BUONA LETTURA
del numero digitale di Maggio 2023



questa è la replica dell’edizione stampata La lettura è promossa da



questa è la replica dell’edizione stampata La lettura è promossa da
46 Industrie Macchine Perlini La tradizione che crea qualità di Ettore Zanatta
52 DAF “Ride & Drive: future on application” di Mirko Brusamolino
58 Hyundai La “punta di diamante” di Mirko Brusamolino
62 Soilmec Perforazione “combinata” di Stefano Vitali
4 Editoriale di Ettore Zanatta
6 Notizie a cura di Liliana Rebaglia
34 Costruzioni Digitalize or die? di Cristina Cassinari
40 Hitachi
Il villaggio dell’innovazione di Ettore Zanatta
IL MINIESCAVATORE VOLVO ECR25 ELECTRIC UN SUCCESSO “ANNUNCIATO”
di Ettore Zanatta
76 Lameter La mentalità del “problem solving” di Stefano Vitali
80 Rotair Il futuro è nell’aria di Mirko Brusamolino
84 OMT Group Seguire il cambiamento di Mirko Brusamolino
88 Atmosphere Techonologies La fabbrica mobile di Ettore Zanatta
94 Mollo Noleggio Avere coraggio di Mirko Brusamolino
98 Ritchie Bros. Miniescavatori sulla piattaforma di lancio di Ettore Zanatta
102 Cantiere e sostenibilità La sfida del cantiere sostenibile di Gianni Gennari
ON SITE
110 Il recupero dell’ex fabbrica Innocenti-Maserati di Milano La “Magnifica Fabbrica” di Ettore Zanatta
118 Prodotti a cura di Liliana Rebaglia
Direttore responsabile
Luigi Zaffagnini - l.zaffagnini@capoversoeditrice.it
Direttore editoriale
Ettore Zanatta - ettore.zanatta@capoversoeditrice.it
Responsabile commerciale
Luisa Casazza - l.casazza@capoversoeditrice.it
Hanno collaborato a questo numero:
Mirko Brusamolino, Cristina Cassinari, Liliana Rebaglia,
Stefano Vitali
Ufficio amministrazione
Roberta Fabbri - r.fabbri@capoversoeditrice.it
tel. 0545 967722
Ufficio abbonamenti
tel. 0545 967722
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Stilare dei bilanci che non siano semplicemente basati su numeri e statistiche risulta sempre come un esercizio d’opinione. Simbolico e quasi sterile, alla fine dei fatti. Eppure, in questa sede, ci sembra giusto dare un giudizio che renda giustizia a quello che è stato il SaMoTer 2023, in una delle edizioni più complicate e difficili del lungo corso che ne ha caratterizzato la storia come fiera internazionale delle macchine e attrezzature da costruzione.
Dopo sei anni di sospensione - a causa della pandemia da Covid-19 e delle incertezze che sono seguite alle varie false ripartenze dopo l’emergenza - e soprattutto a pochi mesi di distanza dall’asso pigliatutto del Bauma di Monaco, ad alcuni la manifestazione organizzata da Veronafiere sembrava essere una sorta di imposta morale, un obolo da versare al nostro sistema di rappresentanza politica delle costruzioni nazionali. Senza che ce ne fosse la necessità urgente, sotto l’aspetto della convenienza e dei motivi di interesse, per le aziende come per il pubblico di visitatori più o meno interessati. A chi la pensava così, a fiera ormai conclusa, possiamo dire in coscienza che, almeno in parte, si sbagliava. Non ci soffermiamo, nella nostra considerazione, sul numero dei partecipanti o sull’analisi degli “affari” effettivamente sottoscritti dagli espositori con chi fosse in cerca di contatti - e contratti - o di future compravendite. Parliamo invece dell’organizzazione della fiera e dell’interesse del dibattito proposto nelle varie conferenze e nei convegni che hanno caratterizzato la manifestazione. La struttura fieristica era ben congegnata nella maggior parte dei padiglioni, con un programma di incontri che ha coinvolto diversi protagonisti di primo piano del Construction Equipment e di vari settori della lavorazione in cava, della trasmissione di potenza e della progettazione. Un’organizzazione che avrebbe meritato un’affluenza ancora maggiore, sicuramente, ma non era facile riportare i riflettori europei su una fiera italiana ritenuta da alcuni “vintage” - nel ricordo di chi vi ha partecipato negli anni migliori - e con un profilo piuttosto fragile (come altri eventi nazionali, peraltro) nel confronto con i “giganti” delle esposizioni mondiali (come il già citato Bauma e l’altrettanto recente Conexpo). Eppure è doveroso apprezzare lo sforzo e l’impegno profusi dagli organizzatori. Con risultati che possiamo definire quantomeno meritevoli di considerazione, auspicando fortemente edizioni future sempre migliori. Perché a guadagnarci, alla fine, sono state e saranno, ancora, le nostre imprese e gli operatori che lavorano quotidianamente in questo settore, nonché il giusto orgoglio di filiera del più autentico e apprezzato made in Italy industriale.
Nei primi tre mesi del 2023 sono state immesse sul mercato italiano 5.313 macchine per le costruzioni, con una crescita del 5% rispetto allo stesso periodo del 2022. Più in dettaglio, le macchine movimento terra vendute tra gennaio e marzo 2023 sono 5.186 unità (+7%) e 127 le macchine stradali (-31%). Questi i dati elaborati sulla base delle vendite dei produttori e degli importatori del settore da Unacea, Unione italiana macchine per costruzioni. Positivo anche il commercio estero di settore, con le esportazioni che tra gennaio e
dicembre 2022 hanno superato i 3 miliardi di euro, in crescita del 9% rispetto al 2021. Questi i risultati dell’ultimo Report commercio estero Unacea-Cer, elaborato sulla base dei dati Istat. Crescono anche le importazioni (+30%) per un valore di 2 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale si mantiene in positivo per oltre 990 milioni di euro, pur cedendo il 18% rispetto allo scorso anno. “Il mercato di settore risulta ancora in crescita nel primo trimestre 2023, anche se sono evidenti i primi segni di stanchezza”, ha dichiarato Michele Vitulano,
presidente di Unacea. “La flessione del settore delle macchine stradali e il rallentamento della crescita del mercato di macchine per movimento terra, in linea con quanto previsto da Unacea e Cer negli scorsi mesi, anticipa una più generale stabilizzazione del mercato. Lo svecchiamento del parco macchine continua tuttavia a essere una priorità per il nostro Paese e ci auguriamo quindi possa presto attivarsi un’iniziativa pubblica di supporto alle aziende che decidono di investire in nuove tecnologie, efficientando non solo le proprie attività di lavoro, ma contribuendo a in maniera importante alla sostenibilità ambientale dei cantieri, alla sicurezza degli operatori e degli stessi manufatti”. Fare il punto sulla situazione macroeconomica e di settore è stato il compito di Stefano Fantacone, direttore scientifico del Cer - Centro Europa Ricerche, in occasione della recente assemblea annuale dei soci Unacea tenutasi all’hotel Leon d’Oro di Verona, in concomitanza con l’ultima edizione del SaMoTer. Con 13 anni di attività alle spalle, 86 aziende associate e un tasso di rappresentatività di oltre l’80%, Unacea ha presentato nell’occasione ai partecipanti le attività tecniche, economiche di comunicazione realizzate nel corso dell’anno e quelle attualmente in
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SAMOTER 2023
SaMoTer, il salone di Veronafiere dedicato alle macchine per costruzioni, si è chiuso registrando in cinque giornate di manifestazione più di 40.000 visitatori specializzati, provenienti da 91 nazioni, con Germania, Spagna e Francia ai primi tre posti per numero di arrivi e presenze anche da Asia, Africa, Nord e Sud America. Business, innovazione, internazionalità e formazione sono le cifre di questo SaMoTer che ha riunito, in fiera a Verona, 536 aziende espositrici di cui 115 arrivate dall’estero, da 23 paesi, con il ritorno anche di grandi player del comparto come CGT Caterpillar e Hitachi. La 31ª edizione di SaMoTer si è svolta con un forte focus sull’adozione delle nuove tecnologie nel mondo Construction, per renderlo sempre più competitivo e sostenibile. I visitatori hanno potuto così vedere all’opera le macchine del futuro nella nuova area espositiva dinamica al debutto quest’anno: il Cantiere digitale, parte del progetto del Samoter LAB. Oltre che sugli affari, protagonisti di oltre 500 incontri b2b fissati dalle aziende con più 106 top buyer stranieri da 36 paesi selezionati da Veronafiere e ICE-Agenzia, SaMoTer si è confermata una fiera di contenuti, con più di 80 iniziative formative e attività educational realizzate con partner tecnico-scientifici di alto profilo. La centralità del salone per la filiera industriale nazionale delle macchine e attrezzature da cantiere e per l’edilizia, oltre dai numeri e dalla soddisfazione degli operatori, è stata ribadita anche dalle istituzioni: il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha inaugurato l’evento fieristico, mentre il ministro degli Affari Esteri e della
Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha sottolineato come il SaMoTer faccia parte a pieno titolo delle strategie di promozione integrate all’estero per le imprese italiane. “Per una manifestazione triennale, ritornare in pista con successo dopo sei anni di assenza a causa della pandemia non era così scontato”, ha commenta Federico Bricolo, presidente di Veronafiere. “Invece il SaMoTer 2023 ha centrato l’obiettivo, con un’edizione che è riuscita a rappresentare per le imprese e i tanti operatori arrivati dall’estero un reale strumento per fare business, aprirsi a nuovi mercati e conoscere le ultime novità. Significa che abbiamo lavorato bene come organizzatori, in squadra con istituzioni, territorio, ICE-Agenzia, tutte le
associazioni più importanti dei settori rappresentati dal salone e le aziende espositrici che hanno capito il valore di far parte della community del SaMoTer”
“I risultati molto positivi di questo 31° SaMoTer sono la prova che espositori e buyer hanno compreso e apprezzato il nuovo format dell’evento”, ha aggiunto Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere. “L’innovazione è stata il filo rosso di questa edizione, che ha visto il debutto di due nuove aree dedicate alla rivoluzione tecnologica e che rappresenta il futuro delle macchine per le costruzioni. Abbiamo voluto mettere ancora più al centro i protagonisti di questo settore e le loro esigenze, progettando questo SaMoTer in modo che valesse ogni euro e ogni minuto investito da espositori e visitatori. Siamo già al lavoro con Unacea sulla prossima edizione che sarà sicuramente la continuazione di quest’esperienza, soprattutto per quanto riguarda il Cantiere digitale e il mondo della sostenibilità”. La prossima edizione del SaMoTer è in programma dal 6 al 9 maggio 2026.
Il 31° Congresso Nazionale dei Noleggiatori organizzato da Assodimi/Assonolo si svolgerà il 28 e 29 settembre 2023 presso il Museo di Pietrarsa a Napoli. I congressi di Firenze e Milano hanno visto la partecipazione di oltre 450 persone, con oltre 180 aziende di noleggio e 50 sponsor, che hanno permesso al Congresso di confermarsi come l’evento verticale di riferimento per il settore noleggio. Il congresso si svolgerà nello splendido Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa della Fondazione FS. Il museo ferroviario è stato realizzato dove sorgeva il reale opificio borbonico di Pietrarsa, struttura concepita da Ferdinando II di Borbone nel 1840 come industria siderurgica e dal 1845 come fabbrica di locomotive a vapore. Nel 1853 a Pietrarsa prestavano la loro opera circa 700 operai facendo dell’opificio il primo e più importante nucleo industriale italiano oltre mezzo secolo prima che nascesse la Fiat e 44 anni prima della Breda. Costituito da sette padiglioni, per un’estensione complessiva di circa 36.000 metri quadrati, ospita locomotive a vapore, locomotive elettriche trifase, locomotive a corrente continua, locomotori
diesel, elettromotrici, automotrici e carrozze passeggeri. Gioiello della collezione la carrozzasalone del treno dei Savoia, attualmente “Treno della Presidenza della Repubblica Italiana”. Il programma prevede per giovedì 28 settembre la visita guidata al museo con aperitivo e cena conviviale per chi arriverà a Napoli la sera prima del congresso. La serata sarà organizzata nella zona che costeggia il mare a base di pizza
napoletana. Venerdì 29 settembre il congresso si svilupperà nel salone principale dove si svolgeranno i lavori congressuali. I principali topic dei lavori congressuali saranno Economia, Gestione del personale e Innovazione. Il welcome coffee e light lunch saranno organizzati in modo diffuso nelle sale del museo, mentre le macchine saranno dislocate nell’area esterna del museo. Il programma dei lavori congressuali è ancora “work-in-progress”, ma sono già confermati gli speaker principali del Congresso, che sarà condotto dalla presentatrice Chiara Stile: Mariangela Pira, giornalista di SkyTg24, presenterà lo scenario macroeconomico che caratterizza il periodo e le previsioni per il prossimo futuro; Federica Brancaccio, presidente di ANCE, analizzerà l’andamento del settore delle costruzioni con particolare attenzione sul
PNRR, sicurezza e gestione del personale; Federico Della Puppa, responsabile del Centro Studi Assodimi/Smartland, presenterà i trend che stanno caratterizzando il mercato del noleggio in questo periodo; Debora De Nuzzo, coach aziendale esperta in benessere organizzativo, illustrerà come organizzare al meglio i processi nell’ottica di migliorare il benessere del personale.
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In occasione del SaMoTer 2023
Komatsu ha esposto 25 macchine movimento terra, con l’ecologico escavatore ibrido HB365NLC-3 come protagonista dell’evento. Il sistema ibrido Komatsu aiuta a ridurre le emissioni fin dal 1999 e in questi tempi di crescente consapevolezza ambientale gli escavatori ibridi Komatsu continuano a contribuire alla riduzione dell’impatto dell’industria delle costruzioni sull’ambiente. Sono state esposte anche diverse macchine “intelligent Machine Control” (iMC): in questo caso, “intelligent” sta per “connesso ai dati”. La connessione “i” aiuta gli operatori e gli imprenditori realizzando soluzioni di automazione che aumentano la produttività, consentendo la progettazione di cantieri all’avanguardia. Un dozer D71EXi-24 e un escavatore PC210LCi-11 sono stati presentati in funzione nel cantiere digitale, mentre un PC290NLCi-11 e una motolivellatrice GD675-7 con sistema Topcon 3D sono stati esposti all’interno. Il padiglione 8 ha ospitato inoltre il dozer D51EX-24 con sistema Topcon 3D. Nell’area statica, un escavatore cingolato PC170 ha attirato l’attenzione degli
esperti del settore. C’era anche la pala gommata WA475-10, esposta nella sua configurazione con il nuovo Submonitor. Questo sistema crea una nuova interfaccia grazie alla quale l’operatore può interagire con i sistemi di utilizzo assistito della macchina, che includono un “Load Pilot” potenziato, un nuovo sistema di supervisione posteriore con telecamera ad alta definizione e dispositivo posteriore di rilevamento degli ostacoli con radar, oltre a un modulo Efficiency Trainer completamente nuovo che aumenta le prestazioni. Al Samoter Lab, Komatsu ha presentato il pacchetto di servizi Smart Construction, che utilizza strumenti IoT, tecnologie software e strategie di Data Analytics atti a migliorare l’efficienza del cantiere durante l’intero ciclo di costruzione. Sono stati illustrati i
vantaggi che offre, oltre al modo in cui renderanno la tua attività più redditizia. È stato poi presentato un escavatore PC138US-11 con kit di retrofit Smart Construction, un nuovo strumento rapido ed economico introdotto da Komatsu per consentire alle macchine tradizionali di raccogliere informazioni “as built” e dati sul carico utile. È stata inoltre sottolineata l’importanza delle soluzioni Komtrax e Komtrax Plus. Il primo è l’innovativo sistema di monitoraggio da remoto di Komatsu lanciato nel 2006 che offre a tutti i clienti un accesso rapido all’Industria 4.0. Komtrax ISO API (Application Programming Interface) è una soluzione per il trasferimento di dati da un server all’altro conforme alla norma ISO 15143-3 che consente al sistema macchina di accedere direttamente ai dati Komtrax.
Komatsu Ltd. e la sua controllata al 100% Komatsu Europe International N.V. (di seguito “Komatsu”) hanno annunciato la decisione di passare all’olio vegetale idrotrattato (HVO) come carburante con cui saranno rifornite in fabbrica le macchine Komatsu prodotte in Europa. In linea con l’obiettivo a lungo termine di Komatsu di raggiungere la “carbon neutrality” entro il 2050 e come obiettivo-sfida del piano di gestione a medio termine, questa novità assoluta nell’universo Komatsu ha iniziato a fare i primi passi a partire da aprile 2023 presso lo stabilimento Komatsu Germany GmbH, Construction Division (KGC) di Hannover, in Germania, e presso lo stabilimento Komatsu UK di Birtley, Inghilterra, che saranno seguiti da altri stabilimenti di Komatsu Europe. Ingo Büscher, AD di KGC, ha affermato: “Oltre a garantire minori emissioni durante il funzionamento grazie a una composizione chimica di livello superiore, l’HVO di Komatsu per il primo rifornimento (Neste MY Renewable Diesel) è composto principalmente da materiali di scarto, limitando il consumo di risorse rinnovabili, come gli oli vegetali. Ci siamo impegnati a sostenere i nostri clienti nel raggiungimento dei loro obiettivi di sostenibilità a lungo termine con un approccio di squadra. Siamo convinti che l’HVO sia un’opzione efficace ed economica per ridurre le emissioni e salvaguardare le risorse limitate”.
Con una quota di mercato del 11,4% (prime rielaborazioni statistiche su base ACI), nel mese di aprile la divisione truck di MAN Italia ha fatto segnare il record assoluto degli ultimi 20 anni nel settore dei veicoli industriali sopra le 6 t, piazzandosi sul terzo gradino del podio tra i brand operanti in Italia. Un eccellente risultato che segue e consolida le ottime performance dall’inizio del 2023, attestandosi su un valore cumulato in crescita di ben tre punti percentuali rispetto all’anno precedente. Una performance sostenuta dall’ottimo
andamento delle immatricolazioni nel segmento dei carri e dei mezzi d’opera che pongono il costruttore di Monaco come marchio preferito dietro solo al costruttore nazionale. Prestazioni frutto di una strategia nata alcuni anni fa che ha permesso alla Casa del Leone di affermarsi come uno dei marchi preferiti dagli allestitori, guadagnando la leadership nei rispettivi segmenti in regioni come Lombardia, Toscana e Calabria. “Dopo un anno estremamente difficileha affermato Franco Pedrotti, direttore Prodotto e Vendite Truck -, con tempi di fermo della produzione di diverse settimane, interruzioni delle catene di approvvigionamento e oneri finanziari elevati anche a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, siamo finalmente riusciti a rimettere in carreggiata MAN grazie agli sforzi compiuti da tutta la nostra azienda. Devo ringraziare tutto il Team di MAN Italia e il nostro network di vendita e assistenza per aver saputo reagire e affrontare i momenti più difficili, ma soprattutto i nostri clienti che hanno saputo comprendere il momento di difficoltà e attendere pazientemente i veicoli ordinati nei mesi scorsi. C’è sicuramente ancora molto da fare, ma nonostante la grande volatilità confido che il nostro brand saprà togliersi ancora diverse soddisfazioni quest’anno”.
Imer International e Kato Imer hanno siglato un accordo riguardante la Linea Minidumper. In seguito a tale accordo, la produzione attualmente realizzata presso lo stabilimento Kato Imer di San Gimignano (SI) sarà spostata presso lo stabilimento Imer di Rapolano Terme (SI) e sarà realizzato un potenziamento della linea grazie a investimenti dedicati all’industrializzazione dei modelli attuali attraverso un processo produttivo verticalmente integrato. Lo stabilimento di Rapolano Terme – 69.000 m2 di superficie, di cui 16.000 coperti – ospita attualmente la produzione delle macchine e attrezzature da cantiere della Divisione Equipment del Gruppo Imer e negli ultimi anni è stato
oggetto di importanti investimenti per l’avanzamento tecnologico dei processi produttivi. Ulteriori investimenti sono stati previsti dal piano industriale del Gruppo per i prossimi anni. L’inizio della produzione nella sede di Rapolano Terme è previsto per settembre 2023, con contestuale cessazione
della produzione da parte di Kato Imer. Per lo stabilimento Kato Imer di San Gimignano –39.000 m2di superficie, di cui 9.000 coperti – è stata pianificata una riorganizzazione delle linee produttive finalizzata ad accogliere l’ampliamento della gamma Skid Steer Loader e ad aumentare la capacità produttiva degli escavatori. La riorganizzazione produttiva della Linea Minidumper rientra in un progetto strategico condiviso dalle due società, che si propone di utilizzare al meglio le sinergie già esistenti tra Imer International e Kato Imer. Entrambe le società continueranno a proporre sul mercato i Minidumper con il proprio brand e il proprio colore nei rispettivi canali di vendita.
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Tesmec ha presentato la sua nuova “corporate identity”, con un nuovo logo che intende riflettere al meglio la mission del Gruppo, fondata su innovazione tecnologica e sostenibilità. Un’evoluzione che punta a sottolineare la lunga storia di crescita del Gruppo, oggi vera e propria “tech company”, punto di riferimento nell’innovability. La capacità di sapere unire lo sviluppo di soluzioni digitali e integrate alla storica componente meccanica e tecnologica ha contribuito a un’evoluzione e diversificazione del paradigma innovativo del Gruppo e al raggiungimento di traguardi di crescita a livello globale. Tesmec si è evoluta da azienda italiana radicata in un territorio ricco di eccellenze e competenze a player internazionale che affronta con successo le sfide poste dalla digitalizzazione e dalla transizione energetica. La nuova “corporate identity” costituisce un’ulteriore tappa di questo percorso e intende fornire uno strumento di identificazione chiaro e univoco a tutte le società del Gruppo, attraverso un unico logo rappresentativo di tutte le
Business Unit e di tutte le filiali che rafforza anche il senso di appartenenza interno. Il logo è stato razionalizzato in termini di forme e segni grafici e ridisegnato per ottenerne una versione più moderna e pulita, mantenendo la precedente costruzione geometrica, ma cercando di alleggerire il peso delle lettere, senza perdere il solido impatto visivo che ha sempre caratterizzato la grafica del Gruppo. Il risultato è un nuovo logo, pulito, dall’impostazione tecnologica e digitale, che consente una grande versatilità di utilizzo. La scelta del font e del colore primario rappresenta la personalità e i valori aziendali, oltre che la modernità del Gruppo. Le tecnologie 4.0, la digitalizzazione e la sostenibilità sono da sempre i driver di sviluppo globale di Tesmec, attiva su progetti ad alto contenuto tecnologico: dalla diagnostica predittiva alla cybersecurity, dal rilievo ad alta precisione di reti interrate alla loro mappatura digitale, dalla dotazione di componenti elettroniche e meccatroniche delle macchine
al loro controllo remoto. Allo stesso tempo, le potenzialità della transizione energetica, digitale e “green”, che rivestono una primaria importanza nei Recovery Plan dei Paesi in cui opera Tesmec, toccano tutti i settori strategici in cui è attivo il Gruppo, attraverso la creazione di infrastrutture moderne, l’installazione di cavi e fibre ottiche, la modernizzazione e la messa in sicurezza delle reti ferroviarie, l’incremento della mobilità sostenibile, il passaggio all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, nonché la crescente importanza dell’efficienza delle reti elettriche. La nuova “corporate identity” di Tesmec intende evidenziare ancor meglio il percorso continuo di innovazione tecnologica e sostenibilità del Gruppo e trova espressione anche in un Brand Book, uno strumento per agevolare una coerente veicolazione del processo di evoluzione affrontato dal Gruppo. Il presidente e AD, Ambrogio Caccia Dominioni, ha commentato: “Il percorso di crescita intrapreso da Tesmec nel corso di più di 70 anni di storia ha portato la società a diventare un Gruppo internazionale con una dimensione e una complessità rilevanti. In tale contesto, per affrontare l’attuale contemporaneità che ci impone sfide ogni giorno più complesse, è fondamentale trasmettere anche visivamente i propri valori e sentirsi uniti per costruire insieme un futuro importante. Perciò abbiamo lanciato il progetto Tesmec
Corporate Identity: nel rispetto delle diversità locali, dobbiamo concentrarci sul rafforzamento dello spirito di Gruppo, con l’obiettivo di valorizzare gli obiettivi, i valori e la cultura aziendali, condividere i principali traguardi raggiunti, consolidare il senso di appartenenza e costruire un’immagine coerente di Gruppo”.
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SSAB
Epiroc è la prima azienda del settore minerario a firmare un accordo di fornitura con SSAB per la produzione dell’acciaio SSAB Zero, un acciaio riciclato a zero emissioni di carbonio fossile, ottenuto utilizzando fonti di energia prodotta senza combustibili fossili. L’acciaio sarà impiegato nella gamma di dumper e pale da miniera a batteria di Epiroc, la cui introduzione è prevista per il terzo trimestre del 2023. SSAB Zero sarà utilizzato nella produzione della serie Smart and Green di Epiroc di dumper e pale da miniera a batteria, consentendo operazioni sotterranee a emissioni zero. La partnership tra SSAB
TELT
ed Epiroc rientra nell’impegno a lungo termine di Epiroc per la produzione delle macchine più ecologiche al mondo, nonché nell’obiettivo di SSAB di contribuire alla creazione di catene del valore prive di combustibili fossili. “SSAB Zero amplia il nostro portafoglio a emissioni zero e rafforza l’offerta aziendale, consentendoci già quest’anno
di fornire l’acciaio a emissioni zero ai nostri clienti”, afferma Thomas Hörnfeldt, responsabile della divisione Sostenibilità di SSAB. “C’è una grande richiesta di questo tipo di acciaio ed è una soddisfazione poter proporre un’offerta del genere”. “Siamo davvero entusiasti di poter utilizzare le innovative soluzioni a basso tenore di carbonio di SSAB. Questo è uno dei tanti modi in cui stiamo accelerando la trasformazione dell’industria mineraria, aiutando al contempo i nostri clienti a raggiungere i loro obiettivi di sostenibilità”, afferma Sami Niiranen, presidente della Underground Division di Epiroc.
È la società TELT la vincitrice della edizione 2023 del Premio Internazionale SaMoTer, istituito nel 1973. Veronafiere ha scelto il promotore pubblico binazionale responsabile della realizzazione e della gestione della sezione internazionale della linea ferroviaria Torino-Lione, società detenuta al 50% dal Ministero della Transizione Ecologica francese e al 50% dallo Stato italiano attraverso il Gruppo Ferrovie dello Stato. La consegna è avvenuta nell’ambito della prima giornata della 31a edizione della fiera veronese; a ritirare il riconoscimento, consegnato dall’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese, è stato il direttore Costruzioni, Piergiuseppe Gilli (nella foto a destra, con Danese) per conto della società e del direttore generale di TELT, Mario Virano. “Il Premio Internazionale è stato creato per dare il giusto riconoscimento ai progetti e alle opere per il settore
delle costruzioni significativi in termini di tecnologie e ricerca scientifica”, ha sottolineato Maurizio Danese. “Con questa edizione, che ha messo al centro i temi dell’innovazione e della sostenibilità, celebriamo un’opera che sarà cruciale per gli scambi commerciali e la mobilità delle persone attraverso l’arco alpino. Al contempo riconosciamo l’impegno di un soggetto pubblico, TELT, che in linea con il focus di SaMoTer 2023 condivide l’obiettivo europeo di realizzare una nuova rete di trasporti più veloci, più efficienti
e più sostenibili”. “Ricevere questo premio ci rende orgogliosi e ci sprona ancora di più a realizzare questa grande opera europea nel segno dell’innovazione e dell’eccellenza”, ha evidenziato il direttore generale di TELT, Mario Virano. “La nostra particolare natura di promotore pubblico binazionale italo-francese ci ha posto nella condizione, unica nel panorama internazionale, non solo di armonizzare due culture con norme e approcci diversi, ma anche di essere terreno di sperimentazione continua nei diversi settori delle costruzioni. Una sfida che portiamo avanti con il supporto di università e centri di ricerca di alto livello e che si concretizza nella ricerca di nuove soluzioni nei diversi campi: dalle tecniche di costruzione alla sicurezza sul lavoro, alla tutela ambientale, dall’economia circolare dei materiali di scavo, alla sicurezza sul lavoro e all’applicazione della normativa antimafia in chiave transnazionale”.
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Il circuito di gara nella belga Spa-Francorchamps è stato modificato con l’obiettivo di aumentare l’attrattività per gli spettatori e, soprattutto, di garantire maggiore sicurezza ai piloti. L’intervento di modifica del circuito ha posto tutti gli interessati dinnanzi a sfide particolari, poiché il circuito di gara non è stato realizzato, come di consueto, al tavolo da disegno, bensì è nato oltre 100 anni fa dall’unione di normalissime strade. Jarno Zaffelli, CEO dell’azienda Dromo Circuit Design che ha realizzato il progetto, sottolinea che il risanamento è stato molto difficoltoso soprattutto per via delle salite e delle discese presenti. Il circuito, infatti, presenta tratti con pendenze estreme del 20% in salita, come, ad esempio, la combinazione di curve Eau Rouge e Raidillon. Un’altra sfida è il tornante La Source, chiamato così perché questo tratto viene lambito da acqua di sorgente. Per garantire la maggiore sicurezza possibile ai piloti sul difficilissimo circuito di Spa-Francorchamps, si è cercato di soddisfare i requisiti di planarità e grip del manto d’asfalto. Per la stesa dei conglomerati bituminosi è stata incaricata l’azienda belga Bodarwé. Le differenze di altezza nel percorso ricco di curve non rappresentano una sfida solo per i piloti, bensì anche per la squadra di stesa. “Lavoriamo da tanti anni con imprese di costruzioni stradali che utilizzano le macchine del Wirtgen Group. Conosciamo bene questi mezzi e sappiamo cosa sono capaci di fare in termini di qualità e affidabilità”, spiega Zaffelli.
Dalla ripida Eau Rouge salendo fino alla chicane più famosa della Formula 1, la curva parabolica Raidillon, si doveva stendere un
nuovo manto d’usura di 505 m. A questo si aggiungevano i 206 m in prossimità della curva di Formula 1 T9Car a nord, nonché le nuove curve dedicate alle moto T8Moto e T9Moto su una lunghezza di 701 m. Per realizzare questi tratti con la qualità ottimale, la squadra di stesa doveva soddisfare i seguenti requisiti: la stesa doveva avvenire no-stop con una velocità che andava da 3 a 4 m/min. La temperatura della miscela di conglomerato doveva essere di 180 °C per garantire una finestra di compattazione sufficientemente ampia anche alle basse temperature invernali esterne. Inoltre, controllo e documentazione scrupolosi della temperatura del manto d’usura steso. Per garantire la qualità della pavimentazione di un circuito di Formula 1 è fondamentale la composizione del conglomerato. La ricetta, dal nome in codice “Le Noir”, è stata creata da Dromo appositamente per il circuito di Spa-Francorchamps attenendosi al regolamento della federazione sportiva internazionale FIA. È un segreto gelosamente custodito. La mescola è stata effettuata nell’impianto della consociata della Bodarwé, la Boreta S.A. L’impianto Benninghoven tipo TBA 4000 si distingue per i suoi elevatissimi
standard di qualità e produzione, nonché per la vasta gamma di opzioni. Dopo aver rimosso il manto d’usura dei corrispondenti tratti di linea con una fresa Wirtgen del tipo W 220i, con regolatore della profondità di fresatura Level Pro Active e il controllo 3D, sono state utilizzate tre Vögele Super 1800-3i. Sono state stese tre strisciate da 4,1-4,3 m con il comprovato metodo caldo-caldo, senza giunti. Le tre finitrici erano dotate ciascuna di un banco estensibile AB 500, TV e Big MultiPlex Ski per una planarità massima in direzione longitudinale. Sui supporti variabili del Big MultiPlex Ski sono stati montati tre sensori a ultrasuoni multipli, ciascuno dei quali scansionava il binder e il manto d’usura adiacente, garantendo così una stesa di alta precisione. Per il controllo e la documentazione della temperatura di stesa, le tre finitrici sono state dotate di WITOS Paving Docu incluso il sistema di rilevamento della temperatura RoadScan. Oltre alla temperatura del conglomerato bituminoso, il sistema ha consentito di registrare altri parametri di stesa come geometria, superficie, tracciato e quantità di conglomerato bituminoso stese.
FPT Industrial, brand di Iveco Group, ha preso parte ad ACT Expo 2023, tenutosi presso l’Anaheim Convention Center di Anaheim (California - USA). Tra i principali costruttori mondiali di motori e trasmissioni, FPT Industrial ha accolto clienti, partner e visitatori per mostrare loro la sua gamma ePowertrain di soluzioni e prodotti per la propulsione elettrica. FPT Industrial si è imposta come uno dei principali attori globali nel settore della propulsione elettrica grazie alla progettazione, lo sviluppo e la produzione di una gamma ampia e diversificata di prodotti a zero emissioni. Oltre allo stabilimento ePowertrain di Torino, il brand vanta numerosi centri Ricerca & Sviluppo dedicati alla ricerca, alla progettazione e alla sperimentazione delle soluzioni più innovative per la mobilità del futuro. La gamma FPT Industrial include soluzioni di trasmissione elettrica per veicoli commerciali leggeri, medi e pesanti. Il motore centrale integrato (Central Drive) da 140 kW consente di installare facilmente una soluzione 100% elettrica anche sulle architetture più complesse dei veicoli esistenti, mentre gli assali elettrici con potenza da 145 a 840 kW sono una
BOBCAT
soluzione a zero emissioni ideale per tutti i veicoli commerciali (leggeri, medi e pesanti). Progettato per il truck elettrico (BEV) Nikola Tre e già installato sui veicoli in produzione, l’assale elettrico 840-R è in mostra ad ACT Expo presso lo stand Nikola. L’offerta ePowertrain di FPT Industrial include anche sistemi di accumulo energetico con energia nominale da 37 a 69 kWh, configurabili in soluzioni multipack.
Convalidati in conformità ai più rigorosi standard applicativi, questi pacchi batteria sono completamente personalizzabili grazie alla flessibilità del sistema proprietario di gestione delle batterie sviluppato internamente. La gamma ePowertrain di FPT Industrial è prodotta in un nuovo stabilimento, inaugurato il 18 ottobre 2022 e interamente dedicato alla produzione di
assali elettrici e Central Drive per veicoli commerciali pesanti e all’assemblaggio di pacchi batteria per veicoli commerciali leggeri, autobus e minibus. Con una superficie totale di circa 15.000 m2, lo stabilimento ePowertrain ha quattro linee di produzione parallele, di cui due per l’assemblaggio di pacchi batteria (una per la versione da 37 kWh e una per la versione da 69 kWh), una per la produzione di Central Drive e una per la produzione di assali elettrici per veicoli commerciali pesanti. A pieno regime, lo stabilimento ePowertrain produrrà oltre 20.000 batterie e 20.000 assali elettrici l’anno. Il nuovo sito produttivo è il primo stabilimento totalmente “carbon neutral” di Iveco Group ed è in grado di raggiungere questo obiettivo compensando le emissioni di CO2 con l’acquisto di energia da risorse rinnovabili e crediti di carbonio. Inoltre, lo stabilimento genera energia grazie ai pannelli solari applicati alla facciata e a tecnologie innovative come la “mini Wind Tower” e lo “Smartflower” (pannelli solari installati su una base rotante per seguire il movimento del sole).
Bobcat è uscita vittoriosa dai 2023 World Changing Ideas Awards di Fast Company. I World Changing Ideas Awards premiano design sostenibili, prodotti innovativi, iniziative sociali audaci e altri progetti creativi che stanno cambiando il modo in cui lavoriamo, viviamo e interagiamo con il mondo. La pala compatta cingolata
elettrificata T7X ha ricevuto diversi riconoscimenti Fast Company:
è stata vincitrice nella categoria Transportation e finalista nella categoria General Excellence, oltre ad aver ricevuto una menzione d’onore nella categoria North America. Alimentata a batteria, la T7X assicura una bassa impronta di carbonio, è “silenziosa” e offre prestazioni superiori alle controparti dotate di motorizzazione diesel.
L’esperienza nei cantieri acquisita negli anni sull’utilizzo delle benne spazzolatrici ha permesso di intervenire sulle criticità evidenziate dalla clientela. I rinforzi in acciaio antiusura nei punti più sollecitati della benna di raccolta, la lama in HB400 imbullonata e reversibile, rendono l’utilizzo della Benna Spazzolatrice HD idoneo sia nei cantieri più gravosi che nelle normali manutenzioni stradali. Il motore a trasmissione diretta riduce le manutenzioni e riduce sensibilmente i tempi necessari per la sostituzione del rullo.
Offrire al settore delle costruzioni, delle infrastrutture e della generazione di energia primaria delle soluzioni tecnologicamente evolute, concepite per generare valore e sostenibilità: è con questo obiettivo che CGT si è presentata al SaMoTer 2023. L’azienda - che fa parte del Gruppo TESYA ed è nota per essere un punto di riferimento nella fornitura di soluzioni integrate di vendita, noleggio e servizi nei settori delle costruzioni, infrastrutture, nonché nella generazione di energia primaria, di “back up” e in applicazioni oil & gas e navali - era presente all’interno del SaMoTer LAB, un’area ad alto tasso tecnologico, nonché vero e proprio “cantiere automatizzato”. “Il concept espositivo portato al SaMoTer” - ha commentato Giorgio Brenna, AD di CGT – ha abbracciato idealmente tutte le caratteristiche dell’offerta di CGT che, insieme alle aziende del Gruppo TESYA, si pone come partner di riferimento per i clienti nel co-design e nella fornitura di soluzioni in grado di generare valore e sostenibilità”. Re-Evolution Technologies, il concetto che l’azienda ha ideato per il suo
ritorno al Salone delle macchine per costruzioni, ha racchiuso in sé tutte le tecnologie e le soluzioni che rivoluzionano e fanno evolvere i cantieri, rendendoli più produttivi, sicuri, efficienti e sostenibili. Un “fil rouge” che ha accompagnato i visitatori nell’area espositiva interna di CGT di 350 m2, dove le parole chiave erano connettività e monitoraggio, fino all’area esterna del cantiere digitale di SaMoTer LAB, in cui è stato possibile toccare con mano e vedere in funzione le tecnologie applicate alle macchine Cat. Per CGT si è trattato di un ritorno al SaMoTer, che ha segnato
una vera e propria rivoluzione tecnologica non solo per gli equipaggiamenti all’avanguardia dei prodotti, ma anche per lo sviluppo di sistemi avanzati di monitoraggio, controllo e misurazione delle performance di flotte e impianti. I visitatori del SaMoTer sono stati accolti da quattro maxischermi con tecnologia “touch” che hanno permesso loro di identificarsi con le figure chiave di ogni cantiere (imprenditore, operatore, responsabile della sicurezza e del cantiere), interagendo con l’ospite e accompagnandolo in un percorso personalizzato in base alle proprie
esigenze professionali, alla scoperta delle tecnologie CGT. Il sistema Cat VisionLink consente di controllare posizione, consumi, stato di salute, produttività ed emissioni di CO2 di una singola macchina o di un’intera flotta, ottimizzandone così l’utilizzo, mentre la piattaforma KontrolOn CGT permette di conoscere in tempo reale i dati degli impianti industriali e delle macchine a loro servizio, arrivando a definire i costi euro/ tonnellata e l’impatto ambientale della produzione. Su connettività e monitoraggio punta anche il servizio di assistenza post-vendita CGT, che al SaMoTer ha dato testimonianza del proprio approccio proattivo attraverso una riproduzione fedele
della “Control Tower CGT”, dalla quale un team di esperti monitora le macchine connesse dei clienti, identificando e proponendo gli interventi preventivi, volti a evitare criticità e fermi imprevisti. Da citare anche la tecnologia Cat Command, che permette di guidare le macchine Caterpillar da remoto, ovunque esse siano (per tutta la durata della fiera, dall’interno dello stand, è stato comandato un escavatore cingolato 326 Cat Next Generation situato nell’area espositiva esterna del cantiere digitale di SaMoTer Lab), il sistema con sensori ottici Human Detect, che rallenta i movimenti della macchina in presenza di persone nel suo raggio d’azione, e il sistema E-Fence, esclusiva Caterpillar che permette di impostare dei limiti ai movimenti entro i quali l’escavatore può lavorare. A completamento del viaggio virtuale alla scoperta delle innovazioni presentate da CGT, l’area dimostrativa del cantiere digitale di SaMoTer Lab ha permesso di toccare con mano la tecnologia con cui le
macchine presenti in fiera erano equipaggiate: ecco quindi che il 326 Cat Next Generation che, oltre a essere dotato di sensori ottici Human Detect e sistema E-Fence, è munito di pesa integrata per raggiungere sempre gli obiettivi esatti di carico, senza fermare la macchina, monitorandoli da remoto, mentre grazie al sistema Cat Grade integrato con tecnologia 3D GPS la macchina segue al centimetro il progetto caricato a bordo.
Il cantiere digitale ha accolto anche il rullo Cat CS78B con sistema Cat Command for Compaction a guida
semiautonoma, che automatizza il processo di compattazione in base agli input dell’operatore, la fresa Cat PM620 con sistema 3D UTS Trimble, che garantisce la massima precisione di fresatura, e il miniescavatore Cat 301.7 Next Generation equipaggiato con radiocomando, per guidare la macchina senza operatore a bordo, con contatto visivo. Nell’area espositiva esterna CGT ha fatto toccare con mano l’alto tasso tecnologico di tre modelli Next Generation: un escavatore cingolato 323, una pala gommata 966 XE e un miniescavatore 306.
La digitalizzazione è entrata a far parte a pieno titolo del settore delle costruzioni e lo ha fatto mettendo a disposizione tecnologie che sono applicabili non solo in cantieri di dimensioni mediograndi, ma anche in aree di lavoro di minore estensione. Questo è ciò che è emerso durante i convegni e workshop tenutisi al SaMoTer 2023. Uno dei settori che dimostra di aver recepito l’importanza della digitalizzazione e della sua applicazione a ogni tipologia di cantiere è quello stradale.
“Abbiamo sviluppato tecnologie fruibili anche nei cantieri più piccoli”, ha spiegato Luca Iozzi di Leica Geosystem durante il convegno dal titolo “Digitalizzazione e cantieri stradali - Le soluzioni operative”. “Con un unico software è oggi possibile coordinare tutte le macchine all’opera, dallo scavo alla pavimentazione, fino al completamento del progetto”.
“Con la digitalizzazione vogliamo rispondere alla sfida di incrementare la produttività del settore”, ha sottolineato Cristiano Volz di Topcon. “Dal rilievo alla fresatura, passando per il rifacimento dell’asfalto, abbiamo creato un processo efficiente che si adatta a tutte le realtà”. A Corrado Bocci di Pavi è stato riservato il compito di delineare i vantaggi del cantiere stradale digitale:
“Il cantiere è connesso con l’ufficio tecnico e pertanto si riducono i costi dell’assistenza in loco. Inoltre, si riducono i materiali di scarto e migliora la qualità della stesa, ma soprattutto si prevengono le contestazioni del committente, poiché il progetto è noto a tutti fin dalle prime fasi”.
“La digitalizzazione è un’opportunità per migliorare il mondo delle costruzioni e oggi la possono adottare tutte le imprese, dalle più piccole alle più grandi”, ha
argomentato Alessandro Chiodin di Spektra. “Si parte con un piano di digitalizzazione e si definiscono gli obiettivi, tra cui non possono mancare la sostenibilità ambientale e quella economica”. “Fino a ieri si investiva in tecnologia per aumentare la precisione”, ha concluso Giulio Bacco di Ecovie. “Oggi, visti i margini dei cantieri sempre più esigui, con la digitalizzazione si entra in un criterio di efficienza e trasparenza”. Sulla digitalizzazione è entrato nel merito anche Andrea Bresciani, Marketing Manager di CGT, che durante il workshop “Le piattaforme digitali per il monitoraggio dell’efficienza da remoto” ha spigato che “le tecnologie a bordo macchina, in particolare la telemetria e i servizi da remoto, hanno introdotto una nuova fase di evoluzione del settore Construction, perché rendono l’uso delle macchine sicuro, facile e veloce. Inoltre, questi sistemi
restituiscono dati relativi alla produttività, all’utilizzo, ai costi e allo stato di manutenzione, il che permette il controllo da remoto delle singole macchine, di tutta la flotta o, addirittura, di tutto il cantiere. Grazie alla digitalizzazione l’operatore e l’imprenditore possono dimenticarsi della gestione delle macchine perché ci pensa, da remoto, la ‘control tower’, ossia un team di tecnici basato nei nostri uffici”. Di digitalizzazione ha parlato anche Valentina Neri, Sales Manager di Kiwitron, durante l’evento “Ridurre gli incidenti in cantiere: le soluzioni più tecnologiche per l’ausilio alla sicurezza”, che ha fatto il punto sui radar non selettivi, sui tag per pedoni da indossare nelle aree di interazione uomo-macchina, sui dispositivi anticollisione e sui sistemi di zooning che, tramite antenne, possono intervenire sulle macchine e rallentarle in caso di necessità. “Con un unico cloud gestiamo macchine diverse di marchi differenti”, ha sottolineato. “Le nostre tecnologie, che possono essere installate su tutti i mezzi di qualsiasi costruttore, rendono le macchine intelligenti e migliorano i comportamenti virtuosi degli operatori, senza però interferire con la loro autonomia”.
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Il nuovo frantoio ad urto MOBIREX MR 130i PRO di Kleemann è al lavoro in una cava di calcare a Wuppertal. L’ultimo arrivato della famiglia PRO assicura una vagliatura efficace e una grande produttività. Questa macchina viene utilizzata nella cava di Oetelshofen, vicino a Wuppertal, per frantumare calcare per l’industria della combustione.
Un impianto combinato, in cui l’unità di vagliatura sia direttamente collegata all’impianto di frantumazione: questa la richiesta del gestore. Dove prima c’erano un frantoio ad urto e un impianto di vagliatura separato, ora è al lavoro il MOBIREX MR 130i PRO con unità di vagliatura secondaria integrata e ricircolo del sopravaglio. In tal modo si riduce, tra l’altro, il consumo di carburante. Invece di alimentare impianti di frantumazione e vagliatura, è sufficiente fare rifornimento a una sola macchina, che si fa apprezzare anche per consumi moderati. La nuova macchina frantuma materiale in entrata da 0/600 e fornisce un prodotto finale da 0/45. Con l’unità di vagliatura secondaria a due piani la pezzatura finale
viene prodotta sfruttando al massimo entrambi i due piani. Nel piano inferiore è montata una rete a maglia quadrata da 50 mm, mentre il piano superiore serve ad alleggerire il carico e utilizza maglie più grandi. Sia il sopravaglio del piano superiore sia quello del piano inferiore vengono trasferiti senza difficoltà mediante convogliatore reversibile al nastro per sopravaglio e così ricondotti al processo di frantumazione. Trovare una soluzione in grado di soddisfare tutte le esigenze è stata una vera sfida: “Il cliente aveva considerato diverse offerte e possibilità”, racconta Christoph Obalski, Vendite Wirtgen Germania. “Per fortuna il nuovo MR 130i PRO di Kleemann è una macchina completamente nuova, che svolge ottimamente il proprio compito”. Il MOBIREX MR 130i PRO assicura una
produttività elevata e una vagliatura efficace. “Grande autotelaio con la struttura per carichi pesanti, buona accessibilità di tutti i componenti grazie a scale e piattaforme e una massiccia unità di vagliatura secondaria a due piani: la prima impressione è perfetta”, spiega Dirk Frorath, amministratore delegato di AMIRO GmbH nella cava. L’unità di frantumazione dell’impianto si avvale di un potente motore elettrico. Inoltre è dotata di un nuovo sistema di azionamento. Si può scegliere tra avviatore stella-triangolo e convertitore di frequenza, che permette di variare il numero di giri del rotore in caso di necessità. Grazie al sistema di azionamento E-DRIVE, completamente elettrico, è possibile un’alimentazione elettrica esterna, vale a dire che la macchina può funzionare in modo stazionario a emissioni zero. Anche il MOBIREX MR 130i PRO si avvale del sistema di comando SPECTIVE, che gli operatori nella cava conoscono già da altri impianti MOBIREX MR 130 EVO2. Il sistema di comando è intuitivo e viene utilizzato in tutta la serie MOBIREX. Il lavoro quotidiano è inoltre semplificato da componenti di ultimissima generazione SPECTIVE, come i nuovi radiocomandi e la soluzione digitale SPECTIVE CONNECT. Vedere la macchina all’opera prima dell’acquisto, ad esempio presso un’altra azienda, non era possibile in questo caso, perché si tratta infatti di un frantoio di tipo nuovo. Ma c’era una solida base di fiducia, frutto di una collaborazione pluriennale con Kleemann e della buona esperienza con i suoi prodotti. E naturalmente c’era la possibilità di vedere la macchina nello stabilimento Kleemann di Göppingen.
Lo scorso 29 aprile è stata una giornata molto speciale per Walvoil, per le aziende e per la città di Reggio Emilia. In occasione dei festeggiamenti della Festa dei Lavoratori, infatti, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto celebrare anche il Distretto Meccatronico reggiano, fiore all’occhiello dell’industria nazionale. L’evento, organizzato da Unindustria Reggio Emilia, si è tenuto nel nuovo stabilimento Walvoil di Corte Tegge (Cavriago –RE), dove ancora fervono i lavori per l’ampliamento della sede produttiva e della realizzazione dell’Innovation Center, futura sede dell’intera area di Ricerca & Sviluppo, di presentazione a giugno, in occasione del 50° anniversario della nascita dell’azienda. Il Presidente della Repubblica ha visitato lo stabilimento, ricevendo informazioni sulla tipologia di produzione, sulla nostra visione del futuro per quanto riguarda ricerca, sostenibilità, formazione, giovani. E, come sempre avviene
durante le sue visite, ha ricevuto un caloroso benvenuto da parte di tutti i dipendenti impegnati al lavoro quel giorno. Certamente il migliore riconoscimento possibile per le oltre 2.500 persone del gruppo Walvoil e il migliore inizio dei festeggiamenti per i 50 anni dell’azienda, nonché un importante riconoscimento a una rete di aziende diverse (sono oltre 400 quelle del distretto), ma spesso complementari, unite da
un’unica visione: perseguire una crescita tecnologica sostenibile e condivisa. Imprese che si fondano su un capitale fiduciario e su un’elevata complicità. Walvoil ha quindi vissuto non solo il privilegio di ospitare la più alta carica dello Stato Italiano, ma anche l’onore di farsi rappresentante del settore meccatronico e metalmeccanico di Reggio Emilia, faro di resilienza in questa sfidante congiuntura storica.
Walvoil ha comunicato la nomina di Fabio Marasi, presidente e CEO dell’azienda specializzata in prodotti oleodinamici, elettronica e
sistemi meccatronici completi, ad amministratore con deleghe della capogruppo Interpump Group. Nomina, questa, ufficializzata in occasione dell’Assemblea degli Azionisti, che si è tenuta lo scorso 28 aprile 2023. In quell’occasione, oltre all’approvazione del bilancio 2022, è stato nominato il nuovo consiglio di amministrazione, che ha confermato nel ruolo di presidente il dottor Fulvio Montipò. Fabio Marasi manterrà il proprio ruolo in Walvoil e proseguirà nell’attività quotidiana come in precedenza. Walvoil ha comunicato la nomina di Fabio Marasi, presidente e CEO
dell’azienda specializzata in prodotti oleodinamici, elettronica e sistemi meccatronici completi, ad amministratore con deleghe della capogruppo Interpump Group. Nomina, questa, ufficializzata in occasione dell’Assemblea degli Azionisti, che si è tenuta lo scorso 28 aprile 2023. In quell’occasione, oltre all’approvazione del bilancio 2022, è stato nominato il nuovo consiglio di amministrazione, che ha confermato nel ruolo di presidente il dottor Fulvio Montipò. Fabio Marasi manterrà il proprio ruolo in Walvoil e proseguirà nell’attività quotidiana come in precedenza.
DEVELON, originariamente nota come Doosan Infracore, ha esposto per la prima volta in Italia al SaMoTer di Verona. È cambiato il nome ma non l’identità. DEVELON si propone di rafforzare il suo posizionamento in qualità di azienda leader nella ricerca di soluzioni tecnologiche e di cantiere all’avanguardia che guardano e sviluppano “oltre”, concetti cardine contenuti nel nome stesso DEVELON: “Develop” (sviluppo) e “Onwards” (in avanti). Negli ultimi anni l’azienda si è contraddistinta per essere un cantiere a cielo aperto in tema di innovazioni con un team di R&S che non ha mai smesso di stupire, all’insegna del motto “Powered by Innovation”. Sono state sviluppate molte nuove tecnologie per ampliare il portafoglio Smart Solutions di soluzioni intelligenti per le attrezzature da costruzione. Le soluzioni innovative erano visibili
nel Cantiere Digitale, che ha visto all’opera macchine, attrezzature e tecnologie DEVELON di ultima generazione. Alla manifestazione veronese si sono visti in particolare: la “rivoluzionaria” benna trasparente, la pala gommata DL420CVT-7 con trasmissione a variazione continua, l’escavatore
DX225LC-7X (macchina “Smart” con “Guidance Control” di Trimble, il nuovo miniescavatore elettrico DX20ZE, la pala compatta DL85-7, l’escavatore compatto gommato DX100W-7, il midi escavatore DX63-7, l’escavatore cingolato DX245NHD-7 e il nuovo dumper articolato DA30-7.
Kohler Engines, azienda del gruppo Kohler Co. specializzata nella produzione di motori da oltre un secolo, e Grastim, specializzata in soluzioni tecnologiche ad alta efficienza, hanno siglato un accordo per un nuovo impianto di autoproduzione ibrido nello storico stabilimento di Reggio Emilia. Il progetto prevede una centrale di trigenerazione da 2 MW ed un parco fotovoltaico da 860 kW integrati tra loro, nonché la possibilità di essere alimentato anche a idrogeno (hydrogen ready).
I due impianti insieme, trigenerazione e fotovoltaico, avranno importanti riflessi ambientali ed economici: garantiranno una riduzione di CO2
fino a 1.300 t/anno, pari a quasi il 20% (19,5%) delle emissioni energetiche del sito e un risparmio dei costi energetici fino al 15%.
Il cuore dell’impianto è un motore a gas naturale Jenbacher, distribuito da un’altra azienda di Kohler Co., Clarke Energy. Si tratta di un nuovo motore all’avanguardia che rispetto ad altri sul mercato garantisce ancora più flessibilità nella scelta del combustibile, più efficienza e risparmi sui costi e sulle emissioni di CO2. L’intero impianto ibrido è già predisposto per il futuro: il fotovoltaico potrebbe essere esteso su aree di parcheggio e altri edifici fino a ulteriori 2 MW; il modulo di cogenerazione è già “hydrogen ready”, quindi capace di essere
alimentato da idrogeno fino al 20% nel “fuel mix”. L’idrogeno verde sarebbe anche potenzialmente producibile in sito mediante elettrolisi, in caso di eccesso di produzione fotovoltaica, per poi esser riutilizzato nel trigeneratore. Con questa operazione, Kohler Engines conferma la sua strategia di puntare sempre di più sulla sostenibilità ambientale, investendo in molteplici soluzioni tecnologiche sulla strada della transizione energetica. Dal canto suo Grastim amplia e integra ulteriormente le sue soluzioni tecnologiche ad alta efficienza per i grandi player industriali impegnati a decarbonizzare le proprie attività produttive.
Tracciabilità, interoperabilità e sostenibilità per la modernizzazione delle costruzioni. Questi i “driver” che stanno guidando la trasformazione digitale dell’industria delle costruzioni
di Cristina Cassinari
Il settore delle costruzioni continua a recuperare produttività e lo fa sempre più velocemente (grazie anche al traino degli incentivi fiscali e dei bonus per le ristrutturazioni), ma ha ancora molta strada da percorrere per arrivare ai livelli medi degli altri settori dell’economia italiana.
Rispetto alla media del triennio 20172019, nel 2022 il valore aggiunto per ora lavorata è aumentato del 9,2%, arrivando a 26 euro per le imprese edilizie e a 25 euro per gli studi di architettura e d’ingegneria. Una performance di crescita migliore rispetto alla media generale dell’economia italiana (+2,8%), do-
ve però il valore aggiunto per ora lavorata è decisamente più alto (36,5 euro). A rilevarlo è la ricerca “La digitalizzazione nel settore delle costruzioni: scenari e potenzialità del mercato”, realizzata da GS1 Italy in collaborazione con il CRESME (Centro Ricerche Economiche Sociologiche e di Mercato nell’Edilizia).
Redditività in aumento, ma ancora troppo bassa Quello delle costruzioni è il macro settore che ha sperimentato la crescita media della produttività più elevata sia prima che dopo la pandemia: +1,5% annuo nel periodo 2017-2019 e +9,2% nel 2022 contro, rispettivamente, il +0,4% e il +2,8%
della media nazionale. Una peculiarità tutta italiana, visto che tra i quattro principali paesi europei solo in Italia le costruzioni hanno mostrato una crescita così significativa della produttività nel corso degli ultimi sei anni (+2,0% medio annuo in Italia, -0,8% in Germania, -4,5% in Spagna e -1,0% in Francia).
La ricerca condotta da GS1 e CRESME ha identificato le cause di questa ripresa della produttività a partire dal rapido incremento dei prezzi e dalla sottostima nel calcolo dei deflatori e delle ore effettivamente lavorate. Sicuramente c’è poi l’effetto propulsivo legato alla crescita del mercato della ristruttura-
zione incentivata che, secondo le stime del CRESME, nell’ultimo triennio ha assorbito circa il 30% del totale degli investimenti. Anche l’espansione del mercato delle infrastrutture (+11,5% l’aumento del valore della produzione tra il 2019 e il 2022) potrebbe aver svolto un ruolo nella crescita della produttività, così come la sempre maggiore importanza della componente impiantistica: dieci anni fa valeva il 27% del-
la produzione settoriale, oggi è arrivata al 35%, esprimendo il dato più alto in Europa.
Ultimo fattore da considerare è l’ottimizzazione della gestione dei processi e della digitalizzazione, confermata dall’analisi delle dinamiche della cosiddetta produttività totale dei fattori (TFP).
La crescita della produttività oraria,
DELL’EFFICIENZA NELLO SCAMBIO
DEI DATI ALL’INTERNO DELLA FILIERA
ANTONIO MURA
DIRETTORE TECNICO DEL CRESME
“Lo spaccato del settore che emerge dalla ricerca è quello di una filiera frammentata, con livelli di digitalizzazione e gestione dei processi eterogenei e che fatica a trasferire in maniera efficiente le informazioni sia orizzontalmente, tra una fase produttiva e l’altra, sia verticalmente, tra imprese, professionisti e addetti. La ricerca di GS1 Italy e CRESME scatta una fotografia di questo complesso comparto, che alla produzione vale 223 miliardi di euro (dato 2021) e contribuisce in maniera diretta e indiretta a quasi un terzo del PIL nazionale, individuandone gli attori e la struttura del tessuto imprenditoriale, nonché il loro contributo alla catena del valore, descrivendo le macro-tendenze che stanno ca-
STANNO
ratterizzando l’attuale ciclo edilizio e l’evoluzione della domanda. Nella seconda parte presenta stimoli e riflessioni su alcuni temi importanti e attuali per il settore, come la trasformazione digitale, la standardizzazione delle informazioni, l’innovazione tecnologica e la sostenibilità economica e ambientale. L’obiettivo della ricerca è mettere in luce lo sviluppo nel periodo post-pandemico, identificare le cause della bassa produttività e individuare le strade per recuperare efficienza. Nei prossimi dieci anni il settore delle costruzioni sarà attraversato da un radicale processo di modernizzazione e sappiamo che a guidare questo cambiamento sono due driver: sostenibilità e digitalizzazione. Siamo consapevoli che il mondo delle costruzioni parte in ritardo. Ma anche che, proprio per questo, potrà ottenere maggiori benefici da un processo di digitalizzazione capace di ridisegnare i comportamenti della filiera, i modelli di offerta, i livelli di produttività, i rapporti con la domanda, oltre a consentire nuovi obiettivi qualitativi in termini di sicurezza e sostenibilità”.
infatti, è solitamente scomposta in tre componenti: l’aumento del capitale fisso per addetto (il cosiddetto “capital deepening”); la modifica dell’allocazione delle ore lavorate verso un’attività a maggiore valore aggiunto; un aumento, appunto, della produttività totale dei fattori. Quest’ultima tiene conto di tutto ciò che contribuisce ad aumentare l’output di un settore a parità dei fattori produttivi, ovvero: innovazione tecnologica, innovazione di processo e qualità del capitale umano. Se si guarda al periodo 2017-2020, la crescita della TFP settoriale ha ripercorso quasi fedelmente le dinamiche della produttività oraria; è cresciuta nelle costruzioni (+0,6% di media annua) ed è calata negli altri settori (-0,5% la media generale, -1,4% nel manifatturiero).
Ma la produttività oraria resta ancora troppo bassa e ciò rappresenta il problema principale del settore delle costruzioni in Italia. Una situazione che va attribuita al costo dell’errore che l’attività edilizia porta con sé: previsioni di spesa e tempi di esecuzione che si allungano rispetto ai programmi sono parte importante delle cause che determinano la bassa produttività. Un’altra componente è la filiera lunga, con una difficoltà nel flusso delle informazioni e nell’organizzazione dei rapporti tra gli
attori della stessa, che genera pesanti inefficienze anche in termini di costi dell’attività.
Spingere
sulla digitalizzazione
Nell’ultimo decennio il settore delle costruzioni ha avviato un processo di digitalizzazione per sostenere la crescita, migliorare l’efficienza, aumentare la produttività e mitigare il rischio sul lavoro. Ma la situazione è ancora lontana dal livello raggiunto in altri settori economici. Il passo decisivo verso un settore pienamente digitale è che i prodotti in fase di progettazione, costruzione, consegna, gestione e manutenzione siano univocamente identificabili e rintracciabili. Una filiera in cui le informazioni sono facilmente reperibili e confrontabili aumenta la produttività a tutti i livelli, riduce gli sprechi e rende i processi più sostenibili ed efficienti. Tutta la filiera è coinvolta in questo processo di trasformazione. Le imprese produttrici, specialmente nei settori maggiormente internazionalizzati, iniziano a comprendere i vantaggi di una gestione digitale
di tutte le fasi, dall’acquisto - mediante l’utilizzo di piattaforma EDI (Electronic Data Interchange) per l’e-procurement - alla vendita.
Il settore della distribuzione è sempre più consapevole che una gestione completamente digitale che si interfacci con le piattaforme dei produttori scambiando efficientemente dati di prodotto e informazioni tecniche è la chiave per competere in un mercato sempre più esigente e internazionalizzato. Qui la gestione automatizzata del magazzino e della logistica, la domanda di standardizzazione delle informazioni tecniche, l’utilizzo di sistemi informativi all’avanguardia per
Basso livello di internazionalizzazione limita il trasferimento tecnologico (learning by exporting) Ridotta dimensione media delle imprese riduce la propensione all’innovazione dei processi e all’adozione di strumenti digitali
Imprese famigliari, poca cultura del management e degli addetti tra le imprese famigliari la propensione all’innovazione di prodotto o di processo risulta più bassa
Ricambio generazionale difficoltoso il settore fatica ad attrarre imprenditoria giovanile
Una filiera lunga e complessa la necessità di un commitment generale
Percentuale di imprese con più di 10 addetti con livello di digitalizzazione basso o bassissimo (2022, DII)
Elettronico ed elettrico
Servizi amministrativi e di supporto
Manifatturiero totale
Altri servizi Commercio al dettaglio Agrindustria
Prodotti base in metallo
Trasporti e magazzinaggio
Altro (icluso arredamento)
Legno e carta
84,5% È LA PERCENTUALE DI IMPRESE DI COSTRUZIONI CON PIÙ DI 10 ADDETTI CON UN LIVELLO DI DIGITALIZZAZIONE BASSO O BASSISSIMO NEL 2022
Fonte: elaborazioni Cresme su dati Eurostat/DESI
la gestione in tempo reale delle scorte cominciano a diffondersi tra le aziende maggiormente strutturate, trainando l’innovazione a tutti i livelli. Imprese e installatori cominciano a capire che la riduzione del rischio operativo (di contenzioso, sicurezza, amministrativo, eccetera) passa necessariamente dalla gestione ottimizzata delle informazioni in cantiere. Il tema della digitalizzazione e della tracciabilità diviene strategico, quindi, non solo per migliorare la produttività e l’efficienza, ma anche per la mitigazione del rischio.
In ambito impiantistico, la sempre maggiore integrazione impianto-edificio, con la diffusione della domotica e dell’IoT, sta rendendo centrale il tema della standardizzazione del flusso dei dati in un’ottica più generale di interoperabilità delle componenti. In questo contesto, la consapevolezza è che la qualità, del manufatto o dell’infrastruttura, dell’organizzazione del processo produttivo e del cantiere, della vendita e delle relazioni all’interno della lunga filiera idea-realizzazione-gestione, passa necessariamente da quella del processo decisionale, dalla scelta dei materiali e dalla progettazione integrata con il processo costruttivo.
NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI ESISTE UN PROBLEMA DI EFFICIENZA
Produttività oraria nel 2022 (euro per ora lavorata a valori costanti 2015)
NEL 2022 LA PRODUTTIVITÀ ORARIA DEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI (OSSIA IL VALORE AGGIUNTO PER ORA LAVORATA) È STATA DI APPENA 26 EURO, CONTRO I 36,5 EURO DELLA MEDIA GENERALE DELL’ECONOMIA ITALIANA
Fonte: elaborazioni Cresme su dati Istat, contabilità nazionale
La diffusione della metodologia BIM diventa un tema strategico: BIM inteso come strumento integrato per la gestione di tutto il processo, dalla progettazione, all’esecuzione, fino al “facility management”. La digitalizzazione avvenuta a monte permette di introdurre soluzioni digitali a cascata in tutte le fasi del processo che si trasmettono anche alla fase di gestione, dove manutenzione degli impianti, manualistica interattiva e realtà aumentata supportano l’attività del “facility manager”. Ma il primo passo verso un settore delle costruzioni veramente digitale è che i prodotti in fase di progettazione, costruzione, consegna, gestione e manutenzione siano univocamente identificabili e rintracciabili. Una filiera in cui le informazioni sui prodotti non sono facilmente reperibili, o sono difficilmente confrontabili, riduce la produttività, aumenta gli sprechi e rende i processi inefficienti. In secondo luogo, c’è la necessità di rispondere alla crescente necessità di collegare il mondo virtuale con quello fisico. L’emergere dei gemelli digitali apre la strada a un nuovo modo di lavorare, nuove fonti di dati e informazioni diventano accessibili e la richiesta è che queste siano vive (sempre aggiornate) e utili (con le informazioni che davvero servono). Per questo motivo è fondamen-
tale essere in grado di collegare il fisico e il digitale utilizzando identificatori persistenti interoperabili, in modo che tutte le parti interessate possano scambiarsi i dati in maniera rapida e affidabile. I gestori degli asset potranno sfruttare i dati raccolti durante le fasi di progettazione e costruzione per migliorare le prestazioni dei prodotti e garantire che possano essere riutilizzati o riciclati nella maniera opportuna al termine della vita utile. Tutto ciò mentre cresce la domanda di un ambiente più sostenibile, una domanda attenta ed esigente, che mette sotto la lente di ingrandimento le industrie più inquinanti e quelle che fanno un uso intensivo delle risorse. Solo la piena conoscenza dell’impronta ambientale dei prodotti durante la fase di progettazione porta a decisioni migliori, riducendo l’impatto ambientale del settore e i problemi nella gestione dei rifiuti. ■
I PRODOTTI IN FASE DI PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE, CONSEGNA, GESTIONE E MANUTENZIONE DEVONO ESSERE UNIVOCAMENTE
Il costruttore giapponese era presente all’edizione 2023 del SaMoTer con un vero e proprio “villaggio” abitato da nuove macchine e innovazioni, all’interno del quale si sono potute conoscere le ultime novità anche in termini di (ri)organizzazione distributiva sul territorio italiano
Hitachi Construction Machinery (Europe) NV contribuisce alla riduzione delle emissioni di gas serra con l’introduzione del nuovo midi escavatore elettrico ZX85-6EB da 8 t. Progettato per migliorare la sicurezza degli operatori, aumentare la produttività e ridurre i costi del ciclo di vita, questo modello monta una benna da 0,28 m3 e offre un raggio di rotazione posteriore di 1.600 mm. Lo ZX85-6EB offre bassi livelli di rumorosità e una maggiore efficienza, richiedendo al contempo una minore manutenzione e riducendo i tempi di fer-
mo rispetto ai modelli convenzionali. Con una tensione d’esercizio di 800 V, offre le stesse prestazioni della versione diesel ZX85US-6, montando il medesimo sistema idraulico, ed è adatto a lavorare in spazi ristretti. Gli operatori possono lavorare per tutto il giorno, utilizzando batterie agli ioni di litio da 100 kWh esenti da manutenzione e il funzionamento cablato: ciò consente alla macchina di funzionare durante la ricarica da una fonte d’alimentazione CEE 400VAC trifase (un CCS2 opzionale permette di ricaricarle in 45 minuti). A seconda dell’applicazione, lo ZX85-6EB ha un’autonomia media di 5,5 ore, prolungabile con una batteria opzionale da 133 kWh che aumenta il peso della macchina in modo che non sia necessario un contrappeso aggiuntivo. Un sistema a pompa di calore, che mantiene caldo il pacco batterie quando fa freddo, ne garantisce la lunga durata. Lo stato del sistema di azionamento elettrico, incluso il livello della batteria e il fattore di carico del motore, possono essere monitorati a distanza per garantire un’efficienza operativa ottimale. I livelli di rumorosità esterna arrivano a 93 dB. La sicurezza è migliorata dalla telecamera posteriore. “Dopo il successo ottenuto con lo ZX55U-6EB, Hitachi è lieta di offrire un modello a batteria più grande, in grado di lavorare in modo pro-
duttivo ed efficiente in spazi ristretti”, ha affermato Takaharu Ikeda, presidente di HCME. “Siamo impegnati a soddisfare la crescente domanda di apparecchiature a emissioni zero e le esigenze dei nostri clienti per una maggiore sicurezza e produttività”.
ZX95USB-7
In risposta alla crescente necessità di soluzioni versatili per lavorare nelle aree urbane, HCME ha lanciato anche il midi escavatore cingolato ZX95USB-7 da 9 t. Come tutti gli Zaxis-7, anche questo modello aiuta a controllare redditività, comfort, sicurezza e tempi d’attività. Disponibile con braccio mono o triplice, soddisfa le esigenze di cantieri attivi in costruzioni generali, edilizia pubblica e privata e servizi pubblici.
I livellamenti possono essere completati rapidamente grazie alla lama flottante opzionale, il cui angolo è regolabile fino a 25° a sinistra e a destra durante il riempimento delle trincee. Più potente e pesante del modello ZX85-6, lo ZX95USB-7 offre il 10% in più di stabilità e il 4% in più di forza di scavo. La cabina è di facile accesso, grazie al gradino ribassato e all’ampio ingresso, e offre aria condizionata e sedile a sospensione pneumatica di serie, comandi intuitivi a portata di mano e movi-
IN RISPOSTA ALLA CRESCENTE NECESSITÀ DI SOLUZIONI
mento sincronizzato di sedile e consolle. La visibilità è garantita dal sistema di telecamere “Aerial Angle”, che sul nuovo monitor da 8” fornisce una visione “a volo d’uccello” a 270° (l’operatore può scegliere tra sei opzioni di immagine per vedere l’ambiente circostante della macchina). Le luci riposizionate su braccio e cabina illuminano il cantiere in modo
efficace. Il nuovo ZX95USB-7 può essere equipaggiato con protezioni della cabina OPG di livello II sia sulla parte anteriore che sul tetto. Anche il serbatoio del carburante è stato riposizionato, per rendere facile il rifornimento. La macchina è dotata di un nuovo motore Stage V da 50,4 kW (ISO 14396) / 49,8 kW (ISO 9249).
Più vicini a dealer e clienti e al territorio: sono questi gli obiettivi di HCME che, con l’apertura della sede a Castel San Pietro Terme (BO) nell’aprile 2021, ha riorganizzato la rete commerciale in Italia. Punto di contatto tra il quartier generale di Amsterdam e il nostro Paese, la struttura supporta la rete dei concessionari sia in termini commerciali che di post-vendita, coordinando anche tutti i servizi amministrativi. È inoltre sede dei training formativi di prodotto. HCME di Bologna ha lo scopo di rendere il brand sempre più forte in Italia. L’attuale organizzazione è costituita da: SCAI (Lombardia, Sicilia, Umbria, Marche, Toscana, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania e Basilicata), COMAC (Trentino e Veneto, escluso Belluno, Treviso e parte di Venezia), Franco CLO’ (Belluno, Treviso e parte della provincia di Venezia), KMI (Calabria, Puglia), Massucco T. (Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Sardegna), Salomoni (Friuli Venezia Giulia e alcuni comuni di Treviso) e WR 57 (Emilia Romagna).
HCME ha lanciato anche il gommato ZX95W-7 da 9 t come soluzione versatile per i cantieri urbani e grazie alla quale aumentare i profitti lavorando su una gamma più ampia di progetti. Le dimensioni compatte e il raggio di sterzata contenuto consentono di lavorare nelle aree congestionate. L’aggiunta del braccio triplice, in combinazione con quello oscillante, lo rende ideale in ogni cantiere. Lo ZX95W-7 - dotato di motore da 55,4 kW e benna da 0,22 m3 - è maneggevole anche grazie alle quattro ruote sterzanti. In cabina i comandi sono intuitivi e facilmente raggiungibili. La visibilità è potenziata dalla telecamera posteriore; la stabilità è garantita dalla lama posizionata sul retro del sottocarro e dagli stabilizzatori opzionali ad azionamento indipendente su entrambi i lati. L’accesso facilitato al vano motore garantisce controlli e ispezioni in modo rapido. La configurazione standard comprende aria condizionata, sedile a sospensione pneumatica con riscaldamento e pompa elettrica di alimentazione del carburante. Wilbert Blom, Product Manager di HCME Excavator, ha affermato: “La nuova ZX95W-7 completa la gamma Zaxis-7 offrendo agilità e manovrabilità in spazi ridotti e un ulteriore livello di versatilità. Prevediamo una domanda significativa per questo tipo di macchina in Francia e Germania e abbiamo affrontato le esigenze di quei mercati nella progettazione di questo modello. Fornendo flessibilità, con opzioni quali gli pneumatici singoli o gemellati, gli operatori europei possono personalizzare la macchina in base alle esigenze ”.
Il nuovo escavatore cingolato ZX135US-7 (peso operativo 13.80016.000 kg; capacità benna 0,19-0,66 m3) è stato progettato per far risparmiare i suoi proprietari fino al 9% in termini di consumi rispetto ai modelli precedenti, grazie al sistema idraulico HIOS V. I costi del ciclo di vita sono ridotti gra-
L’ESCAVATORE
zie al nuovo motore standard Stage V da 140 kW (ISO14396) / 74,9 kW (ISO9249).
Inoltre, è possibile controllare l’efficienza dei consumi con il nuovo indicatore ECO, visibile sul monitor LCD multifunzione a colori da 8”. Disponibile con braccio mono o triplice, lo ZX135US-7 ha un raggio di rotazione ridotto, che lo rende adatto per lavorare in spazi ristretti, mentre il sistema di supporto avanzato sul monitor permette una rapida gestione degli accessori. La cabina è stata riprogettata, presenta bassi livelli di rumorosità e il 16% di vibrazioni in meno rispetto alla generazione precedente. L’apertura della porta è più larga di 15 cm e l’interno più ampio. Il movimento sincronizzato di sedile e consolle riduce l’affaticamento durante la guida. Gli operatori possono navigare attraverso il men ù sul monitor LCD con il controller multifunzione. La visibilità dalla cabina è garantita anche qui da una vista “a volo d’uccello” a 270° con il sistema di telecamere “Aerial Angle” e dalle luci di lavoro a LED. Sono poi stati montati nuovi componenti, come una trave a “X” e staffe rinforzate e tenditori per incrementare la robustezza del sottocarro. Per consentire ai proprietari di avere il controllo totale della propria flotta e del carico di lavoro, Hitachi offre co-
me integrazione un’ampia gamma di servizi post-vendita, incluso l’accesso a dati e strumenti vitali. I sistemi di monitoraggio remoto “Owner’s Site” e “ConSite” inviano quotidianamente i dati operativi dall’escavatore via GPRS o satellite a Global e-Service (ConSite riassume le informazioni in un’e-mail mensile e l’app ConSite Pocket mostra avvisi in tempo reale in caso di problemi). Un’innovazione unica monitora la qualità del motore e dell’olio idraulico, 24 ore su 24, sette giorni su sette: i da-
ti vengono trasmessi quotidianamente a Global e-Service tramite due sensori che rilevano se la qualità dell’olio è peggiorata, avvisando il proprietario e il rivenditore locale. “Siamo lieti di presentare l’escavatore ZX135US-7 con braccio triplice ai nostri clienti” , ha affermato Burak Besler, Product Manager Excavators di HCME. “Questo modello è stato progettato per aiutare operatori e proprietari a creare la loro ‘visione’”.
Per dimostrare quanto la sua gamma di macchine connesse sia in espansione, HCME ha presentato l’escavatore cingolato ZX210LCN-7 con una soluzione di controllo macchina 3D di Leica Geosystems, installato nello stabilimento HCME di Amsterdam come parte della sua nuova piattaforma di soluzioni personalizzate. L’aggiunta di questa tecnologia di controllo macchina aumenta l’efficienza in cantiere, riduce i costi d’esercizio e consente di lavorare in modo sicuro e sostenibile. La partnership tra HCME e Leica Geosystems, parte di Hexagon, apporta vari vantaggi ai clienti; sia la macchina che il sistema sono coperti dalla garanzia HCME e sottoposti a test approfonditi per garantire una calibrazione ottimale. Bill Drougkas, HCME Manager, ha affermato che “sfruttando una solu-
IL
RISPARMIARE
tomatica, che mantiene la velocità di marcia quando ci si muove in salita. Le operazioni di carico risultano più rapide ed efficienti grazie alla funzione di controllo “Approach Speed”. Il sistema di monitoraggio del carico utile consente di caricare in modo più accurato i camion, con risparmio di tempo e denaro. Inoltre, gli operatori monitorano il consumo di carburante grazie al nuovo indicatore ECO e possono migliorare le prestazioni con diverse funzioni regolabili. Anche con la pala ZW250-7 sono disponibili i sistemi di monitoraggio da remoto “Owner’s Site” e “ConSite”, nonché l’app “ConSite Pocket”.
“La nuova pala gommata ZW250-7
zione Leica Geosystems montata in fabbrica gli operatori possono iniziare a lavorare immediatamente dopo la consegna della macchina; inoltre, sia ha la tranquillità che il sistema di controllo della macchina è stato installato e testato secondo i nostri elevati standard e che sarà supportato dal rivenditore HCME locale in collaborazione con gli specialisti di Leica Geosystems. Siamo lieti di offrire questa nuova opzione ‘chiavi in mano’, che non solo farà risparmiare tempo, ma renderà gli escavatori Hitachi ancora più efficienti, produttivi e versatili”.
La nuova pala gommata
ZW250-7
HCME, infine, ha presentato un modello di nuova generazione della gamma di pale gommate conformi allo Stage V (188 kW): la ZW250-7, da 20.400-20-630 kg di peso operativo e 2,8-3,8 m3 di capacità benna, è progettata per garantire il controllo completo dello spazio di lavoro e la gestione ottimale delle varie condizioni in cantiere. Anche in questo caso con il sistema di telecamere “Aerial Angle” gli operatori hanno una visuale a 270° “a volo d’uccello” del cantiere, mentre il sistema di rilevamento e avviso degli ostacoli posteriori avvisa se qualcosa si trova vicino alla parte posteriore del mezzo. Gli alti livelli di produttività sono garantiti da tempi di ciclo rapidi, un’elevata forza di solle -
vamento e capacità di carico, con una migliore accelerazione in pendenza, grazie ai sensori installati su diversi componenti della macchina. I giri vengono aumentati automaticamente con la funzione di accensione au -
è un’importante aggiunta alla gamma ZW-7 ed è ideale per progetti infrastrutturali, cave trafficate e grandi impianti di riciclaggio” , ha affermato Bill Drougkas, Manager Product Management di HCME. ■
HITACHI SI È PRESENTATA AL SAMOTER 2023 CON UN MIX DI MACCHINE, TECNOLOGIE E SERVIZI INNOVATIVI
Con il marchio “Perlini Dumpers” gli operatori del settore hanno la garanzia di interloquire con un’azienda che da oltre mezzo secolo si impegna in modo costante nella progettazione e realizzazione di mezzi affidabili, efficienti e versatili. Un impegno che gli consente ancora oggi di appartenere a pieno titolo all’élite dei costruttori mondiali di dumper rigidi
Aoltre 60 anni dalla sua fondazione, il nome Perlini rappresenta ancora un “simbolo” nell’immaginario collettivo del settore dei dumper rigidi. L’azienda - grazie a un “nuovo corso” iniziato nel 2018 e fortemente voluto dalla nuova proprietà (il gruppo Cangialeoni di Forlì, importante operatore dell’industria metalmeccanica italiana) - intende continuare a distinguersi sul mercato per i suoi prodotti progettati e costruiti all’insegna dell’efficienza e della qualità. Adottando la nuova denominazione Industrie Macchine Perlini, il nuovo brand “Perlini Dumpers” ed efficaci modifiche tecnologiche apportate ai suoi dumper, l’azienda con sede a Gambellara (VI) è attualmente impegnata a proclamare e affermare “sul campo” la sua leadership tecnologica. Abbiamo incontrato l’Ing. Dario Poltronieri, Project Manager di Industrie Macchine Perlini, che ci ha illustrato lo stato dell’arte progettuale e produttivo di una gamma di dumper che oggi intende confermare tutte le sue qualità a livello mondiale.
Come si compone l’attuale gamma di dumper Perlini, quali sono oggi i punti di forza di queste macchine e quali i loro principali mercati di riferimento?
“L’attuale gamma ‘Perlini Dumpers’ si compone di quattro modelli: il DP 405
WD (40 t di portata utile, 550 HP di potenza motore, 26 m3 di capacità cassone), il DP 705 WD (65 t di portata, 760 HP di potenza, 42 m3 di capacità) e il DP 905 WD (95 t di portata, 1.050 HP di potenza, 61 m3 di capacità), ai quali si è aggiunto il ‘piccolo’ DP 265 WD (26,5 t di portata, 385 HP di potenza, 16,3 m3 di capacità), presentato in occasione del SaMoTer 2023. Quest’ultimo è stato sviluppato unendo la tradizione decennale di Perlini nel settore Mining con le nuove tecnologie. Tutto ciò ha reso questo mezzo versatile, economico e affidabile. Di dimensioni ‘contenute’, è ideale per cave montane e cittadine. La larghezza inferiore ai 3 m, poi, lo rende un’alternativa particolarmente interessante ai tradizionali mezzi d’opera e ai
dumper articolati in molteplici ambiti d’applicazione. Inoltre, questa dimensione ne consente il trasporto stradale senza la necessità di scorta, aspetto rilevante in caso di trasferimenti da un cantiere all’altro. Posso affermare che i dumper rigidi prodotti oggi sono un capolavoro d’ingegneria. Il nostro staff tecnico è (da sempre) impegnato nella continua ricerca e nello studio di soluzioni tecnologiche che ci permettano di distinguerci per qualità ed efficienza. L’azienda - che nel corso della sua storia ha prodotto oltre 12.000 veicoli, distribuendoli in tutti i continenti - vanta oggi una particolare presenza in Europa, oltre che nei paesi del Medio ed Estremo Oriente e in Nordafrica”.
Anche il nuovo DP 265 WD racchiude in sé le caratteristiche che contraddistinguono i “fratelli maggiori” in gamma?
“Sì. Il nuovo dumper DP 265 WD è dotato delle usuali caratteristiche Perlini, compreso il sistema frenante/ retarder con freni in bagno d’olio e le sospensioni oleopneumatiche. In particolare, sono da evidenziare il motore Scania DC09 (Stage V) e la trasmissione Allison 4430ORS con elettronica aggiornata, nonché il nuovo sistema elettronico digitale. Le nuove centraline di controllo s’interfacciano con un PLC in cabina tramite il sistema CANBus. Con
la nuova elettronica è possibile il monitoraggio in tempo reale di tutti i parametri del sistema, anche da remoto, e ciò semplifica le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria. Il sistema presenta un layout razionale
e snello ed è personalizzabile a seconda delle esigenze del cliente. Come gli altri modelli in gamma, dunque, il nuovo dumper DP 265 WD rappresenta una garanzia di versatilità, economicità e affidabilità”.
Quali sono, in generale, le peculiarità tecniche e progettuali dei dumper Perlini?
“La costruzione dell’attuale gamma si basa su cinque elementi chiave: prestazioni, efficienza, affidabilità, qualità e versatilità. Esclusi i motori (Scania), le trasmissioni (Allison Transmission) e gli pneumatici (Mai), tutti i componenti principali (circa 2.700 codici) sono originali Perlini, realizzati da fonderie e partner locali e convogliati nello stabilimento di Gambellara, dove vengono assemblati. La stabilità è garantita dalle sospensioni oleopneumatiche brevettate, sovradimensionate, in grado di offrire una guida sicura e confortevole e un limitato stress sui componenti meccanici. L’economia d’esercizio (-10% di consumo di carburante rispetto ad altri modelli presenti sul mercato) è garantita dal basso centro di gravità, dalla rilevante dimensione delle sospensioni e dell’assale, dal limitato numero di cambi di marcia e dal ridotto braccio a terra dell’assale anteriore. Motore e trasmissione sono due elementi fondamentali per la nuova gamma: oggi adottiamo in toto propulsori Scania, che offrono un design
robusto, nonché un’economia d’esercizio e un’affidabilità superiori. Questi motori sono equipaggiati con un sistema d’iniezione del carburante ad alta pressione basato su tecnologia Common Rail e un turbocompressore ottimizzato, per lavorare in combinazione con il sistema di trattamento dei gas di scarico e fornire una fonte di potenza che soddisfa i più severi requisiti in materia di emissioni di gas di scarico, con bassi livelli di consumi
e una coppia elevata. Il nuovo controllo elettronico della trasmissione consente all’operatore l’accesso ai dati della stessa in modo comodo e intuivo, mentre il display del selettore ne fornisce tutte le informazioni che permettono di riconoscere eventuali allarmi e codici degli stessi, per integrare eventuali strumenti di diagnostica. Il modello DP 905 WD, in particolare, ha introdotto un’ulteriore novità: il cambio a sette rapporti.
Ulteriori elementi di forza sono rappresentati dal dispositivo di bordo GPS di cui possono essere dotati i dumper, per monitorare il veicolo e il relativo carico in ogni momento, e il sistema di pesatura VEI a bordo. Entrambi i sistemi sono conformi con le direttive delle leggi relative al ‘Piano nazionale Impresa 4.0”.
In che modo questi dumper sono progettati e costruiti per garantire una lunga vita operativa?
“Il design collaudato e in costante miglioramento dei nostri dumper assicura una lunga e produttiva vita operativa. I componenti soggetti a manutenzione (motore, trasmissione, differenziale, pompe idrauliche, sospensioni, freni) sono progettati e collocati sui veicoli in modo da essere facilmente accessibili, per garantire una manutenzione semplificata e un’elevata produttività a ridotti costi d’esercizio. Da sottolineare che i dumper Perlini sono diversi dagli altri: il loro design - che offre una maggiore distanza tra gli assi e, quindi, un più basso centro di gravitàmigliora la stabilità e il comfort di guida, massimizzandone l’efficienza. Il centro di gravità ribassato, inoltre, riduce l’altezza di carico: i dumper sono mediamente 1020 cm più bassi della concorrenza, per un carico più facile e veloce”.
Se un cliente ha esigenze speciali, Industrie Macchine Perlini è in grado di personalizzare i dumper in base alle sue richieste?
DI APERTURA)
È IL MODELLO DP 265 WD DA 26,5 T: GRAZIE ALLA LARGHEZZA INFERIORE AI 3 M QUESTO
DUMPER RAPPRESENTA UN’ALTERNATIVA EFFICIENTE AI TRADIZIONALI MEZZI
D’OPERA E AI DUMPER ARTICOLATI E PUÒ ESSERE FORNITO DI TARGA, PER VIAGGIARE SU STRADA SENZA NECESSITÀ DI SCORTA
Nel 1957 Roberto Perlini fondò le ‘Officine Meccaniche Costruzioni
Roberto Perlini’, che nel giro di pochi anni divenne una delle aziende leader nel settore dei veicoli industriali. Il primo risultato fu la trasformazione dei mezzi con l’estensione del telaio e l’aggiunta di un asse portante: soluzione, all’epoca nuova in Italia, che ebbe un immediato riscontro da parte del mercato. Con una media annua di oltre 1.500 trasformazioni, negli anni Sessanta l’azienda divenne la più importante a livello europeo in questo campo. Nel 1961 Perlini progettò e costruì il primo prototipo di dumper per impieghi fuoristrada; nel 1970 venne prodotto il 1.000° veicolo e pochi anni dopo una serie di dumper fu introdotta nel mercato cinese, facendo dell’azienda il primo costruttore occidentale a esportare questa tipologia di mezzo in quel Paese. Nel 1973 sorse lo stabilimento di Gambellara (VI), che produceva circa tre veicoli ogni giorno (oggi la sua potenzialità produttiva può raggiungere di 120 veicoli/anno). Altra data importante fu il 1977: nacque “Perlini International”, destinata all’espansione delle prospettive a livello mondiale. In quel periodo fu introdotto quello che poi divenne un
“best-seller” dell’azienda, il veicolo “onoff” 131-33, primo autocarro con cassone ribaltabile da cava/miniera prodotto in Italia in grado di muoversi anche su strade comuni. Nel 2005, a seguito di nuove scelte strategiche e mirate, la “Perlini International” assunse la denominazione “Perlini Equipment”, sempre di proprietà della famiglia Perlini, con sede a San Bonifacio (VR). Nel 2010 l’a-
“Assolutamente. La maggior parte dei dumper che escono dallo stabilimento di Gambellara sono personalizzati e le modifiche possono essere anche molto significative. Un dumper Perlini può offrire quello che non è possibile ottenere da qualsiasi veicolo prodotto in serie. Il nostro supporto post-vendita, in ogni caso, è costantemente al fianco del cliente ed è sempre pronto - direttamente o attraverso il network di vendite - a offrire una soluzione rapida ed efficace, oltre a ricambi in pronta consegna (che restano disponibili anche per macchine fuori produzione da lungo tempo), contratti di servizio multipli a misura del cliente, formazione approfondita da personale altamente specializzato, ricondizionamento di veicoli usati e gruppi scambio a disponibilità immediata per i componenti principali. Tutto, insomma, è accuratamente impostato per migliorare e ottimizzare il lavoro dei nostri clienti”. ■
zienda lanciò il dumper DPT 70 (modello che, utilizzando il design del DP 405 come base, era in grado di trasportare quasi il doppio del materiale su pendenze relativamente piane). Nel 2018 la “Perlini Equipment” è stata acquisita dal gruppo Cangialeoni, con sede a Forlì (FC), che ha creato la “Società Industrie Macchine Perlini”, con il nuovo brand “Perlini Dumpers”.
È questo lo slogan con cui il costruttore di Eindhoven ha presentato una nuova serie di veicoli, dedicati specificatamente ad applicazioni in cantiere e su strada, che si andranno ad aggiungere all’ampia gamma di pluripremiati prodotti dell’azienda, accrescendo così la versatilità della sua offerta
In occasione di un recente evento dedicato agli operatori della stampa, DAF ha permesso di testare con mano la sua nuova serie di cabinati e trattori a doppia trazione per applicazioni “offroad” e “onroad” che fungeranno da completamento della sua rinomata gamma di veicoli XD, XF, XG e XG+. Ospiti di
DAF Trucks Veicoli Industriali, abbiamo avuto la possibilità di prendere parte a quest’iniziativa organizzata con il claim “Ride & Drive - Future on Application”, svoltasi all’interno di una suggestiva cava a Landgraaf, nella regione di Limburg, nei Paesi Bassi. Un appuntamento che ci ha permesso di testare sul campo questi veicoli, sia
su percorsi urbani che extraurbani. Tra questi, i nuovi XDC e XFC della linea Construction e la nuova versione Extra Robust dei veicoli XD e XF. Una serie di veicoli innovativi, su cui il costruttore sta investendo ingenti risorse, capaci di implementare la versatilità dell’offerta DAF, proponendo modelli di ultima generazione ideali per ogni applicazione.
Una “linea” dedicata Traendo il massimo vantaggio dalle nuove norme europee su masse e dimensioni, DAF ha sviluppato una serie di veicoli innovativi in grado di introdurre nuovi standard in termini di efficienza, sicurezza e comfort di guida. In primis, i nuovi veicoli delle gamme XDC e XFC Construction, sviluppate per quelle applicazioni che richiedono un uso regolare fuoristrada e una trazione aggiuntiva in condizioni gravose. Dotata di una rilevante altezza da terra (fino a 40 cm a seconda dell’assale e degli pneumatici) e di un angolo di attacco di 25°, queste nuove serie per l’edilizia e le costruzioni offrono un aspetto estremamente robusto, grazie anche al solido design esterno. L’aspetto imponente di questi mezzi è sottolineato dalla vistosa calandra nera e da un paraurti in acciaio composto da tre sezioni distinte, previste per ridurre al minimo i costi di riparazione e sostituzione. Completano l’aspetto “audace” dei modelli XDC e XFC una piastra di protezione del radiatore in acciaio e due fendinebbia a LED esenti da manutenzione, completamente incassati nel paraurti per garantire la massima protezione dei com-
ponenti. I nuovi veicoli di DAF XDC e XFC Construction sono disponibili nelle configurazioni assali 8x4, 6x4 e, al suo esordio, nella nuova 4x2.
Un’ampia gamma di tandem
I veicoli XDC e XFC Construction (cabinati 6x4 FAT e 8x4 FAD e trattore 6x4 FTT) di DAF sono disponibili in versioni tandem a doppia trazione e a bassa manutenzione. La gamma parte
dal tandem leggero da 19 t con riduzione singola (SR1132T), sospensioni a balestra e freni a disco o a tamburo. Questa versione tandem è ideale per le applicazioni in cui il peso è un fattore centrale, come le betoniere leggere 6x4 e 8x4, mentre per le applicazioni più pesanti - come il trasporto di legname e il trasporto di container - DAF offre versioni da 21 e 26 t con riduzione singola SR1360T, dotato di freni a di-
“Negli ultimi 10 anni il mercato europeo dei veicoli pesanti sopra le 16 t ha fatto registrare una continua crescita. L’introduzione dei nostri nuovi trattori stradali nel corso del biennio 2020-2022 - gli XF, XG e XG+ - ha generato una spinta importante sul mercato europeo dei veicoli sopra questo tonnellaggio, che ha visto DAF chiudere il biennio scorso con un notevole incremento in termini di distribuzione di questa categoria di veicoli. DAF, in particolare, ha elevato la sua quota di mercato europea nel segmento dei veicoli da oltre 16 t arrivando al record del 17,3% (2021: 15,9%) e ottenendo la leadership di mercato nel Regno Unito (31,1%), nei Paesi Bassi (32,5%), in Belgio (23,6%), in Polonia (22,4%), in Ungheria (24,4%) e in Bulgaria (26,4%). Crescita che, anche vedendo l’andamento di questi primi mesi del 2023, presupponiamo possa proseguire nel corso dell’anno, portando a una chiusura capace di superare le 300.000 unità distribuite di questa tipologia di macchine. Per il futuro abbiamo ambizioni ancora maggiori, che sveleremo a tempo debito, con la presentazione di nuovi progetti e importanti e innovative novità di prodotto, volte a consolidare ulteriormente il marchio DAF sul mercato nei prossimi anni”.
sco e sospensioni pneumatiche. Per le applicazioni fuoristrada è disponibile il tandem da 26 t con riduzione ai mozzi (HR1670T) dotato di sospensioni a balestra e freni a tamburo. Al fine di minimizzare i costi d’esercizio l’inter-
vallo tra i cambi dell’olio per tutti gli assali posteriori (compresi i tandem) è di tre anni o 450.000 km. Per le applicazioni più leggere con cassone ribaltabile, invece, DAF ha ampliato la gamma XDC e XFC Construction con
DAF HA PRESENTATO UNA GAMMA
PROGETTATA PER OFFRIRE LE MIGLIORI SOLUZIONI DI TRASPORTO SU MISURA PER OGNI APPLICAZIONE
e carichi utili elevati. I cabinati 6x4 e 8x4 (FAT e FAD) sono disponibili come XD e XF con Day Cab, Sleeper Cab e Sleeper High Cab. Il trattore 6x4 FTT è disponibile anche come XG e XG+ e lo stesso vale per i cabinati 8x4 con assale trainato sterzante (FAW), per una rilevante manovrabilità. Il trattore 8x4 per impieghi pesanti con assale folle
CON IL LANCIO DELLE VERSIONI EXTRA ROBUST E DEI VEICOLI A TRAZIONE
DOPPIA PER APPLICAZIONI SU STRADA DI NUOVA PROGETTAZIONE, DAF OFFRE LE MIGLIORI SOLUZIONI DI TRASPORTO SU MISURA PER OGNI APPLICAZIONE
una nuova variante cabinato e trattore a due assali (4x2), disponibili con assale anteriore da 8 e 9 t e assale posteriore da 13 t con sospensioni pneumatiche e freni a disco.
Il “crossover” ideale Congiuntamente alla nuova linea Construction, il lancio dei veicoli a trazione doppia per applicazioni su strada e delle versioni Extra Robust garantiscono le migliori soluzioni di trasporto su misura per ogni applicazione, oltre a completare l’ampia gamma di pluripremiati veicoli DAF di nuova generazione. L’intera gamma di set di assali tandem DAF è disponibile anche per i veicoli di nuova generazione per applicazioni su strada 6x4 e 8x4, che richiedono regolarmente una trazione
Come le versioni esistenti per applicazioni di distribuzione e su lunghe distanze, i nuovi veicoli per le attività dell’edilizia e dei servizi municipali sono alimentati dai motori PACCAR MX-11 e MX-13, con potenze che vanno rispettivamente da 220 a 330 kW e da 270 a 390 kW. Fornito di serie, il cambio automatizzato TraXon è dotato su richiesta di una speciale moda lità fuoristrada per prestazioni di cambio marcia ottimali. Ciò consente di esegui re i cambi marcia molto rapidamente e a regimi del motore elevati, per mante nere lo slancio sui terreni pesanti o sui pendii. Tra le altre nuove funzionalità si segnalano le “ASR Off” e “Rock Free”, stu
diate per facilitare la partenza su superfici scivolose e per consentire di liberare il veicolo in condizioni difficili. Per le applicazioni che richiedono occasionalmente una maggiore trazione per affrontare fossati, strade sabbiose, punti di scarico
non asfaltati e pendenze ripide, DAF offre una predisposizione per l’installazione di una trazione anteriore idraulica per i veicoli DAF XDC e XFC 4x2 e per le versioni su strada 4x2 dei modelli XD e XF. Denominato PXP, questo sistema robusto e di facile manutenzione può essere attivato tramite un interruttore sul cruscotto ed è disponibile nelle prime quattro marce avanti e nella prima e seconda retromarcia. Se viene rilevato uno slittamento delle ruote motrici la trazione anteriore viene attivata automaticamente. La trazione fornita dalle ruote anteriore è proporzionale al grado di slittamento posteriore rilevato.
sterzante (FTM) è disponibile come XF, XG e XG+ ed è ideale per i trasporti eccezionali con PTT oltre le 120 t. Altra importante novità sono i nuovi modelli XD e XF Extra Robust, che vanno ad aggiungersi all’ampia gamma di veicoli per l’edilizia e professionali DAF di nuova generazione. Le (robuste) cabine delle versioni Extra Robust sono peculiarità dei modelli XDC e XFC, mentre i telai sono identici a quelli delle serie XD e XF stradali. Questo fa della serie Extra Robust un’opzione ideale per quegli operatori del segmento dell’edilizia e dei servizi municipali che non necessitano di capacità fuoristrada, come un’elevata altezza da terra e un ampio angolo di attacco, ma apprezzano i vantaggi di una cabina Construction che garantisca una vulnerabilità ridotta al minimo, grazie al paraurti in acciaio in tre pezzi con fendinebbia integrati, alla piastra di protezione del radiatore di serie e a una barra para-incastro anteriore in acciaio.
L’abitacolo del futuro
Tutte le nuove versioni per le applicazioni edili, nei servizi municipali e in altri settori professionali si avvalgono
TUTTI I VEICOLI DAF DI NUOVA GENERAZIONE SONO DOTATI DI UN AMPIO CRUSCOTTO ERGONOMICO EQUIPAGGIATO CON QUADRI STRUMENTI COMPLETAMENTE DIGITALI, MENTRE LE PRINCIPALI FUNZIONI DI GUIDA SONO CONTROLLABILI DAL VOLANTE E DALLE ASTE DEL PIANTONE DELLO STERZO
del nuovo standard di sicurezza introdotto dai veicoli XD, XF, XG e XG+. I nuovi modelli sono dotati di un ampio parabrezza e di grandi finestrini laterali con linee di cintura ribassate per offrire la migliore visione diretta della categoria. Su richiesta è disponibile un finestrino lato marciapiede
Per la sua nuova serie di veicoli industriali per il segmento dell’edilizia e dei servizi municipali, DAF offre un’ampia scelta di prese di forza (PTO) per cassoni ribaltabili, betoniere e gru. La presa di forza sui motori PACCAR MX-11 e sui PACCAR MX-13 è disponibile con montaggio diretto della pompa o con trasmissione a flangia per una coppia di uscita fino a 1.000 Nm, che la rende quindi particolarmente adatta per l’uso in betoniere e veicoli per la raccolta dei rifiuti. Per le applicazioni leggere, come l’estensione dei bracci della gru e i sistemi di ribaltamento, sul modello PACCAR MX-11 è disponibile una versione della presa di forza per il montaggio diretto della pompa che offre una coppia di uscita fino a 450 Nm, anch’essa azionata direttamente dal motore. Inoltre, è possibile montare una presa di forza indiretta con un collegamento alla pompa sulla parte anteriore del motore. Questa PTO leggera ha una potenza nominale di 20 kW o 35 kW ed è ideale per azionare un sistema di carico a gancio o un cassone ribaltabile. DAF propone inoltre un’ampia gamma di prese di forza al cambio per alimentare sistemi di ribaltamento, compressori e gru.
che, in combinazione con il sedile del secondo conducente pieghevole, offre una visuale ottimale delle persone presenti accanto al veicolo sul lato passeggero. Tutti i veicoli DAF di nuova generazione possono essere dotati del sistema di visione digitale DAF, che sostituisce gli specchi retrovisori principali e grandangolari. Inoltre, il sistema “DAF Corner View” offre una visuale massima di 285° dell’area intorno al montante A della cabina sul lato del secondo conducente, ideale per la guida in cantieri edili e in aree urbane. Oltre a ciò, la funzione “DAF City Turn Assist” avverte il conducente con avvisi acustici e visivi quando altri utenti della strada si trovano nella zona cieca sul lato passeggero. La cabina “Day Cab” è dotata di serie di un abitacolo ancora più ampio e tutti i veicoli di nuova generazione sono corredati di un cruscotto ergonomico equipaggiato con quadri strumenti completamente digitali, secondo i dettami della filosofia “mani sul volante, occhi sulla strada” di DAF. Tutte le funzioni di guida primarie sono comandate dal volante e dalle aste del piantone dello sterzo, mentre quelle secondarie sono azionate mediante interruttori fisici posizionati in modo logico sul cruscotto e a portata di mano del conducente. ■
Valvole ed elettrovalvole
Tubi
Scambiatori
Ricambi per pompe e motori
Motori
Moltiplicatori | Riduttori
Guarnizioni e sistemi di tenute
Filtri e sistemi di filtrazione
Distributori oleodinamici
Cilindri oleodinamici
Centraline elettroidauliche
Strumenti di misurazione
Manometri
Raccordi ERMETO
Pressostati
Prese di forza
Pompe a mano
Pompe
Pneumatica
Lubrificanti
Innesti rapidi
Innesti meccanici
Idroguide
Accumulatori
Presenti sul mercato da oltre 20 anni, l’H.P.S. opera nel settore della nenti oleodinamici in tutte le applicazioni di pertinenza quale il l’industria, la cantieristica e l’agricoltura
Unità mobili perfettamente attrezzate che ci consentono di raggiungere velocemente i nostri clienti e di risolvere in loco ogni emergenza adempiendo appieno ad ogni loro esigenza. Riparatori autorizzati delle maggiori case costruttrici del settore quali Rexroth, Kawasaki, Samhydraulik-Brevini e riparatori ufficiali della Danfoss
Disponiamo inoltre di un assortito magazzino ricambi.
Sulla scia del successo in continua crescita degli escavatori della Serie A, il costruttore coreano ha lanciato sul mercato il gommato HW150A CR a raggio compatto, presentato recentemente presso il suo quartier generale europeo di Tessenderlo, in Belgio. Un modello che ha tutte le carte in regola per diventare il punto di forza di questa linea di prodotto
In risposta alla crescente domanda del mercato di macchine versatili e facili da manovrare, Hyundai ha presentato il nuovo escavatore gommate HW150A CR a raggio compatto: un complemento alla sua affermata gamma di macchine caratterizzato da un peso operativo di 16 t e da specifiche che lo rendono adatto a svariate applicazioni. Molto apprezzata da appaltatori e aziende di noleggio in tutta Europa, la gamma di escavatori gommati Hyundai Serie A ha l’intento di confermare elevati livelli di comfort e manovrabilità per l’operatore, propulsori a basse emissioni Stage V e soluzioni in grado di soddisfare le esigenze di svariati campi d’applicazione.
Stabilità e funzionalità
Come per altri modelli della gamma Serie A di Hyundai, la sovrastruttura del nuovo escavatore gommato HW150A CR è stata riposizionata sul telaio inferiore riducendo il raggio di rotazione posteriore, aumentando la stabilità durante la traslazione e migliorando le capacità di sollevamento e scavo.
“La nuova gamma di escavatori gommati Hyundai offre numerose funzioni appositamente progettate per chi si dedica a opere infrastrutturali e di ingegneria civile”, ha spiegato Peter Sebold, Product Manager di Hyundai Construction Equipment Europe, in occasione di una nostra recente visita presso la sede di Tessenderlo, in Belgio. “Il nuovo HW150A CR è stato creato per soddisfare i requisiti dei cantieri urbani e ciò si evince dalla progettazione del raggio posteriore estremamente ridotto, che assicura la massima efficacia in termini di controllo del mezzo, di comfort e di sicurezza dell’operatore”. La nuova progettazione di cui è stato oggetto questo escavatore ne migliora le caratteristiche di stabilità e durata. Il raggio di rotazione è estremamente contenuto e consente di operare in sicurezza in spazi ristretti. Il nuovo escavatore gommato Hyundai HW150A CR integra in sé anche un freno di scavo automatico che blocca l’oscillazione dell’assale anteriore e i freni di servizio, consentendo all’operatore di iniziare immediatamente le lavorazioni all’arresto della traslazione.
“Abbiamo voluto costruire una macchina facile da gestire e robusta in tutto e per tutto”, ha proseguito Sebold. “Questa linea di pensiero si è concretizzata anche nei recenti aggiornamenti apportati ai modelli più grandi di questa gamma, azioni che conferiscono ai nuovi escavatori gommati Hyundai prestazioni straordinarie nelle operazioni in simultanea, nonché una fluida controllabilità e la stabilità necessaria per garantire agli operatori la massima produttività in cantiere”.
Elevata manovrabilità
Tutti gli escavatori della Serie A benefi-
ciano di un design della cabina di ultima generazione, con nuovi gradini che agevolano l’ingresso in cabina. A proposito di cabina, il modulo che caratterizza l’escavatore gommato HW150A CR integra un display “touch-screen” da 8” che permette l’accesso a tutte le funzioni della macchina e alle impostazioni dei comandi. Per navigare sono disponibili anche il nuovo modulo “jog dial” con controller rotante e pratici “pulsantifunzione” cha semplificano l’accesso ai vari menù. I modelli della gamma Serie A di Hyundai sono dotati peraltro di un sistema di monitoraggio avanzato a 360° gradi (AAVM) che utilizza le telecamere in dotazione per fornire all’operatore una visibilità completa intorno alla macchina, visualizzabile direttamente sul monitor a bordo. Il sistema integra il sistema di rilevamento “intelligente” degli ostacoli in movimento (IMOD), in grado di avvisare l’operatore qualora persone o oggetti si avvicinino a meno di 5 m dalla macchina. Tutte le funzioni operative sono a portata di mano dell’operatore. Per agevolare la manovrabilità dell’escavatore, inoltre, sono disponibili il sistema Cruise Control e una funzione di controllo della traslazione. In sostituzione al consueto pedale addiziona-
le dedicato, le posizioni avanti, neutra e retromarcia possono essere ottenute tramite un semplice interruttore, a beneficio di un maggiore spazio sul pianale della cabina. Visualizzabili mediante il display, pressioni e flussi idraulici degli attrezzi ausiliari possono essere salvati in memoria, per consentire all’operatore
di sostituire rapidamente l’attrezzatura, ridurre il tempo d’inoperatività e i fermi macchina. Infine, per aumentare il comfort dell’operatore stesso, i comandi dell’attrezzatura sono dotati di una funzionalità di mantenimento dell’operazione continua per le modalità di demolizione e di frantumazione.
Attraverso la recente aggiunta dell’escavatore gommato HW150A CR, la Serie A di Hyundai vanta un modello a raggio compatto altamente produttivo che assicura elevati standard in termini di manovrabilità e versatilità, nonché un interessante costo totale di proprietà per i clienti. Il nuovo HW150A CR è equipaggiato con un motore diesel compatto Cummins B4.5 a elevata efficienza: capace di erogare una potenza di 129 kW (173 CV) a 2.200 giri/min, impiega un turbocompressore wastegate ed è dotato di un comprovato sistema di post-trattamento Flex Module. Per soddisfare la normativa UE sulle emissioni Stage V questo sistema di scarico a due sezioni combina un catalizzatore di ossidazione diesel (DOC), un filtro antiparticolato (DPF) e la riduzione catalitica selettiva (SCR). Per favorire un’adeguata riduzione dei costi di manutenzione l’installazione di un dispendioso ricircolo dei gas di scarico (EGR) non è più necessaria e il motore non esige della rigenerazione DPF. Il motore aziona un sistema idraulico Bosch Rexroth con rilevamento del carico e una trasmissione 4x4 completamente idrostatica. Il sistema consente il controllo del flusso indipendentemente dal carico, favorendo una velocità operativa costante e un ottimale controllo da parte dell’operatore, agevolato durante le operazioni in simultanea.
Ciò migliora il controllo del mezzo e ne incrementa la produttività, riducendo allo stesso tempo il consumo di carburante e le emissioni.
LA LAMA DOZER POSTERIORE A STRUTTURA PARALLELA OFFRE UNA PORTATA ELEVATA, GARANZIA DI STABILITÀ DURANTE GLI INTERVENTI DI SCAVO O SOLLEVAMENTO, AUMENTANDO COSÌ LA PRODUTTIVITÀ IN CANTIERE
COMPLETAMENTE INTERCAMBIABILI, LA LAMA DOZER E GLI STABILIZZATORI SONO DISPONIBILI IN UNA SERIE DI DIVERSE CONFIGURAZIONI, PER POTER RISPONDERE ALLE MOLTEPLICI ESIGENZE OPERATIVE DEI CLIENTI
Gli elementi strutturali presenti sul nuovo escavatore gommato HW150A CR, inclusi stabilizzatori anteriori e posteriori e la lama apripista, sono completamente intercambiabili. La lama dozer posteriore a struttura parallela offre una portata migliorata ed è studiata per garantire un’elevata stabilità durante i lavori di scavo o sollevamento, aumentando così la produttività in cantiere. “Abbiamo scelto di utilizzare componenti e sistemi provenienti da fornitori affidabili e conosciuti sul mercato, una scelta che ripaga subito in termini di prestazioni e durata”, ha chiarito Peter Sebold. “Un esempio tra tutti è il motore, che conferisce alla macchina un’elevata potenza unitamente a una spiccata manovrabilità, a prestazioni di tutto rispetto e a un’estrema versatilità”.
La macchina può essere fornita con una serie di bracci monoblocco o triplici per potersi adattare a qualsiasi esigenza operativa. Infine, i cilindri di braccio e avambraccio sono dotati di valvole di sicurezza, al fine di aumentare la sicurezza in
cantiere. “Grazie a questa gamma di escavatori, Hyundai si sta affermando in un numero sempre più crescente di settori e mercati, merito anche di una continua attenzione ai feedback dei clienti, che ci permettono di realizzare macchine operatrici capaci di rispondere alle loro specifiche esigenze. I modelli della gamma Serie A favoriranno la nostra ulteriore espansione in segmenti di mercato chiave e tutti i nostri clienti potranno puntare in alto con i nuovi escavatori gommati Hyundai”. ■
IL NUOVO ESCAVATORE GOMMATO HW150A CR GARANTISCE UN’ELEVATA STABILITÀ DURANTE I LAVORI DI SCAVO O SOLLEVAMENTO ED È UNA GARANZIA DI PRODUTTIVITÀ IN CANTIERE
IL COMANDO DEL CAMBIO DI DIREZIONE È STATO TRASFERITO SUI JOYSTICK, PER FAVORIRE IL CONTROLLO DELL’OPERATORE E OFFRIRE UN PIÙ PRATICO RIPOSIZIONAMENTO DEI PEDALI, GARANTENDO UN MAGGIORE SPAZIO IN CABINA
L’escavatore gommato HW150A CR
IL RAGGIO DI ROTAZIONE CONTENUTO DEL NUOVO ESCAVATORE GOMMATO HYUNDAI CONSENTE DI OPERARE IN SICUREZZA ANCHE IN SPAZI RISTRETTI, SENZA RISCHI DI IMPATTO CON OSTACOLI PRESENTI IN CANTIERE
(ISO): 66,4 kN
Peso operativo (braccio monoblocco/triplice): 16,8/17,1 t
Un buon apparato radicale è un requisito indispensabile per la vite, come solide fondazioni sono essenziali per garantire solidità e sicurezza ai grandi edifici. Non è quindi un caso che, nella terra del Sangiovese, tre aziende romagnole d’eccellenza siano impegnate nella costruzione di un nuovo magazzino automatico per il vino
di Stefano VitaliRispettivamente committente, esecutrice dei lavori di fondazione e costruttrice delle macchine perforatrici, le società specializzate Caviro, Trevi e Soilmec hanno cooperato per il potenziamento del centro produttivo Caviro di Forlì, uno dei siti della cooperativa vitivinicola nata a Faenza e costituita da 11.650 viticoltori. Il progetto è mirato allo sviluppo tecnologico e impiantistico dello stabilimento, allo scopo di migliorarne il rendimento produttivo e le performance ambientali. Il progetto complessivo prevede differenti interventi e installazioni, tra cui la costruzione di un nuovo capannone, nuovi impianti, interventi di efficientamento energetico e un nuovo magazzino automatico.
Le fondazioni sono speciali All’impresa cesenate Trevi sono state commissionate le opere di fondazioni speciali a sostegno del nuovo magazzino automatico. La struttura, che sorgerà all’interno dello stabilimento, sarà destinata alla gestione degli imballaggi del produttore vitivinicolo. L’area di progetto, che si estende su una superficie di circa 2.000 m2, ricade nel territorio di Forlì a cavallo del margine appenninico-padano. La geologia del terreno è costituita principalmente dai depositi alluvionali della Pianura Padana, caratteristici del “Super-sintema” EmilianoRomagnolo. In particolare, sono presenti terreni appartenenti al “Subsintema” di Ravenna, caratterizzato da argille limose, limi argillosi e limi sabbiosi di piana alluvionale. Nel dettaglio
i sondaggi geognostici e le prove penetrometriche effettuate nelle zone di lavorazione hanno evidenziato come dopo un primo breve strato di terreno di riporto ci sia un’alternanza di limi, sabbie e argille con consistenza medio bassa e addensamento medio nei primi 10-15 m di profondità, per passare a valori di addensamento elevato proseguendo in profondità. La struttura di fondazione è stata definita e dimensionata per sostenere l’ingente carico della struttura e del suo contenuto e a dissiparlo in profondità. Per la progettazione di fondazioni profonde per i magazzini automatici è importante valutare con attenzione cedimenti e distorsioni che si possono produrre sia nella struttura di fondazione che nella sovrastruttura. Il complesso terreno-fondazione
deve garantire, in caso di deformazione del terreno, un sostegno uniforme, in particolare per i magazzini ad alta automazione dove i carrelli automatici si muovono seguendo una mappatura preimpostata che non deve subire variazioni o inclinazioni per poter funzionare correttamente e in sicurezza. La soluzione progettuale consta in una platea costruita su pali ravvicinati, gettati in opera e armati. I pali di fondazione sono stati definiti con un diametro di 800 mm e con quattro differenti profondità di perforazione, variabili tra 12 e 39 m. Per contrastare efficacemente il carico dell’opera al terreno sottostante i pali sono disposti in gruppo, uniformemente su tutto il perimetro del magazzino, e scavati con profondità crescenti verso il centro.
Tempi e logistica
Lavorando all’interno di uno stabilimento in attività - e quindi con personale e mezzi a lavoro - sono state ben definite le due principali necessità: tempi e logistica. Per eseguire i lavori nel minor tempo possibile si è scelto di utilizzare due tecnologie diverse: il CFA a elica continua per i pali con profondità di 12, 16 e 22 m, mentre i pali da 39 m di profondità sono stati eseguiti tramite pali trivellati con utilizzo di polimeri. L’esigenza di occupare la minor area possibile, oltretutto con un ingente numero di pali da eseguire, ha portato alla scelta delle due perforatrici: la Soilmec SR-30, allestita con asta kelly e bucket, e la SR-45, allestita nella sua versione CFA. Queste due macchine a marchio Soilmec sono apprezzate per le loro caratteristiche
di dinamismo e capacità di perforazione combinate con un design che consente una mobilitazione rapida ed efficiente, per un rapido avvio nei cantieri. La SR-30 può essere facilmente trasportata in un’unica soluzione completa di asta kelly 4x9, consentendo una rapida messa in opera nel cantiere successivo. Inoltre, grazie al radiocomando in dotazione le operazioni di carico/scarico da carrellone vengono eseguite in totale sicurezza. Caratterizzata da un design compatto, montata su un robusto sottocarro, la SR-30 è dotata di un motore diesel Cummins B4.5 in grado di erogare 149 kW (200 HP) di potenza, abbinato a una potente testa rotary con coppia massima di 131 kNm. In versione LDP, palo trivellato, può installare aste kelly a cinque elementi di lunghezza 10,5 m e
PER ESEGUIRE I LAVORI NEL MINOR TEMPO POSSIBILE SI È SCELTO DI UTILIZZARE DUE TECNOLOGIE DIVERSE: IL CFA A ELICA CONTINUA
PER I PALI CON PROFONDITÀ DI 12, 16 E 22 M, MENTRE I PALI DA 39 M DI PROFONDITÀ SONO STATI ESEGUITI TRAMITE PALI TRIVELLATI CON UTILIZZATO DI POLIMERI. LA SCELTA DELLE PERFORATRICI È RICADUTA SUI MODELLI SOILMEC SR-30, ALLESTITA CON ASTA KELLY E BUCKET, E SR-45, IN VERSIONE CFA
A TREVI, CHE
HA UTILIZZATO
DUE PERFORATRICI
SOILMEC, SONO STATE
COMMISSIONATE LE OPERE
DI FONDAZIONI SPECIALI
A SOSTEGNO DEL NUOVO
MAGAZZINO AUTOMATICO
DEL CENTRO PRODUTTIVO CAVIRO DI FORLÌ
utensili fino a un diametro di 1.500 mm. La Soilmec SR-45, invece, è una macchina moderna e sicura, racchiude in sé alte prestazioni, tecnologia e particolare cura dei dettagli. Apprezzata nella sua versione LDP, condividendo con la sorella minore la possibilità di esser trasportata con kelly, è una soluzione in grado di offrire importanti prestazioni anche in differenti tecnologie come elica continua, pali costipati e trattamenti di consolidamento con Turbojet. Da un punto di vista delle performance, nella versione CFA la SR-45 offre una profondità massima di scavo di 28 m, un diametro massimo dell’elica di 1.000 mm e un tiro di estrazione incrementato. Entrambe le macchine sono equipaggiate con le più recenti soluzioni tecnologiche Soilmec, tra cui il sistema di controllo automatico di potenza rotary, per implementare le prestazioni di scavo grazie all’ottimizzazione di coppia e velocità di rotazione, e il sistema “low-idle” per il motore diesel, che garantisce migliori consumi e un minore impatto ambientale. Inoltre, il “DMS on board” è rinnovato nelle personalizzazioni e completo di molti automatismi di scavo per semplificare e ottimizzare la gestione dello scavo da parte dell’operatore. Sono infatti disponibili a richiesta, tra gli altri, il rientro automatico a centro scavo, il kit anti-allentamento fune (“anti-slack”) e il sistema di visualizzazione incastri per aste kelly a bloccaggio e per l’allestimento CFA la risalita automatica dell’elica, le funzioni “auto-rotary” e “auto-drilling” e il sistema di visualizzazione del corretto bloccaggio del cannotto. ■
IL MINIESCAVATORE ECR25 ELECTRIC
APPARTIENE ALLA GAMMA DI MACCHINE
COMPATTE COMPLETAMENTE ELETTRICHE
LANCIATA RECENTEMENTE SUL MERCATO
DA VOLVO CONSTRUCTION EQUIPMENT (VOLVO CE), TESTIMONIANZA
DELLA STRATEGIA DEL COSTRUTTORE
INCENTRATA COSTANTEMENTE
SULLO SVILUPPO DI TECNOLOGIE
FUTURISTICHE E SOSTENIBILI
ETTORE ZANATTA
Il miniescavatore ECR25 Electric è una macchina che rappresenta la svolta che Volvo Construction Equipment (Volvo CE) ha inteso intraprendere nel settore delle macchine per le costruzioni. Questo modello, infatti, appartiene alla gamma di escavatori compatti elettrici recentemente lanciata sul mercato dal costruttore svedese, basati su un concept già collaudato a cui è stato aggiunto un motore elettrico a batteria per offrire tutte le prestazioni e la compattezza di cui si ha bisogno in cantiere. Per soddisfare la crescente domanda di lavori infrastrutturali, infatti, le città stanno diventando sempre più congestionate: così come per la pala gommata compatta L25 Electric presente nella stessa linea di prodotto, anche in questo caso i livelli di rumore praticamente nulli che l’ECR25 Electric è in grado di assicurare permettono di lavorare ovunque e in ogni momento del giorno, anche di notte e in aree popolate. Ciò contribuisce a diminuire il disturbo associato ai lavori di cantiere nei centri cittadini e riduce la congestione nelle ore di punta, oltre ad aumentare l’efficienza dei lavori.
Inoltre, il tipo di tecnologia adottato contribuisce a creare un ambiente di lavoro più piacevole per l’operatore e per gli altri lavoratori del sito in cui si stanno svolgendo i lavori.
Il miniescavatore Volvo ECR25 Electric appartiene alla nuova generazione “elettrica” di Volvo CE. L’allestimento standard della macchina prevede la cabina (opzione “canopy”), braccio monoblocco scatolato e saldato e lama lunghi, avambraccio monoblocco saldato da 1.350 mm con estremità pressofuse, innesti rapidi su X1, peso operativo di 2.730 kg, batteria gli ioni di litio e punti di sollevamento integrati sul braccio. Il telaio è a “X” saldato con traverse inclinate
EMMA (Electric Machine Management Application) è un’applicazione di facile utilizzo che Volvo Construction Equipment (Volvo CE) mette a disposizione degli operatori e dei gestori di flotte per controllare a distanza lo stato di carica e la posizione delle loro macchine elettriche Volvo, oltre a ricevere avvisi su smartphone, tablet e laptop. L’applicazione, quindi, è stata progettata per consentire agli utenti di visualizzare a colpo d’occhio, e da qualsiasi luogo, lo stato di carica di ogni macchina, il livello di batteria rimanente, le ore di lavoro disponibili stimate e la posizione geografica, consentendo ai gestori di flotte di pianificare in modo proattivo la ricarica e gestire la disponibilità delle macchine stesse. “Le macchine elettriche hanno offerto la possibilità di lavorare in un
ambiente di lavoro più pulito, più ‘intelligente’ e più sostenibile, ma richiedono anche un cambiamento nel nostro modo di lavorare”, aveva dichiarato Toni Hagelberg, responsabile Sustainable Power di Volvo CE, in occasione del lan-
cio dell’app. “EMMA garantisce ai clienti di avere a portata di mano informazioni in tempo reale in un formato facilmente accessibile, lasciando loro la certezza di avere l’energia necessaria per portare a termine il lavoro”. Con questo strumen-
L’offerta di macchine elettriche Volvo è attualmente composta da tre escavatori compatti (ECR25 Electric, ECR18 Electric e EC18 Electric) e due pale gommate compatte (L25 Electric e L20 Electric).
Un impegno pioneristico Facendo fede al suo impegno pionie-
ristico a favore delle tecnologie del futuro, tre anni fa Volvo CE aveva annunciato - e poi effettuato - il lancio nel 2020 di una gamma di escavatori compatti e pale gommate compatte interamente elettrici, abbandonando per questi modelli qualsiasi sviluppo basato su motori diesel. Con questa mossa Volvo CE aveva confermato la sua vo-
lontà di scegliere un futuro elettrico per la propria gamma compatta, in seguito alla reazione entusiastica del mercato per i prototipi presentati negli ultimi anni e alla stretta collaborazione con i clienti. Una decisione in linea con la focalizzazione strategica del Gruppo Volvo sulla mobilità elettrica in tutte le aree commerciali. Se da un lato l’azienda ha ribadito che il diesel continua a rimanere la fonte di alimentazione più adeguata alle macchine grandi, dall’altro lato la propulsione elettrica e la tecnologia della batteria si stanno rivelando particolarmente adatte alle macchine Volvo più piccole. Concentrando gli investimenti in ricerca e sviluppo sulle pale gommate e sugli escavatori elettrici compatti, dunque, Volvo CE continua a muoversi nella direzione di una gamma che potrà fare a meno del diesel in futuro.
to è inoltre possibile impostare avvisi personalizzabili per notificare all’utente/operatore quando la carica della batteria raggiunge un determinato livello, ad esempio quando lo stato di carica è sufficientemente alto per continuare il lavoro, e inviare promemoria per caricare la macchina quando la potenza residua scende al di sotto di un livello predefinito. “EMMA” è stata progettata per supportare il funzionamento di tutte le macchine elettriche Volvo CE attuali e di quelle che saranno aggiunte al suo portfolio prodotti. I modelli attualmente supportati includono l’escavatore compatto ECR25 Electric e la pala gommata compatta L25 Electric, oltre agli escavatori ECR18 Electric ed EC18 Electric e alla pala gommata L20 Electric.
Grazie alla sua propulsione “elettrica” il miniescavatore ECR25 Electric garantisce un’elevata versatilità d’utilizzo, assicurando molteplici vantaggi per i clienti e l’ambiente: zero emissioni, meno rumore e vibrazioni, una manutenzione ridotta, la possibilità di lavorare senza restrizioni in centri abitati e in ambienti chiusi
FLESSIBILI PROTETTI ALL’INTERNO DI BRACCIO E AVAMBRACCIO
LA VERSATILITÀ D’UTILIZZO
I COSTI ENERGETICI RIDOTTI
LA MANUTENZIONE RIDOTTA
LA CAPACITÀ DI SOLLEVAMENTO
L’ASSENZA DI VIBRAZIONI
ED EMISSIONI
TRE MODALITÀ DI LAVORO (STD; ECO; BOOST)
BRACCIO MONOBLOCCO; AVAMBRACCIO DA 1.350 MM
CINGOLI IN GOMMA DA 300 MM
IMPIANTO IDRAULICO “LOAD SENSING” A CENTRO CHIUSO
Il miniescavatore Volvo ECR25
Electric è idoneo a lavorare in cantieri urbani, anche in presenza di spazi ristretti, ma - grazie alle emissioni zero, per cui non necessita più di costosi sistemi di estrazione dei fumi - è utilizzabile allo stesso modo, in maniera efficace, in ambienti interni, come ad esempi fondazioni in locali interrati, nella demolizione di edifici o in tunnel e gallerie
Il “cuore” della tecnologia
Il “cuore” del miniescavatore ECR25
Electric è una batteria agli ioni di litio da 48 V/450 Ah, in grado di offrire una capacità totale di 20 kWh. Altrettanto importante è l’impianto idraulico, di tipo Load Sensing a centro chiuso. L’impianto è studiato e realizzato per garantire massima potenza e fluidità anche in presenza di movimenti contemporanei ed è dotato di una pompa
a portata variabile che controlla tutti i circuiti del braccio e della traslazione. Nell’allestimento standard è presente anche il circuito idraulico a doppio effetto per gli accessori, comandato da controllo proporzionale con roller su manipolatore. La portata massima per gli accessori è di 45 l/min, mentre la pressione d’esercizio è di 250 bar (25 Mpa). Disponibile come opzione è il circuito “X3” con portata di 23 l/min.
Da citare anche il filtro idraulico brevettato Volvo, che consente un’accurata pulizia da impurità ed eventuali morchie idrauliche, e la linea dedicata per drenaggi di eventuali attrezzature installate a bordo macchina.
Panoramica sulle dotazioni
Il sottocarro con struttura scatolata a “X” in fusione conferisce stabilità e robustezza. Ogni cingolo viene azionato
Il miniescavatore Volvo ECR25 Electric offre diverse soluzioni di ricarica adattate all’uso della macchina, alle applicazioni e all’organizzazione logistica dell’azienda e del cantiere in cui si trova a lavorare. Per la ricarica lenta viene utilizzato un caricatore integrato (8 A/16 A – alimentazione 220 V – 380 V)
Per una ricarica rapida tramite caricatore fisso, sia in ambiente interno che interno, vengono utilizzati sistemi a 48 V (96 kW/200 A o 17,3 kW/360 A). L’alimentazione di questi caricatori è solo 380 V/32A
L’impianto d’illuminazione presente sul miniescavatore (braccio, parte anteriore e posteriore della cabina) è “full LED”
da un motore idraulico a pistoni assiali dotato di due velocità e di riduzione epicicloidale. La velocità minima di traslazione è di 2,5 km/h, quella massima di 4,5 km/h, con cambio di velocità automatico “Auto Kick down”.
La cabina del miniescavatore ECR25 Electric presenta protezioni FOPS, TOPS e ROPS. Al suo interno i comandi, gli interruttori e i vari dispositivi sono a portata di mano dell’operatore, unitamente a pedali di traslazione di grosse dimensioni. La strumentazione di bordo si avvale del sistema telematico Volvo. Il sistema di gestione della macchina è semplice e intuitivo, grazie anche al display a colori da 5” ad alto contrasto con modalità “giorno/notte”, per una buona leggibilità in qualsiasi condizione di luce. Il display è abbinato alla “jog wheel”, che garantisce una facile navigazione e regolazione del regime del motore elettrico
Oltre al miniescavatore ECR25 Electric, Volvo Construction Equipment vanta nella sua nuova gamma di macchine elettriche una sua degna “spalla” per il cantiere. Si tratta della pala gommata compatta L25 Electric, basata sulla medesima filosofia costruttiva dell’ECR25 Electric e che, come quest’ultimo, è in grado di assicurare prestazioni adeguate in qualsiasi ambito e in ogni momento della giornata, anche nelle ore notturne e in contesti abitativi altamente popolati. Anche in questo caso i vantaggi sono evidenti: diminuzione del disturbo e aumento dell’efficienza operativa anche in ambienti congestionati, aspetti che si associano alle caratteristiche di compattezza della pala gommata, al fatto che tutti possono comunicare chiaramente tra loro e che l’operatore può essere guidato in piena sicurezza da chi si trova al di fuori del raggio d’azione delle macchine.
Electric (viste dai lati e dalla parte posteriore della macchina), dalle quali si evincono tutte le peculiarità del sistema di comando elettrico/elettronico e dell’impianto idraulico, oltre naturalmente al sistema di alimentazione (batteria e caricabatteria)
Dettagli del “cuore” dell’ECR25 Electric, sul quale sono utilizzate batterie agli ioni di litio da 48 V con potenza di 20 kWh e 450 Ah, per un’autonomia fino a quattro ore, a seconda dell’applicazione. Nelle foto si vedono anche il caricabatterie, il Masterbox dell’impianto elettrico e la centralina elettronica (ECU)
La forza massima di trazione (tiro alla barra) è di 1.984 daN. La rotazione della torretta è garantita da un motore idraulico a pistoni radiali che aziona direttamente una ralla (senza riduttore), completa di sistema d’ingrassaggio. La velocità di rotazione è di 10 giri/min, il motore a pistoni per la rotazione è dotato di freno negativo a rilascio automatico e valvola antishock. I cingoli in gomma standard hanno larghezza pari a 300 mm e sono dotati di regolatori della tensione. La dotazione standard prevede la presenza di una lama per reinterro alta 317 mm e larga 1.550 mm. Il carro è di tipo a carreggiata fissa, di 1.364 mm di larghezza. Per quanto riguarda la cabina, tutte le informazioni importanti sono collocate nel campo visivo dell’operatore. Un pannello strumenti LCD a colori da 5”, attraverso il quale si gestiscono le varie funzioni e opzioni, è installato sul lato destro della cabina. Il sedile è ammortizzato e regolabile ed è rivestito in tessuto”Deluxe”, con cintura di sicurezza avvolgibile. La cabina è conforme alle norme ROPS, TOPS e FOPS OPG1, con pavimento antiscivolo e maniglie di accesso. La cabina è installata su supporti in gomma con livelli sonori
ratore. Un’ultima citazione per la manutenzione e per la facilità di accesso al comparto idraulico, garantita dal cofano laterale apribile a bandiera. L’accesso al vano batterie/presa ricarica rapida si effettua tramite il cofano posteriore apribile a compasso verso l’alto. ■
Insieme al miniescavatore Volvo Construction Equipment fornisce tutte le connessioni necessarie per la sua alimentazione, oltre alla relativa scheda di gestione. Questi elementi permettono di collegare la macchina a prese civili o industriali, garantendo la massima flessibilità in base ai campi e ai contesti di utilizzo del miniescavatore stesso in piena conformità e rispetto della vigente direttiva 2000/14/CE. Il parabrezza è in vetro laminato apribile con due cilindri a molle/gas e finestrino laterale
a scorrimento. I manipolatori sono di tipo servoassistito, collocati su braccioli ergonomici sospesi dotati di speciali supporti per l’avambraccio dell’ope-
Il
Tempo di
fino a 4 h
Tempo di ricarica di bordo (230 VAC 16A): ~ 5 h
Tempo di ricarica fuori bordo (400 VAC 32A): ~ 50 min per 80% di ricarica
Livello acustico (Lpa) postazione operatore: 74 dB
Livello acustico (LWA) intorno alla macchina: 84 dB
Da oltre 40 anni l’azienda di Genova progetta e costruisce benne e attrezzature speciali per macchine movimento terra di ogni dimensione e caratteristica, destinate a miniere, cave, costruzioni e industrie di tutto il mondo
Lameter non ha bisogno di particolari presentazioni.
L’azienda genovese è specializzata da oltre 40 anni nella costruzione di benne e attrezzature per macchine movimento terra di medie e grandi dimensioni ed è conosciuta e apprezzata sul mercato per la sua forte propensione all’innovazione e alla “personalizzazione” dei prodotti. Un fulgido esempio di made in Italy, che negli anni ha conquistato molte quote di mercato nei vari mercati esteri in cui opera.
Il punto di forza di Lameter è la capacità di realizzare prodotti di alta qualità in tempi molto rapidi. Le attrezzature del costruttore genovese non vengono prodotte in serie, ma sono progettate e realizzate per l’uso specifico a seconda delle esigenze dei singoli clienti. La mentalità “problem solving” dell’azienda consente loro di trovare insieme a Lameter la soluzione giusta per le proprie macchine operatrici. Tutto ciò è possibile grazie al lavoro di tecnici esperti e di sistemi di calcolo FEM all’avanguardia,
che consentono di progettare e realizzare prodotti resistenti, affidabili e durevoli. Utilizzando queste tecnologie e scanner 3D, Lameter è in grado di creare attrezzature “su misura”, basandosi sulla capacità di carico del materiale e sulla potenza richiesta in base al peso. Grazie alla sua posizione logistica strategica e ai tempi di produzione rapidi (da quattro a sei settimane), Lameter è in grado di garantire una consegna rapida dei prodotti al cliente, con costi di trasporto contenuti. Per quanto riguarda i materiali, Lameter utilizza i migliori acciai speciali
e sfrutta un processo produttivo certificato (ISO 9001) che ne lascia inalterate le proprietà fisico-chimiche. Al montaggio e alla saldatura effettuati da personale specializzato, coadiuvato da robot di saldatura, segue un controllo di qualità e di finitura, utilizzando vernici a base di acqua eco-compatibili.
Lameter è un’azienda che unisce processi produttivi innovativi all’esperienza accumulata in anni di attività nel settore. Le attrezzature vengono realizzate nel pieno rispetto delle normative sulla Sicurezza sul Posto di Lavoro e per l’Ambiente. Lameter, infatti, è certificata secondo gli standard di Qualità, Ambiente e Sicurezza ISO 9001, 14001 e 45000. Da diverso tempo, poi, il costruttore ligure cerca di massimizzare l’efficienza energetica dei propri impianti e delle attrezzature, limitando gli sprechi. Per questo motivo utilizza illuminazioni a basso consumo e lampade LED, sfruttando l’energia solare per il riscaldamento dell’acqua. La carta proviene da coltivazioni controllate a marchio FSC e viene riciclata giornalmente, mentre gli impianti di aspirazione sono monitorati e mantenuti puliti grazie alle più moderne tecnologie.
Il servizio al cliente non finisce con la consegna del prodotto: Lameter, infatti, garantisce un’assistenza a vita sulle attrezzature vendute, tramite visite e interventi in loco, richiami in azienda per il revamping e manutenzioni straordi-
L’UFFICIO TECNICO LAMETER È DOTATO DEI PIÙ RECENTI SISTEMI DI PROGETTAZIONE E DI CALCOLO FEM, NECESSARI PER REALIZZARE ATTREZZATURE ROBUSTE E DI LUNGA DURATA, CHE ABBIANO UN PESO ADEGUATO ALLA POTENZA E ALLA CAPACITÀ DI CARICO UTILE DEL MATERIALE LAVORATO, GARANTENDO LE MIGLIORI PRESTAZIONI DELLA MACCHINA SU CUI ESSE SONO APPLICATE. GRAZIE ALL’UTILIZZO DI QUESTE NUOVE TECNOLOGIE E ALL’USO DI SCANNER 3D L’AZIENDA È IN GRADO DI ACQUISIRE LE DIMENSIONI DELLE ATTREZZATURE, ASSICURANDONE LA MASSIMA PRECISIONE E OTTIMIZZANDO COSÌ LA CONNESSIONE CON LA MACCHINA
narie. Le officine partner dell’azienda situate in Italia e all’estero ed effettuano servizi di assistenza presso il cliente. Lameter, inoltre, fornisce attacchi rapidi e forche in sostituzione durante gli interventi più lunghi, per garan-
tire l’operatività della macchina operatrice. In particolare, i servizi di revisione consistono in: sostituzione di parti usurate, revisione di equipaggiamenti, sostituzione dei coltelli, rivestimenti per benne e cassoni dumper e modifica per benne da attacco diretto ad attacco rapido. E se un cliente non ha più bisogno di un’attrezzatura? Nessun problema, perché Lameter può ritirare l’usato e ricondizionarlo.
Nel corso dei suoi decenni di attività, Lameter ha esteso la produzione di attrezzature a diversi campi d’applicazione, partendo dalle cave e dalle miniere per andare a coprire anche i settori dell’industria, dell’acciaieria e delle costruzioni. I prodotti sono compatibili
Lameter nasce negli anni Sessanta come officina di riparazione di macchine movimento terra. Nel 1979 ha inizio la produzione di attrezzature, con una particolare attenzione per quelle destinate all’area delle cave di marmo di Carrara. E quando si tratta di marmo, Lameter sa bene cosa fare, dato che è stato uno dei primi costruttori al mondo a realizzare attrezzature per quest’ambito applicativo. Grazie alla gestione della famiglia Riccardi, dal 1989 Lameter gode di una notevole crescita, ampliando la produzione. Grazie a questa nuova spinta l’azienda genovese diventa uno dei fornitori principali dei principali OEM europei e si specializza nel settore delle attrezzature “personalizzate”. Tra il 1997 e il 2003 Lameter ottiene le certificazioni per la qualità, l’ambiente e la sicurezza. Nel 2004 la sede si trasferisce in uno stabilimento moderno, per rispondere alle richieste di un mercato in crescita, aprendo una finestra sul mondo. I risultati non tardano ad arrivare: nel 2007 Lameter registra oltre il 40% di vendite all’estero, cifra quasi raddoppiata nel 2022. Nel 2019 Lameter ha festeggiato i suoi primi 40 anni di attività, confermandosi una delle realtà più importanti del settore. Garantendo sempre standard di qualità elevati per i suoi clienti, Lameter è rapidamente tornata ai livelli di fatturato pre-pandemia con la prospettiva di una graduale e costante crescita, grazie anche ai nuovi investimenti attualmente in corso.
con diverse tipologie di macchine operatrici, come escavatori, pale e dozer di varie classi. Lameter, inoltre, permette ai propri clienti di configurare l’attrezzatura attraverso il suo innovativo “Configuratore On-Line”: attraverso questa funzione, presente sul sito web dell’azienda www.lameter.it, è possibile scegliere le varie caratteristiche per la propria attrezzatura, oltre che inviare i dati e le varie specifiche all’ufficio di progettazione, in modo da ricevere un disegno tecnico dettagliato in 48 ore.
Per gli escavatori da estrazione blocchi, la benna Apuania di Lameter presenta due denti monocorpo, con riporti duri e ganci omologati per il sollevamento a seconda delle esigenze del cliente. La benna è compatibile con tutte le macchine da 30 a 120 t di peso. Sempre per la cava, il Dente Ripper è ideale per il disgaggio dei blocchi, così come per la demolizione dei suoli duri, ed è progettato proprio per concentrare al massimo lo sforzo su una superficie ridotta, ottimizzando la penetrazione e garantendo prestazioni elevate. Quest’attrezzatura è configurabile in base alle richieste del cliente, aggiungendo parti antiusura in modo da rendere il Dente Ripper adatto a lavori intensivi. Lameter offre inoltre una soluzione aggiuntiva per le cave di marmo, ovvero lo Spintore Idraulico: si tratta di un’attrezzatura capace di ribaltare bancate di marmo, montabile su escavatori di peso e dimensioni ridotte, adatti a operare in aree più ristrette. Il prodotto è disponibile con una forza di spinta di 250 t, per macchinari da 45 a 60 t, e con forza di spinta di 350 t per macchinari da 60 a 130 t. Tra i prodotti più venduti di Lameter troviamo anche la benna per miniere e cave, utilizzabile su escavatori fino a 400 t di classe, utilizzati per l’estrazione di minerali e rocce.
Tra le varie soluzioni Lameter destinate alle pale gommate, una delle più apprezzate è l’attacco rapido, un prodotto che permette agli operatori di sostituire rapidamente le attrezzature, direttamente dalla cabina. Ciò elimina la necessità di interventi di montaggio ester-
GLI ACCIAI SPECIALI UTILIZZATI DA LAMETER ARRIVANO IN LAMIERE DIRETTAMENTE DALLE ACCIAIERIE.
QUEST’ULTIME VENGONO TAGLIATE UTILIZZANDO UN PROCESSO PRODUTTIVO CERTIFICATO (ISO 9001)
CHE NON ALTERA LE CARATTERISTICHE
FISICO/CHIMICHE PROPRIE DEL MATERIALE. LE SUCCESSIVE FASI DI MONTAGGIO E DI SALDATURA SONO
ESEGUITE DA PERSONALE QUALIFICATO.
DOPO I CONTROLLI DI QUALITÀ E DI
FINITURA LE ATTREZZATURE VENGONO ULTIMATE CON VERNICI A BASE
D’ACQUA ECOCOMPATIBILI NEL COLORE
RICHIESTO DAL CLIENTE
ni e, di conseguenza, riduce i tempi di cambio attrezzatura, limitando gli infortuni sul lavoro. Il cliente può richiedere peraltro l’aggiunta di un sensore di prossimità, in grado di comunicare all’operatore la certezza dell’avvenuto aggancio dell’attrezzature tramite se-
gnali acustici e visivi. Per lavori con materiali impaccanti o corrosivi è possibile ricorrere alle benne Lameter con rivestimento in bimetallico levigato, in acciaio inox o plastica, capace di rendere l’attrezzatura durevole nel tempo e di migliorare lo scarico del materiale.
TRA LE ATTREZZATURE PROPOSTE DA LAMETER C’È ANCHE LA BENNA A POLIPO (NELLA FOTO, DESTINATA IN QUESTO CASO A UN DOZER LIEBHERR LR632 LITRONIC)
Per i dozer, Lameter propone un’ampia gamma di lame da carbone, roccia Light Duty e Heavy Duty. Le lame da roccia, in particolare, permettono di lavorare in modo intensivo in presenza di materiali abrasivi, grazie alla loro struttura in acciaio ad alta resistenza, utilizzato anche per la creazione del rivestimento interno. Le lame sono personalizzabili in base alle richieste del cliente.
Oltre alla progettazione di attrezzature per macchine operatrici, Lameter offre un servizio di revisione e riparazione di montanti e spreader per i carrelli portuali. L’officina dell’azienda, situata a pochi chilometri dal porto commerciale di Genova, consente di intervenire prontamente, gestendo commesse di grandi dimensioni. Non manca infine la possibilità di studiare la realizzazione di contenitori speciali in acciaio, con diverse dimensioni e forme per adattarli a ogni tipologia di materiale e di lavorazione. ■
Nella vita quotidiana diventa sempre più necessaria la possibilità di usufruire di connessioni dati ad alta velocità affidabili e per vincere le sfide che si celano nell’accesso a questa nuova generazione tecnologica l’aria compressa ricopre un ruolo sorprendentemente importante
La domanda da parte di aziende e consumatori di connessioni dati efficienti in fibra ottica è cresciuta a dismisura negli ultimi tempi, specialmente in seguito all’aumento dell’uso dello “smart working”. Una richiesta del mercato destinata
ad accelerare anche nei prossimi anni, alimentando il bisogno per le imprese delle giuste attrezzature e di un supporto specializzato durante i lavori di installazione di queste tecnologie. Equipaggiamenti efficienti in grado di prevenire errori costosi e lo sviluppo di competenze e capacità atte a trattare questa crescente domanda sono alcuni degli aspetti sui quali si è focalizzata negli anni l’azienda italiana Rotair, dal 2013 marchio di ELGi Equipments
Limited, che progetta, ingegnerizza e produce compressori d’aria mobilioltre a mini dumper multifunzionali e martelli demolitori idraulici - di fondamentale importanza nel processo di posa di cavi per la fibra ottica.
Aria di cambiamento
Fin dalla sua fondazione Rotair si è sempre distinta per il suo patrimonio di soluzioni all’avanguardia per i settori delle costruzioni, dei lavori pubblici e della manutenzione, in grado di tenere conto dei bisogni specifici degli utilizzatori garantendo al contempo la conformità
agli standard internazionali in termini di qualità e processi. Oggi un compressore ad aria della sua ampia gamma prodotti, il VRK Fibra, risulta essere al centro dell’attenzione dal mercato perché fondamentale nella realizzazione di progetti dettati da importanti piani di investimento in campo europeo. Infatti, la Commissione Europea ha fissato obiettivi chiari per lo sviluppo di connessioni dati in tutta la UE: garantire entro il 2025 a tutti i principali driver socio-economici (come scuole, strutture di ricerca, ospedali eccetera) una velocità di connessio-
CON
ne pari a 1 Gbps e per il 2030, invece, che tutte le famiglie europee siano coperte da reti gigabit. A seguito dell’assegnazione di questi ambiziosi obiettivi le richieste di lavori per l’installazione di fibra ottica sono aumentate esponenzialmente, portando molti appaltatori a rivolgersi a esperti in grado di instradarli nelle condizioni migliori in cui operare.
“Per gli appaltatori la sfida principale sarà il processo di posa del cavo in fibra ottica”, afferma Alex Persyn, direttore della gestione prodotto di Rotair. “Qui si richiede particolare cura e know-how e il compressore ricopre un ruolo fondamentale per un’installazione efficiente. Ad esempio, durante la fase di soffiaggio, ovvero il processo di inserimento di un cavo in fibra ottica in un condotto combinando una forza di spinta meccanica e un flusso d’aria ad alta velocità. Il cavo all’interno del condotto lo si pone in condizioni di galleggiamento, riducendo così l’attrito tra la superficie esterna del cavo e la parete interna del condotto”. Appare evidente come la scelta di un compressore efficiente e affidabile ri-
ne sufficiente e di raffreddare l’aria compressa vicino alla temperatura ambiente, riducendo al minimo l’attrito e possibili pericoli di danneggiamento del cavo”.
sulti quindi indispensabile ai fini di una corretta installazione: “In questo processo – prosegue Persyn – il nostro modello VRK Fibra, specificamente progettato per le operazioni di soffiaggio di cavi in fibra ottica e dotato di motore a benzina in grado di erogare 1.000 l/min a 15 bar costanti, consente di fornire una pressio-
Come detto, la posa di nuovi cavi è una lavorazione delicata, dallo scavo della trincea alla sistemazione di tubi nei quali inserire la fibra ottica, che porta alla luce l’importanza di preservare l’integrità dei cavi durante un processo che richiede la massima cura e precisione. “Durante queste lavorazioni molta attenzione è rivolta a ciò che concerne l’efficienza ope-
rativa – spiega Alex Persyn – in quanto da un punto di vista economico non c’è spazio per errori, poiché i cavi in fibra sono molto costosi e tutti i progetti vengono eseguiti in tempi ristretti. I migliori risultati vengono raggiunti da team esperti supportati da attrezzature affidabili in grado di aiutare gli appaltatori a superare le sfide che li attendono”. Progettata proprio per il superamento di queste sfide, la macchina VRK Fibra è dotata di un radiatore di post-raffreddamento monostadio e di un separatore di condensa. È disponibile anche un modello ulteriore, ovvero il VRK Fibra
Il progetto MDVN 32 di Rotair nasce dalla volontà di proporre una linea di attrezzature in grado di offrire una concezione di sostenibilità durante le operazioni in cantiere che non rinunci alle prestazioni, garantendo alla bisogna sia un motore elettrico, sia un motore a benzina all’altezza della controparte diesel in termini di prestazioni e di rispetto della normativa Europea. I modelli in questione, vincitrici del “Premio innovazione” al SaMoTer 2023 nella categoria “Impianti pneumatici”, sono rispettivamente la versione elettrica MDVN32E e a motore endotermico MDVN32B. La piattaforma compressore MDVN32E è dotata di un motore elettrico che permette di modulare la portata dell’aria in funzione della richiesta dell’utente tramite un collegamento alla rete di cantiere o a un generatore. Peraltro, tale tecnologia permette di avere una richiesta di potenza proporzionale alla portata di aria utilizzata. La versione MDVN32B, invece, è dotata di un motore a ben -
zina da 40 HP di potenza in grado di fornire 3.200 l/min a 7 bar costanti e in linea con i parametri Stage V richiesti dalla normativa Europea. Performance, tra l’altro, paritetiche a quelle di un comune motore diesel Stage V a gestione elettronica Common Rail con post-trattamento dei gas di scarico dal costo però
nettamente superiore. La MDVN32B permette inoltre di lavorare in quelle municipalità dove sono stati vietati i motori endotermici diesel sui mezzi da cantiere e la possibilità di avere anche un generatore di corrente opzionale, il MDVN32VDA, che fornisce energia utilizzabile per altre lavorazioni in cantiere.
Plus, dotato di un radiatore di post-raffreddamento a due stadi che garantisce una uscita di aria compressa a temperature più basse, intorno agli 0°-2°C. Tra i numerosi vantaggi offerti dalla linea VRK Fibra si annoverano un design compatto, un’elevata manovrabilità e un facile accesso a filtri e componenti per garantire un’agevole manutenzione. La ventola di raffreddamento è schermata e tutte le parti mobili sono inaccessibili, secondo le più severe norme di sicurezza. Di agevole trasporto ed equipaggiata di un occhiello per il sollevamento tramite gru, la macchina offre in dotazione ruote piene per garantire la massima operatività in cantiere. Inoltre, il motore a benzina non pone particolari ostacoli riguardo la normativa sulle emissioni, che invece possono limitare le apparecchiature alimentate a diesel. “Gli altri modelli della nostra gamma di compressori da 14 bar dedicati alle fibre si adattano a fasi diverse dei progetti di posa, dal Backbone fino al Last Mile, passando per il Middle Mile. Tutti i modelli sono disponibili anche in versioni equivalenti non equipaggiate con motori Stage Vadatte per paesi dove non vigono le normative Europee o Statunitensi - ma che non tolgono nulla alle loro caratteristiche di approccio al flusso, alla pressione o al post-raffreddamento dell’aria compressa”, conclude Alex Persyn. ■
IL DESIGN COMPATTO DI VRK FIBRA OFFRE UN’ELEVATA MANOVRABILITÀ E UN AGEVOLE TRASPORTO, ANCHE GRAZIE ALLE SUE RUOTE PIENE, CHE GARANTISCONO LA MASSIMA OPERATIVITÀ IN CANTIERE, E ALL’OCCHIELLO PER IL SOLLEVAMENTO TRAMITE GRU IN DOTAZIONE
IL VRK FIBRA PLUS È DOTATO DI UN RADIATORE DI POSTRAFFREDDAMENTO A DUE STADI CHE GARANTISCE UN’USCITA DI ARIA COMPRESSA A TEMPERATURE PIÙ BASSE, INTORNO AGLI 0°-2°C
IL MODELLO MDVN83ECO5, PER LA FASE MIDDLE MILE, È UNO DEI COMPRESSORI DELLA GAMMA ROTAIR DA 14 BAR, DEDICATI AI PROGETTI DI POSA DI FIBRE CHE VANNO DALLO STADIO INIZIALE BACKBONE FINO AL LAST MILE
Da oltre mezzo secolo l’azienda bergamasca progetta e costruisce componenti oleodinamici che racchiudono in sé peculiarità che permettono loro di adattarsi con precisione ai macchinari di cui faranno parte
Sono più di 50 anni che l’attuale OMT Group (Calvenzano – BG) produce un’ampia gamma di prodotti concepiti per adempiere a ogni richiesta di aziende e professionisti operanti in molteplici settori: dall’agricoltura alle costruzioni, dal navale alla movimentazione in genere, dal comparto minerario a quelli forestale, industriale e stradale. Un’esperienza di mezzo secolo che l’azienda bergamasca infonde all’interno dei suoi processi di produzione di valvole, componenti e accessori, accumulatori, filtri, raccordi e scambiatori di calore. Tutto ciò consapevole di come la propria linea di prodotti standard sia solo una delle vetrine fondamentali della sua produzione, parte di un’offerta ben più ampia, sviluppatasi nel tempo e studiata per offrire un valore aggiunto ai propri clienti.
Un partner di fiducia
Realtà dinamica e all’avanguardia, OMT è un’azienda produttrice di componenti oleodinamici che fin dal 1967, anno della sua fondazione, ha lavorato fattivamente con l’intento di migliorare e ampliare la propria offerta sul mercato. Tutto ciò attraverso l’aggiunta costante di prodotti quali filtri, scambiatori di calore e accumulatori, nonché con l’incorporamento della società Essegi di Spilamberto (MO), produttrice di flange, raccordi e blocchi. Una società come OMT, però, è ben consapevole di come il continuo processo di aggiornamento e rinnovamento di un’azienda presupponga non solo l’aumento di spazi e il consolidamento degli impianti e del proprio portafoglio prodotti, bensì anche la costruzione di un gruppo unico e coeso capace di realizzare un programma concreto, capace di rispondere alle richieste di un mercato in continua evoluzione. Per questo motivo nel 2022 è nato OMT Group, un nuovo riassetto societario dell’azienda concretizzatosi attraverso una fusione per incorporazione con la società Luen, specializzata nella produzione di valvole oleodinamiche, che ha l’intento di raccoglie l’esperienza di entrambe le aziende citate e convogliarla al fine di attuare un programma capace di dettare una
concreta visione sul futuro. Un programma, tuttavia, fondato sui valori portanti che hanno contraddistinto
OMT nel corso degli anni e che oggi l’hanno resa un partner credibile, stimato e lungimirante.
Una produzione affidabile
Per garantire ai propri clienti di poter scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze OMT Group ha messo a disposizione sul suo portale online uno strumento creato appositamente per soddisfare questa necessità:
“MyOMTgroup” consente di selezionare e identificare specifiche caratteristiche d’interesse, visualizzare i disegni e le specifiche tecniche dei prodotti e scegliere tra i diversi componenti a disposizione quello più in linea alle proprie necessità, per formare così, passo dopo passo, la soluzione che meglio soddisfa gli specifici bisogni in base al mezzo e alla singola applicazione di lavoro. Al suo interno è presente un configuratore per accoppiamenti che guida l’utente nella scelta dei componenti grazie a passaggi sequenziali, ottenendo una selezione automatica ma specifica riguardo al prodotto che si sta cercando. Attraverso l’uso del configuratore, inoltre, sarà possibile, ad esempio, salvare la configurazione individuata, stampare o scaricare i disegni tecnici o file 3D e inoltrare direttamente la richiesta di preventivo. Una piattaforma di progettazione online semplice e veloce da utilizzare che OMT Group mette a disposizione degli utenti registrati per aiutarli a scegliere la soluzione più adeguata alle specifiche tecniche richieste, in modo da ottenere nella maniera più efficace il prodotto di cui si ha bisogno per efficientare la propria produttività.
L’affidabilità è una delle basi della filosofia aziendale di OMT Group. Un principio cardine nel quale l’azienda ripone molta attenzione e che trasmette all’interno della sua attività in forme e applicazioni diverse, dando a questo concetto varie declinazioni specifiche. Una di queste è ritrovabile all’interno dei suoi processi di produzione, con i quali l’azienda si pone l’obiettivo di realizzare prodotti affidabili attraverso la ricerca della massima qualità, raggiungibile a sua volta tramite processi innovativi e una progettazione basata sull’esperienza e sulla conoscenza teorica e pratica dei sistemi e macchine per cui questi sono costruiti. Un’attenzione verso processi innovativi e di valore dimostrata anche dall’aderenza al Sistema Gestione
Qualità ISO 9001:2015 e dal conseguimento dell’attestazione di conformità industria 4.0, atta a certificare una produzione industriale del tutto automatizzata e interconnessa. Una produzione che ha inizio nel moderno e qualificato ufficio tecnico dell’azienda, dove si pianifica ed esegue la progettazione su richiesta del cliente, oltre a sviluppare soluzioni innovative come il brevettato dispositivo fluidodinamico di controllo Agrifluid. L’affidabilità di queste soluzioni, inoltre, viene costantemente comprovata all’interno della moderna e attrezzata sala prove dell’azienda, dove viene testato e controllato ogni singolo prodotto. Ma “affidabilità” per l’azienda significa molto di più: vuol dire an-
che garantire disponibilità dei materiali, sia a livello di quantità e disponibilità dell’offerta, sia di tempestività della consegna. La disponibilità dei prodotti e la tempestività della loro consegna, infatti, sono assicurate da un magazzino di 1.800 m2 e da un sistema di gestione informatizzato che permette di pianificare e organizzare le forniture con tranquillità e in modo estremamente preciso. Ciò è possibile grazie a un’intera gamma di soluzioni, realizzata internamente all’azienda, che permette una maggiore gestione e controllo del prodotto finito, oltre a una rete commerciale preparata ed efficiente in grado di offrire un servizio e una consulenza in tutto il mondo in tempi rapidi.
Lo standard non basta Come detto, per OMT Group il concetto di affidabilità di un prodotto ha molte declinazioni e fra queste, di estrema importanza, c’è quella di offrire la possibilità ai propri clienti di personalizzare queste soluzioni. Secondo l’azienda un prodotto si può definire affidabile quando si ha la possibilità di conoscerlo alla perfezione ancora prima di acquistarlo e, quindi, su quale soluzione è possibile fare più affidamento se non su una costruita specificamente secondo le proprie necessità? Per questo motivo, grazie alla sua produzione interna
OMT Group offre ai propri clienti, oltre alla sua gamma standard, la possibilità di customizzare sulla base delle necessità del cliente soluzioni su misura, dando l’opportunità di non accontentarsi di adattare i macchinari a componenti standard di mercato, ma di utilizzare prodotti configurati specificamente sulle necessità strutturali e funzionali dei singoli impianti. Ciò è possibile grazie a un team di specialisti in grado di aiutare il cliente a individuare i problemi tecnici e i bisogni specifici del suo contesto produttivo, così da personalizzare i componenti, integrarli
L’INTERA GAMMA PRODOTTI È REALIZZATA INTERNAMENTE E LA TEMPESTIVITÀ DELLA CONSEGNA È GARANTITA DAL MAGAZZINO DI 1.800 M2 E DA UN SISTEMA DI GESTIONE INFORMATIZZATO IN GRADO DI GESTIRE DIVERSE TIPOLOGIE DI RICHIESTE
nelle specifiche applicazioni e migliorare l’efficienza generale dell’impianto. Una concatenazione di solidi principi a definire una chiara filosofia aziendale, esperienza pluriennale nel settore e una produzione e servizi in linea con il mercato: sono questi, dunque, gli elementi che caratterizzano un’azienda come OMT Group e che hanno l’intento di apportare un vantaggio significativo alla propria clientela. Elementi che garantiscono la tranquillità di sapere che per ogni evenienza, anche nei contesti più difficili e complessi, un partner affidabile sarà al proprio fianco, pronto a rispondere e risolvere ogni esigenza o criticità. ■
Una “startup” milanese ha sviluppato e brevettato il sistema “FOS”, un macchinario industriale mobile in grado di decentralizzare un’intera fabbrica di prefabbricati in calcestruzzo per essere trasportato e utilizzato in qualsiasi luogo e sito operativo
Caso esemplare di mentalità innovativa made in Italy, Atmosphere Technologies è una “startup” con sede a Milano che ha sviluppato e brevettato un sistema denominato “FOS” (Formwork Operation System): si tratta di un macchinario industriale in grado di decentralizzare un’intera fabbrica di prefabbricati in calcestruzzo, sia armato che non, con caratteristiche tali da renderlo ideale per l’edificazione in qualsiasi territorio, soprattutto in quelle aree caratterizzate da infrastrutture inadeguate (se non addirittura assenti). Tutto ciò grazie alla sua facilità di utilizzo e trasporto. “ Grazie alla nostra mentalità innovativa abbiamo creato un sistema che mette al centro le esigenze del nostro mercato di
riferimento ”, spiegano i due fondatori della “startup” milanese, Yvette Nina Enomana e Federico Dalle Nogare. “ Siamo concentrati nel prestare attenzione ai dettagli, a migliorare l’usabilità e a sviluppare tecnologie in grado di ridurre l’impatto ambientale e sociale . Atmosphere Technologies è nata da circa due anni e abbiamo già raggiunto degli obiettivi ragguardevoli. La nostra mission è ‘ridisegnare’ l’esperienza abitativa in modo scalabile e replicabile in ogni territorio, attraverso un sistema interconnesso di prodotti e servizi. Siamo ottimisti e fiduciosi nella nostra crescita e nel successo della nostra idea imprenditoriale, che si sviluppa in molteplici campi d’applicazione. Crediamo fortemente di poter migliorare la qualità della vita e del lavoro delle comunità in cui operiamo e opereremo in futuro”.
Lo sviluppo di tecnologie innovative da parte di Atmosphere Technologies coinvolge anche il settore dell’edilizia e delle costruzioni. “Il nostro impegno è volto a fornire agli operatori del settore una vera e propria industria decentralizzata, che consenta di costruire infrastrutture in calcestruzzo su misura”, affermano Enomana e Dalle Nogare.
Il risultato di quanto dichiarato è il citato “FOS” (Formwork Operation System), un macchinario industriale mobile che - grazie a un sistema modulare che rientra nelle norme dimensionali ISO per il trasporto marittimo, classificato come “Shipping Container”, e a un sistema di automazione “plug & play” - permette la decentralizzazione di una vera e propria fabbrica di produzione di manufatti prefabbricati in calce-
struzzo, armato e non (ad esempio pannelli di tamponamento e strutturali), garantendo elevate proprietà tecniche, termiche e acustiche per l’edificazione in qualsiasi territorio. Questo macchinario, coperto da brevetto, è stato sviluppato internamente da Atmosphere Technologies ed è previsto in due linee di prodotto, con l’obiettivo di rispondere alle diverse esigenze dei target di mercato individuati.
La prima versione proposta da Atmosphere Technologies si chiama FOS 01: questo modello è stato ideato per soddisfare le esigenze delle imprese di costruzione di medie dimensioni, che non richiedono volumi di produzione particolarmente elevati, e/o di quegli imprenditori che vogliono avviare un’attività nell’edilizia dei prefabbricati ma hanno limitate risorse finan-
ziarie a disposizione. Questo macchinario è collocato all’interno di un container certificato ISO: con dimensioni pari a 12 x 2,4 x 2,8 m, ha un peso di 25 t circa. Grazie a queste caratteristiche, FOS 01 può essere trasportato dal 70% dei trattori stradali in tutto il mondo.
“L’automazione di cui è dotato il FOS 01 garantisce una qualità costruttiva elevata, anche in caso di manodopera con una conoscenza limitata nel settore delle costruzioni”, affermano i due fondatori
della “startup” milanese. “In base alla tipologia e alle dimensioni del progetto, sia il montaggio che lo smontaggio dell’impianto di produzione FOS 01 possono essere completati in sole 24 ore, attraverso alcuni semplici passaggi: trasporto e collocazione del container nella zona di produzione o di costruzione; apertura del container; posizionamento dell’impianto di estrazione; posizionamento dell’impianto di miscelazione; inizio della produzione”. Ma qual è la “anatomia” dell’impianto FOS 01? “L’impianto - spiegano i due giovani imprenditori - è costituito da quattro elementi: un gruppo di mixaggio e pompaggio (caricamento materie prime - come inerti, sabbia, cemento, acqua, additivi e fibre - e mixaggio e pompaggio del calcestruzzo tramite pompa peristaltica), un’unità di controllo (computer e PLC, armadio elettrico generale e un gruppo elettronico per la produzione di corrente - 220/380 V;
50 Hz; 70 kVa - e quadro di controllo dell’impianto vibrante, indipendente per ogni cassaforma), un gruppo di prefabbricazione (impianti antivibrante su binari, tre casseforme e un impianto vibrante sotto queste ultime) e un estrattore (fisso a tre livelli o idraulico a pantografo, ribaltatore idraulico 0°-80° e gru basculante per la movimentazione delle gabbie metalliche e l’estrazione/ posa dei manufatti in rastrelliera per la maturazione).
ALCUNE FASI DI REALIZZAZIONE DEL PROTOTIPO DELL’IMPIANTO MOBILE FOS. IL CICLO DI COSTRUZIONE COMPLETO PREVEDE, DOPO LA PROGETTAZIONE E L’ACQUISTO DEL CONTAINER E L’ARRIVO DEI SEMILAVORATI: LA COSTRUZIONE DEL TELAIO PER IL GRUPPO DI MIXAGGIO E POMPAGGIO; LA COSTRUZIONE DEL TELAIO PER L’ESTRATTORE; LA VERNICIATURA; LA COSTRUZIONE DEL TELAIO PER IL GRUPPO DI PREFABBRICAZIONE; LA COSTRUZIONE DELLA CASSAFORMA; L’ARRIVO DEI COMPONENTI ELETTRONICI E IL CABLAGGIO DELL’IMPIANTO ELETTRICO. DOPODICHÉ SI SVOLGONO I TEST SUI MANUFATTI PREFABBRICATI E DI FUNZIONAMENTO GENERALE
L’impianto FOS X
FOS X è la seconda tipologia di impianto proposta da Atmosphere Technologies: si tratta di una versione ridimensionata del FOS 01, progettata per soddisfare quei clienti con necessità di produzione più elevate. Questa macchina è costituita da cinque container, di cui due da 40 ft HC e tre da 45 ft HC “open top”. Inoltre, presenta due container da 20 ft HC che ospitano la sala di controllo e i gruppi elettrogeni. “Il FOS X è stato sviluppato specificamente per imprese di costruzione di grandi dimensioni che lavorano principalmente all’estero”, spiegano di due fondatori di Atmosphere Technologies. “Grazie alla sua capacità di lavorare 24 ore su 24 e sette giorni su sette, su tre turni di otto ore, il macchinario è in grado di eseguire quattro cicli semiautomatici di pulizia ogni sei ore di lavorazione”. Con un uso corretto, l’impianto FOS X - che si caratterizza per una produzione di calcestruzzo di 35 m3/h, per uno stoccaggio delle materie prime tramite tramogge su celle di carico, per le 15 casseforme ampliabili e per un volume massimo della cassaforma di 15 m3/h (12 x 2,5 x 0,5 m) - può funzionare in mo-
I MANUFATTI SONO REALIZZATI IN CALCESTRUZZO ARMATO O FIBRORINFORZATO, CON L’UTILIZZO DI FIBRE DI VETRO O DI METALLO, E POSSONO ESSERE PERSONALIZZATI CON DELLE TEXTURE CON MATRICI STANDARD, SPECIALI O SU DISEGNO
do continuo e completamente autonomo. Anche in questo caso l’impianto - strutturalmente parlando - è costituito essenzialmente da quattro parti: un gruppo di stoccaggio (tramogge di stoccaggio e pesatura degli inerti e sabbia, nastro trasportatore); gruppo di mixaggio e pompaggio (miscelatore planetario per il calcestruzzo, “polmone” con agitatore, pompa a pistoni, braccio idraulico dotato di tubazioni per una colata ad alta precisione); gruppo di prefabbricazione (tre container con altezza interna regolabile idraulicamente; carroponte di processo; sistema di proiezione laser per il posizionamento di magneti, sponde, eccetera; 15 casseforme; banco vibrante); stoccaggio e maturazione dei manufatti (banco ribaltatore idraulico 0°-80°; rastrelliera a nastro per lo stoccaggio e la maturazione dei manufatti).
La capacità produttiva degli impianti FOS è estesa e diversificata, in quanto le dimensioni di massima della cassaforma possono variare su richiesta del cliente. I manufatti possono essere realizzati in
calcestruzzo armato o in calcestruzzo fibrorinforzato, con l’utilizzo di fibre di vetro o di metallo. Le dimensioni dei manufatti dipendono dalle dimensioni della cassaforma dell’impianto, ma su richiesta del cliente possono variare all’interno di un certo intervallo. I manufatti realizzabili si dividono in tre macro categorie principali: Atmoblocks (produzione di diverse tipologie di blocchi in calcestruzzo tramite stampi su misura), destinata a recinzioni, edilizia stradale, sistemi di gestione dell’acqua e protezioni passive al fuoco; Atmoceiling (produzione di diverse tipologie di pavimenti, solai e coperture in calcestruzzo); Atmoprefab (produzione di diverse tipologie di pilastri e di muri in calcestruzzo), concepite per l’edilizia urbana, civile o industriale. ■
LE GRANDI COSE NEGLI AFFARI NON SONO MAI FATTE DA UNA SOLA PERSONA. VENGONO FATTE DA UN TEAM DI PERSONE” (STEVE JOBS)
Classificatosi nel 2022 al 46a posto tra le società in Europa con il maggior fatturato maturato nel campo del noleggio, il Gruppo Mollo continua la sua crescita grazie a passione, precise strategie industriali e continui investimenti, confermando la posizione di rilievo occupata a livello nazionale. La Convention Mollo 2023 ha rappresentato come sempre il luogo deputato a delineare - di fronte a una platea composta da dipendenti, collaboratori, figure istituzionali e addetti della stampa - i traguardi significativi raggiunti dall’azienda nel 2022 e presentare tutte le premesse di un 2023 di altrettanto successo. L’evento si è concluso con la
tradizionale cerimonia di premiazione delle anzianità lavorative, quali pensionati e lavoratori in azienda da oltre 10 anni, oltre al conferimento di onorificenze ai figli dei dipendenti che, al termine del loro percorso di studi, hanno ottenuto il diploma con voti eccellenti. Riconoscimenti alla forza del team e un inno allo spirito di gruppo e al lavoro di squadra. A illustrarci tutto ciò e i risultati e i piani dell’azienda di Alba è Mauro Mollo, presidente del Gruppo Mollo.
Quali sono stati i risultati maturati dall’azienda nel 2022?
“Il 2022 è stato un anno molto importante per Mollo Noleggio, che si è chiuso facendo registrare un incremento del di Mirko
Si è recentemente svolta ad Alba la 12a Convention dell’azienda piemontese, un’occasione per fare il punto sui risultati raggiunti nel 2022 e per presentare gli obiettivi del 2023, focalizzati sul proseguo degli eccellenti numeri maturati grazie a, tra le altre cose, ingenti investimenti effettuati in risorse umane e digitalizzazioneDA SINISTRA, ROBERTO E MAURO MOLLO, AMMINISTRATORI DEL GRUPPO MOLLO LA CONVENTION MOLLO 2023 HA RAPPRESENTATO IL LUOGO DEPUTATO A DELINEARE I TRAGUARDI RAGGIUNTI DALL’AZIENDA NEL 2022 E PRESENTARE TUTTE LE PREMESSE DI UN 2023 DI ALTRETTANTO SUCCESSO
30% rispetto a quello precedente, generando un fatturato di oltre 104 milioni di euro e confermandoci come la prima società in Italia del settore. Nel 2022 abbiamo noleggiato 82.000 macchine e attrezzature, servendo circa 20.000 imprese. Ogni giorno oltre 6.000 prodotti forniti a nolo da Mollo Noleggio lavora-
no in cantieri civili, infrastrutture, grandi opere, logistica, agricoltura, industria e manifestazioni. Il nostro parco nolo conta oggi oltre 11.000 unità, con un’età media di quattro anni. I nostri centri noleggio propongono servizi di varie tipologie: dal nostro core business rappresentato dal noleggio senza operatore
Fondata nel 1971 ad Alba, Mollo Noleggio conta 48 punti operativi distribuiti in tutto il Nord-Italia e lavora attivamente nell’aumentare la sua rete capillare attraverso nuove aperture nel corso del 2023 nel nord e centro Italia, con l’intento di raggiungere a fine 2023 un totale di 56 centri distribuiti sul territorio italiano. Un’espansione che non solo amplierà la rete distributiva e di servizi dell’azienda, ma che in grado di portare valore al territorio, come testimonia Carlo Bo, sindaco di Alba: “Dietro importanti risultati c’è sempre un grande lavoro condotto da uomini visionari e imprenditori illuminati. A partire dal 1971 il Gruppo Mollo ha scritto pagine importanti sotto il profilo imprenditoriale: originariamente avviata dai suoi fondatori,
FORTE È ANCHE L’ATTENZIONE SULLA
FORMAZIONE CONDOTTA NEL CENTRO
MOLLO ACADEMY, RIVOLTA SIA AI
DIPENDENTI CHE AI CLIENTI, CHE
NEL 2022 HA FORMATO DIRETTAMENTE
OLTRE 5.000 OPERATORI SULL’USO DELLE
ATTREZZATURE, PROPONENDO UN’OFFERTA DI OLTRE 100 TIPOLOGIE DI CORSI
di un’ampia gamma di attrezzature, al noleggio con operatore, attività sviluppata con entusiasmo negli ultimi anni e che nel 2022 ha visto realizzare oltre 2.500 interventi con il supporto del nostro personale specializzato, fino ai corsi di formazione, con oltre 5.000 operatori formati nell’anno passato”.
Numeri, questi, destinati a crescere, stando ai dati positivi dei primi mesi di questo inizio 2023. A cosa si devono questi risultati così rilevanti?
“Il principale motore di questa crescita sono le persone. A oggi sono 450 i dipendenti di Mollo Noleggio, di cui 86 neoassunti nel 2022. Proprio alle persone abbiamo rivolto ulteriormente la no-
stra attenzione, incrementando il loro benessere sul luogo di lavoro attraverso un progetto di restyling dei centri noleggio. Un’azione atta a renderli ancora più accoglienti e dotarli di aree relax e networking, di arredi moderni e di un’acustica ottimizzata. Un progetto a cui abbiamo già destinato a oggi oltre 700.000 euro. Importanti investimenti sul nostro personale che proseguiranno anche attraverso il piano welfare da oltre 830.000 euro, iniziato lo scorso anno, che include tra le altre cose bonus bollette, bonus carburante, prestiti ai dipendenti, rimborso delle spese mediche e di quelle educative per i figli, borse di studio agli studenti più meritevoli, seggiolino per auto a tutte le neomamme e neopapà”.
A proposito di investimenti: oltre a quelli in atto sono in programma altri stanziamenti per nuovi progetti nei prossimi anni?
MOLLO NOLEGGIO CONTINUERA’ A IMPLEMENTARE I SUOI SERVIZI
DIGITALI: TRA LE ULTIME NOVITA’ IN MATERIA C’È IL QR CODE INSERITO SU OGNI MACCHINA, CHE PERMETTE DI ACCEDERE A NUMEROSI DOCUMENTI E INFORMAZIONI SUL MEZZO NOLEGGIATO
“Assolutamente. Continuare a investire in nuovi mezzi e tecnologie è uno degli obiettivi principali della nostra azienda, per il quale stanzieremo per il biennio 2023-2024 complessivamente oltre 70
Nel corso del prossimo biennio, inoltre, sarà ampliato in tutti i nostri centri noleggio il servizio ‘Noleggio Fai da Te 24/7’ partito nel 2022, che consente ai clienti di ritirare e riconsegnare in totale autonomia diverse tipologie di mezzi, a qualunque ora di qualsivoglia giorno della settimana. Sempre nell’ambito della digitalizzazione e dell’innovazione implementeremo nel 2023 il progetto ‘QR Code’, anch’esso sviluppato nel 2022, che permetterà al cliente di accedere tramite smartphone a tutte le informazioni sui mezzi, di consultarne documenti tecnici e di legge, video sul loro funzionamento e altre info commerciali”.
Qual è il segreto, oggi, per essere un imprenditore di successo in Italia?
“Io credo che un imprenditore privo di una certa dose di coraggio non possa fare questo mestiere. Un imprenditore deve mettersi in gioco, correre qualche rischio
Renato Mollo con la moglie Sandra, come ferramenta per il campo dell’edilizia e divenendo poi, per merito dei suoi due figli Mauro e Roberto, l’esempio per il mondo dell’imprenditoria che conosciamo oggi. Un’ascesa importante e continua che ha portato a far conoscere il nome di Alba e il nostro territorio in Italia e in Europa. Ma soprattutto un’azienda che ha generato posti di lavoro e che a nome di tutta la città voglio ringraziare per tutto quello che hanno fatto e che continueranno a fare in futuro”.
IL PARCO NOLO DI MOLLO NOLEGGIO CONTA OGGI OLTRE 11.000 UNITÀ E CIRCA 7.700
IMPIANTI SATELLITARI INSTALLATI SUI MEZZI, CHE PERMETTONO DI CONTROLLARNE LA VITA, L’UTILIZZO E OGNI TIPO DI MOVIMENTAZIONE
milioni di euro. Incrementeremo e rinnoveremo la nostra flotta di mezzi selezionando in larga misura - tra i costruttori più affidabili e innovativi sul mercato mondiale - macchine con tecnologie elettriche e ibride. Del resto, l’attenzione all’ambiente non è una novità per il nostro Gruppo, che nel 2017 ha lanciato il progetto a marchio registrato ‘Blue & Green’ con l’obiettivo di ridurre i consumi, le emissioni e la rumorosità dei mezzi. Inoltre, continueremo il nostro percorso di investimenti in tecnologie e software, per rendere ancora più veloci i processi, e parallelamente procederemo con la realizzazione di un nuovo sito web ancora più dinamico e ‘user friendly’.
e non rimanere sempre nella sua ‘comfort zone’. Ad esempio, la storia che ci hanno insegnato da bambini su Icaro, che volò troppo vicino al sole con le sue ali di cera, io non l’ho mai pienamente condivisa. Perché promuove l’idea di non rischiare e di non ambire a volare in alto, altrimenti si corre il pericolo di farsi male o di mettere a repentaglio tutto quello che si è costruito. Per questo concordo con la rilettura della morale di questa favola espressa dal regista Stanley Kubrick, ovvero: ‘Se vuoi volare molto in alto dimentica la cera e le piume e costruisciti ali più solide’. Una reinterpretazione che ho molto apprezzato e credo possa essere di ispirazione per chi vuole fare questo mestiere”. ■
Secondo l’azienda specializzata nella gestione di macchinari - che tramite Ritchie Bros. Auctioneers, casa d’aste industriale che organizza a livello mondiale aste con offerte online senza riserva - l’Italia traina il mercato europeo dei miniescavatori usati
Il mercato europeo delle macchine movimento terra continua la sua ripresa dopo le difficoltà degli ultimi anni, come dimostra l’ultima “Analisi di mercato delle macchine edili usate” di Ritchie Bros. Assets Solutions. Abbiamo incontra-
to Francesco Scaccaglia, Regional Sales Manager per l’Italia di Ritchie Bros., per farci commentare alcuni dei principali risultati che emergono dalle migliaia di transazioni effettuate attraverso le numerose piattaforme di vendita dell’azienda nell’ultimo trimestre del 2022.
Quali sono le sue impressioni sul mercato dopo la conclusione di un anno molto intenso com’è stato il 2022? “L’aumento del numero di macchine nuove in arrivo sul mercato sta favorendo una maggiore disponibilità di mezzi usati. Avevamo già riscontrato una cre-
scente richiesta delle macchine compatte, ma l’aumento di interesse per i miniescavatori è stato sorprendente. Sono stati di gran lunga i prodotti più richiesti, con una domanda e un’offerta eccezionalmente forti che hanno portato a un aumento del 92% delle vendite sulle piattaforme Ritchie Bros. nel quarto trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021 e a un aumento del 48% degli annunci pubblicati su Mascus”.
A che punto si trova l’Italia rispetto agli altri Paesi europei in termini di vendite di miniescavatori?
“In testa, come un anno fa. Durante tutto il 2022 è stato evidente il forte interesse dei compratori italiani sia per quanto riguarda le richieste di informazioni relative agli annunci su Mascus, sia per le transazioni sui canali di vendita Ritchie Bros. Nel quarto trimestre 2022 i compratori italiani hanno acquistato 98 miniescavatori, superando il Belgio, con 79 unità. L’ultimo trimestre 2022 ha visto un aumento di oltre il 60% nel numero di miniescavatori venduti in Italia. Kubota è stato il marchio più venduto nel continente, con 99 unità transate solo in quel trimestre. Il modello KX0164 è stato il più popolare, con 20 unità vendute a un prezzo mediano di 9.867 euro (*valore centrale di una serie di numeri disposti in ordine crescente dal più piccolo al più grande; si differenzia dal prezzo medio)”.
Cosa sta determinando una crescita così significativa?
“L’industria delle costruzioni si sta chiaramente riprendendo dopo la pandemia e in molti cantieri le terne vengono gradualmente sostituite dai miniescavatori. Le macchine da 25-30 q rappresentano quasi il 70% delle vendite in Europa, ma stiamo notando un aumento della popolarità dei modelli da 50 q. Abbiamo inoltre notato che i noleggiatori si stanno
FONDATA NEL 1958 E QUOTATA IN BORSA A NEW YORK E TORONTO, RITCHIE BROS. È UN’AZIENDA
SPECIALIZZATA NELLA GESTIONE DI MACCHINARI E OFFRE AI CLIENTI
SOLUZIONI COMPLETE PER L’ACQUISTO E LA VENDITA DI MACCHINE EDILI, AGRICOLE, PER IL SOLLEVAMENTO, VEICOLI INDUSTRIALI, COMMERCIALI E ALTRI BENI
indirizzando verso l’acquisto di miniescavatori cinesi, a causa dei ritardi nelle consegne dei prodotti nuovi da parte delle case costruttrici europee. La Cina sta investendo molto nell’esportazione dei propri prodotti a causa del blocco dei cantieri locali in seguito alle continue misure di lockdown”.
Che impatto avete notato sui prezzi di vendita?
“Sebbene l’utilizzo medio di un miniescavatore sia leggermente aumentato, negli ultimi 12 mesi i prezzi mediani di vendita sono cresciuti del 17%, ovvero di oltre 1.500 euro, raggiungendo il valore di 11.875 euro per unità. Un prezzo che
resta conveniente se consideriamo che le macchine nuove vengono commercializzare tra i 20.000 e i 50.000 euro. La pandemia è in gran parte responsabile di questo aumento dei prezzi: a partire dal 2021 si è creato un circolo di alta domanda e scarsa offerta di mezzi usati, a causa delle carenze della catena di approvvigionamento delle materie prime che hanno ritardato i tempi di consegna delle macchine nuove. Senza considerare l’aumento del prezzo dell’acciaio e delle componenti elettroniche”.
Nella vostra ultima “Analisi di Mercato” l’Italia viene menzionata in altre tendenze significative?
“Un anno fa l’Italia era il secondo Paese compratore europeo di escavatori gommati sulle piattaforme Ritchie Bros., ma ora è terza nella lista. Ciò è dovuto a un generale calo di interesse per questi modelli di escavatori, come dimostrato anche dalla riduzione delle richieste di informazioni su Mascus. Il numero di inserzioni è cresciuto invece del 9% rispetto al quarto trimestre del 2021, indicando una maggiore disponibilità di escavatori gommati usati in vendita”.
Quindi le prospettive non sono buone per i venditori di escavatori gommati? “Non necessariamente. Le vendite at-
LE MACCHINE DA 25-30 Q
RAPPRESENTANO QUASI IL 70% DELLE VENDITE IN EUROPA, MA SI STA NOTANDO UN AUMENTO DELLA POPOLARITÀ DEI MODELLI DA 50 Q
traverso i canali Ritchie Bros. sono aumentate nella seconda metà del 2022 e, sebbene siano calate nel quarto trimestre, restano ancora superiori rispetto a quelle del quarto trimestre 2021. Ma c’è stato anche un notevole calo dell’età media di questa tipologia di mezzi, da 14 a 11 anni, che ha portato a un significativo aumento del 16% del prezzo mediano di vendita, pari a 25.000 euro. I modelli Komatsu sono stati i più richiesti, seguiti da JCB e Volvo, e la Polonia è rimasta il principale Paese compratore, con 17 escavatori gommati acquistati sulle nostre piattaforme. Questa tipologia di macchine è stata oggetto di acquisti internazionali, con il 63% dei mezzi che ha ‘lasciato’ il Paese d’origine ed è stato trasportato in altri Paesi europei, mentre il 4% è stato esportato in altri continenti”.
Le vendite italiane riflettono tendenze più ampie anche per altre tipologie di macchinari?
“Un anno fa l’Italia era il quarto Paese europeo nell’acquisto di apripista cingolati, ma ora è uscita dalla Top 5. Secondo le nostre analisi il mercato dei dozer sta
mostrando un andamento simile a quello degli escavatori gommati: le richieste di informazioni tramite Mascus sono diminuite e le vendite tramite Ritchie Bros. sono rallentate, dopo un aumento nel terzo trimestre del 2022. Tuttavia, i dozer hanno registrato un aumento molto importante del prezzo mediano di vendita del 47%, che ha toccato i 54.500 euro. Allo stesso tempo è importante sottolineare che abbiamo notato la stessa diminuzione dell’età media sia negli apripista che negli escavatori gommati, ma un aumento del 18% delle ore di utilizzo dei dozer.
Quali sono i maggiori protagonisti del
mercato dei dozer usati?
“Caterpillar è in testa in tutte le nostre piattaforme, seguita da Komatsu e Liebherr. Ritchie Bros. ha venduto 18 apripista Cat nel quarto trimestre 2022, tra cui tre D6TXL a un prezzo mediano di 87.000 euro e tre D6NLGP a un prezzo mediano di 65.180 euro. Voglio precisare che, quando si parla di valore dell’usato, è sempre importante considerare molteplici fattori: l’anno di costruzione, le ore di lavoro, le condizioni del mezzo, marca e modello, luogo e data di vendita. A volte la stagionalità gioca un ruolo importante anche nella compravendita di mezzi e attrezzature agricole e industriali”. ■
È in cantiere che tutte le fasi precedenti inerenti alla realizzazione di un’opera trovano la loro piena realizzazione. Il che vuol dire, rispetto alla sostenibilità, raggiungere o meno risultati significativi nel rispetto del quadro progettuale e degli obiettivi prefissati
di Cristina Cassinari ha collaborato Gianni Gennari
Sulla scorta delle politiche di transizione ecologica a livello nazionale ed europeo - dai 17 obiettivi dell’O -
NU al Green Deal, fino alla Next Generation Eu e al PNRR - le stazioni appaltanti attribuiscono sempre più importanza alla capacità dei soggetti della filiera (società di progettazione, imprese di costruzioni, aziende produttrici di materiali e di soluzioni tecnologiche, società di servizi) di declinare la sostenibilità nella fase di cantiere, per l’ampiezza e la specificità di tematiche che alla fine possono fare la differenza. Il cantiere sostenibile costituisce quindi un fondamentale banco di pro-
va della nostra capacità di “praticare” concretamente la sostenibilità. E accettarne la sfida diventa altresì una grande opportunità.
Dal punto di vista economico è qui che si può massimizzare l’efficienza e il riutilizzo delle risorse, cercando di rispettare il principio del “ReduceReuse-Recycle”. Ed è qui che, dal punto di vista sociale, si creano le premesse per un rinnovato benessere della popolazione interessata dalle aree di cantiere e, successivamente, dall’opera che verrà realizzata. È nella fase di cantiere che, anche dal punto di vista ambientale, si può ridurre al minimo l’impatto sul territorio, ad esem-
pio puntando al raggiungimento della Carbon Neutrality o alla riduzione della Carbon Footprint, ma anche rispettando tutte le componenti ambientali, come acque profonde e di superficie, aria, suolo e sottosuolo, biodiversità, clima e paesaggio. Tematiche ambientali molto sensibili - quali l’utilizzo di energie rinnovabili, la gestione delle acque, il recupero dei rifiuti, la massimizzazione dell’uso dei sottoprodotti, a cui se ne affiancano molte altre - definiscono l’ampia e articolata galassia delle opportunità di raggiungere risultati decisivi nel processo di costruzione di un’infrastruttura dalle caratteristiche sempre più sostenibili.
Cantiere sostenibile: una definizione
Un cantiere sostenibile può definirsi tale nella misura in cui è in grado di rispondere in maniera adeguata a specifici requisiti di sostenibilità.
Ciò si riflette innanzitutto nello studio della cantierizzazione, così come nella sua operatività e negli impatti che si verificano successivamente alla chiusura del cantiere stesso. Il cantiere deve quindi essere sostenibile: dal punto di vista economico, puntando l’attenzione su un uso sapiente delle risorse, incentivando il più possibile il riutilizzo delle materie prime e incentivando logiche di economia
circolare (legandosi a tematiche quali reduce, “reuse”, “recycle”, “renewable”); dal punto di vista ambientale, mirando a un suo inserimento nel territorio che sia il meno impattante possibile, contenendo le emissioni di CO 2 e degli agenti inquinanti, prevedendo un corretto trattamento e/o smaltimento dei residui di lavorazione; dal punto di vista sociale, mettendo al centro fin da subito la comunità che interagirà con il cantiere e, soprattutto, con l’opera finale che il cantiere stesso è chiamato a realizzare. La trasparenza, anche a livello comunicativo, è un aspetto di fondamentale importanza.
Gli indirizzi nazionali e internazionali
Nell’ambito del programma Next Generation EU il Regolamento UE
2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il dispositivo per la Ripresa e la Resilienza a seguito dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 ha contribuito all’integrazione di misure politiche volte alla sostenibilità ambientale e al conseguimento dell’obiettivo globale di dedicare il 30% della spesa di bilancio dell’Unione Europea a sostegno degli obiettivi climatici. In tal senso, il dispositivo finanzia unicamente le misure che rispettano pienamente le norme e le priorità dell’Unione Europea e
il principio “Do No Significant Harm” (DNSH), che prevede che gli interventi che rientrano nell’ambito del PNRR non arrechino alcun danno significativo all’ambiente, ai sensi del Regolamento UE 2020/852 sopracitato. Nel contesto nazionale, grazie all’utilizzo dei fondi europei di Next Generation EU, l’Italia ha tracciato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) gli obiettivi, le riforme e gli investimenti che intende realizzare per attenuare le conseguenze economiche e sociali della pan-
demia e rendere il Paese più equo, verde e inclusivo. Infatti, in linea con l’Agenda 2030 e gli orientamenti europei, l’Italia ha posto al centro delle politiche di rilancio la transizione ecologica e digitale. Il PNRR rappresenta un’opportunità senza precedenti per determinare una svolta nella costruzione di un modello di sviluppo più resiliente, inclusivo e sostenibile. Le risorse finanziarie rese disponibili, l’obbligo per gli interventi previsti di rispettare il principio Do No Significant Harm (DNSH), pe-
na l’esclusione dall’accesso ai finanziamenti, individuano un’unica chiara via in cui la strategia globale di sviluppo sostenibile prende forma concreta in progetti volti al raggiungimento degli obiettivi di neutralità carbonica, di transizione ecologica e inclusione sociale per realizzare i territori e le comunità del futuro, più coesi, verdi, attrattivi, moderni e digitali. In questo contesto un contributo prezioso è fornito dall’utilizzo di Metodologie e Protocolli di Sostenibilità. Strumenti quali il Protocollo Envision, gli standard internazionali in tema di Carbon Footprint e Life Cycle Assessment o le norme ISO sui Sistemi di Gestione introducono nuovi criteri e approcci per valutare la sostenibilità delle opere e possono accompagnare la transizione in atto offrendo elementi utili per progettare e realizzare infrastrutture sostenibili, dando anche maggiore concretezza ai principi relativi all’impatto ambientale presenti nel DNSH, che possono trovare applicazione concreta in cantiere.
Con il Superbonus gli edifici hanno registrato una riduzione del 50% delle emissioni di CO2 e un risparmio in bolletta tra il 30,9% (salto di due classi) e il 46,4% (salto di tre classi). Il settore si troverà nei prossimi anni a far fronte alla direttiva UE sulle case “green” (che prevede che entro il 2033 gli edifici raggiungano la classe minima D), agli impegni sulla neutralità carbonica (emissioni zero al 2050). In uno scenario in cui si stima che in Italia il settore delle costruzioni consumi oltre il 30% dell’energia primaria (generata per il 93% da fonti non rinnovabili) e sia responsabile di circa un terzo delle emissioni di gas serra risulta particolarmente rilevante anche una valutazione dell’impatto positivo a livello ambientale di questa misura.
Lo studio “110% Monitor”, divulgato periodicamente da Nomisma, segnala che nella rilevazione resa disponibile a gennaio dall’Enea relativamente alle
Detrazioni Fiscali il totale complessivo dei lavori avviati per l’efficientamento energetico nel nostro Paese risultava pari a 65,3 miliardi di euro, con un investimento medio di 175.234 euro.
Il 47% del totale, pari a complessivi 30,5 miliardi di euro (e un investimento medio pari a 594.892 euro), ha riguardato interventi pianificati nei condomi-
ni, contro 24,5 miliardi degli edifici unifamiliari (113.846 euro di media) e 10,3 miliardi relativi a edifici funzionalmente indipendenti (96.878 euro di media).
Complessivamente, le asseverazioni depositate nel 2022 sono state 372.297 a fronte di un valore degli interventi completati pari a 49,7 miliardi di euro. Ciò avrebbe provocato una riduzione
totale delle emissioni di CO 2 in atmosfera, responsabile mediamente del 40% del totale con punte fino al 70% nelle grandi città, stimata in 1,42 milioni di tonnellate. Al riguardo, l’investimento per la transizione ecologica attraverso il Superbonus è di 59 euro per tonnellata di CO 2, contro 52 euro per Trasporti e 95 per Industria. Questo peraltro si riflette sul bilancio delle famiglie, con risparmi pari a circa 29 miliardi di euro (dati stimati da Nomisma sui cantieri già conclusi). Nello specifico, per chi ha beneficiato della misura il risparmio medio in bolletta, considerando anche il periodo straordinario di aumento dei costi dell’energia, è infatti risultato pari a 964 euro all’anno. Lo studio evidenzia anche una riduzione del 15,5% per un solo salto di classe energetica, 30,9% per un salto di due classi energetiche e del 46,4% per un salto di tre classi.
L’AIS (Associazione Infrastrutture Sostenibili) ha messo a punto una proposta metodologica per rispondere all’assenza di metriche comuni per declinare la sostenibilità nell’ambito del cantiere. Come? Mettendo al centro e portando a fattor comune le migliori esperienze in ambito di sostenibilità di cantiere, praticate, conosciute e valutate da un gran numero di aziende diverse. Un patrimonio dal quale si è partiti per declinare una proposta organica, allo stesso tempo olistica e di dettaglio, che si è concretizzata in uno strumento di valutazione innovativo che attraversa 11 ambiti problematici e che coinvolge tutte le tipologie di attori, legando aspetti tecnici e sociali, senza trascurare l’importanza della capacità di governare processi, scelte e comportamenti. L’ideazione di un nuovo modello di cantiere sostenibile nasce infatti dalla volontà di coniugare e identificare una serie di buone pratiche che, analizzando le principali componenti presenti in un
cantiere, possono permettere di implementare la sostenibilità anche in fase di costruzione. Il punto di partenza è stata l’individuazione di 12 ambiti problematici rispettivamente relativi a: suolo e terre (impatto e recupero rocce di scavo); gestione acque in cantiere; gestione dei rifiuti (“waste”); energia; aria e clima; agenti fisici (rumori, vibrazioni, inquinamento); elementi biotici (flora e fauna/paesaggio); ciclo di vita (LCA); mobilità; ambiente sociale; sicurezza; digitalizzazione. Dall’analisi sono emersi e sono stati condivisi i seguenti quattro obiettivi: contenimento delle emissioni (inteso come CO 2 e/o altre emissioni inquinanti); tutela/salvaguardia degli elementi naturali e storici (intesi tutti gli elementi ambientali e naturali del paesaggio, non solo di pregio, ma anche quelli storico-culturali); riuso e riciclo (relativamente ai materiali, alle terre e rocce, ai rifiuti, all’acqua e all’energia); impatto sulla comunità/ambiente sociale/ambiente esterno (comprensivo del coinvolgimento degli stakeholder).
LORENZO ORSENIGO
PRESIDENTE DI AIS (ASSOCIAZIONE INFRASTRUTTURE SOSTENIBILI)
“Infrastrutture e sostenibilità sono tra i temi di maggiore rilevanza per questa nuova stagione di investimenti in un ambito strategico per la competitività del sistema Italia. Non solo il PNRR e i fondi strutturali europei, ma anche il mondo della finanza guarda con grandissimo interesse alle nostre potenzialità di sviluppo, stante i ritardi accumulati rispetto agli altri grandi stati europei. Ovviamente i criteri con cui vengono decisi i finanziamen-
La digitalizzazione può aiutare a perseguire obiettivi di sostenibilità concreti e misurabili. Il BIM (Building Information Modeling), in primis, rappresenta certamente un elemento chiave per studiare la fattibilità di un’opera e curarne la progettazione. L’integrazione tra processi BIM e tecnologie GIS (Geographic Information System) consente di analizzare anche il contesto territoriale e le sue trasformazioni in atto. Il BIM può inoltre supportare in maniera efficiente le fasi costruttive, così come le attività legate alla gestione, manutenzione e successiva dismissione di un’infrastruttura. Nell’intero ciclo vita dell’opera, dunque, è fondamentale considerare e gestire i vari livelli delle cosiddette dimensioni del BIM, che dal 3D evolvono in 4D (gestione tempi), 5D (gestione costi), 6D (Facility Management) e 7D (sostenibilità).
L’avvento di soluzioni affini all’Internet of Things (IoT), la fibra ottica e il 5G so-
ti non possono che essere improntati su una verifica dei livelli di sostenibilità fin dalla fase progettuale. Il riferimento oggi imprescindibile è agli ESG. Diventa, allora, essenziale dotarsi di strumenti in grado di misurare questa sostenibilità nelle sue tre declinazioni: ambientale, sociale ed economica. Per questo motivo, come AIS, promuoviamo il ricorso a protocolli di sostenibilità e a schemi trasparenti e indipendenti di valutazione, contribuendo anche con proposte originali attraverso documenti di orientamento metodologico, destinati alle stazioni appaltanti, alle società di progettazione e alle imprese e società di servizi. Soluzioni e strumenti come quello sul cantiere sostenibile già oggetto di prime sperimentazioni. Dal Governo ci aspettiamo un’accelerazione dei processi basata su un ampio ricorso a criteri di premialità nelle gare di appalto e nella selezione degli operatori”.
no ormai realtà che garantiscono applicazioni inimmaginabili solo fino a qualche anno fa. Ciò permette la trasmissione di moltissime informazioni raccolte “on site” per una loro lettura in tempo reale, rielaborazione e integrazione anche attraverso algoritmi di Artificial Intelligence (AI) e Machine Learning
(ML) che agevolano la gestione e il monitoraggio delle infrastrutture interessate. L’apporto della “blockchain” può essere un ulteriore elemento di supporto, fondamentale per assicurare transazioni e archiviazioni di dati in maniera fluida e soprattutto sicura. Le metodologie digitali permettono inoltre di agevolare la gestione del cantiere attraverso soluzioni innovative per la tracciabilità e il controllo dei materiali da costruzione e delle forniture e per la tracciabilità dei processi di produzione e montaggio, anche ai fine del controllo dei costi del ciclo di vita dell’opera. Questo può riguardare il ricorso a tecnologie come i tag RFID (Radio-Frequency IDentification) per il tracciamento dei materiali, ma anche del personale e dei mezzi in cantiere. Un generale approccio supportato da metodologie digitali può agevolare lo screening e il controllo delle informazioni, in diverse fasi e a vari scopi.
Uno dei possibili approcci di digitalizzazione riguarda, come noto, la virtualizzazione delle opere da realizzare. Quest’attività consente di abilitare simulazioni utili a rappresentare in una fase progettuale possibili scenari, impatti dell’opera da realizzare, situazioni realistiche che si verificheranno in cantiere ed evidenziazione di criticità. Questo tema può pertanto rientrare in applicazioni dedicate e mirate sul progetto, inserendosi in percorsi di training e addestramento del personale che sarà coinvolto nella realizzazione dell’opera. In tal modo gli addetti ai lavori so-
no in grado di visualizzare in anticipo le situazioni che si andranno a generare una volta che il sito di costruzione sarà avviato. La possibilità di studiare le problematiche di progetto in questo modo consente sia di evidenziare facilmente elementi critici, anche dall’ufficio, prima ancora di raggiungere il cantiere. Riguardo alla massimizzazione del riutilizzo delle risorse - in particolare le terre, ad esempio - esistono soluzioni software in grado di simulare differenti scenari e restituire determinate alternative di tracciato a seguito dell’applicazione di determinati algoritmi di ottimizzazione. Questo processo consente di anticipare valutazioni riguardo un efficiente ed efficace movimento terre, da attuare e monitorare successivamente in cantiere. Inoltre, queste simulazioni possono tenere conto anche dei flussi di traffico (veicolare, per il trasporto del materiale) utili a supportare il progettista nell’individuazione dell’alternativa considerata migliore nella fase di cantiere. Quest’impostazione consente, tra le altre cose, di avere una previsione riguardo alle varie voci di costo, così come agli impatti legati all’inquinamento acustico e agli agenti fisici quali la CO2, derivante sia dalle lavorazioni legate alla realizzazione dell’opera infrastrutturale, così come a quanto associato ai flussi di traffico veicolare stimati per le differenti alternative progettuali. I dati elaborati dagli algoritmi e i processi di calcolo possono anche legarsi a specifici database condivisi a livello nazionale.
Le analisi sul ciclo di vita di un’opera, siano esse Life Cycle Analysis (LCA) o Life Cycle Costing (LCC), richiedono un volume considerevole di dati, la cui accuratezza è fondamentale per garantire la qualità degli studi nel loro complesso.
La prospettiva di condurre analisi di sostenibilità sull’intero ciclo di vita di opere relative al mondo delle costruzioni richiede disponibilità significative di dati ed informazioni da gestire (materiali, produzione, processi, eccetera).
Le potenzialità del processo di digitalizzazione, che permette di archiviare e
gestire le informazioni di ogni singolo componente dell’opera, offrono l’opportunità di supportare il processo decisionale della progettazione, perseguendo un approccio “lifecycle” che integri nei modelli informativi informazioni relative agli impatti ambientali dei singoli
componenti.
Dal punto di vista della sostenibilità ambientale e delle analisi LCA, i dati variano notevolmente in base agli standard dei vari paesi e in funzione della loro origine. Questi dati si suddividono in: dati diretti (primari o specifici), ricava-
La nuova proposta di direttiva UE sulle “case green”, che ambisce a rendere il patrimonio immobiliare europeo totalmente a emissioni zero entro il 2050, prevede una ‘timeline’ serrata da qui al 2033, con un notevole impatto sul settore delle costruzioni. Secondo i dati Ance, raggiungere il primo step della direttiva Ue significherebbe intervenire su 1,8 milioni gli edifici che in 10 anni dovranno migliorare la prestazione energetica, per un totale di circa 180.000 interventi l’anno, con un investimento di circa 59 miliardi di euro tra la riqualificazione degli immobili residenziali e strumentali. Un impegno importante per una filiera che ha tanta voglia di innovazione e che, come registra Federcostruzioni, nel 2022 ha visto crescere del +12,8% il valore degli investimenti secondo i dati Istat e del 5,3% del valore della Produzione (dati Ance).
Il nostro patrimonio immobiliare, infatti, è particolarmente energivoro. Lo testimoniano i dati ENEA, da cui emerge che il 60% degli edifici italiani è ricompreso nelle due classi peggio-
ri (F e G). Al di là delle diverse metodologie di classificazione, parliamo di un dato molto più alto rispetto a Francia (17%) e Germania (6%). Secondo l’analisi di Ance, portare a termine l’ambizioso piano UE richiederà un ritmo degli interventi così elevato che potrà essere concretizzato solo grazie all’ausilio di incentivi. Come emerso durante la conferenza stampa di presentazione di SAIE 2023 occorre quindi un piano di azione fatto da investimenti pubblici e finanziamenti accessibili alle famiglie, da attuare quanto prima per abilitare la filiera della Costruzioni a rendere gradualmente più efficiente tutto il parco immobiliare, responsabile del 40% delle emissioni di CO2 Oltre a ciò è necessario abilitare la spinta innovativa del settore: “Il principio contenuto nella direttiva Case Green è certamente condivisibile. La sostenibilità è di centrale importanza. Come Assimpredil Ance è ormai da tempo che siamo impegnati per portarla avanti con i nostri associati” , ha dichiarato Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance. “La sfida che arriva dall’Europa, soprattutto considerando le peculiarità del patrimonio immobiliare italiano, è importante e un grande Piano europeo per la neutralità e l’indipendenza energetica, deve essere necessariamente sostenuto da politiche di investimento comunitarie in grado di garantire risorse per gli investimenti richiesti, sotto forma di trasferimenti e prestiti per le famiglie sottoposte agli obblighi di riqualificazione”.
ti direttamente attraverso l’analisi degli elaborati progettuali, reperiti di persona o in sito; dati indiretti (secondari o generici), provenienti da letteratura o studi equivalenti sotto forma di database.
La rivoluzione “green” è iniziata anche nel settore delle macchine per le costruzioni. Sul mercato sono molte le case che offrono una gamma di mezzi elettrici o ibridi: dai miniescavatori ai camion con gru, fino alle betoniere. La svolta sostenibile è dietro l’angolo ed è l’obiettivo a cui tendere. Le tecnologie a basso impatto sono realtà: ma se sono sostenibili a livello ambientale, lo sono pure dal punto di vista economico? A oggi, un cantiere a zero emissioni costa ancora circa il 30% in più di uno “tradizionale”, anche se poi il risparmio si ammortizza nel lungo periodo grazie a costi di alimentazione e manutenzione ridotti. Al momento, quindi, la strada per rendere le nuove tecnologie rispettose dell’ambiente anche più competitive pare legata all’attivazione di politiche di incentivi, per stimolare la domanda e attivare economie di scala verso
la transizione completa del parco mezzi. Se n’è parlato in occasione del SaMoTer, il salone internazionale delle macchine per costruzione, andato in scena a Verona, in occasione del convegno “Lavorare a zero emissioni? Ecco come, nel nostro cantiere urbano virtuale”. Tante sono state le testimonianze dal mercato.
“Per prima cosa abbiamo analizzato la fattibilità tecnica in termini di disponibilità di mezzi a impatto zero e abbiamo constatato che camion, betoniere, miniescavatori, furgoni e ‘power bank’ mobili sono oggi presenti sul mercato”, ha spiegato Claudio Bettini di Site. “In seguito, ci siamo concentrati sulla convenienza economica e abbiamo rilevato che a oggi, conti alla mano, il gap tra cantiere tradizionale e cantiere a zero emissioni è del 30% a svantaggio di quest’ultimo. A pesare sono i maggiori costi delle macchine, mentre in termini di costi di alimentazione e costi di manutenzione il cantiere
La richiesta di trasporto elettrico nel settore delle costruzioni è in aumento: le zone a zero emissioni nelle città e la necessità per le imprese di costruzione di soddisfare gli obiettivi climatici sono le due forze trainanti. Volvo Trucks ha pertanto sviluppato i veicoli elettrici FM e FMX con applicazioni integrate che consentono ai clienti del settore delle costruzioni di passare a un trasporto più sostenibile, con livelli di rumore più bassi e meno emissioni inquinanti di gas di scarico nei cantieri urbani e nei dintorni. Veicoli per applicazioni di cantiere, trattori e motrici per accogliere diversi tipi di allestimento come cassoni ribaltabili, betoniere e gru, sono ora disponibili in versione elettrica. I nuovi veicoli elettrici sono flessibili grazie a una varietà di opzioni di cabine, configurazione di pacchi batterie, ampia disponibilità di configurazione d’assali e di passi, permettendo quindi di
personalizzare il mezzo e gestire una vasta gamma di operazioni di costruzione. I clienti possono scegliere pacchi batteria da sei unità fino a due per soddisfare le loro esigenze specifiche per gamma e carico utile. I nuovi carri hanno una capacità della batteria
compresa tra 540-180 kWh. “La nostra gamma elettrica è oggi completa anche nel segmento dei pesanti”, ha precisato Arthur Fricks Gomes di Volvo Trucks. “Il nostro obiettivo, a tendere, è arrivare ad avere solo veicoli a zero emissioni”.
a zero emissioni di carbonio dell’azienda per le macchine edili e agricole – ha fatto il suo debutto alla fiera Conexpo 2023 di Las Vegas nell’ambito dell’International Fluid Power Exposition (IFPE).
Se ancora alcune misure e potenze non si possono elettrificare, le emissioni si possono ridurre. Con l’idrogeno, ad esempio, come propone JCB. Al momento la tecnologia esiste, i mezzi funzionano, bisogna lavorare però per ottimizzare la produzione dell’idrogeno verde e il sistema di distribuzione. Il motore a combustione a idrogeno di JCB - la soluzione
sostenibile è più vantaggioso”.
“Per poter portare avanti il cantiere a zero emissioni serve la collaborazione di tutta la filiera”, ha spiegato Karim Moussa di Tesmec, che nel cantiere virtuale ha messo a disposizione un georadar per controllare i sottoservizi e un escavatore gommato elettrico. “Una politica incentivante è fondamentale per stimolare la domanda di mercato e attivare, a cascata, economie di scala”. “Occorre attivare leve che permettano ai costruttori di produrre di più”, ha concordato Emanuele Viel di Komatsu, che a breve lancerà il suo primo escavatore 100% elettrico. “Oltre agli incentivi, gare d’appalto premianti per i cantieri a zero emissioni certamente stimolerebbero la richiesta di macchine elettriche”.
“Presto nuove tecnologie permetteranno di aumentare la densità del pacco batterie con evidenti ricadute positive in termini economici”, ha concluso Francesco Mastrandrea di E-Gap Engineering, fornitore di sistemi di ricarica mobili. “I veicoli a zero emissioni ci sono, il settore delle costruzioni è a un punto di svolta, in futuro il problema della disponibilità di potenza sarà reale anche nei cantieri”. ■
Il presidente di JCB, Lord Bamford, che sta guidando personalmente il progetto per sviluppare la tecnologia a idrogeno di JCB, ha affermato: “Il team di ingegneri JCB ha fatto passi da gigante in un breve lasso di tempo per sviluppare un motore a combustione interna a idrogeno che alimenta già i prototipi di una terna e di un sollevatore telescopico. Come prima azienda di macchine movimento terra a sviluppare un motore a combustione alimentato a idrogeno completamente funzionante sono lieto di affermare che ora siamo in grado di presentare questa tecnologia sulla scena internazionale”. All’avanguardia nel settore ambientale,
sociale e di governance (ESG) per il settore delle macchine per l’edilizia, JCB è stata responsabile di una serie di innovazioni per il settore nell’ambito della sua strategia “Road to Zero”. L’azienda britannica ha sviluppato il primo miniescavatore elettrico a batteria al mondo ed è stata all’avanguardia nello sviluppo della tecnologia elettrica per soddisfare le richieste dei clienti di prodotti a zero emissioni di carbonio con la sua gamma E-TECH. Oggi JCB dispone di un’ampia gamma elettrica disponibile nel settore delle costruzioni. L’impegno del costruttore per la riduzione delle emissioni risale a quasi 25 anni fa e i suoi ultimi motori diesel hanno già raggiunto una riduzione del 97% delle emissioni di NOx dal 1999 e del 98% del particolato. Oggi le macchine diesel di JCB emettono il 50% in meno di CO2 rispetto a quelle prodotte nel 2010.
Il settore Construction è uno dei comparti che più sposa la conversione elettrica e che sta puntando sull’elettrificazione dei mezzi compatti. In occasione del SaMoTer 2023, Marco Righi, CEO and Founder di Flash Battery, ha sottolineato le esigenze di elettrificazione nel comparto e le peculiarità che deve possedere una batteria al litio progettata per questo settore, “il quale per natura
tende a essere energivoro e necessita di grande autonomia e potenza, senza sottovalutare l’aspetto legato alla sicurezza. Scegliere la giusta batteria al litio progettata a misura delle esigenze del proprio mezzo è fondamentale per abbracciare a 360° un approccio sostenibile, che comporta un efficientamento significativo e un miglioramento complessivo delle performance dei mezzi, senza tralasciare una riduzione di costi ambientali ed economici. L’elettrificazione nel settore Construction è un trend in forte crescita. Siamo consapevoli che in questo momento non può ancora coinvolgere tutta la gamma delle macchine movimento terra, a causa dell’alta densità energetica richiesta e del loro elevato consumo, ma l’evoluzione tecnologica delle chimiche al litio è molto veloce e ci fa ben sperare nel futuro. È un percorso di crescita graduale, ma con grandi potenzialità”.
Un’importante flotta di macchine movimento terra Doosan è all’opera da circa un anno nel quartiere di Rubattino, nella periferia est di Milano, per il recupero dell’area da tempo dismessa dell’ex fabbrica
Innocenti-Maserati
Il Quartiere Rubattino, nell’estrema periferia est di Milano, è la porzione meridionale di Lambrate. Qui si trova l’omonima via dedicata all’imprenditore e armatore italiano Raffaele Rubattino e qui si trovavano le ex industrie dell’In-
nocenti-Maserati. Negli anni del boom economico, sotto quei capannoni, venivano assemblate ogni giorno centinaia di scooter Lambretta. Il sipario su quelle fabbriche alle porte del capoluogo lombardo che ha contribuito al benessere del Paese è calato nel 1993, con gli ul-
timi assemblaggi di alcuni esemplari di Fiat Panda. I cancelli che si intravedono nei film “Romanzo popolare” di Mario Monicelli erano ancora lì, da dove entravano e uscivano gli operai del glorioso stabilimento. Poi è andato tutto gradualmente in rovina, preda di insedia-
LA RIGENERAZIONE DELL’AREA EX INNOCENTI-MASERATI PREVEDE ANCHE L’AMPLIAMENTO DI CIRCA 70.000 M2 DEL PARCO DELLA LAMBRETTA CHE, INSIEME AGLI SPAZI DESTINATI A LABORATORI E DEPOSITI DEL TEATRO ALLA SCALA, È STATO OGGETTO DI UN CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE BANDITO DAL COMUNE DI MILANO E DENOMINATO LA “MAGNIFICA FABBRICA”
menti abusivi, di brutture urbane fino a diventare, per chi ci abita, un luogo spettrale. Ora gli spazi in cui sorgevano i capannoni abbandonati e fatiscenti diventerà la nuova sede dei laboratori e dei depositi del Teatro alla Scala. Un progetto, questo, denominato “Magnifica
fabbrica” e che porta le firme del gruppo italo-spagnolo con a capo il progettista Massimo Giuliani e formato da Pablo Luis Oriol Salgado, Juan Jose Tur Mc Glone, Davide Canepa, Maddalena Gioia Gibelli, Beatrice Meroni, Paolo Galbiati e Luca Giuseppe Francesco
Stefanutti. Un team di architetti che ha vinto il concorso internazionale bandito dal comune di Milano. Il primo atto dei lavori, i cui costi complessivi sono stimati in circa 120 milioni di euro, riguarderà l’ampliamento del Parco e dovrebbero iniziare nel 2024.
L’AREA EX INNOCENTI A MILANO RINASCERÀ CON LA “MAGNIFICA FABBRICA” DEL TEATRO ALLA SCALA, CHE QUI TRASFERIRÀ I LABORATORI OGGI OSPITATI NELL’EDIFICIO DELL’EX ANSALDO A TORTONA. IL PROGETTO RIQUALIFICHERÀ UN’AREA ABBANDONATA DA ANNI E APPORTERÀ MOLTEPLICI BENEFICI ALL’AMBIENTE
La fusione delle società Unica e Noldem in Unica S.p.A ha avuto lo scopo di unificare le forze e offrire ai suoi clienti un servizio ancora più completo e integrato. “Le professionalità delle due aziende - ha spiegato Paolo Andreini, presidente di Unica S.p.A. - si sono sempre integrate alla perfezione e la fusione è stata la scelta di sviluppo naturale per garantire un’offerta completa che ci rende appunto ‘unici’ e sempre più all’altezza delle esigenze del mercato”. Con l’integrazione delle relative competenze l’azienda opera oggi attraverso quattro divisioni industriali - Bonifiche, Demolizioni, Costruzioni e Progetti/investimenti - offrendo ai clienti finali un unico interlocutore per tutti i servizi necessari. Il tutto con l’obiettivo volto alla realizzazione effettiva dell’economia circolare, che si completerà con la futura creazione o acquisizione di propri impianti di recupero di rifiuti. “ Arriviamo a que -
sto traguardo posizionandoci tra le prime cinque aziende nazionali - aggiunge Andreini - e contando su un fatturato aggregato complessivo 2022 di oltre 25 milioni di euro, e un EBITDA (Margine Operativo Lordo) più che raddoppiato rispetto all’anno precedente e un portafoglio ordini molto lusinghiero”
La “Magnifica fabbrica” consisterà in un volume di legno e acciaio alto 25,2 m per 66.778 m2 di superficie, caratterizzato da quattro campate di 28,8 m di lunghezza dove saranno riuniti tutti i laboratori della Scala (che avranno a disposizione oltre 34.000 m2), le sale prove, le sartorie e i depositi (previsti oltre 2.500 posti container accatastati su quattro livelli con tre vie di carico/scarico e altrettante linee carroponte), oltre a sale polifunzionali e di ristoro. L’involucro utilizza policarbonato solido riciclato e la copertura avrà un impianto fotovoltaico di 3.600 kW, rendendolo a emissioni zero. Sarà peraltro presente un sistema di geotermia a ciclo aperto per contribuire alla depurazione delle acque di falda. In testa al corpo centrale si troverà lo “Spazio dei sogni”, più di 4.000 m2 che garantiranno la massima flessibilità per un utilizzo quotidiano, così come per ospitare mostre, laboratori, corsi e grandi eventi. All’interno, a 8 m di altezza, si svilupperà un percorso pubblico sopraelevato per i visitatori, opportunità per tutti di scoprire le attività della fabbrica da dietro le quinte, senza interromperle o interferirle in al-
A livello occupazionale Unica S.p.A. conta attualmente su un organico stabile di oltre 100 dipendenti a cui si aggiungono altre 70 unità lavorative con rapporti di lavoro variabili e un indotto ulteriormente significativo. “ Sul campo, Unica S.p.A. esegue un’accurata cernita dei materiali presenti all’interno dei fabbricati, al fine di avviare ciascuna tipologia a un corretto riutilizzo ”, conclude il presidente dell’azienda torinese. “ Tutte le attività vengono eseguite da personale altamente specializzato e particolare attenzione viene prestata ai presidi di sicurezza e alla gestione dei materiali, minimizzando l’impatto con l’ambiente circostante e diminuendo al minimo il rischio di infortunio. Tutti i materiali prodotti da questa attività vengono selezionati e cerniti accuratamente, al fine di accrescere la percentuale di recupero e riutilizzo ”.
cun modo. Una struttura sopraelevata in legno, chiamata “Piazza flottante”, caratterizzerà anche il vicino palazzo di cristallo, che potrà ospitare eventi e celebrazioni legati alla programmazione culturale del Comune, oltre che di enti e associazioni, e che permetterà di scoprire dall’alto il giardino d’inverno in cui il palazzo sarà trasformato. Le sue due testate, dichiarate di interesse culturale quale testimonianza di archeologia industriale, così come l’intera struttura, saranno recuperate e una rete di percorsi alberati le collegherà alla Fabbrica. Nell’area circostante si svilupperà il parco della Lambretta, che raddoppierà la sua estensione arrivando a quasi 100.000 m2, beneficiando delle risorse previste dal PNRR (38 milioni): un paesaggio di prati verdi con percorsi anche sopraelevati che costeggeranno gli argini dei canali, frutteti, filari sui viali e macchie arboree e con i Giardini dell’acqua, prati di fitodepurazione naturale che potranno offrire anche esperienze didattiche.
IL PARCO MEZZI A MARCHIO DOOSAN DI UNICA S.P.A. È COSTITUITO DA OLTRE 30 UNITÀ, TUTTI DI PROPRIETÀ, TRA CUI SVARIATI ESCAVATORI CINGOLATI
Per eseguire gli interventi propedeutici alla realizzazione del progetto citato è stata messa in campo una sostanziosa flotta di macchine movimento terra a marchio Doosan (oggi Develon). È già da oltre un anno che questi mezzi sono impegnati nel recupero dell’area dismessa dell’ex fabbrica Innocenti: si tratta di un cantiere di 400.000 m2, attualmente uno dei
più importanti in Milano, all’interno del quale i mezzi Doosan si stanno occupando, in particolare, della demolizione dei piazzali, delle bonifiche puntuali (“hot-spots”), della vagliatura e del recupero dei vari materiali. In occasione della nostra visita erano all’opera cinque escavatori - tra i modelli DX350LC, DX340LC, DX300LC e DX245NHD - muniti di pinze, martelli demolitori idraulici e frantuma -
tori, impegnati nella demolizione delle pavimentazioni e alla frantumazione del cemento armato e nella relativa separazione dal ferro. Le macerie erano invece movimentate da due pale gommate Doosan DL380 e da un dumper articolato Doosan DA30, impegnati nel trasporto del materiale all’impianto di
Il materiale in eccesso sarà invece destinato a impianti esterni autorizzati. Tutte le attività del cantiere sono gestite dalla società torinese Unica S.p.A., nata recentemente dalla fusione di due realtà - Unica e Noldem - specializzate nel settore delle bonifiche, del recupero e dello sviluppo del territorio urbano e delle aree industriali dismesse (entrambe le aziende erano state acquisite da Iris Holding, rispettivamente nel 2019 e nel 2020). Un operatore industriale, questo, che oggi si colloca tra le prime cinque aziende in Italia in questo settore. Nei programmi l’acquisizione di un ex sito industriale che vagliatura sito all’interno del cantiere. Una volta ultimata la demolizione, prevista per il prossimo mese di luglio, una parte dei 70.000 m3 di materiale vagliato sarà utilizzato come materia prima per realizzare i basamenti sui quali sarà edificato l’imponente capannone logistico che occuperà gran parte dell’area.
UN’IMPORTANTE FLOTTA DI MEZZI DOOSAN È ALL’OPERA DA OLTRE UN ANNO PER IL RECUPERO DELL’AREA DISMESSA DELL’EX FABBRICA
INNOCENTI-MASERATI, A MILANO
verrà utilizzato come impianto di recupero di rifiuti. Con l’integrazione delle competenze, in particolare, Unica S.p.A. è in grado di operare tramite quattro divisioni industriali - Bonifiche, Demolizioni, Costruzioni e Progetti/investimenti - disponendo al proprio interno di tutto il personale necessario e di un ampio parco mezzi, tutti di proprietà. Unica S.p.A. conta attualmente un organico stabile di oltre 100 dipendenti. Nel 2022 sono state portate a termine oltre 100 commesse e sono state smaltite - o avviate a recupero - più di 110.000 t di rifiuti, con un impegno costante dell’azienda per la sostenibilità ambientale. Unica S.p.A. gestisce cantieri imponenti nel territorio milanese, ma non solo: ultimamente è attiva in un’importante opera a Cortina per la demolizione della vecchia pista di bob su ghiaccio finalizzata alla realizzazione della nuova pista olimpionica.
La voce dei protagonisti Interpellato in cantiere sul rapporto in atto tra l’azienda e il costruttore coreano, Paolo Andreini, presidente di Unica S.p.A., ha affermato: “Da tre anni abbiamo sposato il marchio Doosan, di cui siamo pienamente soddisfatti sia in termini economici che, soprattutto, di rispondenza alle nostre esigenze. Questo grazie all’indiscussa qualità delle macchine. Il nostro parco mezzi Doosan
è costituito da oltre 30 unità, tutte di proprietà, tra escavatori di ogni dimensione, pale gommate e dumper. Siamo un’azienda ben patrimonializzata e in grado di sostenere direttamente gli investimenti per far fronte alle importanti commesse che continuiamo ad acquisire. Questa politica ci sta dando risultati importanti e ciò è possibile anche grazie a partner di eccellenza quali Doosan e il concessionario DMO, nella figura di Gianmaria Lupis, su cui so di poter contare per ogni necessità”.
E proprio Gianmaria Lupis - responsabile commerciale di DMO (Russi –RA), realtà storica del mercato italiano attiva nella vendita, nel noleggio e
La Lambretta è uno scooter italiano prodotto dall’industria meccanica Innocenti di Milano, nel quartiere Lambrate, dal 1947 al 1972. Il nome deriva dal fiume Lambro, che scorre nella zona in cui sorgevano gli stabilimenti di produzione. Presidente e fondatore dell’azienda è Ferdinando Innocenti che, nel 1958, viene affiancato dal figlio Luigi, il quale farà prevalere la sua linea di sviluppo dell’azienda che prevedeva di intraprendere la strada della produzione di automobili. Mentre continua la produzione della Lambretta, attraverso un accordo con gli inglesi della BMC, la Innocenti inizia la produzione automobilistica prima con la Austin A40 e in seguito con diversi altri modelli: lo spider Innocenti 950 e poi un altro simbolo di quest’azienda, la Mini. Nel 1966 muore Ferdinando e a succedergli è il figlio Luigi, che cede l’azienda nel 1969. Dopo alterne vicende la Innocenti viene rilavata dalla BLMC (ex BMC) e assume il nome di “Innocenti Leyland”. Nonostante il successo delle Mini 90 e Mini 120, la crisi degli anni Settanta non risparmia l’azienda, che negli ultimi anni Settata vive una temporanea ripresa (nei primi anni Ottanta a Lambrate si produce la Maserati Biturbo). Tra la fine del 1989 e i primi del 1990 viene costituita la “Maserati S.p.A.”, che assume il controllo degli stabilimenti. Nel periodo dal 1989 al 1993 si assiste a una progressiva riduzione del personale fino ad arrivare alla chiusura della fabbrica.
nell’assistenza di macchine e attrezzature movimento terra e stradali e concessionario dei marchi Doosan, Bobcat e Dynapac - conferma quanto espresso da Paolo Andreini: “Il rapporto commerciale di piena fiducia tra Unica S.p.A. e DMO sta continuando a concre-
UNITAMENTE ALLE MACCHINE OPERATRICI IMPIEGATE IN CANTIERE, UNICA S.P.A. HA UTILIZZATO DIVERSE ATTREZZATURE PER ESEGUIRE LA DEMOLIZIONE DEI PIAZZALI, LA
VAGLIATURA E IL RECUPERO DEI VARI MATERIALI. TRA QUESTE, SPICCA
IL FRANTUMATOLE GIREVOLE CON BOOSTER FP25+ DI VTN EUROPE
(BEN VISIBILE IN QUESTA FOTO E IN QUELLA DI APERTURA DELL’ARTICOLO), PROGETTATO PER AFFRONTARE SIA LA DEMOLIZIONE PRIMARIA CHE QUELLA SECONDARIA E CARATTERIZZATO DA UN’ELEVATA COPPIA DI ROTAZIONE E DA UNA GRANDE FORZA DI SERRAGLIO, CHE PERMETTE DI LAVORARE SIA IN ALTEZZA A QUOTE MEDIE CHE A TERRA
tizzarsi in importanti forniture. In soli tre anni DMO ha fornito una flotta di macchine completa, dall’escavatore cingolato DX85 da 8 t al DX140, a diversi modelli DX245 e al DX256 Demolition, oltre a parecchi escavatori cingolati DX300, DX340, DX350 e DX380, a pale gommate DL300 e DL350 e due dumper articolati DA30. Anche i numerosi accessori utilizzati sono rigorosamente a marchio Doosan. L’ottimo rapporto con il presidente Paolo Andreini è dovuto anche al fatto che egli sa di poter contare sui servizi complementari che DMO garantisce, quali il noleggio veloce per le emergenze e il servizio continuo di assistenza specializzata fornito direttamente in cantiere, fondamentale considerando il numero di mezzi Doosan costantemente all’opera”. ■
composto da un’unità di controllo, da una o più antenne montate sul mezzo, da una Vibratag Driver portata dal conducente e di altre Vibratag per i pedoni. Quando una persona, dotata di tag, entra nella zona di rilevamento dell’antenna, un allarme visivo e sonoro avvisa l’operatore. L’area di rilevamento dell’antenna è programmabile, con un raggio variabile da 3 a 10 m, anche attraverso muri e ostacoli. Le tag di ZoneSafe, oltre a incrementare il livello di sicurezza,
In occasione dello scorso SaMoTer, Brigade Elettronica ha presentato la sua nuova gamma di Sistemi Intelligenti, in particolare le telecamere AI, una nuova generazione di rilevamento attivo degli angoli ciechi. Utilizzando l’intelligenza artificiale, le telecamere rilevano e riconoscono la forma umana all’interno dell’area di rilevamento predefinita e segnalano in modo affidabile, avvertendo visivamente e acusticamente il conducente prima che si verifichi una possibile collisione. L’elaborazione delle immagini, ad alta definizione, è integrata nella telecamera, il che significa che non c’è necessità di una centralina hardware aggiuntiva. Una tecnologia all’avanguardia, che segna una svolta nel mondo della sicurezza veicolare: non solo viene individuato un ostacolo, ma si è ora in grado di conoscerne la natura, differenziando tra persone e cose e consentendo di distinguere tra gli ostacoli da evitare assolutamente e altri non significativi, come ad esempio un cumulo di ghiaia. Le nuove telecamere intelligenti, frontale e posteriore, si installano facilmente e non richiedono settaggi particolari. Inoltre, sono compatibili con tutti i monitor HD di Brigade e con MDR, il sistema
di Registrazione Digitale Mobile che salva e archivia le riprese. Brigade ha messo a punto anche una nuova versione di radar per il rilevamento degli ostacoli: si tratta del modello a 77 GHz, una specifica richiesta da diversi costruttori e più conforme alle necessità del settore sia stradale che edile. Anche questo nuovo radar è stato presentato durante il SaMoTer, così come ZoneSafe, il sistema di rilevamento RFID macchina-uomo che segnala la presenza di persone nei pressi delle macchine e si integra con le automazioni aziendali. ZoneSafe è
sono utili per il controllo degli accessi del personale. Ogni tag, infatti, ha un identificatore univoco ed è collegata a individui specifici. Il sistema è di facile installazione, impostazione e impiego, tramite l’apposita applicazione e la dashboard che, via wi-fi, monitora le varie tag, oltre a generare report automatici e condividere dati. Un prodotto particolarmente adatto al mercato delle costruzioni, quindi, dove le macchine operatrici e gli impianti mobili possono costituire un pericolo per il personale.
Prodotti commerciali da ufficio
Biglietti da visita, carta intestata, buste intestate, agende, calendari, planning, cartelline, raccoglitori, fatture e documenti fiscali a due o a tre copie a modulo continuo.
Espositori di tutti i tipi, varie tipologie di confezioni, shoppers, box e raccoglitori e cofanetti.
Depliants, brochures, manifesti, cartelline, locandine, roll-up, pieghevoli, banner, tele, volantini, pannelli e striscioni.
Cataloghi e Listini Prezzi
Cataloghi di tutti i tipi e misure, con rifiniture particolari di stampa, brossura e lavorazioni speciali. Listini prezzi con varie tipologie di lavoro sia di stampa sia di cartotecnica.
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Libri di varie misure e lavorazioni come incollatura, brossura, punto metallico, volumi d'arte e libri.
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YANMAR
La nuova pala gommata V7HW (*Heavy Weight), con il suo ingegnoso giunto di articolazione/oscillazione, è stata tra le macchine protagoniste all’interno dello stand di Yanmar Compact Equipment EMEA al SaMoTer 2023. Il costruttore ha presentato ufficialmente la nuova pala gommata compatta V7HW (*Heavy Weight), unitamente al prototipo della pala gommata compatta V7, che non sarà disponibile sul mercato prima di settembre. Nello stand di Yanmar, inoltre, a questa novità sono state affiancate altre “star”, tra cui i miniescavatori ViO23 e ViO38 e i midi escavatori B7-6 e SV100-2PB. Basata su una nuova piattaforma in grado di supportare sia motorizzazioni diesel che elettriche, la pala gommata compatta V7HW sarà lanciata sul mercato nel corso del 2023. A differenza di altri modelli della gamma Yanmar, la V7HW non impiega l’oscillazione posteriore esterna, ma è dotata di uno snodo “intelligente” che combina l’articolazione con l’oscillazione: ciò consente di mantenere bassa l’altezza della macchina, che può così agevolmente entrare in container standard ed essere trasportata su strada più facilmente. Le pale gommate compatte non sono state le uniche protagoniste al SaMoTer: Yanmar ha portato a Verona anche una rappresentanza dei suoi mini e midi escavatori. Progettato per lavorare in sicurezza in ambienti confinati, il ViO23-6 è facile da trasportare grazie al sottocarro estensibile e al peso ridotto. L’impianto idraulico avanzato e il motore a iniezione indiretta gli conferiscono una grande potenza e precisione quando serve. Anche l’operatore è ben assistito, grazie a funzioni di sicurezza avanzate
e a un design basato sul comfort, in una cabina spaziosa. Con un raggio di rotazione di 2.875 mm e un raggio di sterzata ridotto, il ViO38-6 offre una rilevante compattezza. Inoltre, né il contrappeso, né la parte anteriore del telaio superiore sporgono oltre la carreggiata: ciò lo rende una vera e propria macchina girosagoma, aumentando la sicurezza dell’operatore e degli altri lavoratori presenti in cantiere. Inoltre, l’escavatore garantisce una reale tranquillità quando si eseguono scavi filomuro e in qualsiasi ambiente urbano dove lo spazio è limitato. Questi miniescavatori sono stati affiancati da un altro escavatore compatto, l’SV08-1C. Grazie alla sua compattezza questo modello può essere utilizzato ovunque, in ambienti interni o esterni, ed è facile da trasportare. L’SV08-1C è ideale per operare in ambienti confinati ed è adatto per lavori interni quali ristrutturazioni o demolizioni, perché può
accedere ad aree ristrette e può passare attraverso quasi tutte le porte. Con il sottocarro esteso la larghezza della macchina è di 305 mm. Il raggio di rotazione anteriore minimo, con il braccio al massimo angolo di brandeggio, è di 985 mm, mentre il raggio di rotazione posteriore è di 725 mm. La larghezza della macchina, con il sottocarro retratto, è stata ridotta a 680 mm. Per facilitare il trasporto della macchina la struttura di protezione ROPS può essere ripiegata. A farla da padrone nel segmento delle 5 t è stato il miniescavatore ViO57-6B. Il suo motore a tecnologia avanzata e il sistema idraulico ViPPS migliorano le prestazioni, mentre i motori automatici a due velocità apportano precisione ed esaltano la facilità d’uso. Questa macchina girosagoma è dotata di un sottocarro ottimizzato che garantisce stabilità e durata, oltre a una maggiore sicurezza e comfort per l’operatore. Il midi escavatore Yanmar SV100-2PB da 10 t combina prestazioni
Heavy Duty con una struttura compatta, rendendolo la scelta ideale per i lavori più impegnativi, in ambito autostradale e di movimento terra, così come in progetti di edilizia civile e cantieri di costruzioni. Il modello
B7-6, invece, è l’escavatore più compatto nella classe 8-10 t: una vera e propria macchina girosagoma che offre un raggio di rotazione di 1.320 mm, il 34% in meno rispetto a macchine similari con braccio articolato. Le sue dimensioni di trasporto sono di 5.850 mm x 2.270 mm x 2.680 mm. La macchina è così compatta che l’operatore può compiere una rotazione completa di 360° in una corsia larga appena 2,7 m, contribuendo a ridurre la congestione del traffico. Ciò rende questo escavatore una scelta ideale per i cantieri siti in aree densamente popolate e per quelli urbani caratterizzati da uno spazio limitato. Gli escavatori compatti e le pale gommate compatte sono stati affiancati dai loro “cugini” appartenenti alla gamma dei mini-dumper cingolati. Il C30R-3 è un modello compatto e versatile, in grado di ruotare di 360° e quindi ideale anche nei cantieri ristretti. La macchina ha una larghezza di 1,5 m e una lunghezza di 3,28 m. Queste caratteristiche la rendono efficiente, aumentandone la produttività.
Nonostante le dimensioni ridotte il mini-dumper C30R-3 offre un carico utile di 2.500 kg. Il B95W è un escavatore gommato da 9 t che può affrontare lavori normalmente riservati a macchine di maggiore tonnellaggio. Il sistema idraulico di cui è dotato gli consente di trasportare e posizionare con precisione anche i carichi pesanti. Si tratta di una macchina indicata per la movimentazione di materiali e trova la sua ideale applicazione in interventi che spaziano dalla costruzione di strade all’orticoltura, dove la sua attrezzatura si rivela adeguata a caricare i camion. L’escavatore B95W offre diverse opzioni di braccio e tre modalità di sterzata e, grazie a una velocità di traslazione su strada che raggiunge i 36 km/h, può passare rapidamente da un intervento a un altro.
HIDROMEK
Hidromek si è presentata al SaMoTer 2023 con uno stand all’interno del quale hanno spiccato le macchine più recenti immesse sul mercato dal costruttore turco, progettate specificatamente per conquistare il mercato europeo. Oggi Hidromek è un marchio ben noto a livello mondiale grazie alla sua ampia gamma di terne, escavatori idraulici, pale gommate, grader e rulli “ferrogomma”, macchine costruite nei sei stabilimenti di produzione - tra cui quattro ad Ankara, uno a Smirne e uno in Tailandia – e vincitrici di 31 premi di design di livello internazionale. In fiera si sono quindi visti gli escavatori cingolati HMK 145 LC SR, HMK 230 NLC, HMK 310
NLC e HMK 390 NLC. Tutte macchine appartenenti alla serie H4, insieme alla pala gommata HMK 635 WL. Per quanto riguarda gli escavatori della serie H4, si tratta di macchine progettate per lavorare in condizioni gravose che dispongono di una tecnologia idraulica comprovata e garanzia di prestazioni, bassi consumi consumi e produttività. Le cabine ROPS e FOPS offrono un alto livello di comfort e un ampio spazio interno. Il modello più recente presentato è l’HMK 520 LC HD, che si distingue per il carro con allargamento meccanico in grado di garantire un trasporto più agevole nella sagoma dei 3 m. La pala gommata HMK 635 WL, invece,
VTN Europe, tra i più importanti costruttori in Italia e nel mondo di attrezzature per la demolizione e il riciclaggio, nonché di benne per escavatori e pale, ha esposto al SaMoTer 2023 le sue principali soluzioni, festeggiando al contempo i suoi primi 50 anni di attività. Tra i molti prodotti presentati hanno
spiccato i nuovi Multiprocessor SC (nello stand erano presenti i modelli SC140 e SC180), attrezzature multifunzionali che consentono di affrontare tutti i tipi di demolizione, da quella primaria a quella secondaria, a quella selettiva (“Strip out”). Le attrezzature sono costituite da un corpo principale dotato di due
s’inserisce nella fascia di mercato delle macchine con benna dalla capacità di 3,5 m3 e, insieme alla già conosciuta HMK 640 WL, presidia la fascia di mercato dove insiste oltre il 50% delle vendite mondiali. Il gruppo caricatore è progettato per impieghi gravosi e soddisfa le aspettative di chi necessita di una pala gommata adatta ai contesti più impegnativi senza rinunciare a caratteristiche quali basso consumo di carburante, versatilità, comfort dell’operatore e sicurezza.
cilindri al quale possono essere montate diverse tipologie di chele (quattro kit intercambiabili), destinate alle più svariate attività di abbattimento, taglio, frantumazione e riciclaggio di strutture e manufatti in cemento e ferro. La versatilità di questi Multiprocessor consentono di lavorare su diversi tipi di materiali, garantendo la massima efficacia in termini di operatività e di tempi di lavoro. La loro tecnologia contribuisce a ridurre l’impatto ambientale e ad aumentare la produttività generale delle operazioni di demolizione. Con i Multiprocessor SC di VTN Europe gli operatori possono quindi lavorare con maggiore sicurezza, precisione e flessibilità, riducendo l’utilizzo di attrezzature ausiliarie. Tra le loro peculiarità: coppia di rotazione a 360°, cicli di lavoro brevi (Speed Valve), cilindri rovesciati e protetti, denti di frantumazione e lame di taglio reversibili e intercambiabili, impianto idraulico facilmente accessibile e ridotta manutenzione.
BOBCAT
Allo stand Bobcat al SaMoTer 2023 era esposta un’ampia scelta di miniescavatori, tra cui il nuovo E19e da 2 t introdotto a ottobre 2022. L’E19e è l’ultimo nato nella gamma Bobcat di macchine elettrificate, in continua espansione, progettato per offrire zero emissioni, bassa rumorosità, vibrazioni ridotte e le stesse prestazioni del modello convenzionale E19 el. Questa macchina sfrutta il successo dell’E10e, il miniescavatore elettrico da 1 t anch’esso esposto a Verona. L’E19e è anche versatile, con un’ampia gamma di accessori compatibili disponibili (al SaMoTer l’E19e era accessoriato con pinza idraulica). Accanto ai modelli elettrici l’esposizione ha presentato anche i miniescavatori con motore a combustione
TREVI BENNEinterna tra cui l’E20z con benna con attacco oscillante, l’E27z con decespugliatore autolivellante e l’E60 con pinza selezionatrice e attacco oscillante. Con il suo stand in fiera Bobcat ha inteso confermare il suo impegno e la sua attenzione per il mercato
italiano, considerato strategico. L’esposizione dei miniescavatori si basa sul successo della vittoria del “Technical Innovation Award” al SaMoTer 2020 per il sistema di comando ausiliario avanzato selezionabile (A-SAC, Advanced Selectable Auxiliary Control) dei miniescavatori Bobcat. Questa soluzione consente agli operatori di personalizzare gli schemi di controllo dei circuiti idraulici ausiliari degli escavatori Bobcat, in base alle loro preferenze di configurazione l’uso di particolari accessori.
Trevi Benne ha presentato al SaMoTer 2023 il nuovo frantumatore girevole FR 18, un’attrezzatura progettata per essere ancora più aggressiva, performante nelle prestazioni e più resistente allo stress tipiche delle fasi di demolizione. All’interno dello stand era presente un’ampia selezione di attrezzature per la demolizione, il riciclaggio,
lo scavo e per il settore forestale, oltre alla novità citata del nuovo FR 18, recentemente ridisegnato nella forma e ora decisamente più affidabile.
Diversi gli aspetti tecnici apportati a questo nuovo modello da 1.890 kg (doppio motore di serie per l’unità rotativa, perni filettati con diametro maggiorato, nuova valvola rigeneratrice), ideato per essere una soluzione affidabile sia nella demolizione primaria che secondaria.
La citata valvola moltiplicatrice di velocità lo rende estremamente rapido e altamente produttivo. Le caratteristiche strutturali di questo frantumatore, in pratica, consentono all’operatore di avere a disposizione uno strumento preciso e veloce come una pinza grazie alla rotazione idraulica continua e al contempo potente e produttivo grazie alle ganasce tipiche di un demolitore. Tra le sue caratteristiche principali: struttura rinforzata e profilo aggressivo; rotazione rinforzata con opzione del doppio motore; nuovo sistema di denti intercambiabili HD; area di frantumazione della ganascia e telaio aumentata per favorire la penetrazione/produttività; inserti antiusura saldati per proteggere la struttura; ganasce con profilo studiato per facilitare la pulizia del materiale al suolo.
OLEOMARKET
In occasione del SaMoTer 2023 l’ampia gamma di tubi flessibili e inserti a pressare ad alta pressione Olmark-Markhip ha riscontrato un particolare apprezzamento da parte di importanti costruttori OEM, oltre che dai visitatori nelle categorie dei riparatori, dei ricambisti e dei meccanici. Gli utenti professionali hanno colto con entusiasmo il messaggio Oleomarket di applicare una maggiore dinamicità e flessibilità di servizio anche all’aftermarket per la sicurezza delle tubazioni oleodinamiche raccordate e garantita con la stessa affidabilità dei componenti originali. La piccola pressa portatile AMPRO100 è stata particolarmente apprezzata dai meccanici riparatori. AMPRO100 è particolarmente compatta, ha un peso di 25 kg e può pressare
tubi flessibili fino a 1” di diametro, con una forza di 100 t. La pompa a mano da 700 bar permette di poter posizionare la pressa in prossimità del tubo da riparare ed eseguire la raccordatura in conformità alle
precise tabelle di pressatura a corredo. La pressa AMPRO100 può inoltre essere intercambiabile con una pompa idropneumatica, più agevole per assemblaggi in officina. Altre caratteristiche di questo prodotto: campo di pressatura 6,5-35 mm di diametro; massima aperture delle ganasce 59 mm (+20 mm con ganasce); lunghezza ganasce 65 mm; lunghezza 200 mm, profondità 320 mm, altezza 330 mm. Il catalogo dedicato alle presse per tubi flessibili intitolato “La forza sia con te” è disponibile nella sezione download nel sito www.olmark. com, dov’è possibile visionare una gamma completa di attrezzature professionali per tubi fino a 3” che non possono mancare a chi intenda allestire un qualificato Centro di Raccordatura tubi Olmark.
Alla gamma di cambi G25CM e G33CM Scania ha aggiunto ora due nuovi membri, con una “H” (Heavy) nella loro denominazione: i modelli G25CH e G33CH condividono le virtù e le caratteristiche dei loro “fratelli” e, con l’aggiunta di un ingranaggio planetario più robusto, Scania introduce una soluzione che combina robustezza, fluidità del cambio marcia e risparmio carburante. L’ultima generazione di cambi Scania-Opticruise è rinomata per essere un’eccellenza
cambi di affrontare le sfide a cui sono sottoposti i mezzi farà la differenza, ottimizzando uptime e costi di riparazione e manutenzione. Aspetti estremamente importanti per i nostri clienti”, afferma Stefan Dorski, Senior Vice President and Head of Scania Trucks.
“
L’offerta di Scania per i veicoli pesanti non è mai stata così forte”, afferma Eduardo Landeo, Product Manager di Scania Trucks.
“Non solo offriamo una gamma completa per quanto riguarda le
sempre la filosofia di Scania è di sfruttare la guida ai bassi regimi motore per ridurre il consumo carburante, il trucco sta nel trovare l’equilibrio ottimale tra rapporto al ponte e contesto operativo. Se a ciò si abbina l’ampia rapportatura interna dei cambi Scania per gli impieghi gravosi allora è possibile sfruttare i bassi giri motore riducendo così il consumo carburante, le sollecitazioni nella catena cinematica garantendo al contempo un’ottima guidabilità
tecnologica. Dalla loro introduzione, avvenuta nel 2020, questi cambi hanno rappresentato una svolta nel settore, garantendo importanti prestazioni in termini di efficienza energetica, consumo di carburante, fluidità e rapidità di cambio di marcia, riducendo al contempo la tara. Uno dei principali punti di forza di questo tipo di cambi è l’ampia rapportatura interna che, abbinata al giusto rapporto al ponte, permette di sfruttare al meglio i bassi regimi motore erogando allo stesso tempo la coppia massima. “Con l’introduzione delle opzioni G25CH e G33CH rafforziamo ulteriormente la gamma XT, rendendo le soluzioni Scania per il settore minerario e le missioni gravose ancora più complete. La capacità dei nuovi
motorizzazioni, ma queste nuove opzioni, in combinazione con la nostra ampia offerta di differenziali, ci permette di soddisfare ancor più le esigenze delle applicazioni più severe e pesanti del settore degli autotrasporti”. I veicoli sottoposti a impegni gravosi, con elevati carichi, tipicamente utilizzano gruppi differenziali a doppio assale trattivo con rapporti al ponte lenti. Una topografia impegnativa o un manto stradale che oppone un’elevata resistenza al rotolamento comportano forti sollecitazioni. Un rapporto al ponte lento, ancor più se combinato con la riduzione ai mozzi, rende il veicolo più forte in fase di spunto e di partenza, ma determina regimi motori più elevati alla velocità di crociera. Poiché da
e spunto in partenza. La nuova famiglia di cambi Scania Opticruise è stata introdotta nel 2020 e ha rappresentato fin da subito un nuovo punto di riferimento per il settore. Si tratta di una soluzione più silenziosa, 60 kg più leggera rispetto alla precedente, grazie all’alloggiamento interamente in alluminio e alle dimensioni ridotte. I nuovi cambi sono estremamente efficienti dal punto di vista energetico in virtù di due soli sincronizzatori, perché gli altri sono stati sostituiti dai freni agli alberi. Il tutto si traduce in risparmio carburante e in un cambio marcia rapido e preciso, aspetti che vengono ancor di più enfatizzati se il nuovo cambio è inserito nella nuova catena cinematica Super.
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