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8.1. Ramo di Teofilo

proiezione. Anna Maria, sposatasi nei primi anni '50 con un giovane ingegnere, ebbe tre figli, Claudio, Paola e Fabio, sposato con Martina Modesti.

Degli altri due figli maschi di Narsete, Luigi (1863) ebbe Ugo, che a sua volta non avendo prole ebbe un figlio adottivo, Carlo.

Il figlio più giovane Riccardo (1877-1950) (fig. 36), sposato con Isabella Latini, risultò il più prolifico. Il suo primogenito Luigi (1923) morì però bambino. Seguirono poi Mario (1924) e Antonio (1928-2017). Mario si è sposato con Julia Macias, cittadina spagnola, ma non ha avuto figli. Antonio, il più giovane, si è sposato con Alma Serena Bottiglia e ha avuto tre figli: Fabrizio, Paolo e Francesca Romana.

Fabrizio (1958), il maggiore, vive e lavora a Lugano, sposato con Raffaella Castagnola, dalla quale ha avuto un figlio, Andrea (2004), studente liceale. Paolo (196i), il secondogenito, vive tra Roma e Tarquinia dove gestisce un'impresa agricola. È sposato con Pia Piccardi e hanno un figlio, Gabriele (1998), studente di architettura all'Università di Roma con un forte interesse per il disegno e la riproduzione di strutture architettoniche sulle orme di quelli che erano gli interessi del quadrisavolo incisore. Francesca Romana (1965)1 sposata con Tommaso Cellini, vive tuttora nella casa paterna, l'immobile accanto a palazzo Rossini, e ha due figlie, Gaia (1997), che attualmente studia e lavora a Londra, e Martina (2000) 1 studentessa.

8.2. Ramo di Teofilo

L'ultimo figlio di Luigi, Teofilo nasce nel 1834 (fig. 37), sposa Vittoria Bienaimé (1851-1941), figlia di Francesco Bienaimé (1799-1878) 1 scultore neoclassico che aveva lavorato a Roma e in Inghilterra, nipote di Luigi (1795-1878). I Bienaimé discendevano da una famiglia di scultori trasferitisi nel Settecento dal Belgio in Italia, dove avevano acquistato a Carrara una cava di marmo statuario. Luigi, che non aveva avuto figli, e suo

fratello Pietro Antonio (1781-1857), padre di Francesco e nonno di Vittoria, erano entrati come collaboratori nella rinomata bottega dello scultore danese Berte! Thorvaldsen (Copenhagen 1770-1844) che all'epoca rappresentava uno dei punti di riferimento del neoclassicismo a Roma. Nel 1827 Luigi fu nominato da Thorvaldsen dirigente contabile dello studio romano, mentre nel 1844 venne eletto accademico di San Luca. Molte opere di Francesco sono oggi in Inghilterra, mentre tra le opere dello zio Luigi ricordiamo una « Venere» realizzata per il principe Alessandro Torlonia nel 1842, oggi conservata a Palazzo Corsini a Roma. Altre sue opere si possono oggi ammirare presso il Louvre, il Metropolitan Museum di New York e l'Ermitage di San Pietroburgo. A Carrara la Casa Bienaimé è oggi monumento nazionale.

Vittoria Bienaimé e Teofilo, dopo il matrimonio, si trasferirono nell'appartamento paterno al secondo piano di via Sistina, dov'era cresciuta la prole di Luigi Rossini. La coppia ebbe tre figli: Angelo, Beatrice e Giulia. Vittoria, di indole forte e stravagante, era colta ed appassionata di musica; organizzava in casa concerti quotidiani dove gli ospiti potevano ammirare i suoi amati animali esotici e rari, una tartaruga, un pappagallo e addirittura una scimmia.

Il primogenito Angelo (1871-1939) (Fig. 38), che andrà ad occupare la parte posteriore del palazzo di via Sistina che si affaccia su via dei Cappuccini e via della Purificazione, è stato una figura militante nel campo artistico della capitale, incisore e pittore. Passioni tanto forti le sue, da indurlo ad abbandonare gli studi di architettura per dedicarsi alla pittura e all'incisione. In quest'ultima disciplina ebbe come maestro il nonno Luigi. Dopo un soggiorno artistico in Germania, in particolare a Karlsruhe, ritornò a Roma nel 1903 e partecipò a mostre collettive, collaborando con il gruppo della Campagna Romana. I temi agresti, cari appunto a questo gruppo, insieme con le vedute di Venezia e di Chioggia, delle coste italiane (napoletane e liguri) trovarono in lui un interprete prezioso, attento ai riflessi e ai giochi di luci sull'acqua, soprattutto

nel campo deil'incisione, dove il segno secco che Angelo aveva appreso daIIa scuola tedesca (usava tutte le tecniche, ma specialmente queile deil'acquaforte e deila punta secca) donava aIIe opere dei neri profondi dove risaltano con maggiore evidenza lame di luce lunare. Anche le vedute della campagna da lui scelte suggeriscono una scelta artistica consapevole: non sono i brani di palude dei militanti deIIa prima ora (Cena, Balia) né il luogo dove rivivono le antiche leggende romane (Cambellotti), quanto piuttosto scorci di natura ricca di alberi frondosi, alla maniera di Noci e Carlandi. Occasioni per contrasti chiaroscurali accentuati dalla presenza dell'acqua.

Angelo ricoprì cariche ufficiali in diverse istituzioni, fu segretario della Società Amatori e Cultori, nell'ambito della quale organizzò nel 1915 la sezione del Bianco e Nero, dell'Associazione Artistica Internazionale e, dal 1922, in sostituzione di Enrico Arcioni, anche del Gruppo Romano Incisori Artisti (G.R.I.A.) fondato da Federico Hermanin e con sede a Palazzo Venezia a Roma. Dal suo rientro in Italia fu presente alle manifestazioni artistiche più importanti nazionali ed internazionali.

Angelo sposò Mary Behr (Mosca, 1877-Agliana, 1939) (fig. 39) dalla quale ebbe un figlio, Vladimiro (Wladimir Woldemar, da piccolo chiamato Volodia, Baden-Baden, 1896-Torino, 1982) (fig. 40). Mary apparteneva ad una importante famiglia di banchieri russi, mentre sua madre Sophie Behr Krafft (1842-1908) (fig. 41) era una matriarca russo-tedesca e madre di sei figli, autoritaria, egocentrica, viaggiatrice instancabile e insoddisfatta tra le città d'Europa, dell'India, del Nord Africa, con la sua corte di servitù e dipendenti, il suo corredo di gioielli, tappeti, icone, argenterie, quadri e chaise percée. Sophie Behr nei suoi viaggi visitò molti musei e coltivò svariati interessi ed attività nel campo deile arti, della cultura, sociali e assistenziali.

Durante uno dei numerosi viaggi del marito, Mary incontrò un medico pugliese, Leonardo Tucci, sindaco di un paesino in Puglia, che era stato chiamato a Roma per riferire in Parlamento, in rappresentanza del

suo territorio, sulle problematiche legate all'Acquedotto Pugliese. Tra lui e Mary nacque una relazione. La madre di Mary, Sophie, favorevole alla relazione della figlia, agevolò la sua fuga con il medico pugliese, di nascosto dalla suocera Vittoria Bienaimé Rossini, esponendo di fatto la figlia alle compromettenti accuse di bigamia e rapimento di minore.

I timori di Mary non erano ingiustificati perché a Genova Leonardo, Sophie ed il piccolo Vladimiro (fig. 42), tutti e tre in viaggio per riparare in Svizzera, vennero fermati e arrestati. Sophie attraverso le sue influenti conoscenze e gli appoggi anche politici riuscì a far proseguire la fuga per Lugano. Inizierà così una lunghissima battaglia legale tra Roma (dove viveva il marito Angelo e padre del bambino, con a capo dei legali il cognato Mauro Mauri), la Puglia (dove era rimasta la moglie del medico e le sue sette sorelle zitelle) e la Svizzera. Nel frattempo Mary e Leonardo ebbero altri quattro figli. Il loro terzo figlio, Niccolò Tucci, dopo la laurea in Scienze politiche a Firenze ed una specializzazione a Berkeley, si stabilisce negli USA dove diventa giornalista e scrittore. Nelle sue opere parlerà sempre del suo passato e delle vicende familiari vissute, soprattutto in due dei suoi libri più importanti. Successivamente a Lugano, i Tucci si trasferirono a vivere in Toscana, ad Agliana, dove Leonardo proseguirà la professione di medico. Mary e Leonardo verranno sepolti ad Agliana.

Vladimiro Rossini (Fig. 43), sposato con la italo-svizzera Lilia Tomasetti, è stato direttore generale dell'Ente Italiano della Moda, direttore del SAMIA (Salone Mercato Internazionale dell'Abbigliamento) e del MIT AM (Mercato Internazionale del Tessile per l'Abbigliamento e l'Arredamento). Definito dall'agenzia Reuters, nel 19561 «l'uomo più elegante d'Italia» (Fig. 44), ha vissuto principalmente a Torino ed ha avuto cinque figli, Francesco Ottone (1924), Vladimiro Valentino (1926, morto bambino), Vito Carlo Antonio (1929), Andrea Ruffo (1934), e Romana (1938). Di questi solamente Vito, sposato con Maria Pia Malinverno, ha avuto figli: Gianluca, Francesca e Nicolò. Niccolò ha avuto a sua volta

due figli, Vittorio (2000) e Pietro (2004), che rappresentano i discendenti Rossini più recenti tra quelli provenienti dal ramo di Teofilo.

Beatrice (1 877-1954) (fig. 45), sorella di Angelo, si sposò una prima volta con l'avvocato Agostino Ravignani, dal quale ebbe G iorgio (18971977). Di professione medico, Giorgio si sposò con Fanny De Toth, dalla coppia nasceranno due figli, Livia e Carlo.

Beatrice, che risiedette negli appartamenti al secondo piano della palazzina di via Sistina, in seguito alla morte prematura del primo marito si sposò in seconde nozze con Mauro Mauri, avvocato e consigliere della Provincia di Roma. Quest'ultimo prese parte alle vicende di famiglia del cognato Angelo Rossini assistendolo legalmente nella causa contro la moglie che era fuggita all'estero portando con sé il figlio. Beatrice e Mauro ebbero due figli, Vittoria (1907-1970) e Secondiano (1910-1968). La sorella di Beatrice, Giulia, sposa Filippo Mauri, a sua volta fratello del marito di Beatrice. I due fratelli Mauro e Filippo erano i figli di Secondiano, fratello del cardinale Egidio Mauri, e Chiara Mimmi.

Vittoria Mauri sposa l'avvocato Filippo Sciuga dal quale ha due figli, G iuseppe e Francesca. Francesca si sposa con Virgilio Torzilli e hanno due figli, Annalisa e Mauro. Secondiano sposa in prime nozze Anna Frigo, dalla quale ha quattro figli, Gioia, Silvia, Mauro e Piero. In seguito si separa e con Anna Manzi ha altri tre figli: Fosca, Egidio e Federico.

Giulia (1879-1960) (fig. 46), residente al primo piano del palazzo di via Sistina, assieme al marito Filippo Mauri, ha una figlia, Chiara (18981984). Chiara sposa Giovanni Ugolini. G iovanni da ragazzo abitava con la famiglia nel palazzo di fronte, al civico 8 di via Sistina: fu dagli sguardi dalle finestre dei due palazzi che sbocciò l'amore. Giovanni divenne un reputato ingegnere, poi professore di idraulica presso l'Università di Napoli e successivamente all'ateneo di Padova. Chiara e Giovanni hanno avuto due figli, Fabiola e Antonio.

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