Obiettivo crescita n1

Via C. Pisacane 1 - 20016 Pero (MI) - Spedizione con tariffa Posta Target Magazine - Conv. naz./304/2008 del 1° giugno 2008

ObiettivoCrescita Obiettivo

INDUSTRIA & SERVIZI

RIPRENDIAMOCI I

CERVELLI! Tutti i provvedimenti di legge che agevolano il rimpatrio

Anno 1 Numero 1 Aprile 2013 n

n

Dove crescere Le opportunità che offrono Brasile e Tunisia

MADE IN ITALY

ottimizzazione risorse

Le case history più interessanti delle aziende che esportano idee, esperienza, cultura manageriale e modelli di business originali

Come governare le aziende in una congiuntura economica sfavorevole.

Tutti i segreti e le soluzioni nelle parole dei maggiori esperti

Primo piano

Ottimizzazione risorse

6 Riprendiamoci i cervelli!

DOVE crescere

12 Brasile: sole, oceano, natura industria e imprese

36 Imprese familiari: le tre regole per internazionalizzare

38 Hiskill, i segreti per migliorare

42 Cedacri, l’outsourcing rende

e crescere

banche e aziende più efficienti

16 Tunisia. Giovani,

competenze e tecnologie

pianeta italia

20

Da Brescia un “ponte” verso nuovi mercati

24 Regione Piemonte: a fianco delle imprese verso i mercati esteri

26 In Liguria, i poli tecnologici

ancorati al territorio

44

46 Sistemi, gestire il capitale umano

49 Volantino in veste digitale: non

28 Isokinetic apre la sede a Londra: programmazione e reputazione

32 Satinal, nel vetro un propulsore per aziende di successo

35 Opalite: non è solo per l’arredo bagno

Direttore responsabile Mattia Losi

Via C. Pisacane 1 - 20016 Pero (mI) - Spedizione con tariffa Posta Target magazine - Conv. naz./304/2008 del 1° giugno 2008

ObiettivoCrescita Obiettivo

INDUSTRIA & SERVIZI

RIPRENDIAMOCI I

CERVELLI! Tutti i provvedimenti di legge che agevolano il rimpatrio

Anno 1 numero 1 Aprile 2013 n

n

Dove crescere

MADE IN ITALY

OTTIMIzzAzIONE rIsOrsE

Le case history più interessanti delle aziende che esportano idee, esperienza, cultura manageriale e modelli di business originali

Come governare le aziende in una congiuntura economica sfavorevole.

Tutti i segreti e le soluzioni nelle parole dei maggiori esperti

Le opportunità che offrono Brasile e Tunisia

www.obiettivo-crescita.it info@obiettivo-crescita.it B2B24 Anno 1 - Numero 1 Aprile 2013

4-

Redazione Daniela Dirceo (Responsabile), Luca Moroni, Paola Orecchia Progetto grafico e art direction Nico Chinello Hanno collaborato Emanuele Bruno, Monica Caiti, Monica Cirillo, Antonella Lanfrit, Marcello Lo Vetere, Chiara Marseglia, Mario Leone Piccinni, Gianluigi Torchiani Illustrazione di copertina Maurizio Tacqui Fotografie Fotolia, Thinkstock

Obiettivo Crescita

per dare valore all’azienda

più sfida ma realtà con Maveda

automotive

made in italy

Wolters Kluwer Italia: contenuti professionali online, on permise, in the cloud

Project manager Giorgio Caracciolo Coordinamento Gianmario Pagani Ufficio traffico: Tel. 02 30226060 Stampa: Grafica Veneta S.p.A. - Via Malcanton, 2 35010 Trebaseleghe (PD) Diffusione In direct mailing con Il Sole 24 ORE e in formato digitale in Italia ed Europa Concessionaria per la pubblicità

Via SS. Caboto, 35 - 10129 Torino Tel. 011/503366 - fax 011/501516 www.topcomm.it - info@topcomm.it

50 Al mercato in crisi

serve “una scossa”

55 Fiat: da Grugliasco può ripartire

58 Anfia “Servono strategie

la sfida italiana nel mondo per non restare a piedi”

60 Assistenza assicurata con Mapfre Progetto editoriale Il Sole 24 Ore Business Media Redazione Content Factory Registrazione Tribunale di Milano n. 469 del 6 settembre 2007 Proprietario ed editore Il Sole 24 ORE S.p.A. Sede legale Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano

Sede operativa: Via C. Pisacane, 2 20016 Pero, Milano Tel. +39 02 30221

Informativa ex D. Lgs. 196/2003 (tutela della privacy).

Il Sole 24 ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’art. 24, comma 1, lett. d del D.Lgs n.196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio.

Potrà esercitare i diritti dell’ art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) presso Il Sole 24 ORE S.p.A., Ufficio Diffusione c/o la sede di via Carlo Pisacane, 1 - 20016 Pero (Milano). Gli

Aprile 2013

APRILE 2013

sOmmAriO

L’Italia ha il dovere di crescere

EnErGiA

62 In Italia cresce

l’efficienza energetica

64 Termoindustriale e il settore del

65 Quotidia propone il fotovoltaico

66 Mace all’estero con i trasformatori

termodinamico a noleggio

di potenza ad alta tensione

EnOGAstrOnOmiA

68 Expo 2015: un’occasione per il rilancio dell’Italia 72 Il sapore internazionale di Saclà

73 Pastificio Rey: qualità da esportare WEllnEss & BEAuty

74 Con Collistar la bellezza

italiana conquista il mondo

turismO

76 Nuove sinergie per battere la crisi da Confindustria Nord Sardegna

78 Delphina: espansione costruita

sull’unicità dell’offerta

81 Gnammo, la piattaforma

articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

Tutti i diritti sono riservati; nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore. L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio Privacy, Via Carlo Pisacane, 1 20116 Pero (Milano): I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati alle società di Gruppo 24 ORE per il perseguimento delle

Aprile 2013

medesime finalità della raccolta, a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale.

Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio della attività giornalistica”.

“La società Il Sole 24 ORE S.p.A., editore della rivista Obiettivo Crescita rende noto al pubblico che esistono banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali. Il luogo dove è possibile esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati personali, presso il coordinamento delle segreterie redazionali (fax 02 3022.6191)”.

L’

obiettivo di questa nuova pubblicazione del Gruppo 24 Ore è chiaro: parlare di crescita e di aziende. Una crescita che già diverse realtà italiane stanno realizzando, soprattutto se pensiamo a quelle in grado di espandersi ed esportare i propri prodotti e knowhow nel mondo, ma che rappresenta un obiettivo che troppe altre non riescono a raggiungere, spesso frenate dalla crisi del mercato interno, dalle pastoie burocratiche, da un costo dell’energia troppo alto e dalla zavorra della tassazione che lo Stato impone senza dare in cambio servizi efficienti, per non parlare del ritardo cronico nei pagamenti.

L’Italia ha il dovere di crescere e il titolo che abbiamo scelto per la copertina è il nostro punto di partenza: il sistema universitario infatti forma eccellenti ricercatori che regaliamo ai paesi esteri.

“Riprendiamoci i cervelli” è un imperativo per rendere ancora di più il nostro Sistema Paese competitivo, perché è spesso dalla ricerca che si sprigiona l’innovazione necessaria alle aziende.

Non c’è dubbio che l’internazionalizzazione sia una strada da seguire, ecco perché abbiamo scelto di focalizzare l’attenzione sulle opportunità di crescita che offrono i paesi esteri: in questo primo numero usciamo dall’Europa e parliamo del Brasile e della Tunisia, con un taglio pratico e di servizio. Analizziamo a questo proposito anche le opportunità che alcune amministrazioni locali mettono a disposizione per accompagnare le aziende del territorio nei mercati esteri.

Chiudiamo citando i casi pratici di aziende che esportano il made in Italy nel mondo e che diventano così stimolo per gli imprenditori che vogliono provarci, mentre assumono un ruolo sempre più rilevante le società di consulenza che lavorano per ottimizzare i processi e le risorse, per permettere alle aziende di gestire al meglio il cambiamento a cui sono chiamate.

La Redazione

Obiettivo Crescita

-5

In dieci anni

68mila

neolaureati hanno lasciato il Paese: la loro

finanziamenti di 1 anno a università e ricerca. Nel 2011 i giovani dottori che hanno

Riprendiamo S

i chiama brain drain ed è l’abbandono di un paese a favore di un altro da parte di professionisti o persone con un alto livello di istruzione, generalmente in seguito all’offerta di condizioni migliori di paga o di vita. Una vera emorragia, che ha ormai assunto una certa evidenza se si è intervenuti con un decreto governativo che agevoli il rientro di 24 “cervelli” e con una legge che permette incentivi fiscali a quei lavoratori che decidono di rientrare in Italia. Ma osserviamo il fenomeno da vicino.

Colpevolmente sottovalutato dalla politica, il fenomeno del brain drain si palesa come il sintomo più grave ed evidente del male che affligge la capacità di innovazione e il sistema della ricerca oggi nel nostro Paese. Ma forse non tutti sanno che ci sono alcuni provvedimenti che agevolano il rimpatrio. Vediamo quali sono di Mario Leone Piccinni Ten. Colonnello GdF

6-

Obiettivo Crescita

la nuova emigrazione La nuova emigrazione professionale è qualcosa di molto distante e differente dagli esodi e dalle migrazioni di massa dell’inizio del secolo che le immagini dei libri di storia ci hanno tramandato: oggi i migranti sono per lo più giovani laureati, iperspecializzati e in possesso di elevata qualificazione professionale, che non portano con sé valige legate con le corde, ma valigette contenenti certificazioni, attestati, lauree, master. Giovani pronti ad adeguarsi alla regola della tanto decantata globalizzazione, disposti a lasciare l’Italia alla ricerca di una vita migliore, fatta di prospettive e di contratti certi.

I circa trentamila tra ricercatori, medici, ingegneri, professori universitari, scienziati, manager, imprenditori di età compresa tra i 20 e i 40 anni, che ogni anno lasciano la Penisola per lasciarsi alle spalle situazioni di precarietà, si dirigono principalmente in Germania (3.549), Gran Bretagna (3.366), Svizze-

Aprile 2013

cover story

PRIMO PIANO

8,5

formazione è costata abbandonato l’Italia

miliardi di euro, sono stati il

quanto i

27,6%: erano l’11,9% nel 2002 Fonte: Istat

ci i cervelli!­ ra (3.118); tra i Paesi oltreoceano figurano Stati Uniti, Argentina, Brasile, Cina, ­Australia, Canada.

Secondo l’Istat (Istituto Nazionale di Statistica), negli ultimi dieci anni, il numero di laureati che ha lasciato l’Italia sarebbe addirittura triplicato, ma l’Istituto ha comunque rimarcato come “si sia modificata la distribuzione dei flussi in uscita rispetto al titolo di studio posseduto: la quota di laureati passa dall’11,9% del 2002 al 27,6% del 2011, mentre la quota di emigrati con titolo fino alla licenza media passa dal 51% al 37,9%”.

Da un punto di vista prettamente economico e con riferimento agli ultimi vent’anni, l’incessante fuga di cervelli avrebbe comportato per l’Italia, secondo dati Icom (Istituto per la competitività), una perdita di quasi 4 miliardi di euro. Sempre secondo lo stesso studio, il 35% dei 500 migliori ricercatori ita-

liani nei principali settori di ricerca avrebbe già abbandonato il Paese per trasferirsi all’estero, ma qualora si considerino i primi 100, ad essere emigrato è addirittura la metà.

Una recente indagine eseguita dal Cnr (Centro Nazionale delle Ricerche sulla Popolazione) sui ricercatori italiani espatriati, conferma che si tratta in maggior numero di giovani (anche se non più giovanissimi), all’estero da più di 10 anni (ma nei due terzi dei casi ancora in possesso di cittadinanza italiana), impegnati principalmente nel campo scientifico e stabilitisi in Paesi esteri per aver trovato una maggiore gratificazione professionale, le attrezzature indispensabili e i

>

Talenti, welcome Incentivi fissi e variabilità: condizioni, limiti e benefici nel caso il destinatario sia una donna

Aprile 2013

I

l credito di imposta viene erogato all’avvio dell’attività imprenditoriale o di lavoro autonomo in Italia tramite un incentivo fisso pari a 12.000 euro per ogni annualità di corso universitario sostenuto, elevabile a

18.000 euro per le donne, ovvero un incentivo variabile, pari al 30% dell’ammontare dei costi sostenuti per investimenti in beni materiali e immateriali, destinati a strutture produttive ubicate in Italia. L’incentivo variabile

sale al 45% se il beneficiario è una donna o se l’investimento è realizzato nel Sud Italia. Qualora queste due condizioni dovessero coesistere, il beneficio è aumentato al 60%. Sono inoltre previste ulteriori agevolazioni.

Obiettivo Crescita

-7

Scudo fiscale Nord-Sud Quali i beneficiari?

Ecco i dettagli per categorie di soggetti Il provvedimento identifica i beneficiari nelle seguenti categorie di soggetti: ✔ cittadini italiani nati dopo il 1° gennaio 1969 nelle regioni Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Abruzzo o Molise, in possesso di un titolo di laurea e che abbiano svolto continuativamente un’attività di lavoro dipendente, di lavoro

autonomo o di impresa nelle regioni del Centro-Nord Italia negli ultimi ventiquattro mesi o più, che decidono di tornare al Sud per essere assunti come dipendenti o per esercitare un’attività d’impresa o di lavoro autonomo e ivi trasferiscano il proprio domicilio entro tre mesi dall’avvio dell’attività o dell’assunzione; ✔ cittadini italiani nati dopo il 1° gennaio 1969 nelle regioni Calabria, Cam-

fondi necessari a sviluppare le proprie attività.

Stiamo quindi assistendo a un incessante impoverimento di capitale umano e ad una emorragia di cervelli in favore di competitor economici, istituzionali e imprenditoriali.

Va tenuto altresì conto che, secondo stime recenti Istat, nel nostro Paese la spesa sostenuta dalla collettività per far arrivare un giovane al titolo di studio universitario ammonta a circa 124mila euro, motivo per il quale i Paesi che accolgono i talenti italiani acquisiscono competenze ed eccellenze “a costo zero”, non avendo speso nulla per la loro formazione.

Si consideri, inoltre, che l’istruzione universitaria e post-universitaria dei talenti emigranti è molto spesso stata anche sovvenzionata dallo Stato e dalle Università con borse di dottorato e post-dottorato.

Sono invece ben otto le scoperte che ricercatori italiani nel 2011 hanno depositato all’estero come au-

pania, Puglia, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Abruzzo o Molise, che abbiano svolto continuativamente un’attività di studio nelle regioni del Centro-Nord Italia negli ultimi ventiquattro mesi o più, acquisendo un titolo di laurea o una specializzazione post-lauream, i quali vengono assunti o decidono di esercitare un’attività d’impresa o di lavoro autonomo nel Mezzogiorno italiano e ivi trasferiscono il proprio domicilio entro tre mesi dall’as-

sunzione o dall’avvio dell’attività; ✔ imprese e titolari di partita Iva ubicate nelle regioni del Mezzogiorno, che assumono i soggetti sopra individuati. Gli incentivi si applicano sotto forma di riduzione del reddito imponibile. In particolare, i redditi da lavoro dipendente, d’impresa e di lavoro autonomo, percepiti da coloro che ritornano, sono imponibili in misura ridotta secondo le seguenti percentuali: • 20% per le lavoratrici; • 30% per i lavoratori.

tori principali; per quanto attiene ai brevetti, sono 66 quelli cui hanno contribuito i cervelli italiani emigrati come membri di vari team di ricerca. Per l’Italia, nel caso in esame, si deve quindi parlare di fuga di cervelli e di migrazione di capitale umano altamente qualificato, una fuoriuscita fortemente sbilanciata in una sola direzione e che costituisce una perdita di risorse umane per il Paese di origine.

Peraltro, le innovazioni create all’estero dai cervelli in fuga costituiranno dote dei Paesi in cui sono state concretizzate e da cui il Paese d’origine dovrà eventualmente ricomprarle.

Ma per l’Italia la perdita di talenti sarebbe relativa in particolar modo alla ricerca universitaria, come noto uno tra i settori con le più alte barriere all’ingresso e al cui interno nepotismo e baronismo sono purtroppo fenomeni profondamente diffusi e dannosi per l’intero comparto. Ogni anno il nostro Paese

L’appello dei rettori in sei punti deFisCAlizzAzione Defiscalizzare tasse e contributi universitari per scongiurare l’abbandono dell’università a causa della crisi

1

8-

Obiettivo Crescita

Borse di studio Assicurare la copertura totale delle borse di studio erogate da Regioni e Atenei per garantire la formazione e la mobilità

2

ABBAttimento irAp Abbattere l’Irap sulle borse post-lauream e defiscalizzare gli investimenti delle imprese in ricerca in settori hi-technology

3

Aprile 2013

cover story

PRIMO PIANO

sforna più di 4.000 dottori di ricerca: si tratta di laureati brillanti, vincitori di concorsi e di borse di studio almeno triennali, in possesso di curriculum e pubblicazioni importanti, che hanno conseguito una “iper specializzazione” attraverso anni di studio, di lavoro e di ricerca arrivando a conquistare il più alto titolo di studio conferito dallo Stato italiano. Sono talenti che molto spesso restano impantanati nel guado del precariato universitario riuscendo, al massimo, a vivere per anni di sole borse post-dottorato.

E non si tratta di fisiologica mobilità, dal momento che non vi è traccia di compensazione dell’emigrazione dei cervelli dal nostro Paese con un flusso bilanciato di personale qualificato che si trasferisce in Italia da altri Stati.

Si tratta, evidentemente, di un danno economico

cui si associa anche la perdita di competitività del sistema produttivo nazionale, che per tale circostanza è costretto a fare a meno dei suoi cittadini professionalmente e tecnicamente più validi.

Freniamo l’emorragia Per porre un freno all’emorragia, recentemente il ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca Francesco Profumo ha firmato un decreto ministeriale che prevede lo stanziamento di 5 milioni di euro per il rientro di 24 “cervelli” dall’estero. Si tratta di un’iniziativa rivolta a dottori di ricerca, italiani e stranieri, che abbiano conseguito il titolo da non più di 6 anni e siano impegnati stabilmente all’estero in attività di ricerca o didattica da almeno 3 anni. Al termine dei tre anni, il ricercatore, qualora in posses-

>

9,2%

stati uniti

6,3% europa

3,8%

I ricercatori

italia

A confronto le percentuali del numero di ricercatori rispetto alla forza lavoro in Italia, nell’intero Vecchio Continente e negli Stati Uniti

Fonte: Istat

Finanziamenti Finanziare posti di ricercatore da destinare ad almeno il 10% dei dottori di ricerca e togliere i vincoli al turnover

4

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Autonomia Restituire l’autonomia responsabile all’università per valorizzare le scelte di qualità e le vocazioni dei differenti atenei

5

Fondi Incrementare i fondi per l’università all’1% del Pil innalzando la premialità fino al 50% per ridare slancio agli atenei

6

Obiettivo Crescita

-9

Learn and back

I

soggetti beneficiari vengono individuati nei cittadini comunitari che: • siano in possesso di diploma di laurea specialistica o equivalente; • frequentino, al di fuori del proprio Paese d’origine e fuori dall’Italia, corsi organizzatati da università o enti internazionalmente riconosciuti e senza scopo di lucro, per un periodo di almeno 6 mesi, anche non continuativi; • entro tre mesi dal termine del corso, confermino o trasferiscano residenza e domicilio in Italia.

Gli incentivi dovrebbero applicarsi sotto forma di riduzione del reddito imponibile.

In particolare, i redditi da lavoro percepiti da coloro che rientrano sono imponibili in misura ridotta secondo le seguenti percentuali: • 20% per le lavoratrici; • 30% per i lavoratori.

Il diritto di fruire della riduzione decade se il soggetto trasferisce la sua residenza e/o il suo domicilio all’estero prima del decorso di tre anni dalla prima fruizione del beneficio.

Requisiti per l’accesso agli incentivi Cittadinanza

residenza in italia

età

È necessario essere citadini europei

Per almeno 24 medi consecutivi

Nati dopo il 1° gennaio 1969

so dell’abilitazione scientifica nazionale e in caso di stima positiva del lavoro effettuato da parte dell’ateneo, potrà essere inquadrato nel ruolo di professore associato.

Una goccia nell’oceano: i talenti non scappano o ritornano con la promessa di uno stipendio a termine. Le eccellenze italiche vanno piuttosto convinte che l’Italia ha intrapreso realmente la strada delle riforme e può divenire un luogo ove è possibile trovare un lavoro corrispondente alle professionalità maturate e con livelli retributivi adeguati: un Paese in cui le competenze dei singoli vengano legittimamente riconosciute materialmente e moralmente. Si è quindi deciso di intervenire sulla materia con la legge 238/2010, “Incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia”, che ha determinato l’entrata in vigore di un nuovo regime fiscale agevolato in favore di coloro che intraprendono un’attività lavorativa (anche autonoma) o imprenditoriale in Italia, dopo aver lavorato o studiato all’estero. Il definitivo via libera all’applicabilità del provvedimento è stato quindi sancito dal 10 -

Obiettivo Crescita

decreto del ministero dell’Economia datato 3 ­giugno 2011. L’intervento legislativo, denominato “Progetto Controesodo - Talenti in movimento”, ha il precipuo intento di fermare l’impoverimento accademico, scientifico-culturale dell’Italia e fa parte di un più ampio progetto strutturato su ulteriori quattro disegni di legge:

Glossario Brain drain l’abbandono di un paese a favore di un altro da parte di professionisti o persone con alto livello di istruzione, generalmente in seguito all’offerta di condizioni migliori di paga o di vita.

Brain circulation la circolazione dei cervelli per

la quale l’estero rappresenta una tappa del percorso formativo di un giovane, ma non ne costituisce la destinazione finale. Si tratta di un percorso mirato a completare gli studi, perfezionarsi e trovare eventuali prime occupazioni, per poi tornare in patria e

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cover story

PRIMO PIANO

“Investimenti Italians”, incentivi per gli investimenti in Italia da parte di cittadini italiani residenti all’estero, sotto forma di credito di imposta nel caso in cui questi ultimi dovessero intraprendere un’attività nel Paese d’origine; “Talenti, welcome”, provvedimento per attirare in Italia giovani talenti stranieri di ogni nazionalità nati dopo il 1˚ gennaio 1989 e residenti all’estero da più di 2 anni, che abbiano completato in Italia un intero corso di laurea universitaria, con un punteggio non

studenti Anche se residenti nel Paese d’origine per poter accedere ai benefici di legge, gli studenti devono aver svolto continuativamente attività di studio all’estero (fuori dal proprio paese o dall’Italia) negli ultimi 24 mesi o per un periodo anche più prolungato, conseguendo un titoli di laurea o una specializzazione post-lauream

inferiore a 105/110 e abbiano poi avviato nel nostro Paese un’attività imprenditoriale o di lavoro autonomo; gli incentivi consistono in un beneficio fiscale fruibile sotto forma di credito d’imposta; “Scudo fiscale Nord Sud”, incentivi fiscali per favorire il rientro dal Nord al Sud Italia di italiani under 40, per avviare un’attività di impresa, di lavoro autonomo o per essere assunti come dipendenti; “Learn and back”, agevolazioni fiscali per chi investe in formazione qualificata, stage e tirocini all’estero per poi tornare in Italia; lo scopo è incentivare, attraverso una riduzione del reddito imponibile, le spese sostenute per frequentare corsi post-lauream all’estero, la formazione specialistica dei giovani fuori dal nostro Paese e il successivo rientro lavorativo in ­Italia.

rientro in italia Per accedere ai benefici di legge, i soggetti interessati devono essere assunti o avviare un’attività di impresa o lavoro autonomo in Italia e trasferirvi, entro tre mesi dall’assunzione o avvio dell’attività, il domicilio e la residenza

Lavoratori o imprenditori Per accedere ai benefici di legge, gli imprenditori e i lavoratori devono essere in possesso di laurea e, sebbene residenti nel paese d’origine, devono aver svolto continuativamente un’attività di impresa all’estero (fuori dal proprio paese o dall’Italia) negli ultimi 24 mesi o per un periodo anche più prolungato

mettere a frutto le esperienze ­accumulate.

Brain waste lo spreco di cervelli, circostanza con cui si fa riferimento a un’emigrazione occupazionale e non fisica, in virtù della quale personale altamente qualificato viene impiegato in ruoli e

Aprile 2013

mansioni che non richiedono l’applicazione delle competenze per cui esso ha studiato.

Brain exchange ovvero paritario “scambio di cervelli” e di risorse intellettuali tra un Paese e l’altro, con uno spostamento equilibrato dei talenti.

Finalità della Legge 238/2010 è quindi ampliare lo sviluppo del Paese attraverso la valorizzazione delle competenze maturate dai cittadini dell’Ue che hanno risieduto in Italia, per almeno 24 mesi continuativi e che, a seguito di studio o lavoro all’estero, decidono di fare ritorno in Italia.

In aggiunta alla minore tassazione, la legge 238/2010 prevede ulteriori agevolazioni come la possibilità di avvalersi, per la preparazione delle pratiche di “rientro”, della consulenza gratuita degli uffici consolari all’estero e di Italia Lavoro spa.

Obiettivo del Governo è, inoltre, dare impulso alla stipula di accordi bilaterali con gli Stati esteri di provenienza dei lavoratori per riconoscere ai medesimi il diritto alla totalizzazione dei contributi versati a forme di previdenza estere con quelli versati a forme di previdenza nazionale. Chi decide di rientrare in Italia potrà godere, infine, dell’assegnazione in godimento o locazione da parte della Regione di residenza, di abitazioni di edilizia residenziale pubblica per uso abitativo.

Obiettivo Crescita

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B R A S I L E , G L I E S P E R T I I L L U S T R A N O I S E T TO R I A M AG G I O R S V I L U P P O

Sole, oceano, natura industria e imprese

“I

**

3,6 * 3,2

3,0

3,9

Il Pil - Valore %

2011

2012

2013 Fonte: Ccib

Previsioni Pil 2013: * Fmi **Banco Central do Brasil

Nazione “giovane” (il 30% degli abitanti ha meno di 30 anni), il Brasile ha un Pil in costante crescita.

E il governo federale spinge sulle infrastrutture.

Le Pmi italiane posso fare la loro parte anche qui d i M a r c e l l o L o Ve t e r e

* Previsioni

Nel 2012 il Pil è stato di 4,403 trilioni di R$ (circa 1,761 trilioni di €): in crescita del 0,9% rispetto al 2011.

l Brasile non è un Paese per microimprese italiane. Ma le Pmi con tecnologie e know-how nella meccanica di precisione, come nella chimica o nella lavorazione della plastica, hanno grandi opportunità. Anche le tecnologie per la lavorazione di graniti, marmi e pietre ornamentali favoriscono partnership e insediamenti di imprese italiane”. Lo afferma al telefono, parlando dalla capitale Brasilia, Luciano Feletto: presidente della Camera di Commercio italo brasiliana di Milano dal 1996.

Chi si gioca bene le sue carte potrà puntare a grandi opportunità di crescita. Lo testimoniano il Pil (grafico a sinistra) ma anche le caratteristiche demografiche I (come illustrato nel riquadro LA NAZIONE IN SINTES nella pagina a destra).

Superficie: 8.547.393 kmq Autonomo dal punto di vi62 Popolazione: 186.770.5 sta petrolifero, il Brasile è anDensità: 20 ab./kmq Lingua: Por toghese che il primo produttore al Capitale: Brasilia tiva era Fed mondo di biocombustibili. lica ubb Rep ale: Forma istituzion e Onu Gli investimenti qui sono Membro di: Mercosur Oas euro*) Unità Monetaria: Real (0,39 a tutto campo. Per esempio suddiviso in 100 centavos a l’Espírito Santo (uno dei 26 sili Bra rno: gove Sede di Protestanti (19%) Stati della Repubblica fedeReligione: Cattolica (70%), rale brasiliana) ha previsto Settori emergenti cialità), chimica, stanziamenti per 190 miMeccanica (tutte le spe rmi, aerospazio lavorazioni plastica, ma liardi di dollari nel Paese a ian per lo sviluppo del settore ital ua ling in i Contatti util a o Comercio oil&gas fino al 2019. “FiIce - Instituto Italiano Par ção de mo Exterior - Dep. para a Pro da Itália nanzieranno prospezioa xad Intercâmbios da Embai - c/o Consolato ni sottomarine non invaAV. Paulista, 1971 - 3° Andar generale d’Italia S. Paolo sive fino a 7 mila metri”, (SP) 01311-300 Sao Paulo brasile/ufficio.htm dice Feletto, “e realizwww.ice.gov.it/paesi/america/ E-mail: sanpaolo@ice.it 21487251 11 ) zeranno insediamen(+55 Fax: 50 872 214 Tel.: (+55) 11 ra, ilei ti produttivi generando ras o-B Ital io érc Câmara de Com Milano un indotto notevole: Via della Moscova, 3 - 20121 www.ccib.it E-mail: camera@ccib.it Tel.: 02 6552044 - 6570803

12 -

Obiettivo Crescita

o 2013 *= Cambio aggiornato al 15 marz

Aprile 2013

Courtesy of Visitbrasil

opportunità

DOVE CRESCERE

La capitale federale Brasilia: la cattedrale “Nossa Senhora Aparecida Catedral”

dalle valvole per le raffinerie, alle tecnologie per la gestione, fino alle pitture non inquinanti. La richiesta di forniture specifiche è in aumento”.

Da costruire è anche il rapporto con il distretto industriale dell’aerospazio, in particolare con l’Embraer. “È una delle più grandi imprese a livello mondiale”, afferma Giovanni Sacchi, Direttore dell’Ufficio dell’Ice - Istituto per il Commercio Estero di San Paolo. “Circa il 90% delle imprese della filiera produttiva sono nella regione di San José dos Campos, tra San Paolo e Rio de Janeiro”. E grazie alla Missione di Sistema svoltasi dal 21 al 25 maggio scorso, i rappresentanti delle imprese e di 16 regioni italiane, sono entrate in contatto con quelle realtà. L’iniziativa è stata organizzata dal ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con l’Ice - Istituto per il Commercio Estero di San Paolo e le Regioni italiane, con il supporto del Sistema Camerale. Oltre al settore aerospaziale la Missione ha favorito contatti per entrare in contatto con realtà plurisettoriali: Aereospazio, Agroalimentare, Agroindustria, Automotive, Contract, Edilizia, Energie, Housing sociale, Legno - Arredo, Logistica, Meccanica, Nautica e Sistema Moda.

Nell’occasione Paulo Skaf, Presidente Fiesp - Federazione delle Industrie dello Stato di San Paolo, si è impegnato a “offrire il massimo supporto agli imprenditori italiani presenti e a quelli che parteciperanno alle future missioni in Brasile”.

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Aprile 2013

A sinistra: Luciano Feletto, presidente della Camera di Commercio italo brasiliana (Ccib).

A destra: Giovanni Sacchi, ex direttore Ice a San Paolo

Giovani e infrastrutture

G

rande 8,5 milioni di km2 (28 volte l’Italia), la Repubblica Federale del Brasile è formata da 26 Stati. Conta circa 193 milioni di abitanti con una densità di 20 persone per km2 (191 in Italia).

Ma, soprattutto, è una Nazione giovane: solo l’8% della popolazione ha più di 65 anni e il 30% ha meno di 14 anni. Autonomo dal punto

di vista petrolifero dal 2006 (e con riserve pari a quelle dell’Arabia Saudita), è anche il primo produttore al mondo di biocombustibili. è forte anche di un pil in crescita (secondo la Fmi il 2013 sarà a + 3,65 sebbene il Banco Central do Brasil lo riveda più cautamente al 3,2%).

E rilulta una nazione in crescita sotto ogni aspetto: dai servizi alle infrastrutture.

Obiettivo Crescita

- 13

opportunità

DOVE CRESCERE

C

i sono 350 mila euro a disposizione per organizzare “missioni di abbinamento di imprese” all’estero. I fondi, espressamente rivolti all’internazionalizzazione delle Pmi attraverso i cluster, sono stanziati dalla Commissione europea con un bando di gara che scade il 30 aprile. L’oggetto del contratto

consiste nell’organizzazione, preparazione e sostegno a cinque missioni da organizzare tra il 2014 e il 2015 per favorire l’unione di imprese e sviluppare sinergie produttive e commerciali. Le attività dovranno rientrare in quelle previste nel Programma per la competitività e l’innovazione (Cip).

Courtesy of Visitbrasil

Commissione europea, 350 mila euro alle Pmi

Avviso di gara su: http://ted.europa.eu/udl?uri=TED:NOTICE:73103-2013:TEXT:EN:HTML&tabId=1 Commissione europea, direzione generale per le Imprese e l’industria avenue d’Auderghem, 45. All’attenzione del direttore, signora Joanna Drake 1049 Bruxelles - Belgio

Courtesy of Visitbrasil

Modalità di apertura delle offerte e luogo 17 maggio 2013 alle h. 14 presso la Commissione europea, DG Imprese e industria, avenue d’Auderghem 45, sala BREY 06/006, 1049 Bruxelles - Belgio.

A San Paolo le due maggiori borse dell’America Latina: la Bovespa (Bôlsa de Valores de São Paulo) e la Bmf (Bôlsa de Mercadorias & Futuros)

Quanto ai mondiali di calcio del 2014 e alle Olimpiadi del 2016 in Brasile, Sacchi afferma “Organizzare le due più importanti manifestazione sportive al mondo in un arco di tempo così ravvicinato sarà impegnativo. Dunque si aprono opportunità per imprese locali ed estere, comprese quelle italiane”.

Ma per avere successo non basta un prodotto valido “da vendere”. Servono soprattutto competenze specifiche per il mercato. In proposito Feletto cita un caso. “In Brasile i nostri prosciutti, buonissimi, ma tagliati con l’affettatrice, non piacciono. Invece l’iberico Pata Negra, che si affetta col coltello, ha successo anche se è il più caro al mondo. è solo un esempio - precisa Feletto - ma fa capire che è indispensabile una conoscenza diretta del luogo. è un paese aperto ma ha un diritto del lavoro molto rigido e una serie di legislazioni federali da conoscere bene”. Per que14 -

Obiettivo Crescita

La statua del Cristo Redentor a Rio de Janeiro. Se San Paolo è un po’ la “Milano italiana” qui l’atmosfera è più modaiola e spensierata

sto motivo la Camera di Commercio italo - brasiliana ha siglato un accordo con gli organi statali e municipali dell’Espírito Santo. Il Protocollo di collaborazione mira al sostegno delle imprese italiane e brasiliane interessate a valutare reciproci affari. “Oltre a meno tasse e a una maggior velocità nel disbrigo delle pratiche burocratiche”, spiega una nota dell’ente camerale, “sarà più semplice e gratuito valutare azioni e insediamenti, approfondendo in via preventiva qualsiasi azione necessario a rendere operativa e di successo un’azione economica o produttiva”.

Altre opportunità d’investimento le propone anche la Commissione europea che favorisce le aggregazioni di impresa (si veda il riquadro sopra).

Il 2 aprile Sacchi lascerà San Paolo (nuovo direttore sarà Federico Balmas) per assumere la responsabilità dell’Ufficio di coordinamento “Servizi di promozione del Sistema Italia”. In definitiva, com’è il mercato brasiliano? “Offre ancora dei margini”, dice Sacchi. “Gli uffici pubblici non sono un modello di efficienza, ma un’impresa italiana ha le capacità e i mezzi per far fronte a questo tipo di ostacoli”.

A novembre si saprà anche la scelta del Bie (Bureau International des Expositions) sulla Nazione che ospiterà l’Expo 2020. Ed è in lizza anche San Paolo. “Non mi sorprenderei se il Brasile riuscisse a cogliere anche questo successo”, dice Sacchi. “Del resto, come dicono qui, il Brasile è a bola da vez”… La prossima grande cosa.

Aprile 2013

www.radicigroup.com

opportunità

DOVE CRESCERE

Giovani, competenze e tecnologie Questi gli asset strategici della “nuova” Tunisia che, dopo la rivoluzione del gennaio 2011, è oggi uno dei siti più credibili per gli investitori, italiani in testa d i A n t on e l l a L a n f r i t

800 KM

U

In termini di flusso turistico proveniente dall’Europa e diretto in Tunisia, l’Italia occupa il terzo posto

16 -

Obiettivo Crescita

Circa, la distanza in linea d’aria tra Tunisi e la nostra capitale

64,8 MLD

È il Prodotto interno lordo in dinari tunisini

I

LA NAZIONE IN SINTES * Previsioni

na posizione geografica eccellente che la fa essere hub privilegiato per l’accesso a tutto il Nord Africa e ai suoi 90 milioni di abitanti; una condizione politica ed economica di stabilità; importanti investimenti infrastrutturali interni e un capitale umano giovane, professionalmente qualificato e dedito al lavoro. Con questi asset la Tunisia, che due anni fa ha conosciuto una rivoluzione guidata dalla sua gioventù istruita, si conferma oggi come uno dei territori limitrofi all’Italia più credibili per gli investitori e gli imprenditori italiani che intendono ampliare il loro business coniugando opportunità di mercato con mezzi tecnici, tecnologici, infrastrutturali, professionali di alto livello.

L’Italia, per altro, è già un partner privilegiato nei rapporti con Tunisi, essendo il secondo paese inve-

Superficie: 162.155 kmq i Popolazione: 10.773 milion Densità: 66,43 ab./kmq se, Italiano) Lingua: Arabo (Francese, Ingle Capitale: Tunisi lica Forma istituzionale: Repubb c, Fmi, Bm Om a, Um , Onu di: bro Mem isino (0,00 euro*) Tun aro Din ia: etar Unità Mon isi suddiviso in Tun Sede di governo: Tunisi tianesimo Religione: Islam (98%), Cris ) (2% mo ais Ebr ed Settori emergenti elettronico, Offshoring, elettrico ed farmaceutico, plasturgia, meccanica, enti componenti auto, compon a utic ona di aer italiana Contatti utili in lingua Agenzia di Promozione dell’Investimento Estero Rue Slaheddine El Ammami s Centre Urbain Nord, 1004 Tuni (+216) 71 231 400 Tel.: (+216) 71 752 540 - Fax: .investintunisia.tn E-mail: boc@fipa.tn - Web: www mercio Ice - Istituto per il Com Estero sede di Tunisi 3, Rue de Russie - 1000 Runis (+216) 71 322040 Tel.: (+216) 71 320999 - Fax: .ice.gov.it www : Web e.it i@ic tunis ail: E-m o 2013 *= Cambio aggiornato al 15 marz

opportunità

DOVE CRESCERE

Qualità dell’infrastruttura

Germania Rep. Ceca

9 Poli di competitività esistenti e 14 pianificati

stitore e il secondo anche per interscambio economico (importazione/esportazione), come certificano i dati aggiornati di Fipa Tunisia Milano, l’Agenzia tunisina di promozione dell’investimento estero. Un territorio, quello tunisino, dalla forte capacità attrattiva e il cui indice di affidabilità nel 2012 ha recuperato tutta la flessione registrata l’anno precedente superando anche l’indice 2010. A dirlo, innanzitutto, sono le tante storie di aziende estere che hanno trovato in questo Paese le condizioni migliori per il loro insediamento: a fine 2012 le imprese produttive estere superavano le 3.100 unità, il 25% costituito da società italiane.

Un territorio ricco e in fermento, a cominciare dall’energia propulsiva della popolazione: 10,7 milioni di abitanti con il 48% che ha meno di 25 anni, molta voglia di imparare, di avere profili professionalmente solidi e di lavorare. Dalla Tunisia, inoltre, si ha accesso a un bacino di consumatori di oltre 800 milioni di consumatori.

Aver scelto politicamente la via democratica rafforzerà ancora di più la sua integrazione nell’economia mondiale, con un interesse accresciuto dei suoi partner, come hanno

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Aprile 2013

Turchia

13

Cyberparchi che coprono differenti discipline

Tunisia

3,9

4,3

5,0

5,3

5,6

6,2

1: sottosviluppata - 7: estesa ed efficace

Marocco

100 Zone

industriali ripartite su tutto il territorio e 2 parchi d’attività economiche operazionali

Egitto

9 Aeroporti e 7 porti marittimi commerciali

Sinergie economiche

I

Giovani e istruiti: il 48% della popolazione ha meno di 25 anni.

Quella tunisina si presenta come una società energica e vitale

l rapporto Italia-Tunisia (50 minuti di volo tra le due capitali) è oggi all’insegna di una stretta sinergia economica, supportata dalla strategica posizione geografica dei due Paesi: la Tunisia è per l’Italia la porta per il Nord Africa, l’Africa e il resto del mondo mediorientale; l’Italia per la Tunisia è la porta d’ingresso privilegiata nell’Ue. Sono pressoché continue le missioni di delegazioni di imprenditori italiani e rappresentanze istituzionali che si recano in Tunisia, grazie all’attività che Fipa Tunisia, con la sua rappresentanza di Milano, svolge su tutto il territorio italiano in collaborazione con le associazioni di categoria, le Camere di commercio e gli organi istituzionali. Per gli investitori esteri, infatti, vi sono importanti agevolazioni, sia comuni a tutto il territorio e settori, sia per specifiche operazioni. Tra i prossimi appuntamenti da non perdere, la 3ª edizione di “Tunisia Investment Forum - Tif 2013” (1314 giugno, Tunisi), un evento inserito nella settimana tecnologica in cui si svolge anche “Fortronic”, il forum dell’elettronica mondiale, e il salone “Medindustrie”.

Obiettivo Crescita

- 17

opportunità

DOVE CRESCERE

Quadro dell’investimento: gli incentivi Oltre 3.000 imprese estere hanno scelto la Tunisia per le opportunità settoriali confermate

NESSUNA DISCRIMINAZIONE

ACCESSIBILI IN TOTALE TRASPARENZA

Vantaggi accordati sulla base di:

nessun intermediario

tipo di attività (export)

gestione su scala regionale

luogo d’insediamento

esenzione dalle tasse

qualità e creazione di posti di lavoro,

premi all’investimento

nel breve periodo Organismi di accompagnamento dell’investitore

già annunciato la Banca Mondiale, la Banca africana di sviluppo e l’Unione europea, che hanno confermato la loro volontà di accelerare il processo che mira a concedere alla Tunisia lo stato di partner privilegiato. Un processo che per altro si inserisce in un percorso già segnato da molteplici accordi siglati dalla Tunisia in materia di libera circolazione delle merci. Le progressioni democratiche, inoltre, consentono il consolidare un clima d’affari più sano, con maggiore trasparenza e governabilità.

Ampio il ventaglio di settori in cui le opportunità per gli investitori sono davvero significative. Negli ultimi anni il comparto manifatturiero, infatti, è cresciuto del 61% e vi sono competenze e strutture per agire con significativi margini d’azione nei settori agroalimenta-

Le

re, tessile, abbigliamento, meccanica, elettrico ed elettronica. Inoltre, stanno assumendo un’importanza notevole i comparti ad alto valore aggiunto e che guardano al futuro quanto a tecnologia e saperi, come l’off-shoring, l’aeronautica e i componenti per auto.

La Tunisia può essere considerata anche la casa della tecnologia, con 10 parchi tecnologici già attivi e altri 14 in costruzione. Tra le diverse opportunità del territorio tunisino, con la specializzazione delle varie regioni coniugate ai vantaggi competitivi e agli incentivi regionali dedicati, oltre a 110 zone industriali attrezzate, vi sono due Parchi d’attività economiche, uno a Sud di Zarzis e uno a Bizerta, a soli 60 chilometri da Tunisi. Qui, il parco è denominato Beap ed è composto da tre siti (due di 30 ettari e uno di 21) in cui sono già attivi 82 progetti imprenditoriali, espressione di 57 procedure d’insediamento industrie attive in diversi comparti: imbarcazioni da diporto, componenti per auto, prodotti tessili Nessuna autorizzazione per l’industria e i servizi e capi d’abbigliamento, industria Sportelli unici nelle regioni alimentare e siderurgia, sviluppo di software, prodotti per l’aeTutte le procedure sotto lo stesso quadro legislativo ronautica e prodotti farmaceutici.

Attualmente in questo parco laFacilità riconosciuta (doing business) vorano oltre 5.300 persone, sono Protezione della proprietà intellettuale stati investiti 500 milioni di dollari fino ad oggi, il 95% dei quali riLibertà di trasferire i beni e gli utili guarda investimenti diretti esteri, soprattutto italiani, francesi, svizDichiarazione online zeri e statunitensi.

a. b. c. d. e. f. g.

18 -

Obiettivo Crescita

Aprile 2013

Lamberto Castellotti, direttore Generale del Consorzio Brescia Export e a destra, un recente convegno organizzato dalla società

I N T E R V I S TA A L A M B E R T O C A S T E L L O T T I

Un “ponte” verso nuovi mercati Il Consorzio Brescia Export aiuta le aziende a cogliere le opportunità nei Paesi più promettenti e a stabilire contatti con interlocutori stranieri, sin dal 1982 di Monica Caiti 20 -

Obiettivo Crescita

A

prire nuovi mercati all’estero, individuare potenziali clienti, ottenere finanziamenti agevolati. Tutti obiettivi fondamentali che possono cambiare le sorti di un’azienda. Per raggiungerli, si può puntare sul Consorzio Brescia Export. “Siamo nati nel 1982, con una decina di soci, per supportare le Pmi nel processo di espansione commerciale verso l’estero, fornendo competenza, supporti logistico-organizzativi, abbattendo i costi ed accrescendo le probabilità di successo”, precisa il dottor Lamberto Castellotti, direttore generale del Consorzio Brescia Export. “Negli anni, il Consorzio è cresciuto notevolmente, anche se con ritmi differenti, fino agli attuali 150 associati, di

Aprile 2013

facilities

PIANETA ITALIA

Da sinistra: Lamberto Castellotti e Sandro Bonomi, presidente del Consorzio Brescia Export

cui l’80% situati a Brescia e provincia, il 15% nelle restanti province lombarde e il 5% in altre regioni italiane. Queste imprese generano un fatturato globale di circa 1.400.000.000 euro, con una quota export del 49% (contro il dato medio delle imprese lombarde fermo al 24%) e una forza-lavoro di circa 4.800 dipendenti. Il Consorzio è plurisettoriale, in quanto attivo in tutti i comparti produttivi, escluso quello energetico”. In realtà, non è l’unica struttura del genere in Italia. Oggi se ne contano 120 (mono e plurisettoriali) sull’intero territorio nazionale (anche se la concentrazione maggiore è al Nord), comprendenti, a loro volta, circa 4.500 aziende. Cosa distingue allora il Consorzio Brescia Export dalle realtà analoghe? “Secondo i nostri partner, siamo più dinamici e innovativi, perché non ci limitiamo alle attività più tradizionali di supporto (organizzazione di fiere, seminari e congressi all’estero, corsi di formazione e aggiornamento dedicati all’esportazione, selezione di società di servizi, istituti bancari e consulenti esterni qualificati…), ma disponiamo anche di una banca dati sui flussi import-export relativi ai prodotti e ai Paesi di interesse, per la conoscenza e il mantenimento dei mercati, la valutazione dei bilanci dei concorrenti, il rating, la struttura marketing e le vendite. E stabiliamo contatti personali, aperti e confidenziali, in

Aprile 2013

lingua originale, con gli interlocutori stranieri, senza mai entrare nei dettagli tecnici. Infine, affianchiamo le aziende nella contrattualistica dei vari Paesi per stringere accordi in ottemperanza alle varie legislazioni, garantendo un servizio di traduzione certificata dei documenti. Servizi possibili anche grazie alla nostra presenza in Usa (New York e Reno), Russia (San Pietroburgo e Novosibirsk), Cina (Hong Kong e Shangai), Croazia (Zagabria e Dubrovnik), Serbia (Belgrado) e Turchia (Istanbul), con strutture in grado di rappresentare gli associati. Infine, Brescia Export offre assistenza per la richiesta di voucher della Regione Lombardia e di contributi pubblici. “Un punto dolente, data la continua riduzione di questi finanziamenti, passati dai 15/16 milioni di euro del 2008/9 ai 5/6 del 2012”, precisa Castellotti.

Ma quali sono i Paesi che offrono attualmente più opportunità alle Pmi italiane? “Innanzitutto, bisogna andare oltre i soliti slogan - continua Castellotti -. Basti un esempio: tra India, Cina e Brasile, considerate mete elettive per le nostre aziende, si movimentano 19 miliardi di merce italiana, a fronte di una Svizzera che da sola ne attrae 22! Da qui l’importanza di sondare le effettive potenzialità di un territorio prima di ‘aggredirlo’. Detto questo, le piazze più quotate in Europa sono Russia, Ucraina, Germania, Svizzera,

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Obiettivo Crescita

- 21

facilities

PIANETA ITALIA

Turchia ed ex Jugoslavia (Croazia in particolare). Fuori dal Vecchio Continente vincono Messico e Canada, “Stati-cuscinetto” degli Usa, privi di un reale tessuto produttivo. Interessanti anche Cile, Brasile (pur con il rischio di uno sviluppo solo temporaneo legato alle Olimpiadi e ai Mondiali di Calcio) e India (che però ha rapporti difficili con l’Italia). La Cina, infine, può essere attraente per la vendita di qualunque tipo di prodotto di lusso e alta tecnologia”. Il primo passo per una realtà che voglia fronteggiare la crisi? “Un’attenta autovalutazione di limiti e potenzialità, oltre alla capacità di navigare e crescere nell’incertezza attuale.

La sede del Consorzio Brescia Export presso il Palazzo CSMT a Brescia

A questo scopo, forniamo un sistema informatico di autovalutazione. L’azienda, con l’aiuto di docenti e investitori esperti, può intraprendere in autonomia il percorso verso l’innovazione, sinonimo di mezzi economici, strutture e staff adeguati”, conclude Castellotti.

Missioni commerciali con incontri “B2B”

T

Dall’alto: un incontro d’affari a Zagabria e un gruppo di partecipanti a una missione commerciale in Slovenia, entrambi gestiti dal Consorzio Brescia Export

22 -

Obiettivo Crescita

ra le attività del Consorzio Brescia Export, spiccano le “missioni commerciali” in Paesi esteri con le maggiori potenzialità per lo sviluppo del business.

“Questi viaggi hanno sempre carattere plurisettoriale e raggruppano imprenditori (minimo 5 o 6) che, senza sprecare tempo e risorse, vogliono stabilire rapporti personali in loco con le migliori controparti per le tipologie di prodotti della propria azienda”, precisa Lamberto Castellotti. “Con la possibilità di accedere ai voucher della regione Lombardia (se disponibili) per abbattere i costi di partecipazione.

Grazie al nostro supporto, i partecipanti potranno dedicarsi esclusivamente

alla trattativa commerciale, lasciando a noi ogni aspetto organizzativo. In questi casi, infatti, il Consorzio si muove su più fronti. Dall’analisi e dal monitoraggio dei mercati internazionali, selezionando le aree più idonee al business delle imprese associate; alla selezione dei partner commerciali fino alla pianificazione di incontri ad hoc. Dalla logistica e servizi (comprendenti trasporti, hotel e interpreti a prezzo contenuti) al followup delle missioni e all’incoming buyers, che prevede cioè l’assistenza nell’organizzazione delle visite in Italia dei contatti più interessanti stabiliti durante la missione. Ma gli obiettivi non finiscono qui. Queste operazioni possono rappresentare un’ottima occasione per visitare clienti già acquisiti da un’azienda, importatori e agenti, oltre che per valutare la presenza dei competitor presso la grande distribuzione e i negozi specializzati e, infine, per acquistare o cedere tecnologie e brevetti”. Tra i Paesi attualmente più gettonati: Russia, Turchia, Serbia e Polonia. I bilanci? “Ottimi direi, visto che nell’85% dei casi, i nostri associati chiudono i contratti”, conclude Castellotti.

Aprile 2013

facilities

PIANETA ITALIA

Le imprese piemontesi verso i mercati esteri Ha preso il via il Piano triennale per l’Internazionalizzazione, varato da Regione Piemonte e Unioncamere che stanzia oltre 13,5 milioni di euro d i Monica Cirillo

Si punta sulla banda larga

I

l Ministero dello Sviluppo economico, Dipartimento per le Comunicazioni, e la Regione Piemonte, hanno sottoscritto un nuovo protocollo di intesa per realizzare infrastrutture di banda larga nelle zone attualmente ancora non coperte da connettività a Internet veloce (almeno 2 mbps). Saranno subito disponibili 45 milioni di euro stanziati dal Ministero e altri 45 saranno reperiti dalla Regione nell’ambito della nuova programmazione 2014-2020 dei fondi europei. Con questi finanziamenti si potranno realizzare le infrastrutture delle telecomunicazioni necessarie per cittadini e imprese che si trovano in luoghi esclusi dal servizio.

24 -

Obiettivo Crescita

La campagna di informazione per il mondo delle imprese condotta da Regione Piemonte

N

on solo per sopravvivere, in tempo di crisi, ma anche per aspirare a una crescita in controtendenza rispetto alle tante aziende che senza adeguate strategie di supporto si vedono costrette a chiudere, una carta vincente è sicuramente l’internazionalizzazione. E anche se i nostri imprenditori, rispetto ai competitor esteri, hanno dalla loro tutta la forza e l’eccellenza del made in Italy, scegliere di esportare è tuttavia una decisione difficile poiché richiede un processo di trasformazione sostanziale dell’impresa, che riguarda la struttura produttiva, gli assetti finanziari e il posizionamento sul mercato, solo per citare alcuni elementi necessari. Spesso, le meno preparate nell’intraprendere questo tipo di percorso sono le Pmi. In Piemonte gli organi di supporto alle imprese più diffusi sono rappresentati dalle Camere di commercio, dal Ceipiemonte, dalle Associazioni di categoria, dagli Istituti bancari e finanziari e dall’Istituto nazionale per il Commercio Estero.

Aprile 2013

facilities

PIANETA ITALIA

La Carta dell’innovazione tecnologica Sono dodici i Poli di innovazione scientifica e tecnologica che raggruppano Pmi, grandi aziende e mondo della ricerca

P

er sostenere lo sviluppo produttivo nell’ambito dell’innovazione scientifica e tecnologica, la Regione Piemonte ha, nel corso dell’ultimo decennio, attivato uno strumento di politica industriale strategica e di mediolungo periodo: i Poli di Innovazione, che raggruppano Pmi, grandi imprese e organismi di ricerca

Dalla messa a sistema di questi soggetti ha preso il via il Piano per l’Internazionalizzazione: un piano strategico triennale (2012-1014) varato da Regione Piemonte e Unioncamere Piemonte proprio per rendere le aziende piemontesi sempre più forti sul mercato internazionale e per ottimizzare la capacità di intervento delle istituzioni in favore del sistema produttivo, puntando sull’attrazione di risorse esterne.

Vengono messi a disposizione delle imprese progetti integrati di filiera e progetti integrati di mercato, per un valore totale di oltre 13 milioni e mezzo di euro,

34% E’ la percentuale calcolata su 90.000 imprese italianeche grazie all’esportazione hanno aumentato il proprio fatturato rispetto all’anno precedente

Aprile 2013

in considerazione delle singole vocazioni in settori strategici dell’economia piemontese Sono 12 i Poli piemontesi supportati con i fondi europei del FESR: Ict, agroalimentare, creatività digitale e multimedialità, chimica sostenibile, energie rinnovabili e biocombustibili, architettura

sostenibile e idrogeno, impiantistica, sistemi e componentistica per le energie rinnovabili, meccatronica e sistemi avanzati di produzione, energie rinnovabili e mini hydro, tessile, biotecnologie e biomedicale e nuovi materiali. Complessivamente sono stati stanziati oltre 120 milioni di euro.

di cui 11,4 erogati dai due enti. I 16 progetti integrati di filiera promuovono la proiezione internazionale nei settori di eccellenza tramite la collaborazione tra aziende di dimensioni e grado di internazionalizzazione differenti, accomunate dall’appartenenza alla stessa filiera produttiva.

Si creano relazioni e infrastrutture di vendita stabili, con obiettivi misurabili a livello di singola impresa e di cluster complessivo. Le imprese che partecipano a progetti di filiera con successo diffondono il proprio know-how nei confronti delle edizioni successive. Tra le filiere interessate figurano l’aerospazio, l’automotive, la rubinetteria, l’agroalimentare, il tessile, la meccatronica, il design, l’editoria, l’oreficeria, il biomedicale.

I progetti integrati di mercato (15) hanno invece l’obiettivo di penetrare in uno specifico mercato geografico per mezzo della realizzazione di infrastrutture stabili, reti di relazione, reti di vendita, partnership locali. Anche in questo caso le imprese partecipanti hanno gradi di internazionalizzazione diversi e sono legate da un comune interesse verso un preciso mercato. La scelta della Regione di utilizzare le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione per i programmi di export, in modo sinergico e concordato con le Camere di commercio, è un modello di riferimento nazionale, tanto che presso il Ministero degli Esteri è stata avviata una cabina di regia per promuovere analoghe forme di collaborazione.

Una strada da percorrere verso la crescita, dato che secondo un’indagine condotta da Unioncamere su 90.000 imprese italiane, il 34% di quelle che esportano ha aumentato il proprio fatturato rispetto all’anno precedente.

Obiettivo Crescita

- 25

I poli e i distretti tecnologici liguri partecipano a 4 progetti di ricerca nazionali.

In arrivo fondi per 12 milioni di euro

di Monica Cirillo

Piattaforme tecnologiche ancorate al territorio

P

er il sistema imprenditoriale ligure una buona spinta verso la ripresa arriva dalla Regione che ha tra i propri obiettivi il sostegno per all’innovazione tecnologica, produttiva, commerciale, organizzativa e gestionale delle imprese sul territorio.

La Regione Liguria si è dotata nel 2007 di una Legge Quadro nella quale sono definiti gli obiettivi in materia di ricerca e innovazione, di supporto alle attività dell’Università di Genova e dei centri di ricerca pubblici localizzati sul territorio regionale e le iniziative finalizzate all’innovazione del sistema imprenditoriale ligure e alle sue collaborazioni con il sistema della ricerca e dell’alta formazione.

Il primo Programma Triennale 2008-2011 ha individuato la realizzazione di piattaforme tecnologiche ancorate al territorio, che diventassero uno strumento per promuovere la formazione di nodi e di reti in grado di favorire le collaborazioni e il trasferimento di tecnologie e conoscenze dal mondo della ricerca alle imprese.

Si è arrivati poi all’individuazione di priorità tematiche all’interno delle Piattaforme che hanno condotto alla creazione e al consolidamento di specifici cluster tematici quali i Distretti Tecnologici e i Poli di Ricerca e Innovazione su cui la Regio26 -

Obiettivo Crescita

8 Poli di Ricerca e Innovazione

N

Renzo Guccinelli, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Liguria

ell’area Scienze della Vita si sono definiti e finanziati tre Poli tecnologici: Tecnobionet, Politecmed e Si4Life. Nell’area Energia il Polo Energia Sostenibile e il Polo Ticass. Nell’area Tecnologie Marine il Polo Dltm, nell’area Sicurezza nei trasporti e nella logistica il Polo Transit e nell’area Automazione Intelligente Polo Sosia. La realizzazione dei Poli ha consentito di strutturare una rete di soggetti che sviluppano attività di ricerca, innovazione e alta formazione sulle tematiche considerate prioritarie e strategiche per il territorio, sia per quanto attiene la crescita di competitività per le imprese, sia sotto il profilo delle tecnologie di interesse sanitario.

Aprile 2013

territorio

PIANETA ITALIA

Distretti “intelligenti” e marini Uno è dedicato ai Sistemi Intelligenti Integrati, l’altro alle Tecnologie Marine

S

ul territorio ligure sono attivi il Distretto Siit (Sistemi Intelligenti Integrati) e il Dltm (Distretto Ligure delle Tecnologie Marine). I Sistemi Intelligenti Integrati sono sistemi complessi che possiedono diversi gradi di ‘intelligenza’ operando in ambiti in passato ritenuti dominio

ne ha nel tempo indirizzato le risorse.

Nel corso del 2011 si è dato avvio a otto Poli di Ricerca e Innovazione con un investimento da parte della Regione Liguria di circa 3,5 milioni di euro di risorse Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale).

Il Programma Triennale 2012-2014, ha confermato la necessità di consolidare la rete dei Distretti e dei Poli di Ricerca e rendere ancor più connesse le attività di ricerca con gli effettivi bisogni del territorio.

A tal fine, è stato emanato un bando (con una dotazione pari a 15 milioni di euro si risorse Fas) per il finanziamento di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale proposti da imprese ed enti di ricerca aderenti ai Poli. L’efficacia della politica di aggregazione e specializzazione in materia di ricerca condotta da Regione Liguria è stata confermata dal buon esito dei progetti presentati da aziende e centri di ricerca del territorio presentati al Miur nell’ambito del bando per la creazione di Cluster Tecnologici Nazionali.

Il bando ha visto l’inserimento nelle graduatorie nazionali di quattro progetti, con forte ricadu-

Aprile 2013

esclusivo dell’essere umano, sostituendolo nello svolgimento di funzioni difficili, tediose o pericolose. Il Dltm dedicato alle Tecnologie Marine, costituisce una collaborazione emblematica tra le imprese, gli enti di ricerca e l’amministrazione, che a partire dalla Spezia abbraccia

l’intera Regione. Vede il coinvolgimento dei più grandi gruppi industriali presenti in Liguria e di un consorzio di più di 100 Pmi innovative, dell’Università di Genova e di tutti gli Enti pubblici di ricerca presenti a livello regionale, oltre a una completa rappresentanza istituzionale.

ta sul territorio, che hanno ricevuto il sostegno da parte della Regione e che rafforzano la scelta di puntare su ambiti tecnologici prioritari per la competitività del territorio.

“La partecipazione della Liguria ai quattro cluster tecnologici nazionali porterà risorse per circa 12 milioni di euro di cui beneficeranno le imprese e i centri di ricerca del territorio per lo sviluppo di progetti innovativi - ha commentato l’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Liguria, Renzo Guccinelli -. I progetti, che attengono a tematiche di grande attualità nel panorama industriale nazionale ed europeo, saranno capaci di sostenere la competitività e la crescita del sistema imprenditoriale ligure”.

Le aree tecnologiche ammesse ai finanziamenti rientrano negli ambiti di scienze della vita, tecnologie per le smart communities, mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina, fabbrica intelligente.

Obiettivo Crescita

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Le tappe fondamentali il primo centro

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Viene aperta a Bologna la prima sede presso l’ambulatorio Salus

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Stefano Della Villa, presidente e cofondatore di Isokinetic

Un storia iniziata venticinque anni fa, fatta di tappe programmate.

Una reputazione medico scientifica consolidata negli anni che è servita da trampolino di lancio per internazionalizzarsi

i grandi campioni

Il primo congresso Isokinetic dà il via ai numerosi congressi internazionali, diffondendo la sua cultura scientifica e la passione per la medicina dello sport

Gli atleti che si rivolgono ai centri Isokinetic sono sempre più numerosi, tra cui Alberto Tomba e Roberto Baggio, proprio nel ‘97, Gigi Buffon, Beppe Signori e Pierluigi Casiragi

C

abala o meno, quando Stefano Della Villa, presidente e fondatore di Isokinetic, arriva a Londra per valutare lo stabile in cui potrebbe aprire il primo centro di riabilitazione e traumatologia sportiva Isokinetic della capitale britannica, e viene portato al numero 11 di Harley Street non ha dubbi, quello sarà il luogo. “Tutta la nostra storia è stata segnata dal numero 11 – afferma Della Villa - tanti sono i giocatori di una squadra di calcio e quando siamo diventati Centro di Eccellenza della Fifa, siamo stati l’undicesimo”.

E se si va a studiare, si scopre che il numero undici

di Daniela Dirceo

Una parte dello staff della sede londinese

c a s e h i s to ry

Isokinetic sbarca a Londra 28 -

Obiettivo Crescita

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il centro studi Il metodo Isokinetic viene gestito e organizzato dall’Education & Research Department.

Formazione, aggiornamento e attività scientifica sono alla base dell’attività

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centro di eccellenza Fifa

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la sede di Milano

è il primo centro fuori Bologna, a cui faranno seguito nel 2003 Torino, nel 2004 il nuovo centro di Casteldebole e Verona, nel 2005 Roma e nel 2008 Rimini

Riconoscimento per l’impegno a fornire cure di elevata qualità a pazienti sportivi

nella cabala rappresenta la realizzazione, il potere di chi si è elevato per i propri meriti e valori.

Sarà pure un caso, ma il valore ed meriti sono quelli che effettivamente hanno segnato la bella storia di questa azienda italiana , iniziata più di 25 anni fa, quando Stefano Della Villa, giovane medico fresco di stage negli Stati Uniti con il professor Dillingham, direttore della Medicina dello Sport presso l’Università di Stanford, torna in Italia con un’idea: “Volevo portare le innovazioni tecnologiche alla medicina dello sport anche in Italia. Avevo in testa un modello che non aveva riscontri nel nostro paese e quindi me lo sono voluto inventare”. Nasce così il primo centro a Bologna, presso l’ambulatorio Salus, aperto assieme al socio Gianni Nanni, e già tre anni dopo viene inaugurato il centro di Casteldebole, vicino al Bologna FC. Lavoro incessante, metodologia ipertecnologica, attenzione al paziente, che viene sempre pensato come progetto unico e che richiede ogni volta un percorso originale, gli elementi che caratterizzano fin dalle prime mosse lo stile “Isokinetico”.

E un connubio, quello con il mondo del calcio, che porta Isokinetic nel tempo ad curare campioni come Roberto Baggio, Beppe Signori e Gigi Buffon, tanto per citare solo alcuni dei calciatori più famosi, che va di pari passo con il lavoro su pazienti “normali”, trattati e coccolati come se fossero atleti professionisti.

La costola londinese, inaugurata lo scorso novembre, oggi va ad unirsi agli altri 7 centri che nel tempo sono stati aperti in Italia, da Bologna a Milano (con due sedi), passando per Torino, Verona, Rimini e Roma.

Mille metri quadri distribuiti su sei piani di uno

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LONDRA XXI Congresso Internazionale di riabilitazione e traumatologia sportiva presso lo Stanford Bridge, lo stadio del Chelsea e nel mese di novembre inaugurazione della sede londinese

Lo stabile vittoriano di Harley Street 11, conosciuta come “la strada dei medici”

stabile vittoriano nel quartiere Marylebone, ad un passo dalla City, in quella che è conosciuta come “la strada dei medici”, caso unico di arteria storica di una metropoli, che a partire dal XIX secolo concentra tra due marciapiedi strutture sanitarie pubbliche e private di riconosciuta eccellenza. Il centro si avvale di ambulatori, palestre, piscina e un mini campo da calcio in erba sintetica ed è affidato ad un team di prestigio: direttore sanitario Bryan English, l’ex medico del Chelsea e presidente della Società dei medici della Premier League e uno staff di consulenti d’altissimo livello, tra cui il medico della nazionale inglese Ian Beasley e Peter Brukner, il luminare che ha scritto la bibbia della medicina sportiva.

Ma come si arriva ad aprire una sede all’estero?

Quali sono i passi che deve compiere un’azienda italiana per raggiungere questo obiettivo? Lo chiediamo a Stefano Della Villa, che ci racconta la sua esperienza.

Credo che le due componenti essenziali di un’impresa come questa siano la programmazione e la reputazione, e sono entrambi traguardi che si raggiungono per tappe. La programmazione, è un po’ come scalare un palazzo di cinque piani: per arrivare in cima bisogna salire tutti i gradini, ci vuole tempo e costanza. Ed è importante saper aspettare il momento in cui si ha la reputazione giusta per compiere un grande passo.

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Obiettivo Crescita

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esportare valore

MADE IN ITALY

Appuntamento a Wembley

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opo il successo dell’anno Lo stadio di scorso a Stamford Bridge, Wembley, sede lo stadio del Chelsea, che ha del XXII Congresso visto la presenza di oltre mille Internazionale partecipanti provenienti da 63 paesi del mondo, Isokinetic terrà il XXII Congresso Internazionale dedicato alla riabilitazione nello sport e alla traumatologia proprio a Londra, ma stavolta presso il Wembley Stadium dal 20 al 22 aprile. Argomento “Football Medicine Strategies for Muscle and tendon injuries” e si avvarrà della partecipazione del gotha degli specialisti del settore.

E quando vi siete accorti che era il momento giusto e come avete fatto?

Nel nostro caso, abbiamo costruito la necessaria credibilità mettendo la cultura sempre all’apice dei nostri interessi, dando vita già dal 1992 al primo congresso internazionale Isokinetic con lo scopo di diffondere la cultura scientifica e la passione per la medicina dello sport, per poi approdare nel 2000 alla creazione del nostro Centro Studi. A quell’epoca avevo quarant’anni e ho capito che nella vita non avrei voluto fare più solo il medico, ma che avrei voluto far crescere il nostro modello, in Italia e nel mondo, moltiplicando i centri. In quel frangente mi sono reso conto che avrei dovuto avere una struttura centrale culturale che mi permettesse di trasferire i nostri valori, i principi, i comportamenti e le conoscenze. Questo è il motivo per cui il Centro studi è nato prima del nostro primo centro fuori da Bologna, aperto a Milano nel 2001. Grazie all’organizzazione dei Congressi e con l’apporto del Centro Studi, abbiamo avuto molte più opportunità di raggiungere una platea scientifica internazionale: abbiamo contribuito a far crescere il dibattito sul tema del recupero degli sportivi andando per il mondo a parlare delle nostre esperienze e pubblicando letteratura internazionale. La nostra credibilità scientifica è cresciuta fino ad essere notatati dalla Fifa, che così ci ha proposto di fare la domanda per diventare Centro medico di eccellenza Fifa, obiettivo che abbiamo raggiunto nel 2009.

Ma perché la scelta di aprire all’estero è caduta proprio su Londra?

Perché ritengo che chi voglia allargare i propri orizzonti e abbia intenzione di internazionalizzarsi non possa far altro che scegliere Londra. E’ Londra la vera 30 -

Obiettivo Crescita

metropoli internazionale, crocevia di culture. Gli Stati Uniti sono molto forti al loro interno, hanno buoni collegamenti culturali con l’Europa ma oggi hanno una visione insufficiente di quello che accade ad oriente, nei paesi dell’estremo e medio oriente, Sud Africa, Australia…non hanno un collegamento storico come invece è per Londra, che per motivi storici ha sempre avuto una comunicazione continua con questi paesi. La visione così è a 360 gradi.

E dopo l’idea, come si scende nel concreto?

La prima tappa è stata scegliere il direttore, prima ancora di identificare la sede, che paradossalmente è stata invece la cosa più facile. Michael Davison, il nostro direttore, si è unito già a noi due anni fa. 37 anni, MBA all’Università di Oxford, ha sempre lavorato nella football industry, reclutava personale sanitario per le squadre di calcio. L’ho conosciuto perché aveva contattato un nostro medico e tentava di portarlo ad entrare nel team del Chelsea. E’ stato invece lui ad entrare nel nostro team. Poi è stata la volta della formazione del direttore, avvenuta qua in Italia ed insieme a lui la scelta di come approcciare il mercato. Quindi lo staff: medici, terapisti e amministrativi, anch’essi formati tutti qui da noi.

Qual è il consiglio che darebbe a un imprenditore che volesse come voi internazionalizzarsi?

Relazionarsi il più possibile con le varie componenti di quel mercato: portando un messaggio di novità, è necessario non far sviluppare troppi “anticorpi”, sempre nel rispetto reciproco. Instaurare quindi rapporti di buon vicinato, e conquistare il paese prima con la reputazione e poi condividendo il proprio approccio, lasciandosi aperti al confronto.

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esportare valore

made in italy

Nel vetro un propulsore di azi Così Satinal accompagna nei mercati internazionali il know-how tecnologico e rafforza la visibilità di un made in Italy riconosciuto in tutto il mondo di Chiara Marseglia

Alfredo Bresciani, amministratore di Satinal

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atinal nasce come azienda specializzata nella produzione di composti chimici per la satinatura del vetro cavo (flaconi e contenitori per l’industria della cosmesi, bottiglie per l’industria del beverage) e del vetro piano. Successivamente allarga la sua area di competenza alla commercializzazione di impianti per la satinatura del vetro cavo e alla produzione di impianti per la satinatura del vetro piano. Dalla collaborazione con piccole realtà italiane, tecnologicamente avanzate ma deboli commercialmente, in Satinal nasce l’idea di creare una “rete” tra le diverse aziende al fine di presenziare i mercati remoti: cosa impensabile, altrimenti, da realizzare da sole. Con Alfredo Bresciani, amministratore di Satinal, indaghiamo i cardini di questa vincente idea di business nel mondo del ­vetro.

Innanzi tutto, tracciamo una rapida panoramica del settore: quali sono le principali caratteristiche delle realtà che costituiscono il comparto?

“Le aziende italiane, produttrici di impianti/ macchinari per la lavorazione del vetro, per lo più sono aziende medio-piccole (fatturato inferiore a

La scommessa verso il centro e sud America Chi è Cinzia Schiatti è titolare e responsabile vendite estero della Officina Meccanica Schiatti Angelo Srl, nonché presidente dell’associazione Gimav.

La famiglia Schiatti, alla guida della storica azienda di Seregno (Monza Brianza)

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Obiettivo Crescita

Cosa fa Da più di mezzo secolo Schiatti Angelo produce macchine per la lavorazione del vetro di rinomata qualità, affidabilità e durata. Fondata da Elia Schiatti 55 anni fa, l’azienda ha vissuto la vera crescita ed espansione sotto l’attenta direzione del figlio Angelo e prosegue ora con i nipoti Cinzia, Emanuela e Alessandro.

Perché ha scelto Satinal La collaborazio-

ne nasce circa un anno fa quando, per una serie di circostanze fortuite, l’azienda ha saputo del progetto di Alfredo Bresciani di costituire una società di rappresentanza e mediazione per favorire e promuovere il made in Italy di qualità nel mondo. Le qualifiche, la formazione e l’entusiasmo di Satinal hanno convinto Schiatti ad accettare la scommessa.

Gli esiti dell’iniziativa

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made in italy

ende di successo 10 ­milioni di euro), spesso a conduzione familiare, ma riconosciute a livello globale per il know-how tecnologico, la qualità delle realizzazioni e la serietà delle aziende stesse.

Se parliamo di qualità, il prodotto italiano non teme la concorrenza degli altri player del mercato, ma la qualità da sola non basta e spesso - proprio in nome della qualità e del know-how tecnologico - si sacrificano altri aspetti quali l’importanza della funzione commerciale, della comunicazione e dello ‘spendere’tempo ed energie nella ricerca di nuove strade”.

Il caso Satinal: perché è nato questo consorzio e quali le finalità?

“L’idea di Satinal, come propulsore di aziende di successo, nasce nel 2011. La nostra esperienza pregressa ha fatto sì che Satinal si potesse proporre come partner serio e affidabile in mercati esteri, in particolar modo quello del continente americano (da nord a sud), quello della Russia e delle ex repubbliche sovietiche. Satinal si propone di far conoscere il meglio del made in Italy in questo settore, in mercati in forte espansione, ma difficilmente raggiungibili dalla singola azienda”.

“Puntiamo su un’operazione di marketing orientata verso la fidelizzazione del cliente soprattutto nelle aree in espansione del centro e sud America. Al momento gioca un ruolo importante la crisi economica che da una parte incide in modo significativo sulle economie dei paesi sviluppati e, dall’altra, funge da freno per i paesi in via di sviluppo”, ha commentato Cinzia Schiatti.

Il settore vetro in Italia è molto articolato e frammentato: per lo più piccole e medie aziende ma ad elevato contenuto tecnologico e di qualità, vero biglietto da visita nel mondo

Il target: a quali tipologie di imprese, dunque, si rivolge Satinal?

“Satinal raggruppa sotto di sé solo aziende di alto valore e professionalità. Sotto il nostro ‘ombrello’ commerciale sono presenti realtà complementari fra loro, ma operanti in diversi rami del mondo del vetro: dallo studio di engineering che realizza linee per la produzione del vetro float a Sapi Impianti che è leader nella realizzazione di impianti per la satinatura del vetro cavo; da TK, specializzata nella produzione di impianti per il trattamento del vetro, quali tempe-

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Obiettivo Crescita

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esportare valore

made in italy

ra/laminazione/curvatura, a Mole Moreschi, leader nella realizzazione di mole e utensili diamantati, e infine Schiatti Angelo, nome storico e di primissimo piano per tutto ciò che concerne le macchine per la molatura e la foratura del vetro. Quello che siamo in grado di offrire è un vivo impegno sui mercati dove operiamo; quello che le aziende ottengono sono contatti con clienti locali che difficilmente riuscirebbero a raggiungere e un supporto nella vendita e nel post vendita, andando a instaurare una dinamica di fidelizzazione dei clienti”.

Quali sono i Paesi di maggior interesse e perché?

“I mercati su cui Satinal si concentra sono il continente americano, in modo particolare Paesi emergenti come il Brasile, l’Argentina e la Colombia, ma facciamo anche attenzione all’Est del mondo: per cui mercati come quello russo e quello del Medioriente, primi fra tutti gli Emirati Arabi. Il target è dettato dalle possibilità che il mercato offre in quei Paesi. Per quanto riguarda mercati maturi, come possono essere gli Stati Uniti, Satinal cerca di intensificare una presenza già radicata cercando soprattutto di fidelizzare i propri clienti, continuando a mostrarsi come azienda forte e visibile, partecipando - ad esempio - alle principali fiere di settore, come Glass Build America. Per quanto riguarda zone meno esplorate per questo settore, la scelta invece è dettata dalla possibilità

di incidere su un mercato ancora vergine e che necessita dell’upgrade tecnologico per crescere”.

Tracciamo un primo bilancio: quali i risultati più rilevanti di questi primi mesi di operatività?

“Abbiamo già ottenuto risultati interessanti. Stiamo portando avanti nuovi progetti e alcune trattative sono sufficientemente mature per trasformarsi in ordini. Tutto questo ci fa capire che ci stiamo muovendo nella giusta direzione”.

Prossimi obiettivi?

“Il nostro è un progetto del tutto nuovo in questo settore, pertanto abbiamo la necessità di farlo conoscere ai mercati. Obiettivo fondamentale è una presenza sempre più importante sul mercato brasiliano, che ha una forte capacità e volontà di spesa, in maniera da arrivare ben posizionati alla fiera di San Paolo del 2014, dove avremo uno stand di primissima importanza per dimensioni e qualità delle macchine esposte. Ma non vogliano dimenticare Paesi come gli Stati Uniti, dove parteciperemo alla fiera Glass Build America in ottobre, o a breve (fine maggio) in Cina, alla fiera China Glass, dove saremo presenti all’interno del padiglione italiano, con l’associazione Gimav”.

Obiettivo: nuovi mercati in aree strategiche Chi è Pierfelice Cavenaghi è titolare dell’azienda TK Tekno Kilns Srl, fondata nel 1996 con sede ad Annone di Brianza, 40 km a nord di Milano.

Cosa fa La TK è specializzata nella costruzione di forni e impianti per il trattamento del vetro. Flessibilità e qualità sono alla base dell’intento della società di offrire prodotti e soluzioni innovative. Vanta una gamma completa che comprende forni e linee per la fusione e curvatura, linee per la

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Obiettivo Crescita

tempra piana e curva, forni Hst per il trattamento post tempra, forni di laminazione per Eva e Pvb con e senza autoclave, impianti per la tempra chimica del vetro.

Perché ha scelto Satinal La scelta di collaborare nasce dall’esigenza di avere un partner prettamente commerciale per consolidare la Master Temper, forno orizzontale per tempra vetro piano

presenza di TK nei mercati in cui già opera, ma soprattutto per penetrare i nuovi mercati in aree strategiche in crescita. Le azioni da attuare sono: creare un contatto con il cliente, seguirlo nella vendita e nel postvendita risolvendo problemi burocratici, logistici e tecnici, fidelizzare il cliente con una serie di servizi che garantiscono

qualità, sicurezza, competitività e affidabilità.

Gli esiti dell’iniziativa “L’obiettivo nel medio e lungo periodo è raggiungere con la nostra tecnologia le nuove frontiere del vetro. Con Satinal abbiamo raggiunto importanti traguardi come la possibilità di farci conoscere sul mercato, partecipare ‘sul campo’ alle trattative con i clienti e soprattutto la vendita di impianti di tempra in Brasile, Argentina e Stati Uniti”, ha concluso Cavenaghi.

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innovazione

MADE IN ITALY

Opalite: un materiale non solo per l’arredo bagno Artelinea unisce la qualità della tradizione all’innovazione tecnologica, con un occhio di riguardo al risparmio energetico

Ambientazione con rivestimenti in vetro opalite e rubinetteria Regolo

di Monica Cirillo

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a oltre 50 anni Artelinea è punto di riferimento nel mercato, ma anche nella storia dell’arredo bagno. È un mondo di stile quello che propone l’azienda toscana. Uno stile che proviene da una ricerca continua della bellezza tradizionale riletta in chiave moderna.

Artelinea offre soluzioni di design dall’arredo fino

La resistenza del vetro opalite

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rtelinea oggi punta sul vetro opalite, un materiale con la resistenza di una ceramica, che offre caratteristiche estetiche superiori. Può essere impiegato nell’arredamento del bagno, della cucina o del salotto, per top cucina, top per bagno, lavabi integrati, lavabi in appoggio e sottopiano, bordi vasca, gradini e tavoli. Liscio e resistente, è idoneo anche per pavimenti e rivestimenti a parete interni o esterni. Trattandosi di materiale vetrificato risulta brillante, resistente agli agenti acidi e alcalini molto più del marmo e granito, facile da pulire.

Non essendo poroso, è inattaccabile da muffe o batteri per cui è igienico anche per utilizzi più delicati come il contatto con prodotti alimentari (piani cucina) o della persona (bordi vasca, rivestimenti doccia). È un prodotto ecologico, ecocompatibile e riciclabile.

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Marco Gobbini, direttore marketing Artelinea

alla pavimentazione. Le proposte sono studiate per potersi adattare a spazi preesistenti oppure per formare un punto di inizio per sviluppare nuovi ambienti secondo il gusto e le esigenze personali.

Praticità, ergonomia, innovazione sono i caratteri distintivi che le hanno permesso di affermarsi a livelli internazionali tra le migliori aziende del settore.

“Puntiamo su quattro fattori imprescindibili: innovazione tecnologica, qualità del prodotto, design, made in Italy - afferma il direttore marketing, Marco Gobbini -. L’innovazione è sicuramente vincente per puntare sempre più all’internazionalizzazione. Per esempio, usiamo il vetro opalite, un materiale che con le sue caratteristiche ha rivoluzionato il settore, inoltre abbiamo adottato l’impiego di illuminazione a led che permette un elevato risparmio energetico”.

Sui mercati esteri l’azienda è apprezzata proprio per la classe del made in Italy riproposta in chiave innovativa, per design e scelta di materiali.

“Abbiamo sviluppato una rete di store locator in tutto il mondo - dice Gobbini -. Siamo presenti in Russia, Medio Oriente, Usa, Turchia, ma in Europa realizziamo l’80% del nostro fatturato. Contiamo punti vendita autorizzati per esempio in Francia, Austria, Regno Unito, Spagna, Belgio, Bulgaria e Lussemburgo”.

Un successo, quello di Artelinea, sottolineato anche dai numeri: nonostante il periodo di crisi, l’azienda ha chiuso il 2012 con un aumento del 5% del fatturato. Una realità solida e in crescita, tanto che Banca Intesa le riconosce un rating “A” come affidamento aziendale.

Obiettivo Crescita

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Carlo Salvato, professore associato dell’Università L. Bocconi di Milano e membro del Board di Ffi, primaria associazione internazionale di advisor delle imprese familiari

La presenza delle Pmi italiane all’estero, ancora oggi, si riduce a uno scambio di beni. Internazionalizzare però richiede uno sforzo in più, stabili relazioni sul territorio e un modello di business che non può prescindere dall’apporto dei giovani. Soprattutto nelle imprese a matrice familiare d i P ao l a O r e c c h i a

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adici con le ali”, vale a dire piedi ben piantati per terra (nel territorio d’appartenenza) e idee nuove per volare lontano. Così si è definito un giovane imprenditore, studente dell’Università Bocconi di Milano, durante un colloquio con Carlo Salvato, professore associato di strategia delle Aziende Familiari all’Università Bocconi di Milano. Una metafora fantasiosa, ma che rende bene l’idea di come si percepiscano le nuove generazioni di imprenditori, che entrano nelle aziende di famiglia cercando di contribuire con le loro competenze allo sviluppo dell’impresa. E ben venga una mentalità aperta, una cultura che guarda a nuovi modelli di business, perché per la maggior parte delle aziende italiane, la cui struttura è familiare, ormai “sopravvivenza” fa rima con “estero”.

L’internazionalizzazione è ormai cruciale, un must per le piccole e medie realtà italiane (Pmi), soprattutto in quest’epoca di recessione tecnica, che si è tradotta in un calo importante dei consumi. Fare business all’estero è un’opportunità che deve essere colta facendosi trovare preparati, non un’imposizione dei mercati a cui sottostare con rassegnazione e patimento.

“Quando si parla d’internazionalizzazione delle aziende familiari è necessario scardinare alcuni punti fermi del business tradizionale che la famiglia di proprietari porta avanti da anni – spiega Carlo Salvato e introdurre alcuni elementi di novità, affinché l’esperienza all’estero non sia solo un fuoco fatuo, bensì la base di una crescita dimensionale ed economica concreta e duratura”. Fortunatamente molte realtà del nostro tessuto produttivo lo hanno già compreso: lo

P R O g e t ta r e e s u ppor ta r e i l c a m b i a m e n t o

Imprese familiari: le tre regole per internazionalizzare 36 -

Obiettivo Crescita

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PMI FAMILIARI

OTTIMIZZAZIONE RISORSE

dimostrano i dati dell’Osservatorio Aub (AIdAF, Unicredit, Bocconi) che analizza le imprese familiari italiane con fatturato superiore ai 50 milioni di euro. “Il focus, realizzato nel contesto dell’Osservatorio, sulle Pmi lombarde che esportano (con fatturato superiore ai 20 milioni di euro) rivela che molte aziende hanno intrapreso il percorso d’internazionalizzazione su basi corrette. Infatti, nel 2011 è cresciuta la quota dell’export lombardo. Dell’attuale 56% delle realtà operative all’estero, il 90% ha un leader che fa parte del nucleo dei titolari, circa il 66% è controllata dalla famiglia proprietaria, ma – ed è questo il dato interessante - ben il 73% ha un consigliere del Cda esterno alla famiglia.

Parimenti, il top management team conta 7 manager apicali (di cui il 31% fa parte della famiglia) nelle aziende con meno di 250 milioni di euro di fatturato, e 12 manager (di cui solo il 19% della famiglia), nelle realtà familiari con fatturati superiori a 250 milioni di euro. Quelli elencati sono dati importanti perché dimostrano come al forte controllo familiare debba fare da contraltare l’apertura della governance e del management a professionisti esterni, per poter davvero internazionalizzare con successo e aumentare di molto i fatturati”. Nuovi consiglieri e nuovi manager che non fanno parte della famiglia di proprietari suggeriscono spunti e idee nuove, portano competenze e stimolano un cambiamento culturale ai vertici.

Ma torniamo ai giovani. “Affinché il processo d’internazionalizzazione si possa definire un’operazione possibile, le idee dei figli o dei nipoti che entrano in azienda devono essere valorizzate, perché sono sempre orientate all’esterno”, ricorda Salvato.

I discendenti, infatti, hanno il compito di far rielaborare alla famiglia d’origine il senso di appartenenza al territorio (inteso come patrimonio di valori, la lingua, la conoscenza diretta dei clienti, ect), che è stata sì la marcia in più delle Pmi italiane, ma che oggi rischia d’ingessarle. I giovani, se preparati, aperti e proiettati verso il mondo, invece, hanno la capacità di reinterpretare la gestione del business in chiave attuale.

La terza condizione necessaria ai fini dell’espansione oltreconfine è l’opportunità di una crescita aziendale attraverso acquisizioni di realtà estere, nate e operative nel Paese in cui s’intende espandersi. Operazioni finanziarie di questo tipo rappresentano un ottimo viatico all’internazionalizzazione, perché consentono di esplorare i nuovi mercati, di conoscerne le richieste, l’apparato burocratico e normativo, le abitudini. “Eccellenti strumenti per perlustrare i nuovi mercati sono anche le reti d’impresa – ricorda il professore –, che consentono di valutare le opportunità sul mercato, farsi conoscere all’estero, rischiando poco o nulla”. Le reti d’impresa, infatti, godono spesso di finanziamenti europei, statali, regionali o delle associazioni di categoria, che coprono le spese di una fase iniziale d’internazionalizzazione. “Il vero processo, però, deve proseguire in autonomia, perché la rete d’impresa tende a rendere omogenea l’offerta delle aziende”.

Anche le società di consulenza possono fornire un contributo importante, tuttavia, conclude Carlo Salvato, “è solo vivendo da vicino il paese, la sua quotidianità e i suoi costumi che l’imprenditore può costruire un business su misura, mettendo in pratica le sue intuizioni come per anni ha fatto in Italia”.

L’iter in breve Apertura della governance e del management a professionisti esterni; Valorizzazione del pensiero e delle abilità imprenditoriali dei membri più giovani della famiglia; Sviluppo attraverso acquisizioni.

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come crescere

OTTIMIZZAZIONE RISORSE

“Non inventiamo la ruota, ma la facciamo girare” Così Luca Caccavale, tra i soci fondatori della società di consulenza Hiskill, riassume il lavoro di upgrade che viene svolto con le aziende che si rivolgono a loro e ci spiega i segreti per migliorare e crescere di Daniela Dirceo

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dato certo che nei periodi complicati come quello che stiamo attraversando, le prime voci aziendali ad essere tagliate siano quelle relative a formazione e consulenza . E quindi come spiegare il caso di Hiskill, società di consulenza aziendale, che dal 2009, anno della sua nascita, ad oggi è passata dai 25 soci fondatori a 90 professionisti ingaggiati, presenta un fatturato 2012 su 2011 raddoppiato e solo nei primi due mesi di questo horribilis 2013 ha già al suo attivo 100 clienti nuovi?

La metodologia di intervento Governance 360° Durante il percorso che porta a comprendere e gestire il cambiamento, l’imprenditore o il manager vengono aiutati a sviluppare un know how proprio attraverso cui gestire il governo dell’azienda nella sua globalità: dalle idee (missione, visione, valori), alle azioni (strategia, project management, governance aziendale) ai risultati da ottenere

Re-Start

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i terrà a Roma l’11 ottobre presso il Park Hotel Marriot l’evento Re-Start, indirizzato a titolari di imprese (retail, farmacie e gruppi di distribuzione), imprenditori, manager e collaboratori interessati a generare “grandi numeri” attraverso la pianificazione e il controllo della loro attività in tempo di crisi. www.restartevento.it www.hiskill.it

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Obiettivo Crescita

L’idea di business e il ruolo del leader Organigramma 360 “istantanea”

Operatività Gestionali

Leadership Dinamica

GOVERNANCE 360 Project Management Statistiche livelli di contribuzione

Matching talento/ruolo

Organigramma 360 Posting Funzionalizzazione Formazione

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come crescere

OTTIMIZZAZIONE RISORSE

Luca Caccavale, senior partner e responsabile Hiskill Corporate

“Credo che la risposta sia nella nostra formula: formazione breve, frequente ed intensa, consulenza percorribile veloce e risultati concreti e misurabili risponde Luca Caccavale, tra i soci fondatori di Hiskill –. In questa fase economica delicata le aziende devono confrontarsi con il cambiamento, necessario. Noi forniamo una gamma di servizi che aiutano le aziende a comprendere e gestire questo cambiamento. La nostra idea di base è che l’imprenditore possa avere un’unica società referente sulla quale fare affidamento, per riuscire ad amministrare in maniera efficace ogni singolo aspetto della propria impresa, evitando così il contrasto tra linee guida differenti”.

Da qui la codifica della metodologia operativa di Hiskill, denominata Governance 360°, che porta a sviluppare con l’imprenditore o i manager aziendali preposti un know how proprio, attraverso cui gestire, appunto, il governo dell’azienda nella sua globalità: dalle idee (missione, visione, valori), alle azioni (strategia, project management, governance aziendale) per arrivare ai risultati, in termini di asset materiali (aumento degli utili) e immateriali (maggiore coinvolgimento e motivazione delle risorse).

“Le aziende che si rivolgono a noi – prosegue Caccavale – ci chiedono di cambiare, di innovare, ma spesso gli imprenditori sono disorientati: cambiare i prodotti?, modificare i processi?, cambiare campo di attività?, andare all’estero a produrre?, investire sull’on line?. Queste le domande che ci vengono poste. Quello che noi facciamo è simile al processo di upgrade di un software: teniamo tutto ciò che è buono e installiamo qualcosa di nuovo che serva a modificare e correggere i bug che si sono incontrati nell’operare con quel software. Allo stesso tempo lo si aggiorna rendendolo maggiormente in grado di sfruttare le potenzialità degli altri software con cui si interagisce e con il sistema operativo che lo ospita. Fuor di metafora, il software sono le risor-

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I settori di specializzazione 1 2 3 4 5

Hiskill Corporate - Grandi aziende Hiskill Pmi - Piccole e medie imprese Farma Hiskill - Farmacie Hiskill Pro Insurance - Broker assicurativi Hiskill Sport - Società sportive

se umane, il sistema operativo è il mercato in cui si lavora e i bug sono le cose che non funzionano, nelle azioni degli individui o nell’azienda nel suo complesso. L’upgrade siamo noi e la nostra mission è riportare la passione dell’imprenditore al livello di quando è stato così pazzo da fondare l’azienda e fare in modo che riesca a condividere questa passione con le persone che sono così stravaganti da lavorare proprio per lui, rendendo l’azienda unica. In definitiva non inventiamo la ruota, la facciamo solo girare di nuovo”.

In un mercato dell’iperofferta come quello in cui siamo immersi, ciò a cui è necessario tende-

L’azienda cambia in nove mosse

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Come migliorare l’efficienza delle organizzazioni

1 2 3 4 5 6 7 8 9

Avere una chiara e convincente visione che alimenti qualsiasi cosa venga fatta Avere un piano, renderlo semplice e attenersi ad esso Lavorare ad un piano migliore Lavorare insieme Includere sempre tutti Essere più grandi non significa necessariamente essere i migliori L’importanza dei dati: ogni cosa può essere quantificata Nessuna paura Essere implacabili: è necessaria un’incessante attività

Obiettivo Crescita

- 39

come crescere

OTTIMIZZAZIONE RISORSE

re è quindi l’identificazione dell’unicità dell’azienda e del suo valore: ciò che crea il vero brand non è ciò che viene amplificato dalla pubblicità (spesso ingannevole) ma tutto ciò che gli sta attorno e che si ottiene attraverso le persone che fanno l’azienda. E valore si crea attraverso il loro coinvolgimento e responsabilizzazione.

Così l’identificazione dell’unicità del brand può essere il volano per chi intendesse internazionalizzare l’attività. “Si può pensare di uscire dai pro-

pri confini e spiccare il volo verso l’estero – afferma Luca Caccavale – solo dopo aver trovato le key word della propria attività: bisogna esportare la storia, i valori dell’azienda, prima ancora del prodotto. è necessario prima essere eccellenti nel proprio mercato di riferimento, rendere delegato e delegabile il proprio core business per decidere di guardare all’estero. Questo è necessario ancor prima di conoscere perfettamente le attitudini, i bisogni e le regole dei mercati stranieri in cui si vorrà lavorare”.

Una giornata con Hiskill – Obiettivo: il “tatuaggio manageriale”

U

na casistica quanto mai eterogenea quella delle aziende che si affidano alle competenze di Hiskill per migliorare le loro performance. E sono storie di piccoli imprenditori indipendenti, a volte geniali

Dall’alto, il team di Garbo con l’imprenditore Andrea Comanducci; la famiglia Pompeo di Terme Pomeo e Paolo Lionetti di Autostrade per l’Italia

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Obiettivo Crescita

ie visionari, che si affiancano a quelle di imprese di tradizione familiare o di grandi aziende.

Storie che si incrociano negli incontri interaziendali propedeutici all’ottenimento del Full Skill in..., cioè la piena competenza in ciascuno degli obiettivi posti per rendere unico il brand e migliorarne i risultati. Vi si può quindi trovare un’azienda come la Garbo Surgelati da Bracciano, che, dall’idea di Andrea Comanducci di valorizzare l’esperienza di papà Nevio nel mondo dei surgelati, avvia la produzione artigianale di supplì e calzoni nel piccolo laboratorio sotto casa, per poi inventare il primo Fiore di Zucca pastellato surgelato in Italia, prodotto innovativo destinato a trasformare il piccolo laboratorio in un’ industria artigianale, leader nella propria regione Lazio, conosciuta a livello nazionale, partner e fornitore di grandi retailer nazionali e attualmente in corsa per aprirsi al mercato estero.

Oppure la Terme Pompeo di Ferentino, azienda di proprietà della famiglia Pompeo da sei generazioni (l’anno scorso è stata insignita del premio per

essere tra le prime 100 imprese più antiche d’Italia, la nascita infatti risale al 1854, anno in cui il trisavolo Ambrogio crea il primo stabilimento termale molto apprezzato dai soldati delle truppe pontificie) che oggi grazie all’attività svolta da Claudia, il fratello e il marito, è stata potenziata, integrando i servizi termali classici con il beauty, il fitness e il relax.

E al fianco di quelle che il mercato definisce Pmi, lo zoccolo duro del nostro tessuto imprenditoriale, si può trovare anche una grande azienda come Autostrade per l’Italia, rappresentata da Paolo Lionetti, Group Insurance & Claims Manager, che ha incontrato Hiskill “per sviluppare le competenze manageriali di alcuni colleghi che operavano nell’ambito della struttura” a lui assegnata.

E così il manager giudica la sua esperienza: “L’empowerment ha notevolmente migliorato l’approccio dei miei collaboratori alla gestione dei team loro affidati ed alla reciproca condivisione delle attività svolte.

Le performance operative e di business hanno subito un reale effetto “over-boost”. Sono poi

stato guidato, con naturalezza e senza che fosse in programma, nella dinamica di relazione con loro acquisendo così, a mia volta, nuovi stili di delega e ho assimilato possibilità gestionali applicabili alla mia realtà. è davvero significativo il fatto che i risultati, personali e di gruppo, di business e organizzativi, siano sempre oggettivamente misurabili. Lo stile adottato da Hiskill è stato piacevolmente anticonvenzionale, rapido, incisivo, permanente. Una sorta di “tatuaggio manageriale”. “Interessante anche la modalità di organizzare clients meeting prosegue Lionetti - dove lo scopo dichiarato è creare una miscellanea di esperienze. Ritengo che, probabilmente, possa anche essere il loro modo per misurare empiricamente la soddisfazione dei clienti e il livello di consolidamento dei concetti trasmessi. è un’approccio che, personalmente, apprezzo molto: mi è sembrato una sorta di audit mirato alla verifica dell’efficacia del metodo attraverso l’osservazione dell’interazione tra i loro clienti. Un approccio che ritengo lungimirante”.

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tecnologia

ottimizzazione risorse

Soluzioni innovative per l’uso spinto dell’open source

E

rogare un servizio IT ma in trasparenza: facendo vedere come esso viene erogato e dimostrando che il modo in cui viene fatto e l’obiettivo da raggiungere sono corretti. Questo il modus operandi di Cedacri che, apprezzato dal sistema bancario, si è dimostrato utile anche nel mercato assicurativo e, poi, nel mercato di alcune industrie grazie al forte adattamento dei sistemi ai processi dell’azien-

business, sulla parte del mainframe (30mila Mips di potenza elaborativa), sulla parte data center e, in particolare, il green data center nel centro di Castellazzo Bormida (Alessandria), nato come polo di backup ma oggi primario per tutta una serie di servizi. “Stiamo procedendo con operazioni di ulteriore raffinamento della fase di automazione per essere sempre più veloci nel fornire servizi efficienti”. Tra

da-cliente. “La nostra - conferma Dario Bonavitacola - è un’italianità positiva, perché in questo caso non essere multinazionali paga: i vincoli dimensionali non ci appartengono”. Importanti gli investimenti di questi ultimi anni sui

Dario Bonavitacola, responsabile della direzione Infrastrutture tecnologiche, servizi e sicurezza di Cedacri

L’outsourcing rende banche e aziende più efficienti

F

lessibili come un fornitore cloud di processo, ma con un valore aggiunto determinante: “permettiamo ai nostri clienti di flessibilizzare i costi esattamente come farebbe un cloud provider sulle tecnologie più standard, offrendo però la possibilità non solo di ridurli, grazie alle economie di scala, ma anche di averne un maggiore controllo”. Sintetizza così Dario Bonavitacola, responsabile della direzione Infrastrutture tecnologiche, servizi e sicurezza, la vocazione di Cedacri che, con 150 clienti, 40 milioni di transazioni gestite al giorno dalle proprie piattaforme e 5 milioni di clienti finali supportati, è il gruppo leader in Italia nei servizi informatici per il settore bancario e le istituzioni finanziarie.

“Essere originali nel nostro mondo, l’IT, non è facile. Per questo facciamo leva sui nostri fattori competitivi. Siamo un centro servizi da sempre molto vicino al mondo finanza. Ma siamo anche un’azienda italiana con una catena decisionale snella, con caratteristiche di ‘elasticità’ diverse dai competitor. L’infrastruttura tecnologica - prosegue il ­manager - assorbe buona parte della capacità di spesa di un’azienda.

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Obiettivo Crescita

Il know-how Cedacri dalla finanza alle imprese: la competitività attraverso infrastrutture tecnologiche in grado di rispondere ai più attuali trend del mercato di Chiara Marseglia

Noi possiamo sostenere gli investimenti al posto dell’azienda e le offriamo l’opportunità non solo di ripagarci negli anni, ma anche di avere una visione globale del progetto di business: un progetto che cresce, si sviluppa, si può modificare nel tempo”. Semplificando, nel caso in cui - in accordo con Cedacri - il cliente decida che la tecnologia su cui ha investito debba essere ridimensionata o utilizzata diversamente, si vede scontare il costo sostenuto per parte dell’infrastruttura e gli viene data la possibilità di impiegare in altri progetti le risorse liberate. Parimenti,

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tecnologia

OTTIMIZZAZIONE RISORSE

le soluzioni di punta, spiccano quelle di Facility management, Disaster recovery (recupero di sistemi informatici di back end) e Business continuity (recupero delle postazioni di lavoro): “servizio, quest’ultimo, offerto anche a sé stante, perché è il mercato stesso che lo richiede, e quindi integrabile o meno al Facility”.

Cedacri è riuscito a dire la sua anche nelle soluzioni classiche di Desktop management, con

un impianto di help desk che gestisce oltre 16.000 ­postazioni di lavoro sul territorio: “sono soluzioni innovative per l’uso spinto del mondo open source, che consente risparmi significativi. Tutto questo anche grazie ai nostri volumi, che ci hanno permesso di sperimentarle in primo luogo al nostro interno”, conclude. Per le soluzioni applicative l’universo si amplia ulteriormente.

qualora in corso d’opera il cliente abbia la necessità di aumentare la potenza, Cedacri è in grado di mettere a disposizione ulteriori infrastrutture. Da qui, anche il risparmio per le aziende: “l’investimento - precisa Bonavitacola - non è necessariamente al 100 per cento della capacità di spesa, perché il margine della nostra flessibilità consente di assumere un impegnovalore iniziale che può essere ri-tarato sulle esigenze in fieri dell’azienda e/o del mercato stesso”.

Alla base di tutto? “Regole chiare, anche nella condivisione delle decisioni. L’outsourcer, in questo senso, agisce come un cloud provider. Per ‘riciclare’ i nostri asset mettiamo a disposizione una base di tecnologie standard. Ma questo è solo l’inizio di un meccanismo virtuoso di standardizzazione che, a partire dal cliente, innesca un processo di opportunità fondate su solide basi di risparmio. Diciamo che è la nostra interpretazione del cloud”.

Nata nel settore bancario sulla spinta di una

profonda opera di informatizzazione, è ancora in quest’ambito che Cedacri mantiene il core business.

Ma guarda avanti. “Oltre a offrire un sistema informativo completo per gli istituti di credito, a disposizione della più piccola banca fino a quella di medie dimensioni, ci è parso naturale qualche anno fa - una volta avviato l’iter di differenziazione dei servizi - aggredire il mercato del Facility management. Guardandoci attorno abbiamo compreso infatti che i medesimi servizi potevano essere recepiti anche dal settore industria e da quello più affine al bancario: l’assicurativo”. Quali i fattori determinanti di questo passaggio? “Oltre ai tipici vantaggi offerti dall’outsourcing, il progressivo affermarsi dell’attenzione alla sicurezza attiva e passiva (controllo dei miei dati e di chi accede ai miei dati) e l’innalzamento della soglia di attenzione ai processi di controllo della qualità da parte delle aziende”.

Parola d’ordine, dunque, flessibilità ma anche sicurezza e garanzia di qualità: Cedacri infatti è certificata per la qualità Iso 9001, per la sicurezza Iso 27001, in materia di protezione dei dati con Isae 3402 Type 2 e i suoi Data Center garantiscono la conformità agli standard tecnici e operativi classificati dall’Uptime Institute come Tier III. “Tutte regole cui ci atteniamo scrupolosamente ma che sappiamo interpretare per adattarci con flessibilità ai processi delle aziende clienti”. Prospettive? “Il gruppo cresce. Siamo in un settore che offre alle aziende opportunità di risparmiare e quindi per noi la richiesta è in aumento. Il che non semplifica però il nostro lavoro... Per questo abbiamo avviato una revisione e un attento monitoraggio in primis al nostro interno, per efficientare ulteriormente le risorse e trasferirle poi sui nostri clienti. L’auspicio di questo 2013? Essere sempre più bravi a spiegare ai potenziali clienti che le nostre soluzioni permettono di fare un vero salto di qualità, per crescere insieme”.

Data Center di Cedacri, che negli ultimi anni ha assorbito importanti investimenti da parte del gruppo

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Obiettivo Crescita

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fit for pmi

OTTIMIZZAZIONE RISORSE

Wolters Kluwer Italia è il brand di riferimento per l’informazione online e le soluzioni software on permise e in the cloud

Sotto, Fabio Giuccioli, T&A communication strategy & strategic partnership manager di Wolters Kluwer Italia

I

n una situazione economico politica fluida e contrastata, quella della crescita attraverso l’internazionalizzazione è una strategia che molte aziende hanno proficuamente affrontato. Un cammino che va intrapreso dotandosi di una strumentazione tecnico-informativa adeguata e ineccepibile. Wolters Kluwer Italia è al fianco dei suoi clienti (aziende, professionisti e studi, ma anche molte figure chiave della pubblica amministrazione) per rispondere all’esigenza di gestire l’organizzazione e l’amministrazione ma anche le relazioni con il mondo esterno con i software più evoluti.

Leader a livello internazionale, Wolters Kluwer opera nel nostro Paese con un’offerta specializzata che spazia dall’informazione on line alle soluzioni software sia on premise che in the cloud fino ai corsi di formazione con i marchi Ipsoa, Cedam, Utet Giuridica, Leggi d’Italia, Indicitalia e Il Fisco e i marchi software Osra, Artel, Oa Sistemi.

Oggi il contesto competitivo nazionale e globale 44 -

Obiettivo Crescita

chiede efficienza nei processi produttivi e nel time to market, capacità di cogliere i segnali deboli del mercato leggendo e interpretando con tempestività i numeri e le informazioni, partendo proprio da quelle presenti in azienda; richiede rapidità nelle decisioni, azioni innovative per attrarre nuovi clienti e fidelizzarli, nuovi canali distributivi e modelli di business, conoscenze delle normative e sistemi informativi e gestionali al servizio del business.

Le aziende chiedono soluzioni semplici ed efficaci anche per gestire la fiscalità internazionale e Wolters Kluwer Italia offre un prodotto, la nuova soluzione online Big Suite Ipsoa (www.ipsoa.it/bigsuite) che punta sulla ricchezza dei contenuti e su un’accessibilità estrema, estesa anche ai device mobile. La navigazione è veloce, le novità sono aggiornate in tempo reale. Da’ il senso della profondità dei contenuti, sapere che in tema di fiscalità internazionale si dispone delle schede-Paese sulla tassazione di società e persone fisiche curata da International Bureau of Fiscal Documentation e che la sezione considera la disciplina tributaria di 28 Paesi, mentre No Risk Visure, consente di acquisire informazioni aggiornate e complete su milioni di aziende e determinare l’affidabilità dei business partner.

Tra i clienti di Big Suite Ipsoa anche il gruppo Freudenberg, un’azienda multinazionale caratterizzata da una produzione molto diversificata (tra gli altri, chimica, oil & gas, prodotti per la grande distribuzione con il marchio Vileda, produzioni per l’automotive). Elena Collarini, responsabile fiscale del gruppo in Italia ci racconta “Impossibile pensare di fare a meno di Big Suite. Si tratta – spiega Collari-

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fit for pmi

OTTIMIZZAZIONE RISORSE

Per le aziende informazioni online e soluzioni on premise e in the cloud Aggiornamenti in tempo reale su fiscalità internazionale e disciplina tributaria di 28 Paesi, ma non solo. Wolters Kluwer Italia punta sulla personalizzazione di Emanuele Bruno

ni - di una piattaforma ed una banca dati molto completa e aggiornata. Le regole del fisco sono soggette a continue mutazioni e dovendo occuparmi della fiscalità di tutte le società italiane del gruppo sia per questioni di ordinaria e quotidiana complessità che per temi più articolati, in particolare dei rapporti con l’estero, avere un quadro completo risulta essenziale.

L’aggiornamento è costante, la fruizione on line molto facile e – conclude Collarini - quando abbiamo proposto di variare la modalità di visualizzazione di

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alcuni documenti, immediatamente Ipsoa ha ascoltato i nostri suggerimenti”.

Ma non è solo la banca dati di documentazione ad avere un ruolo importante. Anche il sistema informatico gestionale rappresenta un punto di partenza strategico per migliorare le performance aziendali e ottenere un vantaggio competitivo. In casa Wolters Kluwer Italia il gestionale Arca Evolution, l’ultima versione dell’Erp sviluppato con il marchio Artel oltre a coprire tutte le aree funzionali aziendali, può essere calato sulle molteplici esigenze delle imprese come un abito su misura. E con Player, inoltre, è già predisposto per essere immediatamente operativo e performante per gestire le attività di Crm. Albino Celato, amministratore unico della De Castelli, un’azienda manifatturiera che costruisce e consegna prodotti d’arredamento per l’esterno e per l’interno della casa in acciaio o ferro, ma anche in altri materiali più nobili come il ferro o l’ottone è un utilizzatore soddisfatto di questi prodotti. “Abbiamo un catalogo di prodotti standard, ma quello che si sta sempre di più sviluppando è il business del prodotto su misura. Con la consulenza dei nostri architetti ed i nostri esperti – racconta Celato – il cliente ha la possibilità di ideare e farci realizzare prodotti esclusivi. In questo contesto, il gestionale che noi utilizziamo, ha mostrato qualità veramente decisive. Lo usiamo nelle situazioni che afferiscono alla contabilità e all’amministrazione, ma anche in tutte le altre situazioni di contatto e relazione con i nostri interlocutori esterni, per la produzione ma anche per la pianificazione della produzione e la gestione dei preventivi. Proprio in questo periodo – conclude Celato – con Wolters Kluwer Italia stiamo perfezionando una personalizzazione che ci consentirà di gestire ancora meglio il conteggio e la programmazione dei tempi di lavorazione e renderci più competitivi ed efficienti”.

Obiettivo Crescita

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gestionale

OTTIMIZZAZIONE RISORSE

Gestire il capitale umano dà valore all’azienda Sistemi propone Sistema Impresa, la piattaforma informatica che soddisfa le specifiche esigenze delle Pmi di Antonella Lanfrit

L’

La sede di Sistemi

obiettivo dello sviluppo, in ogni azienda, non può prescindere da un capitale straordinario: le sue risorse interne, soprattutto quelle umane. Ma perché tutta l’impresa si muova all’unisono verso la finalità indicata e si possano prendere sempre le decisioni più opportune, è fondamentale che tali risorse siano analizzabili in maniera costante e continuativa anche dal punto di vista economico, nel più ampio contesto del controllo di gestione. Un processo, quest’ultimo, imprescindibile per chi vuol fare impresa, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda. È da

Perché analizzare le prestazioni delle risorse umane è strategico Ogni obiettivo prevede l’impiego di collaboratori, il cui contributo è quantificabile in termini di produzione ma anche di costi: dati che Sistema Impresa elabora e che sono un plus aziendale

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Obiettivo Crescita

N

ell’ambito del controllo di gestione delle risorse aziendali - con le soluzioni che Sistemi ha riunito nella piattaforma Sistema Impresa -, l’analisi delle prestazioni delle risorse umane è un punto strategico per il successo complessivo di un’azienda. “Con le nostre applicazioni - evidenzia il responsabile marketing prodotti aziendali Davide Vierzi – ogni

impresa può costantemente verificare dove vengono impiegate le risorse umane, che attività fanno, quanto producono, quanto costano. Informazioni basilari e strategiche, per assumere qualsiasi decisione che abbia come obiettivo la crescita”.

La funzione della pianificazione “consente di aumentare l’efficienza in azienda – sottolinea

Vierzi -, perché quando si definiscono le attività da realizzare si specifica anche quali risorse impiegare, quando e per quanto tempo. In questo modo si consente il coordinamento tra le risorse a disposizione, si verifica la disponibilità della capacità produttiva necessaria per raggiungere gli obiettivi fissati; si stimano i costi necessari”.

La consuntivazione dell’attività,

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gestionale

OTTIMIZZAZIONE RISORSE

queste premesse che sorge un interrogativo: come poter pianificare, consuntivare e quantificare le attività delle risorse in campo in modo semplice e funzionale? E come fare in modo che i tre sistemi fondamentali di un’impresa (produttivo, amministrativo, gestionale) dialoghino di continuo tra loro con l’assunzione di informazioni che, una volta entrate nel circuito aziendale, si dirigano automaticamente verso il settore di competenza? Tali interrogativi hanno trovato una risposta in Sistema Impresa, una piatta-

forma applicativa, sviluppata da Sistemi, su cui fondare la contabilità generale e gestionale dell’azienda.

“Da 35 anni produciamo software per Pmi e aziende strutturate, studi professionali e società di servizi amministrativi - spiega Davide Vierzi, responsabile marketing prodotti aziendali della società -. I nostri prodotti sono in grado di gestire qualsiasi tipologia di azienda e in essa tutto l’asse verticale, dall’amministrazione alla produzione”.

Presso il quartier generale di Torino, Sistemi oc-

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Sistema Impresa è una solida struttura standard parametrizzabile in base ai differenti modelli organizzativi applicati in azienda

nella soluzione di Sistemi, rileva le attività effettuale dalle risorse tramite specifici strumenti (rapportino di lavoro e consuntivazione delle prestazioni dalla pianificazione) e permette l’analisi della produttività delle risorse, della produttività per commessa e l’analisi dello scostamento rispetto al programmato. Infine, la “costificazione” delle prestazioni è funzionale

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alla determinazione della corretta destinazione dei costi delle risorse, che si determinano con l’applicazione di una tariffa di costo alle ore lavorate. Le soluzioni previste in Sistema Impresa consentono di elaborare diverse tipologie di tariffe: costo per ore lavorate, costo per ore produttive, costo industriale, costo standard.

Una mole di informazioni facili

da reperire e da gestire, grazie ad adeguate strutturazioni software, che per l’azienda “costituiscono un ‘plus’. Esse – sottolinea Vierzi – consentono: determinazione del costo orario effettivo delle risorse calcolato sul tempo di produttività delle risorse; determinazione dell’effettivo contributo che le risorse danno alla generazione del costo della produzione; verifica dell’ef-

ficienza delle unità produttive grazie al confronto tra costi effettivi e costi standard; base informativa per la programmazione”.

Grazie ai suoi 35 anni d’attività e alle sue conoscenze dirette, Sistemi ha “modellizzato” la struttura fondamentale della sua piattaforma, creando modelli di controllo di gestione adeguati a diverse tipologie di aziende.

Obiettivo Crescita

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gestionale

OTTIMIZZAZIONE RISORSE

2008

2009

cupa 250 persone protese all’ideazione e allo sviluppo delle soluzioni informatiche che poi sono distribuite in tutta Italia. “Sistema Impresa non è un prodotto - sottolinea Vierzi -, ma un insieme di funzionalità che si articolano in tre sottosistemi tra loro in relazione e interagenti, caratterizzati da attività ed esigenze informative diverse: produttivo, amministrativo e gestionale”. Esigenze informative diverse che debbono spesso trarre le notizie utili da una stessa fonte, per esempio la fattura. È avendo ben presente questa condizione che Sistemi, grazie al suo ultratrentennale rapporto diretto con le aziende, ha fornito

Con una rete distributiva estesa a tutto il territorio nazionale, Sistemi garantisce un servizio di assistenza agli utenti, ovunque essi si trovino

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Obiettivo Crescita

2010

2011

64 ,5

60 ,9

57 ,3

55 ,5

Il fatturato stimato in milioni di euro.

Con una struttura caratterizzata da uno spiccato orientamento al servizio, Sistemi ha acquisito una posizione di leadership nel mercato italiano del software gestionale per aziende e studi professionali

53 ,3

2012, un anno di sviluppo

2012

soluzioni efficaci per organizzare e programmare fattori interni ed esterni, operazioni per massimizzare la redditività. “Sono molti gli elementi che ogni giorno influenzano le performance di un’azienda – prosegue Vierzi -. Quelli esterni possono rappresentare opportunità o minacce, quelli interni si configurano come punti di forza e/o di debolezza. Il management ne è sempre più consapevole e ha la necessità di strumenti e competenze che consentano di pianificare, gestire, organizzare, decidere e controllare le attività, per migliorare i risultati economici, finanziari e patrimoniali”.

Le funzioni riunite in Sistema Impresa rispondono a tutto ciò, sono uno strumento di gestione valido anche per le Pmi, che talvolta organizzano l’attività aziendale sulle percezioni piuttosto che sui numeri, soprattutto per mancanza di forze interne che vi si possano adeguatamente dedicare.

Con una piattaforma semplice e automatica, però, il controllo di gestione può entrare come fattore stabile di competitività all’interno delle imprese di qualsiasi dimensione. “I fatti aziendali che hanno rilevanza per il sistema amministrativo – esemplifica Vierzi – vengono assunti una volta sola e le informazioni in essi contenute si smistano nel sistema amministrativo e gestionale. In sostanza, con il nostro sistema si ha una sola registrazione per l’acquisizione di informazioni che poi avranno orientamenti diversi”.

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comunicazione

OTTIMIZZAZIONE RISORSE

Volantino in veste digitale: non più sfida ma realtà

O

L’appeal della carta appartiene al passato, oggi la promozione passa per il digitale, i QRcode, le attivazioni video, il Gps e la diffusione personalizzata. Concetti nuovi sui quali Maveda, player del settore dei servizi promozionali, sta basando il suo futuro

perare per incrementare le vendite. È questa da 20 anni la mission di Maveda, uno dei maggiori operatori italiani nel settore del recapito promozionale, attiva con tre principali linee di business unit: marketing intelligence, advertising mail, promotion and events. Per affrontare le problematiche del mercato e puntare all’espansione, ora sarà affiancata da un partner finanziario internazionale, che consentirà alla società di portare avanti progetti di sviluppo e la creazione di attività multicanale.

Per rendere ancora più efficace la penetrazione di Antonella Lanfrit del mezzo pubblicitario, Maveda oggi ha deciso di abbandonare definitivamente il classico sistema di distribuzione door to door in favotellitare in grado di associare del sistema di rilevazione re online e in modo diretto i satellitare con Gps: un serdati di diffusione con i dati di vizio di facile navigazione, fatturato. semplice e con la certificaCiascuna azienda rezione in tempo reale di tuttail potrà così costruire con te le attività di distribuzioi propri partner di filiera il ne, assicurando un aumento suo modello di diffusione e dell’efficacia immediato e questo modello potrà essere una maggiore profilazione. proposto alle aziende pro“Vogliamo innovare la duttrici come un elemento politica della gestione del distintivo che va ben oltre il volantino in termini di preznumero di copie diffuse o la zi/prodotto”, spiegano il fonpresenza dei prodotti a vodatore della società, Ennio lantino. d’Atri, e il manager vendita Si tratta di innovazioni & marketing, Mirco Vassallo. che presuppongono imporMaveda ha così indivitanti investimenti da parte duato nuove potenzialità di di tutti gli attori coinvolti, già sviluppo, facendo del volan- Ennio d’Atri, azionista e fondatore di Maveda alle prese con la difficile contino un mezzo dinamico, atgiuntura economica e con un traverso l’inserimento di il nuovo impianto normativo mezzi innovativi come per esempio i QRcode e attie fiscale sul volantino. Perciò, Maveda ha impostavazioni video. to una politica di piena e trasparente collaborazione A ciò si aggiunge il sistema di pianificazione sacon i propri clienti.

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Obiettivo Crescita

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Dalle ibride alle elettriche, ecco le auto green

EXTENDED RANGE IBRIDE PLUG-IN Un motore diesel con uno elettrico per la Volvo V60, che può ricaricare la batteria anche dalla spina

Se si parla di ibride non si può non citare la più venduta al mondo Toyota Prius, un motore elettrico supporta quello a benzina

SCENARI FUTURI IBRIDE

Il motore elettrico, da solo o affiancato a quello termico, apre a modelli di automobili in grado di consumare meno e di attirare sempre più l’attenzione di Luca Moroni

Al mercato serve “una

C

rescono in silenzio, su numeri ancora piccoli ma in costante aumento. Numeri che diventano consistenti se il nostro sguardo si sposta dal mercato italiano e spazia in nord Europa o negli Stati Uniti, per non parlare di quelli orientali. Sono le auto elettriche e ibri-

Ma le auto elettriche non inquinano meno

L

a tesi fondamentale di chi sostiene che le auto elettriche inquinano più delle altre è che le prime, seppur zero emission, “spostano” il problema delle emissioni inquinanti dal mezzo alla fonte di produzione dell’energia.

E nella situazione attuale è purtroppo la verità. La rivoluzione green avverrà

50 -

Obiettivo Crescita

Il motore principale è quello elettrico, affiancato da uno a benzina che serve per ricaricare la batteria.

Opel Ampera e la sorella Chevrolet Volt sono le principali esponenti di questa categoria

solo quando saremo in grado di cambiare il mix di fonti da cui produciamo energia, riducendo le fonti fossili come petrolio e carbone e puntando decisamente sulle rinnovabili.

L’Europa, almeno in questo, è già a buon punto, mentre la Cina e gli Usa dipendono molto ancora dal carbone.

500

grammi di CO2 le emissioni per la produzione di un kWh di energia in Europa. Negli Usa il valore è di 800 g

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green

AUTOMOTIVE

FULL ELECTRIC Arrivata alla seconda versione la Nissan Leaf, che si muove solo grazie al motore elettrico e ricarica la batteria dalla spina

in crisi scossa” de che stanno sempre più prendendo spazio nei listini dei grandi costruttori di automobili. Prova ne è che allo scorso salone di Ginevra il 10% delle auto era “green”, e non più relegato in un padiglione a parte, ma integrato negli stand dei produttori.

Gran parte del futuro dell’automobile si gioca qui, con i prezzi delle auto ibride che stanno iniziando a scendere e possono essere paragonate ai modelli con motori tradizionali: prova ne sono la Toyota Auris e la Yaris lanciate lo scorso anno.

Discorso diverso per le elettriche, che restano auto di nicchia per l’alto costo di produzione e di vendita, frenate dalla mancanza di una rete adeguata di colonni-

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Ecoincentivi, l’Italia fa poco

L

o scorso 14 marzo sono scat- Andati a ruba in tati gli ecoicentivi messi a dipoche ore i 4,5 sposizone dal Governo italiano per milioni destinati l’acquisto di modelli a basse emisai privati sioni. La piccola quota destinata ai privati, 4,5 milioni di euro, è finita in poche ore, ancora in gran parte disponibili invece i 35 milioni destinati alle imprese che possono richiederli a fronte di una rottamazione di un mezzo.

Una goccia in un mare che ha scontentato quasi tutti e che pone l’Italia lontana dai livelli delle altre nazioni europee.

ACQUIRENTI (SENZA ROTTAMAZIONE) <= 95 e >50 CO2 g/km <= 50 CO2 g/km IMPRESE (CON ROTTAMAZIONE) <= 120 e >95 CO2 g/km <= 95 e >50 CO2 g/km

Lo schema, presente sul sito Internet www.bec.mise.gov.it, riporta le diverse fasce di mezzi coperti dagli ecoincentivi, divise per emissioni di CO2

<= 50 CO2 g/km

ne di ricarica e da un processo tecnologico che richiede ancora avanzamenti a partire dal componente essenziale: la batteria. A grandi linee possiamo dividere le auto green in quattro categorie, la grossa differen-

Renault Zoe, la compatta elettrica in arrivo in Italia a metà del 2013

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Obiettivo Crescita

- 51

green

AUTOMOTIVE

Anche le supercar diventano ibride LaFerrari e Mclaren P1 sono sviluppate con innovazioni come il Kers che derivano dal mondo delle competizioni di Formula 1

A

llo scorso Salone dell’auto di Ginevra le supercar sono state le regine. Due in particolare hanno impressionato oltre che per le linee e la potenza in grado di sprigionare, anche per soluzioni adottate a partire dalla presenza di un motore elettrico. LaFerrari, la nuova creazione di Maranello, prodotta in soli 499 esemplari, arriva a 100 km/h in meno di 3 secondi grazie al 12 cilindri da 6 litri con 800 Cv unito al motore elettrico da 163 Cv. Design mozzafiato per la McLaren

za sta nell’utilizzo esclusivo o meno del motore elettrico. Partiamo dalle cosiddette full-electric, auto che viaggiano solo con motore elettrico alimentato da una batteria agli ioni di litio, decisamente costose con prezzi dai 25 ai 40mila euro, e con un’autonomia limitata a circa 150 km, soluzione ideale per chi si muove in contesti urbani. La più venduta al mondo è la Nissan Leaf; altri esempi di modelli sono la Renault Zoe, la compatta francese in arrivo sul mercato nei prossimi mesi, e la Mitsubishi i-Miev. Non mancano auto di categoria superiore come la Tesla Model S, berlina da 60mila euro, mentre Bmw sta da tempo spingendo la Serie i, che arriverà sul mercato per fine 2013. La categoria appena sotto comprende le extended range (Erev, Extended range electric vehicle), auto che funzionano anch’esse con il motore elettrico affiancato da un motore termico, che non serve per far muovere il veicolo, ma per ricaricare la batteria. Per questo le Erev sono in grado di affrontare viaggi anche oltre i 500 km, prima di dover o ricaricare la batteria o fare il pieno di carburante. General Motors è in prima linea nello sviluppo di questi modelli con Chevrolet Volt e la sorella europea Opel Ampera, con prezzi attorno ai 40mila euro. La terza categoria è rappresentata dalle ibride plug-in, auto che si muovono principalmente con un motore tradizionale a cui si affianca il motore elettrico, in grado di spingerle per circa 40 km grazie alla batteria che può essere ricaricata da una colonnina o dalla presa di corrente domestica. Volvo ha reso disponibile 52 -

Obiettivo Crescita

P1. Il suo 8 cilindri a V a doppia turbina più il motore elettrico eroga 916 Cv e fila a 355 km/h. Solo 375 le unità prodotte.

una versione della V60 con questo schema di motori: 57mila euro contro i 35mila del modello tradizionale. Passiamo infine alle ibride vere e proprie, la categoria più numerosa, in cui il motore tradizionale a benzina o a diesel è affiancato da un motore elettrico. L’auto può percorrere solo qualche chilometro esclusivamente con il motore elettrico, che interviene più che altro a sostegno di quello termico, permettendo in questo modo di contenere i consumi e di abbassare il livello di CO2 introdotta nell’aria. Pioniere dell’ibrido è Toyota con la Prius nata nel 1997, che ora sta estendendo a gran parte dei modelli in gamma, anche sul mercato del lusso con Lexus. Anche Citroën e Peugeot stanno introducendo modelli, mentre i produttori tedeschi saranno pronti per fine anno o inizio del 2014.

Tornando a guardare in casa nostra, la posizione di Fiat è molto chiara a riguardo, basta solo girare pagina per scoprirlo, ma la 500e prodotta per il mercato Usa ha tutte le carte in regola per far parlare di sé.

A Ginevra nello stand Fiat era presente la 500e, disponibile però solo nel mercato Usa

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AUTOMOTIVE

I vertici Fiat nel giorno dell’inaugurazione dell’impianto

Da Grugliasco può ripartire la sfida italiana nel mondo

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er Fiat la ripartenza della fabbrica di Grugliasco - la ex Bertone, ferma dal 2006 e riconvertita e rilanciata dal Gruppo con lo stabilimento che è stato ribattezzato “Avv. Giovanni Agnelli plant” – non ha avuto soltanto una potente valenza simbolica. Nel giorno dell’inaugurazione, gli applausi scroscianti al presidente John Elkann e all’amministratore delegato Sergio Marchionne degli operai che stavano per riprendere finalmente il lavoro dopo anni di cassa integrazione hanno lasciato chiaramente intendere come tutti avvertissero l’importanza del momento. Di svolta.

Nella ex carrozzeria di Nuccio Bertone, infatti, è stata lanciata la sfida di Torino nell’alto di gamma e si

L’ex carozzeria Bertone è stata riconvertita e rilanciata dopo anni di cassa integrazione. In produzione le auto alto di gamma a partire dalla nuova Maserati Quattroporte

di Emanuele Bruno

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AUTOMOTIVE

faranno buona parte dei modelli che dovranno fare concorrenza a Porsche, Bmw, Mercedes. Si comincia con la nuova Maserati Quattroporte, ma entro il 2015 dovrebbe essere avviata la produzione di altri quattro modelli.

Per il Gruppo Fiat si tratta della riconferma di un impegno, della riprova che non si vuole lasciare l’Italia, che si vuole giocare un ruolo decisivo nel rilancio del Paese. Per l’azienda del Lingotto come per gli altri grandi costruttori di auto, attualmente in Europa non sono tempi facili – sovrapproduzione e crol-

500

Il numero di dipendenti attuali che lavorano a Grugliasco

lo delle vendite sono i macrofenomeni con cui fare i conti - ma la proprietà e i manager al comando hanno riconfermato la centralità di Torino nei piani di sviluppo globale prossimi venturi dell’azienda.

“Intendiamo fare tutto il possibile per contrastare gli effetti della crisi sulle attività legate ai marchi generalisti in Europa. Stiamo seguendo una strategia precisa per sfruttare il patrimonio storico dei nostri marchi premium e andare a competere nella parte alta del mercato” ha sottolineato Sergio Marchionne.

A Grugliasco la Fiat ha pure presentato i conti del

1.500 Il numero di dipendenti quando la fabbrica sarà a regime

Auto elettrica? Per ora è meglio

S

ergio Marchionne considera quella dell’auto elettrica una prospettiva complicata. E rischiosa. Attualmente “un affare al limite del masochismo”. La versione elettrica della 500 sarà commercializzata nel mercato americano dal secondo trimestre di quest’anno. Ebbene, l’amministratore delegato della Fiat ha chiarito che “per ogni 500 elettrica venduta perderemo circa 10.000 dollari”. E si è premurato di sottolineare come molti studi accreditati mettano in discussione la bontà della scelta di puntare sui veicoli elettrici per ridurre le emissioni nocive in atmosfera. Se si vuole davvero iniziare da subito a ridurre i livelli di emissioni, soprattutto nei centri urbani – sostengono a Torino - è molto più utile sfruttare tutte le tecnologie disponibili, in modo combinato.

56 -

Obiettivo Crescita

La 500 elettrica esiste, ma solo in Usa. La sostenibilità in casa Fiat passa per la riduzione delle emissioni e dal biometano Una visione autorevole. Fiat non fa le ibride, non crede nell’auto elettrica, ma è in testa da anni alla graduatoria della sostenibilità. La marca del Lingotto punta con convinzione sul metano, in attesa della rivoluzione prossima ventura del biometano.

Nel 2102, per il sesto anno consecutivo, secondo lo studio di Jato Dynamics, l’azienda torinese si è confermata come il brand europeo con il più basso livello di emissioni di CO2, con un valore medio di 119,8 g/km. Per confermarsi in vetta negli ultimi 6 anni Fiat

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AUTOMOTIVE

2012. “I risultati sono in linea con le aspettative. Il gruppo sta bene e raggiungeremo il break even nelle attività in Europa nel 2015-2016. Stiamo lavorando alla velocità della luce per arrivarci” ha assicurato Marchionne.

“La nuova Quattroporte di cui è iniziata ufficialmente la produzione nello stabilimento di Grugliasco – ha rimarcato invece John Elkann - avrà un ruolo centrale nei programmi di Maserati nei prossimi anni. Si tratta del più ambizioso piano di sviluppo mai concepito nella storia della Maserati”.

1,2

Miliardi di euro, l’investimento stimato nei prossimi due anni

il metano ha ridotto le proprie emissioni medie del 13%, rispetto alla quota di 137,3 g/km di CO2 che aveva in partenza, facendo molto meglio dell’obiettivo di 130 g/ km fissato dall’Unione Europea per il 2015.

Un primato alimentato dalla continua ricerca tecnologica effettuata su questo versante. Tra le novità dell’anno passato la più eclatante è stata il lancio del nuovo motore 0.9 TwinAir Turbo Natural Power da 80 CV (metano/benzina), un ‘due cilindri’ particolarmente evoluto e performante. La nuova Fiat Panda equipaggiata con questo propulsore emette soltanto 86 g/km di CO2, un valore tra i più bassi del mercato.

La scelta della propulsione a metano è uno dei punti chiave della strategia della marca del Lingotto che da 15 anni è il principale produttore europeo di veicoli di primo impianto a metano (Oem) e con l’ali-

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Nella fabbrica nei prossimi due anni la produzione dovrebbe raggiungere quota 50mila esemplari con un investimento stimato di 1,2 miliardi di euro.

Il piano prevede nella prima metà del 2013 il lancio della Ghibli e nella seconda metà del 2014 quello della Levante, primo Suv firmato Maserati (entrambe le vetture con motori di provenienza Ferrari). Nel 2015 invece dovrebbe arrivare il modello che sostituirà la GranTurismo e un’altra auto sportiva di taglia inferiore. A Grugliasco per ora lavorano 500 dipendenti, ma a regime si dovrebbe arrivare a 1.500.

50mila Esemplari di auto in produzione nel prossimo biennio

mentazione bi-fuel (metano/benzina) che riguarda una parte sempre più ampia della gamma di prodotto e con questa tipologia di offerta che è stata estesa anche al settore professionale del trasporto merci.

Fiat ritiene che la propulsione a metano sia attualmente la scelta tecnologica più appropriata per contribuire a ridurre l’inquinamento nelle aree urbane e contenere le emissioni di CO2. Secondo gli esperti della marca piemontese, l’uso di motori a metano riduce al minimo le emissioni degli idrocarburi più nocivi e degli ossidi di azoto, mentre le emissioni di particolato sarebbero praticamente nulle. Fiat crede nel metano come tecnologia ponte per approdare a una soluzione ancora più ecologicamente sostenibile: il biometano. È stato infatti calcolato che un veicolo alimentato a biometano (gas di origine non fossile prodotto tramite ‘digestione anaerobica’ e purificazione di reflui di fognari e zootecnici, rifiuti alimentari, produzioni agricole dedicate) produce emissioni di CO2 paragonabili a quelle di un veicolo elettrico alimentato con energia prodotta da fonti rinnovabili.

Obiettivo Crescita

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trasporti

AUTOMOTIVE

“Servono strategie per non restare a piedi” Per rinnovare il parco mezzi l’Anfia auspica un piano pluriennale di finanziamento pubblico, l’accesso ai Fondi europei e politiche di sviluppo di Emanuele Bruno Roberto Vavassori, presidente di Anfia: l’associazione della filiera dell’industria automobilistica

N

on è solo il mercato delle auto a subire un profondo calo. Il presidente dell’Anfia, Roberto Vavassori, segnala l’importanza di un altro dato del settore automotive. Rilevante e fondamentale, specie se l’ottica è quella di favorire e promuovere lo sviluppo di una mobilità urbana ed extraurbana realmente più sostenibile in tutto il nostro Paese.

“Il mercato degli autobus - racconta Vavassori ha riportato una pesante flessione nel 2012, chiudendo l’anno al -30% rispetto al 2011 e al -52% rispetto al 2007”.

I dati dell’associazione della filiera dell’industria automobilistica dicono che la crisi è generalizzata, con un calo drammatico nel segmento dei Finanziati, che perdono il 46,5% sul 2011 e contrazioni dei volumi molto forti anche per gli autobus turistici (-38,4%) e i minibus (-18,8%). E non è solo l’andamento economico generale a influire su questo risultato. Secondo Anfia il trend negativo del comparto è strettamente collegato alle scelte politiche inerenti il trasporto pubblico locale nel suo complesso.

“La riduzione dei trasferimenti alle Regioni dei fondi per il trasporto pubblico locale, oltre a una di58 -

Obiettivo Crescita

minuzione dei servizi - illustra Vavassori - ha comportato anche una drastica revisione degli investimenti da parte degli operatori. In assenza di fondi specifici per il rinnovo delle flotte, si trovano impossibilitati a pianificare l’acquisto di nuovi mezzi, non avendo la solidità patrimoniale necessaria per affrontare i rilevanti investimenti o accedere al credito per rinnovare adeguatamente il parco vei-

trasporti

AUTOMOTIVE

Il parco autobus italiano è vecchio e inquinante

L’

anzianità media degli autobus adibiti ai servizi di Tpl (trasporto pubblico locale) è passata da 9 anni nel 2006 a 11 anni nel 2011, un “gap” enorme rispetto alla media europea (7 anni).

Circa il 60% del parco autobus per il trasporto pubblico urbano/suburbano ed extraurbano è composto di veicoli Euro 2 (29%) ed Euro 3 (30%), mentre il 20% delle flotte sono addirittura Euro 1, Euro 0 e pre-Euro 0.

Se nel 2006, su 100 autobus adibiti al trasporto extraurbano con oltre 15 anni di anzianità, ne venivano sostituiti con autobus nuovi circa 15, nel 2011 si è scesi a 11 nuove immatricolazioni. Ancora peggio per il per il trasporto urbano: su 100 autobus con oltre 15 anni di anzianità, nel 2006 se ne sostituivano più di 44, mentre nel 2011 si è precipitati a 17.

Il 20% delle flotte sono Euro 1, “Euro 0” e pre “Euro 0”

11

Anzianità media degli autobus di trasporto pubblico locale: 11 anni, (media europea: 7)

n AUTOBUS n MINIBUS

-

18 ,8

-

38 ,4

A fianco: la flessione dei volumi di vendita registrata nel 2012 rispetto al 2011 di due categorie di mezzi per il trasporto pubblico

Zero

Secondo l’Anfia il rilancio del settore dei mezzi per il trasporto pubblico è collegato alle scelte politiche

colare”. L’assenza di un adeguato piano di turn over dei mezzi, segnala Anfia, “genera un peggioramento della percezione della qualità del servizio di trasporto pubblico locale, un aumento dei costi di manutenzione, maggiori consumi, costi indiretti per disservizi, un aumento dei rischi per la sicurezza dei passeggeri e un maggiore impatto ambientale, con una negativa ricaduta sui bilanci aziendali”.

La situazione che si è venuta a creare pesa enormemente sulla filiera della produzione autobus e sul relativo indotto, vanificandone almeno in parte gli ingenti investimenti affrontati per l’adeguamento alle normative europee in materia ambientale e di sicurezza.

Ebbene, l’associazione ha le idee chiare su quali debbano essere le misure da prendere per superare questa situazione d’impasse.

Secondo Vavassori “va innanzitutto fatto partire un piano pluriennale di finanziamento pubblico per sostenere il rinnovo del parco mezzi e dare ossigeno al mercato. Va poi effettuato un intervento di coordinamento della programmazione dei Fondi strutturali e dei Programmi europei disponibili a favore della mobilità collettiva e di investimenti in veicoli eco-sostenibili. Inoltre - continua il presidente dell’associazione - proponiamo l’attivazione di strumenti finanziari a supporto degli investimenti propri delle aziende nel rinnovo del parco, tra cui l’istituzione di un Fondo di Garanzia per l’accesso ai finanziamenti per l’acquisto di mezzi destinati al Tpl (trasporto pubblico locale, Ndr) e forme di incentivazione all’utilizzo dei contratti di leasing. In aggiunta, potrebbe dare continuità e maggiore programmazione agli investimenti un sistema in cui si preveda che il costo di ammortamento dei mezzi rappresenti una componente del corrispettivo previsto nei contratti di servizio”.

Anfia, inoltre, auspicherebbe l’introduzione di un credito d’imposta per gli investimenti in Ricerca e Sviluppo finalizzati alla progettazione di nuovi veicoli, più efficienti, economici, sicuri ed ecosostenibili.

Infine, conclude Vavassori, un intervento importante sarebbe “l’esclusione delle spese per l’acquisto di autobus dai vincoli del Patto di stabilità interno di Regioni ed Enti locali e la definizione di una tassa di scopo, per esempio sulle contravvenzioni per la mobilità privata, per integrare il finanziamento al rinnovo del parco”.

Obiettivo Crescita

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servizi

AUTOMOTIVE

Assistenza assicurata Con i nuovi prodotti, Mapfre Italia estende il proprio raggio d’azione anche ai segmenti Travel, Insurance e Finance di Emanuele Bruno

Esterno della sede

Gian Paolo Aliani Soderi, direttore generale di Mapfre Italia

N

el ranking globale delle aziende attive sul versante dell’assistenza stradale, delle assicurazioni e dei prodotti di garanzia, la spagnola Mapfre si colloca ai primissimi posti. Unica realtà attiva in tutti e cinque i Continenti, per alcuni degli osservatori di settore sarebbe destinata a entrare nel novero delle prime tre società mondiali già nella prima metà di quest’anno. Attiva in Italia dal 2003 con i marchi Mapfre Assistance e Mapfre Warranty, fornisce i propri servizi a circa 2.500 concessionarie di tutti i brand automobilistici e poi a marche come Ford, Volkswagen, Hyundai, Piaggio e Peugeot Scooters e a compagnie come Cattolica Assicurazioni.

Dopo essersi concentrata per i primi 5 anni sul versante automotive, dal 2008 Mapfre ha aperto un altro capitolo di sviluppo della presenza sul nostro territorio, con un’evoluzione che nei prossimi mesi dovrebbe conoscere una fase decisiva di accelerazione.

I risultati economici ottenuti nel 2012 sono stati interessanti e positivi. Mapfre Italia ha visto crescere il proprio fatturato del 12% attestandosi a quota 33 milioni di euro. Ma per il 2013, nonostante la crisi, gli obietti60 -

Obiettivo Crescita

vi sono ancora più ambiziosi. “Abbiamo messo in budget una previsione di crescita del 33% e così contiamo di arrivare a 43 milioni di ricavi”, spiega il direttore generale dell’azienda, Gian Paolo Aliani Soderi.

Qual è il segreto, come si riesce nel “miracolo”? “Il ciclo economico negativo non mette in discussione ma, anzi, amplifica il valore dei prodotti e dei servizi che offriamo. I nostri clienti ci considerano partner decisivi per incrementare il loro business”, sottolinea il manager.

“Altro aspetto essenziale - continua Aliani - stiamo puntando con coerenza sull’innovazione. Nel 2013 ci presentiamo con molti prodotti nuovi, allargando il nostro raggio d’azione in maniera più convinta anche ai segmenti Travel, Insurance e Finance”.

Altro punto di forza di Mapfre la preparazione della rete commerciale. “Si avvicina oramai alle cento unità e riesce a svolgere un ruolo che va molto oltre la vendita. I nostri ‘sales’ e i nostri ‘account’ - conclude Aliani - sono tra i pochi ad avere il background formativo necessario a mettere in grado chi poi presenta realmente il prodotto al cliente finale di spiegarlo e farlo apprezzare per quello che vale”.

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A fianco: l’asse delle ordinate riporta l’indice Odex: il valore che mette in relazione i consumi energetici con la quantità di beni/ servizi prodotti. Fatto 100 il dato del 1990 (vedi andamento della linea nera), l’indice risultava pari a 87,0 già nel 2010

Rapporto consumi energetici/quantità di beni o servizi prodotti (Base 1990 = indice Odex, 100) 105

TRASPORTI

100 95

INDICE EFFICIENZA TOTALE

90 85 80

INDUSTRIA MANIFATTURIERA

75

RESIDENZIALE

70 65

’90 ’91 ’92 ’93 ’94 ’95 ’96 ’97 ’98 ’99 ’00 ’01 ’02 ’03 ’04 ’05 ’06 ’07 ’08 ’09 ’10 Fonte: elaborazione ENEA su dati ministero dello Sviluppo economico

Nel 2011, secondo l’Enea, il nostro Paese è riuscito a risparmiare 57.595 GWh, migliorando del 17% i risultati del 2010.

Sull’efficienza degli edifici procediamo a due velocità: il residenziale fa progressi ma negozi e le strutture della Pa consumano troppo e male d i G i a n l u i g i To r c h i a n i

Il grafico sopra mostra negli anni i miglioramenti regolari e costanti del settore residenziale.

L’industria è migliorata solo negli ultimi sei anni.

I trasporti, invece, hanno espresso i livelli di efficienza più modesti e dall’andamento altalenante.

i

n tempi di crisi risparmiare è un imperativo, tanto più sui consumi energetici, che rappresentano una delle voci di costo più impattanti sui bilanci di famiglie e imprese. La buona notizia è che l’Italia, anche se in maniera non uniforme, sta facendo dei passi in avanti per ridurre il suo fabbisogno energetico. In particolare nel 2011, come ha rilevato l’ultimo rapporto annuale dell’Enea, il nostro Paese è riuscito a risparmiare complessivamente 57.595 GWh, migliorando del 17,1% i risultati dell’anno precedente. Un altro aspetto positivo è dato dal fatto che questi numeri non sono estemporanei, ma sono frutto di una politica di innovazione e miglioramenti tecnologici che va avanti almeno da un ventennio.

L’apporto dei singoli settori produttivi dell’economia nazionale è stato, però, estremamente differenziato: ad esempio, nel periodo 1990-2010 l’industria manifatturiera ha fatto registrare un miglioramento dell’efficienza energetica pari al 13,4%. Un buon risultato, anche se l’applicazione delle tecnologie efficienti nelle nostre industrie è ancora frenata dai tempi di ritorno dell’investimento e dalla difficoltà di reperimento delle risorse finanziarie necessarie.

Più complesso è il discorso per il fabbisogno energetico degli edifici: l’evoluzione del consumo di energia per abitazione nel settore residenziale mostra per l’Italia una riduzione dell’8,3% nel 2010 rispetto al

N o N s o l o è i m p o r ta N t e “ q u a N t o ” , m a c o m e s i c o N s u m a

In Italia cresce l’efficie 62 -

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scenario

ENERGIA L’Europa nel 2050 ancora più green

L’

Europa si è data in materia di energia e ambiente precisi obiettivi al 2020 per la promozione delle energie rinnovabili e il taglio delle emissioni di CO2, blindati da un preciso sistema di target e sanzioni per i 27 Stati membri.

Ma questa scadenza è sempre più vicina ed è perciò indispensabile guardare a più lungo termine per dare un seguito

a questo impegno. Un passo avanti in questa direzione è stato fatto a fine gennaio, con l’approvazione, da parte della commissione all’Industria e all’energia del Parlamento europeo, della Roadmap Energy 2050, che si pone l’obiettivo di arrivare a un - 80% in meno di emissioni al 2050.

Fondamentale sarà il ruolo dell’efficienza

2000; questa variazione è però inferiore al corrispondente valore della media Ue a 27 (-15,5%) e ai risparmi ottenuti nello stesso periodo da Germania, Francia e Regno Unito. Del tutto negativo è invece l’andamento del fabbisogno del settore non residenziale, definizione in cui sono compresi gli edifici adibiti ai servizi, al commercio e alla Pubblica amministrazione, che risulta nell’ultimo ventennio in continua e forte crescita. Anche nel caso del patrimonio edilizio nazionale, gli elevati investimenti iniziali costituiscono un rilevante ostacolo per i piccoli consumatori (residenziale, uffici). Il settore dei trasporti, invece, può vantare un miglioramento delle prestazioni energetiche dei nuovi mezzi circolanti, in parte però depotenziato dal rallentamento del rinnovo del parco automobilistico nazionale. In ogni caso l’Enea è abbastanza ottimista per quanto riguarda il raggiungimento gli obiettivi nazionali di efficienza fissati per il 2016 dal Paee 2011 (Piano d’azione nazionale sull’efficienza energetica).

nza energetica Aprile 2013

energetica: questo significa che gli edifici produrranno più energia del proprio fabbisogno (grazie alle fonti pulite); i prodotti di consumo e gli elettrodomestici dovranno soddisfare gli standard sempre più elevati, così come i mezzi di trasporto. Ulteriore diffusione, poi, dovranno avere le rinnovabili e tutte le tecnologie anti inquinamento.

Il solare pronto all’era post incentivi

I

l fotovoltaico è la fonte rinnovabile più apprezzata dagli italiani: secondo un’indagine di Ipr Marketing, l’82% ha considerato l’idea di passare all’energia solare, anche se la crisi incide poi sui comportamenti concreti. E se, da un lato, il 90% del campione ritiene il fotovoltaico l’energia su cui l’Italia dovrebbe puntare in futuro, d’altro canto è ormai prossima fine dei finanziamenti statali al fotovoltaico.

Secondo il Gse, il totale del costo cumulato annuo delle diverse edizioni del Conto energia (il sistema di incentivazione nazionale) sfiora quota 6,6 miliardi di euro l’anno: molto vicino al limite massimo di spesa annua ammesso, ossia 6,7 miliardi di euro annui. Una volta superato il limite i nuovi impianti solari non usufruiranno più di nessun tipo di incentivazione diretta. Sicuramente il fotovoltaico potrà però contare anche in futuro su detrazioni fiscali per ristrutturazioni ed efficientamento energetico.

Intanto gli operatori del settore chiedono di snellire le procedure e le normative in vigore.

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solare

ENERGIA

Leggere in anticipo l’evoluzione tecnologica

C

ome si fa ad essere “da 50 anni protagonista dell’impiantistica avanzata”, come recita il pay off aziendale; ad essere nati come società specializzata nei montaggi industriali ed oggi essere leader nella costruzione di centrali di cogenerazione da biomasse liquide e aver sviluppato una nuova tipologia di centrali solari?

Interrogativo legittimo d’innanzi alla vivacità di Termoindustriale, che sembra avere la capacità intrinseca di leggere anticipatamente l’evoluzione del mercato e di avere tante e tali competenze da potersi dedicare a settori differenti con medesima padronanza. “Il ‘segreto’ di tale capacità imprenditoriale - risponde Walter Capponi, consigliere di amministrazione e direttore della Divisione Energia e Ambiente - sta nel continuo investimento in ricerca e sviluppo e nella capacità di mettere a frutto le competenze acquisite in 50 anni di storia, adeguandole ai nuovi scenari”.

Uno degli esempi è tratto dal settore aziendale che sta dando maggiori soddisfazioni, quello legato al solare temordinamico. “Una strada che abbiamo intrapreso nel 2008 - spiega - mettendo a punto la nuova tipologia di centrali solar.ti, che impiegano il calore del sole per la produzione di energia elettrica (Csp) e termica (Cst). Tali centrali sono l’insieme di impianti che storicamente Termoindustriale ha prodotto. Internamente, perciò, avevamo il know how (il primo impianto a ciclo combinato è stato realizzato nel 1972 e abbiamo lunga esperienza nello stoccaggio di olio diatermico e sali fusi), si trattava solo di im-

Walter Capponi, consigliere di amministrazione e direttore della Divisione Energia e Ambiente

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Obiettivo Crescita

Uno dei settori che sta dando le maggiori soddisfazioni a Termoindustriale è quello legato al solare termodinamico, con la nuova tipologia di centrali solar.ti di Antonella Lanfrit

piegarlo in termini innovativi”. Per gli aspetti che non rientravano nelle competenze di Termoindustriale, in questo caso le parabole, la società ha agito secondo una filosofia collaudata: costruire una partnership esclusiva in Italia con un soggetto leader, ovvero l’americana SkyFuel, il top nei sistemi solari a concentrazione.

“Le centrali Csp e Cst - ricorda Capponi - beneficiano degli incentivi previsti dalle normative italiane, riducendo notevolmente i costi sostenuti dal cliente e contribuendo all’abbattimento delle emissioni in atmosfera. L’ultimo decreto sulle fonti rinnovabili, Dm Fer di luglio 2012, ha ridotto notevolmente gli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Unica eccezione è stata fatta per il Csp, il cui incentivo è stato addirittura aumentato rispetto alla precedente normativa, rendendo così l’investimento ancora più remunerativo e interessante, con una redditività certa per 25 anni. Molto interessante come investimento è anche il Cst, dove la nuova normativa prevede il finanziamento in conto capitale di una quota molto importante dell’investimento”. Lo sviluppo delle centrali termodinamiche è stata la diretta conseguenza dell’esperienza acquisita nella costruzione di centrali di cogenerazione da biomasse liquide, in cui Termoindustriale è leader da 10 anni.

Anche in questo caso, la società si è resa protagonista di una partnership d’eccellenza, utilizzando per le centrali i motori M.A.N. Diesel & Turbo SE linea biofuel da 1 a 50 MW. “Termoindustriale si occupa di im-

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solare

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pianti energetici a ciclo combinato dal 1972 e dunque - sottolinea Capponi - per noi quello degli impianti industriali per la produzione di energia da fonti alternative è in realtà un settore storico”. Gli impianti di cogenerazione di Termoindustriale sono alimentati ad olio vegetale ed animale “e in questi anni ci siamo specializzati nei processi per l’utilizzo di sottoprodotti di origine animale - spiega il direttore - per produrre impianti sempre più ecosostenibili e creare nelle aziende una filiera integrata”. La Divisione Energia & Ambiente continua ad essere impegnata nella ricerca di tecnologie innovative per sfruttare fonti energetiche alternative che producano biocombustibile di terza generazione.

Dal 1994 Termoindustriale opera in regime di qualità certificata in tutte le fasi del processo: dallo stu-

La sede di Termoindustriale a Santa Vittoria d’Alba (Cn)

dio di fattibilità degli impianti alla progettazione; dalla predisposizione alla gestione delle pratiche autorizzative (ha creato un’apposita divisione interna con personale altamente preparato per seguire i complessi iter burocratici) alla costruzione e messa in opera; dalla formazione del personale fino all’assistenza post vendita con il servizio di manutenzione ordinaria o straordinaria (di ciò si occupa la società Ti. Man).

Nel giugno 2010 il gruppo Argos Soditic, fondo di private equity, ha acquistato il 70% di Termoindustriale, consentendo alla società, già in rapida crescita, di realizzare un piano di sviluppo e di consolidare la propria leadership nell’impiantistica avanzata. Il management storico (l’a.d. Walter Brovia, il direttore generale Giacomo Viberti e il direttore Divisione Energia & Ambiente Walter Capponi) è tutt’ora alla guida dell’azienda.

La nuova frontiera del fotovoltaico: il noleggio

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uotidia, società internazionale che opera dal 2006 nel settore del fotovoltaico, ha lanciato a partire da gennaio 2013 la sua nuova duplice offerta: insieme al Fotovoltaico Chiavi in mano, l’innovazione del Pv Rent.

Per tutti quei clienti che sposano la filosofia green e desiderano installare i pannelli fotovoltaici ma non dispongono della liquidità necessaria per acquistarli o semplicemente hanno l’obiettivo di riscattarne gli elementi nel corso degli anni, Quotidia lancia un’innovativa soluzione: il Pv Rent.

Qual è la soluzione migliore per la tua azienda?* La nuova proposta si basa sull’ offerta di fotovoltaico a Vantaggi Vantaggi noleggio, che consente alle Consumi Potenza in 20 anni del Senza in 20 anni Aziendali Installabile Fotovoltaico Fotovoltaico aziende che hanno un alto condel PV Rent con Incentivo sumo di energia elettrica, di beneficiare dei vantaggi della tec240.000 kWh 200 kWp 950.000 € 164.000 € -895.000 € nologia a pannelli solari senza sostenerne né i costi di inve600.000 kWh 500 kWp 2.500.000 € 396.000 € -2.168.000 € stimento né i costi di gestione 1.200.000 kWh 1000 kWp 4.300.000 € 768.000 € -4.200.000 € e ottenendo, tuttavia, un interessante risparmio sulla bollet*Ipotesi - Costo medio energia: 0,16; Aumento medio annuo Energia: 4%; ta elettrica.

Incentivo: II semestre V Conto Energia

Aprile 2013

Obiettivo Crescita

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r&d

energia

Il made in Italy dell’energia vince oltreconfine Mace si è affermata anche all’estero con i trasformatori di potenza ad alta tensione

Da dx Cesare e Francesco Ceruti A lato: La produzione dei trasformatori Mace avviene completamente in Italia

di Monica Cirillo

N

ella sua sede di Casandrino (Na), da sessant’anni Mace produce trasformatori di potenza che consentono di trasferire la corrente elettrica verso qualsiasi luogo di consumo: industrie, edifici, abitazioni, ecc.

“Dopo esserci affermati nel settore dei trasformatori MT/BT, puntiamo ad essere altamente competitivi anche nel settore dei trasformatori di potenza ad alta tensione (AT) - afferma Cesare Ceruti, che dirige l’azienda insieme al fratello Francesco -. Per essere sempre all’avanguardia investiamo molto in R&D, in

Presenze di prestigio

L

a produzione di Mace contribuisce a creare benefici per la collettività, sia essa una comunità che sfida la siccità di un deserto, come nel caso della commessa per il ministero dell’Elettricità Iracheno, o che si tratti di superare le difficoltà di un ambiente complesso, come nel caso della fornitura per un impianto di cogenerazione in Gabon. In Italia, Mace ha fornito a Italferr i trasformatori per le tratte ferroviarie dell’alta velocità.

66 -

Obiettivo Crescita

formazione e nel miglioramento continuo della produzione. Offriamo know-how, innovazione e servizio, un servizio che annovera assistenza tecnica ma anche consulenza altamente qualificata”.

Punto di forza di Mace è la consolidata presenza all’estero, con referenze importanti soprattutto in Europa, ma anche in molti paesi al di fuori dell’Unione europea. “Vantiamo una qualificata rete commerciale, con selezionate agenzie di rappresentanza, che ci permette una forte presenza in Italia ma soprattutto all’estero, tanto che oggi l’export supera il 60% del fatturato - dice Ceruti - . Siamo presenti nei paesi dell’Est Europa, Nord Europa, Russia e Nord Africa.

Grazie al grande lavoro dei nostri esperti dedicati all’adeguamento delle progettazioni e delle costruzioni alle specifiche della clientela estera, abbiamo svariate certificazioni di validità, compresa la certificazione Gost, che ci consentono di lavorare al meglio in moltissimi paesi”. Mace è accreditata presso prestigiosi partner internazionali del settore energetico, sia elettrico sia idrico, oltre che delle fonti alternative. I sui prodotti sono inLa quota deila fatti impiegati anche nel settore fotovoltaiproduzione di Mace co ed eolico. Un esempio di made in Italy da che raggiunge esportazione che non è solo tradizione, ma i mercati esteri innovazione e alta tecnologia.

60%

Aprile 2013

MULTIPLE FINANCIAL AND TAX INCENTIVES Tunisia Investment Forum June 13-14, 2013 Tunis - Tunisia SAVE THIS DATE!

Foreign Investment Promotion Agency www.investintunisia.tn

EVENTI

Un’occasione per il rilancio dell’Italia Le adesioni sono salite a quota 124 e da questo punto di vista il ritmo è spedito. Generati circa 200mila posti di lavoro tra il 2012 e il 2020

D

Giuseppe Sala amministratore delegato di Expo 2015

L'area d i Eespositiva m a n u e l e B r u ndi o Expo 2015

eve essere “un’iniezione di entusiasmo e di ottimismo per l’intero sistema Italia” ha auspicato l’amministratore delegato di Expo 2015, Giuseppe Sala. E la presidente, Diana Bracco, ha espresso la convinzione che “Expo sarà il primo grande evento del dopo crisi”. Il quadro generale - specie sul versante delle risorse finanziarie e su quello della ridefinizione di alcune delle poltrone istituzionali - non è ancora del tutto sgombro da nubi, ma CLUSTER SPICES

CASCINA TRIULZA

CHILDREN PARK

PALAZZO ITALIA

CLUSTER BIOMEDITERRANEUM LAKE ARENA

EXHIBITION ITALIA

MEDIA CENTER CLUSTER LEGUMES, OIL SEEDS AND FRUITS

CIVIL SOCIETY EXPO CENTER

PASSERELLA EXPO FIERA

PADIGLIONE ZERO

CLUSTER RICE

CLUSTER COFFEE

CLUSTER COCOA

Fonte: Expo 2015

CLUSTER CEREALS AND TUBERS CONTEMPORARY ART INSTALLATIONS

FOOD IN ART

FUTURE FOOD DISTRICT

OPEN AIR THEATRE PASSERELLA EXPO CASCINA MERLATA

EXPO 2015

ENOGASTRONOMIA

per fortuna arrivano forti dall’esterno anche segnali decisamente incoraggianti. Con quella del Brasile, molto attesa, le adesioni ad Expo 2015 sono salite a quota 124.

Si viaggia, almeno da questo punto di vista, a ritmo speditissimo. I commissari generali già nominati dai Paesi aderenti sono 82 e oramai oltre l’80% della popolazione mondiale è già rappresentato nell’evento.

Quella del Brasile è una conferma importante, per tutto quello che la nazione sudamericana rappresenta negli equilibri geopolitici attuali. È un Paese in straordinaria crescita, con una produzione agricola e zootecnica tra le più importanti a livello mondiale, si prepara ad ospitare i Mondiali di Calcio del 2014 e le Olimpiadi del 2016 e, a quanto pare, il Paese presieduto da Dilma Roussef conterebbe ora di fare ‘filotto’ aggiudicandosi anche l’organizzazione dell’edizione 2020 dell’Expo.

Altro aspetto chiave, quello con l’Italia è un legame storico, culturale, economico, oltremodo forte. Genetico.

Gli italiani o i discendenti di italiani residenti in Brasile sono circa 25 milioni e in quel Paese sono fiorenti le attività di alcuni dei nostri big dell’industria. L’adesione del Brasile può contagiare l’interesse per l’evento in tutto il Sudamerica e contribuire a rendere ancora più globale e partecipata l’edizione italiana dell’Esposizione Universale. Dall’altra parte dell’Atlantico, con largo anticipo, aveva già detto sì l’Argentina, anch’essa dotata di una CLUSTER ARID ZONES folta popolazione di origini PLANET OF FOOD BIODIVERSITY italiane, numericamente inferiore ma proporzionalmente più ampia di quella brasiliana. Anche l’Argentina mette CLUSTER ISLANDS, SEA AND FOOD

Il compito critico è quello di arrivare alla stesura del Protocollo di Milano 2015

U

n documento strategico sull’alimentazione globale. A scriverlo sarà una squadra ben assortita che formerà il Comitato di redazione di Expo 2015.

Dentro ci saranno il commissario generale di Expo 2015, il segretario generale del Bie, Vicente Loscertales, un membro della Fao, uno del Cern, i rappresentanti del Fondo Monetario Internazionale, dell’Ocse, di Biodiversity e del Ministero italiano degli Affari Esteri. Il compito, critico, è quello delle proposte e dei contributi di tutte i partecipanti all’esposizione universale, per arrivare alla stesura del Protocollo di Milano 2015.

in campo valori chiave sul terreno agroalimentare: è portatrice di una cultura antica e radicata sul versante dell’allevamento bovino, ha un ruolo rilevante anche per quello che riguarda colture chiave per il destino del pianeta come quelle della soia, del mais, del frumento, della canna da zucchero e dei semi di girasole, con delicate implicazioni che riguardano l’uso di Ogm. Prima della conferma del Brasile, era arrivato anche l’ok di Israele, altra partecipazione decisiva per il successo della manifestazione. Tel Aviv ha scelto l’unico padiglione che confinerà con quello italiano e l’ultima novità, venuta fuori all’ufficializzazione di questa scelta, è che il terreno a disposizione per i padiglioni

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I numeri di Expo 2015 a 800 giorni

124 SUSTAINABLE FOOD PAVILION

Il Comitato di redazione

I metri quadrati del superpadiglione della Cina

I Paesi partecipanti

200.000

Stima dei posti di lavoro generati tra il 2012 ed il 2020

L'area espositiva di Expo 2015

La popolazione del Pianeta già rappresentata CASCINA TRIULZA

COLLINA MEDITERRANEA

3

Gli ultimi arrivati: Brasile e Israele

I big che ancora mancano all’appello: Usa, Gb, Canada

4.590 oltre %

80 2

CHILDREN PARK

CIVIL SOCIETY

Aprile 2013

EXPO CENTER

Obiettivo Crescita

CLUSTER LEGUM OIL SEEDS AND F

- 69

EPO 2015

ENOGASTRONOMIA

Expo e Coldiretti, un’alleanza forte

A

Expo Milano 2015 la presenza delle imprese agricole nazionali darà una forza ed un’energia speciale alla manifestazione. La società organizzatrice dell’evento e Coldiretti hanno da tempo firmato un’intesa che ci si aspetta foriera di conseguenze positive. Dovrà essere così, l’occasione va colta se si con-

sidera che “Expo Milano 2015 è l’evento che metterà al centro della riflessione mondiale il tema di una nutrizione corretta ed equilibrata per tutti e quello di uno sviluppo equilibrato e sostenibile del pianeta” ha commentato l’ad Giuseppe Sala. Che l’opportunità deve essere sfruttata l’ha detto anche il presidente della Coldiretti lombarda, Ettore Prandini “per

rischia rapidamente di esaurirsi. Una sorta di exploit, considerate le tante profezie d’insuccesso delle Cassandre pronunciatesi prima e dopo l’assegnazione della manifestazione a Milano. “Neanche Shanghai, che è stata l’Expo dei record, aveva questi numeri a 800 giorni dall’inaugurazione” ha commentato sul tema Sala.

La partecipazione è massiccia e convinta e a investire sull’appuntamento italiano non sono solo i Paesi più sviluppati. Un caso esemplare è quello dell’Angola. Il Paese africano - in piena fase di espansione, ma che in teoria avrebbe potuto usufruire di un supporto straordinario da parte della società di gestione - costruirà un padiglione da 2mila metri quadrati. Altro caso paragonabile quello della Malaysia, una delle ‘tigri’ economiche del sud est asiatico. In maniera precauzionalmente prudente l’organizzazione di Expo aveva immaginato che questo Paese occupasse uno ‘slot’ medio piccolo, da 700 metri quadrati; l’investimento malaysiano da 18 milioni ha sollecitato la destinazione di una pezzatura di medio-alta (la Cina ha firmato per 4.590 metri quadrati investen-

La mappa che rappresenta lo spazio occupato dai 4590 metri quadrati del padiglione della Cina

70 -

Obiettivo Crescita

dare la giusta informazione sui nostri prodotti e sulle tipicità che la nostra agricoltura sa offrire”. Ma anche per fare “chiarezza sulla falsificazione dei prodotti italiani all’estero che alla nostra economia sottrae ogni anno almeno 60 miliardi di euro”. Un’elaborazione recente dell’associazione, inoltre, messa a punto sulla base delle analisi condotte

dall’Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, ha sottolineato che l’Italia ha il primato in Europa e nel mondo della sicurezza alimentare con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite (0,3%) che sono inferiori di cinque volte a quelli della media europea (1,5% di irregolarità) e di 26 volte a quelli extracomunitari (7,9%).

do 50 milioni di euro). Chi manca ancora all’appello tra i big? Stati Uniti e Inghilterra sono fin qui le firme più prestigiose che mancano. Altra grande potenza economica di cui si attende l’adesione è il Canada.

Ma va pure registrato che proprio con questa edizione dell’Expo, i nuovi equilibri planetari in accelerata fase di revisione, il tema che la caratterizza - l’alimentazione, i metodi di produzione del cibo, la trasformazione delle materie prime e delle modalità di consumo - certe valutazioni e certe pesature rischiano di apparire clamorosamente superate.

Così sono già full o in via di esaurimento gli spazi di alcuni cluster individuati da molti partecipanti come strategici. Superaffollati i padiglioni tematici dedicati al riso o alle spezie, saranno difficili da accontentare anche le richieste di chi vuole entrare nel villaggio dedicato al bio-mediterraneo. La Thailandia, che è il primo produttore di riso, vuole emergere e chiede spazio.

Ma lo vuole anche una fetta importante dell’Africa, che aspira a diventare il granaio del mondo: Algeria, Egitto e Tunisia hanno aumentato i metri quadrati a loro disposizione all’interno dei cluster tematici di loro più stretto interesse. Più a oriente il discorso non cambia.

L’Iraq ha triplicato lo spazio inizialmente immaginato all’interno del padiglione dedicato ai cereali.

Così non suonano strampalate le previsioni che uno studio commissionato dalla Camera di Commercio di Milano ha fatto sugli esiti finali dell’evento.

Secondo la ricerca, l’indotto sarà pari a 24,7 miliardi di euro, con un incremento di valore aggiunto stimato in 10,5 miliardi di euro e 199mila posti di lavoro generati direttamente e indirettamente tra il 2012 e il 2020.

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idee

Enogastronomia

Un sapore internazionale

F

ondata alla fine degli anni Trenta, Saclà è una delle prime aziende conserviere italiane, leader nella produzione di conserve vegetali in vaso. Olive, sottolio, sottaceto sono i suoi prodotti tradizionalmente più noti in Italia, ai quali si sono aggiunti nel tempo i sughi e condimenti per la pasta. Ma è il pesto alla genovese che le ha permesso di essere conosciuta e apprezzata in tutto il mondo già dagli anni Ottanta.

Plus dell’azienda oltre all’alta qualità dei prodotti, rigorosamente made in Italy, è l’impostazione familiare che l’azienda tiene molto a mantenere, pur spingendo con decione verso l’internazionalizzazione. Il mercato estero, da sempre, risponde con grande favore, tanto che Saclà ha aperto da tempo filiali commerciali in Inghilterra, Francia, Germania e Stati Uniti, con la prospettiva di essere a breve anche nell’area asiatica. Oltre 50 distributori coprono poi il resto del mondo.

“La nostra forza all’estero deriva anche dalla capacità di recepire il gusto e le tendenze di ogni singolo mercato, proponendo un’offerta di prodotti realizzata ad hoc, puntando proprio sulla differenziazione - afferma il presidente Lorenzo Ercole -. Per esempio il pesto per il mercato inglese viene declinato in ben 15 varianti, tra cui una con aglio selvatico, ingrediente molto utilizzato nella cucina britannica.

Saclà è presente nei cinque continenti con prodotti della tradizione italiana adattati ai gusti dei mercati di riferimento di Monica Cirillo

Grazie ai forti investimenti in tecnologia, siamo dotati di linee produttive veloci e flessibili che ci permettono anche di produrre per importanti private label, in tutto il mondo. La filosofia è sempre di anticipare e soddisfare le esigenze del consumatore in relazione al mercato di riferimento, sempre con prodotti di alta qualità della gastronomia italiana”.

Saclà a oggi propone oltre 1.000 ricette e ha chiuso il 2012 con un fatturato di oltre 120 milioni di euro, di cui oltre il 50% proveniente dai mercati esteri.

Il presidente Lorenzo Ercole

Astuzia nel cogliere le opportunità di mercato Una campagna pubblicitaria del passato

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S

aclà da due anni ha approcciato in Italia anche al canale catering, dove propone attualmente circa 200 referenze: condimenti, verdure e tanto altro per i professionisti della ristorazione.

I prodotti Food Service sono realizzati seguendo le ricette italiane più tradizionali. Punto fermo è la qualità delle lavorazioni, mentre il confezionamento è diverso dalle soluzioni destinate alla Gdo. Sono commercializzati in vasi di polipropilene,

vasi di vetro, latte e mastelli di varie dimensioni. I contenitori sono richiudibili e permettono di conservare il prodotto a lungo.

Grazie alla tecnologia utilizzata e a un processo produttivo flessibile, l’azienda è in grado anche di lavorare su specifiche richieste del cliente e di soddisfare la domanda delle private label.

Da qualche anno l’azienda è stata anche certificata per i prodotti biologici, entrando nel consorzio di Almaverde Bio. Si tratta di un mercato di nicchia, ma in continua crescita.

Aprile 2013

alta gamma

Enogastronomia

Qualità da esportare L’ottimizzazione dei processi produttivi e il controllo totale sulla materia prima hanno reso competitivo il Pastificio Rey

G

rande capacità organizzativa e pasta d’alta qualità, ma a prezzi contenuti, grazie a un ciclo di produzione totalmente automatizzato: è quanto promette al mercato il Pastificio Rey di San Damiano d’Asti, di proprietà dei fratelli Domenico, Franco e Pierluigi Toso.

Fondata nel 1851, l’azienda ha mantenuto le dimensioni di un pastificio artigianale fino al 1985, sviluppandosi di anno in anno fino a raggiungere gli attuali 12.000 mq di superficie con un nuovo stabilimento, organizzato per svolgere ogni attività industriale del ciclo di produzione. Oggi l’azienda occupa 25 dipendenti, fattura 20 milioni di euro e produce 2.000 quintali al giorno di pasta, tra cui la pasta all’uovo e all’ortica. “Abbiamo sempre creduto nella nostra azienda - afferma Domenico Toso - e per questo reinvestiamo gli utili, ma mai al di fuori del nostro core business”. La ragione di questo successo è da attribuire anche all’export, a cui si deve buona parte dei ricavi. Pastificio Rey, infatti, esporta i propri prodotti nei paesi europei (Germania, Austria e Svizzera), ma anche in paesi internazionali come Giappone, Korea e Paesi Arabi. Racconta Domenico Toso: “I nostri clienti appartengono alla distribuzione qualificata, spesso sono ristoranti di pregio, e non li abbiamo conquistati solo con il made in Italy, o la qualità elevata dei prodotti, ma anche valorizzando altri importanti fattori che fanno di Pa-

Aprile 2013

stificio Rey un fornitore affidabile, sotto ogni aspetto”. Infatti, il modernissimo ciclo produttivo consente la tracciabilità totale di tutte le materie prime: questo processo garantisce le massime misure in termini di sicurezza alimentare. Ma non basta: l’azienda ha valutato costi e rese, ottimizzando i processi, ha un magazzino totalmente robotizzato e riesce così a proporsi al mercato in maniera competitiva.

P.O.

I prodotti del Pastificio Rey raggiungono i mercati europei e internazionali

Tracciabilità totale

P

er ottenere il controllo di qualità sull’intera filiera dalla materia prima, in particolare sulla semola di grano duro, nel 2010 i fratelli Toso hanno scelto di acquistare lo storico Mulino di Pontelagoscuro, in provincia di Ferrara.

Questa scelta ha permesso al Pastificio Rey di tagliare gli intermediari ed essere perno di raccolta e distribuzione di farina, in un’area altamente vocata alla produzione di grano duro. La politica commerciale adottata consente al Mulino di Pontelagoscuro, oltre a fornire lo stesso Pastificio Rey, di vendere la farina ad altri produttori. Il bilancio 2012 del Mulino, è stato chiuso con un fatturato di 15 milioni di euro e 50.000 tonnellate di frumento lavorato. Nel 2013 l’obiettivo, è riuscire a macinare 60.000 tonnellate, a fronte di una potenzialità di produzione di 100.000 tonnellate.

Obiettivo Crescita

- 73

I N T E R V I S TA A D A N I E L A S A C E R D O T E

La bellezza italiana conquista il mondo

L

Tagliato il traguardo dei 30 anni, il marchio numero uno della profumeria resta fedele alle sue radici, puntando su innovazione ed export in oltre 40 Paesi: Germania, Olanda, Russia e Cina in testa di Monica Caiti

Daniela Sacerdote, amministratore delegato di Collistar

74 -

Obiettivo Crescita

a chiamano “signora di Collistar”. Non a caso: è Daniela Sacerdote l’artefice del successo di questo marchio in Italia e nel mondo. Lei, però, non ama vantarsi, nè apparire: preferisce concentrarsi sul lavoro e guardare avanti.

Con lo stesso atteggiamento affronta quest’anno i festeggiamenti per i 30 anni di Collistar, che inizialmente non voleva (vedi box).

“Ma la storia ha il suo peso e ho deciso dì rompere gli schemi. Specie in un momento problematico come l’attuale, mi è sembrato giusto portare in profumeria una ventata di ottimismo e allegria”, precisa.

Collistar “numero uno” in profumeria: in quali segmenti di mercato è più forte?

Per il decimo anno consecutivo deteniamo la leadership del selettivo (dati Npd) e il nostro giro d’affari – coperto per circa il 60% dal trattamento e il 40% dal trucco - ha registrato ogni anno una crescita importante, anno dopo anno. In particolare Collistar detiene, a volume, il 56% degli anticellulite sul totale del mercato cosmetico in profumeria, il 34% dei solari, il 49% degli autobbronzanti e il 32% del trattamento uomo.

Quali sono gli ingredienti di questo successo? E gli aspetti che distinguono il marchio dai competitor?

Un mix di qualità, prezzi accessibili, coerenza, dinamismo e innovazione. Sempre con quell’impronta made in Italy che connota Collistar fin dalla nascita. Non a caso, i nomi dei nostri prodotti sono tutti in italiano.

Come evolverà la comunicazione Collistar? Pensate di puntare su una testimonial famosa?

Credo ancora nell’efficacia di pagine advertising più simili ad articoli che a pubblicità classiche, in grado cioè di fornire tutte le informazioni necessarie sui nostri prodotti. Prezzi compresi: quando decisi di andare controcorrente, pubblicandoli, venni criticata. Mi dicevano che così avrei distrutto il “sogno” legato alla bellezza. In realtà, si è rivelata una scelta vincente, molto

aprile 2013

anniversario

wellneSs & Beauty

apprezzata dalla consumatrice. Dunque proseguiremo in questa direzione, pur con le innovazioni necessarie.

Di recente, abbiamo modificato il mix dei mezzi (introducendo, per esempio, i quotidiani), ma non l’entità degli investimenti, molto cospicui. Siamo stati tra i primi a fare radio e continueremo a farlo, puntando anche sul sito web, che lo scorso anno ha vinto per la terza volta il Beauty Web Award e da metà gennaio è stato completamente rinnovato. Sul fronte testimonial, niente star, ma modelle dalla bellezza mediterranea.

Come può, secondo lei, un’azienda uscire dal tunnel della crisi?

Ogni realtà deve fare le proprie valutazioni. Noi cerchiamo di movimentare il punto vendita con promozioni molto accattivanti e abbiamo bloccato il listino prezzi. Senza dimenticare innovazione e proiezione verso i mercati esteri.

Quanto pesa l’export sul giro d’affari? Quali prodotti interessa e verso quali Paesi è diretto?

Pesa per il 35% ed è in continua crescita. Riguarda tutto il nostro assortimento e si rivolge a più di 40 Paesi nel mondo, in prevalenza Russia (il Paese che oggi ci riserva le maggiori soddisfazioni), Cina, Polonia e Gemania (vedi box).

Strategie e obiettivi di questa politica di internazionalizzazione?

Tre le modalità di approccio verso altri Paesi: attivare una filiale, come quella già operativa in Olanda, avvalersi di distributori (Spagna) o puntare sulla vendita diretta (Cina, Germania e Spagna). Dipende dal territorio e dalle sue esigenze. Con un obiettivo: diventare la casa madre di una vera multinazionale. Sempre valorizzando le enormi potenzialità del made in Italy, che continua a esercitare un grande appeal sui mercati esteri.

All’estero step by step

O

rmai lanciatissima alla conquista dei mercati esteri in ogni parte del mondo, nel 2012 Collistar è approdata in Cina, con la distribuzione esclusiva in 127 punti profumerie della catena Sephora.

“Al momento siamo presenti con 18 referenze, che diventeranno 40 tra qualche mese”, spiega Daniela Sacerdote. “È stata un’emozione entrare in questo Paese, che ci sta dando notevoli soddisfazioni, nonostante le difficoltà burocratiche e legislative. Anche Russia, Polonia e Turchia promettono ottimi risultati. Inoltre, ab-

biamo aperto la prima filiale in Olanda (con 540 porte), che sta performando molto bene e coltiviamo progetti ambiziosi per la Germania.

Dopo l’apertura, lo scorso Natale, di due punti vendita a insegna Karstadt, ne consideriamo di arrivare 80 entro la fine dell’anno. Così, la nostra presenza a Hong Kong è una sorta di test per l’accesso ai mercati asiatici.

Infine stiamo studiando prodotti ad hoc per le prossime mete: Singapore, Vietnam e Indonesia”.

Buon compleanno!

T

agliato il traguardo dei 30 anni, Collistar festeggia. E lo fa coinvolgendo la consumatrice, con la Collezione Anniversario dei suoi prodotti icona: Crema di Idratazione Profonda, Rossetto Puro, Talasso-Scrub, Acqua Supe-

Gennaio 2013

rabbronzante e Profumi di Benessere. “Di strada ne abbiamo fatta tanta - aggiunge Daniele Sacerdote - dalla piccola realtà degli esordi all’azienda cosmetica più importante in Italia nell’ultimo decennio”.

Dall’alto: una campagna outdoor Collistar a Mosca e un punto vendita Sephora in Cina

Obiettivo Crescita

- 75

Pierluigi Pinna, presidente di Confindustria Nord Sardegna.

A lato Villa Mimosa, sede dell’associazione

Il patrimonio produttivo e culturale della Sardegna ha tutti i numeri per vincere sui mercati, anche internazionali.

Riorientare le imprese e creare nuove collaborazioni tra settori è la strategia sulla quale puntare di Antonella Lanfrit

C O N F I N D U S T R I A sard e g na

Nuove sinergie per battere la crisi

A

groalimentare, turismo e trasformazione del sughero rappresentano tre settori strategici dell’economia sarda, su cui è massima l’attenzione delle associazioni di categoria per mantenere alta la loro capacità competitiva e per supportare il tessuto produttivo vocato in un processo di irrobustimento attraverso le reti d’impresa. Sono questi alcuni degli aspetti peculiari dell’economia dell’isola su cui pone l’accento il presi76 -

Obiettivo Crescita

dente di Confindustria Nord Sardegna, Pierluigi Pinna, alla guida di una realtà che rappresenta e assiste oltre 400 aziende, suddivise in 20 settori merceologici con oltre 12.500 dipendenti.

“L’agricoltura e l’allevamento sono i comparti che contribuiscono maggiormente al Pil della Sardegna e dunque i pilastri su cui si regge il settore agroalimentare, ovvero il comparto che dà maggiore occupazione sull’isola, che produce 1,5 miliardi l’anno di fattu-

Aprile 2013

sinergie

Turismo I numeri

12.500 Dipendenti

operano nei settori dell’agricoltura, turismo e trasformazione del sughero

rato e pesa per il 15% sul nostro export, la voce più importante dopo quella dei prodotti petrolchimici”, spiega Pinna, affidando innanzitutto ai numeri la descrizione della valenza strategica di questo settore per l’economia sarda.

Oggi ancora più importante perché “l’agroalimentare sta continuando a funzionare anche in questo frangente economicamente critico. Anzi – aggiunge -, il lattiero caseario è in ripresa e non solo per i volumi, ma anche per i prezzi, dato il riequilibrio che si sta determinando tra domanda e offerta”. Merito innanzitutto del mercato internazionale che l’agroalimentare sardo si è saputo conquistare.

“La domanda americana è tornata a salire – conferma Pinna -, mentre resta stabile il mercato interno”. Allevamento di ovini, coltivazione di vite e olivo, con relative aziende di trasformazione, i tre capisaldi del comparto, cui s’aggiungono altri prodotti di qualità ma con volumi ridotti, come pane, pasta e liquori. È nell’agroalimentare che di recente si è concretizzato un significativo segnale d’innovazione, ovvero “una rete d’impresa di livello regionale – spiega il Pinna -, che ha coinvolto diverse realtà attive su formaggi, riso, vino, pasta, acqua e tonno. Obiettivo, crescere a livello internazionale e avere una massa critica significativa anche nel rapporto con le istituzioni regionali”. L’auspicio è che a questa rete ne seguano altre.

Processo di internazionalizzazione consolidato ormai per l’industria di trasformazione del sughero (concentrata in Gallura), con due nomi storici sardi che si contengono la seconda posizione a livello

Aprile 2013

1,50 Mld

15%

Il contributo annuo al Pil regionale dei settori export agricoltura e allevamento

L’esportazione dei prodotti sardi di agricoltura e allevamento è pari al 15% dell’export dell’isola

mondiale nella produzione di tappi di sughero per vino e champagne.

“Sono aziende che hanno avviato stabilimenti anche in Portogallo e Stati Uniti, mantenendo comunque una forte base occupazione sull’isola tanto che impiegano complessivamente circa 500 addetti”. Confindustria è impegnata in prima linea anche nel settore turistico, affinché gli operatori del settore si mettano in rete e promuovano un’immagine complessiva della Sardegna. “Negli anni della crisi agli arrivi sono calati fino al 30%”, ricorda il presidente Pinna. Sul comparto turistico sardo, infatti, ha pesato soprattutto l’aumento del costo dei trasporti verificatosi in parallelo alla diminuita capacità di spesa delle persone.

Altro fattore incidente, l’emergere di altre destinazioni nel bacino del Mediterraneo che hanno sottratto alle coste sarde parte del turismo straniero. “Anche su questo versante si è proceduto ad un rinnovamento dell’impianto comunicativo, volto a veicolare all’estero prima di tutto la Sardegna nella sua globalità”, conclude Pinna, fiducioso in un’inversione di tendenza per l’energia propositiva con cui il comparto sta reagendo.

L’unione fa la forza

“C

onfindustria si è fatta pungolo affinché gli operatori e i territori si presentino insieme. Come associazione di categoria, infatti, abbiamo spinto affinché gli attori della filiera, albergatori, ristoratori, aziende di trasporto navale, costruissero pacchetti all inclusive da proporre ai turisti italiani e stranieri - spiega Pierluigi Pinna-, in maniera da contenere i costi e contrastare la diminuzione degli arrivi”.

Obiettivo Crescita

- 77

lusso

TURISMO

Un’espansione costruita sull’unicità dell’offerta

Nei luoghi incantevoli e caratteristici della Sardegna, il gruppo alberghiero Delphina è oggi presente con otto strutture di standard elevato

di Antonella Lanfrit 78 -

Obiettivo Crescita

D

ue imprenditori sardi che hanno voluto e saputo coniugare capacità imprenditoriale con ospitalità e valorizzazione dello splendido patrimonio naturalistico della Sardegna. È dalla loro progettualità e lungimiranza che nel 1992 è nata “Delphina Hotels & Resorts”, uno dei principali gruppi alberghieri della Sardegna che nel corso della sua attività, ormai più che ventennale, ha saputo tra l’altro guadagnarsi ben 15 premi internazionali per il rapporto qualità/prezzo attribuiti da importanti Tour operator europei.

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lusso

Turismo

Un’ampia proposta di soluzioni per i diversi target di turisti Otto hotel: il comune denominatore è la gastronomia eccellente

O

gni hotel, resort e residence Delphina ha una propria personalità che permette di soddisfare le esigenze di più target turistici: benessere, lusso, coppie, golf, eventi, meeting, congressi, famiglie con bambini.

Vi è però, tra le altre, una caratteristica che li accomuna, rendendoli espressione dello spirito aziendale: l’attenzione per la ristorazione e la gastronomia. “Per tutti gli hotel facciamo un’attenta selezione di prodotti locali - sottolinea il direttore comunicazione e marketing, Libero Muntoni -. Pane, vino, frutta e verdura, dolci e ingredienti base, carne e pesce rispondono al concetto del ‘chilometro zero’, per garantire

freschezza e qualità. Il nostro risparmio – aggiunge – sta nel fatto che le strutture sono di nostra proprietà e tale vantaggio lo spendiamo per offrire un servizio migliore e per garantire un ottimo rapporto qualità/ prezzo”. Arricchiscono l’offerta sei eccellenti centri benessere, tutti inseriti nei rispettivi hotel Delphina, e quattro di essi sono specializzati nella talassoterapia.

Ulteriore punto di forza di questa offerta turistica, la ricca varietà di escursioni che permettono agli ospiti di entrare a contatto con il territorio

(e con il mare grazie alla flotta di barche di proprietà) che li ospita.

Romantico ed esclusivo è l’Hotel Capo d’Orso Thalasso & Spa in Cala Capra-Palau; un’oasi di relax il Resort Valle dell’Erica Thalasso & Spa a Santa Teresa Gallura, elegante e raffinato, un concentrato di benessere, è l’Hotel Marinedda Thalasso & Spa all’isola Rossa a Trinità d’Agultu. Su questo delizioso borgo di pescatori nel Golfo dell’Asinara, c’è anche l’Hotel Relax Torreruja Thalasso

& Spa. Per gli sportivi, ecco il Park Hotel & Spa Cala di Lepre a Cala di Lepre-Palau, posizionato su una collina ricca di macchia mediterranea che digrada fino al mare. A Badesi Marina, c’è il Resort & Spa Le Dune, tra i più completi dell’isola (5 alberghi, 10 ristoranti, 6 piscine, grande parco attrezzato per bimbi) e a 30 minuti da Olbia c’è il “dinamico” Resort Cala di Falco.

A Palau, nella lussureggiante Cala Capra, il Residence Il Mirto, con 60 appartamenti immersi nel verde.

Centro Thalasso & Spa Le Thermae Nella pagina precedente Hotel La Licciola- Resort Valle dell’Erica

I fondatori dell’impresa hanno inizialmente costruito (tutti salvo uno) e poi gestito direttamente le otto strutture, “sostenendo allo stesso tempo la tutela e la valorizzazione della natura che ci ospita e a cui apparteniamo”, sottolinea Libero Muntoni, direttore generale comunicazione e marketing Delphina.

Sono nati così veri e propri gioielli per il relax e per vacanze indimenticabili, adatti a qualsiasi età ed esigenza. “Siamo sardi e abbiamo realizzato gli hotel nei contesti che i sardi considerano più piacevoli e affascinanti – racconta il direttore -, abbiamo costruito le

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strutture dove a noi piaceva e ancora piace trascorrere le vacanze”. E cioè incastonate lungo la costa del Nord Sardegna, in Gallura, tra la Costa Smeralda, l’arcipelago di La Maddalena, l’Isola Rossa e Badesi: due 5 stelle, cinque 4 stelle e un residence, immersi in grandi aree verdi direttamente sul mare.

Al grande rispetto per l’ambiente, “s’aggiunge l’importanza attribuita a quell’ospitalità che da millenni caratterizza per tradizione la Gallura – prosegue il direttore Muntoni – e che rientra nella nostra filosofia imprenditoriale: offrire un’ospitalità mediterranea

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Obiettivo Crescita

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lusso

TURISMO

La bella costa sulla quale si affaccia il Resort Valle dell’Erica Thalasso & Spa

autentica in luoghi unici”. Che si raggiungono facilmente da ovunque e a costi competitivi, poiché Delphina ha attivato importanti collaborazioni con le principali compagnie aeree e navali, riuscendo così a offrire tariffe di viaggio promozionali e confezionare proposte personalizzate di viaggio con soggiorno. “Da quest’anno – specifica Muntoni -, grazie alle rinnovate politiche delle principali compagnie navali e ai nostri speciali accordi sarà possibile prenotare

pacchetti veramente convenienti, specialmente se si prenota con un certo anticipo”. Tra le novità 2013, anche la possibilità di poter rateizzare a tasso zero la propria vacanza con sei rate.

Oltre alla cura per un’ospitalità raffinata e attenta alle necessità di diverse tipologie di turisti, il Gruppo riesce ad intercettare i cambiamenti socio-economici in atto, mettendo in atto azioni che possono corrispondere adeguatamente alle mutate condizioni. Insieme a tutto ciò, il successo dell’impresa si deve anche ai costanti investimenti per il rinnovamento delle strutture – conclude il manager -, insieme ai consistenti investimenti in comunicazione per far conoscere le peculiarità del gruppo Delphina, un amico in Sardegna che, come quando si va in montagna e si gradisce il consiglio della gente del posto, è pronto a condividere la sua conoscenza dell’isola con chiunque vi approdi”.

La novità del 2013

C

ontinui investimenti per continuare a sorprendere il turista e ad incantarlo con la terra e l’ospitalità sardi.

Sono i tratti peculiari dell’intraprendenza di “Delphina Hotels & Resort” che quest’anno inaugura l’Hotel La Licciola, lussuosa e raffinata area che completa il Resort Valle dell’Erica Thalasso & Spa 5 stelle di Santa Teresa Gallura. Il resort sorge di fronte alle isole del Parco Internazionale delle Bocche di Bonifacio e i due

80 -

Obiettivo Crescita

Junior Suite dell’Hotel La Licciola hotel che lo compongono, Erica e La Licciola sono immersi in un parco di 28 ettari, in cui le costruzioni seguono la qua-

lità edificatoria che negli anni ’60 permisero di ricevere un riconoscimento dal presidente della Repubblica.

L’Hotel La Licciola arricchisce il resort con 116 camere ed eleganti suite, tutte dotate di ampie verande e arredate da artigiani locali con materiali raffinati.

Lo completano una reception e due nuovi ristoranti di cui uno con cucina tipica sarda.

Tre le novità, anche la zona “Exclusive” con piscina propria e eleganti camere vista mare. L’Imperial suite è distribuita su due piani, ha piscina privata e dà su un meraviglioso panorama.

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web

TURISMO

Start-up turistiche: in rete è meglio Italia, Spagna, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Turchia insieme in “Suites”.

Prima tappa: Praga. Il social eating network Gnammo rappresenta il nostro Paese di Chiara Marseglia

Alcuni momenti di incontro, all’insegna del buon cibo e della condivisione, nati grazie alla piattaforma di Gnammo

F

ornire, attraverso un portale web, gli strumenti e le informazioni indispensabili per avviare nuove imprese nel settore del turismo in Europa. Questo l’obiettivo di “Suites”, il progetto comunitario che coinvolge sei paesi dell’Unione, Italia compresa. È Gnammo a rappresentare il nostro Paese: la start-up torinese è stata selezionata da Ideazione - la società di Alba (Cuneo) capofila del progetto - fra 10 candidati provenienti da tutto il territorio nazionale.

Si tratta di un social eating network: una piattaforma online in cui i protagonisti si incontrano e poi organizzano cene “vere” nelle abitazioni “reali”. Avviata all’interno di TetraBit, incubatore di imprese digitali dell’I3P del Politecnico di Torino, Gnammo è nata nel 2012 e oggi raccoglie circa 5.000 soci. Non ha richiesto finanziamenti per l’avvio, ma oggi è in cerca di investitori, business angel o fondi di investimento. E “appena riceveremo il primo investimento - ha spiegato Gian Luca Ranno, responsabile dell’iniziativa - lavoreremo per migliorare il sito, implementarne le funzioni, aumentare la base utenti. Ci apriremo al mercato europeo e, successivamente, a quello americano”.

Il partenariato Leonardo “Suites” per lo sviluppo di un format applicabile nei diversi contesti europei a sostegno della nuova imprenditorialità è nato sulla base

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dell’esperienza di Ideazione nel supporto alla creazione d’impresa nel turismo e ha preso il via dal confronto con cinque enti di altrettanti paesi europei: Spagna, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Turchia.

Il progetto prevede l’organizzazione di sei meeting di lavoro, uno in ciascun paese partner, per promuovere il confronto e l’individuazione degli strumenti di supporto alle start-up (finanziamenti, normative vigenti, contatti con gli incubatori d’impresa, premi e competizioni a cui partecipare) e l’elaborazione di un modello standard di business plan.

Il tutto con particolare attenzione al web 2.0 e alla sostenibilità ambientale, in un’ottica di reale innovazione del settore turistico. “Il web - ha commentato infatti Enrico Ferrero, a.d. di Ideazione - è il fattore decisivo per le start-up turistiche: il turismo è il comparto che, più di ogni altro, trova nell’e-commerce e nella promozione in rete uno strumento strategico di rilancio economico”. È Praga, tra il 14 e il 16 aprile, a ospitare la prima tappa di questo confronto internazionale per la definizione delle buone pratiche per l’avvio di start-up turistiche. Entro il 2014 lo strumento sarà messo a disposizione dei potenziali imprenditori, ma il portale sarà accessibile in versione beta già nell’estate 2013: presenterà i primi risultati e le analisi di contesto dei sei paesi europei.

Obiettivo Crescita

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