OnSite Lift n.3 - Maggio-Giugno 2017

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SOMMARIO MAGGIO-GIUGNO 2017 - N. 3

ATTUALITÀ

44 Gefran

12 Codice Appalti

Lavori (ancora) in corso

Soluzioni per l’idraulica mobile

di Lorenzo Zacchetti

di Pietro Gabrielli

MACCHINE

TECNOLOGIE

46 Goldhofer

18 Manitowoc Group

4 Editoriale

L’innovazione punta in alto

Il cuore pulsante dell’acciaio

di Stefano Vitali

di Saverio Bellante

SERVIZI

Il perseguimento dell’eccellenza

di Ettore Zanatta

30 Bobcat

di Ettore Zanatta

6 Notizie

24 Effer

In copertina: Haulotte Italia

COMPONENTI

“Estensione” di garanzia

di Pietro Gabrielli

a cura di Liliana Rebaglia

50 IPAF

Alzando l’asticella della qualità

di Riccardo Lorenzi

53 Noleggio Lorini

L’esperienza guida lo sviluppo

di Pietro Gabrielli

DOSSIER

56 Emissioni motori

Una rivoluzione dietro l’angolo

di Lorenzo Zacchetti

ON SITE

64 Sollevamenti in ambiti complessi

Hands On

L’EVOLUZIONE DEL PRIVILEGIO

Direttore editoriale Ettore Zanatta – ettore.zanatta@capoversoeditrice.it Responsabile di redazione Lorenzo Zacchetti – lorenzo.zacchetti@capoversoeditrice.it Responsabile commerciale Luisa Casazza – l.casazza@capoversoeditrice.it Hanno collaborato a questo numero: Saverio Bellante, Pietro Gabrielli, Gianni Gennari, Riccardo Lorenzi, Liliana Rebaglia, Stefano Vitali Ufficio amministrazione Roberta Fabbri – r.fabbri@capoversoeditrice.it Tel. 0545 967722 Ufficio abbonamenti Tel. 0545 967722 E-mail: info@capoversoeditrice.it

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ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

di Riccardo Lorenzi

FIERE

L’expo della pietra

di Lorenzo Zacchetti

72 Prodotti

di Ettore Zanatta

Direttore responsabile Luigi Zaffagnini – l.zaffagnini@capoversoeditrice.it

Tre casi di eccellenza “telescopica”

70 Steinexpo 2017

IL SOLLEVATORE TELESCOPICO MANITOU MRT 2550+ ST4 S2

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Abbonamenti Italia: euro 30,00 (IVA compresa) Other countries: euro 42,00 (IVA compresa) Stampa MDM - Forlì Periodicità Sono previsti 5 numeri/anno Registrazione Registrazione Stampa Tribunale di Ravenna n. 26887 del 6/12/16 Iscrizione Roc: 26887 Capoverso Editrice Srl ONSITE LIFT Capoverso Editrice srl Piazza Gramsci, 7 48017 Conselice (RA) Tel. 0545 967722 info@capoversoeditrice.it www.capoversoeditrice.it

C apoverso editrice

a cura di Liliana Rebaglia

Responsabilità La riproduzione delle illustrazioni e degli articoli pubblicati su “ONSITE LIFT”, traduzioni comprese, è riservata e non può avvenire senza autorizzazione scritta della Capoverso Editrice srl. Testi e materiali fotografici forniti in qualsiasi forma alla stessa non saranno restituiti, anche in caso di non avvenuta pubblicazione. La Capoverso Editrice srl non si assume responsabilità relative ai suddetti materiali, anche in caso di esemplari unici, e ad eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati. Il materiale redazionale pervenuto alla Capoverso Editrice srlsenza preventivi accordi sono da intendersi gratuiti anche se pubblicati. I nomi e le ditte pubblicati sono citati senza responsabilità, a puro titolo informativo, allo scopo di rendere un servizio al lettore.

Periodico associato a UNACEA


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N

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EDITORIALE

Ettore Zanatta direttore editoriale

Le tenebre delle infrastrutture

I

l recente cedimento del ponte di raccordo sulla tangenziale di Fossano, in Piemonte, è solo l’ultimo esempio di come procedano ormai le opere stradali e il relativo indotto imprenditoriale nel nostro Paese. Procedono, al netto dei puntuali aumenti tariffari applicati agli utenti dai gestori autostradali, tra interessi oscuri, corruzione e calcestruzzo ammalorato. L’Italia spende tre volte di più negli appalti stradali rispetto alla media degli altri paesi dell’Unione europea. Appalti e lavori polverizzati, spesso, nella lunghissima strada della loro realizzazione, tra sospetti, società e cartelli di imprese infettati da logiche mafiose (l’Autorità anticorruzione ha fatto ormai scuola, da questo punto di vista). Così, mentre validi costruttori made in Italy di macchine moderne per l’ispezione e la manutenzione di ponti e viadotti stradali continuano a rimanere un caso da “nemo profeta in patria”, spesso sconosciuto ai più, i nomi che sentiamo, pronunciati a fil di voce in molti cantieri, non sono quelli dell’eccellenza imprenditoriale rivelata al pubblico internazionale delle costruzioni. Sono invece nomi noti solo agli addetti ai lavori, a organismi pubblici e gestori di infrastrutture che gestiscono in proprio un regno delle tenebre senza merito né progresso. Oggi abbiamo un nuovo codice degli appalti, in attesa di prove sul campo e giudizi compiuti. Lo leggeremo a fondo per capire se c’è una luce in fondo a questo tunnel sempiterno, se c’è anche un lume di possibilità che qualcosa finalmente cambi. Nel frattempo, chiederemo a queste nostre aziende specializzate, o a qualche altro esperto estraneo alle lobby di potere che potrebbe concorrere con le sue tecnologie a salvaguardare lo stato di ponti e viadotti, su quali passare con moderata tranquillità.

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NOTIZIE a cura di Liliana Rebaglia MERCATO

Le macchine crescono, ma più lentamente Nei primi tre mesi del 2017 sono state immesse sul mercato italiano 2.094 macchine per costruzioni, con una crescita del 6% rispetto a quanto rilevato lo scorso anno. Più in dettaglio, sono state vendute 2.005 macchine movimento terra e 89 macchine stradali. “La crescita del mercato italiano continua, ma su livelli più contenuti di quelli registrati lo scorso anno – ha commentato Paolo Venturi, presidente di Unacea –. Gli spazi per un ulteriore sviluppo esistono, basterebbe valorizzare le possibilità

offerte dallo sviluppo tecnologico del settore: l’utilizzo di macchine di ultima generazione, specie nei centri abitati, contribuirebbe a migliorare l’ambiente e a evitare le multe che l’Ue infligge all’Italia per lo sforamento dei limiti riguardanti la presenza di particolato nell’aria”. Unacea, insieme alle altre associazioni del settore Ascomac e Assodimi, ha presentato alle amministrazioni comunali delle proposte per incentivare l’utilizzo di macchine di ultima generazione. Tra queste, c’è un richiamo

PAOLO VENTURI PRESIDENTE DI UNACEA

all’esempio virtuoso rappresentato dalla città di Londra. Nella capitale del Regno Unito, le normative sulla limitazione della circolazione sono state estese a tutti i tipi di veicoli, compresi quelli destinati alle costruzioni. Solo i veicoli di ultima generazione possono circolare liberamente e le macchine usate nei lavori pubblici devono rispettare almeno lo Stage IIIB. Dal 2020 in poi, entreranno in vigore ulteriori restrizioni alla circolazione di mezzi obsoleti. per un approfondimento sul tema, vai al Dossier di pag. 56.

CAPOVERSO EDITRICE ADERISCE A UNACEA Capoverso Editrice srl ha aderito a Unacea come socio aggregato. La casa editrice è una realtà nata nel 2016, ma che basa la sua attività sui molti anni di esperienza acquisita nel settore delle macchine e attrezzature per le costruzioni e il sollevamento. La formula comunicativa proposta da Capoverso Editrice con OnSite integra strumenti cartacei, con le riviste OnSite Construction e OnSite Lift, e le più 6

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efficaci tecnologie internet e di digital marketing, con il portale onsitenews.it. “Aderiamo a Unacea con la convinzione che un progetto di comunicazione innovativo, integrato e multimediale come OnSite debba essere parte attiva del network italiano delle macchine per le costruzioni “, ha dichiarato Ettore Zanatta, direttore editoriale e socio. “Aggiornare in modo professionale gli operatori sulle dinamiche del

settore, metterli in contatto diretto con i costruttori e partecipare alle manifestazioni di internazionalizzazione promosse dall’associazione: sono solo alcune delle importanti opportunità offerte da Unacea”.


GROVE

Importante consegna a O.MEC. Un’autogrù Grove GMK 4100 L/1 e una GMK 5250 L sono state consegnate venerdì 12 maggio alla O.MEC. di Ancona, attiva nel settore del noleggio di macchinari per il sollevamento di mezzi e persone, per mano della FIMI S.p.A. di San Benedetto del Tronto (Ap), azienda con trentennale esperienza nella commercializzazione, distribuzione e assistenza post-vendita di autogrù, piattaforme aeree e veicoli industriali. Dal 1989 la O.MEC opera nel settore della manutenzione di macchinari e apparecchiature per impianti chimici, alimentari, petrolchimici, saccariferi, dell’industria cartiera e dei cantieri navali, mentre dal 2000 è attiva nel noleggio di macchinari per il sollevamento di mezzi e persone. La meccanica di precisione, la costruzione di carpenterie metalliche per la grande, media e piccola impresa, il noleggio basato su un’ampia gamma di piattaforme aeree e di macchine per il sollevamento di cose e persone, la formazione all’uso efficace e sicuro delle macchine e il global service: questi sono i fiori all’occhiello dell’azienda di Ancona. La FIMI di San Benedetto del Tronto è invece un punto di riferimento nel mercato della vendita e assistenza

di veicoli industriali nuovi e usati, oltre che di autogrù e piattaforme aeree, per le quali vanta un ampio parco plurimarca. “Conosciamo

bene la complessità del mercato delle autogrù perché da tempo siamo coinvolti nel suo sviluppo e nelle relative dinamiche”, ha affermato Adriano Filesi, titolare della FIMI S.p.A. “La nostra esperienza

come concessionaria e officina autorizzata Manitowoc - marchio con il quale abbiamo instaurato da tempo un fattivo e proficuo rapporto commerciale - per Centro, Sud Italia e Isole e l’ampio parco usato ci permettono di proporre un’ampia gamma di soluzioni per autogrù nuove, usate e a noleggio. Il nostro parco usato è plurimarca, ma per il ‘nuovo’ ci affidiamo a Grove, marchio estremamente affidabile e che consente di soddisfare ogni esigenza in termini di sollevamento, grazie alla sua ampia gamma di autogrù tutto terreno, fuoristrada, autocarrate e industriali”. “L’acquisto delle autogrù GMK 4100 L/1 e GMK 5250 L è frutto di un rapporto di lunga data con FIMI S.p.A. e fa seguito ad altri già fatti in passato”, ha aggiunto Gianfranco Bronzini, amministratore unico di

LA “CONSEGNA DELLA CHIAVE” DELLE DUE AUTOGRÙ GROVE GMK 4100 L/1 E GMK 5250 L NELLE MANI DI GIANFRANCO BRONZINI. ALLA SUA SINISTRA, ENRICO ANGIOLINI, SALES DIRECTOR SOUTH EUROPE DI MANITOWOC CRANES; ALLA SUA DESTRA, DIEGO BORGNA, MANAGING DIRECTOR ITALY DI MANITOWOC CRANES, E ADRIANO FILESI, TITOLARE DI FIMI S.P.A.

O.MEC. “Queste due nuove macchine della gamma GMK sono un esempio di innovazione tecnologica: elementi come il sistema di sospensione MEGATRAK e il sistema TWINLOCK di fissaggio del braccio, nonché la concezione del braccio MEGAFORM sono esclusivi di Grove e ci offrono un reale vantaggio competitivo sul campo. Il marchio Grove ci permette di soddisfare le nostre esigenze in termini di flessibilità, affidabilità, competenza e qualità e ci consente di crescere e affermarci nella nostra attività, garantendoci adeguate prestazioni sia in Italia che all’estero e di appagare i nostri clienti finali, che sono da sempre la nostra principale preoccupazione”.

BÖCKER

Una flotta per Marini Servizio Noleggio Da 12 anni la Marini Servizio Noleggio è specializzata nel noleggio di scale mobili per il sollevamento utilizzate in ambito edile e traslochi. L’attività della società si svolge principalmente nella provincia di Verona, con frequenti puntate anche nelle aree limitrofe (Mantova, Vicenza, Padova e Milano). Il parco nolo comprende attrezzature Böcker, tra cui un elevatore trainato Arriva HD34 da 34 m, un trainato Piccolo da 21 m e due elevatori componibili della serie Allegro e Top Lift da 20 m di altezza

operativa. Proprio Arriva è un classico tra gli elevatori Böcker: i modelli di questa serie rappresentano la sinergia tra progresso ed esperienza nella

tecnologia di sollevamento. Il suo sistema costruttivo si caratterizza per il pacco scala in alluminio e per un telaio di grande robustezza. Arriva offre una portata fino a 400 kg, una velocità in salita e discesa di circa 50 m/min e raggiunge, a seconda dei modelli, altezze comprese tra i 26 e i 37 m. La bassa altezza di carico delle gabbie e la propulsione ausiliaria di nuova concezione (che è offerta come optional) garantiscono, inoltre, una riduzione della fatica e dello stress durante il lavoro. maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT

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NOTIZIE EFFER

Porte aperte alla Effer! Si è tenuto venerdì 5 maggio, presso la sede Effer di Minerbio, un esclusivo Open House organizzato dal costruttore bolognese dedicato ai principali clienti del Nord Italia e delle Isole (un altro si terrà presso lo stabilimento di Taranto il prossimo 19 maggio e sarà riservato ai clienti del Centro e Sud Italia). Qui, oltre 150 ospiti hanno potuto verificare la qualità dei prodotti Effer non solo in termini di “prodotto finito”, ma hanno anche avuto la possibilità di visitare la fabbrica e i reparti produttivi, organizzati secondo filosofie che mirano alla realizzazione di soluzioni di assoluta affidabilità. Nell’area esterna dello stabilimento erano esposte due gru speciali: una Effer 1355, di proprietà del cliente Torre Montaggi di Fiume Veneto (Pn), e una Effer 2055 scarrabile, in configurazione 8s + jib L6s, per gentile concessione della Goitese Trasporti di Goito (Mn). La gru Effer 1355 è appartiene alla gamma di macchine di grosse dimensioni, che offre capacità di sollevamento comprese tra 30 e

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300 tm e sono l’ideale per chi deve lavorare con carichi importanti in tutta sicurezza anche nelle situazioni più estreme. Particolarità di questa gru, il sistema CrossStab, un brevetto Effer che permette di orientare gli stabilizzatori in diagonale nella direzione opposta al cassone, estendendo l’area di massima stabilizzazione a 360° (con il CroSStab si ottiene inoltre un’area di lavoro libera vicino alla base della gru, per eseguire grandi sollevamenti). Anche la 2055 esposta a Minerbio, oggetto di un’efficace dimostrazione che ha attirato l’attenzione di tutti gli intervenuti, appartiene alla gamma di gru di grosse dimensioni ed è stata realizzata da Effer praticamente “su misura” per la Goitese Autotrasporti. La Torre Montaggi ha iniziato la sua attività nel 2004: oggi è specializzata in modo particolare nella bonifica e nella rimozione dell’amianto, occupandosi di tutto l’iter procedurale: dalla presentazione del piano di

lavoro agli uffici competenti del territorio al trasporto nelle apposite discariche di rifiuti speciali. L’azienda si occupa anche della fornitura e dell’installazione di coperture con pannelli fotovoltaici integrati, sia per edifici industriali nuovi che in ristrutturazione. La Goitese Trasporti, nata nel 1977, si occupa invece del noleggio di autogrù, carrelli elevatori e piattaforme aeree ed effettua trasporti nazionali e internazionali (trasporti con gru, eccezionali, con bisarca pesante e treni). Entrambe le società sono clienti consolidati di Effer e vantano nel loro parco mezzi diverse unità del costruttore di Minerbio. Due gli elementi comuni che hanno condotto i titolari delle due aziende – presenti all’evento – a questa scelta: la qualità indiscussa e l’affidabilità delle gru, garantite da un marchio storico che ha fondato la sua attività sulla cultura del lavoro. A sostenere questo giudizio anche un importante cliente presente all’Open House e proveniente dalla Sardegna: la Emmeciemme (MCM) di Olbia, attiva da oltre 40 anni nel settore cementizio, producendo manufatti in calcestruzzo di ogni genere adatti a soddisfare le esigenze di privati e imprese.


SAE ITALIA

Una GMK 6400 per la Spagna Consegnata alla SAE Italia di Piacenza un’autogrù Grove GMK 6400 a 6 assi usata con portata max di 400 t. Questo mezzo imponente, che sarà impiegato in Spagna presso un grande cantiere nelle vicinanze dell’aeroporto di Madrid, opererà per tutto il 2017 su due turni lavorativi giornalieri con composizione specifica per l’installazione di strutture in acciaio del peso di 15 t a un raggio di 58 m. La nuova arrivata, fornita dal concessionario Manitowoc Grove in Italia, la FIMI di San Benedetto Del Tronto (Ap), va ad aggiungersi al già vasto parco mezzi del gruppo SAE costituito da autogrù fuoristrada e multistrada di varie portate, oltre che da sollevatori telescopici e piattaforme aeree semoventi. Acquistati, questi ultimi, proprio recentemente tramite una nuova società del Gruppo, la SAE Lift d.o.o. di Ljubljana (SLO), costituita tra le società slovena GMC KOVI d.o.o. e SAE Europe kft di Budapest (H). “Il mercato italiano - commenta Michele Albamonte, responsabile commerciale SAE - non ci assicura più la possibilità d’impiego costante di determinati mezzi, motivo per il quale abbiamo ormai da tempo deciso di estendere il raggio d’azione anche oltreconfine e non solo in Europa, strutturandoci in modo adeguato. E strutturarsi non significa solo documentarsi e attenersi alle varie norme e/o leggi vigenti in altri Paesi, ma anche provvedere a ulteriori percorsi di formazione per i propri addetti ai lavori, frequentare almeno un corso di lingua inglese e disporre pertanto, nelle nostre sedi, di impiegati tecnici e amministrativi con conoscenza di più lingue straniere. Per i risultati raggiunti è doveroso quindi ringraziare tutto lo staff SAE propenso a sacrifici e impegno costante, sia in azienda che ovunque vi sia da operare, con particolare entusiasmo”. Durante il 2016 il gruppo SAE ha svolto gran parte delle proprie attività in Ungheria, in Bulgaria (in particolare all’interno di una raffineria petrolifera nei pressi di Burgas) e in Slovacchia, nella città di Malacky, per la realizzazione di un nuovo impianto Ikea. “Soddisfacente anche l’andamento della collegata Italcrane di Cagliari - conclude l’Avv. Morenghi, presidente di SAE -, che dopo il suo periodo di start-up si avvia ormai verso un previsto generale assestamento grazie alle costanti prestazioni delle proprie autogrù per la manutenzione e la realizzazione d’impianti petroliferi, gestite dal responsabile operativo Paolo Ortu, che la vedono ormai protagonista in più raffinerie dislocate su tutto il territorio nazionale, isole comprese”.

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NOTIZIE TEUFELBERGER

Acquisita ufficialmente Redaelli Tecna La firma per l’operazione di acquisto della storica azienda italiana Redaelli Tecna da parte di Teufelberger, annunciata in gennaio, è stata approvata in via ufficiale dalle autorità competenti. A seguito del positivo closing dell’accordo, che ha previsto il necessario processo di revisione antitrust, gli specialisti delle funi di acciaio Teufelberger e Redaelli Tecna inizieranno a plasmare il loro futuro insieme. Unite, le due aziende sono attualmente tra i primi tre produttori di funi d’acciaio ad alte prestazioni e, in virtù di un portafoglio prodotti complementare, sono in grado di offrire ai propri clienti una più ampia e completa gamma di servizi. “La fusione di Redaelli Tecna e Teufelberger ci fornisce un expertise unica riguardo le migliori soluzioni tecniche per le funi di acciaio, nonché una presenza globale. Siamo convinti che entrambe le aziende, nonché i nostri clienti in tutto il mondo, beneficeranno della nuova gamma di servizi offerti da Teufelberger e Redaelli, che si completano l’un l’altra perfettamente. Due grandi e

DA SINISTRA: FLORIAN TEUFELBERGER, CEO DI TEUFELBERGER E GIULIANO AMBROSET CEO DI REDAELLI TECNA

potenti aziende hanno creato un’entità corporate senza confronti, che è destinata a diventare leader del mercato globale”, ha affermato Florian Teufelberger commentando la fusione delle due aziende. Giuliano Ambroset, CEO di Redaelli Tecna, ha evidenziato le

opportunità conseguenti dall’accordo. “Siamo ora parte di un’azienda che, tanto quanto noi, possiede grandi competenze quando si parla di sviluppo, produzione e distribuzione di funi di acciaio ad alte prestazioni. Questa fusione genera nuove opportunità e soluzioni non solo per i nostri clienti ma anche per i nostri dipendenti”. Con un totale di circa 1.300 dipendenti e un fatturato aggregato di 240 milioni di euro nell’esercizio 2016, la combinazione data dalla fusione di Redaelli Tecna e Teufelberger consente di proporre al mercato un’ampia gamma di funi speciali d’acciaio – anche di grandi diametri – in grado di soddisfare una serie di applicazioni e sfruttare le nuove opportunità di distribuzione per le attività offshore e on-shore per il settore oil&gas, per il trasporto persone e materiali, per il sollevamento industriale, nonché per lo sviluppo e la produzione di sistemi innovativi per le tensostrutture e per la distribuzione, service e assistenza tecnica nel settore del sollevamento.

WACKER NEUSON

Un TH412 per Cofiloc Nel segmento dei sollevatori telescopici, il Gruppo Cofiloc dispone di una delle gamme più ampie e complete sul mercato del noleggio. Macchine all’avanguardia, corredate di quegli accessori che ne aumentano la versatilità: dai frontali ai rotativi, da quelli per grandi portate fino ai più piccoli e maneggevoli. Come il modello Wacker

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Neuson TH412. Entrato nella flotta alcuni mesi fa, si è fatto subito apprezzare per l’equilibrio tra compattezza delle dimensioni, potenza e manovrabilità. Caratteristiche fondamentali per muoversi agilmente in piccoli spazi - all’interno e all’esterno - e svolgere velocemente le operazioni di carico e scarico, con risparmio di tempo e denaro. Trasportabile su un rimorchio auto, il TH412 misura 1,56 di larghezza e 1,94 m di altezza: ciò lo rende il più piccolo sollevatore telescopico fuoristrada sul mercato. Ma piccolo non significa debole: oltre a una capacità di sollevamento di 1,2 t, infatti, offre un’altezza d’impilaggio di 4,25 m. Operazioni che possono essere svolte in sicurezza grazie al sistema di assistenza VLS (Vertical Lift System) che si attiva in caso di rischio di sovraccarico, mentre il design user-friendly ed ergonomico della cabina consente di lavorare comodamente per ore e con una visibilità ottimale.


JLG

New entry per ISSA Autogrù Quella di ISSA autogrù, società di Ferrara dei fratelli Guidoboni, è una storia che parte da lontano: a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta l’azienda nacque come officina meccanica e carrozzeria dedita al servizio di soccorso stradale; non solo auto, ma anche autocarri di piccola, media e grande portata. Progressivamente il nome della piccola ma efficiente impresa cominciò a farsi strada in un territorio ricco di stabilimenti, zuccherifici e distillerie; attività che spesso necessitavano di un aiuto per il sollevamento di attrezzature e manufatti. Operazione che – svolta con i pochi mezzi allora disponibili – richiedeva tempo e non pochi rischi per gli operatori e il personale a terra. Ecco quindi arrivare la prima autogrù e, alla fine degli anni Ottanta, le autogrù idrauliche, che fecero fare

PICK and CARRY

all’azienda un vero salto di qualità. Dieci anni dopo, la seconda generazione Guidoboni cominciò a inserire macchine tecnologicamente sempre più evolute: carrelli elevatori, piattaforme autocarrate e aeree. Ed eccoci ad oggi. Il presente è una realtà di 17 persone, un’attività di noleggio radicata nelle province di Ferrara e Bologna, con una clientela che varia dal piccolo artigiano alla grande azienda. La flotta è composta da un centinaio di mezzi: dalle autogrù da 200 t ai sollevatori frontali e rotativi, dalle autocarrate fino a 60 m alle piattaforme aeree elettriche e diesel. Il 70% di queste ultime sono JLG, marchio entrato in ISSA nel 1996 con l’articolata E45. Un rapporto di fiducia ben consolidato che, come sottolinea Alessio Guidoboni, “poggia sulla gamma e qualità dei prodotti e sull’eccellente servizio postvendita di JLG”. Recente è l’acquisto di tre nuovi boom elettrici articolati: un E450AJ (altezza di lavoro 15,72 m) e due E400AJP (altezza di lavoro 14,19 m). La scelta risponde a una precisa indicazione del mercato, con la crescente richiesta di macchine elettriche; un trend molto positivo che lascia prevedere l’arrivo di ulteriori mezzi JLG nel corso dell’anno.

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ATTUALITÀ CODICE APPALTI

LAVORI (ANCORA) IN CORSO IL GOVERNO HA PREPARATO IL DECRETO CORRETTIVO DEL CODICE DEGLI APPALTI, MA ANCORA PRIMA DELLA SUA PUBBLICAZIONE EMERGONO DIVERSE CRITICITÀ DALLA LETTURA DELLE BOZZE. ANCE E LA FILIERA DELLE COSTRUZIONI METTONO SUL TAVOLO UNA SERIE DETTAGLIATA DI SUGGERIMENTI SPECIFICI PER COMPLETARE IL RILANCIO DI UN SETTORE CHE VUOLE USCIRE DA UNA LUNGA CRISI STRUTTURALE di Lorenzo Zacchetti 12 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017


L

a rincorsa alla tanto agognata ripresa assomiglia alla tela di Penelope nell’Odissea: quando si pensa di intravedere la luce in fondo al tunnel, inevitabilmente viene a mancare la terra sotto i piedi e ci si ritrova ancora più in profondità di prima. Il settore delle costruzioni non ha nemmeno la possibilità di sfogarsi contro la latitanza delle istituzioni, che sul tema si sono sforzate di accogliere i segnali di allarme da parte delle aziende e dei loro rappresentanti. Il recente tavolo della filiera organizzato da Ance ha riconosciuto i “grandi sforzi” che si sono tradotti in diversi provvedimenti quali il progetto “Casa Italia” (un piano ventennale per prevenire i rischi sismici), la Legge di Bilancio e il DEF (Documento di Economia e Finanza). Grazie al combinato disposto di questi interventi sono aumentate le risorse statali,

c’è maggiore stabilità finanziaria su un orizzonte di medio periodo per temi strategici (come scuole, rischio idrogeologico, Anas e Ferrovie), è stato definitivamente superato il Patto di Stabilità per sbloccare gli investimenti negli enti locali ed è stato varato un fondo investimenti da 47,5 miliardi per il periodo 2017/2032.

Sconfiggere la burocrazia Nonostante gli ingenti sforzi, i risultati concreti sono ancora ben lontani dagli auspici del settore. Dati alla mano, i cantieri non accennano a ripartire. Nel 2016, gli investimenti nei lavori pubblici hanno segnato un calo del 4,5%, invece di salire del 2% come era stato previsto nel DEF precedente. Sono in netto calo (-15,4%) gli investimenti in conto capitale da parte dei Comuni, nonostante il superamento del Patto di Stabilità interno. Indice negativo anche per i bandi pub-

blici, calati del 2,4% in numeri assoluti e del 17,1% in termini di valore. Incidono particolarmente le difficoltà dei Comuni, i cui bandi segnano un calo del 9,3% in numero e del 35% in valore. Decisamente allarmante anche il dato Istat, che vede l’occupazione nel settore calare di un ulteriore 4,4% nel corso dello scorso anno. Il presidente dell’Ance Gabriele Buia evidenzia la portata del problema: “Tutto ciò non è più sopportabile. I cantieri non aprono. Il sistema è allo stremo e bisogna ribaltare la situazione”. In particolare, l’Ance punta il dito sull’eccesso di burocrazia che blocca i cantieri. Secondo le sue stime, per ultimare i cantieri di interventi medio-piccoli ci vogliono sette anni e tre mesi, mentre per opere medio-grandi occorrono fino a dieci anni. “Sono tempi biblici - ha aggiunto Buia - e noi abbiamo bisogno di lavoro. Senza far ripartire la macchina delle costruzioni, nemmeno il Paese può ripartire”.

COME È STATO MODIFICATO IL CODICE Le tre direttrici seguite per le modifiche: 1) Modifiche di coordinamento ai fini di una più agevole lettura e interpretazione del testo; 2) Integrazioni che migliorano l’efficacia e chiariscono la portata di alcuni istituti, sulla base anche di quanto suggerito dal Consiglio di Stato in sede consultiva e dalle associazioni o dagli operatori di settore; 3) Limitate modifiche ad alcuni istituti rilevanti, conseguenti alle criticità evidenziate nella prima fase attuativa del Codice.

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ATTUALITÀ

10 NOVITÀ DEL CODICE APPALTI 1) A ­ ppalto integrato: introdotto un periodo transitorio che prevede che l’appalto integrato sia possibile per gli appalti i cui progetti preliminari o definitivi siano stati già approvati alla data di entrata in vigore del codice e nei casi di urgenza. 2) Progettazione: introdotta l’obbligatorietà dell’uso dei parametri per calcolare i compensi a base di gara. 3) Contraente generale: introdotta una soglia minima pari a 150 milioni di euro per il ricorso all’istituto del contraente generale, per evitare che il ricorso all’istituto per soglie minimali concretizzi una elusione del divieto di appalto integrato. 4) Varianti: integrata la disciplina della variante per errore progettuale, specificando che essa è consentita solo entro i limiti quantitativi del “de minimis”. 5) Subappalto: confermata la soglia limite del 30% sul totale dell’importo contrattuale per l’affidamento in subappalto. 6) Semplificazioni procedurali: in caso di nuovo appalto basato su progetti per i quali risultino scaduti i pareri acquisiti, ma non siano intervenute variazioni, vengono confermati i pareri, le autorizzazioni e le intese già rese dalle amministrazioni. 7) Manutenzione semplificata: viene definita da un decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e nel limite di importo di 2 milioni e mezzo di euro. 8) Dibattito pubblico: sarà effettuato sui progetti di fattibilità tecnica economica e non sui documenti delle alternative progettuali come nel testo approvato in via preliminare. 9) Costo della manodopera: se ne prevede la specifica individuazione ai fini della determinazione della base d’asta. 10) Albo dei collaudatori: inserito l’obbligo, per le amministrazioni, di scegliere i collaudatori da un apposito albo. 14 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

Il nodo delle offerte anomale Il gruppo di lavoro non si è limitato a fotografare lo stato di fatto, ma ha individuato delle precise direzioni da percorrere per uscire dalla palude. La recente riforma, come prevedibile, ha avuto bisogno di una fase di rodaggio, al termine della quale, preso atto delle criticità emerse, il Governo ha preparato un decreto correttivo. Tuttavia, i margini di miglioramento sono ancora piuttosto ampi e con il contributo di Anaepa Confartigianato Edilizia, Casartigiani, CLAAL, CNA Costruzioni, Confapi Aniem, Alleanza delle Cooperative Italiane e Oice, sono stati individuati dei suggerimenti molto puntuali per proseguire su questa strada. Per rendere più semplici e trasparenti le aggiudicazioni, il tavolo di lavoro ha proposto l’esclusione automatica delle offerte anomale attraverso il “metodo antiturbativa”, da utilizzare per gare fino alla

soglia comunitaria. Il documento elaborato dai protagonisti della filiera sul punto è categorico: “Fino a quando non sarà portata a compimento la qualificazione delle stazioni appaltanti e diverranno operativi gli albi dei commissari di gara presso l’Anac, nonché la progettazione in Bim, questo metodo è l’unica strada per una gestione trasparente ed efficiente delle risorse”. La soglia per l’esclusione automatiche delle offerte anomale andrebbe quindi innalzata da 1 a 2,5 milioni di euro, così da velocizzare la cantierizzazione dei lavori, ma senza rinunciare ai necessari requisiti di trasparenza e legalità. Si auspica, inoltre, una chiara interpretazione della definizione “interesse transfrontaliero”, che altrimenti rischia di generare applicazioni difformi.

Subappalti e sorteggi Altrettanto chiaro è l’orientamento in merito alle concessioni senza


gara: “È necessario confermare, per le concessioni non affidate con procedure ad evidenza pubblica, la regola che impone che almeno l’80% di tali lavori venga esternalizzato dai concessionari – prosegue il documento – Si tratta di una soluzione di compromesso rispetto alla norma europea che impone il 100%”. Viene nel contempo proposta l’esclusione delle concessioni “di sola progettazione ed esecuzione” (quindi che non prevedono la gestione) e di quelle i cui affidamenti originari sono “ante Legge Merloni”, da ricondurre all’appalto integrato o all’affidamento a contraente generale di cui all’art.194. In merito al subappalto, si propone di renderlo sempre possibile, evitando la necessità di una esplicita autorizzazione da parte della stazione appaltante interessata. Andrebbe eliminato, secondo gli auspici della filiera, anche l’obbligo di nominare in gara la ter-

na dei subappaltatori. Superando i pregiudizi sul subappalto come pratica che nasconde possibili illeciti, si propone inoltre di prevedere l’integrale subappaltabilità delle categorie scorporabili e del 30% della categoria prevalente. Un’altra procedura candidata alla “rottamazione” è il sorteggio nelle procedure negoziate, che contrasta con il criterio di qualità che va seguito per le imprese. Si chiede quindi di invitare tutti coloro che hanno risposto positivamente all’indagine di mercato per lavori di valore compreso nella fascia tra 150.000 euro e un milione di euro, esperendo verifiche “a campione” non solo sull’aggiudicatario, ma anche sul 10% dei concorrenti. Tra i problemi dei quali i player del settore non vedono l’ora di sgravarsi c’è “la prassi iniqua che scarica sull’intera filiera – grandi, piccoli e medi – l’onere di anticipare i corrispettivi dovuti. Va previsto inol-

GABRIELE BUIA PRESIDENTE ANCE

VA ELIMINATO IL CRITERIO DEL MASSIMO RIBASSO, CHE NON PUÒ E NON DEVE ESSERE UTILIZZATO DALLE AMMINISTRAZIONI PER AGGIUDICARE LE GARE

tre che, verificato il corretto adempimento dei lavori subappaltati, l’abusivo mancato rispetto dei termini di pagamento previsti dalla normativa UE possa consentire alla stazione appaltante di pagare direttamente per le prestazioni eseguite in subappalto”. Un ulteriore correttivo suggerito al legislatore riguarda la limitazione delle deroghe all’obbligo di appaltare i lavori su progetto esecutivo, da permettere solo per lavori complessi in cui le componenti innovative e tecnologiche siano di importo superiore al 70% del totale e che l’urgenza deve essere limitata a calamità naturali. Inoltre, si indica la necessità di innalzare a 258.000 euro la soglia di lavori per i quali è obbligatorio dimostrare la qualificazione SOA, così da ampliare la possibilità di accesso al mercato pubblico per il sistema delle micro e piccole imprese.

Il parere degli stakeholder Quali di queste criticità sono già state recepite dal decreto corretmaggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 15


ATTUALITÀ tivo del Codice degli Appalti? Secondo l’Ance, il giudizio sul lavoro svolto deve essere sostanzialmente positivo, ma permane la necessità di dare “chiare indicazioni sui poteri dell’Anac, la cui missione da noi sposata fin dall’inizio è quella di garantire in maniera trasparente e spedita l’applicazione di regole certe e uguali per tutti”, continua Buia. “È indispensabile che l’Anac possa contare su una regolamentazione operativa e strumenti adeguati per favorire il decongestionamento del contenzioso, uno dei principali freni all’apertura dei cantieri, evitando però di ingolfarla con competenze di ogni genere”. In termini di trasparenza, poi, “va eliminato il criterio del massimo ribasso, che non può e non deve essere utilizzato dalle amministrazioni per aggiudicare le gare. Il nuovo testo contiene, inoltre, molte norme condivisibili come la decisione di modificare i criteri per la qualificazione delle imprese, che prende atto della grave crisi economica in cui versa il settore e l’innalzamento del tetto pubblico per il partenariato pubblico e privato per consentire a questo strumento di decollare o la conferma del vincolo al 20% di utilizzo dell’inhouse per le concessionarie”. È complessivamente positivo anche il giudizio di Oice - l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria – che però affida

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GIORGIO LUPOI PRESIDENTE OICE

BISOGNEREBBE RICHIEDERE AI TECNICI DELLA P.A. GLI STESSI LIVELLI DI ESPERIENZA CHIESTI AL MERCATO PER PROGETTAZIONE E DIREZIONE LAVORI

alcune precisazioni alle parole del vicepresidente con delega agli sviluppi legislativi Giorgio Lupoi: “Ci sarebbe piaciuto che, come avevamo chiesto, gli stessi livelli di esperienza chiesti al mercato per progettazione e direzione lavori, fossero ritenuti imprescindibili anche per gli affidamenti ai tecnici interni alle Amministrazioni, ma confidiamo che

a ciò si arrivi attraverso il sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti. Avevamo anche chiesto di alleggerire l’impatto del rimborso degli oneri di pubblicità sui quotidiani, che nel nostro caso possono arrivare anche al 10% del valore dell’appalto, anche con una anticipazione prezzi. Avremmo apprezzato qualche sforzo in più sui supporti al RUP, anche per fare crescere la P.A. nel confronto con chi utilizza ogni giorno il project management”. Rispetto all’appalto integrato, Lupoi giudica favorevolmente la conferma del principio generale dell’affidamento dei lavori sulla base del progetto esecutivo: “Avevamo chiesto che fossero ridotte le eccezioni e il fatto di avere eliminato i casi di urgenza è sicuramente positivo dal momento che è proprio dietro al vago concetto di ‘urgenza’ che spesso ha prosperato la mancanza di trasparenza. Rimangono le eccezioni per le manutenzioni comunque limitate e quelle per netta prevalenza tecnologica e innovativa. In quest’ultimo caso auspicavamo qualche paletto in più per vietare distorsioni applicative. Positivo è anche che sia stato limitato il ricorso al contraente generale in un ambito consono a tale figura. Avevamo registrato troppe anomalie in questi ultimi mesi”. OICE indica un possibile correttivo anche sul punto relativo ai corrispettivi: “L’applicazione obbligatoria del ‘decreto parametri’ era per noi il primo punto di partenza, fondamentale per avere gare di qualità il cui importo a base delle stesse fosse calcolato correttamente. Abbiamo con piacere salutato l’accoglimento di altre due norme da noi proposte, finalizzate ad evitare che si subordinasse il pagamento dei corrispettivi all’ottenimento del finanziamento dell’opera progettata e che si potessero utilizzare forme di sponsorizzazione e di rimborsi nelle gare di servizi di ingegneria e architettura. Abbiamo notato che anche il Presidente ANAC in audizione ha accolto con molto favore queste due nostre proposte e ne siamo lieti”. ■


SERIES

2017 2016

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Un nuovo luminoso giorno in città

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Alla prossima… Bobcat ‘Tough Jobs’


MACCHINE MANITOWOC GROUP

L’INNOVAZIONE

PUNTA IN ALTO di Stefano Vitali

L’INNOVAZIONE E LA VELOCITÀ SONO I DRIVER PRINCIPALI DELLA CULTURA SU CUI SI BASA IL GRUPPO AMERICANO E DEL MOTTO ‘MANITOWOC WAY’“. ELEMENTI CHE SONO APPARSI EVIDENTI IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DELLE PIÙ RECENTI NOVITÀ, IN PARTICOLARE DURANTE LA SCORSA EDIZIONE DI CONEXPO 18 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017


I

l gruppo Manitowoc è stato senza dubbio uno dei protagonisti durante l’ultima edizione del Conexpo, a Las Vegas, presentando una serie di importanti innovazioni che hanno coinvolto le sue gamme di gru cingolate, autogrù fuoristrada e tutto terreno, nonché di gru a torre e automontanti, ribadendo la propria posizione di riferimento in questi settori. Vediamo le novità più interessanti.

L’autogrù fuoristrada Grove GRT880 Manitowoc ha lanciato sul mercato la Grove GRT880, una macchina che rappresenta per l’azienda un “salto generazionale” nella gamma delle autogrù fuoristrada, per via di una serie di caratteristiche che ne fanno un indiscusso punto di riferimento nella sua classe. Questo nuo-

vo modello ha fatto suo tutto ciò che Manitowoc ha sviluppato negli ultimi 10 anni di progettazioni ed è nettamente più produttiva e affidabile rispetto alle precedenti generazioni di gru, anche grazie ai progressi apportati dal Centro di verifica prodotti (PVC) di Shady Grove. La GRT880, da 80 t, si distingue per un braccio da 41 m più leggero e lungo rispetto ad altre gru della sua classe, caratteristica particolarmente utile per il settore minerario, gli interventi di manutenzione e i progetti infrastrutturali. Con una serie completa di opzioni di estensione del braccio, la macchina è in grado di sollevare carichi più pesanti in tutto il suo diagramma di carico. La GRT880 è molto versatile e fa registrare fino al 16% di capacità in più a sbraccio completo, il 13% in più nelle applicazioni intermedie e il 27% in più nei raggi contenuti.

LA GROVE GRT880 RAPPRESENTA UN “SALTO GENERAZIONALE” NELLA GAMMA DELLE AUTOGRÙ FUORISTRADA, PER VIA DI UNA SERIE DI CARATTERISTICHE CHE NE FANNO UN PUNTO DI RIFERIMENTO NELLA SUA CLASSE

L’OPINIONE

BARRY PENNYPACKER PRESIDENTE E CEO DI MANITOWOC GROUP

“Lo stand Manitowoc è stato una delle principali destinazioni per i visitatori del Conexpo 2017, i quali hanno potuto apprendere tutti i nostri ultimi sviluppi in termini di prodotto e innovazione. Abbiamo presentato diverse nuove gru, che hanno saputo sorprendere e soddisfare le aspettative dei clienti. D’altronde, il nostro impegno è sempre rivolto a loro, al miglioramento del rendimento del capitale investito. Tra le principali novità presentate, sono certamente da evidenziare le autogrù ‘tutto terreno’ a 5 assi GMK5150L e la GMK5250L, che hanno fatto la loro prima apparizione in Nord America e si distinguono per la lunghezza del braccio telescopico (60 e 70 t) e per il design innovativo. Ha fatto il suo debutto americano assoluto anche la gru fuoristrada GRT880 da 75 t, che incorpora il sistema CCS. Nel comparto delle gru cingolate, il fiore all’occhiello è la nuova MLC650, dotata del VPC-Max. Per quanto riguarda il marchio Potain, e quindi le gru edili, la parte del leone è rivestita senza dubbio dal modello Hup 40-30, dotato di un nuovo telecomando, del software Smart Set Up e della tecnologia High Performance Lifting (HPL). Della gamma topless Potain, va segnalata la versione 219, quella con la maggiore capacità della gamma MDT CCS City, introdotta nel 2016. Ma queste sono alcune delle innovazioni introdotte sul mercato da Manitowoc, perché sono davvero molte le novità che consentiranno agli operatori di lavorare con la massima efficacia e il livello di comfort più elevato. L’innovazione e la produttività, d’altra parte, sono i driver principali della cultura aziendale, che si basa sulla filosofia denominata ‘Manitowoc Way’”.

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 19


MACCHINE La struttura dell’autogrù consente agli operatori di allestirla e smontarla in poco tempo, facendo risparmiare denaro e aumentando la produttività e il ritorno degli investimenti. Anche i sistemi di comando idraulici sono stati progettati tenendo ben presente l’efficienza e il risparmio di carburante, al fine di consentire ai clienti una limitazione dei costi di manutenzione e d’esercizio. L’autogrù GRT880 è quindi un sicuro esempio di versatilità.

Due nuove autogrù “tutto terreno” Anche le due nuove autogrù “tutto terreno” GMK5150L e GMK5250L hanno fatto il loro debutto negli Stati Uniti lo scorso marzo. Le due macchine adottano diverse tecnologie innovative e, in particolare, entrambe montano un propulsore singolo a 6 cilindri Mercedes-Benz OM471LA Tier 4 Final / Euromot 4, con potenza nominale di 390 kW (520 HP) e coppia massima di 2.460 Nm. Il motore comanda il carro e alimenta la sovrastruttura. L’uso di un motore singolo consente di beneficiare di un consumo di car-

LE DUE NUOVE AUTOGRÙ “TUTTO TERRENO” GMK5150L E GMK5250L ADOTTANO DIVERSE TECNOLOGIE INNOVATIVE, TRA CUI UN PROPULSORE SINGOLO A 6 CILINDRI MERCEDESBENZ OM471LA TIER 4 FINAL / EUROMOT 4, CON POTENZA NOMINALE DI 390 KW (520 HP) E COPPIA MASSIMA DI 2.460 NM

burante inferiore durante l’esercizio (con un risparmio di gasolio fino al 30%), di un peso complessivo ridotto e di meno manutenzione, per cui l’utilizzo della gru risulta più conveniente. La denominazione “L” che contraddistingue la sigla delle due nuove autogrù evidenzia il fatto che entrambi sono modelli “Long Boom”, peculiarità che offre una portata superiore per un’ampia varietà di applicazioni, come ad esempio l’assemblaggio di gru a torre o il sollevamento in spazi ristretti di città congestionate. Abbiamo

parlato di braccio: si tratta di una lunghezza di 70 m per quanto riguarda la GMK5250L e di 60 m per la GMK5150L. I sistemi applicati Megaform, Twin-Lock e CCS fanno sì che queste macchine siano tra le più stabili sul mercato. La Grove GMK5150L, in particolare, è una macchina da 150 t di portata. Per via della massa lorda del veicolo, molto bassa per una gru di queste dimensioni, può essere previsto un contrappeso superiore. Con una capacità di 11,8 t con braccio completamente esteso, la GMK5150L è

EVOLUZIONE AUTOMONTANTE I visitatori americani del Conexpo 2017, tra le (molte) altre novità esposte da Manitowoc, hanno potuto ammirare anche l’innovativa gru automontante Potain HUP 40-30, già presentata al mercato europeo in anteprima come prototipo in occasione del Bauma 2016 e presso lo stabilimento Manitowoc di Niella Tanaro (Cn) in occasione di uno speciale evento organizzato lo scorso mese di settembre. La HUP 40-30 è una gru che si distingue per la versatilità e flessibilità, offre diverse opzioni di configurazione e un raggio di rotazione ad alte prestazioni. Il suo lancio sul mercato segue l’introduzione della prima versione della gamma, la HUP 32-27, avvenuto a metà 2016. JeanPierre Zaffiro, Product Manager per la divisione Gru automontanti Potain di Manitowoc, ha spiegato che la HUP 20 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

40-30 “rappresenta una profonda trasformazione nella tecnologia di questo comparto; lo sviluppo di gru automontanti ha raggiunto un nuovo livello di avanzamento, e la nostra nuova HUP 40-30 rispecchia appieno questi risultati. Rapidità, efficienza, versatilità e compattezza: sono tutti fattori aumentati rispetto alle generazioni di macchine precedenti”. La HUP 40-30 offre una portata massima di 4 t, mentre può sollevare 1 t al massimo sbraccio di 40 m. Il suo nuovo design aumenta l’altezza sotto gancio raggiungibile a 25,6 m nella sua posizione “bassa” e a 30 m quando invece è alla massima estensione. Una maggiore versatilità è garantita anche da un braccio capace di tre posizioni: orizzontale, a 10° e a 20°. “La flessibilità e la versatilità della HUP 40-30 consentono

agli operatori di coprire una gamma molto ampia di situazioni operative con una singola gru automontante”, ha aggiunto Zaffiro. “Questa è peraltro una delle caratteristiche principali della gamma HUP, possibile anche grazie alla tecnologia High Performance Lift (HPL), che garantisce una velocità di sollevamento senza precedenti”.


ideale per il montaggio di gru a torre o per altre applicazioni che richiedono affidabilità a quote elevate. Così come la GMK5250L da 250 t, monta una frizione con ritardatore VIAB che elimina il surriscaldamento dei liquidi e la bruciatura della frizione stessa, offrendo allo stesso tempo un minore consumo di carburante. Il modulo VIAB, inoltre, garantisce maggiore manovrabilità e comfort, lavorando in tandem con il retarder integrato della gru, con conseguente frenatura esente da usura. I movimenti in cantiere sono agevolati inoltre dall’integrazione della sospensione indipendente brevettata Megatrak di Grove, nonché dal sistema di sterzatura integrale, per cui durante lo spostamento non occorre sollevare alcun assale. Fattore, anche questo, che consente il trasporto del peso ottimale del contrappeso, supportato dal comando delle sospensioni attive.

MLC650 con VPC-Max A quasi tre anni dal debutto dell’innovativa tecnologia VPC di Manitowoc, le imprese di tutto il mondo ne hanno già sperimentato i benefici in termini di potenza e versatilità.

A Conexpo 2017, la gru cingolata tralicciata MLC650 è stata presentata in anteprima dotata di una nuova serie di miglioramenti che certamente consentiranno ai proprietari di ottimizzarne l’impiego. La MLC650, infatti, si è presentata con un accessorio denominato VPC-MAX, grazie al quale ora è più versatile e offre una capacità che supera i già notevoli livelli precedenti. “Già quando la gru MLC650 con tecnologia VPC ha debuttato al Conexpo di tre anni fa eravamo consci che avesse il potenziale per cambiare il mondo di sollevamento”, ha dichiarato Harley Smith, Product Manager per le Gru cingolate di Manitowoc. “Da allora abbiamo assistito a un gigantesco cambiamento nella strategia di sollevamento per molte applicazioni. La gru e la sua tecnologia VPC aumentano il livello di efficienza, riducendo i costi operativi per le aziende, ma soprattutto aiutano interi comparti a trasformarsi attraverso i nuovi metodi di costruzione resi possibili dalle capacità uniche di questa gru”. Il sistema VPC-MAX – che posiziona automaticamente il contrappeso della gru oltre la sua parte posteriore, per adattarsi al carico sollevato – eleva la capacità della gru

LA GRU CINGOLATA TRALICCIATA MLC650 È STATA DOTATA DI UNA NUOVA SERIE DI MIGLIORAMENTI CHE CONSENTIRANNO AI PROPRIETARI DI OTTIMIZZARNE L’IMPIEGO

MLC650 a 700 t, con un incremento di 50 t rispetto alla sua configurazione standard, e consente allo stesso tempo un movimento ottimizzato in cantieri dove lo spazio è limitato. La MLC650 è stata peraltro progettata per essere facilmente trasportata in qualsiasi parte del mondo insieme ai suoi pesi, poiché le dimensioni dei componenti sono state appositamente ottimizzate. Sfruttando i suoi 104 m di braccio principale, oltre ai 101 m di braccio mobile, la gru MLC650 può raggiungere una lunghezza totale di 205 m. Un altro miglioramento alla MLC650 nella sua configurazione VPC-MAX è un kit di quattro inserti da 3,5 m che aumentano la lunghezza del braccio e consentono di raggiungere altezze superiori in punta e con capacità maggiori fino al 30%. Oltre al già citato sistema di controllo CCS, la gru MLC650 utilizza anche il sistema brevettato di connettori FACT per agevolare il montaggio. maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 21


MACCHINE La gru Potain MDT 219 La gru MDT 219 offre la più alta capacità tra tutti i modelli della gamma di gru a torre MDT CCS City, caratteristica che la rende ideale per il settore delle costruzioni e, in particolare, dove gli edifici presentano un’altezza rilevante o una struttura complessa. La maggiore velocità possibile nell’installazione e nella configurazione, i comandi tecnologicamente avanzati e la manutenzione semplificata rispetto alla generazione precedente hanno già stimolato la curiosità e l’interesse di molte aziende anche in Europa. “La gamma MDT CCS City è il risul-

tato di decenni di ricerca e sviluppo del prodotto che si concludono con alcuni dei progressi più significativi apportati nel settore delle gru a torre”, ha detto Jean-Noel Daguin, vicepresidente Senior del settore Gru a torre Potain. “I visitatori di Conexpo hanno potuto vedere da vicino diversi dei progetti innovativi che ci hanno consentito di essere all’avanguardia in questo settore. In particolare, il sistema di controllo CCS delle gru, che ha ricevuto elogi a livello internazionale”. Oltre alla MDT 219, la comprende le versioni MDT 109, MDT 139 e MDT 189, tutte versioni aggiornate delle precedenti gru MDT City.

IL SISTEMA DI CONTROLLO CCS

Il sistema CCS è un’interfaccia “user-friendly” che Manitowoc sta uniformando su tutti i nuovi modelli di gru fuoristrada, di gru cingolate, di gru tutto terreno e di gru a torre. Ogni unità CCS presenta la stessa disposizione dei comandi, incluso un jog dial e un display centrale con simboli standardizzati. Inoltre, è formata da soli sette componenti principali: centralina di controllo gru; centralina di controllo sicurezza; gruppo IO (ingressi/uscite) piccolo; gruppo IO grande; joystick; jog-dial; display. Ognuno di essi può essere sostituito facilmente o scambiato con uno di un’altra macchina, allo scopo di portare a termine un lavoro. Il layout ergonomico evita all’operatore movimenti scomodi per completare un’operazione; i comandi sono perfettamente raggiungibili. Inoltre, per i proprietari di flotte di macchine che dispongono di diversi prodotti Manitowoc, assegnare l’una o l’altra macchina agli operatori risulta più agevole. Non solo: disponendo di componenti comuni, si possono ridurre i volumi del magazzino, mentre gli interventi di riparazione e manutenzione sono standardizzati e risultano semplici. Ad esempio, il sistema CCS è in grado di semplificare le procedure di messa in servizio e in funzione delle gru a torre Potain: la taratura può essere eseguita in soli 15 minuti da un solo operatore e a terra, mentre in precedenza quest’operazione richiedeva più tempo e la presenza di due operatori, uno dei quali doveva posizionarsi presso i diversi sensori installati sulla gru. Il sistema CCS garantisce loro anche capacità di sollevamento superiori, considerando la capacità di carico della gru stessa in funzione delle parti strutturali di un braccio. Sulle autogrù Grove, invece, il sistema consente di migliorare anche le prestazioni, mediante la modalità di configurazione del braccio: immettendo alcuni dettagli relativi all’operazione di sollevamento, questa funzione elenca la migliore scelta possibile di configurazioni del braccio; all’operatore basta premere un pulsante per attivare la configurazione desiderata e ciò elimina la necessità di consultare i diagrammi di carico e, di conseguenza, riduce il rischio di errori.

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LA GRU MDT 219 OFFRE LA PIÙ ALTA CAPACITÀ TRA TUTTI I MODELLI DELLA GAMMA DI GRU A TORRE MDT CCS CITY

Queste macchine offrono sbracci da 55 a 65 m, con capacità di sollevamento da 6 a 10 t. “Le gru MDT CCS City consentono di eseguire installazioni complesse riducendo sensibilmente il divario in altezza e le interferenze delle gru stesse nei cantieri di lavoro. I tempi di assemblaggio, montaggio, trasporto e manutenzione sono ridotti e ciò contribuisce a mantenere bassi i costi operativi”, ha spiegato Daguin. “E con il sistema CCS ci vogliono meno di 15 minuti per assemblare la gru sul luogo di lavoro”. La Premium Potain Ultraview Cab è migliorata in termini di ergonomia e comfort e garantisce un controllo generale molto più preciso. La funzione CCS garantisce al conducente una maggiore versatilità e produttività, un controllo preciso e un netto aumento delle curve di carico. Le intere gamme di gru Potain MDT e MD utilizzano i medesimi sistemi di controllo e ciò le rende quindi più semplici da gestire, risparmiando tempo e risorse, oltre a semplificare la formazione per operatori e tecnici. La cabina standardizzata permette anche una migliore efficienza nella gestione dei ricambi. Uno strumento di diagnosi integrata permette di eseguire facilmente il monitoraggio delle varie impostazioni e, appunto, della manutenzione. Il sistema presenta anche una funzione remota, denominata CraneSTAR Diag, che consente ai tecnici di monitorare la gru a distanza e in tempo reale. ■


LEGGERA E RESISTENTE LA GRU SEMOVENTE ELETTRICA MC580 DI JMG CRANES È TRA I FINALISTI DELLO SWEDISH STEEL PRIZE 2017

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IL PERSEGUIMENTO DELL’ECCELLENZA L’AZIENDA BOLOGNESE NON SI DISTINGUE SOLO PER L’INDUBBIA QUALITÀ DEI SUOI PRODOTTI, MA ANCHE PER UN “MODUS OPERANDI”, SIA INTERNO CHE NEI CONFRONTI DEL CLIENTE, CHE LE HA CONSENTITO DI RAGGIUNGERE I PIÙ ALTI LIVELLI DI QUALITÀ

di Ettore Zanatta

O

rganizzazione, competenza, merito, rispetto, professionalità, passione e senso di appartenenza: sono tutte locuzioni, queste, che vengono alla mente visitando la sede Effer di Minerbio, in provincia di Bologna,

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e osservando il comportamento delle persone che ci lavorano, nonché l’organizzazione del processo produttivo - basato sul metodo Lean Manufacturing - che porta alla realizzazione di quelle che oggi sono unanimemente considerate tra le gru retrocabina e da ca-

mion più affidabili al mondo. Una reputazione che l’azienda si è conquistata “sul campo” in oltre 50 anni di attività. Abbiamo avuto modo di visitare lo stabilimento bolognese - qui vengono costruite le gru di grosso tonnellaggio, mentre gli snodi e le


macchine di piccolo e medio tonnellaggio vengono realizzate in un secondo stabilimento a Taranto - e verificare come ogni atto compiuto all’interno dell’azienda rispetti un preciso regolamento comportamentale, finalizzato a garantire il massimo livello di qualità possibile e il suo miglioramento continuo, secondo una filosofia denominata Kaizen, composizione di due termini giapponesi: KAI (cambiamento, miglioramento) e ZEN (buono, migliore). Il Kaizen, infatti, è una terminologia che identifica “una strategia comportamentale che si riferisce a una pratica diretta al miglioramento costante dei processi manifatturieri, ingegneristici e di business management” secondo una logica bottomup che recentemente ha trovato applicazione in diversi ambiti. Una vision che prevede il rinnovamento “a piccoli passi, da farsi giorno dopo giorno, con continuità”. La base del rinnovamento è quella di incoraggiare le singole persone ad apportare ogni giorno pic-

EFFER UTILIZZA DA SEMPRE ACCIAI ALTORESISTENZIALI SSAB ED È MEMBRO DEL PROGRAMMA “MY INNER STRENX”, CHE PERMETTE A OPERATORI E UTENTI FINALI DI IDENTIFICARE I PRODOTTI REALIZZATI CON MATERIALE DI CATEGORIA SUPERIORE E TECNICHE DI PRODUZIONE A QUALITÀ CONTROLLATA. OGNI LASTRA ARRIVA IN EFFER DIRETTAMENTE DAL FORNITORE E VIENE CODIFICATA, PER GARANTIRNE - ANCHE NEL TEMPO - LA MASSIMA TRACCIABILITÀ. DOPO L’ARRIVO, LE LASTRE VENGONO LAVATE, PULITE E SABBIATE, PER ESCLUDERE OGNI RESIDUO DI MATERIALE INQUINANTE

coli cambiamenti affinché l’effetto complessivo diventi un processo di selezione e miglioramento

dell’intera organizzazione. È esattamente quanto accade in Effer.

L’OPINIONE

“Negli ultimi anni Effer ha ottenuto risultati sempre migliori sul mercato italiano, che dopo Israele rimane il territorio di maggiore successo per le nostre gru. Il 2016 è stato un anno molto positivo per il numero di clienti che ci hanno scelto per il loro business e in questi primi mesi del 2017 stiamo replicando il successo dello scorso anno. In particolare, nel sud Italia abbiamo rilevato un sensibile aumento di vendite. In questo momento per noi è importante non solo potenziare i punti vendita, ma anche aumentare il numero delle officine che si occupano di assistenza, in modo da dare un servizio post-vendita ancora più capillare. Dopo oltre 50 anni di attività la nostra reputazione è consolidata: Effer costruisce gru di altissima qualità, con un rapporto peso/potenza tra i migliori al mondo, ed è da sempre associata alle macchine grandi, quindi al concetto di performance e potenza. Un chiaro esempio sono le portate degli snodi, scelti da sempre più clienti per arrivare più lontano e portare in punta carichi superiori alla media. Negli ultimi anni in Effer è in corso un processo di miglioramento continuo che include anche l’ampliamento e l’ottimizzazione della gamma in base alle esigenze manifestate dal mercato, oltre all’introduzione di innovazioni tecnologiche come i sistemi per ottimizzare la stabilizzazione CroSStab e V-Stab. Queste novità rispecchiano l’esigenza, sorta in seguito alla crisi, di usare la gru per svolgere più lavori con la massima versatilità, non solo in edilizia. Una gru Effer, infatti, può essere utilizzata insieme ad accessori diversi come benna e rotore, cestello, ventose per la posa di vetri e altre applicazioni. Il successo delle gru Effer si deve non solo a elementi quali potenza, qualità e sicurezza; la soddisfazione maggiore che ne ricava il cliente è quella di aumentare i propri guadagni e lavorare con velocità, precisione ed efficacia. Il cliente sceglie di acquistare uno strumento di lavoro che nel tempo mantiene il ENRICO VANDELLI proprio valore e su cui può contare per molto tempo”. SALES MANAGER PER L’ITALIA maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 25


MACCHINE

EFFER UTILIZZA DIVERSE TECNICHE AUTOMATIZZATE DI TAGLIO DELLE LAMIERE, A SECONDA DELLO SPESSORE RICHIESTO. SPESSORI MIRATI, REALIZZATI CON PRECISIONE MILLIMETRICA, CONSENTONO DI OTTENERE GRU DALL’OTTIMALE RAPPORTO PESO/POTENZA

Creazione di valori

PER PIEGARE LE LASTRE D’ACCIAIO CHE ANDRANNO A FORMARE I TUBOLARI SFILI, EFFER UTILIZZA CALANDRE CHE GARANTISCONO LA MASSIMA PRECISIONE. I TUBOLARI VENGONO POI SALDATI SIA INTERNAMENTE CHE ESTERNAMENTE, COSÌ DA AVERE UN’UNICA SALDATURA E QUINDI MANTENERE LA RESISTENZA DELLA STRUTTURA

LA SALDATURA RAPPRESENTA UN VERO E PROPRIO VANTO DI EFFER. IN QUESTO REPARTO OPERANO SIA ROBOT CHE SALDATORI CON DECENNI DI ESPERIENZA NEL SETTORE, IN GRADO DI ASSICURARE LA MASSIMA PRECISIONE 26 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

Effer persegue naturalmente obiettivi economici, ma ha deciso di farlo in modo responsabile, mantenendo fede ai principi che la contraddistinguono. Principi che tutto il personale si è impegnato ad adottare nei confronti dei propri colleghi, dei clienti, dei fornitori, degli azionisti e dell’intero contesto sociale in cui l’azienda opera. L’obiettivo è generare valore e investirlo nella crescita e nella sostenibilità nel tempo, con strategie a lungo termine. Anche per questo motivo, all’interno della filosofia Kaizen Effer ha adottato il metodo PDCA (Plan, Do, Check, Act = Piano, Esecuzione, Controllo, Azione): ciò consente a chiunque di segnalare eventuali aree di miglioramento e di stimolare gli addetti a risolvere le problematiche e applicare le azioni previste, monitorando l’avanzamento di questo processo e rendendo le singole persone responsabili del proprio lavoro. Ma non solo, perché l’azienda ha anche organizzato tutto il processo progettuale, la “customer care” e la formazione della sua rete vendita con rigore e secondo i dettami dei corsi organizzati presso la EfferAcademy, tenuti da docenti esperti secondo il modello “train the trainer”, ovvero formando il miglior personale tecnico dei suoi partner che, una volta di ritorno alle rispettive aziende, potrà a sua volta trasferire le competenze acquisite al resto del gruppo di lavoro, in modo capillare. Parallelamente, ogni lavoratore, fin dal suo ingresso in azienda, ha a


PER I BRACCI (DAL CLASSICO PROFILO DECAGONALE), GLI SFILI E GLI STABILIZZATORI È PREVISTA SIA UNA SALDATURA ESTERNA CHE UNA INTERNA, PER GARANTIRE LA MASSIMA RESISTENZA ALLE SOLLECITAZIONI. ANCHE I BASAMENTI PIÙ GRANDI VENGONO SALDATI INTERNAMENTE DAGLI SPECIALISTI EFFER, CHE LI FANNO DIVENTARE DELLE VERE E PROPRIE “OPERE D’ARTE”

disposizione gli strumenti più idonei per costruire la propria carriera, in base ai suoi bisogni e alla specializzazione richiesta dal suo ruolo. Ma la “propositività” di Effer non si limita ai processi interni: anche nel rapporto con i propri fornitori ogni stimolo per migliorare la qualità è costante. Era successo con SSAB, ad esempio, quando l’acciaieria svedese creò appositamente per l’azienda bolognese un acciaio con caratteristiche idonee per essere utilizzato nel settore delle gru da camion. Si chiamava Weldox 1300 (oggi Strenx) e, inizialmente, era stato addirittura denominato “1250E”, dove la “E” indicava appunto Effer.

Una passione lunga oltre 50 anni Tutti gli anni Effer investe in programmi di ricerca e sviluppo per creare prodotti sempre all’avanguardia e della massima qualità. In quest’ottica, l’azienda bolognese può contare su elementi distintivi che non sono scontati e che da oltre 50 anni fanno di questa realtà made in Italy un punto di riferimento per gli operatori del sollevamento di tutto il mondo. Si tratta dell’orgoglio e del senso di appartenenza che caratterizzano le persone di Effer, elementi che uniscono professionisti con esperienza pluriennale e giovani preparati a innovare con idee originali.Tutti con il medesimo obiettivo: impegnarsi nel miglioramento continuo e nella promozione di soluzioni “intelligenti”. Questo è quanto ha contraddistinto Effer fin dalla sua nascita, il 9 novembre 1965, e l’ha accom-

IL FISSAGGIO DELLA RALLA È ESEGUITO E CONTROLLATO CON LA MASSIMA PRECISIONE GRAZIE A UN’APPOSITA MACCHINA ALL’AVANGUARDIA. NON C’È POSSIBILITÀ DI ERRORE E OGNI OPERAZIONE - IN PARTICOLARE, IL SERRAGGIO DELLE VITI AD ALTA RESISTENZA, NONCHÉ I PARAMETRI DI AVVITAMENTO E LA COPPIA - VIENE ESEGUITO ALLA PERFEZIONE, GARANTENDO SICUREZZA E QUALITÀ DEL PRODOTTO, NONCHÉ TEMPI DI PRODUZIONE MOLTO RAPIDI

DOPO ESSERE STATI LAVATI, I PEZZI VENGONO VERNICIATI CON PITTURE ALL’ACQUA, PER GARANTIRE IL MASSIMO RISPETTO AMBIENTALE. IL COLORE RIMANE SEMPRE UNIFORME E MANTIENE LA SUA QUALITÀ ANCHE DOPO MOLTI ANNI maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 27


MACCHINE UN PARTNER SU CUI CONTARE È da 52 anni che l’azienda bolognese è specializzata nella costruzione di gru completamente “made in Effer”, dalla progettazione al taglio della lamiera, dai collaudi finali alla spedizione del prodotto finito. Il marchio è indubbiamente riconosciuto come uno dei più affidabili nella costruzione di gru terrestri (oltre 40 modelli, da 2 a 300 tm) e marine, garanzia di un sempre ottimale rapporto peso/ potenza. Nella foto, la prima gru costruita in serie da Effer nel 1965: si tratta del modello PN 15 da 6 tm, operativa fino al 1999 (con la stessa quantità di acciaio utilizzata per costruire questa gru, oggi Effer realizza una 15 tm!). Un esempio di qualità e durata nel tempo. Oggi è esposta con orgoglio all’entrata della sede di Minerbio.

vi bracci con sezione decagonale; nel 2005, quando Effer è entrata a far parte del gruppo CTE, specialista nella produzione e commercializzazione di piattaforme aeree ed elevatori per l’edilizia; nel 2010, con l’ideazione del sistema PROGRESS, che assicura il completo controllo della gru e della stabilità del veicolo; nel 2013, quando nasce Raise the Value, un modello vincente che ha comportato una rivoluzione nel rapporto tra Effer e i propri dealer; nel 2016, quando l’azienda ha dato vita al nuovo concetto di “mini autogrù”, grazie alle combinazioni di V-Stab e CroSStab, con cui è possibile stabilizzare su 360° lavorando alle massime performance anche in spazi ristretti. Cinquant’anni durante i quali Effer, “metro dopo metro”,

LE GRU PRENDONO FORMA, SPESSO IN VARIE COLORAZIONI, IN BASE ALLE ESIGENZE DEL CLIENTE (IL LIVELLO DI PERSONALIZZAZIONE DELLE GRU EFFER È ALTISSIMO). OGNI GRU VIENE SOTTOPOSTA AD UN SEVERO COLLAUDO IN TUTTE LE SUE PARTI INSIEME ALLE SUE ATTREZZATURE COME SNODI, PROLUNGHE E VERRICELLI, AL FINE DI GARANTIRE UN PRODOTTO DI ALTA QUALITÀ, PRONTO PER ESSERE INSTALLATO

IL MAGAZZINO È AUTOMATIZZATO ED È STATO RECENTEMENTE RIORGANIZZATO NEL LAYOUT PER GARANTIRE LA MASSIMA CELERITÀ E PRECISIONE. I RICAMBI VENGONO GESTITI INTERNAMENTE, NELLA STRUTTURA DENOMINATA MINERBIO 3, IN MODO DA GARANTIRE TEMPI DI CONSEGNA SEMPRE RAPIDI, IN TUTTO IL MONDO

pagnata negli anni a seguire: nel 1969, quando l’azienda ha presentato la prima gru da 40 tm, interamente realizzata in acciaio T1-A; nel 1977, con la creazione di una gru da 110 tm per il mercato russo, munita di radiocomando 28 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

di esclusiva concezione Effer; nel 1986, con la creazione della divisione Gru marine; nel 1998, con la presentazione della più grande gru per autocarro mai realizzata (200 tm di capacità di sollevamento); nel 2001, con il lancio dei nuo-

è arrivata ovunque, grazie a un network di oltre 120 dealer in 60 Paesi. E ovunque offre un servizio completo, pensato per rispondere a ogni esigenza, apportando ai propri clienti il massimo valore possibile. ■



MACCHINE BOBCAT

“ESTENSIONE” DI GARANZIA

LANCIATA SUL MERCATO LA NUOVA GAMMA DI SOLLEVATORI TELESCOPICI A TELAIO RIGIDO, CON GARANZIA TRIENNALE DI SERIE, DESTINATA AI MERCATI DEL NOLEGGIO E DELL’INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI di Pietro Gabrielli

F

abbricati negli stabilimenti francesi di Pontchâteau, nella Loira Atlantica, i nuovi sollevatori telescopici a telaio rigido consentono oggi a Bobcat di offrire ai propri clienti 11 diversi modelli, con capacità di sollevamento da 2,6 a 4,1 t e altezze di sollevamento comprese tra 6 a 18 m.

Una nuova generazione Per i mercati come quello europeo, dove le emissioni di scarico sono strettamente regolate, le elevate prestazioni di queste macchine sono assicurate dal nuovo motore diesel D34 Stage IV/Tier 4 Final sviluppato internamente da 30 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

Bobcat. Ma rinnovate sono anche le sigle utilizzate per identificare le macchine, che ora ne evidenziano a colpo d’occhio le prestazioni in termini di capacità e altezza di sollevamento: i sollevatori telescopici compatti TL26.60 e TL30.60; i sollevatori telescopici a media capacità di sollevamento TL35.70, T35.105, T35.105L e T36.120SL; i sollevatori telescopici T35.130S e T35.140S, ottimizzati per il mercato del noleggio; i sollevatori telescopici a grande capacità T35.130SLP, T41.140SLP e T40.180SLP. La nuova generazione di telescopici incorpora inoltre diverse nuove funzionalità che migliorano ulte-

riormente sicurezza e precisione di controllo, come il freno di stazionamento automatico di uso intuitivo, simili a quelle utilizzate nel settore automobilistico. Già disponibile di serie sui modelli TL26.60, TL30.60 e TL35.70, che coprono altezze di sollevamento fino a 7 m, un’altra caratteristica di nuova introduzione è la modalità di ottimizzazione dei consumi di carburante Bobcat ECO, ora integrata anche nei telescopici di modello maggiore con motore Bobcat e altezze di sollevamento di 10 m e superiori, quindi dal T35.105 fino al modello top di gamma T40.180SLP. Il sistema ECO è attivato tramite


LA CABINA DEI MODELLI TL26.60 E TL30.60 (VEDI FOTO) PUÒ ESSERE MONTATA IN POSIZIONE BASSA, CON UN’ALTEZZA TOTALE DI APPENA 2,1 M, OPPURE IN POSIZIONE ALTA, PER OTTIMIZZARE LA VISIBILITÀ

la semplice pressione di un pulsante sul cruscotto e consente prestazioni idrauliche ottimali senza dover utilizzare la massima potenza del motore, regolando i parametri operativi del telescopico in funzione del carico, in modo da ottenere il miglior rapporto consumi/prestazioni. Le imprese di costruzione e i clienti del mercato del noleggio apprezzeranno quest’ulteriore risparmio di carburante, in combinazione con le rilevanti capacità di sollevamento.

Oltre a freno di stazionamento automatico e alla modalità ECO, tra le altre caratteristiche e dotazioni avanzate ci sono il sedile opzionale a doppia sospensione pneumatica, la ventola con sistema opzionale di inversione automatica, il girofaro/segnalatore di retromarcia presente di serie e la decelerazione idraulica di finecorsa in ritrazione su tutti e tre i modelli TL. La nuova ventola opzionale con sistema di inversione automati-

ca è controllata elettronicamente per regolare la velocità di rotazione in funzione delle temperature, con ulteriori risparmi di carburante. Seduto sul sedile a sospensione meccanica o pneumatica, l’operatore dispone di un set di comandi ergonomici convenientemente posizionati a portata di mano che include: comando FNR sul joystick; display digitale; piantone dello sterzo regolabile; abitacolo con sistema a flusso d’aria integrato.

BOBCAT HA INTRODOTTO UNA GARANZIA STANDARD CON COPERTURA DI TRE ANNI SU TUTTA LA GAMMA DEI TELESCOPICI RIGIDI: OLTRE A DIMOSTRARE LA FIDUCIA RIPOSTA NELLA PROPRIA GAMMA DI MACCHINE, ESSA ATTESTA L’IMPEGNO ASSUNTO DAL MARCHIO VERSO LA CLIENTELA maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 31


MACCHINE LA SCHEDA TECNICA Nuovi telescopici a telaio rigido

TL26.60

TL30.60

TL35.60

T35.105/L

T36.120SL

T35130S

T35.140S T35.130SLP T41.140SLP T40.180SLP

Capacità di sollevamento max.:

kg

2.600

3.000

3.500

3.500

3.600

3.500

3.500

3.500

4.100

4.000

Altezza di sollevamento max.:

mm

5.800

5.800

6.889

10.290

11.852

12.468

13.656

12.468

13.656

17.466

Sbraccio orizzontale max.:

mm

3.010

3.010

4.002

6.886

8.198

8.764

9.449

8.764

9.449

12.800

Velocità di traslazione max.:

km/h

40

40

40

30

30

30

30

30

30

30

HP

75 / 100

75 /100

100

75 / 100

75 / 100

75 / 100

75 / 100

75 / 100

75 /100

75 / 100

Potenza motore:

IL NUOVO MOTORE D34 Il motore D34 con conformità Stage IV è stato progettato per la nuova generazione di telescopici a telaio rigido Stage IV destinati ai mercati a stretta regolamentazione della regione EMEA ed è fabbricato internamente da Bobcat. Il risultato? Prestazioni ottimizzate per l’intera gamma. La compattezza del motore D34, combinata con il nuovo cofano a profilo ribassato, migliora peraltro la visibilità lungo il lato del componente, caratteristica importante quando si deve movimentare del materiale. Il motore Stage IV è disponibile in due versioni: un modello da 55,2 kW (75 HP), che offre prestazioni efficienti ed economicità di servizio, non richiede additivo per emissioni diesel (DEF) e utilizza un semplice sistema di post-trattamento limitato al solo catalizzatore di ossidazione diesel (DOC); un modello da 74,5 kW (100 HP), per impieghi più impegnativi, con sistema di post-trattamento basato su catalizzatore DOC, sistema di riduzione catalitica selettiva (SCR) e iniezione di additivo DEF. Per la riduzione delle emissioni, entrambe le versioni utilizzano lo stesso sistema di iniezione elettronica Common Rail ad alta pressione (HPCR) combinato con aspirazione gestita da turbocompressore e sistema di ricircolo dei gas di scarico raffreddati (CEGR). Nessuna delle due richiede il filtro antiparticolato diesel (DPF).

32 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

Le altre caratteristiche Ricordiamo inoltre che i modelli TL26.60 e TL30.60 sono disponibili con due diversi ingombri in altezza, poiché la cabina può essere montata in posizione bassa, con un’altezza totale di appena 2,1 m, oppure in posizione alta, per ottimizzare la visibilità. Sul TL35.70, che sostituisce il TL470, la tabella di carico è stata migliorata, assicurando 500 kg (3.500 kg) di capacità di sollevamento in più alla massima altezza di sollevamento (6,97 m). Infine, diversi sono i sistemi di gestione intelligente della macchina ampiamente provati e testati sul campo e offerti di serie su queste macchine: l’SMS (Speed Management System) regola la velocità di traslazione indipendentemente da quella del motore; l’SHS (Smart Handling System) permette la regolazione della velocità di movimento del braccio telescopi-

I SOLLEVATORI TELESCOPICI T35.130S (NELLA FOTO) E T35.140S SONO STATI PROGETTATI E OTTIMIZZATI PER IL MERCATO DEL NOLEGGIO

co (sollevamento, sfilo, inclinazione) in funzione del lavoro da svolgere; l’AFM (Auxiliary Flow Management) regola l’erogazione della potenza idraulica in funzione delle esigenze dell’accessorio e consente l’impostazione della portata continua; l’FCS (Fast Connect System) consente il cambio semplice e veloce degli accessori idraulici per mezzo di un sistema integrato a rilascio di pressione. ■


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Hands On

L’EVOLUZIONE

DEL PRIVILEGIO

IL SOLLEVATORE TELESCOPICO ROTATIVO MRT 2550+ ST4 S2 È UNO DEGLI ULTIMI SVILUPPI DELLA CASA FRANCESE. GRAZIE A UNA SERIE DI IMPORTANTI INNOVAZIONI, SI PROPONE COME UNO STRUMENTO VERSATILE E POLIFUNZIONALE, IN GRADO DI LAVORARE IN OGNI CONTESTO APPLICATIVO di Ettore Zanatta 34 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017


IL SOLLEVATORE TELESCOPICO MANITOU MRT 2550+ ST4 S2

A

gli operatori che necessitano di un sollevatore telescopico affidabile e in grado di lavorare in ogni situazione di cantiere, anche gravosa, Manitou propone l’MRT 2550+ ST4 S2, la più recente evoluzione nell’ambito dei rotativi costruiti nello stabilimento Manitou Italia di Castelfranco Emilia (Mo), nonché ulteriore evoluzione dei modelli Privilege, capace di distinguersi per un alto livello di versatilità, comfort, ergonomia, prestazioni e sicurezza. Con una rotazione di 360°, circa 5.000 kg di peso e 25 m di altezza di sollevamento, questa macchina – che ha sostituito il precedente modello MRT 2540+ – con-

sente di eseguire molteplici operazioni senza doversi spostare continuamente in cantiere per gestire e movimentare il materiale, anche grazie alla possibilità di montare svariate tipologie di attrezzature e al sistema di riconoscimento automatico di queste ultime denominato E-Reco (di serie), che permette di risparmiare tempo prezioso e di lavorare con maggiore sicurezza, in quanto ogni parametro di lavoro viene analizzato e qualsiasi sovraccarico viene rilevato automaticamente.

Una macchina polivalente Grazie al concetto progettuale “MRT”, il sollevatore telescopico 2550+ ST4 S2 può essere utilizzato su pneumatici – quattro ruote mo-

Il sollevatore telescopico Manitou MRT 2550 Privilege + si distingue per un interessante mix di versatilità e sicurezza

trici e sterzanti – o su stabilizzatori, in base alle necessità. La rotazione continua gli consente di lavorare con efficacia e, indipendentemente dagli accessori con cui è equipaggiato, garantisce un’elevata manovrabilità e stabilità.

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 35


Hands On Rispetto al modello precedente, in questa evoluzione produttiva la capacità operativa risulta aumentata di 1.000 kg (da 4.000 a 5.000 kg), così come lo sbraccio (quasi 2 m) e la portata alla massima altezza (da 1.750 a 2.000 kg). Gli incrementi sono evidenti anche nel caso in cui il sollevatore venga equipaggiato con cestello porta-persone: con versione di quest’ultimo da 365 kg/tre persone, orientabile ed estensibile, il maggiore sbraccio è di 3,1 m, con un’altezza di 2,5 m. Risulta migliorato anche il sisteIl braccio del sollevatore telescopico MRT 2550+ ST4 S2 è di forma pentagonale e consente di eseguire movimentazioni con estrema precisione. Le tubazioni idrauliche esterne consentono di eseguire agevolmente gli interventi di manutenzione, che possono essere effettuati anche in cantiere

L’area di stabilizzazione è notevole, così come l’altezza libera da terra, e ciò rende agevole il piazzamento del telescopico su suoli caratterizzati da fondi disconnessi o comunque imperfetti

Gli stabilizzatori, una vola ritratti, rimangono perfettamente in sagoma. Ogni stabilizzatore è dotato di lettura estensimetrica, che assicura una capacità di carico sempre ottimale, qualunque sia l’apertura

36 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017


IL SOLLEVATORE TELESCOPICO MANITOU MRT 2550+ ST4 S2 (+44 cm rispetto al modello precedente) e offrono una maggiore altezza da terra e luce libera sotto le ruote, che consente agli operatori di stabilizzare in modo ottimale il sollevatore anche in cantieri che presentano fondi irregolari e disconnessi. Tutto ciò semplicemente premendo un pulsante, con il quale è davvero semplice raggiungere la perfetta orizzontalità in modo automatico.

Il sollevatore prevede la lettura estensimetrica della stabilizzazione. In tal modo, il diagramma di carico è sempre quello massimo e ottimale, qualunque sia l’apertura degli stabilizzatori

ma di lettura della configurazione di lavoro; sviluppo ottenuto sfruttando l’esperienza accumulata con il sollevatore rotativo top di gamma MRT 3255+ (5,5 t di portata; 32 m d’altezza), che prevede la lettura estensimetrica della stabilizzazione e determina, in modo

INNOVAZIONE AL SERVIZIO DEL CLIENTE Numerose sono le innovazioni apportate al modello MRT 2550+ Privilege nel corso del 2016. Tra queste: l’incremento della capacità operativa; la maggior larghezza di apertura degli stabilizzatori (+44 cm); la lettura estensimetrica della stabilizzazione, con capacità di carico sempre ottimali; l’incremento della luce libera da terra quando stabilizzato (+5,5 cm); il livellamento automatico degli stabilizzatori; il posizionamento del braccio telescopico (migliore visibilità sulla parte destra); il sensore di sfilo e angolo braccio collocati all’interno del braccio stesso; il sistema di controllo del tensionamento delle catene del braccio; la trasmissione senza pulsante Reset, per un cambio marcia più agevole; la collocazione e la grafica migliorata del display 7” LCD a cinque modalità di lettura con area messaggi circa eventuali allarmi e anomalie su ogni modalità; maggiore comfort in cabina; migliore visibilità sul display.

millimetrico, l’effettiva estensione degli stabilizzatori. Così facendo, il diagramma di carico è sempre quello massimo e ottimale, qualunque sia l’apertura degli stabilizzatori. Quest’ultimi presentano una larghezza di apertura di 5,14 m


Hands On I PUNTI DI FORZA

LA CAPACITÀ OPERATIVA LA LUCE LIBERA DA TERRA IL MOTORE A GESTIONE ELETTRONICA LA STABILIZZAZIONE AUTOMATICA LA LETTURA ESTENSIMETRICA DELLA STABILIZZAZIONE

TUBAZIONI ELETTRICHE ESTERNE

SISTEMA BI-ENERGY (OPZIONE)

LIVELLAMENTO AUTOMATICO DEGLI STABILIZZATORI

ELEVATA LUCE LIBERA DA TERRA

38 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

BRACCIO PENTAGONALE

SENSORE DI SFILO E ANGOLO BRACCIO COLLOCATI INTERNAMENTE


IL SOLLEVATORE TELESCOPICO MANITOU MRT 2550+ ST4 S2 SISTEMA MSS DI CONTROLLO DEL CARICO

CABINA CON DISPLAY LCD 7”

SISTEMA DI CONTROLLO TENSIONAMENTO CATENE BRACCIO

DOPPIO JOYSTICK A ELEVATA ERGONOMIA

GESTIONE ELETTRONICA DEL FRENO DI STAZIONAMENTO

MOTORE MERCEDES-BENZ TIER IV maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 39


Hands On IL RADIOCOMANDO FA LA DIFFERENZA Grazie anche al radiocomando Manitou, il sollevatore MRT 2550+ Privilege acquisisce un ulteriore valore aggiunto. Dispone di un doppio joystick, per consentire all’operatore di replicare esattamente i comandi della cabina (non c’è alcuna differenza o cambio di funzioni, a tutto vantaggio dell’intuitività e della sicurezza). Il radiocomando, inoltre, consente all’operatore di controllare dall’ampio display tutti i parametri sia del carico

Particolare del serbatoio AdBlue, posto sul lato del sollevatore telescopico e a portata di mano dell’operatore

sollevato (peso ammissibile e movimentato, distanze, eccetera) che del sollevatore (stato del motore, temperature, livello del carburante, eccetera). Questo dispositivo è ampiamente richiesto là dove è necessario aumentare la produttività: movimentare con l’operatore non a bordo ma a distanza nella zona di carico o posizionamento consente di ottimizzare il personale e migliorare la produttività.

Innovazioni interne Il motore con cui è equipaggiato il sollevatore telescopico MRT 2550+ ST4 S2 è un 4 cilindri Mercedes-Benz OM 934 E4-5 Stage IV/Tier 4 Final, da 5.130 m3 di cilindrata e 115 kW (156 CV) di potenza a 2.200 giri/min. La coppia massima è di 675 Nm. Il sistema di propulsione prevede la tecnologia di riduzione emissioni con dispositivo EGR (Exhaust Gas

Sul sollevatore telescopico si trova un comodo e ampio cofano porta-attrezzi e oggetti

40 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017


IL SOLLEVATORE TELESCOPICO MANITOU MRT 2550+ ST4 S2

Il motore Stage IV / Tier 4 Final è posto in posizione trasversale. All’interno del sollevatore è prevista anche una nuova collocazione dei radiatori, per offrire una generale accessibilità per la manutenzione

Recirculation) associato a SCR (Selective Catalyst Reduction) con DEF (Diesel Exhaust Fluid). Sul sollevatore è presente peraltro un pulsante Eco-Fuel che permette di ridurre i consumi di carburante: utilizzando questo dispositivo, il regime del motore si adatta automaticamente alle necessità della trasmissione. Manitou, poi, ha previsto anche un sistema a gestione elettronica del freno di stazionamento che si inserisce automaticamente ogni volta che l’operatore arresta il moto della macchina (il sistema funziona anche in retromarcia); così facendo, il sollevatore resta immobile con

Particolare dello stacca-batterie

il motore acceso e marcia inserita e riparte appena si preme nuovamente l’acceleratore. L’impianto elettrico qui previsto lavora con una tensione di alimentazione a 24 V anziché di 12 V e prevede due batte-

rie da 12 V – 120 Ah – 850 A: in questo modo l’operatore può ottenere le massime prestazioni per poter alimentare adeguatamente l’impiantistica e le attrezzature con le connessioni elettriche.

Nel sollevatore telescopico MRT 2550+ ST4 S2 è stata recentemente incrementata la capacità di carico. In questo modello, molto utilizzato nell’edilizia, nei montaggi e nei lavori di rifinitura, il maggior incremento orizzontale è di 2,5 m

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 41


Hands On Controllo sotto… controllo La cabina Manitou merita una menzione particolare: da sempre sinonimo di qualità ed ergonomia, in questo caso ha beneficiato anche di alcuni importanti evoluzioni che riguardano, tra gli altri: il nuovo display da 7’’ LCD con collocazione e grafica migliorata e a cinque modalità di lettura, con area messaggi circa eventuali allarmi e anomalie su ogni modalità; un nuovo supporto telefono e porta USB, per sfruttare al meglio le innovazioni in fatto di IT; nuovi pulsanti di comando con illuminazione a LED. Ma non è tutto, perché all’interno dell’abitacoIl comfort in cabina è uno dei punti di forza del sollevatore telescopico MRT 2550+ ST4 S2. In cabina è presente uno schermo a colori LCD da 7” che consente un controllo immediato di tutte le funzioni della macchina. I pulsanti di comando sono con illuminazione a LED. I joystick sono a elevata ergonomia, al fine di assicurare un controllo ottimale del mezzo

Il sollevatore telescopico MRT 2550+ ST4 S2 è stato progettato con un design e una cabina da cui l’operatore può godere di una visibilità sempre ottimale, in ogni direzione

42 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017


IL SOLLEVATORE TELESCOPICO MANITOU MRT 2550+ ST4 S2 volante regolabili). Ma le innovazioni riguardano anche l’esterno della cabina. Il braccio a sezione pentagonale, infatti, assicura una maggiore rigidità e precisione di lavoro durante le movimentazioni a braccio esteso, così come l’ampia superficie di stabilizzazione modulabile. Inoltre, l’operatore può beneficiare dell’estensione simultanea o singola degli stabilizzatori, dei freni multidisco a bagno d’olio integrati all’interno degli assali (ripartizione sulle quattro ruote), del sistema di riconoscimento automatico per la sostituzione rapida degli accessori, del correttore di livello che mantiene il carico all’orizzontale fino a 8° e del dispositivo automatico di blocco d’oscillazione dell’assale posteriore. ■

Il sollevatore telescopico MRT 2550+ ST4 S2 si può equipaggiare con un’ampia gamma di attrezzature. Il sistema di controllo del carico MSS limita l’area operativa in funzione dell’attrezzatura stessa e del carico; in caso di anomalia, il dispositivo blocca i movimenti della macchina, mostrando sullo schermo in cabina la causa del guasto

lo l’operatore può usufruire di altre elementi preziosi, come: il doppio joystick in versione standard, per un controllo intuitivo, montato sui braccioli, che permette di pilotare comodamente il sollevatore; l’invertitore di marcia integrato nel joystick; la memorizzazione delle velocità massime idrauliche (in base all’ambiente o al lavoro da eseguire, è possibile la memorizzazione i parametri di velocità di tutti i movimenti idraulici del braccio e della torretta); ergonomia e comfort (cruscotto digitale, schermo multifunzione a colori, vetri elettrici, sedile e

LA SCHEDA TECNICA Il sollevatore telescopico Manitou MRT 2550 Privilege + Capacità max. (a 500 mm di baricentro): Altezza massima di sollevamento:

24,7 m

Sbraccio max.:

21,4 m

Motore: Potenza motore: Coppia max.: Forza di trazione a carico: Stabilizzatori: Rotazione: Trasmissione: Comandi:

Mercedes-Benz OM 934 E4-5 Stage IV / Final Tier 4 115 kW (156 HP) 675 Nm 8.800 daN n. 4, telescopici duplex con comandi individuali o simultanei continua a 360° idrostatica n. 2 joystick a comando elettroidraulico proporzionale

Luce da terra:

0,35 m

Raggio di sterzata (esterno ruote):

4,88 m

Pendenza superabile: Velocità di traslazione max.: Pneumatici: L’MRT 2550+ ST4 S2 è dotato di serie del sistema di riconoscimento automatico delle attrezzature E-Reco

4.999 kg

Dimensioni (larghezza x lunghezza x altezza): Peso a vuoto:

40% 40 km/h 445 /65 R22.5 2,49 m x 5,55 m x 3,05 m 18.900 kg maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 43


COMPONENTI GEFRAN

Soluzioni per l’idraulica mobile

L’AZIENDA BRESCIANA È DA OLTRE 50 ANNI SPECIALIZZATA NELLA PROGETTAZIONE E PRODUZIONE DI SENSORI PER APPLICAZIONI IN AMBITO INDUSTRIALE E NELL’IDRAULICA MOBILE. IN OCCASIONE DELLE PIÙ RECENTI MANIFESTAZIONI FIERISTICHE HA ESPOSTO UN’AMPIA RAPPRESENTANZA DEI SUOI PRODOTTI di Pietro Gabrielli

I

l catalogo di sensori per applicazioni mobile “hydraulic” di Gefran - che ha sede a Provaglio d’Iseo (Bs) e vanta una “Drive & Motion Control Unit” a Gerenzano (Va), oltre che strutture in Europa, Turchia, Stati Uniti, Brasile, India, Cina e Singapore - offre una gamma completa di soluzioni plug & play per la misurazione precisa di rotazione, inclinazione, posizione lineare, pressione e forza/deformazione. I prodotti Gefran si distinguono per la versatilità ap-

44 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

GEFRAN PROPONE SOLUZIONI MIRATE A GARANTIRE LA SICUREZZA DELLE PIATTAFORME E DELL’OPERATORE IN TUTTE LE CONDIZIONI DI LAVORO CRITICHE


plicativa e possono essere installati, oltre che su finitrici stradali ed escavatori, anche sulle piattaforme aeree.

Le ultime novità In occasione delle più recenti manifestazioni fieristiche, a partire dal SaMoTer 2017, Gefran ha presentato molte novità che arricchiscono la già vasta offerta di sensori, da oggi ancora più sicuri e affidabili. I sensori angolari GR, gli inclinometri GI e la sonda di pressione KH sono disponibili con l’uscita digitale in bus di campo CAN J3919 e le sonde di pressione hanno ottenuto la certificazione UL. Inoltre, i trasduttori di posizione assoluti con effetto hall rotativi della famiglia GR hanno ottenuto l’omolo-

L’AZIENDA BRESCIANA È SPECIALIZZATA NELLA PROGETTATA E PRODUZIONE DI SENSORI PER MISURE DI POSIZIONE, PRESSIONE, TEMPERATURA E FORZA

fetto hall GRA e GRN sono disponibili con e senza albero, a singolo giro; gli inclinometri per singolo/ doppio asse (XY/360°), tutti con tecnologia MEMS, sono disponibili nelle versioni GIB, GIG (general purpose anche in versione a relais) e GIT a seconda delle esigenze prestazionali del cliente. Il nuovo

alle variazioni termiche. Con queste caratteristiche, insieme alle loro dimensioni ridotte e compatte, i sensori Gefran rispondono all’esigenza dei clienti di avere un unico fornitore con un’ampia gamma di soluzioni dedicate a questi ambienti gravosi, riducendo la manutenzione al minimo.

Soluzioni per il sollevamento Le applicazioni tipiche del settore del sollevamento richiede soluzioni “high-end” a garanzia della sicurezza del mezzo e dell’operatore, precisione e affidabilità durante le movimentazioni critiche. In que-

GRAZIE ALLA COSTANTE RICERCA TECNOLOGICA, I PRODOTTI GEFRAN OFFRONO UNA QUALITÀ D’ECCELLENZA, CHE LI RENDE SPESSO PRECURSORI DEI TREND DI MERCATO

gazione E1 che, insieme alla certificazione SIL2 (sulla pressione industriale), aiutano a mantenere elevata la sicurezza del mezzo durante i movimenti quali, ad esempio, la stabilizzazione, la rotazione e l’inclinazione dell’intero veicolo o di una sua parte e, non meno importante, la messa in sicurezza anche dell’operatore in tutte quelle condizioni di lavoro critiche, tipiche di queste applicazioni. I sensori Gefran sono ideali per l’allestimento dell’intera macchina: i sensori angolari assoluti a ef-

GSF, trasduttore di posizione a filo progettato con tecnologia potenziometrica, si contraddistingue infine per le dimensioni ridotte e l’elevata solidità. Tutti dotati di protocollo di comunicazione digitale CANopen e CAN J1939, disponibili nelle versioni singole o ridondanti, i sensori Gefran si caratterizzano anche per affidabilità e robustezza: la struttura è prodotta in materiale PBT assicurando resistenza agli impatti e ai solventi e ai raggi solari UV, nonché e un’elevata stabilità

sto comparto, Gefran propone soluzioni mirate a garantire la sicurezza di macchina e operatore in tutte le condizioni di lavoro, declinando la propria offerta in soluzioni precise, puntuali e affidabili. L’esperienza dell’azienda accumulata in oltre 40 anni d’attività permette l’allestimento completo delle macchine grazie a una gamma di prodotti che garantiscono il controllo in sicurezza delle movimentazioni come la stabilizzazione, la rotazione e l’inclinazione della piattaforma. ■ maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 45


TECNOLOGIE GOLDHOFER

IL CUORE PULSANTE

DELL’ACCIAIO FONDATA NEL 1705, L’AZIENDA TEDESCA È OGGI UNA REALTÀ DI LIVELLO MONDIALE CHE PUÒ VANTARE UNA VASTA ESPERIENZA E UNA GRANDE FORZA INNOVATIVA NEL SETTORE DELLE TECNOLOGIE DI TRASPORTO. “ECCEZIONALI” LE NOVITÀ PRESENTATE RECENTEMENTE AL CONEXPO di Saverio Bellante

O

ra come nel Settecento l’acciaio è il cuore pulsante di quest’azienda tedesca, che ogni giorno elabora soluzioni robuste e “intelligenti” per la movimentazione su strada di carichi pesanti e i trasporti eccezionali. Goldhofer, infatti, è nota in tut46 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

to il mondo per la sua competenza nel difficile campo dei trasporti combinati su strada, rotaia, mare e aria. La progettazione mirata dei suoi veicoli non lascia spazio a compromessi. Con il recente lancio sul mercato di varie (e molto interessanti) innovazioni tecnologiche, in particolare, l’azienda

di Memmingen ha dichiarato di essere determinata a consolidare ulteriormente nel 2017 la propria posizione in questo particolare mercato. Già l’anno scorso, in occasione del Bauma di Monaco, Goldhofer si era fatta notare per il lancio dell’ADDRIVE, un’unità speciale che com-


bina in un unico veicolo i vantaggi di un semovente modulare PST e quelli di un modulo THP rimorchiato. Dopo averlo presentato in Europa, gli sforzi sono ora concentrati sui mercati esteri, in particolare sul Medio Oriente, l’India e gli Stati Uniti. A tal proposito, Goldhofer si è presentata al Conexpo CON/

AGG 2017 forte di soluzioni interessanti e specificatamente progettate per conformarsi alle dimensioni dei grandi spazi americani. Un particolare focus è stato riservato al semirimorchio ADDRIVE a 6 assi (di cui 3 semoventi) e al semirimorchio STZ-P 9 (3+3+3). Tra le peculiarità di questo veicolo poli-

valente c’è la flessibilità, garantita dalla possibilità di ridurre il peso totale dell’insieme durante, ad esempio, l’attraversamento dei ponti. In tal caso il trattore viene opportunamente sganciato e l’ADDRIVE passa in modalità automotrice, evitando così lo spostamento del carico su un altro modulo. maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 47


TECNOLOGIE Da sempre affidabili partner nell’ambito del trasporto pesante, i semirimorchi della serie STZ-P sono dotati di una tecnologia ad assale oscillante e offrono un’elevata resistenza del telaio e dei ponti estensibili, secondo le necessità. Per conformarsi alla normativa statunitense sugli spazi degli assi, il modello presentato a Las Vegas è egualmente estensibile tra i carrelli e tra i vantaggi offerti è inclusa la possibilità di ritrarre sotto carico il carrello posteriore in caso di curve strette o rotonde.

Soluzioni per ogni esigenza L’ADDRIVE È UN’UNITÀ SPECIALE CHE COMBINA IN UN UNICO VEICOLO I VANTAGGI DI UN SEMOVENTE MODULARE PST E QUELLI DI UN MODULO THP RIMORCHIATO

L’ADDRIVE, che si distingue per il sistema di frenata elettronico ad azione rapida EBS, è stato progettato con la cosiddetta “modalità a ruota libera”. Cosa significa? Significa che raggiunta una determinata velocità il sistema si disconnette automaticamente dal variatore e funge come un modulo normale per il traino, con una velocità fino a 80 km/h. Con l’asse motore staccato dal motore, il mancato addebito di olio evita surriscaldamenti

Oltre al programma standard relativo ai rimorchi (comprendente soluzioni a pianale ribassato da 3 fino

GOLDHOFER È NOTA IN TUTTO IL MONDO PER LA SUA COMPETENZA NEL CAMPO DEI TRASPORTI COMBINATI SU STRADA, ROTAIA, MARE E ARIA

e usure. In caso di salita - e con il conseguente aumento di potenza - il veicolo viene riattivato tramite un pulsante e ciò, in taluni casi, evita la necessità di utilizzare un secondo trattore.

a 5 assi, con capacità di carico che possono variare da 25 a 80 t, destinate all’impiego in aziende comunali, architettura del paesaggio e giardinaggio) e alla gamma di semirimorchi (che copre portate fino

UNA SOLUZIONE FLESSIBILE PER TORRI EOLICHE

In collaborazione con la società danese Torben Rafn, specializzata nel trasporto di impianti eolici, Goldhofer ha recentemente sviluppato un autoarticolato dotato di 9-11 assi in grado di soddisfare ogni esigenza in fatto di flessibilità e manovrabilità. La combinazione di veicoli dimensionata con un peso utile fino a 100 t è costituita da un dolly anteriore a rotazione libero

48 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

con 2, 3 o 4 assi, un dispositivo portatubi tipo RA3 e un rimorchio a 4, 5, 6 7 assi. L’uso di questo sistema di trasporto è già stato sperimentato con successo e in Danimarca è stato soprannominato “Futtog” (“autoarticolato che raggiunge ogni angolo”). Tra le peculiarità di questa soluzione: grazie alla semplice sostituzione di pochi elementi, il sistema consente l’impiego

di RA3 su diverse combinazioni di veicoli aventi un raggio di sterzata diverso; il carico può girare liberamente tra i carrelli e raggiunge un angolo di oltre gli 80° (in tal modo, rotatorie e curve fino a 90° non rappresentano alcun problema); grazie al sollevamento/ abbassamento dei supporti idraulici del dispositivo porta-tubi, il carico può passare sopra o sotto gli ostacoli.


LA GAMMA DI SOLUZIONI GOLHOFER È AMPIA E VA DAI RIMORCHI CON RAMPE AI TRAINATI AUTOSTERZANTI, DAI SEMIRIMORCHI CON PIANO ALTO/BASSO/DIRITTO A QUELLI PER USI SPECIALI

a 150 t, caratterizzati da una struttura diversificata e per il sistema di sterzatura), Goldhofer si distingue per l’ampio ventaglio di mezzi con sospensione e gestione idraulica delle altezze e della sterzatura destinato al trasporto di merci sovradimensionate o molto pesanti. Il sistema modulare offerto offre possibilità quasi infinite di abbinamento anche molto complesse, in quanto i moduli possono essere combinati sia longitudinalmente che lateralmente. Sono inoltre disponibili varie tipologie di “collo d’oca”, così come “spalle” per grandi carichi. Per il trasporto di grandi carichi eccezionali, Goldhofer ha poi sviluppato veicoli modulari semoventi con trazione azionata da motori idrosta-

tici: questi mezzi possono essere abbinati a gruppi modulari tradizionali ed essere equipaggiati con un sistema di sterzatura multidirezionale a controllo elettronico. Il sistema permette la movimenta-

zione con estrema manovrabilità di masse anche oltre le 10.000 t. Questi veicoli sono impiegati prevalentemente in ambito offshore, come pure per la costruzione di centrali e impianti. Oltre che per il trasporto, sono utilizzati anche per il posizionamento esatto di carichi pesanti e di grosse dimensioni. Un accenno merita anche un ulteriore ambito in cui Goldhofer si distingue, quello della tecnologia aeroportuale. Qui l’azienda ha definito nuovi parametri a livello mondiale rivoluzionando il mercato con la creazione di trattori senza barra: questa nuova generazione di macchine lavora senza la barra di

PER IL TRASPORTO DI GRANDI CARICHI ECCEZIONALI, GOLDHOFER HA SVILUPPATO ANCHE VEICOLI MODULARI SEMOVENTI CON TRAZIONE AZIONATA DA MOTORI IDROSTATICI, ABBINABILI A GRUPPI MODULARI TRADIZIONALI ED EQUIPAGGIABILI CON SISTEMI DI STERZATURA MULTIDIREZIONALE A CONTROLLO ELETTRONICO

I dispositivi porta-tubi possono essere sollevati fino a 3 m e consentono di raggiungere carichi utili fino a 100 t con un baricentro centrale: in tal modo, è

possibile trasportare i segmenti della torre e le navicelle degli impianti eolici conformemente alle prescrizioni di trasporto dei costruttori.

traino, infatti, consentendo manovre più veloci, sicure e, soprattutto, economiche per il velivolo a terra. I vari modelli permettono di movimentare aeromobili di peso compreso tra 150 e oltre 600 t MTOW. Caratterizzato da una particolare flessibilità che permette di adattarlo facilmente al tipo di intervento di recupero di volta in volta necessario, questo sistema è ormai adottato come attrezzatura standard da un numero sempre maggiore di aeroporti nel mondo. ■ maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 49


SERVIZI IPAF

Alzando l’asticella della qualità DALLA FORMAZIONE AL MARKETING, PASSANDO PER VARIE OCCASIONI DI CONFRONTO TRA ADDETTI AI LAVORI DI LIVELLO INTERNAZIONALE. SONO NUMEROSE LE INIZIATIVE CHE L’ASSOCIAZIONE STA REALIZZANDO PER FAVORIRE CON SEMPRE MAGGIORE CONVINZIONE LO SVILUPPO DEL SETTORE di Riccardo Lorenzi

È

un periodo decisamente intenso di impegni per IPAF. L’organizzazione che dal 1983 raggruppa i protagonisti del settore delle piattaforme di lavoro mobili elevabili (PLE) negli ultimi mesi è stata impegnata nelle principali fiere internazionali: SaMoTer, Conexpo, Smopyc e infine Apex, che per questo comparto rappresenta un appuntamento di fondamentale importanza. Nel contempo, a Londra lo scorso 4 aprile si è svolto anche il Summit 2017 dell’associazione. La nutrita delegazione italiana, guidata dal responsabile nazionale Maurizio Quaranta, ha ovviamente fatto il tifo per i connazionali delle aziende candidate ai premi IAPA: 50 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017


Maber Hoist e CTE. Quest’ultima si è aggiudicata il premio nella categoria delle autocarrate grazie alla sua B-LIFT 17E, che ha colpito la giuria per “l’innovativa tecnologia della batteria, che consente alla piattaforma di funzionare per un periodo di tempo notevole senza utilizzare il motore, e dalla sua capacità di lavoro in spazi ristretti”. Il successo dell’azienda di Rovereto rappresenta un segnale molto positivo per tutta l’industria nazionale, come ci spiega lo stesso Quaranta: “Ciò dimostra che lo spirito innovativo nostrano è vivo e vegeto, ma altresì richiede, per cogliere grandi riconoscimenti, il coraggio di affrontare l’agone e la severità del giudizio internazionale. Confidiamo dunque che il premio di CTE invogli i tantissimi bravi e preparati produttori italiani ad affacciarsi con orgoglio e dedizio-

ne alla prossima edizione dei premi IAPA, che si terrà nel marzo 2018 a Miami”.

Una rete internazionale Alcuni dei partecipanti al Summit, tra cui i rappresentanti italiani, si sono trattenuti in Inghilterra anche il giorno successivo per “Rental Trip”, un evento pensato per mantenere e incrementare le relazioni e accrescere la comune professionalità. “Con i colleghi di Singapore abbiamo visitato la sede di Nationwide a Luton”, continua Quaranta. “Eccellente l’ospitalità e di grande spessore la presentazione degli amici e colleghi inglesi, che ci hanno illustrato con dovizia di particolari i retroscena della loro attività. Siamo soddisfatti dell’evento, che, seppur in sordina, ci ha dato modo di offrire ai partecipanti l’occasione

MAURIZIO QUARANTA RAPPRESENTANTE PER L’ITALIA DI IPAF

di un confronto-scambio su questioni attinenti al business del noleggio. IPAF Italia è fermamente convinta dell’importanza di eventi di questi tipo, sia per condividere buone prassi che magari per formare gruppi di lavoro sulla condivisione di analisi e dati di mercato”.

Formazione e sicurezza Ma non è certo il momento di tirare il fiato, perché l’agenda di IPAF nei prossimi mesi è altrettanto fitta di appuntamenti. Sul fronte della formazione, i suoi istruttori saranno impegnati in un corso sul tema “carico-scarico” che si svolgerà il 18 maggio presso la Savis Service di San Mauro Torinese (To). L’istruttore senior Mauro Potrich erudirà la squadra sulle corrette procedure di sicurezza nelle fasi di carico, scarico e fissaggio di macchine operatrici da cantiere, prima o dopo il trasporto su strada. Il 7 giugno ci si sposterà invece presso la sede IPAF di Milano, in via Chieti 8, per il “Corso PLE per Gestori e Responsabili di Cantiere”. Anche in questo caso l’appuntamento è dedicato agli istruttori IPAF, ma è prevista la possibilità di partecipare (gratuitamente) anche per chi lavora nel settore e vuole aumentare la propria competenza nel campo delle PLE, per quanto riguarda la loro scelta, la dislocazione, il noleggio, le modalità di utilizzo, le analisi di produttività o qualunque altro aspetto. maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 51


SEZIONE Nuovi strumenti tecnologici

L’OPINIONE

NICK SELLEY PRESIDENTE DI IPAF

“Nel subentrare a Andy Studdert alla guida della nostra organizzazione desidero rivolgere al mio predecessore un sentito ringraziamento per l’eccellente contributo che ha dato a IPAF. In particolare, voglio esprimere la mia gratitudine per il ruolo che ha svolto nel lancio del nostro programma di formazione online. Tuttavia, credo che da qui in avanti dovremo impegnarci maggiormente anche in altre aree ed essere più proattivi nell’elevare gli standard industriali. Non vogliamo certo limitarci a raccogliere statistiche sugli incidenti, bensì intendiamo sviluppare delle strategie finalizzate a ridurli. La sicurezza è il nostro valore supremo e i membri di IPAF devono crederci veramente. Francamente, credo che chi non riesce ad accettare la necessità di aderire ai nostri standard di sicurezza non possa nemmeno fare parte dell’organizzazione. Un altro ambito nel quale dobbiamo intensificare la nostra attività è la promozione dell’accesso all’industria da parte dei giovani. Sono loro i leader del futuro e nel corso della mia presidenza intendo sostenere con forza l’impegno da parte dei nostri membri nei confronti di un serio sviluppo dei programmi di apprendistato. IPAF deve fare in modo che l’industria sia sempre più efficace nell’incoraggiare i giovani a salirvi a bordo”. 52 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

Dall’Italia alla Polonia (e ritorno) Il 13 e 14 settembre, a Modena, si svolgerà la nuova edizione della convention “Ambiente Lavoro”, nella quale IPAF organizzerà due convegni. Il primo si chiama “Nuovi strumenti IT per la sicurezza e la formazione sulle attrezzature di lavoro” e prenderà in esame i numerosi spunti di interesse legati a e-learning, app, nuove tecnologie di localizzazione, videosorveglianza ed elaborazione dei dati applicata ai macchinari, anticipando così il futuro prossimo del settore. Nel secondo convegno, “Le piattaforme di lavoro verticali e gli obblighi di sicurezza”, verranno invece analizzate le tecnologie costruttive, l’uso dei DPI, le attività di picking e le prospettive di modifica della normativa. Sempre il 14 settembre, ma a Varsavia, si svolgerà l’undicesima edizione di Europlatform, il principale punto d’incontro per dirigenti e manager del noleggio di mezzi di sollevamento aereo, con IPAF promotore. Venti giorni dopo, si ripartirà da Piacenza con “GIS 2017”, la sesta edizione dell’unica manifestazione italiana dedicata specificamente agli operatori del sollevamento, dei lavori aerei, della movimentazione interna e portuale, nonché dei trasporti eccezionali. Da sempre convinta del potenziale di questa manifestazione, IPAF quest’anno sarà presente non solo in veste di ente patrocinante, ma anche con un proprio stand. Così come nel 2015, anche per l’edizione di quest’anno è previsto un nutrito programma di convegni, seminari tecnici e workshop, organizzati con il supporto di alcune delle associazioni di categoria patrocinanti e di primarie aziende del settore.

In questo continuo succedersi di viaggi in Italia e all’estero, IPAF non trascura i propri compiti canonici. Dopo due anni di ricerche, test e ingenti investimenti, l’introduzione dei nuovi strumenti didattici da aula e dell’e-learning per la parte teorica ha cominciato a offrire flessibilità e interattività. Rimane invariata l’attenzione alla formazione pratica – solo i partecipanti che superano un esame teorico e un esame pratico ricevono la PAL Card – e la “centralità” del Centro di formazione, che rimane l’unico luogo deputato a fornire formazione e a verificare l’avvenuto apprendimento. Prosegue nel contempo l’impegno dei Comitati e Gruppi di lavoro, finalizzato ad aumentare le frecce all’arco dei Centri di formazione del network, agevolandone una maggiore competitività sul mercato. Il TWG (Training Work Group) sta lavorando alacremente su un corso per operatori di sollevatori telescopici e, anche in questo caso, IPAF può contare sulla disponibilità di un gruppo di istruttori senior che ha messo a disposizione tempo e materiale al fine di creare un nuovo percorso formativo, con tutti i requisiti didattici e di serietà di un corso IPAF. Dal 1 giugno, il corso sarà disponibile per i Centri di formazione che ne faranno richiesta. Sono in vista novità anche sul fronte del marketing. Partendo dal presupposto che la peculiarità del mercato italiano consiste nella presenza di migliaia di piccole aziende dedite alle più svariate attività, è emersa la necessità di raggiungere direttamente gli operatori formati – e in possesso di Carta PAL – per mantenere con loro un contatto discreto, ma produttivo in termini promozionali, commerciali e informativi. Pertanto, IPAF Italia e il dipartimento Marketing e Comunicazione della casa madre inglese stanno lavorando per realizzare una app e un progetto legato ai social media che consentano una relazione continua ed efficace con tutti gli operatori. ■


SERVIZI NOLEGGIO LORINI

L’ESPERIENZA

guida lo sviluppo IL NOLEGGIATORE LOMBARDO OFFRE UN PARCO MACCHINE AMPIO E DIVERSIFICATO ED È FOCALIZZATO SU ALCUNI SETTORI CHIAVE E OPERA CON UNA SPICCATA SENSIBILITÀ VERSO I SEGMENTI EMERGENTI, APPROCCIATI CON UNA GAMMA D’OFFERTA CHE, IN OGNI AMBITO, PROPONE IL MEGLIO DI QUANTO OFFRE IL MERCATO di Pietro Gabrielli

D

opo gli anni del boom coincisi con l’inizio del nuovo millennio, il settore del noleggio ha vissuto una profonda fase di cambiamento che ne ha sensibilmente modificato il panorama. E come spesso avviene, a uscire vincenti da queste transizioni sono state le organizzazioni che prima e meglio hanno saputo anticipare il cambiamento, dotandosi non solo delle necessarie strutture, ma anche di un approccio al mercato al passo con le sue evoluzioni. Tra queste rientra senza dubbio Noleggio Lorini, azienda di Montichiari (Bs) che, nel corso di oltre due decenni di attività, ha saputo “cambiare pelle” per incontrare in modo sempre più efficace le richieste della clientela e che oggi, per lo specifico settore del sollevamento, vede Haulotte tra i suoi partner privilegiati.

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 53


SERVIZI

NOLEGGIO LORINI È SPECIALIZZATA NEL SETTORE DELL’EDILIZIA E DEL SOLLEVAMENTO E OFFRE UN SERVIZIO A 360° AI PROPRI CLIENTI, GRAZIE ANCHE A UNO STAFF SPECIALIZZATO IN GRADO DI OFFRIRE CONSULENZA E ASSISTENZA PROFESSIONALE DIRETTAMENTE IN CANTIERE

All’insegna del cambiamento Anche Noleggio Lorini, come spesso accade nel settore del noleggio, è figlia di una storia che affonda le sue radici in altri rami d’attività, in questo caso nell’edilizia. È il 1974 quando nasce l’impresa Lorini Geom. Pietro, azienda specializzata nella costruzione di linee elettriche e telefoniche, nonché impresa di costruzioni e ristrutturazioni che come altre realtà del ramo sperimenta in quegli anni le sue tipiche dinamiche, in particolare un parco macchine ampio ma spesso sottoutilizzato e che richiede costantemente

ingenti investimenti per mantenerlo aggiornato ed efficiente. A questo punto in azienda, non esistendo nella zona strutture in grado di fornire alle imprese le macchine più appropriate per ogni singola esigenza, matura una nuova idea: noleggiare le proprie attrezzature e macchine nei momenti di inutilizzo, iniziando così ad assumere la nuova veste di noleggiatori. Da questa esperienza ha inizio il percorso che, nel volgere di pochi anni, porterà alla attuale fisionomia aziendale. Nel 1993 nasce a Poncarale la C.N.B. - Centro

Noleggio Bresciano, prima azienda specializzata registrata alla Camera di commercio di Brescia nel noleggio di macchinari e attrezzature per il settore del movimento terra e delle costruzioni stradali. Con il prosieguo dell’attività e l’ampliamento del parco macchine si presenta la possibilità di aprire un altro punto logistico a Montichiari e si affiancano due ulteriori punti noleggio, a Calcinato e a Castegnato. Nel contempo, forte impulso riceve anche il tema della sicurezza: è a tale scopo che Lorini crea al suo interno, in partnership con IPAF e Fesica, una struttura dedicata alla formazione, dove tutt’oggi vengono erogati corsi di formazione all’utilizzo delle macchine.

Un parco in costante sviluppo Oggi Noleggio Lorini rappresenta una delle più importanti realtà nel settore del noleggio generalista del Nord Italia, grazie a una politica aziendale che ha visto costantemente ampliare i settori di riferimento, a partire da quello d’elezione, l’edilizia, per arrivare al sollevamento e alle applicazioni industriali. Come ci racconta il titolare dell’azienda, Pietro Lorini, “la nostra azienda è stata tra i pionieri del noleggio in Italia, in un’epoca in cui

LA SINERGIA CON HAULOTTE La proposta per il sollevamento offerta da Noleggio Lorini è ampia e strutturata e comprende oltre 300 unità (una quota rilevante delle quali è destinata ad applicazioni in interni), focalizzate soprattutto nel segmento intermedio in coerenza con le richieste di un mercato locale oggi concentrato soprattutto sui settori della logistica e delle manutenzioni. “I modelli più richiesti - confermano Pietro e Daniele Lorini sono quelli dei segmenti compresi tra i 12 e i 20 m di altezza operativa, che proprio per questo abbiamo deciso di potenziare con l’acquisizione di una serie di nuovi modelli Haulotte, in particolare le piattaforme semoventi 54 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

articolate elettriche HA12IP e HA12 CJ+ da 12 m, HA15, le nuove piattaforme semoventi articolate diesel HA16 RTJ da 16 m, affiancate da una serie di piattaforme a pantografo elettriche della gamma Optimum e Compact in altezze da 8, 10, 12 e 14 m. Le articolate, in particolare, sono molto apprezzate dalla nostra clientela in quanto, pur offrendo buone altezze di sollevamento e capacità di sbraccio spesso pari a modelli di classe superiore, si caratterizzano per dimensioni compatte che ne agevolano l’impiego anche in contesti difficili dal punto di vista logistico. Anche sotto il profilo dell’affidabilità e dei supporti forniti da Haulotte queste nuove

DA SINISTRA, DANIELE E

LORINI

PIETRO

acquisizioni hanno finora offerto risultati più che soddisfacenti. Non ultimo, inoltre, le loro caratteristiche si prestano a un mercato, quello delle manutenzioni industriali, che in questa fase stiamo guardando con grande attenzione alla luce del suo notevole potenziale di mercato”.


questo strumento era pressoché sconosciuto nel nostro Paese. Abbiamo quindi sotto molti aspetti dovuto costruire non solo un mercato, ma una vera e propria mentalità presso imprese che un tempo erano nostre colleghe. E probabilmente proprio il fatto di averne condiviso la realtà e le esigenze quotidiane ci ha permesso di proporci sul mercato con la giusta credibilità e, insieme alla creazione di un parco macchine sempre più ampio e di qualità, di conquistare quote di mercato sempre più ampie”. Proprio il potenziamento e la diversificazione del parco macchine sono state due chiavi di volta nel successo dell’azienda: “Siamo partiti con un’offerta afferente il nostro settore di provenienza, l’edilizia, proponendo macchine quali escavatori e pale. Tutt’ora questo rimane uno dei pezzi forti della nostra proposta, che oggi comprende più di 300 macchine edili e stradali delle oltre 1.000 disponibili in flotta”, conferma il figlio del titolare, Daniele Lorini. “Sempre rimanendo nel settore edile abbiamo inoltre potenziato la gamma a noleggio includendo anche le piccole attrezzature, con l’obiettivo di fornire un servizio il più completo possibile in un’ottica di fidelizzazione della clientela che, peraltro, caratterizza tutti i nostri rami di attività”.

IL NOLEGGIATORE DI MONTICHIARI (BS) PROPONE UN PARCO MEZZI AMPIO E DIVERSIFICATO, STRUTTURATO PER CONQUISTARE SEMPRE MAGGIORI QUOTE DI MERCATO

Dall’edilizia al sollevamento L’altro segmento di punta di Noleggio Lorini è il sollevamento, ambito nel quale l’azienda brescia-

NOLEGGIO LORINI COLLABORA CON AZIENDE IN GRADO DI OFFRIRE LA MASSIMA AFFIDABILITÀ E UN CORRETTO RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO, NONCHÉ UN’ASSISTENZA IN LINEA CON I LIVELLI DI SERVIZIO OGGI TRASMESSI ALLA PROPRIA CLIENTELA

na ha costruito un’esperienza altrettanto solida affidandosi, come da tradizione, a un parco fornitori di assoluta eccellenza, tra i quali oggi Haulotte occupa una posizione di primo piano. “Nella ricerca e selezione delle aziende partner - racconta Pietro Lorini abbiamo sempre seguito una politica molto chiara: scegliere i marchi e modelli migliori sul mercato, caratterizzati dalla massima affidabilità e da un corretto rapporto qualità/prezzo, supportati da un’assistenza in linea con i livelli di servizio che garantiamo alla nostra clientela. Un aspetto, quest’ultimo, che soprattutto negli ultimi anni, pur essendo dotati di un’officina e di meccanici interni, ha assunto particolare rilevanza alla luce della maggiore complessità delle macchine. Tutte caratteristiche che abbiamo trovato in Haulotte, marchio che oggi non a caso spicca all’interno della nostra proposta di piattaforme aeree”. ■ maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 55


Dossier

UNA RIVOLUZIONE DIETRO L’ANGOLO NEL 2019/20 ENTRERÀ IN VIGORE LA NORMATIVA STAGE V, CHE SEGNERÀ UN ULTERIORE SALTO DI QUALITÀ NEL FRENETICO CAMMINO INTRAPRESO VERSO LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI NOCIVE. IN POCO PIÙ DI DUE DECENNI SONO STATI COMPIUTI SFORZI ENORMI, NEL NOBILE SCOPO DI PRESERVARE L’AMBIENTE. MA QUANTO SONO EFFICACI QUESTE MISURE? E QUANTI PROBLEMI COLLATERALI HANNO CREATO A UN MERCATO GIÀ PESANTEMENTE DANNEGGIATO DALLA CRISI GLOBALE? NE ABBIAMO PARLATO CON I PROTAGONISTI DELL’INDUSTRIA, PER CAPIRE SE TUTTI GLI INVESTIMENTI CHE STANNO FACENDO SARANNO POI EFFETTIVAMENTE RIPAGATI DA BENEFICI CONCRETI di Lorenzo Zacchetti

S

ono passati più di vent’anni da quando, nel 1996, l’agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente (EPA) e l’Unione Europea hanno iniziato a introdurre limiti vincolanti alle emissioni inquinanti. Il percorso è stato parallelo e sostanzialmente coerente, nonostante qualche confusione ingenerata dalle diverse terminologie adottate: lo Stage IV europeo equivale all’americano Tier 4, lo Stage III al Tier 3 e lo Stage IIIB al Tier 4 Interim. Prima in modo graduale e poi con un ritmo sempre più sostenuto, le normative Stage (per quanto riguarda il mercato UE) e Tier (per il mercato nordamericano) sono intervenute per ridurre i livelli dei principali inquinanti derivanti dall’uso dei combustibili fossili nei motori diesel, ossidi di azoto (NOx) e particolato (PM). Tale riduzione è stata davvero radicale: 56 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

si pensi che in questi due decenni i livelli di NOx e PM sono calati del 97%. Il prossimo salto di qualità sarà nel biennio 2019/2020, quando entrerà in vigore la normativa Stage V, alla quale tutte le case costruttrici stanno già cercando di adeguarsi. Stiamo parlando di uno sforzo davvero immane, di uno slancio evolutivo che consentirà al settore delle costruzioni di dare il proprio contributo nel contesto di una più articolata serie di interventi finalizzati a ridurre l’inquinamento globale. L’esigenza di ridurre l’impatto dell’uomo e delle sue attività sull’ambiente naturale è stata messa fortemente in discussione durante la campagna di Donald Trump per le elezioni presidenziali americane. Il sorprendente trionfo del tycoon newyorchese ha messo in allarme gli ambientalisti, viste le sue posizioni quantomeno ambigue sul tema. Dopo aver promes-

so di cancellare lo storico accordo di Parigi sul clima e aver parlato del riscaldamento del pianeta come di “una bufala” inventata dalla Cina per acquisire il dominio del mercato internazionale, Trump ha leggermente ammorbidito la propria posizione. Tuttavia, la nomina di un cosiddetto “negazionista” dell’allarme ecologico come Scott Pruitt ad amministratore dell’EPA è sembrata un atto politico inequivocabile. Eppure, sia negli USA che in Europa l’orientamento prevalentemente non è tanto sul rimettere in discussione l’opportunità di queste misure antinquinamento, quanto il reale rapporto tra costi e benefici. Su questo specifico aspetto del problema, in effetti occorre sviluppare una riflessione più approfondita, specialmente sul controsenso rappresentato dal fatto che, mentre si richiedono investimenti sempre più onerosi sulle macchine nuove, non esistono li-


EMISSIONI MOTORI mitazioni alla circolazione di quelle diventate ormai obsolete. Nonostante l’abbattimento delle emissione di particolati, gli ingenti sforzi di progettazione dell’industria non hanno portato a un miglioramento della qualità dell’ambiente e dell’aria conforme alle attese. Non si vuole certo invocare una deregulation che, su questo tema specifico, ci farebbe precipitare rapidamente nel passato ma, al contrario, serve una visione d’in-

sieme che non si limiti a colpevolizzare il motore a gasolio come se fosse l’unica causa dell’inquinamento atmosferico antropico. Un altro evidente sbilanciamento, in quella che va considerata comunque come una giusta battaglia, sta nelle difformità che separano USA ed Europa dal resto del pianeta: anche se culturalmente siamo portati a pensare di essere noi il centro del mondo, in realtà ne siamo solo una piccola par-

te e viaggiare a due marce non solo inficia il risultato complessivo in termini di tutela dell’ambiente, ma crea anche le condizioni per un mercato falsato, che danneggia le nostre aziende. Le disparità non si verificano “solo” nei singoli contesti nazionali, ma anche all’interno di uno stesso Paese, dove nulla vieta che aziende di nazionalità differenti gareggino con regole diverse. Non solo. Sebbene le limitazioni all’off-road siano arrivate successi-

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 57


Dossier vamente a quelle per l’on-road, con le classi Euro stabilite dalle normative anti-inquinamento, in diversi casi si utilizzano diversi pesi per diverse misure. Un esempio su tutti: anche nelle città che limitano il traffico automobilistico nelle zone centrali, per evitare il congestionamento, nulla vieta che macchine obsolete siano impiegate nei cantieri del centro storico, secondo una logica francamente impossibile da capire. Tutte queste discrasie derivano dalla mancanza di una strategia unitaria, che inevitabilmente ci lascia alla mercé di provvedimenti sporadici, che forse possono ripulire la coscienza di chi le promuove, ma non certo l’aria che respiriamo tutti i giorni. È difficile definire altrimenti una strategia che penalizza il segmento off-road, senza incidere su fonti molto più inquinanti come il traffico automobilistico e

LA PAROLA AI COSTRUTTORI/FPT INDUSTRIAL sull’SCR per raggiungere gli standard uprated. Lo facciamo pur mantenendo la Exhaust Gas Recirculation (EGR) su motori di potenza superiore a 4 l e un’attivo soluzione gratuita di rigenerazione, mantenendo così i vantaggi competitivi raggiunti alla fase IV/Tier 4B, come best in class nel risparmio di carburante e di potenza e densità di coppia.

FABIO LEPORE UFFICIO STAMPA FPT INDUSTRIAL

Già dall’ultima edizione di EIMA, FPT si è dimostrata pronta per lo stage V. A partire da HI-eSCR2, l’ultima generazione della rinomata e brevettata tecnologia di posttrattamento High Efficiency Selective Catalytic Reduction (HI-eSCR), FPT Industrial conferma la sua strategia di lunga durata unicamente basata

LA PAROLA AI COSTRUTTORI/JOHN DEERE POWER SYSTEMS

GEOFF STIGLER DIRETTORE VENDITE E MARKETING EAME JOHN DEERE POWER SYSTEMS

John Deere si è portata avanti per tempo: l’intera gamma dei suoi motori equipaggiati con tecnologia DPF è già compatibile con lo Stage V, caratteristica che faciliterà i clienti nel passaggio a questa nuova fase. Una delle conseguenze più significative dell’adozione dello Stage V sarà l’introduzione di una soglia limite di particolato per i motori nella fascia di potenza 19 kW - 560 kW, che richiederà l’implementazione della tecnologia DPF da parte dei

58 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

costruttori. John Deere utilizza questa soluzione già dallo Stage III B, per un totale di oltre 150 milioni di ore di impiego del DPF sul campo. Grazie alla vastissima esperienza nello sviluppo e nell’integrazione della tecnologia dpf, John Deere è già in grado di soddisfare i requisiti dettati dalla proposta della Commissione europea COM (2014) 581 relativa alle emissioni dello Stage V.

PAOLO VENTURI PRESIDENTE UNACEA

il riscaldamento a gasolio. Secondo Paolo Venturi, presidente di Unacea, “la nostra industria ha fatto importanti investimenti per ottemperare ai criteri dell’Unione Europea in materia di emissioni dei motori e, come dimostrano i recenti sviluppi sulla fase V, continuerà a farlo anche nei prossimi anni. Le macchine prodotte inquinano fino al 97% in meno di quanto succedeva poco più di venti anni fa. Occorre fare in modo che questi investimenti e le innovazioni tecnologiche che ne sono scaturite


EMISSIONI MOTORI non vadano persi e anzi contribuiscano a migliorare la qualità dell’aria delle nostre città, così come la sicurezza dei cittadini e degli operatori”. Anche il responsabile scientifico di Legambiente, Giorgio Zampetti, sottolinea la necessità di un approccio integrato: “La sfida ambientale non appartiene più solo agli ambientalisti, ma è diventata

LA PAROLA AI COSTRUTTORI/ VOLVO PENTA

LA PAROLA AI COSTRUTTORI/KOHLER ENGINES e SCR. Il tutto racchiuso in un unico contenitore che chiamiamo ‘all-in-one’ e che contiene a sua volta il mixing pipe. La soluzione Stage V del KDI 3404 e il suo sistema di after-treatment non subiranno modifiche dimensionali, essendo il DPF perfettamente integrabile nello stesso involucro.

NINO DE GIGLIO SENIOR MANAGER BRAND AND COMMUNICATION KOHLER ENGINES

Kohler Engines ha deciso di integrare i nuovi motori della gamma KDI con il filtro antiparticolato, nel rispetto dei requisiti in materia di emissioni previsti proprio dallo Stage V. Il KDI 3404 è conforme alle normative Tier 4 Finale e Stage IV con un sistema di aftertreatment compatto, fatto di DOC

GIORGIO PARIS PRESIDENTE REGION INTERNATIONAL & ASIA VOLVO PENTA

L’Europa sta guidando la marcia verso il raggiungimento degli obiettivi sulle emissioni e la nostra azienda è felice di essere in prima linea nello sviluppo di nuove tecnologie. Avendo oltre un secolo di storia di innovazione alle spalle, prendiamo molto sul serio le nostre responsabilità nei confronti dell’ambiente, oltre a offrire le migliori soluzioni ai nostri clienti. La tecnologia ci permetterà di evolvere in maniera soft dagli standard attuali a quelli stabiliti dallo Stage V, minimizzando la necessità di ridisegnare i motori e le loro installazioni.

GIORGIO ZAMPETTI RESPONSABILE SCIENTIFICO DI LEGAMBIENTE

cruciale per la società e l’economia, più in generale. Le regole sulle emissioni che l’industria ha recepito devono però trovare applicazione reale, o si rischia che tutto il lavoro fatto rimanga sulla carta. Bisogna fare delle politiche integrate, individuare le zone più sensibili delle città tenendo conto della circolazione così come delle attività quali i cantieri, da cui partire per richiedere parametri sempre più stringenti”. Il netto taglio alle emissioni di particolato e ossidi di azoto previsto dal-

SIGRID DE VRIES SEGRETARIO GENERALE CECE

lo Stage V “porterà la produzione europea ad essere la più pulita al mondo”. Ad affermarlo è il CECE, il Comitato europeo dei produttori di macchine da costruzione, il cui segretario generale Sigrid de Vries aggiunge: “Voler far entrare in vigore il nuovo standard entro il 2018 è una scelta ambiziosa. Sarà una vera e propria sfida per tutti i produttori europei costruire macchine aderenti allo Stage V, ma è una sfida che si può vincere e che contribuirà a migliorare la qualità dell’aria in Europa”. Nonostante maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 59


Dossier

CORRADO SERRENTINO RESPONSABILE RELAZIONI ESTERNE UNACEA

la freddezza di Trump e Pruitt, ci si attende che anche gli USA applichino gli stessi standard europei: l’EPA

non si è ancora espressa, ma da circa dieci anni le normative differiscono in pratica soltanto nel nome. Eppure, per cambiare marcia non servirebbero provvedimenti eccessivamente complicati. Si potrebbe partire da un sistema premiante da applicare ai bandi pubblici, così da favorire le aziende che si dotano di macchine di ultima generazione e quindi conformi alle normative più recenti. Allo stesso modo, gli stessi meccanismi fiscali che si applicano alle riqualificazione energetica degli edifici potrebbero incentivare il rinnovamento del parco macchine da parte delle aziende del settore. Per Corrado Serrentino, responsa-

LA PAROLA AI COSTRUTTORI/JCB POWER SYSTEMS

UMBERTO MASCETTI RESPONSABILE MOTORI JCB

Noi siamo già pronti da tempo per lo Stage V. Lo abbiamo dichiarato all’ultima edizione del Bauma, spiegando che la nostra tecnologia era pronta per il salto di qualità. Al nostro Stage IV/Tier 4 Final va solamente applicato un piccolo DPF nel catalizzatore, perché come noto noi non lo abbiamo mai usato. Lo Stage V lo rende obbligatorio, ma per noi sarà solo un piccolo cambiamento, che non inficerà assolutamente la conformazione del motore. Si tratta di un DPF che potrei definire ‘light’. Personalmente, ho vissuto tutte le evoluzioni normative implementate in questi anni e dal punto di vista tecnico non ci sono state poi grandi difficoltà. Tutti abbiamo dovuto investire su questo fronte e, sebbene chi già aveva una tecnologia automotive sia partito avvantaggiato, non è stato poi così difficile. Il vero problema è stato commerciale, perché abbiamo

60 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

dovuto convincere i nostri clienti a montare motori nuovi ogni tre anni. Ne vale la pena? Beh, il mio insegnante di ingegneria diceva sempre: ‘Di ermetico non ci sono neanche i sommergibili, perché hanno porosità nello scafo’. Per eliminare del tutto le emissioni dovremmo ragionare su combustioni alternative. Per bypassare il problema bisognerebbe usare il GPL, il metano o i motori elettrici, salvo poi trovare una soluzione per lo smaltimento delle batterie. Se parliamo di motori endotermici è evidente che delle emissioni ci saranno sempre. Con lo Stage V si partirà tutti dallo stesso livello, almeno in Europa. Certo, c’è una netta discrepanza tra i mercati di diversi Paesi, ma questa è una questione da affrontare sul piano politico. Questa discussione ci porterebbe molto lontano.

LA PAROLA AI COSTRUTTORI/ SCANIA ENGINES

ANDERS LISS VICE PRESIDENT SALES SCANIA ENGINES

Durante l’ultima edizione di Bauma, Scania ha presentato un motore precursore dei tempi, una soluzione già a norma con gli standard per le emissioni Stage V. I motori industriali di Scania usufruiscono della tecnologia Euro 6, che nel mondo dei veicoli industriali è una realtà consolidata. Il primo motore Euro 6 di Scania è stato prodotto nel 2012.

bile relazioni esterne Unacea, “come associazione stiamo cercando di sensibilizzare le amministrazioni pubbliche affinché riconoscano le evoluzioni del motore non solo per il settore automotive, ma anche per il nostro. Questo significa che, come si fa per le auto, va vietata la circolazione dei motori inquinanti. Bisogna inoltre prevedere punti premiali per le gare d’appalto, a favore di chi aggiorna le proprie macchine, e fare sì che nelle ZTL e nelle low emission zones si tenga conto anche dell’edilizia privata. Chi deve ristrutturare la propria casa, nel centro storico, non può farlo usando macchine vecchie e inquinanti!”.


EMISSIONI MOTORI

Una sfida giusta e stimolante Intervista all’ing. Ruggero Riva, presidente di Ascomac

A

scomac, la Federazione Nazionale Commercio Macchine, è una rappresentatività importante del settore industriale delle macchine per le costruzioni e per questo motivo abbiamo incontrato il suo presidente, l’ing. Ruggero Riva, il cui quadriennio di mandato 2016/2020 si svolgerà in parallelo con il percorso che porterà allo Stage V. Che genere di difficoltà hanno creato le normative che, negli ultimi 20 anni, hanno radicalmente cambiato il quadro della situazione? Più che difficoltà, in generale le normative vigenti e in corso di modifica, essenzialmente finalizzate alla revisione degli standard in materia di emissioni, per conseguire l’obiettivo congiunto del risparmio energetico

dei carburanti utilizzati attraverso motori ad alta efficienza, non solo energetica, unitamente alla contestuale riduzione delle emissioni inquinanti, rappresentano un punto di partenza strategico oltre che per il fabbricante anche per il cliente finale, in una partnership di concreta sostenibilità. Le difficoltà in questo percorso verso la sostenibilità sono state causate semmai dalla crisi economica che ha investito il nostro Paese e in particolare il settore dell’edilizia. Ciò ha contribuito al rallentamento dello svecchiamento del parco: di fatto veicoli obsoleti e inquinanti non sono stati sostituiti e continuano a operare, esponendo il nostro paese a richiami, sanzioni e procedure d’infrazione. Non vi è la possibilità che gli ingenti investimenti richiesti a chi opera nel settore per adeguarsi ai nuovi standard siano eccessivi, se rap-

portati agli effettivi benefici di un ambito che, nel complesso, incide molto poco sui livelli di inquinamento complessivi? Al fine di limitare l’impatto delle emissioni inquinanti prodotte dai veicoli a motore a combustione interna l’Unione Europea, nel corso dell’ultimo trentennio, ha introdotto prescrizioni specifiche in materia di emissioni. I fabbricanti, nel rispetto della normativa, hanno progressivamente immesso sul mercato solo macchine equipaggiate con motori conformi alle nuove disposizioni. Ricordo che la direttiva 97/68/CE ha introdotto una serie di stage successivi (da I a IV) per la riduzione graduale delle emissioni consentite per i motori destinati a macchine operatrici che possono circolare su strade aperte all’uso pubblico tra cui le macchine per costruzioni (movimento terra, costruzione e manutenzione strade ecc). Il 25 settembre 2015 la Commissione europea ha adottato una proposta per un nuovo regolamento sul tema, che introdurrà uno stage V a partire dal 2019-20. Certamente gli investimenti effettuati dai costruttori e da tutta la filiera della distribuzione sono stati molto importanti e impegnativi, oltre che per il rispetto normativo anche per ridurre le emissioni nei cantieri di lavoro, a partire da quelli urbani. Il problema non è solo legato alla circolazione dei mezzi, ma

RUGGERO RIVA PRESIDENTE ASCOMAC

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 61


Dossier

soprattutto è fortemente connesso alle emissioni acustiche e dei gas di scarico nel sito di lavoro (cantiere) dove le macchine operano. Al di là della incidenza del nostro settore in materia di emissioni a livello complessivo (certamente non elevata) siamo convinti che ognuno debba fare la propria parte per il bene comune. Noi come Ascomac lo stiamo facendo ogni giorno coinvolgendo i nostri clienti utilizzatori affinché operino con macchine adeguate e facendo di tutto per coinvolgere le istituzioni affinché sostengano il nostro impegno su questo tema importante. Le differenti regole in vigore nei vari paesi non finiscono col determinare una condizione di

mercato iniqua, soprattutto per chi è più attento alle esigenze dell’ambiente? Come dicevamo, l’ambiente riguarda tutti e ognuno di noi deve dare il proprio contributo. Prendendo ad esempio l’ambito urbano, oggi molto spesso soggetto a emissioni inquinanti, riteniamo, sulla base del principio di sussidiarietà, che siano i comuni a svolgere un ruolo fondamentale nell’applicazione della normativa europea in materia di emissioni, in quanto è attraverso le ordinanze comunali che vengono individuati i motori considerati più inquinanti e quindi limitati nella circolazione urbana. A differenza però di quanto fatto nel resto dell’Europa, dove vengono istituite le zone a basse emissioni, in Italia si parla più genericamente di zone a traffico limitato; questa prima precisazione potrebbe sembrare solo un fattore terminologico e invece ha ben altre conseguenze. Nelle ZTL infatti si è proceduto, più o meno in tutta Italia, a limitare l’uso dei motori più inquinanti, ma solo per le categorie più note e diffuse di automobili, autocarri e motoveicoli. Gli altri mezzi, tra cui anche le macchine per costruzioni, appartenenti alla categoria delle macchine operatrici o macchine semoventi fuoristrada, sono di fatto escluse dalle ordinan-

ze. Talvolta ne viene consentito l’uso a prescindere dal motore installato, vanificando così la necessità di istituire zone urbane a basse emissioni. Si tratta infatti di un aspetto che presenta elementi di significativa criticità, se si considera che l’impatto in termini di emissioni, anche di una sola macchina obsoleta, equivale a diverse decine di mezzi analoghi, ma rispondenti a classi di emissioni più recenti. Altre ordinanze le considerano inquinanti a prescindere dal motore installato, vietandone l’uso. Questa situazione paradossale, oltre a non valorizzare lo sforzo dei produttori, deresponsabilizza il cliente utilizzatore finale, che non ha alcun incentivo a sostituire le macchine con motori più obsoleti, con macchine nuove e meno inquinanti. L’ultimo punto che va segnalato, sempre con l’obiettivo di far partecipi le amministrazioni comunali della problematica, al fine di trovare le soluzioni più idonee in modo sinergico, è quello legato al concetto di circolazione. Sebbene alcune delle “nostre” macchine possano circolare, solo il 30% viene utilizzato anche in questo modo, il restante parco (immatricolato o non immatricolato) viene trasportato sul cantiere con un autocarro. Ciò vuol dire che una macchina obsoleta, in un comune virtuoso che ne

LA VOCE DEGLI UTILIZZATORI/IMPRESA TEDESCHI Cosa significhi ridurre le emissioni lo spiegano in queste pagine i vari protagonisti che abbiamo interpellato per questo speciale. Ma qual è a tal riguardo il parere dell’utilizzatore finale, l’impresa? Lo abbiamo chiesto all’Impresa Tedeschi Umberto & C. s.n.c. di Cremona (www.impresatedeschi.it), nata nel 1966 dall’iniziativa di un imprenditore con “il pallino” delle macchine operatrici; ci ha risposto Armanda Mariani, contitolare dell’Impresa Tedeschi. “Approfittando del super ammortamento al 140% inserito nell’ultima legge di stabilità, noi 62

abbiamo cambiato cinque macchine. Va infatti considerato che le macchine con le maggiori emissioni sono anche quelle che consumano più carburante e per noi quest’ultimo rappresenta la principale voce di spesa. Dal nostro punto di vista, quindi, l’entrata in vigore di queste normative rappresenta un’opportunità, ma sono conscia del fatto che posso parlarne in questi termini perché per fortuna il lavoro non ci manca: senza utili, anche i provvedimenti sull’ammortamento non servirebbero a nulla. So che altri non la pensano come noi, ma probabilmente nel loro caso ci

sono dei problemi che stanno a monte. Se non hai abbastanza lavoro, è evidente che questo genere di adempimenti costituisce un onere aggiuntivo, che può essere anche molto pesante da sostenere. Rispetto a chi sostiene che queste norme generano un rapporto concorrenziale tra Europa, Stati Uniti e il resto del mondo, penso che ci si debba attendere qualche cambiamento da parte dell’amministrazione Trump: pur non condividendo tutte le sue posizioni, credo che il neopresidente degli Stati Uniti abbia ragione nel voler difendere l’occupazione locale”.


EMISSIONI MOTORI ha impedito la circolazione all’interno della ZTL, potrebbe (può oggi) comunque essere utilizzata liberamente al suo interno, una volta trasportata in cantiere da un mezzo (autocarro) che invece deve rispondere appieno alla normativa vigente in termini di emissioni. Su questo vanno adottati rapidi e immediati provvedimenti, coordinando così le normative di fabbricazione ad alta efficienza e basse emissioni con l’utilizzo sostenibile delle macchine in ambienti come quelli urbani sempre più inquinati. Si può considerare che i parametri stabiliti dalle varie normative, fino allo Stage V che sta per entrare in vigore, rappresentino anche un valore per le aziende del settore o si tratta di mere imposizioni alle quali giocoforza bisogna adeguarsi? L’introduzione dello Stage V, a partire dal 2019, comporterà sicuramente un incremento del costo del motore che dovrà essere dotato di tutti i dispositivi per limitare maggiormente le emissioni inquinanti. Fatta questa doverosa premessa vorrei però portare l’attenzione sull’aspetto positivo di questa normativa. Si tratta infatti di una sfida stimolante sia per i costruttori di motori che per i costruttori di macchine. I primi dovranno trovare delle soluzioni tecnologicamente avanzate, ponendo molta attenzione al miglioramento della combustione e del sistema di post-trattamento dei gas di scarico, che si tradurrà in un incremento della efficienza del motore a vantaggio dei consumi e delle emissioni prodotte. Questo vantaggio verrà quindi offerto ai costruttori di macchine che potranno, a loro volta, rinnovare i propri prodotti e utilizzare motori più efficienti. Inoltre, riteniamo, debba essere valorizzata l’opportunità che viene offerta dalla normativa riguardo la diminuzione delle emissioni allo scarico. Come accennato, queste macchine infatti vengono spesso utilizzate in zone

LA PAROLA AL NOLEGGIATORE/ELEVO

SERGIO GUALANDRIS AMMINISTRATORE DI ELEVO

In qualità di noleggiatore, un’azienda come Elevo ha uno sguardo a 360° sul panorama complessivo delle macchine presenti sul mercato. Secondo il suo amministratore, Sergio Gualandris, le valutazioni sul tema delle emissioni vanno suddivise in due tronconi. “Rispetto all’obbligo stringente riguardante alcune tipologie di macchine”, osserva, “in effetti si tratta di una normativa alla quale è

ad alta densità abitativa e l’utilizzo di motori a basse emissioni porterà quindi benefici alla salute delle persone e all’ambiente urbano. Cosa ha fatto e cosa sta facendo Ascomac su questo argomento? Ascomac è la Federazione Nazionale Commercio Macchine, aderente alla Confcommercio Imprese per l’Italia e Socio di Federcostruzioni; rappresenta la filiera della importazione, commercializzazione, noleggio e assistenza tecnica di macchine operatrici e attrezzature di lavoro per le costruzioni, per il sollevamento e la logistica, motori industriali, per la nautica da diporto e commerciale, gruppi elettrogeni, unità/impianti di generazione distribuita di energia da fonti rinnovabili e da cogenerazione ad alto rendimento, società e professionisti operanti nei settori: formazione, omologazioni per la circolazione stradale, sicurezza di macchine e attrezzature. I settori sono rappresentati da cinque Unioni: Cantiermacchine, macchine per le

necessario adeguarsi, volenti o nolenti. Come molti altri player del settore, stiamo un po’ subendo questo stato di fatto, che oltretutto comporta una serie di problemi, perché i motori debbono essere sempre più depotenziati e sofisticati, con aggravi riguardanti sia i costi, sia la manutenzione, perché ad esempio capita molto spesso che si intasino i filtri”. Decisamente diverso è il quadro che riguarda le macchine ibride: “Già da tempo siamo impegnati nell’implementare veicoli di questo tipo nella nostra flotta. A differenza delle macchine a doppia alimentazione del passato, adesso ci sono ibride vere e proprie, alimentate a batteria, e che quindi consentono un’operatività differente. Quando puoi caricarle lo fai, ma se devi lavorare all’aperto lo fai in termico, senza problemi. È questo il futuro del nostro settore. Lo dico senza tema di smentita, anche perché ormai credo che tutte le aziende lo abbiano capito”.

costruzioni nata 50 anni fa; Unicea, macchine per il sollevamento, nata 40 anni fa; Unimot, motori industriali, nata 25 anni fa; Intemac, i nostri professionisti, nata 15 anni fa; Cogena, efficienza energetica nata da oltre 10 anni. Diverse le attività in corso con le istituzioni – Governo – Ministeri sviluppo economico, infrastrutture e trasporti, ambiente, e organismi di riferimento quali Inail, Ispra, attraverso proposte tecnico normative, da tradursi in provvedimenti normativi finalizzati a sostenere la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione tecnologica, durante tutto il ciclo vita del prodotto, dalla progettazione all’investimento, dall’esercizio all’utilizzo, al riciclo, allo smaltimento, valorizzando nel contempo i comportamenti del cliente finale volti a mettere in pratica soluzioni tecnologiche coerenti con la sostenibilità. Ascomac in termini operativi ha promosso e realizzato Cantiere a impatto zero per la sostenibilità urbana e territoriale. ■ maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 63


ON SITE SOLLEVAMENTI IN AMBITI COMPLESSI

TRE CASI DI ECCELLENZA

“TELESCOPICA” di Riccardo Lorenzi

LA FAMIGERATA PRECISIONE GERMANICA NON VIENE CERTO SMENTITA DAI CANTIERI NEI QUALI SONO ALL’OPERA LE MACCHINE LIEBHERR. CON LAVORI IN CORSO IN TUTTO IL MONDO, ABBIAMO SCELTO TRE ESEMPI DI CAPACITÀ NELL’ADATTARSI CON SUCCESSO ALLE ESIGENZE SPECIFICHE DETTATE DAL CONTESTO OPERATIVO 64 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017


P

ur essendo una delle più importanti aziende di produzione di macchine per le costruzioni, con oltre 41.500 dipendenti Liebherr è ancora oggi saldamente a conduzione familiare. A fondarla, nel 1949, fu Hans Liebherr, che dirigeva l’azienda dei suoi genitori nel Sud della Germania e che con il TK 10 firmò la prima gru di quella che sarebbe destinata a diventare una lunga tradizione. A quasi 70 anni di distanza, la famiglia Liebherr è ancora al comando di un’azienda cresciuta in maniera esponenziale e che oggi vanta 62 stabilimenti

sparsi nei cinque continenti. Willi e Isolde Liebherr sono nelle posizioni apicali di un direttivo interamente composto da membri della famiglia. Con una linea di comando di questo genere, è più semplice essere rapidi nel prendere le decisioni che servono a un’azienda ambiziosa come Liebherr per essere sempre all’altezza delle sfide che le vengono presentate, in ogni angolo del mondo. Di seguito, prendiamo in esame tre cantieri specifici che rappresentano altrettanti esempi di produttività e versatilità messe al servizio delle esigenze della committenza.

La Sagrada Familia Il contractor spagnolo Grùas Rigar ha dimostrato il proprio alto livello di professionalità affrontando un difficile compito con la celeberrima Sagrada Familia di Barcellona, luogo di culto diventato una delle mete turistiche più famose del mondo. Curiosamente, si tratta di un’incompiuta: i lavori sulla basilica cattolica disegnata da Antoni Gaudì sono iniziati nel 1882 e non sono mai stati completati. Attualmente l’obiettivo consiste nel portarne a termine la struttura entro il 2026, per celebrare al meglio il 100° anniversario della morte dell’architet-

L’AUTOGRÙ LIEBHERR LTM 1500-8.1 HA MOSTRATO IL PROPRIO VALORE E IL SUO ALTO LIVELLO DI AFFIDABILITÀ IN OCCASIONE DI UN INTERVENTO SPETTACOLARE SUL RETRO DELLA FAMOSA SAGRADA FAMILIA, A BARCELLONA

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 65


ON SITE LA SCHEDA TECNICA LTM 1500-8.1 Portata:

500 t

Al raggio di :

3m

Braccio telescopico da/a: Jib da/a:

16,10 m/84 m 6/91 m

Motore del carro:

Liebherr 8 cilindri

Potenza motore:

500 kW

Numero assi:

8

Motore gru:

Liebherr 6 cilindri

Potenza motore: Configurazione assali sterzanti: Velocità di traslazione: Peso a terra: to, che qui è sepolto. La Sagrada Familia raggiungerà quindi un’altezza di 172,5 m, sorpassando di 11 m quella che al momento è la chiesa con la torre più alta del mondo: Ulm Minster, in Germania. In questo progetto, una delle tre enormi gru impiegate sul sito doveva essere spostata e la Grùas Rigard ha scelto una delle sue più grandi autogrù telescopiche, una Liebherr LTM 1500-8.1, per svolgere il compito, piuttosto inusuale e reso complicato dalla situazione logistica. Nonostante la chiusura della strada al traffico, il team dell’azienda ha avuto a disposizione uno spazio molto ristretto nel quale usare la gru a otto assi e i relativi accessori. Usando un ballast di 165 t e un braccio mobile da 70 m ha smontato la gru, per poi rimontarla in una diversa posizione. La squadra al lavoro ha colpito tutte le persone presenti in cantiere per la precisione e la fluidità delle operazioni svolte. Grùas Rigar ha sede a Valencia ed è guidata dal presidente Josè Antonio Garcìa Marìn. L’azienda ha oltre 40 gru attive in diversi luoghi nel Mediterraneo e gli altri ambiti di lavoro nei quali è più frequentemente coinvolta sono il trasporto pesante, le piattaforme di lavoro e il monitoraggio di manufatti e prefabbricati in 66 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

240 kW 16 x 8 x 12 85 km/h 165 t calcestruzzo. Inoltre, l’azienda valenciana vanta un Dipartimento di Ingegneria specializzato in studi, consulenza e controllo del movimento del carico ed è anche un centro di collaborazione per la formazione interna dei propri clienti nel campo della sicurezza. In questo specifico si è affidata a una macchina ultratestata come la Liebherr LTM 1500-8.1, che fu presentata per la prima volta al Bauma 1998 e il cui esemplare numero 500 ha lasciato lo stabilimento di Ehingen nello scorso mese di marzo.

Il veliero della birra Spostare l’Alexander von Humboldt, un veliero con 110 anni di storia alle spalle, non era certo un’operazione da affrontare a cuor leggero. Per farlo muovere da Europahafen, il porto di Brema, fino a Schlachte, il distretto marittimo della stessa città anseatica, sono state innanzitutto diverse operazioni preliminari. Conosciuto soprattutto per lo spot della birra Beck, con le sue 25 vele verdi, il veliero era stato in seguito trasformato in un hotel galleggiante e in una sede per eventi, attra-

LE 25 VELE VERDI SONO IL SIMBOLO CHE CONTRADDISTINGUE IL VELIERO ALEXANDER VON HUMBOLDT


LA SCHEDA TECNICA LTM 1200-5.1 Portata:

200 t

Al raggio di :

3m

Braccio telescopico da/a: Jib da/a:

13,20/72 m 5,4/36 m

Motore del carro:

Liebherr 6 cilindri

Potenza motore:

370 kW

Numero assi:

5

Motore gru:

Liebherr 4 cilindri

Potenza motore: Configurazione assali sterzanti: Velocità di traslazione: Peso a terra:

145 kW 10 x 6 x 10 85 km/h 72 t

L’AUTOGRÙ LIEBHERR LTM 1200-5.1, IN SINERGIA CON LA GRU CINGOLATA HS 853 HD, SI È RESA PROTAGONISTA DEL SOLLEVAMENTO DEL VELIERO ALEXANDER VON HUMBOLDT

verso la rimozione di alberi, ponti e altri accessori invece necessari per la navigazione. Dopo averlo riconfigurato in modo simile all’originale, il von Humboldt è stato spostato con due macchine Liebherr: l’autogrù telescopica LTM 1200-5.1 e la gru cingolata HS 853 HD. La scelta del contractor Toscani si è dimostrata ideale per un’imbarcazione davvero speciale, con 1.035 m2 di area galleggiante, tre alberi di cui il più grande di addirittura 34 m, 60 m di lunghezza complessiva della nave e un peso superiore alle 800 t, con a bordo l’equipaggio completo dei suoi 23 uomini. Il veliero ha vissuto varie vite, fino a essere ribattezzato Alexander von Humboldt nel 1988, in onore del naturalista ed esploratore tedesco, e da allora ha navigato per oltre 300.000 miglia nautiche. Ora l’imponente veliero va in pensione: sarà ormeggiato sulle maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 67


ON SITE

acque del fiume Weser e usato come hotel-ristorante. Durante il suo ultimo viaggio è stato necessario rimuovere gli alberi, così da poterlo fare passare sotto i ponti nel tragitto verso Schlachte. La loro rimozione è avvenuta al molo Louis Krages, attraverso l’utilizzo dell’autogrù LTM 1200-5.1 da 200 t. La gru cingolata HS 853 HD è stata posizionata su una chiatta accanto al veliero ed è servita per reinserire gli alberi, una volta arrivati a destinazione. La LTM 12005.1 era invece posizionata sulla riva ed è stata molto utile anche per seguire dal cestello l’intricato intervento di re installazione. La sfida principale consisteva nello stesso spazio a disposizione sulla riva. La promenade sul lato della barca era troppo ristretta, quindi è stato necessario posizionare la gru davanti alla chiesa di St Martin, laddove comunque lo spazio a disposizione era esiguo a causa della via d’accesso lasciata a disposizione dei mezzi di soccorso. Ciò ha costretto il contractor a lavorare con un raggio di appena 65 m e carichi fino a 2,8 t. La Toscani, che ha sede a Langen, vicino Bremerhaven, ha iniziato la propria attività nel 1930 con… un chiosco di gelati. Anni dopo ha iniziato l’attività di noleggio auto, compiendo il primo passo verso la sua dimensione attuale. In segui68 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

to, infatti, alla sua flotta sono stati aggiunti gli autobus e dal 1964 il business si è ampliato con un servizio di traino e soccorso. Oggi l’azienda si mantiene a conduzione familiare, ma opera nel settore delle gru mobili e del sollevamento pesante, con una forza-lavoro di circa 20 persone.

Produzione di energia pulita Per diversi mesi, il Max Bögl Group ha lavorato allo sviluppo di una concezione smart per produrre e accumulare energia naturale nel nord-est del Baden-Württemberg. Nelle vicinanze di Schwäbisch Hall

è stato costruito un impianto con una moderna pompa accumulatrice e quattro turbine eoliche, con un’altezza totale di 240 m, una delle più elevate al mondo. La caratteristica peculiare di questo progetto è che ogni turbina eolica sarà collocata successivamente nel centro di una vasca circolare. L’energia in surplus può essere usata per pompare acqua dalla valle fino a queste vasche e poi, quando serve l’elettricità, la si può facilmente liberare, perché scorra fino all’impianto energetico. Le gigantesche vasche circolari sono state costruite con una gru cingolata telescopica Liebherr LTR 1220. Questa tipologia di macchina è l’ideale per costruire muri massicci come quelli di queste vasche, vista la sua rilevante flessibilità. Collocata nel centro di una fondazione circolare dal diametro di ben 63 m, la gru ha comunque una ridotta impronta sul terreno. Servono solamente manovre di pochi metri per raggiungere ogni punto della vasca. La LTR 1220 è inoltre in grado di perare quando ha agganciati dei componenti in cemento armato dal peso di 12 t: ciò rappresenta un vantaggio notevole nel velocizzare il processo di costruzione.


LA SCHEDA TECNICA LTR 1220 Portata

220 t

Al raggio di

3m

Braccio telescopico da/a

GIGANTESCHE VASCHE CIRCOLARI SONO STATE COSTRUITE GRAZIE A UNA GRU CINGOLATA TELESCOPICA LIEBHERR LTR 1220

La più grande delle quattro vasche, che conterrà fino a 160.000 m3 d’acqua è formata da sette anelli, ciascuno composto da 28 elementi di cemento. Il gruista Michael Otto ha lavorato per circa un mese con la sua LTR 1220 per assemblare il totale dei 200 segmenti curvi di muro che compongono una vasca. A lavoro completato, però, per la gru non era più possibile uscire

13,30 m/60 m

Jib da/a

12,2/43 m

Motore:

Mercedes Benz 6 cilindri

Potenza motore Velocità di traslazione: Potenza motore Peso a terra

230 kW 2,50 km/h 230 kW 90 t

in maniera tradizionale. Allora si è fatto ricorso a una gru mobile Liebherr, che ha sollevato la LTR 1220 di 15 m per estrarla dalla vasca, dopo la rimozione dei cingoli. È così stato possibile realizzare un progetto di fondamentale importanza. Le quattro turbine eoliche, con un’altezza al mozzo di 180 m,

saranno tra le più alte al mondo. Oltre alle gru cingolate, alle gru mobili e a una vasta gamma di macchine Liebherr della divisione movimento terra, a operare sul sito sono anche delle gru edili, tra cui due nuove 280 EC-H 16. Le turbine sono erette da una gru a torre Liebherr 630 EC-H 70. ■ maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 69


FIERE STEINEXPO 2017

L’EXPO DELLA PIETRA P

ur essendo un centro medio-piccolo di 35.000 abitanti, NiederOfleiden è una cittadina piuttosto nota a chi opera nel settore dell’estrazione in cava. Situata nel Land Hesse nel centro della Germania e a circa 80 km da Francoforte – ospita le sedi di INO (Industriepark N-O) e MHI (Mitteldeutsche Harstein Industrie), due aziende che sono cresciute grazie alla diffusa presenza di cave di basalto. La più grande d’Europa si chiama Hochberg ed è anche la sede di una delle fiere più particolari e suggestive del settore. Steinexpo significa, letteralmente, “l’Expo della pietra” e spicca sia per il contesto 70 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

scenografico nel quale si svolge, sia per la possibilità di osservare le macchine al lavoro nel loro ambito di applicazione specifico. Nata nel 1990, Steinexpo è il più importante evento fieristico del suo genere in Europa e si svolge con cadenza triennale, alla presenza dei più importanti operatori del settore, che solitamente rappresentano circa il 95% del totale dei visitatori. Il suo particolare approccio “Hands On” con le novità del mercato rappresenta un fattore attrattivo unico al mondo per una fiera che cambia a ogni edizione, svolgendosi all’interno di una cava ancora attiva. Le condizioni mutevoli del sito espositivo, oltre alle esigenze specifiche degli esposito-

ri, inducono l’organizzazione a ridisegnare il layout, inserendo piattaforme per il sollevamento dei visitatori che arrivano fino a 30 m, per coniugare la miglior visuale sulle operazioni in corso con le massime condizioni di sicurezza. Un servizio di navette provvede a trasportare il pubblico all’interno della vasta area fieristica, dove vengono posizionati anche ampi padiglioni, il centro media e le aree per il ristoro.

Un elevato profilo professionale L’elevato profilo professionale di Steinexpo si incarna anche nelle attività di convegno, con aggiornamenti direttamente dal


NEL PANORAMA FIERISTICO INTERNAZIONALE, L’EVENTO TRIENNALE OSPITATO IN GERMANIA OCCUPA UN POSTO PARTICOLARE: SVOLGENDOSI NELLA SUGGESTIVA LOCATION DELLA PIÙ GRANDE CAVA DI BASALTO D’EUROPA, CONSENTE AGLI OPERATORI DI SETTORE DI VEDERE DIRETTAMENTE ALL’OPERA LE NUOVE MACCHINE MESSE SUL MERCATO di Lorenzo Zacchetti

gegneristica tedesca detiene la leadership mondiale in 25 dei 31 comparti catalogati. In una delle economie più ricche del pianeta, il settore rappresenta inoltre la più rilevante fonte di occupazione industriale, con oltre un milione di addetti, che lavorano per un mercato di scala mondiale: le esportazioni rappresentano il 77% della produzione totale. Con ricavi per 218 miliardi di euro (dato riferito al 2015), è uno degli ambiti industriali più in salute della Germania e anche dell’Europa intera. Non a caso, l’operatività di VDMA si articola in 37 divisioni e uffici di corrispondenza all’estero che comprendono, oltre a Bruxelles, anche Brasile, Cina, India, Iran, Giappone e Russia. Decisamente influente è anche un altro partner quale MIRO (Bundesverband Mineralische Rohstoffe), l’associazione federale delle risorse minerarie, che rappresenta gli interessi delle aziende tedesche del settore in campo nazionale e nei rapporti con il resto del Continente. Nel contesto di Steinexpo il suo ruolo è determinante per la progettazione, la promozione e lo sviluppo della fiera.

Lo stesso vale per VDBUM ( Ve r b a n d d e r B a u b r a n c h e , Umwelt- und Maschinentechnik), l’associazione tedesca degli Ingegneri e dei Professionisti del settore edile, mentre a livello internazionale la fiera vanta la collaborazione di UEPG (Union Européenne des Producteurs de Granulats), che da 30 anni tutela gli interessi delle imprese, circa 32.000, che formano il settore europeo dei calcestruzzi e degli ■ aggregati.

LA CARTA D’IDENTITÀ

• Organizzatore: Geoplan GmbH • L uogo/data evento: Nieder-Ofleiden (Hesse - Germania) dal 30 agosto al 2 settembre 2017 • Periodicità: triennale • Edizione: 10° •S ettori merceologici: cava, perforazione, estrazione, trattamento, raffinazione, demolizione e riciclo • Visitatori ultima edizione: 48.000 • Espositori ultima edizione: 254 • Brand rappresentati: 380 • Area fieristica complessiva: 180.000 m²

mondo dell’industria, nonché in un’efficace copertura mediatica che comprende numerose conferenze stampa e la presenza di “Bauforum 24”, che all’evento dedica dei reportage video in diretta. L’importanza di questo appuntamento è sottolineata anche dalle diverse partnership intraprese dagli organizzatori Geoplan GmbH. Su tutte spicca quella con VDMA (Verband Deutscher Maschinenund Anlagenbau), l’associazione che rappresenta oltre 3.200 aziende del settore meccanico e ingegneristico. Oltre a essere la più grande d’Europa per numero di associati, VDMA è una vera e propria potenza sul piano economico, visto che l’industria inmaggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 71


PRODOTTI

a cura di Liliana Rebaglia

SOCAGE

Revolution all’Apex 2017 Durante l’Apex 2017 Socage ha presentato al mercato le sue innovazioni in ambito di piattaforme aeree. Per la prima volta ad Amsterdam ha esposto la forSte 47TJJ, piattaforma aerea telescopica con doppio jib colosso di Socage, alta 47 m e installabile su autocarri con p.t.t. minimo di 26 t. La forSte 47TJJ è una macchina che vanta uno sbraccio di 36 m, ha una capacità massima di carico di 600 kg (pari a sei operatori con i relativi attrezzi) e una rotazione della parte aerea di 700°. La forSte 47TJJ può essere equipaggiata con verricello idraulico montato su jib, con capacità di 900 kg. Oltre alla forSte 47TJJ Socage ha portato anche ad Amsterdam la Serie VT-VTJ, piattaforme aeree telescopiche installate su VAN. In particolare, nello stand si è potuto vedere la forSte 15VTJ, già esposta al 2016, che ha un’altezza di 15 m ed è dotata di jib. La serie VT-VTJ è ideale per effettuare lavori di manutenzione a impianti elettrici e luminarie su strade urbane. Inoltre, durante l’Apex 2017 è stata presentata la Serie E, in una nuova versione completamente rivoluzionata: si tratta di piattaforme aeree autocarrate su 3,5 t con

portata di 300 kg montate sul telaio X-Factor, brevettato in esclusiva da Socage. Questo telaio con la forma tipica a “X” (ME+ME) consente di avere un’installazione universale per qualsiasi autocarro, di avere i piedi verticali e di poter lavorare anche in sagoma. Altra innovazione che caratterizza le piattaforme aeree della Serie E è di avere i profili SPP – “Socage Project Profile”, tubolari in materiale altoresistenziale, nati dalla stretta collaborazione tra Socage e Welser Profile GmbH. In fiera era esposta una forSte 20TJ eXtreme, piattaforma aerea telescopica con jib appartenente alla Serie E,

installata su telaio X-Factor: capace di un’altezza massima di lavoro di 19,5 m e di uno sbraccio di lavoro di 13,5 m, ha una capacità massima di carico di 300 kg (due operatori + attrezzi) ed è installabile su camion di 3,5 t. Molta attenzione ha ricevuto poi la forSte 20D, piattaforma aerea doppio articolata della Serie E, alta 20 m e con uno sbraccio massimo di 9 m. Grazie ai profili SPP e a un telaio con stabilizzatori H+H, questa nuova macchina vince la sfida di Socage in termini di leggerezza, ha una portata del cesto standard di 230 kg ed è installata su un autocarro da 3,5 t.

PALFINGER PLATFORMS ITALY

La nuova gamma di piattaforme autocarrate L’azienda modenese ha presentato ad Amsterdam in occasione dell’Apex 2017, la nuova gamma di piattaforme autocarrate allestite su veicoli Euro 6. Tra queste: la piattaforma P170TXE, in grado di offrire maggiori prestazioni rispetto alla generazione precedente mantenendo il rispetto dei pesi ammessi dalle normative vigenti per la circolazione stradale; la piattaforma “super compatta” 72 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

P160A su veicolo Mistubishi Fuso; le piattaforme P200AXE e P170TXE su Nissan NT 400 Euro 6. Esposta anche la piattaforma cingolata Tracked P180AJTK, che sta riscuotendo gran interesse grazie alle sue caratteristiche di solidità, sicurezza e precisione. Si tratta, infatti, di una piattaforma estremamente compatta e adatta a opere in sicurezza dove altre non possono arrivare.


REACHING OUT | 1850SJ

Telescopic Boom Lift

GENIE

Le nuove piattaforme S-80 XC e S-85 XC Espandendo ulteriormente la gamma Genie di piattaforme a braccio telescopico Xtra Capacity (XC), le nuove S-80 XC e S-85 XC sostituiranno gli attuali modelli del marchio americano e permetteranno di eseguire una gamma più ampia di operazioni di sollevamento in cantieri e siti industriali difficilmente accessibili. I nuovi modelli Genie offrono un controllo automatico del raggio di azione, che comporta la retrazione del braccio quando questo ha raggiunto il limite del proprio campo di azione, permettendo un posizionamento più semplice della piattaforma e una maggiore comfort per l’operatore. Sono inoltre dotati di una cella di rilevamento del carico che tiene sotto controllo il peso in piattaforma e limita il raggio di azione in base alla tabella di carico; il tutto, accompagnato dalla possibilità di gestire il braccio in cantiere, a carico zero. Per sostenere il peso aggiuntivo sulla piattaforma, il design di questi mezzi ha previsto una nuova struttura del braccio che offre migliori prestazioni, sbraccio operativo e controllo del campo di azione. I nuovi S-80 XC e S-85 XC sono stati aggiornati con il sistema di controllo ALC600 di tipo CAN, più logico e intuitivo. Le impostazioni e i parametri del sistema possono ora essere modificati direttamente sulla macchina. Nuove funzioni includono indicatori di livello su display e nuovi codici di errore inclusivi di testo. Il braccio primario ad articolazione virtuale rende costante il baricentro della macchina per permettere un’efficiente gestione del peso: 16.670 kg sulla S-80 XC e 17.781 kg sulla S-85 XC. La trasmissione a trazione integrale e positiva mantiene un’uguale potenza su tutte le ruote motrici. Gli assali a larghezza fissa consentono una configurazione più rapida; l’assale oscillante attivo migliora la trazione sui terreni sconnessi; la torretta presenta una rotazione continua di 360°. La Genie S-80 XC ha un’altezza di lavoro di 26,38 m con uno sbraccio orizzontale di 20,83 m; la S-85 XC ha un’altezza di lavoro di 27,9 m con uno sbraccio orizzontale di 22,71 m. Entrambe sono dotate di un motore diesel da 55 kW Tier 4F/Stage IIIB. Il design XC di questi bracci di sollevamento comprende una piattaforma da 1,83 m a doppio ingresso o da 2,44 m a triplo ingresso. La produzione dei nuovi modelli avrà inizio nel quarto trimestre 2017 e la consegna a livello globale è prevista per la fine del primo trimestre 2018.

RAGGIUNGI IN TOTALE SICUREZZA 58,6 METRI

DOVE NESSUNO È MAI GIUNTO PRIMA

JLG VI PRESENTA IL PIÙ ALTO SEMOVENTE AL MONDO.

Il nuovo 1850SJ ha più portata, migliore stabilità e maggiore raggio di lavoro di qualsiasi piattaforma aerea della sua classe. Con i suoi 58,6 m di altezza di lavoro e capacità in cesta di 450/230kg, il 1850SJ è il boom più potente del settore. In grado di raccogliere ogni sfida. Ultimo nato nella famiglia JLG delle attrezzature per il lavoro aereo. Scopri di più su www.jlg.com.

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PRODOTTI MANITOU

La nuova piattaforma telescopica 220 TJ Manitou ha presentato all’Apex la nuova piattaforma telescopica 220 TJ (Telescopic Jib). Forte dei successi ottenuti con i modelli da 26 e 28 m, dunque, l’azienda arricchisce la sua gamma con un modello che risponde a una forte richiesta del mercato. Per soddisfare la crescente richiesta nel segmento dei 22 m, infatti, ha creato due versioni: il primo, 220 TJ, leggero e compatto (11.850 kg), con capacità cestello di 230 kg/due persone e sbraccio di lavoro di 17,6 m; il secondo, 220 TJ+ (13.800 kg), con un grande cestello dalla capacità di 350 kg/tre persone (che rimane valida indipendentemente dalla posizione del braccio articolato e dall’estensione del sollevatore telescopico) e sbraccio di lavoro di 17,8 m. La struttura è composta da

un punto pivot e da tre elementi telescopici, cosa che consente di avere una lunghezza fuori tutto inferiore a 10 m. Questi due modelli sono dotati di un braccio jib da 2 m ripiegabile per ridurre la lunghezza della macchina al momento del trasporto. Possono inoltre essere imbracati grazie a quattro catene che si riuniscono in un solo punto per un sollevamento semplice e senza strumenti supplementari.

Le piattaforme 220 TJ e 220 TJ+ sono dotate di un motore diesel a 4 cilindri da 26 kW abbinato a una pompa a portata variabile. Come avviene nell’intera gamma, queste piattaforme sono dotate di un sistema che regola automaticamente la potenza del motore in funzione delle esigenze, riducendo il consumo della macchina. Un blocco idraulico è a sua volta presente e offre elasticità e rapidità di movimento in sicurezza. Il rallentamento a fine corsa dei martinetti garantisce un comfort aggiuntivo, eliminando rischi di movimenti bruschi. Un sistema brevettato da Manitou adegua automaticamente la velocità in funzione della lunghezza di uscita del braccio, conservando così una velocità costante qualunque sia la posizione del cestello nello spazio.


CMC

PLA220: autocarrata e telescopica L’azienda di Modugno (Ba) si sta mettendo in evidenza per le molte novità che riguardano le proprie attività di produzione e commercializzazione, che saranno riorganizzate all’insegna della “specializzazione”. La novità di prodotto presentata in occasione di Apex 2017 è la nuova piattaforma autocarrata telescopica PLA220, della divisione CMC Road (l’altra divisione, che si occuperà della produzione di piattaforme cingolate, è denominata CMC Extreme). Caratterizzata da un braccio fisso e da tre sfili, la nuova PLA220 è in grado di raggiungere 22 m di altezza massima di lavoro e 15 m di sbraccio massimo. Tre aree di stabilizzazione multiple consentono di ottimizzare le prestazioni anche negli spazi ristretti. In particolare, la piattaforma CMC PLA220 presenta una stabilizzazione anteriore verticale con travi estraibili idraulicamente, e una stabilizzazione posteriore verticale in sagoma. Sicurezza, facilità d’uso e grandi prestazioni sono garantiti dall’installazione dal sistema di controllo S.C.S. (Self Control System), ideato da CMC per garantire un utilizzo più semplice e sicuro della macchina. Stabilizzazione automatica, comandi elettroidraulici, tubazioni interne, dimensioni ridotte, funzioni di “ritorno a casa” e di “filomuro”: sono altre caratteristiche, queste, che rendono questa piattaforma una soluzione particolarmente interessante. Ad Amsterdam, l’azienda pugliese ha presentato inoltre il suo nuovo sito web (www.cmclift.com): dinamico e snello, consente una semplice e veloce navigazione tramite qualsiasi dispositivo. Da smartphone, tablet o desktop, e ovunque ci si trovi, CMC è ora immediatamente accessibile e facilmente raggiungibile.


PRODOTTI

2017

30/8 to 2/ 9/ 2017 (Wed to Sat)

E

e: Tickets onlinxpo.de/registrierung e www.stein

35315 Homberg/ Nieder-Ofleiden, Germany Further information by: Phone +49 7229 606-30, info@geoplangmbh.de

www.steinexpo.de

Verband der Baubranche, Umwelt- und Maschinentechnik e.V. Forum Für BauFachleute

OIL&STEEL

Nuove piattaforme performanti All’Apex di Amsterdam, Oil&Steel ha esposto quattro piattaforme aeree di particolare interesse: la nuova Snake 2010 H Plus montata su Iveco Euro 6 con interasse corto (3.750 mm, con lunghezza di 6.925 mm), la piattaforma telescopica Scorpion 2112 J e le due versioni Octopus 23 e 14. La Snake 2010 H Plus è attrezzata con stabilizzatori frontali estensibili di tipo H ed è stata progettata di San Cesario sul Panaro per lavorare meglio negli spazi urbani, operare con flessibilità e offrire buone performance anche negli spazi più ristretti. L’allestimento su Iveco Euro 6 risulta essere di 3.300 kg di massa totale a terra. La macchina è inoltre equipaggiata con un doppio pantografo che permette di eseguire movimenti verticali con la massima precisione, sia in fase di elevazione che di abbassamento, permettendo una riduzione delle tempistiche di posizionamento rispetto alle piattaforme con lo stesso sistema. La nuova Scorpion 2112 J è invece una piattaforma aerea con braccio telescopico progettata per raggiungere facilmente e con precisione la posizione di lavoro voluta ed è disponibile con stabilizzazione automatica dal cesto. Esposte anche due piattaforme della linea Octopus: la Octopus 17 e la nuova Octopus 23, con sistema cinematico innovativo che garantisce un grande vantaggio durante gli spostamenti su terreni non livellati grazie al suo sistema di stabilizzazione.


ALMAC

Le nuove Bibi IN OGNI SOLUZIONE SEMPLICE C’È UNA GRANDE IDEA_

L’attività della Almac di Viadana (Mn) è focalizzata sulla costruzione di piattaforme aeree semoventi cingolate. All’Apex 2017 ha esposto alcune nuove versioni stabilizzate su cingolo, da 12 e 14 m d’altezza operativa. Si tratta, delle piattaforme Bibi 1270-HE, disponibile anche nella versione “Light” (entrambe con altezza operativa di 12 m), e della Bibi 1470-HE (14 m). Tutte le versioni hanno in comune le dimensioni compatte, il peso ridotto, la bassa pressione al suolo, la doppia area di stabilizzazione, il sistema di livellamento automatico e la facilità d’utilizzo. La piattaforma Bibi 1470-HE era equipaggiata con una cesta estensibile e ripiegabile e si distingue per una portata massima di 300 kg/due persone e un peso operativo di 3.380 kg. Le prime due versioni citate, invece, offrono una portata di 300 kg e un peso di, rispettivamente, 3.100 e 2.820 kg. Grazie a questo peso contenuto, le macchine possono essere trasportate su un rimorchio standard.

JEKKO

La nuova SPX424 con batterie al litio Jekko era presente ad Apex 2017 con una rappresentanza dei suoi prodotti, tra cui una gru a batteria al litio mai presentata prima sul mercato. Nella fattispecie, i modelli esposti erano: il versatile SPX527, con capacità massima di 2,7 t e jib idraulico che si adatta facilmente a ogni genere di situazione; l’SPX424, l’unico sul mercato dotato di batterie al litio; l’MPK50, ultima innovazione nel comparto delle gru pick&carry industriali, con capacità di 5 t e barra stabilizzatrice frontale brevettata; l’SPK60, una nuova gru cingolata telescopica da 6 t di capacità massima, 3 t in pick&carry, radiocomandata a distanza, con cingoli estensibili.

20.3 HV PERFORMANCE: ALTEZZA DI LAVORO 20 m SBRACCIO max 8,5 m PORTATA max 300 kg

SISTEMA DI STABILIZZAZIONE VARIABILE: “H STAB SYSTEM” CONSENTE DI STABILIZZARE LA PIATTAFORMA IN 4 AREE DEFINITE PER GARANTIRVI SICUREZZA E PRODUTTIVITÀ

DISPONIBILE SU NISSAN CABSTAR, MERCEDES SPRINTER, IVECO DAILY

Saremo presenti con CTE UK ai Vertikal Days, stand 214 Seguici su:

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PRODOTTI HINOWA

La nuova LightLift 13.70 Performance IIIS Dal 2 al 4 maggio, presso lo stand Hinowa all’Apex di Amsterdam, è stata esposta la nuova piattaforma aerea cingolata LightLift 13.70 Performance IIIS. Con uno sbraccio operativo di 7,08 m, un’altezza di lavoro di 13,30 m, una portata utile di 230 kg per tutto l’arco di lavoro, più velocità nella movimentazione e nuovo cestello ad angolo, la nuova LightLIft è ideale per effettuare lavori di precisione in ambienti interni ed esterni. Quanto alle dimensioni, l’area di stabilizzazione si attesta a 2,8 x 2,8 m, mentre l’ingombro in ordine di marcia è ridotto: senza cestello la

nuova LightLift 13.70 misura solo 3,28 m in lunghezza. La macchina può montare tre diverse Power Unit: il motore a benzina Honda iGX390 da 11,7 CV (8,7 kW), l’unità diesel Hatz 1B40 da 10 CV (7,5 kW) e il sistema elettrico (3,6 kW/h)

alimentato dal pacco batterie agli ioni di litio. Quest’ultimo garantisce zero emissioni e prestazioni elevate in termini di autonomia, silenziosità e impatto ambientale. Hinowa pone grande attenzione alla sicurezza degli operatori e grazie al controllo sull’inclinazione la macchina decelera automaticamente in condizioni pericolose. Il sistema anti-entrapment SkyGuard protegge l’operatore nel cestello, consentendo di operare in totale tranquillità. Inoltre, grazie al dispositivo GPS installato a bordo è possibile localizzare la piattaforma in ogni momento.

JCB

Il nuovo telescopico 540-180 HiViz JCB ha lanciato il nuovo sollevatore telescopico 540-180 HiViz da 18 m: questo modello offre maggiori prestazioni e capacità di sollevamento rispetto al 540-170 da 17 m, nonostante le sue dimensioni complessive siano ridotte del 20%. La sua presentazione porta a 30 il numero di versioni presenti nella gamma del costruttore britannico, che vantano altezza di sollevamento fino a 17,5 m e sbracci fino a 13,5 m. Il 540-180 HiViz è stato realizzato per soddisfare le richieste delle società di noleggio e degli appaltatori, grazie a minori costi di gestione (-50% su 1.000 ore), tempi di ciclo più brevi (20%), una migliore altezza di sollevamento (+5%) e maggiore sbraccio in avanti (+10%). Con 2,35 m di larghezza e 6,26 m di lunghezza, è possibile caricare due macchine su un singolo autocarro a caricamento laterale o a pianale ribassato, con conseguente riduzione dei costi di trasporto. Il design del braccio sincronizzato garantisce movimenti del braccio agevoli e precisi con estensioni e ritrazioni più rapide, 78 ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

con conseguente miglioramento dei tempi di ciclo complessivi. Un sistema idraulico “intelligente” rigenerativo sul comando a leva singola opzionale utilizza la forza di gravità per facilitare le operazioni di abbassamento e ritrazione, riducendo l’energia richiesta per l’operazione. Il braccio

con azionamento a catena, che utilizza un sistema innovativo per la regolazione della catena per ridurre la manutenzione necessaria, consente l’utilizzo di una pompa idraulica di minore capacità senza alcuna perdita di produttività. Anzi, il 540-180 offre una efficienza del 12% maggiore durante il posizionamento di un carico, garantendo la velocità senza compromettere in alcun modo le prestazioni o la sicurezza. Il JCB 540180 HiViz è alimentato dal motore diesel JCB EcoMAX conforme Tier 4 Final da 55 kW (74 CV): funziona grazie a un cambio di JCB Powershift a quattro velocità con una velocità di traslazione massima di 29 km/h. L’intera trasmissione è stata progettata e costruita da JCB e questa integrazione verticale, insieme all’uso della potenza attraverso un impianto idraulico “intelligente”, garantiscono che il JCB 540-180 HiViz sia produttivo e efficiente e consenta un risparmio di carburante fino al 10%. La macchina è inoltre dotata di serie del sistema telematico JCB LiveLink e di immobilizer.


FASSI GRU

La nuova gru F1150RA

Fassi Gru ha partecipato alla fiera spagnola Smopyc di Saragozza tramite il suo distributore spagnolo, l’azienda Transgruas Cial SL., con sede a Barcellona, che ha presentato un’importante novità mondiale: la gru F1150RA, appartenente alla gamma XHE. Questo nuovo progetto sostituisce uno vero cavallo di battaglia di Fassi, la F1100RA, una delle gru di maggiore successo di questa gamma. Un modello che nell’arco di 12 anni è riuscito a imporsi nel suo segmento di mercato e che oggi la progettazione dell’azienda sostituisce con un modello completamente nuovo, che sfrutta in pieno l’esperienza tecnologica dell’azienda, la vocazione di proporre nuove soluzioni e le opportunità date dai nuovi acciai ultra altoresistenziali. Agilità, miglioramento del rapporto peso potenza e compattezza sono i veri punti di forza di questa gru. Il nuovo modello prodotto in configurazione XHE comprende soluzioni di design con i carter di protezione “Carbon look”, che rendono l’estetica della macchina molto accattivante, e una compattezza degli ingombri ottenuta grazie a una ricercata ottimizzazione delle dimensioni. A lato del basamento tutte le gru XHE sono equipaggiate di serie con un display touch-screen a colori da 7” che consente di controllare innumerevoli informazioni: messaggi, percentuali o pressioni indotte dal carico nei martinetti di sollevamento, temperatura olio, stabilità, eccetera. Come per tutti i modelli XHE, la F1150RA è dotata una versione del sistema di stabilità Fassi denominata FSC/SII, che sfrutta la migliore efficienza del nuovo sensore angolare abbinato al limitatore di momento. Il modello F1150RA.2.26 xhe-dynamic presente allo stand di Transgruas era nella versione a sei sfili idraulici con capacità di sollevamento di 84 tm e con un sbraccio idraulico massimo di oltre 16 m. Abbinato alla prolunga idraulica L616, la gru sviluppa la medesima capacità di sollevamento, ma con uno sbraccio idraulico di 27,5 m che, con le prolunghe manuali, arriva a oltre 33 m.

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Backeye®360

Sistema di telecamere e monitor intelligente per una visione a 360º. Immagini ORA anche ARCHIVIABILI grazie a

MDR Registrazione Digitale Mobile Backeye®360 elimina il problema degli angoli ciechi, un potenziale pericolo per qualsiasi oggetto o persona che si trovi sulla traiettoria di un veicolo in movimento. Le immagini digitali provenienti da quattro telecamere ultragrandangolari vengono combinate per offrire una vista “a volo d’uccello” del veicolo e fornire in tempo reale una singola immagine chiara sul monitor del guidatore: una soluzione ideale per prevenire gli incidenti, risparmiare denaro e salvare vite umane. E’ ora possibile collegare Backeye®360 ad un sistema di Registrazione Digitale Mobile, che archivia le riprese e si dimostra decisivo in caso di contenziosi.

Backeye®360

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