Acque agitate nel PD: lascia Formisano

Page 1

Cronaca 23

IL GIORNALE DI VICENZA Venerdì 25 Settembre 2020

POLITICA. Leelezioniregionali hanno sancitoil crollodei moderati

Forza Italia in crisi Da un elettore su 4 asolounosucento Nel1995 gli azzurri incittà eranoal22percento adesso sonouscitidalleurne conun risicato1,6 Zanettin:«Ci siamochiusitroppo, serve apertura» Roberta Labruna

Dal “siamo tantissimi” al “siamo pochissimi”. Dell’inno di Forza Italia rimane, ormai, solo uno sbiadito ricordo. E l’esito di queste elezioni regionali ne certificano l’inesorabile declino. Vent’anni fa, per dire, quasi un vicentino su tre votava per il partito che ha sempre scandito il ritmo dei moderati. Oggi, dati alla mano, la proporzione è di neanche tre cittadini su 100. In città anche meno. «Certo, rispetto a vent’anni fa - riflette il deputato azzurro Pierantonio Zanettin - è cambiato il mondo: allora il pil cresceva, c’era entusiasmo verso la Ue, oggi le persone sono arrabbiate e spaventate». Ed evidentemente non vedono più in Forza Italia un punto di riferimento. Dai tempi di Giancarlo Galan, il partito nel Vicentino ha perso per strada qualcosa come 89 mila voti. Alle regionali del 1995 in provincia il partito era al 21,73 per

cento e in città al 22. Nel 2000, quando per la prima volta è andata in scena l’elezione diretta dei presidenti di Regione e la sfida era tra Galan e Massimo Cacciari, Forza Italia viaggiava al 31,79 per cento e nel capoluogo sopra il 30. Cinque anni dopo l’asticella arrivava al 23 per cento in provincia e poco meno nel capoluogo. Nel 2010, invece, l’insegna è quella del Pdl e il candidato presidente è il leghista Luca Zaia. Il partito, nato dalla fusione tra Forza Italia e Alleanza nazionale, prende il 25 per cento in provincia e il 27,11 in città. Con la Lega staccata di un punto. Cinque anni fa tutto cambia: Forza Italia crolla al 5,52 per cento in provincia, con 18.498 voti, e al 6,88 in città (2.543 voti). E stavolta va pure peggio: 1,6 per cento (1.212 voti) nel capoluogo e il 2,9 (6.147 voti) in provincia. Insomma, Forza Italia ne esce polverizzata. «Chiaro che, in generale, per noi la situazione in questo

momento non è rosea e che prosegue Zanettin - va fatta autocritica: ci siamo chiusi troppo come partito, bisogna aprire a forze nuove. Dopodiché è evidente che in Veneto paghiamo la forza di Luca Zaia, che parla anche ad un elettorato moderato». Questo in Veneto. Ma pure a livello nazionale il partito è in affanno. Schiacciato tra Lega e Fratelli d’Italia. E se c’è chi sostiene che proprio questa collocazione non sia di incentivo ai moderati per riavvicinarsi, Zanettin risponde con pragmatismo: «Tutto nasce dal sistema elettorale. Con il maggioritario occorre fare una scelta di campo: o di qua o di là». Fatto sta che, tornando a queste latitudini, il risultato è magro. «I numeri - dice il capogruppo a palazzo Trissino Roberto Cattaneo - parlano chiaro: è andata male. Ma noi siamo vivi e io sono convinto che il nostro peso sia in realtà maggiore di quello ottenuto in questa tornata elettorale, nella quale Zaia ha intercetta-

Dell’innodi Forza Italia“Siamotantissimi” restaormai poco: il partitodiBerlusconi è aiminimistorici

Officinadicultura politica

Uncorsointreweek-end perfuturiamministratori Cittadinieamministratorisi diventa.Eforse si può cambiareilmondo partendo dalproprio comune.Èquestala sfidachesi ponel’Officina di culturapolitica, promuovendoil secondocorso,rivoltoa giovani dai16 ai 35anni, cheaspirano adavereun’infarinaturaprima diimpegnarsiinpolitica. “Versoquale società: amministrarele città: ideee strumenti”èil titolo del percorsodiformazione che partequestasera, con 40 giovaniinpresenza a Castelfrancoepotràessere

L’onorevoleDelriofra i relatori seguitoonline. “Democraziaerappresentanza” èiltema cheverràaffrontato staseradaMarco Valbruzzi, docenteall’UniversitàdiNapoli.

Domanisiindagheranno “Gli ingranaggidellacittà. Organie funzionamento”con Raffaella Balestrini,segretario comunale e dirigentealla prefettura di Padova,eAndrea Cereser, sindacodiSan DonàdiPiave. Il9 ottobre siparla di“Tuteladel suolo,comeeperchéinvertire la rotta”eil 10 di“Pianificazione urbanaesostenibilità”. Venerdì23 ottobre,il temasarà “Lo strumentodel bilancio,quali scelteper le città”, fra irelatori EnricoGiovannini, economista e giàministro dellepolitiche sociali ePresidentedell’Istat. Sabato 24 chiudeil percorso formativo l’onorevoleGrazianoDelrio sul tema“CittàchiamaEuropa”. Lapropostaèpromossa dall’associazioneUn’altraideadi mondoe VeLa,Veneto Laboratoriocivico, chemira a crearereti diimpegno. © RIPRODUZIONERISERVATA

to anche il nostro elettorato. Anche la Lega, infatti, se guardiamo alla città, non è andata benissimo». E sul perché a Vicenza Forza Italia ha preso percentuali ancora più basse rispetto alle altre province Cattaneo avanza una spiegazione, che è anche quella del vicesindaco e coordinatore provinciale Matteo Tosetto, cioè l’affollamento di nomi pesanti. E in effetti, nel Vicentino, c’è stata una concentrazione di big: dai leghisti Roberto Ciambetti, Manuela Lanzarin, Nicola Finco, all’assessore uscente di Fratelli d’Italia Elena Donazzan. Anche Tosetto ha corso e ha preso quasi 1.500 preferenze. «Soddisfatto? Il 57 per cento dei nostri elettori in città mi ha dato fiducia e io ne sono orgoglioso, ma è chiaro che questo non compensa la delusione per i dati del mio partito. Certo, sapevamo che con Zaia a questi livelli la partita era difficilissima, ma dobbiamo avviare seriamente una riflessione su come recuperare il voto dei moderati. Io credo che la chiave sia mettere in evidenza i nostri valori e ciò che ci distingue dalle posizioni più estreme dei nostri alleati». Si vedrà. Intanto, c’è chi si chiede se questo esito porterà a delle ripercussioni in giunta. «Non credo proprio, non ne vedrei il motivo. Queste - replica Zanettin - sono state elezioni regionali, la squadra di governo della città si basa sulle comunali e la nostra squadra è composta dai due consiglieri e dall’assessore Tosetto. A palazzo Trissino stiamo portando un importante contributo e nessun problema, credo che questo ci venga riconosciuto da tutti». • © RIPRODUZIONERISERVATA

CENTROSINISTRA. Il segretario cittadino dei dem avevano anticipato prima delle elezioni che avrebbe dato le dimissioni

Acque agitate nel Pd: lascia Formisano «Il dato delle regionali non c’entra AVicenzasiamopure migliorati» Sembra solo questione di giorni prima che il segretario veneto del Partito democratico Alessandro Bisato metta sul tavolo, dopo l’esito disastroso delle ultime regionali, le sue dimissioni e pure a Vicenza c’è chi ha deciso di fare altrettanto. Anche se nel caso di Federico Formisano, attuale numero uno dei dem della città, la decisione non è legata all’andamento delle urne ma è stata maturata nei mesi scorsi. Prima, per capirci, del peggior risultato di sempre incassato del centrosinistra alle elezioni regionali. «Già da tempo – spiega infatti Formisano – avevo an-

ds: admvi

nunciato che avrei considerato concluso il mio compito di segretario dopo le elezioni e giorni fa ho formalizzato la mia intenzione con una lettera ai componenti dell’esecutivo e ai segretari di circolo». Il motivo? «Sono convinto che il Pd abbia bisogno di una sferzata, di una carica nuova, di una ventata di aria fresca. Per questo, dopo tre anni, ho deciso di passare la mano». Senza fretta. «Lunedì ho convocato un esecutivo e avvieremo una discussione sulle modalità del passaggio. Ci prenderemo il tempo necessario per valutare come arri-

Formisanotraghetterà il partitoaspettandogli sviluppiregionali

vare alla scelta del nuovo segretario». Con Formisano che farà da traghettatore. In attesa anche di capire cosa succederà a livello regionale, dove c’è un terremoto in atto. E diversamente non potrebbe essere. «Non possiamo certo nascondere – dice Formisano – di aver subito una gravissima sconfitta politica, con il Pd ai minimi storici in Veneto e nella nostra provincia». L’unica, parziale, consolazione è il dato dei dem in città: «Nel capoluogo teniamo. Anzi, cresciamo un po’, visto che passiamo dal 18,5 per cento delle regionali 2015 al 20,06 per centro di quest’anno. Il Pd è il primo partito della città: superiamo di due volte i voti ottenuti dalla Lega, di due volte quelli di Fratelli

d’Italia e sono decuplicate le percentuali di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle. Ovviamente fa storia a sé la lista Zaia, che ottiene un risultato assolutamente straordinario, ma che non può essere considerata come un partito politico». Un dato su cui ovviamente incide la marea di voti presa da Giacomo Possamai e che, secondo Formisano, fa ben sperare per il futuro: «In città il risultato di Possamai è notevolissimo: 4277 voti lo pongono chiaramente al primo posto, con quasi quattro volte i voti della Donazzan, del presidente Ciambetti, dell’assessore Giovine e addirittura sei volte i voti del vicesindaco Tosetto e dell’assessore Maino. Riteniamo che questo risultato possa avere riscontri significativi anche nell’ottica delle elezioni amministrative del 2023, quando emergeranno le incertezze e le inconcludenze dell’at-

tuale giunta e potremmo far ripartire un disegno di città più credibile e vicino alla nostra tradizione di buona amministrazione». Si vedrà. Intanto, si guarda all’oggi e nel Pd tira una brutta aria. Con Formisano che porta sul proscenio ciò che dentro il partito pensano un po’ tutti: «Apprezzo lo sforzo di Arturo Lorenzoni, ma la verità è che si è arrivati tardi e male al suo nome. Si sarebbe dovuto fare un percorso per tempo, organizzando anche le primarie, invece non c’è stato coinvolgimento e siamo andati al carro della candidatura di Lorenzoni». Ecco perché, secondo Federico Formisano, la scelta delle dimissioni di Bisato è cosa buona e giusta: «Il partito regionale ha delle responsabilità importanti e, davanti ad un esito del genere, mi pare che le dimissioni siano inevitabili». • RO.LA. © RIPRODUZIONERISERVATA


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.