Cronaca 19
IL GIORNALE DI VICENZA Sabato 10 Ottobre 2020
EQUILIBRIPOLITICI. IlpartitodellaMeloni,pur rimanendo critico sull’intervento, nonsi èopposto pernon minarelastabilità della maggioranza
FdI approva, ma adesso chiede di più Garzia:«Ilsì suAimnonè legato allapartita giunta. Ciaspettiamo peròche Ruccoci dial’assessore cheha ammessoci meritiamo» Roberta Labruna
Lacifra
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LESOCIETÀDELGRUPPO DESTINATEA VICENZA
Secondogliaccordi,sonotre lesocietà delgruppoche resterannoaVicenzacon baseevertice.Nonèancora arrivataconfermaperòsu qualibusinesspunteràil capoluogoberico.In testaci sarebberoambiente,reti e smartcity
Per una partita che si chiude, ce n’è una che si apre. Il matrimonio tra Aim e Agsm, approvato ieri l’altro in consiglio comunale, era il cavallo di frisia piazzato sul percorso dell’amministrazione e, vista l’ostilità all’operazione dichiarata a più riprese da Fratelli d’Italia, non era affatto scontato che l’ostacolo venisse superato senza fare danni. Invece è stato superato alla grande. Niente ultimatum stavolta da parte del partito della Meloni, niente minacce, ma una retromarcia conciliante. «Rimaniamo critici verso alcuni aspetti di questa operazione – dice il capogruppo Roberto D’Amore – ma abbiamo ingoiato il rospo per senso di responsabilità: facciamo parte di una maggioranza e non abbiamo voluto minarne la stabilità». Già nelle ore precedenti al voto si era capito che Fratelli d’Italia non sarebbe andata allo scontro: il no di fatto non è mai stato contemplato – nonostante da un anno e mezzo il partito avesse sparato a zero contro un’operazione considerata (da loro) funzionale alla Lega ma dannosa per la multiutility vicentina – e l’in-
decisione semmai era tra il sì e l’astensione. D’altronde, e forse la chiave sta qui, i numeri per mandare a monte l’accordo con i veronesi non c’erano. Non c’erano perché due dei quattro consiglieri, Nicolò Naclerio e Andrea Pellizzari, erano comunque intenzionati a votare a favore. E adesso? Adesso c’è un’altra partita da giocare: quella della giunta. «Il nostro sì su Aim – risponde a domanda diretta la portavoce cittadina Eleonora Garzia – non è legato alla partita della giunta, non lo abbiamo fatto per avere un posto in più, sono due cose che viaggiano distinte. È vero che abbiamo avanzato dei dubbi su Aim e la metodologia non ci è piaciuta, avremmo gradito ci fossero presentate alternative, ma la nostra contrarietà era soprattutto rispetto alla fusione a tre con A2a». Chiusa questa pratica, è un fatto che il partito, tenuto conto del numero dei suoi consiglieri, si aspetta una rappresentanza maggiore e che chiede un altro assessore oltre a Mattia Ierardi. «Il sindaco ci ha detto tempo fa che era corretto avessimo un secondo assessore e ci aspettiamo che questo si concretizzi presto», conferma Garzia. E a circolare in queste ore è
Ilfrontedel “no”
Possamai «Danno irreparabile» «Difatto perdiamola governancediunostrategico assetper lacittà eVicenza». CosìGiacomoPossamai, consigliereregionale Pd, sintetizzal’operazionedi fusionetra Aim eAgsm. «Spesso- aggiunge- nel dibattitopubblicoil temadelle aziendediservizi pubblici locali vienevissuto come distante dallavita dellepersone. Manon ècosì. Èuntema diservizima anchediinvestimentisulla città edifattoregalare Aim a Agsm vuoldire causareundanno irreparabilea Vicenza. Anche noinel 2017avevamo caldeggiatola fusione con Veronama a condizioniben diverse».«Leresponsabilitàprosegue-stanno anchein capoalla Regione,grande assentedallo scenariodelle multiutilityechenon sièmai interessatadellacostituzione diunpolo veneto».Raffaele Colombara,consigliere comunalediQuartieri al centro, chiedediconoscereil costo delleconsulenzeeseguite lungoil processo,con dettaglio dellespesesostenute e «pagateallafine dai vicentini», includendoanche«tuttele consulenzeinambitodi comunicazioneepubblicità». © RIPRODUZIONERISERVATA
Unmomento delconsigliocomunale: nonsono daescludereavvicendamenti abreve
il nome dell’ex capogruppo della Lega transitato in FdI Andrea Pellizzari. Solo indiscrezioni, che vanno prese con le pinze. Il sindaco Francesco Rucco non molto tempo fa ha escluso la possibilità di un nuovo rimpasto, ma l’elezione della leghista Silvia Maino in Regione potrebbe aver modificato il quadro. La sua sostituzione con Roberta Albiero potrebbe essere la pedina per dare il la ad altri cambi. L’assessore Marco Lunardi ad esempio da tempo viene dato, a torto o a ragione, in bilico. Sullo sfondo rimane sempre il nome del for-
zista Marco Zocca. Per fare posto ad un assessore di FdI qualche tassello dovrà essere modificato. A meno che Silvio Giovine, assessore alle attività produttive, non venga considerato in quota a FdI. Ed è la sua la posizione più complessa: da un lato la lista Rucco con cui è stato eletto fa fatica a considerarlo a tutti gli effetti “titolare” della sua squadra e dall’altro il gruppo di FdI non lo ha mai considerato, finora, un suo uomo in campo perché la candidatura alle regionali è avvenuta come indipendente. Oggi, dunque, Giovine si trova ancora
in una posizione “ibrida”. E si trova nel mezzo di uno scontro che prescinde da lui, quello tra Donazzan, uscita vittoriosa dalle regionali, e Sergio Berlato. «Giovine – dice Garzia – non è iscritto a FdI, è stato eletto con la lista del sindaco e alle regionali ha corso nella nostra lista come indipendente». Ma se Giovine si tesserasse? «Per noi resta in capo al sindaco». Anche se non è detto che la posizione del gruppo consiliare su questo sia ancora così granitica. Si vedrà. Questa partita comincia ora. • © RIPRODUZIONERISERVATA
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