiperà, per quanto possibile le sue operazioni, al contrario potrebbe rappresentare un collo di bottiglia per la linea. La fase di rilievo e di definizione dei

tempi standard andrebbe condotta per le famiglie di prodotto più significative al fine di evitare di giungere a valutazioni approssimative e poco credibili.

Il bilanciamento della produzione Dopo aver verificato la saturazione di ogni singolo operatore rispetto al takt time, l’obiettivo di questa fase è quello di distribuire il lavoro tra gli operatori in modo che ciascuno sia ugualmente saturo rispetto al takt time e il flusso si muova in maniera più continua. Prima di distribuire le operazioni però va fatta un’analisi specifica per capire quali operazioni eliminare e quali ridurre mediante l’ottimizzazione del posto di lavoro e la razionalizzazione delle movimentazioni e dei rifornimenti di materiale e quindi ridisegnare il ciclo di lavorazione secondo le ottimizzazioni eseguite. La ridistribuzione delle operazioni per operatore a questo punto consentirà un miglior bilanciamento. Supponendo che nel nostro esempio il ciclo sia stato ottimizzato portandolo complessivamente da 8,49 minuti a 7,54 andando a calcolare il numero di operatori necessario dividendo il tempo ciclo per il takt time si avrà: 7,54/1,20 = 6,3 operatori che possiamo arrotondare a 7. Procedendo alla ridistribuzione delle attività, ovviamente potendo contare su competenze e abilità distribuite tra gli operatori, si otterrà una saturazione complessiva

Tecnica Calzaturiera giugno 2014

41


GESTIONE

Fig. 6 – Foglio origine-destinazione

superiore; nel nostro esempio circa il 90% rispetto al 71% prima dell’intervento (Fig. 3). Il ciclo bilanciato consente di recuperare produttività, risorse male utilizzate ed efficienza complessiva; le risorse in esubero possono essere utilizzate per altre lavorazioni o per attività indirette di movimentazione o rifornimento.

L’analisi e la riprogettazione del layout Un passo ulteriore per il miglioramento del flusso in ottica lean è quello di analizzare e riprogettare il layout nel suo complesso oltre a interventi localizzati nei vari posti di lavoro. Senza scomodare nessuna teoria, ma rifacendosi al solo buonsenso, non è difficile comprendere che tutto il tempo che gli operatori spendono nello spostarsi per depositare, movimentare o prelevare materiale, di fatto lo sottraggono all’operatività. Questo si evidenzia in maniera eclatante quando focalizziamo l’attenzione sul personale direttamente coinvolto nei processi produttivi, ma vale in ugual misura per il personale indiretto, preposto alle operazioni di magazzino. Spesso infatti tali figure, non sono necessarie tanto per i volumi da movimentare, quanto per supplire a palesi inefficienze nella gestione

42

Tecnica Calzaturiera giugno 2014

degli spazi e nell’organizzazione dei flussi. È il flusso, infatti, più che lo spazio il punto di partenza della riprogettazione del layout che non si limita a trovare una disposizione ottimizzata di reparti e macchinari in funzione degli spazi disponibili, ma che arriva a questo da una profonda analisi dei flussi finalizzata alla loro razionalizzazione, dalla quale partire per riprogettare l’organizzazione degli spazi alla luce dei vincoli infrastrutturali esistenti. Lo studio e riprogettazione del layout parte proprio dall’analisi dei flussi intesi come intensità di movimentazione e quindi del prodotto tra il numero di movimentazioni e il volume movimentato. Gli step per una corretta e completa riprogettazione del layout possono così essere riassunti: 1. Studio delle Group Technology (GT): strumento per raggruppare gli articoli caratterizzati da un ciclo di lavorazione uguale per almeno il 70/80% delle fasi e da voluminosità della movimentazione analoga. 2. Studio dei cicli di lavorazione: per determinare la sequenza delle lavorazioni di ciascuna GT, funzionale a descrivere gli spostamenti tra le diverse aree aziendali.


Diagramma dei Rapporti Taglio ESTERNO

Magazzino pellami

MANOVIA MONTAGGIO

Accoppiatura solette ESTERNA

Magazzino tomaie tagliate

Magazzino solette accoppiate

Orlatura ESTERNA Magazzino tomaie orlate

Magazzino accessori

Foderatura ESTERNA

Magazzino forti e puntali Magazzino tomaie foderate

MAGAZZINO PRODOTTI FINITI

MAGAZZINO SCATOLE

CARRELLI x FINISS.

KIT = TOMAIE FODERATE + COMPONENTI

KIT MONTAGGIO REPARTO TAGLIO E ORLATURA

MANOVIA FINISSAGGIO USCITA: • TOMAIE TAGLIATE • TOMAIE ORLATE • PRODOTTI FINITI

Applicazione accessori ESTERNA

Montaggio ESTERNO

Magazzino solette

FORMIERE

RIENTRO: • TOMAIE TAGLIATE • TOMAIE ORLATE • TOMAIE FODERATE

USCITA: • PELLAMI PER TAGLIO • SCARPE DA MONTARE

RIENTRO: • TOMAIE MONTATE

Preparazione forme

Magazzino scarpe montate

Montaggio

Magazzino suole

Applicazione fondi

Magazzino scatole

Finissaggio

Magazzino prodotti finiti

Imballaggio

Fig. 7 – Diagramma dei rapporti

3. Classificazione degli articoli prodotti in funzione delle GT definite, per dimensionare i volumi movimentati per ciascuna GT. 4. Realizzazione dell’Analisi PQ: per determinate le quantità standard per ciascuna GT ossia la quantità, a volume ragguagliato (ad una dimensione standard), mediamente movimentata in una unità di tempo standard. Questa analisi vuole far conoscere quali dei suddetti cicli caratterizza prevalentemente il flusso di produzione. 5. Predisposizione del Foglio del processo operativo (PO): costruito ponendo in relazione le possibili operazioni con i cicli individuati. Da questi fogli si possono evidenziare da un lato la linearità di alcuni cicli e al tempo stesso i ritorni presso uno stesso reparto. L’obiettivo del layout sarà quello di avere un flusso progressivo con un minimo di ritorni e di disporre vicine le operazioni legate fra di loro da una grande intensità di flusso. 6. Elaborazione del Foglio dei Rapporti F-Q: per individuare le priorità di vicinanza per flusso di materiali e strategicità delle relazioni. Il Foglio di origine-destinazione è costruito su una matrice dove si riportano nelle due dimensioni tutte le fasi evidenziate nei cicli di lavorazione. Con tale foglio si offre una visione più realistica di come effettivamente si svolge il flusso dei materiali all’interno dello stabilimento relativamente ai cicli individuati, compresa la movimentazione nelle aree non produttive (magazzini di deposito o di transito). Il foglio F-Q, nei suoi sviluppi descrive prima l’intensità del flusso (paia/gg) tra le diverse aree,

Fig. 8 – Block layout e layout di dettaglio

poi l’intensità cumulata considerando i ritorni, quindi una classificazione dei flussi per intensità e per frequenza delle movimentazioni fino a incrociare i due valori ottenendo un indicatore della criticità del flusso e quindi dell’importanza del rapporto di vicinanza tra le aree coinvolte, secondo la quale le aree che si scambiano frequentemente un flusso intenso dovranno preferenzialmente essere vicine al contrario di quelle tra le quali in flusso non è importante. È molto efficace riportare su un grafico l’importanza dei rapporti in uno “spaghetti chart” o diagramma dei rapporti ove l’importanza del flusso è rappresentata dal numero o dimensione delle linee di congiunzione tra le diverse aree. 7. Elaborazione del Block Layout: in ottica di riprogettazione rappresenta la disposizione delle aree in funzione ricostruita alla luce dell’importanza dei rapporti sopra individuati. 8. Definizione del Layout di massima in cui si presentano diverse soluzioni nella disposizione delle aree e nell’utilizzo di queste nel rispetto dei vincoli infrastrutturali esistenti. 9. Definizione del Layout di dettaglio in cui partendo dal layout di massima selezionato si completa la disposizione di tutte le macchine e gli spazi di transito e stoccaggio fino alle indicazioni di natura impiantistica, facendo diventare questo lo strumento operativo per l’attuazione del nuovo layout alle diverse squadre di lavoro. Nelle figure 4-5-6-7-8 si riportano alcuni degli strumenti sopra descritti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tecnica Calzaturiera giugno 2014

43


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.