16 Cronaca
IL GIORNALE DI VICENZA
Domenica 27 Settembre 2020
DA CASALE A GOGNA. Il provvedimento per la dichiarazione di notevole interesse pubblico dispone numerose prescrizioni che introducono limiti non solo sugli immobili
CosìlaSoprintendenza congelalazonasud Il decreto preparato dalle Belle arti vuole contenere lapressioneurbanasullazona attorno aiBerici ma le restrizioni rischiano di ingessare l’intera area Nicola Negrin
L’ambito territoriale ha «caratteristiche tali da renderlo identitario per i cittadini di Vicenza, del Veneto e per gli italiani in genere, oltre che per l’intera umanità, facendo parte integrante del sistema urbano di Vicenza e delle ville venete». Per questo «va riconosciuto l’interesse pubblico» stabilendo «regole chiare per la sua conservazione e valorizzazione». L’obiettivo è «enfatizzare il legame di continuità con il passato», attuando «sul piano operativo» una conservazione «grazie a strumenti normativi prescrittivi» che «scoraggino interventi edilizi che ne compromettano l’integrità» e «consentano le necessarie trasformazioni da attuarsi con la dovuta cautela». Tradurre quella che la Soprintendenza definisce «dovuta cautela» in termini pratici non è così semplice. È necessario sfogliare un dossier di 32 pagine e concentrarsi su dieci fogli che fanno parte delle “prescrizioni d’uso” per capire cosa si potrà fare in quella zona di oltre 10 chilometri quadrati che il ministero dei Beni culturali ha deciso di vincolare con un decreto che istituisce la “dichiarazione di notevole interesse
pubblico”. Un provvedimento - anticipato nei giorni scorsi e i cui dettagli sono resi noti qui in anteprima - che non ha precedenti per quanto riguarda il capoluogo berico e che, «nell’ottica della conservazione e valorizzazione dell’area di Monte Berico e della Riviera Berica settentrionale», introduce limiti precisi su terreni, edifici, fiumi e strade. Restrizioni che riducono al minimo le possibilità e che rischiano di ingessare buona parte del territorio comunale a sud di Vicenza. Il decreto è ancora nella fase preliminare. La Soprintendenza ha inviato alla Regione la proposta che domani sarà inoltrata al Comune per la pubblicazione. Solo allora si aprirà l’istruttoria che permetterà ad amministrazione, stakeholder e cittadini di presentare osservazioni. Da qui ai prossimi mesi potrà accadere di tutto. Anche che l’area tracciata dalle Belle arti venga modificata.
Inuoviinterventi sarannoconcessi soloadeterminate condizioni:vincoli anchesuirestauri esuicampiagricoli
Sì, perché è proprio questa una delle preoccupazioni dell’amministrazione. Il perimetro interessato dalla dichiarazione di notevole interesse pubblico è molto esteso. Prendendo come lato sud l’autostrada, si sviluppa poi verso nord seguendo il Retrone e sfiorando viale Sant’Agostino; la linea di confine continua poi su viale Fusinato e via Maganza, proseguendo lungo la ferrovia fino al bivio della Vicenza-Schio. Qui il perimetro prosegue verso sud lungo strada di Casale arrivando fino all’autostrada. Tutto ciò che si trova all’interno di quest’area sarà vincolato: il che significa la zona di Monte Berico, la valletta del Silenzio e quindi il contesto di villa La Rotonda, ma anche tutta Campedello, Casale, e dall’altra parte del versante l’intera zona di Gogna e bosco del Quarelo. Una fetta di terreno pari a un ottavo del territorio comunale. Ma cosa vuol dire vincolato? Gli ambiti indicati dalle Belle arti sono molteplici. E sono numerose le cose che non si possono fare. Impossibile elencarle tutte. Secondo quanto si legge nel documento firmato dal soprintendente Vincenzo Tinè l’obiettivo è «scoraggiare interventi edilizi, infrastrutturali e sistemazioni agrarie che compromet-
Lecarte MOTIVAZIONI ESPIEGAZIONI Perquale motivola Soprintendenzaha deciso difarscattare lastretta nellazonasud del comune diVicenza? Larisposta si trovaneldocumento che saràpubblicatonelle prossimeore. «Latipica conformazionedel paesaggioagrario derivantedal modello fondiariodelleville venete -scrivono i responsabili delleBellearti - èforse la caratteristicageneralepiù evidentedi questo ambito. Altroveassistiamooggia unacrescente vulnerabilitàdiqueste caratteristichedel paesaggiostoricoveneto acausa dellasempre crescentepressione economicacon diffusione sparsae indiscriminata dellapiccola emedia industria,delle strutture perlalogisticae dell’urbanizzazione diffusa».Eancora: «La prossimitàalcentro di Vicenzanon ha compromessoilcarattere identitario,storico, geograficoe naturalistico dell’ambitopaesaggistico mala continua pressione urbanadeveessere guidataalfinedi garantire trasformazioni compatibilicondetto carattere».
Ilsantuario di Monte Berico èal centrodell’areache saràvincolata: daunaparte Gognaedall’altra Casale
tano l’integrità delle configurazioni geomorfologiche» e ancora «scoraggiare sistemazioni agrarie che comportino eccessive rimodellazioni dei terreni in pendio» oltre che «semplificazioni dell’assetto poderale e intensificazioni delle colture». La Soprintendenza intende poi «governare i processi di urbanizzazione, limitando la realizzazione di nuovi insediamenti» e scoraggiare di nuovo «interventi che possano compromettere l’originario sistema di relazioni paesaggistiche e territoriali dei contesti di villa». Il tutto si traduce in oltre
cento indicazioni che devono essere rispettate. Per quanto riguarda gli insediamenti urbani consolidati «gli interventi edilizi dovranno salvaguardare le visuali e i coni visivi panoramici presenti». Nei contesti di villa veneta non sono consentite «le nuove edificazioni» e gli interventi che «alterino l’aspetto esteriore degli edifici». Nell’ambito di industria e commercio «i manufatti e le attività esistenti ma incompatibili con i valori e le esigenze di salvaguardia paesaggistica non potranno essere ampliati, ma potranno essere rimossi e tra-
sferiti in aree esterne al perimetro». Inoltre «non sono consentiti nuovi insediamenti industriali». Le strutture per il tempo libero non possono diventare permanenti. Limiti anche sugli infissi e serramenti che «devono mantenere l’omogeneità storica». Nelle aree degradate «gli edifici incongrui rispetto al paesaggio esistente devono essere preferibilmente non ricostruiti». Vincoli anche su agricoltura («No alle serre fisse»), campi, viabilità («Cartelli pubblicitari solo se contenuti») e recinzioni. • © RIPRODUZIONERISERVATA
LAPOLEMICA. Lereazioni dopol’annunciodello stopalregolamento
Dietrofrontsuikebab L’opposizioneaRucco «Sirasenta ilridicolo»
L’operad’arte
Quellapoesiaispiratrice delmaestroDeMarzi «Perigustid’altreterre»
Laminoranza chiedeal sindacodifarsida parte «Amministrareèuna cosaseria: sene vadaora» Prima delle polemiche c’è il silenzio. Quello di Silvio Giovine. Cercato per tutta la giornata l’assessore alle attività produttive non ha risposto alle telefonate, preferendo pubblicare un post su Facebook dove si mostra felice al primo laboratorio di Junior Chef Academy. Giovine, però, felice non è. E alle persone vicine avrebbe confessato di essere deluso dal comportamento del sindaco e irritato per aver messo in dubbio il suo impegno in Comune durante la campagna elettorale. Non è deluso, invece, Marco Zocca (Forza Italia) che aveva contestato il documento sin dal principio e che ora si dice «soddisfatto» per il fatto che Francesco Rucco «abbia ac-
PlausodiZocca (ForzaItalia) «Accolte le nostre richieste:serve undocumento piùinclusivo»
ds: admvi
colto la nostra richiesta». Non sono soddisfatti, ovviamente, i consiglieri di opposizione che sparano a zero: «Qui - dicono - si sta rasentando il ridicolo. Meglio che Rucco se ne vada». C’è chi ci legge un diktat di Sergio Berlato, e c’è chi ci legge un ripensamento da parte del sindaco. Zocca opta per la seconda ipotesi. «Per noi i regolamenti devono determinare cosa si può fare in positivo e devono fungere da attrattori. In quello di Giovine la parola che risuona è solo divieto. Ora portiamo avanti la modifica con lo sviluppo urbanistico del centro. Tenendo in considerazione il principio della libera concorrenza e del fatto che ci sia la possibilità di non vietare sushi rispetto a un prodotto italiano». L’opposizione, prima di guardare alla sostanza, si concentra sulla forma. «Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere - afferma Giacomo Possamai (Pd), fresco di elezione in consiglio regionale Da qualsiasi parte la si guardi la vicenda ha dell’assurdo.
Posto che era un regolamento sbagliato e senza senso, che il sindaco dichiari pubblicamente che era un regolamento fatto per fini elettorali è senza precedenti. In giunta tutti i presenti hanno votato il documento. Quindi o sono tutti supporter di Giovine o qualcosa non torna». Tutto torna secondo Otello Dalla Rosa (Pd) che va dritto al punto: «Amministrare una città è una cosa seria e molto importante: questa amministrazione lo sta riducendo al ridicolo. Rucco se davvero ama Vicenza deve solo fare una cosa: lasciare. Ora». «Temiamo che questa amministrazione, che è presa più dalla campagna elettorale che dai problemi della città, continui a essere distratta da altro», rincara Isabella Sala, capogruppo dem. «La retromarcia di Rucco - afferma Giovanni Rolando - dovrebbe favorire un confronto di merito scevro da dannosi ideologismi». Il gruppo di “Da adesso in poi” definisce «imbarazzanti e inaccettabili le parole del sindaco sul nuo-
IlmaestroBepi DeMarzi hacomposto unapoesia sulregolamento Chissàse lapoesia hafatto la suaparte.Di certo Francesco Ruccononaveva guardatocon distaccoaquel testocreato di gettodaunmaestro qualeBepi DeMarzi.Anzi,il primo cittadinopareabbia apprezzatomoltoquellerighe scrittedaDe Marzipochigiorni dopol’approvazionedaparte dellagiuntadelregolamento sulcommercio incentro storico.Ilmaestro nellasua poesiainvitava Ruccoa ripensarci.Non citava direttamenteildocumento delladiscordiamainmodo poeticoappuntolo richiamava trai 15 versi,auspicandouna modifica.E, come d’incanto, l’artehafatto ilsuo effetto.
«Iochemison dei Marsi discendente- èiltesto scrittoda DeMarzi einviato all’ex consiglierecomunale delPd, Pio Serafin-,diquei pastori dell’Abruzzoforte con passi sul Velinoesul Sirente.Mi sento abitatorditutte portesenza vantarealcuna mia radice: nemmenocercoautonomie contorte!».Edecco:«Oh, sindaco, perché,perchénon dice all’assessordal nome pubertale chelacittà sarebbe più infelice togliendoilpoco d’internazionale? Ritroviisuoi vagiti salentini, ché Lecceènell’Italia più orientale; s’ìnteneriscaai giochi deibambini: eigusti d’altre terre ed’altrimari li immescoliai saporivicentini». © RIPRODUZIONERISERVATA
Selmoin Consigliolascia il kebab sulbanco di SilvioGiovine
vo regolamento del centro storico che dimostrano ancora una volta che Rucco non ha le capacità di gestire la sua giunta e la nostra città. Siamo stufi. Basta prese in giro, è ora di finirla». Secondo Coalizione civica «la complessità della situazione attuale e le difficili sfide che ci attendono non possono essere affrontate secondo la logica del contratto: che sia con un ristretto gruppo di potere o più semplicemente gli elettori di riferimento. Finalmente anche il sindaco se
n’è accorto: la campagna elettorale è terminata, e con essa anche la pazienza di molti vicentini». «L’ennesima presa in giro - chiude Raffaele Colombara (Quartieri al centro) - dei cittadini e di un commercio che oggi avrebbe bisogno di altro tipo di interventi. Una grande dimostrazione di debolezza di questa giunta che piega le proprie azioni agli interessi di questo o di quell’altro. Rucco faccia una cosa: tolga le deleghe a Giovine e a se stesso». • NI.NE. © RIPRODUZIONERISERVATA