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IL GIORNALE DI VICENZA
CRONACADIVICENZA
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Giovedì 11 Giugno 2020
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ILCASO. Al centro deldibattito lamodificaalregolamento perl’occupazionedi suolo pubblico
La clausola anti-fascista Bufera dopo l’abolizione Minacce,offeseeveleni L’opposizione:«Lagiuntaèscivolatanellebracciadell’estremadestra» CritichepuredallaCgiledall’Anpi.Fratellid’Italiacantainvecevittoria Roberta Labruna
Il secondo compleanno dell’amministrazione Rucco viene celebrato con l’eliminazione della clausola antifascista. Ma se una parte festeggia, l’altra protesta. E non servono le parole di ieri del sindaco a placare gli animi: «L’ho sempre detto, anche quando ero consigliere di opposizione: questa clausola, inserita nel Cosap, non c’entrava nulla con il regolamento in sé, che è un regolamento tecnico sull’occupazione del suolo pubblico. È stata introdotta nel 2018 e fu una mossa elettorale. Non siamo contro l’antifascismo e in questi 2 anni abbiamo dimostrato con i fatti di essere contro i totalitarismi con una serie di iniziative: dalle pietre d’inciampo, alle lapidi in ricordo dei deportati, passando per la giornata del ricordo e per il 25 aprile. E mi dispiace che ieri in consiglio comunale nessuno si sia interessato della discussione su un regolamento che ha semplificato la vita ai cittadini e ridotto la burocrazia». La decisione è stata presa due giorni fa, quando è stato modificato il regolamento per l’occupazione del suolo pubblico, che vincolava la concessione dell’autorizzazione alla sottoscrizione di ripudio del fascismo. E se è vero che la vecchia formulazione sparisce, viene tolto cioè il richiamo specifico al fascismo, è pur vero che la clausola non sparisce e la nuova versione parla di ripudio a “tutti i totalitarismi”. Ma questo non contribuisce a rendere il calice meno amaro per consiglieri di opposizione, che prendono carta e penna e scrivono una nota
congiunta: «Vicenza ha vissuto una triste pagina della sua storia. L’abolizione della clausola “antifascista” è l’atto che smaschera definitivamente un’amministrazione che si è presentata come civica per poi scivolare sempre più nelle braccia della destra più estrema». Le parole più pesanti sono per il sindaco: «Un atto politico di cui il primo responsabile è il sindaco Rucco: chiuso in un silenzio che non si addice al suo ruolo, ha lasciato spazio alla campagna elettorale di Giovine e ha permesso che in consiglio comunale si lacerasse e screditasse con dichiarazioni che disonorano la città, medaglia d’oro per la guerra di liberazione». Il riferimento all’assessore “civico” Silvio Giovine, artefice della modifica, è alla sua probabile candidatura alla regionali con Fratelli d’Italia. E proprio da FdI arriva il plauso dell’assessore Elena Donazzan: «Sono orgogliosa di Giovine». Mentre l’altra parte del partito, con
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Significa riportareindietro lelancette dell’orologio aunpassato cupoeviolento
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Decisione cattivache rappresenta unacesura inqualchemodo definitiva
in testa l’ex coordinatore provinciale Vincenzo Forte, rivendica la paternità del risultato: «Nel gennaio 2019 presentammo la proposta di modifica del regolamento chiedendo la cancellazione della clausola. Dopo più di un anno e mezzo, non senza difficoltà, questa battaglia di principio che porta il marchio di FdI è stata vinta». Ma non tutti brindano. Per il candidato presidente del centrosinistra alla prossime regionali Arturo Lorenzoni «è stata presa una decisione pericolosa». E pure il Pd attacca: «Significa riportare indietro le lancette a un passato cupo e violento. Solo lo scorso 25 aprile – spiega la segretaria Chiara Luisetto – il lancio di una molotov ha colpito la nostra sede, pochi mesi fa eravamo a Torrebelvicino a manifestare contro scritte ignobili, e ora proprio da una città decorata arriva questa beffa». Anche l’ex capogruppo del Pd Giacomo Possamai prende posizione: «Non posso tacere su ciò che è successo, non solo per storia personale e politica, ma anche perché quella clausola è nata da una mozione che abbiamo presentato insieme a Sandro Pupillo. Fra 4 anni – assicura – sarà il centenario dall’uccisione di Giacomo Matteotti: faremo tutto il possibile perché quell’anniversario sia festeggiato degnamente». E se per il segretario della Cgil Giampaolo Zanni «il sindaco e la sua maggioranza hanno scritto una pagina nera nella vita della città», per il presidente dell’Anpi Gigi Poletto «è un provvedimento gravissimo, profondamente cattivo e rappresenta una cesura in qualche modo definitiva». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Lapolemica
Colombara eilpostsocial «Nonèmio» «Haivisto cosa hascritto Colombara?».Ierimattina a circolareneicorridoi èstata questadomanda.Con relativa fotodiunpost,diquesto tenore:«Avoltemi vien perfino dapensareche unabriciola di colpal’abbia avutaancheuna certaResistenza, per nonaver portatofino infondo “il compito”chela storiale aveva assegnato».Parolepesanti. Tantocheanche ilsindaco, sollecitatodai giornalisti,le commentaindignato.Peccato chequelleparole nonsiano del consigliereRaffaele Colombara,masi trovassero trai commentia un suo poste chequalcunoabbiapensato di veicolareunafotoartefatta perfar passarele dichiarazioni persue. «Sono stato coinvolto inunfalsoscreenshot divulgatocon loscopo di attribuirmidichiarazioninon mie.Nello smentire categoricamentele affermazioniattribuitemi – diceColombara– informo di averdato mandato almio legaleperla miatutela. Informoanche checon ogni probabilitàèstato individuato l’autoredelfalso, neicui confrontiprocederò. Spiace constatarecomeil sindaco si sialasciato andare a espressioninoncerto lusinghiereneimiei confronti, senzaprima accertarela veridicitàdellafonte. Superficialitàdicui dovrà rendereconto». RO.LA.
Uncartelloall’ingressodellacittà ricordalemedaglie d’oroper ilRisorgimentoe laResistenza. COLORFOTO
IL COMMENTO. Sarebbe bastato chiedere un’adesione alla Costituzione
Noneraquestalapriorità perfareripartireVicenza Ilvoto èarrivato allavigilia del10giugno, in tempo perricordareMatteotti ela dichiarazionediguerra
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inisce com’era iniziata: rossi contro neri, muro contro muro. La storia della clausola anti-fascista inizia due anni fa, nel 2018, alla vigilia del voto che avrebbe incoronato sindaco Francesco Rucco. Proprio nel giorno in cui la Cassazione sdoganava il saluto romano «a fini commemorativi» e dopo un sabato ad alta tensione con il centro storico ostaggio di manifestazioni di estrema destra e contromanifestazioni dei centri sociali, il centrosinistra sparò il colpo di cannone che diede il via alla campagna elettorale: in una articolata manovra che introduceva modifiche e novità nel regolamento per la concessione degli spazi pubblici, l’allo-
Iconsiglieri comunali collegati daremoto. ARCHIVIO
ra sindaco Achille Variati fece inserire anche la clausola anti-fascista. Occhio, perché non è solo una norma dedicata a mercati e mercatini, come si potrebbe pensare o come si vorrebbe far credere: per l’occupazione di suolo pubblico devono passare anche i partiti per allestire i palchi dei comizi o i gazebo dei volantinaggi. Due anni dopo
quella norma viene modificata togliendo la specificità italiana del fascismo e ampliandola a un generico ripudio di tutti i totalitarismi. Accade su spinta di un partito, Fratelli d’Italia, che nel 2018 non era nemmeno riuscito a raccogliere un sufficiente numero di voti per sedersi in sala Bernarda e che ora detta l’agenda della giunta Rucco. Ac-
to che la giornata divenne, per volontà del consiglio comunale, ricorrenza ufficiale. Da Monte Berico vogliamo ripartire oggi per restituire al 10 giugno il suo significato autentico e profondo di anniversario di una delle pagine di storia della città più gloriose mai scritte dai vicentini, tappa fondamentale nello sviluppo di una coscienza civica fondata sul senso di appartenenza ad una comunità che merita di essere orgogliosa del proprio passato». Il sindaco ha spiegato: «È stato un momento emozionante in ricordo di chi ha combattuto per la libertà di Vicenza e ha resistito per lunghe giornate contro un’invasione straniera. È una commemorazione che ritorna e viene distinta
dalla festa della polizia locale. Abbiamo deciso di dare più spazio ai due eventi. C’è la possibilità di una cerimonia più vasta, è una ricorrenza che va valorizzata quanto le celebrazioni per la medaglia d’oro per la Resistenza». Il 10 giugno è la data di una sconfitta dopo una strenua difesa, ma anche il giorno in cui i vicentini hanno dimostrato un valore fuori dal comune. Gli austriaci riuscirono a conquistare Monte Berico e bombardarono la città. I difensori si arresero per evitare che venisse rasa al suolo. Una capitolazione, al termine di una giornata eroica, considerata fonte di orgoglio e rimasta impressa nella storia del Risorgimento. • K.Z.
LARICORRENZA. Lacerimonia, purcondizionata dall’emergenzacoronavirus, siè tenutanel piazzale aMonte Berico
La prima medaglia d’oro merita una festa Rucco:«Imoti delRisorgimento daricordare come laResistenza» Ritorna il 10 giugno, una data per celebrare la prima medaglia d’oro al valore militare di Vicenza. Quest’anno il Covid ha costretto a un revival in forma ridotta, ma l’idea è quella di ampliare la cerimonia e tornare ai vecchi fasti. Fino agli anni ‘50 del secolo scorso la difesa della città contro gli austriaci nel 1848 veniva salutata con un pellegrinaggio da piazza dei Signori a Monte Berico: «È un mo-
ds: rola
mento che va valorizzato tanto quanto quello in cui si celebra la medaglia d’oro per la Resistenza», ha spiegato il sindaco Francesco Rucco. L’appuntamento per il 172° anniversario, ieri mattina, era alle 10 davanti al monumento del Genio dell’indipendenza nel piazzale della Vittoria. Assieme a Rucco, il viceprefetto vicario Renata Carletti, il presidente del consiglio comunale, i comandanti
Ilsindaco Rucco e lealtreautorità a MonteBerico. COLORFOTO
della caserma Ederle, i presidenti di Assoarma e della Confederazione tra le associazioni combattentistiche. La breve cerimonia ha visto la deposizione di una corona d’alloro, seguita da un attimo di raccoglimento. «Fin da subito, la data del 10 giugno divenne per la città l’occasione per celebrare, prima clandestinamente, poi ufficialmente, una pagina gloriosa della propria storia per l’eroismo dei difensori e la tenacia dei vicentini – scrive il sindaco nell’intervento ufficiale -. Fu solo dal 1867, dopo l’unità d’Italia e l’annessione del Vene-
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